NUOVA GIOSTRA DELLA SATIRA

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Sitani, prestate orecchio
Ordine del Re
Le sfide inviate dai Cavalieri e annunciate dagli araldi al popolo tutto non possono essere sostituite nemmeno in parte.


LA NUOVA GIOSTRA SATIRICA

Il Re Lorenzone, dopo aver ascoltato la Gran Dama Cristina e aver prestato orecchio agli eccelsi cavalieri Gus e Lucio Sergio, alias Antonio Fabi, a Ghino Burlacco e ad altri autorevoli cavalieri, ha convocato nella Sala del Giudizio i più alti rappresentanti del nostro nobile Regno.
L'amato e redivivo Banditore del Regno che "con colaggio e sagacia si ela finto molto pel salvale la pellaccia" ha vergato il bando che gli araldi reali annunceranno solennemente in ogni provincia del Reame e che qui viene riportato.


Ritratto donato dal magnanimo Ghino Burlacco

Il Castello reale

 

La Regina Zenonia con il Re nel giorno delle auguste nozze

Il Re Lorenzone il Magnifico da piccolo


 

Il Nostro amatissimo,
giustissimo,
altissimo,
ecc. ecc.


RE LORENZONE

indice

LA NUOVA GIOSTRA
-nullo interveniente odio-

STABILENDONE LE NUOVE NORME
-a chi è contrario si tagli la testa-

BASATE SULL'UGUAGLIANZA E LA GIUSTIZIA

"Chi non ha gran valor, non vada inanti,
che dove cerca onor, morte guadagna."
(Ludovico Ariosto)

Fu il vincer sempremai laudabil cosa,
vincasi o per fortuna o per ingegno:
gli è ver che la vittoria sanguinosa
spesso far suole il capitan men degno;
e quella eternamente è gloriosa,
e dei divini onori arriva al segno,
quando servando i suoi senza alcun danno,
si fa che gl'inimici in rotta vanno.
(Ludovico Ariosto)


Drisoletto, il Menestrello del Re,  invita le valorose Dame  e i nobili Cavalieri alla Nuova Giostra


Drisoletto

Cari amici Sitani
qui venite a far festa,
battete voi le mani
a chi alme compie gesta.
Tutti sono invitati
a giostrare senza odio
sia i buoni che i malnati
sotto questo alto podio.
E da Gus che mena forte,
sfidarlo è malasorte,
e da Fabi il terrore,
detto sterminatore,
a Yasuke il Giapponese
che quel dì non s'arrese,
a Spinelli e a Taraschi
nel pugnar molto maschi,
a Burlacco valente
dalla spada tagliente,
a Bottirol poeta,
del verso sommo esteta,
ad Amore, a Santoro
che ambiscono l'alloro,
a Gerardo pensoso
dall'animo orgoglioso,
a Schlinger l'urbinate
maestro di stoccate,
a Santhers, a Rosino
dallo sguardo felino,
a Renzo Montagnoli
noto fino ai due Poli,
a Calò ed a Notari
del dio Marte scolari,
a Bettozzi, il Trilussa,
che con la mazza bussa,
a Di Muzio ed a Pia,
a Dogliotti ed a Elia,
a Lama ed a Pepato
che giammai hanno piegato,
al Gabbiano, a Beretta
sulla testa l'elmo svetta,
a Vaccaro, a Pennelli
che in guerra fan sfracelli,
a Cisco ed a Lotito
son tutti ammessi al rito. →  →
  Non manchino le Dame
a far bello il certame.
Amazzoni guerriere
che sanno sostenere
battaglie assai cruente
col sorriso sfuggente.
Novelle Bradamante
dal sentire vibrante
non sorridono ai vili,
ma soltanto ai gentili.
Cristina, Aurelia ed Ida,
regine della sfida,
Irene, Livia, Glò
dei vili fan falò,
Anfra, Rosy, Alessandra
le più belle di Fiandra,
Coca, Ilaria, Cocami
atterrano gli infami,
Carla, Gianna e Francesca
hanno forza pazzesca,
Barbara e poi Marianna
armate vanno a nanna,
Isabel, Gilda, Lola
di valor sono scuola,
Tinti, Wilma e Roberta
hanno la fronte aperta,
Fata Morgana arcana
è arciera come Diana,
Tiziana poi e Liliana
lodate con peana.
Voi, le altre non nomate,
adirate non siate.
Siete belle, anche forti
amate dalle corti
d'ogni regno cortese
di questo bel paese
di nome Poetare
dove si può cantare
e financo scherzare,
cose altrove assai rare.
O Sitani, spargete
la voce anche ai foresti;
vengano, se hanno sete
di gloria, purché onesti.


Il Re fra le sue Dame





Quadro misterioso inviato da Ghino Burlacco

L'invito della Dama di picche
Ora che Re Lorenzo ha dato il via
le dame e i cavalier scendano in lizza
e partan dall’azzurra scuderia
le mordaci stoccate senza stizza

Squillar di trombe, s’apre il carosello
iniziano le sfide, acuti strali
colga la lingua armata di cervello
forbitamente uomini e animali

Giusto per ingannare un po’ l’attesa
di gussiana risposta a quel d’Urbino
dama di picche e scudi qui discesa
a dire pane al pane e vino al vino

muovo d’intorno circospetto sguardo
alla ricerca di scudiero attento
perchè non sia maligno troppo il dardo
e suggerisca tattica e cimento

accolgo dell’Amor la petizione
gli accordo anche il diritto di stoccata
di misura l’ardire e la passione
sarà qui degna cosa reputata…
Dama di picche

Il bando di Gus
Bando definitivo
Brandendo la muleta in cor furente,
Or si fa innanzi Gus che primo sfida
Chiunque di combatterlo si sente
(… Come toro il torero alla corrida).
Antea, però, chiariamo: alla disfida
Chi vuol partecipare formalmente
Dica il nome, il padrino e la sua … clava
Sapendo che per Gus basta l’ottava.

Ogni partecipante, in ogni gara
Massimo venti-venticinque versi
Potrà scagliar con la sua vena amara
Contro colui che nel tenzone avversi.
Ed i padrini con giustizia rara
Diranno i punti vinti e quelli persi
Con voti d’uno a dieci ed astinenti
Saranno i nominati dai ludenti.

Ser Fabio l’Urbinate, ed il Burlacco
Elfe Lektor, Amore e Crisbovina*
Sono già pronti a dare agli altri scacco
(O a finir malamente alla … berlina)
Ora Re Lorenzone prenda un sacco
Scriva i sei nomi sopra una schedina
E mescolando infin tragga le sorti
Per le tre prime gare fra quei forti.

(Se nel frattempo altri all’agon s’iscriva
Ben venga e segua questa procedura.
Non tema di finire alla deriva
O di subir per sé altra iattura
Se non quella d’andar via con la piva.
Ma se sarà il più forte alla sciagura
Manderà gli altri con Fabietto in testa
Al cui non è difficil far la festa).
* Traduzione domestica di Crisoelefantina
Gus

Il primo saluto di Antonio Fabi

Un primo saluto
è d'uopo, mentre varco questa soglia,
che raccomandi l'anima a Mefisto;
non la mia, ché non l'ho (e Dio non voglia),
ma di quanti, tapini, avranno visto
il mio stiletto che ogni vita spoglia.
Sono, in altre parole, un anticristo;
ma non per voi, Nobildonna di Picche:
per voi andrei a piedi in Ostericche.

Non lo sarò neppure per Ser Ghino,
che, finalmente, ne ha azzeccata una:
intendo l'etilometro. Il suo vino
gusterò, ché m'aiuta la fortuna;
senza tema vettura e motorino
c'è chi guida per me, né m'importuna:
è il bravo Gus, che ha fatto una conquista:
prima guidava i bus, ora è il mio autista.
Antonio Fabi


L'intervento di Fata Morgana


Fata Morgana

Apprendo dunque ora
che inizia la disfida
e dico: alla buon’ora!
Che dite Aurelia ed Ida?

Attente stiamo tutte
e saprem valutare
le gesta belle o brutte
di chi sta a gareggiare.

E’ nobil tal contesa
ed ogni dama ha in cuore
la fiamma sempre accesa
per il gran vincitore.

Io poi che sono Fata
potrei far la furbetta..
ma per questa giornata
non uso la bacchetta!
Fata Morgana


Ecco i due tremendi cavalieri della Giostra
Gustolfo e Metrozzo
(a detta di Ghino Burlacco che
li ha immortalati)



Di nuovo interviene la nobile Dama di picche
(State attenti Gus-lando e Rulliano!)

Eburnea fronte e d’oro i bei capelli
immacolata pelle e saldo petto
ed azzurrini gli occhi grandi e belli
tale vorrebbe giovanile aspetto

a trapassar lo specchio ecco d’incanto
svanir l'età, per scendere sul campo
un’amazzone adusa al controcanto
la chioma al vento, lesta come un lampo

dorato l’elmo inciso nell’ avorio
d’ Atena sotto l’egida protetta
è certa di vittoria e faldistorio
per l’arte sua di punta e di saetta

Gus-lando sonator di monocordo
e tu Rulliano principe d’Urbino
attenti siate, chè nel disaccordo
si batterà con metro e bilancino.

che sia l’Amore a offrire qualche trama
accetterà la sfida lancia in resta
benché sia grato all’agguerrita dama
un po’ di garbo da chi la molesta.
Dama di picche

Il secondo saluto di Antonio Fabi
Secondo saluto
(Attendendo la promulgazione del codice)

Un nuovo bando ha scritto il Gusgussita.
Continui pure, se così gli piace;
incosciente od audace?
La sua materia è sempre roba trita;
ma meglio non riesce:
fine è ben più d'un avariato pesce.
Antonio Fabi
 

Di nuovo la Gran Dama di picche
(
o Sitani prestate orecchio!)

Alla corte del Sire Lorenzone
un gran fermento corre fra i Sitani
hanno già dato inizio alla tenzone
per battersi con stili a piene mani

di stilettate è lecito ferire
purchè lo stile sia sempre appropriato
acuto sì, quel tanto da infierire
di vocaboli e metrica affilato…

Nel maniero fatal l’ ora s’appressa,
svettano penne sull’azzurro piano
principi e cortigiani fanno ressa
novelli eroi con spirito feniano…

Dame a contorno di cotanta sfida
nessuno vide mai fuorché Siviglia
nella fremente arena alla corrida
sventolar di ventaglio e di mantiglia

Vinca chi sa tenere alta la fronte
chi la viltà mai frequentare suole
e s’abbevera solo all’alma fonte
recando in faccia la beltà del sole…

Al vincitore sia suprema lode
e premio ambito delle dame il core
l’ onore più di quello che già gode
riconfermato con novello ardore.

Ma tra regole e norme un po’ di fiacca
s’ infiltra nella corte ch’è in attesa
a munire di bolli e ceralacca
c’è rischio di sguarnire la contesa…
Dama di picche
 

Arriva dalla foresta incantata Elfe Lektor

Elfe Lektor

All’Angelo che dice cose giuste
al fianco del suo spirito ribelle
con il mio stilo, le dovute fruste
adoprerem per principi e donzelle

e insieme all’almo core di Taraschi
speriamo che sia lieve questa pugna
perché sennò non basteranno fiaschi
né damigiane ad affilarci l’ugna…
Elfe Lektor 

 

Ghino Burlacco approva e
consiglia Taraschi


Ghino

Bravo il mio Taraschi
astuto più di Ghino
tra damigiane e fiaschi
si scola del buon vino
a Bacco il puttaniere
far piacer nomarti
suo Grande Vinattiere
mi raccomando parti
non prendere la ciucca
la Giostra amico è dura:
attento… sale in zucca!
Ghino Burlacco


Ghino rimprovera Taraschi

Tirar fuori lo moschetto
ora vedo il Taraschetto
e lo tira niente fus
e ben dritto mira Gus.
Sei sicuro bel Trinchetto
cacciator assai provetto
che sui monti d' Elicona
ci sia vino o acqua bona?
Alle fonti delle Muse
non è bene dire scuse
come dicon l' esegeti
là c'è l' acqua de' poeti
che tu scambi per vinello
Attenzione mio Tarasco
nella Giostra sono guai
c'è il caso che il fiasco
non lo bevi.. ma lo fai!
Ghino Burlacco
 

Attacco di Gus a Taraschi
(
Era ora che si cominciasse!)



Gus

Quis fuit horrendas primus qui protilit enses?
"Armiamoci e partite
che il succo amo di vite
starò fra coppe e fiaschi
di nome fo Taraschi
".
Chi non accetta sfide
e i pugnanti deride
oltre che un ubriacone
è italico fellone.
Gus
 

Nuovo attacco di Gus

All'inerme
Tarraschino su calami lapsùs*
la polemica continua con il Gus,
da vile posizione non demorde
anche quando costretto alle sue corde.
Dell'italica razza si compiace
sventolado bandiere della pace
pronto ad accoglier sia Franza che Spagna
mentre vuota il bicchiere e mentre magna.
Gus
* Quis fuit horrendas qui protulit enses?

 

Salve, sono Maso Ficcanaso

Salve, sono Maso Ficcanaso, araldo personale di Ghino Burlacco  Ho ricevuto  dallo Signore mio, Gran Cavaliere dell’ Ordine della Penna  d’ Oca,  lo nobilissimo incarico  di diffondere nel suo contado,  le nobile gesta e la carriera dei valenti cavalieri e delle nobili dame che prendono parte alla Giostra Interretem sull’ Ars Poetandi et  Componendi indetta dal Gran Sire Lorenzone, la cui fama eguaglia e supera perfino quella del mitico Prete Gianni luminoso re del lontano oriente. 

Udite! Udite!!!!

Nunzio Vobis Gaudio Magnum, anche perché ho appena magnato al gran desco reale del Re Lorenzone, dove si magna bene serviti e riveriti.
E’ appena iniziata la gran Giostra aperta dall’ Archi-metro-polita d’ Urbino Antenagora I , per gli amici Metrozzo a cui ha appena risposto con codici e codicilli e altri cavilli GusGus Gustolfo. Subito s’è inserita la Dama di Picche ovverosia  la Piccarda, dalla serena terra di Piccardia a stemperare e lenire le prime nerbate.
Nel frattempo s’è fatto avanti un ignoto ma valente chavaliero, tal Miguel Angel de Tarrascona che ha subito voluto tastare il polso a GusGus. Dicono che gli piaccia il vino, in specie il Brunello di Montalcino. Speriamo che da cavaliere non finisca a far il fantino

Servus!

alla prossima puntata….
Maso Ficcanaso vi saluta e vi consegna anche i serenissimi saluti di Ghino Burlacco.      



Appello ai Cavalieri e alle Dame
 (La Dama di picche)

A Maso Ficcanaso il benvenuto
gradito quanto quello di Burlacco
rivolgo lo speciale mio saluto
ed al padrone suo Ghino di Tacco.

Affascinanti cavalieri in sella
che sia di metro oppure d’assonanza
vogliate tutti per ciascuna ancella
cantare e dedicare una romanza

e al Magnifico Sire, al gran Rulliano,
a Guslando, al Tarasco, al Bottirolo
e a tutti quelli che dal monte al piano
messer Bettozzo, intrepido Santoro

e Montagnol di Rienzo e …poi di getto
chiedo di dar man forte al femminile
battiamoci di stilo e di fioretto
Tintilla, col suo fascino sottile

Aureliana di nobili spettanze
Livia de’ Corradin, dama Liliana
Alessandrina delle concordanze
Cocoletizia grande castellana

e tutte quante ardite mie sorelle
seppure non ho fatto il vostro nome
affiancatemi al meglio chè di belle
ne canteremo in crome e semicrome…
Dama di picche


Terzo saluto salato di Antonio Fabi

Ovvero:
"oltre che un ubriacone"
e
"la polemica continua con il Gus"

Non male la proposta tua, Taraschi.
Se non gradisci vaticini foschi,
e non ti garba indossare elmi e caschi,
guardati bene da individui loschi.
Invitami a brindare in Tarascona;
lo ribadisco:è un'idea molto buona.
Per scrupolo, verrò col mio chauffeur,
già spadaccino e suonato boxeur.

Egli ostenta grandeur;
avanza con insulti truculenti,
ma, come sempre, sbaglia versi e accenti.

Signori, state attenti:
negli ultimi due pezzi per la giostra
tutta la sua pochezza mette in mostra;

e, per certezza vostra,
guardate come storpia il settenario:
settimo verso, che orrendo calvario!

Gli ho comprato un breviario
che lo distragga, impedendo altri scempi:
potrei fare tantissimi altri esempi.

Ma, in questi atroci tempi,
Vi voglio risparmiare altre indecenze:
in giudicato abbiamo più sentenze.

Se alle Loro Eccellenze
sembran d'uopo, però, nuove conferme,
"offro" il secondo verso dell' "Inerme".
Antonio Fabi


Un invito
(D'après C. M. von Weber)

Donne ed Elfi, vi rispetto:
siete affabili e cortesi
vi ho già letti con diletto.
Vorrei che restaste illesi …
Risparmiate le "ugna" e il "core",
per favore.

Sono attrezzi sorpassati
anche per chi scrive in metrica:
meglio distici baciati,
o una strofa più scheletrica,
non in stile ottocentesco,
ma più fresco.

Per due giorni sarò assente;
non prevedo tradimenti.
Se c'è qualche delinquente
che abbia in mente tali intenti
rischia tanto, non son balle:
testa e palle.
Antonio Fabi
 

Rispunta Elfe Lektor

Allora, nobildonne, che aspettate
a scendere nel campo e farvi onore?
Pensate forse che non meritiate
oltre l’alloro della fama Amore?
Che si defili pure, e chiuso l’uscio
senz’anco salutare il vil marrano
rimanga pur serrato nel suo guscio
la dama non s’adonti e passi mano.

Donzelle tutte, e donne blasonate
siate di mente e cuore assai fornite
lasciate andare chi v’ha disdegnate
e battetevi franche per la Vite
quella che rende poi tutto il suo succo
in sublime elisir di belle annate
e da Ghino e Tarasco senza trucco
gioiosamente scelte e tracannate

Bevete alla salute degli assenti
alla vittoria delle castellane
perché saranno sempre lor vincenti
le damigelle oppur…le damigiane.
Elfe Lektor


Giostra: richiesta di partecipazione


Johannes Pepinus De Aqua

Faccio formale richiesta che nel Gran Consiglio dei Giurati della Giostra indetta da Sua Maestà Serenissima Re Lorenzone della sempreverde Terra di Tramontana, e a tutti gli altissimi dignitari della sua nobilissima corte che venga cooptato di diritto nella sua veste di illustrissimo uomo di Lettere di chiarissima fama, sua Eccellenza Iohannes Pepinus De Aqua.
Ghino Burlacco
 

L'invito della Dama Aurelia

Proviamo a sostener la Dama di picche
Il mio cuore di Dama
seguir vuole
Fata Morgana
lei manda un segno
ella mi chiama
in terra di regno.
Vogliamo sostener
di picche la dama
che veste a palandrana
e ruota, con tattica la giostra
ardendo di passion
per la stoccata
all'astio di scudiero
che vuol esser
di maligno-fiero.

Orsù, Dama di picche
affila le parole
e scocca le tue armi!
Aurelia Tieghi
 

Risposta della Dama di picche alla dama Aurelia

La nobile Aureliana
ringrazio pel sostegno
da nobil Castellana
ha preso già l’impegno
vedremo nuove cose
dame sorelle spose
rimate a volontà

Suonate le campane
che muovono all’attacco
gioiose e durlindane
ai cavalier lo smacco
le dame son partite
in sella ed agguerrite
e chi vivrà vedrà
Dama di picche
 

La Dama di picche al Cavaliere Antonio Fabi

Messere l’Urbinate
al distico voi date
valore ed importanza
non faccio rimostranza
e colgo l’occasione
d’andare anche a lezione
per farvi accontentar…

Antiloco ne scrisse
pare che s’accanisse
contro i corrotti viri
autori di raggiri
ma a nulla ciòè bastato
d’allor nulla è cambiato
e ancora noi speriam…

Questo per dire in breve
e rimanere lieve
che per la dama è dura:
l’esigua sua cultura
non le permette il gioco
che solo per un poco
e poi capitolar…

madonna sol d’istinto
ha il calamo suo intinto
se buono è il risultato
lo deve solo al fato
avere nel cervello
canzone e ritornello
e quindi poetar.

Messer, voi lo sapete
e quindi le darete
come già nel passato
il merito e l’afflato:
lei gusta la tenzone
non se ne sta al verone
silente a ricamar…
Dama di picche
 


Carissimi Sitani….Sono Barnaga il Mago della Saga…


Mago Barnaga

In questo tempo di Giostra vengo contattato da molte damigelle nonché affascinanti dame che vorrebbero sapere conoscere cose di cuore su tanti cavalieri in lizza nella quintana.
Alcune mi chiedono in modo spudorato filtri d' amore per legare a se il cavaliere dei loro sogni.
Chissà perché…ma il più gettonato è proprio quel rubacuori di Ghino…dallo sguardo assassino….tutte le dame e le damigelle sono disposte a pagarmi fior di Patacche Laureziane d' oro ( n.d.r. moneta circolante nel vasto reame di Re Lorenzone ), per un filtri d' amore… con il quale sperano di accalappiare Messer Ghino….
Ma quel discolaccio…chissà perché…pare cedere al fascino della donzella…poi però da grande farfallone…
l' abbandona e vola verso un nuovo fiore….
Dispongo inoltre di un vasto repertorio di formule magiche propiziatorie, nonché jellatorie ad uso di di sfidanti, di cavalieri che prendono parte a duelli, tornei, giostre, quintane….
Non ci credete???…..provatemi e vedrete……………
Non lo faccio per vantarmi….se vi confesso che sono riuscito per un duellante tal Miguel Angel di Tarascona
a trasformare una damigiana d'aceto…in 50 bottiglie di buon Chianti Gallo Nero…( perfino con l' etichetta….).
Un altro….un certo arabo CusCus…pardon GusGus…mi ha chiesto una formula per battere in torneo…un certo insuperabile sbruffoncello soprannominato Metrozzo…( n.d.r.che strano nome di battaglia ..)
Chiudo con una formula magica propiziatoria per tutti della Giostra e per invocare divini omaggi per il nostro amato Re Lorenzone
                                                                 "Occhio, malocchio…sale e finocchio….."
                                                                   Vi saluto tutti….sennò m'impapocchio….
                                                                                 Mago Barnaga
 

Ecco la vera immagine del Mago Barnaga



 

Arriva il samurai errante

Alla giostra, solo un pò
Samurai disoccupato
da guerre riappaciate
di meri segni ornato
poche rime baciate
d’aglio mozzafiato
raccolte per strade visitate
da lordar codesto nobilato.

Ma guardo preoccupato
Incimierati con armi affilate
Della platea del vassallato
Far scudo a belle monne velate.

Dico lor fuor le casidette signore
Qui tremano petti e ginocchia
Ci si batte con paura e onore
E qualcuno si sconocchia.

Non saran buone novelle
Racconti fiabe cantilene
Paratevi dunque son palle
Di cannone e conviene.
Bruno Amore
(samurai errante)
 

La gioia di fata Morgana

Questa giostra m’intriga, mi entusiasma
manca solo la vista di un fantasma
i cavalier son già tutti bardati
sul viso gli elmi sono già calati
si fanno ora le prove generali
e volan le bordate con gli strali
la gran dama di picche è una presenza
di cui la giostra non può fare senza
e invita ancor le dame titubanti
con il lor verseggiar a farsi avanti
nell’aria c’è un chè di frizzantino
qualcuno porta anche del buon vino
intanto io me ne sto sulla loggetta
e aspetto tutti quanti senza fretta.
Fata Morgana
 

Elfe Lektor risponde al Mago Barnaga

Al Mago Barnaga
Mago sagace, hai fatto proprio bene
a farti la reclame nel contesto
vedrai che certamente ti conviene
offrire filtri invece che anapesto
chè le dame non han troppo bisogno
d’amuleti e fatture…a lor vittoria
può già bastare un fiore di cotogno
e conservare il posto nella storia…
Però siccome il tuo è parlar gentile
castellane e donzelle accorreranno
per bere il vino tuo, poi con lo stile
la tenzone con grinta affronteranno…
Qui, nel mondo di varia faeria
si fa tifo per dame e cavalieri
e tutti quei che fanno poesia
monarchi, araldi, dominae, scudieri
avranno elogi e polvere fatata
per rendere la rima ancor più sciolta
e dell’azzurra arena la parata
si faccia una magnifica raccolta
così che possan tutti valorosi
sortire dall’agone a capo eretto
perché di versi belli e decorosi
già ne gustiam nel coro e nel duetto…
Elfe Lektor


Il Mago Barnaga con Elfe lektor



 

La Dama Aureliana risponde a Maso Ficcanaso
e si schiera con Taraschi


Tarasco e la Dama Aureliana

Scettico caro araldo
Maso Ficcanaso!
Su Bacco di Tarascona
non devi metter naso!
Scusommi
ma devon suonare
questi versi!

Io Aureliana
semplice donna e dama
mossa da lieta fama
impavida di core
in mente sana
schiero il mio sigillo
col vinaiol
dall'alma forte
e allora chi vorrà
può dar manforte.

Col nettare dei fiaschi
in lingua biforcuta
possentemente
aprirem le porte
per avanzare di toccata
sull'altrui fronte!
Aurelia Tieghi
 

Il Grande cavaliere Antonio Fabi colpisce con la mazza

Salus infirmorum
(Cinque " pièces pour clavecin ", con animo gentile)

I
Sonetto

Mentre, maghi, manuali, calepini
consulta Gusemberg, noto copista,
(oggi a voi noto come il mio "Battista"),
per rabberciare i suoi versi anodìni

lo promuovo, pur se anticomunista:
farà le pulizie e servizi affini.
Nuovi inviti non è che li declini,
però troppi innocenti vedo in lista.

Il metro è come il letto di Procuste:
per chi d'orecchio è duro e non intende,
le stanze, benché enormi, sono anguste.

Chi un mediocre prodotto inventa e vende,
è stritolato da mani robuste,
se non fa in tempo a togliere le tende.

Chi i suoi guantoni appende
(oggi la boxe è anche femminile)
è certamente saggio e non è vile.


II
Ottonari "giustiani" e Settenari "pseudomanzoniani"

A)

Quanto a Voi, donna di Spade,
Vi confermo la mia stima:
lo stil vostro giammai cade,
è gradevole la rima
Certo, ho scritto un bel commento,
né mi pento.

B)

Eran parole morbide,
senza maligno effetto,
senza intenzioni torbide,
ma solo per affetto:
avete basi solide
e andate come un bolide.


III
Senari doppi realmente manzoniani

Ed ora Manzoni mi dice: "Perbacco!
mi avete battuto nell'uso dei cori:
a fronte dei vostri, mi sento un po' fiacco;
vi chiamo in Parnàso con tutti gli onori.
Vi pago il biglietto, venite quassù".

"Illustre Alessandro, che nobile gesto!
Ringrazio di cuore, ma sono occupato;
in più, a dire il vero, mi sembra ancor presto:
non son giovincello, ma neanche spacciato.
Intanto propongo di darci del tu".


IV
Strambotto

Mago saggio, che fai, porca maghella?
Scrivi un testo brillante e spiritoso,
ma chiudi con un "distico" penoso,
ben più tremendo d'ogni atroce iella.
Se permetti, gli do una sistemata;
tu dammi una pozione avvelenata.
"Occhio, malocchio più sale e finocchio….."
Saluto tutti… sennò m'impapocchio…


V
Epigramma

Amerei Bruno di fraterno amore
se suonasse un violino senza corde,
ma risparmiandoci il tremendo orrore
dei suoi libelli. Chi non è concorde?
Credo che, in fondo, non vi sia nessuno;
lo ammetterà pure l'onesto Bruno.
Antonio Fabi
 

Hostaria del Gatto Mammone di certo Anonimo



Anonimo

Siamo all' Hostaria del Gatto Mammone, famosissima Hostaria, una delle poche a vantare cinque forchette d' eccellenza in tutto il reame di Re Lorenzone.
E' il ritrovo di mangioni, di beoni, di biscazzieri, di donnine allegre, regno del Cuoco Landucci, che schiaccia i pidocchi col mestolo eppoi ci fa lo spezzatino.
Guarda un po' chi c'è al tavolo d'onore? Toh,… il Taraschino….con un fiascone di vino….tutto abbraccicato alla sua bella Aureliana…donna di famiglia…di sana reputazione..ben accostumata… che s'è presa una sbandata….per questo tipaccio dalla vita sregolata.., sciupafemmine dichiarato.. che gli piace alzare il gomitino…..
Al tavolo sotto l' archetto…vedo anche mago Barnaga con il suo cappellone nero a punta con la stella d'argento…che sta animosamente discutendo con un Elfo…uno strano tipetto..che pare abbia abbandonato…l' incontaminato regno della Foresta Incantata…perché vuole fare il Lektor… insieme a esserini poco raccomandabili che frequentano ambienti stramondani. Pare che non gli sia piaciuta qualche parola di troppo…spesa da Barnaga per quel rubacuori di Ghinaccio…. d'accordo…d'accordo….ma il regolamento della Giostra…redatto dal Gran Ciambellano di corte…non lo vieta….ergo …ragion per cui….vige la regola del silenzio assenso…anche amico Elfo non sei propenso….
Oh…mentre tutti si stanno satollando con le buone trippe del cuoco Landucci…ecco arriva anche Ghino…
Gli si legge in faccia un pessimo umore…. ma qualcuno gli grida: - Oh Ghino!…ora stai lustro..è arrivato anche il samurai errante…Bruno Amore….
E lui - subito sbottando - amore….una s…, pardon.. volevo dire una saga….. una saga così non s'era mai vista!!!
L'Anonimo ( mica tanto )
 

 

E si annunci al Tuttotondo Fabius de Fabi
 questa in verità garbata missiva.


Brunaccio da Viareggio

Teoria dell’estremo praticante
Si lo so! Io son prosaico.
Inuzzola gaiezza giocar
con verbi grassi e grasse rime
rincorrer di vernacoli le mode
dei motti, detti, solidi dialetti
voci di gleba a bassa lega stretti.

Che la verità sì detta, ripa non trova
poiché nessun che abbia sale in testa
vorrà l’ira, ancorché giusta, esternar
all’accusa peggior che molto rode, ma
gli altri di risa godono e nulla cale.

La lirica più specchia e si rispecchia
ammanta di bontà la sua maniera
rende aggraziate nane favole e concetti
maschera, realtà minime banali
per miti grandi, in bella forma detti.

Poiché la psiche nel cerebro ripara
del mistero, del vero e intelligenza sede
non nell’intestino o nella forma, sciala
voglio testar che nulla è più eloquente
del frutto d’ogni dì, che ‘l praticante
mastica, in questa vita laida, snervante
Bruno Amore,
ovvero Brunaccio da Viareggio,
ovvero il samurai errante


Proposta al femminile alla dama Fata

Gioiosa dama Morgana
insieme a Madonna di picche
sai rimar meglio d'una quintana!

Io farò fagotto
quando un cavalier pezzente
mi darà il botto.

Or qui resto nella casta
perchè di dame non è vasta!

Una proposta li per li ti faccio:
si può spulciar
dal fantastico tuo regno
-femminil fantasmagorica fantasma-
pel sostegno
ella invisibil aiuterà
nella tattica d'impegno.
Aurelia Tieghi
 

Elfe Lektor al Mago Barnaga

O mago Barnaghino
conosci certo il vino
ma non conosci bene
la lode che t’attiene

Elfe ha voluto dire
ch’è inutile stupire
di filtri e di fatture
le amate creature

che voi nobili umani
senz’ essere sciamani
potete conquistare
e farvi quindi amare

e che le damigelle
leggiadre come stelle
vi ameranno comunque
se le portate al dunque

a loro basta un fiore
per ricambiar d’amore
per esse la magia
è un verso di poesia…

per voi sono carezze
abbracci e tenerezze
per gli elfi c’è soltanto
l’onor del controcanto…
Elfe Lektor


A Bruno illustrissimo di Antonio Fabi

Compagni, avanti il gran partito …
Bruno illustrissimo, non t'adombrare:
non ho inteso bollarti in nessun modo,
dicendo che ti manca un po' di pratica.

Non sono aduso a maniera volgare
e, lealmente, ciò che vale lodo,
senza assumere posa cattedratica.

Ciò che scrivi pregevole mi pare:
mi limito a tagliare qualche nodo,
ché, per l'epigrammista,è di prammatica.

Per contro, non mi sembra lineare
il tuo recente esplicativo approdo,
ch'è una forzata verità assiomatica.

Se ho letto bene, tu vuoi dimostrare
che la forma è soltanto un colabrodo:
puro esercizio, fredda matematica.

Idea poco simpatica,
se la si accosta a rime e voci "basse",
quasi ostentando un orgoglio classe.

Tuonino le grancasse!
E, insieme ad esse, si senta l'orchestra,
diretta da illustrissima maestra.

È nella sua palestra,
studiando forme, canoni e sostanza
che l'arte col pensiero si fidanza.
Antonio Fabi


A Dama Aureliana da Fata Morgana

Dama Aureliana tanti complimenti
ti leggo volentieri in questa corte
che a tutti spalanca le sue porte
affinché i versi scorrano fluenti.

Anche Anfra è baciata dalla sorte
essendo fra i poeti promettenti
che rimano con quelli emergenti
dentro la giostra ormai sempre più forte.

In questi giorni non farò commenti
ma sappiate che non vi lascio soli
per me voi siete sempre dei portenti.

Mi basta poi che un certo Bottiroli
un metronomo ricco di talenti
non stronchi sul nascere i miei voli.

A risentirci miei prodi rimatori
ora torno nel mio regno incantato
e vi ringrazio di avermi sopportato.
Fata Morgana


Risposta di Anonimo mica tanto a Taraschi

Annebbiato cicisbeo di gran Tarasco
io mi metto quando voglio il casco
difficile sarà la tua fuga col malloppo
non ti consiglio d' allagarti troppo

Come ti permetti fare queste briglie
ubriacone marcio e scolabottiglie?
a doppia mandata chiuditi in cantina
che un satanasso ti porti alla ruina

Chiuditi dentro una botte o un bottone
finchè non t'esce il vino dal groppone
e quando ti troverò duro e schiattato
coprirò il tuo volto avvinazzato.

Ti rispondo stavolta per educazione
ma di certo non cambierò opinione
ti lascerò fare la fine o gran beone
della cicala che schiatta al solleone
L' anonimo mica tanto
 

Ciao a tutti belli…, son Bibò il buffone co.co.cò


Bibò

Sono Bibò..il buffone di corte di Re Lorenzone, con contratto partime di tipo co.co.cò. Purtroppo il mondo è cambiato anche per noi buffoni. Non esistono più le corti d'una volta dove ti sistemavi per tutta la vita. Ora sei costretto a lavorare un po' di qua e un po di là, senza avere più la sicurezza del lavoro, non puoi costruirti un futuro, e nemmeno una pensione. Immagino già, quando avrò una certa età…che voglio avrò di stare a scherzà…e chissà quanto dovrò sbuffà…
Comunque visto come gira il mondo…non mi lamento….ho la fortuna di essere alle dipendenze della Casa Reale, sebbene abbia un contratto da rococò… ma Re Lorenzone, grande re, grande mecenate…mente illuminata..spero mi rinnovi il contratto e mi tenga alla sua corte il più a lungo possibile…perchéè un sovrano molto saggio e giusto ed un grande poeta e letterato.
Certo è che anche la Casa Reale, in questi tempi di economia globale deve tagliare molto sulle spese di servitù, di divertimento e il buffonaggio e il primo a cadere sotto la mannaia del camerlengo, che deve far quadrare i conti.
Re Lorenzone è stato chiaro con lui: non vuole che la Biccherna imponga altre gabelle e balzelli…che il popolino non ce la fa più. Inoltre c'è da considerare che ultimamente il povero Re si è quasi dissanguato per le spese sostenute ad organizzare la Nuova Giostra, fra premi, onorari da pagare a tutte le Dame e i Cavalieri .
Pensate che per l' ingaggio di Metrozzo si vocifera che abbia speso una fortuna…una milionata di Patacche Laurenziane (ndr moneta circolante in tutto il regno di S.A.R Re Lorenzone ),
per Gusgus ..non si sa bene..ma si vocifera altrettanto..e altrettanto per la dama di Picche…detta la Piccarda..
eppoi si dice che Ghino…sia il solo che non ha chiesto denari….ma il diritto di manomorta sui beni ecclesiastici su tutto il suo feudo in Valdichiana, e il diritto di fare il cascamorto…con le più belle dame e damigelle del reame. Le damigiane, invece visto che è di gran cuore le lascia tutte al Tarascotto.
Prima di chiudere porto un' ambasciata di Mago Barnaga per quel tenerone dell' Elfo: gli manda a dire che non è più arrabbiato con lui e che il malinteso è tutto chiarito e si scusa ancora e gli invia i suoi saluti e gli rinnova tutta la sua stima.

Ciao a tutti son Bibò
vi saluto e me ne vò!

( p.s.: Oh Tonio , se non torna, dagli pure un' aggiustata! )


Ecco giunge Pfefferliebe, il giullare


Pfefferliebe

Dallo spazioso nulla
Tonf-bbbum-oopss-bang...!!!
OpperMerlino
e per tutta la sua gang!
Arrivo da lontano
ad osservar gesta di contese
d'amor cortese
non è invano
il mio viaggio dal domani.

Son Trùfolo senza spada,
un giullare senza campanelli,
mi presento su una strada
infierendo privo di ritornelli.

Un pò quà, un pò là
senza sembianze astute
e così- quì- voilà
con presenza minuta.

L'animo mio, chissà, giovane inesperto
ma quando si è maghi del tempo
non s'inciampa in nessun deserto-
e faccio presto, via. in un lampo.

Altro non dico, solo...
il futuro è vicino, anche il passato
io, Trùfolo, qui su codesto suolo
(ancor con l'unica freccia di Cupìdo amico mio)
sarò con gli occhi aperti, affamato
di veder lotte anche clandestine
per veder ricambiato
un bacio dalle piccole donzelline...

Ordunque scusate il ritardo
di questo mio arrivo molesto
ma Merlino mi spinse come un petardo
a salutar con l'ichino modesto
prima le damigelle, bionde, brune o rosse,
e poi i cavalieri i loro fiaschi e le armature grosse.

Non me ne vogliate, amici miei
non sono nè un lui,
e nemmeno una lei,
sarei e forse sono "fui".
Pfefferliebe



Antonio Fabi all'Anonimo

In nome e cognome di chi legge

Anonimo, per sempre sarai tale,
anche se esibirai più documenti,
mostrandoci i tuoi veri lineamenti,
da una foto recente e originale.

Scrivevi in prosa e n'eravam contenti:
cronaca stimolante e non parziale,
per certi aspetti perfino geniale:
concetti chiari e sempre pertinenti.

Ora, però, con l'attacco a Taraschi,
scritto in versi (pardon, si fa per dire),
scivoli, perdi l'equilibrio e caschi.

Per questo, anonimo è il tuo avvenire:
mai avverrà che qualche alloro intaschi
a meno che tu non t'abbia a pentire.

Qui mi preme chiarire
che non difendo Taraschi d'ufficio,
ma a tutti voglio dare beneficio.
Antonio Fabi


Domanda ed esortazione della Dama di picche

Mi domando che cosa sia accaduto
a Gustolfo granduca della Corte
non ci manda nemmeno un sostituto
per riferirci sulla propria sorte

dopo averci invitati, dame e fate
cavalieri di nobiltà e blasone
e fatto pregustare le stoccate
si tace senza darcene ragione

Qui si trepida tutti nell’attesa
del suo mordace arsenicale acume
siam certi che non teme la contesa
e defilarsi non è suo costume…

Di destra o di sinistra che si sia
qui si combatte in questo carosello
soprattutto d’arguzia e fantasia
non c’è viltà come non c’è tranello

Ordunque, nobil Gus, venite innanze
al vibrator di colpi rispondete
mostrate la perizia nelle stanze
la somma abilità che vi compete…

Rulliano e cavalieri lancia in resta
cospargono di pepe questa gara
facendo in modo che la bella festa
pizzichi sì, ma non diventi amara…

Noi tutte, le signore del reame
unitamente al Sire, vi invitiamo
a battervi d’ onore nel certame
e dell’arena ai bordi vi aspettiamo…
Dama di Picche
 

Chiarimento per l'Anonimo (Mica Tanto)

Oibò agrodolce Taraschino
dico, ma chi sarà sto bel marrano
che se ne sta con penna in mano
a sparlar del nostro casto ardir!

Tarasco tu sei
Angel de Tarascona
e prode Cavaliere del brulè
se leggon la tua storia
tu, ti sei fatto da te!

Io dama, col fior di campo
vivo nel mio maniero
e me ne vanto
brindando col vinsanto
insieme alla mia balia consigliera
Donna Cosciotta Della Panza
parentata a un certo pazzo Cavalier
Don Chisciotte Della Mancha...

Or mi appello alle Gran Dame
e gentil sorelle
venite, ne vedremo delle belle
se scopriremo chi è
cotesto Anonimo gran bullo!
Aurelia Tieghi


Ritorno di Gus

Prima del via
Diana, Clorinda, Marfisa o Camilla
chiunque tu sia, Signora delle Picche
e altri Giganti (coi piedi d'argilla),
che di lor vanti fan le strofe ricche,

resto silente fin quando alla Giostra
regola non si dia che sia approvata
sicchè chi oggi i suoi fendenti mostra
non debba fare solo una bravata.

Nomai io stesso e di ciò sono fiero
Re Lorenzone e Sitani il suo volgo
del primo promettendomi scudiero
ed allo stesso adesso mi rivolgo.

Gli chiedo che pel torneo da me ideato
e che tante adesioni ora comporta
ed alla Giostra ha dato grande fiato
d'aderenti contando grande scorta

dal Rege stesso venga divulgata
la regola precisa con la quale
si svolga la tenzone programmata.
Io ho cercato di rendere eguale

la sorte di ciascuno ma un marrano
m'ha rinfacciato di dettar io stesso
le regole del gioco e tener mano
(ciò ch'era mia intenzione ... lo confesso ).

Attendo quindi per scendere in campo
(e non buttare colpi qua e là)
che dall'alto provenga senza scampo
regola che ciascuno accetterà:

di come iscriversi, quali le giurie
il calendario e come finalmente
dopo le centomila traversie
nomarà il Re il campione suo servente.
Gus
 

Arriva Peppino Giovanni Dell'Acqua

Tornato dopo lunga assenza per lavoro, visitando il bel Regno del Sire Lorenzone, m'avvidi con gaudiosa maraviglia d'un appello avanti posto dall'indomito eccellente Cavaliere Ghino Burlacco, che chiedea la mia partecipazione. Grato sono molto a lui. Ma per il momento non posso qui dimora avere, chéè d'uopo ch'io ripartire debba. Dispiacemi lasciare il Magnifico Re Lorenzone, le gentili Dame e i cortesi Cavalieri. Ma quando nuovamente tornerò, sappiate che molto volontieri con Voi starò.
Peppino Giovanni Dell'Acqua


Mi presento : Son Braopalle il villano che gli garbe dalle…
( du' zuppe a quel Tarascone e quell' altro sbruffone )



Scusate se scendo in campo, come ha già detto quarcheduno, lasciatemi stà l' Anonimo mica tanto…
sennò prendo e sapete dove vi pianto….( pè un dì di peggio ) ….
A Tarascone gli chiudo la cantina…e butto via la chiave …..se poi ha da reclamà…gli faccio vedè io la cavallina…e la sottana di quella su bella ….come si chiama…Aureliana… che befana!!!!
a quell' altro …..come lo chiamano Metrozzo…..con du dita me lo strozzo….e gli levo tutti i sui sonetti scodati e con la coda…poi gli metto tutti gli anapesti in fila indiana…e vedrete come lo pesto alla quintana..
Lasciatemi sta perché son Braopalle….io un le prendo mai …a me piace dalle….due zappette a man rovescia… a chi dico io…

Ciao ….un mi rompete tanto le balle
per chi un mi conosce son Braopalle!
 

La Dama di picche sulla proposta di Gus

Dama di picche, crisoelefantina
amo l’avorio, l’oro, il lapislazzuli
adoro questa pagina azzurrina
e un po’ mi tedia compilare moduli
ma se Guslando esige più controllo
e vuole ferree regole pel gioco
sono disposta pure ob torto collo
a trattare di norme, solo un poco…

Renda le cose facili, Messere
Lei stesso non ne ha le tasche piene
di norme e codicilli?…Miserere
invoco la pietà che si conviene
ai cavalieri dai sonetti tersi
a fate, maghi, gnomi, e tutti quanti
abbiano ardito di stilare versi
rei conclamati e senza attenuanti

prego Vossignoria far loro grazia
e risparmiare loro il gramo esilio
Lei può comunque risaltar, Lei spazia
dove a molti è negato il domicilio.
Vengo a parlarvi con il cuore in mano
come salsi colui che già m’insegna
cantore inarrivabile Rulliano
che di ruzzar col popolo non sdegna…

Sappiate che comunque ad armi pari
siete nel centro della gara e tutti
aspettano sinonimi e contrari
scazonti versi, giambiche e…prosciutti
questi ultimi si sa sol per la rima
perché non sempre ho le parole adatte
onde evitar che il fatto mi deprima
uso salumi come fosser matte

Sì, quelle carte nominate jolly
(e mo’ voglio vede’ come la metto)
beh, le faccio rimare con i polly
che sono galli col finale a effetto…
Chiudo col salutare il grande Sire
e tutta la sua corte al gran completo
e invito Quel dell’Acqua a confluire
portandosi dell’aglio e un amuleto
Dama di Picche


Il cavaliere Antonio Fabi scende in lizza

Critica marxista
Al villano che offende volgarmente,
mettendo in mostra il suo tragico grugno
mi basta replicare solamente
che non avrà l' acciaio, bensì un pugno.
Così si tratta un sottoproletario,
che campa solo a scrocco dell'erario.
Quanto alle palle di tal "cavaliero",
penzolano, insieme al resto, dal cimiero.
Antonio Fabi


Codice e norme di attuazione

Gli chiedo che pel torneo da me ideato
e
…di come iscriversi, quali le giurie
"

(GUS SCRIPSIT ET DELINEAVIT)

Tanto angustiato vedo il maggiordomo,
che gli perdono i nuovi strafalcioni;
mi danno noia i sentimenti buoni,
ma si comporta bene, il poveruomo.

È ancora morto, procede a tastoni
e fa un solenne funerale in duomo
a se stesso e ai suoi versi: che bel tomo!
Ne stupra ancora due senza emozioni.

Senza emozioni, in quanto non colpevole:
s'è liquefatta la materia grigia,
quella poca che mai gli fu bastevole.

Chiede ancora chissà qual guarentigia,
sperando che il Granduca sia arrendevole;
ma sa che deve fare la valigia.

Dico senza alterigia
che gli conservo il posto di lavoro:
Gush, questa sera pasta al pomodoro.
Antonio Fabi


Sempre andrò farfallone …

Per gli altri ospiti nulla in più aggiungo:
ne vedo molti che stanno in disparte,
qualcuno spunta svelto come un fungo,
ma non scorgo nessuna controparte.
Donne forti e avvenenti, vi raggiungo?
Accantoniamo gli stili e le carte?
Questa è cortese proposta d'amore;
se amore non sarà, sarà furore?
Antonio Fabi
 

Il Cavaliere Ghino Burlacco risponde a Peppino Giovanni Dell'Acqua

Chiarissimo Professor J.P. De Aqua, mi creda mi ritengo molto onorato della sua cortesissima risposta. L' invito che avevo esteso all' Eccellenza Vostra...non doveva intendersi come partecipazione diretta della Signoria Vostra, alla bella Giostra decretata dalla Corona Reale, S.A.R. il Magnifico Re Lorenzone, ma sollecitavo piuttosto una Sua cooptazione nel Gran Consiglio della Giuria. Ben comprendo comunque il Suo cortese diniego e la reticenza a prendere parte, seppure in veste di Giurato ad una Giostra dove insieme ad Eccellenti Cavalieri, Nobildonne, damigelle e dame è diventato ormai un covo di singolari personaggi di basso rango...non ultimo anche un truculento e macilento villano..con un eloquio da trivio.
Non le nascondo quanta indicibile tristezza alberga nel mio animo...nel ricordo delle magnifiche Giostre, dei bei tempi passati, ove grande nobiltà d' animo, reciproco rispetto, maniere cortesi erano da tutti condivise. Immagino quanta altrettanta delusione affliga l'animo gentile del Nostro amato Sire Lorenzone.
Nel rinnovarLe tutta la nostra personale stima, e credendo di interpretare il desiderio di tutti i sitani, insieme Le porgiamo il nostro più caloroso saluto
Ghino Burlacco

Doveroso ringraziamento da parte di Antonio Fabi

Strambotto toscano quasi epistolare

Da Bruno Amore mi aspettavo strali,
giavellotti e proiettili incendiari;
ma egli è un gentiluomo senza eguali:
altrove apprezza loschi miei "affari".
A lui, signori, voi dovete tanto:
m'induce a pubblicare un altro canto
in sobrie ottave lievi ed innocenti,
sopra i costumi delle antiche genti.
Antonio Fabi


Endecasillabi (forse) di una confidente a tempo pieno.


Cristilla l'ancilla

Salve, sono Cristilla e son l’ancella
della Dama di picche, che stasera
mi s’è rivolta un poco sconcertata
e manco fossi stata un confessore
mi fa di sana pianta ‘sta tirata:
- Sono andata a sfogliare un manuale
di metrica e sintassi e te lo giuro
credo d’essere stupida davvero
fra strambotti, ottonari, piedi e toniche
verso scazonte, giambi con sigizie
e catecresi iperbole sineddoche
senario doppio, pròstesi e sinalefe
epigrammi sonetti carmi e laudi
non ci ho capito niente, una iattura
e allora mi son detta: come arriva
nella mia testa questa giusta metrica
qualè la fonte che me la procura?
io come il suonator che suona a orecchio
quello che scrivo butto giù di getto
non conosco pertanto alcuna tecnica
un mistero a me stessa sono, enigmatica,
sento se un verso scorre oppure zoppica
e questo senza aver studiato musica
che cos’è che m’ispira e suggerisce
le precise parole anziché altre
cos’è che dal profondo mi fornisce
il timbro esatto d’un accento tonico?
Io proprio non lo so, ma son gioiosa
che mi succeda questa strana cosa. -

Le ho detto allora:- Nobile signora
è meglio far le cose fatte bene
senza sapere come le si fanno
che conoscere bene come farle
e fallire perché si fanno male…
se poi codesto modo non fa danno
anzi le arreca riso e buonumore
a noi di questa reggia illuminata
ci fa passare il tempo e il malumore.-
Cristilla l’ancilla
 

Risposta di dama Aureliana a Braopalle

Braopalle s'è identificato
s'è stampato un nome qualunque sul cucuzzo
per il nesso di schernir
e poi pè dalle...

Ma mò vo a risponder pelle rime
a sto villano
oibò, fai almeno l'orecchio fine
o grullano
sono Aureliana, son Gentildonna
ma tu, vuoi provocar
e anche se sò befana
ho il core con la bandana
e vivo in temeraria eredità
della sottana!
Aurelia Tieghi
 

A tutti voi il mio inchino:  Sono Barbon-Cin ambasciatore del Gran Kan


Barbon- Cin

Dopo un lungo e periglioso  viaggio sulla Via della Seta attraverso il deserto di Gobi, dalle lontane terre di  Mongolia,è giunta al Palazzo Reale del Regno di Sitagna,  detto anche la Terra di Tramonte o Tramontana, dove regna l’illuminato Re Lorenzone, l’ ambasciatore Barbon-Cin con tutto il suo seguito dell’ Ambasceria Imperiale, per portare un messaggio personale riservatissimo del Gran Kan, al nostro beneamato Sire.
Pare che sia una cosa molto seria e che nuvole nere si addensino all’ orizzonte del sereno regno.
Il Gran Kan avendo saputo che Re Lorenzone ha indetto un Gran Giostra, alla quale prendono parte
il Cavalier Metrozzo d’ Urbino insieme al cavaliere  Dente di Leone ovverosia  Tarassaco più noto con l’ abbreviazione di Tarasco, cugino di Marasco che finì nel cul di sacco a Damasco, chiede che gli vengano subito consegnati i due suddetti sfidanti, in quanto a detta dell’ Ambasceria Imperiale, sulla testa dei due pende la massima  pena capitale, a seguito dell’Editto Kanonico, essendosi questi macchiati di omicidio nell’ impero del Gran Kan, allorquando l’invitto  imperatore avendo a suo tempo  indetto un altrettanto famoso Torneo nella capitale del suo Regno, la famosa città di Skazzarcanda, mise  in premio il “Mongolino d’ Oro” e come secondo premio la Damigiana Mongola,Gran Kagna,” (una delle tante concubine dell’ harem personale dell’ Imperatore ), i due vinsero i due ambiti premi. Ora si è scoperto che vinsero grazie alla misteriosa morte, subito ritenuta sospetta di altri due maggiori e valorosi cavalieri sfidanti, loro diretti concorrenti: un certo Bur-la-Khin e un tal Gus-Visir de Su-spir .Il più  grande luminare di medicina della Corte Reale Mongola lo Skazzakan, dopo un’ attento esame post-mortem ha reso noto che è stato accertato che i due Messeri Metrozzo e Tarasco, vinsero in quanto premeditatamente eliminarono fisicamente  i loro due diretti sfidanti con del veleno Bromuro, spacciandolo per un elisir d’ Amore.  

Barbon-cin
 

La Dama di picche a Quinto Rulliano,
Ghino, Dama Aureliana, Taraschi e altri

Al nobil cavalier Quinto Rulliano,
quinto solo nel nome ch’è in effetti
primo cantore e primo castellano
a fianco del gran Sire Laurenziano,

ora che mette mano anche alla storia
e ci fornisce dati e spiegazioni
di primordiale attività accessoria
che il sesso corredò di grate opzioni

placidamente me ne sto in attesa
di qualche nuova sua, mentre Guslando
tarda a mostrarsi in agguerrito aspetto,

faccio i miei complimenti e lo rimando
al dialogar mostratomi d’affetto
e dico son concorde, non arresa…
----------
Fin qui mi pare, ditemi,è un sonetto?
Oppure ho scritto solo qualche rima?
Comunque ne ho cavato gran diletto
e forse vostra lode e vostra stima.

-----------------------

A Ghino trasformista, l’insalata
pare che piaccia eppur l’intrigo a corte
consulta il mago per una frittata
e piazza nuovi pezzi a contrafforte.

Dama Aureliana irata ed a ragione
avoca a sé diritto a garbo e onore
e Tarasco schierato sul torrione
difende il suo prestigio ed il suo vigore

Un giullare d’incerta provenienza
ha scritto qualche cosa in versi sciolti
tentando di ridare la tendenza
a ridere senz’esserne stravolti

Un giocoliere poi tutte le palle
tratta di fino , non gli fa contezza
l’essere fianco a fianco nelle stalle
di mutoli animal che il volgo apprezza..

Queste che sto scrivendo son quartine
senza costrutto nè collocamento
sono messe così, come vetrine
pel mio senz'altro, il vostro?...godimento...
Dama di Picche


Gus
A Fabio, a Tarraschino ed alla Dama

Con gli iati, le elisioni, ed altri tagli
da apocopi ed accenti, sua ossessione,
Fabietto attende che qualcuno sbagli
per saltar fuori con il suo sermone
ma non pensa che i versi suoi son ragli
sì compiaciuto della sua lezione.
Lo segue a ruota il fero Tarraschino
d'errata corrige fedele alfiere
preoccupato che sia buono il vino
più che di scriver come uno stalliere.
Ai due s'accoda in parte la Cristina
che senza regole vuole la gara
ed a tal fin la crisoelefantina
anch'ella in serie c...appellate spara.
Veda gentile dama del piccone
a quel che dice lei io potrei stare
ed in forza di ciò darle ragione
se non fosse per un particolare.
Intendo dire di quel bel vizietto
italiota che pare fortuna fare
più che nel Tarraschin, nel buon Fabietto
pronto vittoria ad autoproclamare.
Così è successo nell'ultima guerra
che ci vide sconfitti, ma in quelle ore
l'italiota levandosi da terra
salì sul carro del suo vincitore.
All' Urbinate dò questo consiglio
d'accorgersi che essendo fuori uso
la smetta di trattar con quel suo piglio
aprendo, infine, quel suo pugno chiuso.
Gus
 


Antonio Fabi a Cristilla, Gus, Barbon-Cin

SONETTO, QUASI UN MANIFESTO

Cristilla, le tue rime generose,
rammentano le forme di Giunone.
Solo le prime, per una stagione,
terrei a dieta per farle più ariose.

Le seconde il già detto paragone
meritano, ché son meravigliose:
voglio nutrirmene, ma in giusta dose,
perché infinita sia la mia emozione.

Non adirarti per questo sonetto,
per il mio slancio quasi guerrigliero,
né per il mio raccapricciante aspetto.

Se amerai le mie rime, sarò fiero:
miles gloriosus, e anche Rigoletto,
soltanto nelle rime credo e spero.

Infine, un mio pensiero:
sono contrario all'amore ancillare,
ma, se lo proporrai, ti farò fare.
Antonio Fabi


SI SCOPRON LE TOMBE, SI LEVANO I MORTI
Sonetto a tre code con citazione pascoliana
Ovvero:
"Con gli iati, le elisioni, ed altri tagli…"
e
"All' Urbinate dò questo consiglio…"

(GUS SCRIPSIT ET CETERA)



Torna da Lourdes, ma non miracolato,
il mio sguattero. Dite: "Sei severo!";
rispondo: "No, poiché io dico il vero:
già il primo verso è insipido e sciancato".

Sembra reduce più da un cimitero
che dal santuario dove si è recato,
cercando la Madonna, il disgraziato,
per un lifting od un restauro intero.

Per questo viaggio tanto decisivo,
gli ho accordato il permesso, com'è d'uso,
si ch'è partito con fare giulivo.

Peccato che ora sia così deluso
ed avvilito già fin dall'arrivo:
quando s'è accorto che tutto era chiuso.

Ora mi tiene il muso,
dando la colpa al mio serrato pugno,
che nulla ha a che veder col suo mugugno.

Io credo che, entro giugno,
un competente medico legale
lo assemblerà senza più fargli male.

Pensierino finale:
"Puoi darmi, Gush, consigli: son contento,
purché tu me li dia senza l'accento".
Anton Leninovic Rullyanskij
Antonio Fabi

EPIGRAMMA

Dalle steppe dell'Asia sterminata
un barboncino giunge all'improvviso.
Gli si faccia buon viso:
propone una gradevole trovata.
Lo consiglio di non tornare in Cina,
poiché là , i cani li usano in cucina.
Antonio Fabi


La Dama di picche a Gus altolocato

Esimio Gus, signore altolocato,
se non mi sbaglio, parli di vittoria
e di qualcuno che se n’è appropriato,
ma certo non risulta in questa storia

non so perché pensi che c...appellate
si scrivano soltanto verso manca
mentre ampiamente son documentate
a dritta, d’arte nera, rossa o bianca…

Credo che sia più consono alla scena
se ci atteniamo a questo azzurro regno
affabulando qualche cantilena
qualche sonetto scritto senza impegno

sappiamo che sai scrivere di fino
perciò dacci diletto e sii propenso
a farci anche sorridere, Guslino
vedrai, riceverai più d’un consenso

Fabietto pure ne sarà contento
Ghinetto e Taraschino l’han già fatto
Damina si defila dal cimento
e tu potrai sentirti soddisfatto…
Dama di picche
 

Salve a tutti Cavalieri e Dame: Son Baicche cavalier servente della Dama di Picche

Oh Gus, buon amico mio..caro Gussino…mi pare che tu prendi troppo a cuore e forse anche sul serio la singolar tenzone…sponsorizzata dal nostro amato Re Lorenzone.
Ma che te frega Gussino mio… se il metro lo padroneggia da maestro solo Fabìo ….certo tu non sei a di meno ma ti frega quel tuo palafreno ombroso che il tuo io o il tuo ego….fà ….come me che me frego.
Ascolta me che mi proclamo cavalier servente della Dama di Picche…da ne nomata anche la Piccarda….
Nobildonna ella è dalla rima gentile .leggermente beffarda….forse fa il tifo per Metrozzo…ma certo non lo fa per lo tuo strozzo.
Voglio dire inoltre alla bella Aureliana che oggi di rientro dal contado…lungo una strada di campagna.. ho parlato con Braopalle il villano.. aveva una bella tacchina in mano….
Gli ho detto: oh Braopalle….non ti vergogni di trattare da befana una nobildonna come l' Aureliana?!?!….
E lui: - certo..certo…oh Baicche…sai io sono un villano…e porcabaiocca ..sono un grezzo…e mi scappano brutte parole dalla bocca…..
Va bè…anzi no…va male.. oh Baicchino mio….la prossima volta…pensaci…prima d' aprì bocca…..
E lui …scordandosi subito…delle sue scuse….mi fa: - ma chi è quella gnocca che sprizza salute.. tanto che scintilla…
Oh Baicche mio …è la sua ancilla …..non e è roba per tuoi denti…. levati di torno…scappa via …accidenti!!!

Baicche
 

Elfe Lektor c'invita a meditare

Mi sembra che ci sia della maretta
fra questi umani che ancorché poeti
allestiscono versi in tutta fretta
talvolta scalpitanti ed irrequieti.
Mi si perdoni questa osservazione
che nel fatato popolo dilaga
non era certo questa l’intenzione
che ha dato inizio a questa bella saga
Re Lorenzone, il regno vi ha concesso
perché vi divertiate soprattutto
e nessuno ne soffra o sia depresso…
La morale di questo bel costrutto
è che facciate a meno di scannarvi…
anzi cerchiate il modo d’incontrarvi…

Lo so , lo so, che il bello d’ogni agone
sarebbe d’annientare l’avversario
ma in questa specialissima tenzone
potrebbe anche valere il suo contrario…
Vi lascio, vado a farmi un bel giretto
con l’elfica vicina del boschetto…
Elfe Lektor
 

Doppio inchino a voi: Sono i’  Gen-nai cintula nela di’ Catai


Gen-nai

Stammi a sentire o gradasso  d’ un Tarasco cugino di Marasco e d’ un forasasacco, io con du’ mosse di karatè ti spacco e  t’ infilo dentro sacco…poi  ti c’infilo  anche un gatto inservatichito per regalo..vedrai poi … che ottavine e che quartine e terzine…. tu fai…
Come ti permetti di trattare così da villanzone… l’ ambasciatore dell’ imperatore del Catai??
Lo sai che posso strapparti tutti i calli…  eppoi te li rimetto doppi …..più grossi di Magalli?
Oh Palledoro….scusa.. mi confondo volevo.. dile palledolo….mi sbaglio sempre con la lingua cinese…
ma non lo sai che son amico di Braopalle…quello che gli galba dalle
…. che quello  con du’ cazzotti  ti fa diventà una taralla…e ti butta nel  pozzo nelo dove non starai  nemmeno a galla…..
è l’ unico modo per diventale cintula nela anche te…..ahahahahahah!!!!!!!!!!!!!!hihihihihi!!!!!
un inchino a tutti …da Gen-nai


 La Dama di picche e il suo scudiero Baicche

Caro Baicche, cavalier servente
vi proclamate, ed io ve lo concedo
perché l’ancilla mia non è presente
ha preferito darmi un suo diniego

mi ha presentato certa rimostranza
e mi ha lasciato proprio sul più bello
sembra che l’attendesse nella stanza
tal nobile de’ Fabi, un picchiatello

che l’ha invitata, caro mio messere
in cotal guisa e forse con promessa,
a fare… cose ch’è meglio tacere
e lei non m’è sembrata più la stessa…

Venite dunque a farmi da scudiero
Ve ne sarò sicuramente grata
accolto voi sarete nel maniero
qual sentinella amabile e fidata…

Con la donzella parlerò in privato
le spiegherò qualcosa che lei ignora
ch’è meglio a volte prendere commiato
anzi che sfigurare da signora…
Dama di picche


Antonio Fabi alla Dama di picche e ad Elfe Lektor

Quanta bontà, quanta cavalleria
ostentano la Dama e l'Elfo dotto!
Va bene: qui il linguaggio da osteria
va contestato e punito di botto.

Ma io che devo fare, Signoria?
Ovviamente potrei fare fagotto,
oppure recitar l' "Ave Maria",
quantunque non credente, né bigotto.

Non mi va: qui si è aperta una battaglia,
che affronto combattendo lealmente,
ovvero da espertissima canaglia.

La penna graffia , sì, ferocemente,
e la tastiera, come una tenaglia,
stritola tanti "eroi" più crudelmente.

Se no, diversamente,
non potendo strozzar mezze calzette,
andrei al bar e giocare a tressette.
Antonio Fabi




Creazione del Cavaliere Ghino Burlacco
 

Serata di Gran Gala alla Reggia di Re  Lorenzone

Re Lorenzone oltre alla sua grande magnanimità, ama molto le feste. Ieri sera durante una giornata di pausa della Giostra alla quale ama assistere personalmente con tutto il fiore fiore della nobiltà e tutto il seguito della sua Corte, ha voluto dare nella magnifica Sala degli Smeraldi della sua serenissima Reggia una serata di Gran Gala, con musici, giullari, giocolieri, saltimbanchi ecc. ecc.
Ecco i suoi importantissimi e serenissimi ospiti :
Biancaneve ( alias la Dama di Picche ), e i sette nani:
Drisolo
Metrolo
Gusolo
Tarascolo
Elfolo
Brunolo
Pepolo¹

¹ Pepolo ( pfefferliebe )

Firmato : l’ Araldo Ficcanaso
 

Lucignolo e la Nuova Giostra

Lucignolo

Io non partecipo,
non mi dispiace,
a questa insolita
gara che piace,
sono Lucignolo
e non ci sto.

Il gran giudizio,
questo è l'aspetto,
se vien dall'apice
pur sempre accetto,
non dall'inutile
stolto pensier.

Tanti si gloriano,
beati loro,
d'essere impavidi
cantando in coro
fra le macerie,
chissà perchè....

Sarò pur debole,
sarò fellone,
non si disperino,
alla tenzone,
con spirto indomito
rinuncerò.

Rime che sciolgono
ghiacci e le nevi,
rime si baciano,
son versi brevi,
volan le sdrucciole
che vanno al cuor.

Giammai si piegano
i bei neuroni,
leggiadre volano
le mie canzoni,
con dolce Zefiro
io me ne vo'.
Lucignolo
 

Il saluto di Aureliana

Un messo, in questo dì
mi ha portato un messaggio
or devo partir in segreto al fin di maggio

per cui cari Sitani
saluto anche Biancaneve e i sette nani.

Parto per distanza
in terra di Brianza...

Grazie alle nobili Dame e gentil Donzelle
insieme ne abbiam colte delle belle...

saluti ai grandi eroi e valorosi Cavalieri
che san rimare tutti, sempre fieri.

E un grazie col decoro delle trombe
al Sire più nomato, oltre le sponde!
(aprestorisentirci!)
Aureliana la dama




Drisoletto, il menestrello del Re

Drisoletto esprime in versi  i sentimenti del Re

Alle Dame del Re
La Dama di picche è la Cima,
col cuore l'ammiro fedele
superba fattrice di rima
che scorre qual fiume di miele.
Memento, signori Sitani
la Fata Morgana vestita
di vaghi misteri sovrani
al regno d'amore c'invita.
Sentite, miei cari Sitani,
Aurelia si schiera per me;
battete con forza le mani,
lodate la dama del Re.
Ecco Anfra, gentil damigella
che mostrasi molto sagace;
con forza, franchezza avanza ella
indietro mai torna, tenace.
Venite a vedere le stelle,
le Dame del Re sono quelle.

Tremate, barbuti signori,
la Giostra si fa perigliosa;
fuggite se avete tremori,
la sfida diventa gloriosa.
Le regole son cortesia,
bontà, lealtà, calma audacia.
Chi contro si mette, pazzia!
sia posto disteso su bracia.

Memento, signori scortesi,
volete finire voi appesi?
Chi tocca la Dama di picche
sventrato sarà con le picche,
del Re l'altre Dame chi tocca
per sempre starà senza bocca.
Drisoletto


Elfe Lektor a Taraschi

O nobil cavalier de’ Tarasconi
cosa andate dicendo del Burlacco?...
Non è che non vi creda, le ragioni
son forse menzognere, nell’attacco…

Ch’egli sia trasformista abbiam capito
e certo non ha più la chiara fama
d’un tempo che giostrava di pulito
invece d’aggirar l’ ingenua dama

ma non mi sembra che tra i personaggi
testè promossi con sottile intento
vi sia fellone che solo vantaggi
voglia per sé, mi pare anzi l’intento

suo personale modo di guarnire
la giostra che qualcun vorrebbe chiusa
perché non ebbe modo di sancire
regolamento adatto e quindi accusa.

Poi se perfino l’Urbinate lascia
e Lucignolo sembra infastidito
di non avere carico ed ambascia
qui resta solamente un pio convito…

Noi siamo tristi e quasi preoccupati
e, detto sottovoce, nella chiostra
di tutti quanti gli esseri fatati
facciamo ancora il tifo per la giostra.
Elfe Lektor
 

Il samurai errante

Dame e pulzelle
Madonne che guardate
Beneaugurate un drappo
Mi bisogna
Per adornar la spada mia
Un lieve foulard
Dei segni o colori del casato
O ricamata linda vostra pezzuola
Che delle mani profumi rechi
E del cuore i palpiti rimbombi
Non fia più intima di tanto
Che le spade attrezzi maschi
A brandirli in giostra non è corretto
Se pendulo si vede un reggipetto.
Samurai errante
 

Ego Sum Tavormina advocatus della Nobile famiglia Burlacchina


Tavormina

                                                      ROGATIO                                                         

Seculo vigesimo primo, Indictione terza, dies secundo, sub regno Eminentissum atque Eccellentissimum  Rex Reorum  Laurenzio I , Ego Sapientissimus Advocatus  Tavormina, inoltro alla Suprema Corte di Casa Reale del Regno Rogatio per l’ Interdizione Perpetua – sed autem Perpetua racchia est -  dai giochi ludensi –sed autem dicto – GIOSTRA INTERRETEM,  di vir – evirato – minus habens, Angelus Tarassacus –in loci dicto – Tarasco cui habet recato Diffamatio nobile vir Ghino Burlacco sed autem serva sua Topazia de Sassonia.

VOCATIO

Advocatus Rullianus non opponga vizi  nihil autem stravizi de forma
Tavormina


Gus grida: Viva la nuova Giostra

Ti ritiri tu
ti ritiri tu
tiritiri tu
mi ritiro anch'io.

Sitani
la giostra
abbiamo ravvivato
a perdifiato
dunque restate
con la lancia in resta
non abbandonate
è una piccola festa!

Vi ha richiamati
il Sire
continuate a dire
sfidando i vostri fati:

viva la giostra
viva l'allegria
che subito ci mostra
una sana ironia,
di cui son prive
solo l'oche giulive.

Viva Lorenzo, Fabio e Burlacchino
viva il Tarasco, che beva il suo vino!
viva Cristina indomita ribelle
Aurelia e l'altre dalla rime belle.
Viva Lektor, Amore ed ogni altro
che nei versi si mostri d'esser scaltro.


Scherzare va a finire
con l'essere il sol modo
per togliersi ogni chiodo
a evitar d'impazzire.
Gus


Baicche ringrazia solennemente la Dama di Picche

Aulentissima Dama di Picche, lo cavalier suo servente Baicche, tosto ottenuta la solenne investitura in cuor suo desidera ringraziare la Grazia Vostra, et fa pubblico atto di fede che provvederà alla sua difesa secondo il Nobile Codice della Cavalleria da qualsiasi offesa recata alla Sua Integerrima Persona al suo Onore et preservarla da ogni abuso e sopruso.
Servus!!!
Cavalier Baicche


Ghino Burlacco ringrazia l' Elfo di Ponsacco

Silvestrissimo Elfo scusami…se ti accaso a Ponsacco….ma dovevo far la rima, com' è buona creanza all' apertura d' ogni mia nuova stanza….
Io ti ringrazio per la tua saggezza ..per la tue doti soprannaturali di scrutare e di sapere leggere nei cuori e nei pensieri di noi miseri meschini esseri umani …e di aver trovato purezza e nobiltà d'animo nell'usbergo del mio fiero petto ed austero aspetto…
Vai ordunque leggero ..leggero come il pensiero va al canto del cucù…là nel sottobosco della Verde Foresta Incantata …leggiadre le tue adorate elfiche…t'aspettano…corri..corri .. non ce la fanno più!!!
Ghino Burlacco


Ghino Burlacco presenta la sua nuova serva Naoma da Campiglia


Nuova serva di Ghino: Naoma da Campiglia
 

Bando araldico del Samurai Ronin


Samurai Ronin

Principi Duchi Principesse e Dame
Udite …udite…udite
S’è aperta in quel di Lorenzana
Una giostra d’arme poetata
Grande ancor più ricca e rinomata

Di quella che il Califfo laggiù in Arabìa
Tiene ogni anno per la gloria sua
E dell’eunuco Abdhul di Nicosia
Che col suo canto fe’ bella la contrada.
Samurai Ronin


A Fabi canonico

Mastro di Wikipedia sostiene che
Dipoi dell’anno mille
il volgare da dialetto plebeo vola
a dignità di lingua letteraria.
Dominante Messer Dante di Alighiero
e dello Dolce Stil novo
poetare affermasi come mezzo lieto
di intrattenimento letterario
Sicchè dei bravi poeti italiani
si sperticano a compor opere
in corretta grammatica e bello stile
forme grandemente ricercate
nella qualità visiva della parola
scritta, e quivi ad imperar viene
la rima e dei versi l’alternarsi.
Samurai ronin
 

SUL RITMO DELLA CHIOCCIOLA
E DELLA PASSERA di Antonio Fabi


Fabi Robespierre
(Per rispondere un geniale giovinetto mi tocca
superare perfino Giusti)

I

Viva Lucignolo,
che, con coraggio,
il suo nomignolo,
presenta a maggio.
Proparossitoni
sono i suoi versi,
non, quindi, ossitoni;
versi da bersi
come sciampagna:
prima un assaggio.
Viva Lucignolo!
Che gran cuccagna!

II

Usa le regole
piuttosto bene;
fa poche fregole,
la rima viene.
E un vero nobile:
non scende in gara
gli sembra ignobile
tanta cagnara.
Loda se stesso,
così si astiene
dal lanciar tegole:
grande successo.

III

Però, egli giudica:
forse è convinto,
qui, in sede ludica,
d'esser distinto
per poche sdrucciole.
Sarà così.
Come le lucciole,
altre son qui.
Chi le conduce,
con freddo istinto,
giunge e si aggiudica
alloro e luce.

IV

Bando a ogni predica,
caro fanciullo.
Te stesso medica,
non fare il grullo.
Sii più arrendevole
e trova un buco:
non è piacevole
finire ciuco.
Sei buon guerriero,
sei buon trastullo.
Con questa dedica,
sei mio scudiero.

Sono fiero
di donarti un destino meno duro
rispetto ad una pelle di tamburo.
Antonio Fabi


Gianna Faraon al cavalier Burlacco


Giannetta

Al cavalier Burlacco signore di Toscana,
porgo i miei saluti da terra lontana.
Sono donna Giannetta ,dama un Po attempata,
di nobile casata,e un avventura mia le vorrei raccontar
Dopo tanto vagar con lo signore mio,
in lontananza vidi un bel castello,
circondato da mura e alte torri.
Abbagliata dalle bellezze di sto luogo tanto bello,
mi soffermai a contemplar,
Montepulciano era il nome del castello.
Stanche erano le membra mie,
così sostammo,e facemmo i cavalli riposar.
Gentile fu quel cavaliere che ci offrì ospitalità.
Fummo invitati ad un banchetto,dove; sulle tavole imbandite,
si potea gustar leccornie di Toscana.
Mangiai, e bevetti quel nettare prelibato
mi lasciai trasportar da quell’ effetto magico; lui sa far sognar,
scioglie la lingua e scalda il cuor .
Mi scuso se colta non sono,il mio cuor peròè sincero,nulla ciò che dico è una bugia.
Alla corte di vossignoria vorrei star ,per apprender le grazie delle cortigiane sue.
Imparare l’arte del tessere e ricamare,come dame e donzelle toscane sanno fare.
Da lei: cavalier Burlacco,spero di apprendere l’arte di raccontare,storie di dame e cavalieri,storie d’amore e di conquiste,come la terra sua sa ispirare.
Con passo lento mi avvio per le stradine strette e ripide del castello,
tutti i miei sensi riesco a inebriare.
L’udito,sentendovi parlare,
l’olfatto :col profumo che le spezie messe in bella vista per mercanteggiare.
Il tatto :provò piacere toccando quelle pietre antiche levigate dal tempo,
Il gusto ricavo beatitudine nel portare alla bocca tali leccornie,
La vista:per tutto ciò che mi circondava,nel ammirar quel cielo azzurro che in lontananza va ad unirsi alla terra.
Al mio paese si dice che l’ospite dopo tre giorni puzza,ed io per non provocar tale effetto,
mi avviai in compagnia del mio signore “ser Mario da Venezia” e altri luoghi visitai,tutti belli perché son la patria mia,ma in Toscana spero presto poter tornar.
Gianna Faraon


Il Samurai ronin ad Antonio Fabi

Tanto gentile e tanto onesto pare
Fabi diletto del dio penna perfetto
quando incrocia lo stilo ad affondare
Ognun meschino privo d’ogni effetto

Egli s’ n’ va sentendosi lodare
Di cipiglio fiero ridondante petto
Così che per la via possa restare
A far mostra di beltade ed intelletto

Nulla di danno potrà mai arrecare
Che l’armi sue son meno d’un proietto
Rimescolate tanto a dimostrare
Che di studi son frutto non di getto

Ho poca classe è ver e me ne scuso
Vo per le contrade a viso aperto
Ad incrociar il vispo e pur l’ottuso
Che voglio diventar di vita esperto

Vostra eccellenza che mi sta in cagnesco
Per quattro versacci da beghina
E mi gabella per antipoetesco
Perché metto i retori alla berlina

O senta il caso avvenuto di fresco
A me che girellando una mattina
Capito in Pio Trivulzio di re Francesco
Ove si dispensa assai la prostatina

Piovo nel mezzo di rintontiti sani
Curvi appoggiati a bastoni e girelli
Soffiando nasi asciugando mani
Più tremebondi che di certo belli

D’un tratto una melica dolce per l’aere
Prese le penne e li versi del Poeta
Massimo la nutriva su per l’atmosfere
Che un brivido mi donò quest’acqua cheta

Non me ne voglia vostra signoria
Che l’amato mio Giusti ha presto messo
Ad imbrigliar la mia poca memoria
Per campar io devo tirar quattro palle per un lesso.
Samurai ronin


Fata Morgana ritorna con delicati versi

Dopo aver udito le parole
del fido menestrello Drisoletto
le dame non si sentono più sole
edè questo per loro gran diletto.

Tanto felici e fiere sono tutte
di stare in simil nobil compagnia
che scaccia via da lor le cose brutte
per lasciar posto a gioia ed armonia.

Facciamo quindi tutte un girotondo
in onore del nostro Re Lorenzone
che per noi è il migliore del mondo
perchè mai ci fa mancar la sua attenzione.
Fata Morgana


Raccomandazione della Dama di picche

Al magnanimo e saggio nostro Sire
tutte le dame sono beneamate
e pure i cavalieri che l’ardire
mostran d’avere e l’anime elevate.

Ordunque, abitatori dell’azzurro
regno da Re Laurenzio governato
che sia fanfara o un flebile sussurro
facciamolo goder del nostro afflato…

Che non consiste nello stare buoni
e rinunciare ad essere mordaci
ma nel saper vagliare le occasioni
di mostrarsi satirici e pugnaci

senza infierire su donzelle e dame
che si è capito, ormai, son buone e belle,
di lustro e onore adornano il Reame
e sono a voi gradite come stelle…

Un tempo i cavalieri d’alto rango
battevansi per giungere allo scopo
di farsi un giro, se non proprio un tango
con la signora predisposta all’uopo…
Tralasciate, vi prego, i doppisensi
e, come sempre, usate il vostro stocco
per animare il gioco…e di consensi
ne avrete tanti... e un bacio con lo schiocco.
Dama di picche


Sono Chiocciolino lo scrivano di Messere Ghino


Chiocciolino

Nobile Dame et Cavalieri prima di trattare con le eccellentissime Signorie Vostre a nome mio e di Messere Ghino mi si permetta di invocare sempre divini e celesti omaggi affinché il Nostro amato Sire Lorenzone abbia felicità et salute sempre fino alla pensione…

Ordunque in ordine di apparizione in questa singola tenzone mi si permetta di:

annunciare al vignaiolo del Re, Messer Tarasco che Tavormina l' avvocato di Ghino, visto il buon comportamento dell' imputato ha chiesto di sospendere il provvedimento di pena et accetta l'invito nella Villa Taraschina, fiducioso che il padrone di casa offra come risarcimento all' offesa qualche bella tacchina.

Messer Ghino suole ardentemente ringraziare la Nobildonna Gianna Faraon, che tante arte sopraffina mette nello suo nobile parlare et magnificare l' ospitalità ricevuta alla magione dello Signore mio.
Aulentissima Domina mea, Messer Ghino si duole farle sapere, che a tanta magnificenza di ospitalità dalla Signoria Vostra ricevuta nel turrito castello di Montepulciano ha presenziato un sosia di Messer Ghino, in quanto essendo lo Signore mio impegnato nella Giostra di Re Lorenzone, niuno voglia attentare alla sua vita con adescamenti, avvelenamenti, ecc.
Messer Ghino porge a Lei nobilissima dama le sue accorate et sentite scuse per tanta cautela et scrupolo all'uopo usato, et fa promessa a tempo debito et opportuno, quando sarà terminata la Giostra di invitarLa nel suo Castello in quel di Radicofani, sicuro di potere alla Signoria Vostra altrettanta magnificenza et ospitalità.

Per ultima cosa Messer Ghino, piacerebbe chiedere al grande Lucignolo, se può indicargli un rimedio per quel discolaccio di Pinocchio, suo vecchio amico da tanto tempo… che poveretto di ritorno dal Paese dei Balocchi, ora ha tutte le gambe forate dalle tarme…con certi buchi ..che gli danno tanto, tanto fastidio notte e giorno…insomma per farla breve..caro Lucignolo..avresti qualche rimedio per il tuo amico Pinocchio… qualche tuo consiglio sai… su qualche antitarlo…intendo dire…se te la senti di farlo…o se puoi..
Messer Ghino ti ringrazia per il tuo buon cuore, anche a nome di Pinocchio e ti saluta e si augura di rivederti presto insieme a lui, felici e contenti nel favoloso Paese dei Balocchi.

                                                                              firmato: Chiocciolino
 

 Gianna Faraon a Chiocciolino

Ringrazio vossignoria per la tempestività della risposta,
ammiro l’impegno che Messer Ghino ,per deliziar il nostro amato re Lorenzone.,lungi da me disturbar chicchessia ,e tanto meno adular
Son donna schietta e dico pane al pane e vino al vino.
Vorrei però conoscer il suo pensiero ,sui cavalieri dei giorni nostri ,
un po vigliacchi e poco colti , perché così sono quei signori che si stancano della dama e non sapendone più cosa farsene pensano ben di ucciderla.
Questi malandrini non meritano di morire ma di vivere castrati.
Non era mia intenzione “addescar” nessuno,
e tanto meno vossignoria, che di persona non conosco.
Per questa sera mi inchino e la saluto,in attesa di conoscer il suo pensiero.
Gianna Faraon detta Giannetta


Strambotto Costituzionale
munito di coda
di Antonio Fabi Rulliano


Rulliano

Il Comitato di Salute Pubblica,
decide, in questo giorno di Pratile,
d'istituire una nuova Repubblica,
fondata sul martello e sul badile.
Il primo Presidente sia Drisòli,
che, da regnante, mai ci lasciò soli.
Peraltro, ora abdicando, egli è ben lieto
di non fare la fine di Capeto.

Attendiamo il decreto;
ma non sarà il Presidente di tutti:
son troppi i ciarlatani e i farabutti.
Antonio Fabi

Un saluto generale

La suddetta riforma dello stato
impone a Durlindane e Balisarde,
a Fusberte di oggi e del passato,
a pugnali, a fioretti ed alabarde
di fermarsi, per un breve commiato,
e riposare un po' nelle mansarde.
Nel corso di questo utile armistizio,
delle signore resterò al servizio.

E a tutti i generosi combattenti,
che hanno dato gran prova di se stessi,
uomini, donne, cavalier serventi,
tutti gli onori vengano concessi.
Nel corso di grandiosi e tristi eventi,
mai vi furono, in fondo, gravi eccessi.
Qui riconosco a Gus (è di rigore)
d'essere un prestigioso rimatore.

Di Drisoletto, nel medesmo tratto,
dirò che andrebbe collocato in cima
alla classifica, ma non l' ho fatto,
quantunque egli primeggi nella rima.
Non l' ho fatto perché, col giusto tatto,
voglio che il mio pensiero qui si esprima.
Non sono adulatore, né ruffiano,
per cui, in testa, colloco Rulliano.

Ghino Burlacco, per te più ovazioni
chiedo con forza a tutti i sanculotti;
lo spirito di cui sempre disponi
travolge sempre i cavilli dedotti
da chi maldestramente sta in arcioni:
tanti hai reso malconci e malridotti.
Io ti servii molti bocconi amari,
pur stentando, talvolta, a fare pari.

Salute al valoroso Samurai,
all'Elfo, a Bruno Amore ed a Morgana:
nessuno d'essi ha mai cercato guai,
nella presente od in altra quintana.
Elfo, i tuoi versi son precisi e gai;
e so chi sei, fuori della gimcana.
Taraschi, elabori un tema di Giusti:
ottima scelta, tra questi trambusti.

Lucignolo l'ho subito promosso,
né occorre, a questo punto, aggiunger altro:
un mio commento ancora ci è a ridosso;
confermo ancora ch'è attrezzato e scaltro.
Citare tutti -mi spiace- non posso,
senza, però, tralasciare, peraltro,
una piacente ed abile matrona,
che quanto ci può dar tutto ci dona.

Dama di Spade, illustrissima Kyria,
nobilitate, con virtù e bellezza,
pari a quella di fiera Walkiria,
questa repubblica. Fabio Vi apprezza,
ché non in Persia, né in Mongolia e in Siria
egli ha mai visto tanta assennatezza..
Vi chiede, tuttavia una spiegazione
su ciò che sembra una contraddizione.

Voi dite che gli antichi cavalieri
non erano indecisi o titubanti;
e quelli odierni a precisi doveri
richiamate e invitate a farsi avanti.
Se permettete, ben prima di ieri
venni al mondo in un covo di briganti.
Doppi sensi e consimili strumenti
miele e tartufo son per i miei denti.

Lo sono quando aiutano la penna,
oppure la tastiera e la matita
a far più danni di un'immensa benna,
spesso causando esiziale ferita;
ma non sia mai, se lo stocco s'impenna,
preparandosi a un'avventura ardita.
Poiché m'avete censurato altrove,
io qui freno e m'arresto, monna Bove.

Ma, se piacerà a Giove,
a Baal, a Satanasso ed a Macone,
arriverò nella Vostra magione.

Non ho forse ragione?
Fatemi udire il suono dello schiocco.
È terminata la licenza: tocco?
Antonio Fabi


La Dama di picche dà il benvenuto a Giannetta


Giannetta con il consorte

Il benvenuto da’ la sitana
Dama di sciabole e di spadoni
nonché indomabile castellana
A Gianna nobile de’ Faraoni,
col suo consorte ch’è di Venezia
la gran signora entra e stupisce
lodando bene, non è un’inezia
la trattoria che la fornisce…

Ne gode e gongola
messer Burlacco:
più della gondola
ama il bivacco
perciò decidono
di sano accordo
e si prefiggono
qualche bagordo
in terra nobile
di Laurenziana
col Sire amabile
della quintana
a darci sotto
di durlinadana
e di… stracotto
alla toscana.
Dama di picche


La Dama di picche al Cavaliere Antonio Fabi

Ardito Fabi, cavaliere invitto,
provate gusto a farmene domanda
sapendo bene quale sia il profitto
se vi rispondo, fino a Samarcanda
sarebbero le gesta sì famose
del vostro stocco e della vostra fiamma
che tutte le signore ardimentose
si farebbero vive col diaframma…

Ma avete visto giusto, ché, son io,
una dama gentile ed assennata
e la virtute, com’è vero iddio
mi preme più d’un canto o una ballata…
Infine lo confesso, un po’ pavento
il vostro puntutissimo stoccare
e sempre con un poco di sgomento
cerco le rime adatte a contrastare…

Mi farete la grazia di supplire
con la destrezza che vi è congeniale
all’ irruenza delle vostre spire
ammorbidendo questo vostro strale?
Lo so che sembrerebbe un triste fato
se lo consideraste in certo modo...
Ma schioccare per voi m’è solo dato
per un testo sottile e raffinato.

E poi sappiam che vi diletta un sacco
sfidare Gus e gli Altri al contrattacco.
Dama di picche

 

Quinto Rulliano Fabio si autoproclama presidente del Grande Metrarcato d’ Oriente
 

Nobile Agenzia del Torchio Reale di  Stampa: Ansia dell’Araldo

I regali araldi sitani  con grande celerità stanno correndo in tutte le direzioni della rosa dei venti per diffondere al rullo dei tamburi in tutto il reame di Re Lorenzone.

la notizia del giorno:

Oggi dies secondo di Pratile manu poetari  Rulliano Fabio si è autoproclamato Presidente della Repubblica del Grande Metrarcato d’ Oriente. Re Lorenzone con tutta la sua regale Corte è stato costretto all’ abdicazione. Il Nobile Ghino Burlacco si è offerto di recapitare uno speciale salvacondotto affinché Sua Maestà con la ristretta cerchia degli altissimi dignitari di Corte possa trovare degno esilio nella sua signoria, insomma un buen ritiro nella tosca terra di Valdichiana.

 La notizia è grave perché giunge nel bel mezzo della Giostra indetta dal nostro illuminato Sire, facendo precipitare tutto il reame in un futuro dai contorni foschi e tutto da costruire.

Tutto il potere è passato nelle mani di Quinto Rulliano che si attribuisce ad interim anche quello di Giudice Massimo del Consiglio di Balia della Giostra.

L’ uomo che si è impossessato del regno attraverso il ben riuscito  golpe d’estate è un uomo astuto e colto, grande populista, nonostante si proclami progressista. Le sue idee però parlano chiaro: vuole una repubblicata fondata sul martello e sul badile: la vuoi più populina di così? Per ingraziazarsi i voti degli aristocratici ha promesso a tutta la nobiltà, al clero, al cavalierato, al concubinato, all’ eunucunato alte cariche e onorificenze negli alti ranghi della neonata Repubblica, prova ne sia i grandi elogi pubblici distribuiti a destra e a manca a tutti i nobili e maggiorenti del calibro di Ghino Burlacco, di Gus, non dimenticando si spendere qualche parola buona anche per l’ ultimo parvenu , un certo vignaiolo del Re, tale Angelus Tarascotto, grande millantatore che ha fornito al  paparazzo Fabrizio Corona foto compromettenti in cui il bulletto si faceva immortalare in pose lascive con la serva di Ghino, la famosa Topazia di Sassonia. Per fortuna è prontamente intervenuto il grande magistrato Robin Hood ha smascherare l’ignobile montatura mediatica ,ordita per ricattare l’ignaro Ghino.


Miscellanea
(Politica, letteratura ed effetti collaterali)
di Antonio Fabi

Orsù, Repubblicani, dove siete?
E più repubblicano il signor sire
di tutti i sudditi? Orsù, rispondete!
O fingete di non poter capire?
Fa nulla, ché la giacobina rete
s'estende come il sol dell'avvenire.
Zenone, Vi vogliamo presidente,
in forza di un'opzione precedente.


Il potere lo disdegno;
ho soltanto provveduto
a finirla con il regno,
ch'è un sistema decaduto;
ma la guida dello stato
Vi ho lasciato.


Sapete, peraltro, che sono impegnato
in altre conquiste, di certa "natura":
la Donna di Spade, ahi! m' ha rifiutato
di spegner, con essa, la mia sana arsura.
Il bello è che prima, Armida novella,
mi penetra cuore, cervello e budella;

e dopo, sdegnosa,
ritratta ogni cosa.

Io sono troviere, non son Rodomonte:
m' avrà frainteso: lo stocco è lo stilo;
se mento, m'accolga il glaciale Acheronte,
troncato da Atropo il mio lungo filo.

Passione platonica,
fredda e canonica.

Apritemi, dunque, la porta,
Signora di tutte le lame;
prendete, s'è il caso, una scorta,
magari di nobili dame.
Potremmo comporre a due mani:
confessa, Cristina, che smani.
Antonio Fabi


Dama Giannetta a Dama di picche

La ringrazio cara Dama, per avermi accettato
Alla sua giostra ,mi lusinga il suo pensare,
son donna veneziana,frequentatrice di salotti.
Son circondata da ottimi ciochi,
e abili assaggiatori di vini prelibati.
Mi fa piacer sapere che messer Burlacco
È un cavalier di buona compagnia;e ne goda.
Il bivacco mio è gia occupato,da un nobile cavaliere,
che il servizio fa con gran maestria.
Lei che è dama ben comprende,il mio parlare ,
spero, un giorno aver l’onore di invitarla al mio salotto.
Solo così saprà appezzare,le leccornie della cucina
mia. Adesso però la saluto vado a controllare il mio risotto.
Gianna Faraon
 

La Dama di Picche a Taraschi, Ghino e agli altri

Ser Angiolo rampollo de’ Taraschi
l’idea che avete avuto è un po’ balzana
meglio se vi curate degli infiaschi
ché il vino vostro è vero toccasana

non che la storia, come avete scritto,
escluda l’accoppiata ch’è vincente
ma spesso nell’arena un derelitto
ha lasciato il compagno suo perdente…

Se pure ponti d’oro alle poete
ai loro piedi distendete e fiori
le dame non arretrano, sapete,
anch’esse hanno diritto ai loro onori…

Mi pare in qualche modo più sensato
offrire spalla e spada alla signora
che più v’aggrada, a me s’è già votato
Baicche cavalier della prim’ ora…

In quanto al golpe che Burlacco teme
di cui Rulliano menerebbe vanto
vorrei tranquillizzare, le supreme
competenze del Sire, nullo infranto,

restano tali e quali, e Lorenzone
è sugli spalti, con soldati e dame
pronto con essi a dare il guiderdone
a chi mettesse in forse il suo reame…

Araldi, cavalieri, elfi e lucignoli
siate cavallereschi fino in fondo
voi che siete sì abili in nomignoli
e adusi al verso fluido e rotondo

accorrete a smentire questa fonte
prima che si sbaracchi nell’arena
e col cimiero alzato sulla fronte
prendete posto e fate una catena

a difesa di questo ameno regno
stato sovrano, al popolo votato,
smontate celermente il marchingegno
che lo dipinge come un granducato

il nostro amato Laurenziano Magno
con giustizia e passione ci governa
nessuno ha messo mai sotto il calcagno
suddito sia di corte o di taverna

e quindi con gli stili ed i fioretti
battetevi da pari a pari e state
insieme con le fate ed i folletti
a sfoderare artigli e… gran risate.
La Dama di Picche


Fata Morgana ai Cavalieri e alle Dame


Fata Morgana e Gus

Or che queta e dolce vien la sera
al mio ritorno dal vagar per boschi
mi accingo a visitar questa sincera
tenzon di rime sparse in vari chioschi

Arditi cavalier dai nomi tosti
quali Taraschi Burlacchi e strani Amori
si sfidano con versi ben composti
per conquistar di tutti i gran favori

Spiccano poi per rime sopraffine
un certo messer Fabi nonché Antonio
in combutta ad un Gus a lui affine
che scrive in rima meglio di un demonio

Circondati da leggiadre dame
alle quali si è aggiunta anche Giannetta
gareggiano gagliardi nel reame
del Re Lorenzone che li aspetta

Perfino Biancaneve giunse un giorno
a visitare la grandiosa giostra
e allor vedeste come tutti intorno
stettero a lei i Sitani in bella mostra

Or che giunge la notte e mi richiaman
le consorelle mie per rincasare
torno nei boschi, ma di certo doman
vi verrò nuovamente a salutare.
Fata Morgana


L'Ancilla Cristilla e la Dama di Picche
- Povera me! Come potrò negare
la penna mia? Non posso rinunciare
all’impetuoso principe d’ Urbino
al platonico amore adamantino!…-
Così dicea la mia signora in pianto
scotendo di singhiozzi ‘l petto affranto
a me che tanto per darle consiglio
le rispondevo – Come fosse un giglio,
così, darete mano anche di spada
parola prima di questa sciarada,
oppur seconda se l’intero esatto
col messere vinciate tutto il piatto.-
Ecco, così ho parlato alla mia Dama
sperando che le giunga ciò che brama
e che fido scudiero il buon Baicche
le porga a tempo le dovute picche
mentre Rulliano con il suo stiletto
si batta fiancolei grintoso e retto…
Ancilla Cristilla


Politica interna
e
Politica estera

Non sono un golpista,
ma un giurisperito,
un po' narcisista,
un po' mezzo bandito.
E, come il Passatore di Romagna,
m'attendo coi miei prodi alla campagna.

Se Locksley volle restaurar Riccardo,
contro il fratello, infingardo e codardo,
per contro Rulliano
restaura lo Stato:
svelato è l'arcano?
Zenone ho salvato.

Egli è cittadino;
è il primo tra tutti,
ma da paladino
di poveri e brutti.
(Se però non Ti piace la trovata,
emana una costituzione ottriata).

Io, nel frattempo, me ne vo in Oriente,
dove devo sbrigare nuovi affari.
M' han fatto sultano
di Siria e di Persia
poiché sul Corano
vi è controversia.

Ma intanto ho deciso,
da decisionista,
di esporre un avviso,
che sia bene in vista:
"Pregate, se volete; fate pure;
senza che siano legge le scritture".

Regina di picche, vi voglio al mio fianco,
poiché sono atteso anche in India ed in Cina.
V'attende un impero
in codeste contrade,
se, come io spero,
Sovrana di Spade,
sarete con me per dirigere il banco
con la vostra mente, geniale fucina.
Antonio Fabi
 


All' Osteria del Papero Nero ritrovo dei Vip dell' Impero
( fatti e misfatti in seno alla Giostra )

Dopo aver ricevuto ampie assicurazioni ( dalla dama di Picche ) che l' invincibile esercito di Re Lorenzone, a cui era corso in aiuto quello del suo amico Re Laurino, quello che sta sempre sulle montagne rosate delle Dolomiti, con il suo valoroso esercito di gnomi,è riuscito a respingere l' attacco guidato dal principe Rulliano Valente del Metrarcato d' Oriente,è cosa buona e giusta correre tutti all' Osteria del Papero Nero, famoso ritrovo di uomini di Lettere, artisti di ogni genere, pittori, scultori ecc., saltimbanchi, funamboli, e financo nottambuli, e altri scazzabubbole, per festeggiare gozzovigliando.
Per chi non lo sapesse l' Osteria del Papero Nero (è chiamata così perché il buon oste Nandone,una volta tirò il collo ad un bel papero,- un' oca, in italiano -, per farlo arrosto, lo spennò e gli venne in mente di mettere le penne in bella mostra, sul bancone dell'osteria, per far vedere che la sua cucina era genuina.
La fortuna volle che un bel giorno, rincasando di ritorno da Fiammetta, si fermò quel bischeraccio di Certaldo, non ci crederete, si, proprio lui, quel Messer Boccaccio che vedendo tutte quelle lucenti penne d' oca, così apostrofò l' oste:
- Oh Nandone.. o che me le daresti du' penne per il Decamerone?
Tosto, contento come una pasqua, Nandone gli rispose : - oh Boccaccio… a te, non una, ma ne do anche due o tre ..
e in quattro e quattr'otto… fece avere all' illustre ospite…un bel piatto di penne strascicate al lardo di Colonnata.
Subito…Boccaccio si rese conto del malinteso.
- Oh Nandone…scusami sai…lo so che sei più ignorante di Fra Cipolla…ma io intendevo dire proprio qualche penna di papero per inzupparla con la punta nell' inchiostro..perchéè da tempo che ho in testa tante novelle da mettere nero su bianco e che ho intenzione di chiamare il Decamerone. -
Resosi conto del malinteso, il cuoco Nandone, si scusò con Boccaccio e gli disse:
-Oh Boccaccio…via non stare a fare il bischeraccio…prendine pure quanto ne vuoi di quelle penne là…
-No, no…me ne basta una, rispose raggiante Boccaccio, che s' alzò e se la prese.
Ritornò al tavolo e si mise di getto, tutto concentrato a scrivere come un matto per diverse ore, fino a notte fonda.
Ad un tratto…resosi conto che il tempo era volato. tanto che s' era fatta notte tarda…avvertì un certo languorino allo stomaco…. e si rese conto d' avere anche una bella fame.
Gli altri avventori era già andati tutti via…e anche i lumi ad olio stavano per consumare l' ultimo pezzo di lucignolo…che stavano per spegnersi.
Boccaccio…sentendosi sempre più brontolare lo stomaco…si fece coraggio e disse a Nandone:
Oh Nandone…non t'è mica rimasto qualcosa da mettere sotto i denti…che mi sento borbottà lo stomaco come un paiolo al foco..
Oh Boccaccio senti un po'…m'è rimasto solo un piatto di coscette di ranocchi fritti..che m' ero lasciato per me..ma se ti vanno…te li do volentieri….
Oh Nandone…se non ti lasciò alla fame te…portamele pure …le cosce di ranocchio…che te li pago bene…tre fiorini d'oro…
E il buon Nandone come promesso glieli servì lesto al tavolo perché era notte fonda…
Boccaccio dalla fame che aveva se li sgranocchiò subito che pareva mangiasse con l' imbuto…pagò i tre fiorini all'oste e riprese la via per rientare a casa….
Solo che ad un certo punto…camminando..camminando al chiaro di luna e delle stelle…si sentiva cantare nello stomaco…le raganelle…e subito un' atroce dubbio gli saltò in testa :
vuoi vedere che quel maledetto oste m' ha rifilato dei ranocchi vivi…invece che fritti…. ed io dalla fame che avevo, non me ne sono nemmeno accorto….
Ah Nandone Nandone…maledetto!…hai rifilato a Messer Boccaccio …un bel bidone!…che Fra Cipolla ti stramaledica…


La Dama di Picche a Taraschi, a Gus
(
e sul Regno)

Cortesemente devo ringraziare
Angiolo Cavaliere de’ Taraschi
che tale onore volle tributare
preferendo la Dama a botti e fiaschi

son lusingata assai, caro Messere
e volentieri in vostra compagnia
andrei, svettando labari e bandiere,
per prati , boschi, e pure all’osteria.

Ma son promessa già, l’avete visto,
al nobile Signor di quel d’Urbino
ei pur d’eccelsa abilità provvisto…
inoltre mi protegge un Barboncino

eccentrico e speciale trasformista
esperto d’armi e d’ arte, vi par poco?
Capace di teatro e di rivista
e scombinare carte per il gioco…

Ma se Rulliano, troppo indaffarato
a languire d’inedia mi lasciasse
accorrerei da voi con tutto il fiato
perché siete senz’altro un fuoriclasse.

Intanto che l’anonimo scrivano
racconta di ranocchi e di Boccaccio
e Lucignolo a Gus passa la mano
io forse un pisolino me lo schiaccio…

Guslando, come mai vi siete arreso?
Abbiamo ancora il Re e la monarchia
Metrozzo il Rosso non l’avete steso
ed egli ha preferito l’anarchia…

Sembrerà strano, Lorenzone Magno
più che regnare liberi ci vuole
popolo soddisfatto e senza lagno
su quest’azzurro dove batte il sole…
Dama di Picche


Son la Cecca d' Arabba…la strega che ama il Sabba


Cecca

Salve a tutti. Mi chiamo Francesca….oriunda d' Arabba, ma sono ormai cinquant' anni che vivo nel castello di Trequanda in Valdorcia. Qui in Toscana, tutti mi chiamano la Cecca che inchecca… perché oltre ad avere la sventura d' esser così brutta da farmi paura da me stessa quando mi guardo allo specchio…ho anche la balbuzie…
Vi scrivo per annunciare a tutti i Sitani… che stò per fare un sortilegio a quel vituperato cavalier Ghino…perché m'è sempre restato antipatico…quel fanfarone e mi sta ampiamente sull' attributi che non ho… e sono sicura di fare contenti anche molti di voi.
La notte di venerdi scorso…mentre imperversava un temporale da tregenda…e insieme ad altre streghe, megere, stregoni, streghi ,befani, satiri ungulati, lupimannari, eravamo intorno al caprone Belzebù, con civette, allocchi e barbagianni che ci svolazzavano tra le gambe penzoloni sulla scopa …sul noce di Nonno Nanni, pronte per fa rientro
a casa, quando è arrivata tutta bagnata come un razzo anche la Sciantosa famosa strega del Noce di Benevento che m' ha portato una pozione magica adatto all' uopo …per far sparire quel mannaro di Ghinaccio. Pare che ci siano questi ingredienti: polvere di coda di rospo, di scarafaggio, pezzetti di gorgonzola, caciocavallo..e un' altra polvere che non vi sto a dire…..sennò finisce che mi rubate la ricetta della pozione…e potreste fare sparire a vostro piacere chiunque vi stia sul groppone….
Visto che m'è costata un' occhio della testa…tanto che svolazzo con un 'occhio bendato come il pirata Morgan..
non ho nessuna intenzione di farvi il favore di ritrovarvi la pozione magica che fa sparire le persone gratis. Capito belli!
Ah dimenticavo di dirvi che se non sentirete e non vedrete più Ghino è segno che la pozione ha funzionato sul serio…
Statemi bene…ahahahahahahah!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!. porcaciucca ..mi s'è staccato un bernoccolo dal naso dalle risate…
 

Regole della Giostra


Il Re, sentite le lagnanze e le richieste dei Cavalieri, ha convocato nell'Aula del Giudizio del Palazzo reale il Consiglio dei Sitani nelle persone di:

La Gran Dama di Picche
Il Gran Cerimoniere del Regno
Il Banditore del Regno
Ser Gerardo, dotto filosofo, emerito studioso di Aristotele e Averro è,
Il venerabile Abate Ildebrando, teologo chiosatore della Summa di San Tommaso d'Aquino.

Dopo sette giorni di assiduo lavoro è stato dato incarico a me (Banditore del Regno) di riportare fedelmente il pensiero e gli ordini del Nostro amatissimo Re Lorenzone:

"Visto che i Cavalieri (Vassalli, Valvassori e Valvassini) secondo la loro inveterata abitudine avita si propongono (come già hanno tentato con mio padre) di farmi fuori per prendere il mio posto;

Considerato che la capacità di alcuni di capire non corrisponde a quella del loro ardire;

Sentito il parere dei Convocati

                                                                             ORDINA

che i Cavalieri diano ascolto alla Dama di picche e la smettano con le loro quisquicche;

                                                                              ORDINA

al Banditore che ipso facto faccia diffondere dagli araldi a tutto il Regno alcuni pensieri del Re, tratti dalla sua immortale opera De legis iustitia et aequalitate, inerente la Giostra e le sue Regole."



De legis iustitia et aequalitate
 

Regis Magni Laurentii libri excerpta

"In questo torneo le regole sono libere, perché a Noi, Re Lorenzone, le restrizioni non sono mai piaciute.
Chi vincerà? Vincerà colui che riporterà più consensi tra i Commentaria."

"Le regole! Cosa sono le regole se non convenzioni che ognuno cerca d'imporre agli altri secondo il proprio tornaconto, interesse e comodo?
Benissimo. Noi le aborriamo e aboliamo! La Nostra Giostra non è un qualsiasi concorso di poesia in cui pesanti vincoli e catene (le regole!) legano la fantasia e la creatività. Il Nostro è un carosello cavalleresco giostrato con armi di qualsiasi tipo. Si possono portare, oltre ai cavalli, anche altri animali addomesticati, quali asini, cani, gatti, aquile, porci, serpenti (ricordate Aiace Oileo?), pulci, perché sono il risultato di lavoro basato su ingegno e pazienza. Però, miei carissimi Sitani, dovete meditare (specialmente i Nobili) sul concetto di uguaglianza e giustizia, che sono due virtù contrastanti. Pensate a Davide e Golia. Chi avrebbe vinto se ci fosse stata la regola secondo cui bisognava usare soltanto la spada? E Davide senza fionda che avrebbe fatto? Allora, cari miei, usate l'arma che preferite, secondo... giustizia. E ricordate: spesso ciò che è uguale non è giusto, e ciò che è giusto non è uguale per tutti.
"Voi, Nobili cavalieri, direte: ci sarà confusione! Sì, ma Noi nati e cresciuti nella confusione, siamo stati incoronati Re nel caos più completo. Per questo la confusione costruttiva non è un difetto, ma una virtù che a Noi piace tanto!"
"Fa bene al cuore, all'anima e al cervello meditare.
Orbene, fatelo insieme con Noi, Magnifico Lorenzone."
"Non sempre si può accontentare tutti: c'è stato, c'è e ci sarà sempre colui che borbotta e che, in nome delle regole, tenta di spargere o fomentare il malcontento. Anche se imponi mille e mille regole, salterà sempre fuori uno che ne vorrà ancora, come ben vedesi dal colossale Corpus juris degli Italici, dove sono affastellate leggi e leggine, norme su norme, che poi tutti cercano di evadere per il proprio tornaconto e nessuno rispetta.
E allora basta una sola Regola: Fate i sudditi e obbedite! (Scommettiamo che ora siete contenti ah ah ah)."
Ma oggi Noi, Magnanimo Re Lorenzone, siamo d'animo lieto e propizio a beneficiare tutti, ma proprio tutti gli abitanti del Regno Poetare.
Pertanto, ordunque, seguite le istruzioni minime indispensabili catalogate dal Nostro Emerito Gran Cancelliere, a cui siamo grati che abbia tra l'altro regolato con legge (vi sembra giusta?) lo ius primae noctis, che però, Vi confessiamo (oggi siamo in vena di confidenze), da diverso tempo non pratichiamo più per l'avversione di due tremende forze: la Nostra Dama e l'età.

REGIS LEGES
basate su Giustizia ed Uguaglianza

1)  Vinca il peggiore, che di solito è il più simpatico.
2) è lecito usare ogni tipo d'arma ed animale.
3)  Ai grassi cavalieri è permesso sfottere, ma anche ai magri.
4)  Sono ammessi i colpi bassi (per i bassi), i colpi alti (per gli alti).
5)  Ai bassi si concede la lancia, agli alti la spada (Sua Santità s'è dimostrato contrario che si adottasse il letto
     di  Procuste).
6)  I Cavalieri bassi monteranno su destrieri, gli alti su pony.
7)  Non è vietato portare due o più siche.
8)  Ogni scorrettezza è ammessa (Difesa del diritto alla vita).
9)  Siano mozzati naso e orecchie (e qui mi fermo) a chi piagnucola o chiede pietà.
10) Le Dame concedano i loro sorrisi e le loro grazie sia ai belli che ai brutti, ma non ai piagnucolosi.
11) Sarà proclamato vincitore colui che riporterà più consensi nei "Commentaria", che il popolo sitano
      chiama "Commenti per la Giostra".
                                                                     Il Banditore del Regno


L'eccellente Cavalier Antonio Fabi ed un suo lapsus

Alea
Ho provato un curioso esperimento,
per il vero non poco periglioso
esponendomi in modo clamoroso,
al rischio d'esser fatto secco e spento.

Ho accorciato, con ben preciso intento,
un verso che risulta artificioso,
non del tutto, ma, a ben veder, corroso
dal suddetto, studiato accorciamento.

Sarebbe come dare il collo al boia;
ma non v'è stata consapevolezza
in chi poteva trarne grande gioia.

Non sarebbe servita alcuna pezza,
non ci sarebbe stata scappatoia:
sarei uscito, ma senza amarezza.

Madama, mia dolcezza,
forse tu sola hai visto quell'inganno,
ma nulla hai detto per non farmi danno?
Antonio Fabi


Epigramma

Stimo Zenone e l'ho come fratello;
ma perché, Paesani,
Voi raccogliete il pesante fardello
che normalmente grava sui ruffiani?
Antonio Fabi


Duplice intesa

Sempre per voi, dolcissima,
Dama delle armi bianche,
la penna mia finissima
arie scriverà franche.
La penna ed il pennino
sempre saranno in moto;
e Voi, sul mio cuscino,
scoprirete l'ignoto.

Qui è comparsa una Cecca,
d'aspetto - dice - orribile:
ossuta, storta e secca.
Mi par poco credibile.
Marino, Pulci e Ariosto,
Apuleio e Lucano
descrissero, piuttosto,
un fenomeno strano.

L'ignoto che vi attende,
o kyria reverenda,
nelle mie rosse tende
è una prova tremenda.
È un fatto metabolico:
quando compongo un pezzo,
l'aspetto mio diabolico
recupero dal mezzo.

Gioverà il "Trillo" del signor Tartini,
a che, malgrado la trasformazione,
i Vostri splendidi occhi assassini,
possa godere anche in tale occasione?

Vi dite a me promessa,
e Rullo Vi ringrazia,
Vinciamo la scommessa,
o mia novella Ipazia.
Antonio Fabi


Ritorno al lapsus

Ne ho parlato,
né ho smentito;
ho pensato:
"Son tradito"
Un errore proprio piccolo,
un trabiccolo,
così.

Ci ripenso:
"Non l' han visto;
ma un compenso,
pronto è, Cristo!
per chi scoprirà l'equivoco,
certo univoco,
qui e lì.
Antonio Fabi


Donna Giannetta ai Cavalieri tutti

Grandi feste si preparano al castello confinante ,
tornei di caccia,banchetti e balli,saltimbanchi e giocolieri,
bella figura il re deve fare, per i cavaglieri d’oltre mare.
Non son certo regnanti eccellenti,e nemmeno noti come antichi casati,
sono però famosi, per la loro maestria nel incitar alla guerra i cavalieri suoi.
Attorno a quei tavoli si sazieranno cavalieri e dame,e con grande maestria
I loro affari effettueranno.
I servitori tutti attenti, che nulla vada sprecato ,con gli avanzi dei banchetti loro si sazieranno.
Sono tanti i tesori messi in palio ,abili cavalieri si sfideranno per cacciar fame e carestia.
Un cavalier più sfortunato(dice lui )a quella tavola rotonda non può stare e tanto meno comandare,per fortuna (dico io) di tesori lui ne ha tanti e gia troppo ha comandato .
Il suo castello è su un isola lontana e gli amici può invitare ,di tornei di caccia ne può fare, ai cinghiali può sparare, purchè non ci sia qualche animalista che si incazza e lo caccia via.
Gianna Faraon
 

Il molto cortese Cavaliere Gus si presenta

Autoritratto
Sono colui che quando all'imbrunire
volge il suo giorno spera nel domani,
quello che per paura del morire
forgia la testa a Venere ed ai Mani.

Sprezzante del dolore (se non soffro,
sottomesso e sbraitante se mi prende)
un lato generoso agli altri offro
dono l'amore a chi non me lo rende.

Io fra le donne belle son gioioso
ad esse appaio intelligente e accorto
(agli altri, invece becero e noioso).

cento mi dan giudizi e ne riporto
uno per tutti: "sei un vanitoso"
capite! e quel parere io ... non sopporto.
Gus
 

Son Clisterius medico interno della Scuola di Medicina di Salerno


Clisterius

 Clisterius, medicus emerito, docente della famosissima Scuola di Salerno specialista di anothomya, celiachia, andrologia, ecc. ecc., avendo saputo che Sua Maestà, l’eccellentissimo Re Lorenzone, come dichiarato suo tramite, il Gran Cancelliere di Corte, non è più in grado di assolvere determinate delicate funzioni corporali [ omissis ], di sua legittima spettanza et di suo esclusivo privilegium, che per questione di privacy e di rispetto alla sua Rispettabilissima Persona, non andremo hic et nunc, a fare menzione coram populo, si offre di poter auscultare et visitare a Palazzo Reale Sua Maestà serenissima nell’ ambito delle sue pregorative professionali svolte in regime  extra-moenia.

Il grande medico dichiara altresì, di avere già da tempo sperimentato su cavie umane, soprattuto servi, sguatteri, plebaglia, un rimedio per “De conservanda avibus bona valetudine” il cui principo attivo est il Viagrum Compositum, che habet dato risultati eccellentissimi, tanto che su alcune cavie umane, non essendo stato possibile trovare un controrimedio o rendere più blando gli effetti del farmaco si è dovuto procedere at castrationis perpetua.

Il grande medico Clisterius, con tutto il collegio dei luminari e dei suoi allievi, sapendo di dover curare S.A.R.Lorenzone, ne ha ben studiato il dosaggio onde evitare alla serenissima persona del Re, il rischio degli effetti collaterali.
Clisterius


La Dama di Picche a Rulliano


Ipazia nella scuola di Atene (Raffaello)

Di periglio in periglio, abbiam dribblato
caro, mio fido cavalier Rulliano
e se un dodecasillabo ha stonato
di certo qualche verso a me fu strano

ed anche voi, mio nobile signore
avrete fatto finta d’ignorare…
è un sodalizio, questo, con onore
rivolto al fine di poter restare

invitti nella dura aspra battaglia
che impazza ormai tra mimesi balzane
e quindi insieme abbatter la muraglia
di temibili spade draconiane…

Porgo l’orecchio mio, che pure a voi
sembra assoluto, o quasi, in questo canto
scienza ed astuzia per giovare a noi,
l’apporterete voi, per nostro vanto.

Emula sì, mi piacerebbe assai,
di quell ’Ipazia dotta eccezionale
sperando invero di finir giammai
com'ella uccisa da furor letale.

Ora son grata al Sire Lorenzone
che divulgò il proclama in cotal guisa
che ciascuno conosca la ragione
e ne accetti la regola imprecisa

ossimoricamente,è questo il bello
che nell’azzurro regno a noi si para
d’un Regnante fidato e…picchiatello
che ci rincuora, esorta, e ci rischiara.
Dama di Picche


La Dama Aureliana e il suo canto

Canto pazzo dell'allegria

Nel mio castel turrito son tornata
ora gozzovigliar voglio
per salutare lo stuol di rimatori
e prodi giullari in poesia,
mentre il bel popolo sitano resta
nel giro della giostra per non pensare
all'amaro dell'aspra via,
con il mio canto che impazza
e tuffa lo core tra contrada e piazza.
Oh! cortigiani, musici
e donzelle d'ogni casta
orsù sbandierate l'allegria!
Guida sicura all'interior riscatto,
sì perchè la vita nel viaggio del cammino
echeggia ai trabocchetti
e nel torpore infonder può la sua gravezza,
dunque usciam dall'incertezza
e dal grigior dei panni
continuiamo a ruotare nella giostra
e insieme a colorar gli affanni!
Aureliana la dama


Elfe Lektor sul proclama di Re Lorenzone

All’orecchio m’è giunto un proclama
di cui parla il mio popolo alato:
si dice che il Sire richiama
ad un consono e sano operato,
cosa giusta tra gli elfi è sembrata
e gli illustri signori sitani
hanno chiesto che sia divulgata
tra le streghe le fate ed i nani…
La gran madre d’ Osiride sposa
ha lasciato il suo velo cadere
e cavalca lunare e giocosa
fianco a fianco del suo Cavaliere
Ma il suo cuore (me l’ha confidato)
nel chiarore d’un tenue barlume
ha sofferto l’incanto fatato
d’un destrorso minuscolo lume…
Ella dice che palpita il cuore
a manca sicuro, anche a dritta
dove coglie divino sentore
di un’ anima impavida ritta…
Ed allora m’ ha chiesto rimedio
un decotto o tisana che sia
che la sani del cuore l’assedio
e le mostri la logica via…
Che rimanga un segreto fra noi
questa cosa testè confidata...
Di me son sicuro, e di voi?
Non l’avete neppure ascoltata…
Da Morgana la Fata m’è giunta
notizia di un buon toccasana
stilare di tocco e di punta
con garbo da gran castellana...
Elfe Lektor


La Dama di Picche al doctor Clisterius


Cavie del Doctor Clisterius

Eccellenza vossia doctor Clisterius
che da Salerno l’aurea medicina
d’illustrissimo e dotto vostro excursus
illuminate più che lampadina

potete dirmi, se non v’adontate,
cosa intendete per ano-thomya?
È forse un’ escissione che trattate?
Oppure è scritto per ano-logia?

Sembra, però,la vostra esternazione
rivolta soprattutto in basso loco
e mai si voglia che Re Lorenzone
asporti a voi le biglie per il gioco…

Il Sire ve l’ha detto e ripetuto:
ius primae noctis,è pratica negletta
non per carenza d’ogni suo attributo
ma per non dispiacer la sua Diletta…

Spero che vi sia chiaro adesso il fatto
e che la vostra magica pozione
la prescriviate a qualche vecchio matto
che ha perso oltre a…qualcosa, la ragione…
Dama di Picche


Lucignolo replica ad Antonio Fabi

Prima replica

Mio caro buon Antonio che al vivace
confronto m'invitasti e l'intervento
è come artiglio d'aquila rapace,
suggerisco di stare un poco attento.

E si perchè si parte certo male,
non sono ciuco e tanto meno grullo,
pertanto si comincia con lo strale
e certo amico mio non mi trastullo.

Non faccio lo scudier, son Cavaliere,
puranco Duca son d'un grande Impero
e non mi sottometto con piacere

per tutto l'oro al mondo, onor del vero,
combatto l'uomo d'arme e pur le fiere,
sono Grande Elettor, ne sono fiero.


Seconda replica

Sto pensando, dico il vero
che mi serve lo scudiero,
caro Antonio che ne pensi?
Meglio che non perda i sensi!

Chi mi pungola stia attento
non ho certo il guardo spento,
lancio dardi a profusione
chè mi gusta la tenzone.

Volo in alto col destriero,
sono un cavaliere invero,
volo in ciel sino alle stelle
e non conto pecorelle

come te che dormi in piedi
e talvolta se ti siedi,
quando il sole in alto brilla
la mia tromba in alto squilla.

Chiama all'armi i miei Cadetti,
cosa credi che t'aspetti?
Non mollare te ne prego,
pur t'informo: me ne frego
Lucignolo

 

Antonio Fabi vi ragguaglia sulle...

Questioni anatoliche e altro
Da Hattusas, 5 giugno 2007, ore 23, 44 di Roma

Alle repliche del martedì odierno
soltanto adesso posso replicare,
ché mi ha impegnato un non modesto affare:
l'Impero Hittita, che ora governo.

Ho fatto tutto in modo regolare:
Suppiluliumas, sovrano moderno,
ha ben accolto il consiglio fraterno,
che gli ho prestato, e ha scelto di abdicare.

Prima d'impallinare quell' emione ,
che avevo risparmiato e anche promosso,
vi devo fare una rivelazione.

Il verso storpio ancor non ho rimosso
e manterrà qui la sua posizione,
in modo chiaramente eterodosso.

Dire tutto non posso;
non è un dodecasillabo che stona,
è un verso breve, per dirlo alla buona.

Ma ecco la persona,
che con ingegno e con disinvoltura
conclude questa insolita avventura.

È uomo di cultura:
Taraschi che, con rime ripetute,
centra il bersaglio. Angelo, salute!
Antonio Fabi

Dubbio

Decasillabi adopra il Lettore,
con buon ritmo e con gran sicurezza:
ma perché questo ritmo si spezza?
È una scelta o è l'orecchio che muore?
Sappia l'Elfo che Fabio lo apprezza
e gli chiede soltanto un favore.
Quasi tutto del mondo conosco,
e vorrei visitare il suo bosco.
Antonio Fabi


Drisoletto esprime in versi il pensiero del Re
sul dottissimo quanto molto improprio consiglio dell'emerito Dottor Ser Clisterius

Medice, cura te ipsum!

O Clisterio,
semiserio
pio catone,
Lorenzone
a Voi dice
-e ciò lice-
che tal viagra,
medicina
della Cina,
lo si trova
pur nell'uova
che comprate
nella sagra
della Giostra.
Più s'addice
alla Vostra
dotta chiappa
tale intruglio,
un miscuglio
d'erbe cotte
galeotte;
non s'adatta
al suo naso
ben fornito
e guarnito.
Ser "Clistere",
questo nome
dice tutto,
oltretutto:
è un poema,
un emblema
della Vostra
insigne arte
che ci mostra
solo carte.
Ma oggi il Re
fa per tre:
è paziente
è ridente
è clemente;
non Vi priva,
della vita
remissiva
molto trita;
non Vi mette
in catene
strette oscene,
ma Vi manda
-lo comanda!-
dal Norcino
Occhiofino.
Drisoletto, menestrello del Re


Replica a Lucignolo
del Cavaliere Roberto Bottiroli

Chi tocca il prode Antonio
non sa cosa l'aspetta,
attento stai Lucignolo
che forse in tutta fretta
scagliasti un dardo d'impeto;
attento a cosa fai
chè poi son pianti e lai.

Ed or ti suggerisco
un po' di boria in meno,
scendi talor dal pulpito,
tieni la penna a freno
come color che lasciano
spennati le lor piume
sul nero del bitume.
Roberto Bottiroli


Clisterius risponde al Re

L’emerito doctor Clisterius, grandissimo luminare della Scienza medica della famosissima Scuola di Medicina di Salerno, risponde con una sestina a S.A.R. Re Lorenzone, che a quanto sembra, non ha molto gradito, la cura proposta dal grande medico al fine di ripristinare la normale funzionalità motoria all’ Organo Regale.

Sire, Sire… Biancaneve
che curò Pipino il Breve
conoscendo il suo tormento
mi richiese l’ intervento
or mi scuso per ille pene
ma lo feci a fin di bene!
Clisterius


Antonio Fabi a Lucignolo

Fiaba tragicomica
Tu che ti trovi in mezzo alla candela,
Lucignolo, Stoppino, re del moccolo,
con molto ardire e nessuna cautela
ti proclami Accademico del Broccolo.
Dal ciò che scrivi la spocchia trapela,
annullando quel poco tuo bernoccolo.
Il fatto sta che troppo ancora stenti
col senso musicale e con gli accenti.

Inoltre, sei maldestro e sprovveduto,
nel costruire il testo: non hai logica
e, con la forma, forzi il contenuto;
non è soltanto questione di agogica.
In piedi o assiso trombe non ne sento,
ma s'ode il verso tuo: legge biologica;
e, quanto al sole, a strumenti e panzane;
non trombe puoi suonare, ma campane.

O, meglio, potrai essere suonato
come parte di nobile grancassa
insieme ad altri micci. T'ho avvisato:
cerca di conservare la carcassa.
Come dice Roberto (va citato),
la vita dell'onagro non è grassa,
specie se la sua fine è, appunto, quella
di terminarla come mortadella.
Antonio Fabi


 La Dama di Picche ad Antonio Fabi

Un’ intera giornata ieri ho trascorso
verso per-verso vostro a controllare
Rulliano caro…qui per disvelare
all’Angelo dovrò chieder soccorso

e senza che vi spieghi, son ben chiari
i motivi per cui codesta prassi
per quanto nobiluomo si dichiari
sarebbe meglio che la rifiutassi.

All’approccio gentile, non c’è dubbio
che gli darei del manico il pugnale…
di quel Francesco che fu santo a Gubbio
non ha di certo la virtù epocale…

E qui corre la voce che a cavallo
porti a spasso le dame, e poi s’ infratti...
Per le signore, dicon, sia uno sballo
darsi al galoppo e rider come matti.

Quindi , perché sia salvo il vostro onore
mostratemi da solo quel trabiccolo
ne gioverà di certo il buon umore
benché, per vostro dir, sia proprio piccolo…

Quando mi fornirete ancora indizi
mi avrete tutta, ardita, a cavalcare
contro i siriani e tutti gli altri egizi
Amurru ed Ugarit a conquistare…


La foresta degli elfi

Quell’elfo con l’orecchio un po’ stonato
mi prega di rivolgervi l’invito
di visitare il bosco suo fatato
ove assaggiare un nettare squisito,

Ecco, la mia promessa ho mantenuto
endecasillabando, il resto è noia,
senari a parte, questo è il contributo
che posso dare per la cronistoria…
Dama di Picche


Biancaneve adirata con il Doctor Clisterius

Ahimè, ahimè, quale diffamazione
da quel dottore falso ed incapace:
dire che sono stata la cagione
di tanto ardire suo…non trovo pace
e mi rivolgo dunque a Tavormina
che mi difenda, e faccia quel che deve
per debellare quella sua manfrina
che rea vorrebbe l’alma Biancaneve.

A me che pur gli fui così ospitale
tanto da ingelosire i sette nani
non avrebbe dovuto, quello strale,
tirarmi dietro con le losche mani…
all’avvocato poi farò presente
che pur Pipino chiederà giustizia
in breve sì, ma ancor direttamente
per questa sua spregevole nequizia…
Biancaneve


Replica di Lucignolo al Bottiroli (con aggiunta del Fabi)

Fellon non ti permettere
d'usare tal linguaggio
rammenta son Lucignolo
e un dì t'annienterò.

Come le fiere indomite
forte del gran coraggio
con la mia mano libera
il dardo scoccherò.

Pensaci bene, ammettilo,
un simile retaggio
che gli Avi miei mi diedero
ancor ti stupirà.

In me, caro, si fondono
Casate di gran fregio,
anche il viandante erratico
tutto di me pur sa.

Sol per l'Antonio dicasi:
fa lezzo la tua metrica
come una grande chiavica,
studia pivello ancor.

Per Robertino stolido
il chiaro mio consiglio:
taci, non t'intromettere....
Chi dell'altrui non sa!
Lucignolo


Pfefferliebe dopo la festa

Torno tra scenari sboccati di futuro secolare. Dopo la festa alla corte del Re (dove bevvi come un ossesso più di quanto potevo sopportare), sparivo perdendomi tra le corde del tempo, abbandonando (ahimè) la splendida compagnia della Dama, e dei cavalieri tappezzati da far paura!!!
Bevuto, fugìi per la paura mi ritrovai tra lo scenario del domani, dove una ragazzetto di nome Potter mi picchiò con la sua enorme bacchetta magica... ero vestito colorato, fuori moda per quei tempi, il mio cappello senza campanelli non aiutava (sarà stato questo il motivo di sua tanta ira???-o è solo questione di concorrenza???)
Mi guardai meglio intorno e capìi che non era quello il mio regno, ero rinchiuso dentro una torre in compagnia di alcuni maestri incappucciati (peggio, moltissimo peggio dei miei cavalieri!!!- e poi, dov'erano finite le fiasche da cui attinger il sorso del mio rinsavire?)
mi diedero da bere litri e litri di una sostanza gialla piena di bollicine che mi solleticavano la gola con la schiuma bianca che non aveva niente di sostanzioso e la mia testa -povero me- si rintronava e iniziarono a suonare i campanelli inesistenti del mio cappello fino a che il mio corpo si strinse nella voracità di un buio pesto...
Nel sonno invocai Merlino...le fate... pure quelle cattive... perfino Amelia...niente da fare... ma come per uno strano caso il signor Destin (mago ancor più potente di Merlino e meno sordo!) mi fece trovare la strada della galassia con al mio fianco Fridella, diventata subito mia amica quattrozampe. Fridella la scorsi da lontano, aveva la sembianza di una nuvola morbida e mi incantava col suo moderno parlar che m'insegnò in un istante... e mi curava con la polvere di stelle dicendomi continuamente:" I piccoli e i complessi idiomi crescono, my dear. You are ready now to hold your destiny in your own hand... es fehlt nicht mehr lang, du schaffst es, ab heute brauchst du keine Magie*...". Una ninna-nanna spaziale senza capirne il significato, come non capisco neppure come riesco a parlare in questo modo... sarà la bevandella...
Adesso son in sua compagnia, Fridella è sempre con me nel bosco degli elfi. Mi ha aiutato la bussola del suo naso, mi ha fatto tornare dal quel lontano spazio alla mia dimora.
Ma... la giostra è aumentata, c'è gente nuova, nuovi cavalieri, nuove dame, nuova servitù, una montagna russa di novità... e anche nuove leggi e soprattutto nuovi fiaschi!!! E adesso Fridella? Come torniamo alla corte del Re Lorenzone? Riusciamo a vedere Cristilla, la sua dama, riusciremo a bere da un fiaschetto? Andiam, Fridella a cercar Drisoletto....
(*sei pronto per prendere completamente in mano il tuo destino, non manca molto, non hai più bisogno di magia...)
Pfefferliebe


Doctor Clisterius risponde alle accuse infondate di Biancaneve

Ego Doctor Clisterius, pur essendo molto affaccendato nella famosa Scuola di Medicina di Salerno, in quanto dopo la mia importantissima ricerca ove ho messo a punto un grande rimedio, il famoso Viagrum Compositum , tanto che sono quotidianamente assediato da orde di masculi ultrasessantenni assatanati, alla ricerca di nuove vigorie amorose, ebbene purtattavia nonostante il superlavoro a cui devo fare fronte personalmente per i motivi suddetti, sono andato a rintracciare nella nostra Biblotheca della Scuola di Medicina di Salerno, il Liber Sanitatis, inerente alla cartella clinica del grande monarca Pipino il Breve, proprio per dimostrarle che il grande doctor Clisterius non scherza su queste cose, né tantomeno è capace di mentire.

Ecco cosa riporta il Liber Sanitatis dell’ anno DCCLXIV:

A.D. DCCLVIV dies secondo…Dominus Magnum Pipini Brevis, e così continua in latinorum..ma per Sua facilità di comprensione glielo traduco subito italiano volgare, anzi che dico volgarissimo:
Il grande re Pipino il Breve, fu subito preso in amorevole cura da una deliziosa fanciulla, così bella, ma così bella che pareva uscita da un libro di fiabe…    
Le sue amorevoli cure… diedero fin dal primo giorno buoni risultati…..tanto che il re non poteva credere ai suoi occhi…. e ogni giorno che passava, sentiva ritornare in lui le forze…che aveva creduto perdute per sempre..erano forze potenti…che lo mettevano in agitazione…e sentiva crescere di nuovo forte in lui il risveglio della passione amorosa….tanto che un giorno non resistette…e trovata Biancaneve da sola, senza i nani d’intorno, la prese di forza…
in un assalto amoroso…tanto che Biancaneve interrogata con tutto il rispetto del caso dal Magnifico Rettore della Scuola di Medicina di Salerno di quel tempo disse le due famose frasi:

Magnifico Rettore : eppur si muove!
per constatare poco dopo che:
Ei fu siccome immobile dato il mortal sospiro!

intendendo significare che le sue amorevoli cure avevano condotto il grande re ad essere un EX PIPINO IL BREVE, in quanto il suo affare era diventato grande e vigoroso tanto che quell’ incidentale assalto amoroso fu letale per Sua Maestà che si schiattò fra le sue candide braccia ed ecco perchè ei  fu ( terribilmente fottuto! )
Clisterius



Antonio Fabi a Lucignolo


Ghino Burlacco presenta Pappa e Ciccia

De misero asello bis
Solo insulti volgari,
Stoppino, sai produrre.
Agli asini sei pari,
quanto a virtù buzzurre;
ma peggio dei somari.
la penna sai condurre.
Ciò che affermo dimostro,
poco mirabil mostro

Tra accenti acuti e gravi
non sai la differenza.
Non bastano i tuoi avi
per darti intelligenza;
e più scrivi, più aggravi
peccati e penitenza:
perdoni giudiziali
hai già avuto a quintali.

Controlla il verso ottavo
di un tuo capolavoro,
animaletto ignavo.
Non senti l'almo coro
che canta: "Quanto è bravo
Lucignolo nel Foro?"
Sono tutti asinelli,
germani e tuoi fratelli.

Ma essi mi commuovono:
nella letteratura;
lacrime amare piovono
per sorte tanto dura.
Anche le rocce smuovono
e tutta la natura.
Hai letto "Mont Oriol"?
Fallo: poco ci vuol.

Perdio, ma che miracolo
domando ai santi numi!
Roba da avanspettacolo:
Mida senza costumi..
Leggere lui? Vi è ostacolo
maggior di mare e fiumi.
Promosso sia a bardotto,
buono per lo stracotto.
Antonio Fabi


L'ancilla Cristilla racconta

La mia signora s'è vestita a festa
stamattina, s'è tutta inghirlandata
di rose profumate, sulla testa
dalla ramata chioma arricciolata.

Indi la mano mia si porta al cuore
e – Senti – dice – Senti come batte,
per quel nobile Fabio di valore
che tra cuscini e strofe qui redatte
mi va mostrando ardore e deferenza.
Nobil non vidi mai simile a questo
così gentil ma tosto all’occorrenza
e voglio quindi regalargli il cesto

di queste rose messe tra i capelli…-
Quindi la dama, dal messer Antonio
si sta recando, adorna di gioielli
con qualche verdurina in pinzimonio

che,(vi assicuro, sono sue parole)
sorprendono il palato e sono fresche
ed olezzanti più delle viole...
Lo sanno anche le giovani fantesche
quanto, della mia dama l’avvenenza,
bramata sia dal nobile signore
che, pria che sopraggiunga la scadenza,
trarrebbe a sé, qual godimento e onore,

il suo scudiero me l’ ha confidato,
ma io che son la sua fedele ancilla
mi sento d’avvertirla: in questo stato
correrà il rischio di cadere brilla…

A Pfefferliebe, chiedo che la scorti
possibilmente che le spieghi bene
se delusione sia poi la conforti
lui che sa mitigare le altrui pene…
La porti a fare un giro sulla giostra
la distolga con l’arte del giullare
così che nella bella reggia nostra
ancora possa ridere e scherzare…
l’ ancilla Cristilla


Elfe Lektor e l'arte di comporre

Mi c’è voluto tempo , son sincero
per imparare a scrivere sonetti
in versi calibrati e, così spero,
dopo vari esercizi anche perfetti.

Ora vi esterno tutto il mio pensiero
con lemmi che risultino corretti
e possano mostrare per davvero
il mio valore e quindi beneaccetti.

Credo però che quasi un terno al lotto
vincer sarebbe, oppure fare tombola,
se apprendessi perfino lo strambotto.

Ma son sicuro, e stilo questa epistola,
bevendo solamente all’acquedotto,
che posso rifilarvi anche una”frottola”…
Elfe Lektor


Biancaneve risponde a Clisterius

Di Pipino parlate, ser Clisterio?
Stefano terzo pure lo sapeva
ch’era arrivato sano al climaterio
e più di una pulzella ne traeva…

Se poi continuate ad accusarmi
dovrò in Urbino chiedere difesa
direttamente tesa a discolparmi
e pagherete cara questa offesa
Ermengarda perfino seppe tutto
dacchè pessimo suocero fu stato
a lei che il core il figlio avea distrutto
osò mostrarsi vile e assatanato…

come avrebbe potuto, quel maschiaccio
chiedere a voi la magica mistura?
Lui che l’aveva sì spada di ghiaccio
e breve era soltanto la statura…

Vi manderò i padrini, dotto bello,
perché se nella fiaba non fu scritto
io tiravo di piatto e di diritto
e voi sarete presto il mio zimbello.
Biancaneve


Clisterius ancora per Biancaneve

Candida Biancaneve….Ser Clisterius…doctor emerito della Scuola di Medicina di Salerno…non ha tempo da perdere… …anzi nutre serissimi dubbi….sul fatto che…lupus in fabula sed fabula ficta .. in zona climaterio..ci sia  Vossia. Clisterius agisce secundum scientia et conscientia  semper et lascia parlare i fatti. Ecco le prove custodite nella cartella clinica personale di Pipino il Breve, del Liber Sanitatis  che la inchiodano. Guardi qui sotto il vostro idillio:

Biancaneve et Rex Pipini Brevis

Biancaneve porta delle prove

Questo il vero ritratto di Clisterius

Al Sire, cui mi appello, poichè Clisterius ha frodato anche spacciandosi per il nobile, incorruttibile Dottor Galenus...come ben si può evincere anche da questa altra foto scattata da uno dei miei nani mentre, indaffarato, prepara i suoi intrugli.
Biancaneve


Clisterius e i suoi intrugli


Ennesimo consiglio a Lucignolo

Mamma mia che randellate
brutto stolto ti sei preso
ma non rimanere offeso,
te le sei proprio cercate.

Quando sfiori il gran maestro
questa, penso,è la tua fine,
camminando sulle mine
senz'avere un poco d'estro.

Il consiglio che ti diedi
caro mio non valutasti
prendi pilloline ai pasti
se vuoi rimanere in piedi.

Ti ripeto: stanne attento,
forse un giorno capirai
quel che adesso tu non sai:
che il suo verso è gran tormento.
Roberto Bottiroli


Invito per Fata Morgana

Nel castello c'è una Fata,
dolce, fresca, intelligente
ma qualcuno impertinente
la dileggia, ma perchè!

E' quel tale Bottiroli
che di metrica sa tutto,
pensa lui, ma sa di strutto
il suo verso che non c'è.

Pur continua nella via
che tracciasti con ardore
si rinnovi il grande amore
per la rima, non cessar.

Dico ben Fata Morgana:
si mi gustano i tuoi versi
fa che non sian mai dispersi,
un saluto e tornerò.
Lucignolo


Nuova replica al Fabi

Attento ignobile,
stolto e codardo
Io son Lucignolo
e scacco un dardo
su quella inutile
testa o stallier.

Tu credi d'essere
un gran portento,
duro di metrica,
io ti rammento:
il tuo linguaggio
è da villan.

Sa di stallatico
il verso inverso,
in molti sperano
che vada perso
fra le macerie
d'un uragan.
Lucignolo


In risposta all'Elfo (l'arte del comporre)

O si che sai scrivere
Gran Elfo del bosco
non come quel losco
pivello d'Urbin.

Pur sono sensibile
al verso l'ammetto
ch'è sempre perfetto,
ti faccio l'inchin.

La tua classe limpida
mi tocca la mente
va il cuore fremente
al nuovo destin.

E' questo l'omaggio
al Grande Poeta
che tanto t'allieta
come un bel rubin.
Lucignolo


Introduzione maccheronica
(Con licenza de' Superiori)
di Antonio Fabi

Mi garba ciò che pubblica Cristilla,
e brindo a lei nonché alla sua signora:
bibit Rullus cum ancilla;
prosit, Kyria, et ad maiora.

Talune frasi su strumenti e ordigni
mi parvero ier l'altro sibilline.
Sumus, domina hodie digni
vestrae laudis tam divinae?


Sonetto

Ho visto poi che ad altri era rivolto
quell'accenno ad un metro corporale,
forse introdotto in maniera brutale
da un cavaliere a dire poco stolto.

Confesso (voglio essere leale)
che qualche volta io stesso ho raccolto
qualche provocazione, anche se assolto
in ogni sede: civile e penale.

Schidioni, antenne e trabiccoli vari
sono gustosi se sono al servizio
di sollazzi e di scherzi letterari.

Ed io mi tolsi ben più di uno sfizio,
con tante rime di begli ottonari,
finché una diva m'impose giudizio.

L' Historia dall'inizio
domandano miliardi di lettori,
che stanno sul pianeta ed anche fuori.

Ma sia certo, signori,
che metterò questo mio libro all'indice
se così disporrà la Musa vindice.


A Biancaneve
(Strambotto toscano)

Se la Repubblica di San Marino,
minacciata dal truce Malatesta,
chiese ed ottenne dal Conte d'Urbino
uomini e mezzi per fargli la festa,
è fin troppo scontato, Principessa,
che la risposta mia sarà la stessa.
Ma, il vostro ingegno parmi tanto acuto,
da non necessitar d'alcun aiuto.


Rullo di timpani
(Rispetto caudato)

Pari, Stoppino, un tamburino sordo:
monotono quanto una sirena.
Non sai neppure cosa sia un accordo.
La tua stizza non irrita, fa pena.
Eppur di te serberò un buon ricordo,
ché sei buona pietanza per la cena
e non solo: pittori e musicisti
hanno ispirato le tue orecchie tristi.
Grandi geni provvisti
di cultura senz'altro universale,
e, soprattutto, del regno animale.
Ora tengo in non cale
altri tuoi strafalcioni orripilanti;
vedremo tutto quanto andando avanti.
Antonio Fabi

 

Il Principe Azzurro in difesa della sua amata sposa Biancaneve

Biancaneve e gli otto nani
Quante fandonie, Magnifico e Magnanimo Sire, Luminosa Regina Zenonia, nobili Dame e cortesi Cavalieri, sul conto della mia sposa Biancaneve. Questo oscuro mestatore che afferma di chiamarsi vanitosamente Clisterius altri non è che l'ottavo nano facente parte della famiglia dei Nanetti che ospitò con generosità la mia amata sposa.
A tal riguardo mi sento in dovere di svelare tutta la verità e di sfatare una volta per tutte le dicerie e le varie leggende propalate in modo non veritiero da parte di molti scrittori, a cominciare dai fratelli Grimm, che non ricostruirono la storia come loro era stata narrata da pastori e contadini che si trasmettevano quella triste vicenda da centinaia d'anni. A complicare le cose ci si mise pure un certo mago d'Atlantide, tal Walt Disney, che cambiò completamente il finale della fiaba. Le varie versioni diffuse nel mondo della letteratura popolare non corrispondono. Ora, cortesissimi lettori, vi spiego come veramente andò.
Come Biancaneve ritornò in vita? Beh, su questo non vi rivelo nulla,è un nostro segreto che vogliamo tenere per noi. Invece la storia dei sette nani non è esatta. Intanto erano otto. Biancaneve (tutto il fatto me l'ha raccontato nelle lunghe e fredde sere d'inverno al caldo del camino scoppiettante) come poté entrare nella casetta che aveva la porta e le finestre chiuse? Dentro c'era nascosto l'ottavo nano, che al toc toc la invitò ad entrare per via di certi suoi esperimenti. Era bruttarello, con la faccia uguale al ritratto che vedete esposto nella bacheca della Giostra, e… puzzava in modo strano: un misto di aglio e cipolla, latte e cavolo, urina di gatto e cacca di verro.
-Oh, che bella casetta, disse Biancaneve. -Come ti chiami, nanetto?-
-Clistèrolo!- Rispose, tirando su col naso.
-Che bel nome insolito! E, dimmi, come mai sei solo?-
-Mi piace stare da solo. Io studio!-
-Ah! Che cosa?-
-Medicina e alchimia, studio da scienziato io!-
E tirò di nuovo su col naso e crepitò da una parte del corpo dove non batte il sole.
Stava per svenire la povera mia sposa, quando per fortuna tornarono gli altri sette nani che aprirono subito le finestre e rimproverarono aspramente il fratellastro:
-Clistèrolo, non la smetti con i tuoi miscugli disgustosi? Guarda che, se non vieni a lavorare (era anche uno sfaticato!), ti cacciamo!-
Il nome di Clistèrolo traeva origine dal fatto che, credendosi l'ottavo nano maestro di medicina, preparava intrugli di erbe per combattere la stitichezza. E allora, dai con i clisteri! Senza però risolvere il problema. Era diventato così fissato che voleva sperimentare le sue composizioni medicamentose perfino sugli animali. Riempiva perette su perette di succhi d'erbe, mescolate ad ingredienti che non vi dico, se non volete svenire; usciva dalla casetta con un cesto pieno appunto di perette e cominciava a camminare tra gli alberi del bosco. Gli animali più piccoli fuggivano terrorizzati, i più grandi lo guardavano in modo tale che sembrava parlassero e gli dicessero: -Vieni, vieni che il clistere te lo facciamo noi!-
Questo nano dispettoso, pignolo, invidioso della laboriosità e della simpatia dei fratelli e della bellezza di Biancaneve, pensò bene di eliminarli, trovando appoggio nella strega Malintruglia che desiderava uccidere Biancaneve. E quando la vecchiaccia uccise, o credette di uccidere, la mia sposa, il nano Clistèrolo sparì per ricomparire oggi sotto le vesti di tal Clisterius, ad opera forse di demoniaci poteri. S'è sparsa la voce, infatti, pervenutaci da navigatori dell'algida Albione, ch'egli fosse scappato in Atlantide con l'aiuto della megera e si fosse rifugiato in un posto chiamato da quei misteriosi abitanti body farm, specie di fattoria dove venivano allungati i corpi. E questo lui si fece fare. Con macchinari, opera di Belzebù, lo allungarono di sessanta centimetri, sicché ora ha le gambe molto lunghe, ma nel resto del corpo ha mantenuto le proporzioni originali. Ecco perché sembra imponente come uno che sta sui trampoli. Un'altra voce sussurra che, ad operazione effettuata, si fosse fatto consegnare uno specchio a cui chiese:
-Dimmi, dimmi, specchio, dimmi:
sono bello più di prima?-
Al che lo specchio rispose:
-Taci, taci, scemo, taci.
Molto peggio sei di prima!
Capite, Magnanimo Lorenzone, parlava con uno specchio ad opera delle forze malefiche di Satana!
Pertanto, per i motivi che vi ho esposto, chiedo alla Maestà Vostra che Clisterius sia bruciato vivo su un rogo come stregone che porta rovina, guerra e lutto, visto che non gli è bastato essere stato da Voi magnanimamente inviato dal norcino Occhiofino per l'atto espiatorio tendente a sanare le sue malefatte. Forse, dico umilmente ma decisamente, sarebbe stato meglio che Occhiofino gli avesse tagliato la lingua, invece di quella cosa che già era inutile di per se stessa. Ma tant'è… Lui continua imperterrito a parlare e sparlare senza tener conto che della sua scienza maniacale non sappiamo che farcene.
Rendendo omaggio alla Vostra Eccelsa Saggezza, mi inchino ossequioso al Vostro volere.
Il Principe Azzurro

Donna Giannetta Alla Dama di Picche

Cara dama vi saluto e mi inchino al suo cospetto ,
è da un po’ che non vi sento,forse la vostra penna ha perso grinta ?
Oppure s’è spuntata?
Nella festa del castello ,da molte dame circondata ,
c’era l’ospite tanto gradita.
Le dame tutte ingioiellate ,da cicerone si son comportate,
nel giardino del castello,
Tra statue fregi e siepi,è stata guidata,
ad ammirar l’arte nostra che pari non ha
Sulla tavola imbandita spiccava ben l’argenteria,
e il cibo era degno di codesta compagnia.
Tutte compite all’arrivo, ed esperte del bon ton erano loro.
Ma col vino dei castelli ed i cibi sopraffini,più loquaci le loro lingue diventaron
E consigli sui marmocchi si scambiarono a bizzeffe,
tanto fu che,col dolce colorato di fragoline del prato ,più segreti non avean.
Ma haimè con l’arrivo del caffè,dovettero andar via, rotta fu la compagnia con promesse del ritorno,alla prossima occasion.
Dai mariti fecero ritorno,e con loro tolsero il disturbo fino alla prossima riunion.
Io non so se tra quelle stavi ,di sicuro non sfiguravi ,e all’altezza eri delle loro discussion.
Alla prossima riunion invieremo il nostro sire Lorenzone,con la scorta dei cavalieri tutti,e col saggio dott Clisterius che il malore sa curar ,con decotti ,tisane e infusi tutti quanti fa guarir.
Gianna Faraon


La Dama di Picche propone un giorno di festa

Ero lì che leggevo un “Riso tragico”
tra sonetti , epigrammi niente male
e “Lodi e nodi” che con fare tecnico
spiegavan d’un aggeggio un po’ speciale

quando m’ accorsi che ciurlar nel manico
presso la corte è stolido e sleale
e che gingilli vari ed ammennicoli
van liquidati senza troppi fronzoli…

Oggi, domani e sempre, ser Rulliano
Kiria vi onora e vi dichiara degno…
Brindisi dunque sia, col ciambellano,
l’ancilla, l’elfo, e tutti qui del regno,

una giornata intera di bagordi
proclami il Sire per il nostro bene
una giornata che se la ricordi
anche l’ambasciator che porta pene

perché noi tutti gli daremo addosso
sitani preparati ed efficienti
e, liberato da quel peso grosso,
tornerà lieve ad allietar le genti…

Qui nell’ azzurro regno del Magnifico
aguzza sia la spada, in quanto stile
che ardito sia, seppure immaginifico
e infilzi di sarcasmo ultrasottile…

In altra sede, libertà d’ Historia
scritta epocale, original cimento
valga al Poeta luminosa gloria
ed a chi legge sommo godimento…

Farà sapere al volgo il gran cronista
come potremo accederne alla vista.

Intanto al Cavaliere offre la Musa
apice , lati, base e ipotenusa…
Dama di Picche


Elfe Lektor narra di sé

Ho conosciuto il Cocco ed Jacovitti,
ossi semisepolti in terra infitti
e salami con sigaro e cappello
muli parlanti…e, sì, quanto era bello
leggere quel mensile di O. Del Buono
Mafalda, Charlie Brown ch’erano e sono
ancora spassosissimi…poi c’era
la pagina dei limerik, una vera
scoperta, con l’haiku e pur l’acrostico
ed altro ancora in quel giornale mitico,
gli hippyes di Bretécher, qui la memoria
s’arresta…per la rima scrivo gloria
così, mostrando poca fantasia,
ma anche un po’ di para-dislalia…
Quasi mi sono perso ora nel bosco
dei miei ricordi, ma non disconosco
d’avere qualche annetto, lo confesso,
or non pensate che sia vecchio,adesso,
ché sono un Elfo e, come risaputo,
finora sol pochissimo ho vissuto:
secoli ancor mi attendono, per cui
millenni anche vedrò prima che abbui…
Intanto mi diletto con le fate
a scrivere di getto stornellate
che pure al Sire nostro son gradite
e spero pure a voi che le “sentite”.
Elfe Lektor


Soddisfazione di Biancaneve

Il mio consorte è sceso a mia difesa
e adesso sono proprio in buone mani
contro quel vile attacco…è sottintesa
la mia adesione e quella dei miei nani

Ora che si è chiarito anche il mistero
di quell’ ottavo gnomo traditore
nonchè dottor fasullo e menzognero
Clisterio senza laurea e senza onore
posso dormire sonni più tranquilli
tra le braccia del mio nobil marito...
Peraltro i sette nani vispi e arzilli
hanno già tutto letto e riferito
a Lorenzone che, per chi tradisce,
ha pronta la galera oppur l’esilio
e a chi servizi strani rifornisce
commina quegli stessi a domicilio…

Azzurrino mi chiama, un bacio ancora
vuol darmi per timor ch’io m’addormenti
prima che sia passata la controra
ad assopire certi suoi fermenti…
Biancaneve

Clamoroso il Principe Azzurro lascia la sua amata Biancaneve



Il Principe Azzurro l'arcinoto Biscionio d' Arcore, grande teatrante e fine dicitore di fiabe, alto poco più di un nano, ma dotato di uno spirito allegro e gagliardo, quando ormai si apprestava a chiedere la mano della candida Biancaneve, appresa dagli araldi del re, la sconvolgente notizia che la sua adorata Biancaneve, nascondeva e se la intendeva con l' ottavo nano, quel brutto di Clisteròlo, ha subito dichiarato:
" Lascerò subito Biancaneve. Fino a sette nani potevo sopportare, ma otto assolutamente no!
Non mi va di fare il NONO NANO….meglio fare il nano e basta! "
 

Antonio Fabi contro il Principe e Lucignolo

Criminologia
(Per Clisterio e per Lucignolo contro il Principe)

Non sia mai che la pena di morte
trovi spazio in codeste nazioni.
La tortura abbia identica sorte:
ora cessi. Già tante ragioni
propugnarono grandi giuristi:
Beccaria, Verri, fino a Manzoni,
come Liszt e Pagano ed Acquisti.
Chi la pena di morte ha difeso,
alla forca più alta sia appeso.
Antonio Fabi


Premessa per il contrappunto

A lui, che ancora sta nella lanterna
per grazia nostra e clemenza sovrana,
scrittore industre, di vena moderna,
fine quanto un cammello di Battriana,
darò un po' d'olio, affinché non soccomba:
è più utile qui, che nella tomba.
Già lo cantò Banchieri amabilmente
nel Contrappunto bestiale alla mente.
Guardate, brava gente:
È "sensibile al verso" e "scacca dardi".
Non lo fece neppure Leopardi.
Antonio Fabi


Replico ancora al sommo Principe della Chiavica

E' l'errore di scrittura
ma non certo di cultura,
quella che pur non hai tu
o caprone Belzebù.

Quand'usi i senari doppi
certe volte anche tu toppi,
cipollino guarda un po'
che tu pur castigherò.

Pur t'incensi sugli altari,
ti proteggano i tuoi Lari,
ti proteggano perchè
molti son meglio di te.

Citazioni e dotte frasi
già le fogne spesso intasi
ma chi credi d'incantar:
sei Gran Prence nel latrar.

Il tuo verso trottolino
può bastare al porcellino,
può bastare forse a te
e all'amico Scimpanzè (Roberto).
Lucignolo
 

Ex-Voto

Per Grazia Ricevuta,  Ego Clarissimus Doctor Clisterius, elevo divini omaggi all’eminentissimus ArchiMETROpolita Antonagora I d’ Urbino, per avermi risparmiato dalla tomba

Antonio Fabi pro Bottiroli

Pro Bottiroli

Hai ragione, ché io sono demonio
e non potrai tu chiedere pietà.
Quantunque buono sia, Mephisto Antonio,
ti pesterà pure nell'aldilà.
Né mi pare che tu sia ancora pieno,
collettore d'organico veleno.
E, quanto al "trottolino" e al "porcellino",
dimostrano il tuo stile belluino.
Vieni, ora, più vicino:
vogliamo liberarti del tuo basto
per lasciarti di cani allegro pasto.
Ma sei marcio e sei guasto;
anche i cani ti scartano da un pezzo,
ed a sciacalli e iene fai ribrezzo.
Antonio Fabi

Antonio Fabi a Lucignolo

Epigramma
Hai parlato, Lucignolo, di Lari?
Vuoi che ancora ti prenda per il culo.
Non sei l'ultimo, in fondo, dei somari:
tra i tuoi Penati c'è un robusto mulo.
Antonio Fabi


Elfe Lektor e uno sgradito incontro

Mentre mi aggiro intrepido
con fare circospetto
sento lontano un gemito
nei pressi del laghetto
mi fermo e resto attonito
cercando di capir

quale persona stolida
che non sia mago o fata
‘sta passeggiata insolita
di notte abbia affrontata
colma d’anfratti e scivoli
col rischio di cader.

Per questa insana pratica
potrebbe anche morire
perché quel suolo viscido
nel lago va a finire
e chi s’inoltra in seguito
è certo d’annegar…

Volo e mi appresso al ripido
pendio pedemontano
e poi sospeso incolume
vedo uno gnomo strano
appeso a un ramo in bilico,
non può nemmeno urlar…

Ora lo vedo,è Clìsterius
che se ne sta aggrappato
sospeso sopra il limite
afono e senza fiato
con un sospiro flebile
a me chiede pietà…

Di Biancaneve memore,
da questi calunniata
vorrei mostrarmi vindice
e dargli una pedata
invece a lui mi approssimo
e poi lo tiro su…

E qui davvero incredulo
resto come allocchito
quando mi da una sventola
e poi mi mostra il dito
il medio per intenderci
così, per ringraziar…

Poi se ne va quel misero
ridendo come un pazzo
ed io me ne sto immobile
pensando: ora l’ammazzo,
quel mezzo malfattor...
Elfe Lektor


Torna Gus battagliero

Avanti o popolo
Dopo avere fallito il suo Golpe
per de-tronizzare Lorenzo
zitto zitto con fare di volpe
il Fabietto se ne sta melenzo.

La Repubblica avea istituito
proclamato avea già presidente,
col suo fare da grande impunito
indovina ? lo stesso Reggente!

Questo è tipico caso italiota
di chi simula rivoluzione
ma non cambia nemmeno uno iota
perchè aborre… real mutazione.

o di …Prodi guerrieri Adornato
di sinistra & sinistra plotone,
piazza Popolo avete addobbato
ma non c’era nemmeno un c…ampione.
Gus


La Dama di Picche ringrazia Donna Gianna

(Sonetto caudato ?)

De’ Faraon ringrazio Donna Gianna
che per la sorte mia s’è interessata
e le ricordo, a lei che non s’ inganna
essendo una signora compassata

che la Dama di picche non s’ affanna
perché comunque è stata già onorata
da un lustro Cavaliere che l’ osanna
di grande mente e nobile casata…

Sarò felice d’invitarla presto
a bere meco tè con pasticcini
e musica ascoltare nel contesto

eseguita per noi dai “Genesini”
menestrelli famosi, qui lo attesto
sonatori di cetre e di clarini

inventori di flauti ed ottavini
che pure il nostro beneamato Sire
a corte spesso invita per sentire

l'ultima stornellata di passione
prima di presenziare alla tenzone

essendo il grande Sire Lorenzone
amante d’arte e mecenate accorto
e di sonate ascoltatore assorto.
Dama di Picche


 

Ritrovato uno scritto scandaloso di Giannetto di Noale pederasta medievale 


Giannetto

L’ on. Kazimir Luxuria noto transgender eletto in parlamento coi voti del partito dei Ghibellini, partito di maggiorazanza relativa della Repubblica del Grande Metrarcato d’ Oriente, la cui presidenza è retta dal plenipotenziario Quinto Fabio Massimo Rulliano, si è dichiarato disponibile a costituire una commissione

d’ inchiesta, reclamata a gran voce dall’ala più intransigente dell’ opposizione guidata dal cavaliere Ghino Burlacco, per rendere pubblici i nomi di alcuni  poeti medievali che ora fanno i bellimbusti nella Giostra di Re Lorenzone, che a quanto pare dalle carte giunte in parlamento in un riservatissimo dossier, non abbiano affatto disdegnato di coltivare la particolare amicizia con tal Giannetto di Noale, uno dei più famosi pederasti dell’ epoca medievale. L’ opposizione inoltre reclama che anche Re Lorenzone , non si opponga, ne ponga

 il Reale Veto, per fare piena luce su uno scandalo che potrebbe mettere alla berlina tanti cavalieri che si sono macchiati di gravi atti libidinosi contronatura punibile secondo il Crimen Sollicitationis e il Tribunale della Santa Inquisizione guidata da Razzino di Ratisbona con gravi pene corporali.


Il vero volto dell'Accusatore


L'Accusatore


Nota di Roberto Bottiroli per l'Eccellentissimo Antonio Fabi.

L'ennesima randellata a quel losco ribaldo di Lucignolo mi ha riempito di gioia e ti ringrazio.
Sarà mia cura infilzarlo prossimamente, in modo da renderlo più mansueto (sì come un cane bastonato).
Cordialmente
Roberto


Antonio Fabi
Per "Avanti o popolo" di Gush
(Lorenzo/melenzo - "…per de-tronizzare Lorenzo")

Basta solo la prima quartina,
contenente ben due aberrazioni,
(sbagli gravi, terribili granchi,
da ammazzare non solo Morgante),
a spiegar che non si ha medicina,
né sciroppo, decotti, pozioni
per guarire gli encefali stanchi
che mai ebbe in misura abbondante.
Antonio Fabi


Donna Gianna a Dama di Picche
La ringrazio cara dama, la risposta sua assai mi aggrada,
piacer mi fa di sentir che lei non s’affanna,stia attenta però, che gli anni passano e viver negli allori non si guadagna.
Sarò ben felice di onorar l’invito suo,il tè mi piace assai, e golosa sono di natura, la musica mi incanta ,ma aimè i”Genesini” menestrelli a dir suo famosi io non conosco. Conosco i canti dei gondolieri veneziani, menestrelli assai famosi ,noti come rubacuori.
Se mi permette ,cara dama in occasion di questo invito sarà dovere mio contraccambiare, facendo ascoltare al beneamato sire le serenate malandrine, cantate in gondola ,per far innamorar le giovani donzelle,e goder i menestrelli,sotto i riflessi della luna che si specchia sul mar.
Gianna Faraon
 

Il pool di Magistrati “ Sederipuliti ”, su richiesta di Ghino Burlacco
indaga sullo scandalo Giannetto

Un pool di alti magistrati guidati dal P.M. Petro Petro, su richiesta dell’ opposizione, guidata dal cavaliere Ghino Burlacco, del partito di opposizione dei radicali liberi, che ha portato sugli scranni parlamentari, la famosa pornostar Cicciolina,  sta indagando sull’ ennesimo scandalo repubblicano che tutti gli araldi di corte del Munifico Re Lorenzone, a seguito delle carte emerse dalla commissione d’ inchiesta hanno ribattezzato “ Chiappettopoli”, e altri “ Ciappettopoli “,ovvero nei feudi del nord-est dove indaga il giudice venesian Scasson.   
 

La Dama di Picche a Gianna Faraon

Gianna de’ Faraon, di quel complesso
ch'è stato tanto amato nel passato
e che tuttora è riascoltato spesso
mando un dipinto-disco pubblicato

e poi il ritratto di quei menestrelli
che nel futuro ancor saranno amati
come Vivaldi e Arcangelo Corelli
compositori insigni e venerati

di musica sublime pari a quella
classica di Chopin o di Rossini
Haendel e Bach, e tanti che alla bella
arte di musicar furono affini…

Sebbene non disdegni andare in gondola
ed ami barcarole e stornellate
tra fraseggi iterati e qualche frottola
preferisco gli Adagi e le Sonate…
Dama di Picche


Genesis: menestrelli del futuro


Gus risponde ad Antonio Fabi

A Fabi è ...
Le licenze non lascia passare
il Fabietto urbinate, mi pare,
ma s'affretta con fare morboso
a corregerle da permaloso.

Ma nel merito nulla contrasta
con la sua spuntatissima asta
( di che asta noi stiamo parlando ...
ma di quella che usa ... poetando

non possiede il tapino altre armi
se non quelle dei suoi triti carmi
con i quali da vero impostore
si proclama da sè vincitore).

"Io ti spacco ti batto t'anniento"
suole dire con far da portento:
mi ricorda quel bel topolino
che sguainando il suo picciol spadino

tutte in guardia metteva le genti
che restavan però indifferenti.
Oh Fabietto, Fabietto urbinate
tira meglio le tue stoccate

l'avversario dirà se è toccato
(o se manco l'avrai sfiorato).
E combatti in un modo decente!
l'auto-gloria non serve per niente.
Gus


Aureliana la Dama sulla Giostra

Storia di nani e Sitani

Dinnanzi alla Giostra medievale
si va con Elfi, Fate, Cavalieri e Dame
e per l'accesa festa nel reame
facciam ressa

reco meco la mia balia (di Cristilla grande amica)
Donna Cosciotta Della Panza
con essa, prosperosa ma assai di libagion generosa, esco dal maniero e dall'androne
posso alfin seguir la sorte del mio ciarliero Cavalier fiero
un bell'Adone possente, corazzato
tanto!

E' pur vero che la festa
sembra debba ancor incominciare
si fa un gran chiaccherare
ma il giostrare forse ancor, fiamma viva non ha.

Intanto sotto l'azzurro segno, del regno Lorenzone
m'inchino agli ospiti graditi: Biancaneve e nani
la preferenza mia è, Tarascolo tra i Sitani
il mio ambirè adottarlo di getto
per il diletto nel gioco perfetto;
egli con chiara-mente ci propone
quesiti e passatempi
tra brindisi con calici di-vini
e come si conviene a un menestrel
canta i nostri destini.

E' invero, che il nono nanerottolo detto Frottolo
(o Biscionio d'Arcore)
vorrei adombrar di netto
lo chiudo in un cassetto
a smaltir la storia balzana
della sua casata nana...
Aureliana la Dama   


Antonio Fabi
Al sommo Robert
a proposito dello stoppino

Ti consiglio, Bottiroli,
di adoprare precauzione:
più del primo dei mariuoli
scalcia quello zoticone;
e possiede un buon istinto:
son convinto.

Oltre tutto è resistente,
è davvero una pellaccia;
è ostinato e non si pente,
non c'è verso ch'egli taccia.
E neppure le legnate
son bastate.

Non è sveglio e non è acuto,
strilla in modo spaventoso;
è insensibile, cocciuto,
strafottente e permaloso.
Ho ridotto in particelle
la sua pelle.

È però così fedele
che mi sono affezionato:
non sarò tanto crudele
da ammazzare il disgraziato.
Gli darò (giacché gli aggrada)
fieno e biada.
Antonio Fabi


Antonio Fabi a Gus

Pseudosonetto, quasi una fantasia,
anzi una sonata

Quelle che definisci "licenze"
Non son tali, bensì pateracchi.
Non ci sei, Gus inutili attacchi
mi rivolgi: soltanto apparenze.

I tuoi testi, oltre ad essere fiacchi,
sono zeppi di vere indecenze;
non pretendere piatte acquiescenze:
non si gioca, qui, a carte, ma a scacchi.

Parli d "aste", poi metti i puntini,
come sempre, da buon sagrestano,
o accademico d'aste e tondini!

Anche il tuo ultimo pezzo villano
ci ricorda muggiti bovini,
o afflizione del genere umano!

Che pensiero insano,
accostare al furioso Lucignolo,
te che vali neppure il suo mignolo.
Antonio Fabi


Antonio Fabi
Alla Dama di Picche

Schemi e musiche
(for Queen of Swords)
con originale impianto metrico

***
Se davvero vi piace andare in gondola,
ma preferite musiche immortali,
proprio Venezia, col suo Carnevale,
offre un tema geniale e popolare.
Piacque, tra l'altro, ad un genio esemplare:
a Paganini (e a qualche suo "rivale").
Tra questi Bottesini (senza eguali!),
che, col suo contrabbasso, ancora gongola.
Anche Gottschalk, "Chopin americano",
ci ricamò, scrivendo un grande brano.
Li vedo spesso questi sommi autori,
come quelli più noti che citate;
se proprio tanto lo desiderate
orchestre e cori, soprani e tenori
tutti quanti porrò al vostro servizio
per soddisfare qualsivoglia sfizio.
Antonio Fabi
 

Ghino Burlacco chiede giustizia all’ Alta Corte di Re Lorenzone contro i furbetti del giostrino


I Furbetti del Giostrino

Maestà…in primis…elevo sempre divini omaggi al sommo Zeus Taurino…che sempre Le dia salute e la forza d’un bovino…
In secundis Le scrivo direttamente ( perchè il mio scrivano Chiocciolino è in questi giorni indisposto ), affinché intervenga l’ Alta Corte Reale di Giustizia…in quanto mi pare di notare da un po’ di tempo a questa parte un non tanto larvato meleggiamento, rivolto..vero.. alla mia rispettabilissima persona, da parte di alcuni sedicenti cavalieri della Sua magnifica Giostra che io chiamo i furbetti del giostrino;…sa…non vorrei sbagliarmi….ma a me pare quel quel Bob l’ Intarlatore, che pratica l’ arte della mercatura….suvvia diciamolo chiaro e tondo..quel mercante di stoppini…quel lucignolaio che fa come secondo lavoro
l’ allevatore al nero di somarelli bergamaschi ( lo segnali alla Sua Gabella,  ), e il suo capo…sa. quell’ altro amatore di fotosafari che fa lunghi viaggi nel regno di Battriana per fotografare animali particolari..ma soprattutto  emioni,… non me la raccontano mica giusta……
M’ affido a Lei Maestà…fiducioso che porrà tutti i Suoi buoni uffizi…per ristabilire…la legalità..la trasparenza e l’onestà  nella Sua  Giostra…prima di far appello al pool degli Alti Magistrati denominato Sederini Puliti.
Le porgo i miei personali e sentiti ringraziamenti…m’inchino tre volte rivolto alla Sua Serenissima immagine.
Ghino Burlacco
 

Gus sfida Antonio Fabi

Scelga l'arma cruscaioletto.

Il tracotante vate d'urbino
ora ha la veste di topolino
ora le penne d'una cornacchia
e gracchia, gracchia, gracchia e poi gracchia.

Ma scenda in campo, grande c...ampione
e scelga il tema della tenzone:
per il confronto disponga l'armi
ovvero tema e tipo di carmi.

Io qui l'aspetto, cialtrone mio
non trovi scuse per un rinvio
scelga il sonetto, oppur le ottave
altri strumenti,è sua la chiave.

Se non accetta codesta sfida
allor consenta che la derida:
qualsiasi voglia motivazione
sarebbe scusa da vil fellone.
Gus
 

Risposta di Antonio Fabi a Gus

Epigramma per un cenotafio

Avvertii Gush che non s'era avveduto
d'essere in campo, ma già deceduto.
Non ha capito nulla il mentecatto;
troppo tardi, oramai:è putrefatto.
Antonio Fabi


Antonio Fabi ancora su Gus

Scienze umane (?)

Nonostante sia in decomposizione
Gush serve al mondo intero, in fede mia:
eseguita ne fu la dissezione
da un Ordinario di neurologia.
Il cervello non era decomposto,
come ha attestato il sommo professore:
non c'era affatto, tanto che, al suo posto,
trovò acqua pura, ma della migliore.
Antonio Fabi
 

La Dama di picche esorta il cortese Cavaliere


Dama di Picche e Rulliano

 O Cavaliere, mio Cavaliere! Il viaggio non è ancora finito,
gondola o nave, a noi premio sia la bellezza, la vita e l’esultanza
dei vicini sitani per il giorno di festa…e Tu, audace e severo
approssimati al castello, sul ponte levatoio ti attendo trepida
e cuore, mettici cuore
e rose rosse ma non di sangue
più che la mente, mio Cavaliere
e svetta ardente, vivo

O cavaliere! Mio cavaliere! Sovrasta il tocco delle campane
con la tua voce , mettici la passione per cantare e suona,
lascia la spada per una bacchetta e musica dirigi alata
con il ritmo che dentro ti riecheggia e noi ascoltare accesi.
Ecco, Cavaliere, a te sia caro
offrimi il braccio forte, arma sicura
e poi torna a sognare sulla torre
in alto, ardente, vivo.

Rispondi, mio Cavaliere, con le tue rime a fior di labbra
e battiti ancora con il tuo acume che non ha eguali
perché la giostra non è ancora finita, e limpidissima
la tua mente che scalpita galopperà verso la meta
Esultate celeste, viole e liuti
al suo nobile incedere
a passo sostenuto, chè il mio Cavaliere
s’ innalza ardente, vivo.
Dama di Picche
(suggestionata da Whitman)
 

Sono Drea il bernescante…ex clericus vagante

All’Osteria del Taraschino, seduto ad un tavolo c’è Drea…il bernescante, che memore del suo passato di clericus vagante, fra un gottin di vino e l’altro, lancia qualche stornello:

Bibit illo,bibit illa,
bibit Tara.. cum ancilla,
bibit dominus, bibit clero
bibit Luci cum lo cero…
 

E’ ormai nottefonda e sui tavoli dell’ Osteria insiemi ai fiaschi e ai bicchieri vuoti, agli effluvi del vino, sopravvivono gli ultimi ansimanti brandelli di stoppini delle lanterne che a stento mandano gli ultimi bagliori di luce.
Tutti…sono molto brilli e l’oste Briachella, resosi conto della situazione ha sbattuto tutti gli avventori fuori della porta e se n’è andato a dormire con la sua bella Damigiana.
Un’ allegra brigata di nottambuli, di bontemponi, di tiratardi , ( che vediamo sopra ), sebbene si reggano ammalapena in piedi…continuano. …nell’ampio slargo davanti all’ Osteria, nelle frizzanti aure della notte, in uno scatenato ballo del Trescone.


 Taraschino sulla strada del Brunello di Montalcino


Taraschino



Risposta di Lucignolo al bergamasco Ghino Burlacco

Come al solito buon Ghino
hai capito un bel belino,
credi d'aver dato scacco
ma sei solo un gran Burlacco.

Cosa vuoi che ti risponda,
la mia lama ancora affonda
sul tuo capo, trottolino,
somarello e burattino.

Rozzo come vecchia lima,
sei buzzurro più di prima,
sei pur sciocco, impertinente
e il mio spirto non si pente

di mandarti a quel paese
pur pagandoti le spese
che t'aiutino a sloggiare
e per farti un po' di mare.
Lucignolo


Parata e risposta di Gus

Ho capito, il topolino
fra le gambe ci ha il codino:
parla, sparla, smania e rugge
ma alla sfida lesto sfugge.

L'italiota è recidivo
degno adepto dell'Ulivo,
con il capo d'allor cinto
va dicendo: ho vinto, ho vinto ... .

Qui ci voglion quei signori
(che improvvisi vengon fuori
e di bianco son vestiti),
nerboruti e ben nutriti,

che l’afferrino ben stretto
e, legate mani al petto
con un camice speciale,
in quel tipo di ospedale

lo trascinino, laddove
c’è chi dice d’esser “Giove”
e chi per sua convinzione
dice “io son Napoleone”.

Ed in mezzo a questi amici
avrà tutti i benefici:
potrà dir senza timore
son Fabietto il ... mattatore.
Gus


Dissertazione di Antonio Fabi per Gus

1
Gush, se mi senti dal regno dei cieli,
con l'ausilio di Cherubini e santi,
farò ora in modo che ti si riveli
il motivo dei tuoi orridi "canti".
Sono il più perfido tra gli infedeli,
sono, anzi, un ateo dai modi arroganti;
ma, come Mangiafuoco, compassione
provo per chi soffrì senza ragione.

2
Qui, nel Forum Laurentii, c'è un settore
dedicato alla metrica, ch'è scienza.
Chi pratico non è, faccia il favore
di consultarlo o fare penitenza,
se, in difetto, commette qualche errore:
errare umanum est, abbi pazienza!
Ora che stai vicino ai Serafini,
chiedi anche a loro, o ad altri uccelli affini.

3
Ho scritto decasillabi perfetti:
non è un'impresa d'Ercoli e d'Aiaci.
Tu parti in quarta, copi e non rifletti:
dalla padella caschi sulle braci.
Ecco perché, per questo ed altri aspetti,
adesso sei tra le anime incapaci.
Qualcuno forse ieri t'aiutò;
ma oggi, a quanto pare, più non può.

4
Ed ora, per diletto, un poco giostro
col tuo ultimo pezzo e i suoi accenti,
sì che, senza fatica, ti dimostro
come cadesti in tragici incidenti.
Dopo reciterai un paternostro,
così, "in alto", saranno più contenti.
La tua disfida, ecco, a fondo analizzo,
a conferma di tale mio indirizzo.

5
Ha il decasillabo metro obbligato:
ictus di terza, di sesta e di nona;
è come, in musica, il "basso ostinato"
(se Pachelbel consente e mi perdona).
Ho pertanto, qui sotto, evidenziato
gli accenti che tu hai posto "alla carlona".
Sono, i beati, dotati d'orecchio:
leggendo avran da ridere parecchio.


^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Il tracòtante vate d'urbino
ora ha là veste di topolino
ora lè penne d'una cornacchia
e gracchià, gracchia, gracchia e poi gracchia.

Ma scendà in campo, grande c...ampione
e scelgà-il tema della tenzone:
per il cònfronto dìsponga l'armi
ovverò tema e tipo di carmi.

Io qui l'àspetto, ciàltrone mio
non trovì scuse per un rinvio
scelga il sònetto, oppure le ottave
altri strùmenti,è sua la chiave.

Se non àccetta còdesta sfida
allor cònsenta che la derida:
qualsiasì voglia motivazione
sarebbè scusa da vil fellone.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

6
Alla riga undicesima, una "e"
ho dovuto inserire: doveroso,
per far filare il verso, in quanto che
claudicava in un modo più vistoso,
più manifesto e più grave: cio è
sembrava ed era vuoto e artificioso.
Studia, dunque, per ore lunghe e dure,
o, quanto meno, guarda le figure.

7
In ogni caso, ritrova il tutore,
non dico proprio tra la Trinità,
ma uno ammanicato col Signore,
svelto e pietoso. Se così sarà,
tra trecent'anni un destino migliore
avrai, qui nella Giostra, e anche di là.
Per ora non ti diamo il porto d'armi,
né affermo ciò solo per tutelarmi.

8
Si vuole solo tutelare un sito,
che ormai è patrimonio dell'UNESCO,
costantemente, ogni giorno arricchito
da un mio stupendo, letterario affresco
e da non pochi autori anche abbellito.
Non mi guardare, quindi, più in cagnesco:
a fine termine, col mio sostegno,
ti sarà data una spada di legno.
Antonio Fabi
 

L'esortazione di Elfe Lektor

Bello l’indovinello proposto da Taraschi
che ci ricama bene di sete e di damaschi
ci fa sentire vividi,
ci rende ancora intrepidi
poi ci riporta al gioco di questa bella giostra
per invitarci a scrivere ancora in bella mostra
Angelo è un cavaliere
ed anche un cantiniere
offre il suo vino buono al vero intenditore
ed anche come enologo esperto dicitore.
Al nostro Lorenzone
propizia è la stagione
che reca col Barbera, il Greco e il Bardolino
Vernaccia e Solopaca, Verdicchio e Grignolino
a corte un buon Trebbiano
si beve a tutto spiano…
Andiamo in comitiva a bere all’osteria
dame, scudieri, ancille, in bella compagnia
col mago, gli elfi, i nani, la fata e i cavalieri
gerosolimitani con quelli ospitalieri
prendiamoci una sbornia, cantiamo in allegria
sonetti ottave elogi stornelli e…così sia.
Elfe Lektor


Proposta della Dama di Picche

Suono di clavicembalo
eco pura d’ un organo
ristoro per l’ encefalo
dalla Turingia arrivano

corali e fughe armoniche
sonate, arie e mottetti
cantate alle canoniche
canoni inversi eletti

Fermenta in Eisenach
musica sì sublime
l’ omonimo di Bach
che come lui si esprime

Famiglie di titani
imperituri geni
ancora noi sitani
per loro siamo ameni

Una perenne sfida
orecchio ormai consola
la voce di chi guida
questa sublime scuola

e gloria sia all’ eletto
che mai fallisce un verso
a me già prediletto
pel suo cantare terso.

Ma pure alcune voci
amabili e sfiziose
amo, non trovo atroci
non sono mai noiose

perciò vorrei aspettare
col Sire compiacente
la fine a coronare
il cavalier vincente
Dama di Picche


I Quattro Cavalieri al Carnevale della Giostra...




... E le Quattro Dame



Favola mascherata, raccontata alla dama Aureliana


Dama Aureliana con la sua nutrice

La mia nutrice, per farmi ringiovanir e pe' pigliare il sonno
narrarmi vuol la storia, di fate, foreste e streghe
perchè il cor mio ancor non vuole beghe.

La grande bolgia si va a cominciare
già si maschera la Giostra
imbandir si vuol per l'occasione
la tavola rotonda di Ser Lancillottone,
nel fastoso castel con devozione
alla corona di Re Lorenzone.

Tutte le maschere attendon impazienti
d'entrare sulla torre di Babele
dove la favola a cominciar s'appresta.

I quattro Cavalieri per l'occasion depongono le armi
ma qualche mago, ha fatto lor la festa
or son divenuti mostri d'altri crismi
mentre s'accoppiano alla Dame
ora tramutate da brutte befane;
bitorzolute streghe, pe' non avere leghe,
in mente hanno, di spedir ai quattro venti
chi s'è inventato l'idea de sta menata
e con l'aiuto di pozioni, segnano il fendente
così detto (colpo della strega) facendo restar... anche incontinente (pè la rima...)
chi s'è permesso de fà sta bischerata!

Ma la Maestà, ha poi il sopravvento
chiama a sé la Fata Morganetta
che col suo tocco di magica bacchetta
smaschera tutta la brigata
pur anco il mago che ha avuto sta pensata,
chi esso sia, leggete la prossima puntata...
e dopo la rappacificata, la dolce Fata
molto consolata, va a riscoprir la sua foresta incantata.
Aureliana la Dama
 

Son fra Giocondo, monaco più  largo che tondo

Permettete che mi presenti alle eccellenti signorie vostre illustrissime: son fra Giocondo, terziario dell’ordine degli Scacciacani scalzi   del monastero di Capalle.
Sono di ritorno dalla questua fatta nel feudo dello nobile signore Ghino, un bel feudo dove tuttora si riesce a raccogliere qualche soldino, mica solo noci e farina di castagne; eppoi  c’è il famoso convento delle Mone Achelle , dove le più giovani mi rassettono un po’ il cordone, che spesso mi scende troppo sotto la pancia, essendo io di corporatura largo e tondo.
Ieri ho avuto la fortuna d’ incontrare Mona Lisa, fresca fresca appena entrata in convento…una gran bella mona…gentile ma così gentile, sempre con quell’acceno sorriso sulla bocca…che son convinto che se potesse vederla qualche pittore gli farebbe un bel ritratto…
Beh…è l’ora di lasciare il convento…sennò lo frate mio priore…pensa male…
Sulla via del ritorno mi fermerò al castello di Ghino….dove son sicuro da gran signore qual’è mi darà qualche becco di quattrino…
Pace e bene a tutti!!
Fra Giocondo

Lucignolo ad Antonio Fabi e a Ghino Burlacco

Guarda, guarda l'Antonello
che non cambia il ritornello,
fieno e biada mi vuol dare,
ma non sa proprio cambiare.

Ho la stalla bella invero
sol per te mio buon scudiero,
se nel bergamasco vieni....
già i recinti sono pieni

chè ci sono fieno e biada,
ogni bene che t'aggrada,
vieni e porta pure il Ghino,
gli troviamo un posticino.

Questo invito, franco invero,
che veniate ancora spero,
o compagni di ventura
non mi fate gran paura.

Ma vi dico: non scalciate
per non prendere nerbate
sui robusti fondo-schiena
chè mi fate un po' di pena.
Lucignolo
 

Sono il Tega falconiere di Ghino lo stratega

Ragazzi sono il Tega ….il grande falconiere della Tuscia Lega… più che lavorà .un fa una s…(bip!,bip!)
Sono alla corte di Ghino, anche lui un grande amante ed esperto di falconeria …
Fu lui che agli inizi della mia carriera mi mandò a fare esperienza lontano lontano…nel lontano regno
Là erano dei veri maestri dell’ Ars Venandi cum avibus, quella che praticò anche Federico II di Svevia.
Insieme a Ghino abbiamo riscritto ed adeguato il manuale di caccia ai nostri giorni , tanto che il nuovo trattato l'abbiamo rinominato " Ars coendi cum avibus ", visto che ormai siamo rimasti in pochi a praticarla,
con tutti questi giovani gai.
Noi andiamo volentieri a caccia di giovani tacchine ,di fagianelle, e soprattutto di belle campagnole del contado.



La Dama di Picche applaude a Dama Aureliana
e avvisa un tal Cavaliere

Brava, brava, Dama Aurelia
qui si canta eppur si celia
quanto al mago screanzato
se non l’hanno bastonato
Lorenzone e i Cavalieri
lo faremo volentieri
noi signore indispettite
per averci lui schernite
quindi insieme a denigrarlo
ci mettiamo, quel gran tarlo
che fa solo gran schiamazzo
meritevole di lazzo
come pure di berlina,
gogna, e qualche stiratina
alle orecchie ed anche in basso
giusta legge a contrappasso…
Monna Gianna ci assicura
che otterremo una mistura
se alla maga Mercuriana
chiederemo la tisana
che lo renda presta fatto
un rospaccio losco e chiatto
Noi signore della giostra
siamo degne della mostra
siamo belle ed avvenenti
giovanili e intelligenti
a chi lancia stolti strali
noi faremo i funerali
se poi tenta, il gran fellone
di vestirsi da stregone
con la Fata, e la magia
lo faremo schizzar via…
Faccia pure il travestito,
se non viene a noi pentito
gli daremo la pozione
che gli renda la ragione.
Se quest'ultima fallisce
gli faremo il c...ollo a strisce...
Se nemmen con l’ ossa rotte
smetterà le bischerate
delle assurde mascherate
Sire, dame, ancille e nani
cantinieri elfi e sitani
gli daremo una lezione
su quel sudicio groppone
che mai più potrà scordare…
Se la voglia di beffare
non gli passa questa volta
gliene diamo un’altra scorta…
Alla fine è proprio gonzo
se la faccia sua di bronzo
di vigliacco ed infingardo
non ci toglie dallo sguardo.
Alla prossima, messere
E stia attento al suo…sedere…
La Dama di picche
(per conto del Sire, della Corte e delle altre, splendenti, Dame.)



Antonio Fabi risponde agli attacchi di Lucignolo e di Gus

Gestione affari

Mi scuso con gli amici e le compagne:
tra breve avrò del tempo anche per loro;
mi tocca seppellire due carogne,
dopo di che berremo come spugne.
Un antipasto di salmone e prugne,
con beccaccini, pernici e cicogne;
il vino ci sarà: rubino e d'oro,
e tartufo, su un monte di lasagne.
Avremo poi, come invitato a corte,
Beethoven e Chopin al pianoforte.

Affare primo (Per allenamento)

Vedo fioca, Lucignolo, la fiamma,
che scalda la tua pelle liscia e tesa.
Manco il latte dell'asina, tua mamma,
ti porta forze per buona difesa.
Cresci,è vero, e più grande ora appari:
ma sono i padiglioni auricolari.
Prendo quel latte per la mia signora,
per i bagni, ché tu sei già in malora.

Affare secondo (Destinatario Bertolaso)

Hai frequentato la scuola serale
gestita da Storace e Calderoli,
che t'è senz'altro la più congeniale,
Disgush, che tra i tantissimi tuoi ruoli
(zombie, ciuco, lombrico e altri animali)
adesso, finalmente, in alto voli,
per carceri, segrete ed ospedali.
Invochi ragazzotti nerboruti,
che, come te, agiscano da bruti.

Siete tutti poco astuti,
aspiranti federali,
impettiti e pettoruti,
con moschetti e con pugnali.
Ma neppure tra i rifiuti
troverete i vostri uguali,
ché pur alla spazzatura
fate schifo oltre misura.
Corri adesso da Castelli
e minaccia altri sfracelli,
camerata chierichetto,
fascistello insulso e gretto.
Antonio Fabi


Invito di Lucignolo per Fata Morgana

Graziosa Fata
dove sei stata,
più non ti trovo,
sgomento provo.

Chiedo soltanto,
col cuore affranto,
fatti sentire,
fammi gioire.

Prova a pensare
a sto compare
che dolcemente
soffre silente.

E se al mattino
fa capolino
il sol ridente,
giallo e splendente

empi il mio cuore
ebbro d'amore
per te mia cara,
pulzella rara.

Saluto alfine,
tra belle trine
la mia adorata,
sublime Fata.
Lucignolo


Per Taraschi (a proposito di Ghino)

Tu n'hai ragione
in tua canzone,
da sol s'incensa,
per nulla pensa.

Che ci vuoi fare
lui nel latrare
è proprio un grande
e mangia ghiande

coi porcellini
che sopraffini
stanno sul desco
bevendo il fresco

vino d'annata
con la pannata;
questo in campagna!
Che gran cuccagna.
Lucignolo


Sono Ugo il maggiordomo poco fumo e molto sugo
 


Sono Ugo, maggiordomo della Nobile Magione di Ghino, per gli amici Ughino, tanto che alcuni nelle feste e nei ricevimenti ufficiali di palazzo, allorquando odono il mio nome, mi confondono con lo signore mio,
Ma bando alle chiacchere…ora nella veste ufficiale di maggiordomo, e per incarico del nobiluomo Ghino Burlacco, sono qui ad offrire le scuse personali dello signore mio, a tutte le nobildonne, le dame, damigelle e pergamene tutte della giostra, che si sono sentite offese dello villano scherzo. Ghino assicura tutte le dame, che non era sua intenzione recare offesa, né a loro, né alla loro bellezza e si augura di potere godere ancora della loro bella amicizia.
Ugo
 

Faraon Gianna - detta Giannetta racconta...

Udite- udite –cavalieri e dame

Il banditor di oggi notizie nuove ha portato ,storie di corna e tradimenti
Va ad avvisar la gente che la dama del maniero se né andata ,in accordo e armonia ,afferma
L’amante suo ,bello smacco però sentir raccontare il fatto ,
dopo tanti elogi alla sposa,bella buona dedica agli affari ,e capace a far riempir le bisacce de lo padrone suo .
Chi sa mai perché se né andata ,un letto c’è l’aveva cose belle non le mancavano,
forse ferie non faceva ,ad Arcore lei non andava,ad accudir il maniero lei restava ,
Messa in guardia dalle ancelle fu curiosa di saper come fosse questo posto tanto decantato.
Presa la barca il mare attraversò e stupita fù da tale bellezza che ,più non ritorno.
Fu così che l’amante suo solo restò.
Adesso dopo tale smacco di famiglia più non vuol parlar ,il suo motto è diventato meglio solo che male accompagnato
Giannetta


Fata Morgana è tornata!

Ecco Sitani miei sono tornata,
è' di nuovo con voi la vostra Fata!
Mi son però un pochino spaventata
nel vedermi così mal conciata
fra le dame di questa nobil casata.
Chi ha avuto la bella pensata
di ridurci in così mal parata?
Per breve tempo mi sono allontanata
e in brutta strega mi hanno trasformata!
E' imperdonabile tale bischerata!!
Mi sono poi però tranquillizzata
nel sentire le bella bordata
della nostra gran dama inalberata
al vedere tale mascherata
Bene parlaste poi Aureliana e Giannetta.
Attenti, noi siam pronte alla stoccata:
tre gran dame e una Fata
ridurranno il colpevole in frittata!
Fata Morgana


Fata Morgana risponde a Lucignolo

In risposta a Lucignolo

Mio buon Lucignolo
sarai il mio idolo
se con tal versi
con me conversi!

Breve vacanza
da questa stanza
mi portò via
con la mia magia

Ma or son tornata
in questa brigata
per ricominciare
con gioia a poetare

Sta giungendo la sera
e il mio cuore spera
che ora mai più
soffrir dovrai tu

perché Fata Morgana
non è più lontana
e qui resterà
finchè il Re lo vorrà

Ti ringrazio di cuore
perchéè un onore
che tu mi abbia cercata
pensando fossi scappata!
Fata Morgana


Cristilla e la sua Dama

Le signore hanno fatto sapere
cosa pensano e cosa faranno
se quel plurimo tristo messere
rechi loro ancor minimo danno…
La mia dama pel suo cavaliere
resta in ansia , le prende l’affanno
al pensier che la lasci negletta
per offrirsi a miglior donzelletta…

Egli è preso dal duro confronto
con il prence Gussìnimo d’Estre
e per questo, per lei, non è pronto
a pugnare con daghe e balestre…
Ora aspetta, e non chiede lo sconto,
a scrutar da veroni e finestre
un seppure veloce pensiero
dall’ intrepido baldo guerriero…

A me preme l’ onor della dama
so ben io quanto intrepida sia
e per quanto non geme o reclama
s’è ammalata di grave astenia:
quell’ eroe che gentile richiama
spera torni alla sua cortesia…
Per lei chiedo al Rulliano d’ Urbino
d’affiancarla sul sito azzurrino.
Cristilla l’ ancilla


Risposta di Aureliana alla Dama di Picche

Grazie, grazie alla Gran Dama
che "Piccante" si ricama
di sonetti gliene canta
a sto mago di baldanza.

Noi restiamo tutte unite
sarem Dame, le più ardite
sulla giostra riusciremo
a danzare senza freno...

Il Messer
Ghinomaghino
or ci va molto di fino
ha creato il maggiordomo
per restare giù di un tono
s'è scusato per difesa
della sua onta d'offesa.

Un saluto Madonna rara
ci vediamo a Massa Carrara
spero sempre di sostar
nella torre tua sul mar...
Aureliana la Dama


La Fata è ritornata

O dolce cara Fata
alfine sei tornata,
tornasti pur con forza
che mai nessuno smorza.

Carattere imperiale
ch'è pari a un fortunale
e pure all'uragano...
Parlo col cuore in mano.

Ma tu, ne son sicuro,
lo dico e te lo giuro
hai cuor dolce e gentile
come il fiorir d'aprile.

Se l'estasi mi prende
e l'alma non s'arrende,
ti porgo un bianco fiore
segno d'eterno amore.
Lucignolo


Gus ad Antonio Fabi

Fabiectus comes, Fabiectus dux

Fabietto non mi hai ancora perdonato
che quando t'ho nomato conte-duca
t'ho calcato quell'elmo sulla nuca
da cui mai ti saresti liberato.

Eppure il conterraneo Montefeltro
Federico dal naso appariscente
da Piero fu eternato equalemente
con quel difetto suo degno d'un veltro.

Mentre l'Elfe, il Lucignolo e le Dame,
il buon Burlacco, Tarasco e Clisterius
Drisoletto, con ironia ed il Gius*
celiano a ricercare rime e trame,

tu sul trespolo resti appollaiato
a sillabare nove, cinque o sette,
scruti dove l'accento ognuno mette
pur in un gioco tutto improvvisato.

Scendi Fabiuccio dal tuo seggiolone
leva quel biberòn dalla boccuccia
lascia stare il versetto che ti cruccia
anche se tuo, e bada alla tenzone.

( Certo da me tu non pretenderai
che ti estragga quell'elmo rincagnato
colpo maestro che ti fu affibbiato
di piatto in testa e che mai toglierai).
Gus


Parafrasi per la Dama
di Antonio Fabi

O mia signora, bella e onesta siete
allorché fate un cenno di saluto,
sì che il destinatario resta muto,
come un uccello preso nella rete.

Scusate se talvolta sono occhiuto
ed ho timor dell'acque troppo chete;
ma vi prego ugualmente: sorridete
a questo vecchio troviere abbattuto.

Ché tale sono, prima che guerriero,
lordo di sangue umano ed animale:
in verità, sono un buon masnadiero.

Ciò che per me sopra ogni cosa vale
è il vostro acuto, libero pensiero,
che m'è d'ausilio nel bene e nel male.

E guai a quel rivale
che osasse farsi avanti indegnamente:
andrebbe incontro a un tragico incidente.
Antonio Fabi
 

Sono Moana l'infermiera che ti sana….


Moana

Ciao a tutti!. sitanini…sono Moana …l' infermiera toccasana….sono stata chiamata iersera…da Messer Ghino…perché poverino è da qualche giorno che sta male….soffre di un terribile colpo della strega
Qualcuno gli deve avere fatto per vendetta una macumba…o forse chissà un rito …woodoo
Sono intervenuta su consiglio del dottor Purgone il fratello nobile del dottor Clisterius… che resosi conto che non riusciva a guarire il suo nobile paziente con impiastri, decotti ecc., mi ha detto…madamigella …lei che è una brava massaggiatrice..oltre che una brava infermiera… salga su al Castello di Ghino..che poverino sta molto male…e le faccia qualche massaggino… shiatsu tiramisù…ed io sono subito accorsa….e mi sto adoperando al massimo perché il mio paziente….trovi beneficio dalle mie cure….
Beh…ora vi saluto…ma prima di salutarvi…volevo dire a tutti gli altri cavalieri della Giostra del Re Lorenzone…attenti…non ammalatevi…perché io non posso curare tutti…e vedo che con Ghino…le cure vanno per le lunghe…al massimo se proprio c'è bisogno… posso trovare il tempo per fare qualche massaggino al nostro beneamato Sire Lorenzone…
Ciao!!!…
Moana
 

Antonio Fabi rende omaggio

Historia augusta

Rendo omaggio alla nobile Aureliana
salutando l'ardito suo fratello.
Ibis redibis cum gloria in suo bello;
avremmo conquistato la Battriana,

e d'India e del Catai ogni castello
dopo Palmira e la grande puttana,
quella Zenobia asiatica o africana
che, per mia grazia, non andò al macello.

Ma fu tradito il grande imperatore,
pugnalato alle spalle da un amico,
come usa fare qui qualche "signore".

Moribondo affermò: "Ti benedico
Rulliano, però giura sul tuo onore:
fa' ciò per cui da sempre m'affatico".

"Che cosa?" - io gli dico.
E lui "Tutela la mia giovane sorella".
Ed io ho adempiuto, cara damigella.

Senza alcuna parcella,
potrò aiutarti pure in questa giostra
se ancora più vorrai metterti in mostra.

Antonio Fabi
 

Antonio Fabi a Gus

Direzione Nord Sud

Con quella discrezione che gli spetta,
O per riguardo alle nostre signore
Non ha De Ninis (ma Rulliano accetta)
Dato più spazio al mio De Guris ore.
Ora, pertanto, altrimenti mi tocca
Mostrare ciò che Gus ha sempre in bocca.
Antonio Fabi



Rashida, l’ ancella di dama Aureliana

   
Rashida e Cristilla


 
Zenobia sulle rive del Bosforo


Zenobia

“Sulle rive del Bosforo stia attenta
la tua Regina, il Gotico l’assedia
per questa volta la vittoria stenta
ma poi sarà sconfitta vera e seria

ad Emesa , e colà non più redenta
schiava sarà di Roma che l’insedia
a Tivoli finchè morte l' annienta
e Palmira soltanto una tragedia:

ill Profeta parlò, ma inutilmente..."
questo il racconto della mia signora,
sorella di quel nobile potente

che su Zenobia vinse, (disse Zora,
schiava della regina, in quel d' Oriente)
e che Rulliano ora protegge e onora.

come Aureliana , ognora
di quella nobildonna che scintilla
Dama di Picche è amica, la sua ancilla

amica m’è, Cristilla,
e insieme spesso amiamo chiacchierare
delle signore nostre... e raccontare…
Rashida, l’ ancella di dama Aureliana



La Dama di Picche si rivolge al Tarasco

Che cosa vi è successo, buon Tarasco?
Avete disertato la battaglia?
Oppur state scolando qualche fiasco,
dimentico di me, nella boscaglia?
Sappiate che un cavaliere rivierasco
mi sta trattando come un’ anticaglia
in apparenza mostrasi cortese
ma poi mi sta mandando a quel paese.

Se voi mi affiancherete, con sapienza
e certo con la vostra gran cultura
potremo sbaragliar la concorrenza
e averne insieme gloria imperitura…
Questo se Fabio ancor l’indifferenza
a me farà patire oltremisura…
Ciò dico, perché il principe d’ Urbino
sembra attirato da un bel bocconcino…

Mentre indossate il giaco della festa
aspetto qui, godendomi le note
d’ un menestrello dalla rima lesta
Drisoletto si chiama, a lui devote
sono le dame, ché lor manifesta
affetto e riverenza e ne riscuote.
Con Lorenzone che governa giusto
giocare ancora ci darà più gusto.
Dama di Picche



Per Tarasco: solo polenta e osei



Tara, Tarasco, Taraschino
che intrugli sempre il vino
ti spedisco in Val Trombacco
senza Venere nè tabacco
come ti permetti forasacco
d'acconciar così Burlacco?
Tieni pure la damigiana
ch'io mi stringo la Moana
se non fosse basso il tetto
del cantore Drisoletto
barcollando con l' ottava
ti farei venir la bava:
altro che fiasco e damigiana!
ma com'è brava la Moana!!!…..
Ghino Burlacco


Fata Morgana
In risposta a Lucignolo

Lucignolo mio caro
messer d'ingegno raro
il fior che mi donasti
vorrei che mai si guasti

Lo tengo qui sul cuore
lui scaccia ogni dolore
il suo profumo invita
ad amare la vita

Un dono così bello
è un vero gioiello
sono proprio una Fata
davvero fortunata!
Fata Morgana


Care dame e cavalieri sirtani

Sono Giannetta la vostra streghetta
Con grande allegria vi saluta e se ne va
Vi lascio per un po’, e a ramingo per il mondo vo
Vado per mare e per terra a scoprir
Luoghi segreti e mari azzurri.
Vado a rintenprar le mie stanche membra
Attraverserò montagne impervie,ma paura non avrò
Nel mio carro sicura mi sentirò,il cavalier mio, forte e possente, su di me sempre veglierà.
A voi sempre penserò
E al mio ritorno molte cose vi racconterò
Spero belle ,e che vi facciano divertir.
Adesso vi lascio cavalieri e dame, vi auguro una lotta dura,con penna e spada
E che vinca il miglior
Gianna Faraon


Antonio Fabi alla Dama di Picche

Miles gloriosissimus

Fabio chiede, signora, perdonanza
per gli impegni civili e militari,
per le ambasciate, le corti e gli affari
che talvolta lo tengono a distanza.

Ma la sua penna, che mai ebbe pari
e la sua spada di pari possanza
son sempre di servizio e d'ordinanza
solo per te, che divina gli appari.

Né sono da temere altri servizi
prestati ad altre donne della zona:
solo doveri sono, mica sfizi!

In Persia, in Media, in Tartaria risuona
l'eco dei miei trionfi, che, propizi
sono per la regale tua persona.

E, pertanto, abbandona
ogni triste pensiero; e nell'alcova
attendi l' imperator alla prova.
Antonio Fabi


La Dama di Picche a Peppino Giovanni Dell'Acqua

Da qualche tempo mi sto domandando
che cosa sia successo al buon Peppino
che pure se dell’Acqua va scolando
potrebbe anche assaggiare un po’ vino…

Qualcun altro, mi pare, a lui rimando,
l’invito già gli fece, al Censor fino,
perciò rimane il dubbio, disertando
vorrà privarci del suo stelloncino?...

Forse la rima teme e lo costringe?
Eppure esprime grande maestria
nel recensire, lui quasi sospinge

lo stile di chi scrive poesia
da’ risalto alla forma, la dipinge
con acutezza dotta e cortesia…

Mi piacerebbe, senza frenesia,
che s’ affacciasse nell’azzurro sito
per darci il suo parere approfondito

su questa giostra che si va infittendo
di personaggi assurdi, in un crescendo
di qualcuno che pratica…sfottendo…

Avremo presto questo suo ritorno?
E l’altro invece toglierci di torno?...
Dama di Picche


Risposta al Gran Cavaliere Fabio
della Dama Aureliana

Oh! nobil Fabio, di cultura regia
volentieri accetterò l'omaggio
con il mio grazie, vi renderò il messaggio!

Vi avverto però, gentil Cavaliere
che a tutte l'ore, nel fulgore,
scintilla di virtù, la rara Dama
grande amica mia Sovrana,
essa ogni dì, v'aspetta vagando
tra canzoni e scandir di serenate
dove or il Cavalier Tarasco
Principe del Fiasco, si pasce e rinasce
bramoso ancor ineggia, con l'eco del suo coro
nel di Lei castello d'oro...

Ora mi nobilitate il core
ma non posso per voi sospirare,
è l'argenteo suo raggio
che vi cinge, da quel dì di maggio!

Orsù Ser, non divagate
per ella dovete sonar la vostra rima
ed ecco che tutto si sublima!
Aureliana la Dama


Elfe Lektor descrive la passeggiata della Dama di Picche
e della Dama Aureliana con le loro ancelle

Passeggiavano insieme, dame e ancille
confidandosi amori e tradimenti
e tante cose ancora , lì tranquille
a farsi gentilezze e complimenti

Aureliana splendeva di faville
Dama di picche gli approfondimenti
avea gradito di Rulliano, e mille
sperava dolci e nuovi cedimenti…

Le fide ancelle stavano in disparte
raccogliendo lamponi e fragoline
e noi le ammiravamo tra le foglie

nei nascondigli nostri fatti ad arte
insieme con i maghi e le fatine
pronti per esaudir lor brame e voglie.
Elfe Lektor


La Dama di Picche elogia Dama Aureliana

Cara Aureliana, amica e dama accorta
teco mi sento confidarmi appieno
il sentimento tuo non è da meno
e la tua grazia è cosa che conforta…

La tua virtù non può venir distorta,
l’intelligenza e l’anima nemmeno
nelle parole tue non c’è veleno
anzi c’è la dolcezza di una torta…

Dama di picche t’è sorella grata
e similmente ti vorrà donare
tutta la stima sua, perché sei stata

decisamente brava a dialogare
col Fabio che t’aveva corteggiata
perché sei veramente da ammirare

(e stava per pigliare una sbandata)
ma tu da cara amica strafidata

il gioco lo hai condotto con perizia
così che non si guasti l’ amicizia
e il principe a me torni con letizia.
Dama di Picche


Diamo il via alle nominations: chi buttiamo giù dalla torre del castello?



Caro Tarasco seppur ti scoli ogni fiasco
ti sento un amico fido e non fuggiasco
facciamo il patto del vinaio:
a te la vincita a me Montescudaio!
L' unica che mi preoccupa è Fata Morgana:
Vuoi veder che scatena la tramontana!!…
Ghino Burlacco


Antonio Fabi
In terza rima

(Canto I)

Al termine di questa mia giornata,
non lieve, ma pesante e molto dura,
per le cagnare e il caldo, una boccata

intendo respirare d'aria pura
e profumata: vino, donne e canti
che tengano lontana ogni iattura.

Vino Taraschi ne offra a tutti quanti
e canti tutti intonino giulivi,
tranne chi emette quei suoni assordanti

per i quali ho già usato altri aggettivi.
Donne, indossate le più belle vesti,
e andate incontro, dive, ai vostri divi,

che, con debita grazia, lievi e lesti,
le vesti, dopo un epico banchetto,
vi toglieranno, ma per atti onesti.

Si sta più freschi nudi dentro il letto,
leggendo un libro o una buona rivista;
al resto penseranno fame e affetto.

A colei che di me fece conquista
offro quei tanti immortali trofei,
che acquisii per piacer di porli in lista
.

Ho sconfitto giganti e semidei,
gnomi, draghi, stregoni e sagrestani,
eunuchi bizantini e farisei.

L'ho fatto perché tutti questi cani
soltanto con la loro sciocca essenza,
degna dei macellai americani,

davano noia alla vostra esistenza,
o regina di picche (almeno credo);
e se così proprio non fu, pazienza!

Ma gli occhi vostri già brillare vedo
edè splendore: uno splendido gioco
e lentamente verso voi incedo,

sì ch'entro voi miei versi abbiano loco.
L'arte sublime della terza rima
esige, come noto, un bravo cuoco,
che sappia d'ogni vetta andare in cima.
Credo, signora, che voi lo farete:
nulla vi manca, avete la mia stima;

e penso alle tantissime ore liete
in cui noi suoneremo a quattro mani,
spegnendo altrove, poi, la nostra sete.

E non son certo, questi, sogni vani,
anche perché (Zenone, lo permetta!)
il più facinoroso dei villani

ammazzerò quanto prima in diretta,
per dedicarmi, dopo, a voi soltanto,
se ciò che affermo vi garba e vi alletta.

Non sono come quel che si di è' vanto
di vendicare Tizio e andò cianciando,
fintanto che, quasi all'ultimo canto,

nelle mani finì del Conte Orlando.
Il duello diretto ed esiziale
a Gush propongo ancora di rimando:

si lotterà sì, ma in tempo reale,
sotto il controllo di un arbitro attento,
limpido, scrupoloso ed imparziale.

Mezz'ora, come dissi (e non mi pento),
tra un pezzo e l'altro, ma basta anche meno,
senza sbagliare ritmo, rima, accento.

Ho le mie frecce intinte nel veleno.
Antonio Fabi


Peppino Giovanni Dell'Acqua risponde
alla Dama di Picche

O deliziosa Dama di nobile bellezza,
vaso di virtù pieno, tesoro di saggezza,
per caso Vi leggevo; commosso son rimasto.
A Voi non dare ascolto mi pare sia nefasto.
Godo dell'alta stima che Voi per me nutrite,
le mie lodi accettate, se non Vi sembran trite.
E non posso io tacere di Ghino il Cavaliere
l'invito assai gradito di fare il Consigliere.
Il mio parer modesto sulla Giostra or esprimo.
Carosello simpatico di fresca gioia opimo,
variopinto ed empatico, ma pure originale.
Con maestria si lotta, per tutti c'è un boccale.
Mi diletto, o gran Sire, Dame alme, Cavalieri,
Menestrelli gioviali, Personaggi stranieri,
Damigelle, Elfi, Fate, Popolani salaci,
della Giostra partecipi con intenti veraci,
a seguire le gesta che tutti Voi compite
e che di maraviglia l'animo riempite.
Peppino Giovanni Dell'Acqua


La Dama di Picche invita il Principe Rulliano


Il Principe Rulliano

Preparo una buonissima cenetta
al Principe che gloria ha nella giostra
per la sua forma di cantar perfetta.

Ho messo rose e gigli in bella mostra
spumante d’Asti doc, (allo champagna
lo preferisco,è produzione nostra)

e frutta prelibata di campagna,
ho diramato inviti alle signore
ciascuna al cavalier che l’accompagna

ma prima ancora al nostro imperatore
Lorenzo che Magnifico è nomato
perché lo regno suo splende d’onore

e dalla corte tutta è venerato.
Drisoletto farà da menestrello
e suonerà per noi, corroborato

dai profumi d’oriente e dal vinello.
Poi ci saranno coribanti e danze
l’incontro nostro a rendere più bello.

Vedrete, Fabio, alfine nelle stanze
svelarsi la beltà, la grazia, il senso
senza misteri e senza riluttanze…

Avrete ogni premura, ogni consenso,
chè vi son grata della vostra stima,
del vostro ardire, e d’ogni vostro assenso…

Siete il maestro d’ogni canto e rima
apprendere da voi mi fu fatale
per quanto già rimassi ancora prima

e lo facessi in modo naturale
voi mi porgeste l’arte in somma luce,
sono vostra discente niente male

e voi colui che al massimo conduce
di spada, di fioretto, o durlindana…
Caro Rulliano, il cuore mio traduce

quanto già detto su nella quintana
che sono al vostro fianco e ne son fiera
perché mi sfizia assai questa buriana…

Sarò con voi dalla mattina a sera.
Dama di Picche


La Dama di Picche a Peppino Giovanni Dell'Acqua

Dell’ Acqua, esimio astronomo Peppino
quale piacere è stata la risposta
nel vostro stile netto adamantino
che la cultura alla saggezza accosta

e chiara-mente qui fa capolino…
La fama vostra che benché nascosta
è pari solamente a Quel d’ Urbino
rimanda certamente ad altra posta…

Vogliate presenziare alla vittoria
e al vincitore porgere il trofeo
che lo coroni della giusta gloria

lasciate per un giorno quel museo,
quell’ uffizio di cattedre e cantoria
entrate di diritto in questa storia.
Dama di Picche
 

Gus
Al sitano mordente Fabietto

Finalmente incrociamo le lame?
(come te io lavoro ogni giorno
ma di sabato primo e contorno
vo' servirti a saziar la tua fame).

Fissa subito dunque quell'ora
nella qual partiranno i tuoi motti
i tuoi lazzi e i selvaggi strambotti
avrai tosto risposta in mezzora*.

Così via per un'intera luna
alternandoci nell'iniziare
qui lealmente potremo duellare
che viltà non abbiamo nessuna.

Scegli in sito a chi chiedi arbitrare
deinde vai a pregare i tuoi santi
perchè qui non c'è Moggi o Desanti*
che ti possa venire a salvare.
Gus


Antonio Fabi a Gus e alla Dama di Picche

Gara a cronometro

E bravo Gush. Le anfetamine e l'EPO
fanno effetto: hai due occhi spiritati,
che, quando griderai: "Aiuto, crepo!",
i soccorsi saranno già arrivati.
Ma, poiché un campo proponi frattanto,
non vedrei male, per te, quello santo.


Terzine

Cos'altro dire alla mia buona dama,
che con perfetto stile lo zio Dante
con i suoi versi perfetti richiama?
Che non v'è cavaliere fermo o errante,
o poeta, o scrittore la cui fama
possa uguagliar la sua, così abbagliante.
C'è un poveraccio che strepita e brama
d'essere sbudellato: duellante
mi si presenta, mentre la mia lama
dal fodero uscirebbe scalpitante
per porre fine alla sua losca trama.
La tengo ferma ancora qualche istante,
poiché attendo, signora, un vostro pegno,
prima d'uscire, con esso, dal regno
ed accoppare il suddetto brigante.
Solo voi lo potete risparmiare
Per quella grazia che avete, esemplare
e per la quale tutto il mondo v'ama.
E stato mio chauffeur e cameriere;
potrebbe fare bene lo stalliere.
Antonio Fabi


Con Torquato nel castello incantato


Ipposcrofa

In sella all' ipposcrofa ( la mitica cavallasuina) c'è Metrozzo d' Urbino che conduce l' impareggiabile cantore al Castello Incantato, dove in una calda notte di plenilunio l' attende la bellissima Dama di Picche.
Ma varcato il portone principale, la malefica strega Cecca d' Arabba, travestita da serva gli dona un bouquet di rose vermiglie. Al nobile gesto il nobile cavaliere risponde con inchino e la ringrazia.
Subito Metrozzo pensa:è proprio quello che mi ci voleva, in questa bella occasione!
Baldanzoso si presenta alla camera della Dama di Picche e le offre il floreale bouquet.
Ignari i duobus amantibus non sapevano che il bouquet di rose sprigionava un magico profumo che li rendeva ametricitanti, ovvero sia, non sapevano più poetare in metrica.
A riprova di ciò Metrozzo dì Urbino che cercava di accompagnare il nobile gesto dell'offerta floreale con un nobile distico, non partorì che un ignobile coppia di versi senza metrica del calibro:

Oh bella pergamena mia Dama di Picche
Io sono il nobile Metrozzo, mica Baicche!
Torquato


Cecca d' Arabba con il malefico bouquet e col suo aiutante


Cecca d'Arabba

Cecca d'Arabba col suo aiutante


L'Ancilla Cristilla racconta


Fata Pasticciera

Era una notte tempestosa e scura
eppure uscì di casa in gran carriera
la Dama mia, vincendo la paura
che già l’impallidiva come cera…

Corse nel bosco, verso la radura
a pregare la Maga pasticciera
che le fornisse la controfattura
per il suo Fabio dalla strofa altera

che non teme rivali, ella soltanto
rivuole al fianco suo, ma con la rima…
Perciò la Fata prega con affranto

cuore, che renda loro come prima
il giusto metro, lo scorrevol canto…
il verso adatto per l’ ardente clima.

Sgominare la strega, giù di schianto,
e fare in modo che sia di Baicche
il compito di porgere le picche,

e Fabio, contro Gus, principe accorto
a che lo stile sia il miglior supporto
per una nuova intesa senza il morto…

Adesso alla finestra ella è in attesa
che la pozione arrida a questa impresa.
L’Ancilla Cristilla

La Dama di Picche alla finestra


 


Parole di sostegno alla Dama di Picche
da Aureliana

Mia buona amica, Dama di Picche, a te dono il sostegno,
tant'è il mio dispiacer che tu e il gran Cavalier del regno
avete avuto da Cecca, segnata la sorte
nell'odorar di quelle rose, alla tua corte...

Ma nella mano del tuo parlar d'amor
c'è ancor lo stile vero dell'ardor
ei tende alla linea pura
per farti ritornar sempre sicura
contro il reo della iattura.

Teco resto in attesa, lassù alla finestra della sventura
ove spero giunga, dalla maga Fata pasticciera
la tua dolce rima con controfattura.

Finchè al tramontar di luna,
col Vate Fabio tu finalmente avanzerai d'incanto
verso l'aura della fortuna!
Aureliana la Dama


Antonio Fabi a Torquato e Ancilla Cristilla

Sia sempre lode al nostro Padre Santo,
che miracoli compie per sua scienza.
Le nostre istanze accoglie e non soltanto,
con comprensione e altrettanta indulgenza.

************************

A Tasso

Sei forse quel Torquato o quel Bernardo
che ospitai tempo fa in un mio casale?
O quello sul cui passo archetto e sguardo
posò Tartini, genio universale?
No: mi sembri, con l'ultima invenzione,
non tanto un fatucchiero, ma un guardone.


Per Ancilla Cristilla

Rassicura, ti prego, la signora:
la rima mia non s'è punto smarrita.
La prova eccola qui, fin da stasera;
né smarrita essa fu, né fu perduta.
Sarebbe distruttiva la mia ira
contro colui che l'avesse rubata.
Ciò riferisci alla mia dama cara,
a cui l'anima mia sempre è devota.
Se, poi, vedrà qualche cosa che stona,
me lo dirà, con tutta calma, a cena.
Antonio Fabi


La Dama di Picche a Dama Aureliana

Grazie, Aureliana, celestiale amica
la stima ti ricambio e pur l’ affetto
che mi dimostri, dio ti benedica,
e non ti preoccupare del dispetto
di quella strega perfida e nemica
che voleva stonare il mio diletto.
Come ben vedi, in men che non si dica,
la magica pozione ha fatto effetto
e il Principe è tornato alla sua antica
arte di rima, senza alcun difetto,
neppure, parmi, accusi la fatica…
Rimane il fatto che l’orribil Cecca
potrebbe ancora nuocere al mio bene
e procurarci ancora molte pene
se prima non la faccio fuori, secca.
Di Morgana la Fata mi han parlato
e quindi un bigliettino le ho inviato
ché i suoi poteri, invero eccezionali
a noi sian doni, all’orrida, letali.
Dama di Picche



Dalla sezione storica di Elfe Lektor

Al rogo vi finì più di qualcuno
bastava che si fosse intelligenti,
esser d’accordo con Giordano Bruno
oppure donne di vivaci menti.
Perfino Galilei, come nessuno,
trattato fu dai papi intransigenti,
che non gli risparmiarono il rimbrotto
nemmeno fosse stato un galeotto.

Al rogo vi mandarono le streghe,
tutti color che avessero da dire
che nella chiesa ormai v’ erano beghe
per governare, più che custodire
il messaggio d’ un tal che le botteghe
voleva chiuse e il cuore invece aprire…
Sappiamo bene quanto sia bigotto
far finta d’ ignorar quanto qui addotto.

Al rogo ci finirono i ribelli
quelli che rifiutavano i tabù,
le tasse inique, i sordidi balzelli.
In nome dell’inferno e Belzebù
furono comminati dei flagelli
d’ atrocità che mai si vide più.
Quello che fu, di marcio e di corrotto,
si fa dimenticar tacendo sotto
Elfe Lektor
 

Brunaccio del Lago critica la Giostra nuova

La giostra nuova
Vuolsi lo scopo raggiunto
l’ira bandita situazione migliorata
la concordia alfine conquistata
ordunque
eclettica muratoriale congrega
col metro e rime fondamento
or del grembiulino azzurro
paludati bene fareste a scriver
cose egregie per noi lettor
che alle transenne attende
vogliam gustar la sorte che vi tocca.
Ora soltanto odor d’incenso sento
che elica opportuna
al vostro verso manda
e v’inebria tale e tanto
che oltre in naso non vedete
quanto le rime i numeri sian
vuoti d’un qualunque senso
ma di perfetta forma e compostezza
eleganti ed apprezzar si potrebbe
guardandole appena senza leggerle.
Brunaccio del Lago


La Dama di Picche sulle poesie in rima

Un encomio è di prammatica
per Lorenzo ospite ecletto,
per le dive c’è il partenio,
per chi vince l’ epinicio…
L’ ho imparato con la metrica
nello scorrere perfetto
più d’ istinto che di genio
che mi torna a beneficio.

Ora cambio accentazione
come pure desinenza
salvo incerta allocazione
che diventa un’ esigenza

cambio tutto, versi e rime
dall’ottava alle quartine
se la cosa vi deprime
decretate la mia fine.

Ora avanza vestita d’argento
dell’ottava una dama a ridosso
i capelli che ondeggiano al vento,
ella incede fra siepi di bosso,
il suo dire gentile d’ accento
è pacato, talvolta commosso,
e per questo i sitani ed il Sire
una coppa le vogliono offrire

che le attesti l’ amore e la stima
di quest’ angolo blu come il cielo
dove insieme si vive nel clima
di calore sentito, lo zelo
che fa scrivere sciolti od in rima
evitando la rissa ed il gelo,
di chi tiene alla musica e al canto
e non vive di cibo soltanto…

Ai cavalieri tutti,
alle dame capaci di allietare
sono riconoscente, son felice
di vederli magnifici a giostrare

al Magnifico Sire
che questo sito ciano sa curare,
grazie di tutto, il core mio gli dice,
per queste belle strofe da gustare.

A Bruno Amore dico che non legge
perché se esprime tutto il suo dissenso
per questi versi che la rima regge
vuol dire che non ha colto tutto il senso.
Dama di Picche


Fata Morgana vede...

Mentre le lucciole mi fan compagnia
vengo da voi con la mia magia
per controllare che cosa succede
nel nostro castello che si vede

perfin dal regno di maga Fiorenza
una mia amica ricca di scienza
che vuol sapere tutta curiosa
se nel maniero ci sia qualchecosa

di straordinario ed importante
come nel regno del sol levante
poiché lei nota tanti bagliori
dalle sue torri uscire fuori

certo le dico lì c'è un banchetto
dove si mangia terzina e sonetto
nonché ottava con lo strambotto
tante quartine e finale col botto

ma questa sera particolarmente
vedo là dentro tantissima gente
che sembra tutta in agitazione
credo che arrivi Re Lorenzone

e infatti giunge con passo solenne
tenendo in mano un fascio di penne
di cui fa dono a tutti i presenti
i quali applaudono proprio contenti

ecco si siede sopra il suo trono
intorno a lui tutti ora sono
di quel bel dono per ringraziare
mentre lui dice: tornate a rimare!
Fata Morgana


Antonio Fabi risponde a Brunaccio del Lago

Nondum matura est

Bruno, il figliolo del forte Re Ban
non credo che farà salti di gioia,
leggendo quel tuo mezzo "ambaradan",
che anche la Dama tristemente annoia.
Del metro -già lo so- non sei un fan;
ma non sarà per una paranoia?
Scorgo tra le lievissime tue colpe
quella che verso l'uva ebbe la volpe.
Antonio Fabi


Arriva il Palio




Brunaccio da Viareggio vi dice: Eccomi, bellimbusti.

Proposizione

Fiato alle chiarine rattoppate
Questo circolo di matti svegliate
Ch’io sia dannato s’ho capito un’acca
Cosa si vince a entrar nella baracca
Non prosciutti salami ne galline
Spero non le solite noccioline
Sono tipo rustico praticone
Mi sposto solo se c’è un bel boccone
Siano cibarie oro da riscuoter poscia
Belle donzelle dalla bianca coscia
Non faccio troppi complimenti
A chi m’è contro fo saltare i denti
Se non bastan le rime o le terzine
Raccatto quel che trovo non è fine?
Questo la sorte m’ha riservato
Come ferraccio al fuoco temperato
Giro ramingo per questo reame
Mangio bevo gioco con le dame
Senza casato senza scudo e colore
In campo scendo senza tremore
Viva la vita brutta bella ce n’è una sola
Essere santo tanto non consola.
Brunaccio da Viareggio


Ghino e Moana alle Terme di Sovana

In prossimità delle fasi conclusive della bellissima Giostra di Re Lorenzone, Ghino ritempra lo spirito e soprattutto il corpo, amorevolmente assistito dalle preziossime cure della sua infermiera personale Moana.


La Dama di Picche si assenta

Bravissimi voi siete tutti quanti
di grande senno e nobile lignaggio,
qualcuno ha forse i versi traballanti
ma si riscatta per il gran coraggio
che gli permette di stilare canti
e lo sfizioso brio dell’ingranaggio,
assecondare sa con maestria
supplendo al metro con la fantasia.

Certo l’orecchio in molti casi aiuta
a rendere scorrevole il discorso,
la rima viene liscia e sostenuta,
il ritmo si precipita in soccorso
ad appoggiar la nota ricevuta
e seguirne le tracce del percorso.
Cavalieri valenti, eccezionali,
stilano versi che non hanno uguali.

Anche le Dame, inver, sono precise
come pure le fate e le pulzelle
talune solamente un po’ indecise
ma ne scrivono e cantano di belle.
Ora in parole povere e concise
devo annunciare a queste mie sorelle
che per questioni viete ed improvvise
dovrò assentarmi dalla regia corte
ma presto tornerò…questa è la sorte.

Questa quartina spuria è il mio saluto
al Sire, agli Elfi ed alle Castellane
al Mago ed alla Fata, a Chi mi ha avuto
al fianco, le sue gesta sovrumane

mi costringono a questo codicillo:
la Dama è stata fiera di affiancarlo,
è stato godimento, il suo sigillo
onore ha reso, voglio ringraziarlo…
Dama di Picche


Brunaccio del Lago
Rispondendo al Fabiulosus

Ipermetrico Fabiuzzo che devo dire
non uso più (il metro) quegli arnesi
oramai da più di 700 mesi
alla Dama poi non suggerire
che se su una pergola s’adagia
scioglie le trecce e fa volare veli
la volpe salta e salta finché ha peli
paranoicamente senza albagia
l’acchiappa dopo o prima
non si perde a cercar rima.
Ma di volpi sentire mi viene detto
per prevenirti caro il mio galletto
che a cena le Picche vengono indigeste
potresti andandoci rimetterci le creste
le penne adunche i vizzi bargigli
restati a impiegar la rima la metrica e sbadigli.
Brunaccio del Lago da Viareggio


Brunaccio del Lago a Taraschi

Monsignor Taraschin di Tarascona
di bel bello mi confina nel convento
con in man lume non spento.
Quel chiarore mi consente
di capire prestamente
quasi fossi deficiente
tutto ciò che il Re consente.
Certo mio l’inghippo ordito
se il mio dir non è capito
rompiglione è il mio mestiere
vado in giro giorni e sere
se m’accorgo che più d’uno
sempre stuzzica qualcuno
pettinando la sua cresta
molto più di quel che resta
conta importa a parer mio
viemmi voglia giusto dio
sfruculiarlo in lungo e in tondo
ché lo trovo bello un mondo.
Son contrito son pentito
quand’avessi spinto il dito
più di quanto concesso sia
da codesta amabile aristocrazia.
Brunaccio del Lago da Viareggio


Brunaccio del Lago alla Dama di Picche

Alla Dama di Picche non farò il torto
d’impermalirmi per avermi redarguito
seppur convinto in ver d’aver capito.
E non coglier bene il senso lo riporto
tra le cose che non so tuttavia purtroppo
sempre a dire trovi qualche intoppo
Giusto o no voglio proferir ciò che mi cale
non predicar. Se urto scoccio ve n’avete a male
considerate che sol come dilettante
a questo sito sono principiante.
Quindi mi scuso ognor con tutti quanti
meglio mi s’addice scherzar coi fanti
duri gagliardi non melliflui santi.
Brunaccio del Lago da Viareggio


Un saluto di arrivederci
alla Dama di Picche
da Fata Morgana


La Dama di Picche ha un impegno
che la terrà lontana dal regno
per breve tempo speriamo
perché noi qui la vogliamo

Ben arduo sarà cara Dama
consolar quel cuore che brama
di udir le tue soavi canzoni
che gli recano tante emozioni.

Noi tutti il possibil faremo
e al tuo cavaliere diremo
di attendere pazientemente
ché da lui tornerai certamente

per lui e per noi a cantare
come tu sola sai fare
e adesso che sei qui sul ponte
un bacio ti diam sulla fronte
Fata Morgana


Antonio Fabi replica a Brunaccio del Lago

Se proprio le cerchi

Bruno, faresti lodevole cosa
se, invece che con versi malaticci,
i tuoi pensieri li esprimessi in prosa.
Invece no: malamente impiastricci
una rima forzata e acrimoniosa;
e i versi sono miseri pasticci.
Sfogati pure, fa' pure trambusto,
ma non stuprare lo stile e il buongusto.

Mi limito, per ora, ad un consiglio,
giacché talvolta sono generoso
e a nessuna elsa voglio dar di piglio.
Stattene buono, pertanto, e a riposo.
Non stuzzicare quel mio bronzeo artiglio,
giacché sarebbe assai pericoloso:
a tutti è noto che (se non mi sbaglio)
giunto alla fin della ballata, taglio.
Antonio Fabi


Brunaccio del Lago ad Antonio Fabi

Fabiolus incazzatus

Giustappunto mio virtuoso
che impiastricci invece bene
star lontano mi conviene
da cotanto stil pomposo

Sol per dire vieni a cena
scomodar devi il trecento
dove acchiappi a mano piena
motti e voci del tramonto

La stagione è già passata
quello d’oggi è mondo vero
più di quello ormai d’annata
di fiocchetti sol davvero

Di bell’anima ingessati
a contrirsi abituati
ma la classe tanto vuole
sol di bello dire suole

Certo gli è che per far spocchia
scombinar devi assonanza
tra chi del verbo fa mattanza
e chi sproloquia in eleganza

Già sembrommi strano assai
che gran penne di scrittura
si mischiassero – quando mai
a meschin di mera cultura

Ben mi sta che ardii l’impresa
di dar voce alla mia psiche
rovesciando – me tapino
tanta gioia tra le ortiche.

Sarà perché sei bello sarà perché sei fico
ma per difender me non alzerei un dito.
Brunaccio del Lago


La nuova tavola rotonda
vista da Ghino


Brunaccio del Lago risponde a Ghino Burlacco

Attenti a Ghino (il vizietto)

Vedi vedi Messer Ghino
che ti piace già un pochino
ma sei troppo bacchettone
per mostrare il guidardone
del latino tu fai mostra
nel sicuro della giostra
ma se hai fegato e core
non sol rima fia il tuo onore
vieni tosto che ti porto
al gay pride a collo torto
sei goliardo tu lo dici
vieni corri alle appendici.
Brunaccio del Lago

Ecco qui Brunaccio del Lago


Brunaccio del Lago
 

Il buon cavaliere dentro la cotta usberga per difendere l’ onore e le sue terga

Caro Brunaccio, armigero rampollo, non sono un bacchettone come tu credi e al gay pride non vengo obtorto collo ma caro amico mio le mie buone  precauzioni prendo…. non tanto perché la paura dentro di me alberga, ma sotto la cotta indosso mutatis mutande  tattiche per difendere le mie inviolate terga.


Ghino in cotta e mutande inox


Brunaccio del Lago a Ghino Burlacco

Lord (?) Ghino che di latta hai le mutande
Quando t’affaccerai dalla celata
Voglio veder la tua faccia imbellettata
Che alla Di Picche Dama hai rubato le pudende
Per avvantaggiarti un po’ nella tenzone
Denunciarti dovrei al Grande Lorenzone
Ti faccio grazia perchè penso poverino
Tu debba essere buho fiorentino.
Brunacciaccio del Lago


Braopalle risponde a Brunero il trans brasileiro

O Brunero….ebbene che tu sappia che con Braopalle il servo della gleba di Ghino e un si scherza…
prima di tutto vergognati….d' aver usato quelle parolacce con Ghino….che poerino è un gran signore più bono d'un panino….
Eppoi sappi che ho il mulo Billone in calore……perciò regolati…..sennò te lo porto a Viareggio e ti fo….un…. furore….così…
O Brunero son Brapalle…sono un grezzo…ma ho il cervello fino….vai a farti un bagnino…và….
Braopalle


Invito della Dama di Picche al Cavalier d'Urbino e agli altri Cavalieri


La Dama di Picche in attesa

Mio cavaliere, Principe d’ Urbino,
qui bisogna tornare immantinente
chè nella reggia qualche malandrino
sta verseggiando invero malamente

Prima che Lorenzone al bischerino
dia la lezione e tolga la patente,
stiamogli ancora a fianco, ancor vicino
con Aureliana, Fata e Taraschino.

Bisogna mantenere alto il livello
che benché qualche celia muova al riso
ci renda questo gioco ancora snello

Ritorna Gus, Lucignolo, a buon viso
proponeteci ancor qualche duello
spediamo Braopalle sul Monviso,

Brunaccio lo mettiamo col mastello
a spazzolare camere e saloni
così che ci risparmi altri svarioni,

Poi con le dame tutte e con il Sire
quando decideremo di sguarnire
la giostra in gloria la farem finire.

E Re Lorenzo resterà contento
di tutto questo bel combattimento.
Dama di Picche

Brunaccio del Lago
a Don Ghino della Mancia e Braopalle scudiero.

Oh! Bra(v)o palle, vedo il crescendo
bell’èggarantito, dal gay pride voi due partendo
sian bell’arrivati al tra(n)sgredendo
e sebben’abbia belle cose tonde
due contr’uno gli’è davvero vile
da farmi sobbollir sino la bile.
Suvvia i versacci vi condono
che s’ho da temer il coso di Billone
ch’essendo mulo è di per se ricchione
mi sa non avete scianse che si vedono.
Un passo indietro vu dovethe fare
e cause perse più non perorare.
Brunaccio del Lago


Al messo Taraschin di Tarascona e chi lo manda

Visto che anche il Papa
il latinorum ci rende in
consorteria p’el gergo mio orripilano
ma di “glande” “fava” dissertano
meno topa e ano e pausa chiede
ivitandoci a parlar non ci si crede
dell’angiolo custode.
Certo costui il sesso non ce l’ha
veste rosina o bianco baccalà
monta la guardia al buon Maraschi
che lontano lo tenga dai suoi fiaschi (di vino)
E minaccia denuncie la dolce dama
di Picche la Regina e ognuno brama
che di Cuori fia almen la Donna
che è bello si poetar della madonna
ma i bruti qual son io anche
sfasciato gli altarini hanno finanche.
Ma non voglio importunare oltre
codesta rispettabile compagnia
che scopo è del cantastorie
instillare pace e allegria.
…ccio al secolo Bruno Amore


Elfe Lektor a proposito dell'ultimo intervento di Brunaccio

Nella foresta fanno un gran trambusto
i versacci d’un asino sgraziato
che raglia senza l’ombra del buongusto
credendo invero d’ essere intonato,
qualcuno dica a questo bellimbusto
che non sprecasse ancora qui il suo fiato.
Elfi e fatine sono ormai al collasso
per queste sue sparate da gradasso.

Tarasco gliele canta e gliele suona
Rulliano gliene ha scritte in rime e canti
ma lui non smette, scrive alla carlona,
pensando di piacere a dame e fanti.
Con metrica sbilenca e abborracciona
snocciola versi in termini agghiaccianti.
Nella casa degli elfi stiam tappati
per non veder disa-metri sciancati.

Se pure dice cose veritiere
lo fa con zoppicante distonia
spostando l'attenzione sul sedere
a danno della satira, che sia
giusta ragione il grande dispiacere
per latinorum, santi e così via,
lascia beghe e mutande al vaticano
che per la rima già ci sta lont-ano.

Brunaccio, sei peggiore di un trombone,
non conosci finezza né armonia,
pensi che basti dare del c...afone
per fare della satira in poesia,
bisogna proprio darti del buffone
e porre freno alla tua scortesia.
Ti daremo nel bosco una pedata
se continui con questa c...avolata.
Elfe Lektor


Bruno Amore replica
A chi del vaglio è il Guardiano

Arriva di corsa Messer castigamatti
e come tutti i presunti forti e puri
sparecchia a vuoto motti belli duri
sapendo che nessun in tasca ha contratti.

Fui primo a dirmi inadeguato
ma per l’ebbrezza di sapervi letti
da uno in più veri poveretti
avreste accolto anche l’alluvionato.

Son uomo di vita a molte cose avvezzo
gli insulti facili respingo con disprezzo
alle insulse discriminazioni
rispondo con sana derisione.

Caro gran poeta non ho offeso
niuno come hai fatto tu gran letterato
se davver avevi a cuor questo sterrato
di giostra fina sol per l’eliso

prendevi carta e penna che conosci
dirmi in serietà dal poetare esci
che il fare tuo suona eccessivo
concederti così spesso al corrivo.

Ma scriver vero certo non conviene
è facile far rime e nasconder cose
vere così nessun contesta le tue chiose
da sacrestano che il gran cero tiene.

Ero entrato per fare terapia
per star meglio dire la propria sia
porto quel che possiedo
se poco e brutto prendo congedo
quei due o tre che alzato hanno la voce
il cervello gli do d’un gheriglio di noce.
Bruno Amore

PS.
Mi cerco continuamente, per questo vivo, voi vi siete già trovati
e non avrete mai il coraggio di dirvi dove eravate seduti
BR1


Elfe Lektor a Brunaccio

Lo ammetto, sono stato troppo duro
e Brunaccio ha ragione di inveire
ma pensavo che fosse un gioco ancora
dire tal quale un modo di sentire.
Non è stato per fare il gran solone
che ho espresso i miei pareri sulla rima
ma solo perché soffro quando il verso
stenta a partire e stenta a restar fisso.
Te la sei presa troppo, in tal maniera,
non era contro te che sindacavo
ma solo sul tuo metro affaticato,
chè di persona penso altro sicuro
e non mi adonterei se fossi in te
perché il valore tuo l’hai dimostrato
quando scrivi di getto i tuoi pensieri…
Suvvia, non fare troppo l’arrabbiato
puoi sempre dir la tua, ma stacci, al gioco,
se qualcuno ti dice “vali poco”
ridici sopra e rendi la pedata…
Da te non mi aspettavo questa resa
anzi, contavo sulla tua risposta
che fosse pari e superiore impresa.
Ghino non fu mai preso dalla stizza
nemmeno quando Fabio lo sfidava
e proprio questo ravvivò la lizza.
Ora me ne ritorno alla mia casa
nel bosco con la gente mia fatata
e lascio questa pagina alle rime
di chi meglio di me ragiona e esprime.
Elfe Lektor


Ghino  ci mostra il quadro della riappacificazione



 La Dama di Picche si ritira...


... per dedicarsi al suo passatempo preferito.

Cari sitani, prima di partire
lasciando questa giostra, mi confido
con tutti voi, col nostro amato Sire:

mi sono divertita in questo lido
prorompente d’ingegno sopraffino
e malgrado tal piccolo disguido

è stato più d’un semplice giochino.
Tra canti e illustrazioni interessanti
trovate tragicomiche del Ghino

che ha messo in campo peccatori e santi
strappandoci risate a crepapelle
narrandoci del retro e del davanti.

Cavalleresche offerte altresì belle
alla Dama proposte dal Taraschi
e alle signore tutte con le Ancelle

per le quali ha stappato botti e fiaschi.
Fata, Aureliana ed Anfra, abbracci e baci
con Giannetta e Giullare. Negli infraschi.

l’ Elfo fustigatore degli audaci
se ne ritornerà nel suo contesto
lasciando incenerir l’ ultime braci…

Dell’ Acqua che per poco s’è ridesto
ha comunque recato il contributo
e risposto allorquando fu richiesto.

Lucignolo ha rimato in modo arguto
senza sbagliare rima né assonanza
e della Fata gli tornò l’ aiuto.

Così come ho provato l’esultanza
d’ essere al fianco al principe Rulliano,
architetto perfetto d’ ogni stanza,

almo sfidante e grande capitano,
di Gus , altro metrofilo indiscusso
alto d’ingegno ed altrettanta mano.

Il fascino poetico e l’ influsso
d’entrambi ho avuto modo di provare
fare una scelta è stato quasi un lusso

che mi concesse il modo di pensare.
Ora che la disfida è diventata
stretta e diretta, smetto di aspettare…

A Drisoletto reco l’ ambasciata
che la Dama di Picche si defila
chè gentilmente venga divulgata

nel Sito azzurro tra le azzurre fila.
Ecco, son giunta alfine a Lorenzone
l’ amato Sire, cui trecentomila

anzi saranno più di un quadrilione
ringraziamenti, omaggi e complimenti
non basteranno mai per la tenzone

che ci ha fatto sentire combattenti
nemici-amici gai di un tale Bruno
che ci ha rimessi un poco sull’attenti.

Considerando che vi sia qualcuno
che possa dichiararsi vincitore
e a dichiararlo non vi sia nessuno,

lasciamo al Sire l’onere e l’onore:
Lui che sicuramente è super partes
e conosce il buonsenso ed il valore,

lucidamente, e senza bloc-notes
forse decreterà che abbiamo vinto
tutti, alle Dame verserà l’ alchermes,

ai cavalieri un alcole più spinto
e tutti insieme ci farà brindare
alla salute di Lorenzo Quinto…

Altro non resta, ormai, che salutare,
in quest’ultima rima da baciare.
Dama di Picche
 

Due Guardie del corpo di Ghino

 

Altre due Guardie notturne di Ghino

 


Un arrivederci a Dama Aureliana
da Fata Morgana

Anche tu Aureliana ora ti assenti
l’ho letto proprio ora nei commenti
non è che così ci fai contenti
perciò ti attenderemo impazienti!

Io ti ringrazio infinitamente
con tutto il mio cuore e con la mente
del tuo saluto che tanto gentilmente
dal regno mi mandi prontamente

Che lieti sian per te i futuri giorni
mentre noi aspettiam che tu ritorni
passeggiando intanto nei dintorni
del castello in attesa che ci aggiorni.

Arrivederci cara dama Aureliana
abbi un abbraccio da
Fata Morgana

 

Guardia del corpo di Ghino con incarichi speciali


 

Ghino sotto la canicola...


Attenzione  Attenzione  Attenzione

Bando del Re Lorenzone


Sitani, Dame, Cavalieri, noi Augusto Re Lorenzone abbiamo consultato l'astrologo di corte Tiresia Quarto che ci ha vivamente consigliato di chiudere la Giostra per l'imminente arrivo di una terribile catastrofica torrida canicola. Per evitare danni al Regno e a voi tutti,è ora che provvediate a procurarvi riserve d'acqua.
La Giostra finisce anzitempo con un sontuoso pranzo presso la Corte reale e una grandiosa festa. Tutti sarete invitati da Drisoletto, Nostro incantevole menestrello, a salutare Cavalieri e Dame per averci rallegrato gli uni con le loro imprese, le altre con la loro grazia.
                                                                     Re Lorenzone

 


Tiresia Quarto
e
la canicola

 

Il Pranzo Reale

 

Drisoletto invita cavalieri e dame per conto del Re Lorenzone
alla festa della concordia per la chiusura della Giostra.

Festa finale


Est! Est!! Est!!!
Da sud ad est
da nord a ovest
qui venite
ed entrate,
son finite
le crociate.
Dame belle,
Damigelle,
Cavalieri,
Giocolieri,
offro a tutti,
basta lutti,
fresco vino
Taraschino
che vi dia
allegria
come vuole
il Signore
nostro sole
Lorenzone,
l'uccisore
del dragone.

il dragone

Si proclama
da qui a Zama:
vincitori
tutti sono
.
Lottatori
ammirati,
un gran dono
siete stati
per la gloria.
E la storia
lo dirà.
Drisoletto