Commenti sulle poesie
 

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Avviso

Cari Sitani,
se per caso riceveste e-mail firmate Miu, in cui si chiede di iscriversi subito ad un altro sito, perché il sito poetare.it sta traslocando, eliminatele: è falso. Jacqueline Miu non scrive su altri siti e non ha intenzione di farlo. Poetare.it non si trasferisce e sarà sempre presente ad accogliere poeti e poetesse, come già succede dal 17 Aprile del 2002.
Grazie a voi tutti per la partecipazione e auguri di una buona estate.
Lorenzo De Ninis, titolare di poetare.it.


 

7-8-9 Luglio

Saluti per i sitani
Un caro saluto con l'augurio di "Buone Vacanze!" alle giovani e meno giovani divinità cosmiche di Poetare. 
Che siano la creatività e l'amore i vostri amici di viaggio. Tornate ricchi di ispirazione e felici. 
Passate un'estate meravigliosa. Ringrazio il magnifico Magister Lorenzo, generoso creatore di Poetare Tempio Azzurro per la letteratura di qualità, per l'onore che mi offre nell'ospitare le mie umili opere. Ringrazio tutti i sitani per i loro commenti e la gioia che mettono nei loro appassionanti lavori. 
 
Auguro a tutti una meravigliosa estate
Miu

 

 

Buongiorno a tutti
Di tanto in tanto se pur per un breve commento devo dire grazie a tutti ,
alle parole , emozioni che voi poeti trasformate in versi e in commenti
In particolare modo a Marino Spadavecchia
Umiltà calpestata,
che prende il sole
sulla spiaggia d’Oriente.
a Ben Tartamo
Giorni su giorni,
sassi su sassi...
sabbia che nasce
in riva al mare.
grazie per i vostri commenti
per la vostra poesia semplice e complessa
Piero Colonna Romano
Via delle monache, bellissima poesia ,e poi con tutti quei premi non ci sono parole che potrei aggiungere

Mi dicono che gli angeli perdano le ali quando amano
Non posso aggiungere nulla di ciò che penso io, ma la tua poesia merita molto , molto bella come tutte del resto Jacqueline Miu

Grazie Lorenzo che ci fornisci la possibilità e la gioia espressionistica
grazie alla tua sensibilità e generosità
alla tua bella poesia Nino Silenzi
Al Mare che culla i sogni , i ricordi , ciò mi fa capire che vivi , come me vicino al mare ,perché quella distesa verde o azzurra come un cielo capovolto ci fornisce la possibilità di vedere il fuori dentro di noi che allieta il nostro spirito grazie con un abbraccio
Buone vacanze a tutti
Antonia Scaligine

 

 

Commento poesia "U Me' Sognu" di Rosa Venuto di Acquedolci.
Bellissima poesia "U me' Sognu", è un omaggio struggente e affettuoso a Franco Battiato, maestro dell’anima e della musica, filtrato attraverso la memoria, il sogno e l’identità siciliana. Rosa Venuto intreccia ricordi familiari, tradizioni antiche e versi evocativi in dialetto, riportando in vita un mondo perduto fatto di armonia e semplicità. Il testo vibra di nostalgia e desiderio: quello di tornare indietro nel tempo, di varcare la soglia della casa di Battiato a Milo, per sentire ancora l’eco della sua voce. Un sogno che è anche preghiera, una ricerca del sacro nella quotidianità, dove l’arte diventa ponte tra generazioni, tra chi resta e chi è già “trasitatu".O per meglio dire ..U me' Sognu" è un omaggio poetico, intimo e sincero, che la poetessa messinese Rosa Venuto di Acquedolci dedica al Carissimo Maestro Franco Battiato. In queste righe scritte in dialetto siciliano, si intrecciano memoria e desiderio, antiche tradizioni e riflessioni profonde sul tempo che passa. Il sogno di poter visitare la casa di Battiato a Milo diventa simbolo di un bisogno più grande: quello di ritrovare l’armonia, la bellezza e la semplicità di un tempo che oggi pare perduto. È un canto d’amore per la Sicilia, per la famiglia, e per un figlio – Franco – che, con la sua arte, ha saputo portare la luce oltre i confini dell’isola.
Commento edito da
MariaAntonietta Chiovetta

 

 

 

 

4-5-6 Luglio

Con immenso piacere mi accosto a commentare questa composizione di Marino Spadavecchia, un’opera che si staglia con forza nella contemporaneità della poesia latinoamericana ed europea e oltre, offrendo un’indagine profonda sul dolore esistenziale e sulla condizione umana nel nostro tempo.

 
“Meteoritos perdidos / en la constelación / de los desechables impenitentes.”
L’incipit ci catapulta immediatamente in un paesaggio cosmico e metaforico, dove i “meteoritos perdidos” diventano simbolo di anime e vite scagliate in orbite senza meta, perdute in una galassia di “desechables impenitentes” — gli esseri scartati, i dimenticati, forse persino coloro che si sono condannati a un’esistenza di inutile consumo e spreco. Questa immagine di vastità siderale carica di solitudine e inutilità plasma un’aura di malinconia che pervade tutta la poesia.

 
“Gotas de almas errantes / en el océano de la soledad / sin regreso.”
Il fluire di “gocce di anime erranti” sospese in un “oceano di solitudine senza ritorno” costruisce una metafora liquida e struggente che richiama la fragilità e la vulnerabilità dell’essere. L’oceano, eterno e implacabile, diviene un simbolo dell’isolamento totale, la condizione umana ridotta a particelle perse nel flusso di un dolore inarrestabile. L’assenza di ritorno sottolinea un’irreversibilità della condizione, un destino che si compie senza speranza.

 
“Delfines anémicos, / apesadumbrados, estériles, / que no saben / si seguir nadando / o morir aguantando.”
Qui la poesia abbraccia un’immagine ancora più terrena e struggente: i “delfini anemici” rappresentano forse creature una volta vitali, ora prosciugate, gravate dal peso della tristezza e dell’incapacità di rigenerarsi, riflesso dell’anima umana in crisi. La tensione tra continuare a nuotare o arrendersi alla morte è la resa poetica della lotta interna tra vita e annichilimento, un interrogativo universale che Spadavecchia pone con grande delicatezza e forza.

 
Infine, per quanto riguarda l'Analisi stilistica e l'impatto emotivo:
la poesia si distingue per una limpida economia di parole e immagini potenti che, nonostante la brevità, evocano un panorama emotivo vasto e coinvolgente. La scelta di simboli cosmici e marini crea un doppio orizzonte di solitudine sia universale che intimamente umana. La musicalità asciutta e il ritmo cadenzato conferiscono alla composizione un tono meditativo e quasi liturgico, mentre la progressione dalle stelle agli oceani fino ai delfini conduce il lettore in un viaggio che è insieme metafisico e terreno.

 
In conclusione, Marino Spadavecchia offre un frammento di poesia che si impone per la sua onestà emotiva, la profondità filosofica e la chiarezza espressiva. “Meteoritos perdidos” è un appello a riconoscere le anime smarrite in un mondo che sembra essere sempre più fatto di “desechables”, e al contempo una meditazione sul limite fragile e doloroso della condizione umana. In questo testo la poesia europea trova una nuova, luminosa voce di tormento e bellezza.

 
Ben Tartamo 

 

 

 



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