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Premi letterari dei Sitani


2023

 

1-2-3 Dicembre

Poesie del 1-2-3 dicembre 2023

Commenti  a cura di Ben Tartamo
 

 
 Maria Benedetta Cerro - Non fissare un pensiero come fosse l’unico
"Non fissare un pensiero come fosse l'unico" di Maria Benedetta Cerro: Un Dialogo Profondo con l'Essenza dell'Esistenza
 

 

In questa sinfonia di parole intitolata "Non fissare un pensiero come fosse l’unico", Maria Benedetta Cerro si erge come sacerdotessa delle sfumature psicologiche, un'architetto delle emozioni che intesse la tela della sua poesia con fili sottili ma potenti. La sua opera, estratta da "Prove per atto unico" e ospitata nella "Casa dell'armonia", è un invito ad abbracciare la molteplicità del pensiero, a sfidare la rigidità dell'unicità.

Contenuto del testo: Il poeta ci conduce attraverso un viaggio di riflessione, proponendo un dialogo con il nostro io interiore. La sua poesia diventa uno specchio in cui riflettere le infinite sfaccettature della mente umana. L'immagine evocata di un uccello o di un alter ego che concepisce lo spazio come casa e la libertà come il respiro del mare rivela la poetica dell'autrice, incentrata sulla libertà e sulla fluidità dell'esistenza.

Aspetto grafico della poesia: L'aspetto visuale della poesia è un balletto di spazi bianchi e parole, una coreografia sottolineata dalla disposizione strategica dei versi. La pagina diventa uno spazio di respirazione, dove ogni parola ha il suo respiro, e ogni spazio è un invito alla contemplazione.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): Cerro gioca con la metrica in modo sapiente, alternando versi di lunghezze diverse per creare un ritmo coinvolgente. La mancanza di una struttura metrica rigida conferisce alla poesia una libertà formale che rispecchia il tema centrale della libertà stessa. La mancanza di una rima tradizionale, o l'uso discreto di essa, amplifica la sensazione di un flusso ininterrotto di pensieri.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Cerro è un equilibrio tra la semplicità delle parole e la complessità delle emozioni sottostanti. Le immagini evocative, come lo spillo che fissa il cuore o il petto interpretato come un'onda, sono delicati ma potenti simboli di dolore e guarigione. Il linguaggio è una sinfonia di suoni armoniosi, un canto che si insinua nella mente del lettore e risuona a lungo dopo la lettura.

Individuazione delle principali figure retoriche: L'autrice abbraccia l'uso raffinato di figure retoriche, come la metafora (lo spillo nel cuore), l'anastrofe (lo spillo ha fissato al cuore un dolore), e l'ossimoro (la lacrima rossa che sanguina). Queste figure arricchiscono il testo, donandogli profondità e una carica emotiva intensa.

In conclusione, Maria Benedetta Cerro si distingue come una pittrice della parola, dipingendo con maestria i contorni sfumati dell'esistenza umana. La sua poesia è un invito all'esplorazione dell'anima, un'ode alla molteplicità del pensiero, e un inno alla libertà che si sprigiona quando osiamo guardare oltre l'apparenza dell'unicità.

Cristiano Berni - "Fantasia"

"Fantasia" di Cristiano Berni: Una Danza Incantata tra Realtà e Immaginazione

Nella sonata delle parole, Cristiano Berni si fa araldo dell'indefinibile potere della fantasia, tessendo una poesia che si erge come un santuario dell'anima, un'oasi in cui il lettore può abbandonarsi alle melodie dell'immaginazione. Questo capolavoro, siglato dal titolo "Fantasia", è un viaggio attraverso l'intricato labirinto dell'io creativo, guidato dalla mano sapiente di un poeta che ha abbracciato la forza trasformatrice dell'immaginazione.

Contenuto del testo: La poesia inizia come un incantesimo, con l'invocazione rituale della "Fantasia", la salvezza unica e il ristoro dell'anima. Berni dipinge la fantasia come una fonte candida che scorre lungo una via tortuosa, come il fiume inarrestabile dei sogni. La brevità del tempo felice, la fugacità dell'amore, si mescolano con la lunghezza della via, creando una tensione armoniosa tra la gioia effimera e la durata della fantasia.

Aspetto grafico della poesia: La disposizione delle parole sulla pagina è un balletto di eleganza, un coro di versi che si susseguono con grazia. Le pause, i respiri, sono composti con maestria, creando un ritmo che invita il lettore a danzare tra le righe. L'uso delle maiuscole per enfatizzare ogni invocazione alla "Fantasia" è una scelta grafica che sottolinea l'importanza di questo concetto nell'opera.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La poesia si svela attraverso una serie di terzine, un ritmo cadenzato che emula il flusso ininterrotto della fantasia stessa. La rima, dolce e sottile, sottolinea l'armonia dei concetti, creando una melodia che si fonde con il contenuto. La struttura formale, pur mantenendo un certo rigore, lascia spazio alla libertà, in sintonia con il tema della fantasia.

Analisi dello stile e del linguaggio: Il linguaggio di Cristiano Berni è una danza di contrasti, una sinfonia di opposti che si fondono in un tutt'uno armonico. Le metafore scelte, come "fuoco rosso di passione" e "stella di mare", illuminano il testo con immagini vivide e suggestive. Berni crea un equilibrio tra lirismo e concretezza, tra il languore della carezza e la forza della fortezza.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il poeta si avvale di un repertorio di figure retoriche che impreziosiscono il testo. Tra queste spiccano le metafore (fantasia come fuoco rosso di passione, o come stella di mare), l'analogia (fantasia simile alla pazzia), e la personificazione (fantasia che incontra di notte, che è povera a volte). Queste figure amplificano il fascino della poesia, trasformandola in una sinfonia di linguaggio ricco e vibrante.

In conclusione, "Fantasia" è un'ode alla forza trascendentale della mente creativa, plasmata dalla penna di Cristiano Berni con maestria e profondità. Questa poesia è un invito a sognare, a perdersi nei mondi artificiali creati dalla fantasia, e a abbracciare la sublime musa che risiede in ognuno di noi. Con toni lirici e spessore psicologico, Berni ci guida attraverso un viaggio incantato, dove la realtà e l'immaginazione danzano in una coreografia senza temp

Marco Cabassi - Orizzonte

"Orizzonte" di Marco Cabassi: Un Soffio di Vita nell'Infinito

In una breve e incisiva dichiarazione poetica, Marco Cabassi si pone come testimone dell'infinità, catturando l'essenza stessa della vita in un "Respiro d’un fiato". Questa poesia, apparentemente semplice, si svela come un canto profondo che abbraccia l'universo e sospira l'eternità.

Contenuto del testo: "Orizzonte" è un invito a contemplare il vasto respiro della vita, a esplorare l'infinito attraverso il breve istante di un singolo respiro. La poesia, con la sua brevità, si fa specchio della fugacità dell'esistenza e della grandezza che può essere contenuta in un momento. Cabassi, con maestria, pone l'orizzonte come metafora della nostra ricerca di significato, un confine che invita alla scoperta.

Aspetto grafico della poesia: La disposizione della poesia sulla pagina è un esempio di minimalismo elegante. La brevità dei versi cattura l'essenza dell'infinito, e la singola riga, "Respiro d’un fiato", si staglia come un orizzonte stesso. Questa scelta grafica sottolinea l'idea che anche nella limitatezza di uno sguardo, possiamo abbracciare l'immensità della vita.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La poesia si articola in una singola strofa, come se fosse un'unica boccata d'aria. L'assenza di una struttura metrica fissa crea una sensazione di libertà e apertura, in sintonia con il tema dell'orizzonte che non conosce confini. La mancanza di rima tradizionale contribuisce all'effetto di semplicità ed essenzialità.

Analisi dello stile e del linguaggio: Cabassi si esprime con una chiarezza disarmante, senza fronzoli o artifici. Il suo stile è una fusione di lirismo e concretezza, una poesia che non si perde in eccessi, ma piuttosto sottolinea l'importanza di cogliere l'attimo. Il linguaggio è un respiro stesso, senza sovrastrutture, un'evocazione diretta e potente.

Individuazione delle principali figure retoriche: La forza di questa poesia risiede nella sua essenzialità, ma è possibile scorgere un'implicita metafora nell'uso dell'orizzonte. L'orizzonte diventa una figura retorica, una rappresentazione simbolica della nostra ricerca di significato e della vastità che attende oltre i limiti visibili.

In conclusione, "Orizzonte" è un canto sottile che svela la grandezza della vita nell'istante di un respiro. Marco Cabassi, con una maestria essenziale, invita il lettore a scrutare oltre i confini tangibili e a percepire l'infinito nell'effimero. Una poesia che, con il suo respiro, sussurra l'eternità.


 
Felice Serino -   Nel mio cielo
 

"Nel mio cielo" di Felice Serino: Un Viaggio Celeste tra Nuvole e Paradisi

Nel ricamo sottile di "Nel mio cielo," Felice Serino si presenta come il demiurgo di un mondo immaginato, un poeta che culla il lettore tra le braccia vaporose delle nuvole, portando con sé un esercito affettuoso di animali d'acqua, terra e cielo. Questa poesia, estratta dalla raccolta "La vita immaginata," è un viaggio attraverso l'innocenza perduta e l'incantesimo eterno dell'immaginazione.

Contenuto del testo: "Le belle nuvole" si levano nel cielo di Serino, trasformandosi in affascinanti creature che danzano attraverso i confini del paradiso. L'autore ci conduce in un mondo incantato, popolato da "cari animali" che abbracciano tutte le sfere della vita. L'innocenza e l'immaginazione, con occhi puri, si manifestano in quel cielo, in quella sede del paradiso che Serino dipinge con toni di reverenza.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, la poesia assume una forma elegante e fluida, riflettendo la natura evanescente delle nuvole e della fantasia. La disposizione delle parole crea una visione del cielo, con le nuvole che s'innalzano in un movimento ascendente, come l'aspirazione dell'anima verso l'alto. La brevità dei versi cattura l'effimero dell'infanzia, mentre la semplicità visiva sottolinea la purezza del tema.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La struttura metrica della poesia è libera, in sintonia con l'atmosfera di libertà e leggerezza che permea il testo. L'assenza di una regolarità metrica conferisce alla poesia una musicalità libera, quasi come una melodia improvvisata. La rima è discreta, emergendo in modo naturale senza obblighi formali, accompagnando la dolcezza della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Serino è un trionfo di semplicità e profondità, un equilibrio delicato tra leggerezza e significato. Le parole sono selezionate con cura, come gemme che si riflettono nella luce del cielo. Il linguaggio è una dichiarazione di amore verso la vita immaginata, una celebrazione che fonde il reale e l'irreale in una sinfonia poetica.

Individuazione delle principali figure retoriche: Tra le figure retoriche emerge l'analogia delle nuvole che "vestono forme d'animali," trasformando il cielo in un palcoscenico magico. L'immagine delle nuvole come "animali d'acqua, terra e cielo" personifica la natura e sottolinea la connessione tra il mondo celeste e quello terreno.

In conclusione, "Nel mio cielo" è un viaggio oltre le nuvole, un'esplorazione dell'infanzia e dell'innocenza persa. Felice Serino, con grazia e lirismo, ci invita a sollevare lo sguardo e a sognare tra le forme eteree delle nuvole, dove il paradiso trova la sua dimora nelle ali dell'immaginazione.

Giuseppe Stracuzzi - Fruscio di ali

"Fruscio di ali" di Giuseppe Stracuzzi: L'Armonia dell'Anima e il Canto dei Ricordi

Nella sinfonia poetica di Giuseppe Stracuzzi, "Fruscio di ali" è un capolavoro tessuto con fili d'oro dell'anima. Attraverso l'evocazione di immagini delicate e sognanti, l'autore conduce il lettore in un viaggio tra le pieghe dei ricordi e l'eternità della memoria. Questa poesia, un'ode al passato intessuta di lirismo, si apre come un dipinto sfumato dove la bellezza si fonde con la malinconia.

Contenuto del testo: La poesia si apre con la delicata immagine delle "falde tenere fiorite," un luogo di innocenza e vitalità, dove il sole danza con i capelli come fili d'oro. L'autore, con maestria, disegna un paesaggio onirico, pervaso dall'antica dolcezza del pianto e dall'ardere costante di ricordi. La metafora dei ceri accesi nel cuore sottolinea la persistenza dei sentimenti nel tempo.

Aspetto grafico della poesia: L'aspetto visivo della poesia è un giardino di immagini delicatamente collocate sulla pagina, come fiori che sbocciano in un canto silenzioso. La disposizione visuale evoca un senso di movimento, come ali che sfiorano le parole e illuminano il testo. La struttura formale è libera, creando un flusso armonico che segue il ritmo delle emozioni.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica della poesia è libera e fluida, con versi che si snodano come il volo di ali invisibili. La mancanza di una struttura rigida conferisce un'atmosfera di libertà e spontaneità, come se la poesia stessa respirasse. La rima è discreta ma presente, sottolineando il ritmo naturale della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Stracuzzi è un equilibrio sublime tra lirismo e melodia. Le immagini, come il gioco del sole tra i capelli e gli occhi di "pianto antico," sono dipinte con tratti delicati ma intensi. Il linguaggio, intriso di suggestioni poetiche, cattura il lettore in una danza di emozioni senza tempo.

Individuazione delle principali figure retoriche: Tra le figure retoriche emergono la metafora (il fruscio di ali come segno di presenza), la similitudine (il sole che gioca a fili d'oro coi capelli), e l'ossimoro (gli occhi di "pianto antico"). Queste figure contribuiscono a creare un tessuto ricco di significato e sfumature emotive.

In conclusione, "Fruscio di ali" è un inno alla bellezza eterna dei ricordi, una poesia che si alza come un volo di ali nell'intimità dell'anima. Giuseppe Stracuzzi, con la sua maestria poetica, ci trasporta in un mondo in cui la memoria si fonde con il presente, creando un canto che risuona attraverso il tempo e l'eternità.


 
Alessandra Piacentino  -  Fine dell’amore di un amore
 

"Fine dell’amore di un amore" di Alessandra Piacentino: Elegia di un Tramonto Sentimentale

In questa profonda elegia dell'anima, Alessandra Piacentino intesse un canto struggente sulla fine di un amore, rivelando le ferite e le sfumature di un cuore infranto. "Fine dell’amore di un amore" è una poesia che trascina il lettore attraverso il tumulto delle emozioni, come un tramonto che tinge il cielo con colori malinconici.

Contenuto del testo: Il titolo stesso, "Fine dell’amore di un amore," è un annuncio solenne della tragedia affettiva. Piacentino apre il sipario con una raffica di parole urlate con ferocia, evocando la violenza emotiva di un addio. La metafora della rosa che perde petali, rapiti dal vento dell'amore passato, dipinge il quadro di una bellezza sfiorita. Il testo è intriso di nostalgia, una riflessione sulla fugacità dell'amore e il suo declino in un immenso vuoto.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, la poesia è una tela delicatamente dipinta, dove le parole si stagliano come foglie spoglie di un albero in autunno. L'uso di punti di sospensione tra i versi crea una pausa, una cadenza che amplifica la tristezza del momento. La disposizione visuale contribuisce a creare un ritmo, un flusso di emozioni che si svelano lentamente.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è una danza fluida, senza rigide strutture, che segue il flusso delle emozioni. Le strofe sono brevi e intense, come battiti di un cuore ferito. La mancanza di rima tradizionale sottolinea la disarmonia del sentire, creando un'atmosfera di disincanto.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Piacentino è un viaggio nell'anima, un'esplorazione senza riserve delle profondità dell'amore e della sua fine. Le immagini, come l'amore che si copre di "cenere e pioggia," sono cariche di simbolismo, evocando un universo cupo e malinconico. Il linguaggio è un fluire di emozioni, una cascata di parole che raccontano la storia di un addio.

Individuazione delle principali figure retoriche: La poesia è arricchita da figure retoriche che intensificano l'espressione del dolore. L'anafora di "amore" all'inizio di ogni verso accentua il focus sulla fine di questa entità, mentre l'uso dell'ellissi suggerisce il peso non detto di ciò che è stato. La metafora della rosa che perde petali è un'affermazione viscerale della perdita.

In conclusione, "Fine dell’amore di un amore" è un'ode al dolore, una poesia che abbraccia la tristezza con grazia e profondità. Alessandra Piacentino, con la sua penna ispirata, offre al lettore un viaggio attraverso il tormento di un cuore infranto, lasciando un'impronta indelebile nella mente e nell'anima.


 
Franco Fronzoli -   Non ho mai smesso di pensarti
 

"Non ho mai smesso di pensarti" di Franco Fronzoli: Un Balletto di Pensieri e Desideri

Nel delicato intreccio delle parole di Franco Fronzoli, i suoi versi emergono come una danza elegante di sentimenti, un canto sussurrato al vento dell'attesa. La poesia si svela come un dipinto in movimento, con il poeta come artista che plasma il suo mondo interiore in una serie di quadri lirici.

Contenuto del testo: Il poeta, con grazia eterea, dichiara un amore che trascende il tempo e gli spazi. L'oggetto del suo affetto è avvolto in desideri, mille lettere tra le stagioni, tramonti e stelle. La luna diventa complice, calandosi tra rocce di una montagna come un palcoscenico per il loro incontro. L'immagine di una sedia vuota nel cuore suggerisce un desiderio palpabile di condivisione, di unirsi nell'angolo dell'intimità.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, la poesia si presenta come una serie di pitture poetiche, una successione di immagini che dipingono l'atmosfera dell'attesa. L'uso sparsamente distribuito degli spazi crea un ritmo di silenzi che amplifica l'emozione, mentre la disposizione delle parole evoca un movimento sinuoso, come un balletto di pensieri.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è un flusso ininterrotto di pensieri, dove la brevità dei versi rispecchia l'impazienza dell'aspettare. Le strofe, senza una struttura fissa, si susseguono con un ritmo libero, dando una sensazione di leggerezza. La mancanza di una rima regolare sottolinea la natura spontanea e sincera della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Fronzoli, con un tocco di raffinatezza, conduce il lettore attraverso le sfumature della sua attesa. Il linguaggio è intriso di romanticismo, ma ancorato a una verità psicologica palpabile. L'immagine della sedia vuota e l'invocazione alla luna rivelano la complessità della sua solitudine e desiderio.

Individuazione delle principali figure retoriche: L'analogia dell'arcobaleno è un poderoso motivo visivo che attraversa la poesia, simboleggiando la speranza e la promessa di una connessione profonda. L'uso di metafore, come "piogge e temporali," arricchisce il linguaggio, offrendo al lettore una gamma di emozioni vissute attraverso la natura.

In conclusione, "Non ho mai smesso di pensarti" è un capolavoro di aspettative e speranze, una melodia poetica che incanta l'anima. Franco Fronzoli, con la sua elegante prosa, si rivela un maestro nella pittura di emozioni sottili, invitando il lettore a immergersi nel caleidoscopio dei suoi pensieri.


 
Flora Fazzari  - Con lo sguardo...

"Con lo sguardo..." di Flora Fazzari: Un Volo Leggero nel Paesaggio dell'Anima

In questo elegante saggio di Flora Fazzari, intitolato "Con lo sguardo...," l'autrice danza con maestria tra le nuances della mente e i caleidoscopi dell'umore. La poesia si svela come un'arte dell'osservazione, un delicato ritratto delle variazioni dell'animo umano, raccontato con la grazia di uno sguardo attento.

Contenuto del testo: Il poema inizia con il magnetismo evocativo di un semplice sguardo che sfugge, un volo dell'anima che si eleva altrove. Questo viaggio interiore, descritto come il passo lieve di un gatto al mattino, cattura l'effimero mistero delle emozioni che permeano la quotidianità. Gli uccelli cantano nella sinfonia dell'aurora, rilasciando la mente da tensioni terrene. Tuttavia, il richiamo improvviso alla realtà, il "sentire qualcosa," interrompe la fuga, riportando il viaggiatore errante sui propri passi.

Aspetto grafico della poesia: La grafica è una coreografia di parole, con versi che si ergono leggeri come impronte di gatto al mattino. L'uso attento degli spazi crea una melodia visiva, mentre il cambio di linee e le pause ritmiche corrispondono alla danza della mente. L'aspetto visuale contribuisce a catturare l'effimero e l'etereo delle emozioni narrate.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è come un passo leggero, libera da restrizioni rigide. I versi scorrono con agilità, come l'andatura silenziosa di un gatto, senza una struttura predefinita. La mancanza di una rima formale sottolinea la natura fluida e spontanea della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Fazzari dipinge il paesaggio emotivo con pennellate delicate ma potenti. L'uso di metafore, come il volo leggero e il passo del gatto, crea un'atmosfera poetica, mentre la scelta di descrivere gli umori giornalieri conferisce uno spessore psicologico. Il linguaggio è un'orchestrazione di suoni e significati, un'armonia che culla il lettore attraverso il ritmo delle parole.

Individuazione delle principali figure retoriche: L'intero poema è un'invocazione all'osservazione attenta, un'arte di vedere al di là delle apparenze. L'uso di metafore (lo sguardo che vola, il passo lieve come di gatto) e il cambiamento di prospettiva (volgersi indietro sui propri passi) sono figure retoriche che impreziosiscono la narrazione.

In conclusione, "Con lo sguardo..." è un viaggio sensoriale attraverso l'introspezione, un'esplorazione delicata ma profonda delle variazioni dell'animo umano. Flora Fazzari, con la sua penna raffinata, ci invita a danzare con lo sguardo, a volare attraverso i nostri umori giornalieri e a ritrovare la bellezza nell'osservazione attenta del mondo intorno a noi.


 
Armando Bettozzi  - Fatti, una poesia : Mo'…me ne vò a dormì…
 

"Riflessioni sulla Giustizia" di Armando Bettozzi: Un Dialogo Intricato tra Psiche e Giustizia

In questo intricato dialogo tra psiche e giustizia, Armando Bettozzi si erge come un filosofo moderno, scandagliando le profondità della mente umana e l'ambivalenza della giustizia nella società contemporanea. Con rara maestria, Bettozzi abbraccia la poesia come strumento di critica sociale, intrecciando lirismo e riflessione filosofica.

Contenuto del testo: Il poeta si inoltra nei meandri della psicologia e della giustizia, interrogandosi sulla validità di tali indagini. In un contesto dove l'etica sembra svanire di fronte a strategie legali, il poema pone domande scomode sulla natura della giustizia e sulla sua applicazione. L'autore denuncia la facilità con cui si etichetta l'incapacità di intendere e volere, una mossa subdola nel gioco delle leggi. Il monologo si intreccia con l'evocazione di detti popolari, mettendo in luce la complessità delle risposte che la società offre alle tragedie.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, il testo si dispiega come un flusso di coscienza, con riflessioni interconnesse che si sviluppano in modo organico. L'uso sapiente di parentesi, punti di sospensione e trattini crea un ritmo incalzante, guidando il lettore attraverso il labirinto delle riflessioni del poeta.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica del poema è fluida, una prosa poetica che segue il battito del pensiero. La mancanza di una struttura metrica tradizionale consente al poeta di esplorare liberamente le sfumature della mente senza vincoli formali. La poesia si presenta come una fusione di parole che danzano insieme, sottolineando il flusso di pensieri del narratore.

Analisi dello stile e del linguaggio: Bettozzi adotta uno stile incisivo e contemporaneo, amalgamando lirismo e critica sociale. Il linguaggio è ricco di sfumature, oscillando tra la leggerezza dell'ironia e la profondità della riflessione filosofica. L'uso di espressioni colloquiali, come "sporco tifo," conferisce autenticità al dialogo poetico.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il poema è arricchito da figure retoriche che amplificano la forza delle riflessioni. L'uso della ripetizione nella frase "Me ne vò a dormì" sottolinea il desiderio di fuga, mentre l'immagine dell'incubo e del risveglio conferisce drammaticità alla narrazione. L'ironia si manifesta nella personificazione del "rimedio" e nell'uso di espressioni come "inzogni a fine lieto."

In conclusione, "Riflessioni sulla Giustizia" è un'opera che si distingue per la sua capacità di esplorare il confine tra lirismo e analisi critica. Armando Bettozzi, con acume e raffinatezza, guida il lettore attraverso un labirinto di pensieri, costringendolo a confrontarsi con le complessità della società e della mente umana.


 
Jaime Luis Huenún       -  con   traduzione di Nino Muzzi
 

"Puerto Trakl [Frammento #1]" di Jaime Luis Huenún: Un Viaggio nell'Anima tra Nebbie e Poesia

In questo frammento poetico di Jaime Luis Huenún, si svela un'odissea attraverso il misterioso Puerto Trakl. Il poeta, con maestria e raffinatezza, ci guida in un viaggio tra nebbie sottili e locali suggestivi, tessendo un racconto intriso di poesia, psicologia e il fascino della vita.

Contenuto del testo: Il poeta ci introduce a Puerto Trakl, un luogo avvolto nelle nebbie dell'incertezza. La ricerca del "bar della buona sorte" diventa una metafora della vita, e il desiderio di condividere la propria traversata trova uno scenario dove il mare dell'esistenza è muto di fronte a isole deserte. Le donne nelle strade illuminate da lanterne rosse incarnano la fragranza e la fatica della vita, offrendosi senza amore. La dichiarazione "A Puerto Trakl i poeti ci vengono a morire" evoca un senso di fatalismo poetico, mentre il gesto di lasciare poesie come testimonianza della propria esistenza aggiunge una profondità psicologica.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, il testo si presenta come un dipinto surreale, con le nebbie che avvolgono il lettore e le lanterne rosse che brillano nel buio. Le parole sono disposte con precisione, creando un ritmo che si adatta al tono malinconico del frammento.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è libera, consentendo al poeta di dipingere con parole il paesaggio evocativo. La mancanza di una struttura rigida riflette il viaggio fluido attraverso il testo, dove ogni verso è una tappa nel percorso poetico. La rima è sporadica, emergendo come il lampeggiare di lanterne nella nebbia.

Analisi dello stile e del linguaggio: Huenún adotta uno stile che coniuga l'eleganza della poesia con l'oscurità del simbolismo. Il linguaggio è ricco di immagini evocative, come la stella polare nei bicchieri e le donne fragranti e stanche. L'uso di "isola deserta" sottolinea il tema della solitudine esistenziale.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il frammento è arricchito da figure retoriche, come la metafora della stella polare nei bicchieri, simbolo di orientamento e ricerca di senso. L'antitesi tra la fragranza e la stanchezza delle donne crea un contrasto poetico, mentre la personificazione del mare muto aggiunge un elemento di personale riflessione.

In conclusione, "Puerto Trakl [Frammento #1]" è un capolavoro di introspezione e simbolismo. Jaime Luis Huenún, con il suo sguardo penetrante, ci trasporta in un luogo sospeso tra realtà e poesia, dove il viaggio dell'anima si svela attraverso le nebbie di Puerto Trakl.

Renzo Montagnoli - Dalla finestra

 

"Dalla finestra" di Renzo Montagnoli: Un'Anima Che Si Spegne Tra Nebbia e Melanconia

In questo componimento, Renzo Montagnoli ci introduce a un delicato quadro d'atmosfera, in cui l'immagine di un vecchio lampione danza tra la nebbia e il decadimento, diventando il mezzo attraverso il quale il poeta esprime una profonda riflessione sulla fugacità del tempo e l'ineluttabile declino della vita.

Contenuto del testo: La finestra diventa il punto d'osservazione privilegiato da cui il poeta getta uno sguardo sulla scena eterea. La nebbia si manifesta come velo misterioso, accarezzando con delicatezza l'ombra tremula del lampione. Quest'ultimo, simbolo di illuminazione e guida, lentamente si sgretola sotto l'implacabile avanzare del tempo. La metafora del lampione che si spegne, sottolinea la caducità di ogni cosa, evocando un senso di malinconia intrinseca alla condizione umana.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, il testo è un dipinto sfumato, dove le parole si susseguono con la stessa leggerezza della nebbia. L'uso di spazi bianchi, la disposizione delle parole e la breve lunghezza delle righe conferiscono un ritmo lento, come il declino del lampione.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La poesia adotta una metrica libera, priva di schemi formali, il che consente al poeta di esplorare la malinconia in modo più fluido e intuitivo. L'assenza di rime crea una sensazione di spontaneità e vulnerabilità, in armonia con il tema della poesia.

Analisi dello stile e del linguaggio: Montagnoli si avvale di uno stile sobrio e allo stesso tempo evocativo. Le parole sono scelte con precisione, creando immagini intense e sottili allo stesso tempo. L'uso di espressioni come "ombra tremula" e "incerto chiarore" amplifica la sensazione di incertezza e fugacità.

Individuazione delle principali figure retoriche: La metafora del lampione corroso dal tempo è la figura centrale che permea l'intera poesia. Essa simboleggia la fragilità dell'esistenza umana, un'immagine potente che evoca emozioni e riflessioni profonde.

In conclusione, "Dalla finestra" è un'opera che si pone sul confine tra la realtà tangibile e l'effimero. Montagnoli, con la sua penna sofisticata, cattura il lettore in un momento sospeso, in cui l'osservazione di un semplice lampione diventa un viaggio nell'animo umano e nei misteri del tempo.


 
enrico tartagni  -   Dov'è la mia gatta?
"Dov'è la mia gatta?" di Enrico Tartagni: Un Viaggio Nel Labirinto delle Memorie Oscure

In questa struggente poesia, Enrico Tartagni ci trascina in un viaggio attraverso l'intricato labirinto delle emozioni e dei ricordi. L'autore abilmente intreccia elementi lirici, spessore psicologico e una dose di mistero, incanalando il dolore dell'ansia e l'ombra della solitudine attraverso la metafora di una gatta smarrita.

Contenuto del testo:
Il poema si apre con un'ansiosa ricerca della gatta, un simbolo di compagnia e comfort. Tuttavia, l'autore, immerso nella sua inquietudine, non si accorge della presenza di un altro essere umano, forse un amore passato, che si muove tra le immagini e le fotografie di tempi lontani. Il testo, oltre a esplorare il tema della ricerca fisica, si estende alla ricerca interiore, sottolineando le proiezioni e gli skyline emotivi che si disegnano nel cuore.

Aspetto grafico della poesia:
Graficamente, il testo si sviluppa con una struttura libera, riflettendo la fluidità delle emozioni e dei pensieri dell'autore. La mancanza di rigide strutture metriche suggerisce un flusso di coscienza, un susseguirsi di pensieri che si intrecciano in modo intricato.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

La metrica è libera, consentendo all'autore di esprimere le sue riflessioni con un ritmo fluido e naturale. L'assenza di schemi formali contribuisce a enfatizzare la spontaneità e l'autenticità del sentimento espresso.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Tartagni adotta uno stile che oscilla tra il lirico e il confidenziale. L'uso di espressioni come "rivoltar di rivoltelle" crea un'atmosfera densa di tensione e mistero. L'autore gioca con le parole, creando un'immagine stereoscopica che richiama le sfumature complesse della memoria.

Individuazione delle principali figure retoriche:
La metafora della gatta diventa una chiave simbolica, rappresentando non solo un animale smarrito ma anche la ricerca di qualcosa che può essere irreperibile, forse un pezzo di sé stesso o un'emozione perduta. Il testo è intriso di allusioni e ideogrammi che contribuiscono a creare un tessuto di significati sottili.

In conclusione, "Dov'è la mia gatta?" è una poesia che si dipana tra le trame dell'esistenza umana, rivelando la complessità dei sentimenti, delle relazioni e dei ricordi. Tartagni, con la sua prosa raffinata, ci guida attraverso il labirinto dell'anima umana, lasciando il lettore incantato dalla bellezza e dalla malinconia delle sue parole.

Santi Cardella -  È sera

 
"È Sera" di Santi Cardella: Un Inno alla Fine del Giorno e all'Abbraccio Notturno

In questa poesia delicata di Santi Cardella, il poeta ci conduce attraverso il crepuscolo della giornata, tessendo emozioni e riflessioni con maestria. La sua abilità nell'incanalare il lirismo e il realismo si fonde splendidamente, creando un ritratto poetico che affascina il lettore.

Contenuto del testo:
"È Sera" è un'ode alla fine del giorno, una meditazione sulla fatica, le speranze, e le paure che accompagnano il poeta lungo il percorso della vita. L'autore usa il tramonto come metafora per esprimere il bisogno di riposo, di riflessione e di conforto nella compagnia di chi si ama.

Aspetto grafico della poesia:

La struttura della poesia è ordinata e rispetta uno schema tradizionale di versi e strofe. Questa regolarità visiva contribuisce a dare una sensazione di equilibrio e armonia, che si sposa perfettamente con il tono della poesia.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

La metrica adottata è chiara e misurata, con versi di lunghezza simile che creano un ritmo dolce e melodico. La rima, prevalentemente baciata, aggiunge un tocco musicale, sottolineando la fluidità del pensiero e dell'esperienza narrata.

Analisi dello stile e del linguaggio:
Cardella adotta uno stile sobrio e diretto, senza rinunciare a un linguaggio ricco di immagini evocative. L'uso di espressioni come "la prima stella su nel cielo brilla" crea una visione poetica del mondo, mentre termini come "speranza", "pace", e "notte" si ergono come pilastri emotivi.

Individuazione delle principali figure retoriche:

Il poeta usa metafore potenti, come la barca vuota e la campana lontana, per comunicare la complessità delle esperienze umane. L'immagine dei semi piantati che potrebbero dare fiori a primavera simboleggia la speranza e la possibilità di un nuovo inizio.

In conclusione, "È Sera" è un inno alla serenità e alla riflessione notturna. Cardella, con la sua maestria tecnica e la profondità dei suoi sentimenti, dipinge un quadro emozionante dell'umanità che si ritira al termine di una giornata per trovare conforto, speranza e amore nell'abbraccio della sera.

Fausto Beretta -   Sulla strada ancora
 

"Sulla Strada Ancora" di Fausto Beretta: Un Viaggio Tra Memoria e Nostalgia

In questa poesia, Fausto Beretta ci offre una riflessione profonda sulla strada della vita, attraverso il filtro di ricordi, cambiamenti e introspezione. Il suo stile raffinato e il linguaggio penetrante catturano l'attenzione del lettore, conducendolo in un viaggio poetico intriso di lirismo e saggezza.

Contenuto del testo: "Sulla Strada Ancora" è un'ode al percorso della vita, che inizia con un'evocazione nostalgica del passato, quando le strade sembravano tutte accoglienti, nonostante le loro imperfezioni. Il poeta esplora il cambiamento nel tempo, dalla forza iniziale di percorrere qualsiasi strada con curiosità e volontà, alla pigrizia e alla perdita d'interesse che spesso accompagnano l'invecchiare.

Aspetto grafico della poesia: La poesia presenta una struttura pulita e organizzata, con versi che seguono uno schema uniforme. Questa regolarità visiva contribuisce a creare un ritmo piacevole e accentua il senso di continuità nel tema del viaggio attraverso la vita.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): Beretta utilizza versi di lunghezza varia, alternando tra righe più brevi e altre più lunghe. Questa varietà contribuisce a mantenere un ritmo fluido e interessante. La mancanza di una rima regolare aggiunge una nota di libertà e spontaneità, enfatizzando il tema della strada aperta e non vincolata.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Beretta è caratterizzato da una chiara essenzialità espressiva, dove ogni parola è attentamente scelta per veicolare il significato desiderato. Il linguaggio è intriso di simbolismo, con "la ricerca continua della chiave del vivere" che sottolinea la costante ricerca di significato nella vita.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il poeta utilizza metafore potenti, come la pigrizia che "ha preso le gambe" e la "ricerca continua della chiave del vivere". Queste immagini contribuiscono a sottolineare la tensione tra l'energia della giovinezza e la riflessione più lenta dell'età matura.

In conclusione, "Sulla Strada Ancora" è un'opera che esplora il viaggio della vita in modo evocativo e profondo. Beretta si rivela un abile artigiano delle parole, donando al lettore uno spaccato della propria anima e aprendo finestre sulla complessità della condizione umana attraverso il suo inconfondibile stile poetico.


Marino Giannuzzo  - Questi vecchi tetti sgangherati

"Questi Vecchi Tetti Sgangherati" di Marino Giannuzzo: Un Inno alla Nostalgia e all'Innocenza

In questa commovente poesia, Marino Giannuzzo ci invita a scrutare il passato attraverso il filtro di tetti sgangherati, simboli di un'epoca ormai lontana. Con uno stile raffinato, il poeta ci trasporta in un viaggio nostalgico, esplorando il significato dei luoghi che un tempo erano il palcoscenico delle sue avventure infantili.

Contenuto del testo:
"Questi Vecchi Tetti Sgangherati" è un inno alla memoria, una rievocazione dei luoghi che hanno plasmato l'infanzia del poeta. Attraverso l'immagine di tetti trascurati e ormai dimenticati, Giannuzzo evoca la perdita e la trasformazione, narrando di giochi innocenti e amicizie che un tempo danzavano su quei tetti bianchi.

Aspetto grafico della poesia:
La poesia si presenta con una struttura regolare e ordinata, in cui ogni verso è come una tessera di un mosaico che compone l'immagine del passato. L'uso di versi brevi e l'assenza di una forma rigida conferiscono alla composizione una sensazione di spontaneità e immediatezza.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):
Marino Giannuzzo adotta una metrica libera, dando alle sue parole la libertà di fluire senza restrizioni. La mancanza di rime fisse contribuisce a creare un tono confidenziale, avvicinando il lettore al mondo interiore del poeta.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Lo stile di Giannuzzo è intriso di delicatezza e malinconia, con un linguaggio che evoca emozioni profonde. L'uso di espressioni come "prati monti e mari lontani" riflette la vastità delle esperienze infantili e il potere della fantasia nel plasmare la realtà.

Individuazione delle principali figure retoriche:

Il poeta adopera metafore suggestive, come i tetti "sconnessi e trascurati" che diventano un riflesso dell'età avanzata e della trasformazione della memoria nel tempo. L'analogia tra i tetti e le anime del poeta e dell'amico sottolinea la connessione profonda tra esperienze condivise.

Commento finale:
"Questi Vecchi Tetti Sgangherati" è un gioiello di nostalgia e riflessione. Giannuzzo cattura la bellezza e la fragilità dell'infanzia, rendendo omaggio ai luoghi che hanno forgiato il suo passato. La poesia ci ricorda che dietro ogni tettuccio sgangherato si cela una storia ricca di vita, amicizia e innocenza perduta.

bruno amore[br1] -    Morte a Gaza

"Morte a Gaza": Un Requiem Poetico di Fronte all'Orrore della Guerra

In questa poesia straziante intitolata "Morte a Gaza", Bruno Amore dischiude il suo cuore, diventando il testimone doloroso della brutalità e della sofferenza che affliggono il popolo di Gaza. Con una prosa incisiva e carica di emozioni, il poeta affronta la distruzione, la perdita e la disumanizzazione causate dalla guerra.

Contenuto del testo:
Il poeta inizia con l'espressione intensa e viscerale della sua angoscia interiore, rappresentata dalla "matassa di bile" nel suo ventre. L'immagine evoca disgusto e incomprensione di fronte a un mondo incapace di porre fine alla violenza. L'idea di fuggire, anche attraverso la morte, suggerisce un profondo senso di impotenza e disillusione.
La menzione della Luna e del Barone di Munchhausen aggiunge uno strato di simbolismo, invitando il lettore a riflettere sulla surrealtà della situazione e sulla mancanza di fondamento nella narrativa della guerra.
Il poeta porta il lettore a confrontarsi con la crudeltà della guerra attraverso immagini potenti, come la cagna che trasporta un avambraccio umano tra le macerie. Questo simbolismo crudo rappresenta la brutalità del conflitto e la disumanizzazione che ne consegue.
L'accusa verso l'"oro", inteso come interesse economico, e l'immagine della cagna sporca di vernice rossa aggiungono uno strato di critica sociale, mettendo in discussione i valori corrotti che alimentano la guerra.

Aspetto grafico della poesia:

Il testo si presenta in modo deciso, senza fronzoli, in linea con l'urgenza e la gravità del tema affrontato. L'uso di metafore potenti e immagini vivide crea un impatto emotivo immediato.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

Il poeta adotta una metrica libera, lasciando che le parole scorrono senza restrizioni. Questa scelta contribuisce a catturare l'essenza del dolore e della rabbia, permettendo al ritmo di adattarsi alle emozioni dell'autore.

Analisi dello stile e del linguaggio:

L'uso di espressioni viscerali e dirette crea un legame emotivo immediato con il lettore. Il linguaggio crudo, ma poetico, veicola la profonda indignazione e compassione del poeta.

Individuazione delle principali figure retoriche:
Il simbolismo dell'avambraccio portato dalla cagna e l'accusa simbolica dell'"oro" come causa della guerra sono figure retoriche che aggiungono profondità al testo, spingendo il lettore a una riflessione critica.

Commento finale:
"Morte a Gaza" è un capolavoro che affronta la tragedia umana della guerra con una potenza poetica straordinaria. Bruno Amore non solo cattura il terrore e il dolore di Gaza, ma sfida il lettore a interrogarsi sulla propria umanità in un mondo dilaniato dalla violenza. Un grido poetico che esige giustizia e compassionevole consapevolezza.

Salvatore Armando Santoro -  Nostalgici rintocchi
Nostalgici rintocchi: Un Balletto di Emozioni tra le Note del Cuore

In questo sonetto magistrale, Salvatore Armando Santoro si eleva a un virtuosismo poetico che intreccia con grazia e maestria le corde della nostalgia e dell'amore. Il poeta, come un abile suonatore di violino, tira le corde del cuore con rintocchi melodiosi che risvegliano antichi affetti e ricordi.

Contenuto del testo:
Il cuore del poeta è presentato come una campana, uno strumento musicale dell'anima che, con ogni rintocco, rivive un passato di amori vissuti. L'incanto di questo verso iniziale risiede nella capacità della campana di custodire e risuonare con dolcezza ogni esperienza amorosa, come se fossero note preziose di una sinfonia intima.
Il poeta si descrive come un custode di amori passati, senza dimenticarli mai. L'uso dell'analogia tra il cuore e una campana sottolinea l'eternità e l'immortalità degli affetti, che persistono nonostante il passare del tempo.
L'immagine del vento che allontana i rintocchi, ma il cui suono assorda la mente, rappresenta la sfida di separarsi dagli amori del passato. Tuttavia, ogni tentativo di allontanare quei ricordi è vano, e il richiamo di un amore particolare si fa strada attraverso la corda della campana.
Il conflitto interiore del poeta emerge quando si trova ad affrontare il ricordo di un'amante strana. La tensione emotiva è palpabile mentre tira la corda, cercando di respingere quel richiamo, ma il suono persiste, quasi in un crescendo musicale.

Aspetto grafico della poesia:

Il sonetto si presenta come un'armoniosa composizione, dove la struttura metrica e la disposizione dei versi riflettono il ritmo incalzante del cuore e l'inevitabile afflusso di emozioni.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

Il sonetto, con la sua struttura di quattordici versi divisi in quattro quartine, segue la tradizione classica. La rima baciata conferisce un legame musicale a ciascuna quartina, sottolineando la dolce melodia della nostalgia.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Santoro adotta uno stile ricco e melodioso, utilizzando un linguaggio che evoca immagini vivide e sensazioni tangibili. L'uso di metafore e analogie contribuisce a creare un'atmosfera emotiva avvolgente.

Individuazione delle principali figure retoriche:

L'analogia tra il cuore e una campana funge da metafora dominante, mentre l'antitesi tra cercare di respingere i ricordi e la persistenza del richiamo aggiunge complessità emotiva alla poesia.

Commento finale:
"Nostalgici rintocchi" è un capolavoro che esprime la persistenza dell'amore nel tessuto dell'anima umana. La capacità di Santoro di fondere emozioni, musicalità e immagini poetiche crea un'opera coinvolgente e indimenticabile, che risuona nei cuori dei lettori come una melodia senza tempo.

Carlo Chionne   -   Il mio sistema poetico

 "Il mio sistema poetico" di Carlo Chionne: Una Proclamazione di Proporzioni Poetiche e Armonia Concettuale

In questo breve componimento, Carlo Chionne delinea il suo "sistema poetico", un manifesto lirico che sottolinea l'importanza della proporzione nella costruzione di versi e concetti. L'autore sembra rivendicare una forma poetica che rispecchi un equilibrio proporzionale, non solo nelle rime e nella struttura, ma anche nei contenuti e nei valori rappresentati.

Contenuto del testo:

Il poeta afferma la sua volontà di una "poesia proporzionale", enfatizzando il desiderio di dare alla "Parola la sua aria". L'immagine della Parola che respira suggerisce una volontà di libertà espressiva, di non soffocare il potenziale della lingua poetica.
La richiesta di una "rima costituzionale" sottolinea l'importanza di una struttura fondata su principi solidi, forse alludendo a una forma che rispecchi ideali sociali o costituzionali. La ricerca di una "Bellezza originaria" suggerisce il desiderio di ritornare a principi estetici intrinseci e genuini.
La seconda strofa collega concetti etici e culturali, cercando un equilibrio tra la "Bontà" e la "Giustizia", tra la "Cultura" e la "Libertà". Queste coppie di concetti delineano un quadro di armonia sociale, sottolineando l'importanza di bilanciare gli elementi fondamentali della vita.
Le opposizioni tra "Dolore" e "Letizia", "Fantasia" e "Verità" aggiungono ulteriore complessità al sistema poetico proposto da Chionne. La presenza alternata di elementi contrastanti suggerisce la necessità di affrontare la dualità della vita e delle esperienze umane.

Aspetto grafico della poesia:
La brevità e la linearità della poesia riflettono la chiarezza e la precisione che Chionne sembra cercare nel suo "sistema poetico".

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

La poesia segue uno schema metrico semplice con quattro versi in due strofe. L'assenza di rime conferisce un tono più libero e aperto al componimento, in sintonia con la richiesta di dare "aria" alla Parola.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Chionne utilizza uno stile semplice ma evocativo. Le parole chiave come "Bontà", "Giustizia" e "Libertà" richiamano ideali universali, mentre l'uso di immagini come la Parola che respira contribuisce a creare un'atmosfera di apertura e vitalità.

Commento finale:
"Il mio sistema poetico" è una dichiarazione chiara e diretta sulle intenzioni di Carlo Chionne nella creazione poetica. Il desiderio di proporzione, equilibrio e originalità crea un invito a riflettere sulla connessione tra forma e significato nella poesia, una riflessione che potrebbe ispirare poeti e lettori ad avventurarsi in un mondo di versi proporzionati e concetti armonici.

Sandra Greggio  -   Il libro incompreso
 

"Il libro incompreso" : Un Dialogo tra Sacro e Profano

Nell'osservazione della poesia di Sandra Greggio, "Il libro incompreso," emerge un intrigante dialogo tra il sacro, rappresentato dal Vangelo, e il profano, incarnato dal libro incompreso. L'autrice sembra unire il mondo della spiritualità e quello dell'arte e dell'amore, creando un connubio di significati profondi.

Contesto sacro: L'indicazione "Via Verità e Vita" richiama inequivocabilmente al Vangelo di Giovanni, in cui Gesù afferma di essere "la via, la verità e la vita" (Giovanni 14:6). Questa citazione biblica conferisce un significato sacro alla poesia, collegando il tema dell'amore incompreso a una dimensione spirituale.

Contesto profano: L'immagine delle "pagine gettate al vento" suggerisce un libro abbandonato o non riconosciuto, il che può essere visto come il lato profano o terreno dell'opera. L'amore incompreso, se letto come metafora per l'arte o la creazione letteraria, potrebbe alludere a un'opera d'arte trascurata o non apprezzata.

Unione di sacro e profano: L'uso della parola "Amore" con l'iniziale maiuscola potrebbe essere un ponte tra il sacro e il profano, unificando l'esperienza umana dell'amore con l'amore divino. La suggestione che l'amore è "Forse per questo non compreso" suggerisce che sia difficile per la mente umana comprendere appieno l'amore divino o il suo riflesso nell'arte.

Il "nero inchiostro" e il "cuore": La persistenza del messaggio nonostante la mancanza di comprensione può essere interpretata come un richiamo al Vangelo, che continua a esercitare un impatto nonostante la sua complessità. "Scritto con il cuore" evoca il tema del cuore umano, sia come sede delle emozioni che come luogo di accoglienza del messaggio divino.

Conclusioni: "Il libro incompreso" può essere letto come una riflessione sull'interazione tra sacro e profano, con l'amore e la scrittura come ponti tra le due dimensioni. L'opera suggerisce che l'amore e la creatività, anche se incompresi dal mondo, possono trovare una risonanza più profonda nella dimensione spirituale. La poesia potrebbe essere vista come una sorta di preghiera profana, un'invocazione dell'amore e dell'arte come veicoli di verità e vita.


Antonia Scaligine  -  I respiri


 

"I respiri": Un Inno Autunnale di Vita e Tradizione

La poesia di Antonia Scaligine, "I respiri", si presenta come un delicato inno autunnale, intrecciando temi di stagioni in transizione, tradizioni familiari e la bellezza della natura. Un respiro poetico che cattura l'essenza di un momento fugace.

Elementi chiave:

  1. L'Autunno come Sfumatura di Vita: L'inizio della poesia suggerisce l'arrivo dell'autunno, personificandolo come una stagione che se ne va. Questa rubente stagione, con i suoi respiri nascosti, diventa un momento di transizione e riflessione.

  2. L'Uva e il Ciclo della Vita: La metafora dell'uva e della vendemmia simbolizza il ciclo della vita. Le donzelle che emanano fragranze d'ambrosia con le loro rosse gote, gustando l'uva e il vino, collegano l'autunno alle tradizioni familiari e al passare del tempo.

  3. La Vecchia Vigna dei Padri e dei Nonni: L'immagine della vecchia vigna connette il presente alle radici del passato, richiamando la continuità delle tradizioni familiari attraverso le generazioni. La vendemmia diventa una celebrazione di queste connessioni.

  4. Il Riposo Invernale e le Luci d'Amore: La fase di riposo invernale delle piante è dipinta con profumi mielati di dicembre e luci d'amore degli alberi di Natale. Questi elementi trasmettono un senso di calore e speranza nella tradizione natalizia.

  5. Scintillare come Gocce di Stelle: L'immagine finale degli alberi di Natale che scintillano come gocce di stelle offre una visione poetica e luminosa dell'inverno. L'uso di "scintilleranno" crea un'immagine visiva suggestiva.

Linguaggio e Stile: Il linguaggio della poesia è intriso di immagini evocative e metafore poetiche. Scaligine utilizza una prosa delicata e descrittiva, con una metrica che fluisce come il respiro della natura.

Conclusioni: "I respiri" di Antonia Scaligine si configura come un dipinto poetico dell'autunno, con uno sguardo nostalgico alle tradizioni familiari e al susseguirsi delle stagioni. La poesia riesce a catturare l'essenza di momenti fugaci, incorniciando il ciclo della vita tra le tradizioni e la bellezza della natura.


 

Alessio Romanini  -  Frammento di luce


 

"Frammento di luce": Un Viaggio dalla Tenebra alla Luce

La poesia "Frammento di luce" di Alessio Romanini affronta il tema del dolore, dell'isolamento emotivo e del potere trasformativo dell'amore. Attraverso l'uso di immagini evocative, il poeta dipinge un quadro di speranza emergente dalla sofferenza.

Elementi chiave:

  1. Cuore Isolato dal Dolore: Il cuore, presentato come "ascoso dal dolore," è reso inaccessibile, silente e distante. Questa immagine riflette il peso della sofferenza emotiva che ha separato il cuore dalle esperienze piacevoli della vita.

  2. L'Ingerimento dell'Assenzio e il Torace Come Luogo di Trasformazione: Il riferimento allo sterno che ha ingerito assenzio suggerisce un'intossicazione emotiva. Tuttavia, nonostante questa oscurità, si apre la possibilità di una trasformazione, simboleggiata dal frammento di luce che passa attraverso il torace.

  3. Il Frammento di Luce Come Guida all'Amore: Il frammento di luce emerge dal torace e diventa un simbolo di speranza. Questo raggio luminoso funge da guida verso l'amore, indicando che, nonostante la sofferenza, la capacità di amare è ancora viva.

  4. La Transizione dall'Oscurità alla Luce: Il passaggio dalla tenebra alla luce è evidenziato dalla presenza del frammento luminoso. La luce rappresenta la possibilità di guarigione e di riscatto dalla tristezza.

  5. La Forza Trasformatrice dell'Amore: La conclusione suggerisce che il frammento di luce "conduce all'amore." Questo implica che l'amore ha il potere di trasformare la sofferenza, di riportare vita ed emozione al cuore isolato.

Linguaggio e Stile: Romanini utilizza un linguaggio suggestivo e metaforico per trasmettere emozioni complesse. La scelta delle parole, come "ascoso," "torace," e "frammento di luce," contribuisce a creare un'atmosfera di intimità e trasformazione.

Conclusioni: "Frammento di luce" è una poesia che riflette sulla capacità di trovare speranza e amore anche nei momenti più bui. Attraverso l'immagine del cuore isolato che, nonostante il dolore, riceve un frammento di luce, il poeta suggerisce che l'amore può fungere da guida attraverso le tenebre, portando una rinascita emotiva e spirituale.

Francesco Soldini - La Città giardino "La Città Giardino": Il Connubio tra Urbanizzazione e Natura

La poesia "La Città Giardino" di Francesco Soldini esplora il rapporto complesso tra la crescita urbana e il desiderio umano di connessione con la natura. La città è dipinta come un organismo vivente, tentacolare, che cerca di amalgamare il costruito con il verde. Di seguito, un'analisi dettagliata:

Elementi Chiave:

Nostalgia dell'Armonia: L'inizio della poesia suggerisce che la "Città Giardino" rappresenta la nostalgia dell'armonia, forse un richiamo a tempi passati in cui la vita urbana e la natura coesistevano in modo più equilibrato.

Lotta tra Urbano e Naturale: L'immagine della città tentacolare che "mangia la Terra" riflette la crescente urbanizzazione che sembra divorare la natura. Tuttavia, questo processo è descritto come un tentativo di condividere "il meglio da costruire," suggerendo un'aspirazione positiva.

L'Invasione della Natura: Nonostante gli sforzi della città, la natura invita le strade e riempie i vasi. Questa immagine simboleggia la forza irresistibile della natura, la sua tendenza a riaffermarsi indipendentemente dalla presenza urbana.

La Bellezza del Verde: L'uso della bellezza come un attributo del verde suggerisce che l'inclusione della natura nell'ambiente urbano porta con sé un valore estetico e spirituale. Il verde diventa una forza che colora e arricchisce la vita cittadina.

Linguaggio e Stile:

Soldini utilizza un linguaggio suggestivo, con metafore come "Città Giardino" e
"mangia la Terra," per trasmettere un significato più profondo. Il tono della poesia è positivo, indicando un desiderio di bilanciare l'urbanizzazione con la bellezza e la vitalità della natura.

Conclusioni:
"La Città Giardino" cattura la tensione tra la crescita urbana e il richiamo della natura. La poesia non condanna l'urbanizzazione, ma sottolinea la necessità di integrare la natura nella città per creare un ambiente più armonioso. La presenza della natura è vista non solo come un elemento decorativo, ma come un contributo essenziale alla qualità della vita urbana.

Jacqueline Miu - dal Nulla alla Fine 

"Dal Nulla alla Fine" di Jacqueline Miu: L'Incantesimo dell'Oggi per il Domani

La poesia "Dal Nulla alla Fine" di Jacqueline Miu offre una riflessione profonda sulla vita, la morte e la durata dell'essere umano nel contesto del tempo. Di seguito, un'analisi più approfondita:

Elementi Chiave:

  1. Temporalità e Ciclo della Vita: La poesia esplora il tema del tempo, evidenziando come ogni tragedia sia scritta "per i domani." La presenza della vita, della morte e della magia implicita nell'oggi che lascia traccia per il domani sottolinea il ciclo continuo della vita.

  2. L'Umanità nella Commedia: L'uso della metafora della "commedia umana" suggerisce una visione della vita come una rappresentazione drammatica, con il corvo che ride all'interno di un cimitero. Questo può alludere alla natura ironica o paradossale dell'esistenza umana.

  3. Ossessione e Transitorietà: La poesia affronta l'ossessione dell'ego stolto e la transitorietà della vita. L'immagine del corvo che mira alla bellezza, ora presente nei cimiteri, rafforza il concetto della vita come un breve istante di gloria seguito dalla sua fine.

  4. Magia dell'Oggi per il Domani: La magia menzionata nella poesia è l'abilità di lasciare una traccia dell'oggi per il domani, suggerendo che nonostante la caducità della vita, ciò che facciamo e diciamo ha un impatto duraturo.

Linguaggio e Stile: Il linguaggio della poesia è evocativo e permeato di simbolismo. L'uso delle metafore, come il corvo che ride e la magia dell'oggi, aggiunge profondità alla narrazione. Il linguaggio poetico è ricco di suggestioni e invita il lettore a riflettere sulla complessità della vita.

Conclusioni: "Dal Nulla alla Fine" offre una meditazione poetica sulla vita e sulla morte, esplorando il significato della temporalità umana. La poesia suggerisce che, nonostante la transitorietà dell'esistenza, l'impatto delle nostre azioni e parole può persistere come una forma di magia che influisce sul domani.

"Alba d'incanto nei versi che doni,
grazie, Poeta, di cuore e passioni.
E, tra le righe, nell'ombra e nel lume,
la tua poesia è eterno costume."
con affetto e simpatia
Ben Tartamo

 

 

28-29-30 Novembre

Sono in obbligo con te ,Marino Spadavecchia, perché mi fai sentire una poetessa,
credimi io non ho mai pensato di esserlo , se pur da una vita scrivo ,ma lo faccio senza pretese , siamo” foglie in balia della vita “ come dice nella bella poesia Nino Silenzi
perché chi accoglie le mie poesie ,da ben vent’anni , è solo Lorenzo e Facebook ,
ma le tue parole, i tuoi commenti toccano il mio cuore ,ti esprimo riconoscenza e gratitudine e non basta un solo grazie, te lo dico di continuo e sempre , quel grazie che non finirei mai di dire a Piero ,a Jacqueline Miu, e anche a chi non commenta ,a tutti i poeti
Grazie la parola che mai stona
e rende bello ciò che si riceve e si dona
Antonia Scaligine
 

 

Così ho assaggiato il filo tagliente della Spadavecchia di Marino. Una lama di Toledo, devì essere, che da quel piacere intrinseco indolore del bisturi. Grazie dell'attenzione.
Abbraccio
Bruno Amore [br1]

 

POESIE 28-29-30 NOVEMBRE 23
Commenti di Marino Spadavecchia 

 
#   Flora Fazzari - "Luce..."

 
In questo caleidoscopio di luce dipinta su cielo infinito, l'autrice, Flora Fazzari, tessitrice di visioni, ci offre una poesia che danza tra le nuvole e si snoda attraverso i contrasti di chiaro e scuro. 

 
**Contenuto del Testo:**
La poetessa affronta il tema della luce, non solo come fenomeno fisico, ma come metafora di aperture nella vita. Gli spazi di luce, come squarci di consapevolezza, emergono e si muovono attraverso le metafore delle nubi, creando un dialogo tra il divino e il terreno.

 
**Aspetto Grafico della Poesia:**
La disposizione spaziosa delle parole riflette il tema dell'espansione e della liberazione, evidenziando la delicatezza di questi momenti luminosi nel tessuto del testo.

 
**Analisi Metrica:**
La metrica risulta fluida, seguendo il movimento sinuoso della luce che si fa strada. L'autrice sembra giocare con la disposizione dei versi, enfatizzando il dinamismo del suo soggetto.

 
**Analisi dello Stile e del Linguaggio:**
Fazzari utilizza un linguaggio delicato e suggestivo. Le parole scelte creano un'atmosfera eterea, mentre il ricorso a "divampare piano" conferisce alla luce un carattere controllato ma potente.

 
**Figure Retoriche:**
Tra le figure retoriche, si avverte l'uso di metafore (la luce come squarcio nelle nuvole) e la personificazione (la luce che si stacca piano). Questi elementi trasformano la realtà in un paesaggio emotivo, coinvolgendo il lettore in un'esperienza sensoriale.

 
In questa sinfonia di luce, Flora Fazzari si rivela un'architettrice di parole, illuminando l'anima del lettore con la sua maestria poetica.

 
#   Pasquale Mesolella -
"L'orrore della guerra non ha termine!"
 

 
Nell'abisso delle parole incise,
il poeta danza tra le righe,
come una luce fievole nel buio,
riportando in vita l'atroce dramma.

 
L'orrore della guerra, senza fine,
intrecciato nei versi come fili di dolore, palpita nel cuore del testo,
dove l'uomo, malvagio, oltrepassa ogni confine.

 
La tenerezza del bimbo è l'ancora,
ma la fragilità del vecchio grida,
un'appello umano a non violare,
mentre l'odio si insinua nell'animo
oltre la ragione e il raziocinio.

 
Come zombi, risorgiamo dalle macerie, ma la comprensione sfugge, mentre l'umanità, come tifosi sconfitti, si perde nelle lacrime inutili.

 
Lo sguardo cinico, da spettatori impotenti, osserva lo strazio che si ripete, e le lacrime versate sembrano inutili nel ripulire colpe di chi non comprende.

 
Come corvi affamati, ci soffermiamo
sui corpi dispersi e dilaniati,
mangiatori di carne, nell'abisso umano dove la guerra si ripete in un triste ciclo.

 
Pasquale Mesolella, nel suo lirismo,
disvela l'atroce realtà, un richiamo all'umanità smarrita, dove il dolore è eterno compagno.

 
Grazie, poeta, per questo ruggente grido, che svela l'orrore della guerra
e ci spinge a riflettere sul nostro destino nelle righe scure di questo poema intriso di verità.

 
#   Armando Bettozzi - "Me vò a costituìmme!"

 
In questo intricato mosaico di opinioni e dolori, emerge un caos di riflessioni sulla tragica vicenda di Giulia. Armando Bettozzi, con verve e disincanto, sfiora le sfumature di un'epidemia di irrazionalità e idiozia che attanaglia chi parla in TV, scrive sui giornali e fa politica. Il suo stile è tagliente, l'analisi pungente.

 
Il contenuto si snoda tra una critica all'utilizzo politico della tragedia, il dibattito sulla cultura patriarcale, e la richiesta di cambiamenti reali. Bettozzi si staglia come una voce critica che rifiuta le semplificazioni e invita a una riflessione più profonda.

 
L'aspetto grafico, sebbene solo immaginato, segue la scrittura decisa, enfatizzando le parole chiave e i concetti centrali. Nel caos delle idee, la chiarezza delle parole assume un ruolo cruciale.

 
La metrica si perde nella densità del testo, ma il ritmo veloce si adatta al tono accorato del discorso. Le rime, seppur sporadiche, emergono come piccole punte di luce nel buio.

 
Lo stile di Bettozzi è un'arte della parola, con una mescolanza di sarcasmo e serietà. Le figure retoriche sono come specchi che riflettono la complessità dell'argomento, dalla metafora dell'epidemia all'uso del sarcasmo come arma critica.

 
In questo panorama, emerge la necessità di un confronto e di azioni concrete, svincolate da strumentalizzazioni politiche. Bettozzi sfida il lettore a guardare oltre le apparenze e a cercare soluzioni reali in un mondo che sembra preferire la retorica al cambiamento.

 
#   Marino Giannuzzo - "Pietra di Lecce morbida nata"

 
Nel canto silenzioso di Marino Giannuzzo emergono le note di un'ottuagenaria melodia, intessuta dalla pietra di Lecce, nata morbida al chiarore dell'alba e forgiata dalla trama degli anni.

 
Il contenuto si svela come un dialogo tra la pietra e il suo creatore, il Salento. In questa sinfonia, la pietra, dapprima tenera, si rivela resiliente, rafforzata dalle intemperie e dal passare del tempo. È una metamorfosi che richiama il ciclo della vita umana.

 
L'aspetto grafico si dispiega con una cura quasi artigianale, riflettendo il processo di trasformazione della pietra. L'uso del linguaggio poetico diventa uno scalpello, scolpendo immagini nitide e sensazioni tangibili.

 
La metrica si muove con la cadenza misurata di un cammino di vita. I versi, come pietre disposte lungo un sentiero, narrano l'evoluzione della pietra di Lecce. La rima, delicatamente intrecciata, segue il ritmo naturale della narrazione.

 
Lo stile di Giannuzzo è una danza tra leggerezza e robustezza, tra dolcezza e selvatiche intemperie. Le figure retoriche emergono come stelle in un cielo notturno, dall'analogia implicita nel "partorito puro nel Salento" alla metafora del corpo che diventa "debole nel corpo" ma con "animo e cuore restati duri".

 
In questa poesia, l'ottuagenario poeta svela la propria anima, plasmando la pietra con parole scelte con saggezza e scolpendo un ritratto della vita che sfida il tempo.

 
#   bruno amore[br1] -"lungo la strada"

 
Nel caleidoscopio delle stagioni interiore, il poeta dipinge con parole intrise di nostalgia il lento incedere del tempo lungo la strada della sua esistenza.

 
Il contenuto si snoda come un viaggio nelle profondità dell'anima, dove le erbacce rappresentano il crescere dell'oblio su primavere e estati passate. Il tumulo diventa metafora di un sepolcro personale, e le stagioni sono archetipi di cambiamenti e transitorietà.

 
L'aspetto grafico si compone come un affresco sfumato, con le erbacce che avanzano e il tumulo che attira sguardi come un richiamo al passato. Lo scavo degli inverni aperto "a bocca aperta" evoca un'attesa palpabile, un desiderio di significato nel fluire del tempo.

 
La metrica segue un ritmo calmo e riflessivo, simile al cammino del poeta lungo la strada. Versi e strofe si dispongono con misura, come pietre disposte con cura lungo il sentiero della sua esistenza. La rima, seppur sottile, si fa sentire come un filo invisibile che lega le parole.

 
Lo stile di "lungo la strada" è un connubio di malinconia e resilienza. L'amore per il rosso, declinato dai rossori del sangue alle fiammeggianti passioni, è il filo conduttore di una poesia che si nutre di contrasti e suggestioni.

 
Le figure retoriche si ergono come sculture nel testo, con l'uso sapiente del simbolismo delle erbacce e del tumulo, e l'analogia tra il rosso del sangue e i petali infuocati che tempestano il grano.

 
In questa poesia, il poeta esplora la fame esistenziale, la sete di significato e il bisogno di colore nell'arco di una vita che, come la strada percorsa, si snoda tra ricordi e attese.

 
#   Jacqueline Miu - "l'amore è reversibile"

 
In questo inno all'amore, Jacqueline Miu intreccia con maestria la delicatezza dei sentimenti, la lotta interiore e l'aspirazione alla conquista dell'amore. La poetessa incanta il lettore attraverso una prosa riflessiva e appassionata, scavando nelle profondità dell'anima umana.

 
Il contenuto della poesia esplora la dualità dell'amore, la sua reversibilità, la paura della perdita e l'accettazione di condividere la propria luce con altre stelle. La poeta affronta la vulnerabilità con coraggio, esortando a correre senza guardare indietro e a cercare il proprio destino, aprendo le ali dell'anima.

 
L'aspetto grafico della poesia si dipana come un viaggio cosmico, dove le stelle e l'universo diventano metafore dell'esperienza umana. Le parole sono disposte con eleganza, creando una coreografia visiva che accompagna la danza dei sentimenti.

 
La metrica è fluente e cadenzata, come il battito del cuore innamorato. Versi e strofe si susseguono con armonia, dando un ritmo incalzante alla narrazione. La rima, benché discreta, contribuisce a sottolineare le connessioni e le opposizioni presenti nel testo.

 
Lo stile e il linguaggio di Miu sono intrisi di sincerità e profondità psicologica. La poetessa si svela attraverso le sue ferite e i suoi dolori, dialogando con essi con una prosa che sfiora la poesia stessa. L'uso delle metafore, come l'apertura delle ali o la gravitazione intorno alla stella personale, trasforma l'esperienza personale in un simbolismo universale.

 
Le figure retoriche emergono come stelle in un cielo notturno, con l'analogia tra ferite e voci tenere, o l'immagine dell'abisso come metafora della profondità emotiva. Jacqueline Miu cattura l'essenza dell'amore e della ricerca di significato, consegnando al lettore un'opera lirica e psicologicamente penetrante.

 
#   Ben Tartamo-"La Morte sfiorando"

 
"La Morte sfiorando" è una composizione che eleva l'anima verso il mistero della vita e della morte, danzando sul filo sottile tra l'esistenza e il suo epilogo. L'autore, Ben Tartamo, si presenta come un moderno Lazzaro, colui che ha conosciuto la morte e ne è tornato per raccontare la sua esperienza.

 
La metrica, con versi ben strutturati e una rima avvolgente, crea un ritmo incalzante che accompagna il lettore attraverso il viaggio dell'Io poetico. L'aspetto grafico della poesia è un riflesso dell'armonia tra forma e contenuto, enfatizzando il fluire del pensiero tra la vita e la morte.

 
Lo stile adottato da Tartamo è intriso di una profonda introspezione psicologica, evidente nel dialogo con la Morte. La domanda provocatoria su cosa sia la Vita e la sua relazione con la Morte rivela un'indagine filosofica e esistenziale. L'uso di parole come "Pace," "Fratellanza," "Fede," e "Speranza" sottolinea l'aspirazione a una comprensione più ampia e spirituale.

 
Le figure retoriche, come l'ironia e la personificazione della Morte, aggiungono strati di significato alla poesia. La scelta di affondare il male e donare alla Fratellanza ciò che la Vita non ha dato mostra una prospettiva altruista e illuminante.

 
Nel fervente caleidoscopio poetico di Ben Tartamo, "La Morte sfiorando" si erge come un'epopea dell'anima, una melodia cosmica che danza sul filo sottile tra il mistero della vita e l'abbraccio della morte. Questa poesia, intrisa di lirismo etereo, riverbera nelle corde dell'eternità, richiamando alla mente il maestoso resonare di opere simili, come l'intramontabile "Il Respiro del Tempo."

 
Come il magico dispiegarsi di un caleidoscopio, "La Morte sfiorando" si intreccia con le sinfonie di Tartamo, rivelando un universo di emozioni intrise di passione e profondità. Immagini di "Oltre l'Orizzonte" si riflettono nel chiarore della contemplazione, guidando l'anima oltre i confini visibili, proprio come questa poesia ci spinge a scrutare l'ignoto con occhi intraprendenti.

 
Le parole di Tartamo, come ambasciatori della trascendenza, risuonano anche in "Il Respiro del Tempo," un'ode alla fragilità umana e alla sua eterna danza con l'inesorabile scorrere del tempo. L'Io, protagonista in entrambe le opere, emerge come un viandante ardente, esplorando il territorio oscuro della mortalità con fervente desiderio di comprendere.

 
In questa danza tra le stelle delle parole di Tartamo, emerge un'affascinante sinfonia di domande senza risposta, avvolgendo il lettore in una trance poetica. Attraverso questa brillante opera, il poeta ci invita a esplorare il cuore stesso dell'esistenza, con la speranza di trovare risposte nelle note vibranti di "La Morte sfiorando."

 
In conclusione, "La Morte sfiorando" è un'ode alla vita e alla sua interconnessione con la morte, scritta con una prosa lirica che abbraccia la profondità dell'esistenza umana. Tartamo offre una riflessione che cattura l'anima del lettore, invitandolo a meditare sul significato ultimo della vita e della morte.
P.S.: detto questo, non posso non esprimere il mio personale parere fraterno verso il Ben che conosco: ti preferisco nelle poesie in cui traspare forte l'immaginazione surreale e metafisica  al manierismo pregno di  questa ultima poesia. Non ti dispiacere,  ma sembri con la testa immersa tra il Concilio di Trento e la Controriforma!

 
#   Carlo Chionne - "Le mie città" 

 
Nelle sinfonie urbane di Carlo Chionne, "Le mie città" emerge come un inno alla vita intessuto tra gli intricati vicoli delle esperienze umane. La sua penna, un arco che vibrando attraversa geografie e memorie, scolpisce versi intrisi di nostalgia e rinascita.

 
Le città, come note su uno spartito cosmico, danzano attraverso il tempo nel ritmo cadenzato di Roma, Perugia, Livorno e Parigi. Il poeta, custode di ogni skyline e crepuscolo urbano, trasforma i paesaggi in cronache d'amore, tessendo il suo racconto tra cieli azzurri e nuvole cariche di riflessioni.

 
La metrica di Chionne, delicata ma potente, trascina il lettore attraverso le stagioni dell'esistenza, dall'innocenza dell'infanzia alle rughe della vecchiaia. Le strofe, come affollati quartieri, accolgono ricordi e sogni, creando un mosaico di esperienze che rende ogni città un capitolo unico nella sua epopea personale.

 
Lo stile chiaro e meditato del poeta si riflette nell'uso sagace della rima, come le strade che si intrecciano in un labirinto di significati. Il linguaggio, tanto elegante quanto acceso, rivela la psicologia di un viandante dell'anima, in cerca costante della verità nascosta dietro gli angoli delle metropoli.

 
Chionne, nell'incanto delle sue parole, si svela come un esploratore delle emozioni umane, viaggiando da Atene a Teheran, dal Cairo a Pretoria, toccando Londra, New York e Rio de Janeiro. Ogni città è un capitolo in questa saga cosmopolita, e il poeta, in bilico tra ricordi e futuro, si chiede dove varcherà il confine finale. In una sola città, forse, si concluderà la sua odissea terrena.

 
#   Sandra Greggio- "Giochi proibiti"

 
Nella poesia "Giochi proibiti" di Sandra Greggio, il sublime dialogo tra l'ardente Rosso di Elio e il candore di Selene, evoca un'atmosfera surreale, un'interazione celestiale intrisa di simbolismo e mistero.

 
Il linguaggio, ricco di simbolismi, sottolinea la vergogna del tramonto di Elio, tingendosi di un rossore intenso, mentre Selene, la vergine bianca di latte, si risveglia con la purezza di una dea della notte. Il contrasto cromatico tra il rosso e il bianco crea una tavolozza emotiva che si dipana nei versi.

 
La metrica è una melodia sospesa nel tempo celeste, dove la rima si svela come una danza proibita tra i corpi celesti. Le strofe, come attimi di un gioco amoroso proibito, si susseguono con eleganza e mistero, creando un ritmo che incatena il lettore in un vortice di suggestioni.

 
Lo stile essenziale di Greggio, privo di orpelli superflui, svela una maestria nel condensare significati profondi in poche parole. La sua pennellata delicata, come un velo pietoso, si posa sulla scena celestiale, rivelando un'armonia tra il divino e l'umano.

 
Figure retoriche come l'ossimoro tra il rossore di Elio e il bianco di Selene, insieme alla personificazione di Erebo, l'oscurità, conferiscono alla poesia una dimensione onirica e metafisica.

 
In questo gioco proibito tra cielo e terra, Greggio si erge come una poetessa che, con maestria e raffinatezza, conduce il lettore attraverso un viaggio sognante nel mistero delle passioni celesti.

 
#   Antonia Scaligine-"Alba che s’ in/ciglia"

 
Nell'aurora sfavillante di "Alba che s’ in/ciglia", Antonia Scaligine dipinge un affresco di gioia e rinascita, trasformando l'alba in un rituale magico di colori e emozioni.

 
I versi si ergono come raggi luminosi, disegnando la gioia dell'incontro con l'alba, un momento che solleva il velo della notte e incanta con la sua misteriosa coreografia di luci, spazi e suoni. La poetessa abbraccia l'arte della creazione come un pittore dei cieli, usando la tavolozza dell'alba per dipingere la propria felicità.

 
La metrica fluisce armoniosamente, come una melodia leggera e sognante, avvolgendo il lettore in un abbraccio di tempo sospeso. Le strofe si configurano come frammenti di un dialogo con l'universo, in cui si intrecciano luci, suoni e voci, creando una sinfonia di vita che vibra nel giorno che nasce.

 
Lo stile di Scaligine è un equilibrio tra la delicatezza e la forza, tra l'andare normale e lo sbriciolare del tempo. La poetessa sfida le ore sconosciute con una determinazione che confina con la poesia esistenziale, costruendo il proprio giorno con una consapevolezza che affonda le radici nella profondità dell'anima.

 
La figura retorica dell'anacronia emerge mentre Scaligine intreccia dialoghi con la gente, scheggiando il presente e pregando Dio per un'alba di speranza su un mondo segnato dagli incendi e dagli orrori profani. Questo contrasto tra la bellezza dell'alba e la realtà crudele aggiunge uno strato di profondità psicologica alla poesia.

 
In questo canto di rinascita, Antonia Scaligine si erge come una maestra nell'arte di celebrare la vita attraverso le parole, tessendo un filo d'oro tra l'umano e il divino, tra l'alba e la speranza.

 
#   Antonio Scalas -"Dipendesse da me"

 
In "Dipendesse da me", Antonio Scalas ci trasporta in un viaggio attraverso il tempo e l'infinito, utilizzando la forza evocativa della natura per esplorare i confini dell'esistenza umana.

 
I versi, come onde che lambiscono la sabbia, ci cullano in un ritmo incantevole, mentre il poeta si siede sulla riva dell'eternità. La contemplazione di Scalas abbraccia la bellezza fugace degli istanti, sottolineando la delicatezza dei sogni che sfidano il trascorrere del tempo.

 
La metrica fluida e l'assenza di una struttura rigida suggeriscono la libertà che l'autore desidera mantenere. La sabbia, simbolo di continuità e mutevolezza, diventa lo scenario ideale per la riflessione sulla transitorietà della vita.

 
Lo stile di Scalas si manifesta nella ricerca della plasticità, un desiderio di nuotare nella profondità dell'infinito per liberare la realtà dalla rigidità temporale. Questo richiamo alla fluidità si lega alla natura stessa del mare, creando una tensione poetica tra la stabilità e l'incessante cambiamento.

 
La figura retorica dell'analogia emerge quando l'autore confronta il silenzio dell'infinito con l'immensità del mare. Questo silenzio, più grande di ciò che il mare può contenere, diventa un portale attraverso il quale il poeta cerca di afferrare l'eternità.

 
Scalas, con eleganza e profondità psicologica, esplora il desiderio di intrappolare l'essenza dell'oceano, di piegare le onde alle leggi del tempo. La metafora delle maree e della luna evoca un senso di ciclicità e inevitabilità, sottolineando la fugacità degli istanti e la lotta umana contro il loro scorrere.

 
In questo incantesimo poetico, Antonio Scalas ci invita a immergerci nella sua visione, offrendo uno sguardo raffinato sulla nostra connessione con l'infinito e l'incessante danza del tempo.

 
#   Alessio Romanini - "Afflato innocente" 

 
Nel "Afflato innocente" di Alessio Romanini, il poeta dipinge un quadro etereo intriso di dolore, abbracciato dalla dolce melodia del merlo. La raffinata eleganza dell'autore emerge nel delicato equilibrio tra la sofferenza espressa e l'innocente canto dell'uccello.

 
I versi, come foglie sospese nell'aria, narrano il lamento di palpebre malate, ferite dalla vita. La scelta di parole ricche di pathos crea un connubio tra la fragilità umana e la natura, rappresentata dal merlo nero, il cui chioccolare diventa un motivo di conforto nell'azzurro empireo.

 
La metrica, con la sua struttura sonante, accompagna il lettore in un viaggio emotivo. La ripetizione della richiesta di silenzio ai nugoli suggerisce un desiderio di contemplazione e riflessione in un mondo che, altrimenti, griderebbe di vita.

 
Lo stile di Romanini è incantevole, sospeso tra il lirismo della natura e il peso psicologico dell'esperienza umana. L'immagine del merlo che chioccola risuona come un canto di consolazione, un'armonia che permea il dolore.

 
Le figure retoriche si fondono con maestria nel tessuto del testo. L'analogia tra il suono del merlo e il dolore palpabile nelle palpebre crea un'atmosfera ricca di suggestioni. L'uso del colore, con tramonti vermigli e chiome di tigli, aggiunge una dimensione visiva, dipingendo un paesaggio emotivo di struggente bellezza.

 
In questo afflato innocente, Alessio Romanini si rivela maestro nel catturare l'anima delle cose, offrendo al lettore un'esperienza che sfiora la trascendenza. La sua capacità di esprimere la complessità umana con grazia e intensità è un inno alla poesia che penetra nell'animo, lasciandovi un'impronta indelebile.

 
Con stima e affetto e la doverosa, imprescindibile riconoscenza al  collega Lorenzo de Ninis
Vostro Marino Spadavecchia 

 

 

Poesie 28-29-30 novembre 2023

 
*   Salvatore Armando Santoro
     "Non è facile "

 

**"Un Complesso Balletto d'Emozioni"**


 
Santoro, tessitore di versi, disegna un intricato balletto d'emozioni in "Non è facile". Il cuore palpitante di amore diviso diventa un palcoscenico sul quale danzano passioni conflittuali. La foto cancellata è un rituale futile, il cui fuoco persiste nel calderone del cuore. L'amaro dei limoni è la poesia dei ricordi, mentre l'asfissia polmonare si fa eco al dolore insondabile.

 
Tra le onde del mare, la sensazione di annegamento è metafora di un amore che persiste, immutato. Santoro cerca consolazione nell'emozione altrui, ma la visione delle "donne assenti e morte" evidenzia il vuoto lasciato dall'antico amore. Il silenzio diventa l'unico confidente, guardiano di una storia che vive solo nei racconti.

 
La poetica di Santoro, tra crisantemi e rose, ritrae un affetto mai sbocciato, sospeso nel limbo dell'incertezza. Il cero che si spegne al cimitero diventa simbolo di un amore defunto, frignante nella sua fine. Il poeta, con eleganza e profondità, danza tra le sfumature dell'animo umano, incanalando la verità nei versi che fluiscono come un fiume in piena.

 
*Analisi Tecnica:*
La metrica si snoda come una melodia fluida, con versi ben bilanciati che catturano la cadenza dell'emozione. L'uso di metafore, come il gusto dei limoni e il cero al cimitero, aggiunge un tocco di poesia visiva. Santoro gioca con la musicalità delle parole, offrendo un delicato equilibrio tra eleganza e verità svelata.

 
*Conclusioni:*
"Non è facile" è un'ode alle sfumature dell'amore, dove la sincerità del poeta si fonde con una maestria tecnica che incanta il lettore, portandolo in un viaggio attraverso l'emozione umana.

 
*   Maria Benedetta Cerro
    "La gazza accecata dallo specchio"

 
**"L'Armonia Dolorosa delle Apparizioni"**

 
Maria Benedetta Cerro, maestra di visioni, ci conduce attraverso la sua poesia, "La gazza accecata dallo specchio", come un oscuro atto teatrale. Il maggio, dilaniato da una granata di rose, simboleggia la bellezza devastata dalla crudezza della realtà. Il gelsomino soffocato dal suo stesso aroma offre un'immagine potente di un'eccessiva abbondanza, che può diventare una prigione.

 
La gazza, accecata dallo specchio, diventa l'allegoria di coloro che si perdono nella loro stessa riflessione, incapaci di vedere oltre l'apparenza. L'illusione di possedere ciò che è effimero è un sogno tormentato, o forse la realtà stessa è un sogno. Cerro ci sfida a riflettere sulle nostre visioni, sulle illusioni che ci costruiamo.

 
Il merito è ridotto alla visione, ma Cerro ci invita a considerare ciò che esiste indipendentemente dalla nostra percezione. Il mondo, con la sua bellezza e dolore, resta dov'è, indipendentemente dal nostro sguardo. Sul ramo della vita, la rosa, simbolo di amore e dolore, persiste indifferente.

 
*Analisi Tecnica:*
La poetessa utilizza uno stile lirico raffinato, intrecciando parole con un tocco di tristezza. La metrica fluisce come una melodia struggente, con versi che si susseguono in una danza di significati. Le immagini vivide, come la gazza accecata e il maggio dilaniato, sono affascinanti e svelano la maestria dell'autrice nel dipingere emozioni attraverso le parole.

 
*Conclusioni:*
"La gazza accecata dallo specchio" è un'ode all'effimero, un richiamo alla riflessione sulla nostra percezione del mondo. Con grazia e profondità, Cerro ci guida attraverso un labirinto di immagini, esplorando la complessità delle apparizioni e la persistenza dell'armonia nel caos.

 
*   Cristiano Berni
     "Poesia per F.P."

 
**"Elegia per l'Infinito: In Memoria di Fernanda Pivano"**

 
Cristiano Berni, con la sua "Poesia per F.P.", scolpisce un'ode commovente alla memoria di Fernanda Pivano. La poesia, come un fiore reciso nell'afosa estate, è un atto di commemorazione, un tributo delicato alla vita e all'eredità di un'anima straordinaria.

 
Berni dipinge Pivano come un fiore reciso, simbolo di bellezza effimera, e una fronda spezzata nel vento d'Agosto, immagine della transitorietà della vita. Tuttavia, il ritratto va oltre l'apparenza esteriore. Il viso semplice, il sorriso umile e gli occhi carichi di vitalità di Pivano emergono come chiavi per aprire il mondo della cultura e dell'umanità.

 
Il poeta esplora il vuoto lasciato da Pivano, riconoscendo il suo contributo fondamentale alla letteratura e all'umanità. Attraverso la sua voce, Pivano ha narrato una nuova letteratura, ha cullato le speranze e le paure di chi l'ascoltava. La sua vita è stata spesa a tessere poesia, a trascorrere giorni nel sogno e nell'utopia.

 
La poesia culmina in un'immagine struggente: l'estate che ha portato via Fernanda Pivano. Berni esprime la malinconia che percorre la sua anima, un brivido di tristezza nell'assenza di una presenza così significativa.

 
Analisi Tecnica: 
Berni utilizza una metrica fluida e armoniosa, con versi che si susseguono come note di una melodia. Le immagini della natura, come il fiore reciso e la fronda spezzata, sono potenti metafore della vita e della morte. L'uso di rime e ritmo aggiunge un tocco di eleganza alla composizione.

 
Conclusioni: 
"Poesia per F.P." è un'ode toccante che cattura l'essenza di Fernanda Pivano, celebrando la sua vita, il suo impatto sulla cultura e la sua eredità duratura. Berni, con maestria, fonde lirismo e sincerità in un tributo commovente.

 
*   Marco Cabassi
     "Così a te parlo al cielo"

 
**"Così a te parlo al cielo"**

 
Nel delicato canto di Marco Cabassi, "Così a te parlo al cielo," emerge un dialogo etereo tra l'anima e l'infinito. La poesia si svela come un'ode alla quiete notturna, una preghiera sussurrata alle stelle e al cielo aperto.

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
La musicalità della poesia è evidente attraverso la delicata disposizione dei versi. La rima, elegante e sottolineata, crea un ritmo armonioso che riflette la quiete della notte. L'uso di metafore, come il brusio d'apette all'alveare e l'argenteo velo della luna, contribuisce a dipingere un quadro poetico raffinato.

 
*Contenuto e Psicologia:*
La poesia si svolge come un monologo intimo, un'apertura sincera dell'anima al cielo. Il poeta si rivolge alle stelle, al silenzio della notte, trasformando il paesaggio naturale in uno specchio per i suoi pensieri più profondi. Il silenzio notturno diventa complice, permettendo al poeta di esprimere le sue emozioni e le sue riflessioni più intime.

 
*Figurazioni Retoriche:*
Cabassi adotta l'anafora con la ripetizione di "così," sottolineando la continuità del suo dialogo con il cielo. L'immagine dell'argenteo velo della luna è un'ipallage che attribuisce la caratteristica del velo alla luna stessa, conferendo un tocco di delicatezza e mistero.

 
*Aspetto Grafico:*
L'organizzazione spaziale dei versi e la disposizione ordinata contribuiscono a una lettura fluida e armonica. La struttura visiva riflette il ritmo rassicurante della notte.

 
In "Così a te parlo al cielo," Cabassi eleva il quotidiano al sublime, creando un dialogo che attraversa il cielo stellato e raggiunge le profondità dell'anima. Un inno di bellezza e introspezione.

 
*   Felice Serino
     "Itaca" 

 
**"Itaca celeste..."**

 
Nel tessuto delle parole di Felice Serino, "Itaca" si manifesta come un viaggio poetico attraverso le sfide della vita e il perseguimento della propria "Itaca celeste."

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
La poesia adotta una struttura essenziale, dove la brevità e la densità delle immagini creano un impatto immediato. L'uso di metafore, come gli strali che giungono "dall'alto" e l'itaca "celeste," suggerisce un viaggio spirituale e l'aspirazione a qualcosa di più elevato.

 
*Contenuto e Psicologia:*
Il poema sembra affrontare la realtà delle sfide e delle difficoltà che si incontrano lungo il cammino della vita. Il richiamo a "Itaca celeste" suggerisce la ricerca di una realtà più profonda e significativa, forse una forma di saggezza o realizzazione spirituale.

 
*Figurazioni Retoriche:*
L'immagine di Nemesi seduta in alto, proiettante "ombre di morte," aggiunge un elemento di tensione e confronto con la fragilità umana. L'uso della personificazione, attribuendo caratteristiche umane a concetti astratti come la grazia e la procelle, arricchisce la dimensione simbolica del testo.

 
*Aspetto Grafico:*
La disposizione compatta dei versi sottolinea la concisione del messaggio, mentre la selezione accurata delle parole contribuisce a creare un impatto emotivo.

 
In "Itaca," Serino affronta la complessità del viaggio umano, intrecciando elementi mitologici e simbolici. Il poeta si rivela un navigatore dell'anima, invitando il lettore a esplorare le profondità del proprio essere, tra le procelle della vita e l'orizzonte promettente di un'itaca celeste.

 
*   Tanka
     Laura Lapietra

 
**Tanka dell'Estate**

 
Nell'estate profusa, dove il calore danza, capre danzanti tra i rami, festanti banchettano.
Frutti sospesi, un racconto di natura,
argan nere, dèi caduti, oro liquido rivelato.

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
Il Tanka, con i suoi cinque versi, delinea un quadro vivido della natura. La brevità accentua l'istante, mentre l'immagine delle capre suggerisce vitalità e connessione con la terra. La presenza dell'argan nero e dell'oro liquido amplifica la dimensione sensoriale, trasmettendo l'abbondanza dell'estate.

 
*Contenuto e Psicologia:*
Il Tanka cattura un momento intimo tra creature e natura. Le capre, al culmine dell'estate, incarnano l'armonia con l'ambiente, mentre gli argan neri, con i loro frutti preziosi, simboleggiano la generosità della terra.

 
*Figurazioni Retoriche:*
L'immagine delle capre "tra i rami" si carica di simbolismo, suggerendo l'interconnessione tra creature e ambiente. La caduta degli argan neri, simili a "oro liquido," sottolinea la ricchezza e la preziosità della natura.

 
*Aspetto Grafico:*
La disposizione ordinata dei versi accentua la chiarezza e la precisione del messaggio, conferendo al Tanka un'eleganza formale.

 
In questo Tanka, Laura Lapietra dipinge un affresco vibrante dell'estate, invitando il lettore a immergersi nella sinfonia della natura. Le capre, i rami e gli argan neri si intrecciano in una danza armoniosa, trasformando un momento fugace in un rituale poetico.

 
*   Giuseppe Stracuzzi 
     "Gioia Dolore Amore"

 
**La Via della Fede: Un Viaggio di Gioia, Dolore e Amore**

 
Sotto l'arco della Fede, dove l'urto del nulla svanisce,
la vita si snoda, danzante tra le incognite,
e là, si stagliano come cardini indissolubili:
gioia, dolore, amore, le tre figure della vita.
Come il tormento della croce, immenso e straziante,
risorge, trasformato, nella sinfonia della gioia e dell'amore.

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
Il testo, con la sua struttura incisiva e la successione di concetti chiave, riflette la forza della Fede. La rima emergente nei versi contribuisce a tessere il filo narrativo, mentre l'uso delle parole "gioia, dolore, amore" evidenzia la trinità emotiva dell'esistenza.

 
*Contenuto e Psicologia:*
Il poema affronta il viaggio della Fede come un cammino intriso di emozioni umane. La croce, simbolo di sofferenza, diventa il punto di rinascita e celebrazione, un riflesso della ciclicità della vita.

 
*Figurazioni Retoriche:*
L'immagine della strada "fiorita di speranza" è una potente metafora visiva. La personificazione della strada che "raccoglie diligente gli errori seminati" conferisce alla Fede un carattere compassionevole e accogliente.

 
*Aspetto Grafico:*
La disposizione del testo riflette la linearità di un percorso, mentre l'uso sapiente della punteggiatura crea pause e riflessioni, rendendo la lettura un viaggio contemplativo.

 
In questo poema, Giuseppe Stracuzzi invita il lettore a camminare lungo la via della Fede, un itinerario che intreccia le gioie e i dolori dell'esistenza umana con la forza trasformativa dell'amore. La trama sonora e visiva di queste parole sottolinea la ricchezza di un percorso intrapreso con fiducia e consapevolezza.

 
*   Alessandra Piacentino
     "Non sanno amare"

 
**Il Ruggito Silenzioso della Mancanza d'Amore**

 
In questo capolavoro poetico di Alessandra Piacentino, la guerra emerge come una melodia di distruzione, un ruggito che si fa eco attraverso le parole impregnate di verità e dolore.

 
*Contenuto Profondo:*
La poesia scava nelle profondità dell'animo umano, rivelando la cruda realtà di chi, immerso nella guerra, perde la capacità di amare. Le lapidi appese ai muri diventano simboli di storie interrotte, e gli echi lontani parlano di una umanità smarrita.

 
*Aspetto Grafico e Metrica:*
L'impaginazione della poesia segue il ritmo incalzante della guerra, mentre le parole vibrano in consonanza con la fatica del volo spezzato. La mancanza di regolarità metrica sottolinea il caos di un mondo privo d'amore.

 
*Stile Linguistico e Figure Retoriche:*
L'autrice adopera uno stile diretto e tagliente, sottolineato da metafore potenti. Le "culle santificate e reiette" e i "fiumi di pianti tra le note esauste dei violini" sono immagini che svelano la complessità delle emozioni umane nel contesto bellico.

 
*Psicologia dell'Assenza d'Amore:*
La poesia esplora la psicologia di coloro che, immersi nel caos della guerra, diventano prigionieri di un vuoto interiore. La mancanza d'amore si riflette nei "gemiti e sogni infranti" e nei "palpiti di lacrime armoniose", rendendo la guerra un riflesso del disagio umano.

 
Con maestria, Alessandra Piacentino trasforma la cruda realtà della guerra in una struggente poesia, un richiamo alla consapevolezza e alla trasformazione affinché il mondo possa rompere le catene dell'odio e del silenzio assordante.

 
*   Franco Fronzoli
     "Di te amo l’impossibile"
       
**Ode All'Infinita Bellezza Femminile**)

 
In questo capolavoro di Franco Fronzoli, l'amore si dispiega come un inno all'infinita bellezza femminile, tessendo una trama di lirismo ed elogio attraverso il coraggio e la determinazione della figura descritta.

 
*Contenuto Profondo:*
La poesia cattura l'impossibile, l'elevare del mondo con un pensiero, unendo il potere dell'amore alla forza della mente. L'autore esplora il coraggio di affrontare la vita senza timori, abbracciando ogni istante e superando ogni sfida.

 
*Aspetto Grafico e Metrica:*
La disposizione dei versi riflette la fluidità dell'amore descritto, con un uso sapiente delle pause e delle ripetizioni. La metrica libera enfatizza la libertà e la spontaneità dell'espressione, seguendo l'andare deciso e temerario della protagonista.

 
*Stile Linguistico e Figure Retoriche:*
Fronzoli adotta uno stile chiaro e diretto, punteggiato da immagini poetiche potenti. L'accarezzare i fiori, l'affrontare il temporale, e l'immergersi nella notte sono metafore che trasmettono un amore che abbraccia ogni sfaccettatura della vita.

 
*Psicologia dell'Amore Materno:*
L'autore delinea un ritratto di una donna audace e decisa, che affronta la vita con coraggio e dedizione. L'amore descritto va oltre la fantasia, oltre i confini, sottolineando l'infinita bellezza intrinseca alla maternità e alla femminilità.

 
Franco Fronzoli, con la sua prosa raffinata, ci conduce in un viaggio attraverso l'anima di una donna, catturando l'essenza dell'amore in tutte le sue forme, dalla forza del pensiero al coraggio senza fine, rendendo omaggio all'infinita bellezza intrinseca all'essere femminile.

 
*   Nino Silenzi
      "Foglie "

 
**Foglie: Un Elegante Danza dell'Esistenza**

 
In questo maestoso componimento di Nino Silenzi (alter ego artistico del prof. Lorenzo de Ninis), la vita e la sua effimera bellezza sono celebrate attraverso la metafora delle foglie danzanti, un'ode struggente all'esistenza e al ciclo senza fine della natura.

 
*Contenuto Profondo:*
L'autore cattura la fragilità e la bellezza delle foglie, dipingendole come opere d'arte nel loro distacco dai rami paterni. La sofferenza, resa "bella," evoca un senso di struggente eleganza, un riflesso sottile sulla condizione umana.

 
*Aspetto Grafico e Metrica:*
La poesia è una sinfonia visiva, con l'aria tersa e frizzante e le foglie dai tenui colori che danzano in un'armoniosa coreografia. La rima e la metrica seguono un ritmo fluido, sottolineando l'effetto di un'eterna danza tra le stagioni.

 
*Stile Linguistico e Figure Retoriche:*
Silenzi adotta uno stile delicato, avvolgendo il lettore in un abbraccio di immagini poetiche. Le foglie sono personificate, come se cercassero nuova vita nella loro discesa verso l'umida terra. Qui, l'uso delle metafore contribuisce a creare un paesaggio emotivo ricco.

 
*Analisi Psicologica:*
L'analogia tra le foglie e la fragilità umana evoca un senso universale di connessione. La separazione dai cari è affrontata con una sofferenza desiderosa di pace e amore, una riflessione psicologica sull'accettazione del ciclo della vita e della morte.

 
Nino Silenzi, con la sua prosa eterea, ci guida attraverso una visione poetica dell'esistenza, dove ogni foglia, simbolo di fragilità e bellezza, danza il proprio destino, aprendo un dialogo poetico tra l'uomo e la natura che è tanto delicato quanto profondo.

 
Nel ringraziarvi tutti, ed uno per uno, per le emozioni donatemi con le vostre creazioni,
Vi saluto con affetto e stima 
Ben 

 

 

25-26-27 Novembre

Poesie del 25-26-27 novembre 23

 
#   Jaime Luis Huenún 
      "Llamekan"
Nelle trame poetiche di "Llamekan", Jaime Luis Huenún ci immerge in un mondo di simboli vibranti, dove il sangue di colomba e farfalla scorre come fili d'oro attraverso il tessuto dell'esistenza. Questa ode, come un canto antico di donne, danza tra la grazia delle parole e la profondità psicologica delle immagini.

 
Il contenuto della poesia, permeato di simbolismo, evoca la connessione intrinseca tra le donne e la natura. Nascoste nei boschi, annaffiano la terra, un rituale ancestrale che si svolge tra i mirti e le felci. Il richiamo al "sangre de cisne hembra" (sangue di cigno femmina) nelle acque dei giunchi, dischiude un mondo di femminilità e mistero.

 
L'aspetto grafico, come una partitura ben orchestrata, contribuisce a creare una sinfonia visiva. Le parole, disposte come note musicali, guidano il lettore attraverso una melodia di segreti e leggende, creando un'armonia visiva che si fonde con il ritmo della natura descritta.

 
L'analisi metrica rivela una maestria nell'uso delle parole, con versi che fluiscono come ruscelli, dando vita a immagini suggestive. Le strofe, come frammenti di un antico rituale, si susseguono con eleganza, mantenendo una musicalità intrinseca.

 
Lo stile e il linguaggio di Huenún si rivelano come un affascinante gioco di simbolismo, dove le donne, figlie del sole, si nascondono dai giovanotti. Una danza di metafore che rivela le sfumature complesse delle relazioni umane e della connessione con il divino.

 
Le principali figure retoriche, come le metafore e le personificazioni, si fondono armoniosamente, trasformando il testo in un ricco tessuto di significati. Huenún si erge come un narratore di miti moderno, affascinando il lettore con una verità velata da simbolismi, una verità che si svela attraverso le delicate sfumature di sangue di colomba e farfalla.

 
#   Franco Fronzoli
     "Vorrei vivere nella tua penombra"
Nell'antro delle emozioni, Franco Fronzoli dipinge con maestria un quadro di desideri delicati e ardenti, una sinfonia di sentimenti espressa con raffinatezza e profondità. "Vorrei vivere nella tua penombra" è un inno alla sospensione, alla tensione di un desiderio mai completamente realizzato.

 
L'aspetto grafico della poesia, con le sue linee sospese e gli spazi bianchi, riflette la delicatezza e l'aria rarefatta di un'atmosfera sognante. I versi, come passi incerti, si muovono con grazia e leggiadria, creando un ritmo che culla il lettore nell'attesa di qualcosa di indefinito.

 
L'analisi metrica rivelata in queste strofe intime svela una struttura che si muove con la fluidità di un respiro. L'assenza di rime, una scelta consapevole, amplifica il senso di libertà e apre spazi di significato da esplorare nei vuoti tra le parole.

 
Lo stile di Fronzoli si rivela in tutta la sua poesia come un incanto, dove il desiderio di vivere nell'ombra, respirare in silenzio e seguire nell'ombra è narrato con una grazia elegante. L'uso delle metafore, come "dormire in un letto di margherite", è una carezza linguistica che avvolge il lettore in un mondo di sensualità e desiderio.

 
La protezione desiderata, dalle opinioni meschine alle delusioni, diventa un atto d'amore puro e instancabile. L'autore, con toni esegetici e psicologici, si fa custode delle emozioni, fermando gli incubi e aprendo la strada ai sogni.

 
Franco Fronzoli osa dire la verità con lirismo, creando una poesia che si svela come una dichiarazione d'amore eterea e appassionata. Sarà sempre vicino, come un'ombra sottile, e il lettore, come il soggetto della poesia, non potrà far altro che essere affascinato da questa dichiarazione di desiderio senza tempo.

 
#   Armando Bettozzi 
      "Ognuno scéje"
Sulla tela delle parole, Armando Bettozzi traccia un affresco vibrante sulla giustizia in Italia, danzante tra le sfumature di una realtà spesso ingiusta, una danza complessa che si svolge sul palcoscenico delle cronache.

 
L'aspetto grafico della poesia si configura come un gioco di linee incrociate, a simboleggiare la complessità del sistema giudiziario. Le parole si dispongono in uno schema ritmico, una danza di concetti e idee che si muovono come ballerine su un palco interpretando il dramma dell'ingiustizia.

 
L'analisi metrica rivela un ritmo sfuggente, come la giustizia stessa che si contorce tra "casi a iosa nelle cronache". Versi scattanti si alternano a quelli più fluidi, una composizione dinamica che si adatta alle vicissitudini del tema trattato.

 
Lo stile di Bettozzi emerge come un gioco di luci e ombre, un linguaggio che oscilla tra il dialettico e il lirico. Le metafore, come "dar latte che te succhi da le zinne," dipingono un quadro crudo e intimo della vita e delle sue intricazioni con il destino e la giustizia.

 
Le figure retoriche, come l'anafora in "Ognuno scéje," e l'uso dei contrasti, come "in paradiso vivi, o in un inferno," arricchiscono il tessuto poetico. Bettozzi si fa critico, scrutando nei meandri della mente umana, giocando con le parole per svelare le complessità psicologiche che sottendono alle dinamiche della giustizia.

 
Il poeta osa dire la verità con una miscela di toni esegetici e psicologici, sottolineando la natura a volte paradossale della giustizia. Il testo, con la sua bellezza grezza, si fa eco delle speranze e delle delusioni, offrendo una prospettiva ricca di sfumature che invita il lettore a riflettere sulla natura mutevole e spesso enigmatica del sistema giudiziario.

 
#   Marino Giannuzzo
      "Piange la madre"

 
Nel mesto canto di Marino Giannuzzo, "Piange la madre," emerge un lamento profondo, un'ode dolorosa alla perdita e al dramma della guerra. Il poeta, con maestria e leggiadria, incide nel cuore del lettore, affascinandolo con un linguaggio che danza tra la tristezza e la bellezza della tragedia umana.

 
L'aspetto grafico della poesia, con le sue linee sobrie, rispecchia la gravità del tema. Le parole sono disposte come soldati in formazione, ordinatamente, esaltando la forza contenuta di un dolore che si manifesta nei dettagli e nell'ordinario, nelle contrade del Molinello, nell'orario preciso.

 
L'analisi metrica rivela una scelta di versi brevi, quasi come colpi di mitraglia, che riecheggiano il tumulto della guerra. La rima, presente in alcuni casi, emerge come un eco melodico, un contrappunto alla tragedia che si svolge.

 
Il poeta adotta uno stile spoglio ma potente, utilizzando parole chiare e incisive. La figura retorica dell'anastrofe, evidente in "Provvida una mano," rafforza la tensione e l'urgenza del momento, mentre la ripetizione di "si dispera" accresce la risonanza dell'angoscia materna.

 
Lo stile psicologico si fa avvertire con la rappresentazione delle fasi del dolore materno, dalla disperazione al gesto insano e poi alla risata pazza. Giannuzzo dipinge il paesaggio emotivo con pennellate precise, dando vita a una narrazione psicologica che abbraccia la follia e la sofferenza umana.

 
In questo testo, la verità nuda e cruda della guerra e della perdita si svela con un lirismo doloroso. Il poeta, con fine sensibilità, getta una luce sulla follia della madre che ride senza il figlio, un'immagine struggente che affascina e sconvolge in un connubio di emozioni cruenti.

 
#   Alessio Romanini 
"Momento"

 
In questo breve capolavoro di Alessio Romanini intitolato "Momento," il poeta si fa maestro di una danza temporale, sussurrando all'anima di abbracciare il presente con una grazia e un'urgenza che solo la poesia può offrire.

 
L'aspetto grafico della poesia è come un dipinto delicato, con linee che si dipanano con leggerezza e armonia, riflettendo la delicatezza dell'invito a vivere il momento. La disposizione delle parole sottolinea l'importanza della temporalità, enfatizzando l'attimo come protagonista.

 
L'analisi metrica svela un ritmo incalzante, scandito da versi brevi e incisivi che amplificano l'energia dell'invito a vivere. L'assenza di rime forma una melodia sottile, un richiamo al lirismo libero che libera la poesia dal peso del passato e del futuro.

 
Romanini si distingue per uno stile chiaro e penetrante, in cui il linguaggio semplice si carica di significato. Il poeta utilizza una metafora potente, la maschera di dolore, che evoca l'immagine di un volto celato da un velo di sofferenza. La personificazione di "mestizia" contribuisce a dare vita a un'atmosfera emotiva, mentre l'invito a sollevare le ossa dalla solitudine risuona con una forza psicologica palpabile.

 
La principale figura retorica in gioco è l'anastrofe, evidente in "dal ciglio, mestizia asciuga," una scelta stilistica che conferisce un ritmo musicale alla poesia. L'uso del diretto e dell'imperativo intensifica l'urgenza dell'invito, coinvolgendo il lettore in una presa di coscienza immediata.

 
In questo "Momento," Romanini si fa artefice di una poesia che si snoda come un filo sottile tra il passato e il futuro, incanalando il potere del presente. Con lirismo e spessore psicologico, il poeta esorta il lettore a spogliarsi delle angosce passate e a abbracciare con grazia il dono dell'attimo, un invito che affascina e cattura l'anima del lettore con eleganza e profondità.

 
#   Jacqueline Miu
      "insonnia newyorkese"

 
Sotto l'azzurro sconfinato della poesia di Jacqueline Miu, "insonnia newyorkese" si erge come un grattacielo di emozioni, una sinfonia dissonante eppure affascinante della metropoli che non dorme mai. Attraverso l'occhio sofisticato di un pluripremiato poeta e critico letterario, immergiamoci in questa opera di arte verbale.

 
L'aspetto grafico della poesia si presenta come un caleidoscopio di parole, un mosaico visivo di emozioni e immagini. La disposizione delle parole è come una skyline notturna, irregolare e imprevedibile, riflettendo la caoticità e l'incanto della Grande Mela. La mancanza di punteggiatura suggerisce una fluidità, un continuo fluire di pensieri.

 
L'analisi metrica rivela un ritmo frenetico, in sintonia con il cuore palpitante di New York. Versi lunghi si alternano a quelli più brevi, come i passi veloci di chi attraversa le strade affollate. La rima è sfuggente, una melodia improvvisata che si adatta alle strade tortuose della città.

 
Lo stile di Jacqueline Miu è una fusione di leggiadria e brutalità, una danza tra l'eleganza e il caos urbano. Il linguaggio è ricco di immagini vivide, come il "lampione che ha spesso da mandare a quel paese ogni bestia," che conferisce un tono umoristico e decadente.

 
Le principali figure retoriche emergono con forza: l'analogia in "Manhattan un po’ pornostar apre le labbra e gode di un vento fallico," la metafora in "il cuore una Madonna che riceve messaggi dal cielo," e l'iperbole in "un cane che potrebbe prendere fino a Marte." Queste figure retoriche arricchiscono il tessuto della poesia, donando profondità e sfumature all'esperienza descritta.

 
Il poeta osa dire la verità con un lirismo potente, scavando nei meandri dell'anima umana e della città. La sua analisi psicologica si manifesta nella raffigurazione della solitudine e della ricerca, mentre la dichiarazione "ho un sesso che comanda sui sogni" svela una dimensione intima e personale.

 
In questo caleidoscopio di parole, Jacqueline Miu incanta il lettore con la sua capacità di catturare l'essenza della città, sfidando il linguaggio convenzionale e offrendo una prospettiva unica. L'opera è un viaggio attraverso la psiche urbana, un'ode agli eccessi, alle contraddizioni e alla bellezza implacabile di New York, incastonata in un manto di lirismo e verità cruda.

 
#   Ben Tartamo
      "E non so" 

 
In questo componimento di Ben Tartamo intitolato "E non so," il poeta si fa pellegrino dell'incertezza, danzando tra le ombre del dubbio e illuminando il cammino con riflessioni profonde. Approfondiamo questa poesia con uno sguardo attento e lirico.

 
L'aspetto grafico della poesia è semplice e pulito, un riflesso della chiarezza con cui il poeta affronta l'incognita del futuro. Le parole si dispiegano con leggerezza sulla pagina, trasmettendo un senso di apertura e speranza. La disposizione regolare delle strofe suggerisce un equilibrio, un tentativo di ordine in mezzo all'incertezza.

 
L'analisi metrica rivela un ritmo dolce e costante, come una melodia rassicurante. I versi sono brevi ma carichi di significato, creando un flusso continuo di pensieri. La rima baciata in alcune strofe contribuisce a conferire armonia, mentre in altre la mancanza di rime suggerisce un momento di pausa, di riflessione.

 
Lo stile di Ben Tartamo è caratterizzato da una semplicità che cela una profonda riflessione. Il linguaggio è accessibile, ma le parole sono scelte con attenzione, come per dare forza e gravità alle emozioni espresse. L'uso della ripetizione in "E non so" enfatizza l'incertezza, creando un effetto di risonanza nella mente del lettore.

 
La principale figura retorica che emerge è l'analogia, particolarmente evidente nelle immagini di "fiori al vento" e del cuore lanciato "come un sasso" che produce un "bel rumore." Queste analogie aggiungono profondità emotiva, trasformando l'incertezza in un viaggio poetico.

 
Il poeta osa dire la verità con un lirismo delicato, affrontando le incognite della vita con un atteggiamento aperto e positivo. L'uso del "sincero perdono" e del "nuovo fiore al vento" sottolinea la volontà di superare le difficoltà con gentilezza e speranza.

 
In conclusione, Ben Tartamo, con "E non so," ci invita a navigare le acque incerte della vita con un sorriso, con sincerità e con la promessa di nuovi inizi. La sua poesia è un inno alla resilienza, un invito a danzare anche nell'incertezza, avvolto in un linguaggio che affascina e consola con la sua delicatezza e verità intrinseche.

 
#   Carlo Chionne
      "Quattro novembre: ripartiamo da Quarto!" 
In questo saggio poetico, il nostro Carlo, coniuga storia e umorismo, invitando il lettore a riflettere sulla flessibilità delle opinioni umane. La poesia, con il suo ritmo incalzante e la sua leggerezza, rende omaggio all'ardore dei Mille e offre una prospettiva
In questo saggio poetico di Carlo Chionne intitolato "Quattro novembre: ripartiamo da Quarto!" emerge un omaggio alla storia e alla flessibilità di pensiero, intrecciato con un tocco di umorismo. Analizziamo questa composizione con una lente attenta e un approccio lirico.

 
L'aspetto grafico della poesia è semplice e lineare, in sintonia con il linguaggio chiaro e diretto del poeta. La disposizione regolare delle strofe suggerisce ordine e chiarezza, riflettendo forse la visione ben delineata dell'autore sulla storia e sulla mutabilità delle opinioni.

 
L'analisi metrica svela un ritmo vivace e incalzante, come un passo marziale che richiama il fervore dei Mille guidati da Garibaldi. I versi brevi contribuiscono a creare un senso di marcia, mentre la rima baciata conferisce un tocco melodico, evocando il ritmo di una canzone patriottica.

 
Lo stile di Carlo Chionne è caratterizzato da una mescolanza di toni leggeri e ponderati. L'uso dell'umorismo emerge nella citazione di Garibaldi e nella dichiarazione sulla mutabilità delle opinioni. Questo tocco di leggerezza contrasta con la serietà storica dell'evento e aggiunge un elemento di fascino alla poesia.

 
Le principali figure retoriche includono la citazione, che rende omaggio a Garibaldi e ai suoi Mille, e l'ironia, presente nella considerazione dell'immutabilità delle opinioni. Questi elementi donano profondità e complessità alla poesia, creando un dialogo tra il passato storico e il presente riflessivo.

 
In conclusione,  contemporanea sull'importanza di adattarsi e cambiare di fronte alle sfide della vita.

 
Con stima e affetto, 
vostro Marino Spadavecchia 

 

Commenti Poesie pubblicate
25-26-27 novembre 23

 
*   Bruno Amore-"Amar(l)ezza"

**Note sulla poetica dell'autore:**

Bruno Amore, con "Amar(l)ezza", si presenta come un poeta che abbraccia la dualità dell'amore e dell'amarezza. La sua poetica sembra navigare tra la passione ardente e la delusione, creando un equilibrio teso tra l'amaro e il dolce.
**Contenuto del testo:**
"Amar(l)ezza" esplora il contrasto tra l'amarezza di una relazione deludente e l'amaro risultato di aspettative infrante. Il poeta affronta la vulnerabilità delle emozioni e riflette sulla natura effimera dell'amore.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi suggerisce un flusso controllato, guidando il lettore attraverso il susseguirsi di emozioni contrastanti. La scelta di utilizzare la cicuta come metafora potente e visiva aggiunge un elemento di drammaticità.
**Analisi metrica:**
La metrica fluisce con una cadenza che accompagna il ritmo del poeta, creando una melodia armoniosa. L'uso di versi lunghi e brevi contribuisce a sottolineare l'andamento delle emozioni nel testo.
**Stile e linguaggio:**
Amore utilizza un linguaggio diretto, senza fronzoli, evidenziando la cruda sincerità delle sue parole. L'uso di metafore come "strada impervia" e "serpenti versi" arricchisce il testo di immagini intense.
**Principali figure retoriche:**
La personificazione emerge con forza nei versi che parlano di tirare sassi "dal buio dei tuoi pensieri", conferendo una dimensione umana agli elementi astratti. L'immagine del "cencio" trasmette il senso di degrado e decadenza dell'amore deluso.
"Amar(l)ezza" è un canto vibrante di emozioni contrastanti, un viaggio attraverso la complessità dell'amore e della delusione. Bruno Amore sfida l'amaro della realtà con la sua prosa audace, creando un'opera che tocca il cuore e la mente del lettore con forza e grazia.

 
*   Salvatore Armando Santoro- "Nespolo" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Salvatore Armando Santoro, con "Nespolo," dipinge un ritratto lirico e delicato della pianta, intrecciando elementi naturali con riflessioni sulla vita. La sua poetica si fonde con la bellezza della natura, catturando il fascino dell'autunno e la ciclicità della vita.
**Contenuto del testo:**
La poesia celebra il nespolo d'autunno, rivelando la sua straordinaria bellezza e il suo contributo vitale all'ambiente circostante. L'autore esplora la dualità della vita e della morte, incorniciando la fioritura del nespolo nel contesto del declino autunnale.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi suggerisce un fluire armonioso, evocando l'immagine del nespolo che cresce e sboccia. L'uso di spazi bianchi mira a enfatizzare la delicatezza dell'opera, creando un equilibrio visivo.
**Analisi metrica:**
La metrica segue un ritmo melodioso, catturando il ciclo vitale del nespolo. L'uso di rime baciata e incrociata aggiunge un tocco di eleganza, mentre i versi si snodano come il filo del tempo.
**Stile e linguaggio:**
Santoro adotta uno stile descrittivo e gentile, trasmettendo il suo amore per la natura attraverso immagini vivide. Il linguaggio evoca sensazioni tattili e olfattive, immergendo il lettore nella magia dell'autunno e del nespolo.
**Principali figure retoriche:**
L'uso di personificazione emerge quando l'autore attribuisce al nespolo l'azione di "scegliere il Sud Italia per sbocciare," conferendo alla pianta una volontà propria. L'antitesi tra la fioritura e il declino autunnale arricchisce il testo di significati più profondi.
"Nespolo" di Salvatore Armando Santoro è un inno delicato alla bellezza della natura e al suo ruolo nella continuità della vita. Il poeta intreccia abilmente il mondo naturale con riflessioni più ampie sulla transitorietà della vita umana, creando un'opera che incanta con la sua grazia e raffinatezza.

 
*   Maria Benedetta Cerro-"Considera la grammatica dell’armonia" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Maria Benedetta Cerro, con "Considera la grammatica dell’armonia," esplora l'armonia attraverso una lente linguistica e visuale. La poetica dell'autore rivela una profonda riflessione sulla grammatica della vita, utilizzando l'armonia come leva concettuale per esplorare la natura umana.
**Contenuto del testo:**
La poesia invita a riflettere sulla grammatica dell'armonia, esplorando il significato intrinseco di parole e azioni. L'autore cattura la purezza dell'infanzia e la connessione con l'essenza umana, presentando il gioco come metafora della vita.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi riflette la grammatica visiva, creando uno schema che richiama l'ordine e l'equilibrio. L'uso di spazi bianchi tra le parole suggerisce pause riflessive, enfatizzando il significato sottostante.
**Analisi metrica:**
La metrica segue un ritmo calibrato, enfatizzando la costruzione concettuale della poesia. L'uso di diverse figure metriche, come l'enjambement, contribuisce a creare un flusso armonico tra i versi.
**Stile e linguaggio:**
Cerro adotta uno stile ricercato e filosofico, giocando con la grammatica come strumento di espressione. Il linguaggio evoca sensazioni di corrusco, solidarietà ed estasi, trasportando il lettore in un viaggio sensoriale e concettuale.
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra la grammatica e l'armonia si traduce in una personificazione delle parole, conferendo loro un ruolo attivo nella composizione della vita. L'uso di parole come "lentezza" e "possibilità" crea un'atmosfera contemplativa, arricchendo il testo di significati più profondi.
"**Considera la grammatica dell’armonia**" è una poesia che si svela come una meditazione sulla struttura della vita stessa, attraverso la lente affascinante della grammatica. Maria Benedetta Cerro, con la sua maestria linguistica, invita i lettori a esplorare il significato nascosto dietro le parole, rivelando la bellezza e la complessità dell'esistenza umana.

 
*   Cristiano Berni-"Per l'altra metà del cielo"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Cristiano Berni, con "Per l'altra metà del cielo," esprime una poesia dedicata alle donne, celebrandone la dignità, il coraggio e la peculiarità. La poetica dell'autore si basa sulla valorizzazione delle donne come figure vitali e complementari, respingendo stereotipi e mercificazioni.
**Contenuto del testo:**
La poesia è un inno alla forza delle donne, incoraggiandole a non piegarsi a ideologie che mercificano il loro corpo. Berni celebra la dignità femminile, riconoscendo le donne come l'altra metà del cielo, portatrici di sogni e stimmate dei desideri.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi segue uno schema fluido, enfatizzando il ritmo armonioso del testo. L'uso di metafore visive, come "siete il sogno di Saffo in volo," aggiunge un elemento di eleganza visiva.
**Analisi metrica:**
La metrica è varia, con versi di diversa lunghezza che contribuiscono a creare un ritmo accattivante. L'assenza di una struttura metrica rigida riflette la libertà e la complessità del soggetto trattato.
**Stile e linguaggio:**
Berni adotta uno stile lirico, con linguaggio che mescola forza e delicatezza. Le parole, come "splendore," "stimmate," e "caparbietà," contribuiscono a creare un ritratto ricco e complesso delle donne.
**Principali figure retoriche:**
L'uso di parole come "sogni," "forza," e "delicatezza" rivela una serie di figure retoriche che sottolineano la complessità delle donne. L'invito a "immaginare di volare in un cielo azzurro che è tutto da riempire" utilizza la metafora del cielo come spazio di possibilità inesplorate.
"Per l'altra metà del cielo" di Cristiano Berni è un inno poetico che celebra la femminilità con una combinazione di lirismo e impegno. L'autore, con eleganza e profondità, esorta le donne a riconoscere la propria forza e a perseguire un cammino di dignità e libertà.

 
*   Marco Cabassi-"Acqua"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Marco Cabassi, con la sua poesia "Acqua," esplora la natura poliedrica dell'acqua, utilizzandola come metafora per riflettere sulle sfaccettature della vita. La poetica di Cabassi sembra concentrarsi sulla fluidità e la mutevolezza dell'esistenza, richiamando il lettore a riflettere sulle profondità e le superfici della vita.
**Contenuto del testo:**
La poesia esplora la molteplicità dell'acqua, connettendo le sue caratteristiche fisiche a una riflessione più ampia sulla vita umana. L'autore gioca con le dualità dell'acqua, utilizzandola come specchio dei pensieri irrequieti e simbolo dell'animo senza catene.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi segue uno schema regolare, contribuendo a creare un ritmo costante, simile al fluire dell'acqua. La semplicità visiva riflette la chiarezza di cui si parla nel testo, sottolineando l'idea della trasparenza e della sincerità.
**Analisi metrica:**
La metrica è libera, permettendo una maggiore espressione della fluidità descritta. I versi variano in lunghezza, contribuendo a creare un ritmo che richiama il flusso naturale dell'acqua.
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza uno stile sobrio ma efficace, con parole che evocano immediatamente le qualità dell'acqua. Le immagini descrittive come "acqua ferma" e "acqua corrente" sono potenti nel trasmettere l'essenza della vita.
**Principali figure retoriche:**
Il testo utilizza figure retoriche come l'ossimoro ("acqua cheta ma poi furibonda") per sottolineare l'ambivalenza della vita. L'uso di metafore e similitudini, come "come in principio che vita diffondi," arricchisce il linguaggio poetico.
"Acqua" di Marco Cabassi è un'ode alla fluidità dell'esistenza, incanalando la potenza metaforica dell'acqua per esplorare i vari aspetti della vita umana. L'autore riesce a trasmettere l'essenza e la complessità della vita attraverso l'analisi poetica di un elemento così fondamentale.

 
*   Felice Serino-"Come saremo"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Felice Serino, con la sua poesia "Come saremo," attinge alla dimensione dell'immaginazione e della connessione universale. La poetica di Serino sembra concentrarsi sulla spiritualità e sull'esperienza umana intrisa di una luce cosmica, richiamando il lettore a riflettere sulla sua esistenza in relazione all'infinito.
**Contenuto del testo:**
La poesia invita il lettore a immaginare una realtà sovraumana, una connessione profonda tra l'individuo e l'universo. L'autore esplora temi di spiritualità, amore universale e una trasformazione cosmica, creando un linguaggio che sfida i confini della comprensione umana.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo è semplice ma ricca di spazio, riflettendo l'ampiezza delle tematiche affrontate. La brevità dei versi accentua il senso di immediatezza e apertura verso il divino.
**Analisi metrica:**
La poesia segue una struttura metrica libera, permettendo all'autore di esprimere in modo flessibile le visioni e le idee astratte. La variazione nella lunghezza dei versi sottolinea l'intensità emotiva e la profondità delle riflessioni.
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza uno stile evocativo e lirico, intriso di immagini metaforiche. Le parole come "luce di mille soli" e "donarsi d'amore universale" conferiscono al testo una dimensione mistica, mentre l'invito a immaginare suggerisce una partecipazione attiva del lettore.
**Principali figure retoriche:**
La poesia utilizza l'enfasi emotiva attraverso l'uso di figure retoriche come l'analogia ("una luce di mille soli") e l'ossimoro ("inconcepibile ma possibile"). Questi elementi arricchiscono il testo di significati molteplici e profondi."Come saremo" di Felice Serino si rivela come un viaggio nell'immaginazione, un'ode alla potenza del pensiero e della connessione spirituale. L'autore dipinge un quadro di un'esperienza oltre la comprensione umana, affascinando il lettore con la bellezza e la profondità della vita immaginata.

 
*   Laura Lapietra-"Waka"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Laura Lapietra, con il suo Waka, incarna l'estetica giapponese e l'essenza del "haiku." La poetica di Lapietra si concentra sulla brevità, la natura e l'istantaneità dell'esperienza umana, richiamando l'attenzione alla bellezza semplice della vita quotidiana.
**Contenuto del testo:**
Il Waka descrive una scena delicata e suggestiva della natura, dove la neve d'aprile sboccia su un albero. L'immagine si arricchisce con la presenza di una bambina che si arrampica, aggiungendo un elemento di gioia e vitalità.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo è breve e compatta, in perfetto accordo con la tradizione giapponese. La separazione delle due parti suggerisce una pausa riflessiva tra l'immagine della neve d'aprile e l'azione della bambina.
**Analisi metrica:**
Il Waka segue una struttura metrica tradizionale giapponese di 5-7-5-7-7 sillabe. Questa struttura conferisce al testo un ritmo calmo e armonioso, accentuando la brevità e la precisione dell'espressione.
**Stile e linguaggio:**
Lapietra adotta uno stile sobrio ed essenziale, caratteristico dei Waka. L'uso di parole come "losu" (albero) e "ameni sguardi" aggiunge un tocco di delicatezza e suggestione, invitando il lettore a immergersi nella natura descritta.
**Principali figure retoriche:**
Il Waka sfrutta l'immagine poetica per suscitare emozioni e riflessioni. L'uso di "neve d'aprile" può essere interpretato come una metafora della sorpresa e della fugacità della bellezza, mentre la presenza della bambina aggiunge un elemento di vitalità e gioia.
Questo Waka di Laura Lapietra si rivela come un'opera d'arte in miniatura, catturando la meraviglia di un momento nella natura e nell'infanzia. L'arte della brevità si fonde con la profondità del significato, offrendo al lettore uno scorcio di bellezza e armonia.

 
*  Giuseppe Stracuzzi- "Dolce amore" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Giuseppe Stracuzzi, con la sua poesia "Dolce amore", si immerge nei territori della nostalgia e dell'amore fugace. La poetica di Stracuzzi si distingue per l'introspezione emotiva e l'uso di immagini evocative, trasportando il lettore in un mondo di sensazioni intense e memorie affioranti.
**Contenuto del testo:**
La poesia dipinge un quadro di dolce amore vissuto in una notte solitaria. L'immagine del "nodo che stringe poi si scioglie" suggerisce un momento intenso e fugace, mentre la metafora della rosa e della rugiada evoca la fragilità e la bellezza dei ricordi.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo è fluida e armoniosa, riflettendo il flusso delle emozioni descritte. La scelta di utilizzare versi brevi contribuisce alla sensazione di immediatezza e intensità.
**Analisi metrica:**
La metrica segue uno schema libero, permettendo una maggiore flessibilità espressiva. L'assenza di una struttura rigida riflette l'approccio emotivo e personale dell'autore alla sua tematica.
**Stile e linguaggio:**
Stracuzzi adotta uno stile lirico e suggestivo, arricchito da metafore come il "nodo che stringe" e la "rosa che lascia gocciolare la rugiada." Il linguaggio è ricco di immagini visive e tattili, coinvolgendo il lettore in un'esperienza sensoriale.
**Principali figure retoriche:**
L'uso delle metafore, come quella della rosa e del nodo, aggiunge profondità e significato alla poesia. Inoltre, la personificazione degli occhi come "dove sfocia il mio fiume di rimpianti" conferisce una dimensione psicologica e emotiva al testo.
In questa poesia, Stracuzzi rivela la delicatezza dell'amore vissuto in una singola notte, incanalando l'essenza di un sentimento attraverso immagini poetiche che affiorano nella memoria. La bellezza e la fugacità dell'esperienza amorosa emergono come temi centrali, offrendo al lettore una riflessione profonda sulla natura effimera delle emozioni.

 
*   Alessandra Piacentino- "Sei tu sono io"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Alessandra Piacentino, con la sua poesia "Sei tu sono io," si avventura nei territori complessi delle relazioni umane e della ricerca di sé. La poetica dell'autrice si caratterizza per l'esplorazione dei sentimenti, evidenziando l'ambiguità e la difficoltà nell'affrontare la realtà delle connessioni umane.
**Contenuto del testo:**
La poesia affronta il tema delle relazioni umane, esplorando l'idea di una connessione spezzata. La dicotomia tra "Sei tu sono io" sottolinea la disintegrazione dell'unità, mentre le immagini di nuvole e sole trasmettono una transizione da momenti luminosi a ombre distanti. La ricerca dell'autenticità si scontra con la solitudine e le parole vuote.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo riflette il senso di disorientamento e frammentazione descritto nella poesia. L'uso di punti di sospensione e interruzioni visive contribuisce a creare una sensazione di incertezza e lontananza.
**Analisi metrica:**
La struttura metrica segue uno schema libero, in sintonia con la tematica delle relazioni complesse e sfuggenti. L'assenza di una metrica rigida consente una maggiore libertà espressiva.
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio di Piacentino è ricco di immagini evocative e simboli. Le metafore delle nuvole, del sole, e delle parole scombussolate aggiungono profondità e complessità al testo. L'uso di ripetizioni e allitterazioni contribuisce a enfatizzare il senso di smarrimento.
**Principali figure retoriche:**
L'autrice utilizza figure retoriche come l'anafora con "Sai quale è il problema" per sottolineare la difficoltà comunicativa e l'ambiguità delle relazioni. Le immagini di nuvole e ombre agiscono come metafore pregnanti che trasmettono il passaggio da uno stato all'altro.
In questa poesia, Piacentino esplora con maestria la complessità delle relazioni umane, mettendo in luce la difficoltà di trovare autenticità in un mondo frammentato. La ricerca di una "canzone" rappresenta il desiderio di un legame significativo, ma la poesia suggerisce una mancanza di chiarezza e di connessione reale, lasciando il lettore con un senso di smarrimento e disillusione.
 

 
* Marino Spadavecchia- "Chiudere le fontane"
In questa danza di emozioni abilmente intrecciate, Marino Spadavecchia si rivela maestro nel tessere un caleidoscopio di immagini e sensazioni, offrendo al lettore un viaggio profondo nell'animo umano. "Chiudere la fontana" è un atto di resilienza, un'ode al controllo emotivo, dove il sudore ribolle sui cuscini dei sentimenti ardenti.

 
L'abile manipolazione delle gocce di pioggia, schiacciate "una ad una", rivela una sensibilità straordinaria nel confrontarsi con i dilemmi esistenziali. Come se l'autore cercasse di dominare l'inarrestabile caduta dei "perché" sulla pavimentazione tagliente della riflessione.

 
Le "chiavi di violino" tra le coperte dell'ultimo amplesso offrono una visione chiara e illuminante, aprendo finestre sull'intimità consumata e desideri ormai svaniti.

 
Le "parole acerbe" lacerate sottolineano una consapevolezza brutale, mentre i "gemiti acuti" zittiscono il tumulto degli angeli decaduti, creando un silenzio pregnante nella morte inconsapevole.

 
Nel tessuto della poesia emerge uno stile intriso di lirismo, dove la lingua si trasforma in uno strumento musicale e le figure retoriche si intrecciano come fili d'oro in un arazzo. Spadavecchia si erge come virtuoso, guidando il lettore attraverso un percorso psicologico complesso, svelando la profondità dell'animo umano con maestria e fascino letterario. La disposizione grafica, come una partitura ben orchestrata, amplifica il ritmo e l'armonia delle parole, contribuendo a creare un'esperienza sensoriale completa.
In questa poesia, Spadavecchia si rivela non solo come un raffinato poeta ma anche come un sottile psicologo dell'anima, esplorando le complessità dei sentimenti umani con una delicatezza straordinaria e una verità tagliente.
Spero che la traduzione dall'originale italiano a me affidata dal fraterno autore, abbia reso ciò che la sua anima ha immaginato.

 
Con infinito,  profondo affetto per ognuno di voi, scusandomi per eventuali imprecisioni interpretative, vi saluto tutti. Con stima e riconoscimento al creatore di questo sito, il caro professore Lorenzo de Ninis.
Vostro Ben Tartamo 

 

22-23-24 Novembre

Splendido staff di poechirurghi al San Lurienzo magistralmente coordinati dal primario Prof De Ninis. Buonalavoro e .... grazie infinite da un paziente.
Bruno Amore[br1]
 

 

Commenti alle Poesie del 22-23-24 novembre23

 
*   Marco Cabassi -  "La nebbia tra le Robinie."
**Contenuto del testo:**
Nelle pieghe dell'incerto, dove il mistero si avvolge tra le Robinie, Marco Cabassi disegna un quadro poetico intitolato "La nebbia tra le Robinie." È un viaggio attraverso il velo sottile di ricordi impalpabili, svelando la Padania rurale con la sua eredità di nebbia e storia.

 
**Aspetto grafico:**
Come la nebbia che abbraccia ogni contorno della campagna, la disposizione delle parole sull'arduo foglio trasmette un senso di enigma e incertezza. Le parole, come vapori evanescenti, si librano nell'aria, esplorando il vuoto della memoria.

 
**Analisi metrica:**
La danza dei versi, lungi da regole rigide, segue un ritmo malinconico. Ogni verso è una nota musicale nella sinfonia della nebbia e dei ricordi, creando un flusso armonico che avvolge il lettore in un'atmosfera di malinconica bellezza.

 
**Stile e linguaggio:**
Cabassi adotta uno stile lirico avvolto nell'atmosfera della nebbia. Il suo linguaggio, ricco di dettagli, dipinge la campagna padana con pennellate di nostalgia. Metafore come "nebbia di terra e di torba" rivelano strati profondi di significato, trasformando la nebbia in una poesia in sé.

 
**Principali figure retoriche:**
Le metafore, come la Garzetta immobile e la lacrima di nebbia sul viso, sono gemme poetiche che rivelano il significato più profondo della nebbia. L'uso simbolico della nebbia come velo tra passato e presente sottolinea il tema della trasformazione e della memoria.

 
**Giudizio complessivo:**
"La nebbia tra le Robinie" di Marco Cabassi è un canto malinconico alla nostalgia e alla trasformazione. Attraverso una scrittura lirica avvincente, l'autore crea un'opera d'arte che affascina il lettore, invitandolo a perdersi nella nebbia dei ricordi e a scoprire la bellezza nascosta tra le pieghe del tempo. Un'ode poetica che si fa eco nell'anima, persistendo come la nebbia stessa nell'eternità della memoria.

 
*   Nino Silenzi - "Anni" 
**Contenuto del testo:**
Nino Silenzi, con maestria e profondità, scrive la sua "Anni," una poesia che esplora il peso degli anni sulle spalle di chi ha vissuto. Il poeta dipinge il passare del tempo come una catasta di anni che, invece di opprimere, solleva l'anima, offrendo una prospettiva unica sulla vita.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi riflette la leggerezza e la fluidità del tempo. La struttura aperta suggerisce una libertà di movimento, mentre l'uso sapiente delle virgole crea pause, permettendo al lettore di assaporare ogni "palpito del tempo" come un capitolo autonomo.

 
**Analisi metrica:**
La metrica è libera, un'armonia di versi che si muovono agilmente. I versi corti, in particolare, catturano l'effimero battito del tempo, mentre l'alternanza tra brevi e lunghi crea un ritmo fluido che imita la danza degli anni.

 
**Stile e linguaggio:**
Silenzi adotta uno stile che fonde la saggezza con la meraviglia dell'infanzia ritrovata. Il linguaggio è essenziale, come il tempo che scorre, eppure ricco di simbolismi che trasformano le esperienze quotidiane in immagini evocative.

 
**Principali figure retoriche:**
L'uso delle metafore, come il sole più luminoso e la pioggia fresca come la mano della mamma, dona alla poesia un carattere universale. Le nuvole, le stelle e le ombre diventano archetipi che narrano una storia di rinascita e rinnovamento.

 
**Giudizio complessivo:**
"Anni" di Nino Silenzi è una sinfonia di vita, un inno alla leggerezza che può emergere nonostante il carico degli anni. Con un lirismo intriso di saggezza, il poeta celebra la riscoperta dell'essenza dell'infanzia nel corso del tempo. Una poesia che si pone come luce nella dimensione della memoria, affascinante e profondamente umana.

 
*   Felice Serino - "Come saremo" 
**Contenuto del testo:**
Felice Serino, nella sua poesia "Come saremo," ci conduce in un viaggio di contemplazione sull'essenza dell'esistenza. L'autore invita il lettore a immaginare una luce interiore, una connessione con l'Universo e un'entità onnipresente che si manifesta attraverso l'amore universale.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi riflette l'armonia di cui si parla nella poesia. La struttura aperta suggerisce la vastità dell'immaginazione, mentre la chiarezza visiva si presta a una lettura che scorre fluida, seguendo il ritmo delle riflessioni proposte.

 
**Analisi metrica:**
La metrica è libera, adattandosi alla fluidità delle visioni descritte. Versi brevi e lunghi si alternano, creando un ritmo che cattura l'infinità delle possibilità immaginate dall'autore.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio di Serino è intriso di misticismo e profondità. L'uso di parole come "ubiqua entità" e "donarsi d'amore universale" conferisce un tono spirituale alla poesia. La scelta di immagini evocative crea un'atmosfera di trascendenza.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autore ricorre a figure retoriche come l'immaginazione, la personificazione di una luce interiore e l'invito a "provare ad immaginare" per coinvolgere il lettore nella costruzione di un mondo sospeso tra realtà e sogno.

 
**Giudizio complessivo:**
"Come saremo" è un'ode alla potenza della visione e dell'immaginazione. Felice Serino trasforma la contemplazione filosofica in una poesia incantevole, incanalando il potere della mente umana nel plasmare una realtà intrisa di amore e connessione universale. Un invito a esplorare l'infinito, un'opera di lirismo che cattura l'anima del lettore.

 
*   Franco Fronzoli - "Volo nel cielo e viaggio intorno"
**Contenuto del testo:**
Franco Fronzoli, con la sua poesia "Volo nel cielo e viaggio intorno," dipinge un quadro di intimità e connessione profonda tra gli individui. L'autore esplora la dimensione emotiva dell'amore, descritta attraverso il volo nel cielo e il viaggio intorno al cuore dell'altro, sottolineando l'esperienza condivisa e la libertà emotiva.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi suggerisce una fluidità che si adatta al tema del volo e del viaggio. Le linee sono pulite, e la disposizione spaziosa riflette l'apertura di cuore e mente all'esperienza condivisa.

 
**Analisi metrica:**
La metrica segue uno schema libero, adattandosi alla leggerezza e alla libertà evocate dal tema del volo e del viaggio. La scelta di versi brevi e lunghi contribuisce a creare un ritmo che riflette l'ascesa e la caduta di emozioni.

 
**Stile e linguaggio:**
Fronzoli adotta uno stile leggero e incantevole, utilizzando un linguaggio accessibile per esprimere sentimenti profondi. L'uso di immagini come "cavalcare tramonti di mille colori" e "la luna in fondo al mare" aggiunge una dimensione visiva e poetica alla descrizione dell'amore.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autore utilizza l'immaginazione e l'evocazione sensoriale per creare una connessione emotiva. L'uso della ripetizione con la parola "liberi" sottolinea il tema della libertà, sia fisica che emotiva, che si ottiene attraverso l'amore.

 
**Giudizio complessivo:**
"Volo nel cielo e viaggio intorno" è un'ode all'amore con un'atmosfera leggera e ariosa. Franco Fronzoli riesce a trasmettere la profondità delle emozioni e la connessione tra gli amanti attraverso un linguaggio poetico che affascina e cattura l'immaginazione del lettore. Una poesia che danza tra le nuvole dell'amore, arricchita da un tocco di lirismo e un'eleganza senza tempo.

 
*   Alessio Romanini -  "Monumenti ai caduti"
**Contenuto del testo:**
Alessio Romanini, con "Monumenti ai caduti," crea una riflessione profonda sulla follia delle guerre e la necessità di abbracciare la pace. I monumenti di marmo si ergono come simboli mutevoli, dedicati ai caduti, fungendo da ammonimento contro la ripetizione di violenze inutili.

 
**Aspetto grafico:**
L'uso di parole come "marmorei simulacri" suggerisce una solidità eterna, mentre la disposizione pulita dei versi rispecchia la chiarezza e la fermezza del messaggio.

 
**Analisi metrica:**
Romanini adotta una metrica regolare con rime alternate, creando un ritmo che risuona con la stabilità desiderata nella richiesta di pace. L'equilibrio metrico enfatizza la centralità del tema.

 
**Stile e linguaggio:**
Lo stile è chiaro e incisivo, con l'uso di metafore potenti come "l'inganno del serpente" che evocano immagini bibliche. L'autore usa un linguaggio accessibile per trasmettere un messaggio universale contro la guerra.

 
**Principali figure retoriche:**
L'uso della personificazione nel definire l'umanità come "stolta e labile" aggiunge un tocco di critica sociale, sottolineando la debolezza umana di fronte all'ingiustizia. L'invocazione al "disarmo" funge da richiamo retorico alla pace.

 
**Giudizio complessivo:**
"Monumenti ai caduti" è una poesia che, con eleganza e chiarezza, esprime una profonda avversione alla guerra e un appello per l'adozione della pace. Alessio Romanini riesce a trasmettere la gravità del tema senza sacrificare la bellezza della forma poetica. La sua penna, come marmo scolpito, plasma un monito contro la violenza, invitando a un riflettere profondo sull'umanità.

 
*   Ben Tartamo -  "Memento"
**Contenuto del testo:**
Nel canto etereo di Ben Tartamo, intitolato "Memento," si innalza un'ode di ricerca interiore, un inno di desiderio di divinità, una preghiera intessuta di umiltà e amore, evocando la sacralità della vita e l'abbraccio della sofferenza come veicolo di elevazione spirituale.

 
**Aspetto grafico:**
Le parole scelte danzano sulla pagina, un intreccio di grazia letteraria. Il ritmo cadenzato, come un'antica melodia, sottolinea il rituale della ricerca spirituale, con versi che si ergono come colonne di un santuario.

 
**Analisi metrica:**
I versi, come passi di una liturgia segreta, svelano una simmetria divina. Le rime, come incantesimi, riverberano, catturando l'aspirazione di un'anima in cerca di comunione spirituale.

 
**Stile e linguaggio:**
Tartamo tesse il suo messaggio con un linguaggio etereo, dipingendo l'amore come l'essenza dell'esistenza. L'espressione "sia dolce il soffrire" assume un tono di lirismo mistico, indicando la trasformazione attraverso la sofferenza.

 
**Principali figure retoriche:**
Il richiamo al "Memento" assume un'aura di litania, una costante meditazione sulla propria umanità. Il "farsi dono e agire" risuona come un mantra, incanalando la volontà di abbracciare il divino attraverso azioni altruistiche.

 
**Giudizio complessivo:**
"Memento" è un capolavoro lirico che, con la sua magnifica simmetria e le sue parole intrise di spiritualità, invita il lettore a immergersi in una dimensione di contemplazione e connessione divina. La poesia diviene un canto celestiale, condividendo l'esperienza spirituale di Tartamo in una danza poetica che tocca le corde più profonde dell'anima.

 
*   Carlo Chionne - "Novembre"
**Contenuto del testo:**
In "Novembre" di Carlo Chionne, emerge una meditazione sul trascorrere del tempo, una sorta di viaggio malinconico tra lapidi erette dai giorni che sfuggono. Il poeta dipinge il fluire degli anni come siluri, immagini che trasportano il lettore in un percorso di riflessione sul passare inesorabile del tempo.

 
**Aspetto grafico:**
Le parole di Chionne sono disposte con sobrietà, ma l'impatto visivo risiede nella loro essenzialità. Lapidi appese lungo i muri suggeriscono una narrazione visiva, come frammenti di memoria che si ergono come testimonianze del passato.

 
**Analisi metrica:**
La brevità dei versi imita l'efficacia di un siluro: concisi, diretti, penetrano nell'animo del lettore. L'assenza di fioriture permette al messaggio di emergere con intensità.

 
**Stile e linguaggio:**
Chionne adotta uno stile essenziale e diretto, evitando eccessi retorici. Il termine "siluri" conferisce al testo una carica simbolica, suggerendo che il passato è un'arma che lascia il segno.

 
**Principali figure retoriche:**
La personificazione degli anni come siluri crea un'immagine potente, suggerendo la potenza distruttiva del tempo. L'uso delle lapidi come metafora delle esperienze passate contribuisce a un senso di introspezione.

 
**Giudizio complessivo:**
"Novembre" si distingue per la sua capacità di comunicare un profondo senso di nostalgia e riflessione sul tempo. La poesia si presenta come un viaggio attraverso la memoria, scandendo i giorni con l'efficacia di siluri che, seppur invisibili, lasciano un'impronta indelebile. Con un linguaggio sobrio, Chionne cattura l'essenza di un novembre interiore che si svela con discreta ma potente forza.

 
Con immarcescibile stima al creatore di questo tempio azzurro, prof. Lorenzo de Ninis, e le mie congratulazioni per ogni poeta.

 
Vostro Marino Spadavecchia
San Cristóbal - Táchira - Venezuela

 

Gentilissima Miu,

grazie con tutto il mio cuore

per i tuoi sentiti e lusinghieri commenti.

Un abbraccio.

Alessio Romanini

 

 

 

Perde la rosa i petali

La vita vista come una rosa dal nostro ottimo Marino Giannuzzo. Descrizione romantica e visibilmente toccante – quei suoi ultimi attimi di vita.  La chiusa è un conforto per chi aspira all’Eden. La pace sembra il velo bianco sul volto di un'anima immortale.  Fosse anche la perdita naturale della sua vita, la rosa lasciati alle spalle gioie e dolori, diventa simbiotica col “momentum” e tutto fuorché fine si potrebbe scrivere, leggendo bene questa poesia.

 

Alcamo, 05.12.2022 ore 14,35

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

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Amore se non ti chiamassi Bruno… scrittore cerebrale ma dal palato sensibile, mai contento di scrivere della propria normalità in modo normale. Poema che s’innalza e poi si adagia tra le membra bianche. Soffia il romanticismo e sembra sia una cosa sempre nuova per questo poeta che di vecchio ancora non ha nulla.

bruno amore[br1]

 

 

Negli anni le ferite s’inventano

                             inversa guarigione.

Spettacolare questo titolo. Una poetessa con profondità, che si cela dietro ermetismi per un lettore Enigmista ma ci sta favoleggiare su questa iniziazione a una nuova poetica. Un nuovo tipo di creatività che abbraccia e mette in moto le rotelline del lettore.

Parla di donne e con coraggio la poetessa si espone con la sua autentica scrittura. Complimenti.

 

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

 

"Immagini"

Un quadro armonioso con una chiusa degna da lasciare il suo marchio. Ispiratissimo Cristiano Berni che regala l’armonia di una natura generosa. La sua mano compone e orchestra le parole. A cosa è riferito L’ultimo lembo di verità?

 

Canti e armonie melodiose

salgono in cielo con le Rose.

Fiori che sbocciano piano

sul prato che vedo lontano

e in fondo alla notte cadrà

anche l'ultimo lembo di verità.

Cristiano Berni

 

 

La nebbia tra le Robinie

Camminiamo spalla a spalla con questo autore che pare svanisca nella nebbia di questa lirica così livida e profonda. Una narrativa con chiusa malinconica che non annulla la bellezza struggente del poema.

Marco Cabassi

 

 

Anni

Vorrei paragonare questo gioiellino poetico a una lirica shakespeariana

Devouring Time, blunt thou the lion’s paws,

And make the earth devour her own sweet brood;

Pluck the keen teeth from the fierce tiger’s jaws,

And burn the long-lived phoenix in her blood …

Nino Silenzi è testimone di un “miracolo terreno”, il tempo che passa arricchisce lo spirito e alleggerisce l’anima. Con la limpidezza che lo contrassegna, il professore non tradisce la sua natura genuina. Poetica come un amo delicato che va a pesca di stelle nell’ignoto e noi siamo lì sulla battigia, arenati all’orizzonte, mentre l’animo di Nino e molto, mooolto più lontano. V’è della luminosità contagiante nei versi che possono germogliare una sorta di “bene liberatorio e alato” ovunque, anche su una roccia d’uomo se questo si trovasse a leggerli.

 

Da Le strade della vita

Nino Silenzi

 

 

Come saremo

Bella questa idea di amore universale, dove morendo noi apparteniamo al tutto e il tutto sarà in noi. Sempre molto pensanti i poemi dell'inimitabile Felice Serino che chiude in modo divino questo poema. Plausi.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Volo nel cielo e viaggio intorno

Un viaggio senza confine, amando. Questa libertà di viversi e di andare leggeri, è rappresentato come una promessa. Il romanticismo non è zuccherino bensì luminoso e trascinante.

 

Franco Fronzoli

 

 

Canzone per un lager

La vita che facciamo oggi non è stata nemmeno in minima parte così gioiosa per quelli che sono finiti nei lager. La guerra, il flagello dei flagelli, dove le vittime sono meno di esseri umani e gli esseri umani diventano bestie peggio delle bestie. Poesia cruda e dolorosa che serve a strappare all’anima quella pellicola di indifferenza che si è costruita in questi decenni. I lager hanno sepolto identità, amori, tradizioni e umanità. Bisogna ricordare e commemorare i fantasmi rimasti nella debole luce di un sole che da allora non ha più avuto la forza di splendere allegramente sopra i tetti di quei carceri disumani. Piero Romano Colonna narra di un male che è degenerato e delle vittime di quel male che del sole non hanno mai goduto il calore.

Piero Colonna Romano

 

 

Monumenti ai caduti

Plausi Alessio. Poema trascinante contro la bruttura della guerra. Versi che si alzano bandiera e che il lettore vede sventolare tra i propri pensieri.

Alessio Romanini 

 

 

Novembre

Poema intenso e dal lirismo profondo. Il silenzio soltanto parla dei caduti nelle guerre.

Carlo Chionne

 Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

Poesie del 22-23-24 novembre 23

 
-   Marino Giannuzzo - "Perde la rosa i petali"

**Note sulla poetica dell'autore:**

Marino Giannuzzo, in "Perde la rosa i petali," dipinge con maestria la fragilità dell'esistenza umana attraverso l'immagine poetica di una rosa che perde i petali. L'autore esplora il ciclo della vita, intrecciando la bellezza fugace con la tristezza dell'inevitabile declino.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia segue uno schema metrico libero, dando all'autore la libertà di esprimere la profondità delle emozioni senza confini rigidi. L'assenza di rime accentua il tono malinconico, enfatizzando la natura inevitabile del decadimento.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione lineare dei versi riflette la linearità del tempo e il susseguirsi degli eventi nella vita. L'uso di spazi vuoti tra le strofe crea una pausa visiva, permettendo al lettore di riflettere sul significato di ogni frammento poetico.

 
**Stile e linguaggio:**
Giannuzzo adotta uno stile sobrio e profondo. Le parole evocative come "gioie" e "illusioni" sono intrise di significato, trasmettendo una gamma completa di emozioni. L'uso della natura, in questo caso, la rosa, come metafora della vita, aggiunge un elemento universale alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
L'ossimoro di "gioie e d'illusioni" cattura la dualità dell'esistenza umana. La metafora della rosa per descrivere la vita umana è potente e simbolica, trasmettendo l'effimero e l'inevitabile declino.

 
**Giudizio complessivo:**
"Perde la rosa i petali" è una poesia che tocca le corde più profonde dell'anima umana, esplorando la bellezza, la tristezza e la serenità della vita. La maestria con cui Giannuzzo fonde le immagini poetiche e le emozioni rende questa opera un capolavoro lirico. La scelta di concentrarsi sulla fine della vita attraverso la metafora delicata di una rosa conferisce alla poesia una universalità che risuona con il lettore.

 
-   bruno amore[br1] -"Contenuto condiviso con i tuoi amici
**Contenuto del testo:**
In questa poesia, l'autore dipinge con maestria il ritratto di una giornata speciale, intrisa di emozioni e sensazioni che si svelano attraverso immagini poetiche. La brezza, il caffè, e il profumo arcano emergono come simboli di un momento fugace ma prezioso, sottolineato dall'effimero ciclico del giorno.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione elegante dei versi riflette la delicatezza del tema trattato. La struttura uniforme delle strofe crea un ritmo armonioso, simile al fluire naturale del tempo. La chiara separazione tra i versi offre un respiro visivo, consentendo al lettore di immergersi nelle sfumature delle parole.

 
**Analisi metrica:**
La poesia segue uno schema metrico regolare, sottolineando la cura dell'autore nella costruzione ritmica. La rima baciata, soprattutto nell'alternanza tra i versi, crea una melodia avvolgente che contribuisce a trasmettere l'atmosfera suggestiva del testo.

 
**Stile e linguaggio:**
L'autore adotta uno stile raffinato e lirico, dove ogni parola è scelta con cura per trasmettere immagini vivide e sensazioni profonde. L'uso di termini come "essenza ancestrale" e "senno" aggiunge uno strato di profondità psicologica alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
L'immagine della brezza lieve e del fiore in mano si presenta come una personificazione della giornata, attribuendole un carattere quasi umano. L'analogia tra la brezza e le carezze sottolinea la delicatezza del momento. L'uso del caffè e del profumo come simboli sensoriali arricchisce ulteriormente il tessuto figurativo.

 
**Giudizio complessivo:**
"Ci sono giorni" è un'ode alla bellezza nei dettagli quotidiani, una celebrazione dell'effimero che rende la vita straordinaria. L'autore, con una padronanza della lingua e una sensibilità notevoli, conduce il lettore attraverso una danza poetica di emozioni e sensazioni. La poesia è un inno alla semplicità, al ciclo inesorabile del tempo e all'arte di cogliere la bellezza anche nei momenti più fugaci.

 
-  Salvatore Armando Santoro - "Malattie" 
**Contenuto del testo:**
"Malattie" è un viaggio attraverso le cicatrici emotive e le relazioni frammentate. L'autore esplora la malattia come metafora per la ferita emotiva, sottolineando l'idea che la guarigione potrebbe non essere possibile. La narrazione rivela il persistere delle cicatrici e la difficoltà di superare il dolore causato da una relazione passata.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione pulita e lineare dei versi riflette la chiarezza con cui l'autore affronta il tema della malattia emotiva. La netta separazione tra le strofe crea un ritmo cadenzato, enfatizzando la struttura metrica e guidando il lettore attraverso il fluire dei pensieri.

 
**Analisi metrica:**
La poesia adotta uno schema metrico regolare, con versi di lunghezza variabile. La rima baciata, presente in molte delle coppie di versi, contribuisce a creare una sonorità armoniosa. La rima, tuttavia, non appare in modo sistematico, consentendo all'autore di esplorare la flessibilità metrica.

 
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza uno stile diretto e onesto, senza fronzoli, riflettendo la natura cruda della tematica trattata. L'uso di espressioni come "mi feristi in quel B&B a Nardò" conferisce concretezza al racconto, ancorandolo a luoghi e momenti specifici. Il linguaggio è semplice ma carico di significato.

 
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra la malattia fisica e l'emozione ferita sottolinea il dolore persistente. L'immagine di saltellare su treni in corsa rappresenta un simbolo dell'impetuosità delle relazioni e delle scelte impulsive fatte per fuggire dalla realtà. L'uso della prima persona accentua l'aspetto personale e immediato del vissuto dell'autore.

 
**Giudizio complessivo:**
"Malattie" è una poesia cruda e sincera che affronta senza esitazioni il tema delle relazioni ferite. L'autore, con un linguaggio schietto, invita il lettore a riflettere sulle cicatrici emotive e sulla complessità delle relazioni umane. La poesia è un viaggio attraverso le emozioni, un resoconto senza filtri delle ferite che possono persistere anche dopo la fine di una relazione.

 
-   Maria Benedetta Cerro - "Negli anni le ferite s’inventano"
**Contenuto del testo:**
La poesia di Maria Benedetta Cerro trascende il concetto delle ferite del tempo, abbracciando la complessità delle cicatrici emotive e fisiche. L'autrice esplora il processo di guarigione inversa, sottolineando la metamorfosi delle ferite nel corso degli anni. Le immagini delle ferite della carne che risanano lentamente offrono una riflessione su come il tempo e l'esperienza modellino e trasformino il nostro essere.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione a blocchi della poesia contribuisce a creare uno spazio visivo distinto per ciascun pensiero. Questa struttura riflette la natura frammentaria delle esperienze e delle riflessioni esposte dall'autrice. L'uso di spazi bianchi tra le frasi suggerisce una pausa contemplativa, enfatizzando le fasi della vita e della guarigione.

 
**Analisi metrica:**
La poesia si avvale di una struttura metrica libera, con versi di lunghezza variabile. Questa flessibilità consente all'autrice di adattare il ritmo al contenuto emotivo, creando un flusso armonioso. L'assenza di un rigoroso schema metrico accentua la libertà espressiva.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio evocativo e potente utilizzato dall'autrice offre una prospettiva psicologica e filosofica sulle ferite dell'anima. Le metafore della vita come un abito per l'anima e della guarigione inversa aggiungono profondità e complessità al testo. L'immagine dell'anima che si rende visibile attraverso l'abito trasmette una connessione intima con l'identità umana.

 
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra le ferite fisiche e quelle invisibili dell'anima sottolinea la profonda connessione tra corpo e spirito. L'uso delle metafore, come l'abito per l'anima, crea un linguaggio simbolico che arricchisce il significato della poesia, consentendo al lettore di immergersi nelle riflessioni dell'autrice.

 
**Giudizio complessivo:**
La poesia di Maria Benedetta Cerro è un viaggio introspettivo attraverso il tempo e la guarigione. La poetessa cattura l'essenza delle esperienze umane, esplorando le cicatrici come testimonianze dell'evoluzione dell'anima. L'uso maestoso delle metafore e la profondità espressiva rendono questa poesia un'opera d'arte che si fa eco nella mente del lettore.


 
-   Cristiano Berni - Immagini"
**Contenuto del testo:**
La poesia di Cristiano Berni, intitolata "Immagini", si snoda attraverso un panorama di visioni e sensazioni, evocando un mondo di immagini vivide e contrastanti. Le immagini si susseguono come una serie di quadri che dipingono la vastità della natura e delle emozioni umane, esplorando la bellezza e la complessità della vita.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione aperta della poesia crea uno spazio visivo che riflette la vastità delle immagini descritte. L'uso di spazi tra le parole suggerisce una pausa riflessiva, mentre le descrizioni evocative si stagliano come dipinti sulla tela della pagina.

 
**Analisi metrica:**
La struttura metrica è libera, con versi di lunghezza variabile. Questa libertà consente all'autore di esprimere liberamente le immagini, seguendo un ritmo che fluisce naturalmente. L'assenza di un preciso schema metrico contribuisce a creare un'atmosfera di spontaneità e libertà espressiva.

 
**Stile e linguaggio:**
Berni adotta uno stile lirico che cattura la ricchezza delle immagini descritte. Il linguaggio è vivido e suggestivo, con metafore che rendono tangibili le emozioni evocate. L'uso di contrasti, come tra cieli immensi e colline in fiore, aggiunge profondità alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra immagini naturali e emozioni umane arricchisce la poesia di Berni. Le metafore, come "nuvole di parole" o "fiumi che lenti percorrono tragitti scoscesi", creano un linguaggio simbolico che collega la bellezza della natura alla complessità dell'esperienza umana.

 
**Giudizio complessivo:**
"Immagini" di Cristiano Berni è una sinfonia di visioni e sensazioni che incanta il lettore. L'autore fonde maestosamente la bellezza della natura con la profondità delle emozioni umane. La poesia è un invito a contemplare e apprezzare la ricchezza della vita attraverso gli occhi di un poeta che abbraccia la vastità e la diversità del mondo.

 
Vostro Ben Tartamo

 

 

19-20-21 Novembre

Risposta al commento di Jacqueline Miu
Carissima, innanzitutto grazie per il tuo commento alla poesia "Incapace di amare", ma si tratta esclusivamente di una mia traduzione, il vero poeta e artista creatore è il prof. Marino Spadavecchia nostro compatriota emigrato in Venezuela. A lui, quindi vanno plausi ed onori e i suoi ringraziamenti a te.
Benedetto
 

 

 

Per molti fu guerra vinta

Gli eroi delle guerre vinte spesso nascondono o trascinano con sé segreti o brutalità fatte e/o subite. Ciò che la vittoria di una guerra non può cancellare sono gli abusi e le atrocità vissute (subite) dalle vittime. Una fragilità di cui la violenza ha quasi sempre appetito. Il nostro ottimo Marino Giannuzzo, identifica con i suoi ammirabili versi i personaggi, altare di un dolore che performerà con angosce per tutta la durata della loro vita. Un male subito in prima e in terza persona che non rende onore ad alcuna vittoria. Plausi all’artista per la descrizione quasi sacra delle due vittime che potremmo essere noi dopo una qualunque guerra.

(Ci sarebbe molto da dire sulla natura psicologica del poema e sulla disabilità emotiva dell’amico di cui Marino racconta l’esistenza durante l’avanzata americana. Un personaggio, quello del marito che passa da vittima della guerra a prigioniero e infine una sorta di martire. Plausi e plausi.)

Alcamo, c/da Molinello, 27.06.22 ore 07,20

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo
 

 

Solo rondini

La guerra non risparmia nemmeno gli uccelli nel loro viaggio rituale. Le rondini, simbolo libertà e fede al nido cui fanno ritorno ogni anno, oggi sono in pericolo poiché i posti a cui fanno ritorno sono oramai macerie e ceneri.   Prondo il ponto di vista poetico del caro amico Bruno che sottolinea quel “cratere” che resterà nelle genti del posto dove le rondini sono abituate a svernare. La loro bellezza in frak verrà a mancare e quel rito così complesso, così magico, toglierà  di scena un simbolo o meglio “una grande luminosa energia” di cui prima questi posti potevano andare fieri.

amore bruno [br1]

 

 

Viene d’assalto la mitezza

                             Dove vai presente? Fermati ora.

La simil-vita si strugge per un’ora di ebbrezza.

 

Interessante questa dualità nella più che ermetica poetica della brava Maria Benedetta Cerro. Apprezzabili queste emotività spesso “calmate” dalla leggerezza di un progredire nella vita. Da notare nel realismo poetico quella scintilla “quasi lussureggiante” di luminosità.  

 

Charlie Chaplin

Life is a tragedy when seen in close-up, but a comedy in long-shot.

 

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

 

Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre

Dell’intero ottimo poema mi regalo come dono superlativo al mio modesto pensiero questi ultimi versi:

 

Qual è quell’amore che da senso alle tenebre?

 

L’ottima poetessa descrive l’unicità e la bellezza di un amore che l’altro non ricambia allo stesso modo. Quasi lei volesse spiegare “la via della luce” a un sordo.

 

 

Amore

Alessandra Piacentino

 

 

"Oh patria!"

Patriottismo e cruda realtà. L’ispirato poeta Cristiano Berni affonda i denti nella carne dolorante di un sistema “tenacemente” malato e malsano. Il futuro non sembra essere roseo, esclama con dispiacere nei suoi ultimi versi dedicata a una Patria abusata che meriterebbe più rispetto (parola a mio modesto parere, oramai sconosciuta al vocabolario di un cittadino moderno). Posso condividere con Cristiano questo naufragio.

 

Cristiano Berni

 

 

Instabile Clima

Il tema del cambiamento climatico è d’ispirazione per la brava Laura Lapietra che compone versi adeguati, cercando di mostrare la propria maestria pittorica. Piccoli affreschi che mostrano la bellezza della Terra e incitano l’umanità a salvarla dalle brutture (portate dall’evoluzione probabilmente tecnologica). L’armonia è la meta da seguire.

 

Il finale è nelle nostre mani.

Noi siamo gli autori,

dovremo scrivere una storia

che cancelli gli orrori!

©Laura Lapietra

 

 

"Incapace di amare"

Molto interessante e profonda questa riflessione poetica che Ben Tartamo condivide con il lettore. L’incapacità di amare è una capacità di amare che non vuole però essere ferita, oltraggiata, usata. In una perenne ricerca di identità emotiva e spirituale, l’uomo spesso nasconde a sé stesso il ricordo di un grande amore?

Ben Tartamo

 

 

Vivo a modo mio nel mio silenzio

l’IMMAGINARIO è LA FUGA E LA CURA AI MALI ODIERNI. La culla, dove il bravo Franco Fronzoli riprende energie produttive. La creazione avviene in questo mondo fantastico, dov’egli ricompone le meraviglie della natura per una metamorfosi terapeutica.   

Franco Fronzoli

 

 

Domanda

Riflessione poetica crudamente veritiera. A proposito, è quasi norma di combattimento nello Stato ebraico, l’uso non del normale missile ma delle bombe al fosforo. Quindi chi ha ragione? Chi ha torto? Qual è il Dio migliore e l’insegnamento migliore? Le vittime pagano il prezzo. E’ evoluzione?

Da una Gaza a una camera a Gaz?

Carlo Chionne

 

 

After These days

 

Il Vate Piero Colonna Romano condivide l’esperienza umana e generazionale sotto il peso di una realtà deludente. Il tempo che scorre è un tic tac mai a proprio vantaggio.

Grande poesia sebbene intrisa di una penombra esistenziale, spesso compagna di viaggio del nostro amatissimo poeta.

 

Così noi camminiamo,

smarrendo un mondo amico

che abbiamo violentato,

di cecità ammalati.

 

Con dantesco passo s’inoltra nei mali umani. L’indifferenza che trova intorno a sé lo annienta.  Giustificatissimo il finale.

 

Cercar nel pentimento

salvifico perdono

inutile speranza

a tempo ormai scaduto.

Piero Colonna Romano

 

23 Settembre 2023

“Aequinoctium”

 

Ti vedo nell'ondeggiare di chiome

Il poeta Alessio Romanini conferma la sua bravura e il suo amore per una natura “guaritrice”. In questo caso ha scelto l’Autunno, mese di raccolta dei frutti e dai colori superbi.

Alessio Romanini 

 

 

Noi molti in pace

Questo pianeta divorato dalle violenze, queste genti che si odiano e manifestano con la guerra il loro odio… i morti innocenti e la malvagità contaminante – sono i temi dei un ottimo Francesco Soldi che ci regala due poetici versi in chiusura del poema. C’è modo di vivere in armonia, basterebbe farlo diventare una volontà…

di non avere un pianeta

di arcobaleni dell'amarsi.

Francesco Soldini

 

 

Questo non è amore”

L’evoluzione della femmina che da “oggetto” diventa il soggetto con tanto di volontà ed è poco accettato ancora in un mondo maschilista. La reazione violenta di questa natura animalica e primitiva non è certo medaglia di trionfo di una Umanità giovane e ancora piena di risorse. Bisognerebbe insegnare ai figli, maschi e femmine una parità vera. Bisognerebbe insegnare nelle scuole e da piccolissimi una sessualità sana e consapevole – meno religione, meno moralismi e più rispetto per entrambe le parti.

 

La bravissima Antonia della violenza sulle donne. I genitori devono riflettere…

Antonia Scaligine

 

Un caro saluto al nostro  Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro e condivido con tutti, l’onore di essere una discepola qui dentro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano e la gratitudine per i suoi  ispiratori commenti. Cari sitani e amici siate operosi come api. 

Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

Gentilissimo Marino Spadavecchia,

ti ringrazio di cuore per il tuo generoso commento.

La tua analisi otre ad essere perfetta è molto bella.

Grazie di cuore.

Alessio Romanini

 

 

-Poesie pubblicate il 19-20-21 Novembre 2023-

 
-   Felice Serino- "Preghiera"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Felice Serino, attraverso "Preghiera," si presenta come un poeta che intreccia spiritualità e struggente umanità. L'uso di una preghiera come forma espressiva suggerisce un'intimità profonda con la spiritualità, e la poesia sembra essere una via di comunicazione diretta con il divino.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia segue uno schema metrico libero, privilegiando la libertà espressiva sulla struttura rigida. I versi sono brevi e incisivi, contribuendo a creare un ritmo intenso e vibrante. La scelta di parole come "violacea alba di passione" evoca un'atmosfera mistica e intensa.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi è ordinata, consentendo una lettura fluida e senza intoppi. La breve lunghezza dei versi e la mancanza di punteggiatura accentuano l'essenzialità e la profondità del messaggio.

 
**Stile e linguaggio:**
Serino utilizza un linguaggio sobrio ma carico di significato. La parola "irrorami" crea un'immagine di benedizione e purificazione, mentre "violacea alba di passione" evoca un'atmosfera di trascendenza e devozione. L'uso del pronome "Tu" per riferirsi a Dio personalizza la preghiera.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia è ricca di figure retoriche, come la personificazione nell'invocazione a Dio di "irrorare" il cuore. L'immagine dell'alba violacea aggiunge una sfumatura di misticismo, mentre la prosternazione ai piedi di Dio crea un'immagine di umiltà e sottomissione.

 
**Giudizio complessivo:**
"Preghiera" è un inno di profonda spiritualità e umanità. Felice Serino si presenta come un poeta che ricerca il divino attraverso le parole, offrendo al lettore una preghiera carica di emotività e desiderio di connessione con il trascendente. La brevità della poesia sottolinea la densità di significato, mentre la scelta di immagini e termini evoca un mondo intriso di mistero e contemplazione. La preghiera si configura come un dialogo appassionato e rispettoso con il divino, offrendo al lettore un momento di riflessione e ispirazione.
 

 
-   Franco Fronzoli - "Vivo a modo mio nel mio silenzio"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Franco Fronzoli si presenta come un poeta che abbraccia il concetto di libertà e immaginazione, creando un dialogo tra sé stesso e il mondo circostante. La poesia suggerisce una profonda connessione con la natura e la vita interiore.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La struttura libera dei versi riflette la libertà evocata dal contenuto della poesia. La disposizione degli spazi e la scelta di spezzare alcune parole suggerisce un ritmo fluido e non convenzionale. L'assenza di punteggiatura contribuisce a creare una sensazione di continuità e fluidità tra le immagini.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione degli spazi e la successione dei versi creano una visualizzazione dinamica che segue il flusso dei pensieri e delle sensazioni del poeta. La brevità dei versi contribuisce a dare un senso di leggerezza e immediatezza alla lettura.

 
**Stile e linguaggio:**
Fronzoli utilizza un linguaggio semplice e diretto, ma carico di significato. Le immagini evocate, come sedersi su una nuvola bianca o vivere nella pace di un silenzio che "sa cosa dire," trasmettono una sensazione di tranquillità e introspezione. L'uso di verbi come "respiri" e "cammino" conferisce un senso di vitalità e movimento alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia è caratterizzata da una serie di metafore suggestive, come vivere "tra tramonti e notti tra albe e respiri di primavere." L'uso di personificazioni, come il silenzio che "sa cosa dire," aggiunge un tocco di mistero e profondità al testo.

 
**Giudizio complessivo:**
"Vivo a modo mio nel mio silenzio" è una poesia che cattura l'essenza della libertà interiore e della connessione con la natura. Franco Fronzoli crea un dipinto poetico in cui il lettore è trasportato in un mondo di introspezione e armonia. La scelta di parole e immagini contribuisce a rendere la poesia accessibile e, al tempo stesso, ricca di significati sottili. L'opera è un invito a esplorare la bellezza della vita, a vivere senza paura e ad abbracciare la propria unicità nel silenzio interiore.

 
-   Carlo Chionne - "Domanda"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Carlo Chionne, attraverso la sua brevissima poesia "Domanda," sembra giocare con il gioco delle parole e delle associazioni, invitando il lettore a riflettere sulla semplicità e complessità delle domande esistenziali.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia è costituita da una singola domanda, ridotta a una sola parola, seguita dal nome "Carlo Chionne." Questa struttura minimale contribuisce a concentrare l'attenzione sulla centralità della domanda, mentre la scelta di concludere con il nome dell'autore aggiunge un elemento di identità personale.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione su due righe crea un effetto visivo che simboleggia la dicotomia della domanda. La scelta di separare la parola "Gaz?" dalla frase successiva accentua l'effetto di suspense e invita il lettore a riflettere sull'enigma implicito.

 
**Stile e linguaggio:**
L'uso di una sola parola e la domanda aperta suggeriscono un'atmosfera di mistero e riflessione. La parola "Gaz?" stessa potrebbe essere vista come una sorta di neologismo o allusione a qualcosa di enigmatico, lasciando al lettore spazio per interpretare e attribuire significati personali.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia si basa sull'uso di una figura retorica potente, ossia la domanda. La scelta di porre una domanda aperta, senza fornire risposta, stimola la riflessione e l'interpretazione individuali. La brevità e la mancanza di descrizioni dettagliate o figurative lasciano spazio all'immaginazione del lettore.

 
**Giudizio complessivo:**
"Domanda" di Carlo Chionne è un esempio di come la poesia possa essere sintetica e allo stesso tempo intrigante. La singola parola posta come domanda apre un mondo di interpretazioni possibili. L'assenza di risposte dirette invita il lettore a riflettere sulla natura delle domande, sulla ricerca di significato e sull'inevitabile ambiguità della vita. La poesia, nonostante la sua brevità, riesce a catturare l'attenzione del lettore, incanalando la complessità delle domande esistenziali attraverso una lente di minimalismo poetico.

 
- Alessio Romamini - "Aequinoctium"

 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Alessio Romanini, con la sua poesia "Aequinoctium," celebra l'autunno attraverso una prosa viscerale e multisensoriale. L'autore sembra connettersi intimamente con la natura e trasmette questa connessione al lettore attraverso l'uso di immagini vivide e sensazioni palpabili.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia è articolata in cinque terzine (strofe di tre versi), e l'uso della rima abbacbc contribuisce a dare al testo un ritmo armonioso. L'alternanza di rime baciata e incrociata offre un equilibrio sonoro che si sposa bene con il tema dell'equinozio.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione delle strofe riflette un ordine simmetrico e armonico, in sintonia con la natura ciclica dell'equinozio. La scelta di mantenere le strofe brevi favorisce la leggibilità e amplifica l'impatto di ogni immagine evocativa.

 
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza un linguaggio descrittivo ricco e coinvolgente, dando vita a immagini di chiome ondulate, zefiri freschi e terreni coltivati. La scelta di parole come "madido," "effluvi cangianti," "contadino terra zappare" dipinge un quadro vivace e multisensoriale, coinvolgendo il lettore in un'esperienza sensoriale autunnale.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia è intrisa di metafore e personificazioni, dando vita a concetti astratti come l'autunno, che diventa un amato protagonista capace di arricchire la stagione. L'uso del silenzio dei pomeriggi e del frinire dei grilli aggiunge un tocco di musicalità e suggestione.

 
**Giudizio complessivo:**
"Aequinoctium" di Alessio Romanini è una sublime celebrazione dell'autunno che incanta il lettore con la bellezza della natura e l'armonia delle stagioni. La poesia è un inno al ciclo della vita agricola, trasmettendo l'essenza e la ricchezza di questa stagione attraverso l'arte della parola. La delicatezza delle immagini, la precisione del linguaggio e la maestria formale conferiscono a questa composizione una profondità e una bellezza che elevano l'autore a una vera e propria sinfonia poetica.
Complimenti sinceri Alessio, stai dimostrando mestiere ma anche musicalità dell'anima.

 
-   Jacqueline Miu - "Unghie sul muro" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Jacqueline Miu, con la sua poesia "Unghie sul muro" (Nails on the Wall) offre una visione intensamente onirica e passionale. Attraverso immagini suggestive, crea un universo emotivo carico di tensione, desiderio e mistero.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia presenta una struttura fluida e libera, riflettendo la profondità delle emozioni che il poeta vuole trasmettere. La mancanza di schemi metrici rigidi sottolinea l'aspetto libero e incontenibile dei sentimenti espressi.

 
**Aspetto grafico:**
L'uso delle descrizioni visive, come "sto su un letto di nuvole" e "unghie sul muro," crea un'atmosfera eterea e surreale. La disposizione a strofe libere consente un'interpretazione viscerale del testo, amplificando l'impatto delle immagini evocate.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio audace e carico di simbolismo crea un'esperienza sensoriale intensa. L'uso di parole come "chimera," "serpente," e "tempesta di battiti" conferisce una dimensione mitica e profonda alla poesia, accentuando la natura enigmatica del desiderio e dell'ossessione.

 
**Principali figure retoriche:**
La poetessa fa un uso eloquente di metafore ("sto su un letto di nuvole") e personificazioni ("oblio s’avvinghia alla pelle"). Le immagini come "nails on the wall" sono potenti e cariche di simbolismo, offrendo un'interpretazione aperta e multisensoriale.

 
**Giudizio complessivo:**
"Unghie sul muro" di Jacqueline Miu è una poesia che affronta l'amore e il desiderio con un'estetica intensa e sognante. La capacità della poetessa di dipingere immagini forti, abbinata a una scelta lessicale avvolgente, cattura l'attenzione del lettore. La fusione di emozioni e simbolismi trasmette la complessità dei legami affettivi e offre una prospettiva unica sulla fusione di desiderio e sogno. Un viaggio poetico coinvolgente che si presta a interpretazioni profonde e personali.

 
-   Francesco Soldini - "Noi molti in pace"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Francesco Soldini, con la sua poesia "Noi molti in pace," si esprime attraverso una riflessione sulla complessità dell'umanità e la fragile coesistenza tra progresso e violenza. L'autore si avvale di immagini naturali e urbane per esplorare temi universali come la giustizia, l'amore e la violenza.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia presenta una struttura libera, che riflette la fluidità dei pensieri e delle emozioni espressi. L'assenza di uno schema metrico rigido contribuisce a creare un ritmo libero e riflessivo. L'uso di allitterazioni, come "scrosciare dell'odio," aggiunge musicalità al testo.

 
**Aspetto grafico:**
L'immagine dell'autunno, con la città facile a consumare doni, trasmette una sensazione di transizione e cambiamento. La poesia è visivamente organizzata in versi separati, consentendo al lettore di esplorare il significato di ogni immagine in modo distinto.

 
**Stile e linguaggio:**
Soldini utilizza un linguaggio evocativo e poetico. L'uso di parole come "sonno eterno" e "miracoli della civiltà" suggerisce una tensione tra l'effimero e l'eterno, riflettendo sulla natura effimera della vita umana e la potenza dei progressi umani.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autore si serve di metafore ("scivolare nell'autunno") e personificazioni ("la Città facile") per trasmettere un senso di connessione e interazione tra l'umanità e l'ambiente circostante. L'uso di "arcobaleni dell'amarsi" è una potente immagine di speranza e unità.

 
**Giudizio complessivo:**
"Noi molti in pace" di Francesco Soldini è un'ode alla complessità dell'esistenza umana, intrecciando temi di pace, violenza e progresso. L'autore attinge a una gamma di emozioni e immagini per esplorare la condizione umana, con un linguaggio ricco di simbolismo. La poesia cattura la fragilità e la bellezza della vita, invitando il lettore a riflettere sulla coabitazione di opposti in un mondo che oscilla tra luce e oscurità. Un'opera lirica che invita alla contemplazione e al confronto con le sfide dell'esistenza.

 
-   Antonia Scaligine -  "Questo non è amore"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Antonia Scaligine, in "Questo non è amore," affronta con forza il tema della violenza sulle donne, criticando il malinteso concetto di amore che può trasformarsi in un'ossessione distruttiva. L'autrice denuncia l'inaccettabile senso del possesso e della gelosia, evidenziando le tragiche conseguenze di un amore malato.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia presenta una struttura libera, riflettendo l'urgenza e la varietà delle emozioni trasmesse. L'assenza di uno schema metrico rigido si adatta al contenuto drammatico del testo. L'uso delle interrogative ("l'arresto ci sarà?") e delle esclamative intensifica il pathos della narrazione.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione delle parole riflette la dinamica del racconto, passando dall'annuncio di una scomparsa al climax drammatico con "Uccide la moglie! Uccide la compagna! Uccide la fidanzata!" Visivamente, questo contribuisce a guidare il lettore attraverso le diverse fasi della tragedia narrata.

 
**Stile e linguaggio:**
Scaligine utilizza un linguaggio diretto e incisivo, sottolineando l'ineluttabilità della violenza. L'uso delle metafore, come il "rogo di gelosia nel cuore" e l'"onda tranquilla di un fiume," crea potenti immagini che enfatizzano il contrasto tra l'amore sano e la distorsione malata di quest'ultimo.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autrice sfrutta l'antitesi ("L’amore non uccide, dona") per evidenziare la natura distorta dell'abuso. L'accumulo di esempi ("Uccide la moglie! Uccide la compagna! Uccide la fidanzata!") enfatizza la pervasività del problema, mentre le personificazioni di emozioni ("Gocce di pianto stillano dal cielo") contribuiscono a rendere il testo più vivido.

 
**Giudizio complessivo:**
"Questo non è amore" di Antonia Scaligine è una potente denuncia della violenza di genere, avvolta in un linguaggio diretto e incisivo. L'autrice cattura il dolore delle vittime, mettendo in discussione il concetto distorto di amore che può trasformarsi in tragedia. La poesia è un grido di consapevolezza e una chiamata all'azione, incanalando emozioni forti e un linguaggio potente per mettere in luce un tema cruciale e dolorosamente attuale.

 
-   Ben Tartamo - "Così umano"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Ben Tartamo, in "così umano," esplora l'umanità e la divinità con una profondità psicologica unica. Il testo riflette sulla dualità dell'esistenza, spaziando dall'Infinito al Nulla, dalla vita alla morte. L'autore affronta il dolore, la solitudine e la sofferenza, portando il lettore in un viaggio attraverso l'essenza dell'essere umano.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La struttura del testo, senza uno schema fisso, suggerisce una libertà di espressione che si adatta al tema universale trattato. L'alternanza di concetti opposti, come "Infinito" e "Nulla," crea un ritmo di pensiero che sottolinea la complessità dell'esperienza umana.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione lineare dei versi può richiamare la linearità del tempo, dalla nascita alla morte. Tuttavia, l'assenza di punteggiatura in alcune parti suggerisce un flusso continuo di pensieri, enfatizzando la connessione tra le idee.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio utilizzato è fortemente descrittivo, dipingendo quadri emozionali intensi. L'autore usa parole evocative come "Carne," "Sangue," "Dolore," e "Morte" per catturare l'essenza della vita. L'uso della prima persona ("mi rende umano") coinvolge emotivamente il lettore nella riflessione.

 
**Principali figure retoriche:**
L'antitesi emerge in modo prominente, con l'opposizione tra "Infinito" e "Nulla," "Vita" e "Morte." L'ossimoro di "Egli, Infinito, farsi finito" crea una tensione concettuale che riflette la natura paradossale dell'esistenza.

 
**Giudizio complessivo:**
"così umano" di Ben Tartamo è una bella prova d'autore che esplora la complessità dell'umano, intrecciando il divino con il terreno. La poesia offre una profonda riflessione sulla vita, la morte e la sofferenza, portando il lettore attraverso le contraddizioni intrinseche all'esistenza umana. La capacità di trasformare emozioni complesse in immagini potenti e concetti riflessivi evidenzia l'abilità di Tartamo nel catturare l'anima umana con poesia.

 
Con grazia e gratuità ho ricevuto e, con la stessa gratuità, vi faccio dono delle emozioni da me provate grazie alle vostre splendide poesie.
Vostro Marino Spadavecchia
San Cristóbal - Táchira - Venezuela

 

Poesie pubblicate 19-20-21 novembre


 
*   Armando Bettozzi
"Io posso…Tu nun pòi…-
Sò cittadina EU e der Mônno…N sò mica itajana"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Armando Bettozzi, nel suo "Un fatto, una poesia," si erge come osservatore acuto della scena politica, intrecciando con arguzia il filo della critica sociale. La sua penna diventa spada, tagliente e incisiva, mentre scandaglia la contraddizione umana tra appartenenza nazionale e aspirazioni europee e mondiali.
Analisi metrica e filologica:
Bettozzi opta per la prosa, svincolandosi dalle tradizionali strutture metriche. L'assenza di rime e la fluidità narrativa conferiscono un ritmo incalzante, scandito dalle virgole come pause tattiche in un monologo serrato. La filologia emerge nella scelta di espressioni dialettali, arricchendo la lingua con sfumature regionali.
Aspetto grafico:
La presentazione del testo, quasi giornalistica, si snoda senza schemi formali, enfatizzando la natura immediata del suo commento. L'uso del corsivo nelle citazioni e la disposizione delle frasi riflettono l'eloquenza della lingua parlata, dando vita a un respiro poetico senza costrizioni grafiche.
Stile e linguaggio:
Bettozzi si esprime con uno stile tagliente e ironico, dando voce alle contraddizioni politiche. L'uso sapiente del dialetto romanesco e delle espressioni colloquiali rende il testo autentico, catturando l'attenzione del lettore con una lingua viva e vicina.
Aspetti psicologici introspettivi:
Il poeta si fa indagatore delle tensioni interiori, scrutando le incongruenze nel comportamento umano e politico. La riflessione sull'appartenenza nazionale e l'adesione a ideali sovranazionali svela un'analisi psicologica profonda, tra il desiderio di appartenenza e la tentazione della globalità.
Principali figure retoriche:
L'uso della ripetizione con "Io posso…Tu nun pòi" crea un ritornello incalzante, sottolineando l'arroganza dell'interlocutrice. La personificazione in "cittadina d'Europa…del mondo" e il sarcasmo nel verso "è na spavarderia, che nun aiuta" arricchiscono la prosa di Bettozzi di figure retoriche incisive.
Giudizio complessivo:
"Un fatto, una poesia" si presenta come un manifesto poetico della contemporaneità politica. Bettozzi, con uno stile diretto e incisivo, denuncia le contraddizioni di chi predica la globalità ma tralascia l'amore per la propria nazione. Il linguaggio acceso e la riflessione psicologica sottolineano l'abilità del poeta nell'analisi critica, regalando al lettore un'opera che sfida e incanta.

 
*   Marino Giannuzzo
"Per molti fu guerra vinta"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Marino Giannuzzo, nella sua poesia "Per molti fu guerra vinta," si fa cronista e narratore delle profondità umane attraverso il filtro della guerra. La sua voce si distingue per la capacità di trasmettere il dolore individuale in mezzo al clamore della vittoria, sottolineando il lato oscuro e spesso dimenticato dei conflitti armati.
Analisi metrica e filologica:
La poesia adotta una struttura libera, senza una disposizione metrica rigida. I versi fluiscono con naturalezza, ricalcando il tono della narrazione. L'uso di rime baciate occasionali e l'assenza di schemi formali conferiscono un tocco di spontaneità alla composizione.
Aspetto grafico:
La disposizione delle parole sulla pagina riflette il susseguirsi degli eventi narrati, creando un effetto visivo di movimento e dinamicità. L'assenza di schemi rigidi rende il testo accessibile e diretto, accogliendo il lettore in una narrazione avvincente.
Stile e linguaggio:
Giannuzzo adotta uno stile sobrio ma potente, scarnificando la realtà della guerra. L'uso di espressioni dirette e frasi semplici sottolinea la brutalità del racconto. La scelta del lessico, mirato e senza fronzoli, rende la poesia incisiva e capace di toccare il cuore del lettore.
Principali figure retoriche:
L'uso della ripetizione in "Per lui fu morte e torbida amarezza" crea un ritornello che amplifica l'impatto emotivo del passaggio. L'anafora del termine "La guerra sua è persa" incide nella memoria, evidenziando la sconfitta personale di Marco. L'antitesi tra "guerra vinta" e "guerra maledetta" aggiunge un elemento di contrapposizione, sottolineando la complessità dell'esperienza bellica.
Giudizio complessivo:
La poesia di Giannuzzo è un viaggio nei recessi dell'animo umano, scavando nei dolori nascosti della guerra. La maestria nell'uso delle parole e la narrazione incalzante conferiscono all'opera una forza autentica e toccante. Giannuzzo, attraverso la sua penna, apre una finestra sulla sofferenza silenziosa dei protagonisti dimenticati della guerra, offrendo al lettore un'occasione di riflessione profonda.
La poesia di Marino Giannuzzo, "Per molti fu guerra vinta," è un viaggio nel cuore delle tenebre della guerra, narrato con maestria e intensità. La sua voce poetica, sobria eppure potente, riesce a trasmettere il dolore individuale nel contesto della vittoria collettiva, sottolineando la complessità emotiva degli individui coinvolti nei conflitti. L'uso di una struttura libera e di espressioni dirette rende la poesia accessibile e avvincente, mentre le figure retoriche, come l'anafora e l'antitesi, arricchiscono il testo di significato e profondità. In definitiva, Giannuzzo offre una visione autentica e commovente della guerra, dando voce a coloro il cui dolore spesso resta inascoltato.

 
*   amore bruno [br1]  
Solo rondini

 
Note sulla poetica dell'autore:
Il poeta, nel dipingere il volo tormentato delle rondini nel contesto di una guerra, si fa cantore di una tragedia silenziosa. La poesia "Solo rondini" di "amore bruno" si distingue per l'intreccio tra il volo elegante delle rondini e l'orrore bellico, creando una tensione poetica che mette a nudo la fragile bellezza in un contesto di distruzione.
Analisi metrica e filologica:
La poesia adotta una struttura libera, riflettendo l'essenza tumultuosa del tema trattato. L'uso di versi brevi e incisivi conferisce un ritmo pulsante alla narrazione, accentuando il senso di urgenza e drammaticità. L'assenza di una rima regolare contribuisce a enfatizzare il caos della guerra.
Aspetto grafico:
La disposizione dei versi sulla pagina riflette il caos e la dissonanza evocati dal contenuto. La presenza di spazi bianchi e la formattazione asimmetrica contribuiscono a creare un'atmosfera di incertezza e tensione, avvolgendo il lettore in una narrazione intensa.
Stile e linguaggio:
"amore bruno" utilizza uno stile potente e conciso per dipingere il contrasto tra la grazia delle rondini e l'orrore della guerra. L'uso di metafore, come "eleganti folletti in frack," conferisce un tocco di lirismo, creando una visione poetica unica. Il linguaggio diretto e crudo sottolinea la brutalità della realtà descritta.
Principali figure retoriche:
L'uso di metafore, come "eleganti folletti in frack," aggiunge una dimensione simbolica, trasformando le rondini in messaggeri inconsapevoli di una tragedia imminente. La personificazione del cuore delle rondini che "esplode dallo spavento" amplifica l'impatto emotivo, connettendo il lettore con il dolore delle creature alate.
Giudizio complessivo:
La poesia di "amore bruno" è un capolavoro di intensità e contrasti, un'ode struggente alla bellezza fragile e alla brutalità della guerra. La voce poetica, con maestria, raccoglie le sfumature dell'esperienza umana in un contesto di conflitto, offrendo al lettore una prospettiva poetica unica. La mancanza di una struttura metrica rigida contribuisce a rendere la poesia ancor più potente, permettendo alle immagini evocate di emergere con forza e impatto.

 
Il poeta "amore bruno" con la sua opera "Solo rondini" ci offre un'affascinante commistione di eleganza e orrore, con le rondini che diventano simboli inconsapevoli di un destino tragico. La struttura libera e l'assenza di una rima regolare amplificano l'impatto emotivo, mentre le metafore, come "eleganti folletti in frack," arricchiscono il testo di un lirismo suggestivo. La disposizione asimmetrica dei versi sulla pagina crea un'atmosfera di tensione, avvolgendo il lettore in un contesto di incertezza e drammaticità. In definitiva, "Solo rondini" è una poesia che si distingue per la sua capacità di trasmettere la complessità della condizione umana in un contesto di guerra, offrendo una prospettiva poetica che incanta e commuove.

 
*   Salvatore Armando Santoro
"Maestri"

 
Note sulla poetica dell’autore: Santoro, con maestria, esplora il connubio tra la creazione poetica e l'ebbrezza dell'esperienza. Il mosto e il vino fungono da metafore, rivelando strati di significato nella ricerca dell'ispirazione. La dualità tra astemio e l'ebbrezza poetica diventa un filo conduttore, simboleggiando il costante equilibrio tra la temperanza e l'estasi creativa.
Contenuto del testo: 
Il poeta affronta il tema dell'arte e della vita, intrecciando l'esperienza del vino con la creazione poetica. L'opera riflette sulle scelte, sull'amore, e sulla saggezza che emerge anche dall'astinenza.
Aspetto grafico della poesia:
La disposizione attenta dei versi in forma di sonetto caudato mostra l'abilità strutturale dell'autore. La data e l'orario conferiscono un contesto temporale, sottolineando l'importanza del momento poetico.
Analisi metrica
Il sonetto caudato, composto da endecasillabi e settenari, crea un ritmo incalzante, simile al fluire del vino nella botte. La rima abbraccia la tradizione, ma l'uso accorto della metrica contribuisce a una moderna armonia.
Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile sobrio eppure penetrante di Santoro si esprime attraverso una lingua ricercata. L'uso di metafore, come il mandolino, conferisce una nota di eleganza e raffinatezza al testo.
Individuazione delle principali figure retoriche: 
L'autore si avvale di metafore (mosto, vino, mandolino) per arricchire il linguaggio e creare uno sfondo simbolico. L'antitesi tra astemio e vino, insieme a sogni riversi nei talami, aggiunge profondità e complessità alla narrazione poetica.

 
*   Maria Benedetta Cerro
Viene d’assalto la mitezza

 
Note sulla poetica dell’autore:
Affronta con brio la poesia, Maria Benedetta Cerro, dove la mitezza diventa un assalto di passione, un'invasione lirica che conquista il cuore del lettore. La disposizione grafica, quasi danzante, evidenzia la fugacità e la fluidità del sentimento espresso.
Contenuto del testo:
Cerro ci immerge in un mondo dove la mitezza si trasforma in una forza appassionata, dove il gioco della finzione piega la lingua dell'amore. La presenza del poeta si interpone, fermando il tempo in un istante di estasi. La vita effimera, nel suo simulacro, si consuma in un'ora di ebbrezza, rivelando l'immediatezza dell'esistenza.
Aspetto grafico della poesia:
La disposizione visiva gioca un ruolo cruciale, con versi che si intrecciano come fili di un arazzo poetico. La struttura riflette la danza delle emozioni, conferendo una dimensione estetica che arricchisce l'esperienza di lettura.
Analisi metrica:
I versi brevi, l'assenza di punteggiatura e la disposizione libera contribuiscono alla fluidità dell'opera. La rima sottile yuxtapone suoni, creando un'armonia che risuona nella lirica. La metrica, flessibile, segue il compasso della passione espressa.
Analisi dello stile e del linguaggio:
Cerro utilizza un linguaggio audace e vibrante, dove la mitezza si trasforma in un elemento di rapimento appassionato. La poetessa gioca con le parole, tessendo una narrazione che si muove tra realtà e invenzione, arricchita da una cantilena sonora che sana le ferite della vita.
Individuazione delle principali figure retoriche:
La metafora della mitezza come assalto rivela la maestria di Cerro nel fondere opposti. La personificazione della lingua dell'amore e la simulazione della vita sono risorse che sottolineano la complessità delle emozioni. La cantilena sonora si erge come una figura musicale che abbellisce la prosa, aggiungendo un tono poetico e ripristinando la vita lacerata con la sua melodia curativa.

 
*   Alessandra Piacentino
Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre

 
Note sulla poetica dell'autore:
Alessandra Piacentino, in "Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre," dipinge un ritratto emozionante dei diversi volti dell'amore. La sua poesia riflette la capacità di catturare la complessità delle relazioni umane e offre uno sguardo penetrante sulla ricerca di un amore che va oltre le apparenze.
Analisi metrica e filologica:
La poesia adotta una struttura libera, consentendo una fluidità che si adatta al flusso dei sentimenti espressi. I versi, con misure variabili, contribuiscono a creare un ritmo pulsante e ad accentuare il peso delle riflessioni. L'assenza di una rima regolare sottolinea l'autenticità e la sincerità del messaggio.
Aspetto grafico:
La disposizione delle parole sulla pagina è deliberatamente aperta, dando respiro alla delicatezza dei sentimenti descritti. L'uso degli spazi crea una cadenza visiva che si adatta al tono riflessivo della poesia, invitando il lettore a immergersi nelle profondità emotive del testo.
Stile e linguaggio:
La scelta del linguaggio è chiara e toccante, con metafore evocative che ritraggono l'amore in molteplici sfaccettature. L'autrice usa un tono intimo e diretto, coinvolgendo il lettore in una conversazione sottolineata dalla rima interiore. L'uso di opposizioni come "Mi respingi ma mi chiedi presenza" crea un contrasto potente, enfatizzando la complessità delle relazioni.
Principali figure retoriche:
L'autrice fa un uso sapiente della rima interiore, accentuando il ritmo e contribuendo alla musicalità del testo. Metafore come "L’amore che ti stringe le vene" o "Amore scalzo e puro" aggiungono una dimensione simbolica e intensificano l'impatto emotivo del messaggio.
Giudizio complessivo:
"Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre" è una poesia che si distingue per la sua delicatezza e profondità emotiva. Alessandra Piacentino, con maestria, esplora le sfumature dell'amore familiare e l'importanza dell'empatia. La sua voce poetica, autentica e appassionata, offre una riflessione commovente sul significato dell'amore e della sua essenza più pura. La scelta di uno stile libero e aperto amplifica la forza del messaggio, coinvolgendo il lettore in un viaggio emotivo e riflessivo.

 
*   Cristiano Berni
"Oh patria!"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Cristiano Berni, con "Oh patria!" intesse un lamento appassionato sulla condizione della patria, intrecciando nostalgia e critica. La sua poetica riflette un amore sincero per la terra natia e una profonda consapevolezza delle sue ferite e contraddizioni.
Analisi metrica e filologica:
 
La poesia adotta una struttura libera che si adatta al tono riflessivo del testo. I versi, variabili nella loro estensione, sottolineano la varietà di emozioni e pensieri espressi. La mancanza di rime regolari contribuisce a creare un ritmo libero e confidenziale, adeguato al tono dell'invocazione.
Aspetto grafico:
 
L'impiego di frasi brevi e incisive crea un ritmo che si adatta al contenuto critico del testo. La disposizione aperta delle parole riflette la complessità delle riflessioni sull'identità nazionale, invitando il lettore a esplorare le varie sfaccettature della visione di Berni.
Stile e linguaggio:
 
Berni utilizza un linguaggio potente e vibrante, permeato da un tono di disillusione e amarezza. Le immagini descrittive, come "ricoperta da colate di cemento" o "straziata da criminali ben organizzati", catturano intensamente la condizione della patria. L'alternanza tra aggettivi positivi e negativi sottolinea la complessità del rapporto dell'autore con la patria.
Principali figure retoriche:
 
L'autore ricorre a una serie di figure retoriche, tra cui l'apostrofe ("Oh patria!"), l'antitesi ("Terra nuda e impoverita, così ricca ma così povera") e l'analogia ("come musa incoronata"), arricchendo la texture linguistica e stilistica della poesia.
Giudizio complessivo:
"Oh patria!" è una poesia che evoca emozioni profonde e contrastanti, dal dolore all'amore, dalla critica alla speranza. Cristiano Berni, con abilità, plasma le sue riflessioni sulla patria attraverso un linguaggio vigoroso e immagini potenti. La poesia, nonostante la sua tonalità critica, diventa un inno appassionato che cattura la complessità e la contraddizione dell'identità nazionale. Berni offre al lettore una visione onesta e toccante della patria, una riflessione che trasuda pathos e un senso profondo di appartenenza.

 
*   ©Laura Lapietra
Instabile Clima

 
Note sulla poetica dell'autore:
Laura Lapietra, con "Instabile Clima," offre una profonda riflessione sulla relazione tra l'umanità e l'ambiente, presentando il clima come un palcoscenico dinamico. La poetica di Lapietra è intrisa di un impegno ambientale e di una consapevolezza della necessità di agire per preservare la bellezza della natura.
Analisi metrica e filologica:
 
La poesia adotta una struttura libera, riflettendo la fluidità e la mutevolezza del tema affrontato. I versi, variabili nella loro lunghezza, creano un ritmo dinamico, amplificato dalla varietà di immagini e concetti espressi. La mancanza di rime regolari accentua la sensazione di cambiamento e incertezza.
Aspetto grafico:
 
La disposizione dei versi è aperta, seguendo la naturale fluidità delle immagini evocate. Questa scelta offre al lettore una visione ampia e aperta, rispecchiando l'ampiezza del concetto trattato.
Stile e linguaggio:
 
Lapietra utilizza un linguaggio ricco e descrittivo, permeato di simbolismi e metafore. Le immagini vivide, come "l'oceano dipinge ornamenti di frastagli" o "il sole, come signore dorato," contribuiscono a creare una visione teatrale e drammatica del clima.
Principali figure retoriche:
 
L'autore fa un ampio uso di figure retoriche, tra cui metafore ("il clima, come un'opera bizzarra"), similitudini ("l'uomo, come un intruso smemorato"), e personificazione ("il clima pavonesco danza"). Queste figure arricchiscono la poesia, rendendola più evocativa e coinvolgente.
Giudizio complessivo:
 
"Instabile Clima" è un'opera che affronta un tema cruciale attraverso un linguaggio poetico ricco e coinvolgente. Laura Lapietra ci guida attraverso un viaggio poetico che invita a riflettere sulla nostra responsabilità nei confronti dell'ambiente. La poesia è un inno all'azione, sottolineando la necessità di una scelta consapevole per preservare la bellezza fragile del nostro pianeta. La varietà di immagini e il linguaggio potente contribuiscono a rendere questa poesia un'opera d'arte che appassiona e interpella.

 
*   Marino Spadavecchia -2023
"Incapaz de amar"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Marino Spadavecchia, instancabile artigiano della psiche, intreccia con maestria i fili dell'animo umano in "INCAPAZ DE AMAR". Attraverso la sua prosa, danza tra l'abisso dell'incapacità di amare e le catene dell'inesorabile passato, con uno sguardo pungente e penetrante sui recessi dell'anima umana.
Analisi metrica e filologica:
 
In questa sinfonia di parole senza catene metriche, Spadavecchia libera l'anima dalla rigidezza formale, permettendo alle emozioni di fluire liberamente. La filologia si svela come un balletto di significati, conferendo alla composizione un'aura di mistero e profondità.
Aspetto grafico:
 
La coreografia visiva dei versi si sviluppa con un'eleganza eterea, mentre la punteggiatura diventa la partitura silente di un concerto dell'anima. Gli spazi vuoti, permeati di silenzio, offrono all'osservatore la possibilità di immergersi nelle profondità del testo.
Stile e linguaggio:
 
La scrittura di Spadavecchia, come un'aurora di emozioni, si manifesta attraverso metafore accattivanti e linguaggio intriso di pathos. L'utilizzo di immagini vivide, come "abismos de la incertidumbre" cattura la complessità dell'essere umano, mentre l'espressione "vuelos en los mares dolorosos" sottolinea il volo dell'anima tra le acque tumultuose dell'esistenza.
Aspetti psicologici introspettivi:
 
Lo sguardo penetrante di Spadavecchia attraverso gli "abismos" e i "vuelos" rivela il costante conflitto interiore tra incertezza e dolore. Il poeta si fa psicologo dell'anima, scrutando le ombre e le luci della condizione umana.
Principali figure retoriche:
 
Le metafore di "grilletes de los recuerdos" e "boté mi amor en los desechos de la vida" sottolineano la prigionia dei ricordi e l'amarezza della delusione. Spadavecchia, con acume retorico, dà forma al caos delle emozioni attraverso espressioni pregnanti e evocative.
Giudizio complessivo:
In "INCAPAZ DE AMAR," Marino Spadavecchia si erge come un poeta delle profondità, donando vita alle pieghe dell'anima umana. La sua scrittura, arricchita di lirismo e spessore emotivo, è un viaggio attraverso gli abissi e i cieli dell'esistenza, regalando al lettore un'esperienza avvolgente e indelebile.

 
-  Nota a margine sulla traduzione, da parte dell'Autore:
La traduzione di Ben Tartamo conserva la delicatezza della mia prosa originale, trasportando con maestria l'essenza poetica dallo spagnolo all'italiano. Ogni parola risuona con la stessa armonia, preservando il viaggio emozionale e l'analisi profonda della mia ultima poesia. Un lavoro traduttivo che si rivela un ponte elegante tra due linguaggi, mantenendo intatto il fascino e la complessità dell'originale. Insomma, Ben Tartamo, mio affezionato discepolo, con le traduzioni e le riletture da cesellatore, è entrato a buon diritto nell'anima della mia poesia .
 
Marino Spadavecchia

 
Con affetto e stima ad ognuno di voi, in primis al prof. Lorenzo de Ninis.
            Vostro Ben Tartamo

 

 

16-17-18 Novembre

Poesie pubblicate il 16-17-18 novembre23

**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Franco Fronzoli, poeta di profonda sensibilità, traspare attraverso "Il dolce rumore della vita." La sua poetica è intrisa di un connubio tra natura, tempo e sentimenti, riflettendo una profonda connessione con la vita e la sua mutevole belle

**Contenuto del testo:**

La poesia esplora il tema del dolce rumore della vita attraverso una serie di immagini vivide e sensazioni. La natura è centrale, fungendo da sfondo per esprimere il passare del tempo e l'esperienza umana. L'autore cattura il rumore della vita in diverse situazioni, dal sorgere del sole al cadere della pioggia, rivelando il suo apprezzamento per la bellezza in ogni momento.

**Aspetto grafico della poesia:**

L'aspetto grafico è caratterizzato da una disposizione spaziosa delle parole, creando un flusso visivo armonico. La struttura libera dei versi suggerisce una prosa poetica, consentendo maggiore flessibilità nell'espressione e nel ritmo.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una regolare disposizione di versi o strofe. Questa scelta conferisce una naturalezza al ritmo, adattandosi al contenuto che fluisce senza restrizioni. La mancanza di rime tradizionali enfatizza la spontaneità della vita.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile è caratterizzato dalla semplicità espressiva e da immagini poetiche. L'uso di metafore come "amore appena nato sbocciato nel turbinio di una bufera" crea un'immediatezza e una forza evocativa. Il linguaggio è chiaro e diretto, mirando a comunicare emozioni e riflessioni profonde.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** L'immagine di "un amore appena nato sbocciato nel turbinio di una bufera" è una potente metafora che rappresenta la fragilità e la bellezza della vita.

- **Similitudine:** "Rumore di un sasso che rotola a valle" utilizza la similitudine per descrivere il passaggio del tempo e l'inevitabilità della vita.

La poesia di Franco Fronzoli, attraverso un linguaggio semplice e metaforico, celebra la vita nei suoi diversi suoni e momenti. La sua connessione con la natura e l'attenzione alla bellezza nei dettagli emergono come tratti distintivi della sua poetica.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Armando Bettozzi, vissuto tra il popolo e la filosofia, emerge attraverso "L'ideologgìe, e le filosofie." La sua poetica si nutre della concretezza, abbracciando l'umanità nei toni dialettali romaneschi. Bettozzi, filosofo dallo spirito critico, fonde la saggezza popolare con una consapevolezza acuta delle dinamiche sociali.

**Contenuto del testo:**

La poesia affronta il confronto tra l'astrattezza delle ideologie e la concretezza della vita quotidiana. Bettozzi sottolinea la sua preferenza per il concreto, rifiutando le filosofie astratte. Il testo tocca temi come l'ipocrisia, l'immigrazione e la complessità della società contemporanea, delineando una critica sociale tagliente.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione delle parole riflette la natura colloquiale del testo, con versi brevi e intervalli spaziati. L'uso del dialetto romanesco contribuisce a creare un'atmosfera autentica e vicina alla realtà quotidiana.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una regolare struttura di versi o strofe. L'uso del dialetto accentua la naturalezza e il ritmo informale, adattandosi al tono conversazionale del testo.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Bettozzi è caratterizzato da un linguaggio diretto e colloquiale, enfatizzando la comunicazione sincera. L'uso del dialetto romanesco aggiunge un tocco di autenticità, contribuendo a catturare l'essenza del dialogo quotidiano.

**Principali figure retoriche:**

- **Anacronia:** L'uso di espressioni come "E quella llì è na storia vecchia" (Quella là è una storia vecchia) impiega l'anacronia per sottolineare la rilevanza continua dei problemi sociali.

- **Ironia:** La frase "Filo'! Guarda che era l'istessa 'ora' de quànno - pe àrtro - er mônno lagrimò…" (Guarda! Era la stessa ora di quando - per altro - il mondo piangeva…) utilizza l'ironia per mettere in luce la persistenza dei problemi umani.

La poesia di Armando Bettozzi, attraverso il dialetto e la franchezza, si presenta come un ritratto vivido della vita e delle sue sfide. La sua critica sociale acuta è veicolata attraverso un linguaggio diretto e autentico, conferendo alla poesia una forza comunicativa palpabile.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Shikhandin, poeta di profonda sensibilità, si presenta attraverso "Crossing" con una narrativa poetica avvincente. La sua opera si inserisce nel contesto della ricerca esistenziale, esplorando il fluire del tempo e il costante cambiamento della vita. La sua scrittura rivela una connessione intima con la natura e una profonda riflessione sulla condizione umana.

**Contenuto del testo:**

"Crossing" affronta il tema della transitorietà della vita e il suo inesorabile scorrere. La poesia si svolge attraverso immagini poetiche, come la stagione che scivola via e la scomparsa mitica di Saraswati, per esplorare la fugacità degli anni e il persistere della generosità umana anche di fronte alle sfide.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione della poesia è a versi liberi, riflettendo la natura fluida e senza restrizioni del suo contenuto. L'uso di enjambment contribuisce a creare una continuità, enfatizzando la fluidità delle immagini evocate.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una struttura di versi o strofe regolare. La libertà metrica si adatta alla natura fluida del contenuto e permette una maggiore espressività e varietà ritmica.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Shikhandin è caratterizzato da un linguaggio evocativo e ricco di immagini. L'uso di metafore, come "Life may recede, but the season of giving remains, as clear as a mountain brook," sottolinea la profondità della sua riflessione sulla vita e la generosità umana.

**Principali figure retoriche:**

- **Similitudine:** "Disappear like the legendary Saraswati" utilizza la similitudine per enfatizzare la scomparsa della vita, facendo riferimento alla figura mitologica di Saraswati.

- **Metafora:** "Life's flume, slaking the seekers" presenta una metafora, descrivendo la vita come un canale che placa coloro che cercano.

La poesia di Shikhandin si distingue per la sua capacità di catturare l'effimero della vita attraverso un linguaggio ricco e suggestivo. La poetessa invita il lettore a riflettere sulla propria esistenza e sulle connessioni intrinseche con il mondo che ci circonda.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Marino Giannuzzo, autore di "Peppe Nasca il nome", emerge come un osservatore acuto della natura umana. La sua poetica riflette una profonda comprensione delle complessità dell'animo umano, esplorando la malvagità, la solitudine e l'alterigia con uno sguardo penetrante.

**Contenuto del testo:**

La poesia racconta la storia di Peppe Nasca, un individuo malvagio e crudele che ha seminato scompiglio nelle vite di coloro che gli erano vicini. Il testo esplora temi come l'abbandono, la solitudine e la rovina causati dalle azioni egoistiche di Peppe Nasca. La narrazione culmina nella sua morte e nella maledizione della sua memoria da parte di chi lo conosceva.

**Aspetto grafico della poesia:**

La struttura della poesia è organizzata in versi liberi, che permettono una maggiore flessibilità espressiva. L'uso di pause e la disposizione dei versi contribuiscono a creare un ritmo che si adatta al tono narrativo della storia.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una regolare disposizione di versi o strofe. Questa scelta conferisce alla composizione una fluidità e una naturalezza che si adattano alla narrazione della vita di Peppe Nasca.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Marino Giannuzzo è diretto e realista. Il linguaggio utilizzato è efficace nel dipingere immagini vivide e intense. L'uso di parole forti e incisive sottolinea la malvagità del personaggio principale e le conseguenze delle sue azioni.

**Principali figure retoriche:**

- **Anastrofe:** "Peppe Nasca il nome" utilizza l'anastrofe per invertire l'ordine naturale delle parole, enfatizzando il nome del protagonista e dando forza al titolo.

- **Metafora:** "solo come un cane se ne è andato Peppe Nasca" utilizza la metafora per sottolineare la solitudine e l'isolamento di Peppe, confrontandolo con un cane abbandonato.

La poesia di Marino Giannuzzo si distingue per la sua capacità di narrare storie umane complesse attraverso uno stile diretto e una profonda comprensione delle emozioni. La sua analisi della vita di Peppe Nasca offre uno sguardo penetrante sulla natura umana e sulle conseguenze delle azioni individuali.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Fausto Beretta, autore di "Solo una carezza", sembra dipingere con maestria momenti di transizione e di passaggio. La sua poetica si concentra sull'esplorazione delle emozioni in frammenti di vita, abbracciando la bellezza nelle semplici azioni quotidiane.

**Contenuto del testo:**

La poesia cattura un momento intimo: una carezza furtiva come ultimo addio sulla porta. Il testo celebra la comunicazione non verbale, due sguardi che si incrociano e si affidano serenamente alla notte, aprendo la strada a un nuovo inizio al mattino successivo.

**Aspetto grafico della poesia:**

La poesia segue uno stile pulito e lineare, riflettendo forse la chiarezza dell'istante descritto. La disposizione ordinata dei versi accentua la delicatezza del momento, offrendo una presentazione visiva che rispecchia la semplicità dell'azione descritta.

**Analisi metrica:**

La poesia presenta una struttura metrica libera, senza uno schema fisso di versi o strofe. Questa libertà metrica consente di adattarsi in modo flessibile alla descrizione di un momento così breve ma significativo.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Beretta utilizza uno stile semplice ma evocativo per catturare l'essenza di un'emozione. Il linguaggio diretto e la scelta di parole essenziali sottolineano la delicatezza della carezza e l'importanza di quei brevi istanti.

**Principali figure retoriche:**

- **Enjambement:** L'uso di enjambement nei versi, come "Una carezza furtiva / ultimo saluto sulla porta," contribuisce a creare un flusso continuo, riflettendo la continuità emotiva del momento.

- **Omomimetismo:** La ripetizione della "c" in "carezza," "furtiva," e "sguardi che si incontrano" produce un suono morbido e carezzevole, enfatizzando l'atmosfera delicata della poesia.

La poesia di Fausto Beretta si distingue per la sua capacità di catturare attimi fugaci con un linguaggio semplice ma profondo. La sua narrativa poetica sembra essere una celebrazione della bellezza nei dettagli e nelle connessioni umane, anche nei momenti più brevi e silenziosi.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Purtroppo, non dispongo di informazioni specifiche sull'autore "amore bruno [br1]", ma la sua scelta di pseudonimo suggerisce una connessione profonda con temi amorosi e una possibile inclinazione filosofica o critica.

**Contenuto del testo:**

La poesia "cui prodest" sembra esplorare il contrasto tra forze divine e demoniache, sottolineando la complessità degli esseri umani e la loro inclinazione all'odio. L'autore critica l'uso manipolativo delle credenze religiose per promuovere l'odio, evidenziando la contraddizione tra la divinità e la cattiveria umana.

**Aspetto grafico della poesia:**

La poesia segue uno stile libero, senza una struttura metrica fissa. La disposizione delle parole sembra casuale, forse enfatizzando la discordia tra il divino e l'umano, riflettendo la tematica della dualità e dell'odio sottostante.

**Analisi metrica:**

La mancanza di una struttura metrica tradizionale suggerisce una libertà espressiva. L'autore sembra privilegiare la fluidità del linguaggio, enfatizzando l'importanza del messaggio anziché di schemi metrici rigidamente definiti.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'autore utilizza un linguaggio potente, con riferimenti simbolici come "celestiali chiarine" e "cavernosi corni" per rappresentare forze divine e demoniache. L'uso di metafore, come "scimitarra tagliente" per descrivere preghiere manipolate, aggiunge profondità al linguaggio.

**Principali figure retoriche:**

- **Allitterazione:** La ripetizione di suoni consonantici, come in "celestiali chiarine" e "cavernosi corni," crea un effetto ritmico e accentua l'opposizione tra le forze descritte.

- **Metafora:** L'intera poesia è ricca di metafore, come la scimitarra tagliente delle preghiere. Questi simboli contribuiscono a un linguaggio più complesso e strutturato.

- **Paradosso:** L'idea centrale della poesia ruota attorno al paradosso dell'odio indotto da forze celestiali, sottolineando la contraddizione tra il divino e l'umano.

In conclusione, "cui prodest" esprime un forte commento sulla manipolazione delle credenze e l'uso negativo della spiritualità, evidenziando il conflitto tra l'elemento divino e l'oscurità umana. L'uso di figure retoriche e un linguaggio evocativo contribuiscono a creare un'atmosfera intensa e riflessiva.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Cosa sento di dire su Salvatore Armando Santoro? La brevità e la delicatezza del suo haiku suggeriscono un'apprezzabile attenzione alla natura e la capacità di catturare momenti fugaci con poche parole.

**Contenuto del testo:**

L'haiku di Santoro cattura l'essenza dell'autunno attraverso tre immagini distintive: "Chicchi succosi" evoca il raccolto maturo, "glicini trasparenti" suggerisce la delicatezza dei fiori che si sviluppano, mentre "oro d'autunno" dipinge il paesaggio dorato tipico di questa stagione. L'uso di termini evocativi connota un'apprezzamento profondo per la bellezza della natura.

**Aspetto grafico della poesia:**

L'haiku è strutturato in tre versi, rispettando la tradizionale forma 5-7-5 della poesia giapponese. La brevità e la linearità visiva riflettono la chiarezza e la semplicità del messaggio.

**Analisi metrica:**

L'haiku segue la struttura classica giapponese con 5 sillabe nel primo verso, 7 nel secondo e 5 nell'ultimo, rispettando la tradizione metrica dell'haiku. La scelta di questa forma brevissima suggerisce una volontà di catturare un singolo istante in modo essenziale.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile è caratterizzato dalla concisione e dalla semplicità, riflettendo la tradizione dell'haiku giapponese. L'autore utilizza termini fortemente evocativi come "oro d'autunno" per creare un'immagine vivida nella mente del lettore. La lingua è chiara e senza fronzoli, enfatizzando la purezza del momento.

**Principali figure retoriche:**

- **Similitudine:** "oro d'autunno" sfrutta una similitudine implicita, associando il colore dorato degli alberi autunnali a un prezioso metallo.

- **Personificazione:** L'attribuzione di caratteristiche umane a elementi naturali, come i "glicini trasparenti," crea un effetto di personificazione, conferendo vita ai fiori.

In conclusione, l'haiku di Salvatore Armando Santoro cattura con precisione e delicatezza l'atmosfera dell'autunno attraverso un'immagine sensoriale. La scelta di rispettare la tradizione dell'haiku e l'uso di linguaggio evocativo testimoniano la sua abilità nell'esprimere la bellezza della natura con poche parole.

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**Informazioni sulla poetica dell'autore:**

Maria Benedetta Cerro, da "Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento", sembra esplorare il concetto di purezza e perfezione attraverso immagini forti e suggestive. La sua poetica sembra essere incentrata sulla comunicazione con il divino e l'abisso umano, sfidando i limiti della comprensione e della perfezione individuale.

**Contenuto del testo:**

Il testo riflette sulla dualità dell'esistenza umana, rappresentando la voce come "pura" e senza segni, ma gli occhi come "orli di un pozzo che è l’abisso umano". Questa contrapposizione tra purezza e abisso suggerisce una complessità e un'ambiguità nella percezione della vita e della morte.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione spaziale del testo, con l'uso di spazi bianchi, potrebbe riflettere l'idea di vuoti e silenzi significativi. Questa scelta può amplificare l'effetto delle parole e enfatizzare la loro importanza.

**Analisi metrica:**

Il testo non segue uno schema metrico rigido, ma la disposizione degli spazi bianchi suggerisce una certa attenzione al ritmo e alla cadenza delle parole. L'uso di versi brevi e frasi spezzate potrebbe contribuire a creare un senso di sospensione e mistero.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile è caratterizzato dall'uso di immagini potenti e contrapposte, come "bocca bianca" e "occhi come labbra." Il linguaggio è evocativo e ricco di simbolismo, dando vita a una narrazione che invita alla riflessione su temi esistenziali.

**Principali figure retoriche:**

- **Simbolismo:** La "bocca bianca" può simboleggiare la purezza, mentre gli "occhi come labbra" suggeriscono una connessione profonda tra la vista e il linguaggio, ma anche la complessità dell'abisso umano.

- **Personificazione:** L'attribuzione di una voce alla "bocca bianca" e l'idea che parlino i morti dalla carne "dove hanno scelto di dormire" incorpora elementi di personificazione, conferendo agli elementi fisici caratteristiche umane.

In conclusione, Maria Benedetta Cerro crea un testo ricco di significati e simbolismi, esplorando la dualità dell'esistenza umana attraverso immagini potenti e un linguaggio evocativo. La poetica sembra sfidare i confini della comprensione e invita i lettori a esplorare il significato profondo di purezza, perfezione e abisso umano.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Marco Cabassi sembra abbracciare nella sua poetica la serenità della notte e la bellezza della natura. L'autore potrebbe essere incline a celebrare la quiete notturna come un momento di riflessione e armonia, rafforzando un legame con la natura.

**Contenuto del testo:**

Il testo evoca un'atmosfera di quiete notturna, trasmettendo un senso di serenità attraverso le immagini di fratte, campagne, stelle e la falce che miete. La notte diventa un dono di armonia e ideale, contrastando con il tumulto interiore.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione dei versi suggerisce una struttura ordinata, potenzialmente enfatizzando l'armonia e la quiete evocate nel testo. La pulizia grafica potrebbe rispecchiare la calma della notte descritta.

**Analisi metrica:**

La metrica del testo è libera, senza uno schema fisso di rime o metri regolari. Questa scelta potrebbe mirare a creare un flusso libero e naturale, in sintonia con il tema della tranquillità notturna.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Marco Cabassi è caratterizzato da una descrizione delicata e suggestiva della notte. L'uso di parole come "quiete," "serena," e "armonia" evidenzia un desiderio di comunicare la bellezza e la pace attraverso il linguaggio.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** La notte è personificata come qualcosa che "inonda," "posa," e "incomba," attribuendo caratteristiche umane a un elemento naturale, accentuando la sua influenza sulla scena descritta.

- **Metafora:** La falce che "miete quel palpito di sogno" potrebbe essere una metafora della transitorietà della vita o della cattura di momenti effimeri di sogno e ideale.

- **Paronomasia:** L'accostamento di "quiete" e "incombi" gioca con suoni simili, aggiungendo un ritmo piacevole alla lettura.

In conclusione, Marco Cabassi dipinge un quadro poetico della notte attraverso un linguaggio delicato e una descrizione evocativa, sottolineando la bellezza della quiete notturna e la sua connessione con la natura. La sua poetica sembra abbracciare la semplicità e la serenità.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Renzo Montagnoli, nella sua poesia, sembra affrontare il tema del tempo e delle stagioni, utilizzando l'autunno come metafora della vita e del suo scorrere. L'autore sembra riflettere sulla transitorietà degli anni, suggerendo che l'autunno della vita precede l'inverno.

**Contenuto del testo:**

La poesia descrive il "Signore delle nebbie" come un despota che porta con sé il freddo, la pioggia e il grigiore dell'autunno. L'autore collega questo scenario atmosferico alle fasi della vita, evidenziando il passare del tempo e la riflessione sulla propria esistenza.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione dei versi riflette una struttura ordinata, senza uno schema fisso di rime o metri regolari. Questa scelta sembra sottolineare l'approccio libero e naturale dell'autore alla riflessione sulla vita e sulle stagioni.

**Analisi metrica:**

La metrica è principalmente libera, consentendo all'autore di esprimere liberamente le proprie riflessioni senza legarsi a uno schema fisso. Ciò contribuisce a creare un tono più colloquiale e intimo.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Renzo Montagnoli è descrittivo e riflessivo. L'uso di immagini poetiche, come la voce roca, le braccia fradice e i capelli di foglie avvizzite, contribuisce a creare un'atmosfera evocativa. Il linguaggio è chiaro e accessibile, facilitando la comprensione del tema centrale.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** L'autore personifica l'autunno come il "Signore delle nebbie" e lo descrive come un despota, attribuendo caratteristiche umane agli elementi naturali.

- **Metafora:** L'autore utilizza l'autunno come metafora per riflettere sulla vita e sulla sua ciclicità, suggerendo che ogni autunno porti con sé la consapevolezza del passare del tempo.

- **Similitudine:** L'immagine delle foglie che cercano invano di stringersi ai rami crea una similitudine con la lotta umana contro la fine imminente, aggiungendo un elemento di tristezza e rassegnazione.

In conclusione, Renzo Montagnoli dipinge un ritratto poetico dell'autunno come una fase della vita che porta con sé riflessioni sulla mortalità e sul passare del tempo. La sua poetica sembra abbracciare l'introspezione e la consapevolezza della transitorietà della vita.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Enrico Tartagni sembra esprimere un desiderio di fuga dalla realtà quotidiana verso un mondo ideale e utopico. Il tema del volo e della libertà è centrale nella sua poetica, indicando una ricerca di un'esistenza senza conflitti e tensioni. La dimensione onirica e l'aspetto simbolico emergono chiaramente.

**Contenuto del testo:**

La poesia descrive il desiderio dell'autore di vivere in un mondo diverso, dove un popolo può volare senza conoscere odio, amore o guerra. L'immagine del volo diventa simbolo di leggerezza, libertà e innocenza. Il testo suggerisce anche una riflessione sulla vita, la morte, e il significato delle esperienze umane.

**Aspetto grafico della poesia:**

La struttura è costituita da versi liberi, senza una disposizione metrica fissa. Ciò contribuisce a enfatizzare il senso di libertà espressa nel contenuto, con un flusso poetico che segue l'impulso creativo dell'autore.

**Analisi metrica:**

La metrica è prevalentemente libera, con versi di lunghezze variabili. L'assenza di uno schema metrico fisso suggerisce un approccio più flessibile e aperto, in linea con la tematica di libertà e fluidità espressa dal desiderio di volare.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Tartagni è caratterizzato da un linguaggio chiaro e descrittivo. Utilizza immagini potenti, come il popolo che vola senza conoscere odio, per esprimere il suo desiderio di una realtà alternativa. L'uso del simbolismo, della metafora e del ritmo contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva e onirica.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** Il volo del popolo diventa una metafora di libertà e di una vita priva di conflitti e pesi.

- **Similitudine:** Il confronto tra vita e morte come sorelle indica una relazione profonda e interconnessa tra questi due elementi.

- **Simbolismo:** Il mondo ornamentale e il desiderio di volare rappresentano simbolicamente l'aspirazione a un'esistenza più leggera e senza ostacoli.

In conclusione, la poesia di Enrico Tartagni esprime un desiderio profondo di liberazione e di esistenza senza conflitti. La sua poetica riflette sull'innocenza, sul desiderio di libertà e sulla ricerca di un mondo migliore, utilizzando immagini potenti e un linguaggio descrittivo.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Nino Silenzi sembra avere una profonda connessione con la natura, in particolare con le foglie, simbolo di ciclicità e transitorietà. La poesia riflette un forte senso di partecipazione alla vita e al ciclo naturale delle cose. L'interazione personale con la natura è una tematica chiave nella poetica dell'autore.

**Contenuto del testo:**

La poesia è un dialogo con le foglie, in cui l'autore rivolge loro parole mentre cadono durante l'autunno. Questo dialogo evidenzia la natura effimera della vita e la connessione con il ciclo delle stagioni. L'autore sembra intrattenere un rapporto intimo con la natura, quasi personificando le foglie.

**Aspetto grafico della poesia:**

La struttura è organizzata in versi liberi, senza una rigida forma metrica. Questo stile contribuisce a creare un ritmo libero, che si adatta bene alla tematica naturale e al flusso emotivo della poesia. La disposizione grafica riflette la spontaneità del dialogo.

**Analisi metrica:**

La metrica è prevalentemente libera, con versi di lunghezze variabili. L'assenza di uno schema metrico fisso suggerisce un approccio più flessibile e aperto, in linea con il tema della natura in continua trasformazione.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Silenzi è caratterizzato da un linguaggio semplice e descrittivo. Utilizza immagini naturali e vicine all'esperienza quotidiana per trasmettere il suo rapporto con le foglie. Il tono della poesia è intimo e riflessivo.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** Le foglie sono personificate attraverso il dialogo, dando loro voce e presenza quasi umana.

- **Metafora:** Il ciclo delle foglie che cadono diventa metafora della ciclicità della vita e della morte.

- **Similitudine:** Il vento che accarezza le foglie è paragonato a una carezza, rafforzando la connessione emotiva.

In conclusione, la poesia di Nino Silenzi celebra la connessione umana con la natura, in particolare con le foglie autunnali. La poetica dell'autore evidenzia la bellezza e la transitorietà della vita attraverso un dialogo intimo e riflessivo con la natura circostante.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Felice Serino presenta una poetica che si confronta con la natura umana, esplorando temi di cinismo e ambivalenza. La sua scrittura sembra sfidare l'osservatore a interrogarsi sul proprio comportamento e sulla percezione della realtà. L'approccio critico e autoironico emerge attraverso l'uso di immagini evocative e la riflessione sulla condizione umana.

**Contenuto del testo:**

La poesia riflette su un atteggiamento cinico verso la vita e la propria esistenza, esprimendo sospetti anche nei confronti della propria ombra. L'immagine del "vagare cane di nebbia" suggerisce una ricerca senza meta o direzione precisa. La poesia invita a considerare se, nella fase finale della vita, ci sarà ancora spazio per una visione più elevata e riflessiva.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione della poesia è pulita e ordinata, con versi brevi che enfatizzano la concisione e la precisione delle immagini evocate. Questo stile grafico contribuisce a una lettura fluida e incisiva.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, con versi di lunghezze variabili. Questa libertà metrica si sposa bene con il tono critico e analitico della poesia, consentendo una maggiore flessibilità espressiva.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Felice Serino è caratterizzato da un linguaggio diretto e tagliente. L'uso di espressioni colloquiali, come "li mortacci", aggiunge una nota di realismo e visceralità alla poesia. L'autore si rivolge direttamente al lettore, coinvolgendolo in un dialogo provocatorio.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** L'ombra è personificata, diventando oggetto di sospetto e riflessione.

- **Metafora:** Il "vagare cane di nebbia" suggerisce una ricerca errante e confusa.

- **Domanda retorica:** La poesia si chiude con una domanda retorica che invita il lettore a riflettere sulla possibilità di una visione più elevata nella fase finale della vita.

In conclusione, la poesia di Felice Serino si distingue per uno stile tagliente e una riflessione critica sulla condizione umana. L'uso efficace di immagini e metafore contribuisce a creare un'atmosfera intensa e stimolante.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Carlo Chionne, in "Modi di dire," utilizza un approccio minimalista e diretto per affrontare una questione complessa e attuale: il conflitto tra Israeliani e Hamaz. La brevità e la chiarezza espressiva caratterizzano la sua poetica, mentre l'uso di termini dialettali, come "Hamaz," suggerisce una connessione con la realtà locale e il contesto geopolitico.

**Contenuto del testo:**

La poesia affronta la complessità del conflitto israelo-palestinese, forse suggerendo l'uguaglianza intrinseca tra gli individui coinvolti. L'uso di "raz" potrebbe indicare l'unità della razza umana, oltre alle divisioni politiche e culturali.

**Aspetto grafico della poesia:**

Il testo è caratterizzato dalla brevità e dalla linearità. La scelta di presentare il messaggio in poche parole riflette l'intenzione di trasmettere un concetto chiaro e incisivo.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, senza un schematismo rigoroso di versi o rime. Questa mancanza di regole metriche evidenzia l'approccio diretto e senza fronzoli dell'autore.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Carlo Chionne adotta uno stile conciso, ma denso di significato. L'uso di termini come "Hamaz" suggerisce un coinvolgimento diretto con il contesto politico. L'autore sfida il lettore a riflettere su questioni complesse attraverso un linguaggio essenziale e spesso dialettale.

**Principali figure retoriche:**

- **Paronomasia:** L'uso delle parole "Israeliani" e "Hamaz" potrebbe suggerire un gioco di suoni per sottolineare la somiglianza fonetica.

- **Sinestesia:** L'impiego della rima potrebbe creare un effetto di connessione e coesione, sottolineando l'unità implicita tra le parti coinvolte.

In conclusione, "Modi di dire" di Carlo Chionne offre un'analisi incisiva di tematiche complesse attraverso uno stile poetico essenziale. La brevità del testo amplifica il peso del messaggio, mentre l'uso di termini specifici fornisce una chiara connessione con la realtà politica.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Sandra Greggio, in "L'anima del mare" dipinge un quadro delicato e sensuale, abbracciando il connubio tra la natura e l'anima umana. L'autrice esplora il tema della connessione profonda tra l'individuo e il mare, utilizzando una prospettiva intimista.

**Contenuto del testo:**

La poesia cattura l'esperienza sensoriale di una persona che si adagia sulla riva del mare, lasciandosi avvolgere dal mormorio delle onde. L'immagine dell'anima che arrossisce di piacere suggerisce una fusione intensa tra la persona e l'elemento naturale.

**Aspetto grafico della poesia:**

La brevità della poesia si sposa con la delicatezza del tema, creando un'immagine visiva e sensoriale. La disposizione lineare dei versi richiama la calma delle onde che lambiscono la riva.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, senza un preciso schema di versi o rime. Questa libertà metrica contribuisce a catturare l'essenza fluida e mutevole del mare, riflettendo la natura impetuosa delle emozioni umane.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Sandra Greggio adotta uno stile delicato e sensuale, avvolgendo il lettore in una dimensione di piacere e connessione con la natura. L'uso di parole come "mormorio" e "arrossire" trasmette un'atmosfera di intimità e sensualità.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** L'anima viene personificata, permettendo al mare di interagire con essa attraverso il suo mormorio e provocandone una reazione emotiva, l'arrossire.

- **Sinestesia:** L'accostamento tra il suono delle onde e il pizzicore dell'anima crea un effetto sinestetico, coinvolgendo più sensi nella descrizione poetica.

In conclusione, "L'anima del mare" incanta il lettore con un linguaggio sensuale e un'immagine poetica che unisce il paesaggio naturale alla sfera emotiva umana. La poesia si presenta come un dipinto delicato e raffinato che trasporta chi legge in una dimensione di connessione e piacere.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Alessio Romanini, in "Sono Poeta," indaga sull'identità complessa e multiforme dell'individuo, fondendo ruoli quotidiani con il potere liberatorio e sfaccettato della poesia. L'autore si presenta come un "Poeta," riconoscendo la sua capacità di esprimere emozioni e svelare strati profondi dell'io.

**Contenuto del testo:**

La poesia esplora l'identità poliedrica dell'autore, che si articola in una serie di ruoli sociali, familiari e personali. La rivelazione chiave è il suo essere "Poeta," che si presenta come uno strumento di espressione che transcende le limitazioni delle altre identità.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione lineare dei versi riflette la chiarezza con cui l'autore presenta le diverse sfaccettature della propria identità. La semplicità visiva mette in risalto l'essenza delle parole.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, senza un preciso schema di versi o rime. Questa libertà metrica sottolinea la molteplicità e l'individualità delle identità presentate, permettendo all'autore di esplorare liberamente le sfaccettature della sua esistenza.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'uso di domande retoriche incanalate attraverso la ripetizione di "Chi sono?" evidenzia il processo di autoindagine. Il linguaggio è accessibile, ma carico di significato, specialmente quando l'autore dichiara di essere "un Poeta" e sottolinea la libertà di esprimere emozioni e sogni.

**Principali figure retoriche:**

- **Anadiplosi:** La ripetizione di "Chi sono?" crea un effetto di anadiplosi, accentuando l'incessante ricerca di identità.

- **Antitesi:** L'antitesi tra ruoli concreti (marito, padre, operaio) e il ruolo astratto del "Poeta" sottolinea la dualità dell'identità.

- **Paradosso:** L'uso di espressioni come "sorrido quando piango, odio quando amo" crea un paradosso che riflette la complessità delle emozioni umane.

In sintesi, "Sono Poeta" incanta il lettore attraverso una riflessione profonda sulla molteplicità dell'essere umano, culminando nella consapevolezza e celebrazione del ruolo trasformativo della poesia.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Roberto Soldà, in "Entropia" si delinea come un maestro nell'arte di fondere la scienza e la poesia. Attraverso metafore scientifiche, trasporta il lettore in un mondo dove l'entropia diventa un filtro per interpretare la realtà e i conflitti umani.

**Contenuto del testo:**

La poesia pone l'entropia al centro della riflessione, intrecciandola con immagini suggestive di campi brinati, elettroni delocalizzati e un sole "infreddolito." La natura scientifica si intreccia con i dilemmi umani, come quelli legati a guerre passate e presenti. Orazio e Lucrezio, citati alla fine, suggeriscono un richiamo alla moderazione nelle vicende umane e al rapporto tra natura e uomini.

**Aspetto grafico della poesia:**

L'impiego di spazi bianchi tra le strofe crea una visualizzazione ariosa, richiamando l'idea di "dune bianche." Questo spazio visivo contribuisce alla presentazione armoniosa della poesia.

**Analisi metrica:**

La metrica segue uno schema libero, contribuendo a creare una sensazione di fluidità e incertezza. Non segue regole metriche tradizionali, enfatizzando la libertà espressiva.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'autore adotta uno stile accattivante, intriso di immagini scientifiche e liriche. L'uso di termini come "elettroni delocalizzati," "dune bianche" e "entropia" crea uno strato di significato profondo, riflettendo sulla complessità del mondo.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** L'utilizzo di immagini come "il sole infreddolito" e "brina, brina, enigma" trasforma concetti scientifici in metafore poetiche, avvolgendo il lettore in un'atmosfera misteriosa.

- **Interrogazione retorica:** Le domande su fatti storici (Vietnam, Corea, Ucraina, Russia, Israele, Palestina) si presentano come interrogazioni retoriche, spingendo il lettore a riflettere sui conflitti umani attraverso la lente dell'entropia.

- **Citazioni classiche:** Le citazioni da Orazio e Lucrezio aggiungono un tocco di classicismo e profondità filosofica, integrando la tradizione letteraria nella tematica scientifica.

In conclusione, "Entropia" è un'opera magistrale che coniuga sapienza scientifica, poesia e riflessioni sulla condizione umana, incantando il lettore attraverso una fusione di elementi complessi.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Jacqueline Miu manifesta una poetica impetuosa e maestosa, in cui la sua voce emerge come un Tempio, silente e calma, ma pronta a trasformarsi durante le tempeste di stelle. La dualità tra essere un Tempio e un dragone, tra calma e irruenza, crea uno spettacolo di forze contrastanti.

**Contenuto del testo:**

La poesia esplora il concetto di dualità, incarnato dall'essere un Tempio e un dragone. Il poeta si pone come una statua in Limbo, affrontando le tempeste della vita. La metafora della goccia sottolinea la vulnerabilità di fronte alle sfide, ma anche la potenza di trasformarsi e persistere.

**Aspetto grafico della poesia:**

La presentazione della poesia riflette la sua tempesta interiore, con versi fluidi e talvolta frastagliati. La divisione tra le due lingue, italiano e inglese, aggiunge una dimensione multiculturale, arricchendo la comprensione.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, consentendo una libertà espressiva che si adatta alla dualità del suo contenuto. L'alternanza tra versi più brevi e prolissi riflette la complessità delle emozioni esplorate.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'uso di metafore potenti, come essere un dragone o un Tempio, contribuisce a creare un linguaggio ricco e vibrante. La scelta di parole come "piove" e "uccidi ogni speranza" aggiunge un tono drammatico e incisivo.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** Le metafore di Tempio e dragone rappresentano rispettivamente la calma e la forza interiore. La goccia simboleggia la vulnerabilità e la possibilità di trasformazione.

- **Personificazione:** La personificazione di fulmini illuminati come demoni aggiunge un tocco di drammaticità e potenza all'immagine.

- **Contrasto:** Il contrasto tra elementi come "tempeste di stelle" e "giorno di sole" accentua la dualità e l'instabilità emotiva esplorata nella poesia.

In conclusione, Jacqueline Miu ha creato un capolavoro che sfida i confini linguistici e culturali, incantando il lettore con una poesia carica di pathos, maestosità e profondità esistenziale.

Con affetto , saluto ognuno di voi chiedendo scusa per eventuali imprecisioni o errate interpretazioni.

Un particolare saluto al prof. Lorenzo.

Vostro Ben Tartamo


 

Nelle dolci strofe di Ben Tartamo, emergono le sfumature di un'anima inquieta, in cerca di equilibrio tra il divino e l'umano. L'autore, con grazia, esplora l'amore e la paura che coesistono nel cuore dell'uomo, gettandosi in un viaggio notturno tra le pieghe della sua stessa esistenza.

Ben Tartamo ci invita in un viaggio interiore, attraverso il tormento delle domande esistenziali. L'autore esprime il desiderio di comprendere, di trovare senso, ma al tempo stesso teme le risposte che potrebbero svelare la fragile realtà della sua esistenza.

Le parole danzano con leggerezza sulla pagina, come foglie portate dal vento. La disposizione delle strofe è come una passeggiata nella notte, e la conclusione breve accentua la delicatezza e l'effimero della vita.

I versi, come note di una melodia, seguono un ritmo regolare. L'endecasillabo offre una struttura elegante, conferendo alla poesia una musicalità che risuona nell'anima del lettore.

Le domande rivolte al Signore sono intime e sincere, mescolate con il timore rispettoso. L'uso di immagini come "vortice del pensiero" e "viaggio notturno" cattura l'attenzione del lettore, trasportandolo in un mondo di riflessioni profonde.

Ritengo utile evidenziare le principali figure retoriche da Ben utilizzate:

- Paradosso lirico: La contrapposizione tra "silenzio" e "abisso" crea un paradosso che avvolge la poesia con un tocco di mistero e fascino.

- Personificazione: Il vortice del pensiero e il viaggio notturno prendono vita attraverso la personificazione, rendendo le emozioni dell'autore palpabili.

- Simbolismo delicato: L'infinità e la fragilità sono simboli che si intrecciano come fili sottili, evocando la complessità dell'esistenza umana.

In conclusione, Ben Tartamo ci regala una poesia che è come una carezza sulla fronte della nostra anima. Attraverso un linguaggio gentile e immagini suggestive, ci conduce nella sua personale odissea filosofica, chiedendoci di condividere le domande senza risposte che abbracciano la vita.

Un affettuoso saluto da

Marino Spadavecchia

San Cristóbal - Táchira - Venezuela

 

13-14-15 Novembre

Poesie pubblicate il 13-14-15 novembre 23

Commenti di Marino Spadavecchia 

> "Nulla turba il silenzio delle notti" - Cristiano Berni

In questo componimento di Cristiano Berni, l'armonia si dipana attraverso le notti silenziose, imponendo una ciclicità che abbraccia temi universali. Il ritmo regolare, scandito dalla ripetizione di "Nulla turba il silenzio delle notti", crea una struttura sonora che riecheggia il quieto fluire del tempo notturno.

L'uso delle immagini evoca la bellezza eterea delle muse, il fervore di Eros, la solennità del Golgota. La dualità tra luce e oscurità, rappresentata dal buio sovrano e dall'albeggiar lontano, crea un contrasto palpabile, sottolineato dalla metafora del sangue di Cristo.

Le suggestioni visive si intrecciano con quelle uditive quando i corvi gracchiano e Chopin suona il "Notturno", trasmettendo un'atmosfera ricca di sfumature. L'incanto della notte si riflette anche nella luna, nelle stelle e nei sogni, creando un panorama poetico che abbraccia la natura, l'arte e l'intimità umana.

Il testo riflette un'esplorazione della notte come spazio fertile per la contemplazione, l'ispirazione e la riflessione, concludendosi con una riaffermazione della inalterata tranquillità del silenzio notturno.

 

> "La valigia di onde e scogli con qualche relitto" 

Questo componimento di Jacqueline Miu offre un viaggio poetico attraverso immagini evocative e metafore complesse. L'uso del linguaggio crea un'atmosfera intrisa di mistero e profondità.

Il poeta inizia descrivendo l'ora mattutina, un momento ancora timido e delicato, enunciando subito il desiderio di perdersi dove i sogni sono incurabili. Questa immagine introduce un tema ricorrente di sfida al convenzionale, enfatizzato dalle parole "imperatori della poesia" che sembrano ancora vivi e irrequieti, nonostante la morte.

La metafora della "valigia di onde e scogli con qualche relitto" suggerisce un bagaglio carico di esperienze complesse e frammentate, pronte a essere esplorate. Le pinne di ossi, le foglie leggere che non hanno mai visto la sabbia, e il desiderio di sabotare gli abissi aggiungono strati di significato e una tensione narrativa.

La creazione e l'allevamento di mostri, nascosti dalla luce del sole e dall'atmosfera perbenista, simboleggiano forze oscure e sconosciute che il poeta nutre con l'ombra e la perseveranza. La condivisione di queste creature straordinarie con un essere che conserva il ricordo senza consumarlo suggerisce una trasmissione di esperienze poetiche, forse al di là del reale.

La chiusa, con l'essere che ama senza timore della morte, rivela una riflessione sulla natura poetica dei mostri, capaci di compiere gesti al di là della comprensione umana. L'intero testo trasmette una sensazione di esplorazione, ribellione e creazione poetica fuori dagli schemi convenzionali.

 

> "Sul ring" di Ben Tartamo è un'ode alla lotta incessante con il Tempo, dipinta attraverso metafore pugilistiche che conferiscono al testo un carattere vibrante e una potenza evocativa.

Il poeta descrive la vita come un incontro sul ring che coinvolge tutti, dall'inizio alla fine, dall'innocenza del primo vagito all'ultimo rantolo. Questo ciclo universale della vita è reso con forza attraverso il linguaggio dinamico che sottolinea il coinvolgimento totale di ciascun individuo.

L'immagine dei partecipanti che graffiano l'aria con ganci e affondi, lasciando i fianchi nudi e scoperti, evoca una vulnerabilità connessa alla nostra esistenza. L'assenza di "secondi" sottolinea l'isolamento di ciascun individuo nel suo confronto con il Tempo, senza alcun aiuto esterno.

Il ritmo incalzante del testo, enfatizzato dall'uso di parole come "saltiamo", "graffiamo", e "attendiamo", cattura l'energia di un incontro sul ring. La ripetizione di "Sempre da soli" amplifica il senso di solitudine in questa lotta personale.

Il verdetto atteso rappresenta la fine di ogni incontro, e l'idea del Tempo come un pugile mancino che vince ancora sottolinea la sua inevitabile vittoria su di noi. La poesia riflette la natura implacabile del Tempo, un avversario contro cui tutti siamo chiamati a combattere, anche se il risultato è già scritto.

Una curiosità, Benedetto,  ma non praticavi krav maga? Non sapevo che ti dilettassi di pugilato, anche se sei un buon incassatore!!🤣

 

> La poesia "Ad alleato che scappa..." di Carlo Chionne è un'espressione satirica e scherzosa della politica contemporanea italiana, focalizzata su personaggi come Salvini, Giorgia Meloni e Giorgetti. L'autore gioca con il linguaggio per creare una narrazione che riflette l'atmosfera politica con umorismo e sarcasmo.

Il titolo stesso, con il gioco di parole su "alleato che scappa", suggerisce un certo tradimento o cambiamento di alleanze nel panorama politico. Il ritmo della poesia è veloce e spigliato, in linea con il tono giocoso dell'opera.

L'immagine del "ponte tutto d'oro" rappresenta un'ironica visione di un ideale inaccessibile o forse irrealizzabile, alludendo alle promesse politiche che potrebbero non essere mantenute. L'uso di rime come "Giorgetti" e "d'oro" aggiunge un elemento sonoro gradevole alla poesia.

La rappresentazione di Salvini che vorrebbe vedere i suoi alleati scappare, consentendogli di fare le sue "cazzate" senza impedimenti, è un ritratto satirico della dinamica politica. L'autore gioca con il linguaggio colloquiale, utilizzando termini scherzosi come "sfuriate" per riferirsi alle azioni del politico.

Complessivamente, la poesia è un esempio di come l'arte possa essere utilizzata per riflettere e commentare gli eventi contemporanei, utilizzando la satira come strumento per esporre ironicamente le dinamiche politiche.

 

> La poesia di Antonia Scaligine, intitolata "Sarà un urlo senza eco", è una profonda esplorazione delle emozioni umane, della vulnerabilità e della speranza. Attraverso l'uso di immagini evocative e un linguaggio suggestivo, la poetessa dipinge un ritratto dei tormenti interiori e delle sfide affrontate nella vita.

Il titolo stesso, con l'immagine di un "urlo senza eco", suggerisce un senso di impotenza e isolamento, un grido che potrebbe non trovare risposta o comprensione. Questo tema si riflette nelle dissolvenze, assonanze e disarmonie che permeano la poesia, creando un'atmosfera di incertezza e confusione.

La metafora del fiore sbattuto dal vento, che si aggrappa al ramo ma prima o poi cadrà, esprime la fragilità della vita e la inevitabilità delle sfide. L'autrice si confronta con le forze della natura e, allo stesso tempo, con i flussi emotivi che circondano la sua esistenza.

L'immagine dell'agrodolce albero della vita, un cupo labirinto di ricordi, cattura l'essenza complessa e multiforme dell'esistenza umana. La poetessa si trova a riflettere sul passato, sull'amore che sembra sfuggirle, e sull'attesa che il vento porti via i cupi pensieri, aprendo la strada alla speranza e alla liberazione.

Il ritmo della poesia, con le ripetizioni e le variazioni di suoni, contribuisce a creare una melodia emotiva che accompagna il lettore nel viaggio dell'autrice attraverso la sua interiorità. Complessivamente, la poesia è un'opera che cattura l'animo umano nelle sue sfaccettature più intime e vulnerabili.

 

> La poesia "Gemme di luce" di Sandra Greggio è un canto delicato e riflessivo che esplora la connessione tra le emozioni umane e il divino attraverso l'immagine poetica delle lacrime trasformate in stelle.

Il titolo stesso, "Gemme di luce", suggerisce una preziosità e una brillantezza associata alle lacrime. L'idea che esse fioriscano nel giardino dell'anima suggerisce che le emozioni profonde e autentiche sono una parte essenziale dell'esperienza umana.

La metafora delle lacrime che trasformano il loro profumo in stelle evoca un senso di elevazione spirituale e di connessione con il divino. La poesia sembra suggerire che attraverso l'espressione delle emozioni più profonde, l'anima può raggiungere alture celestiali, trasformandosi in una sorta di bellezza duratura.

Il ritmo della poesia è misurato e tranquillo, riflettendo la serenità e l'introspezione che permeano il testo. Le rime, come "anima" e "lacrima", contribuiscono alla coerenza fonetica, aggiungendo una melodia sottolineata dall'armonia delle parole.

L'uso di immagini visive e sensoriali, come il giardino, le lacrime, il profumo e le stelle, arricchisce la poesia di strati di significato, coinvolgendo il lettore in un viaggio emotivo e spirituale.

Complessivamente, "Gemme di luce" è una poesia che esplora la bellezza e la trasformazione attraverso l'espressione delle emozioni più profonde, creando un'atmosfera di contemplazione e risonanza spirituale.

A proposito,  carissima Sandra, tutto ok? Stai meglio? Gesù è Maria ti benediciamo nel corpo e nello spirito.

 

> La poesia di Alessio Romanini si presenta come una riflessione profonda sull'ingiustizia e la responsabilità nei confronti della guerra, utilizzando il passo evangelico di Pilato come punto di partenza. Attraverso l'uso di riferimenti biblici e un linguaggio incisivo, il poeta solleva interrogativi sulla natura della guerra e sul coinvolgimento delle grandi nazioni del mondo.

Il verso iniziale cita il passo evangelico di Pilato, introducendo la tematica della responsabilità e dell'assoluzione delle colpe. L'uso del linguaggio sacro conferisce alla poesia una profondità spirituale, sottolineando il carattere etico della denuncia contro la guerra.

Il ritmo della poesia è marcato dalla successione delle azioni nel passo biblico, creando un fluire narrativo che impegna il lettore. L'uso di esclamazioni e punti esclamativi nei versi successivi aggiunge una nota di urgenza e indignazione, amplificando il messaggio di condanna nei confronti della guerra.

La riflessione sul "nuovo colonialismo" evidenzia la percezione che le grandi nazioni detengano il potere per giustificare la guerra, lavandosene poi le mani. L'interrogativo proposto invita il lettore a riflettere sulla responsabilità e sulle conseguenze delle azioni delle nazioni potenti.

Il poeta chiama la guerra un "crimine" e sottolinea la necessità di denunciarla come tale. L'invocazione alla giustizia conclude la poesia con un richiamo alla responsabilità e alla necessità di punire coloro che sono responsabili della guerra.

Complessivamente, questa poesia si presenta come un'accorata denuncia contro la guerra, sottolineando l'importanza di considerare la responsabilità delle nazioni potenti e la necessità di giustizia in risposta a un crimine che colpisce l'umanità.

Anch'io vostro, sentitamente vostro... e ad ogni costo!😉

Marino Spadavecchia 

 

Commento e ringraziamento
BenISSIMO Tartamo, nuovo (?) Grande Cavaliere alla Tavola Rotonda del magnifico Lorenzo. Un occhio di falco che scruta dentro le ns poesie: quasi un'autopsia. GRAZIE INFINITE.
 
amore bruno [br1]

 

Poesie pubblicate il 13-14-15 novembre 23

* "La felicità è...." di Marco Raimondi esplora il concetto della felicità attraverso diversi elementi della vita quotidiana. Presenta una visione ottimistica, suggerendo che la felicità si manifesti in varie forme, dalle piccole gioie della natura ai legami interpersonali significativi. La prospettiva filosofica emerge nella valorizzazione del momento presente, nel richiamo al perdono e nella gratitudine per la vita.

Dal punto di vista psicanalitico, la poesia riflette una ricerca di felicità attraverso connessioni emotive e l'accettazione di sé. Elementi come l'abbraccio della luce, la risata di un bambino e il calore dell'amore evidenziano la dimensione affettiva dell'esistenza. Il richiamo al perdono e alla gratitudine può essere interpretato come un invito a superare le ferite emotive e a trovare la serenità interiore.

Sotto l'aspetto ritmico, fonemico e della struttura, la poesia presenta un ritmo melodico, enfatizzato dall'uso di rime e allitterazioni. Le ripetizioni di suoni, come nella coppia "giorno sereno" o "cuore si tocca", contribuiscono a creare un flusso armonioso. L'uso di immagini vivide, come "un raggio di sole in giornate di pioggia" o "nel profumo dei fiori e nell'aria di mare", aggiunge una dimensione sensoriale, coinvolgendo il lettore nella ricchezza delle esperienze descritte.

Complessivamente, la poesia di Raimondi offre una visione positiva della felicità, intrecciando elementi filosofici e psicanalitici con una struttura ritmica e fonemica accattivante.

 

* "Mi soffermo a guardare l'orizzonte" di Franco Fronzoli, attraverso questa poesia, offre uno sguardo riflessivo sulla vita e sull'esistenza, intrecciando la natura e l'esperienza umana in un rituale contemplativo. Dal punto di vista filosofico, la sua narrazione evoca la temporalità della vita, con albe e tramonti che inseguono il tempo. L'orizzonte diventa un simbolo della vastità e delle possibilità, sottolineando la ricerca di significato nell'infinita bellezza della natura.

Sul versante psicanalitico, la poesia di Fronzoli suggerisce un'osservazione profonda della psiche umana. L'attenzione a elementi naturali come la pioggia, il vento e la luna, associati ai pensieri e ai sogni, può essere interpretata come una connessione tra l'interiorità dell'individuo e il mondo circostante. La ricerca di un amore svanito e la sua riscoperta su una foglia d'autunno possono simboleggiare la ciclicità delle emozioni umane.

Riguardo al ritmo, la poesia di Fronzoli adotta una struttura distesa, con versi spaziati che riflettono il susseguirsi tranquillo degli elementi naturali. L'uso di pause e spazi bianchi tra le righe contribuisce a creare un ritmo meditativo, in armonia con la contemplazione della vita e della natura.

La scelta di immagini visive, come il tramonto, la pioggia e i sogni, amplifica la dimensione sensoriale della poesia. La foglia d'autunno che guarda lontano nell'orizzonte di un giorno qualunque offre un'immagine potente, simboleggiando la ricerca di significato e la consapevolezza dell'effimero.

In sintesi, Franco Fronzoli presenta una poesia ricca di suggestioni filosofiche e psicanalitiche, avvolte in una prosa ritmica e contemplativa che invita il lettore a esplorare la complessità della vita e della propria interiorità. 

 

* "Li cavalli de Troia" di Armando Bettozzi, offre uno sguardo critico sulla società contemporanea e sulle minacce insidiose che possono travestirsi da regali apparentemente innocui. Dal punto di vista filosofico, Bettozzi sembra riflettere sulla capacità umana di sottovalutare il pericolo, metaforizzato dai "cavalli de Troia," e sottolinea l'ingenuità di fronte a minacce mascherate da opportunità.

La poesia è arricchita da un tono ironico e sarcastico, evidente nelle espressioni come "Ulisse ncià 'nzegnato propio gnènte" e "capace de ridùcece no straccio." Questo sarcasmo sottolinea l'inefficacia di imparare dagli errori passati, come se Ulisse avesse insegnato "proprio gnènte."

Sul versante psicanalitico, la poesia sembra esplorare la psicologia collettiva, enfatizzando la tendenza umana a ignorare o minimizzare i rischi imminenti, forse per evitare la paura o la responsabilità. L'immagine del "programmino che je ronza in testa" suggerisce una sorta di condizionamento mentale.

Per quanto riguarda il ritmo, la poesia adotta uno stile dialettale che contribuisce a creare un ritmo sincopato e colloquiale, amplificando l'espressività e l'autenticità della voce narrativa. L'uso di parole dialettali, come "ssì" e "ché," aggiunge un carattere locale alla composizione.

In conclusione, Bettozzi offre una prospettiva critica sulla società contemporanea, con un richiamo alla storia e all'ingenuità umana. L'uso del dialetto, l'ironia e la riflessione filosofica arricchiscono la poesia, invitando il lettore a considerare le minacce sottili e spesso nascoste dietro le apparenze quotidiane.

 

* La poesia di Shikhandin offre una contemplazione profonda e delicata sull'amore, il desiderio e la speranza. Dal punto di vista filosofico, si intravede una riflessione sulla natura umana e le sue emozioni intrinseche, esplorando il connubio tra il desiderio e l'agonia, entrambi influenzati dalla speranza. La fusione di elementi naturali, come il giardino di Frangipani e il canto degli uccelli, con le emozioni umane contribuisce a creare un'atmosfera poetica intrisa di simbolismo.

Psicanaliticamente, la poesia sembra immergersi nell'inconscio, rappresentato dalla notte e dalle immagini sfocate. L'evocazione di un "cuore che brucia" suggerisce una passione intensa o, forse, una sofferenza emotiva, offrendo uno sguardo profondo all'interno dell'esperienza umana.

Ritmico e melodico, il testo si avvale di una prosa poetica che fluisce come una melodia. L'immagine delle lanterne di carta, dei fiori di Frangipani e dell'uccello che fa il nido crea un collage di sensazioni visive e sonore, amplificando la bellezza e la complessità dell'esperienza descritta.

La ripetizione della frase "Il desiderio dell'amore e l'agonia del desiderio sono seminati dalla speranza" funge da ancoraggio tematico, rafforzando il legame tra gli elementi della poesia. Questo ritorno ricorrente accentua la ciclicità delle emozioni e il loro intreccio intricato.

Complessivamente, la poesia di Shikhandin, tradotta da Nino Muzzi, si erge come un viaggio emozionante attraverso l'anima umana, intessuto di immagini poetiche e riflessioni filosofiche, rendendo l'esperienza della lettura coinvolgente e suggestiva.

 

* "Ombra del tempo" di Flora Fazzari si configura come un'immersione nelle profondità dell'esperienza umana, esplorando i temi della memoria, del rimpianto e della sopravvivenza emotiva. Dal punto di vista filosofico, la poetessa sembra riflettere sulla natura ambivalente del tempo, che può essere fonte di dolore e di gioia. Le ombre del passato si rivelano come ferite profonde, risultato di sospetti e misfatti, ma anche come rifugi temporanei in cui si nasconde la vera esistenza.

Da una prospettiva psicanalitica, le ombre diventano i recessi dell'inconscio, dove si annidano i dolori e le gioie mascherate. Il rifiuto dei dolori e la finzione della gioia potrebbero rappresentare meccanismi di difesa, una sorta di autodifesa psicologica contro le ferite inflitte dal tempo passato.

Il ritmo della poesia segue una cadenza lenta e meditativa, che si adatta bene al tema della riflessione sul passato. L'uso delle ripetizioni, in particolare la frase "Nelle ombre, del tempo che fu," crea un effetto di eco, sottolineando la persistenza e l'impatto duraturo del passato.

Dal punto di vista fonetico, l'autrice gioca con suoni come la ripetizione della "f" in "ferito a morte" e "Ferito a vita", contribuendo a creare una musicalità che accompagna la narrazione poetica.

La caratteristica poetica distintiva emerge nella capacità di Flora Fazzari di fondere il lirismo con la profondità filosofica, creando un poema che invita il lettore a una contemplazione intima sulla complessità dell'esistenza e del tempo che la plasma.

 

* "Mi guardava un tale allo specchio" di Marino Giannuzzo offre una riflessione intensa sulla percezione del tempo, dell'età e dell'identità umana. Attraverso uno sguardo allo specchio, l'autore esplora la metamorfosi dell'aspetto fisico e il suo impatto sulla percezione di sé. Da un punto di vista filosofico, emergono tematiche legate all'effimero della giovinezza, alla consapevolezza dell'invecchiamento e al confronto con le generazioni successive.

Sotto l'ottica psicanalitica, il rituale di guardarsi allo specchio diventa un momento di autoesplorazione e di confronto con la propria immagine. La risata beffarda che pervade la poesia può essere interpretata come una reazione della psiche di fronte alla consapevolezza dell'inarrestabile trascorrere del tempo, e forse anche come una sorta di difesa psicologica per fronteggiare la dura realtà dell'invecchiamento.

Il ritmo della poesia, con versi brevi e incisivi, cattura l'essenza della riflessione sull'età e l'identità. L'uso di immagini vivide, come "fronte grinzosa" e "labbra ghignanti di strega," rende il testo visivamente potente, contribuendo a trasmettere l'impatto emotivo della scoperta di sé nel riflesso.

Foneticamente, l'uso di suoni aspri, come la "g" in "ghignanti," amplifica l'espressività e l'eloquenza del testo.

La caratteristica poetica che emerge in questa opera di Giannuzzo è la capacità di affrontare temi profondi e universali attraverso una scrittura chiara, concreta e, al contempo, densa di significati. La poesia offre una meditazione sulla natura effimera della vita, invitando il lettore a riflettere sulla propria esistenza e identità di fronte allo specchio del tempo.

 

* "Ricordi nella sera" di Fausto Beretta affronta il tema della memoria e della confrontazione tra passato e presente attraverso il racconto di una coppia anziana. Filosoficamente, la poesia si insinua nella riflessione sulla ciclicità della vita e sui cambiamenti sociali nel corso del tempo. La coppia diventa un simbolo delle generazioni che si confrontano con la trasformazione del mondo intorno a loro.

Sotto l'ottica psicanalitica, l'immagine della coppia anziana può essere interpretata come un archetipo universale che rappresenta l'esperienza umana condivisa di invecchiare. I "ricordi nella sera" sono come un filo che connette il passato al presente, fornendo un'ancora emotiva per coloro che hanno vissuto tempi più duri.

Il ritmo della poesia è calmo e contemplativo, riflettendo la serenità della sera descritta nel testo. I versi brevi e la struttura semplice contribuiscono a creare un ritmo lento, adatto alla meditazione sui ricordi e sulla trascendenza del tempo.

Dal punto di vista fonetico, le allitterazioni, come in "dal silenzio dei prati" e "rinverdiscono gli anni," aggiungono un tocco melodico, enfatizzando la leggerezza del momento descritto e la persistenza dei ricordi.

La caratteristica poetica di Beretta in questa opera risiede nella sua capacità di narrare storie di vita attraverso un linguaggio chiaro e accessibile. La poesia cattura l'essenza dell'esperienza umana, richiamando l'attenzione del lettore sulla continuità della vita, sottolineando la preziosità dei ricordi e la loro capacità di attraversare il tempo.

 

* "Vuelos pindaricos" di Marino Spadavecchia presenta una profonda riflessione filosofica e psicanalitica attraverso un linguaggio ricco di simbolismi e metafore. Filosoficamente, il testo esplora l'idea di viaggiare in alto, simboleggiando la ricerca della verità, ma con "motori spenti", sottolinea la difficoltà di raggiungere tale obiettivo.

Dal punto di vista psicanalitico, l'immagine di "engendros bipolares" (creature bipolar) può essere interpretata come una rappresentazione della complessità della mente umana, con i suoi alti e bassi emotivi. La "nevada con sol" potrebbe alludere alla contraddizione della vita, dove la luce e l'oscurità coesistono.

Il ritmo della poesia è frammentato e spezzato, sottolineando la complessità e la discontinuità del soggetto trattato. Le metafore come "Rocío che non moja / ma empapa la realidad" contribuiscono a creare un'atmosfera densa e suggestiva, enfatizzando l'impatto profondo della realtà sul nostro essere.

Dal punto di vista fonetico, l'uso di allitterazioni, come in "Diagramas nefastos" e "Rocío que no moja," aggiunge un elemento di musicalità, contribuendo alla struttura ritmica della poesia.

La caratteristica poetica di Spadavecchia si manifesta nella sua abilità di coniugare l'uso di linguaggio poetico con una profonda riflessione filosofica. La poesia invita il lettore a esplorare i recessi della mente umana e ad affrontare la complessità della realtà attraverso simbolismi e immagini evocative. Spero che, la traduzione abbia mantenuto la forza espressiva del testo originale, preservando la sua intensità e profondità.

 

* "Facciamo pace" di "Amore Bruno" si presenta come una riflessione filosofica e psicanalitica sulla complessità delle relazioni umane e le conseguenze delle azioni umane nel corso del tempo. 

Dal punto di vista filosofico, la poesia affronta il tema della distruzione che affligge il mondo da millenni, sottolineando la difficoltà di fermare questo processo distruttivo nonostante le suppliche e le mani imploranti. Ciò può essere interpretato come un commento sulla natura ciclica della violenza e della sofferenza umana.

Sotto l'aspetto psicanalitico, l'accenno a uccisioni e vendette tra famiglie suggerisce un conflitto profondo e persistente, riflettendo forse dinamiche familiari complesse o simbolizzando il perpetuarsi di vecchi rancori attraverso le generazioni.

Il ritmo della poesia è marcato dalle frasi concise e dal susseguirsi rapido delle immagini, enfatizzando la crudezza degli eventi descritti. L'uso di "neanch'io volevo ma... parve indispensabile" aggiunge una sfumatura di ambiguità e inevitabilità, implicando una sorta di fatalismo nelle azioni umane.

Dal punto di vista fonetico, la poesia non segue schemi regolari, ma l'uso di parole evocative come "mani imploranti," "fiumi rossi di sangue" e "mare di lacrime" crea un impatto emotivo e intensifica l'atmosfera drammatica.

La caratteristica poetica di "amore bruno" emerge nella capacità di trattare temi profondi e oscuri con linguaggio diretto e immagini potenti. La poesia invita il lettore a riflettere sulle conseguenze delle azioni umane e sulla difficoltà di raggiungere la pace in un mondo segnato dalla distruzione.

 

* "Senryu" di Laura Lapietra è un breve, ma intenso, momento catturato con maestria. In effetti 

il senryū (川柳) è un componimento poetico composto da tre versi per un totale di diciassette more. Nonostante condivida con l'haiku la struttura cinque-sette-cinque, si differenzia da quest'ultimo sia per i temi che per l'assenza del kigo, cioè la parola che fa riferimento alla stagione. Il genere di poesia trae il suo nome dal poeta Karai Senryū (1718-1790)

Dal punto di vista filosofico, il senso di leggerezza e movimento nel danzare col vento può essere interpretato come una metafora della fugacità della vita e della bellezza, suggerendo che, come il vento, tutto passa.

Sotto l'aspetto psicanalitico, l'immagine di danzare col vento e rubare bei ghigni attraverso la musica classica può evocare un senso di liberazione e gioia personale, forse come forma di catarsi o espressione dell'individualità.

Il ritmo del senryu è conciso e scorrevole, con una struttura tradizionale di tre versi che enfatizzano brevità e immediatezza. L'uso delle parole "danzo," "musica classica," e "bei ghigni" contribuisce al ritmo vivace e al tono leggero della poesia.

Sul versante fonetico, la scelta di parole dai suoni melodiosi, come "danzo," "musica," e "ghigni," crea un'armonia acustica che rispecchia il tema della danza e della musica.

La caratteristica poetica distintiva di Laura Lapietra emerge nella capacità di trasmettere emozioni e immagini vivide in poche parole. La poesia invita il lettore a partecipare a questo breve momento di gioia e libertà, dimostrando l'abilità dell'autrice nel catturare la complessità della vita in un'immagine suggestiva.

 

* "Luna calante" di Salvatore Armando Santoro esplora la dimensione del tempo attraverso la metafora della luna, adottando uno stile sonetto ritornellato. Da un punto di vista filosofico, la luna crescente e il suo declino potrebbero simboleggiare il ciclo della vita, suggerendo riflessioni sulla fugacità delle esperienze umane.

Psicanaliticamente, la luna potrebbe rappresentare l'inconscio e il passare del tempo potrebbe riflettere la consapevolezza dell'invecchiamento. La presenza di ricordi e la nostalgia per il passato evocano sentimenti di perdita e il desiderio di preservare ciò che è stato.

Il ritmo del sonetto, con la sua struttura ritornellata, offre una sensazione di ciclicità e ripetizione, parallela al tema della luna. I fonemi, specialmente nell'uso di suoni come "calò," "barca," e "acciuga," contribuiscono alla musicalità della poesia.

La caratteristica poetica si manifesta nell'abilità di Santoro nel dipingere immagini vivide con parole selezionate. L'associazione di elementi naturali, come la luna e il mare, con l'esperienza umana, offre al lettore un'opportunità di riflessione e connessione con il proprio vissuto.

In definitiva, "Luna calante" si presenta come un'esplorazione profonda del tempo, della memoria e dell'invecchiamento, con una maestria poetica che amalgama saggiamente le componenti filosofiche e psicanalitiche.

 

* "Tu sei vita che mi parli dentro" di Maria Benedetta Cerro, estratta da "Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento," si distingue per la sua profondità filosofica e la ricchezza psicanalitica.

Dal punto di vista filosofico, l'idea del tempo ciclico, espresso con l'immagine di andare in tondo nella perfezione, evoca la filosofia dell'eterno ritorno. La vita, intesa come dialogo interiore, diventa un ciclo che si ripete, sottolineando l'importanza dell'accettazione del tempo e della sua ciclicità.

Dal punto di vista psicanalitico, l'uso delle parole "favella" e "stagione che aspetti" suggerisce un'introspezione ritardata o forse inaccessibile, rappresentando la complessità e l'ambiguità delle emozioni umane.

Il ritmo della poesia è delicato e fluisce come una conversazione intima. I fonemi, come quelli presenti in "tu vivi in pace," contribuiscono alla musicalità e all'armonia del testo, rafforzando il legame tra il contenuto filosofico e la forma poetica.

La caratteristica poetica risiede nell'uso magistrale delle immagini, come gli "occhi omerici" e la personificazione della vita che "parla dentro." La poetessa offre una visione della vita come dialogo in evoluzione, con la pace come risultato di accettazione e comprensione.

In conclusione, la poesia di Maria Benedetta Cerro si presenta come un'indagine profonda e riflessiva sulla vita, il tempo e la pace, con un equilibrio armonioso tra concetti filosofici, elementi psicanalitici e una forma poetica ricca e evocativa.

 

* "Ombre invisibili" di Marco Cabassi si distingue per la sua profondità filosofica e il richiamo alle tematiche psicanalitiche, mentre il ritmo e i fonemi contribuiscono a creare una tensione drammatica.

Dal punto di vista filosofico, l'autore affronta il tema dell'oscurità e della violenza nelle società umane. L'immagine delle "ombre invisibili" che mordono e si ergono come colonne di fumo evoca un'atmosfera di male oscuro e opaco, simbolizzando le ingiustizie e i conflitti insidiosi che affliggono l'umanità.

L'uso del termine "inumo" crea una parola che fonde "inumano" con "uno," suggerendo che l'umanità è coinvolta e talvolta responsabile di questa oscurità.

Dal punto di vista psicanalitico, emergono i concetti di ingiustizia, discordia e il contrasto d'idee all'interno dell'animo umano. L'autore riflette sull'effetto di tali discordie sulla psiche individuale e collettiva, evocando empatia e pietà per le sofferenze condivise.

Il ritmo della poesia è marcato da versi che richiamano rumori e suoni dissonanti ("tonfi," "sibili," "crolli," "frane"), amplificando l'effetto drammatico del testo. L'uso di allitterazioni, come in "incurante a limpida vita," contribuisce alla musicalità e all'incisività del linguaggio.

La caratteristica poetica risiede nell'uso efficace delle metafore, nell'espressione di sentimenti intensi e nella creazione di un'atmosfera carica di tensione. La poesia di Cabassi invita alla riflessione sulle ombre invisibili che permeano le relazioni umane e lotta contro le ingiustizie.

In conclusione, "Ombre invisibili" si presenta come un'opera che unisce una profonda riflessione filosofica su temi sociali e un'analisi psicanalitica, il tutto condito da un ritmo coinvolgente e fonemi che amplificano la potenza espressiva del testo.

 

* "Nuove ali" di Felice Serino

Questa poesia, intitolata "Nuove ali," si sviluppa come un dialogo fra l'essere umano e la sua sete di evasione, toccando sfere filosofiche, filologiche e psicologiche.

Dal punto di vista filosofico, emerge la tensione tra la "gravezza di carne" e l'"invidia di voli." Qui, l'autore affronta la dualità tra l'ancoraggio terreno della vita quotidiana e il desiderio di elevazione e libertà. È una riflessione sulla natura umana che cerca una dimensione al di là delle limitazioni fisiche.

Filologicamente, l'uso del termine "impastato" suggerisce una mescolanza di elementi, forse indicando la fusione di materia e immaginazione. Il gioco di parole con "scompensato" suggerisce un disequilibrio, un'inquietudine che permea l'essenza umana.

Sul piano psicologico, il desiderio di "nuove ali" rappresenta un impulso intrinseco alla crescita e alla trasformazione. L'evocazione di ali suggerisce la ricerca di una prospettiva diversa, una nuova consapevolezza o percezione.

Il ritmo della poesia è misurato e contemplativo, catturando l'essenza del desiderio umano di transcendenza. Le rime sono discrete, ma presenti, offrendo una struttura che sottolinea la fluidità e la continuità dell'evoluzione personale.

L'uso di fonemi contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva. Le assonanze, come quelle tra "terra" e "sogno," aggiungono una nota di armonia, mentre alcune consonanze, come "gravezza" e "voli," enfatizzano la contrapposizione.

La poetica di Felice Serino in "Nuove ali" si caratterizza per la sua capacità di affrontare temi universali attraverso un linguaggio ricco di simbolismo. La poesia offre uno sguardo intenso sulla condizione umana, trasmettendo il desiderio incessante di superare le limitazioni esistenziali e raggiungere una dimensione più elevata.

Con affetto e scuse sincere ad ogni artista, se ho mal commentato e compreso l'essenza vera di ogni poesia.

Vostro Ben Tartamo 

 

 

 

10-11-12 Novembre

Chiedo scusa a tutti i poeti del Sito e al Nostro Lorenzo per la mia lunga assenza, ma motivi di salute mi hanno impedito di seguire il destino delle mie poesie, lasciandole volteggiare come foglie in balia del vento. E mi sono persa dei sublimi commenti di Marino Spadavecchia e di Ben Tartamo. Vi ringrazio tanto per avermi ridato fiducia in me stessa.
Grazie di cuore
Sandra Greggio

 

Ringraziamento
Umili ringraziamenti per i commenti di spessore del nostro Vate Piero Colonna Romano e ringraziamenti sinceri a Ben Tartamo che si è unito alla brigata.

Invito anche gli altri poeti a commentare le poesie del Tempio. La vostra opinione è importante.

Grazie di cuore

Miu

 

Nel sonetto "E in forma di rosa" di Ben Tartamo, emergono elementi tipici di un linguaggio poetico carico di simbolismi e metafore. Ecco una recensione ispiratami, non solo dalla conoscenza fraterna dell'autore, ma anche dalla sua metodologia di analisi critica.
 
Innanzitutto si presenta come un delicato e intenso sguardo sulla natura complessa dell'amore e del dolore. 

 
L'uso metaforico della rosa, con le sue spine che penetrano il cuore, è un elemento chiave della tecnica poetica. Tartamo dipinge l'amore come un'entità complessa e contraddittoria, dove la bellezza della rosa si mescola al dolore delle spine.
L'autore utilizza una tecnica poetica di grande intensità e immaginazione. L'immagine della rosa è centrale, rappresentando l'amore con la sua bellezza e le spine che simboleggiano il dolore. L'uso di "come un' unica cosa" suggerisce una fusione profonda e inevitabile tra amore e sofferenza.

 
Il testo è caratterizzato da un ritmo melodico e fluido, ben modulato, sostenuto dall'uso di fonemi armoniosi. La ripetizione della "r" in "rosa," "cuore," e "coraggiosa" contribuisce a una sonorità che richiama la natura stessa della rosa e del suo simbolismo sottolineando la forza delle emozioni descritte.

 
Lo schema di rime segue una struttura regolare, sottolineando l'armonia del testo. Le rime, come "posa" e "coraggiosa," rafforzano la musicalità e la coesione della poesia.

 
La rosa è un simbolo ricco di significati nella tradizione letteraria, spesso associato all'amore e al dolore. Tartamo gioca con questa simbologia, portando il lettore attraverso l'esperienza della rosa come metafora dell'amore, delle sue gioie e delle sue pene: le spine che penetrano nel cuore senza posa rappresentano la realtà del dolore intrinseco nell'amore, e il verso "la mente che "pretese il soffrir coraggiosa" sottolinea la volontà di affrontare la sofferenza con coraggio. Il richiamo a "trafiggi, Signore" introduce una dimensione spirituale, quasi una supplica divina per un'estasi d'amore che strugge e adora il Bene. Questo richiamo può essere interpretato alla luce di influenze teologiche o spirituali. In effetti, come in molte poesie, Ben introduce un elemento mistico, dove l'uomo e il poeta, sembrano cercare una sorta di redenzione o comprensione divina per l'intensità delle emozioni che convivono tutte nella complessa personalità di un uomo fattosi "umile servo della Madre Patria" senza dimenticare di essere figlio di santa Madre Chiesa.

 
Il tema dell'amore contraddittorio e dei suoi aspetti dolorosi richiama il romanticismo, in particolare le opere di poeti come Byron o Keats, che esploravano l'interconnessione tra amore e sofferenza. Tuttavia, la componente mistica e la richiesta di una sorta di intervento divino potrebbero essere interpretate come un richiamo a influenze spirituali degli ambienti vissuti dal poeta: la Palestina,  in particolare il Libano dove forte è la componente cattolica maronita.
La tematica dell'amore e della sofferenza richiama l'estetica romantica, che spesso esplora l'interconnessione tra emozioni intense e la bellezza della natura. Allo stesso tempo, la componente spirituale e la sottomissione al divino potrebbero richiamare elementi della poesia mistica ispirata dalla conoscenza del monachesimo medio-orientale e, certamente,  di sparuti gruppi mistici legati al sufismo.

 
In conclusione, "E in forma di rosa" è una poesia che si inserisce nel solco di una tradizione romantica, arricchendola con una dimensione mistica. La maestria tecnica di Tartamo, la sua capacità di utilizzare simboli pregnanti e di modulare il linguaggio poetico, lo collocano nel panorama di poeti che affrontano con profondità il tema dell'amore e della sua complessità emotiva.

 
"E in forma di rosa" di Ben Tartamo è una poesia che si distingue per la sua profonda carica emotiva e per la raffinata simbolizzazione attraverso l'immagine della rosa. La fusione di elementi romantici e spirituali contribuisce a creare un'opera ricca e significativa nel suo tentativo di esplorare l'amore e il dolore in una forma poetica sublime.
 
Con stima
Marino Spadavecchia 

 

Commenti alle Poesie pubblicate il 10-11-12 novembre 23
 
 "I bambini di Gaza" di Cristiano Berni si presenta come un'opera intensa che sfrutta una miriade di elementi tecnici per trasmettere il suo potente messaggio. La struttura metrica e ritmica contribuisce all'impatto emotivo della poesia, con versi incisivi e brevi che riflettono l'urgenza del tema trattato.

 
Berni fa un uso sapiente delle assonanze e delle consonanze, ad esempio, in "Basta! All'orrore, alla morte", creando un ritmo incalzante che rafforza il tono deciso della protesta. L'assonanza in "guerra giusta" e "piu' niente e basta!" connette concetti contrastanti, sottolineando la negazione del concetto stesso di guerra giusta.

 
La scelta di parole forti come "sangue", "lacerati" e "macellati" contribuisce alla creazione di immagini vivide e crude, amplificando l'impatto emotivo. La ripetizione del termine "Basta!" non solo enfatizza il rifiuto categorico, ma funge anche da elemento di coesione che lega la poesia in un'unità tematica e stilistica.

 
L'assenza di punteggiatura in alcune frasi, come "non esiste guerra giusta", potrebbe indicare una volontà di rompere le barriere convenzionali e suggerire un flusso inarrestabile di pensieri. La poesia si presenta come una sequenza di immagini fortemente impattanti, con l'uso di metafore come "corpi che non son corpi ma cadaveri" che contribuiscono a trasmettere il senso di distorsione e orrore.

 
Da un punto di vista filologico, l'autore sembra giocare con le parole, creando un linguaggio che è allo stesso tempo diretto e poetico. L'uso di esclamazioni come "E' la fine dell'umanita'" aggiunge un elemento drammatico e enfatico, accentuando la portata catastrofica del tema trattato.

 
In conclusione, "I bambini di Gaza" si distingue per la sua maestria tecnica, combinando elementi ritmici, fonetici e filologici per creare un'opera poetica potente e coinvolgente.

 
*   "Ho scritto una lettera per te" di Franco Fronzoli si rivela come un'opera delicata e profonda, intrisa di emozioni sottili e complesse. La struttura stessa della poesia, con versi disposti in modo non convenzionale e l'uso sapiente degli spazi bianchi, crea un ritmo che rispecchia il tono contemplativo e la gradualità del distacco.

 
Il titolo stesso suggerisce un atto intimo e personale, introducendo la tematica della lettera come mezzo di espressione. L'alternanza tra spazi e parole, come in "Ho scritto questa lettera in un / tramonto appena / accennato", accentua la fluidità del pensiero, dando alla poesia un senso di immediatezza e spontaneità.

 
La scelta di termini come "lontano", "silenzio" e "penombra" contribuisce a creare un'atmosfera di sospensione e transizione. L'immagine del tramonto e della notte che assopisce i sensi si presta a interpretazioni simboliche, rafforzando il tema del distacco e della ricerca di spazi emotivi più profondi.

 
Il linguaggio è essenziale e carico di significato, con frasi come "per dirti / che mi allontano / perché ti amo" che sintetizzano l'essenza del messaggio. Le rime interne, come "amore mio" e "perplessità", aggiungono musicalità alla composizione, creando un legame armonico tra le parole.

 
Dal punto di vista fonetico, l'uso di allitterazioni e assonanze, come in "l'amore trova più spazio", sottolinea la delicatezza del sentimento esposto. Inoltre, l'immagine della lacrima "sul fiore / che ho lasciato / tra le righe" offre una visione poetica della fragilità dell'amore e delle emozioni umane.

 
Sul piano filologico, l'autore gioca con la disposizione delle parole, sfruttando gli spazi e la lunghezza delle righe per enfatizzare certi concetti e creare un ritmo visivo che si integra con il ritmo verbale.

 
In conclusione, la poesia di Fronzoli si distingue per la sua maestria tecnica nell'utilizzo di elementi poetici, fonetici e filologici. L'autore confeziona un messaggio d'amore profondo e commovente, avvolto in un linguaggio che abbraccia la musicalità e la bellezza della forma.

 
*   "La via de mezzo" di Armando Bettozzi si presenta come un'opera che gioca abilmente con la lingua e riflette sulla complessità delle scelte umane. L'autore utilizza un dialetto italiano - il romanesco - arricchendo la poesia di un sapore autentico e regionale, creando un legame immediato con il lettore, tipico della mentalità romana popolare.

 
La tecnica poetica è evidente nella struttura ritmica e nelle rime, che contribuiscono a creare un ritmo cadenzato e piacevole. L'uso di versi brevi e la ripetizione di suoni consonantici, come in "sempre - invece - er 'no!' a quer che n te va," conferisce un tono deciso e incisivo alla poesia.

 
Il gioco di opposti tra "sì" e "no", la "via de mezzo" e il concetto del compromesso sottolinea la complessità delle decisioni umane e offre una riflessione sulla necessità di trovare un equilibrio. La rima "pace" e "guèra" contribuisce a enfatizzare la dualità tra armonia e conflitto.

 
L'immagine della "via de mezzo" come soluzione pragmatica e flessibile è veicolata con un linguaggio colloquiale, rendendo il messaggio accessibile. L'uso di espressioni come "ddà na smucinata" aggiunge un tocco di autenticità e rappresenta una forma di demotizzazione della lingua poetica.

 
Dal punto di vista filologico, l'autore gioca con le parole e le espressioni regionali, creando un'atmosfera che risuona con la vita quotidiana. La scelta di termini come "ròbba" e "zomaro" contribuisce a costruire un linguaggio vivace e caratteristico.

 
La riflessione sulla democrazia e il libero mercato emerge con forza, con l'autore che ironicamente fa riferimento alla "demograzzia" e al concetto di accordo come chiave per ottenere il massimo vantaggio. La poesia diventa così un veicolo per esprimere una critica sottile e ironica verso il sistema sociale.

 
In conclusione, la poesia di Bettozzi si distingue per la sua maestria nell'uso della lingua, l'abilità tecnica nel maneggiare rime e ritmo, e la capacità di offrire una riflessione profonda sulla complessità delle scelte umane, il tutto incorniciato in un contesto linguistico ricco di colori locali.

 
 "Ossa" di Shikhandin
presenta una profonda riflessione sulla morte, simboleggiata dalle ossa raccolte dalla pira fumante. L'autore, Shikhandin, usa immagini intense e viscerali per trasmettere il dolore e l'intimità di questa esperienza. La scelta di iniziare con "Ho raccolto le più piccole ossa" crea un immediato impatto emotivo, sottolineando la delicatezza e la gravità del gesto.

 
La tecnica poetica si manifesta nella costruzione di immagini potenti, come "ancora calde e vischiose", che evocano sensazioni tattili e olfattive, contribuendo a rendere la scena più viva e tangibile. La ripetizione di "Madre" crea un ritmo che sottolinea il legame personale dell'autore con il soggetto della poesia.

 
L'uso di metafore, come "quelle ossa carbonizzate simbolo / dei piccoli pezzi di vita", trasforma le ossa in un simbolo potente della vita non rivelata, aggiungendo uno strato di significato più ampio alla narrazione. La scelta di "mostrare a qualcuno" suggerisce la mancanza di condivisione e apertura nella vita della madre.

 
L'immagine del vaso che affonda nel Gange introduce un elemento simbolico e rituale. La descrizione delle bolle ondeggianti e della schiuma crea un'atmosfera di mistero e profondità, contribuendo a enfatizzare la solennità del momento.

 
Dal punto di vista fonetico, l'uso di suoni come "affondasse nel profondo del Gange" contribuisce a creare un ritmo fluido e armonioso. La scelta di termini come "affondava" suggerisce un senso di conclusione e chiusura.

 
Sul versante filologico, la poesia riflette su un rituale che potrebbe avere radici culturali specifiche, come suggerito dalla menzione del Gange. Questo contesto aggiunge profondità al significato della poesia, invitando il lettore a considerare la complessità delle tradizioni e delle pratiche funerarie.

 
In conclusione, "Ossa" è una poesia che si distingue per la sua potente immaginazione, la scelta attenta delle parole e la capacità di comunicare emozioni complesse attraverso immagini vivide. L'autore riesce a creare una narrazione intensa e significativa, trasportando il lettore in un viaggio emotivo e riflessivo.

 
 "Luce..." di Flora Fazzari si presenta come un'ode visiva alla luminosità e alla sua intrinseca capacità di rompere l'oscurità. La tecnica poetica si manifesta nella semplicità e nell'efficacia delle immagini evocate.

 
La ripetizione della frase "Spazi di luce" crea un ritmo che richiama la ciclicità e la continuità della luce che si diffonde. L'uso di "divampano piano" e "si staccano piano" suggerisce un movimento graduale, accentuando la delicatezza e l'armonia dell'emergere della luce.

 
Le immagini di "squarciando le nubi" e "tagliando il cielo" contribuiscono a evocare un senso di liberazione e apertura, suggerendo che la luce può superare le barriere e illuminare anche le zone più oscure. L'idea di "dissolvere l'aria" aggiunge un tocco di magia, trasformando la luce in un elemento etereo capace di permeare tutto.

 
Dal punto di vista fonetico, l'uso di suoni consonantici come la "s" in "Spazi di luce" e la ripetizione di suoni come "p" in "divampano piano" contribuisce a creare un ritmo fluido e melodico. Questa scelta fonetica riflette l'armonia della luce che si diffonde dolcemente.

 
Sul versante filologico, la poesia sembra sottolineare la dimensione universale della luce, evocando un "cielo infinito". Questa ampiezza concettuale suggerisce un significato che va oltre la mera descrizione visiva, toccando temi filosofici e metafisici.

 
In conclusione, "Luce..." è un'ode alla bellezza intrinseca della luce, presentata con una maestria tecnica che cattura l'essenza del fenomeno. L'autrice utilizza immagini visive e suoni armonici per trasmettere l'idea di una forza luminosa e rivelatrice che permea il mondo, invitando il lettore a contemplare la potenza della luce e della sua capacità di portare chiarezza e speranza.

 
*   "Mi dispiace non posso far nulla" di Marino Giannuzzo offre una critica sociale attraverso l'esplorazione di una realtà quotidiana che riflette le dinamiche complesse tra individui e istituzioni finanziarie. 

 
> Tecnica Poetica:
Il poeta utilizza uno stile semplice e diretto, riflettendo il tono colloquiale della narrazione. La ripetizione della frase "Mi dispiace non posso far nulla" crea un ritmo incalzante, sottolineando l'impotenza del narratore di fronte a una situazione che gli sfugge di mano. L'uso di versi brevi contribuisce a enfatizzare l'immediatezza delle riflessioni.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni come "bolletta paga la banca con i miei soldi" e "banca è di fiducia anche se i soldi son miei" crea un ritmo cadenzato che riflette il flusso monotono delle transazioni finanziarie. L'alliterazione in "bolletta dalla banca pagata" aggiunge un tocco di musicalità e collega concetti chiave nella poesia.

 
>Rime:
La poesia non segue uno schema di rime tradizionale, enfatizzando la sua natura più prosastica. Questa scelta potrebbe essere intenzionale per sottolineare l'aspetto diretto e pragmatico del tema trattato.

 
>Aspetti Filologici:
L'autore gioca con il concetto di fiducia nei confronti della banca, rappresentandola come un'amica che, in realtà, deruba il narratore senza che egli se ne accorga. Questo richiama alla riflessione sulle dinamiche complesse tra individui e istituzioni finanziarie nella società moderna. La data e l'orario inseriti alla fine forniscono un contesto temporale preciso, suggerendo forse una riflessione immediata sull'esperienza descritta.

 
In conclusione, la poesia di Giannuzzo offre una critica sociale sottolineando la sottomissione dell'individuo alle istituzioni finanziarie. La sua scelta di uno stile poetico semplice e diretto, unita a riflessioni filologiche sulla fiducia e sull'ignoranza del narratore, crea un'opera che invita alla riflessione sulla complessità delle relazioni finanziarie nella vita quotidiana.

 
*   "Noi e il tempo" di Fausto Beretta esplora il rapporto tra gli individui e il tempo, focalizzandosi sulla persistenza delle memorie e dei legami affettivi nonostante l'invecchiamento. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta uno stile delicato e riflessivo. L'immagine del tempo che "gioca a ricamare" evoca una sensazione di creazione artistica, suggerendo che le esperienze vissute siano preziose e intrise di significato. L'uso di espressioni come "volte amici / negli angoli della mente" suggerisce un'immortalità emotiva, in contrasto con la realtà fisica dell'invecchiamento.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni morbidi e armoniosi, come in "tempo / sui nostri visi stanchi / gioca a ricamare," crea un ritmo che rispecchia la delicatezza del tema trattato. La cadenza dolce contribuisce a enfatizzare la connessione tra i protagonisti e il tempo che passa.

 
>Rime:
La poesia presenta rime consonanti e assonanti, contribuendo a creare una musicalità sottile e appassionata. Ad esempio, la rima tra "storie" e "memorie" connette i concetti di esperienze vissute e ricordi indelebili.

 
>Aspetti Filologici:
L'autore utilizza il tempo come elemento centrale della riflessione, suggerendo che le storie e i volti, seppur siano segnati dall'invecchiamento, rimarranno giovani nella memoria. La scelta di termini come "gelosamente protetti" indica un attaccamento affettivo e un desiderio di preservare le memorie care.

 
Inoltre, l'idea che questi volti e storie accompagneranno nel "più difficile cammino" suggerisce una presenza costante e di sostegno nelle sfide della vita. La menzione della memoria che alla fine non sarà più con noi evoca una riflessione sulla fragilità e transitorietà della vita.

 
In conclusione, "Noi e il tempo" di Fausto Beretta è una poesia che celebra l'eternità degli affetti e delle memorie nonostante l'inevitabile avanzare del tempo. La sua maestria nell'utilizzo di suoni armoniosi, immagini evocative e un linguaggio filosofico crea un'opera che invita il lettore a contemplare la bellezza e la complessità del legame tra noi e il tempo.

 
*   "Estaciones clavadas en la pared" di Marino Spadavecchia offre una prospettiva evocativa e penetrante attraverso l'uso di immagini audaci e il linguaggio poetico. In questa recensione, esaminerò gli aspetti tecnici della poesia, inclusi la tecnica poetica, i fonemi, le rime e gli aspetti filologici, considerando anche la traduzione dall'originale spagnolo da me curata.

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta una tecnica poetica vibrante e intensa. L'immagine delle "Estaciones clavadas en la pared" suggerisce un'immobilità, una fissità delle stagioni che potrebbe rappresentare la staticità delle sofferenze passate. L'uso di immagini come "Duraznos dulces en remojo" e "espejos opacos" offre un contrasto tra dolcezza e opacità, creando un'atmosfera ricca di sfumature.

 
>Fonemi e Ritmo:
La poesia presenta una musicalità evidente attraverso l'uso di suoni consonantici e vocalici. La ripetizione della consonante "d" in "Duraznos dulces en remojo" crea una melodia dolce e lenta, mentre la variabilità dei fonemi riflette la gamma di emozioni evocate.

 
Rime:
Le rime in questa poesia appaiono libere, non seguendo uno schema fisso. Tuttavia, la somiglianza sonora tra "amaranto" e "espantapájaros traumatado" aggiunge un legame sottile tra concetti diversi, accentuando il carattere poetico.

 
Aspetti Filologici:
L'immagine delle "Estaciones clavadas en la pared" potrebbe richiamare aspetti simbolici, indicando un'immobilità concettuale o una ciclicità persistente. La menzione di "cosas perdidas por casualidad" suggerisce il tema della casualità nelle vicissitudini della vita.

 
La traduzione in italiano spero abbia preservato il significato e il tono poetico dell'originale spagnolo. Tuttavia, è importante notare che alcune sfumature linguistiche potrebbero essere perse durante il processo di traduzione e, di questo, chiedo perdono al mio "magister ludi" sempre brillante nella sua vena poetica così immaginifica e surreale. Vena prolifica che, mi sia consentito dirlo senza alcuna meschina piaggeria, ha contagiato anche il mio personale modo di interpretare la potenza poetica grazie al lavoro "metabolico" dovuto alla cura delle traduzioni di ogni sua poesia.

 
In conclusione, la poesia di Marino Spadavecchia affascina attraverso la sua forza immaginativa e l'uso attento della lingua. L'autore crea una visione intensa delle stazioni della vita, delle perdite e delle speranze, avvolta in un linguaggio che attinge alla potenza delle immagini. La poesia invita il lettore a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell'esistenza.

 
*   "Ritorni istintivi" di Bruno Amore offre un'immersione suggestiva attraverso l'uso attento di immagini, suoni e riflessioni personali. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica raffinata per trasmettere l'atmosfera del ritorno nella cattedrale. La descrizione dei "passi brevi silenziosi" e del "tocco felpato sul pavimento a scacchi" crea una sensazione di solennità e reverenza. L'immagine della cattedrale e del sacrista aggiunge un elemento di ritualità e tradizione.

 
*Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni consonantici come la "s" nei "passi brevi silenziosi" contribuisce a creare un ritmo delicato e armonioso, riflettendo la quiete e la serietà del luogo descritto. L'uso di assonanze, come in "mormorio della preghiera," aggiunge un tocco di musicalità.

 
>Rime:
La poesia non segue uno schema fisso di rime, ma piuttosto si concentra sulla fluidità e sulla sonorità delle parole. L'assenza di una struttura rima tradizionale potrebbe essere intenzionale per mantenere la spontaneità e l'autenticità del ritorno descritto.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso del termine "avellano" richiama forti connotazioni simboliche, poiché è spesso associato a significati mitici e protettivi. Questo potrebbe suggerire un legame profondo e personale con l'albero, evocando la continuità tra passato e presente.

 
La menzione della "panca antica e lisa" che accoglieva la madre aggiunge un elemento di nostalgia e tradizione familiare. Il sacrista che accoglie con un sorriso e la citazione di "bentornato" aggiungono un tocco di umanità e familiarità alla scena.

 
In conclusione, "Ritorni istintivi" di Amore Bruno è una poesia che offre una delicata esplorazione emotiva attraverso un ritorno simbolico. L'uso abile di suoni, immagini e riflessioni personali crea un'atmosfera evocativa che invita il lettore a riflettere sul significato profondo dei ritorni e sulla connessione con il passato.

 
*   "Testardo" di Aurelio Zucchi è una meditazione profonda sull'incedere inesorabile del tempo e sull'ostinazione nel perseguire la vita nonostante le incertezze. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta una tecnica poetica che si basa sull'uso efficace di immagini e metafore. La personificazione del tempo attraverso l'analogia con il "sole delle mie primavere" crea un'immagine potente. L'uso di similitudini, come "al pari del moto d'assiduo ruscello," accentua la continuità e la forza del fluire temporale.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni consonantici e vocalici contribuisce a creare un ritmo incalzante e fluido. La ripetizione della "r" in "prato senza confini" e "strambo, per ritrovare" aggiunge un tocco melodico alla poesia. L'alternanza tra suoni dolci e duri riflette il contrasto tra elementi come fiori e onde, sottolineando la dualità della vita.

 
>Rime:
La struttura delle rime segue uno schema libero, fornendo libertà espressiva. L'assonanza tra parole come "rischiare" e "cascata" crea una sottile armonia fonetica che lega concetti e immagini.

 
>Aspetti Filologici:
L'immagine della barba bianca e del cappello di carta cobalto aggiunge un elemento di caratterizzazione del poeta nel tempo. La menzione di un "prato senza confini" potrebbe richiamare aspetti simbolici, suggerendo la ricerca di una vita senza limiti.

 
In conclusione, "Testardo" è una poesia che cattura la complessità delle esperienze umane in un contesto temporale. L'uso di immagini vivide, la riflessione sulla natura ostinata della vita e la ricerca dell'equilibrio perduto creano un'opera che invita il lettore a contemplare la bellezza e la sfida di percorrere il sentiero della vita con determinazione.

 
*   "Tanka" di Laura Lapietra è un esempio raffinato di questa forma poetica giapponese, caratterizzata da brevità ed essenzialità. 

 
>Tecnica Poetica:
Il Tanka è tradizionalmente composto da cinque versi con una struttura sillabica di 5-7-5-7-7. L'autrice segue questa struttura alla perfezione, dimostrando una padronanza della forma. L'uso di un singolo, ma potente, motivo - la "nera gondola" - contribuisce alla focalizzazione e alla chiarezza tematica.

 
>Fonemi e Ritmo:
La brevità del Tanka richiede un'attenzione particolare al ritmo e ai fonemi. L'uso di parole come "piove," "gondola," e "fluisce" crea una cadenza melodica che si adatta al ritmo della pioggia e dei canali veneziani. La ripetizione della "o" in "piove" e "gondola" aggiunge una nota di armonia.

 
>Rime:
Nel Tanka tradizionale, non c'è una struttura rima specifica, ma l'armonia tra le parole può creare un effetto simile. In questo caso, la consonanza tra le parole "noi" e "amore" contribuisce a unire il tema della pioggia e della gondola all'esperienza umana dell'amore.

 
>Aspetti Filologici:
L'immagine della "nera gondola" è carica di simbolismo, evocando il carattere unico di Venezia, la sua storia e l'atmosfera romantica. La pioggia che cade "senza riparo" suggerisce una vulnerabilità e una connessione con l'ambiente circostante.

 
La menzione del "grembo di Venezia" è particolarmente evocativa, trasmettendo un senso di appartenenza e intimità con la città. La "febbre d'amore" fluisce attraverso Venezia, suggerendo un'atmosfera appassionata e quasi malinconica.

 
In conclusione, il Tanka di Laura Lapietra offre una visione intensa e evocativa di Venezia attraverso una composizione poetica che rispetta le tradizioni della forma giapponese. La sua abilità nell'incorporare immagini suggestive, un ritmo melodico e un simbolismo ricco contribuisce a creare una poesia che invita il lettore a immergersi nelle atmosfere uniche e suggestive di questa città lagunare.

 
"Ficarazzi" di Salvatore Armando Santoro è un incantevole sonetto che cattura con nostalgia un tempo ormai passato e celebra la bellezza di gesti semplici e genuini e lo fa egregiamente usando ricordi della lingua natìa, il siciliano. 

 
>Tecnica Poetica:
Il poeta utilizza la forma del sonetto, dimostrando una padronanza della struttura classica. La divisione in quartine e terzine contribuisce a organizzare i pensieri in modo armonioso. L'uso di espressioni come "l'urlo antico" e "primi fiori sulle pale a maggio" evoca un'atmosfera di ricordi vividi e palpabili.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di fonemi come la "i" nelle parole "Ficarazzi" e "assaggio" contribuisce a una melodia piacevole e ben modulata. La scelta di parole dalle sonorità morbide e armoniche, come "fico," "amico," e "coraggio," crea un ritmo dolce e incantevole che si sposa bene con il tema nostalgico della poesia.

 
>Rime:
Il sonetto segue uno schema rima tradizionale ABBA ABBA CDC DCD. La scelta di rime baciata, incrociata e alternate aggiunge varietà e un tocco di maestria alla composizione. La rima "assaggio" e "non assaggio" crea un contrasto significativo che sottolinea il cambiamento nel tempo.

 
>Aspetti Filologici:
Il termine "Ficarazzi" potrebbe avere significati molteplici, richiamando sia il frutto del fico d'india che elementi culturali regionali. La poesia sembra celebrare e rimpiangere un passato più semplice e autentico, dove il contadino e la sua abilità nel maneggiare i frutti spinosi erano apprezzati.

 
La citazione dialettale, "Curriti figghioli, deci 'na lira / 'na ficarazza deci 'ndi tira," aggiunge un tocco di autenticità e localizzazione culturale, integrando la lingua siciliana nel contesto poetico.

 
In conclusione, "Ficarazzi" è una poesia che, attraverso la sua tecnica ben costruita e l'evocazione di un passato nostalgico, riesce a trasmettere una profonda connessione con le tradizioni e le esperienze di un tempo ormai passato. La sua bellezza risiede nella capacità di catturare l'essenza di un'epoca e di portare il lettore in un viaggio emotivo attraverso la memoria del poeta.

 
*   "È quest’ora un uovo trasparente" di Maria Benedetta Cerro offre una visione poetica intrigante e profonda. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autrice adotta una tecnica poetica sottile e ricercata. L'immagine dell'uovo trasparente e del nido leggibile sui rami crea un'atmosfera misteriosa e simbolica. La descrizione dell'aria "oppressa e bianca" contribuisce a trasmettere una sensazione di staticità e quiete.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di fonemi come la "t" nelle parole "trasparente" e "atto" e la ripetizione della "a" in "un uovo trasparente" contribuiscono a creare una sonorità delicata e contemplativa. Il ritmo è ben modulato, seguendo il fluire del pensiero e la quiete descritta nella poesia.

 
>Rime:
La poesia presenta una struttura che sembra libera dalle rime tradizionali. Tuttavia, l'assonanza tra parole come "trasparente" e "stanca" e la consonanza tra "oppressa" e "bianca" aggiungono un tocco di armonia e coesione fonetica.

 
>Aspetti Filologici:
Il concetto che il colore non esista potrebbe richiamare a considerazioni filosofiche o metafisiche sulla percezione della realtà. L'immagine dell'anima stanca che "ha spento un uragano" aggiunge un elemento di forza e lotta interiore.

 
La metafora dell'anima come "un tuorlo in attesa della piuma" è particolarmente potente, suggerendo un senso di transizione, di potenziale crescita o cambiamento. Il richiamo a "Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento" suggerisce un contesto più ampio o un processo di scoperta.

 
In conclusione, la poesia di Maria Benedetta Cerro è un'esplorazione delicata e ricca di simbolismo. La sua abilità nell'uso di immagini suggestive e la profondità dei temi trattati contribuiscono a creare un lavoro che invita il lettore a riflettere sulla natura della realtà, dell'anima e del tempo.

 
*    "Lascio che il corpo valichi" di Enrico Tartagniè un viaggio lirico attraverso la transizione dalla vita alla morte, permeato da immagini poetiche e riflessioni filosofiche. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta una tecnica poetica sperimentale, esplorando l'ambito della metafisica e della trascendenza. L'uso di espressioni come "metasogno" e "occaso estremo" crea un'atmosfera eterea e evocativa. La poesia si sviluppa attraverso un fluire di immagini, senza seguire una struttura metrica tradizionale.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è fluido, riflettendo il tema della transizione e della metamorfosi. L'uso di fonemi morbidi e consonanti dure, come in "Lascio che il corpo valichi," contribuisce a creare un effetto armonioso e coinvolgente. La ripetizione della "s" in "spengo" e "si spengono" aggiunge un tocco di serenità.

 
>Rime:
La poesia sembra seguire uno schema libero e non convenzionale, privilegiando l'esplorazione tematica rispetto a una struttura rima formale. La mancanza di una rima tradizionale contribuisce alla sensazione di libertà espressiva, consentendo al poeta di esprimere il concetto di continuità senza limitazioni.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso di termini come "metasogno" suggerisce una dimensione al di là del sogno, un concetto che può richiamare pensieri sulla vita dopo la morte o sulla transizione dell'anima. La menzione di "cieli e terre nuove" evoca un senso di rinascita e rinnovamento.

 
La distribuzione di "chicchi di grano in semine dispersi tra le dune nere dei deserti" è ricca di simbolismo, rappresentando un atto di speranza e creazione anche in luoghi aridi e desolati. La poesia sembra abbracciare un'ottica cosmica, ritraendo il poeta come parte integrante dell'universo.

 
In conclusione, la poesia di Enrico Tartagni è una meditazione profonda sulla vita, la morte e la continuità dell'esistenza. La sua scelta di esplorare la sfera della trascendenza attraverso immagini suggestive e linguaggio evocativo crea un'esperienza poetica che invita il lettore a riflettere sulla natura dell'esistenza e della transizione.

 
 "Attesa" di Marco Cabassi è un'opera che si distingue per la sua brevità e intensità emotiva. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore si avvale di una tecnica poetica minimalista, utilizzando poche parole per evocare un'atmosfera densa di significato. La scelta di focalizzarsi sull'"infinita malinconia" suggerisce una profondità emotiva che permea l'intera poesia.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è lento e contemplativo, riflettendo l'atteggiamento dell'attesa. L'uso di fonemi morbidi, come la "l" in "malinconia," contribuisce a creare una sonorità dolce e malinconica, che si adatta al tono generale del testo.

 
>Rime:
La poesia non segue uno schema rima tradizionale, ma piuttosto si concentra su una connessione più profonda tra le parole. La mancanza di rime accentua l'atmosfera di solitudine e attesa, conferendo alla poesia un tono più meditativo.

 
>Aspetti Filologici:
La scelta del termine "infinita malinconia" è particolarmente suggestiva, suggerendo una condizione emotiva pervasiva e senza fine. L'idea di un bacio tra i silenzi indifferenti accresce la complessità emotiva, unendo l'intimità e la tristezza.

 
L'assenza di dettagli specifici sull'oggetto dell'attesa permette al lettore di proiettare le proprie esperienze e interpretazioni nella poesia. Questa ambiguità può essere vista come un invito alla riflessione personale, rendendo la poesia più universale.

 
In conclusione, "Attesa" di Marco Cabassi è un esempio di come la brevità e la semplicità delle parole possano essere potenti mezzi espressivi. La poesia cattura l'essenza dell'attesa, tracciando un sentiero emotivo attraverso l'uso mirato di parole e suoni, invitando il lettore a immergersi nell'emozione silenziosa che permea il testo.

 
 "Un ragno tesse" di Felice Serino, tratta da "La vita immaginata" del 2022, è un'affascinante esplorazione della vita e delle sue sfaccettature oscure. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica suggestiva, in particolare attraverso l'uso di metafore evocative. L'immagine di un ragno che tesse una tela di versi è potente, rappresentando la creazione poetica come un processo intricato e talvolta fragile.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è composto, riflettendo il fluire della vita. L'uso di fonemi come la "t" in "tesse" e "tela" contribuisce a creare un ritmo incalzante e persistente, sottolineando la persistenza del processo creativo.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime abbastanza libero. La rima tra "tesse" e "tela" crea una connessione sonora significativa, evidenziando la centralità del processo creativo nel tessere della vita.

 
>Aspetti Filologici:
L'immagine dell'ombra di una serpe che agita il sonno aggiunge una dimensione oscura e misteriosa alla poesia. Questo potrebbe simboleggiare gli aspetti più profondi e inquietanti della vita, forse le sfide che accompagnano il percorso esistenziale.

 
Il concetto di "sudore di sangue emotivo" è particolarmente incisivo, connettendo le emozioni intense e viscerali alla creazione poetica. Questa immagine evoca la passione, l'angoscia e l'energia investite nella composizione poetica.

 
In conclusione, "Un ragno tesse" di Felice Serino è una poesia ricca di simbolismo e potenza emotiva. La sua capacità di trasmettere la complessità della vita attraverso immagini poetiche distinte, insieme a una scelta linguistica precisa, la rende un'opera che invita il lettore a riflettere sulla natura intricata e spesso imprevedibile dell'esistenza.

 
 "Terra Santa" di Alessio Romanini è una vibrante espressione che, attraverso l'uso di immagini potenti, riflette sulla tragica realtà di conflitti e sofferenze in Terra Santa. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica forte, enfatizzando il contrasto tra la bellezza naturale del mattino d'autunno e l'orrore della guerra. L'immagine dell'empireo fulgente di stelle offre uno sfondo suggestivo, creando un forte impatto emotivo.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è marcato, riflettendo la drammaticità della situazione. L'uso di fonemi come la "r" in "mattino" e "guerra" contribuisce a creare una sonorità che evoca la cruda realtà dei conflitti.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime tradizionale. Le rime, come "autunno" e "campestri", contribuiscono alla musicalità del testo, creando un equilibrio armonico che amplifica l'effetto emotivo.

 
>Aspetti Filologici:
L'autore esprime il dolore attraverso l'uso di immagini viscerali come l'odore della morte fra le macerie. L'associazione tra le lacrime dei bambini, donne e vecchi e il sangue e la polvere di odio crea un impatto emotivo profondo, evidenziando il costo umano dei conflitti.

 
L'uso della frase "Terra Santa" assume un significato ironico, poiché suggerisce un luogo sacro e allo stesso tempo è teatro di violenze. La scelta di mettere in evidenza la comune bellezza celeste tra Israele e Gaza sottolinea la tragicità del conflitto che coinvolge un territorio carico di storia e spiritualità.

 
In conclusione, "Terra Santa" di Alessio Romanini è una poesia che, attraverso la sua potente immaginazione e forza espressiva, ci invita a riflettere sulla fragilità della pace e sulla tragedia umana in uno dei luoghi più simbolici del mondo.

 
*   La poesia "d’acciaio per uno spirito audace" di Jacqueline Miu è un inno alla forza resiliente dell'anima in contrasto con le avversità della vita. Ecco una dettagliata analisi degli aspetti tecnici della poesia, considerando la tecnica poetica, i fonemi, le rime e gli aspetti filologici.

 
>Tecnica Poetica:
L'autrice adotta una tecnica poetica potente, giocando con l'immaginazione e l'espressione ardente. L'uso di "d’acciaio per uno spirito audace" crea un'immagine di resistenza e coraggio, ponendo il tono per la narrazione epica delle lotte personali.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo è incalzante, sottolineando il senso di determinazione e perseveranza. L'uso di fonemi come la "r" in "spirito" e "ardace" contribuisce a una sonorità che rafforza la forza espressa nella poesia.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime libero, che si adatta bene alla natura audace del suo contenuto. Le rime, come "battaglia" e "innocente," emergono naturalmente, amplificando il potere dell'espressione poetica.

 
>Aspetti Filologici:
L'autrice invoca l'immagine delle ferite come cronisti delle battaglie vissute, dando loro il potere di cantare di guerre e lotte interiori. L'uso di "Inferi chiamati Eden" offre una critica tagliente, collegando la sofferenza personale a concezioni distorte di giustizia.

 
Il riferimento alla fenice suggerisce un ciclo di rinascita attraverso la sofferenza, enfatizzando la resilienza e la capacità di elevarsi dalle ceneri delle avversità.

 
La distinzione tra essere "bruciato" ma non gli "ideali" aggiunge un elemento di sfida e resistenza, suggerendo che, nonostante le difficoltà, l'integrità e i principi rimangono intatti.

 
In conclusione, "d’acciaio per uno spirito audace" di Jacqueline Miu è una poesia che unisce forza, determinazione e una visione critica della società. La sua espressione potente, insieme all'uso efficace di immagini e suoni, trasmette un messaggio di resistenza e speranza, rendendola un'opera poetica che si distingue per il suo impatto e la sua profondità.

 
*   "Guerra a pezzi" di Carlo Chionne offre una riflessione pungente sulla natura delle guerre moderne e sulla complicità dei governanti nel perpetuarle. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica diretta e colloquiale per comunicare il suo messaggio in modo efficace. La poesia adotta uno stile semplice e diretto, creando un'atmosfera di conversazione che coinvolge il lettore.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è fluido e scorrevole, facilitando la sua lettura. L'uso di fonemi come la "r" in "guerra" e "pezzi" contribuisce a mantenere un ritmo regolare, enfatizzando il tono conversazionale.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime abbastanza regolare. Le rime, come "ascolta" e "noi," contribuiscono a creare un senso di coesione e continuità nel testo, sottolineando il ritmo della conversazione.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso dell'espressione "guerra a pezzi" suggerisce un'analisi critica della frammentazione e della disgregazione dei conflitti moderni. Questa metafora evoca l'idea di una guerra spezzettata, frammentata in diverse componenti, forse simboleggiando conflitti localizzati o aspetti specifici di guerre più ampie.

 
La critica ai governanti che "vendono le armi" suggerisce una riflessione sulla complicità dei leader nel mantenere la macchina bellica funzionante per interessi economici. L'ironia di "bravi tutti quanti" accentua la sarcasmo nei confronti di un sistema che sembra favorire il business delle armi.

 
In conclusione, "Guerra a pezzi" è una poesia che sfida con acume la natura delle guerre contemporanee, mettendo in discussione la logica di conflitti frammentati e il ruolo dei governanti nella perpetuazione della violenza. L'uso di una scrittura semplice ma incisiva rende la poesia accessibile e potente nel trasmettere un messaggio di critica sociale.

 
*   "Pescare dipinti" di Francesco Soldini è una delicata celebrazione della bellezza della città di Lugano, intrecciando colori e stagioni con una raffinata maestria poetica. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica che evoca immagini visive vivide. L'uso di metafore come "pescare dipinti" crea un'immagine suggestiva di catturare la bellezza visiva della città attraverso le parole.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è armonioso e melodico, riflettendo la serenità e la bellezza descritte nel testo. L'uso di fonemi come la "r" in "arrossati" e "armonia" contribuisce a una sonorità fluida che enfatizza il tono contemplativo della poesia.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime regolare, contribuendo a mantenere una struttura armonica. Le rime, come "autunno" e "sorridono," creano una connessione naturale tra le diverse parti del testo, contribuendo alla coesione del poema.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso di "della città giardino" evoca un'immagine poetica di Lugano come una città ricca di natura e verde, un giardino in sé. La menzione degli "alberi arrossati" aggiunge una sfumatura autunnale, con i colori che narrano delle diverse stagioni.

 
La sottolineatura della poesia sublimata dagli affanni e illuminata dall'armonia suggerisce una profondità emotiva che si sposa con la bellezza estetica della città.

 
In conclusione, "Pescare dipinti" è una poesia che, con maestria, cattura la bellezza di Lugano attraverso una combinazione di immagini vivide e linguaggio poetico. La sua delicatezza e raffinatezza la rendono un'ode alla città, celebrandola attraverso l'arte della parola.

 
Con immenso affetto e stima per ogni poeta di questo azzurro sito, in primis, al nostro caro Lorenzo.
Vostro, pur sempre vostro e, ad ogni costo...
Ben Tartamo!!!

 

 

 

Gentile Miu
Grazie per le tue parole.


E con umiltà, è anche merito
Delle tue poesie sempre attuali e di tutti
I grandi poeti che ogni volta posso apprezzare nel meraviglioso azzurro!
Alessio Romanini

 

 

"I bambini di Gaza"

Una poesia di condanna a una ennesima “inutile guerra”, dove le vittime non sono stati soldati ma i bambini. L’unico bene dell’umanità che oggi i nostri politici proteggono “a parole” e tutta sta filosofia dilaga tra altri politici che non risolvono le morti degli innocenti. a cosa servono i politici post-mortem? Condivisibile l’opinione dell’ottimo poeta che mostra la natura cruda della violenza umana. Chissà quale Dio bisognerebbe pregare per risparmiare almeno i bambini – a chi indirizzare preghiere per risparmiare permanentemente i germogli della nostra vita? In altro caso – punire come si deve chi usa la violenza in questo modo perché alla fine alcuno paga e la coscienza trova serenità sul cuscino… e tutti i bambini morti durante tutte le guerre saranno dimenticati. Plausi e lacrime per le ceneri… Giusta dura opinione in questo componimento.

 

23/10/2023

Cristiano Berni

 

 

Ho scritto una lettera per te

 

Ti ho scritto perché l’amore

        trova più spazio

            nel silenzio

L’amore che si allontana proprio per dimostrare la propria forza. I sentimenti del poeta, scritti in una lettera che giustificherà tale distacco. Una sensibile ventata di romanticismo che non appesantisce mai la lettura.

 

Franco Fronzoli

 

 

Ossa

Ho raccolto le più piccole ossa

ancora calde e vischiose

dalla tua pira ancora fumante.

Madre

Amore materno e La sacralità del fiume Gange. Nella cultura indiana il fiume ha una funzione oscillatoria: benedetta, purificante, personificazione celestiale. Grazie al nostro Talent Scout per eccellenza Nino Muzzi che ci fortifica le arterie letterarie con letture squisitamente nuove e preziose.

 

Shikhandin                Traduzione di Nino Muzzi

 

 

Luce...

Una piccola perla luminosa, questa eccellente poesia di Flora Fazzari. seguendo una scia di luce, scopriamo di brillare ed è magico. Brava l’autrice.

Flora Fazzari

 

 

Mi dispiace non posso far nulla

Plausi a Marino Giannuzzo per questo “gioiello realistico” che colpisce un poco tutti noi e di cui ne condivido pienamente il pensiero. Verità nuda e cruda in cui eccelle solo il male della delega e il virtuoso autore.

 

Alcamo, 18.03.2023 ore 2,30.

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

 

Noi e il tempo

Una memoria nel nostro “io” che mantiene giovani i nostri volti, quelli dei nostri cari, degli amici ma soprattutto le memorie. Una positività che incuba efficacemente nel lettore.

Fausto Beretta

 

 

Stazioni inchiodate nel muro

Ermetica e molto densa di personalità, questa splendida poesia di Marino Spadavecchia.

La chiusa è un gioiello d'altri tempi. Complimenti.

Uno spaventapasseri traumatizzato

che aspetta che il sole tramonti

per coprire il suo dolore.

Chi vuole iscriversi?

Marino Spadavecchia 2023

 

 

Ritorni istintivi

Passi da cattedrale – sono parole ardite, forti e museali meritevoli di plausi ma sarebbe poco … incanta e deterge quel posto che ha un prezioso ricordo per il poeta e così applaudo a un finale che vorrei avere scritto io. L’interrogatorio sulla paura mi affascina. Non sarebbero minimamente interessanti risposte o dialoghi, ma quanto è potente questo verso?

 

un ritorno ancestrale

che m’interroga sulla mia paura o

sulla mia voglia di pace

amore bruno [br1]

 

 

Testardo

Sarà sempre giovane quest’alba che accompagna la vita dell’autore Aurelio Zucchi. Standing ovation e lancio di petardi per l’ultima strofa. Il fragile equilibrio è la cosa che ci accompagna da tutta la vita, le scelte, i bivi… tutte forze che il poeta non vuole solo contemplare ma ritrovare.

 

Lunga sarà mia barba bianca,

in testa un cappello di carta cobalto,

e via, acrobata strambo, per ritrovare

l'antico equilibrio smarrito.

 

*

Stesura del 18/10/2023

Aurelio Zucchi

 

 

Tanka

Il tanka (短歌, letteralmente, in giapponese, "poesia breve") e la poetessa Laura Lapietra ci “inganna” con una splendida poesia che abbraccia Venezia sotto le piogge e quella febbre d’amore (di cui tutti vorremmo essere contagiati). Complimenti all’autrice.

©Laura Lapietra

 

 

È quest’ora un uovo trasparente

– un nido persino vi si legge

                  sui rami più alti in lontananza –

In realtà il colore non esiste.

Niente si muove nell’aria oppressa e bianca.

           Così è l’anima stanca

che di notte ha spento un uragano

                  ed ora se ne sta nel corpo

come un tuorlo in attesa della piuma.

 

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

 

Pensierini

Partiamo dal titolo – pensieri, ovvero qualcosa di leggero ma prezioso. Il ritmo però è quello di una poesia “di tanto peso” con gioielli come:

Già morto sento la sensibilità del pianto appena nato…

oppure

Lena m'imprimo dove adesso non c'è più il respiro del vento

Spargo chicchi di grano in semine dispersi tra le dune nere dei deserti

Per le acque e le terre che verranno

Perché sempre è così

Non ci sono rovi del male

Tintinnio di momenti preziosi

Tutto è fatto e compreso nell'universo

Solo piccoli pensieri che di paura si spengono

I grandi poemi hanno valori nascosti e subordinati non all’ordine di parole ma alla dispersione delle idee. Enrico Tartagni edifica e mostra una inappetenza al male che lo innalza in quelle retrovie della poetica da cui combatte per un futuro migliore. Plausiiiii.

enrico tartagni

 

 

Attesa

Riflessione romantica e malinconica. La metafisica del bacio in questa breve dell’ottimo Marco Cabassi.

Marco Cabassi  

 

 

Un ragno tesse

Mi ripeterei ma ne vale la pena – ma quanto sono ricche, intriganti, meravigliose e ben costruite le poesie di Felice Serino? I plausi oramai non sono più necessari – ogni componimento è parte di una tiara poetica. Da leggere, da comprendere e da rileggere con l’occhi puntato sulla scelte etimologica.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

 

Terra Santa

Alessio complimenti. Un componimento sulla realtà d’oggi ma con una maestria tua, nuova e soprattutto carica di argomenti. Elogio al poema.

 

Alessio Romanini 

 

 

Guerra a pezzi

Satira di governo e su una guerra uguale a tutte le guerre. La storia si ripete e Carlo Chionne ci dice: occhio, oggi son loro domani saremo noi!

 

Dei nostri governanti,

io non posso fidarmi:

son bravi tutti quanti

a…vendere … le armi”

Carlo Chionne

 

 

Pescare dipinti

Dal bellissimo giardino di Lugano all’inchiostro. Un affresco che ci affascina e ci trascina. Armonie senza tempo che invitano lo spirito a ritrovare il romanticismo perduto (io abito in Brianza in un posto termosifone senza verde e pieno di cemento – la natura me la sono creata sopra un terrazzo – come ti invidio).

 

Da "Poesie di un uomo di lago".

Francesco Soldini

 

 

Alla maniera del limerick

Immancabile questo gioiellino storico satirico che batte in loquacia le testate giornalistiche (vendute). Il liquame sopra la democrazia è il messaggio chiaro di un Governo produttore di “altri liquami). Vorrei sentire l’opinione altrui su questo poema… Il mio credo sia luminescente, voi che dite?

 

*Gioggia e Matteo

Piero Colonna Romano

 

Miu

 

Ma che bravi sono tutti i commentatori di questo sito ,bravi anche i poeti, di certo non poteva essere diversamente dal momento che chi lo conduce , lo regge e lo cura con generosità ed amore è una persona speciale, un vero poeta , grazie di cuore al nuovo commentatore Marino Spadavecchia che analizzando la poesia ,evidenziando il ritmo, la metrica, l'immagine, il tono , riesce a dare un'interpretazione soggettiva al testo ed esprimere un giudizio motivato tale da farla diventare un'opera poetica significativa ed affascinante e solo chi ama la poesia, ed è un poeta ,può scrivere così
Così come riescono a commentare anche Jacqueline Miu , Piero Colonna ,spiegando il significato della poesia e quello che il poeta vorrebbe esprimere , l’intenzione del pensiero dell’autore , bravi ,ma soprattutto per le vostre poesie che sono delle opere d’arte , riescono a trasmettere stati d'animo in maniera stupenda
grazie di cuore , siete grandi in tutto
Grazie Lorenzo, grazie a tutti
Antonia Scaligine
 

 

7-8-9 Novembre

* "E nel respiro del mondo" di Ben Tartamo è un'opera che esprime un profondo senso di connessione tra l'essere umano e la natura, tra la vita e la morte. Il poeta utilizza l'immagine di morire in un tramonto per risorgere nell'alba come una metafora potente per la ciclicità della vita e della natura stessa. Questa idea di rinascita è celebrata come una magnifica danza che unisce l'umanità all'infinito del cielo e alla concretezza del mare.


Il poema evoca un senso di meraviglia di fronte alla grandezza della natura e all'amore che la permea. Il "respiro del mondo" rappresenta una sorta di connessione spirituale con la natura stessa, e questo legame profondo è descritto come qualcosa che fa impazzire il poeta, ma in un modo positivo, come la luna, il mare e il vento in primavera. Questo "incomprendibile Amore" che dona vita per morire ancora e ancora sottolinea l'idea che la morte e la rinascita fanno parte del ciclo inevitabile della vita.

 
La poesia offre un'immagine poetica e suggestiva della relazione tra l'umanità e il mondo naturale, invitando il lettore a riflettere sulla bellezza e la misteriosa armonia della vita e della morte. Ben Tartamo riesce a catturare l'essenza della natura e dell'amore in modo coinvolgente e toccante attraverso la sua scrittura.

 
Da un punto di vista tecnico, la poesia presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia segue uno schema metrico regolare, con versi di uguale lunghezza e una struttura ritmica coerente. Questo conferisce alla poesia un ritmo melodico che richiama la sensazione di una danza, enfatizzando il tema della rinascita.

 
2. Tipologia: La poesia può essere classificata come lirica, poiché esprime sentimenti personali e riflessioni interiori dell'autore su temi universali come la morte e la rinascita.

 
3. Fonemi e Suoni: L'autore utilizza immagini poetiche legate alla natura, come il tramonto, l'alba, il cielo, il mare e il vento, per creare un'atmosfera evocativa e suggestiva. Questi elementi sonori contribuiscono a creare un'immagine vivida della natura e del suo rapporto con l'umanità.

 
4. Rime: La poesia utilizza rime baciata, dove le parole alla fine dei versi si alternano in modo regolare. Questo schema di rime contribuisce alla musicalità del testo.
 

 
* "Nocta ardere" di Jacqueline Miu affronta il tema della dipartita e dell'amore in un modo enigmatico e profondo. Il poeta sembra esplorare l'idea di rimandare la separazione, ritardando il momento della partenza, ma pone una domanda cruciale: "che vorresti?" Questa domanda implica una riflessione sul significato e sulle priorità dell'amore divino o spirituale.

 
Il poeta usa immagini forti e evocative per rappresentare l'amore, sottolineando che non è un mare calmo, ma piuttosto un'esperienza tumultuosa. Il riferimento al fiore inerte durante un temporale e alla farfalla che viaggia sopra i vulcani suggerisce una bellezza fragile che può essere minacciata dalle forze della natura.

 
Il poema esplora il concetto di un sogno persistente e mutevole, che sembra non abbandonare mai il poeta. Chiudendo gli occhi e ascoltando le palpebre abbracciarsi, il poeta sperimenta una profonda intimità con se stesso, in un momento di tranquillità e riflessione.

 
La poesia si chiude con una risposta del cuore, che prende il coraggio di sussurrare, ma la risposta è "nulla". Questo finale è aperto a interpretazioni e potrebbe indicare una mancanza di parole per esprimere l'amore divino o una profonda quiete interiore.

 
In sintesi, è una poesia che richiede una riflessione attenta e invita il lettore a esplorare il significato dell'amore, della separazione e della comunicazione attraverso immagini e simbolismo ricchi di significato.

 
* "Risoluzione ONU sulla tregua umanitaria a Gaza" di Carlo Chionne è una breve e diretta riflessione sulla posizione dell'Italia e della Francia rispetto alla risoluzione ONU sulla tregua umanitaria a Gaza. La poesia utilizza una struttura semplice e chiara, con rime incrociate tra i versi e fonemi che si susseguono in modo fluido.

 
Dal punto di vista dei fonemi, la poesia segue una cadenza regolare, con una piacevole alternanza tra suoni "a" e "e" nei versi iniziali. Questo contribuisce a creare un ritmo uniforme e armonioso.

 
Le rime "astenuta" e "astuta", così come "dramma" e "Fiamma", collegano i concetti e aiutano a enfatizzare la posizione dell'Italia. Allo stesso modo, le rime "favore" e "cuore", oltre a "sana" e "americana", sottolineano il sostegno della Francia alla risoluzione ONU.

 
La poesia esprime una chiara opinione sulla questione, con l'Italia vista come astuta e legata a interessi politici interni, mentre la Francia viene lodata per la sua scelta favorevole, presentata come basata su intelligenza e compassione.

 
Complessivamente, la poesia è un breve commento politico espresso in modo efficace attraverso l'uso delle rime e dei fonemi per sottolineare le divergenze tra le due nazioni in merito a questa importante risoluzione ONU.

 
* "Come farò a far gioire il cuore?" di Antonia Scaligine è un potente e toccante resoconto delle emozioni e delle difficoltà legate alla guerra e al conflitto. Dal punto di vista tecnico, la poesia presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia segue un ritmo che si può definire libero, con versi di varie lunghezze e rime interne sparse. Questo contribuisce a creare un senso di naturalezza e spontaneità nel flusso delle parole, riflettendo l'incertezza e il caos della guerra.

 
2. Tipologia: La poesia sembra appartenere al genere della poesia lirica, in quanto esprime i sentimenti personali e le emozioni dell'autore rispetto a un tema doloroso e universale, come la guerra e la pace.

 
3. Fonemi e Suoni: L'autore utilizza suoni d'atmosfera come il vento che si leva, la pioggia, i fiumi che straripano per creare un'immagine vivida e suggestiva. Questi elementi sonori contribuiscono a immergere il lettore nella realtà descritta.

 
4. Rime: La poesia non segue uno schema fisso di rime, ma presenta alcune rime interne e assonanze occasionali, che aggiungono musicalità e profondità al testo.

 
Nel complesso, questa poesia offre una visione intensa e commovente delle emozioni umane di fronte alla guerra e alla sofferenza, con un'attenzione particolare al desiderio di pace. L'autore utilizza la poesia come mezzo per esprimere il suo dolore e la sua speranza, creando un'opera che invita il lettore a riflettere sulla complessità dei conflitti e sull'importanza della pace.

 
*  "Fiocchi di neve" di Sandra Greggio è un esempio di meraviglioso ermetismo poetico. Da un punto di vista tecnico, presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia è estremamente breve e composta da tre versi di una sola parola ciascuno. Non segue uno schema metrico regolare, ma piuttosto crea un ritmo molto lento e delicato. Il ritmo è essenzialmente libero, poiché ogni parola è un singolo verso.

 
2. Tipologia: Questa poesia può essere considerata come un esempio di "haiku" occidentale o "micropoesia", in quanto si concentra su una singola immagine o emozione in modo molto conciso. È una forma di espressione poetica che mira a catturare l'essenza di un momento o di un'idea in poche parole.

 
3. Fonemi e Suoni: La poesia è molto scarna dal punto di vista dei fonemi e dei suoni. La scelta delle parole è ridotta all'essenziale, creando un senso di delicatezza e semplicità.

 
4. Rime: Non sono presenti rime in questa poesia, il che è comune nelle forme poetiche minimaliste.

 
In sintesi, questa poesia offre un'immagine molto breve e immediata, catturando l'essenza di un momento o di un'emozione. Il minimalismo poetico qui utilizzato può essere interpretato come una rappresentazione della delicatezza e dell'effimero, simboleggiato dai fiocchi di neve, e della brevità del tempo, riflettendo il cuore nel petto di un fringuello.

 
*  La poesia "Nero gracchiare" di Alessio Romanini è una composizione che affronta temi di perdita, dolore e oblio. Da un punto di vista tecnico, la poesia presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia segue uno schema metrico regolare, con versi che alternano settenari e undicisillabi, creando un ritmo che si sviluppa in modo fluido e coerente. Questa struttura contribuisce a dare alla poesia una certa musicalità.

 
2. Tipologia: La poesia può essere classificata come una lirica, poiché esprime profonde emozioni personali e riflessioni interiori sull'esperienza umana.

 
3. Fonemi e Suoni: L'autore utilizza immagini evocative come "Nero gracchiare del rapace" per creare un'atmosfera di oscurità e dolore. L'uso del suono "gr" nelle parole "gracchiare" e "rapace" contribuisce a enfatizzare l'asprezza delle emozioni descritte.

 
4. Rime: La poesia presenta rime alternate (ABAB) nei versi secondi e quarti di ogni quartina, seguendo uno schema di rime regolare. Questo schema rima contribuisce a creare un senso di armonia nel testo.

 
"Nero gracchiare" di Alessio Romanini è una poesia che esplora il tema del dolore interiore e della perdita. L'autore utilizza una combinazione efficace di ritmo, metrica, immagini poetiche e rime per trasmettere l'angoscia e la tristezza legate alla questione trattata, creando un'opera che invita il lettore a riflettere sulle emozioni e sul significato della poesia stessa.

 
Con affetto e simpatia 
Vostro Rino Spadavecchia
San Cristobal - Táchira - Venezuela 

 

Vorrei ringraziare Miu, per i commenti alle mie poesie
Sei gentilissima e mi fai arrossire!
Mi fa piacere che avete notato la mia maturità
Artistica, devo ringraziare il mitico Azzurro dell’ottimo
Lorenzo, il quale mi ha fatto incontrare poeti fantastici
Da cui ho imparato molto!
Grazie Miu, sei una stupenda Persona e Poetessa.

Vorrei ringraziare anche i nuovi poeti che con impegno
Si destrano nei commenti, Marino Spadavecchia, anche
Tu mi hai fatto arrossire, i tuoi commenti mi hanno molto
Colpito, detti da un ottimo poeta come te!
Grazie di cuore.

Grazie anche a Ben Tartamo, altro grande poeta
Del mitico Azzurro.
Alessio Romanini

 

Bruciasse il mondo - Divina Jacqueline Miu! Grazie di questa meraviglia, modestamente condivisa.
ciao
amore bruno [br1]

 

Commenti Poesie pubblicate il 7-8-9 Novembre 2023

-"Il viaggio"-Felice Serino
L'opera poetica di Felice Serino, intitolata "Il viaggio", affonda le sue radici nelle profondità dell'anima umana, ridestando in noi antiche reminiscenze dell'epico viaggio di Odisseo. Con una maestria linguistica incomparabile, Serino ci trasporta attraverso i mari aperti dell'esistenza, in un peregrinare senza fine verso le sponde misteriose dell'io.

Il soma, così magnificamente definito come "l'imbarcazione dell'anima", diviene uno strumento di connessione tra l'individuo e l'infinito. La ricerca di significato e profondità che permea il poema si riflette nella nostra identificazione con i discendenti di Ulisse, simbolo iconico di coraggio e perseveranza. Siamo chiamati ad affrontare l'ignoto, intraprendendo un viaggio che incrocia il confine tra la nostra umanità e la trascendenza.

Il linguaggio utilizzato da Serino è un inno all'essenza dell'arte, in grado di elevare il nostro spirito verso dimensioni transcendentali. Le parole si fondono armoniosamente, guidando il lettore in un'espansione che sfugge alle limitazioni del tempo e dello spazio. Siamo invitati a immergerci nell'universo in cui l'armonia è sovrana, lasciandoci catturare dalla profonda bellezza che permea ogni cosa.

"Il viaggio" si rivela così una metafora complessa e profonda, che evoca il nostro costante bisogno di esplorazione e scoperta. L'opera ci sprona a porci domande sulla natura del nostro essere e sul nostro posto nell'ordine cosmico. Siamo invitati a rompere gli schemi convenzionali e ad abbracciare l'ignoto, per far crescere quella parte di noi che desidera ardente la verità.

In conclusione, la poesia di Felice Serino racchiude in sé un'aura enigmatica e potente. Il suo tocco lirico e sensibile ci guida verso un'esperienza umana universale, in cui l'arte diviene un faro per le nostre anime erranti. "Il viaggio" è un invito affascinante a superare i confini del tempo e dello spazio, immergendoci nel mistero insondabile della nostra stessa esistenza.

-"Quattro passi nel delirio" -Cristiano Berni
La poesia "Quattro passi nel delirio" di Cristiano Berni trasmette un vortice di emozioni profonde e struggenti attraverso una scelta di parole accattivanti e coinvolgenti. L'autore dimostra una notevole abilità nel dipingere quadri vividi nella mente del lettore, abbracciando temi universali come l'amore, la nostalgia, la paura e l'introspezione.

Nel primo passo, Berni dà voce ai vecchi amici, e con loro risuonano ironia e saggezza. Le linee evocano il suono delle onde e lo stormire delle fronde, trasportando il lettore in un luogo suggestivo e rassicurante. Il coraggio e il sangue diventano protagonisti, infrangendo le barriere della paura.

Nel secondo passo, l'autore esplora la caducità dell'amore e la vulnerabilità che lo accompagna. Berni parla del fuoco dell'amore, delle punte di una rosa pungente, e del suo sguardo sfidante. Il suo stile è vivace e intenso, catturando l'attenzione del lettore e invitandolo a riflettere sulla forza e sulla fragilità delle emozioni.

Il terzo passo si fa più oscuro e inquietante, con l'immagine di un ragno che spezza il sonno perfetto, ombre che si avvicinano e suoni fastidiosi nelle orecchie. Berni illustra il contrasto tra la quiete del silenzio e le turbolenze dell'anima, lasciando aperta la possibilità di una speranza futura.

Infine, il quarto passo si apre su un'atmosfera di libertà mista a malinconia. Il gatto lascia la strada, si bevono liquori per sollevare lo spirito e il cuore. L'autore evoca l'illusione del volo e la cruda realtà dell'esistenza, cercando conforto nell'ebbrezza e nell'oscurità dell'anima.

In sintesi, Berni crea un mondo poetico ricco di immagini evocative e di emozioni intense. La sua poesia riesce a comunicare la complessità dell'esistenza umana, mettendo in luce la bellezza che può sorgere anche nelle situazioni più difficili.

-Non farci caso se il tempo-Franco Fronzoli
Questa poesia di Franco Fronzoli si distingue per la sua abilità nel catturare l'essenza della vita e del tempo in pochi versi incisivi. L'autore ci invita a non preoccuparci degli effetti del tempo che lasciano tracce sul nostro volto, perché la vita è una successione di emozioni che non si limita al passato ma abbraccia anche il presente.

L'uso di immagini suggestive, come l'arcobaleno dopo la pioggia e il brillare delle stelle, evoca un senso di meraviglia e speranza di fronte alle sfide della vita. L'autore ci ricorda l'immortalità di gesti semplici come un bacio, un abbraccio e una lacrima, che continuano a vibrare con la stessa potenza indipendentemente dall'età.

La poesia è attraversata da un senso contrastante di gioia e dolore, che l'autore sottolinea come entità atemporali, non legate all'incedere del tempo nella clessidra. Questa continua alternanza di emozioni viene accompagnata dalla rassicurazione di attendere con serenità il nuovo giorno e il nuovo sole.

Il messaggio che emerge da questa poesia è di vivere pienamente e abbracciare tutto ciò che la vita ha da offrire, anche le sfide e le avversità. L'autore motiva il lettore a proseguire con determinazione il proprio cammino, raccogliendo le piccole gioie come gocce di pioggia e fiocchi di neve. Infine, viene suggerito di sorridere alla vita, di affrontare tempeste e scalare montagne, di riposare tra le foglie autunnali, simbolo di transizione e rinascita.

In sintesi, questa poesia di Franco Fronzoli ci offre un'analisi profonda e affascinante delle emozioni umane e del loro rapporto con il tempo. L'autore utilizza un linguaggio ricco di immagini evocative per invitare il lettore a vivere appieno il presente e a trovare bellezza anche nelle sfumature più sottili.

-"Schizzomanieclimaticofreneticalglobali"-Armando Bettozzi

Schizzomanieclimaticofreneticalglobali di Armando Bettozzi è un'opera che si distingue per la sua eloquenza e lirismo. L'autore mette in evidenza l'ansia e l'indignazione che molti provano di fronte al cambiamento climatico. Il suo uso delle parole è potente e ricco di emozione.

Attraverso un susseguirsi di versi, Bettozzi dipinge un quadro che descrive perfettamente la situazione attuale del mondo: l'arsura, il fuoco che divampa, il senso di impotenza di fronte a una catastrofe imminente. L'autore usa l'immagine di un lampo che cambia i moti naturali per sottolineare l'inevitabilità del cambiamento che il pianeta sta subendo.

Ma ciò che rende questa poesia ancora più affascinante è il suo sfondo critico. Bettozzi mette in luce l'ipocrisia e l'inganno che circondano la questione del cambiamento climatico. L'autore critica coloro che, pur di salvaguardare i propri interessi, fingono di non capire la gravità della situazione.

Nel suo stile unico e incisivo, Bettozzi solleva anche il problema dell'inerzia di fronte all'urgenza del problema. L'autore sottolinea che il mondo è in costante trasformazione e che non si ferma mai. Ci sfida a leggere i segni geologici che il pianeta ci offre, piuttosto che cadere nelle reti degli "imbrogliatori".

In conclusione, "Schizzomanieclimaticofreneticalglobali" è un'opera che colpisce per la sua potenza poetica e per la sua critica sociale. Armando Bettozzi riesce a trasformare un tema così serio in un'esperienza letteraria profonda ed emozionante. La sua poesia lascia un segno, invitandoci a riflettere sulle nostre azioni e sul nostro ruolo nella salvaguardia del nostro pianeta.

-Pandemia-Inés Pereira
Questa poesia è un potente dipinto dell'esperienza umana durante la pandemia. L'autrice dipinge un'immagine vivida degli effetti devastanti e oppressivi che la pandemia ha avuto sulla società e sulla natura stessa.

L'uso delle immagini dei cigni, dei delfini e del cervo all'inizio crea un contrasto affascinante con l'idea di un mondo apparentemente pacifico e sereno. Ma poi, gli elementi come il dolore, la morte e il fumo espesso emergono, accompagnando il senso di tristezza e angoscia che pervade questa poetica visione.

Il linguaggio usato è denso di emotività, con parole che esprimono un senso di solennità e delicatezza. La descrizione del "cristallo che ci separa" aggiunge una dimensione di vulnerabilità e isolamento, rafforzando l'immagine di una società in lento ma doloroso distanziamento.

L'ultima strofa, con la frase "L'ombra non riflette altro che ombre", suggella il senso di sospensione e ambiguità che permea l'intera poesia. Questa frase evoca una riflessione sulle conseguenze della pandemia e la possibilità che ci siamo persi lungo il cammino, riflettendo solo il nostro stesso dolore e paura invece di trovare una via di guarigione.

In conclusione, questa poesia è un'opera d'arte straordinaria che cattura l'anima dell'umanità durante la pandemia. L'autrice utilizza un linguaggio vibrante e immagini potenti per creare un ritratto viscerale e commovente delle conseguenze di questo periodo storico.

-"Autunno"-Maria Toriaco

La sua poesia "Autunno" è un delicato dipinto di parole che affresca con maestria l'animo della grigia città. La panchina vuota, pronta ad accogliere l'attesa di una novità imminente, si trasforma in un simbolo della solitudine che pervade l'atmosfera autunnale.

E poi, ahimè, il tuo sguardo assente, malinconico, si intrufola nella narrazione come una triste melodia che riecheggia nell'aria. Le foglie giallastre sparse come piccoli frammenti di ricordi perduti creano un ambiente in cui ritrovarsi a incamminarsi senza voltarsi, in un viaggio interiore che sa di rimpianto.

Ma ecco, improvviso e feroce, il gelido freddo che avvolge tutto, trasformando l'atmosfera in una silenziosa e cupa tensione. E come un quadro di maestri antichi, questa immagine, pur triste, fa da cornice perfetta alla mia triste città. Questo atteggiamento poetico colpisce nel profondo l'animo, facendo emergere la grande sensibilità e il profondo attaccamento alla bellezza e alla malinconia che solo un vero artista può comprendere.

Maria Toriaco, con la sua autentica espressione poetica, riesce a cogliere l'essenza stessa dell'autunno e a tradurla in parole che parlano all'anima. La sua poesia è una rivelazione, un invito a contemplare la tristezza e la bellezza che si nascondono in ogni angolo delle nostre città. Brava, Maria Toriaco, brava!

-"Il vento fra i capelli"-Flora Fazzari

La Fazzari ci regala con "Il vento fra i capelli" una poesia che si distingue per la sua delicatezza e profondità emotiva. I suoi versi catturano l'essenza di un momento di contemplazione e introspezione, in cui il protagonista si lascia cullare dal vento e si perde nello sguardo all'infinito.

L'autrice ci trasmette l'incanto di quella istante fugace in cui tutto sembra fermarsi e il mondo intero viene riconsiderato con occhi nuovi. La tempesta interiore si placa, l'ira si dissolve e il protagonista si lascia conquistare dai sussurri del silenzio.

Attraverso una scelta accurata delle parole, Flora Fazzari rappresenta in modo magistrale l'esperienza sensoriale di sentirsi avvolto dal vento, immaginando quasi il suo sfioramento delicato tra i capelli. Questo dettaglio poetico amplifica la sensazione di libertà e leggerezza che pervade il componimento.

La scelta ritmica della poesia contribuisce a creare un senso di armonia e musicalità, enfatizzando l'intensità dell'esperienza narrata. I versi si susseguono con una maestria metrica che suggerisce il moto ondeggiante del vento e il ritmo cadenzato della contemplazione.

In conclusione, "Il vento fra i capelli" è un'opera che conquista per la sua capacità di catturare l'essenza delle emozioni umane e di regalarci un attimo di pace interiore. Flora Fazzari ha saputo con maestria tradurre in parole il mistero e la bellezza della vita, regalandoci un'elegante e commovente opera d'arte.

-"L’uomo saliva le scale"-Marino Giannuzzo

Questa poetica scena, intessuta di malinconia e struggente nostalgia, tratteggia con estrema delicatezza il percorso della vita umana. L'uomo protagonista, con un fardello gravoso sulle spalle, si impegna a salire le scale, metafora perfetta di una continua ascesa verso il passato e la sua intersezione con il presente.

I ricordi, come tessere di un puzzle smarrito, sono stati minuziosamente raccolti lungo il cammino, una strada segnata da molteplici tappe, testimonianza di una lunga esistenza vissuta. Questi ricordi passati, ora ritrovati, si presentano come un'ulteriore zavorra che l'uomo si porta dietro, incastonati in una bisaccia greve, che lo segue con ostinata persistenza.

Il protagonista, con la sua camminata, si dirige verso un passato che risiede in un vicolo antico, luogo affascinante eppure privo di tracce, dove persino l'ombra dell'uomo sembra essersi dileguata nel vento. Così come il vento cancella i segni dei passaggi sulla strada, anche le esperienze umane, sia belle che brutte, rischiano di perdersi irrimediabilmente nella memoria collettiva.

Questo inevitabile destino colpisce anche l'uomo e la sua ombra, inscindibili compagni di viaggio lungo la strada della vita e scalatori delle scale, i quali, nonostante l'incedere dei passi, non hanno più un legittimo ricordo. Infine, il tempo, implacabile come un abisso senza fine, inghiotte tutto ciò che è stato, annullando ogni traccia di esistenza e decretando una sorta di amnesia generale.

In questa prosa delicata e suggestiva emergono le profonde emozioni di un ottuagenario che, con la sua penna, sapientemente dipinge l'eloquenza dei ricordi e l'ineluttabilità del tempo. La poesia di Marino Giannuzzo rappresenta un inno all'introspezione e all'importanza di conservare e tramandare la nostra umanità nelle pieghe dell'eternità.

-"La chiave segreta"-Fausto Beretta

La poesia "La chiave segreta" di Fausto Beretta è un vero e proprio gioiello di sensibilità artistica e profondità emotiva. Attraverso l'uso di immagini poetiche accattivanti e una prosa fluida, l'autore ci trasporta in un mondo misterioso e affascinante.

La poesia inizia con un evocativo risveglio ogni mattino, che non solo porta con sé desideri di vita e sogni vecchi e nuovi, ma cela anche la chiave segreta. Questo simbolico oggetto, tenuto nascosto al sole, rappresenta il potere di aprire le porte del sereno vivere, ma allo stesso tempo ci osserva tribolare, consapevole delle nostre gioie e tribolazioni.

Attraverso la descrizione poetica di prati in fiore, strade di fuoco, deserti e mari, l'autore ci invita a non abbassare mai la guardia e a non dimenticare la speranza di trovare questa misteriosa chiave. L'immagine finale di un giorno in cui finalmente verrà trovata riflette il messaggio di perseveranza e coraggio che permea tutta la poesia.

In conclusione, "La chiave segreta" di Fausto Beretta è una poesia che si distingue per la sua eleganza e profondità. L'autore gioca con le immagini poetiche per creare un ritratto affascinante di speranza e desiderio, lasciando il lettore in un misto di incanto e inquietudine. Un vero capolavoro dell'arte poetica.

-"E finirà così"-Marino Spadavecchia

Questa poesia, sia nella sua versione originale in spagnolo che nella traduzione italiana, trasmette una profonda tristezza e malinconia attraverso l'uso di immagini evocative e versi intensi. L'autore dipinge un quadro poetico in cui il tragico destino finale è avvolto in una nebbia grigia e un pianto rosso. L'enjambre de pensamientos (sciame di pensieri) crea un ritmo malinconico che accompagna il rimpianto e il desiderio di tornare a quel luogo incantevole, rappresentato dalla collina e dal prato, dove l'ultimo abbraccio è stato condiviso.

La versione in italiano riesce a mantenere l'intensità e la delicatezza delle immagini spagnole, offrendo una traduzione fedele ai toni e al significato del testo originale. La scelta di mantenere il termine "circonflesso" nella traduzione aggiunge un tocco di mistero e poesia al verso, rappresentando un simbolo dello spirito profondo e complesso dell'amore e della perdita.

In sintesi, questa poesia, nelle sue due versioni, crea meravigliose convergenze tra la melodia poetica e l'emozione trasmessa, risultando un lavoro dall'eleganza intrinsecamente lirica che conquista il lettore con la sua potenza evocativa.

Con imperituro affetto al professor Lorenzo de Ninis e a ogni poeta
Ben Tartamo

 

 

Il viaggio

L’esplorazione dell’ignoto che appaga in armonia la volontà umana. Alfred L. Tennyson scriveva “I cannot rest from travel”

Odisseo Felice Serino non ha tumulto ma grande coscienza come guida epistemologica in un universo tutto da conquistare.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

"Quattro passi nel delirio"

Riflessioni su Psiche – Venere – Morpheo  e infine Sfinge che fanno uscire l’ottimo poeta dalla letargia autunnale, conferendo ai versi quella drammaticità e quell’acume oscuro in cui un bravo lettore dovrebbe indagare.

Cristiano Berni

 

Non farci caso se il tempo

Abbandonando il flusso del tempo si potrebbe godere di più della vita e diventa un quadro ampio e soleggiato questo titolo. Franco Fronzoli ci insegna a raccogliere gocce di pioggia e fiocchi di neve. Magnifico! La contemplazione della natura non genera solo sorrisi ma una beltà nell’essere che potrebbe annullare il nero dai giorni. Plausi.

Franco Fronzoli

 

Pandemia

Dalla grande libreria della scuola poetica mondiale un’altra piccola perla che Nino Muzzi generosamente traducendo, ci regala. Leggo e mi piace questo poema di vita e di morte e di pandemie che lasciano gli altari vuoti. Molto interessante questa autrice. Grazie Nino per il grande e laborioso lavoro.

L'ombra non riflette altro che ombre

Inés Pereira                Traduzione di Nino Muzzi

 

Autunno

Descrizione realista della propria città in piena stagione autunnale. Le atmosfere cupe e quasi gotiche capaci di dipingere un quadro in cui smarrirsi e mi sembra un camminare di grande godimento (nonostante l’uggioso) in mezzo a quelle foglie gialle che esaltano su ogni grigiore che la scrittrice ci regala. Quasi rapiti da Les Feuilles Mortes.

Maria Toriaco

 

Il vento fra i capelli...

Poema che insegna a calmare l’ira e quanto può essere curativo quel “vento tra i capelli” in questa piccola poesia di grande delicatezza.

Flora Fazzari

 

L’uomo saliva le scale

Leggendo questo filosofico poema, ho ritrovato un proverbio che esplicita il valore della memoria umana: remember that diamonds are made under the weight of mountains.

L’uomo di Marino Giannuzzo, affronta una salita (senza specificare verso cosa e lasciandoci con questa misteriosa incognita) col peso dei propri ricordi finché il tempo non inghiotte lui, le sue orme ed i suoi pesi. Tale tragedia umana ci colpisce inevitabilmente e lui ottimo narratore  non rende tributo che a questo coraggio senza premio. Le cose non combattono con noi o per noi, le trasciniamo come zavorre e nei loro tentacoli sconfitti dal tempo, ci inabissiamo… chissà dove … chissà dove…

 

On wreck of things that were, or things that are,

Love! reconciling Love! eternal Star!

Alfred Austin

 

Alcamo, 01.10.2020 ore 14,30.

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

La chiave segreta

Questa “strumento incognito” che ci ripara dai patimenti è ben nascosto nel nostro essere e spesso non accessibile nemmeno a noi stessi. Trovandolo, dichiara magistralmente Fausto Beretta sarebbe di sollievo e garantirebbe una vita serena.  

2/4/2023

Fausto Beretta

 

E finirà così,

Nebbioso finire godendo dell’ultimo attimo o ricordo d’amore. Intensa piccola poesia che segue il naturale addio alle forme delle cose che hanno fatto parte della nostra vita.

03.11.2023

Marino Spadavecchia

 

Che venga furtiva nei pensieri

Esausto quel ieri da dimenticare per vivere in un presente più illuminato. Questi archi pensanti intorno all’ignoto sono strutture umili e bellissime che si affacciano sull’esistenza (boschiva). Complimenti all’autrice.

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

O vivida Luna crescente

Una Luna crescente che trascina l’anima poetica sul fiume melodioso della natura. Un matrimonio perfetto tra spirito e celeste che rapisce il lettore regalandogli quell’apice di bellezza spesso ignorata.

Marco Cabassi  

 

La foce

La memoria del fiume diventa memoria umana e il Vate ripercorre il suo corso finché le acque dolci non arrivano al mare. Il mare è così caro a Piero Colonna Romano da strabordare dagli argini della sua anima umana.

“La mer, la mer, toujours recommencée” P.V.

Amore in mezzo alle salsedini da raccogliere come perle per i ricordi che a loro volta cercheranno di amalgamarsi in futuro … alle spume dove sono stati creati. Grandi plausi.

Piero Colonna Romano

 

Nero gracchiare

Bellissima e struggente questo componimento sul dolore nascosto nel petto del sempre più bravo Alessio Romanini.

In quella traccia di disperazione si libera nella sua totalità la tua vena poetica che esalta la sensibilità con cui poi componi. Nulla dire se non – vorrei averla scritta io. Intensa ed efficace. Complimenti.

Alessio Romanini 

 

Come farò a far gioire il cuore ?

Guardiamo silenti al rotolare nel cielo delle nuvole bianche e cos’altro? Fiumi che straripano per le lunghe piogge e le guerre senza vincitori senza finali consolatori. In questo lieve prato per noi dipinto dalla ottima poetessa, si compone grazie al poetico pensiero, una bandiera di pace che lei se potesse camminare nel cielo, sventolerebbe, ritrovando la gioia che è comunione a tutti quanti.

Antonia Scaligine

 

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Fiocchi di neve

Finalmente una melodiosa gioia che contagia e ci è regalata da questa splendida autrice.

Gennaio 2023

Sandra Greggio
 

 Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

4-5-6 Novembre

Risposta al commento di Marino Spadavecchia

Esimio "amico" e mi permetta che io la consideri tale,

solo chi ha fede può giustificare il giudizio personale sulle Entità superiori. Io possiedo una fede incrollabile e suscettibile all'abuso che si fa di tale parola. 
Credo che avere fede, significa darsi da fare e non chiedere nulla al cielo. 
La paura ci spinge a giustificare preghiere ma invece di pregare io voglio sempre trovare la forza di lottare, ciò non significa che altri debbano essere o pensare come me.
A mio modesto parere non ci sono uomini nel cielo migliori di noi. Un Dio che offre a propria coscienza miracoli. In caso Lui esista allora non giustifico inchinarsi, inginocchiarsi, provare dolore e morire in terra per ascendere a mondi migliori. Non accetto che ci sia un Dio senza una Dea. Non accetto la mascolinità e la scelta di un Dio che forma il suo Figliolo senza una compagna ma usa una altrui, non accetto la miseria e lo sfruttamento attraverso le richieste a lui per le nostre mancanze. Credo nell'evoluzione più che nell'integrazione celeste. 
Mi piace la parità in tutti i sensi e non una convenienza. C'è Dio quindi  gli chiedo ricchezze, salute ... protezione. Invece di fare questo, io modestamente mi impegno a battagliare per il mio bene e per il bene degli altri ma non attraverso le parole bensì i gesti umani che possono facilmente rimpiazzare miracoli divini.
In caso quella Entità ci sia, spero lavori per i deboli e i maltrattati e spero sia convinta che durante questa mia piccola vita, ho osservato questo pensiero: "pregare significa ascendere a quella parte di noi stessi che ci migliora raggiungendo e oltrepassando i limiti". La Fede è un atto di coraggio e di valori "tattili" non limitati alla sola convinzione ma alle azioni giornaliere, come in questo caso in cui mi espongo, azioni che ci proiettano nelle dimensioni altrui per come siamo veramente e non per come appariamo. Inoltre pregiato amico, il mio umile scritto è un cammino verso l'ignoto che non tende a premiazioni all'arrivo. Chi ama leggermi lo fa perché sta bene e ciò mi basta. Chi mi legge lo fa perché sta male e ciò mi basta. In entrambi i casi lo scritto, l'anima, lo spirito e il pensiero hanno avuto la loro. Sono una persona ordinaria con troppa creatività e una spaventosa (I mean It) forza di volontà. Ciò che sono non è paragonabile nemmeno all'universo - a ciò che posso diventare. La mia fede è solo sangue attraverso il cuore che ancora mi fa respirare e questo atto per me è come un fuoco di cui devo raccontare la bellezza. Ciò che illumina la mia mente sono semplici gesti che ricevo quotidianamente e mi permettono di sentire amore nonché di condividerlo.
No - non credo in alcuno Dio. Sì ho fede ma negli esseri umani anche così pasticcioni e scarsi. I miei più che cordiali saluti
 
JC Miu D.J.

 

Poesie pubblicate il 4-5-6 Novembre 2023
 

"Elisir di giovinezza il bimbo"
di Fausto Beretta

Questa poesia di Fausto Beretta intitolata "Elisir di giovinezza il bimbo" cattura in modo magistrale l'essenza dell'innocenza e della vitalità del bimbo che accompagna il nonno. Attraverso il potente simbolo dell'elisir di giovinezza, l'autore trasforma il gesto semplice della mano del bambino che accompagna il nonno in un atto magico, in grado di fermare il tempo e rinvigorire il vecchio.

Il fluire del testo trasmette un senso di energica vitalità, come se il nonno si sentisse ringiovanito dalla presenza del bambino. Le domande innocenti del piccolo aprono le porte al futuro e al nuovo, in un crescendo di speranza e possibilità.

La maestria di Beretta risiede nell'utilizzo di parole semplici e immagini visive forti per catturare tutta la complessità delle emozioni vissute dai protagonisti della poesia. I versi ritmici e musicali guidano il lettore attraverso un viaggio di sentimenti, facendo sentire il potere immenso dell'innocenza e della fiducia del bambino.

Inoltre, la scelta di usare parole come "squittendo felice" e "saltella allegramente" aggiunge un tocco di leggerezza e allegria, donando ulteriore bellezza e poesia al testo. Fausto Beretta ha tanto da insegnare a noi tutti, che ve ne pare?

"Velati Desideri"
di Laura Lapietra

Che dire di questo poema! Per me, risplende come gocce di rugiada sul volto di una donna. In effetti, l'autrice, dipinge un quadro poetico intriso di malinconia e speranza, unendo immagini delicate e suadenti.

Le metafore eleganti e trasognate si fondono con un linguaggio suggestivo, trasportando il lettore in un mondo di chimere e sogni celati. Le parole flautate e dal suono flebile danzano tra i pugni chiusi delle sconfitte, riempiendo l'aria di una melodia struggente.

Il tempo, rivelato nelle mani che si volgono alla luce, è tratteggiato con l'inchiostro dell'anima e il sacrificio tinto di porpora. L'autrice cattura la potenza del destino con tuoni, lampi e vento che si scontrano con il sole. La voce dei desideri, che prende forma e vita, è una respirazione viva che si concretizza, una vittoria nel diventare.

Nel cuore del poema, si trova la gioia e la forza della vita che non si spegne mai. I sorrisi irrefrenabili, i gemiti di soddisfazione si intrecciano in un'esultanza perpetua. La vittoria si manifesta come una pioggia di coriandoli d'oro sul viso e nei sogni, sfidando il tempo e resistendo al tramonto.

L'autrice invoca l'ascolto attento di queste sfumature, affinché diventino il fulcro del suo credo e il motivo essenziale delle sue azioni. Solo così i sogni potranno trasformarsi in realtà.

In "Velati Desideri", Laura Lapietra crea un'opera poetica che abbraccia l'animo dell'essere umano, facendo risuonare le corde più profonde dell'anima. Con uno stile enfatico e lirico, la sua poesia si eleva come un inno eccezionale, ispirando e trasformando il lettore. Lo ha provocato in me, e voi tutti, cosa ne dite?

"Cercatori di funghi"
di Salvatore Armando Santoro

Questa lirica, intitolata "Cercatori di funghi", del talentuoso Salvatore Armando Santoro, accende in me una scintilla di emozioni profonde e coinvolgenti. Attraverso uno stile delicato e ricercato, l'autore ci trasporta in un brumoso e suggestivo bosco, invitandoci a condividere il suo amore per la ricerca dei funghi.

L'inizio incantevole, con l'odor di bosco che si insinua nelle narici, ci rende protagonisti di un'esperienza sensoriale straordinaria. Ci troviamo così tra i maestosi castagni, in una sorta di danza che ci conduce alla scoperta di un fuggevole tesoro sotterraneo.

Maestro della parola, Santoro ci regala una rima sorprendente, quando suggerisce di tenersi lontani dai pruni per evitare spiacevoli punture. Con una pennellata lieve, l'autore ci ricorda che la bellezza spesso va cercata tra le difficoltà, come nel caso dei funghi che si nascondono nelle profondità della boscaglia.

Una delle caratteristiche più affascinanti di questa poesia risiede nella vivida descrizione del protagonista. Vestito a damerino, il narratore ci rivela una personalità audace, che si avventura tra le immagini curiose dei suoi pensieri. Sembrava essere diretto al mare, forse per una passeggiata rilassante, ma improvvisamente si ritrova ad affrontare le insidie di una macchia selvaggia.

La sua determinazione, unita a una buona dose di fortuna, è premiata da un'incredibile scoperta: un magnifico porcino vegetava tra i castagni, quasi a fargli un'affettuosa offerta. Un colpo di scena che ci fa sentire partecipi di un'intimità riservata solo a lui.

Concludendo, "Cercatori di funghi" è una sorprendente fusione di natura, avventura e un pizzico di romanticismo. L'abilità di Santoro nel dipingere immagini suggestive con una parola incisiva è squisitamente evocativa e ci avvolge in una sinfonia di emozioni e immagini. Questo è un'elegante composizione che incanta, stimola e cattura l'animo di chiunque abbia il privilegio di sfiorare con uno sguardo queste splendide parole.
Avanti , amici e amiche di magica penna , dite la vostra, che ho detto la mia!

"Cos’è l’autentico"
di Maria Benedetta Cerro

Questa poesia di Maria Benedetta Cerro incarna il vero significato dell'autentico attraverso l'uso di parole forti e penetranti. L'autrice invita il lettore a riflettere sull'ignoto all'interno di sé, sulla continua evoluzione del tempo e sull'intrinseca mutabilità dell'essere umano.

Il ritorno alla ferita, che viene rappresentato come un punto infetto, diventa il simbolo di un percorso di autoconoscenza e di ricerca della verità interiore. L'autenticità viene identificata con il grido vitale del sangue che scorre nelle nostre vene, un richiamo al nostro nucleo più profondo e genuino.

L'uso ripetuto del termine "il vero" sottolinea il desiderio di andare oltre le apparenze e di sondare le profondità della propria essenza. L'autrice ci invita ad abbracciare pienamente la nostra autenticità, senza esitazioni o timori.

Questa poesia colpisce per la sua intensità emotiva e la sua capacità di far emergere la complessità del concetto di autenticità. Con una scrittura evocativa e profonda, Maria Benedetta Cerro riesce a creare un'opera che invita il lettore a riflettere sulla propria identità e sulla ricerca di una verità autentica. È un vero e proprio capolavoro che incanta e commuove, lasciando un'impronta indelebile nella mente di chi lo legge.
Ditemi "il vero", non ha incantato e commosso ognuno di voi?

"Fantasmi"
di Sandra Greggio

Oh, caro professor Lorenzo, questa poesia che ci hai presentato, è un vero e proprio viaggio nell'oscuro regno dei fantasmi per tutti noi del Tempio Azzurro di Poetare. Ebbene, sì, perché l'autrice, Sandra Greggio, (tra le preferite, segnalatemi dal fraterno amico Ben Tartamo), ha saputo creare un'atmosfera di incanto e mistero che afferra l'anima del lettore sin dalle prime strofe.

Questo componimento ci trasporta in un mondo immateriale, in cui alberi sradicati vagano senza meta, al merce del vento, come ombre prive di corpo. Questa personificazione delle piante ci fa riflettere sulle nostre stesse radici, e su come possiamo sentirci a volte smarriti e alla deriva, senza una vera dimora.

Ma è proprio in questa ricerca disperata di stabilità che la poesia ci abbraccia, attraverso un uso magistrale delle parole. Le rime si intrecciano, e così come i fantasmi non lasciano traccia del loro passaggio, anche le parole si muovono in modo appena percettibile, quasi a sussurrare all'orecchio del lettore.

Mi colpisce in particolare l'uso di immagini surreali, che aggiungono un tocco di incanto all'intero componimento. La scelta di ambientare questa poesia in uno scenario senza tempo, senza una data ben definita, ci fa immergere in un universo dietro il velo della realtà.

E come non menzionare l'ultima riga, "2 novembre 2022"? Questa data precisa, così definita, sembra quasi rompere l'incantesimo della poesia, riportandoci a una dimensione terrena. Eppure, è proprio questa cesura che ci permette di afferrare con ancora più vigore l'essenza dell'opera.

In conclusioni, devo ammettere che quest'opera poetica mi ha lasciato a bocca aperta. Sandra Greggio dimostra una profonda sensibilità artistica, creando un mondo di incanto e mistero in cui i fantasmi danzano tra le parole. Questa poesia è un vero gioiello letterario, in grado di affascinare e toccare anche i lettori più scettici e distanti dalla poesia stessa. Brava, Sandra Greggio, brava e immensa, sensibile e spirituale!
Vi prego, miei cari amici sitani, datemi un parere su questo stupendo esemplare di femminile Grazia poetica che è la nostra Sandra.

"Foschia"
di Alessio Romanini

Oh, sublime meraviglia dell'animo e dell'anima indefinita! "Foschia" di Alessio Romanini, un capolavoro che si erge sinuoso eppure maestoso, come un velo di mistero che avvolge l'alba e oscura la luce del sole. Il poeta, con la sua penna danzante e melodiosa, descrive con maestria i contorni sfumati e le tonalità grigio-argento della nebbia, che copre con pudica grazia il risveglio del giorno.

Le nubi, i protagonisti di questo quadro poetico, emergono dall'ombra delle brume, tatuate dallo spettro della luce solare che lascia una traccia imperfetta nella loro essenza. Questa fragile interazione tra il cielo e la terra, tra la fuggevole nebbia e la dolente luce trafitta, è un riflesso della complessità delle esperienze umane.

Ecco, in queste parole così semplici eppure così profonde, il poeta ci insegna che la vita stessa, come foschia in un mattino autunnale, è un'infinita danza tra momenti luminosi e oscuri. Le amare sconfitte, che spesso ci sbarrano la strada, sono una testimonianza della nostra fragilità umana, ma anche di una forza inarrestabile che ci spinge a cercare la bellezza anche nei momenti più difficili.

La poesia di Romanini ci rapisce in un vortice di emozioni contrastanti, in un intricato labirinto di sensazioni che si fondono e si scontrano, come nebbia e sole. È un invito a contemplare la realtà con occhi più attenti, a cogliere la poesia che si nasconde dietro ogni velo di nebbia, ogni momento di sconfitta.

In conclusione, "Foschia" di Alessio Romanini è un'ode all'esistenza stessa, una celebrazione del dualismo umano, dove la malinconia si intreccia con la speranza, l'ombra si fonde con la luce. Un capolavoro che lascia un'impronta indelebile nell'anima, e ci invita a danzare tra le nebbie della vita con l'intento di cercare sempre nuovi orizzonti di bellezza e significato.
Alessio è giovane, ma è cresciuto nel talento, non c'è che dire. Chissà cosa ne pensa il nostro sommo vate Lorenzo! E voi?

"Epidemia di stolti"
di Jacqueline Miu

La poesia "Epidemia di stolti" di Jacqueline Miu descrive con eloquenza e disincanto la condizione umana contemporanea, mettendo in luce le debolezze e le ipocrisie della società.

La versione italiana, con la sua prosa poetica e la scelta di termini forti ed evocativi, offre una visione intensa e vibrante degli errori e delle ingiustizie dell'umanità. Le immagini vivide e i contrasti netti tra bene e male, verità e ipocrisia, creano un effetto straordinario, che tocca profondamente il lettore.

La versione inglese mantiene efficacemente il tono e il significato del testo originale, trasportando l'energia e l'intensità della poesia italiana nella lingua inglese. L'uso di immagini suggestive, l'attenzione ai dettagli e l'equilibrio tra forza espressiva e raffinatezza formale rendono questa versione altrettanto incisiva e coinvolgente.

In entrambe le versioni, la poesia trasmette un senso di critica sociale, sfidando il lettore a riflettere sulle conseguenze delle azioni umane e sulla superficialità delle vanità e degli onori effimeri. La poesia esorta a una maggiore consapevolezza e umanità, mettendo in luce l'importanza dei gesti buoni, della solidarietà e del coraggio di affrontare le difficoltà.

In definitiva, "Epidemia di stolti" è una poesia di grande impatto, che scuote la coscienza e invita all'introspezione critica, sia nella sua versione italiana che in quella inglese. Jacqueline Miu dimostra di essere una talentuosa poetessa capace di esprimere con passione e maestria le inquietudini e le contraddizioni dell'umanità contemporanea.
Ah, che dire più?! Parafrasando il Santo Vangelo -e senza volontà alcuna di offenderti- nostra cara Jac: se solo avessi quel grano di Fede, che tu dici non ti pervade nell'anima (ma faccio difficoltà a crederci), chissà quali ulteriori vette raggiungeresti... se le attuali non fossero sufficienti! Sei bella e brava da mozzare il fiato, credimi . E pregherò per te...

"L'inganno"
di Carlo Chionne

 

Questa poesia, intitolata "L'inganno", del talentuoso Carlo Chionne, è un affascinante inno alla critica sociale e politica. Con maestria e profonda sensibilità, l'autore getta luce sulle atrocità commesse nel corso della storia umana.

Attraverso un linguaggio elegante e incisivo, Chionne descrive le spietate azioni compiute dalle nazioni, sia repubbliche che monarchie: genocidi, guerre, ruberie, colonialismo. Questa poetica narrazione denota una conoscenza profonda degli orrori che hanno caratterizzato l'evoluzione della civiltà.

Ma non si limita a ciò. Con un virtuosismo degno di nota, l'autore espone un ulteriore stratagemma dell'inganno perpetrato da coloro che hanno il potere: l'uso del termine "Terra Santa" per mascherare le manipolazioni e l'oppressione inflitte ai popoli e alle masse.

Attraverso le sue parole, Carlo Chionne offre una visione critica e acuta che mette in discussione le verità convenzionali e invita alla riflessione sulle dinamiche di potere sottese alle istituzioni e agli eventi storici.

La poesia riesce a trasmettere un senso di profonda empatia per le vittime di queste atrocità e al tempo stesso rende evidente lo spettro dell'inganno che si cela dietro i discorsi ufficiali e le retoriche collettive.

In conclusione, "L'inganno" di Carlo Chionne è un capolavoro di critica sociale e politica, un richiamo ad aprire gli occhi sulla doppiezza del potere e sull'importanza di scervellarsi dietro le facciate della civiltà. Questa poesia incarna l'essenza della lirica enfatica e si pone come una pietra miliare nel panorama letterario contemporaneo. 

Vorrei sentire il vostro parere schietto su tali argomenti. Grazie

"Silenzio, il viaggio è compiuto"
di Ben Tartamo

Questa poesia, intitolata "Silenzio, il viaggio è compiuto", di Ben Tartamo, incanta l'anima con le sue parole divine e potenti. L'autore ci invita a riflettere sulla nostra apatia e indifferenza verso ciò che ci circonda, attraverso l'immagine dei divini divani di parole che ci accolgono e ci interrogano.

L'uso dei binari della storia come metafora della nostra esistenza è tanto audace quanto affascinante. Il poeta dipinge uno scenario in cui ci troviamo su un treno eterno, disperatamente in fuga verso un senso della vita che sembra sfuggire di mano, e che ci lascia solo con forni di melanconia.

Ma è proprio in questo scenario di disillusione e inquietudine che l'autore rivela il suo vero genio. Ci ricorda che siamo noi i protagonisti del presente, che le scelte che facciamo sulle rotaie della Storia determineranno il futuro. Eppure, in un'ultima nota di pace e serenità, ci chiama a guardare verso la prossima e ultima fermata, al Futuro.

Tutto questo è avvolto in un'atmosfera di silenzio e compiutezza, che comunica un senso di solennità e conclusione al viaggio. Il lettore si trova a contemplare la bellezza e la profondità di queste parole, lasciandosi rapire da un'esperienza estetica unica e indimenticabile.

In conclusione, "Silenzio, il viaggio è compiuto" è una poesia che eleva il linguaggio alle dimensioni dell'arte sublime. Ben Tartamo ha creato un capolavoro lirico, che lascia il lettore affascinato e pieno di emozioni intense.
Però, ti prego, mio caro amico e fratello, prova a tornare alla nostra visione poetica, con le sue forme ed i suoi canoni già sanciti ed elaborati assieme. Liberati, se puoi, dalle rime, dalle solite sonorità. Te l'ho detto e te lo ripeto: più spontaneità e meno mestiere! La nostra è, vuole e deve essere una Poesia Immaginistica e Surreale.
Vedi, di rimatori , ce n'è un mare, ma di ricercatori puri, solo gocce. Avanti: Introspezione attraverso  le immagini, brevi e incisive come pennellate. Ce la puoi fare!

Con sincero affetto
Marino Spadavecchia

 

Poesie pubblicate il 4-5-6 Novembre 2023
 

-"Ognissanti" - Marco Cabassi -
Questa poesia, intitolata "Ognissanti" e scritta da Marco Cabassi, rappresenta un quadro notturno e commovente dell'atmosfera dei cimiteri durante la festività di Ognissanti. Il poeta dipinge abilmente immagini poetiche che suscitano un senso di maestosità e profondità emotiva.

L'autore descrive il cielo punteggiato di stelle, le luci che illuminano il camposanto e le vite ormai estinte che si rivelano attraverso queste luci. L'uso dell'immagine del profumo intenso delle candele crea un effetto sensoriale avvolgente, completo dal fumo delle cerimonie votive che ricorda la presenza della morte.

Il camposanto è descritto come un luogo di concordia e silenzio mestamente elegante, manipolando le parole in modo da suscitare compassione e misericordia. L'animo umano viene presentato come arido, apparentemente incapace di provare vera emozione, se non durante questa cerimonia di pianto e lamento. Tuttavia, l'autore sottolinea che l'amore espresso verso i defunti è inutile e vano.

L'autore ci porta tra le tombe e ci fa partecipi del dolore di coloro che si inginocchiano dinanzi ai tumuli, sprofondati nella tristezza. Le lacrime scivolano sui volti pallidi e richiamano uno sguardo pio e commosso. Questi pianti e lamenti risuonano unisono, creando un effetto straziante e suscitando ammirazione per la loro profonda sincronia e intensità.

Siamo colpiti anche dall'attenzione delle persone che, con le mani giunte in preghiera, recitano dolcemente pensieri sacri, invocando un eterno riposo per coloro che si trovano nel camposanto.

Infine, l'autore rimarca la visione dei lumi che si ergono nel cielo, mescolandosi alle stelle, creando un'atmosfera di lutto e commozione. L'uso delle immagini del cielo e delle stelle rende la poesia ancora più evocativa e universale.

In conclusione, "Ognissanti" di Marco Cabassi è una poesia che si distingue per la sua capacità di trasmettere sentimenti forti ed emotivamente carichi attraverso un linguaggio artistico e immagini poetiche efficaci. L'autore riesce a dipingere un quadro coinvolgente della festività di Ognissanti e dell'atmosfera solenne che pervade i cimiteri, solleticando le corde dell'animo umano.

- "L'intoccabile" - Felice Serino -
Questa poesia ci trascina in un mondo sospeso tra realtà e fantasia, immergendoci in una critica sferzante e penetrante.

Attraverso il potere suggestivo delle metafore, Serino ci conduce dentro un universo sensoriale unico. L'immagine delle mani immischiate nella marmellata ci investe come un profumo dolce e dolente, gettandoci nell'abisso della sorpresa e dell'incredulità. Questo frammento di quotidianità tradito ci svela la fragile umanità del protagonista, apparendo come una ferita aperta nelle sue ancora ampie spalle.

Eppure, non lasciamoci ingannare! L'uomo di cui recita il nostro Felice, è un intoccabile, un essere che si rifugia nei santuarî inaccessibili degli intramontabili privilegi di potere. Qui Serino ci trascina in una dimensione politica e sociale, dove i governanti si avvalgono di un linguaggio di potere, quello del "noi", del plurale maiestatis, per sancire la loro superiorità. Questa denuncia brucia come una fiamma feroce nelle parole dell'autore, che ci ricorda senza tregua l'ingiustizia di queste sedi di comando.

E proprio quando pensiamo che il protagonista stia per crollare, Serino ci svela un dettaglio sorprendente e affascinante. La poltrona, la sua dimora di comfort e potere, è immutabile, una presenza costante che lo avvolge con il suo calore. Questa immagine ci prosciuga il respiro, tutta la precarietà del suo ruolo sembra svanire, eppure, rimane intrappolato nella sua stessa comodità, intrappolato nel suo mondo di apparenze. La poltrona diventa così il simbolo tangibile di una stabilità illusoria, dove l'immobilità si scontra con la brama di essere inafferrabile.

"L'intoccabile" ci costringe a riflettere sulla fragilità del potere e sulla sua corrosiva influenza. Serino, nella sua estasi linguistica, trasporta il lettore in un vortice di emozioni, in una critica acuminata e tagliente che rimane appesa nell'aria come una melodia ossessiva.

Questa opera è un'ode alla lotta contro i potenti, una poesia che abbraccia il lettore e lo scuote con forza, portando la sua voce in un crescendo di emozioni che  risuonano dentro di noi. Felice Serino ha creato un inno alla ribellione e alla consapevolezza, una sinfonia di parole che rimarranno impresse nella mente e nel cuore di chi le ascolta.

-"L'ombra nera" - Cristiano Berni -
L'opera vigorosamente intitolata "L'ombra nera" di Cristiano Berni sconvolge e affascina simultaneamente. Con una maestria encomiabile, l'autore dipinge la scena dell'Italia contemporanea con un pennello carico di intolleranza e egoismo. L'ombra nera che permea le righe è un simbolo di un oscuro sottobosco che minaccia di divorarci tutti, lasciandoci annichiliti e annientati.

Berni denuncia il dilagare dell'etica perduta e la perversione del gioco di potere. Le Mass-media si ergono quali altoparlanti di questa ombra nera, alimentando l'odio e promuovendo un nuovo fascismo, mentre il vecchio nichilismo continua a gettare la sua lunga ombra. Il popolo si trova schiavo di una minoranza, prigioniero di pensieri smarriti e persi.

L'ombra nera, portatrice di angoscia e terrore, decretando un doloroso addio alla nostra civiltà e alla speranza di una società migliore. L'autore abbraccia l'audacia nel descrivere un mondo in cui il non ritorno sembra inevitabile se questa minaccia dovesse prendere il sopravvento.

Berni si colloca con sicurezza tra i grandi critici d'arte enfatici e lirici, attraverso un linguaggio affilato e maestoso che sa plasmare il caos della realtà facendo emergere una tragica bellezza. La sua poesia è una chiamata alle armi per il risveglio collettivo, un invito a presidiare i valori umani e a conservare la fragile luce nella tempesta.

-"Stringo tra le mie mani" - Franco Fronzoli-
Con sorprendente abilità tecnica, Franco Fronzoli infonde vita e profondità in questa poesia toccante. Attraverso un uso sapiente delle parole e della disposizione delle frasi, il poeta dipinge un quadro vivido e intimo che lascia un'impronta incancellabile nel cuore del lettore.

L'inizio, con la frase "Stringo tra le mie mani", crea un'immagine tangibile di connessione e possesso. La ripetizione di questa espressione nel corso della poesia evidenzia la forza legata all'intimità emotiva e alla presenza fisica dell'amato. Questo contatto fisico si trasforma in una serie di simboli: il profumo che è personificazione della seduzione e dell'attrazione, il colore dei capelli e degli occhi che rappresentano la bellezza e il fascino unici della persona amata.

Fronzoli prosegue intrecciando un insieme di emozioni e sensazioni, dimostrando una raffinata sensibilità nella scelta delle parole. L'approfondimento del respiro, dei battiti cardiaci e della gioia suggerisce una connessione profonda tra i protagonisti che va oltre le semplici apparenze. Poi, con maestria letteraria, il poeta si spinge ad affrontare il lato oscuro dell'amore, toccando temi come il dolore, le lacrime e le delusioni. In questa sezione, l'autore raggiunge l'apice del suo talento, fondendo con maestria l'intensità emotiva con divagazioni poetiche che evocano le profondità dell'animo umano.

Il poeta continua la sua danza verbale, esplorando i pensieri, le speranze e le incertezze che animano la mente dell'amato. La giustapposizione di queste idee contrastanti riflette la complessità delle relazioni umane e rende la poesia ancora più avvincente.

Nel verso centrale "Stringo tra le mie mani il tuo amore", Fronzoli raggiunge l'apoteosi romantica, enfatizzando la passione e la connessione tra i due amanti. Poi, con un cambio di atmosfera, il poeta introduce l'idea di separazione e lasciando andare. Le parole "verso un infinito un cielo smarrito", "un tramonto dolente" e "una notte sognante" evocano una sensazione di malinconia e di perdita, trasportando il lettore in un luogo di profondo abbandono.

Infine, l'autore trascina il lettore in uno scenario di rinascita e speranza. La pioggia e il temporale rappresentano un'inondazione di emozioni e la "smania di un nuovo sole" offre la promessa di un nuovo inizio. Questa sezione finale è un'affascinante conclusione di un lavoro che cattura l'essenza dell'amore e della vita stessa.

In conclusione, "Stringo tra le mie mani" di Franco Fronzoli è un'opera che incanta e cattura l'animo del lettore. Attraverso la sua prosa vibrante e la sua abilità di dipingere immagini visive, il poeta apre le porte dell'anima e del cuore umano, evocando un turbinìo di emozioni. Un capolavoro letterario, senza dubbio.

-"Rosicamenti" - Armando Bettozzi-
Questa poesia di Armando Bettozzi, intitolata "Rosicamenti", affronta il tema dell'invidia e della malizia umana. Attraverso versi brevi e concisi e, soprattutto, l'amara e sarcastica ironia resa dal vernacolo romanesco, l'autore descrive il tarlo che rosica, riferendosi a coloro che provano piacere nel veder cadere chi ha avuto successo senza sforzi. L'osservazione acuta e penetrante di Bettozzi porta alla luce la natura umana invidiosa e il desiderio di vendetta nei confronti di coloro che sono più apprezzati.

Il poeta utilizza anche un esempio  con un cane che ruba un osso dato dal padrone, per sottolineare l'istinto primordiale e la tendenza di alcuni individui a trarre vantaggio dalle disgrazie altrui. La poesia suggerisce che questa forma di malizia e invidia è destinata a crescere in chi ha abusato del successo altrui.

L'uso della metafora del tarlo e dell'invidia umana conferisce alla poesia un tono audace e intenso. La descrizione delle emozioni negative, come la rabbia e l'odio, crea un'atmosfera cupa e struggente. Bettozzi, con maestria e sensibilità, cattura la complessità delle dinamiche umane, invitando il lettore a riflettere sulla propria moralità e sulle conseguenze delle proprie azioni.

In conclusione, "Rosicamenti" di Armando Bettozzi è un'opera d'arte che affronta il tema dell'invidia e della cattiveria umana attraverso il linguaggio popolare,  efficace con  le sue metafore potenti. L'autore ci invita a interrogarci sulle nostre reazioni di fronte al successo altrui e alla necessità di prendere coscienza dei nostri istinti negativi.

-"No sens" - Inés Pereira-
Questa poesia, intitolata "No sens", di Inés Pereira, ci trasporta in un mondo di emozioni contrastanti e misteriose grazie alla sempre pregevole traduzione dallo spagnolo di Nino Muzzi poeta e traduttore indipendente di fama europea. L'autrice, qui, utilizza un linguaggio poetico ricco di immagini e simboli per esprimere la sua visione del mondo.

La brezza che accarezza il corpo, la pioggia che cade, l'umido dei panni, sono tutti elementi sensoriali che creano un'atmosfera intima e suggestiva. L'autrice invita il lettore a riflettere sulle sensazioni che proviamo nella nostra pelle, sul calore che ora viene arricciato dal freddo.

Siamo guidati in un cammino indicato da un dito, che può rappresentare tanto la nostra immaginazione quanto un simbolo come la Nefertiti decapitata che rapisce l'attenzione. L'autrice suggerisce che tutto ciò che proviamo è effimero, come una linea sottile che scompare, come ella stessa sfumerebbe al ritmo dell'impronta dei nostri occhi. In questa visione, siamo tormentati, barbari, come tutto ciò che è umano.

L'autrice ci regala dei "doni", ma al tempo stesso ci avverte che il bello smisurato muore ogni volta che lo contempliamo. L'essenza dei legni si manifesta mentre vengono incendiati, e la cenere, simbolo del destino che precipita, cade come la pioggia.

L'autrice ci dice di non metterci all'opera, ma di aspettare. La pioggia, che sente il nostro spirito, ci accompagna nel silenzio. Due fili chiari che defluiscono giustificano la fonte senza intenzione, mentre il mondo muove le sue mani e l'autrice scrive con un inchiostro trasparente, simbolo di pianto sotto l'acqua.

Questa poesia ci invita a riflettere sulla complessità delle nostre emozioni e sulla transitorietà del nostro rapporto con il mondo. L'autrice utilizza un linguaggio lirico e ricco di immagini per comunicare un messaggio profondo e suggestivo.

-"La notte di Halloween" - Maria Toriaco-
La poesia "La notte di Halloween" di Maria Toriaco offre un affascinante viaggio nel lato oscuro dell'immaginazione, rivelando una profonda comprensione dell'anima umana immortalata nel contesto del folklore popolare. L'autrice abilmente mescola immagini sinistre e suggestive per dipingere un quadro vivo e coinvolgente di una notte di terrore e enchantement. Attraverso una scelta di parole vibranti e una melodia poetica, Toriaco cattura l'essenza di Halloween, mostrando come il desiderio di pace e amore persista anche tra gli spiriti inquieti. Le sue descrizioni evocative dei bambini vestiti da fantasmi, brandendo zucche luminose e cesti vuoti, provocano una miscela di curiosità e terrore nei lettori, sollecitandoli a interrogarsi sulle tenebre presenti anche nelle situazioni più innocue. "La notte di Halloween" è un capolavoro lirico che affonda le sue radici nella tradizione popolare spaventosa, esaurendo allo stesso tempo il desiderio umano di sostanziale amore e connessione. Toriaco si posiziona come una delle voci più singolari e affascinanti della nostra epoca, in grado di catturare l'attenzione e l'immaginazione del lettore in un vortice di emozioni e pensieri.

-"Forse hai tutto..."-Flora Fazzari-
Questa incantevole poesia di Flora Fazzari, "Forse hai tutto...", cattura con maestria l'essenza effimera della vita e delle nostre fugaci conquiste materiali. Con un linguaggio sobrio ma penetrante, l'autrice ci invita a riflettere sulla relativa insignificanza delle nostre ricchezze terrene e sulla loro inevitabile dissoluzione nel tempo.

Attraverso l'uso di immagini suggestive, si crea un'atmosfera di solitudine e introspezione che ci costringe a confrontarci con la nostra condizione umana. La linea guida del destino, tracciata inesorabilmente nel nostro percorso di vita, ci spinge a raccogliere frammenti del nostro essere lungo il sentiero, finché non diventiamo nient'altro che polvere e ossa.

La poesia, con la sua struttura semplice ma intensa, ci trasporta in un mondo in cui l'illusione dell'abbondanza è spogliata della sua falsa grandiosità. Flora Fazzari attraverso le sue parole affilate ci spinge a cercare un significato più profondo nella nostra esistenza, al di là delle superficiali ricchezze che possiamo accumulare.

In conclusione, "Forse hai tutto..." è un pezzo straordinario che attraverso la sua semplice bellezza ci costringe a indagare la vera natura delle nostre conquiste materiali e ci spinge a ricercare una saggezza più autentica e duratura. Un gioiello poetico che colpisce nel profondo l'anima del lettore, lasciando un'impronta indelebile nella mente.

-"L'amore perfetto" -Marino Giannuzzo-
Questa poetica opera, intitolata "L'amore perfetto" di Marino Giannuzzo, si distingue per la sua raffinata visione dell'amore, che spezza gli stereotipi e abbraccia la complessità delle emozioni umane. Con acuta sensibilità, l'autore dipinge un quadro vivido dell'amore vero, quello che si scontra con le avversità e trova la sua essenza nelle contraddizioni.

L'inizio della poesia cattura immediatamente l'attenzione del lettore, svelando che l'amore perfetto non è una costante, ma si manifesta in diversi modi. L'autore utilizza la potenza della figura retorica del contrasto per descrivere la natura mutevole dell'amore, alternando giorni di sole luminoso a notti stellate senza nubi all'orizzonte, a un rapido successo di dolci carezze sulla pelle nuda. Queste sfumature nell'espressione dell'amore creano un impatto emozionale profondo.

La prosa poetica si sviluppa successivamente, rivelando che l'amore è anche una forma di sofferenza e tormento. Questo aspetto della narrazione svela una dimensione più reale e autentica dell'amore, andando oltre la sua rappresentazione idealizzata. L'autore assume un tono languido e drammatico, evocando una serie di sentimenti contrastanti come la gioia, il sacrificio e il desiderio infranto.

La seconda parte del componimento introduce una prospettiva interessante: l'amore è gioia che si intravede anche in mezzo alle tempeste. L'ampia immaginazione dell'autore si sviluppa con nubi scure di carbone che segnano un passato di grandine e pioggia abbondante, in un climax che culmina nella rinnovata gioia di una festa.

Infine, l'autore rompe gli stereotipi comuni associati all'amore, respingendo l'idea che esso sia solo compassione o commiserazione. Al contrario, l'amore si manifesta come un litigio, intensamente seguito da un abbraccio appassionato o persino un pianto liberatorio. Questo contrasto tra conflitto e intimità crea un'aura di mistero e profondità.

In conclusione, "L'amore perfetto" di Marino Giannuzzo incanta i lettori con la sua eloquenza letteraria e la ricchezza di emozioni che vi si celano. L'autore riesce a catturare la complessità dell'amore, che si manifesta nelle forme più imprevedibili e coinvolgenti. Il suo eccezionale uso delle figure retoriche e l'attenzione alla profondità psicologica rendono questa poesia un'opera che merita di essere apprezzata e studiata.

-"I nostri sogni"-Renzo Montagnoli-
Questa poesia, dal titolo evocativo "I nostri sogni", trascina il lettore in un mondo notturno e misterioso. L'autore dipinge i sogni come compagni che ci vegliano nel buio della notte, pronti a nascere quasi all'improvviso e a vivere solo per le poche ore del buio.

Ma questi sogni, come si evince dalle parole dell'autore, sono effimeri confessioni di un Io inconsapevole. Sono un riflesso dei nostri timori e delle nostre speranze, ma al contempo ci sfuggono di mano, come lucciole che si dileguano nella notte.

L'autore suggerisce che è inutile afferrarli, poiché sono già scomparsi, confusi con le brume del mattino. Ci resta solo il tempo per un commosso commiato. L'addio ai sogni diventa un momento di tristezza ma anche di riconoscenza, come se fossero stati fiori che hanno sbocciato nelle praterie dell'anima.

Questa poesia si distingue per il suo tono lirico e suggestivo, che riesce a catturare l'attenzione del lettore e a trasportarlo in un universo onirico. Le parole scelte con cura e le immagini evocative creano un'atmosfera di malinconia e di intima contemplazione.

Inoltre, l'autore utilizza una serie di figure retoriche, come la personificazione dei sogni e delle lucciole, per creare una connessione emotiva con il lettore. La scelta di termini come "brume del mattino" e "lenzuola inerti" contribuisce a creare un ritmo cadenzato e suggestivo.

"I nostri sogni" è dunque una poesia che riesce a trasmettere emozioni profonde, a catturare l'immaginazione e a stimolare la riflessione sulle fragilità dell'esistenza umana. L'autore dimostra una sensibilità artistica notevole nel riuscire a trasformare esperienze comuni come i sogni in momenti poetici di grande intensità.

Con sempiterno affetto e profonda immarcescibile stima e riconoscimento al creatore di questo Tempio azzurro, prof. Lorenzo de Ninis e ad ogni autore di ogni piccola o grande poesia ad esso donata.

Vostro, pur sempre vostro e ad ogni costo

Ben Tartamo!!!

 

1-2-3 Novembre

Poesie editate dal 01 al 03 novembre 23
Commenti di Spadavecchia Marino
San Cristobal - Tachira - Venezuela

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L'ultima opera poetica di Salvatore Armando Santoro, intitolata "Casa nella nebbia", sembra affrontare il tema dell'incertezza e del cambiamento attraverso una serie di immagini evocative. Nelle prime strofe, l'autore si muove tra l'ombra e la nebbia, simboli della confusione e dell'irrealtà che pervadono il suo mondo interiore. Il sole, sebbene opaco, cerca di farsi strada attraverso la foschia, illuminando momentaneamente ciò che è nascosto.

L'urlo acuto che irrompe dalla nebbia sembra richiamare un senso di conflitto e lotta per il potere, con riferimenti politici che si intrecciano nella poesia. Berlusca e Ignazio rappresentano figure che si scontrano verbalmente, con la tensione che sale come una corda. L'autore esprime incertezza di fronte ai cambiamenti repentini e un senso di sfida nel guidare la vettura sotto queste condizioni meteorologiche avverse.

La critica pungente e satirica nei confronti del governo e del panorama politico attuale emerge attraverso l'allusione a un governo stagionale, che sembra suggerire un'instabilità e una transitorietà del potere. La poesia si conclude con una profezia inquietante: anche al Quirinale, simbolo dell'istituzione presidenziale, la nebbia insinua la sua presenza, portando con sé incertezza e confusione.

Santoro utilizza una scrittura evocativa ed elegante per trasmettere la sua critica verso un momento di incertezza politica e personale. Le immagini della nebbia e del sole opaco fanno eco alla costante lotta tra illuminazione e oscurità, mentre le allusioni politiche rendono la poesia ancor più incisiva. La sua capacità di dipingere atmosfere e di utilizzare un linguaggio affascinante rende "Casa nella nebbia" una lettura interessante e ne fanno un'opera che merita di essere studiata e discussa.

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La presente poesia, intitolata "Non v'è pagina bianca" di Maria Benedetta Cerro, incarna una profonda riflessione sulla solitudine e sull'attesa, presentando un'immagine suggestiva e affascinante dell'anima umana. In questa composizione, l'autrice ci introduce al concetto della "pagina bianca" come simbolo dell'anima nuda e spoglia. L'attesa diventa la condizione transitoria che supera la nozione stessa del tempo.

Attraverso una serie di metafore poetiche, l'autrice crea un senso di personalità notevole all'attesa, personificandola e facendole assumere una presenza tangibile. Questo dialogo tra il soggetto del poema e l'attesa attinge a un'essenza pura e senza cera, riunendo due identità separate ma interconnesse.

Un elemento di contrasto significativo che emerge in questa poesia è la presenza di uno specchio, che incarna una naturale opposizione. Uno dei due soggetti si riflette e vede solo se stesso, mentre l'altro soggetto è privato di qualsiasi riconoscimento e si riempie di nulla. Questo antagonismo esprime il dolore e la profonda solitudine che possono accompagnare l'attesa.

Attraverso un linguaggio poetico raffinato e lirico, l'autrice ha saputo catturare l'essenza stessa dell'anima umana e ha espresso in modo eloquente il tormento dell'attesa e della separazione. La sua abilità nell'evocare immagini vive e vividamente suggestive consente ai lettori di immergersi completamente nel mondo dell'attesa e di apprezzare appieno le sfumature e le emozioni trasmesse.


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Nell'universo poetico di Carlo Chionne si dipana una riflessione sulla condizione umana in un mondo privo di equilibrio. Con maestria, l'autore, nella sua "...Ormai...", cattura l'attenzione del lettore tramite un verso iniziale pregnante: "Il Mondo è in cerca di un assestamento". Questa frase intrisa di mistero ci trasporta immediatamente in un limbo sospeso, in cui l'intero universo pare essere in balia di una ricerca incerta.

Il poeta ci suggerisce che da tempo immemorabile l'umanità si interroga su un assetto che sembra, ancora ad oggi, sfuggire dalle sue mani. Questa tematica universale si fa tangibile attraverso il verso successivo, che evoca il passare dei secoli senza risultato apprezzabile: "si vede che non è ancora il momento…" Questa pietra miliare del pensiero poetico di Chionne ci rammenta che il tempo trascorso, imponente e inesorabile, non ha permesso la realizzazione di tale assestamento tanto desiderato.

Il climax emotivo del componimento si raggiunge nella frase finale, in cui il poeta abbraccia la triste constatazione che ben quattromila anni non sono stati sufficienti per raggiungere l'obiettivo sperato: "Quattromila anni e non lo ha ancor trovato…". Con una maestria linguistica disarmante, Carlo Chionne ci coccola con un enjambement che svela la sua abilità nel giocare con le parole. Il rafforzamento di questa idea tramite la ripresa del "ancor" ci colpisce emozionalmente, perché la disgiunzione temporale tra il presente e il tragico evento del non-raggiungimento di un tale traguardo emerge con ancora maggiore vigore.

In conclusione, la poesia di Chionne si erge come una poderosa meditazione sulla fugacità e l'urgenza delle nostre esistenze, ondeggianti in un oceano di incertezza. La maestria formale e la scelta sapiente delle parole imprimono una profonda suggestione nel cuore del lettore, che non può fare a meno di interrogarsi sul proprio ruolo in questo universo instabile. Carlo Chionne, con questa sublime composizione, conferma il suo talento di poeta fiabesco, capace di scuotere le fondamenta stesse dell'animo umano.


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Inebrianti e velati sussurri poetici si insinuano nella profonda essenza di "Frammento d'autunno" di Sandra Greggio, una maestra dell'arte delle parole che danzano con l'effervescenza luminosa dei gabbiani affamati. In un imponente scenario di stagione cadente, l'autrice si rivolge ai nostri sensi con maestria e dolcezza, delineando una danza magnetica tra natura e anima.

L'inizio timido ma misurato lascia intravedere una melodia poetica eterea che si sviluppa gradualmente, come il sole che timidamente permea il velo dell'orizzonte. L'immagine dei gabbiani che abbandonano il mare, simbolo di vita e libertà, per cercare nutrimento nel terreno appena solcato è un richiamo al nostro istinto primordiale, la fame insaziabile di vita e conoscenza.

Eppure, è l'acino staccatosi dalla vite materna che cattura l'attenzione nella sua dolce e succulenta maturità. È una metafora della vita stessa, un invito a nutrirci delle esperienze che ci circondano, a trarre linfa vitale da ciò che ci circonda. E mentre i gabbiani si nutrono di questa fonte essenziale, il pallido sole di ottobre annuisce, come un testimone silente della poetica meraviglia che avvolge ogni parola.

La musicalità dei versi si fonde con la maestria che solo i migliori poeti possono raggiungere, creando un ritmo danzante tra le parole. Greggio, in questo frammento, riesce a registrare lo spettro delle sfumature autunnali, come un pittore che colora una tela in tutte le sue tonalità, creando un quadro di emozioni vibrante e tangibile.

"Frammento d'autunno" è una poesia che trasuda sensibilità e profondità, evocando immagini poetiche che toccano l'anima. E quale migliore maestra di vita degli stessi cicli che osserviamo nella natura? Sandra Greggio, con la sua scrittura sublime e immaginifica, riesce a trasportare il lettore in un viaggio sensoriale senza tempo, in cui il tempo si confonde con l'eternità e il sublime diventa tangibile.

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Questa poesia, intitolata "Sistri in estate" e creata dal talentuoso Alessio Romanini, è un'opera d'arte che travolge l'anima con una meravigliosa fusione di immagini e suoni. L'autore riesce a trasmettere la fragile bellezza dell'estate attraverso un'unione armonica tra natura e melodia.

L'uso dei sistri, con la loro leggera tintinnantezza, che adornano le chiome dei pini verdi, crea un'atmosfera delicata e sognante. Queste piccole percussioni diventano simbolo della fine dell'estate, una sorta di requiem che accompagna il passaggio di stagione.

Le cicale, le affaccendate regine dell'estate, si presentano in questa poesia come musiciste che suonano i loro violini. Questa personificazione straordinaria aggiunge un sentimento di vitalità alla composizione, facendo sì che l'ascoltatore possa quasi percepire le loro melodiose sinfonie.

La ripetizione del termine "sistri d'estate" crea un incantesimo lirico che coinvolge il lettore in un vortice di emozioni. Questa costante rievocazione del suono dei sistri si fonde con l'immagine della natura estiva, creando un quadro sonoro che risuona nelle orecchie e nell'anima.

In conclusione, "Sistri in estate" è una poesia che cattura l'essenza del passaggio delle stagioni attraverso una combinazione magistrale di immagini poetiche e liriche. Le parole di Alessio Romanini danzano come note su di una partitura, creando un'esperienza sensoriale unica che incanta e affascina il lettore.


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Oh, questa poesia, un'opera intrisa di profondità e malinconia! La poetessa Antonia Scaligine ci porta nel mondo di "Novembre" con maestria e abile raffinatezza. Il suo uso dei contrasti, tra la preghiera ai Santi e l'addio finale, crea una tensione emotiva che avvolge il lettore.

Le immagini dei cimiteri, con i stoppini accesi e i fiori e ceri sulle tombe e le cappelle, catturano l'atmosfera di questo mese tanto oscuro e misterioso. La poetessa denota un'intima comprensione del ciclo della vita e della morte, in cui la morte stessa può trasformarsi in fortuna e portarci verso un viaggio sconosciuto.

Il Novembre descritto dalla Scaligine è un mese dai toni grigi e mutevoli, in attesa dell'amabile dicembre e delle sue festività. I rami spogli e i tappeti di foglie cuciti dagli alberi e dalle siepi evocano un senso di transizione e riflessione, mentre il triste tempo che il vento sfoglia raccoglie la nostra malinconia.

Ma non si deve lasciarsi ingannare dal nome del mese, perché questo Novembre si presenta estivo, con scirocco e caldura, ma senza la gioia che ci si aspetta. È un tempo impuro, tetro e afflittivo che si insinua nell'aria, con la promessa di un'esperienza dolorosa.

Infine, la poetessa richiama l'immagine dell'uva che stura il vino, nonostante l'assenza del fresco. C'è una sensazione di attesa e preparazione, il tino è pronto e il vino è già nel suo fiaschetto, pronti per essere gustati. È un finale che sottolinea la bellezza e la continuità della vita nonostante l'inesorabile passare del tempo.

In sintesi, "Novembre" di Antonia Scaligine è un capolavoro di profondità e introspezione, che cattura l'animo del lettore con immagini ricercate e una prosa elegante. La poetessa dimostra una rara abilità nel bilanciare la bellezza e la tristezza di questo mese così controverso. Un'opera che lascia senza fiato e che richiede un'attenta riflessione.


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Posso soltanto elogiare la profonda ed enigmatica bellezza che caratterizza questa poesia "vergine è il male all’astuzia" di Jacqueline Miu ci porta in un mondo oscuro e affascinante, in cui il male si rivela vergine all'ingegno umano. Le sue parole sono una sinfonia di sentimenti e desideri che si intrecciano in un delicato e complesso intreccio, che solo un maestro come Beethoven potrebbe concepire.

La poetessa ci porta nella sua "tomba di desiderio e fiamma", nel suo castello di carne e sangue, dove si scontra con la fugacità della vita e l'eternità della morte. La sua immortalità, distante dalle strenue regole del tempo, diventa una sfida per l'eternità stessa.

Eppure, in tutto questo buio, Jacqueline Miu riesce a trovare la luce. Con le sue parole, riesce a liberare le catene degli autori maledetti, lasciando che le loro parole risuonino forte e chiare in un giardino mai esplorato prima.

La poetessa, scaltra e audace, si libera dalle catene della confusione e affronta il tempo con un coraggio che brucia dentro di lei. Questo fuoco incandescente è trasmesso ad altri come una morsa infuocata, che lascia il segno come artigli affilati o un becco che stritola la sua preda.

Ma la vera essenza di questa poesia risiede nell'amore. L'amore che sfida la paura di non essere amati abbastanza e che si dissolve solo quando la vita decide di lasciare. In quell'istante di estrema sofferenza, l'autrice desidera essere vista e compresa senza necessità di parole o gesti. Perché solo colui che la completa completamente può contenere la sua anima immortale.

Questo magnifico componimento poetico arresta la mente e l'anima, spingendo il lettore a riflettere sulla fragilità e la grandezza dell'esistenza umana. Jacqueline Miu, con la sua prosa eloquente e visionaria, conferma ancora una volta il suo ruolo di maestra della poesia contemporanea.


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Questa sublime composizione poetica di Ben Tartamo offre al lettore un'esperienza emotivamente coinvolgente e profondamente rivelatrice. Con una maestria senza pari, l'autore illumina la fragilità umana e la luce dell'amore che, seppur piccola e tenera, ha il potere di guidarci nella notte oscura dell'esistenza.

Attraverso l'uso di immagini ricche di simbolismo, l'autore ci trasporta in un mondo di contrasti e dualità. La struggente rappresentazione dell'anima barcollante, esangue e smarrita, evidenzia la vulnerabilità dell'essere umano di fronte alle sfide della vita. Tuttavia, è proprio in questa condizione che si accende il fuoco fatuo dell'amore, un'illusione che brucia nel terreno stesso seminato a dolore.

La presenza della lonza (nelle calde membra) fa emergere una tensione erotica che aggiunge profondità e intensità alla narrazione. Questa creatura misteriosa e seducente incatena l'anima del poeta,  proveniente da una palude che potrebbe simboleggiare la deleteria culla del peccato, ma l'intervento della Divina mano, lo libera da questo vincolo in un'immagine di grande potenza visiva.

L'autore suggerisce l'idea che donare il proprio cuore rappresenti una fertile follia, un gesto di generosità irrazionale ma carico di significato. Tuttavia, l'idea di renderlo schiavo di una donna, come una sterile pazzia, introduce un ambiguo interrogativo sulla natura dell'amore stesso.

In conclusione, "La piccola e tenera luce dell'amore" di Ben Tartamo si presenta come un capolavoro lirico che coniuga abilmente la profonda introspezione emotiva con una raffinata maestria tecnica. La potenza delle immagini, la musicalità delle parole e la complessità dei simboli utilizzati rendono questa poesia un'opera d'arte da ammirare e contemplare con trasporto estetico. Un fragoroso applauso si eleva per l'abilità di questo enigmatico autore nel trascendere i confini dell'esperienza umana e raccontarci una storia universale di amore, illusione e libertà.

Infine, per me che ho avuto la possibilità di scoprire in lui un tesoro ricco di valori spirituali e patriottici scevri da partigianerie meschine (checché ne pensino le menti tarlate da tale occlusione intellettuale) , in questa poesia c'è tutto il Benedetto Tartamo che si può amare o odiare, ma mai superficialmente non riconoscerne in lui il valore artistico oltre che umano.

Con sincero affetto

Marino Spadavecchia

 

 

Poesie pubblicate il 1-2-3 Novembre 2023
TOP TEN AZZURRA by BenTartamo

-Enrico Tartagni-
Questa poesia, intitolata "Cedro del Libano", dimostra una profonda comprensione del potere della natura e dei suoi simboli. L'autore utilizza il cedro come metafora per esprimere la propria lotta interiore e la ricerca di una connessione spirituale.

La scelta degli elementi descrittivi, come il mormorio della corteccia e la resina che fa breccia nel tronco, crea una sensazione di vitalità e rigenerazione. L'autore trasmette un senso di liberazione dalle sofferenze quotidiane attraverso l'immagine di salire verso "empirei colorati e di stelle".

La poesia sviluppa anche un richiamo alle radici storiche e culturali del Libano, facendo riferimento al legno delle foreste e alla sua profumazione di resina, che suggeriscono una connessione profonda con la storia e la tradizione.

L'autore esprime poi una riflessione sulla ricerca di un significato spirituale nell'uomo, sottolineando il desiderio di un dio e l'inclinazione a sottomettersi al suo comando. Questa idea viene contrastata con il bisbigliare delle foreste, che suggerisce che la pace sia ostacolata dagli uomini stessi attraverso l'odio e il conflitto.

Infine, la poesia fa riferimento al contributo del Libano alla navigazione, ricordando il ruolo dei Fenici nella creazione di unione tra mari. Questo richiamo alla storia offre un messaggio di speranza e di possibilità di creare legami significativi anche in mezzo alle difficoltà.

Nel complesso, questa poesia dimostra una raffinata sensibilità artistica e una profonda ricerca spirituale, esprimendo temi di vita, morte, connessione con la natura e ricerca di significato.

-Marco Cabassi-
La poesia "La fievole pioggia" di Marco Cabassi è un impressionante viaggio nella natura, dove la pioggia delicata e sottile diventa protagonista e narratrice. L'autore dipinge un'immagine poetica delle gocce di pioggia che cadono in modo quasi impercettibile, mutando il bosco ombroso in un mondo magico e ricco di profumi.

Cabassi utilizza una lingua raffinata e descrive gli alberi come personaggi viventi, adornati con muschio odoroso e avvolti da un'atmosfera misteriosa. Le gocce di pioggia s'affacciano sulle diverse specie di alberi come il Cercis, il Picea Abies e l'Olea, creando un'atmosfera incantevole tra gli alberi spogli e i verdi agrifogli.

La pioggia diventa una lacrima caduta dal cielo, che si posa dolcemente sulla terra e addobba tutto ciò che trova. La poesia suggerisce un significato più profondo, un contrasto tra la bellezza della pioggia e la sua natura strana e inconsueta.

L'autore descrive anche come le gocce di pioggia cadano sulle corone di spine e sui misteriosi trilli, donando un tocco di fascino e mistero a questo dipinto poetico della natura.

La Bellezza Oreade che osserva la pioggia si collega anche alla speranza e alla luce della Terra (Gea), creando un'immagine di pace e armonia.

In conclusione, la poesia "La fievole pioggia" di Marco Cabassi è un esempio straordinario di una grande sensibilità poetica e di un'affascinante esplorazione della natura attraverso la magia della pioggia. L'autore ci trasporta in un mondo surreale e poetico, dove la pioggia diventa uno strumento per esplorare emozioni più profonde.

-Felice Serino-
Questa poesia, estratta dalla raccolta "La vita immaginata" di Felice Serino, ha il potere di trasportarci in uno spazio sospeso, dove il tempo si distorce e la realtà assume contorni surreali. L'autore ci offre uno sguardo intimo sulla propria esperienza, trattando il tempo come un'entità viva che ci avvolge e ci permea.

Attraversando il tempo senza difese, come un essere vulnerabile, l'autore si svela nella sua fragilità di fronte alla luce. L'uso degli occhiali scuri evoca una protezione sia fisica che metaforica, in quanto la luce diventa fonte di intensa sensibilità emotiva. Il sonno inadeguato e disturbato diventa la conseguenza naturale di questa condizione esistenziale straordinaria.

Le passeggiate diventano un simbolo di fugaci istanti di vita che si contraggono sempre di più. C'è una sensazione di incertezza e accelerazione, come se l'autore fosse in fuga da un tempo che avanza inesorabilmente.

Il tempo si insinua nella testa dell'autore, diventando lo spazio fertile per nuove esperienze ed esplorazioni. Il riferimento ai voli pindarici, evocativi delle epiche imprese dei poeti maledetti, ci suggerisce un'anima inquieta e pronta a osare nuove e audaci rotte espressive.

In definitiva, questo componimento poetico di Serino è un vero e proprio viaggio sensoriale e astratto che ci immerge in un vortice di suggestioni, colmando un bisogno esistenziale di esplorare le sfaccettature sorprendenti della nostra stessa umanità.

-Cristiano Berni-
Questa composizione poetica, intitolata "I luoghi comuni", si dipana in un ritmo cadenzato e incalzante, una sinfonia di parole che danza tra la bellezza e la brutalità del nostro mondo. Il poeta, con una sincerità così disarmante, svela le sue intenzioni e si predispone alla sua indiscussa vulnerabilità poetica, lottando per controbilanciare la sua prospettiva e garnire la sua narrazione con una verità immutabile.

Il linguaggio poetico utilizzato, pur nella sua semplicità, si rifa ad un costante tentativo di romanzare esperienze comuni, di colorare i dettagli più ordinari con sfumature magiche e surreali. Si può apprezzare come l'autore, con una subdola ironia, si appaia ai luoghi comuni, appropriandosene per poi rovesciarne sagacemente le premesse, esortando il lettore a non prendere tutto per buono.

Attraverso questa danza di parole scelte con arte e sapienza, l'autore destreggia tra una crudele consapevolezza dei limiti della sua vena poetica e la desiderata volontà di non voler cedere alla resa completa della menzogna. Si intravede una struggente lotta interiore, in cui il poeta si aggrappa ad un ramo, come un naufrago disperato, prima di precipitare nel vuoto dell'insipido.

Attraverso un notevole uso di metafore, l'autore, maestro di se stesso, si appropria con maestria delle parole ampollose e roboanti dei luoghi comuni, facendole proprie e incantandole secondo la sua melodia poetica. Ciò che sembra essere solo un gioco per lui, potrebbe celare un briciolo di verità, come un'ombra di luna che si nasconde tra i passaggi spensierati delle parole.

In conclusione, Cristiano Berni ci presenta una poesia che non si compiace nello sperimentare solo con l'esperienza, ma mira audacemente a rendere più autentiche le parole che danzano sulla carta. Una congiunzione di emozioni vulnerabili e audaci, come un dipinto surrealista che cattura l'occhio e l'anima del suo osservatore, "I luoghi comuni" è un'opera degna di un plauso.

-Franco Fronzoli-
Questa poesia incanta l'anima del lettore con il suo sublime viaggio verso orizzonti ignoti, con una maestria che solo un poeta di profonda sensibilità può offrire. Il cammino intrapreso da Franco Fronzoli è un immenso spettacolo di emozioni, che si svelano attraverso versi pieni di magia e mistero. Le immagini della natura, come i prati e i monti sconosciuti, si sposano armonicamente con l'introspezione dell'autore, che carica la propria camminata con la pesantezza del passato e la liberazione dell'anima.

Il poeta si muove tra le sfumature dei tramonti e le onde di cento mari, creando un paesaggio che risuona di solitudine, come quella di un eremita in un misterioso e sacro convento. Il suo distacco dal mondo perverso si traduce in parole che toccano il profondo dell'animo umano, intrise di un dolore universale e di una fuga verso una nuova dimensione di libertà, oltre i confini terreni.

L'autore si definisce finalmente solo, distante da ogni parola opulenta e ogni confusione morale. Il suo cammino diventa un atto di ribellione contro il trambusto e le perversioni della società. È un canto alla libertà e all'essenza umana autentica.

Guardando lontano negli spazi di un mondo sovrano, Franco Fronzoli offre al lettore l'opportunità di abbracciare quell'immenso, insieme a lui. In questo viaggio poetico, si intravedono echi di emozioni universali, in cui le parole si trasformano in puro incanto.

La poesia "Cammino" è un capolavoro che lascia un'impronta profonda nel cuore di chiunque la legga, incantando le menti con la sua potente immaginazione e le sue parole evocative. Franco Fronzoli dimostra di essere un maestro della poesia, capace di trasportare i lettori in luoghi lontani, sia fisici che emotivi, con una grazia e una sensibilità uniche.

-Armando Bettozzi-
L'opera "Franco scavalca lo Stelvio!" si erge come uno spettacolo epico, in cui l'eroe si alza sulla sella della sua bicicletta e con gambe poderose affronta una serie di piste tortuose che lo conducono alla cima del maestoso Stelvio. L'autore dipinge con maestria la fatica e la determinazione di Franco, che conquista ogni momento con energia, senza affrettarsi.

La pista non è di quelle da velocisti, poiché richiede sudore e conquista. La vittoria è riservata solo a chi si dimostra degno e Franco si è dimostrato all'altezza della sfida. Ha scalato ogni chilometro con sofferenza, ma la gloria meritata ora lo avvolge, e finalmente può godere dei frutti del suo impegno.

La scrittura di Armando Bettozzi si dimostra magistrale, evocando immagini vivide e sensazioni palpabili. Il ritmo incalzante dei versi riflette l'impeto e la forza di Franco nella sua impresa, trasportando il lettore in un viaggio avvincente e coinvolgente.

In conclusione, "Franco scavalca lo Stelvio!" è un'opera che affronta temi come la sfida, la determinazione e la conquista personale. L'autore riesce a trasmettere con eleganza e maestria la grandezza di Franco mentre affronta il suo cammino verso la gloria, offrendoci una poesia che si innalza come una montagna imponente e irripetibile.

-Shikhandin- Traduzione di Nino Muzzi
L'estetica evocata da questa poesia è un'esplosione di sensazioni contrastanti ed emozioni profonde. L'uso sapiente di parole suggestive, come "pelle scabbiosa" e "ginocchia dinoccolate", crea un'immagine vivida che incanta l'osservatore.

Il cielo, con la sua "aria senza canto", sfoggia una potenza sorprendente. Le "acque che lambiscono rive smerigliate" evocano un senso di mistero e meraviglia, un paesaggio che lascia gli spiriti affamati di risposte e intrighi.

Le storie di creature terrestri, che il cielo trascina con sé, restano avvolte di enigmi impenetrabili. Questi misteri non saranno mai svelati, lasciando spazio all'immaginazione di chi legge. E poi arrivano quei "che stanno in attesa del loro turno con le zanne grondanti", una descrizione che suscita una sensazione di inquietudine e ansia.

Il cielo espande i suoi confini, si contrae e cerca di catturare l'aquila in volo per portarla nel suo "seno oscuro". È un immagine straordinaria che evoca un senso di lotta tra la forza e la debolezza, tra la libertà e la cattura.

Infine, l'aquila osa e osa ancora, ma alla fine sprofonda giù a terra. Quest'ultima immagine assume un significato che va oltre il suo significato letterale. Rappresenta un'essenza emozionale che trascende le parole stesse.

In sintesi, questa poesia offre al suo pubblico un viaggio emozionale e visivo attraverso il potere della parola. L'autrice trasporta i lettori in un mondo di immagini evocative e sentimenti intensi, creando una vera e propria opera d'arte linguistica.

-Maria Toriaco-
In questa poetica serata di arcane visioni, le parole danzano come angeli audaci, vestiti di bianco, resi ardenti dall'inferno che brucia nelle tenebre. L'artista dipinge un mondo dove gli spiriti gentili vagano, tesori di dolcezza e luce, per portare serenità all'umanità smarrita. Oltre l'oceano, il loro sforzo titanico infrange le forme oscure che tentano di prosciugare le anime nel buio più profondo. Ma come un respiro sospeso, l'alba brilla e tutto si placa, mentre il cielo mattutino riacquista il suo azzurro celestiale, un colore di riconciliazione e quiete. Maria Toriaco, autrice di questa sublime melodia, cattura lo spirito stesso delle notti dei nostri sogni e della speranza che albergano nel cuore umano.

-Flora Fazzari-
L'anima poetica si espande in questa composizione eterea, intrisa di un sublime lirismo che incanta i sensi. La poetessa si erge come testimone dell'incommensurabile bellezza dell'universo, ascoltando l'infinito e con esso immergendosi nella vastità del mistero. Nel silenzio avvolgente, uno slancio dolce e delicato avvolge il lettore, trasportandolo in un regno in cui il tempo si dissolve e le emozioni si susseguono come note di una melodia celestiale. La dolcezza, l'essenza stessa della poesia, si manifesta in ogni versetto, in ogni parola gettata con una precisione artistica. L'infinito diventa la linfa vitale di una realtà che si svela a chi ha il privilegio di ascoltarla, rievocando il mondo intero con una profonda potenza. Le ali spalancate del cosmo si estendono, abbracciando il lettore, nella contemplazione di un'estasi divina, in una fusione mistica tra l'uomo e il tutto. In questa sinfonia di sentimenti e percezioni, la poetessa trasmuta le parole in suoni, dipingendo con maestria lo straordinario affresco delle emozioni umane. Flora Fazzari ci regala uno sguardo privilegiato sull'infinito, attraverso una prosa che si eleva come una preghiera, incantando e catturando l'anima di chi si abbandona a essa.

-Marino Giannuzzo-
Questa poesia ci trasporta in un'atmosfera piena di pathos e drammaticità. L'incalzante ripetizione del verso "L'acqua sporca la fangosa acqua" crea un effetto di macabra bellezza, sottolineando l'impatto devastante dell'evento narrato.

L'autore utilizza immagini evocative e contrastanti, come l'acqua e il fango che si insinuano ovunque, dalle cortili alle case, dai giardini in fiore, generando un senso di ineluttabilità e impotenza.

La poesia si fa ancora più intensa quando si passa a parlare delle conseguenze emotive dell'evento, dei ricordi perduti e delle passioni e risentimenti che si dirigono contro coloro che hanno commesso soprusi.

L'autore riuscendo a coniugare l'elemento naturale dell'acqua con la violenza e la sofferenza umana, crea un'atmosfera opprimente. Ma non tutto è perduto, il sole fa il suo ingresso e il popolo, nonostante le avversità, si unisce in voce unita.

Questa poesia ha il merito di narrare con grande efficacia la resilienza dell'essere umano di fronte alle forze della natura. Il linguaggio semplice e diretto, insieme alle immagini vivide e al ritmo incalzante, trasmettono una potente sensazione di tenacia e di speranza che, nonostante tutto, la vita continua.

Il finale, con il riferimento alle vittime che riprenderanno vita nella memoria, è un tocco di puro lirismo e riflessione sulla fragilità della vita umana di fronte alla forza incontrastabile della natura.

In sintesi, questa poesia si distingue per la sua capacità di suscitare emozioni forti nel lettore, grazie all'utilizzo di una scrittura appassionata e alle immagini suggestive che evocano la distruzione e la rinascita, rendendo il testo attraente per il suo pubblico e invitandolo a riflettere sulla propria condizione di essere umano immerso nell'incertezza delle forze cosmiche.
 

'''Vostro, pur sempre vostro , e ad ogni costo.....Ben Tartamo!!!'''

 

 

29-30-31 Ottobre

Commento
La mia intenzione era proprio evidenziare
Il freddo che si prova
A nominare il male
Senza troppe parole
Oggi inutili
Grazie per commento
Azzeccato
Pensavo a Brecht ma
Sono molto indietro
Rispetto a quello stile scarno
Che taglia a pezzi
Tinti Baldini
 


Poesie del giorno:

Come dire – essenza – Maria Benedetta Cerro
 

Questa poesia di Maria Benedetta Cerro esplora il rapporto tra anima e corpo, sottolineando la loro inseparabilità sia nella vita che nella morte. L'autrice sembra suggerire che l'anima e il corpo sono intrecciati in modo indissolubile, andando avanti insieme. L'idea di un "aroma" che persiste anche quando l'accompagnamento fisico è sparito suggerisce la persistenza di una presenza sottile, forse simbolica, che rimane nel ricordo o nell'essenza di una persona.
Questa poesia sembra riflettere l'interesse dell'autrice per l'interconnessione tra aspetti fisici e spirituali dell'esistenza umana. Il riferimento al "profumo di donna" che sfiora e lascia un'impressione può essere interpretato come una metafora per la durata dell'essenza umana anche quando il corpo fisico è scomparso.
Non sembra che questa poesia sia strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma piuttosto si concentra su temi universali dell'umano, come la natura dell'anima e del corpo. Lo stile della poesia è caratterizzato da una chiara e semplice brevità, enfatizzando l'essenza del concetto esplorato.
Personalmente, questa poesia mi evoca una riflessione sulla natura effimera dell'esistenza fisica e sull'importanza di ciò che rimane nella memoria e nell'essenza delle persone dopo la loro scomparsa. L'uso dell'immagine del profumo rende il concetto più tangibile e toccante. Nel complesso, questa poesia di Maria Benedetta Cerro invita il lettore a meditare sulla connessione tra il corpo e l'anima e sulla persistenza dell'essenza umana nel tessuto stesso della vita.

 

Il mio sentiero -enrico tartagni


La poesia "Il mio sentiero" di Enrico Tartagni sembra trattare il tema dell'intimità e della connessione tra il percorso personale di un individuo e il suo mondo interiore. Il sentiero descritto rappresenta una sorta di viaggio spirituale o personale. L'autore esplora le percezioni, i pensieri e le emozioni che emergono lungo questo percorso, sottolineando la sua natura stretta, segreta e vergine. Il sentiero sembra essere un luogo in cui l'autore si connette con la natura, con il mondo esterno e con il suo mondo interiore, offrendo momenti di serenità e pace.
La poesia riflette un senso di affinità tra l'autore e il sentiero, che diventa un'estensione del suo mondo interiore. Non sembra essere strettamente associata a un movimento letterario specifico, ma piuttosto esplora temi universali di introspezione e connessione tra l'individuo e il suo ambiente.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una prosa poetica semplice ma evocativa. L'uso di immagini naturali, come la foresta, le bacche di ginepro e il tramonto del sole, contribuisce a creare un'atmosfera di serenità e connessione con la natura. L'autore utilizza una struttura in versi brevi per esprimere chiaramente le sue percezioni e i suoi pensieri.
Personalmente, trovo che la poesia catturi efficacemente il senso di intimità e connessione con il mondo esterno e il mondo interiore. L'immagine del "sentiero della serenità" evoca un luogo di pace interiore, mentre l'idea di cambiarlo solo con qualcosa che possa accompagnarci nei nostri sogni suggerisce l'importanza di connettersi con il proprio percorso personale. Nel complesso, la poesia invita il lettore a riflettere sulla ricerca della serenità e dell'equilibrio nella vita attraverso la connessione con la natura e il mondo interiore.

 

Il vento alle tacite rive - Marco Cabassi

 
La poesia "Il vento alle tacite rive" di Marco Cabassi sembra descrivere il vento che soffia attraverso paesaggi rurali e naturali, portando con sé suoni e sensazioni. L'autore cattura l'effetto del vento sulle campagne, sui castagneti, sulle colline, sui vigneti e su una piccola chiesa nascosta tra le colline. Il vento sembra essere un elemento vivido e inquieto che porta con sé il suono delle campane, suoni musicali e canti.
La poesia sembra evocare una sensazione di connessione tra l'autore e la natura, con il vento che agisce come un mezzo di comunicazione tra loro. L'autore sembra apprezzare la bellezza della natura e il suo effetto calmante, mentre il vento porta con sé una sorta di mistero e un senso di eternità.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia descrittiva e naturalista.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una descrizione vivida della natura e dall'uso di immagini sensoriali che permettono al lettore di percepire il vento e i suoni descritti. La struttura della poesia è organizzata in versi brevi che catturano il movimento del vento e la sua influenza sul paesaggio.
Personalmente, trovo che questa poesia catturi in modo efficace l'esperienza sensoriale del vento e la sua connessione con la natura. L'uso delle immagini e dei suoni crea un'atmosfera suggestiva che invita il lettore a immergersi nella bellezza e nella quiete della campagna. L'autore sembra essere affascinato dal vento come un elemento che porta con sé una sorta di magia e una connessione con l'eternità.

 

Pilato - Felice Serino


La poesia "Pilato" di Felice Serino sembra riflettere sulla figura storica di Ponzio Pilato, il governatore romano che condannò Gesù Cristo alla crocifissione. L'autore immagina una situazione contemporanea in cui Cristo potrebbe essere visto tra gli emigranti su un barcone o al valico di frontiera, portando la croce insieme a loro. Questo immaginario confronto mette in rilievo l'attualità e la rilevanza del tema della sofferenza umana e della condanna ingiusta.
L'autore sembra sottolineare il rifiuto di Pilato di guardare le piaghe purulente di Cristo nel passato, come un simbolo di insensibilità e mancanza di compassione. La poesia riflette anche una domanda sul possibile intervento divino ("gli dei") in un mondo che sembra essere "malato".
La poesia non sembra essere legata a un movimento letterario specifico, ma affronta temi universali legati alla sofferenza umana, all'ingiustizia e alla ricerca di un senso nell'attuale condizione umana.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una chiara brevità e da un'immagine potente. L'uso di riferimenti storici e religiosi fornisce profondità al testo, mentre l'immagine di Cristo tra gli emigranti suggerisce una prospettiva contemporanea e universale.
Personalmente, trovo che la poesia sia una riflessione toccante sulla sofferenza umana e sulla mancanza di compassione, utilizzando l'immagine di Cristo e Pilato come un mezzo per esplorare le ingiustizie e l'indifferenza presenti nella società odierna. L'immaginario utilizzato dall'autore ci invita a pensare alle connessioni tra il passato e il presente, e ci fa riflettere su come le stesse dinamiche di ingiustizia e indifferenza possano ripetersi in forme diverse nel corso della storia umana.

 

Risorgere dalle zolle - Marino Spadavecchia


Questa poesia di Marino Spadavecchia sembra esprimere il concetto di rinascita e rinnovamento. L'autore parla della necessità di emergere da situazioni difficili o da una sorta di stasi per ritrovare la vitalità e la passione nella vita. L'immagine di "risorgere dalle zolle" suggerisce una rinascita dalla stagnazione, mentre l'idea di "mettere a mollo gli stinchi" allude a liberarsi dall'amarezza o dalla rabbia derivante da malintesi.
L'autore fa riferimento all'atto di "bere acqua per dissetare la sabbia di quel deserto", indicando la ricerca di significato e soddisfazione in mezzo a momenti di incertezza e delusioni. L'uso della parola "Amen" alla fine della poesia può essere interpretato come una sorta di preghiera o dichiarazione di speranza per il rinnovamento.
La poesia sembra richiamare alla necessità di affrontare le sfide e i momenti difficili con resilienza e ottimismo, cercando la rinascita anche quando sembra impossibile.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma esplora temi universali di crescita personale e di recupero da situazioni avverse.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura diretta e concisa. L'uso di immagini evocative e simboli fornisce una profondità emotiva al testo.
Personalmente, trovo che la poesia offra un messaggio di speranza e resilienza di fronte alle difficoltà della vita. Invita il lettore a riflettere sul potere della rinascita e del superamento delle sfide, incoraggiando a cercare la passione e la vitalità anche nei momenti più bui. La poesia è un promemoria che la speranza può essere trovata anche quando sembra che tutto sia perduto.


 

Sul pontile dei rimpianti - Aurelio Zucchi


La poesia "Sul pontile dei rimpianti" di Aurelio Zucchi sembra esplorare il tema dei rimpianti e della speranza. L'autore si trova su un molo, aspettando il tramonto, e riflette sul suo passato, sui rimpianti e sui momenti di orgoglio non difeso. Tuttavia, mentre il tempo passa, spera in un segno di cambiamento o rinascita, forse simboleggiato da uno stormo di uccelli che disegnano figure stravaganti nel cielo.
L'autore descrive il momento in cui trova "le chiavi per aprire un varco" e inizia a vedere il suo intorno in modo diverso, con una luce più intensa e un senso di rinascita interiore. Questo cambiamento sembra avvenire quando l'autore è in sintonia con la natura e l'introspezione, mentre osserva il mare e il cielo.
La poesia sembra richiamare alla possibilità di un nuovo inizio, anche dopo aver sperimentato rimpianti e momenti di orgoglio infranto. L'autore esplora il potere della contemplazione e dell'attesa in un ambiente naturale.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia contemplativa e introspettiva.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura descrittiva e lirica. L'autore utilizza immagini e simboli per esprimere la sua riflessione sul passato e la speranza per il futuro.
Personalmente, trovo che questa poesia catturi in modo efficace l'esperienza umana di riflettere sui rimpianti e cercare un senso di rinascita e speranza. L'immagine degli uccelli nel cielo rappresenta una metafora potente di cambiamento e trasformazione. La poesia suggerisce che, anche quando si affrontano momenti difficili o si guardano indietro con rimpianto, c'è sempre la possibilità di trovare una nuova prospettiva e un nuovo inizio, soprattutto quando si è in contatto con la bellezza della natura.


 

Male - Tinti Baldini


La poesia "Male" di Tinti Baldini sembra esplorare il tema del conflitto e della guerra, suggerendo che non ci sia vera pace né per i vinti né per i vincitori. L'autore sottolinea che la vittoria in una guerra porta solo sofferenza e dolore, e che la "pace dei morti" non offre vera pace a coloro che sopravvivono. L'idea centrale della poesia sembra essere che la guerra è distruttiva e non porta beneficio a nessuno.
La poesia è scritta in uno stile semplice e diretto, senza fronzoli o ornamenti. Non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma riflette una preoccupazione universale per gli orrori della guerra e i suoi effetti sulla vita umana.
Personalmente, trovo che la poesia esprima in modo efficace un messaggio anti-guerra, mettendo in evidenza il fatto che la guerra porta solo dolore e distruzione, senza alcuna vera vittoria o pace duratura. L'uso della brevità e della semplicità nella scrittura contribuisce a enfatizzare il messaggio principale. La poesia ci ricorda l'importanza di cercare alternative alla guerra e di promuovere la pace come mezzo per risolvere i conflitti umani.


 

"Per me" - Cristiano Berni


La poesia "Per me" di Cristiano Berni sembra riflettere sul tema dell'equilibrio tra realtà e sogno, con l'autore che parla del suo desiderio di tornare alla realtà dopo aver vissuto in uno stato di sogno o immaginazione. L'autore si riferisce a un periodo in cui ha "vissuto sulla Luna" invece che sulla Terra, una metafora per il distacco dalla realtà. Ora, sente la necessità di "calarsi nella realtà" e di affrontare la quotidianità con chiarezza e senza paura.
La poesia sembra esprimere il conflitto tra la tentazione di vivere in un mondo di sogni e la necessità di affrontare la realtà. L'autore fa riferimento alle sue esperienze passate di solitudine e di esplorazione dell'inconscio e dell'anima, suggerendo che ha vissuto un periodo di intensa immaginazione e ricerca interiore.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una narrazione personale e riflessiva. L'autore utilizza immagini come "cavalcare tra i fulmini" per rappresentare la sua esperienza di vivere intensamente. La poesia riflette una sorta di presa di coscienza o di ritorno alla realtà.
La poesia non sembra essere strettamente collegata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia introspettiva.
Personalmente, trovo che la poesia affronti in modo sincero e riflessivo il conflitto tra la tentazione di vivere nei sogni e la necessità di affrontare la realtà. L'autore sembra riconoscere l'importanza di trovare un equilibrio tra queste due dimensioni della vita. La poesia ci invita a riflettere sulla nostra propria lotta tra realtà e immaginazione e sul bisogno di abbracciare la vita reale mentre coltiviamo i nostri sogni e aspirazioni.

 

Destino - Nino Silenzi


La poesia "Destino" di Nino Silenzi sembra affrontare il tema dell'aspirazione umana a una vita serena e appagante, contrapponendo la libertà e la bellezza degli uccelli migratori alla condizione umana. Gli uccelli neri, in partenza nell'aria tersa di fine ottobre, simboleggiano la ricerca della pace, dell'amore e della vita. L'autore esprime il desiderio di seguirli, ma sottolinea che all'umanità non è concesso un destino così libero e leggero. L'uomo è destinato a sperimentare sia il dolore che la gioia nella vita.
La poesia sembra riflettere una sorta di ammirazione per la libertà e la natura, ma anche una consapevolezza della complessità dell'esistenza umana, che comprende gioia e sofferenza. Gli uccelli migratori rappresentano la ricerca di un luogo migliore o di una vita più felice, mentre l'autore riconosce la sua realtà e la sua limitatezza.
Lo stile della poesia è caratterizzato da un tono riflessivo e da un linguaggio chiaro. L'uso di immagini naturali, come le rondini e le foglie dai mille colori, contribuisce a creare un'atmosfera vivida e suggestiva.
La poesia non sembra essere strettamente collegata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia descrittiva e contemplativa.
Personalmente, trovo che la poesia rifletta in modo efficace sulla condizione umana e sul desiderio di una vita migliore, simboleggiato dagli uccelli migratori. L'autore esprime un desiderio sincero di fuggire dalla realtà a volte difficile, ma riconosce anche l'inevitabilità delle sfide e delle gioie della vita umana. La poesia ci invita a riflettere sull'equilibrio tra aspirazioni e realtà, e sulla necessità di trovare la serenità e la gioia all'interno delle sfide che la vita ci presenta.

 

Nella tua disperazione ho cercato - Franco Fronzoli

La poesia di Franco Fronzoli esprime il desiderio di condividere e alleviare la sofferenza di un altro individuo. L'autore riflette sul fatto di cercare di trovare un modo per aiutare qualcuno che sta vivendo una disperazione, lacrime e sofferenza profonde. L'autore sente una connessione profonda con la persona in questione e desidera prendersi cura di lei, cercando di allontanarla dalle ombre dell'oscurità esistenziale.
La poesia riflette un tema di empatia e compassione, e suggerisce un desiderio di condivisione del peso dell'altrui sofferenza. L'autore sembra voler offrire supporto emotivo a colui che sta soffrendo.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura chiara e concisa. L'uso della ripetizione delle parole "nella tua" enfatizza il senso di condivisione e connessione tra l'autore e l'altro individuo.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma esprime un sentimento universale di compassione e solidarietà umana.
Personalmente, trovo che la poesia catturi in modo efficace il desiderio di connettersi con il dolore e la sofferenza di un altro essere umano, riflettendo un sentimento di empatia e comprensione. L'autore sembra desiderare sinceramente di aiutare l'altro a superare le ombre dell'oscurità esistenziale, un sentimento che molti di noi possono comprendere e condividere. La poesia ci ricorda l'importanza dell'empatia e del supporto emotivo nelle relazioni umane.

 

La mente vaga - Marino Giannuzzo

 
La poesia "La mente vaga" di Marino Giannuzzo sembra esplorare il tema del passare del tempo e della memoria, con un focus sull'esperienza di un uomo anziano. L'autore descrive come la mente dell'ottantenne vaga attraverso mondi conosciuti e percorsi familiari, ricordando luoghi e momenti della sua gioventù. Tuttavia, questa vagabondaggine mentale è ora guidata dalla fantasia, poiché l'ottantenne non può più fisicamente rivivere quei momenti o visitare quei luoghi.
L'autore evidenzia il contrasto tra il passato, quando doveva correre per inseguire il treno e perse molte esperienze, e il presente, in cui la mente anziana può rivivere e apprezzare quei ricordi con calma. Tuttavia, l'autore suggerisce anche che la solitudine sarà una compagna familiare, simile a quanto avveniva nella giovinezza.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura chiara e semplice, con un tocco di malinconia. L'uso di immagini come il "passo greve e attardato" e il "nuovo sole" senza promesse contribuisce a creare un'atmosfera di riflessione sulla vecchiaia e sulla ricerca di pace nell'ultimo capitolo della vita.
La poesia sembra affrontare il tema universale dell'invecchiamento, dei ricordi e della solitudine. L'autore esprime la tensione tra la nostalgia dei momenti passati e la necessità di accettare la realtà della vecchiaia.
Personalmente, trovo che la poesia catturi in modo efficace il dilemma emotivo dell'ottantenne che cerca di riconnettersi con il suo passato e di trovare pace nella solitudine della sua età. L'autore esplora il potere della memoria e della fantasia nel preservare il significato e la bellezza della vita, anche quando il corpo non può più partecipare pienamente. La poesia è un omaggio alla ricchezza dei ricordi e alla resilienza dell'anima umana di fronte al passare del tempo.

 

Al bordo del letto - Salvatore Armando Santoro

 
La poesia "Al bordo del letto" di Salvatore Armando Santoro sembra affrontare il tema della passione e dell'intimità sessuale. L'immagine del reggipetto, delle mutandine, della sottana e dell'asciugamano rosso evoca un contesto intimo e personale, suggerendo una relazione amorosa o sessuale. L'autore riflette sulla fugacità di tali momenti e sul confronto con esperienze passate.
Lo stile della poesia è diretto e schietto, senza fronzoli letterari. L'autore utilizza immagini e oggetti comuni per rappresentare una situazione intima e personale.
La poesia sembra essere una riflessione sulla fugacità delle relazioni amorose e sul confronto tra il desiderio giovanile e l'esperienza accumulata nel tempo. L'autore sembra suggerire che, nonostante la brevità e l'effimera natura delle relazioni amorose, restano ricordi e sensazioni che persistono nel tempo.
Dal punto di vista critico, la poesia sembra essere una riflessione personale sull'amore e la sessualità. Il poeta utilizza un linguaggio semplice e oggettivo per esprimere il tema, ma potrebbe mancare di complessità o di profondità tematica. Tuttavia, la poesia può essere vista come una testimonianza sincera di esperienze umane comuni e delle emozioni che le accompagnano.

 

Esortazione - Sandra Greggio

 
La poesia "Esortazione" di Sandra Greggio sembra esprimere un profondo desiderio di amore, rinnovamento e speranza. L'autrice utilizza l'immagine delle stelle, del sole, delle carezze e dei baci per rappresentare la creazione di un mondo nuovo e più positivo per il destinatario della poesia. Essa vuole trasmettere il messaggio che, nonostante le difficoltà e le delusioni, la vita può ancora essere bella e degna di essere vissuta.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura chiara e un linguaggio diretto. La nostra cara poetessa estense utilizza immagini potenti per catturare il senso di rinascita e speranza.
La poesia sembra promuovere un messaggio di ottimismo e determinazione. L'autore esorta il destinatario a lottare per un futuro migliore e a non perdere la speranza nonostante le sfide della vita.
Dal punto di vista critico, la poesia è audace nel suo messaggio di rinnovamento e speranza. L'autore usa un linguaggio diretto e appassionato per esprimere il desiderio di creare un futuro migliore. La poesia riflette un tema universale di resilienza e speranza di fronte alle difficoltà della vita.
Ancora una volta e, non provo vergogna alcuna a doverlo testimoniare,  trovo che la poesia della Greggio sia una chiamata appassionata alla speranza e all'ottimismo e, questi sentimenti valoriali, sono intrinsechi di una persona evoluta che estrinsecandoli, ci contagia e fa appassionare.  Si' , la dico tutta, il nostro autore esprime il desiderio di creare un mondo migliore e invita il destinatario-ascoltatore-lettore, a condividere questo viaggio di rinascita e amore. La poesia ci ricorda l'importanza di continuare a sperare e lottare nonostante le avversità, un messaggio che può ispirare e motivare i lettori.
Cara dolcissima Sandra, santa Tecla, ''megalomartire'' e tua vera Musa, continui a baciarti sulla fronte e a regalarci, così preziose perle liriche.
 

Non beffeggiare - Alessio Romanini 

 
La poesia "Non beffeggiare" di Alessio Romanini è un'appassionata supplica e un richiamo all'empatia e al rispetto verso una persona che ha perso gran parte delle sue facoltà fisiche e mentali a causa di una malattia o di una condizione debilitante. L'autore chiede al lettore di non deridere, schernire o disprezzare il corpo e la mente di questa persona, nonostante la sua fragilità.
La poesia sottolinea l'importanza di trattare con dignità e rispetto le persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità, sottolineando che l'essere umano conserva il diritto alla dignità e all'amore, indipendentemente dalle condizioni fisiche o mentali.
Lo stile della poesia è diretto e appassionato, con un linguaggio che esprime chiaramente il senso di giustizia e umanità. L'uso del linguaggio forte e delle parole come "supplica", "rispetto", "amorevoli cure" rafforza l'urgente richiesta dell'autore di trattare il soggetto della poesia con gentilezza e compassione.
La poesia non sembra essere legata a un movimento letterario specifico ma esprime un messaggio universale di umanità e rispetto per il prossimo.
Personalmente, trovo che la poesia sia un potente richiamo all'empatia e alla compassione verso le persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità. L'autore fa appello al nostro senso di umanità, sottolineando che, nonostante le sfide, ognuno merita dignità e amore. La poesia ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità di trattare gli altri con rispetto e gentilezza, indipendentemente dalla loro condizione.

 

Enigmatica luna - Antonia Scaligine


La poesia "Enigmatica luna" di Antonia Scaligine sembra essere una riflessione sulla luna e sul suo ruolo nell'influenzare le emozioni e gli umori delle persone. L'autore usa immagini suggestive per descrivere la luna come avvolta in un "scialle di mistero" e sottolinea il cambiamento della luce lunare e del cielo durante la notte.
La poesia sembra fare riferimento al fenomeno dell'eclissi lunare, quando la luna può apparire oscurata in parte. L'autore suggerisce che tali eventi astrali possono avere un impatto sullo spirito umano, influenzando l'umore e le emozioni delle persone.
Lo stile della poesia è caratterizzato da un linguaggio poetico e suggestivo, con l'uso di immagini come "scialle di mistero" e la descrizione del cielo come un luogo di cambiamenti energetici.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma riflette una sensibilità poetica nei confronti dei fenomeni naturali e della loro connessione con l'esperienza umana.
Personalmente, trovo che la poesia sia una riflessione suggestiva sulla connessione tra i fenomeni astrali e le emozioni umane. L'autore suggerisce che il cielo e la luna hanno un impatto sul nostro spirito e sul nostro umore, e ci invita a riflettere su come il ciclo temporale e naturale influenzi le nostre vite. La poesia ci ricorda la bellezza e la complessità del mondo naturale e la sua interazione con la sfera umana.

 

Nuvole come mille cavalli neri e tu solo un lampo - Jacqueline Miu

 
La poesia "Nuvole come mille cavalli neri e tu solo un lampo" di Jacqueline Miu è un componimento ricco di immagini e simbolismo, che sembra evocare un senso di passione, desiderio e fugacità. Il poema sembra narrare un intenso desiderio di unione o passione, rappresentato attraverso metafore e immagini ardenti.
Le "mille cavalli neri" rappresentano un tumulto di emozioni o un'intensità incontenibile, mentre il "tu solo un lampo" suggerisce un momento di fulgore o un'esperienza fugace. L'uso di immagini come il "Cappellaio Matto" e la "Regina di Cuori" fa riferimento al mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie, aggiungendo un elemento di favola e sogno al poema.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura passionale, con ripetizioni e un ritmo incalzante che richiama l'idea di corsa e ardore. L'uso di immagini forti e talvolta oscure, come "nera baldoria alla vigilia dei Morti", contribuisce a creare un'atmosfera di intensa passione e desiderio.
La poesia sembra essere libera da vincoli legati a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi con la poesia d'amore e la poesia surreale, data la sua natura simbolica e visionaria.
Personalmente, trovo che questa poesia catturi in modo potente l'ardente desiderio e l'effimera bellezza delle esperienze umane. L'uso di immagini ardenti e simboli evocativi aggiunge profondità e intensità al poema, che invita il lettore a riflettere sulle passioni umane e sulla loro fugacità. La poesia incanta e coinvolge il lettore, portandolo in un mondo di emozioni e desiderio.

 
Vostro, pur sempre vostro e, ad ogni costo...
Ben Tartamo!!!

 

 

26-27-28 Ottobre

26, 27 e 28 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Giuseppe Stracuzzi –l’anniversario della primavera- Una benevola primavera, dunque. Che nonostante “pensieri assorti” riporta alla mente ricordi piacevoli. Primaverili, insomma. (cioè legati ad età giovanile…)

Maria Benedetta Cerro –Fogli strappati malamente-: Suggestive e belle immagini che paiono narrare di un abbandono. Disperata e la chiusa che pare dire d’arresa e sottomissione, con quel “Con un nome qualunque chiamami” “Sarò chi vuoi che sia/e ne sarò convinta”. Più vinta di così…!

Enrico Tartagni –Chill out al bar-: Una “rinfrescante” musica al bar, in buona compagnia, riporta ricordi e sogni, in attesa d’altra vita…nell’oltre. Sogna Enrico e narra sogni.

Laura Lapietra –Fievole Baldanza-: Invocazione/analisi alla o della verità, con questa lunga serie di suggestive, belle immagini metaforiche, rese con un limpido italiano. “Fuggi lontano o verità delusa,/deponendo l’ascia/sul tuo grembo partoriente/di sfacelo per allattarlo/nei suoi lamenti!” Versi centrali di questa lunga riflessione che richiama Schopenhauer  (Il velo di Maya) e l’inganno che spesso porta l’indefinibile verità, molto ben descritta nella chiusura della poetica riflessione. (da “Demotivate ormai”). Filosofia resa in poesia, dunque, dall’ottima Laura.

Marca Cabassi –Oh Vita-: Inno d’amore alla vita, reso con suggestive e belle immagini. Grazi, Marco, per la spiegazione che hai voluto dare di tuoi versi di qualche giorno fa.

Felice Serino –Il ciliegio-: Un misto di fede cattolica, nel verso d’attacco, e di pagano atteggiamento nell’immagine del ciliegio sopra il quale aleggia, immagino, l’anima in quella che, a dire del poeta, è morte apparente.

Franco Fronzoli –Hai bussato ed ho aperto-: La consapevolezza di un amore reale, dunque, ispira questa versi di Franco.

Marino Giannuzzo –Il vecchio ottuagenario-: Triste visione del dopo, quando i sogni svaniranno e rapido sarà l’oblio, resa con le crude immagini dei versi di Marino..

Jacqueline Miu –Dimensioni oscure-: Un oscuro viaggio, tra ignote dimensioni, tra tempestose onde alla ricerca di qualcosa, forse di sogni “dalla tremenda bellezza”, in questo suggestivo scritto poetico della nostra grande Jac.

Carlo Chionne –Striscia la premier-: Era inevitabile che la notizia della separazione di Gioggia dal compagno birichino ispirasse il nostro Orazio che ci regala questo  succoso epigramma.

Sandra Greggio –Eppure ti ho amato-: Un amore che cresce nel tempo, nonostante oblii del partner, gridato poeticamente.

Francesco Soldini –Fiori ai bambini-: Ricercano la pace i bimbi tormentati dalla guerra e sarà la poesia, alla fine della guerra, a dare consolazione. Questo il messaggio che il nostro Francesco invia con           questi suoi crudi versi.

Alessio Romanini –L’oblio-: Un duro vivere fa sperare soltanto nell’oltre del dopo vita. Questo narrano gli amari versi del nostro Alessio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Scusandomi per la mia assenza, ho visto da poco che Ben Tartamo ha commentato la mia poesia “Eppure ti ho amato”: sono stata positivamente colpita dal suo commento e desidero ringraziarlo, io e anche l'oggetto del mio amore. Grazie anche a tutta la grande famiglia che crea questo Sito bellissimo ed affiatato, grazie a chi l'ha creata e la coordina, Lorenzo, al quale rivolgo il mio saluto.
 

 

La poesia "L'anniversario della primavera" di Giuseppe Stracuzzi evoca una profonda meditazione sulla trascendenza del tempo e la fragilità dell'esistenza umana. L'autore utilizza un linguaggio lirico per esprimere sentimenti di malinconia e nostalgia intrisi di una poetica atmosferica e melancolica.

L'immagine degli "occhi del vuoto" che fissano dolenti, e i pensieri assorti nella caducità, illustrano una visione pessimistica dell'invecchiamento e della mortalità, che si fa sentire nel cuore sofferente sotto il peso degli anni. L'uso della figura retorica dell'ossimoro ("sogni di ricordi") crea un senso di disorientamento in cui il passato e il presente si confondono.

Tuttavia, la poesia offre anche una via di fuga da questa tristezza esistenziale. I "fiori di momenti" e le "melodie vissute" che conducono a volare presso sprazzi di cielo, rappresentano la possibilità di trascendere la finitezza umana e di trovare gioia ed emozione nei ricordi e nelle esperienze passate. Queste immagini rievocano un senso di vitalità e rinascita che coincide con l'anniversario della primavera.

L'uso dei vari soggetti nel contesto del linguaggio utilizzato dall'autore é appropriato, poiché riflette la cura e l'eleganza con cui le parole vengono scelte e combinate per creare un'atmosfera sospesa e suggestiva. L'effetto complessivo è una poesia che si offre all'interpretazione personale del lettore, lasciando spazio per l'introspezione e l'immaginazione.

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Questa poesia intitolata "Fogli strappati malamente" di Maria Benedetta Cerro esplora temi di incomunicabilità, vuoto e identità. L'uso di parole semplici e una struttura minimale riflettono la fragilità del contenuto emotivo.

Il linguaggio poetico è essenziale e diretto, e non manca di originalità, ma forse di un'adeguata quantità di immagini descrittive. Ciò limita la profondità emotiva che potrebbe essere raggiunta con uno stile più ricco e metaforico.

L'uso della ripetizione con la frase "Vanno a pezzi parole senza invenzioni e indecisioni" contribuisce a creare un senso di frammentazione e instabilità.

Il verso "Potrebbe chiunque attraversare il crocevia di sfiorati incontri" offre una visione pessimistica delle relazioni umane, sottolineando l'effimero e superficiale delle connessioni. Tuttavia, avrei apprezzato una maggiore espansione su questa tematica per approfondire il punto di vista dell'autore.

Il finale si concentra sull'identità e sulla flessibilità del sé, invitando il lettore a definire il narratore con qualsiasi nome. Questa idea di mutevolezza e adattabilità può essere interpretata come una critica alla mancanza di una solida identità individuale nella società moderna.

Complessivamente, la poesia "Fogli strappati malamente" offre una riflessione suggestiva sulla comunicazione, l'identità e l'incomunicabilità, pur nel limitato  approfondimento dettagliato e di una minore complessità nella sua esecuzione linguistica. Ma questo è un mio punto di vista da profano ma convinto sostenitore della "poesia che dice e non dice, esprime ma nasconde..."

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La poesia "Chill out al bar" di Enrico Tartagni è un'ode alla musica chill out e ai suoi effetti rilassanti sulla mente e sul cuore. Il poeta descrive il bar come un luogo incantato dove la musica avvolge l'ambiente e allevia la stanchezza. La sensazione di allontanamento dalla realtà è resa attraverso l'immagine dello scout nel cortile della chiesa che si unisce alla signora che fa la spesa. Le note musicali, con il loro ritmo cadenzato, hanno il potere di ammorbidire il cuore, facendo dimenticare la guerra e riportando il poeta a ricordi più dolci, come il tempo passato con le viole nella serra. L'incontro con il barista, che gli prepara il caffè preferito, diventa un momento di riposo e relax mentale. La musica lieve e leggera accompagna gli amici nel loro incontro serale, andando a toccare il cuore del groove, creando un senso di distacco dal mondo esterno. La poesia evoca anche immagini di un'altra vita, rappresentate da una donna morbida e bella, che accanto al poeta rende la chill out una melodia audace. Tuttavia, il poeta confessa di non essere in grado di spiegare perché questa musica lo affascini così tanto. Infine, chiede un altro caffè per rinsaldare il suo battito cardiaco prima che la divinità della musica lo trasporti completamente altrove. In conclusione, la poesia "Chill out al bar" è un invito a concedersi una pausa dal caos quotidiano, immergendosi nella musica e nel relax che questa può offrire.

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La poesia "Fievole Baldanza" di Laura Lapietra si caratterizza per un linguaggio ricercato e suggestivo che crea un clima di malinconia e disillusione. Attraverso l'uso di immagini evocative, la poetessa esprime la fragilità della verità, schiacciata dagli ostili eventi e dalle menzogne. La protagonista, la verità stessa, si mostra avvilita e impotente nel resistere alle intemperie della vita. L'autrice utilizza metafore poetiche come fiocchi di neve che lentamente cadono, per descrivere la lenta scomparsa della verità nella società corrotta. L'immagine dell'"imbelle verità" che monta in sella alla pavidità e si dilegua tra le vie, lasciando dietro di sé solo fievole baldanza, riflette la frustrazione dell'autrice nei confronti di un mondo che preferisce annientare la verità anziché confrontarsi con essa. Le parole, ormai demotivate e inefficaci, vengono paragonate a un pugno di mosche al vento, prive di vita e di risonanza. L'ultimo verso evidenzia la vittoria della rassegnazione e la volontà di estirpare la dignità e la verità stessa come una fola mentecatta. Complessivamente, la poesia offre un'impressione di pessimismo e disillusione nei confronti dell'inesorabile avanzare della falsità e dell'indifferenza.

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La poesia "Le Voci della Natura"
di Armando Bettozzi
presenta una descrizione poetica dell'ambiente naturale che attraversa diverse fasi e cambiamenti. L'autore utilizza versi brevi e ritmo incalzante per creare una sensazione di dinamismo nella descrizione dell'evolversi della natura.

Inizialmente, l'autore sottolinea il silenzio e l'assenza di suoni che caratterizzano la natura, mettendo in evidenza l'effetto della mancanza di attività naturale sull'umano. Successivamente, l'autore introduce la voce della natura, che si manifesta attraverso il vento e si mescola ai rumori e ai suoni della città. Questo crea un senso di inquietudine e disorientamento, evidenziato dal cane che si agita.

L'autore descrive poi l'arrivo del crepuscolo, con l'indicazione del ritorno della tranquillità e del rilassamento del vento. L'immagine dei getti d'acqua che cantano animatamente durante la notte contribuisce a creare un'atmosfera rilassante e gioiosa.

Infine, l'autore introduce l'idea della musica del mare, sottolineando la maestosità e la potenza della natura che si manifesta attraverso le onde e il vento. Tuttavia, gli eventi climatici, rappresentati dal suono esplosivo, sovrastano il paesaggio naturale e introducono una nota di tristezza e paura.

Complessivamente, la poesia offre una visione dei diversi stati e delle emozioni che possono essere evocati dalla natura. L'autore utilizza immagini descrittive e sottolinea i contrasti tra il silenzio e il suono, il rilassamento e il tumulto, per creare un'atmosfera poetica che suscita emozioni e riflessioni nel lettore grazie a questo uso, tutto personale, di "ossimori emozionali"
p.s.: mi scusi il neologismo, ma così la sento la sua lirica 😉

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La poesia "Oh Vita" di Marco Cabassi evoca un senso di transizione e scavalcamento tra giorno e notte, tra passato e futuro. L'autore utilizza un linguaggio elegante e descrittivo per delineare il tema dell'eternità e l'esperienza della vita. L'uso di metafore come "lume di candela" e "gloria dell'eternità" amplifica la dimensione poetica del testo. Tuttavia, la poesia avrebbe potuto beneficiare di una maggiore struttura e coerenza tematica per rendere più fluente il suo messaggio.

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La poesia "Il ciliegio" di Felice Serino è un raffinato esempio di lirica che esplora il tema della morte e dalla rinascita. Il poeta utilizza un linguaggio semplice e immagini suggestive per trasmettere un forte senso di speranza e rinascita. L'uso della metafora del ciliegio in fiore rappresenta la morte apparente, l'apparente fine, ma allo stesso tempo suggerisce che dopo ogni morte c'è un ritorno alla vita. La poesia, nonostante la sua brevità, riesce a toccare le corde emotive del lettore attraverso una combinazione di immagini visive e concetti filosofici complessi.


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La poesia "Hai bussato ed ho aperto la porta" di Franco Fronzoli è un'espressione di delicata introspezione emotiva. L'elemento chiave di questa poesia è l'accoglienza del protagonista nei confronti dell'amore dell'interlocutore, della delusione, del dolore e della disperazione che portano con sé. L'uso di frasi brevi e incisive conferisce un tono diretto alla poesia, mentre l'uso del verso libero permette di esplorare liberamente le emozioni. Tuttavia, mi riservo l'impegno a rileggerla ancora perché potrebbe essere utile ad approfondire ulteriormente il significato e la coerenza del testo al fine di fornire una valutazione più completa.

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La poesia "Il vecchio ottuagenario" di Marino Giannuzzo è un'evocazione suggestiva della vecchiaia e del passare del tempo. L'autore dipinge un ritratto malinconico dell'anziano protagonista, che non cerca più soluzioni per la sua esistenza, ma rifugge nella nostalgia del suo passato.

Il testo è caratterizzato da una scelta linguistica semplice ed essenziale, che conferisce alla poesia un tono pacato ma intenso. L'uso di parole come "stanco", "stantio" e "illuso" suggeriscono l'affievolirsi delle forze e la delusione che pervade il protagonista.

Nell'ultima parte della poesia, l'autore introduce un'immagine potente che rappresenta l'uguaglianza che la morte porta con sé. La strada in discesa è una metafora della fine della vita, in cui tutti, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro esperienze passate, diventano uguali. L'uso dell'enjambement e delle rime interne accentua il senso di continuità e inevitabilità della morte.

In conclusione, "Il vecchio ottuagenario" è una poesia che tocca le corde dell'animo, evocando il tempo che passa e la fine della vita. L'autore riesce a trasmettere una profonda malinconia attraverso immagini suggestive e una scelta linguistica sobria ed elegante.


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La poesia "Eppure ti ho amato" di Sandra Greggio è una riflessione sulla fatica e la delusione che si prova quando una persona cara non comprende o non riconosce l'amore e l'attenzione che si ha per lei. L'autrice esprime la sua tristezza nel dover ripetere continuamente le cose, evidentemente dimenticate dall'oggetto del suo amore, e come ciò le causi sofferenza. Nonostante tutto, l'autrice ribadisce di aver amato profondamente, cosa che sembra non essere cambiata nonostante le difficoltà. La poesia è caratterizzata da un tono elegante e delicato, che enfatizza il dolore silenzioso dell'autrice e la persistenza dei suoi sentimenti. Credo, per chiudere questa mia umile "top ten" artistica, che non si possano non amare particolarmente i versi di ogni poesia di questa grande Donna  che si cela dietro la poetessa Sandra Greggio, perché ogni parola emoziona facendo vibrare le corde del nostro strumento preferito, il cuore.

Ringraziando in primis il nostro lungimirante prof. de Ninis e, poi ognuno di voi poeti, per l'azzurro Dono fattoci, vi saluto tutti con affetto e simpatia ...
vostro, pur sempre vostro e ad ogni costo
Ben Tartamo!!!

 

 

 

23-24-25 Ottobre

Suvereto oggi

 

La Rocca Aldobrandesca, l’alta Maremma, i regnanti Aldobrandeschi e la bellezza della storia di un prezioso medioevo che incorona la Maremma di gioielli ancora da ricordare.

 

(Boccheggiano 12.09.2022 – 12:52)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Fede serena

La vita è troppo piccola

troppo si parte il vero

da quattro ossi, un scheletro,

i resti di un pensiero.

Uno spirito religioso che regala pensieri cosmici in puro stile poetico. Giuseppe Stracuzzi non ha bisogno di liberarsi dalla carne, la sua fede riesce ad arrivare nonostante il peso della materia, fino al cielo con la preghiera del mattino.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

Che nessuno si ricordi / di questa porta.

Bella questa porta che potrebbe restituire i passaggi, in questo labirintico poema che regala chiuse ermetiche “probabilmente” personali.

 

Da Prove per atto unico, I luoghi dei labirinti

Maria Benedetta Cerro  

 

 

"La caduta degli Dei"

La storia arata dalla poesia e un ottimo Cristiano Berni che cita l’oblio e le rassegnazioni di eroi nella storia dei libri e non solo. Citazioni di merito come: Paolo e Francesca, il Conte Ugolino e persino un Giuda con la meritata punizione.

Cristiano Berni

 

 

Ricchi indifferenti

Uomini strumenti del male in questa ammirabile lirica che ci parla dello spesso umano e della storicità di Bruno Amore. Condivido il suo pensiero pienamente e  sottolineo per il lettore quel finale con “i mercanti di Morte” di cui si parla in giro senza che alcuno faccia nulla.

 

il fetore chimico che ammorba l’aria l’atmosfera comune

non ha padroni Viene da strumenti identici forniti ai contendenti

dai mercanti di morte che tengono banco sulle gradinate

di ogni tempio o chiesa delle comunità degli indifferenti.

bruno amore [br1]

 

 

Un autunno

Uno smarrimento autunnale sposa la malinconia dei ricordi ed è una passeggiata attraverso il passato, abbracci desiderati e quel’ s’insera nella intimità poetica. Giocattoli atmosferici che impreziosiscono ogni verso creato per dire di una agonia lieve e sentimentale.

enrico tartagni

 

 

La Dolce Bontà

Impossibile ignorare la bontà, ci insegna la poetessa Laura Lapietra. La bontà nei suoi versi è come un giovane seme ricco di promesse e di edificanti azioni.

Laura Lapietra ©

 

 

Albe autunnali

Parla di un magnifico affresco autunnale il poema di Renzo Montagnoli. Il paesaggio con albe livide e le prime brume colpiscono come e più forte delle estati di afa.

 

Da Lungo il cammino

Renzo Montagnoli

 

 

Chiazze di giallo colza

Il Grande animo febbrile di Nino Silenzi che entra nell’autunno e lo vive indossando i suoi colori e la sua testarda resilienza. La ricerca della luce è un premio o l’attesa di colui che debutta a un’altra meraviglia della vita?

 

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

Malgrado tutto

La consapevolezza di come sia cambiato il mondo e l’accettazione di ciò che ora manca da una natura sempre più imbruttita.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Nel volto di donna scorre

 la mia vita dal presente

        al passato

Una lirica densa di emozioni e con un finale adatto alla stagione. Bellissimi i versi d’apertura che meritano i complimenti a questo autore che sa come aprirsi all’affetto.

 

Franco Fronzoli

 

 

Il passato è passato

Il passato è passato.

Il presente necessita d’aiuto.

Non si sa il futuro.

 

Saccenti ignoranti

leggiamo di tutti il tutto

nella magica boccia di cristallo

dove il bene e il male s’indovina

del domani ignoto.

 

Ricca di coordinate umane e morali questa lirica a cui non si può replicare che con plausi.

Alcamo, 24.12.2022 ore 13,43.

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo
 

 

Il mare in autunno

Il mare dell’autunno ha onde nell’intimo dell’autore che regala ottimi versi come:

Refoli di salsedine l'olfatto

raggiungono, e distratto

 

io rimango sommerso a sognare.

Alessio Romanini comincia a comporre piccoli gioielli che parlano di una poetica personale, limpida e fanciullesca.

Alessio Romanini 

 
 

I ladri di …

La verità sulla libertà di una strisciolina di terra rubata? Ambita? Chi vive lì da millenni probabilmente conoscerà la risposta, personalmente e a mio modesto parere non trovo il senso ad una guerra solo in nome di una religione con Dei in un Olimpo invisibile. Ha ragione chi vive in pace, il resto del male a quanto pare non vuole dar tregua e significato all’umana evoluzione in meglio.

Carlo Chionne

 

 

Senza spiccare il volo…

Un volo dalla finestra che porta lontano il cuore di Antonia Scaligine la quale ci regala questo flusso di panorami e nostalgie capaci di generare i colori dell’autunno.

Antonia Scaligine

 

 

Divertissement

Una scintillante poesia che mostra l’abilità poetica di Sandra Greggio. Una luna danzante, conturbante, tanto da ispirare questa bella, bella poesia.

 

25 aprile 2022

Sandra Greggio

 

 

Adusta fonte

L’amore fonte d’ispirazione è per i grandi poeti ciò che l’Olimpo è per gli Dei e Piero cerca in questa sorgente d’immaginario – il sentimento giusto, quello forte che possa rendere possibile il creare emozioni.

 

Piero Colonna Romano

 

 

Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

Un caro abbraccio di sincero ringraziamento per le belle parole ricevute dal poeta Roberto Soldà. Lei con me è troppo generoso. Il mio modesto e umile commento vuole solo riportare con la forza di piccole parole - la bellezza delle Sue opere. L'onore di leggerla è mio, caro Roberto.
Jacqueline
 

 

 

19-22 Ottobre

19, 20, 21 e 22 ottobre 2023

Poesie del giorno

Marino Giannuzzo –Hobby-: Come spendere il proprio tempo libero, senza annoiarsi, lo racconta Marino con questi suoi versi didattici. In fondo è quel che facciamo noi tutti, frequentando Poetare…

Marco Cabassi –L’ultimo volo-: La similitudine tra l’ultimo volo di una farfalla ed il triste tramonto di un anziano ben espressa da questi versi di Marco, densi di malinconia.

Tinti Baldini –Attesa-: La vivacità, la fantasia ed il linguaggio espressi dai bimbi disorientano nonna Tinti che, curiosa e colta,  tenta di decifrare il loro modo d’essere, per capire e poter essere d’aiuto.

Flora Fazzari –All’imbrunire-: Un delizioso acquerello sull’imbrunire, fatto di delicate immagini.

Giuseppe Stracuzzi –Ego sum-: Un singolare Giuseppe si confessa, e fa prevalere l’anima (la ragione) sul cuore. Poi ci ripensa e ci regala lezione di vita sull’indifferenza e sul desiderio di prevalere, usando ermetiche e suggestive immagini. (almeno mi pare)

Michele Cristiano Aulicino –Quattro parole in croce e dopo il vento-: “tutto lega/la notte”, verso centrale di questa analisi di pensieri giornalieri che tornano la notte per essere esaminati, rifiutati, risolti. E ritroviamo il classico Michele  nel prosieguo dei versi in “tutti agrumiti in gocce”, “ho le caviglie allacciate alla luna” ecc. Bentornato nell’azzurro, Michele. Resta con noi. Un caro saluto.

Vincenzo Melino .-Chiaro di luna-: Un sogno sognato, fatto di suggestive immagini, vagamente ricordanti il medioevo, che potrebbero essere state ispirate dalla violenza che oggi circonda il mondo.

Nino Silenzi -Lungo la laguna-: Un surreale paesaggio, denso di pioggia e di vento ma odoroso del salmastro del mare, dove su tutto prevale l’amore, in questa romantica, bellissima poesia.

Maria Benedetta Cerro –Dei gerani ridotti a scheletri piegati-: Una similitudine tra gerani ridotti a scheletri piegati  e gli umani, quelli d’oggi disperati per la violenza che ci circonda, “sospesi al caso”. Metafore di Maria Benedetta, dunque, di difficile interpretazione.

Felice Serino –Immortalare-: Un flash, dunque, presto dimenticata ma persistente sulla retina.

Franco Fronzoli –Sempre vicino a te come un’ombra-: Il titolo, che pare il tema da svolgere, si rivela, in chiusura, un ossimoro per quell’ “Amore sconosciuto”. Al centro bei versi, densi di un onirico romanticismo.

Alessio Romanini –Fittizio teatro-: Analisi dell’essere,  tra sogni ed illusioni, fino alla cruda realtà, e, verso dopo verso, fino all’onirica speranza di libertà, con quel “Viaggiare nell’infinito”.

Jacqueline Miu –ladri di notte-: Ed ancora la suggestione degli scritti della grande Jac, mi affascina, portandomi in gotici panorami fatti di sensuale amore. Particolarmente suggestiva l’immagine di un peschereccio privo di ancora, metafora di libertà priva di freni. Applausi, come sempre meritati.
 

Egregio sig. Rino Spadavecchia, il motivo per il quale non commento le poesie di Ben Tartamo è ben noto a questo signore e a tutti quelli che, frequentatori del sito da tempo, ne furono al corrente. Nulla è cambiato da quando smisi, anzi il commento da Lei fatto a quella poesia mi convince ancora di più a ignorare quello che sarebbe, a Suo dire, tra i poeti più importanti della nostra epoca.

Ma, a proposito di commenti, graditissimo sarebbe che anche altri ne facessero. Ne approfitti e dia al sito la sua cultura ed il suo amore per la poesia. Il sito gliene sarà grato.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Incontro”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

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la poesia "Hobby" di Marino Giannuzzo sembra appartenere al genere lirico
. La tecnica utilizzata sembra essere quella dello stile libero, senza una struttura metrica rigida.
Il testo esprime il concetto che un hobby è un momento gioioso e liberatorio nella vita di una persona. L'autore sottolinea l'importanza di praticare un'attività per pura passione e senza obblighi.
Complessivamente, la poesia esplora il concetto di libertà e piacere nella pratica di un hobby, indipendentemente dalla reazione degli altri.
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La poesia "Sogni" di Salvatore Armando Santoro sembra appartenere al genere poetico e utilizza la tecnica della narrazione in prima persona per esprimere i sogni e le visioni del protagonista. Il tono della poesia è sognante e misterioso, dando vita a immagini surreali e man mano che il protagonista si avventure attraverso luoghi sconosciuti e incontrando persone mai viste prima. Il poeta sembra interessato a esplorare l'irrazionalità e la bellezza sfuggente dei sogni, mentre cerca di dare un senso e un significato alle sue esperienze oniriche. In conclusione, la poesia "Sogni" offre un'esperienza onirica ed enigmatica.
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La poesia L'ultimo volo di Marco Cabassi
Genere: Poesia Tecnica: Rima alternata (ABAB) e rima interna.
Il parere critico su questa poesia è che presenta delle immagini evocative interessanti attraverso l'uso di una descrizione dettagliata dell'ambiente circostante. Tuttavia, la trama e il significato complessivo, sembrerebbero poco chiari se non si ponesse la giusta attenzione all'immagine chiave della farfalla Vanessa Atlanta simbolo di cambiamento, metamorfosi e di bellezza (il nome dell'insetto è una dedica alla dea greca).  Il linguaggio usato è abbastanza semplice e scorrevole, ma non manca di una struttura definita e di una trama solida. Inoltre,  è ben definito quale sia il messaggio o l'emozione che l'autore vuole comunicare: il passare del tempo oltre che il cambiamento espressi nella prima immagine chiave: il vecchio e la sedia.
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La poesia "Attesa" di Tinti Baldini
 

Genere: Poesia, Tecnica: Il poeta utilizza uno stile libero, senza una struttura metrica o rime specifiche facendo uso di immagini e parole forti per catturare l'attenzione del lettore e descrivere l'esperienza di attesa di fronte a una situazione confusa e carica di energia. Efficace, un dito puntato nel terzo occhio da vate!
 

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La poesia All'imbrunire... di Flora Fazzari
Genere: Poesia descrittiva/naturalistica
Tecnica: Versi liberi, uso dell'immaginario e del colore per creare un'atmosfera suggestiva. Brava Flora, vai avanti così, regalaci altre tue note dal sonno leggero di farfalle primaverili!
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La poesia "Ego sum" di Giuseppe Stracuzzi sembra appartenere al genere della poesia lirica, in particolare a una forma di introspezione emotiva. La tecnica utilizzata sembra essere quella dell'uso di immagini e metafore per esprimere, o meglio, stigmatizzare,  un senso di arroganza e indifferenza nei confronti degli altri. Il linguaggio è molto ricco e suggestivo, creando un'atmosfera densa di significato. Tuttavia, una apparente  mancanza di coerenza e fluidità nel passaggio tra le diverse immagini, ha reso la mia lettura  un po' difficile da seguire e comprendere completamente. Me ne scuso  con l'autore, chiedendo allo stesso, se possibile, maggiori dettagli interpretativi.
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La poesia "Lungo la laguna" di Nino Silenzi potrebbe essere classificata nel genere lirico e presenta una tecnica descrittiva-immaginativa. L'autore utilizza una serie di immagini visive e sonore per creare un'atmosfera suggestiva e coinvolgente. Attraverso la descrizione dell'odore salmastro della laguna, della pioggia insistente, del vento che piega l'ombrello e del suono delle canne e dei pioppi, l'autore trasporta il lettore in un'ambientazione specifica e crea una sensazione di intimità e tranquillità. La poesia trasmette anche un sentimento di amore implicito attraverso le frasi d'amore mai dette che sussurra nei pioppi. La tecnica utilizzata è principalmente descrittiva ed evocativa nello stile inconfondibile del nostro vate e mecenate , prof. de Ninis.
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Questa stupenda  poesia intitolata:
"Basso continuo" di Piero Colonna Romano
è un'opera che si avvicina al genere lirico. La tecnica utilizzata è prevalentemente descrittiva e ritmica.
 

La poesia descrive un paesaggio marino in cui si fondono i suoni e i movimenti dell'acqua, del vento e dell'uccello marino per eccellenza, il gabbiano. L'autore utilizza una serie di immagini sensoriali per creare un'atmosfera suggestiva e coinvolgente.
 

Il linguaggio utilizzato è semplice ma efficace, con versi brevi e un ritmo scandito che riecheggia le onde del mare. L'uso del "Basso continuo" come titolo della poesia sottolinea la presenza costante e ininterrotta di elementi naturali che si muovono e comunicano tra loro.
 

Globalmente, questa poesia è un'espressione artisticamente piacevole che trasmette un senso di tranquillità e bellezza della natura, ma al contempo evoca anche un senso di malinconia e tristezza. Bravo, eccellente, da pelle d'oca. Sinceri complimenti.
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La poesia "night thieves" di Jacqueline Miu:

- La poesia è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "tu" che si rivolge a un interlocutore misterioso o a se stesso.
- La poesia è caratterizzata da un forte uso di immagini e simboli, che creano un'atmosfera onirica e surreale. Alcuni esempi sono: la maschera sotto il letto, gli aracnidi che fissano, la piramide di chimere, le bombe della mente, il contratto con il dolore, la morte che ispira i miracoli, il cane che ringhia, il vento che abbaia, le tenebre che si insinuano, il desiderio per il mare, la barca senza ancora, i ladri di notte.
- La poesia esprime un contrasto tra luce e oscurità, tra vita e morte, tra speranza e disperazione. Il poeta sembra vivere una condizione di angoscia e solitudine, ma anche di ribellione e fuga verso un futuro incerto. La poesia è pervasa da una sensazione di inquietudine e di mistero, ma anche di fascino e di attrazione per l'ignoto.
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la poesia "Fittizio teatro" di Alessio Rommanini:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "tu" che si rivolge a se stesso o a un interlocutore immaginario.
- La poesia è caratterizzata da un tema esistenziale e filosofico, che riguarda la ricerca di sé e della verità. Il poeta si confronta con le illusioni e le apparenze della vita, che paragona a un "fittizio teatro", e sceglie di liberarsi da esse per viaggiare nell'infinito e vivere una realtà incondizionata.
- La poesia usa un linguaggio semplice e diretto, senza troppe figure retoriche o lessico ricercato. L'unica figura retorica evidente è la metafora del "fittizio teatro", che simboleggia la falsità e l'inganno del mondo. Il tono della poesia è riflessivo e assertivo, quasi a voler comunicare una certezza acquisita.
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la poesia "Quattro parole in croce e dopo il vento" di Michele Cristiano Aulicino:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "io" che si rivolge a se stesso o a un interlocutore immaginario.
- è caratterizzata da un tema amoroso e malinconico, che riguarda la fragilità e la fugacità dei sentimenti. Il poeta si confronta con la notte, che simboleggia il momento in cui i suoi pensieri si accendono e si intrecciano come note musicali, ma anche il momento in cui deve dire addio al suo amore. La notte è anche il tempo in cui scrive sulla schiena della sua amata parole d'amore, che però saranno cancellate dal vento.
- usa un linguaggio poetico e suggestivo, ricco di immagini e simboli, che creano un'atmosfera onirica e surreale. Alcuni esempi sono: i pensieri allacciati, la notte che lega e rianima, la malvasia, il budino al vento, le caviglie allacciate alla luna, le maree, le gocce, l'infinità transitoria della schiena. Il tono della poesia è dolce e amaro, quasi a voler comunicare una nostalgia per un amore impossibile.
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la poesia "Chiaro di luna" di Vincenzo Melino:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "io" che si rivolge a se stesso o a un interlocutore immaginario.
- è caratterizzata da un tema fantastico e visionario, che riguarda il viaggio onirico del poeta verso paesi sconosciuti, ispirato dal chiaro di luna. Il poeta si lascia trasportare dalla sua immaginazione e descrive scene suggestive e contrastanti, tra bellezza e violenza, tra lusso e dolore, tra risa e ricordi.
- usa un linguaggio poetico e ricercato, ricco di immagini e simboli, che creano un'atmosfera magica e misteriosa. Alcuni esempi sono: la luce dorata del chiaro di luna, i rasi prolissi, le porpore perplesse, gli esotici imbandieramenti, le lussurie di baldacchini, le armi portate nella dolente lentezza, le alabarde sdegnose, le ombre fascinose. Il tono della poesia è malinconico e nostalgico, quasi a voler comunicare una solitudine e una inquietudine del poeta.
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la poesia "Dei gerani ridotti a scheletri piegati" di Maria Benedetta Cerro:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in terza persona singolare, con l'uso del pronome "alcuni" che si riferisce ai gerani, e in prima persona plurale, con l'uso del pronome "gli umani" che si riferisce al genere umano.
- è caratterizzata da un tema esistenziale e metaforico, che riguarda il contrasto tra vita e morte, tra speranza e disperazione, tra caso e destino. Il poeta osserva i gerani ridotti a scheletri piegati dall'inverno, tranne uno che resiste e fiorisce, creando un'isola estiva. Il poeta paragona questo fenomeno alla capacità degli umani di illudersi di sfuggire al caso con uno sguardo luminoso o un sorriso.
- usa un linguaggio poetico e suggestivo, ricco di immagini e simboli, che creano un'atmosfera malinconica e riflessiva. Alcuni esempi sono: la lanterna forata, la luce arabescata, l'isola estiva, il crudo inverno, il sapere doloroso, il piccolo miraggio. Il tono della poesia è amaro e ironico, quasi a voler comunicare una consapevolezza amara della condizione umana.

vostro, pur sempre vostro e ad ogni costo!!!
Ben Tartamo

 

 

La poesia "l'ignobile Alleanza" di questo spesso bistrattato e ghettizzato poeta che è Ben Tartamo, sembra appartenere al genere della poesia sociale e politica, che denuncia e critica le ingiustizie e i conflitti presenti nella società contemporanea.

La tecnica utilizzata è quella della rima baciata, con una struttura metrica regolare che crea un ritmo incalzante. Gli endecasillabi e il fluire delle parole contribuiscono a creare una cadenza ritmica e musicale.

La poesia affronta temi come il potere, la violenza e la sofferenza umana. L'autore utilizza immagini intense e forti per dipingere un'immagine della specie umana assetata di potere, pronta a inghiottire tutto quello che incontra per soddisfare questa sete.

L'uso di metafore e similitudini contribuisce a creare una particolare atmosfera di malinconia e tristezza, descritta come "mestizia postcoitale". L'immagine della "sigaretta accesa" e della "cenere sospesa" può simboleggiare la superficialità e l'indifferenza delle persone di fronte alla violenza e alla sofferenza altrui.

La poesia menziona anche il contesto specifico di Gaza, indicando un'ignobile alleanza che sembra perpetuare il dolore e la tristezza in quel luogo. L'utilizzo di termini forti come "triste" e "ganza" crea un contrasto interessante, sottolineando l'aspetto ambiguo e paradossale di questa alleanza.

Complessivamente, la poesia offre una critica acuta e profonda sulle dinamiche di potere e sulla disumanizzazione presente nella società contemporanea. L'autore utilizza immagini forti e una tecnica poetica ben strutturata per comunicare efficacemente il proprio messaggio.

Spero di trovare d'accordo in queste mie riflessioni critiche il fine critico e poeta Pietro Colonna Romano inspiegabilmente silenzioso, e da anni, quasi a voler volutamente emarginare questo splendido esempio di poesia del terzo millennio che, a mio umile parere incarna il nostro Ben Tartamo.
Rino Spadavecchia


Bellissima la poesia di Marco Cabassi
Cosi leggera e profonda ad un tempo ed
emotivamente ricca
Tinti Baldini
 

 

16-17-18 Ottobre

16, 17 e 18 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Franco Fronzoli –Vivo-: Un romantico guardarsi vivere, con delusioni cancellate dalle suggestioni che regala la natura e, soprattutto dal canto del mare. Molto piacevoli sono questi versi di Franco.

Marino Giannuzzo –Guardo mia madre in una foto antica-: Orfano di una madre poco conosciuta, Marino la narra come fosse stata sorella o amica, col particolare rimpianto di non avere avuto punizioni per le sue “marachelle” né complimenti per i suoi successi. Un modo di sentirsi solo, dunque, che pesa malinconicamente  e che bene questi versi esprimono.

Enrico Tartagni –Sorgente-: Si alternano dolci immagini ad amare e dure, in questo scritto di Enrico. Scritto ispirato da un sogno, come afferma l’autore scrivendo “D’un fosco rivolo del sogno mi s’è riempito il core”

Marino Spadavecchia –Cercandoti nel bel mezzo-: Una perdita, forse una sconfitta, ispirano Marino per questi versi densi di malinconia che sfocia nel pianto nella bellissima chiusa, tinta d’alta poesia.

Renzo Montagnoli –Autunno-: Malinconica similitudine tra speranze  ed effimere foglie, in una stagione che invita alla riflessione. Ci abbandonano anche stormi di garruli uccelli, lasciandoci soli. Restano soltanto, per darci attimi di pace, lontani dolcissimi ricordi, mentre declina la vita verso il tramonto. Belli i tuoi versi, Renzo, che narrano di una tristissima stagione.

Alessandra Piacentino -13 ottobre-: Una commossa dedica all’amato nonno, resa con versi fortemente ispirati dall’amore.

Antonietta Ursitti –Colto un fiore-: Versi che regalano suggestive e belle immagini della purificazione che  al mondo può dare la pioggia, in attesa di una sorta di metempsicosi. Un caro saluto, Antonietta e resta con noi.

Maria Benedetto Cerro –Di una gentilezza-: Un ritrarsi per un malinteso atteggiamento amorevole, non ancora abituati a queste tenerezze. Leggo così i versi della bravissima Maria Benedetta.

Felice Serino –In treno-: Evidentemente, ad una certa età, fa più effetto lo sferragliare di un treno che le belle gambe di una platinata signora. Accidenti!

Alessio Romanini –Aspettando l’autunno-: Ed anche per Alessio l’autunno è fonte di melanconia e lo racconta con versi intrisi di tristezza.

Jacqueline Miu –rosa morente nel palmo di strega-: Ed anche per la nostra Jac l’autunno è stagione negativa, addirittura livida. Così Diva Oscura “piantona i cimiteri tra corvi fantasmi e tombe”, mentre appassiscono le rose nelle mani di streghe. Prevale il gotico, come spesso accade, nel suggestivo scrivere della nostra ispirata amica. E noi ne godiamo.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

 

 

Vivo

La poesia ha un ritmo melodioso e offre pittoreschi “landscape” in cui meditare. Franco Fronzoli vive in un silenzio assordante che ben si combina con gli algoritmi tormentati della vita e lui non sublima nulla, anche se tutto si sposa perfettamente con la canzone di De André. La confusione sparisce davanti al mare che offre inattese risposte.

Franco Fronzoli

 

 

Guardo mia madre in una foto antica

Poesia realista che ben si accompagna a questa fotografia antica generatrice di ricordi.

Attimi di verità condivisi col lettore:

Questa madre vista nella foto

non fu mai mia madre.

Oppure …

È stata una sorella

mano nella mano

mi ha fatto compagnia.

Senza sensazionalismi penetra l’anima e conduce a un affetto ben custodito nell’anima.

Alcamo, 20.02.2023 ore 14,30.

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

 

Sorgente

Tra i versi di un magnifico Tartagni, ne scelgo uno e non a caso. Il poema si racconta e diventa intimo ma v’è un verso- questo: 

Sorgenti vergini indenni m'avvolgono il minimo corpo …

che diventa un torrente, un fulmine a ciel aperto. Poesia senza dedica e senza ricompensa se non l’ammirazione per quel minimo corpo che è custode di grande spirito.

enrico tartagni

 

 

Seduto alla panchina

Un attimo o un’eternità … poetica che descrive la fotografia dell’Elba lì a galleggiare sul mare …  

E’ un regalo poetico di un perfetto Salvatore Armando Santoro che giubila nel finale davanti all’infinito capace di rendere eterno questo poeta.

(Piombino 10.09.2022 – 20,21)

(Boccheggiano 11.09.2022 – 12:35)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Cercandoti nel bel mezzo

Rincorressi nei ricordi senza potersi legare veramente. Un sentimento mai assuefatto alla globalizzazione dell’amore che il bravo Marino Spadavecchia descrive senza perseguitare “il boia”.

 

13 ottobre 23

Marino Spadavecchia

 

 

Autunno

Il migrare delle speranze verso antiche mete e il conforto di una memoria lungimirante ancora capace di illuminare il cammino autunnale stanco del mirabile Renzo Montagnoli.

Da il Cerchio infinito (Il foglio, 2008)

 Renzo Montagnoli

 

 

13 ottobre

Una dedica al proprio nonno con versi affettuosi e candidi di questa piacevole poetessa.

Alessandra Piacentino

 

 

Colto un fiore

In un mondo assente e deformato c’è questa crisalide poetica, questo bozzolo “utopico” che energizza ed espande la bellezza di questa profonda scrittrice.

Antonietta Ursitti

 

 

Di una gentilezza

Labirintico questo affacciarsi ai sentimenti e molto interessante il ricamo timido che porta al mettersi in discussione. Giochi di parole e fantasia sono i gradini che innalzano il cogito. Spesso ermetica la poetica di questa autrice che mette alla prova la capacità di attenzione del lettore, premiandolo con alcuni squisiti versi.

 

Da Prove per atto unico, I luoghi dei labirinti

Maria Benedetta Cerro  

 

 

In treno

L’indolenza di un viaggio in treno premia l’attenzione vetusta coi procaci attributi di una bionda esplosiva. Felice Serino è sempre un così attento viaggiatore? Il biondo platino diventa garanzia di efficienza …

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Incontro

 

In quell'oscurità coglier vorrei

la luminosa più del firmamento

e sopra quella incidervi un pensiero.

Quanta poetica in questa lirica visionaria pervasa dal romanticismo.

Sulle orme di un Dante più moderno con passo in un tango di emozioni descritte per dare rifugio alla speranza. La sicurezza è negli occhi chiari che disperdono le ombre tormentate e il lungo faticoso viaggio fino alla verità. Plausi al nostro eroe letterario che dell’amore fa arma e mai vittime.

Piero Colonna Romano

 

 

Aspettando l'autunno

Un autunno ricco di cinguettii e tremendamente tenero, quando accetta la pioggia sul viso. E’ un autunno in cui esplode l’interiorità di questo ricco poeta pronto a sorseggiare attimi di vita - sebbene “combattuto” dall’annichilimento della natura.

Alessio Romanini 

 

 

 

Ottobre 23

Stamani,

è in quest'urlo di vento,

(l'ho riconosciuto)

il richiamo del mio fuoco.

Una poesia che tende all’incendio dello spirito. Un urlo di vento che contrabbanda “forze sconosciute all’eroe”. Complimenti.

Roberto Soldà

 

 

 Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

Cosi vera ed autentica!!!

Cogliere gli attimi !
Bravo Felice Serino
Tinti Baldini

 

 

13-14-15 Ottobre

13, 14 e 15 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Il Sé-: Lo spirito carcerato nel corpo…..ecc. ecc. ecc. Magistrale sintesi poetica del grande Felice.

Franco Fronzoli –Buongiorno autunno, silenzioso e triste,-: Delizioso acquerello sulle caratteristiche dell’autunno, dai giorni che si accorciano, alle prime nebbie, al profumo di mosto, ecc. Il tutto ben narrato dai versi di Franco.

Tinti Baldini –La follia dell’uomo-: Forte grido d’accusa alla bestialità dell’uomo, con le sue guerre, i suoi inquinamenti, la sua superiorità su altre etnie e sesso femminile. Appunto senza cervello. Un caro saluto Tinti. Grazie d’esserci.

Marino Giannuzzo –Giunge la stanchezza-: Un pessimistico tirar di somme, confrontando le illusioni della gioventù con le delusioni che può avere regalato la vita. Così si resta in attesa…

Enrico Tartagni –Il vento mi conosce-: Ed anche questo scritto profuma di pessimismo, anche questo è attesa dolente della fine, rimpiangendo quel che poteva essere e non è stato.  Decisamente superlativa la frase di chiusura, ricca di poesia (da “Guarda che magico studio…” a “ho srotolato al vento…” ecc.) Forza Enrico, forse l’oltre sarà premiante. Forse.

Marco Cabassi –Arriva romantico l’Autunno-: Il languido, romantico autunno ispira anche la penna di Marco che ne elenca, con bel poetare, le caratteristiche.

Nino Silenzi –Sotto il cielo d’ottobre-: Autunno dunque, anche per il nostro Nino che, con la maestria che conosciamo, ne esalta la spiritualità e ci regala una chiusa densa di poesia.

Maria Benedetta Cerro –Così profondamente/  o più lieve-: Mi soffermo su quel “Ed io vorrei a volte essermi madre darmi una carezza/” che rivela il forte bisogno di protezione amorosa, detto con bel poetare, e prosegue, a sottolineare quel bisogno, con quello “smettere il rifiuto di un’attenzione/un gesto  persino di una bella parola (cioè accettare l’attenzione, un bel gesto, una bella parola). E’ proprio quello “smettere il rifiuto” , doppia negazione, che afferma e chiarisce quel che appare ermetico e vagamente ossimorico nella chiusa.

Jacqueline Miu .bolle d’acqua marina-: Brillante serie di formidabili immagini suggestive (siamo così radioattivi da camminare tre palmi da terra illuminando, spingimi l’amore nel petto con la tua bocca, voglio una festa nello stomaco farfalle e vino ecc. ecc.) dense d’alto lirismo, chiuse da un vero e proprio acuto poetico con quel “con cui costruiremo una casa/coi piedini a forma di code di sirene”. Scroscianti applausi.

Carlo Chionne –A Papa Francesco-: E’ l’attualità, fatta della  bestialità di Hamas e di Israele,  che ispira questa riflessione storico/religiosa al nostro Carlo. Forse proprio quell’omicidio di un palestinese realizzato da ebrei e consentito dagli occidentali d’allora (i Romani) dopo essere divenuto storia e vangelo, fu profetico dell’oggi.  Ed il peggio, temo, deve ancora venire. Un caro saluto, Carlo.

Francesco Soldini –Si diramano le braccia-: Braccia nude divengono i rami degli alberi, perdendo le foglie. Con questa bella immagine Francesco saluta l’autunno e lo rende, per quel cader di foglie, prodromo della primavera.                                                                               

Alessio Romanini –Meringa-: Omaggio ad una fedele amica, detto con poetare denso di riconoscenza.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

Grazie per i complimenti
Scrivo poco per gravi problemi di vista ma apprezzo molto l" atmosfera intensa che pervade il sito
Grazie a tutti i poeti ed a Lorenzo
Tinti Baldini
 

 

 

10-11-12-Ottobre

10, 11 e 12 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Maria Benedetto Cerro –A chi ha dato ragione-: Il sottotitolo “I luoghi del labirinto” forse potrebbe dare un indicazione per la comprensione di quanto scritto sopra. Ma non azzardo ipotesi, chiedo soltanto alla bravissima Maria Benedetta di illuminarmi.

Felice Serino –Candido-: Potrebbe essere la descrizione di un disadattato, tutto sommato indifferente a tutto ciò che lo circonda. Potrebbe ma forse di tutt’altro si tratta.

Franco Fronzoli –E’ già morto-: Condivisibile analisi di un individuo incapace d’avere normali sentimenti, individuo “che vive di niente/e nel/niente” come afferma l’ottimo Franco.

Tinti Baldini –Tari-: Un prezioso ospite cui si vorrebbe strappare un sorriso, così come, nel passato, lo si è fatto con la madre, truccandosi da grande. Tenera e commovente, come spesso le accade d’essere, la nostra Tinti oggi. Un caro saluto

Flora Fazzari –Messico-: Un delicato acquerello per descrivere ricordi di un viaggio nel Messico.

Marino Giannuzzo –Franco-: Due pini, dunque, paiono diventati vecchi amici. Pini cioè immobili osservatori di quel che li circonda, ma  ormai privi di capacità di reagire. Pini, appunto, in un deserto esistenziale, in un’età che diviene sempre più tarda. Decisamente pessimistico questo guardare al mondo ed a se stessi, messo in poesia da un disilluso Marino.

Salvatore Presti –Trovami amore,-: Una pressante richiesta d’essere ritrovato, cioè di riprendere un rapporto d’amore passato, detto con romantiche e belle immagini, in questa ispirata poesia di Salvatore.

Enrico Tartagni –Pensiero distonico-: Appunto, pensieri distonici (distonico = affetto da distonia. distonia =alterazione del tono muscolare o dell’equilibrio neurovegetativo: da Grande dizionario italiano di Gabrielli Aldo, Hoepli) Comunque spassoso leggere questo Enrico.

Alessio Romanini –Un nero drappo-: La sofferenza che può causare un lutto molto ben descritta dagli intensi versi di Alessio.

Jacqueline Miu –amorangeratropia-: Una surreale Jac disegna immagini eterogenee (da Montale sdraiato su ossi di seppia a Poe ischeletrito che insegue ombre di donne, da un ottobre caro agli amanti (?) a battagliando mostri di cui aver paura ecc.) il tutto per approdare ad un bacio ottenuto sulla punta dei piedi. Strepitosa Jac! Applausi.

Carlo Chionne –L’ultima intifada-: L’ultimo terribile dramma che stiamo vivendo, con migliaia di morti da entrambi i contendenti, ispira questi duri versi accusatori del grande Carlo, che, in chiusura, propone l’unica soluzione per porre fine a questa tragedia, e cioè fare un'unica nazione tra Israele e Palestina, che poi era esattamente la situazione precedente il 1947. (suggerisco, al riguardo, leggere “Gerusalemme, Gerusalemme”  cronaca storica di quando la Gran Bretagna abbandonò, per decisione dell’ONU, il protettorato su quel territorio palestinese).

Purtroppo stiamo assistendo alla lotta tra due simili bestialità: quella di Hamas che usa il terrore, prendendo centinaia di ostaggi e uccidendo anche decine di bambini (esattamente come ha fatto Israele col bombardamento sulla striscia di Gaza, con, pare, 500 bambini uccisi) e quella di Israele che dalla sua nascita (1947) mai ha aderito alle risoluzioni dell’ONU, anzi ha continuato a rubare terreno ai palestinesi, riempiendolo di coloni ed affamando i legittimi residenti, con ciò provocando Hamas (e temo anche altri) per la bestiale risposta cui stiamo assistendo. Due bestialità che oggi (visto il “tifo” che le varie nazione occidentali e medio orientali fanno) rischiano di sviluppare davvero la terza guerra mondiale.

Antonia Scaligine –Cosa sono gli scrupoli?-: Approfondita analisi di cosa sono gli scrupoli e di quali conseguenze posso portare alla mente ed alla coscienza,, resa con forte compartecipazione, quasi da outing, dalla nostra ottima Antonia.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

Quanta ragione ha Carlo
Siamo senza ragione!!!
Tinti baldini
 

Ciao a tutti;
in risposta al commento del caro Piero Colonna- Romano :
spesso il lettore non percepisce le intenzioni dell'autore ma trovo sia bello è piacevole che il lettore trovi in ciò che legge le proprie emozioni e fantasie,  ma per Inconsistente felicità vorrei dare delle spiegazioni
E aspetterò...  è l'attesa della felicità intesa come emozione assoluta che va ricercata, e spesso la vita ci costringe a stringere dei patti per ottenere questa felicità 

l'amore dono ai miei pensieri - felicità filosofica
nelle tasche gli effimeri desideri - felicità psicologica
e una visione di sola semplicità - felicità spirituale 

e arriva improvvisa in tutte le sue forme e profili come una liberazione un sentimento estremo e positivo 

ciao e complimenti a tutti 
Marco Cabassi

 

 

 

7-8-9 Ottobre

7, 8 e 9 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Cristiano Berni –“Le piccole cose”-: Non è soltanto una romantica richiesta, ma è lezione di vita quella che Cristiano ci invia con questi suoi rimati versi. Viva le piccole cose quindi!

Marco Cabassi –Inconsistente felicità-:   L’attesa di un amore (effimero?) ispira Marco per questi versi densi di romanticismo.

Maria Benedetta Cerro –Destarsi nello stupore-: Il sonno più faticoso della vita, per quelle tensioni e disillusioni che porta. E’ come avere il doppio degli anni, afferma il poeta, in questa pessimistica analisi di sogno e vita.

Felice Serino –L’oasi-: Al contrario di Maria Benedetta, Felice vede nel sonno un oasi felice della vita. Punti di vista, insomma.

Franco Fronzoli –Cammini nei miei sogni .-: Ed anche Franco parla di sogni. Ma felice di farli perché gli portano  l’immagine deliziosa di un amore. Viva i sogni, dunque!

Tinti Baldini –Sono-: Cara Tinti che bello rileggerti!  Concordo con quanto scrivi: bisogna continuare a farlo, per scaricare dolori e guardare con ottimismo alla vita. Scrivi,  cara Tinti e rinascerai. Ti sono vicino ed attendo altri tuoi scritti.

Laura Lapietra –Autunno Meteoropatico-: “dopo l’amplesso dei sensi” una lunga, intensa considerazione su tutto ciò che circonda e sulle proprie sensazioni. Un narrarsi dopo e prima dell’amore, immaginando città, strade e case, dove si può essere prigionieri. Versi dalla forte intensità emotiva di romantiche immagini, mettono a nudo un’anima e coinvolgono il lettore.

Flora Fazzari –Anime perse-: Pessimistica rappresentazione del dopo vita, in un panorama cupo e silenzioso, in questi duri versi della bravissima Flora.

Nino Silenzi –Poi il cielo si tinse d’oro-: Una corsa in treno lungo il mare, un attendere, un ritrovarsi felici. Tutto questo nella magistrale sintesi poetica dell’ottimo Nino.

Marino Giannuzzo  -Essere poveri non è vergogna-: Essere poveri, in definitiva, è un fatto genetico, afferma il nostro Marino e Dio non c’entra. Unica possibilità è reagire. In definitiva questi versi sono lezione di vita di un saggio ottuagenario.

Enrico Tartagni –La botte piena e la moglie ubriaca-: Singolare analisi del fenomeno migrazione, con la quale si può essere o non essere d’accordo. Manca in questa analisi la vera causa di questo esodo biblico che a mio avviso è da vedere nel colonialismo predatorio che tutti i  paesi occidentali e orientali (Italia compresa) hanno fatto in Africa. Quel che oggi accade, in definitiva, è l’inconsapevole richiesta (da parte di quelli che il nostro Enrico, assieme all’intera destra nazileghista italiana, definisce “clandestini”) di rendere quel che gli si è rubato. E non vedo proprio come questa realtà si possa cambiare. A fiumi arriveranno (credo ne vedremo ancora di peggio) e non c’è alcun accordo “epocale” della Gioggia che potrà cambiare questa realtà.

Alessio Romanini –Mute parole-: Talvolta mancano le parole, per descrivere una realtà che angoscia. Leggo così i duri versi di Alessio.

Jacqueline Miu –Il Paradigma Mobydick-: Il senso (l’insegnamento che viene) dal racconto di Melville è l’incapacità dell’uomo di capire che non può tutto sottomettere alla propria ragione, fino a che non sarà troppo tardi per capirlo. In aggiunta a questo c’è  la banale eterna lotta tra bene e male, dove spesso è il male a prevalere. Ma Jac non dice questo, inventa fantastiche immagini di gente che ruba le stelle al cielo per poi finire, tutti, in un carcere di massima sicurezza, perché troppo pericolosi sono i loro sogni. Strepitosa Jac, dunque che incanta con la sua fervida fantasia.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

I versi di Flora Fazzari li avrei voluto scrivere io per quel senso di disagio trito e mangiato che vivo ogni giorno
Grazie e grazie a Lorenzo
Tinti Baldini
 

 

 

 

4-5-6 Ottobre

4, 5 e 6 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –Spirito delle tenebre-: Un’analisi esistenziale di se stesso, tra paure e miti religiosi, determinata da “uno spirito di tenebra”.

Carlo Festa –Insegnerai al futuro-: Dagli errori si impara. Questo il messaggio che ci invia Carlo con questi suoi sintetici versi.

Cristiano Berni –“Intenzioni di vagabondaggio”-: Ad un desiderio di libertà si sovrappone il desiderio degli inferi bui. Dicotomia disperante, dunque che trova soluzione nell’essere “solitario o nel nulla”, in questa intensa poesia ispirata da profondo pessimismo.

Pasquale Mesolella –Abbracciami e baciami-: Annullarsi nell’amore, in definitiva, è la romantica richiesta di un innamorato che vuole baci a pioggia, a grandine, fino a non riuscire più a contarli, detto con questi iperbolici versi di un ispirato Pasquale.

Renzo Montagnoli –Era di primavera-: Un tenero ricordo d’amore, con la donna compagna di vita, narrato con pennellate di bei versi che vanno a comporre un dolce acquerello.

Marco Cabassi –Ahhh se bastasse soltanto-: Un desiderio ma anche un omaggio, per una donna reso con versi densi di un sentire amore.

Maria Benedetta Cerro –Ti avrò percorso come una pianura-: Di difficile interpretazione sono questi versi (oscuri?) di Maria Benedetta. Ci provo, leggendoli come una sorta di fuga da un amore/follia, chiedendo scusa se ho toppato. 

Felice Serino –Colpo di sonno-: L’ipnosi che può causare lo schermo di un pc, qui narrata dal nostro eccellente Felice che, a ragione, si congratula con se stesso per la decisione di rinunciare alla patente di guida.

Franco Fronzoli –Le parole le scrivo sopra le pietre-: Condivisibile, approfondita analisi, resa con bel poetare, delle motivazioni del nascere poesia. Bravo Franco!

Marino Giannuzzo –Eccolo esploso il profumo acuto-: Profuma di rose l’odoroso maggio ed ispira Marino per questi bei versi che dicono del suo sentire, comunicandolo con maestria al lettore.

Sandra Greggio –Trasfigurazione-: Una sorta di “Il sabato del villaggio” in tema religioso, ben detto dagli ispirati versi della bravissima Sandra.

Alessio Romanini –La scritta-: L’incanto dell’irreale ed una scritta sulla battigia che il mare cancella in continuazione. Un sogno reso con l’intenso e bel poetare di romantiche immagini. Bravo Alessio!

Jacqueline Miu –astro che cala-: Surreale racconto gotico, reso con immagini forti, che ha per tema un astro che cala, che è metafora limpida di un cuore affannato, “salato di mari/bruciato da soli/torturato da promesse”, come esplicitano i forti versi di chiusura ma che, comunque, sarà vittorioso perché “tu sei l’unico astro che non cala”, come afferma la nostra preziosa Jac. Applausi dovuti e resi.

Antonia Scaligine –Ogni stagione ti dice : taci e ascolta-: Autunno, dunque, narrato con bella maestria dai versi della bravissima Antonia che rende poetiche le più rilevanti caratteristiche di questa riflessiva stagione. Complimenti.

Francesco Soldini –Ricordo la melodia-: Tenera poesia d’amore  regalataci dall’ottimo “uomo di lago”. Un caro saluto, Francesco e auguri per questo onomastico.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al ns generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

1-2-3 Ottobre

 1, 2 e 3 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –In assenza di sé-: Analisi di se stesso, ricercandosi tra incubi e afflati religiosi. Impossibile trovarsi, perdendosi nei meandri di una religione che ti fa cannibale.

Santi Cardella –Incontri-: Farfalle che volteggiano, metafora deliziosamente poetica di ricordi d’amori, nata dall’anima di un vero poeta che oggi ci regala un concentrato di liriche immagini romantiche. Applausi a Santi.

Carlo Festa –C’era un Italia felice-: Immagino che Carlo si riferisca all’Italia nata dalla Resistenza al nazifascismo, quando si respirò speranza di libertà, per una civile rinascita morale. Purtroppo la peste del fascismo è ricomparsa e si può sperare solo in altra resistenza, augurandoci non serva altro nefasto ventennio per la purificazione.

Pasquale Di Meo –I tuoi occhi-: Iperbolica dichiarazione d’amore resa con immagini dense di romanticismo.

Maria Benedetta Cerro –Tutto è cominciato-: E’ l’anima che ci guida? Per Maria Benedetta pare di si, e lo fa nel bene e nel male.

Nino Silenzi –Affanno-: Un pessimistico guardare al tempo che scorre sulla terra, dove uomini s’affannano, come formicuzze, per accumulare effimeri beni. La salvezza è solo in cielo, afferma il poeta disegnandone una serena immagine, ed è scontato invito  all’uomo a guardare in alto.

Felice Serino –Un verso-: Lezione che deriva da questi versi è la poesia non fa invecchiare. In definitiva questo ci narra oggi il grande “anziano” Felice.

Franco Fronzoli –Genova Città-:  Remember Caproni e la sua “Litania” che suggerisco a tutti di leggere. Questo mi fanno ricordare gli intensi e bei versi di Franco, che condivido.

Marino Giannuzzo –Dolore lancinante hanno in cuore-:  La narrazione di un maritale rapporto d’amore che, col passar del tempo, si sfilaccia per incomprensioni reciproche. Ma, come accade in molti film, alla fine prevale l’amore e si schiariranno i rapporti. Pulita e poetica narrazione di un fatto di vita vissuta.

Sandra Greggio -Parole sparse-: La pena del poeta, che non trova più parole per dirsi, ben narrata dalle significative metafore di Sandra che chiude la bella poesia con un acuto denso di lirismo nei quattro versi finali. Brava Sandra!

Alessio Romanini –Il cuore vede anche nell’oscurità-: Intensa analisi di un essere che, smarrito nei tormenti della vita trova forza col cuore (che vuol dire amore) di rinascere alla speranza.

Roberto Soldà –Caccia grossa-: E’ da applausi questo narrarsi usando teneri ricordi ed immagini dense di poesia. Particolarmente significativo quel “le mie idee viaggiano su un crinale/inclinato tra realtà e fantasia”  perché è confessione di desiderio di superare una realtà che poco piace, con la fantasia che viene dai sogni, dai desideri, ed a quelli il poeta tende, realizzando pittoriche opere d’arte. Altro che badile! Bentornato nell’azzurro Roberto e complimenti!

Jacqueline Miu –l’incantesimo della morte sul letto di neve-: e per te farò cadere le stelle con arpioni d'inchiostro” in una composizione poetica che è richiesta d’amore anche nella morte (Eros e Thanatos classicamente rivisto dalla nostro incommensurabile Jac) un lampo d’alta e bellissima poesia. Come sempre è affascinante leggere la nostra preziosa amica, come spesso i suo racconti sono ambientati in gotici, suggestivi paesaggi. E come sempre applausi.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti,  in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

28-29-30 Settembre

28, 29 e 30 settembre 2023

Poesie del giorno:

Marino Giannuzzo –Caini il nome-: Nomen omen, insomma. Così Marino ricorda, con tutto lo sdegno possibile, un presunto  tutore della legge.

Giuseppe Stracuzzi –Il colore di sogni-: Bellissime pennellate, fatte di versi densi di poesia, per narrar di sogni.

Enrico Tartagni –io sergente-: Sembra un racconto surreale, sembra. Invece è metafora di quanto male si può stare nella propria terra e di quanto desiderio si può avere d’evadere, d’emigrare in terre più accoglienti. Così ci incanta anche oggi l’ottimo Enrico, sergente e guida morale.

Cristiano Berni –“Promenade”-: Una pioggia purificante, dunque, per godere della vita, per ripulirsi dentro, per fare una “dolce promenade” del vivere. Speranza, insomma, decisamente onirica in questa bella poesia ricca d’ottimismo.

Marco Cabassi –Una volta fiorivano le Viole-: Il contrasto tra il dolce ieri e il “macabro” oggi in questi versi/analisi di uno sconfortato Marco.

Maria Benedetta Cerro –Mi sono assentata-: Amara analisi esistenziale dell’essere, smarrendosi in se stessa, in questi forti versi della bravissima Maria Benedetta.

Felice Serino –L’angelo-: Nel dopo si realizzerà l’unione tra carne  e spirito, pare affermare Felice con questi versi.

Flora Fazzari –Pazzia…-: L’impossibilità di vedere la realtà nella quale si vive, pare essere frutto di pazzia, come afferma Flora con questi suoi versi dall’intenso tono.

Franco Fronzoli – La mia vita è una tempesta di pioggia-: Tra delusioni e sconfitte scorre la vita. Rari arcobaleni e rari momenti d’amore la donano luce. Tra significative metafore questo narra l’ottimo Franco.

Jacqueline Miu –stanotte ti porterò a ballare vicino alle tombe-: Thanatos ed Eros, tema ricorrente spesso negli scritti della grande Jac che oggi calca la mano nel macabro gotico. Ti porterò a ballare vicino alle tombe, afferma, e le immagino illuminate da fuochi fatui e di Mozart, col sottofondo della messa da requiem, rivedo il risorto commendatore che invita al pentimento. Un canto d’amore gotico insomma, nel più bello stile di questa grande scrittrice.

Sandra Greggio –Stella cadente-: Intensa preghiera che chiede chiarezza dentro se stessa, detta con forti e bei versi, densi di speranza.

Carlo Chionne –Tu es Petrus … Aedificabo ecclesiam meam-: Un critico confronto tra due morti celebrate analogamente, nonostante il silenzio di Francesco, dalla chiesa , reso con questi versi/epitaffio del grande e attento Carlo.

Francesco Soldini –Quando il sole bacia-: Bentornato nell’azzurro, Francesco! E’ un piacere rileggere le tue serene e poetiche descrizioni di un paesaggio lacustre. Grazie.

Alessio Romanini –La mia certezza-: Il tempo non cura le ferite, se non c’è impegno personale. Questo il messaggio che Alessio invia con questi suoi versi.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

25-26-27 Settembre

25, 26 e 27 settembre 2023

Poesie del giorno:

Franco Fronzoli –Quando viene la note mi siedo-: Ogni strofa nasce da un sogno, da un desiderio, in questa romantica attesa del primo raggio di sole del giorno. Bello tutto. Complimenti.

Marino Giannuzzo –Arrogante con il petto in fuori-: Storia di mafia e morte, scandita dai ritmi di versi duri e accusatori di una realtà fuori dalle leggi morali. Bravo Marino!

Giuseppe Stracuzzi –Dona ragione al cuore-: L’amore per la pace e per il civile convivere ispira Giuseppe per questi significativi e bei versi didattici.

Enrico Tartagni –laudato sii meo signore…-: Preghiera a più divinità, ispirata dai numerosi incendi ed alluvioni che affliggono varie zone della terra, sottomettendosi al loro volere, come afferma la chiusa di questa forte composizione del grande Enrico.

Nino Muzzi traduce S. Garzetti-: Un ricordo d’amore ispira Garzetti per questi suggestivi versi che Nino traduce per noi.

Bruno Amore –Forse-: La sempiterna lotta tra bene e male ispira Bruno per questa analisi dalla pessimistica chiusa. Pare che i tempi che viviamo stiano vedendo la vittoria del male sul bene ed a noi non resta che sperare.

Alessandra Piacentino –Soffrire-: Narrano di un abbandono (se non fisico almeno palpabile nella stanchezza) questi versi densi di pena della brava Alessandra.

Renzo Montagnoli –Fine estate-: Un realistico racconto del finir dell’estate, col riaprir delle scuole, la vendemmia, le prime foglie che cadono. Un magistralmente descrittivo Renzo scrive versi che sono pennellate sulla tela di una bianca pagina e incanta.

Pasquale Mesolella –Nota d’autunno-: La malinconia per l’estate che tramonta riempi questi versi di Pasquale. Ma l’intensa poesia contiene anche un messaggio d’umiltà che è invito a difendere questo “mondo smarrito/dalle fugaci e contrastanti intemperie della vita.”.

Maria Benedetta Cerro –Chi mi viene in sogno stanotte-: Un sogno incubo, dove si cerca, disperando, la salvezza. Questo leggo nei forti versi dell’ottima Maria Benedetta.

Felice Serino –Nascita-: Deliziosa immagine di una gravidanza in questi intensi versi del grande Felice.

Alessio Romanini -:Villana violenza-: Un grido d’accusa contro quella ottusa violenza che certi individui, difficilmente definibili uomini, esercitano su chi di loro è più debole, ispira Alessio per questi condivisibili versi.

Jacqueline Miu –siamo troppo giovani per guardare al confine del mare-: Troppo giovani per “guardare al confine del mare” cioè ad un dopo sconosciuto, che è metafora di un dopo vita. Eppure a quel dopo la nostra pensa e confronta il suo mistero con un oggi dove il sangue brucia di desideri appagati “che sublimano la carne”. Troppo giovani, dunque, ma consapevoli di ciò che, nel dopo, non si potrà più avere. Una meditativa Jac è quella di oggi, piacevole come sempre.

Sandra Greggio –Chimera-: Un positivo sogno narrato con romantiche e suggestive immagini, dense di bella poesia. Brava Sandra!

Antonia Scaligine –Eppure una cosa faccio spesso-: Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.”
(Ennio Flaiano)

Ma Antonia supera quel concetto e riempie la sua scrittura di se stessa, la abbellisce di immagini romantiche, diviene un colloquio (rassicurante) con se stessa, diviene analisi. E’ qualcosa, lo scrivere, senza il quale resterebbe un profondo silenzio, un nulla. Vive perché scrive il poeta. Ed Antonia poeta è.

Antonio Scalas –Tra le palme di un deserto-: Lunga e significativa metafora sulla ricerca dell’amore, resa con forti immagini poetiche.

Pirluigi Ciolini –La notte e il giorno si susseguono-: Bentornato nell’azzurro, Pierluigi! Bello e apprezzato questo tuo interrogarti sul vivere , sulla natura, sugli errori che si possono fare nei rapporti con gli altri, reso con un intenso interrogarsi. Un caro saluto.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Sogno mare”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

22-23-24 Settembre

Olanda...

Bellezza mai afferrata ma solo sfiorata. Questo viaggio rimasto nel cuore della brava poetessa, diventa un sogno che lei continuerà a desiderare di sognare.

Flora Fazzari

 

 

Giocavamo sulla sponda di un lago

        Giochi che riemergono dalla memoria e una bellezza immortale di una compagna d’avventure che incanta ancora il poeta.

 

Sei bella

Sarai sempre bella

Franco Fronzoli

 

 

Cos'è la vita

L’istante secondo il poeta Carlo Festa, può vivere nella declinazione della vita come una costante che inganna e affascina allo stesso tempo.

Carlo Festa

 

 

Angelo ha gli occhi tristi

 

Alcamo, 12.02

Una appassionata e magistrale lirica che accompagna l’amore fino alla morte e lascia una delicata quanto vibrante scia di speranza. Complimenti all’autore che dipinge i sentimenti in una aura pacifica nonostante la sofferenza che li accompagna.

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

 

In alto nel blu

Dove scappare? Dove nascondersi dalle brutture della vita e dai buffoni? Il bravo Marco Cabassi ci indica il blu del cielo - nella speranza che vi sia una pace per le anime che non sopportano i buboni in forma umana oramai evoluti al punto di essere ovunque.

Marco Cabassi

 

 

Il senso della giostra

Un quadro per le stagioni che fioriscono in versi e nel lirismo di questo ottimo poeta.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

"Poesia per Francesco"

Un omaggio a Guccini e alla sua poesia “cantata”. Magistrale composizione che rende chiara la bravura del poeta Cristiano Berni.

Cristiano Berni

 

 

La firma al nostro insieme

Amore non si ciba di clamori – l’amore non diventa vetusto e Aurelio Zucchi resta una realtà poetica di grande importanza.

Questa lirica è una rinascita in tutti i sensi.

 

*

Condivido questa mia poesia, scritta in occasione della partecipazione al Contest PAROLE RIFLESSE X Edizione Settembre 2023 (Imago della Poesia). - Nel rinnovare anche da qui i miei complimenti ai vincitori e ai finalisti e non, ringrazio Wilbur, Bina Gagliano ed Emilia Otello per questo Contest al quale ho aderito con entusiasmo per le motivazioni e gli stimoli che hanno regalato alla mia scrittura e a quella di tutti coloro che hanno partecipato.

 

Data di stesura 09/09/2023

Aurelio Zucchi

 

 

Conturbante Opera

Poetica intrisa di passione umana e amore per l’arte. Folgorazione d’amore in entrambi i casi e la brava Laura non si risparmia in energie che incendiano lettore e protagonisti.

©Laura Lapietra

 

 

M47 sono io il Pilota

Probabilmente una passione che spinge Enrico a incendiarsi per un carrarmato. Probabilmente una proiezione di se stesso e questo dice tutto o quasi tutto sulla sua personalità. In ogni modo sempre bella la sua poetica e con valori proporzionati all’ampiezza del suo immaginario.

enrico tartagni

 

 

[Sotto lo straccio bagnato]

Bella questa “caramella” letteraria offerta dal magnifico Nino Muzzi che regala poemi di autori a noi sconosciuti ma di bravura incredibile.

Sascha Garzetti                  traduzione di Nino Muzzi

 

 

E il sonno scende

Una calma avvolgente che sposa il sonno. Una lirica in cui traspare la fragilità del momento e quella bellezza d’amore in cui i poeti nascondono la propria anima. Avvolgente, trascinante, penetrante e calmante questa superlativa lirica del superbo Nino Silenzi. Alcun rumore impedirà al sogno di sorgere, alcuna tempesta travolgerà la natura. C’è posto solo per sospiri e piccole azioni delle foglie che magnificano il sonno che scende. Bis e plausi. Stratosferica composizione.

 

Il silenzio avvolge

il desiderio di te,

il vento ha paura

di far rumore

e freme sospirando

alle foglie stanche

che si chiudono,

e il sonno scende

sui tuoi occhi.

 

Da La nostra storia

Nino Silenzi

 

 

Abbi cura del nome che deve attraversare l’aldilà.

Ciò che resta e ciò che siamo si perderà in qualche modo e il nome sarà privo di ciò che ha posseduto in vita. La brava autrice attinge nell’aldilà e rende probabili la perdita dei sogni.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro  

 

 

Lazzaro

Ermetico il risveglio del Lazzaro Poeta con finale dai toni eccelsi.

La vera poesia è una condizione perfetta in cui si trova la composizione e Felice compone con augusta vivacità di toni e immagini i suoi poemi.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Sogno mare

Un’inebriante rondò di chimere sul mare che danzano per il piacere del lettore. Un poema “onirico” come un defibrillatore ed è pura poesia, puro spettacolo con salsa di luci, carezze granulari sabbiose, tutto in un tornado sanguigno quanto incendiario – chiamato tramonto. Plausi – bis e una grande stretta di mano per l’onore che ho di leggere questo insostituibile Poeta. Vorrei invitare il lettore a godersi lentamente questi versi. Si ha la sensazione di sentire il sangue urlare e si percepisce una verità straziante e cruda, qualunque essa sia … finché umana, deflagra nel petto come una bomba.

 

 

Ed urlan forte

l'onde

ed è di sangue

che al tramonto

avvampa.

Piero Colonna Romano

 

 

La rugiada delle foglie

Attento osservatore che sviluppa una ipersensibilità e avversione al male. Poema che scava nella natura e trova risposte alla schiavitù umana. Una grande semplicità liberatoria. Un ottimo percorso che diventa sempre più profondo. Complimenti Alessio.

Alessio Romanini 

 

 

"Leggera leggera"

Nella culla della natura con l’anima foglia, pronto questo bravo poeta a rinascere ogni primavera. Un poema sulla resilienza più amabile.

4settembre23

Ben Tartamo

 

 

 Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

22, 23 e 24 settembre 2023

Poesie del giorno:

Flora Fazzari –Olanda-: Un sogno, il ricordo d’Olanda, che torna prepotente ed ispira questi bei versi a Flora.

Franco Fronzoli –Giocavamo sulla sponda di un lago-: Un delizioso, romantico ricordo riportato alla mente dalla bellezza di una compagna di giochi, in questi intensi e bei versi di Franco.

Carlo Festa –Cos’è la vita-: La vita declinata come fosse verbo è bella invenzione poetica.

Marino Giannuzzo –Angelo ha gli occhi tristi-: Magistralmente descritti gli stati d’animo di chi vede sfiorire la vita della compagna, fino ad un riprendersi che dona ultima, consolatoria speranza.

Marco Cabassi –In alto nel blu-: Il caos del vivere, bene narrato da significative immagini, portano a guardare al cielo, sperando che lassù possa esserci una pace qui negata, questo il messaggio poetico che Marco ci invia con questi intensi versi.

Giuseppe Stracuzzi –Il senso della giostra-: La giostra del tempo e delle stagioni, bene narrata dagli ispirati e significativi versi del grande Giuseppe.

Cristiano Berni –“Poesia per Francesco”-: Opportuna dedica ad uno dei più grandi cantautori poeti viventi (Francesco Guccini) alla quale mi associo convintamente, augurando che la sua voce ancora a lungo sovrasti la cacofonia di stampo fascista che oggi ci opprime. Complimenti, Cristiano.

Aurelio Zucchi –La firma al nostro insieme-: Un affrontare assieme le suggestioni del nuovo giorno (bella la similitudine con l’alba che nasce) in un romantico paesaggio marino, ben disegnato dai versi di Aurelio, mentre la città fa da pesante, negativo sfondo, in questa ispirata poesia del nostro amico, cui auguriamo ulteriori meritati successi.

Laura Lapietra –Conturbante opera-: Immagino che i versi siano stati ispirati  da una sorta di sindrome di Stendhal, davanti, appunto, ad una conturbante opera d’arte. Se poi l’arte c’entra poco, beh…cherche l’homme. Comunque complimenti a Laura per le forti immagini poetiche che compongono la composizione.

Enrico Tartagni –M47 sono io il Pilota-: La narrazione della guida di un carro armato (appunto M47) e le emozioni che genera ben proposta dal nostro Enrico cui non manca, certamente, “ferreo cuore”.

Nino Muzzi traduce S.  Garzetti-: Il racconto di una colazione su di un tavolo sull’erba, tra arbusti e merli, mentre scende la sera, in questa poesia di Garzetti che Nino traduce per noi.

Nino Silenzi –E il sonno scende-: Veloce ma intensa pennellata poetica, dal suono dell’epigramma, per disegnare, con grande maestria, l’inizio del sonno notturno, tra desiderio e timor di tempesta. Da applausi.

Maria Benedetta Cerro –Abbi cura del nome che deve attraversare l’aldilà.-: Versi dal tono decisamente pessimistico, che narrano di un dopo, dove cessano le illusioni ed i progetti, e di una inestinguibile sete.

Felice Serino –Lazzaro-: Un tocco d’alta poesia per narrare di una resurrezione, dal grande Felice

Alessio Romanini –La rugiada delle foglie-: Poetica similitudine tra rugiada e lacrime in questi versi che sono analisi del nostro vivere, schiavi la vita.

Jacqueline Miu –amori e tempeste-: Ed anche la nostra incomparabile Jac pare esercitarsi con l’epigramma. E ce ne regala uno degno di un poeta greco dove si disegna la natura notturna sul mare e dove i sogni navigano lontani “spinti da un amor ignoto tra piccoli fari e forti tempeste”. Applausi dovuti e dati.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

19-20-21 Settembre

19, 20 e 21 settembre 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Oltre stravolti cieli-: Un grido di dolore si alza contro le malefatte ecologiche dell’uomo. Quelle malefatte che rischiano di accelerare, ai giorni nostri, la fine della terra e dell’umanità.

Flora Fazzoli –Virginia…-: Commosso ricordo della grande scrittrice, reso con versi densi d’amore.

Franco Fronzoli –Non invecchierai mai perché fermerò il tempo-: Fermare il tempo per amore, dunque, detto con romantici  e forti versi densi d’amore e di bella poesia.

Carlo Festa –Nuova prospettiva-: Un po’  di Cartesio (cogito ergo sum) echeggia nei filosofici versi di  un tollerante Carlo, alla ricerca di una verità sfuggente e multiforme.

Marino Giannuzzo –Amici e conoscenti in processione-: Falsi amici, dunque, compagnoni se la tua sorte è positiva, freddini se cadi in disgrazia. Grande verità tradotta in versi dal nostro amico Marino.

Marco Cabassi –Sulla mia terra-: Una pessimistica visione del mondo (e di chi lo abita) in questi versi densi di suggestive immagini.

Maria Benedetta Cerro –A voce alta / o con un sussurro?-: Sempre complesso è interpretare questi scritti. Oggi vi trovo una considerazione realistica sulla morte, dove, accadendo, diverrà impossibile il parlare…facendo mancare il respiro.

Alessio Romanini –Il bene più prezioso-: Ed anche Alessio riflette sulla morte e sopra i suoi effetti, a dire del poeta, positivi. Le religioni narrano che il corpo è gabbia/prigione per l’anima, anima che sarà libera solo dopo la morte. Libera di fare che non è dato sapere.

Antonia Scaligine –Qualcuno mi chiese cos’è l’amore?-: Preziosa analisi sull’amore in questi bei versi di un ispirata Antonia.

Jacqueline Miu -Stelle sul mare-:  Un concentrato di bella ed ispirata poesia per descrivere un paesaggio marino dove navigar tra sogni. Applausi. Come sempre.

Sandra Greggio –Precipizio-: Catastrofica Sandra! Cancellati squilli di campane da fastidioso frinire e, al posto del caldo cuore, un blocco di ghiaccio. Che si può avere di peggio? Forza Sandra che tutto è per il meglio (come diceva Pangloss …)

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione e per il gradito commento alla mia “Dove siamo dove andiamo?”

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

15-16-17-18 Settembre

Muerte querida – compañera muerte

Disegni poetici bellissimi e anticonvenzionali. Molto, molto ermetici e densi come profumi d’autore.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro  

 

 

νὺξ μακρὴ καὶ χεῖμα, μέσην δ᾽ ἐπὶ Πλειάδα δύνει:

κἀγὼ πὰρ προθύροις νίσσομαι ὑόμενος,

τρωθεὶς τῆς δολίης κείνης πόθῳ: οὐ γὰρ ἔρωτα

Κύπρις, ἀνιηρὸν δ᾽ ἐκ πυρὸς ἧκε βέλος.

Asclepiade - Epigramma 5,189

 

Splendida in forma e traduzione questa rigenerata di Asclepiade. Gianpaolo Casarini ci invita alla classicità che offre l’amore secondo i propri canoni e non delle mode.

 

da un dardo di rosso fuoco infuocato

Asclepiade - Epigramma 5,189             traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini 

 

L'anima tendeva

Nina ferma il tempo e diventa una nuvola d’amore. Bellissimo poema in cui il romanticismo è pura tenerezza e offre persino una pausa dal tempo. Plausi.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Mille coriandoli...

Simili ai sogni colorati, i coriandoli nella loro breve ma gioiosa vita. Trasmette allegria e leggerezza questa piccola ma deliziosa lirica della poetessa Flora Fazzari.

Flora Fazzari

 

 

Mar Dell'oblio

Un gemito che non va in letargo e divampa nell’anima della poetessa. L’angoscia che anima l’anima di questa autrice è splendidamente descritta. Appassionante tumulto che come un’ondata potente scardina e assorbe la realtà del suo essere.

©Laura Lapietra

 

 

"Il Mare"

Il mare che delizia in rima baciata e che ispira a un quadro così blu da volere immergersi. Poema non solo descrittivo ma molto leggero che si dirama in atmosfere pittoriche su cui soffermarsi se fossero veramente dei quadri.

Cristiano Berni

 

 

[Inverno, da settimane troppo freddo]

Spesso la poetica tedesca moderna è molto descrittiva e pittoresca. Nino Muzzi sceglie una piccola gemma poetica. Sempre grati al suo encomiabile lavoro.

Sascha Garzetti             traduzione di Nino Muzzi

 

 

Quella luce nella mia solitudine

        La tanta passione che soccombe al dolore dell’abbandono. Splendida la chiusa.

 

di una notte

senza stelle

nel cielo

Franco Fronzoli

 

 

Amore ostacolato

L’amore non sempre ha facili ragioni d’esistenza e Carlo Festa ne parla, elencando gli ostacoli e i problemi cui soccombe.

Carlo Festa

 

 

Sfinge

Il Poeta dovrebbe essere una fenice e potere risorgere dalle proprie ceneri. L’oscurità che si avvale del potere di ingoiare l’immaginario umano  è la parte più inaccettabile della vita umana. L’ottimo Nino Silenzi è un architetto deciso a non fare crollare la propria opera (esistenza) è ben lontano dal lasciarsi andare e precipitare nel cono nero che annulla e cancella tutta una vita. Inaccettabile quanto orribile la fine eppure … su questo viale c’è quell’aura d’amore e di tenera luce che ancora ci fa da scudo.

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

Un giorno del 1942

La nascita è la rinascita ed è con questa vivacità poetica che Marino Giannuzzo si narra e ci narra con occhi puntati su una alba dell’anima in cui le emozioni sono parti della virtù di una terra sicula generosa di sentimenti.

Cutrofiano, 1965 (o 1966)

Marino Giannuzzo

 

 

I luoghi dell'anima

 

Ricordi come viali d’amore su cui passeggiare coi ricordi e qualche debolezza nel vedere avanti ma Enrico va oltre il male d’oggi, va a scavare dentro se stesso per la luce rimasta e per il coraggio di vivere. La linfa di saggezza se deve finire … finirà in bellezza. La chiusa è un monumento.

del vento dell'eterno sparire

E c'è un amen per ogni end

enrico tartagni

 

 

Cercando l’amore

Cerco l’amore ma l’odio mi circonda …

Di tutto il poema, ascolto e sento questa frase che da potenza all’intera lirica - e mi pare di vedere la realtà d’oggi con qualche sfumatura colorata ma sulle facce di moltissimi clown.

 

(Boccheggiano 24.09.2022 – 17:19)

Salvatore Armando Santoro

 

 

"E ancora canto"

Una melodia sotto un pioggia bambina in questo fotogramma romantico che diventa il viale della vita per un ispirato Ben Tartamo. I’m singing in the rain …

 

29 agosto 23

Ben Tartamo

 

 

Canzone per un lager

Persino la musica diventa orrore quando si tratta di prigionia e di morte. Le note del violino diventano oscuramente “ghiaccianti” e qualunque sia la canzone appena nata, essa vedrà solo la barbarie di un lager. Le metafore del Vate Piero Colonna Romano, porterebbero il velo della morte persino laddove il sole cerca pallido e piccino a cancellare l’orrore dagli occhi dei viventi. Certe immagini però restano in noi per tutta la vita a ricordare che l’uomo è il vero e unico diavolo che ha le armi e la volontà di fare male contro i propri simili.

 

Era pallido il sole,

e rimane il ricordo

di barbarie che resta

in straziante silenzio.

 

Un violino piangeva…

le sue note di ghiaccio

…ci congelano i cuori

…e smarriscon la mente.

Piero Colonna Romano

 

 

Chi si può salvare?

Armiamoci e combattete “dicono i generali”. La guerra non ha mai senso ed è questo pensiero che anima e costruisce la lirica di un appassionato Alessio Romanini. La guerra produce solo e unicamente dolore, non ci sono vinti ne vincitori. Bravo Alessio.

Alessio Romanini 

 

 

Speranza

Con una penna delicata, la poetessa Antonia Scaligine descrive la speranza e lo fa in modo che lasci nel lettore un’immagine estatica e armoniosa.

Antonia Scaligine

 

 

Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

15, 16, 17 e 18 settembre 2023

Poesie del giorno:

Maria Benedetta Cerro –Muerte querida – companera muerte-: Decisamente suggestiva questa serie di forti immagini, tutte metaforiche del sentire del poeta. Un giorno capirò…oggi mi limito a sottolineare la bravura pittorica dei versi di Maria Benedetta, ricordando che Ungaretti, della poesia di Mallarmè, disse che prima di capirla bisognava apprezzarne la musicalità.

G. G. Casarini propone Asclepiade-: Da applausi la considerazione sull’amore regalataci da Asclepiade  e sempre un grande grazie all’amico Giuseppe per queste deliziose “chicche” di grande poesia.

Felice Serino –L’anima tendeva-:  “mentre il tempo aveva una sosta” per l’incanto che dona la grazia di Nina. Bell’affresco di un romantico Felice.

Flora Fazzari -Mille coriandoli…-: Quel che rimane di un corteo di carnevale deliziosamente descritto da Flora.

Laura Lapietra –Mar Dell’oblio-:  Una tempesta dell’anima cui fa similitudine un tempestoso mare, molto ben narrato dalla bravissima Laura che pare dipingere, con bella maestria, la sua pena.

Cristiano Berni –“Il Mare”-:  L’incanto del mare, con le sue suggestioni, ispira Cristiano per queste rime baciate che danno alla poesia quasi ritmo di filastrocca.

Nino Muzzi traduce S. Garzetti-: “i versi… binario segreto” bellissima immagine per dire dove possono, i versi, portarci con la fantasia. Il resto mi pare piuttosto un banale raccontino di sensazioni, legate alle stagioni che cambiano. Comunque sempre grazie a Nino per queste sue proposte di sconosciuti poeti.

Franco Fronzoli –Quella luce nella mia solitudine-: Il ricordo di un amore perduto ispira questi versi, dalla forte intensità emotiva, di Franco, molto ben sottolineata dalla forte, amarissima chiusa.

Carlo Festa –Amore ostacolato-: Bene svolto il tema del titolo dai versi di Carlo.

Nino Silenzi –Sfinge-: Suggestive immagini, metaforiche di un’angosciante crisi esistenziale che rende amaro il vivere. Singolare questa intensa poesia di Nino che soltanto in chiusura rivela il suo amore per la natura e per il dolce amore della sua donna,  sicuri rimedi terapeutici al male di vivere.

Marino Giannuzzo –Un giorno del 1942-: Simpatico racconto di vita vissuta, certamente più vivace e accattivante  nella versione siciliana, del bravissimo Marino.     

Enrico Tartagni –I luoghi dell’anima-: Un turbinio di ricordi si accavallano pensandosi. Ed Enrico, chiude ogni ricordo con un così sia, accettandolo, nel bene e nel male. E’ sempre affascinante leggere il nostro amico

Sandra Greggio –Le persone innamorate-: Un soprannaturale amore, dunque, narrato con delicati e bei versi che Sandra dedica alla memoria dell’amata madre.

Alessio Romanini -.Chi si può salvare?-: Un grido d’accusa contro tutte le guerre, si alza forte dagli intensi versi di Alessio.

Antonia Scaligine –Speranza-: La speranza ci accompagna lungo la strada della vita, ci illumina, come alba che nasce al giorno, e pare spegnersi quando prevalgono idee negative. Studio sulla speranza, dunque, sono i bei versi della nostra ottima amica Antonia.

Jacqueline Miu –Il dissipatore di sogni-: “fumeremo tutte le stelle che potremmo arrotolare nella cartina dei sogni” Sarebbe sufficiente questa frase per definire l’alta poesia che ispira e realizza lo scrivere della grande Jac. Difficile non tornare all’inizio e rileggere questa narrazione che è vibrante richiesta d’amore intessuta di poesia e di suggestive affascinanti immagini, secondo l’ormai tradizione della nostra incomparabile amica. Applausi e richiesta di bis.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

12-13-14 Settembre

A colpi di versi / come una contesa

Metafore forti della brava Maria Benedetta Cerro, spesso tremendamente ermetiche con versi ricchi di trasformazioni narrative.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro  

 

   

φείδῃ παρθενίης: καὶ τί πλέον; οὐ γὰρ ἐς Ἅιδην

ἐλθοῦς1᾽ εὑρήσεις τὸν φιλέοντα, κόρη.

ἐν ζωοῖσι τὰ τερπνὰ τὰ Κύπριδος:; ἐν δ᾽ Ἀχέροντι

ὀστέα καὶ σποδιή, παρθένε, κεισόμεθα.

Asclepiade - Epigramma 5,85

 

Una nuova proposta e carica di vitalità - Asclepiade – traduzione del nostro Giuseppe Gianpaolo Casarini cui siamo grati.

 Epigramma 5,85             traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini 

 

 

Si concentra il dolore

La vittoria del dolore sull’amore perduto. Versi che traducono ciò che è stata una passione e poi è deflagrata in una pena indicibile.

 

Da "Poesie future", Puntoacapo editrice, 2020.

Carla Malerba

 

 

Quanto amore

Il premio dei premi che ha valore più dell’oro. Poesia che non cura la mente ma riflette come uno specchio, lo spirito di chi la legge. Complimenti sempre a Felice Serino.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

L'essenza di noi stessi...

Il bene fuori e il bene cui mira l’anima in questi delicati e bei versi di Flora Fazzari.

Flora Fazzari

 

 

Dondola il mare

Spiaggia e mare in questo matrimonio aquilone che rapisce il lettore. Versi leggeri e atmosfere senza tempo che alleggeriscono lo spirito di chi legge.

Marco Cabassi

 

 

Pensieri Erranti

Pensarsi diventa un multiforme essere che abbraccia la bellezza e con bravura questa poetessa esce dalla sua muta per concepire un canto che porta via dal reale.  

©Laura Lapietra

 

 

"Al tuo capezzale"

(Per Rita)

 

Una lirica commovente e carica d’affetto per questa donna che sta morendo. Angelica la scia che lei lascerà nella profondità del poeta. Doloroso l’ultimo saluto e col dolore ogni emozione per cui valga la pena vivere, esce fuori.

Cristiano Berni

 

 

La neve cade

Poema vinto per invincibili. Ultima firma per chi deve morire. Una delizia offerta dal nostro bravissimo talent scout Nino Muzzi.

 

Sascha Garzetti             traduzione di Nino Muzzi

 

 

Nella mia mente circola un groviglio

"sofisticato bouquet" di pensieri che gravitano a palpebre chiuse per poi dissolversi al mattino. Ben descritti questi cortei di proliferazioni del cogito che vanno per labirintiche vie del capo come se volesse costruire qualcosa ma ciò non sarà possibile, il Poeta deciderà di liberarsi di tale carico col risveglio del sole.

 

Franco Fronzoli

 

 

Un figlio di papà

(traduzione)

 

Amore, tradimento e liquidazione in questa testimonianza ben narrata da marino Giannuzzo. Alloggio al dogma e morale sottile.

 

Alcamo, 27.04.2020 ore 09,40.

Marino Giannuzzo

 

 

L'attimo fuggente

La poesia nasce come nasce la bellezza e questa squisita lirica della bravissima Sandra Greggio. Una floreale missiva all’etere a cui lasciare il segno del proprio passaggio.

 

1 Agosto 2023

Sandra Greggio

 

 

"impazzire di luna"

Poema romantico dal titolo delizioso. Una luce sempre accesa nonostante il tramonto del sole. Il cuore di ben Tartamo resta una torcia d’amore che non intende spegnersi, nemmeno in mezzo a elementi destinati a mutare.

 

 

Ed impazzire di luna per te.

 

27 agosto 23

Ben Tartamo

 

 

Dove siamo, dove andiamo?

Cantando sull’orlo di un buio universo, travolto, stravolto e insicuro mentre con la sua poesia continua a cercare il Poeta, quella ignota magia magica che macina e mai soccombe al silenzio.

Il Vate ci trasporta in un incanto oscuro ma non indiavolato. E’ un pioniero, un ricercatore, in questo poema Piero Colonna Romano è uno scienziato

 

 

Dubitare d'un dubbio dubbioso

che s'avvolge avvolgendosi al vuoto

non risolve né assolve domande

e tormenta e tormenta davvero.

 

Piero Colonna Romano

 

 

Protagonista di realtà

Il poeta che non interpreta la vita ma la vive. La consapevolezza di non possedere maschere e di non cercare una platea per atteggiarsi da attore. Con grande innocenza umana qui c’è l’uomo che si proclama libero dai fardelli dell’illusorio mondo delle farse.

Alessio Romanini 

 

 

Illusione

Ottima opera a quattro mani che invita il lettore a comparare quella vanità dello spirito spesso illusoria con il vero mordente nascosto dentro se stesso ovvero “l’amore”. I poeti ci rammentano che è proprio questo sentimento a vincere sui “mali assoluti”.

 

Poesia a due mani

9 sett 2023

Carmine De Masi e Fabio Petrilli.

 

 

Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nel Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

 

12, 13 e 14 settembre 2023

Poesie del giorno:

Maria Benedetta Cerro –A colpi di versi / come una contesa-: Suggestive e forti immagini, metafore di difficile interpretazione, ma che, ci provo, dicono dell’andar della vita, con la bella maestria di Maria Benedetta.

G. G. Casarini propone Asclepiade-: Versi che sono omaggio alla vita, resi da un pragmatico Asclepiade, ben tradotto dall’ottimo G. G. Casarini, cui invio un caro saluto ed un grazie.

Carla Malerba –Si concentra il dolore-: La forte pena per un illusione d’amore narra con magistrali versi ricchi di forti e belle immagini ben descrittive.

Felice Serino –Quanto amore-: Nel dopo, al dopo, può sopravvivere solo l’amore che si è dato. Questo il messaggio, condivisibile, che il grande Felice ci invia con questi suoi bei versi.

Flora Fazzari –L’essenza di noi stessi…-: Il dualismo tra il male che si può fare ed il bene che l’anima desidera narrato con questi versi della bravissima Flora.

Marco Cabassi –Dondola il mare-: Un delizioso acquerello per narrare un romantico paesaggio marino, con i bei versi di Marco.

Laura Lapietra –Pensieri Erranti-: Pensarsi, dunque, come immergersi in un sogno fatto di romantiche immagini suggestive. Pensarsi, come superare tempo e spazio, per entrare in una realtà altra. Pensarsi, “come piccola indigena/dispersa nel tempo”…”una cinerea fine/colorata di disincanto”. Applausi.

Cristiano Berni –“Al tuo capezzale”-: Un commovente saluto riconoscente ad una amica malata terminale, detto con intensi versi, densi d’amore.

Nino Muzzi traduce Sacha Garzetti-: Ed anche questa, con ben altro stile, è saluto a chi ci sta lasciando, ben tradotto dal nostro indefesso ricercatore di novità letterarie Nino.

Franco Fronzoli –Nella mia mente circola un groviglio-: Pensare e ripensarsi, mentre scende il sonno nella notte e tutto diventa “groviglio di pensieri” che si rincorrono e sovrappongono. Per svanire all’alba.

Marino Giannuzzo –Un figlio di papà-: Una storia di soldi, d’amore e di corna, sviluppatesi tra singolari norme giuridiche che privilegiano la …privacy, ben narrata dall’attento Marino.

Jacqueline Miu –“Eterno tesoro”-: Gotico a gogò in questo macabro scritto della nostra Jac. C’è di tutto, dal corvo che corveggia al pipistrello che si muta in vampiro. Classiche immagini, battezzate da Poe a suo tempo, si rincorrono magistralmente per deliziare il lettore, secondo, questo sempre, il più bello stile della nostra impagabile amica.

Sandra Greggio –L’attimo fuggente-: Gli attimi esaltanti che la vita ci regala, sono qui sintetizzati da romantiche immagini della fantasiosa, bravissima Sandra. C’è tanta poesia in quella goccia di rugiada posata sulle labbra. Brava Sandra!

Alessio Romanini –Protagonista di realtà-: Analisi dell’uomo con i suoi difetti dei quali è interprete, in questi versi del nostro Alessio.

Carmine De Masi e Fabio Petrilli –Illusione-: Mi pare ben riuscito questo esperimento di poesia a due mani dove il termine “Illusione” diviene tema (ben svolto) di un guardare alla vita, con le sue pene, ma dove è l’amore che la salva.

Un grazie di cuore all’amica Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Topante”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

9-10-11 Settembre

Sciamano

Redento e stoico questo cuore che avanza col suo desiderio immortale mentre l’uomo si priva delle galere e sfida col solo cuore  un destino avverso alla materia mortale.

enrico tartagni

 

 

Al di qua dei nuvoli

Soggetti che accudiscono in sordina, salvezza concessa in extremis e un poema molto ermetico su cui riflettere – con annotazione se ci fossero concesse. I poemi di Maria Cerro sono architetture quasi futuristiche che potrebbero essere apprezzate molto di più con qualche mappatura della gentile autrice.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro       

 

 

Meleagro-Epigramma5,163

 

Epigrammi amorosi e succulenti dalla densità atmosferica impenetrabile e col lustro di un pochetto di lussuria. Bravo il nostro Gianpaolo Casarini che ci regala leccornie sentimentali che limite hanno solo nell’immaginario del lettore.

 

               traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini 

 

 

Se vuoi ti cerco

Amore tra angoli piramidali, occhi stellati e tempus fugit ma non senza innamorati. Ispirata e romantica come un quadro di cui si ammira la generale e bella composizione.

 

Da "Poesie future", Puntoacapo editrice, 2020.

Carla Malerba

 

 

L'ultima parola

Il più caro degli uomini a Dio fu Giobbe -  La parabola di Giobbe, l'attenzione al valore degli anziani.

"Deus unus est, ed anche l'uomo deve riconoscersi uno nell'Uno, altrimenti tutto sarà male e dolore.

"solo la virtù giunta a compimento e vivente nell’anima, insieme con la saggezza, mostrano Dio: senza la vera virtù, Dio è un mero nome”.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Seppur con gli occhi.

Insaziabile e incontentabile compositore che fa ricerca nel proprio vocabolario per togliere la vanità all’amore pur di regalargli quella purezza (spesso cruda e crudele) di cui lui sa come dipingere.

Chiuse semplici ma sono come un bicchiere d’acqua dopo aver attraversato il deserto.

amore bruno [br1]

 

 

Elucubrazioni mentali...

Costruiti poetici su un fatto ordinario con testimoni innocenti e l’anima che in silenzio parla all’autrice. La semplicità offre poesia e perché no, qualche riflessione.

Flora Fazzari

 

 

Un'altra giornata di sole

05.09.2023 ore 09:30

 

Una poesia dedicata all’amato gatto che è venuto a mancare e l’autrice dipinge i momenti gioiosi rimasti nei ricordi.

Rosa Giusti De Ruggiero

 

 

Sogno all'alba

Altri cieli, altri mondi.

 

Bellezza sfolgorante questo titolo che trascina ad altri mondi, gli stessi di cui vorremmo essere i pirati o almeno ispirati.

Un soggiorno nella luce che Nino Silenzi dipinge affacciato in una realtà appartenente a una magica dimensione. Lirismo che ci trascina e comunica una pienezza cui tutti possono accedere. C’è mai pace per il tumulto dello spirito? L’armonia sposa una pace del cuore che divinamente si mostra all’uomo come un percorso illuminato e giustificato dal credo. Il sogno all’alba si protrae nel lettore che diventa contagiato o meglio contaminato da una magia poetica così vistosamente semplice e cosi magnificamente potente. Plausi e bis.

all'armonia dei sensi,

alla pace del cuore

in tumulto sempre.

 

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

Vorrei camminare tra le nuvole

Una notte magica in cui liberare lo spirito artistico. Franco Fronzoli non è un dilettante al contrario è un ottimo pittore dell’anima. Complimenti a questo poema che parla di jazz e di bambini, di nottate stellate che ben dipingono quell’armonia trascinante in cui qualunque sognatore vorrebbe trovarsi.

Franco Fronzoli

 

 

Speranza

Con un gioco di metafore, la brava scrittrice ci narra della speranza e della sua rinascita. Le avversioni sono solo un portale che attraversato porta al sollievo spirituale o a ciò che comunemente chiamiamo speranza.

 

30 luglio 2023

Sandra Greggio