Poesie di Salvatore Armando Santoro


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Salvatore   Armando Santoro

Santoro Salvatore Armando è nato a Reggio Calabria il 16 Marzo 1938, da madre reggina e padre salentino (terra alla quale si sente particolarmente legato) ed è laureato in Scienze politico-sociali presso l'Università di Torino.
Dedicatosi giovanissimo all'impegno nel sindacato fu tra i primi dirigenti della Cisl di Reggio Calabria prima e, all'inizio degli anni '60, dopo aver frequentato la scuola sindacale della Cisl di Firenze, si trasferisce in Valle d'Aosta dove ha curato in prevalenza il settore della formazione e dell'informazione. In tale veste è stato per diversi anni anche corrispondente per la Valle d'Aosta di "Conquiste del Lavoro", organo nazionale della Cisl.
A Reggio fu uno dei primi promotori del Movimento Federalista Europeo, e tale ruolo ha continuato a svolgerlo anche in Valle d'Aosta, partecipando a tutte le attività organizzative di quegli anni che gli permisero di venire in contatto con i grandi ideatori del progetto europeo, Alterio Spinelli, Giuseppe Petrilli, Mauro Ferri, Angelo Lotti, ecc...
Nel suo ruolo di sindacalista, a lui si devono due importanti convegni organizzati all'inizio degli anni '80 in Valle d'Aosta: nel primo furono tracciate le linee per un potenziamento del settore termale, dove  è  stato prospettato il recupero delle Terme di Pre' St. Didier e lo sfruttamento industriale di alcune sorgenti per l'imbottigliamento di acqua minerale del Monte Bianco (idee che poi si sono realizzate) e, in un altro convengo, invece, sostenne il progetto del collegamento ferroviario tra Aosta e Martigny che è  in fase di discussione in sede politica.
Dal 1986 è stato Segretario Regionale e componente dell'Esecutivo Nazionale del Sindacato Elettrici della CISL, compiti che svolse anche in Abruzzo, tra il 1989 al 1992, dove era stato inviato in missione per motivi di lavoro.
Dal 1997 è in pensione ed impegna il suo tempo libero scrivendo poesie e racconti, una passione che sviluppò fin da adolescente e non più abbandonata, ed alternando la sua presenza tra la Valle d'Aosta ed alcune località della Toscana (Pistoia prima e Grosseto adesso).
Vasta la sua produzione poetica e numerosi i premi letterari ottenuti. Le sue poesie sono state pubblicate su diversi periodici locali (a Messina, Reggio Calabria, Pistoia, ma prevalentemente ad Aosta su giornali, quali Le Soleil Valdotaine, La Region e La Vallè e Notizie, un giornale molto diffuso in Valle d'Aosta). Recentemente una sua impegnativa poesia sociale "La Razza" è stata inserita anche nella rivista trimestrale di Cultura e Turismo "Calabria Sconosciuta".
Le sue poesie sono presenti in molte antologie letterarie, soprattutto della Keltia editrice di Aosta, e nel 2007, anche la Regione Toscana ha patrocinato una antologia letteraria, "Pater" (Morgana Edizioni-FI) dove, insieme alla sua lirica "Edera amara", sono inserite liriche di personaggi di spicco della cultura italiana ed internazionale, quali Maria Luisa Spaziani, Andrea Zanzotto, Franco Loy, Smitran Stevka, Hinostroza Rodolfo, ecc...
Gran parte dei suoi lavori (poesie e racconti), però, sono on-line sul sito www.poetare.it/santoro/santoro.html,  ma anche su altri portali nazionali ed internazionali che lo ospitano.
Nel Novembre 2006 ha stampato il suo primo libro di poesie, "La sabbia negli occhi", edito dalla casa editrice Pubblidea di Massa Marittima, che ha poi presentato in un recital di poesie che gli è  stato organizzato a Reggio Calabria il 3 dicembre 2006. Sempre in questo mese è  stato ospite di una trasmissione della emittente grossetana Teletirreno, nel corso della quale ha presentato il suo volume di poesie ed ha declamato diverse sue liriche sulla miniera. Di questo volume è uscita una seconda edizione per i tipi della Casa Editrice Libellula - Minuto d'Arco - di Tricase (Lecce).
Nel 2007, infine, è stato coinvolto nel "Progetto Legalità" organizzato dall'Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri di Castrovillari (CS) in collaborazione con Amnesty International, ed ha partecipato alla conclusione del progetto stesso declamando agli studenti ed al corpo insegnante presente alcune sue poesie contro la violenza e la guerra.
Nel 2005 ha costituito a Boccheggiano (GR) il Circolo Culturale "Mario Luzi" ed è il Webmaster del portale
www.circoloculturaleluzi.net, sito specializzato in letteratura italiana e straniera. Contemporaneamente ha promosso il Premio Letterario Europeo di Poesia e Narrativa Città di Montieri che nel 2006-2008 e 2009 è stato patrocinato anche dal Presidente della Repubblica e nel 2009 dalla Rappresentanza in Italia della Comunità Europea
Nel 2008 è stato ospite a Casarano Lecce di una importante kermesse artistica inserita nel cartellone della festa dei Pugliesi nel Mondo ed ha declamato diverse sue poesie sul Salento, terra dei suoi avi alla quale è particolarmente legato.
Nell'agosto del 2010 ha pubblicato il suo secondo libro di poesie. Si tratta di 134 liriche inserite nel volume "Ad occhi chiusi - Poesie d'amore". Questo libro è stato presentato l'8 Agosto scorso, ad una manifestazione culturale organizzata dallo scrittore Pietro Zerella a San Leucio del Sannio (BN) nel corso della quale ha declamato alcune delle poesie contenute nella raccolta.

Nel 2013 ha collaborato con la Pro Loco di Patù (Lecce) per l'organizzazione del 1° Incontro dei Poeti Salentini, manifestazione che si ripeterà anche in futuro e con questa istituzione collabora per lo svolgimento del Bando Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa Veretum.
E' componente di Giuria in diversi bandi letterari ed è spesso ospite in incontri letterari e poetici.
(Email:
armandosal3000@gmail.com ) - Tel. 3713757415

Leggi le altre poesie: Santoro - Santoro2 -  Santoro3 - Santoro4 - Santoro5|| 
 Leggi i racconti

 

Come un sogno


La foto è tratta dal portale:
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRGRlJ2Cgbiqzh60BfFwYXi9k86NdqT9U9dAg&usqp=CAU

Come un sogno Gallipoli mi appare
il castello già vedo in mezzo al mare
vedo la piazza coi venditor di pesce,
nei vicoli un bottegaio che mesce

e i pescatori sui sassi ad imprecare
se dall’amo un pesce sa scappare,
vedo i vecchi sull’uscio borbottare
ed un cane che mi sta a scodinzolare.

Passa una barca pien di nasse e reti
coi pescatori simili ad atleti
il viso e il corpo muscoloso e nero
i remi sembran spade d’un guerriero.

E poi le urla gioiose dei bambini
saltar sui massi rotti e cinerini
cercando cozze e ricci anche spinosi
scivolando sui sassi limacciosi.

Ma è un sogno che finisce sempre all’alba
in fondo lascia in cuor soltanto rabbia
perché da quel tuo sogno piano piano
ti svegli e soffri d’essere lontano.

(Boccheggiano 1-12-2022 – 1:36)
 

Castelli di sabbia


La foto è tratta dal portale:
https://mondointasca.it/2020/06/08/la-grandeur-di-scienze-politiche-in-una-feluca/castelli-di-sabbia/

Hai costruito il tuo nuovo castello,
sei una persona sciocca e irrazionale
che vedi solo il bene e scansi il male,
il male di cui il mondo è colmo e pieno
coglie assetato e beve il suo veleno.

Cerchi la pace in cuore,
la pace trasferisci in altri cuori
ma poi raccogli i cocci della guerra
raccogli delusioni
e ti riempi l’animo e i polmoni,
con qualche verso dopo ti consoli,
l’aridità umana poi bigia colori
su una lavagna nera il bianco spargi,
un calice riempi di veleno
e un po’ l’assaggi,
sorseggi l’ipocrisia di questo mondo strano
della gente a cui tu porgi aiuto
a cui stupidamente dai una mano.

Poi ti resta il rimpianto,
la delusione d’aver amato invano,
ti rimane il pianto,
solitario sfogo di chi crede nel mondo,
di chi vuol cancellare le frontiere
e ridisegna le carte e il mappamondo,
abbatte i confini e le barriere,
non vede nemici oltre il limite imposto
ma vicini,
vede fratelli che chiedono un aiuto,
ma alla frontiera avverte
lugubre un fragore di esplosioni:
la gente vuole ed ama la guerra,
ama le divisioni.

(Boccheggiano 26.12.2022 – 14:23)
 

Cannonate d’amore

Se dentro il petto tuo l’amor fermenta
è certo che tu amore donerai
magari questa azione sarà lenta
ma prima o poi da te lo capirai.

E questo amore sai cosa comporta?
Che a chi lo dai lo fai poi fermentare
l’amore che è passato dalla porta
tutto arricchisce e non lo puoi fermare.

Fermate i vostri carri coi cannoni,
fermate i prepotenti della terra
ad ammazzare mandano i coloni
loro diventan ricchi con la guerra.

E il popolo parteggia scioccamente
non vede il prepotente che l’inganna
ed il nemico diventa anche un parente
magari figlio della stessa mamma.

Ma alla fine c’è chi apre gli occhi,
vede la frode e scopre anche l’inganno
prende la mira e spara nei ginocchi
e il prepotente lo sotterreranno.

(Boccheggiano 10.12.2022 – 23:05)
 

Beata solitudine


- Nella mia foto: Panchina al buio giardini a Follonica

Sono solo, seduto a una panchina
un vento freddo soffia da levante
eri con me abbracciata l'altra sera
e ti vedevo tenera e sognante.

In mente costruivo dei castelli:
"I pilastri - chiedevo - dove metto?"
Non son mai stato un bravo muratore
ma sempre un sognatore maledetto.

Ma con i sogni non s'alzano muri,
confondi solo chi ha problemi seri,
chi ha davanti a sé ancor tant'anni,
d'esser eterno scioccamente speri.

M'ero illuso perché ascoltavo il cuore,
chi dona amore d'emozioni è pieno
conto non tiene del sentire altrui
che sentimento ne può avere meno.

Anche per te scavai una tomba in cuore
a fianco ad altri amori adesso spenti
i fiori tutti li ha dispersi il vento
ed io viaggio tra ombre silenti.

(Follonica 13.12.2022 – 20:15)
 

Apparenze


Nella foto dipinto “Guernica” di Picasso

Da solo morirò cercando amore
fra un po’ m’attaccherò anche a un bastone
ma sempre amore in giro cercherò
così di certo mai invecchierò.

E poi a me basta un bacio, una carezza,
e l’altra sera ancora l’ho donata
lei era rossa in viso, una bambina
non era una italiana, ma ucraina.

Ed era via fuggita dalla guerra
lasciando casa, il figlio ed i nipoti
disperata cercava qui un lavoro
ma qui nessuno vive in mezzo all’oro.

Ero invaso da tanta tenerezza
ma anch’io affogavo in mezzo a un mar di guai
e avevo un tetto ed anche la pensione
ma in cuore una bufera e la tensione.

Non puoi spiegare in versi l’emozione,
la gente osserva con i propri occhiali
sembra lo strabico che ti stia guardando
e invece un panorama sta ammirando.

Ma resti un po’ confuso dal suo sguardo
e cambi atteggiamento e ti componi
dentro reprimi il tuo dolore e il pianto
sul cellulare cerchi un suono o un canto.

Simuli e inganni gli altri di star bene
ma dentro a te c’è guerra, c’è l’inferno,
soffochi in cuor gli affanni e le tue pene
ti calmi e pensi: “ma non vivrò in eterno”!

(Boccheggiano 20.12.2022 – 11:47)
 

Angoscia


- Nella mia foto: Tramonto a Piombino.

Sei qui vicina a me tutte le sere
guardi con me l’immensità del mare
a me abbracciata, lieta di gustare
un bel tramonto tra le nubi nere.

Avevo sciolto le tue angosce vere
e mi dicevi lieta di fidarti
io già pensavo a casa mia portarti
schiarir dall’orizzonte le bufere.

Invece hai scelto un’altra soluzione
in fondo ero contento, coi miei guai,
ma è inadeguata la collocazione.

Ora forse hai compreso e, quindi, sai
che quel mestiere crea qualche afflizione
che a navigar ti porta tra i ghiacciai.

Io poco posso offrirti ma stai certa
con te sarò a scalar la dura vetta.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 23.12.2022 – 11:52)
 

Agnostico


La Foto del dipinto del Cristo è di Agostino Carracci

Ti chiedo scusa per averti amato
forse t’ho dato un poco d’afflizione
ma per amare penso ch’io sia nato
coniugo l’emozione e la passione.

Inadeguata anche eri nell’età
della mia vita molto ti ho spiegato
non penso fossi un dio della beltà
ma amori giovanili Dio m’ha dato.

Non so, ma verso me lui prova affetto
l’ho rinnegato e neppur ci credo
forse son io che gli ho trafitto il petto
ma sempre intorno a me ognor lo vedo.

Forse legge il mio animo ch’è buono
vede che aiuto tutti i derelitti
a chi mi fa del male poi perdono
il ricco osteggio e sto con gli sconfitti.

Com’ ha già fatto gli ipocriti schiaffeggio,
da poco in croce per amor m’han messo
lui m’ha insegnato che odiare è peggio
e mani e piedi insanguinati ho adesso.

(Boccheggiano 31.12.2022 – 23:37)
Salvatore Armando Santoro
 

АГНОСТИК

Я извиняюсь за то, что люблю тебя
возможно, я дал вам небольшое огорчение
но я думаю, что я родился, чтобы любить
Я сочетаю эмоции и страсть.

Неадекватно даже вы были в возрасте
Я объяснил тебе многое из своей жизни.
Я не думаю, что я был богом красоты
но юношескую любовь дал мне Бог.

Я не знаю, но он испытывает ко мне привязанность
Я отрицал это, и я даже не верю в это
возможно, это я проткнул ему грудь
но всегда вокруг меня каждый раз, когда я вижу это.

Возможно, он читает мою душу, и это хорошо
видеть, что я помогаю всем изгоям
тем кто меня обидел то я прощаю
богатый заложник и я с побежденным.

Как лицемеры уже шлепнули,
они недавно поставили меня на крест за любовь
он научил меня, что ненавидеть хуже
и окровавленные руки и ноги у меня сейчас.
Фотография картины Христа принадлежит Агостино Карраччи.

(Боккеджано, 31 декабря 2022 г. – 23:37)
Сальваторе Армандо Санторо


Tik Tok

T’ho visto questa notte, ma per caso,
di nuovo Facebook m’avea bloccato
allor su Tic Toc sono andato
ho detto:“Ora ci piazzo anche un mio vaso”.

E chi ti vedo? Una disgraziata,
con i capelli a posto e ben tenuta,
non mi sembravi poi tanto abbattuta.
Non eri l’altro ieri disperata?

Vedo che ti riprendi facilmente
e non affoghi nell’acqua di una tazza
anzi nei liquidi sei una che ci sguazza
ma a posto non sembravi con la mente.

T’ascoltavo e un po’ m’ero commosso
ma poi mi son ripreso, ed anche in fretta,
e mi son detto è ora che la smetta
a creder che tu cambi più non posso.

Tu sei cambiata, è vero, anche di brutto,
sventagli di aver trentasetteanni
ma nel porcile hai buttato gli anni
e chi ti s’avvicina anche hai distrutto.

Alla fine mi son tranquillizzato,
grazie alla tua demenza, anche salvato!

(Boccheggiano 1.11.2022 – 19:00)
 

Tavolozza scomposta


La foto è tratta da Wikipedia

Finirono le illusioni, la speranza finì,
duro il risveglio,
guardai ancora una volta gli occhi suoi spenti
quella vaga espressione persa nel buio senza speranza,
la voce sua ascoltai, forse era meglio
che ad altri lidi navigassi a ricercare
un raggio di sole che s’è spento
tra le nubi lucenti,
che via con se portò quel giorno il vento.

E a quel giorno rimasi
a quella sua ultima carezza
col morto in casa disteso nella bara
e intorno la musica s’alzava
da una scatola appesa alla parete
che emanava un motivo sempre caro
che arrivava ovattato, da lontano,
un motivo di Adriano Celentano.

Inutile domande mi son posto
su quel suo ragionare fanciullesco,
seminando illusioni,
ragionando di amore,
di un figlio che mi stava caro in cuore
che davvero da lei avrei voluto
frutto del vero amor che ventilava
nelle sue fughe notturne organizzate,
ad altri illusi date.

Ora è tardi davvero,
il risveglio è arrivato crudele,
ha spento la speranza,
il verde al rosso s’è mischiato sulla tavolozza
un nuovo colore ha composto,
il rosso col giallo il verde ha dato
il bianco col nero si è confuso
solo grigio ha lasciato
e l’azzurro che nel ciel prima vedevo
era una nuvola nera
che ha offuscato i tramonti
che ha lasciato in cuore solo il buio della sera.

(Boccheggiano 4.11.2022 – 9:35)
 

Nomi


La foto del muretto di Via Cupola a Reggio Calabria mi è stata inviata dall’amico Franco Poner.

Nomi rivedo dei miei giorni andati
allineati sul foglio di un portale,
visi oggi che tornano fanciulli,
urli di notte al buio del rione
svolazzano quei nomi
pipistrelli impazziti
urlanti sulle nostre teste pien di sogni.

E ridisegno quei volti,
spesso con un panino farcito di patate
su un muretto che ancor resiste al tempo
urlo la frase magica, “mangiosa”,
che mi preserva dalla rapina
d’una misera cena serale
tra ragazzi più affamati di me.

Puleo, Modafferi, Cimino,
Crucitti, Cuzzola, Labate, d’Agostino,
nomi che risvegliano i rimpianti
la perdita di persone care
chiuse nel cuore,
serrate nella mente
che tornano a cantare a primavera
su quel muretto con le luci spente.

E tutti li rivedo ancor viventi
con le voci stridule e pungenti
senza pensieri e ricchi di speranze,
sono dentro di me
occhi lucenti,
li sento urlare,
rivedo il riso che sui volti abbonda
li sogno come un tempo li ho lasciati,
ritorno fanciullino
coi pantaloni corti e con le frecce
d’un vecchio ombrello mezzo demolito,
con un rametto fragile da archetto,
ritorno come ero e come sono
bimbo sognante al buio sopra un muretto.

(Boccheggiano 22.2.2022 – 11:40)
 

Martina

Chi fosse Martina mi chiesi
quando dal libro* si staccò quel bigliettino,
zero cinque sei sei era il prefisso telefonico locale,
pensai a Follonica o Scarlino,
ma poteva essere Montieri o Massa
o un paese metallifero vicino.
Non è da tutti leggere paperbachs poeti
leggere Bob Dylan alle cinque del mattino.

E mi venne davanti una giovane figura,
anni sessanta, forse settanta,
azzeccare la data è proprio dura,
anni d’illusioni, di guerra al Vietnam
di rivoluzioni.

Ed ho visto una Martina,
ragazzina,
con la sua gonna corta e il pugno chiuso,
confusa nella mischia urlante
contro la guerra, sempre dominante,
contro il capitalismo prepotente,
con i negri condannati dentro il ghetto,
coi vecchi che non so più dove metto,
con le idee protese al cambiamento
e in Vietnam,
in Vietman c’era un bombardamento.

E si cantava fino a tarda notte
si cantava e si sognava il cambiamento
correvano per strada con gli idranti
le camionette della polizia
ma noi si urlava e si correva avanti
sbandati in strada ed eravamo in tanti.

Tra questi c’era forse anche Martina,
che oggi ancora sogna,
ma vivere bisogna.
Oggi ha qualche ruga in viso
e non è più bambina,
ma sogna ancora d’esser ragazzina.

*Era una raccolta di poesie di Bob Dylan trovata alla Coop di Follonica tra i libri abbandonati.
(Boccheggiano 2.11.2022 – 5:53)
 

Resistenza


La foto è tratta dal portale:
https://italianosemplicemente.com/archives/4305

Se la memoria è corta e la ragione
sul sentiero sbagliato ti ha condotto
non dar la colpa sempre al crapulone
paga lo scotto.

Se il sole abbaglia e perder fa la rotta
puoi usar gli occhiali o cambiar percorso,
al ronzino che al passo va e non trotta
stringigli il morso.

Se nell’ozio ti sei un po’ adagiato
non dar la colpa a chi usa la frusta
in fondo è colpa tua sei hai cambiato
la strada giusta.

Se, alla fine, la libertà poi perdi
per colpa della tua negligenza
per far tornare tutti i prati verdi
fai Resistenza.

(Boccheggiano 1.11.2022 – 22:53)
 

Il tempo passa


La foto è tratta dal portale:
https://www.iltuocounselor.it/2016/10/01/piu-tardi-sara-troppo-tardi-la-nostra-vita-e-ora-jaques-prevert/

Oh, il tempo, il tempo come passa
gioie nel cuore accumula e dolori
con se trasporta anche i vecchi amori
i desideri e l'egoismo abbassa.

Anche gli affetti più sinceri cassa
ed appassisce, come accade ai fiori
quando l'autunno arriva, che i colori
cambia alle foglie e sui sentieri ammassa.

Scioccamente torniamo ai giorni andati
e ci rodiamo l'animo e la vita
domande ci poniamo sugli errori

che mente e cuore forte ci han turbati
e l'esistenza in pieno ci ha abbruttita,
ma mentre pensi il tempo passa e muori.

Forse è meglio allor dimenticare
se gli errori non puoi più riparare.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 27.11.2022 - 00:22)
 

Il sacco

Nel mio sacco vi son le delusioni,
gli insuccessi stipati dei miei errori,
vi son nascoste le mie perversioni
vi son, però, ordinati anche gli amori.

Gli amori sono ancora il mio tormento
mi svegliano nel cuore della notte
mi han regalato gioie e godimento
le sogno ancor mature e ragazzotte.

Alcune sono nebbie persistenti
le vedo ormai confuse nel mio sacco
altre appaiono nitide e lucenti
ma sono quelle che m’han dato scacco.

Quando la notte non mi fan dormire
apro quel sacco e come un disperato
ne cerco una che non vuol morire
anche se la mia vita ha rovinato.

Ma poi analizzo come è e com’era
e butto il sacco nella pattumiera.

(Boccheggiano 6.11.2022 – 6:06)
 

Josette


La foto è tratta dal portale www.napoliculturalclassic.it

Di certo ci aveva anche creduto,
lei che amore voleva e cercava,
mentre intorno la guerra avvampava
quel soldato l'aveva ammaliata.

Oh, la guerra, che brutta compagna
Crea odio e rancore nei cuori
di bruciato odorano i fiori
ma fiorire fa anche l'amore.

Ed un figlio era nato tra l"odio
era nato tra il filo spinato
nella guerra l'amore è sbocciato
per amore si era smarrita.

Quel fratello un giorno ho cercato
a lui penso ogni tanto e m'attristo
forse è stato un povero Cristo
forse ancora ricerca suo padre.

Oh, la guerra che triste compagna
che riesce anche amor seminare
ma alla fine solo odio sa dare
che nessuna persona risparmia.

(Boccheggiano 28.11.2022 – 10:30)
 

Il mio forziere


- la foto è tratta dal portale: https://www.segretaricomunalivighenzi.it/.../candela.../view

Il mio cuore è come un forziere
vi conservo le cose più care
son nascoste le lacrime amare
e le donne più amate e più vere.

Custodite ho le donne insincere
che m'han fatto un dì lacrimare
ma le ho amate e restano rare
sono adesso inutili cere.

Candele finite e usurate
che hanno dato una luce splendente
ma col tempo si sono oscurate

alla fine non servono a niente.
Ma ricordo che un tempo le ho amate
la ragione al cuore non mente.

- Sonetto
(Boccheggiano 22.11.2022 - 10,08)
 

Ignoranza

Si nota sempre l’ignoranza degli altri ma si ignora la nostra.

(Citazione di Salvatore Armando Santoro 28.11.2022)
 

Dietro la porta

Dietro la porta chiusa batte un cuore
un uomo solo pensa ai giorni andati
li vive a volte uggiosi e disperati
non filtra il lucernaio alcun chiarore.

vive le sue giornate nel grigiore
ricordando soltanto i dì passati
che con indifferenza lei ha cassati
seminando nell'animo il rancore.

A volte sente un battito alla porta
ed una voce che accorata chiama
ma per le vie del borgo soffia il vento

lui lo confonde con colei che ama
spera che ancor l'amore non sia spento
invece è solo il vento che via sciama.

- Sonetto
(Boccheggiano 28.11.2022 – 20:59)
 

Certe volte


La foto è tratta dal portale: https://ucarecdn.com/ 

Certe volte mi sveglio al mattino
ancora abbracciato dai sogni
che volteggiano come fantasmi
avvolti in lenzuola di lino.

Mi ricordo le notti passate
ti osservo ancora assonnata
rivedo quei tuoi seni procaci,
risento le tue gioiose risate.

Ti guardo nel sonno dormire
e non m'importa chi sei
t'ho amato, forse ancora ti amo,
il ricordo mi fa solo soffrire.

Le vecchie parole risento
chiedevi perché ti guardassi
cercavo di leggerti in mente
a capirti indagavo un momento
.
Non capivo quel grande tuo affetto
quel convinto ripetere t'amo,
dagli intensi orgasmi appagata,
quell'allegro cambiare di letto.

(Boccheggiano 25.11.2022 - 9,13)
 

Cercavo una donna


La foto è tratta dal portale:
https://www.oroscopissimi.it/significato-dei-sogni/sognare-mutande.htm

Cercavo una donna d’amare
pensavo d’averla trovata
ma era alquanto sfasata
voleva soltanto scopare.

Mi illuse, mi illusi,confuso
pensai:“amor mi vuol dare”
l’amor che cercavo, ma pare
donnetta lei fosse, che illuso.

Non era soltanto esaltata,
parlava di figli e d’amore
ma fango aveva nel cuore
la testa alquanto traviata.

E sterco in giro ha lasciato
il tanfo per l’aria s’aggira
e se col cucchiaio lo gira
il puzzo mortifica il fiato.

Sembrava l’ amore cercasse,
e quello maturo è più grande,
ma frugava nelle mutande
ed ho capito cosa anelasse.

Come accese smorzò la fiamma
che spesso fuma anche se spenta
anche a morire a volte stenta
così l’amore sfocia poi in dramma.

(Boccheggiano 26.11.2022 – 22:25)
 

Cercando Valentina


La foto è tratta dal portale: https://www.filmtv.it/

Oh, Valentina coi tuoi occhi buoni
con quel sorriso che l’animo riempiva
eppure fosti a me tanto vicina
cercavi amor e ti donai veleno.

Colpa tu non ne avesti e ancor ricordo
le parole che incisi sopra un foglio
e ti costrinsi ad amor non dare
tu che a secchi me lo regalavi.

Quegli occhi e quello sguardo son presenti
nei sogni che riempion le mie notti
a volte appari sempre sorridente
ma poi vai via senza dirmi niente.

Ed ancora ti cerco tra la folla
nei pomeriggi che mi sento solo
e pur di amiche svolazzanti intorno
ancor ne trovo ma non m’appassiono.

Tu m’hai donato tanto, tanto affetto,
sincera fosti a dire :”E’ passeggero”
ma non t’ho fatta entrare nel mio petto
legato ad un vecchio amore resto ed ero

ma ancor ti cerco e a volte mi dispero!

(Boccheggiano 13.11.2022 – 10:03)
 

Vivere senza amore


La foto è tratta dalla pagina:
https://paipo.it/2017/05/02/non-possiamo-vivere-senza-amore/

Pensa quanto male mi fai,
ma non lo sai.
Apro per caso il cellulare,
il tuo nome m’appare,
ma t’ho bannato
e non posso ne scriverti o parlare,
avrei voglia la voce tua sentire,
ma tu che fai?
Solo umiliarmi sai,
spingermi nuovamente ad oscurarti
e sono stanco ormai
neppure ho più la voglia d’incontrarti,
le esternazioni tue ascoltare.
Fai come ti pare!
Ma vedo che ogni amor che hai
dalla vita tua dopo scompare.
Penso che amar non sai
forse amato non hai saputo mai,
tu senza amore vero resterai.

(Boccheggiano 8.10.2022 – 19:24)
 

Violoncello
(Dedicata ad Elena Raimondi)


Il dipinto della foto è di Elena Raimondi di San Mauro Pascoli (g.c.)

E quell'archetto scivola e accarezza
le fredde corde sa sollecitare
dal suo vibrare s'alzano le note
che anima e cuore fanno emozionare.

Il vento, il suono avvolge in una brezza
dal Borgo lo trascina verso il mare
la melodia gli indifferenti scuote,
tutti gli innamorati fa sognare.

Il musico che genera quel suono
gli occhi socchiude avvolto da passione
preso anche lui da tenero abbandono

e come accade ad ogni anfitrione
l’animo suo rifugge dal frastuono,
l’ansia allontana e affoga l’afflizione.

- Sonetto
(Boccheggiano 10.10.2022 – 19:15)
 

Una voce nel buio


La foto è tratta dal portale: https://m.media-amazon.com/images/I/41bFzttzkyL._SY346_.jpg

Nel dormiveglia sento una vocina
come al tempo dei primi cellulari
le rispondevo: “T’amo mia piccina”
erano tempi dolci e non amari.

Gira la ruota, sbiadiscono i sorrisi,
cambiano i gusti e mutano gli umori
si stingono i vestiti, vengon lisi,
l’assenzio sale e invade sempre i cuori.

La nebbia oscura spesso i grandi affetti
la delusione li cambia in rancore,
e un’amica che legge i miei versetti
mi sgrida per aver perso l’amore.

“L’orgoglio – mi ripete – è il tuo nemico,
ho letto e leggo tutto quel che scrivi,
hai tanto amato e con il cuor ti dico
tu banalmente tanto amore archivi”.

“Avrei lottato con unghie e con denti
per tener questo amore nel mio petto
il mondo non è adatto pei perdenti,
io mai rinuncerei a tanto affetto”.

Nel buio della stanza aleggia un suono
e quella voce non si vuol chetare
a volte la ricopre un forte tuono
ma quella voce continua a risuonare.

(Boccheggiano 18.10.2022 – 15:56)
 

Una foglia


Nella mia foto: foglia di platano a Follonica

Una foglia sul viale s'attorciglia
chiama invano la madre, la sua figlia,
ma giace ora sulla strada spoglia
ha perso, ahimè, la forte sua famiglia.

È l'autunno che adesso bussa forte
s'indebolisce il ramo, perde forza,
anche la foglia perde l'energia,
rotola senza forza sulla via.

Pare che chieda aiuto, ma è ingiallita,
il verde ha perso della primavera
sull'Elba cala il sole e l'ombra allunga
anche per la mia foglia vien la sera.

Penso alla caducità della mia vita
ed anche agli anni miei tutti sfioriti
per questa foglia provo tenerezza
vorrebbe forse un'ultima carezza.

(Follonica 23.10 2022 – 17:34)
 

Un riso di bimba


La foto è tratta dal portale: http://www.nunes3373eb.com

Un riso di bimba a volte mi accompagna
quando osservo il mare da Piombino
sento un voce che nel cuor ristagna
mi sembra che risuoni a me vicino.

Lei parla al buio della sua campagna
le sue parole a me porta il garbino,
quel vento dallo Jonio le accompagna
e le sospinge oltre l’Appennino.

Mi sforzo di capire se la voce
solo mendace canto è di sirena,
ma adesso ho mani e piedi fissi in croce

e il sangue sgorga e cuore e corpo svena.
Dall’amor dato colsi odio feroce
alla mia sete aceto che avvelena.

Sul Golgota rimasi abbandonato
anche dal Padre mio dimenticato.

- Sonetto ritornellato
(Piombino 20.10-2022 – 22.15)
 

Trasmigrazione

Chi sono adesso, mi chiedo,
e cosa fui?
Chi ero un tempo, a volte mi domando?
Non ho risposte
e penso, di rimando,
forse usignuolo,
forse farfalla fui.

Forse fui cane, legato alla catena,
ed ululavo forte nella notte,
cercavo una parola, una carezza,
e cerco ancora
ma sol trovo tristezza.

Eppure sono al caldo d’una stufa,
non ho catena ma son prigioniero
nel frigo al fresco tengo pesce e cibo
ho pere, prugne ed uva di zibibbo.

Ma mi sento lo stesso incatenato
il cuore è freddo e son sempre affamato
forse è l’amor che cerco e che mi manca
e la salita è dura e il passo arranca.

Eppure amore tanto ne ho donato
tanto ne ho avuto ma mal conservato
lo cerco ancora tra le frasche e i rovi
ma tra le spine quale amore trovi?

(Boccheggiano 25.10.2022 – 1:48)
 

Sentieri


La foto è di Enrico Forti di Pavia (g.c.).

Quel sentiero infinito va lontano
si perde all’orizzonte, e crea ricchezza,
ondeggia tra le spighe in mezzo al grano
regala agli occhi immensità e gaiezza.

Corre armonioso lungo l’altipiano
come Mosè in due il campo spezza
sembra plani come ali di gabbiano
solo a guardarlo infonde tenerezza.

Ed è l’antico che ancora ci regala,
il sudore dei nostri contadini,
tesoro della zappa a punta d’oro,

figlio del sacrificio e del lavoro
tutta una vita sulla terra chini,
impegno di formica e non cicala.

- Sonetto
(Boccheggiano 7.10.2022 – 2:06)
 

Seduto in un caffé


La foto è tratta dal portale: https://www.iltitolo.it/lecco-citta-dei-promessi-sposi/

Seduto in un caffé
io sto pensando a te
e volo col pensiero nel Salento
e m'accarezza il sole ed anche il vento,
ma tu non pensi a me
ti sei scordata, ahimé,
l'amore mio gettato hai nel cestino
lungo quel mare azzurro salentino.

Del mio affetto più non sai che farne
il volto più non vuoi accarezzarmi,
né i pochi capelli bianchi sistemarmi
e lasci questo cuore consumarsi
questo mio amor per sempre logorarsi.

Resto seduto, muto sto a pensare,
mi manca il forte odore del tuo mare
mi manca quel tuo correre giulivo
e quell’affetto che mi davi vivo
mi mancano le tue parole finte,
ricche d’amore, maliziose e spinte,
mi manca infine anche il tuo sorriso
che ti splendeva un dì negli occhi e il viso
e il cuore mio allietava ed i pensieri
d’ombre e fantasmi oggi prigionieri.

Seduto in un caffè
io sto pensando a te
e volo con le nuvole nel cielo
mi illudo stia su in alto navigando
dai finestrini guardo la tua casa
con le finestre spente senza luce
non sento l’abbaiare del tuo cane
morto nel buio legato alla catena
e provo in cuore tanta, tanta pena,
ma tu non sai, neppure vuoi capire,
che di dolore si può alfin morire.

(Follonica 04.10..2022- 16:03)
 

Risvegli senza amore


La foto è tratta dal portale:
https://www.naturasi.it/eventi/seminare-il-futuro-2022

Sognando l’amore già vedo la fine,
la fine del male in un mondo perverso
che canto scrivendo un semplice verso
che tolga alle siepi le inutili spine.

E vedo orizzonti senza un confine
e tutto l’amore dal cuore disperso
che ancor sopravvive in chi non l’ha perso
che sparge nel mondo come concime.

Ma tutti i sogni finiscono all’alba,
quando ti svegli la mente è assonnata
intorno hai gente ancora più scialba

e vedi secca la pianta annaffiata
che hai seminato dov’era la sabbia
dove l’amore non l’ha concimata.

- Sonetto
(Boccheggiano 26.10-2022 – 11:04)
 

Ricordando Lorenzo
(A Lorenzo Crocetti, il Tosco)

Burbero e pedante,
A volte strafottente,
Cercava il pel nell'uovo
E a volte lo trovava.

Con me era prudente
Quando mi contestava
Ma molto mi apprezzava.

Trovare i suoi commenti sparsi in rete
Arte ardua mi sembra e ci rinuncio
Ma erano taglienti
A volte indisponenti.
Lorenzo era un amico
Per strada io lo persi
Invano mi chiedevo come stesse
Il suo silenzio un poco mi turbava.

Ma a volte abbandonava
Che stesse male poi mi confessava.

Invano ho atteso di leggere qualcosa
Una tardiva e forte esternazione
Lui era sceso all'ultima stazione.

Dormiva già sereno,
Da qualche anno più non ascoltava
Commenti al mio poetare più non dava.

Sotto una dura pietra
La terra non è lieve
È triste e tetra.

(Boccheghiano 15.10.2022 - 11:40)
 

Nostalgici rintocchi


La foto del campanile è tratta dal portale:
http://www.parrocchiaparona.it/il-campanile-e-la-voce-delle-campane.html

Il mio cuore è come una campana
ogni rintocco un vecchio amor ricorda
tutte le ha amate ed ancor le ama
tutte le tiene dentro e non le scorda.

Il vento quei rintocchi li allontana
ma il suono la mia mente tutta assorda
e mi richiama anche una amante strana:
provo a scacciarla e giù tiro la corda.

Ma il suono allor s’espande ancor più forte
perché le donne a cui ho donato amore
son nella mente vivide e mai morte

hanno occupato un pezzo del mio cuore
è inutile per me serrar le porte
il vento contro sbatte con furore.

Sonetto
(Boccheggiano 10.10.2022 – 22:33)
 

Non è facile


La foto è tratta dalla pagina: www.strettoweb.com

Non è facile dare ad altri amore
quando ne hai un altro vivo in cuore
cancelli inutilmente la sua foto
ma dentro te rimane acceso il fuoco

Ti resta in bocca il gusto dei limoni
l'aria ti manca, soffrono i polmoni,
ed anche se respiri in riva al mare
ti sembra dentro l'acqua d'annegare

Ed hai bisogno un'emozione forte
che in altre donne vedi assenti e morte
che ti stanno sempre a ricordare
un vecchio amore che non può tornare

che ormai solo silenzio ti può dare
e muto da una foto sta a guardare
mentre tu gli racconti le tue cose
e intanto posi crisantemi e rose

così lasci sfiorire un nuovo affetto
che potrebbe sbocciare nel tuo petto
e si consuma come quel tuo cero
che si spegne frignando al cimitero.

(Boccheggiano 24.10.2022 – 13:37)
 

Nespolo
(Eriobotrya japonica)

E il nespolo d’autunno ci da il fiore
per l’ape è un bel regalo a impollinare
quando d’intorno la natura muore
e il nettare comincia a scarseggiare.

Il nespolo, che pianta eccezionale
che già d’ottobre a grappoli fiorisce
il suo colore ha un abito regale
il suo profumo allieta e intenerisce.

Cresce dal mare fino alla collina
scegliendo il Sud Italia per sbocciare
il freddo teme, rifugge dalla brina,
frutti succosi in giugno sa donare.

Ricco è di molti sali minerali,
fecondo il suo potere antiossidante,
note le proprietà antinfluenzali
di virtù salutari ne ha anche tante.

Matura lentamente anche il colore,
passa dal verde intenso dell’inverno
a quello giallo al cambio del tepore,
che si comporta ormai con moto alterno.

Ed è il primo frutto di stagione
che accende i banchi dei supermercati
ma poi bisogna farsi una ragione
son frutti che salati van pagati.

(Boccheggiano 29.10.2022 – 20:54)
 

Malattie


L'immagine è tratta dal portale:
https://www.touringclub.it/sites/default/files/styles/tutta_colonna/public/immagini_georiferite/lossy.jpg?itok=vNphIyOg

Eri in salute quando eri ammalata
perché adesso dici: “Son guarita”?
Mi spiace, ma sei degenerata
giammai tu guarirai quella ferita.

La mia, tutt’ora, è sempre aperta e viva
mi feristi in quel B&B a Nardò
e da quel dì divenne più infettiva
farmaco per guarire mai trovò.

Hai saltellato dopo allegramente
salendo su ogni letto che hai trovato
dicevi:”T’ho scacciato dalla mente”,
ma ad ogni storia morta me hai cercato.

Anch’io ho saltato su dei treni in corsa,
treni non più adeguati alla mia età,
ma furono per me una risorsa
per rifugiarmi nell’ambiguità.

Non era amore quello che ho trovato
un po’ di sesso tanto per scordare
ma delusioni ho poi confezionato
l’amore vero a tutte non so dare.

(Boccheggiano 2.10.2022 – 18,21)
 

Maestri


La foto è tratta dal portale:
https://it.wikipedia.org/wiki/Educazione_di_Cupido

Sempre maestro fui a comporre versi
come il mosto la rima fermentò
ma ero astemio e l’occasione persi
ma il vino nella botte migliorò.

E chi lo bevve non ebbe da dolersi
poi giunse il sonno ed il liquor sfumò
sognarono nei talami riversi
scordando tutto quel che gli insegnò.

Da astemio, di saggezza si arricchì,
ma a volte anche da un calice di vino
un cuore sordo all’amor s’intiepidì.

E se con te avverso fu il destino
e ti negò di aver l’amore un dì,
tu amor effondi come un mandolino.

E chi ti sta vicino
s’intenerisce dal tuo verseggiare
scaccia il rancore e prova affetto dare.

- Sonetto caudato
(Boccheggiano 18.10.2022 – 22:32)
 

Haiku – Autunno


La foto è di Maria Clotilde Cundari g.c.)

Chicchi succosi-
glicini trasparenti
oro d'autunno

(Boccheggiano 15.10.2022 – 2:55)
 

Luna calante


La foto è tratta dal portale:
https://ilsentierodelleantichemadri.net/wp-content/uploads/2020/04/Luna-Calante.png

Calò per noi, calò, luna crescente,
la barca si tirò sul bagnasciuga
in rete ci restò sol qualche acciuga
in fondo al mar Nettuno col tridente.

In ciel sostò la traccia sua lucente,
in fronte ci spuntò nuova una ruga
e fummo uccelli bradi tutti in fuga,
solo i ricordi ci portammo in mente.

Pochi i capelli ormai rimasti in testa,
fra l’altro molti deboli e imbiancati,
tanti i ricordi che ci fan penare

sempre pensando ancora ai dì di festa,
a quel muretto e noi sopra ammucchiati
al tempo andato che non può tornare

e ai libri di latino impolverati.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 29.10.2022 – 10:55)
 

Ficarazzi


- La foto del dipinto è di Vera Pellegrino di Catania

Un tempo s'aspettava il suo passaggio
ed io ricordo ancora l'urlo antico
ed oggi ancor ci penso e benedico
quei "ficarazzi" che più non assaggio.

E i primi fiori sulle pale a maggio
splendevano vicino a qualche fico
il contadino era nostro amico
e s'apprezzava tanto il suo coraggio.

Lui maneggiava quei frutti spinosi
rideva e svelto tutti li sbucciava
le bucce raccoglieva pel maiale.

E l'urlo antico ancora in alto sale
pei vicoli la voce sua volava
"Ficarazzi, ficarazzi gustosi".

"Curriti figghioli, deci 'na lira
'na ficarazza deci 'ndi tira".*

-Sonetto ritornellato

* "Fichidindia, fichidindia gustosi.
Correte bambini, dieci una lira
un ficodindia dieci ne tira"

(Boccheggiano 31.10.2022 - 10:19)
 

Di tanto amor sol brace


La foto è tratta dal blog:
https://blog.libero.it/Romanticando/8496878.html

Il tuo amore è stato intenso
ed io dolce l'ho avuto
oggi tu lo rinneghi e l’hai scordato
ma dalle orme pesanti che hai lasciato
tu amore sincero hai seminato
ed io ancor oggi ci penso.

E mi dicevi: tu sei mio
di gelosia eri strapiena
limite non c’era alla tua frenesia
m’hai descritto come io fossi un'arpia
le donne attorno volevi scacciar via
tanto m’hai calunniato vivaddio.

Intorno a te olezzava primavera
e tanto amore hai sparso
fiori e ginestre lungo il fosso
sulle siepi qualche pettirosso
che ci saltava quasi addosso
ma poi calò il buio, venne la sera.

Volò via l’uccellino
anche l’amor volò dai tuoi pensieri
si spense il fuoco ed anche la sua brace
e adesso il pettirosso pure tace
dell’amore tuo che era una fornace
rimase un tizzo spento cinerino.

(Boccheggiano 13.10.2022 – 22:00)
 

Cercatori di funghi


Nella mia foto: Porcino nei boschi di Boccheggiano.

Quando l’odor di bosco è alle narici
allora tra i castagni cerco un fungo
e mi ricordo quello che tu dici
di star lontan dai pruni oppur mi pungo.

Ma di porcini ancora non ne ho visti,
uno m’è capitato in mezzo ai piedi
ma a cercar funghi occorre si rovisti
nella boscaglia, ai bordi non ne vedi.

Ed io ero vestito a damerino,
al mare ero andato a passeggiare
neppure avevo in mano un bastoncino
rischiavo nella macchia scivolare.

Intanto via ho portato un bel porcino
che tra i castagni stava a vegetare
ed al sentiero era anche vicino
strano che solo a me si volle dare.

(Boccheggiano 2.10.2022 - 23:56)
 

Casa nella nebbia


La foto è di Enrico Forti di Pavia (g.c.)

Nell'incertezza che dal nulla sale
Vago con il pensiero ai dì del sole
E sbando camminando un po' a tentoni
Ombre intravedo e rivoluzioni.

Un sole opaco m'accompagna
Filtra randagio e qualche raggio irradia
Dalla foschia un urlo acuto assorda
Stanno tirando forte un po' la corda.

Dicono ch'è il cambio di stagione
Ma sono incerto ai bruschi cambiamenti
Guidar con questo tempo la vettura
La vedo onestamente molto dura.

E lor signori stanno a litigare
Berlusca manda Ignazio a quel paese
E si comincia veramente bene
Fontana avrà un paniere pien di pene.

La frase lascia in bocca molto sale
Ma io la vedo veramente male
Questo sarà un governo stagionale
La nebbia sale anche al Quirinale.

(Boccheggiano 15.9.2022 – 12:29)
 

Al bordo del letto

Al bordo del letto
appeso il reggipetto,
sul comodino le tue mutandine,
per terra la sottana,
come la vita è strana.

C'è sempre quell'asciugamano rosso,
che accompagnava quel lenzuolo smosso,
i glutei come un dosso
dimenticar non posso.

Al corpo giovinetto
io di pensar non smetto
e faccio poi il confronto
con altri amor dopo arrivati,
mi chiedo di tanto battagliar,
vinti e sfiancati,
cosa sia rimasto:
solo un letto disfatto,
un frutto acerbo e guasto.

(Boccheggiano 24.10 2022 - 22:09)


Una panchina al sole


Nella mia foto: panchina a Suvereto (Livorno)

Una vecchia panchina ozia al sole
forse aspetta due cuori innamorati
ma di discorsi tanti ne ha ascoltati
e le promesse più ascoltar non vuole.

Adesso poi riaprono le scuole
arriveranno bimbi infervorati
che correranno mezzi scalmanati,
sorbire si dovrà strilli e parole.

Così almeno non sarà più sola,
avvertirà il calore dei bambini
e gli urli riempiranno la piazzuòla.

Anche gli arriverà l’odor dei vini
che intenso ed aspro già nel borgo vola
mentre fermenta l’acino nei tini.

- Sonetto
(Boccheggiano 14.09.2022 – 20:46)
 

Suvereto oggi


- Nella mia foto: Il palazzo del Comune di Suvereto.

Nel parco naturale di Montioni
sorge un Borgo di era medioevale
tra i palazzi la fanno da padroni
La Rocca ed il Palazzo Comunale.

La Rocca Aldobrandesca a Suvereto
sorge in cima al paese e lo sovrasta,
al Borgo diede il nome un sughereto
attività che ancor oggi è rimasta.

Il Comune è un palazzo del trecento,
architettura stile alta Maremma,
vicino vi sorgeva un bel convento
che in alloggi si trasformò con flemma.

Il libero Comune maremmano
conserva storie di antica civiltà,
è certo che il convento francescano
stimolò il governo alla modernità.

Fece il conte nuove regole varare
innovando la vendita e l'acquisto
e si poteva con libertà affittare
così che il forestiero era ben visto.

Oggi resta la torre campanaria,
sede che fu dei Giudici locali,
ruderi antichi di cinta muraria,
le vecchie strade in pietra medioevali.

E poi le antiche chiese con gli affreschi,
il chiostro e la porta del castello,
la storia dei regnanti Aldobrandeschi
ed oggi un’accoglienza di livello.

(Boccheggiano 12.09.2022 – 12:52)
 

Sogni


La foto è tratta dal portale:
https://www.vitadamamma.com/139255/sognare-di-cadere-significato.html

E m’agito la notte
vago per vie e sentieri sconosciuti
di strada, è vero, tanta ne ho percorsa
ma sconosciuta è quella dei miei sogni.

Vedo davanti a me erte colline
caverne scavate lungo i fianchi
cerco invano l’autore, il costruttore,
mi chiede del perché l’abbia scavate
senza una via di accesso o gradinate.

E incrocio gente che mai ho conosciuta
dicono che il villaggio dei miei amici
dista appena trecento metri
si trova al di là della collina,
m’affaccio e vedo il mare,
un mare che ha il colore d’uno stagno
ed io sopra una rocca come un ragno
perso in una ragnatela appesa al cielo.

Lascio il sentiero buono
per accorciare scelgo il più contorto
poi metto un piede storto,
scivolo, ma son salvato dal risveglio.

Così cerco i pensieri di assemblare
provo a dare un volto a quella gente
che dei miei amici non conosce niente,
mi sento proiettato in altri tempi,
mi chiedo del perché del mio sognare.

(Boccheggiano 19.09.2022 – 13:59)
 

Seduto alla panchina


Nella mia foto: Tramonto a Piombino da Piazzale Amendola

Quando resto seduto alla panchina
e guardo l’Elba in mare galleggiare
sul cellulare vergo qualche rima
che mi sussurra l’ondeggiar del mare.

Vedo la Toremar lieve passare,
stancante da Piombino all’Elba arranca,
osservo il sole rosso in mar calare
mi chiedo al mio tramonto quanto manca.

Ma vivo quei momenti con passione
convinto che il tempo non va via
che lo possa fermar con la pressione
di uno scatto di fotografia.

Condivido allora quel tramonto
illuso che rimanga tutto fermo
ed il passar del tempo più non conto
certo che resterò anch’io eterno.

(Piombino 10.09.2022 – 20,21)
(Boccheggiano 11.09.2022 – 12:35)
 

Scirocco a Suvereto


La foto del Circolino di Suvereto è tratta dalla rete.

Anche oggi sono andato a Suvereto
è stato un pomeriggio un po’ noioso
nuvole in cielo e un po’ di pioggerella
un caldo di scirocco umido e afoso.

Al Circolino un po’ mi son fermato,
seduto al tavolino indifferente
gusto un gelato yougurt e pistacchio
e ascolto il ragionare della gente.

Ogni tanto mi scappa una battuta,
un complimento faccio alla barista,
ride il vecchietto debole d’udito
mi tocca sillabar, ma ha buona vista.

Chiedo se con la pioggia di stamane
i funghi va a trovare tra i castagni
lui risponde d’avere novantanni
ci andrebbe con qualcun che l’accompagni.

S’avvicina a mostrarmi l’apparecchio
che indossa per poter meglio ascoltare
ci ride sopra perché sente male,
ché la pila dovrà ricaricare.

Così si chiude la conversazione
la barista va via, finito ha il turno,
il cambio glielo da la nonna arzilla
ed io salgo al castello taciturno.

(Suvereto 8.09.2022 – 18:45)
 

Radici


La foto è tratta da Facebook.

Cerca in una radice, le radici,
sicuramente ci troverai la vita
l'essenza prima del tuo respirare
l'anima tua così andrà spedita.

E lì, sotto la terra, ogni sospiro,
la forza che ha succhiato i minerali
che forma ed energia t’ha regalato
ed alla mente ha messo un paio d’ali.

Non osservar la fronda rigogliosa
ch’ombra e riparo un dì ti regalò
guarda sotto quel tronco oggi imponente
il nutrimento che nel buio succhiò

che a te diede i suoi frutti profumati
lavorando in silenzio sotto i piedi
da sempre hai trascurato le radici
oggi loro ringrazia e scusa chiedi.

(Boccheggiano 25.09.2022 – 13:25)
 

Olivetti Lettera 22
(Pensierino della sera)

Quando la mia vecchia macchina da scrivere Olivetti lettera 22 mi vede passare vicino (ce l'ho su un tavolino nella mia camera da letto) lei si emoziona e si aspetta una carezza.
Sono sicuro che mi dice: "Non tocchi più i miei tasti. Ti ricordi le nottate che passavi con me a scrivere poesie e pensieri? Ed il mio tic tac annoiava chi stava dormendo nella stanza vicina?
Ma io non sapevo sussurrare, sapevo dire solo tic-tac e lo facevo anche in modo rumoroso, questo lo so.
Ancora non avevano inventato il computer sul quale adesso stai scrivendo senza far rumore. Ma ricordo le tue passioni adolescenziali che trasferivi sulla carta.
Mi hai fatto imparare tante cose leggendo i tuoi scritti ed ho anche assimilate le tue emozioni ed i tuoi sentimenti.
Adesso mi trascuri. Neppure un saluto, neppure una carezza.
Eppure abbiamo trascorso tanto tempo insieme.
Ogni tanto ricordati di questa tua vecchia amica e quando mi passi vicino accarezza i miei tasti.
Non ti chiedo altro e questo mi basta".

E pure la vorrei gratificare la mia vecchia macchina da scrivere. Pensare che sono residente ad appena 15 km da Ivrea, la località dove la mia lettera 22 è nata. Almeno farle rivedere dopo tanti anni la casa dove è stata costruita, anche se in rovina. Solo la mia macchina è sempre in gamba (come il suo padrone d'altronde, tolto qualche acciacco) e penso rivedrebbe con piacere la località in cui è nata. Ma quanto ha camminato questa vecchia ma funzionante macchina da scrivere. Ci è passata con me da Ivrea un paio di volte e mai l'ho portata a vedere lo stabilimento in cui è nata. Devo programmare una visita prima che io scompaia e qualcuno questa vecchia macchina da scrivere, che pochi saprebbero utilizzare, venga magari buttata via in uno cortile di un ferrovecchio!

(Boccheggiano 28.9.2022 - 20:03)


Passeggiando per Suvereto


Nella mia foto: Vicoli di Suvereto (Livorno)

Quando passeggio solo per il borgo,
mi siedo poi alla solita panchina,
dietro al castello, in pace mi distendo
o parlo con un'anziana ch'è vicina.

E chiacchieriamo di cose banali,
del gatto o del cane del vicino,
lei non lo sa che parla ad un poeta
che scrive qualche verso sotto il pino.

In poesia trasforma ogni discorso
guarda vecchie finestre ed un portone
ci vede intorno gente d'altri tempi,
con loro poi attacca anche bottone.

Gli contano del tempo ch'è passato
delle sere intorno al focolare
delle fatiche antiche in mezzo ai campi
la terra a rivoltare e coltivare.

Lui se ne sta sereno in gran silenzio
ma la sua mente vaga insieme al vento
pensa e discorre con dei personaggi
con tanti affanni ma dal cuor contento.

(Boccheggiano 07.09.2022 – 11,01)
 

Oleandro rosa


- Nella mia foto: Oleandro rosa alla Rocca di Suvereto (LI)

Lo so che non son solo e tu ci sei
origli alla mia porta appena sveglia
il suon t’è giunto della radiosveglia
son pigro ed a letto ancor starei.

Ma sei distante, e t’accarezzerei,
sento frignare l’olio nella teglia
l’acre odore del fritto mi risveglia
e un buon caffè con te mi gusterei.

Anch’io sono lontano ed ozio a letto
la testa abbandonata sui cuscini
ma col pensiero a te sono vicino

sto disegnando in mente un cuoricino
che l’ale batte come gli uccellini
e in becco un roseo fiore anche ci metto.

Forse salvato già l’hai in galleria,
lo guardi con un po’ di nostalgia.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 17.09.2022 – 13:03)
 

No passerà


La foto è tratta dal portale: https://imieianimali.it

Erano due passeri in amore
lui le diceva piano: “Passerò”
lei ripeteva secca e con candore
“Mi dispiace ma no passerà”!

Amore lui insisteva disperato
che passero sarò senza passar?
lei rispondeva con tono arrabbiato:
“Te lo ripeto qui no passerà”.

Rispose adirato l’uccellino,
(non accettando quel “no passerà”)
tirando al guscio un poco il cappellino:
“un’altra passera di certo lo vorrà”.

(Boccheggiano 25.09.2022 – 00:3)
 

Motteggiar per non pagar


La foto è tratta dalla rete

Chi mai ama un poeta, chi lo vuole?
E una persona difficile da amare
spesso si perde, se ne sta a sognare,
sugli affanni del mondo poi si duole.

Ed è noioso, fa discorsi seri,
un’amica un volta l’ha ripreso
lui, però, non si è per nulla offeso
ha cambiato discorso volentieri.

L’ha motteggiata ed ha sorriso pronto,
le ha detto: “parlerò di cose serie,
abbian bevuto e tu non sei in miserie
per questo adesso paga anche il mio conto”.

Lei rise, ed era quello che cercava,
voleva si parlasse d’allegria
e lui sapeva far anche ironia
e intanto il conto suo altri pagava.

(Boccheggiano 11.09.2022 . 14:41)
 

Lungo i tratturi


La foto è di Lilli Pati (g.c.)

Lungo i tratturi con la terra smossa
la vite alligna e grappoli regala
in mezzo al verde qualche foglia rossa
dal raspo scuro un dolce odore esala.

E già la botte freme nella grotta
gioisce e sente il mosto fermentare,
tenero il sole al grappolo s’avvolta
per farlo ancora meglio maturare.

Sarà settembre il mese del raccolto
donne in affanno e viti deflorate
tralci angosciati per quel figlio tolto
uve dolenti in cesti accatastate.

Ma dal dolore nascerà il liquore
che allieterà la mensa conviviale
dal calice s’espanderà l’odore
che appagherà il gusto ed il morale.

(Boccheggiano 01.09.2022 – 11:28)
 

Haiku - Tormenta


La foto è di Carmelo Salvaggio

Schizzi d'azzurro -
tra bianche panne sparse
tormenta sale

(Boccheggiano 2022.09.28 – 12:42)
 

Cercando l’amore


La foto è tratta dal portale:
https://www.crushpixel.com/it/stock-vector/cute-little-unicorn-stand-on-3337729.html

Cerco l’amore ma l’odio mi circonda
sale pian piano come un fiume esonda
leggo sul mio profilo esternazioni
all’uomo non servon le lezioni.

La storia? Ma chi mai l’ha interpretata?
Ci si scorda di chi l’ha generata
si litiga sui Social tra imbecilli
molti al mattino presto sembran brilli.

S’affrettano a scrivere un commento
parole che sparpaglia dopo il vento
e tutti dietro in fretta a spippolare
ma d’amore son pochi poi a parlare.

Mi sovviene allora un giovinetto
che d’amor vive e lucido è d’aspetto
lui d’amore continua a ragionare
mentre incombe la guerra nucleare.

Sogna, come sa far solo un poeta
che impasta amor sul tornio con la creta
e su nel firmamento stende reti
per cogliere le stelle tra i pianeti.

Ma poi un fragore immane lo risveglia
e come un pesce frigge nella teglia
ma è duro e non si vuole rassegnare,
lui continua d’amore a ragionare.

(Boccheggiano 24.09.2022 – 17:19)
 

Anniversario 2022
(116 anni)

Vita mi ha dato
ed io non l'ho apprezzata
amor mi ha regalato
ed io non l'ho capito
il vero amore avevo ricevuto
una carezza alfine le ho negato.

E ancora amore in giro vo' cercando
a donne ingrate lo sto regalando
ma quell'amor che vo' elemosinando
solo mamma lo stava seminando.

In un culla ti rivedi adesso
ed alla mamma oggi pensi spesso
di anni tanti via ne son passati
invecchi e non capisci
che quel bene
che ancor cerchi ce l'hai nelle tue vene.

Quel bene in una tomba adesso giace
e tu la fai soffrir col tuo cercare
invece di farla serena riposare
adesso che ha trovato la sua pace.

(Boccheggiano 27.09.2022 – 10:39)
 

Il poeta ed il pastore
Il poeta è come una capretta
che bruca l’erba nuova a primavera
metabolizza senza avere fretta
quando rientra nell’ovile a sera.

Latte nutriente dalle puppe inietta,
non ha importanza se sia bianca o nera,
preciso munge nella sua gavetta
caglia ricotta, dal buon gusto spera.

Al pastore mi sa tanto somigli
che al cacio forma dà e lo colora
coi fiori bianchi che ruba dai tigli

con erbe profumate lo insapora
lo mette ad invecchiare nei giacigli
e che maturi infin non vede l’ora

per cogliere poi il frutto del lavoro
che dona all’uomo dignità e decoro

perché è la “zappa dalla punta d’oro”
quella che crea in terra un gran tesoro

come la penna che sul foglio va
che al poeta darà l’eternità.

(Boccheggiano 07.09.2022 – 1:22)
 

Alla ricerca dell’anima


La foto del dipinto del 1909 "Donna che dorme-Lydia" è di Rudolf Wacker

Ho cercato tra madide lenzuola
l’orma della tua anima sudata
quella che tante volte ho vezzeggiata
e che ancor oggi nel pensiero vola.

Adesso tu mi scrivi che sei sola
ma so che nel tuo letto ti sei data
e tanti maschi t’hanno rivoltata
e tu sei anche esperta linguaiola.

L’impronta che hai lasciato dura ancora
ci penso quando guardo un tuo filmato
che tu hai voluto ad arte immortalare.

ma adesso non ti devi lamentare
se l’ultimo tuo amante t’ha lasciato
un altro troverai che t’accalora.

Pure se matta ancor sei nella mente
ma non fan luce le candele spente.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 21.08.2022 – 10.54)
 

Ti amo come sei

Ti amo come sei col dente storto
e t’amo anche se col naso grosso
quanto io t’ami dirtelo non posso
ormai la vita è breve e il fiato è corto.

L’amore che m’hai dato ormai è morto
tra i rovi l’hai buttato dentro un fosso
resta un tramonto con il cielo rosso
sul Golgota una croce e il mio sconforto.

Amor t’ho dato, quello che ho potuto,
e tutto hai preso e molto l’hai apprezzato
e non son stato certo un uomo astuto

non t’ho adescato oppure raggirato
per darti amore infin mi son perduto
ora mi resta un cuore amareggiato.

Lo curo, ma gli affanni sono tanti
han buona sorte i falsi ed i briganti.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 29.08.2021 – 11:34)

Senza coperta


La foto è tratta dal portale: https://www.ilariaartusi.it/2012/03/essere-o-apparire/

Viaggerò senza coperta
non avrò nulla di nuovo da mostrare
né di me stesso raccontare,
non ho sponsor da santificare
neppure elettor da ringraziare.

Sono me stesso con i miei difetti
con la mia testa e la tastiera inerte
che compone i miei versi e giù li immette
quando un tasto accarezzo
che una lettera traccia, una frase compone
e dopo una emozione.

Scrivo quello che il cuor mi detta,
non intendo stupire
neppure raccogliere consensi,
prevedo la fine dei miei versi
in mezzo a tanti fogli persi,
conosco del dolor che m’opprime,
di quello della gente
soggetta a guerre e sofferenze
che io denuncio spesso inutilmente.

E tu scrivi di nubi e di colori
di vele che si incrociano sul mare
della luna che illumina la notte
di stelle che il cielo sanno ricamare.

E gli occhi chiudi alle tristezze umane
il senso non cogli dei versi dei poeti,
di quelli veri che sanno emozionare
e ti rifugi dietro frasi fatte
dietro pensieri che pensi esprimano concetti,
impasti di pane raffermo
che in acqua sciogli ed in padella metti.

(Boccheggiano 18.08.2022 – 12:48)
 

Stelle cadenti a Follonica


La foto è tratta dal blog: https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiH2YtSX8d-PEEBZ7fdPlPltwVWhQo53kBftVlAi2PunowKO7hLd59I-
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Stanotte ho visto una stella saettare
Il cielo di fuoco per poco ha incendiato,
un desiderio ho espresso immediato
che l'uomo deponga le inutili brame
la guerra cancelli, paura e la fame
non sia più egoista, sia nuovo e diverso.

Agosto è un mese di stelle cadenti
noi li vediamo sol oggi slittare
ma forse da secoli sono già morte
ne hanno viste di gente soffrire
di povera gente costretta a osteggiare
per pochi potenti dovere morire.

È il mese sempre caro ai poeti
che il dieci rileggono i versi
che un giorno Giovanni* ha vergato
che un urlo di pace ha elevato
a chi in silenzio governa
questo "atomo opaco del Male"
che vive di odio e di guerra
che lutti regala, la pace sotterra.

* Giovanni Pascoli (X Agosto)
(Follonica 05.07.2022 – 23,45)
 

Metamorfosi


La foto del dipinto “Viaggio nel blu” è di Anna Redaelli

Penso a com’eri e come oggi sei
al tuo sorriso debole e giulivo
ti vedo sorridente nella Ka,
nuda distesa sotto un verde ulivo.

E mi ricordo quella prima volta
ad inseguirti in quel campo sportivo
poi m’abbracciasti e mi mostrasti il petto
allora mi sentivo forte e vivo.

E l’amor che mi davi era sincero
lo ricambiai, ma adesso manca e langue,
tu mi giuravi sempre immenso amore
patto facesti e unisti sangue al sangue.

E mi commosse tutto quell’affetto
ma lo sapevo che non era amore
tu non capivi tanta mia tristezza
l’autunno si portava via l’ardore.

Ed anche l’uva in vigna maturava
colse del sole l’ultimo suo raggio,
dinnanzi mi mostrò una donna sciocca
priva di sentimento e di coraggio.

Ma di coraggio poco n’ebbi anch’io
non ti legai come tu chiedevi
erano assurdi i tuoi ragionamenti
non ti seguì in quel che in testa avevi.

Ora di tutto ti sei dimenticata
mi dici di non ricordare niente
di quanto tu sia sciocca e ritardata
lo sai soltanto tu e la tua mente.

(Boccheggiano 19.08.2022 – 15:03)
 

Notte di stelle cadenti
(Dedicata ad Ileana Bonsi)


La foto è di Alessandro Pratesi pubblicata oggi su FB

E le stelle continuano a cadere
cadono i nostri sogni e le speranze
e ci illudiamo che una scia splendente
il viso lo riporti sorridente.

E scrivono sul cielo illuminato
o forse siamo noi che interpretiamo
ricordano gli amori andati via
empiono il cuore di malinconia.

Ridiamo allora ed anche un po' speriamo
che quella scia soddisfi i desideri
ed un futuro allegro ci auguriamo
che il buio cancelli dai nostri pensieri.

(Boccheggiano 12.08.2022 – 21:04)
 

Frustate e carezze


La foto è tratta dalla pagina:
https://www.leggereacolori.com/wp-content/uploads/2016/02/sad-girl-alone-wallpaper-awesome-images-60ufewaz-e1460368628140-1170x380.jpg

Prima ti frusto e dopo t’accarezzo
nel cuor sei cara ma poi ti disprezzo
quel che m’hai dato, giuro, non ha prezzo
se penso a quel che fai, mi fai ribrezzo.

Mi dici che sei debole di mente
dimentichi le cose facilmente
ma nei filmati e foto sei presente
le cose scritte ancora non son spente.

Tutte le ho conservate per dannarmi
anche se menti più non puoi incantarmi
anzi la mente di disgusto m’armi
coi tuoi discorsi no, non puoi sviarmi.

Mi parli di pilastri e di rispetto
ma il primo amor che avevi t’era stretto
l’agire tuo con lui mai fu corretto
scusami, ma tu lo sai, ch’io parlo schietto.

Ed ho ragione adesso di bloccarti
e dal mio cuor per sempre cancellarti
tanto tu in rete sai come sfamarti
e trovar nuovi pasti per saziarti.

(Boccheggiano 16.08.2022 – 17,06)
 

Grazia dove sei?
(Da parte di Fabio ed Andrea)

Dove sei, Grazia, cosa fai?
Ricordi ancora Loris e Manuela?
Lo so gli anni passati sono tanti
più di 40 e ti sembriamo matti.

Ma ricordiamo della tua mitezza,
delle attenzioni verso i nostri figli
e spesso davi a loro una carezza
eri una ragazzina ma già sveglia.

Io sono Fabio e c’è mia moglie Andrea
anche lei ti ha sempre ricordato
ora siam ritornati a San Giuliano
chi la conosce che ci dia una mano.

Adesso sarà sposa con bambini
forse può darsi che sia anche nonna
ma non ci importa noi la ricordiamo
carina e bella come una madonna.

E vorremmo con piacere rivederti
se leggi per caso questo appello
fatti sentire, mandaci un messaggio
abbracciarti per noi sarebbe bello.

(Boccheggiano 29-8-2022 – 13:57)
 

Conflitti


La foto è tratta dal portale:
https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2015/10/16/Scienze/Foto%20Gallery/99-703007-000005.jpg

E vedo gabbiani volare,
insieme agli aerei nel cielo,
li vedo tuffare nel mare
i corvi gracchiare su un melo.

Con il fucile armeggiare
al sole disteso o nel gelo
invano la pace sognare
rancore a vendetta miscelo.

Mi chiedo in fondo a che serve
restare tra i sassi a guardare
intorno la vita che ferve,

dovere a qualcuno sparare
e senza motivo o riserve
un essere umano ammazzare.

- Sonetto
(Boccheggiano 02.08.2022 – 22,23)
 

Lumini


La foto è tratta dalla rete.

Per ogni amore finito
rimane nel cuore un lumino
che sfrigola e dondola piano
rimane un pensiero lontano.

E inutile alzare dei muri,
neppure sfoltire la siepe,
non basta bloccare la voce
neppure lei mettere in croce.

Sul Golgota brilla una stella
la sera lo sguardo a lei vola
lei invano ha cercato un appiglio
come i gatti ho mostrato l'artiglio.

Silente ricordo l'amore sprecato
quello che ho avuto e che ho dato,
ricordo quel suo sorriso infantile
il primo che ho visto alla fine di Aprile.

(Boccheggiano 7.07.2922 - 12,25)
 

Insostenibile leggerezza dell’essere

Ti ricordi quando mi assillavi
e di messaggi il cellulare m’intasavi?
Ed ogni scritto mai era banale
a legger oggi mi fa stare male.
E mi svegliavi nel cuore della notte,
quanto vino hai bevuto dalla botte?

Ed anche se io non fossi un bevitore
mi ubriacai di tutto quell’amore,
ed ascoltavo al buio la tua voce
sdraiata a letto mi mettevi in croce
e mi sembrava d’avvertir gli odori
che intensi generavano i tuoi umori.

Oggi rileggo i vecchi tuoi messaggi
certo non fummo previdenti e saggi,
volai con te e sognai un mondo pazzo
ma per te ero un semplice pupazzo
ed hai tradito anche allegramente
chi poi t’ha cancellato dalla mente.

Oggi anche te galleggi dentro il fango
ma provo pena ed in silenzio piango
perché chi ha davvero tanto amato
l’amore in cuore ha sempre conservato
ed in silenzio prova compassione
per chi ha regalato un dì passione.

Leggere quello che scrivevi allora
sappi che un poco il cuore m’addolora
ma spesso misuriamo i nostri affanni
entrando impropriamente in altri panni
ma questo è uno sbaglio madornale
quando si entra nel cuor d’un animale.

(Boccheggiano 20.08.2022 – 12:30)
 

La purezza


“Pompei-Casa del Centenario” - Foto tratta dalla rete

Un caro amico cerca la purezza
e fa un proclama come Cicerone
ma in giro c’è sol puzza e la mondezza
e chi il puro cerca è un gran coglione.

Ormai trionfa solo lo squallore,
le donne? Molte sono pattumiere
chi va in cerca del puro e dell’amore
trova concime come il giardiniere.

Mi viene in mente una ballerina
che ho conosciuto un giorno nel Salento
giovane esperta più d’ una sgualdrina
e tra i suoi buchi ci passava il vento.

Ma lei mi canzonava e ci scherzava
quando d’amore a volte ragionavo,
era normale, a tanti lei si dava
mentre io solo l’amor le regalavo.

E questo amico tanto mi somiglia
cerca le donne pure e verginelle
insegue le farfalle e non le piglia
e trova esperte a scappellar cappelle.

A ragione gli vien da vomitare
a vedere budelli nel suo letto
pronte con tanti solo a fornicare
a togliersi mutande e reggipetto

donne solo da letto
che amor non hanno e che non sanno dare.

(Boccheggiano 31-08.2022 – 13,00)
 

Vecchie strade polistenesi


La foto è di Antonio Cammareri di Polistena (g.c.)

Quante volte girai per queste strade
a piedi scalzi e coi calzoni corti
tra la calura estiva e le rugiade
correndo pei viottoli contorti.

E tra bambini intrecciavamo spade
ma sempre ero perdente tra i più forti
l’odor s’alzava di pestate biade,
di menta fresca profumavan gli orti.

Il caldo era spesso soffocante,
ma non ci impauriva a quell’età
ci dissetava l’acqua zampillante

lungo i sentieri fuori di città
tornai a casa a volte zoppicante
ma a confortarmi c’era allor mammà.

- Sonetto
(Boccheggiano 19.07.2022 – 1:24)
 

Valentina dagli occhi buoni

Oh, Valentina, avevi gli occhi buoni
ed il sorriso che mi deliziava,
ma poi ti persi tra lampeggi e tuoni
mentre la pioggia il viso ti lavava.

Lacrime erano tenere, lucenti,
che scorrevano insieme con la pioggia
m’hanno lavato tutti i miei tormenti
son confluiti tutti in una roggia.

Da lì sono poi corsi fino al mare
sale al salato aggiunse e perse il gusto
difficile divenne a pasteggiare
la squisitezza trasformò in disgusto.

Forse non era amor ma frenesia
forse si era un poco innamorata
compresi che la colpa era sol mia
ma a un altro amore s’era già legata.

Ogni tanto rivedo gli occhi buoni
lampeggiano se infuria la tempesta
al luccichio segue un rombar di tuoni
come quelli sparati a fine festa.

(Bocccheggiano 03.07.2022 – 00:20)
 

Temporeggiando


- Il dipinto è di Anna Redaelli (g.c.)

Dopo di te amai solo una donna
ma eri assai presente nel mio cuore
che oscurasti di lei ogni chiarore
in me brillavi come una madonna.

E un cero accesi sopra una colonna
cercai il perdono di nostro Signore
e vi posai un vaso e qualche fiore
ma il conto non tornò sbagliai la somma.

Si sa che il Cristo legge i sentimenti
e non lo inganni con lumini e fiori
se il cuore non hai puro ed a lui menti.

Non serve che ti prostri e che l’adori
se l’animo hai riempito di tormenti
e il vero amore l’hai buttato fuori.

- Sonetto
(Boccheggiano 23.07.2022 – 5:14)
 

Tarli


L'immagine è tratta dal portale:
http://www.pyrgus.de/Cossus_cossus.html

Anche se sto in silenzio e non ti parlo
questo dire non vuol che non ti pensi
anche ieri che una donna mi affiancava
a te pensavo mentre lei parlava.

Sei come un tarlo nella mente fissa
che rosicchia e un poco mi stordisce
spesso mi chiedo con chi sei, che fai
e in questi giorni affogo in tanti guai.

Vorrei tornare indietro nel passato,
questi son stati giorni pien d’affetto,
ma mi hai creato qualche dissapore
ma in mente ho il tuo sorriso ed il tuo amore.

Mi consolo da solo alla tastiera
tutti gli affetti dopo te arrivati
forse mi hanno un poco rallegrato
ma stranamente a te sempre ho pensato.

E resti nei pensieri, altro non cerco,
ormai l’amore mio si è consumato
ad altre non riesco a dare affetto
anzi provo per tutte un gran rispetto.

(Boccheggiano 29.07.2022 – 15:37)
 

Sopravvissuto


Nella mia foto: La mia ex casa dei Piani di Galatina.

Ogni tanto ripenso alla mia terra
con gli occhi chiusi giro intorno casa
d’arbusti ed erbe ormai la vedo invasa
sembro un soldato ch’era stato in guerra.

Ed i ricordi il cuore dissotterra,
la passione la sua anima rifasa
ed anche se la mente è ormai dissuasa
cerca gli affetti spenti sottoterra.

Un grido, un canto, una velata voce,
un agitar di mano od un richiamo,
lo scricchiolio dell’albero del noce,

una civetta che pigola su un ramo
come il lamento del Signore in croce,
e un vecchio amore che ti urla:“T’amo”!

- Sonetto
(Boccheggiano 13.07.2022 – 18,20)
 

Senza affetto


La foto è tratta dal portale
https://www.ilgiornaleditalia.it/news/oroscopo/375721/oroscopo-chi-sono-donne-piu-infedeli-zodiaco.html  (che val la spesa visionare)

In questi giorni eri nel mio letto
eri venuta solo in sottoveste
senza mutande e senza reggipetto
mi regalavi allor coccole e feste.

Oggi mi chiedo che felicità son queste
ch'io vivo senza amore e senza affetto
adesso tu mi sembra abbia la peste
mi chiedo senza amore come ho retto.

E guardo indietro, scruto i tanti amori
a cui calore hai sempre regalato
non so dove trovassi tanti ardori

ed i sorrisi in foto immortalato.
Di tutti hai detto: "sono grandi amori"
a loro solo il letto hai riscaldato.

-Sonetto
(Valpiana 18.07.2022 - 14,33)
 

Ascoltando un cinguettio


Nella mia foto Gennaio 2022 - Pettirosso a Rasia

Sto ascoltando in un arbusto un cinguettio
una vita ch'è nata e sta sbocciando
ed in silenzio resto ad ascoltare
quel lento e solitario pigolio.

Provo nel cuore tanta tenerezza
una vita, una vita sta crescendo,
e mi sento anche tanto in colpa
per un mondo che gli nega una carezza.

Svolazza intorno a me una farfalla
tra l'erba s'affanna un moscerino,
nel cielo ascolto un frullare d'ali,
ma questo mondo è incerto e un poco sballa.

Da un pezzo mangio cibi senza sale
ma vedo che d'insipido è ormai tutto
e chi governa invece di discese
al popolo costruisce solo scale.

(Boccheggiano 8.7.2022 - 9:41)
 

La gattina di Boccheggiano


Nella mia foto: Il gattino di Boccheggiano

Si stende lì per terra e non ha fretta,
non miagola, neppure ronza intorno,
diffida e a giusta sicurezza aspetta
alla sera ma anche a mezzogiorno.

È una delle gatte del rione,
esiste ed ha il diritto di mangiare,
arriva all’ora giusta al mio portone
zitta pazienta ma sembra parlare.

Rigira gli occhi, osserva i movimenti,
ormai intuisce tutto quel che faccio
la lingua striscia appena sopra i denti
mentre il suo pasto dalla busta scaccio.

M’avvicino col piattino in mano
ma non si fida e lesta scappa via
a terra lo depongo e m’allontano,
quando controllo ha fatto pulizia.

(Boccheggiano 12.7.2022 – 1:53)
 

Quando cantano le cicale


Nella mia foto: Cardi a Valpiana (GR)

Quando sento cantare le cicale
seduto a un tavolino di Valpiana,
nel pioppeto vicino alla fontana,
una dolcezza su dal cuore sale.

A te penso e ai giorni dell’amore
quando sdraiata tra gli ulivi stavi
e spensierata a me tu ti donavi
facevan le cicale un gran fragore.

Il canto qui è soffuso, meno intenso
e lieve si confonde con il vento,
non m’importa, lo stesso m’accontento
un po’ socchiudo gli occhi ed a te penso.

Mi sembra allor che tu mi stia vicino
e mi ripeta tutte le promesse
ma le parole più non son le stesse
si sono perse in mezzo a un biancospino.

Alita il vento e già le prime foglie
dei platani sparpaglia sopra il prato
disperde anche l’amor che m’hai donato
e spine e cardi l’animo mio coglie.

(Boccheggiano 31.07.2022 – 2:47)
 

Temporale estivo


La foto è tratta dalla rete.

Piovono lampi tra le nubi nere
segue un fragor che l’animo impaura
lede l’orecchio e scuote la natura,
son da evitare tappi rosa e cere.

Non serve neppure scostar tende
o accostare le imposte sopra i vetri
anche se arretri di parecchi metri
fragore e luce nella stanza accende.

E il brontolio si fa tosto tempesta
e senti chiocciolar sugli embricini
la grandine che allarma gli uccellini
che la serata rende triste e mesta.

Poi senti ancora un tuono in lontananza
che aveva anticipato la saetta
anche le nubi corrono in gran fretta
e il sole torna insieme alla speranza.

(Donnas 15-06.2022 – 20:14)
 

Rondini in volo

La foto è tratta dalla pagina:
https://cdn.studenti.stbm.it/images/2021/05/19/relativismo-pirandelliano_300x200.jpeg

Ho aperto la finestra e luce ho dato
a questa stanza all’alba senza il sole
che accarezza su in alto la montagna,
rondini ho visto in volo festaiole.

Oh rondinella che vai verso il Salento
sulla sua casa fermati a sostare
forse ancora troverai il laghetto
per poterti tranquilla dissetare.

Dille di me, che pur se sembro assente
ogni tanto riascolto le promesse
sui quei filmati che un dì ho salvato,
parole che oggi non son più le stesse.

Parole che il tempo ha cancellato
ma che nel cuore ho sempre presenti
parole che via ha portato il vento
cenere in volo tra tizzoni spenti.

Resta il ricordo di giorni gioiosi
che il tempo lentamente porta via
resta un sorriso su un volto sereno,
maschera che celava una pazzia.

(Donnas 06.06.2022 – 7:01)
 

Ragazza in motoretta

La foto è tratta dal portale:
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSBHuLiag9Q82O33hqv-lY8tU55XN19nDKuWg&usqp=CAU

T’ho visto in motoretta
tranquillamente andare
marcia ho cambiato in fretta
per starti a pedinare.

Al cuor provai una stretta
m’ha fatto emozionare
era una giovinetta
m’ha fatto risognare.

Corsi con il pensiero
ai giorni dell’incanto
adesso ho il cuore nero

in gola un groppo e un pianto
il mio fu amore vero
in versi ancor lo canto.

- Sonetto di settenari
(Boccheggiano 24.06.2022 – 00:33)
 

La rondinella
Sutt'acqua e sutta ientu navigamu
e sutta fundu nata lu delfinu.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Noi simu ddoi marange su nnu ramu
e tutti e ddoi l'amore nui facimu.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Ene lu ientu e cotula lu ramu
tienite Ninella mia se no catimu.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

E se catimu nui a 'nterra sciamu
ca simu te cristallu e ne rumpimu.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Ulìa cu te lu dau nnu vasu 'ncanna
dopu vasata cu te vasu 'ntorna.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Ulìa cu te lu dau lu core meu
nu mme 'nde curu ca io senza vau.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Traduzione ed adattamento ritmico di Salvatore Armando Santoro

La rondinella
Sotto la pioggia ed il vento navighiamo
e in fondo al mare nuota un bel delfino.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Noi siamo due arance appese a un ramo
e tutti e due facciamo ognor l'amore.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Arriva il vento e smuove foglie e ramo
tieniti Ninella mia se no cadiamo.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Se ci stacchiamo a terra poi finiamo
ma siamo di cristallo e ci rompiamo.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

Vorrei donarti un bacio sulla bocca
e non mi stanco di baciarti ancora.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

e ti vorrei il mio cuore regalare
e non mi importa se rimango senza.

Mamma la rondinella, mamma la rondinà
mamma la rondinella, gira, vola e se ne va.

(Donnas 18.06.2022 – 13:45)
 

Poeti

La foto è tratta dal portale:
http://www.lacasadellapoesia.com/Showsez.asp?sez2_ID=39

Finirò i miei giorni un dì nell’indigenza
mi lascerò morire alla tastiera
mentre dei versi provo a scribacchiare
sarà d’inverno o forse primavera.

Qualcuno leggerà le mie parole
può darsi sia persino indifferente
ma forse dopo scaverò una traccia
forse un mio verso gli aprirà la mente.

Sicuramente capirà qualcosa,
si chiederà: “chissà perché l’ha fatto”
e leggerà i miei ultimi pensieri
“certo – dirà - quest’uomo era un po’ matto”.

Forse comprenderà che m’ero illuso
di cambiare il mondo con un verso
ma forse capirà che a verseggiare
non è davvero poi del tempo perso.

Anche lui sarà invaso da passione
e quello scritto un po’ sconclusionato,
come un seme disperso sulla terra,
un altro disperato avrà creato.

(Boccheggiano 30.06.2022 – 12:01)
 

La lingua batte dove il dente duole

All’ombra dei castagni sto leggendo
nel meriggio che l’afa smorza il fiume
e un venticello sparge pigro il suono
di mosche svolazzanti come piume.

Giro lo sguardo, l’occhio si ristora
tra questo verde e qualche panca rotta
due cani neri ruzzano tra l’erba
il più piccino col più grosso lotta.

Quello grosso di corsa s’avvicina,
m’annusa, da un leccotto e salta addosso
(non so perché attiro sempre i cani)
eppure non gli porgo manco un osso.

Forse è l’afa del giorno, il mio sudore?
Forse trasmetto qualche simpatia?
Ci rido sopra e penso a qualche amore
che ogni tanto arriva e poi va via.

Anche l’ultimo ha avuto vita breve
s’è acceso ma è durato solo un poco
forse non uso legna stagionata
con quella verde dura poco il fuoco.

Anche il cane se n’è scappato via
a rotolarsi insieme all’altro al sole
ed io a pensare ad una in Romania,
“la lingua batte dove il dente duole”.

Che strana coincidenza col volume
che avevo ritrovato l’altro ieri
che stavo con pigrizia sfogliazzando
del duo De Mauro e Andrea Camilleri.

(Donnas 15.06.2021 – 1:21)
 



La foto è tratta dal blog: http://2.bp.blogspot.com/.../12A95NydlDU/s1600/gatto.jpg

Le chat
(De Guillaume Apollinaire)

Je souhaite dans ma maison:
une femme ayant sa raison,
un chat passant parmi les livres,
des amis en toute saison
sans lesquels je ne peux pas vivre.


Il gatto
(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)

Desidererei in casa mia
una donna ricca di buon senso,
un gatto che passeggi tra i miei libri,
tanti amici in ogni stagione
senza i quali non potrei vivere.

Pour mon amie Sabrina Brunodet, amoureuse des chats, un curieux poème de Guillaume Apollinaire,
l'un des principaux représentants de l'école des Poètes Maudits.
(Donnas 11.06.2022)
 

Compleanno
(A Dorella Pelagalli)

Ritornerò un dì nel mio Salento
correndo lesto lungo l’autostrada
a destra il mare, sulla testa il sole
dietro mi spingerà veloce il vento!

E mi corteggeranno tanti ulivi
le foglie cambieranno di colore
la brezza che spirerà dal mare
sentire ci farà lievi e giulivi.

E gli anni, oh gli anni che van via,
dentro ci lasceran la giovinezza,
con un sorriso e un poco di allegria
irrideremo il tempo e la vecchiezza.

(Boccheggiano 30-6-2022 – 15,32)
 

Arrivederci, saluti e baci

Ci siamo lasciati con un ultimo saluto,
con un sorriso di cielo indefinito
di alba che accarezza l’orizzonte
di sole che poi in mar scende spedito.

M’hai ripetuto: “tra noi non è finito
è stato troppo il bene che c’è stato
mai ci sarà un addio ma arrivederci”,
allora dimmi perché l’hai troncato.

Eri quel giorno calma e sorridente
ma io avvertivo un’aria di tempesta
liscio era il mare e non soffiava il vento
finì l’amor, finiva anche la festa.

Ora riguardo le fotografie
che il nostro pranzo aveva immortalato
rivedo il mio sorriso ormai sfiorito
il dito che quel giorno ho accarezzato.

(Donnas 10.06.2022 – 23:07
 

Vicoli e viuzze


La foto è di F. Annamaria Antoniello di Postiglione (g.c.)

A volte me li sogno nella notte
quei vicoli dal buio soffocati
quelle viuzze ripide e disfatte
le case con le porte vecchie e rotte.

Solo la luna dava un po’ chiarore
inciampavi nel buio sul selciato
dalle finestre aperte si espandeva
dei sughi e dei soffritti un forte odore.

Ed udivi a volte un imprecare
il pianto dei bambini nella culla
e l’urlo dei ragazzi intorno al desco
scadente era il pasto da mangiare.

E c’era chi partiva e chi restava
e si sperava in Dio e nel destino
con la speranza un dì di ritornare
qualcuno poi però non ritornava.

Restava il pianto delle donne in nero
con il rosario stretto tra le mani
c’era una foto sopra il comodino
ed una croce rotta in cimitero.

(Donnas 21.5.2022 – 12:01)
 

Venuta dal silenzio


La foto è di Antonio Fino di Gagliano del Capo

Sei viva nel silenzio
della mia mente stanca
fresca nei miei pensieri
come la neve bianca.

Se scavi nella mente
e cerchi vecchi amori
il mio ci troverai
con tutti i suoi bollori.

Ma tu ne avevi tanti
un lungo brontolio
nessuno ti conosce
penso soltanto io.

E mi volevi bene
te ne ho voluto tanto
ma nulla ho guadagnato
versato ho solo pianto.

E per il gran dolore
mi son anche ammalato
tu invece ci ridevi
m’hai dopo anche umiliato.

Dì insulti m’hai riempito
sei stata anche indecente
in pubblico m’hai detto
che ero un impotente.

Ti ho perdonato sempre
sì a volte t’ho insultato
ma è risultato infine
che non t’ho abbandonato.

E ancora sto a parlarti
ma ormai io parlo al vento
che le parole sparge
nei mari del Salento.

(Donnas 4.5.2022 – 22:05)
 

Un vetro trasparente


Nella foto Tisbe (di John William Waterhouse, 1909) ascolta le parole di Piramo dall’altra parte del muro (da le Metamorfosi di Ovidio).

Chi romperà quel vetro, chi lo romperà?
So che il mio cuore ha perso il suo vigore
i battiti sono oggi irregolari
troppa fatica ha fatto
ha faticato solo a dare amore.

E ci ha creduto
e tutti ha poi abbracciato
guarda negli occhi e legge anche i pensieri
non guarda se son gialli o se son neri
regala a tutti sempre un bel sorriso
anche se nel suo petto
nasconde spesso il pianto e non il riso.

Non conosce il rancore,
la stizza sì,
ma per un sol momento
perché poi tutto scorda ed ama ancora,
amor produce ed amor regala
per darlo le montagne a volte scala.

Odia la presunzione e l’ingordigia,
come formica
solo poche risorse lui trasporta in tana
ma non per sé
la vita da lui or s’allontana.

Ma è felice di esser previdente
e di pensare al bene altrui,
altro non interessa,
altro non sente,
con se lui sa non porterà mai niente.

(Donnas 14.04.2022 – 14:01)
 

‘U Pagghiaru
(Il pagliaio)


La foto è tratta dalla rete

Mi ritorna a volte ancora nella mente
quel pagliaio che aveva preso fuoco
vicino alla fiumara Sciarapòtamo
ed una donna con un bimbo in braccio
che guardava le fiamme sconsolata.

Si disse che qualcuno per dispetto
il fuoco a quel pagliaio aveva dato
ero troppo bambino per capire
la cattiveria in cui già ero immerso
ma la scena non ho dimenticato.

Quella donna con quel bimbo in fasce
ricompare ogni tanto alla memoria
e mi chiedo quel bimbo dove è andato
quella donna, lo so, riposa in pace
ma il dramma vive in me e ancor non tace.

E ricorda la miseria di quel tempo
che di pagliai ve n’erano tanti
sparsi fuori città e in mezzo ai campi
dove regnava la disperazione
ma si sperava nella religione.

Vedendo oggi i luoghi dell’infanzia
le belle strade, le ville e i giardini,
le case rifatte, le chiese e i campanili,
una rabbia mi sconvolge il cuore
e quel tempo maledico e il dittatore.

(Donnas 19.05.2022 – 16:38)
 

Stanotte ho sognato…..


Nella foto: dipinto del 1866 di Claude Monet, “Camille, la donna in abito verde”

Stanotte ho sognato un angelo,
aveva un vestito verde e gli occhi azzurri
giovane e bella
tutta sorridente,
una vecchia stella che in cielo un dì osservavo
luminosa e splendente.

La guardavo colpito e mi sentivo male
(oh, la maledetta età che m’abbracciava!)
volevo subito scrivere dei versi
ma corsi alla finestra a rigettare.

Lei venne alle mie spalle alla finestra
dolcemente, “t’amo”, mi disse.
Sentii il suo corpo caldo sulla destra
speravo che quel sogno non svanisse.

Pensavo a un vecchio amore
che sta bussando invano alla mia porta
m’alletta con richieste d’amicizia
che io respingo e che non comprendo
adesso solo sentimenti vendo,
ma son sempre un esteta
il bello ancora apprezzo
ma ai limiti del tempo ora m’arrendo.

E lei mi stuzzicava
il verde del vestito in alto sventolava
il bianco della pelle m’esponeva
tattica antica già sperimentata,
tagliola che aveva aperto una ferita
ancor oggi curata.

Stanotte ho sognato un angelo
con il vestito verde e gli occhi azzurri
ascolto ancora i suoi sussurri
ma è troppo freddo il cuore,
ora è colmo di gelo.

(Donnas 29.04.2021 – 11:07)
 

Scalinata Trinità


La foto della Scala Trinità è di Antonio Cammareri di Polistena (g.c.)

Di corsa andavo coi corti calzoni
con gli zoccoli ai piedi fatti in casa
con le cciappe inchiodate in punta e ai tacchi
attento ad evitar gli scivoloni.

E si saliva in fretta e si saltava
le gambe erano agili e scattanti
era d’estate e il caldo si avvertiva
alla fontana ci si dissetava.

E di fontane ce ne stavan tante
io mi ricordo quella della villa
con la quartara e tante donne in fila
per un bambino anche un po’ pesante.

L’acqua in tante case allor mancava
fragile la quartara era e d’argilla
andavo a rifornirmi anch’io alla fonte
a volte poi per strada si spaccava.

Si disperava un poco poi mia madre
perché di soldi non ce n’eran tanti
quel poco che il governo gli passava
ché in guerra richiamato era mio padre.

Ora vedendo quella scalinata
ricostruisco i giorni del tormento
ma anche dell’età mia spensierata
che via se l’è portata in fretta il vento.

(Donnas 26.5.2022 -00:12
 

Sabato Santo


La foto è tratta dalla pagina "Sei di Polistena se...

Era sabato Santo e son caduto
portavo sulle spalle la mia croce
da anni la trascino ormai impotente
ma il Padreterno proprio non mi sente.

Lo sto pregando di portarmi via
in un mondo cullato dal silenzio
son stanco d’ascoltar parlare a vuoto
sono in prigione ed i cancelli scuoto.

Ed ho una palla grossa appesa ai piedi
eppure il tempo in fretta sta passando
vorrei che il mio cervello si fermasse
nell’utero materno mi portasse.

E gioire mentre bevo e brindo
non avere morale e né coscienza
non sentire i battiti del cuore
non conoscere l’ira ed il rancore.

Libero, lì, nel liquido nuotare
non sentire i rumori della guerra
e non vedere le contraddizioni
di chi ad altri da sempre lezioni.

(Donnas 19.04.2022 – 10:52)
 

Riflessioni

Pensavo stamattina alle mie cose
sparse per questa stanza desolata
e mi chiedevo il senso della vita
che come vite a un albero s’avvita.

E vedevo in giro tanti attrezzi,
il mio pc che coglie i miei pensieri,
le tante cose ormai inutilizzate,
le fotocamere a terra abbandonate.

Leggevo sul pc le esternazioni
di molti improvvisati giornalisti
di chi vorrebbe alfin cambiare il mondo
e trasformare in piatto ciò che è tondo.

Scorrevano retorici filmati
di bimbe sorridenti senza niente
con un animaletto sulla testa
perse tra i rami in mezzo alla foresta.

E mi chiedevo della mia opulenza,
beh, rispetto a chi nulla possiede
mi son sentito un po’ privilegiato
pensando alle risorse che ho sprecato.

E mi lamento, son sempre scontento,
poi penso a quanto Gandi ci ha lasciato
anch’io mi chiedo quando sarò spento
di avere inutilmente accumulato.

(Donnas 28.05.2022 – 11:23)
 

Quartier libre
(De Jacques Prévert)

J’ai mis mon képi dans la cage
et je suis sorti avec l’oiseau sur la tête

Alors
on ne salue plus
a demandé le commandant

Non
on ne salue plus
a répondu l’oiseau

Ah bon
excusez-moi je croyais qu’on saluait
a dit le commandant

Vous êtes tout excusé tout le monde peut se tromper
a dit l’oiseau.?

(Dalla raccolta “Paroles”? di Jacques Prevert – 1946)

Libera uscita
Ho messo il mio Képì in gabbia
e sono andato in libera uscita con l'uccello sulla testa

Allora
non si fa più il saluto
ha osservato il comandante?

No
non si usa più salutare
rispose l'uccello

Ah, bene,
chiedo scusa, pensavo si usasse salutare
ha precisato il comandante

Siete scusatissimo
tutti possono sbagliare
ha concluso l'uccello.

(Traduzione e libero adattamento poetico d Salvatore Armando Santoro)
Boccheggiano 8.3.2023 – 4:09
 

Le temps perdu
(De Jacques Prévert)


La foto è tratta dal portale di Wikipedia

Devant la porte de l'usine
le travailleur soudain s'arrête
le beau temps l'a tiré par la veste
et comme il se retourne
et regarde le soleil
tout rouge tout rond
souriant dans son ciel de plomb
il cligne de l'oeil
familièrement
Dis donc camarade Soleil
tu ne trouves pas
que c´est plutot con
de donner une journée pareille
à un patron ?


Il tempo perduto
Davanti all'ingresso della fabbrica
il lavoratore si ferma indugiando.
La bella giornata lo tira per la giacca
e mentre si volta
e osserva il sole,
rosseggiante tutto intorno,
sorridente su nella volta celeste,
strizza l'occhio
confidenzialmente:
- Dimmi compagno Sole
non concordi con me
che sia piuttosto sciocco
sacrificare una giornata così splendida
ad un padrone?

(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)
– Boccheggiano 6.3.2023 – 19:45)


Déjeuner Du Matin
(De Jacques Prévert)


La foto è tratta dal portale: https://www.menshealth.it

Il a mis le café
Dans la tasse
Il a mis le lait
Dans la tasse de café
Il a mis le sucre
Dans le café au lait
Avec la petite cuiller
Il a tourné
Il a bu le café au lait
Et il a reposé la tasse
Sans me parler
Il a allumé
Une cigarette
Il a fait des ronds
Avec la fumée
Il a mis les cendres
Dans le cendrier
Sans me parler
Sans me regarder
Il s'est levé
Il a mis
Son chapeau sur sa tête
Il a mis
Son manteau de pluie
Parce qu'il pleuvait
Et il est parti
Sous la pluie
Sans une parole
Sans me regarder
Et moi j'ai pris
Ma tête dans ma main
Et j'ai pleuré.


Prima colazione
Lui ha versato il caffè
nella tazza
ha aggiunto il latte
nella tazza con il caffè
ha versato dello zucchero
nel caffè con il latte
con un cucchiaino
ha mescolato
ed ha bevuto il caffèlatte
Poi ha riposto la tazza
senza parlarmi
Ha acceso una sigaretta
ed ha giocato facendo dei cerchi
con il fumo
Lui ha poi scosso la cenere
nel portacenere
senza parlarmi
senza guardarmi
Si è alzato
ha infilato il suo cappello in testa
ha indossato l'impermeabile
perché fuori pioveva
ed è andato via
sotto la pioggia
senza dire una parola
senza guardarmi
Io mi sono presa
la testa tra le mani
ed ho pianto.

(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)
Boccheggiano 8.3.2023 – 5:13
 

Le désespoir est assis sur un banc
(De Jacques Prévert)


La foto è tratta dal portale:
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSHn07KYtUzCiLE6lYtdENowARiIbXRy0sy_DnuANj00G44Xx_yM-psxc5TRdlxwS6c25E&usqp=CAU

Dans un square sur un banc
Il y a un homme qui vous appelle quand on passe
Il a des binocles un vieux costume gris
Il fume un petit ninas il est assis
Et il vous appelle quand on passe
Ou simplement il vous fait signe
Il ne faut pas le regarder
Il ne faut pas l'écouter
Il faut passer
Faire comme si on ne le voyait pas
Comme si on ne l'entendait pas
Il faut passer et presser le pas
Si vous le regardez
Si vous l'écoutez
Il vous fait signe et rien personne
Ne peut vous empêcher d'aller vous asseoir près de lui
Alors il vous regarde et sourit
Et vous souffrez attrocement
Et l'homme continue de sourire
Et vous souriez du même sourire
Exactement
Plus vous souriez plus vous souffrez
Atrocement
Plus vous souffrez plus vous souriez
Irrémédiablement
Et vous restez là
Assis figé
Souriant sur le banc
Des enfants jouent tout près de vous
Des passants passent
Tranquillement
Des oiseaux s'envolent
Quittant un arbre
Pour un autre
Et vous restez là
Sur le banc
Et vous savez vous savez
Que jamais plus vous ne jouerez
Comme ces enfants
Vous savez que jamais plus vous ne passerez
Tranquillement
Comme ces passants
Que jamais plus vous ne vous envolerez
Quittant un arbre pour un autre
Comme ces oiseaux.


La disperazione seduta su una panchina
(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)



In una piazza seduto a una panchina
C'è un una persona che vi chiama quando passate
Inforca dei piccoli occhiali e indossa un vecchio abito grigio
Fuma un pezzetto di sigaro consunto è seduto
E vi chiama quando gli passate davanti
O semplicemente accenna un saluto
E' prudente non guardarlo
E neppure ascoltarlo
Conviene non fermarsi
Fingere di non averlo visto
Di non averlo sentito
Dovete passare accelerando il passo
Se lo guarderete
se vi fermerete ad ascoltarlo
Vi saluterà ed ignorerà tutti gli altri
E vi sentirete obbligati a sedervi accanto a lui
Allora vi guarderà e sorriderà
E voi soffrirete atrocemente
Questa persona continuerà a sorridere
E voi sorriderete insieme a lui
Alla stessa maniera
Più voi sorriderete più soffrirete
Terribilmente
Più voi sorriderete più soffrirete
Irrimediabilmente
Resterete seduti accanto a lui
Immobili come congelati
Sorridenti sulla panchina
Dei bambini giocano accanto a voi
Alcuni passanti passeggiano
Senza fretta
Degli uccelli svolazzano
saltando da un albero
all'altro
E voi resterete là
Seduti alla panchina
E lo sapete ne siete consapevoli
Che mai più potrete giocare
Come quei bambini
Voi siete coscienti che mai più passeggerete
tranquillamente
Come quei passanti
Che mai più potrete svolazzare
Saltando da un albero all'altro
Come quegli uccellini.

(Boccheggiano 24.3.2023 – 1:49)
 

Polistena


La foto del dipinto è di Antonio Cammareri di Polistena (g.c.)

Polistena, che m’allevò bambino
dove io vissi con mio padre in guerra
dove mangiavo quello che trovavo
castagne secche e fichi raccattavo.

Le patate negli orti dei baroni
fuori ammucchiate a diventar concime
i datteri raccolti nei giardini
le more tra le siepi pien di spini.

Le ulive colte fuori dai poderi
i torsoli dei cavoli nei campi
il poco pane allora razionato
e l’olio dai Pecora donato.

L’odore del frantoio era accecante
ma ci dava il tritato pel braciere,
anche il rumore da mattina a sera,
mia madre recitava una preghiera.

E mio padre tornò, finì la guerra
ma in casa ne scoppiò poi una nuova
i danni provocati erano tanti
ma s’era vivi, si ringraziava i santi.

Poi la strada fu tutta in salita
a lottar contro i baroni prepotenti
per cambiare si scese ancora in guerra
il contadino voleva un po’ di terra.

E le promesse furono anche tante
politici collusi con gli agrari
e si emigrò in cerca di fortuna
le morti bianche furono più d’una.

Si risalì la china con fatica
ma adesso il cerchio s’è di nuovo chiuso
solo doveri e di diritti niente
di nuovo a comandare è il prepotente.

(Donnas 20.5.2022 – 17:56)
 

Più non ti cerco


Nel dipinto: La Tempesta di Giorgione

Più non ti cerco
più non m’appassioni
a furia di sentir che sei cambiata
anch'io sono cambiato
a raccontar novelle t'ho lasciata.

Ma provo pena, la tua vita è strana
riguardo le tue foto, appassionata
e t'adoravo, Dio quanto t'ho amata.

M'ero accorto della tua follia,
lo sguardo perso dietro un sogno pazzo,
pazzo son stato anch’io e mi son perso
dietro i tuoi sogni c'era un cielo terso.

Non mi ero accorto che il mondo si oscurava,
nuvole nere, tuoni e poi bufera,
ma io vedevo il sole a primavera,
ma era inverno e in ciel nuvola nera.

(Donnas 21.5.2022 – 7:57)
 

Pesano gli anni

Pesano gli anni col passar del tempo
mentre la pelle si accartoccia e muore
ma la mente di gioventù riempio
così allontano ansietà e dolore.

Ma lo specchio lo so che non m’inganna,
anche se l’occhio più non vede bene
ed a volte la vista un po’ mi appanna,
fingo allor di veder quel che conviene.

M’affido spesso alla mia fantasia
dalla pianura scalo cime e monti
rinfresco i giorni andati in alta via
ma il tempo ormai è passato e non fa sconti.

Ma simulo d’aver sempre vent’anni
inseguo sogni ed i miei amor passati
cancello delusioni e pur gli affanni,
anche gli acciacchi li ho dimenticati.

(Donnas 20.05.2022 – 14,46)
 

Pace, pace, pace

Chiedo il tuo perdono, mamma,
se non ti faccio serena riposare
troppe cose ho da farmi perdonare
bruciano in petto come una gran fiamma,

Era di maggio e so che stavi male
la malattia ti stava consumando
ed ora ancora di più ti sto pensando
mi chiedo il mio pensar oggi che vale.

Io cerco di acquietar la mia coscienza
con tante mie tardive riflessioni
scarto le sbrigative tentazioni
oggi mi manchi e non so stare senza.

Quando l’affanno mi martella in cuore
elenco tutti gli errori del passato
mi chiedo allor che figlio che son stato
e m’analizzo in tutto il mio squallore.

Ripenso agli anni della sofferenza
in quell’antico borgo della Piana*
la sera uniti intorno a una caldana
tre anime costrette in continenza.

E penso ai tanti bimbi sulla terra
costretti oggi alle stesse privazioni
penso a quei governanti mascalzoni
che al popolo regalano la guerra.

Un grande affanno allor m’allaga il petto
lo unisco ai patimenti che ho passato
che governanti sciocchi han regalato
e la bandiera della pace svetto.


* Mi riferisco al paese di Polistena che, prima dell'invasione del Mezzogiorno nel 1860, da parte dei Savoia,
era un possedimento del re Ferdinando di Borbone, re del Regno delle Due Sicilie (cosiddetti Piani della Corona).

(Donnas 1° Maggio 2022 - 14:58)
 

Nella notte

Avverto nella notte una chiamata
il cellulare squilla intermittente
è lei che chiama o forse l’ho sognata
mi sveglio, ma poi il segnale è assente.

Lo squillo m’ha sciupato la nottata
mi giro sul cuscino ma la mente
me la presenta ancora scapigliata
rincorro il sonno adesso inutilmente.

Mi siedo allor davanti alla tastiera
e provo a scribacchiare qualche verso
me la ricordo giovane qual’era

l’amor per strada tutto quanto ho perso,
si è spento il sole ed è scesa la sera
ma lei risplende in mezzo a un cielo terso.

- Sonetto
(Donnas 9.5.2022 – 2:51)
 

Matti


L’immagine è tratta dal portale:
https://www.ereticamente.net/wp-content/uploads/2013/09/Ereticamente_pazzi.jpg

Resterò incompreso, non importa
e mi diranno che son tutto matto
mi sbatteranno in faccia anche la porta
vado per la mia strada e me ne sbatto.

Schivo le pietre e fiori poi raccatto
e li regalo a chi ha memoria corta
il mio cervello ancor non è disfatto
mentre tu sei di già persona morta.

T'ho dato tutto quello che hai voluto
l'hai estorto e non hai avuto alcun rispetto
ho preso solo quello che ho potuto.

Eppur m'hai stretto forte sul tuo petto
m'hai illuso come t'è parso e voluto
Il cuore alla passione non ha retto.

Le arterie a tanto stress hanno ceduto
solo dolore ed ansia mi hai venduto.

-Sonetto ritornellato
(Donnas 20.5.2022 – 4:27)
 

Giochi e giochetti

Ormai abbiam finito di giocare
capelli bianchi e il corpo molto stanco
anche la mente muore in un lamento
e le parole se le porta il vento.

E ci si stufa, infine, ad ascoltarle,
sono sempre uguali ad ogni nuovo amore
stancante poi ripeti:”Credi, io l’amo”
ma un nuovo pesce resta appeso all’amo.

Tu provi gusto al suo divincolare,
se soffre appeso al filo non ci pensi,
lo illudi e per un po’ gli dai l’affetto
ma poi l’ammazzi con un colpo netto.

Ricominci di nuovo il ritornello,
ma intanto il tempo passa crudelmente
al nuovo vecchie storie conterai
con promesse che mai tu manterrai.

Adesso sono ormai fuori dal gioco
le carte le ho rimesse nel cassetto
osservo solo che si spenga il fuoco
perso ho di te ormai stima e rispetto.

(Donnas 27.05.2022 – 15:30)
 

Dalla collina di San Gregorio

A volte è il cuore che spinge,
e ci riporta un amore
che la sera di rosso dipinge
quando il sole tramonta e poi muore.

Allora un vuoto ti stringe,
si prova un dolce languore
che la mente nel mare sospinge
e dintorno silenzia il clamore.

Si rincorre il frusciare dell’onda,
ubriachi del suo borbottare,
ed il rosso colora la sponda

che abbellisce senza turbare,
mentre il rosso abbraccia ed inonda
la collina affacciata sul mare.

- Sonetto
- Struttura sonetto in versi ottonari e decimi per le quartine e decimi per le terzine: abAB - abAB - CDC - DCD
(Donnas 15.5.2022 – 20:02)
 

Com’era liscia la sua pelle

Com'era liscia e calda la tua pelle
tra le bianche lenzuola appisolata
le curve del tuo corpo accarezzavo
qualche lacrima già anche versavo.

Ridevi e non capivi il mio tormento,
che era figlio di una grande gioia
leggere non potevi le emozioni
che alimentava in me grandi passioni.

Poi mi lasciavi solo in quella stanza,
accarezzavo l'impronta che lasciavi
sul letto ancora caldo del tuo corpo
ed io imprecavo contro dio risorto.

Gli chiedevo perché di tanto amore
unito a tanta ansia e patimento
taceva appeso al muro sulla croce
nel nulla si perdeva la mia voce.

Lui mi guardava, ed era addolorato,
con chiodi a mani e piedi sanguinanti,
a me da tempo sanguinava il cuore
forse non meritavo tanto amore.

E chiuse gli occhi e mi lasciò da solo
a lottare con dubbi e con rimorsi
stavo tradendo e lui già lo sapeva
ed anche lei tradiva e ci rideva.

Ora ogni tanto penso a quelle sere
smarriti per le strade del Salento
baciati da un refolo di vento
ma abbiamo perse tante primavere.

(Donnas 3.5.2022.-10:40)
 

Chissà


La foto è tratta da Wikipedia
(Di PrajzakMaciej - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22776170)

Chissà dove sarà quell’uccellino
che un dì cantava sopra ad un ulivo
tra il verde gorgogliava, era giulivo,
sbatteva l’ali e a me stava vicino.

E mi svegliava all’alba ogni mattino
quando l’affetto in cuore aveva vivo
e rinnovava quel suo amor lascivo
sul cellulare con un messaggino.

Il sentimento aveva risvegliato
e la pazzia dell’età infantile,
giovane dentro ero ritornato

come agnellino fuori dall’ovile,
dopo, però, mi sono risvegliato
come un suino immerso in un porcile.

- Sonetto
(Donnas 19.05.2022 – 15:35)
 

Campane
Sta suonando la campana
mentre mi rigiro a letto
un rintocco allegro suona
tra le mie montagne lento.

Ho il tuo corpo tra le mani
ho le mani sul tuo corpo
il pensiero tutto storpio
ali agili lontane.

La mia carne nella carne
quell’amplesso un po’ indecente
tra il frusciare delle canne
resta fisso nella mente.

E accarezzo glutei e petto
liscia è sempre la tua pelle
il mio passo adesso è incerto
ossidate le rotelle.

Io mi illudo, ignoro il tempo,
ma il mio tempo si allontana
mentre il vento espande lento
suono a morto di campana.

(Donnas 9.5.2022 – 10:41)
 

Bugiardi


La foto è tratta dalla rete.

Ti sto seguendo nella tua pazzia
lo sguardo perso verso la marina
coi capelli disfatti, ora imbiancati,
sul tuo sentiero i fiori son seccati.

Ed i petali via li porta il vento
anche i ricordi tutti li sparpaglia
sono rimasto solo ormai a pensare
mi chiedo a cosa serve ricordare.

La stima ormai da un pezzo l’ho perduta
che sei bugiarda tutti l’han capito
e cambi senza dignità di letto
il corpo tuo baratti come affetto.

Illudi chi ti sta un po’ vicino
ma intanto guardi dentro il campo altrui
ed adocchi come ragno la tua preda
col sesso lo convinci affinché ceda.

Ma appena che hai saziato le tue brame
ad altri lidi involi il tuo pensiero
l’affetto che tu davi era insincero
l’amor che dichiaravi turpe e infame.

(Donnas 29.05.2022 – 10:34)
 

Botte vuota e marito ubriaco

Come ho capito io lo capiranno
le maschere che trovi sulla rete
a tutti tu prometti eterno amore
ma il tuo rimane affetto traditore.

Manco riesci a trattenerne uno
a raffica li cambi e poi li perdi,
a tutti gli prometti almeno un figlio
non hai però la forza del coniglio.

E stai a raccontarmi tante balle:
“Questa è la volta buona, sono incinta”
sogni la notte e poi ti sfoghi in rete
dal pulpito sproloqui come un prete.

Mi dici: “Son cambiata e questa volta
lo sento – e ancora insisti - è quello giusto”,
ma ormai son stanco del tuo ritornello
e rosolar ti lascio sul fornello.

Tanto tardi è per me per gareggiare
ora mi stanco anche a camminare
dovessi con chi ha fame guerreggiare
dovrei bandiera bianca in fretta alzare.

Quindi ti lascio sola al tuo destino
ed al maschietto con l’occhietto fino,
che per un po’ ti resterà vicino
fin quando nella botte trova il vino.

(Donnas 6.5.2022 – 11:05)
 

Bambino o burattino?


La foto è tratta dal portale: https://planetofpuppets.com

Ancora mi ripete il ritornello
che io non cresco e resto ognor bambino
e lei saltella un po’ da questo a quello
vorrebbe ch’io facessi il burattino.

Con insistenza suona il campanello
i fili tira come al teatrino
rispondo al cinguettar come un uccello
a lei io m’abbandono e al mio destino.

Penso che abbia capito quanto io l’ami,
la disprezzo, le dico d’andar via,
non resto indifferente ai suoi richiami

di gioia riempie ancor l’anima mia,
quando la sento rinsalda i suoi legami
poi dice di soffrir di amnesia.

Ma so ch’è una bugia
che non potrà ad altri raccontare
se scoppierà una guerra nucleare.

- Sonetto caudato
(Donnas 3.5.2022 – 20:12)
 

Angeli del silenzio

Sei viva nel silenzio
della mia mente stanca
fresca nei miei pensieri
come la neve bianca.

Se scavi nella mente
e cerchi vecchi amori
il mio ci troverai
con tutti i suoi bollori.

Ma tu ne avevi tanti
un lungo brontolio
nessuno ti conosce
penso soltanto io.

E mi volevi bene
te ne ho voluto tanto
ma nulla ho guadagnato
versato ho solo pianto.

E per il gran dolore
mi sono rovinato
tu invece ci ridevi
m’hai dopo anche umiliato.

Dì insulti m’hai riempito
sei stata anche indecente
in pubblico m’hai detto
che ero un impotente.

Ti ho perdonato sempre
sì, a volte t’ho insultato
ma è risultato infine
che non t’ho abbandonato.

E ancora sto a parlarti
ma ormai io parlo al vento
che di parole ha pieno
il mare del Salento.

(Donnas 4.5.2022 – 22:07)
 

Un vetro trasparente


Nella foto Tisbe (di John William Waterhouse, 1909) ascolta le parole di Piramo dall’altra parte del muro (da le Metamorfosi di Ovidio).

Chi romperà quel vetro, chi lo romperà?
So che il mio cuore ha perso il suo vigore
i battiti sono oggi irregolari
troppa fatica ha fatto
ha faticato solo a dare amore.

E ci ha creduto
e tutti ha poi abbracciato
guarda negli occhi e legge anche i pensieri
non guarda se son gialli o se son neri
regala a tutti sempre un bel sorriso
anche se nel suo petto
nasconde spesso il pianto e non il riso.

Non conosce il rancore,
la stizza sì,
ma per un sol momento
perché poi tutto scorda ed ama ancora,
amor produce ed amor regala
per darlo le montagne a volte scala.

Odia la presunzione e l’ingordigia,
come formica
solo poche risorse lui trasporta in tana
ma non per sé
la vita da lui or s’allontana.

Ma è felice di esser previdente
e di pensare al bene altrui,
altro non interessa,
altro non sente,
con se lui sa non porterà mai niente.

(Donnas 14.04.2022 – 14:01)
 

Stanotte ho sognato…..


Nella foto: dipinto del 1866 di Claude Monet, “Camille, la donna in abito verde”

Stanotte ho sognato un angelo,
aveva un vestito verde e gli occhi azzurri
giovane e bella
tutta sorridente,
una vecchia stella che in cielo un dì osservavo
luminosa e splendente.

La guardavo colpito e mi sentivo male
(oh, la maledetta età che m’abbracciava!)
volevo subito scrivere dei versi
ma corsi alla finestra a rigettare.

Lei venne alle mie spalle alla finestra
dolcemente, “t’amo”, mi disse.
Sentii il suo corpo caldo sulla destra
speravo che quel sogno non svanisse.

Pensavo a un vecchio amore
che sta bussando invano alla mia porta
m’alletta con richieste d’amicizia
che io respingo e che non comprendo
adesso solo sentimenti vendo,
ma son sempre un esteta
il bello ancora apprezzo
ma ai limiti del tempo ora m’arrendo.

E lei mi stuzzicava
il verde del vestito in alto sventolava
il bianco della pelle m’esponeva
tattica antica già sperimentata,
tagliola che aveva aperto una ferita
ancor oggi curata.

Stanotte ho sognato un angelo
con il vestito verde e gli occhi azzurri
ascolto ancora i suoi sussurri
ma è troppo freddo il cuore,
ora è colmo di gelo.

(Donnas 29.04.2021 – 11:07)
 

Sabato Santo


La foto è tratta dalla pagina "Sei di Polistena se...

Era sabato Santo e son caduto
portavo sulle spalle la mia croce
da anni la trascino ormai impotente
ma il Padreterno proprio non mi sente.

Lo sto pregando di portarmi via
in un mondo cullato dal silenzio
son stanco d’ascoltar parlare a vuoto
sono in prigione ed i cancelli scuoto.

Ed ho una palla grossa appesa ai piedi
eppure il tempo in fretta sta passando
vorrei che il mio cervello si fermasse
nell’utero materno mi portasse.

E gioire mentre bevo e brindo
non avere morale e né coscienza
non sentire i battiti del cuore
non conoscere l’ira ed il rancore.

Libero, lì, nel liquido nuotare
non sentire i rumori della guerra
e non vedere le contraddizioni
di chi ad altri da sempre lezioni.

(Donnas 19.04.2022 – 10:52)
 

Ricordando Pegli

Ti ricorderai di me, un giorno,
avrai lo sguardo spento e sui capelli
una rosetta bianca un po’ appassita,
forse dirai è strana questa vita
ti regala un amore inaspettato
e tu che hai fatto?
Dentro il cesto dei rifiuti l’hai buttato.

E leggerai gli scritti che ho lasciato
versi che un giorno hai disprezzato,
in fondo ne avevi tanta di ragione:
scrivo le stesse cose,
come scolaro a mente le ripeto
per apprendere al meglio la lezione.

Io più non ci sarò:
non potrai sentirmi rampognare
né i tuoi comportamenti criticare
non potrai per forza dir che son nel torto
e tu che sei nel vero,
che io la verità tutta ho contorto.

Forse rimpiangerai d’aver disperso
l’ultimo vero affetto
che nel mare di Pegli hai sprofondato
non hai ascoltato l’urlo disperato
che risuonava forte nel mio petto,
eppure avevi freddo
e m’abbracciavi e mi tenevi stretto
hai raccolto un poco di calore
ma trascurato hai i battiti del cuore.

(Donnas 11.4.2022 – 16:53)
 

Rami morti
(Dedicata a Mimmo Barreca)


La foto è tratta dal portale:
https://www.lestradedeimondi.com/immagini/IMG_1330-2.jpg

L’albero si spoglia, un nuovo ramo cade,
un affetto si scioglie come neve al sole
sfuma come la brina
che sull’erba la notte s’è formata
ed ora di frescura è alimentata.

Il ramo cade, produce un gran rumore
anche se quella pianta è assai lontana,
tu la sentivi vicina
ascoltavi le foglie mormorare
e t’addolciva il cuore.

Ora quel ramo che si spezza
lo vedi finanche sanguinare
e avverti il suo lamento
nel buio lo senti e non lo puoi addolcire.

E lo ricordi vegeto fiorire,
per tante primavere l’hai ammirato
l’ha visto d’autunno anche morire
ma poi è ancora di nuovo rifiorito
frutti e sementi ha dato.

Ora sai che tutto è finito
osservi quel ramo inerte pendolare
lo vedi anche staccare
a terra cascare e poi marcire.

E pensi alla tua vita
appesa anch’essa a un ramo che marcisce
ti risvegli al mattino
vedi la luce ancor filtrare
tra le nuove foglie di questa primavera
ti chiedi quanto ancora può durare,
quando verrà la sera.

(Donnas 22.04.2022 – 9:40)
 

Quelle che non ricordano


L’immagine è presa dal portale: https://www.identitaingabbia.it/wp-content/uploads/2014/01/occhi-bendati-261x300.jpg

“A sì, sei stato con me a letto?
Come, quando? Lo sai che non ricordo?”
“Allora è proprio vero tutto scordi?”
“Io ero sola, voi eravate in tanti
e facile che poi si perda il conto,
soltanto tu non hai mai usato i guanti”.

“E poi ti lamentavi di un rossore
e d’un prurito strano che provavi
ed io t’ho ripetuto mille volte
quello che ripetevo a tutti quanti,
è colpa tua se non usavi i guanti”.

“Ma eri verginella, mi dicevi,
che tradivi soltanto per amore
quello che avevi per te era un ripiego
che ad altri avresti dato corpo e cuore”.

“E quando si tradisce poi la lista
s’allunga sempre più, non ha confine,
le facce sono tante anche gli orgasmi
e tu se ben ricordi ti bendavi
è chiaro che bendata non vedevi
essendo cieca il conto poi perdevi”.

“Meglio così: la tua coscienza è salva!
Scarichi ad altri i tuoi sensi di colpa,
con gli altri però a lungo ci hai giocato
come dei burattini manovrato,
ma io non ero un Pinocchio tutto legno,
avevo un po’ di cuore e tanta mente
ed ero un uomo solo e innamorato,
tu lo sapevi: con me di più hai giocato”.

“Ora ti stai pulendo la coscienza,
bendata le facce non ricordi
e puoi ingannare il nuovo pretendente,
far credere che tu sia l’innocente
insidiata un dì dall’uomo in nero
e non donnetta infame ed indecente”.

(Donnas 27.04.2022 – 19:05)
 

Pazzi e pazzia


Nella mia foto: La Dora Baltea a Donnas

Non farti illusione, lascia correre,
guarda l’acqua del fiume che va via
e non ritorna
chiacchiera e scivola tra i sassi
parla soltanto a me,
discorre,
e mi racconta e mi avverte:
“Lascia che io vada via
non cercar di fermarmi mentre corro
raccogli il mio brontolare
cogli anche il bisbiglio
che il tuo soffrir ricorda,
analizza i referti
lascia che il cuore dorma
non si commuova ancora,
il tempo indietro non torna”.

“La camicia di forza hai ormai lasciato
la notte non è più la stessa
pesano gli anni
opprimente è la vita
e Lei t’aspetta
con il vestito nero s’è coperta
il volto suo nasconde
un finto sorriso ti regala
scheletrico sorriso e mostra solo i denti”.

“Di pazzi e di pazzie è pieno il mondo
e tu ci caschi sempre
come sirena t’adula sulle rocce
la cetra in mano
ma la falce nasconde sotto il suo mantello
spunta, però, la lama
ed è tagliente
e basta un tocco
e la tua vita più non vale niente”.

(Donnas 14.4.2022 – 1:02)
 

Mi chiudo a riccio

Mi chiudo come un riccio
in questo mondo cupo m’asserraglio
di nulla più mi impiccio.

Così certo non sbaglio
evito ogni lite e ogni commento
pietre a nessuno scaglio.

E sto nel mio convento
rimango solitario a meditare
su questo mondo spento

che vuole guerreggiare
e che disperde vanamente al vento
la volontà d’amare.

(Donnas 23.04.2022 – 1:38)
 

Ma vi rendete conto?

Ma vi rendete conto che se pubblico una banalità o una notizia irrilevante ricevo centinaia di "mi piace" e quando pubblico una notizia "seria", solo alcuni amici più sensibili si accorgono dell'importanza di quella notizia e ne approvano il contenuto?
Il nostro è un popolo senza memoria e chi perde la memoria perderà anche la libertà e saremo sempre amministrati da politici e difesi da sindacalisti mediocri!
E la colpa non è dei politici e dei sindacalisti mediocri ma di chi li elegge e sostiene.
Un vecchio saggio ripeteva sempre: "Si fa fuoco con la legna che si ha"!
Se si vuole fare fuoco e scaldarsi bisogna cercare la legna buona che non bruci come la paglia ma che resista nella stufa e sprigioni calore!

(Salvatore Armando Santoro – Donnas 18.4.2022/ h. 14:28
 

Le margherite


La foto è tratta dalla pagina di Olga di FB

Ed io raccolsi qualche margherita
e su quel colle ne sbocciavan tante
con le corolle gialle e fuori bianche
i petali sfogliavo tra le dita.

E sempre terminavo con un “m’ama”
ero felice perché lei mi amava
il cuor mi suggeriva:“Adesso chiama”
e lei correva e nuda si donava.

Io la sua pelle tutta accarezzavo
carezze anche lei mi regalava
io non credente quel suo Dio pregavo
quando tra le mie braccia si cullava.

Non mi stancavo mai di quel bel sogno
non mi volevo mai più risvegliare
ancora oggi la ricordo e agogno
tra quelle margherite fornicare.

Ma poi arrivò l’autunno coi tageti
giallo era il colore di quel fiore
e persero la rima anche i poeti
finì senza poetare anche l’amore.

(Donnas 1.4.2022 – 22:32)
 

Indifferenza
(A Gaia)

Aspettavo con ansia un suo messaggio
adesso io resto alquanto indifferente
dentro al mio petto più non sento niente
ora davvero sono un uomo saggio.

E m'attacco ad affetti più concreti
anche se espressi con parole brevi
poi mi chiama, mi fa ascoltare il mare
non mi parla d'amore, lo sa dare.

Lo esprime senza tanto enfatizzare
mi fa capire d'essermi vicina
si insospettisce nel vedermi in foto
mi chiede con chi stavo a passeggiare.

D'esser contenta, discreta, lei mi dice,
che io sono in buona compagnia
nasconde in un semplice commento
un poco di velata gelosia.

Questa sera son solo con il lago,
rosei riflessi scivolano sull'acqua
e l'onda pigra tra le canne sciacqua
m'allieta con quel suo parlare magro.

L'ascolto e provo un poco di calore
lei poco parla, un poco cadenzato,
io ero solo da tutti abbandonato
col suo parlare il cuore ha confortato.

(Ivrea - Lago Sirio - 19.4.2022-20,45)
 

Indifferente


Nella mia foto: Campanile di Donnas.

Ormai resto a tutto indifferente
sfumano le passioni, anche l'amore,
di quello che provavo nulla resta
bigio è il mio cuore come una tempesta.

E non m'importa più ch'è primavera
sui vecchi tronchi crescono viole
il tempo ci trasforma, che peccato
e non ricordi più quello che hai dato.

Non piangi, neppure ti disperi
di lacrime ne ho versate tante
ti chiedi:"Ma cos'è che m'era preso"
nel cuore hai spento quello che era acceso.

E stai a pensare fuor dal cimitero
e ti domandi quando arriva l'ora
I prati intorno resti ad ammirare
non sai per quanto ancor li puoi guardare.

Pensi agli amici là, sotto la terra,
e ti domandi se gli hai fatto un torto
e ci discorri con tardive scuse,
vuote parole in buona parte astruse.

Parli con chi più non t'ascolta
che ti sorride da una foto inerte
ai tuoi discorsi resta indifferente
non ti contesta e neppur dissente.

E leggi tanta pace in quel silenzio
finiti son da tempo gli entusiasmi
e mentre pensi suona una campana,
la vita tante volte com'è strana.

(Donnas 27.4.2022 - 5:09)
 

Haiku – Tocco

Tocco di mano -
tocco sulla tastiera
storia toccante

Ispirata da un post di Enrico Marco Cipollini

(18 4.2O22 – 9,41)
 

Dal dentista


La foto è tratta dal portale:
https://www.ilmessaggero.it/.../5167968_5166632_2105...

Mentre ero dal dentista ti pensavo,
era carina, è vero, l'assistente
e sorridevo col bavaglio in bocca
mentre il dentista mi curava il dente.

Forse dagli occhi si è accorta del sorriso
la bocca era al riparo sotto un telo
avrà pensato: "Che cliente matto
lo stanno penetrando e pensa al cielo".

Tanto al dolor mi sono abituato
ne assaporo ogni dì qualcuno nuovo
non ha il sapore della carne ai ferri,
neppure sa di pesce e né di uovo.

A te pensavo che cerchi un bambino
e quel bambino anch'io un dì volevo
l'avrei cullato, gli avrei dato amore,
solo a pensarci già mi commuovevo.

Con la cannuccia al suo lavoro intenta
l'assistente non mi leggeva in mente
ed io pur trapanato ti pensavo
e ti sognavo sempre sorridente.

E pensavo a dei versi e non trovavo
la rima giusta e i termini appropriati
poi a casa leggendo i tuoi commenti
versi e parole insieme li ho creati.

(Donnas 12.4.2022 - 14:42)
 

Una bella amicizia

Dormirò questa notte ricordando il tuo sorriso,
quel prendermi a braccetto e accarezzarmi
quel rimbrottarmi a tratti
per un mio parlarti ardito
e poi dirmi sinceramente:
"Non mi parlare più
del tuo amore precedente
da me non aspettarti niente
parlami di simpatia e d'affetto
sol d'amicizia e non di letto".

“Quello che provi tu lo sai che mi lusinga
non centra che tu dica mi respingi
perché non ho l'età, manca la forza.
A me non interessa più l'andare a letto,
a stare a fianco a un uomo resistente
si logora ogni cosa a questo mondo,
niente dura in eterno,
ed io l'amor ce l'ho, in abbondanza,
non mi serve di certo la prestanza,
quello che ho, per me, basta ed avanza".

(Mele-Genova 12.3.2022-21:15)
 

Risvegli


La foto è tratta dal portale:
https://www.ilmiomondolibero.it/caligo-la-nebbia-del-mare/

Quando l’euforia la mente assale
l’amore è neve che dal cielo cade
poi il sole la trasformerà in vapore
ma lo sconforto dentro il cuore sale.

Tra la nebbia viaggiamo, a caso andiamo,
non vediamo neppure la scogliera
vediamo solo in mare lampeggiare
luce sbiadita che col sol scambiamo.

Ma è un riflesso della nostra mente,
un dipinto che ci è rimasto impresso,
noi ci illudiamo di veder le stelle
di quello che osserviamo non c’è niente.

C’è solo il frutto della fantasia,
guidati siamo da un fugace abbaglio
di fronte a noi c’è solo una donnetta
non di certo la Vergine Maria.

Opportunista e ricca di allegria,
piena d’aridità, senza passione,
non ci accorgiamo ch’è soltanto nebbia
che il sole scioglie e il vento porta via.

(Boccheggiano 21.3.2022 – 15:12)
 

Un bene così grande

Un bene così grande a chi l’ho dato?
Lo so, tu la risposta già la sai,
un giorno ad una donna lo donai,
pensavo d’esser nato fortunato.

Meglio sarebbe ch’io non fossi nato
mi son trovato immerso in mille guai
a dare amore non si sbaglia mai
ma sempre a chi l’apprezza va donato.

Ma a chi l’ho dato in fondo tanto amore?
Ad una donna avvezza ai tradimenti
o all’ultima leale nel donarlo

che preferì in silenzio ricambiarlo?
La prima lo disperse ai quattro venti
l’altra, per non ferir, nascose in cuore.

- Sonetto
(Boccheggiano 08.03.2022 . 15:42)
 

Sognando la pace


La foto è tratta dal portale:
https://www.ansa.it/sicilia/notizie/
2022/02/27/ucraina-donna-originaria-crimea-sotto-arcobaleno-sogna-pace_8ecbb99f-3ba0-4966-8358-edcdb9fdab64.html


Fuggo da tutto, inseguo solo i sogni,
per questo me ne sto tra le coperte
m’avvolgo tutto e prendo anche un calmante
voglio dormire
da questo mondo strano via fuggire.

Ma il sonno tarda e onirici pensieri
volano nel buio della stanza:
a volte il sonno arriva
ma mi propone scene stravaganti
immagini di donne e vecchie amanti.

Mi rigiro nel letto, cambio posizione,
quasi a cancellar dalla lavagna
l’errore che ho tracciato col gessetto
spolvero ma non serve a niente
m’impolvero le mani inutilmente.

E quella polvere solleva i rei fantasmi
che vagano incostanti nella mente
ma almeno m’addolciscono i pensieri
riportano un amore un po’ indecente
e a volte m’addormento dolcemente.

Vorrei dormire, godere quei miei sogni
che mi portano in un mondo surreale
ma avverto sorda nel sonno una esplosione,
penso ad una donna che avuto un po’ vicina
e a una bomba che esplode in Ucraina.

(Boccheggiano 07.02.20232 – 10:31)
 

Pescatori


La foto è tratta dal portale:
https://www.solotablet.it/tablet-impresa/sicurezza/l2019ingenuita-del-cittadino-della-rete-pesci-in-cerca-di-ami/facebook.jpg 
(che consiglio leggere).

Dall’altra parte del tavolo guardavo
e ci vedevo qualcosa di speciale
dall’oculista dovevo ancora andare
per la vista di nuovo controllare.

E, infatti, l’altro giorno sono tornato
nello studio di un professionista
ed alla fine gli occhi mi ha riaperto
e l’ha scritto in chiaro nel referto.

Spesso guardiamo chi ci sta di fronte
con delle lenti un po’ particolari
siam passionali, non siamo prudenti,
dopo paghiamo d’esser disattenti.

Se a Pegli poi passeggi lungo il mare
e ti distrai guardando la scogliera
ed hai nel cuore sentimento e amore
è facile incrociare un pescatore.

E come tutti i pescatori esperti
vuol catturare il pesce sprovveduto
ma se hai tenuto gli occhi un poco aperti
il pescator rimane poi fottuto.

(Donnas 19.3.2022 – 10:03)


Non fate pettegolezzi


Nella foto: l'appunto che Cesare Pavese lasciò sul comodino dell'albergo torinese dove si è suicidato.

Quando sarò in un letto d’ospedale
con la flebo infilata dentro un braccio
nel dormiveglia, tra chi starà più male,
ti inseguirò sfilando in motoretta.

Sarò impotente, non potrò volare,
come volavo nei miei giorni andati
ma i sogni miei nessun potrà rubarmi
quelli li ho tutti in cuore conservati.

E scorreranno là, nella mia mente,
inutilmente al letto mi han legato
su quel Vereto in mezzo all’uliveto
io sto correndo libero sul prato.

E guarderò dall’alto la pianura,
le case bianche e i mandorli fioriti
che tutto coloravano il sentiero
che a primavera allora mi hai spediti.

Ricorderò le fughe nella notte
la pioggia che scrosciava e la tempesta
ed anche se m’affogherà il dolore
a te io penserò vestita a festa.

(Donnas 23.3.2022 – 15:53)
 

Ingenuità


La foto è tratta dal portale:
https://www.amazon.it/tela-del-ragno-Giannino-Ciccola

È la tua ingenuità che mi commuove
testarda sei ancora più d’un mulo
pensi d’avere sempre tu ragione
perdere mai tu vuoi e non t’arrendi.

Ti maltratto, ti uso come straccio,
ti insulto e dopo provo un gran tormento
parole pesanti scrivo, anche t’offendo,
ma tu resti sull’uscio a porta aperta.

Non chiudi e resti fuori un po’ a spiare,
passa un filo di luce ed anche il freddo
che mi gela finanche un poco il cuore
per averti donato un’afflizione.

Poi azzardi un saluto mattutino
un buonanotte ripeti anche la sera
ti sento, brutta strega, a me vicino
la tua presenza è come una preghiera.

E mi racconti tutto quel che fai
se cucini o stai facendo il bagno
ed io che annego in mezzo a tanti guai
tesso una tela al muro come un ragno.

E spero di poterti intrappolare
so che sempre intorno mi svolazzi
le streghe sono un po’ mezze zanzare
e anche i poeti sono mezzi pazzi.

(Boccheggiano 05.03.2022 – 11:18)
 

Incomprensioni


La foto è tratta dal portale: https://i.pinimg.com/564x/17/f7/20/17f720e6a0f486cc5c5986c88f20e60f.jpg

Non puoi capire, no, i miei dissensi
neppure le mie attese concepire
nessuno mai il mio cuore può capire
ma soffro perché so che ad altri pensi.

Avverte il mio cervello i tuoi nonsensi
e reagisce ma tu non vuoi capire
che la mia stizza è figlia del soffrire
che tu con una faccina poi compensi.

E sdrammatizzi, almeno così credi,
ci ridi sopra e a volte mi precisi:
“faccio un lavoro duro, tu lo vedi,

nascondo la fatica nei sorrisi
tu pretendi l’amor ma non ti chiedi
se ad altri amor sincero un dì promisi”.

Mi turba alquanto, sì, la tua risposta
valuto e penso che hai la faccia tosta

ad altri hai tu promesso fede e amore
io servo come antidoto al dolore.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 08.03.2022 – 23:24)
 

Festa di compleanno


Nella mia foto: la torta confezionata da Maria.

Che fortuna, Maria, t’è capitata
amor sincero ti stavo regalando
ma tu non l’hai capito ed apprezzato
stupidamente in mare l’hai buttato.

Per l’occasione tu m’hai dato un dono,
certo l’hai fatto con buone intenzioni,
forse pensavi sarà dono gradito
e che mi fossi anche intenerito.

Non so cosa hai tu letto nel mio cuore,
i desideri miei li conoscevi,
a me bastava stringerti sul petto
e tu donarmi un poco del tuo affetto.

Forse t’avevo sognata nuda a letto
quel giorno che a Torino t’ho incontrata
ma era la dolcezza che mi ha attratto
era quel tuo sorriso da ritratto.

Per anni quella foto tenni in mente
sognai sopra il mio petto i tuoi capelli
disfatti i nastri e sciolta la tua treccia
ma in te l’amore mio non fece breccia.

Così hai pensato di gratificarmi
con un regalo adatto a un dissoluto
ma non hai messo in conto l’emozione
di cui sono ricco insieme alla passione.

(Donnas 22.03.2022 – 00:40)
 

Come un pezzente


La foto è tratta dal portale:
https://www.universal.org/.../bispo.../mendicanti-della-f/

Quello che provo in cuor tu non lo sai
è il cuore mio che batte mica il tuo
e ti capisco se non provi niente
la mano allungo come fa il pezzente.

Aspetto che ti accorga ch'è tremante
ma tanto so che a te poco interessa
eppure basterebbe proprio poco
accarezzarla e accenderesti il fuoco.

Cosa hai detto? Non hai manco un cerino?
Ma ce l'ho io insieme a tanto affetto
posso passarti anche l'accendino
che scalda come il fuoco dentro il petto.

Non basta? Cerchi ancora più calore?
Ho la stufa che fa una bella fiamma
quella scioglie il freddo nel tuo cuore
l'affetto ti regala della mamma.

(Boccheggiano 5.3.202-14,02)
 

Cacciatore d’amore


La foto è tratta dal portale:
https://thumbs.dreamstime.com/b/serie-di-disegni-foglie-cuore-illustrazione-vettoriale-207474245.jpg

Datemi un fucile, visto che lo so usare,
datemi qualcosa che possa far rumore
ed anche faccia male,
voglio le pene mie farti provare
e fare anche il tuo cuore sussultare.

T’ho dato amore e tu cosa m’hai dato?
Il cuore con un dardo mi hai bucato
e il sangue mi è sgorgato
nel lavello tutto l’ho versato.

T’ho dato affetto,
come tu l’hai ricambiato?
M’hai fatto un dono che mi ha umiliato.

A me bastava appena una carezza,
volevo accarezzare la tua treccia
e non t’ho chiesto nulla
solo di regalarmi un po’ d’affetto:
a me è bastato poco
ero felice a stringerti sul petto.

Sempre ho cercato amore,
e c’è chi me l’ha dato,
chi ancora nell’affanno mi soccorre,
nulla le chiedo ma avverte il mio patire,
mi è vicina e mi scrive,
e allieva in parte il mio soffrire.

E poi mi dice: “Salvo non cercare,
quello che vai cercando tu ce l’hai,
lo chiedi a chi non l’ha provato mai?”

E un’altra primavera è già arrivata,
domani è già passata,
e sento oltre i confini un suon di guerra
guardo lo specchio e i miei capelli bianchi
guardo le rughe sui miei occhi stanchi
e vorrei pace a tutti regalare
vorrei che un po’ di quell’amore,
che molti mi dicono che abbia,
non vada perso tra la bianca sabbia.

(Donnas 21.3.2022 – 17:25)
 

Vecchi ricordi

Ancor quel pianto nelle orecchie suona
madre mia sventurata e premurosa
che hai vissuto un tempo disgraziato
con un marito in guerra richiamato.

E ritorno a volte ancor bambino
nei muri di quel vecchio fabbricato
c’era il “braciere” acceso con la “conca”*
in quella casa priva di un camino.

Risento il pianto mio da disperato
urlante alla ringhiera del balcone
chissà che mi girava nel cervello
pensavo tu mi avessi abbandonato.

Ero un bambino semplice e mammone
tante paure avevi e trasmettevi
in tanti vivevamo tempi duri
che regalato ci aveva “Mussolone”**.

C’era tanta miseria nel paese***
e il mio rione era abbandonato
chi oggi disprezza la democrazia
scordato ha il tempo delle mani tese.

Mi chiedo come si è sopravvissuti
a tanta miseria e tante privazioni
ma non serve davvero la lezione
c’è chi rimpiange ancora quei saluti

la mano alzata e le camice nere
con i baroni e il ligio federale
la mensa orrenda dentro l’oratorio
nelle campagne il furto delle pere.

Eppure siamo attaccati a quei ricordi
e ricerchiamo quelle voci antiche,
si rimpiange del tempo che va via
ma la fame provata non la scordi.


* Il braciere con la conca, era il solo metodo, anche pericoloso, di riscaldare le case della gente indigente un tempo.
** Mussolone era il dispregiativo di Mussolini che i soldati tedeschi utilizzavano per disegnare il dittatore fascista in quel tempo. Entravano nei bar, consumavano e poi esclamavano:”Paga Mussolone!”
*** Mi riferisco al periodo della mia prima infanzia vissuta a Polistena, un paese della Piana di Reggio Calabria.

(Boccheggiano 8.2.2022 - 9:05)
 

Un sorriso



Quando vedo al mattino un tuo sorriso
mi illudo che mi dai un po' d'amore
ed io che ti conservo sempre in cuore
come il sole mi illumino nel viso.

Il sole scalda, fa sentire bene
piacevole la pelle ci accarezza
dalla mente ci spazza ogni tristezza
e il sangue pulsa forte nelle vene.

Amore mio lo sai ti voglio bene
e mi alimenti sempre il desiderio
a me basta un saluto e la tua foto

Come un pavone allor tutto m'arroto
ma poi divento un poco triste e serio
quando nel cuor mi lasci solo pene.

- Sonetto
(Boccheggiano 13.2.2022 - 10:04)


Sotto le coperte


La foto è tratta dal blog:
https://elisaedintorniblog.files.wordpress.com/2016/08/pioggia-1.jpg?resize=200%2C200

Con te abbracciato tra le coperte
guardar la pioggia cadere sui tetti
picchiare lenta sugli embricini
sentir tubare i colombi vicini.

Con te sognando mondi infiniti
con le tue mani alle mie strette
e sognar di tornare bambini
tra il fumo acre che va dai camini.

Guardarti mentre lieta sorridi
sciogliere lieve la nera treccia
i tuoi capelli accarezzare
sul petto farli poi scivolare.

Chiudere gli occhi, provare a sognare,
ed è così che nascono i versi
se un verso muore il bene va via
uccidi l’amore e la poesia.

(Boccheggiano 11.2.2022 – 11:12)
 

Servi



Ci sono alcune persone che nascono servi e per essere graditi ai loro padroni sono disponibili a commettere qualsiasi atrocità!
(Citazione di Salvatore Armando Santoro - 7 Febbraio 2022)
 

Un sorriso


La foto è tratta dal portale:
https://www.ehabitat.it/.../giornata-mondiale-del.../

E poi m'appare sempre il tuo sorriso
ed io non mi stanco di pensarti
vorrei per un momento ritrovarti
e farti una carezza sopra il viso.

Una carezza che tu hai rifiutato
forse non ero la persona giusta
l'amore ognuno a modo suo lo gusta
a giudicarti penso aver sbagliato.

Mi manchi, lo sento che mi manchi
me ne accorgo la sera e la mattina
quando mi sveglio e gli occhi sono stanchi

e ti vorrei avere a me vicina,
vorrei dormire ma sui muri bianchi
m'appare il viso tuo che ormai declina.

Ma t'amo ancora e forse tu lo senti
un saluto mi mandi ma dissenti.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 2.02.2022 - 11,21)
 

Risvegli


Nella mia foto: Spiaggia di Follonica

Una carezza le voleva dare
un segno dell’affetto che provava
ma c’è chi sceglie spesso i propri amori
tra sordide persone e tra squallori.

Confonde spesso il piombo con l’argento
scambia il vetro lucente col brillante
con loro poi festeggia e si confonde
ma vuol tenere il piede in troppe sponde.

Ma a volte prova un poco di vergogna
e allora inventa storie e favolette
ci sono al mondo poi dei creduloni
amano, è vero, ma non son coglioni.

E quando poi l’odor di sporco sale
non basta allora più la mascherina
per non farsi da questi contagiare
lungo la spiaggia vanno a passeggiare.

Aria pulita arriva nei polmoni
che le arterie pulisce dalle scorie
distingui al fine le persone vere
da quelle che son sordide e insincere.

(Boccheggiano 15.02.2022 – 12,25)
 

Perché ti amo
(A Maria)


La foto è tratta dal portale:
https://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-alda-merini/perche-t-amo-poesia-di-alda-merini.html

Non chiedermi perché io tanto t’ami
a darti una risposta non saprei
so solo che nella mente mia ci sei
e soffro quando tardi e non mi chiami.

E quando appari ed agiti le mani
e sorridente chatti ed urli: “Ehi”
allora sì, vicina io ti vorrei
libera dai complessi e dai legami.

Si, lo so, non sono un deficiente
ed ho l’età, lo sai ti do ragione,
ma questo cuore non capisce niente

insegue tenerezze e la passione
e le emozioni in petto non ha spente
ondeggia in cielo come un aquilone

sperando che non spezzi il filo il vento
che via si porterà ansie e tormento.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 11.02.2022 – 15:41)
 

Nulla marcisce


La foto è di Carmelo Salvaggio ed è tratta dalla pagina FB “Anima di Vento I am in the wind”.

Niente marcisce ma tutto cambia forma
quello che resta è solo estrema traccia
di quello ch’era un semplice virgulto
di un seme che aveva messo le radici
e succhiava nel terreno il nutrimento
per resistere fuori al freddo e al vento.

Quel semplice virgulto rami ha messo
tronco robusto col tempo è diventato
voli di uccelli e nidi ha in se ospitato
dalle intemperie i piccoli protetto
rifugio è stato con foglie come tetto.

E poi il tempo passa, passa il tempo,
l’usura scioglie i rami, logora le foglie,
e perde forza anche la radice,
più non succhia la linfa dalla terra
perde vigore il tronco, indebolisce,
e dopo lentamente deperisce.

Legna per chi la coglie poi fornisce
in fuoco ardente si trasforma
calore in casa allor distribuisce,
cenere bianca nel camino rende
sparsa nel campo al sole poi risplende
la pioggia la trasformerà in concime
di verde colorerà poi piani e cime.

E il tronco ancor non muore:
si colora di muschi e di licheni,
ospiterà formiche o calabroni,
sede sarà di splendidi porcini
vita regalerà a chi l’apprezza
a chi seduto a terra alla sua sponda
nuove passioni nel suo petto imprime
che un poeta trasformerà in versi e rime.

(Boccheggiano 15.02.2022 – 23:12)
 

Nomi


La foto del muretto di Via Cupola a Reggio Calabria mi è stata inviata dall’amico Franco Poner.

Nomi rivedo dei miei giorni andati
allineati sul foglio di un portale,
visi oggi che tornano fanciulli,
urli di notte al buio del rione
svolazzano quei nomi
pipistrelli impazziti
urlanti sulle nostre teste pien di sogni.

E ridisegno quei volti,
spesso con un panino farcito di patate
su un muretto che ancor resiste al tempo
urlo la frase magica, “mangiosa”,
che mi preserva dalla rapina
d’una misera cena serale
tra ragazzi più affamati di me.

Puleo, Modafferi, Cimino,
Crucitti, Cuzzola, Labate, d’Agostino,
nomi che risvegliano i rimpianti
la perdita di persone care
chiuse nel cuore,
serrate nella mente
che tornano a cantare a primavera
su quel muretto con le luci spente.

E tutti li rivedo ancor viventi
con le voci stridule e pungenti
senza pensieri e ricchi di speranze,
sono dentro di me
occhi lucenti,
li sento urlare,
rivedo il riso che sui volti abbonda
li sogno come un tempo li ho lasciati,
ritorno fanciullino
coi pantaloni corti e con le frecce
d’un vecchio ombrello mezzo demolito,
con una rametto fragile da archetto,
ritorno come ero e come sono
bimbo sognante al buio sopra un muretto.

(Boccheggiano 22.2.2022 – 11:40)
 

La pecolla


La foto è tratta dal portale: https://www.wikihow.it/Andare-in-Moto-come-Passeggero

Ora ti chiederai
cosa la penna fa e per chi scrive
invano cercherai di origliare
ma ho chiuso l’ingresso della porta
dentro adesso non puoi neppur spiare.

Io sono stancante,
un poco anche pesante
sarò anche opprimente
scrivo dei versi a volte deprimenti,
parlo d’affetto, d’amore e di carezze,
dico che scioglier vorrei sul petto le tue trecce,
accarezzare lieve la tua pelle.

Ma tu dici d’esser delicata
dolore provi ad essere sfiorata
ma le mie mani non son da muratore,
dure con calli, da demolitore.

Rilassati con i tuoi amici decadenti,
con il grassone che ti faceva disgustare
col giardiniere con la vagina semovente
che ti racconta quanto è divertente
con qualche vagabondo senza denti.

Io sono stancante,
sono un po’ pesante
finanche un po’ opprimente
scrivo dei versi a volte tristi,
parlo d’affetto, d’amore e di carezze
che sciogliere vorrei sul petto le tue trecce
accarezzare lieve la tua pelle.

Ma tu dici d’aver la pelle delicata
dolore provi ad essere sfiorata
e le mie mani son da muratore
dure con calli, da demolitore.

Mi dici che nessuno t’ha toccata
ma chilometri in moto ti sei fatta
non eri avvolta certo nella carta
la moto la pelle non rispetta
la coscia al culo del grassone avevi stretta
ma poi ti dava noia una carezza
a me tu raccontavi una sciocchezza.

Ora sei libera e felice
con chi parli del nulla e fai allusioni
ma dopo affermi che è tanto divertente
fornicare senza fare niente.

Ma forse ti piace l’uomo rozzo
che il secchio sa affondare dentro il pozzo
che ti racconta cose divertenti
magari molto sudicie e fetenti.

Con me accusavi tanti strani mali
mi dicevi d’avere la pecolla,
io ti chiedevo che malattia mai fosse
ed alla fine tu me l’hai spiegata
d’aver “la pelle del culo che si scolla”
ma alla fine anche a me tu l’hai scollata.

(Boccheggiano 19.22022 – 15:53
 

La mia vita
La mia vita è cosparsa di donne,
giovani e vecchie mi sfilano innanzi,
a tutte ho lasciato un posto nel cuore,
e tutte han lasciato un po’ d’amore.

Di alcune le arterie si sono otturate
per altre, invece, son limpide e pulite
scorre l’affetto, ricorda il sentimento,
d’averle amate tanto non mi pento.

Anche quelle recenti non le scordo
anche se mi ha regalato sofferenza
in fondo m’hanno dato un po’ d’affetto
ed io le tengo al caldo nel mio petto.

Ce n’è una che forte si è attaccata,
non m’abbandona e sempre mi è vicina,
chiede consigli, poi fa di testa sua,
e sulle rocce sbatte poi la prua.

Ma s’è legata a me, prova passione,
mi tiene come fossi un suo parente
quando le cose le vanno poi male
aiuto chiede, ma non so a che vale.

Il giorno dopo, infatti, ci ripensa
cambia percorso, e va per altra via,
ma sempre sceglie quello più tortuoso
mi son sprecato ad essere virtuoso.

(Boccheggiano 2.02.2022 – 1:16)
 

Gaia

Una carezza fugace ti ho donato
mentre telefonavi alla tua amica
il volto lievemente ho accarezzato
il calore ho sentito tra le dita.

Ma sei strana, davvero molto strana,
imbottita da strani pregiudizi
e ti fai per poco influenzare
e vedi dappertutto ombre e vizi.

Ed io sono abbastanza spigoloso
non ho pazienza e parlo solo in viso
per questo a volte sembro indisponente
ma poi mi passa e faccio un bel sorriso.

Ma questa volta ho detto proprio basta
ed ho bloccato le telefonate,
anche i messaggi ho tutti cancellati,
le contese così eliminate.

Me ne sto solo e vivo un poco in pace
senza sottane e senza discussioni
ammiro il dolce volo dei gabbiani
e in mare seppellisco le passioni.

(Boccheggiano 5.2.2022 – 19:10)
 

Evoluzione
(A Franco Fortini)


La foto di Fortini (10.9.1917-28.11.1994) e Vittorio Sereni (27.7.1913-10.2.1983) è tratta dal portale:
https://www.ospiteingrato.unisi.it/una-voce-fuori-campoancora-a-proposito-di-fortini-e-sereni/

Sono entrato in quel volume*
e l’ho sfogliato
mi son seduto stanco tra le righe
qualcosa ho letto
un po’ ti ho conosciuto
voce narrante
scomodo testimone
che hai cantato il tempo
inciso sui sassi la memoria
perché nessuno scordi
perché nessun ripeta
il dramma dei tuoi inverni dolorosi**
e che ad altri fossero negati
perché il ricordo
impedisse di nuovo di sbagliare
odio e violenza ancora generare
nuove strade provare a ricercare
la vecchia per sempre abbandonare.

* Verifica di poteri
**Dieci Inverni 1947-57
(Boccheggiano 19.2.2022 - 6:00)
 

Come un mendico


La foto è tratta dal blog:
https://danielaarena.files.wordpress.com/2019/12/31-bandiera-bianca.jpg?w=640

Una carezza da mendico vo’ cercando
la cerco tra le donne sfortunate
tra quelle che infelici sono nate
tra quelle che carezze non ne hanno
che sono sole ed hanno qualche affanno.

Una carezza è semplice da dare
e si regala a chi è sofferente
si nega a chi racconta solo storie
si inventa malattie inesistenti
simula di star mal ma spesso mente
e dichiara che basta una carezza
che la pelle a sfiorarla le si spezza.

Fingo d’esser convinto,
sorrido, e poi mollo la presa,
ma la mia stima non è più la stessa
di colpo scema nel petto la tensione
sfuma come una nebbia la passione
allora sventolo un vecchio straccio bianco
l’agito lentamente in modo stanco,
rinuncio a battagliar, chiedo la resa.

(Boccheggiano 14.02.2022 – 00:07)
 

Andare lontano


Nella mia foto: Alberi invernali a Follonica

Andare lontano
ma restare attaccato alle radici
provi a fuggire
ma dove fuggi se l’albero rimane
espande i rami
e corre verso il cielo
dove adesso con nostalgia ti spingi
e poi t’attacchi ai sogni
scavi tra i tuoi ricordi
ed una lacrima ormai più non trattieni
che in silenzio dentro gli occhi spunta
scorre e accarezza il viso
ti crea un rimpianto
ma nascere ti fa anche un sorriso.

Ma è un riso amaro che ti porti dietro
tu lo reprimi ma non lo nascondi
il tempo passa ma restano i ricordi
maturano come il mosto fa nel tino
che ti regala poi a suo tempo il vino
sorseggi e gusti ma ha un sapore amaro
come il rimpianto che ristagna in cuore
d’un bene perso e che tu hai sprecato
di qualcosa che avevi e via hai buttato.

(Boccheggiano 8.2.2022 – 10,58)
 

Aggrapparsi ai ricordi


Nella mia foto: abitanti di Via Cupola a Reggio Calabria negli anni 1950.

M’aggrappo ai ricordi per vivere,
non voglio ancora morire
ma avverto la morte che arriva
la sento a volte sulle pietre inciampare
ed io di sassi le semino il passo
ci provo a ritardare la presa
ed al vecchio m’attacco
ai giorni del riso e dei canti
che allora San Remo donava.

Scruto e risento le voci di un tempo,
voci limpide e piene,
di notte urlare sotto spenti lampioni
e li riconosco e li chiamo
ad uno ad uno li vedo
disegno i volti d’un tempo
e sfuggo alla morte
ritorno indietro a quegli anni
che erano pieni di vita
che erano pieni di affanni.

Ma oggi i ricordi mi fanno soffrire
disegno i volti infantili,
cresciuti,
riguardo le vecchie foto in archivio
ricerco quei volti giulivi
che il tempo ha riempito di rughe
di acciacchi e di tanti dolori.

Provo una dolce tristezza
che il cuore riempie di gioia
e scaccio la noia
di tetre giornate pensando
alla morte che arriva
che picchia i piedi ossuti sui sassi
che via porta gioie e dolori,
che porta via finanche i ricordi.

(Boccheggiano 6.2.2022 – 11:09)
 

Villa Giarre


- La foto di Villa Giarre (oggi Villa Italia) è presa da FB dalla pagina “La vera Polistena”.

Ci andavamo a giocare a Villa Giarre,
allora adorna di anfore e alberelli
d’estate la canicola scottava
a Villa Giarre però ci si trovava.

C’era lo spazio per correre e gridare
e il caldo certo non ci impauriva
sudati dietro un faddhu* si scalciava,
anche il Papa da bimbo ci giocava.

Ma quello che rimane nel ricordo
sono le anfore antiche lì allineate
e qualche palma appena trapiantata
di nome la piazza ora l’han cambiata.

E si urlava, la piazza era deserta,
nessuno aveva nulla da ridire
ci si sporcava e poi eran sgridate
poca acqua nelle case sgangherate.

S’era bambini e non si capiva
il degrado che il fascio regalava
e noi s’era felici anche con poco
d’inverno col braciere e poco fuoco.

Finì la guerra e un’altra ne iniziò
coi padri rientrati un po’ turbati,
la guerra è una cattiva compagnia
che porta l’uomo sano alla follia.

E non sai mai chi devi ringraziare
per tanti patimenti sopportati
ma allora ero bambino ed incosciente
e a ridere e gioir bastava un niente.

* Faddhu – Termine dialettale calabrese che indicava una palla costruita con gli stracci. Anche il Papa esalta questo gioco dichiarando che anche lui da bambino ci giocava.

(Boccheggiano 16.01.2022 – 18:56)
 

Vicoli silenti


Nella mia foto: Via Costa Ripida a Boccheggiano

Cade la neve sul mio cuore
quando silente è il vento e non fa rumore,
ferme sono le foglie
e sulle frasche spoglie
brilla la brina.

Ed è di già mattina.
Scorro la pagina delle sue chiamate,
anche il saluto tace,
ed il silenzio dell’anima accompagna
questa stradina trascurata in questo borgo,
assapora una pace
che amar mi fa la guerra,
il rumore dei carri
ed il cantar dei galli
che la memoria ancor rinserra.

Questo silenzio che volteggia in terra
corre tra i vicoli già pieni di sole
ma l’anima altro chiede
ed altro vuole:
un riso mattutino, una manina,
un viso sorridente che gioisce
che mi trascini dentro i suoi pensieri,
mi dia quell’impression giuliva
d'essere ancor nella sua mente
e mi faccia sentir desiderato
come persona viva.

Ma quel saluto tarda e non arriva
e non ha senso alcun sollecitare
quel qualcosa che manca e non si sente
in chi da tempo ha spento
quel desiderio vivido d’amare
che nel mio cuore ancora provo e sento.

(Boccheggiano 12.1.2022 – 18:24)
 

Viandante


Nella foto: Dipinto di Caspar David Friedrich – Viandante sul mare di nebbia

Tanti amori hanno attraversato il mio cielo
e ancora non mi stanco
sempre amori nuovi in giro cerco,
a volte trovo,
o li ritrovo,
li incrocio altre volte anche in rete,
e mi dispero.

A tutte ho donato un pezzo del mio cuore
se ne stanno accovacciate.
Ognuna s’è scavato un proprio nido
ed adocchia la strada,
invano aspetta il mio ritorno.

Ed io scuoto la catena
come Vulcano sulla lava imprigionato
ardo di sentimento e di passione
e mi commuovo,
mi emoziono a guardare tanti volti
oggi appassiti e stanchi d’aspettare.

Rimbrottano e m’accusano
di averle tutte quante abbandonate
ed io mi sento in colpa
tutte le guardo
e ancor tutte le amo,
fedifrago e bugiardo,
ricordo le carezze che ho donato
le promesse che ho fatto,
che ho poi ignorato.

Ma per tutte fermenta ancora la passione
ora che il mosto s’è mutato in vino
e vermiglio nel calice scintilla,
bevo ingordo per stordir la mente
e maledico la cattiva sorte
che così m’ha creato
e mi tormento
perché ora vicino sento
il bisbigliare oscuro della morte.

(Boccheggiano 9.1.2022 – 1:36)
 

Una coltre di nebbia


La foto è di Enrico Forti (g.c.)

Questa nebbia che su dal piano sale
mi circuisce come un vecchio amore
mi confonde e non mi fa capire
a chi davvero "amore" devo dire.

Questa nebbia mi porta fuori pista
le strisce sulla strada mi confonde
meglio fermarsi per non farsi male
aspettar di ritornare al razionale.

Questa nebbia confonde anche il pensare
e affetto doni a chi lo butta in mare
questa nebbia ti oscura l'orizzonte
rughe profonde sol ti scava in fronte.

(Boccheggiano 3.1.2022-8:51)
 

Un pugno di sale

Ci sono giorni in cui il rimpianto sale
e te ricordo terra dei miei padri
me ne rimango al buio in questa stanza
e cerco il sole che non vuol spuntare.

Traguardo il mar che batte la falesia
che scuote in petto tutti i miei pensieri,
gli errori fatti, le ipocrite mie scelte,
le cose perse e che più non trovo.

E ripenso anche a te, terra di madre,
dove ho vissuto tanti giorni amari
i primi amori e tante delusioni,

la fuga verso un mondo inospitale
dove ho raccolto sol messe scadenti
senza sostanza e povere di sale.

Boccheggiano 27.7.2013 – 9.34
 

Torna sempre il sereno


Nella foto:
"Primavera" da un dipinto di mio cugino Enrico Santoro di Cutrofiano (Lecce)

E poi alla fine appare sempre il sole
a colorar le opache mie giornate
e a breve spunteranno le viole
e foglie nuove saranno germogliate.

In mezzo al verde un giallo girasole
risplenderà, le pene mie oscurate
e scorderò le amiche civettuole
saran le mie tristezze cancellate.

Anche se il corpo non ha più il vigore
degli anni giovanili ormai lontani
la vista ancora apprezzerà d’un fiore

i tenui accostamenti dannunziani,
l’animo allagherà nel suo colore,
gioioso ed appagato il mio domani.

- Sonetto
(Boccheggiano 3.1.2022 – 14:19)
 

Risvegliare l’amore


Nella mia foto: Rose rosse a Brugnato

Vorrei svegliare in te l’amore assente
la fiamma alimentar con legna secca
far nel tuo cuor di nuovo scoppiettare
le passioni che sono morte e assenti.

Vorrei poterti ancora regalare
quel sentimento che in cuor m’abbonda
ma il tempo passa e sembra avere fretta
e la passione in petto fa scemare.

Mi chiedi spesso come ancora possa
parlar d’amore mentre il ramo muore
ma se alimenti a tempo la radice
quel ramo donerà una rosa rossa.

E tornerà nel cuor la giovinezza
che in te risveglierà forza ed amore
l’erba secca riprenderà vigore
regalerai ancor qualche carezza.

(Boccheggiano 12.01.2022 – 16,56)
 

Risvegli


- La foto è tratta dal Blog: di Francesco Galgani
https://www.informatica-libera.net/content/campanile

Mi son svegliato per fare la pipì
assonnato scendevo per le scale
ma dimmi tu ancora cosa vale
se ancora a lei ho pensato lì per lì.

E, stranamente mi son detto: “Sì,
ma proprio ad una femmina immorale
diedi un amor che ancora mi fa male?”
Che senso ha avuto amarla poi così?

E che rimane in me di tanto ardore
che dimostrava con la sua presenza?
Un buongiorno al mattino con calore?

Ora però ne avverto un po' l'assenza
perché donò passione a questo cuore
anche se oggi posso stare senza.

- Sonetto
(Boccheggiano 18.01.2022 – 8:27)
 

Riflessioni


La foto è tratta dal portale:
https://aforisticamente.com/frasi-citazioni-e-aforismi-sulla-penna/

Ed io penso.
Penso a quel giorno
in cui ti ho avuto intorno
Era Novembre ed ho aspettato invano
di sentire il calor di un’altra mano.

Ora l’impasto, male lievitato,
è già caduto in terra
ed il forno ormai si è raffreddato
ed anche il sentimento s’è smorzato.

Ora vedo solo i difetti,
non fermenta più amore,
scrivo parole amare,
scrivo per farmi odiare.

(Boccheggiano 9.1.2022 – 10:03)
 

Perdere l’amore


La foto: “Sentiero del Romito” è di Alessandro Tassoni di Massa Marittima (g.c.)

Oh, quanto amor che hai perso,
quanto amore,
quanto amor che via hai buttato
insieme all’acqua sporca del bucato!

Ma nulla ci puoi far:
contro natura difficile è viaggiare:
dove vuoi andare?
Quando la devianza cova in cuore
si vive di allusioni, di pensieri,
si deformano i concetti
ci si nasconde dietro i desideri
e si impastano, si fanno lievitare nella mente
per dire poi ad altri
che hanno pensato un sogno inesistente.

La tua natura?
Tu me l’hai descritta
nei tuoi amori poveri e volgari
con me hai finto d’esser donna pura
ma dentro resti donna vuota e impura.
.
E mi modelli un uomo inesistente
simulando un amore che non provi,
e il vero amore getti nel concime,
lo umili come fosse niente;
e lui te l’addolcisce con le rime
finge di non capir ma tanto intende
anche che tu sei squallida e indecente.

Ora dimmi cosa ti resta?
Prova a fare un poco il paragone,
fai funzionar davvero la ragione
e mostrami le piante che coltivi
tra sponde erbose ed alberi di ulivi.

Concime, mostri solo il concime
e uomini di scarsa dimensione.
Io nulla ho perso:
conservo integra in petto la passione,
non archivio rancore,
non ho perso l’affetto,
giovane ancora vive e pulsa in cuore
nonostante che il corpo s’è appassito.
Cosa hai tu perso?
Hai perso il vero amore
che al tempo tuo voleva dar colore!

(Boccheggiano 17.01.2022 – 9:42)
 

Pensieri al buio


La foto è tratta dal blog:
https://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2016/03/19/a-palermo-il-bestiario-artistico-di-ligabue-in-mostra-animali-esotici-e-predatori/

Nel buio sto pensando al mio domani
e vedo ombre e nebbia sul cammino
con l'uomo si diverte assai il destino
sabbia di mare sfugge dalle mani.

I granelli s'ammucchiano incostanti
negli angoli del cuore se ne stanno
ci porteranno spesso qualche affanno
ma torna il riso sempre dopo i pianti.

Ma se l'affanno altrui tu non capisci
e sol regali ad altri sofferenza
comunque sempre lui ancor ti pensa,
col tuo giudizio solo lo avvilisci.

E lo umili anche con le foto
mostrando un uomo di un’età diversa
neppure pensi se la sorte avversa
in bocca al gatto fa finire il topo.

(Boccheggiano 20.01.2022 – 5:00)
 

Ossessioni


La foto è tratta dal portale:
https://www.ilariaartusi.it/2018/11/le-ossessioni-e-le-loro-forme/

E poi mi chiami quando non hai sonno
ma quando me ne sto solo a pensare
ad un amore che mi frulla in mente
come acqua sporca tu mi butti in mare.

Ed io rimango qui dietro uno schermo
a scrivere dei versi da demente
sono versi che su tira il camino,
parole dolci scritte inutilmente.

E le spreco su chi? - Poi mi direte -.
Le foto sono limpide, eloquenti,
va bene che le mie valgono poco
ma le sue non sono risplendenti.

Ma il cuore è un organo speciale
non solo pompa linfa rossa e vita
ma è sede di emozioni e sentimenti
in storie strambe poi sempre s’avvita.

E ti nasconde il vero, il razionale,
ti culla dentro un nido di certezze
ti inganna anche e non ti fa vedere
che quel che vedi non sono dolcezze.

(Boccheggiano 6.1.2022 – 17:12)
 

Nel senese

L’erba verde piega oggidì la brina
in questa piana fredda del senese
e in mente mi riporta il sole e il mare
che allieta oggi al Sud il mio paese.

Vedo sui sassi le barche ripiegate,
lo Stretto con le navi in mezzo al mare
vedo i disegni dei Peloritani
le case di Messina al sol brillare.

E vado lungo il Merse raggelato
il termometro segna meno tre
a Palazzetto dava più di cinque
un freddo che non va più bene a me.

Ma sto al calduccio della Citroen
e vedo i prati a tratti tra la bruma
e in lontananza il bigio dei villaggi,
una cascina tra le frasche fuma.

E penso al tempo che piano va via
tra un po’ sarò in visita alle Scotte
un altr’anno di acciacchi è già passato
così vuole la vita e così sia.

(Siena 13.01-2022 – 10,02


Lungomare di Leuca



La foto è di Antonio Fino (g.c.)

Quante volte con te solo vagai
viale che rinchiuso in cuore stai
e il sole mi teneva compagnia
pensieri neri si portava via.

Giganti con le piume e poca ombra
la mente tenevate sempre sgombra
nel cielo si scioglieva lo sconforto
lo so, lo so, un dì t’ho fatto un torto.

Brutto è il rancore, di più il risentimento
quello con se non lo trasporta il vento
e resta dentro il cuore a martellare
poi ti scomponi e ti vuoi vendicare.

E la vendetta cova e ti sconvolge
anche gli amor profondi poi travolge
ma il rimpianto sempre in cuor ristagna
per la vita quasi sempre ti accompagna.

Cerchi una scusa mai trovi ragione
trionfa in petto ognor la negazione
è tutto il bene grande che hai donato
in quel mare splendente l’hai spalmato.

Sempre il pensiero poi a quei dì ti porta
ma la passione ormai in cuore è morta,
ti siedi all’ombra di quel colonnato
e speri presto di morir dannato.

(Boccheggiano 30.1.2022 – 6:16)

 

Irene


Il dipinto "La bionda dal seno nudo" è di Edouard Manet

Irene era bella,
piene di vita aveva le mammelle
la gioventù l’accompagnava
ed un sorriso libero, splendente,
a Irene non gli mancava niente.

Mai disse d’amarmi,
altre proposte oscene formulava
Irene era istintiva
col suo sorriso provocante
voleva far l’amore ad ogni istante.

Irene era istruttiva,
sapeva che voleva e che cercava,
a chi la giudicava non badava,
ma Irene era ciarliera
se a letto non l’accontentavi
in tutto il mondo poi ti sputtanava.

“Stai certo, Armando, lo so che lei t’incanta,
la conosciamo bene e non perdona
se non gestisci bene la stazione
cambia binario e la destinazione”.

Questo mi disse un giorno un caro amico
che curava la mia reputazione:
io lo stetti a sentire,
ma ancora oggi provo colpe e pene
di non avere amato un dì l’Irene.

(Boccheggiano 14.01.2021 – 9:54)
 

La forza del sorriso
(A Carmen Malluquin)

Quella dolcezza che ti splende in viso
dona serenità a chi ti osserva
e a me, che sono a volte sofferente,
mi fa tornare in tono il tuo sorriso.

Mi ricarica, anche se regala
una mestizia strana che m’assale
quando ti guardo, ma dopo m’allieta
il sereno che quel sorriso esala.

Ci vedo sì, una certa timidezza,
che nascondi dietro aggraziati gesti
e mi commuove quel tuo interagire
dal cuore mi allontana la tristezza.

E t’ascolto mentre parli anche in francese,
la tua voce dolcezza mi trasmette,
a volte inciampo su un termine e mi blocco
perché manco da un po’ dal mio paese.

Poi tu sorridi e svegli i sensi spenti
il tuo pacato ragionar mi avvince
ed anche l’umor mio va alla ricerca
di verdeggianti pascoli ridenti.

(Boccheggiano 6.1.2022 – 19:22)
 

Il tritaffetto


La foto è tratta dal portale:
https://www.utileincasa.it/tritacarne-migliori-prodotti/ 

Quando a volte m’assale lo sconforto
e indietro guardo a quello che ho lasciato
l’animo si fa nero e addolorato
perché ripenso a chi mi ha fatto un torto.

Se poi l’affetto dentro il cuore è morto
e ben conosco chi me l’ha smorzato
col tritacarne l’avrei triturato
come concime sparso poi nell’orto.

Che serve a questo mondo amor donare
se a chi lo doni poi neppur l’apprezza?
A cosa serve affetto regalare

a chi poi ti respinge e ti disprezza?
Allor t’assale la voglia di gettare
amore e affetto dentro la mondezza.

- Sonetto
(Boccheggiano 6.1.2022 – 00:36)
 

Gerusalemme


L’immagine (modificata nei colori) è presa dal portale:
https://www.trnews.it/wp-content/uploads/2017/01/BEFANA-3-e1483707480498.jpg

Gerusalemme or da lontano appare
dall’alto del pianoro tra le dune
tre magi sui cammelli e su nel cielo
la stella come rosa sullo stelo.

Portano i doni a un piccolo fanciullo
ed anche la nonnina ancor lo fa
ma lei più non discende dal camino
arriva con un comodo pulmino.

Ed ha la mascherina Effe Effe P due
com’è prescrive l’ultima ordinanza
e si è per ben tre volte vaccinata
porta doni, non vuol essere intubata.

Ma mi sembra non sia tanto felice
e si lamenta per le restrizioni
una befana tutta imbavagliata
con una scopa rossa e rovinata.

Rossa? E sì, lei oggi s’è aggiornata
e scende in piazza con le femministe
vuole evitare di subir violenza
stringe il bastone, non vuol stare senza.

Si rinnova così la tradizione
del 6 gennaio con magi e befana
i primi portano oro, incenso e mirra
lei anche dei cartoni pien di birra.

(Boccheggiano 6.1.2022 – 2:29)
 

Dimentico ma non scordo


Nella mia foto: Nebbia a Roccatederighi

Mi perdo dietro insipide donnette
trascurando le amiche più affettuose
ma è il cuore che comanda e mai non smette
di inseguire quelle meno talentuose.

Si sa che il cuore spesso è irrazionale
come la nebbia scopre i primi piani
ma poi nasconde quello che è essenziale
e a me il fiuto manca che hanno i cani

Dei cani ho però la dedizione,
scodinzolo festoso ma ricordo
chi non ricambia pari devozione
e allora ringhio forte ed anche mordo.

Non cancello gli sgarbi dalla mente
e mi ricordo di chi m’ha fatto un torto
ed anche se mi mostro sorridente
la mia fiducia e la mia stima ho tolto.

(Boccheggiano 4.1.2022 – 21:11)
 

Depressione


La foto del dipinto è tratta dal portale:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e1/Edvard_Munch_-_Evening._Melancholy_%281891%29.jpg 

Stanca la penna giace,
senza amore il verso non matura
zitto nel cuore tace
e nero traccia sulla carta scura.

E il segno stenta,
una sillaba ombreggia in controluce
come una stella spenta
per l’universo vinto mi conduce.

A cosa serve amare?
Per chi scavi e ammucchi tanto affetto?
È inutile donare
verso chi ama non c’è più rispetto.

Odio si deve seminare?
Annaffiare il sentimento di veleno?
Cosa potrà poi germogliare?
Che frutto amaro ci darà il terreno?

Disse in ciel la luna,
leggendo nel mio animo il tormento:
“Per te non ci sarà nessuna”
e il tuo amore nel mare sparge il vento.

(Boccheggiano 9.1.2022 – 00:23)
 

Cosa c’è nel mio cuore
(Ballata)


La foto è tratta dal portale:
https://www.ortodacoltivare.it/.../2015/02/cenere-orto.jpg

Cosa c'è nel mio cuor, chi mai lo sa?
Sangue, sangue, e non fuoco in quantità.
Quel sangue però è come un fiume in piena
trasporta tronchi e foglie verso il mare
anche il mio affetto si trascina via
e lo regala a chi lo sa afferrare
a chi ha il cuore pieno di allegria
che annegar non lo lasci tra la rena.

Questo affetto come un fuoco brucia
lo prenderà colei che ha più fiducia.

Se non l'afferra nel momento giusto
cenere resta e un ceppo incombusto.

(Boccheggiano 12.01.2022 – 0,13)
 

Commozione

Lo sai che interiormente mi commuovi,
forse ci giochi anche a rimpiattino
ti offendo, ti disprezzo, e poi mi assale
quel rimorso che su dal cuore sale.

E mi chiami, mi fai tenerezza,
anche tu hai bisogno di parlare
ed hai trovato la persona giusta
che una carezza dà dopo la frusta.

E rimane con te a chiacchierare
leggendoti negli occhi da vicino
vorrebbe dirti tante belle cose
molto piacenti e meno spigolose.

Anche se il giorno prima s’è arrabbiato,
e di non più parlarti avea giurato,
quando chiami gli sembri donna vinta
si duole in cuor d’averti un po’ respinta.

(Boccheggiano 4.1.2022 – 1:27)
 

Cambiamenti


La foto è presa dal portale:
https://aforismi-citazioni.it/frasi-sul-cambiamento/

Quell’amor che provavo in me si sta spegnendo
a lei ho detto: “Mi sembri cambiata”
ma forse sono io che sto cambiando
l’affetto che provavo fino a ieri
mi sembra che sia diventato blando.

Sentivo un vuoto in cuor se non chiamava
adesso neppure guardo nei messaggi
anzi li guardo con un gran ritardo
e non m’importa se ai miei poi non risponde
l’affetto scema e più d’amor non ardo.

Mi pento di rispondere ai suoi scritti,
ma come succede spesso a questo mondo
nascono affanni al vivere ogni giorno
che la tranquillità in cuore spegne,
anche l’affetto va senza ritorno.

E m’arrabbiavo quando nel passato
una leggera che ronzava intorno
mi disse che “l’amore viene e va”
ed io la rimbrottai senza ragione
perché “l’amore va in chi non l’ha”.

(Boccheggiano 14.1.2022 – 00,39)
 

Assenza


- Nella mia foto: Tramonto a Follonica 2.1.2022

E facile per te dare consigli
spiegarmi che lo fai per il mio bene
ma quando non ti sento io sto male
giro per strada come un animale.

Mi chiedo dove sei e cosa fai
mi manca il tuo sorriso e la tua voce
anche mi rode un po' la gelosia
eppure tu non sei la donna mia.

E vorrei averti più vicina
ascoltar mentre parli, quando ridi
sentirti dolcemente rampognare
quando d'amore io ti sto a parlare.

M'arrabbio, a volte sono irrazionale,
tu ripeti:"Lo fo per il tuo bene"
ma vaglielo a spiegare a questo cuore
che continua a parlar con te d'amore.

Vaglielo a dire a questo mio cervello
di smetterla con questo ritornello
vaglielo a spiegare alla mia mente
che sogna di cullarti dolcemente.

(Follonica 2.1.2022 – 18:58)
 

Vorrei poterti dire

Vorrei poterti dire ancor: “Ti amo”,
non si spegne nel cuore il sentimento
anche se non ti vedo e non ti sento
un lumicino ancor splende lontano.

E ti sogno ogni notte!
Poi quando all’improvviso mi risveglio
mi sembra ch’io sia rimasto addormentato
e d’incontrarti mi sia dimenticato.

Nel dormiveglia allora mi tormento
e accendo in fretta il vecchio cellulare
leggo la posta e l’ultimo messaggio
m’accorgo che spedito era di maggio.

Allor mi tranquillizzo,
ma sullo schermo scorre anche un filmato
sei nell’aspetto giovane e felice
poi inizi a stuzzicarmi e mi ripeti
di avermi tanto e immensamente amato
ma oggi ad altri queste cose dici.

(Boccheggiano 28.12.2021 – 13,51)
 

Volano i pensieri


La foto è tratta dal portale:
https://www.amoreaquattrozampe.it/curiosita/rondine-significato-simbologia-idee-tatuaggio-foto/42706/

A volte ritornano i ricordi
riaprono piaghe rimarginate da tempo
rimpianti
dolori
delusioni.

Corri all’archivio dei filmati,
delle foto,
e torni indietro nel tempo.

Qualche lacrima scorre vedendo la tua pelle
quella più lucida di chi stava con te,
le sue mammelle,
l’impegno e la passione,
l’amore e la tensione.

E soffri,
in silenzio soffri,
corri alla follia che accompagnava i giorni
ma intanto il tempo passa
la tua pelle appassisce,
ti chiedi come sarà la pelle di colei
che nel filmato si dona,
che gioisce,
sorride,
che promesse elargisce
e poi cancella.

E volano i pensieri
sono rondini migranti a fine estate,
gli dici addio,
ma dopo resti in attesa della primavera.

(Boccheggiano 24.12.2021 – 9:50)
 

Vecchi


Nella mia foto: Via del Popolo a Piombino.

Quando ti sto vicino mi fai sentire vecchio,
mi metti in soggezione
mi sembra tu mi voglia canzonare
perché d’amor ti parlo
e scrivo ancora poesie d’amore.

E sono più vecchio di venti anni
ma, credimi,
trovo disagio a stare nei tuoi panni,
mi sei indifferente
ti vedo vecchia e sterile,
una persona che non vale niente.

Sì, disagio è il termine appropriato,
una persona amica che ho incrociato
ho visto ti ha guardato
e, te lo giuro,
mi sono un poco vergognato.

E col pensiero indietro son tornato
ad una giovinetta un po’ avventata
che m’ha regalato gioia e affanni
di cui avverto oggi la sua assenza
e non riesco ancora a stare senza.

E penso anche ad un recente affetto,
che ha la tua stessa età che hai dichiarato,
ma dentro è giovane e vivace,
che m’ha donato un poco di allegria,
un suono delicato di violino
che in un mondo fatato mi ha portato
facendomi tornare ancor bambino.

(Boccheggiano 18-12-2021 – 10:33)
 

Una corda sul soffitto


La foto è tratta dal portale:
https://blog.libero.it/psicoleggiando/view.php?id=psicoleggiando&pag=4&gg=0&mm=0

Vorrei appendere una corda sopra un trave
ma bene devo calcolare la lunghezza
vorrei che appena tolgo lo sgabello
rimanga appeso come un pipistrello.

E non abbia a soffrire, ne urlare,
vorrei andarmene in silenzio
quel silenzio che invano vo’ cercando
come l’amore che non sto trovando.

Morire per amore è sinfonia
musica dolce che conforta il cuore
forse del paradiso apre le porte
non c’è inferno alcun dopo la morte.

Allor m’affretto a penetrare il trave
per far passare la corda insaponata
ma non potrò a nessuno confermare
se trovo rose o spine a raccattare.

Se trovo rose le trovi nel giardino
son rosse e gialle e tutte profumate
se trovo crisantemi un po’ appassiti
ridateli a colei che li ha spediti.

(Boccheggiano 15.12.2021 – 23:20)
 

Tracce indurite


La foto è tratta dal portale:
https://www.repubblica.it/scienze/2017/09/16/news/rubate_le_orme_di_creta-175640857/

Lasciamo tracce di noi su sabbie molli
poi il sole secca e li indurisce il tempo
il vento di sabbia poi le colma
il vento la sabbia dopo spoglia.

E ritornano le tracce alle memoria
orme consunte delle nostre azioni,
dalle tracce che ormai sono usurate
fioriscono i ricordi a tormentarci.

Se abbiamo seminato sentimenti
le tracce sono dure da sparire
anche se sulla sabbia seminate
difficili son poi da dissiparsi.

Se abbiamo seminato ipocrisia
l’oscura il tempo ma l’inganno resta
torna il ricordo poi dell’amor perso
ed il rimpianto ti martella in testa.

(Boccheggiano 23.12.2021 – 10:46)
 

Stop al 2022
Non voglio che il 21 vada via
ma siete diventati tutti matti?
Stiamo invecchiando e voi vi rallegrate
con lo spumante anche festeggiate.

Non m’importa se a voi porta letizia
ma a me sembra assai strana tanta festa
è un altro anno di vita che si aggiunge,
sulla barca Caronte sopraggiunge.

Per questo io mi sforzo di bloccare
le lancette dell’orologio al muro
il tempo tento di non far passare
ma la lancetta non si vuol fermare.

E continua alle spalle a ticchettare
ed allora preparo lo spumante
e brinderò al duemilaventidue
e ognuno si terrà le rogne sue.

(Boccheggiano 31.12.2021 – 23:53)
 

Senescenza


La foto è tratta dal portale:
https://www.elefanteinsalotto.com/2020/vincent-allo-specchio-tra-arte-e-vita/03/

Cancello tracce seminate in rete
parole scritte senza mai pensare
che con certe espressioni ti imprigioni
che gestite da chi non le capisce
diventino strumenti di motteggio
per chi nel cuor di sentimenti è vuoto.

Mentre cancello provo un gran dolore
come chi butta in mare le emozioni
che disperde nel nulla i suoi ricordi
che l’hanno riempito di passione
ma che poi teme vengano gestite
come oggetto di facile irrisione.

Lo fa con rabbia e con malinconia
lo smacco lo riempie di vergogna
si sente come chi sta cancellando
la tenerezza che l’aveva invaso
quando passione stava regalando
a chi adesso lo sta motteggiando.

Prova rimorso per l’amor donato
a chi l’aveva poi nel mar buttato
e si deprime nel vedere un vecchio
vinto ed incerto su un lucente specchio.

(Boccheggiano 27.12.2021 – 14:20)
 

Quando a me toccherà


La foto del dipinto "Paesaggio con Luna" è di Van Gogh

Quando mi toccherà sentir la mano fredda
pesare sul mio cuore ormai di ghiaccio
quando la morte afferrerà il mio braccio
prima che il caldo dal corpo mio si perda

forse uno sguardo darò alla finestra
ad inseguire il sol che s’addormenta
incurante al dolor che mi tormenta
ed alla flebo nella mano destra.

Quando arriverà per me quell’ora
forse sarò incosciente e fuor di senno
e non disturberò nessuno allora.

Forse un lieve lamento ancora accenno
per il dolor che il corpo mi divora,
per un verso sul quale ancor tentenno

- Sonetto
(Boccheggiano 1.12 2021 – 2:27)
 

Pupi e pupare

Lo so, tu me l’hai detto molte volte
che non farai per me le giravolte
ma anche a me piace parlar chiaro
ch’io pupo non sarò di alcun puparo.

Io pupo non lo sono stato mai
forse lo fui per chi m’amò e l’amai
fu una esperienza molto dolorosa
scavò una piaga molto perniciosa

e fu una piaga lenta da guarire
il farmaco lei aveva per lenire
ed io bussavo forte alla sua porta
ma ormai ero per lei persona morta.

Le piaghe dentro il cuor son dolorose
le guarisci con l’acqua delle rose
ma l’acqua delle rose è dentro il cuore
non fa guarire se manca l’amore.

L’amore non si compra e non si vende
solo chi è senza cuor spesso lo svende
ma senza cuore morta è la passione
rimane viva la desolazione.

E a me non interessa avere donne
buone soltanto a sollevar le gonne
se manca in un rapporto il sentimento
anche l’affetto via lo porta il vento.

E dato che son stanco di soffrire
non ha senso per te stare a patire,
non t'arrabbiare se dopo ti blocco,
e non mi dire:"Sei un monello sciocco".

(Riotorto (LI) 19.12.2021 – 18,15)
 

Profili Facebook


La foto è tratta dal portale:
https://blog.eipass.com/limportanza-del-profilo-facebook-per-un-medico/

Nico mi scrive e manco mi conosce
ma sa quello che fa chi si camuffa
per certa gente è sempre carnevale
la maschera è indumento abituale.

E mi son chiesto chi sarà mai Nico
abita a Roma, neppure l’ho mai visto,
non lo conosco e lui non mi conosce
ma mi rampogna ed anche mi minaccia.

E poi perché? E questo mi son chiesto,
penso che io scriva quello che è reale
ma c’è chi è ancora strabico di mente
s’inventa e vede dappertutto il male.

Gente ammalata, da ricoverare,
ma i manicomi son chiusi già da un pezzo,
i pazzi possono liberamente passeggiare
e i sani, di morte, minacciare.

Ora però qualcuno mi direbbe:
“Ma è storia vecchia lasciala marcire,
vedrai che smetterà perché alla fine
toccherà anche a lei dover morire”.

Solo allora sarà liberazione,
lei spera di vedermi seppellire
poi arriva il covid che fa pulizia
ed io ho visto tanti giovani sparire.

E allor resto in attesa e così sia.

(Boccheggiano 26.12.2021 – 12:39)
 

Poeti distratti


La foto è tratta dal portale:
https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2018/10/24/Pesci-320x132.jpg

I poeti coltivano sempre grandi amori
e dolori
hanno passioni e tenere emozioni
ed illusioni
si rotolano nelle fantasie e nei sogni
fanno dei ruzzoloni.
Son distratti, mai imparan la lezione
fanno ripetizione
son poco attenti e guardano i comignoli
lenti fumare
e fantasie disegnano, ma sanno amare.

I poeti son come pesci fuor dal mare
boccheggiano
balbettano e verseggiano incostanti
annaspano
solo a guardarli fanno tenerezza
colgono la brezza
del vento che li vuole ossigenare
ma sono distratti
fuori dal mare destinati ad annegare.

(Boccheggiano 9.1.2021 – 10:21)
 

Per un tuo bacio

Per un tuo bacio non so cosa farei
ma sono certo sfiorerei follie
lo so che se da me lontana sei
m’allieti con le tue fotografie.

Per averti non so cosa darei
sarò anche sciocco e pien di gelosie
al confronto con altri perderei
cinema faccio e un po’ di guapperie.

Ma lo specchio dopo mi condanna
mi fa vedere quello che io sono
ed anche il camminar spesso m’affanna.

Alle afflizioni allora m’abbandono
ed una bella foto non m’inganna
ma provo ancora affetto e mi emoziono.

- Sonetto
(Boccheggiano 15.12.2021 – 12:10)
 

Passioni dormienti


Nel dipinto Edmione dormiente di Canova

Quando in cuor ti sal la nostalgia
e vorresti che qualcun ti dica:
“Ti voglio bene”, allor non faticare,
lontan non hai bisogno di cercare.

Ce l’hai vicino chi nel cuor coltiva
quel sentimento che t’affanni e cerchi,
basta un bussare lieve alla sua porta
che la passione in me non è ancor morta.

E la regalo a chi ha il cuor gentile
e prova tenerezza alle parole
e si commuove per una verso udito
e solo lei poi nel mio letto invito.

Colmarla vorrei di baci e di carezze
anche se so che lei poi li respinge
ma le trasmetto un po’ di sentimento
che nel mio cuore ancora vibra e sento.

Ma vien la sera e calano le ombre
e scema anche nel petto la tensione
se chi riceve simili attenzioni
non prova in cuore identiche passioni.

(Boccheggiano 7.12.2021 – 19:33)
 

Ode a Facebook


La foto è tratta dal portale:
https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/medicina-e-ricerca/2021-11-29/covid-siti-contro-quarta-ondata-concentrare-dicembre-vaccini-prossimi-tre-mesi-174731.php?uuid=AE4Wqxz&refresh_ce=1

Cercherete di distruggermi
di frenare le mie denunce
di bloccare i miei pensieri,
di omologare i miei pensieri,
ma io resisto e voi perderete.

Non si ferma con il silenzio
l’urlo del disperato che affoga.
Cercherà comunque di galleggiare,
magari annaspando tra acque gelide,
ma vorrà sopravvivere.

Ed il suo urlo lo raccoglieranno i disperati
e sconfiggeranno gli ideologhi del pensiero unico,
i pupazzi che vogliono zittire le coscienze
ed omologarle al pensiero dominante.

Come un virus rafforzeremo le nostre difese immunitarie
ci riprodurremo più forti di prima
e non basterà un vaccino per ridurci al silenzio.

(Boccheggiano 24.12.2021 – 10:46)
 

Musica e parole


Nella foto: Roberto Cacciapaglia al pianoforte

Stamattina il metro mi accompagna
si sa che lui è metodico e non sbaglia
ti sto pensando giovane compagna
mentre m’allieta al piano Cacciapaglia.

Son musica e parole un’armonia
che suggerisce al cuore il verso giusto
anche se adesso tu sei andata via
scusa quel mio giudizio odioso e ingiusto.

Or m’addolcisco con un paio di note
che un pianoforte mi regala spesso
e sono solo in queste stanze vuote
ma di pensare a te non ho ancor smesso.

E sogno quella treccia da slegare
che avrei voluto scivolare sul petto
ma sei rimasta inerte a riposare
indifferente a sentimento e affetto.

Vola la melodia dal pianoforte
m’assorda, mi riempie di passione,
per te saranno solo note morte
per me sorgenti fresche di emozione.

Musica e poesia danno diletto
note soavi intrecciano a parole
ma adesso mi ritrovo solo a letto
e ascolto il rosolio delle tignole.

(Boccheggiano 4.12.2021 – 11:35)
 

Monello


La foto è tratta dal portale: https://www.ilfattoquotidiano.it

Vorrei poterti stare un po’ vicino
sentirmi dire:”Quanto sei monello”
e cinguettare come un uccellino
lungo il tuo mare sopra un ramoscello.

Mi sento invece un vecchio cagnolino
che abbaia spesso e fa un gran bordello,
annuso un tronco, qualche cartellino,
straparlo a volte come un pazzerello.

Vedo il tuo mare chiaro e risplendente
e la felicità ti allieta il volto
di gioia riempi allora la mia mente

è vero che ti ho fatto qualche torto
ma tu sei donna molto intelligente
che la mia gelosia hai già sepolto.

- Sonetto
(Boccheggiano 18.12.2021 – 15:42)
 

Meglio così

Meglio così, adesso l'ho capito,
ma a dire il vero m'ero accorto prima
meglio così non perderò più tempo
a salutar la sera o alla mattina.

La colpa non è tua, son io il tardivo,
arrivo sempre ultimo al traguardo
ma quando resto solo a meditare
vuota ho la testa e libero lo sguardo.

E vedo il chiaro che risplende in cielo
la traccia della luna tra le nubi
limpido allor diventa il mio pensiero,
statti serena l'affetto più non rubi.

In fondo io mi dici cosa ho perso?
visto i tuoi gusti non ho perso niente
or riguadagno nuovamente il tempo
che avevo perso con te stupidamente.

(Boccheggiano 14.12.2021 – 10:42)
 

Le vie del destino


La foto “Il muretto” di Via Cupola a RC è di Franco Poner (g.c.)

A volte inseguo i sogni di bambino
ammucchiati al muretto che resiste
tutti maschietti con calzoni corti
coi nostri cani adesso tutti morti.

E c’eri pure tu, ancor bambina,
col vestitino lacero e consunto
con i ginocchi scorticati e rossi
le mani unte ed i capelli smossi.

E guardavamo le tue mutandine
quando scaltra per terra ti sedevi
e la malizia già allignava un petto
ch’era appuntito quasi per dispetto.

La malizia, figlia del peccato,
che accarezzava anche le preghiere
che, ripeteva spesso il confessore,
gradita non fosse al Creatore.

Ancor ci penso a quelle notti insonni
a quelle prime nostre frenesie
ai giochi audaci al buio dove spesso
si sproloquiava sempre intorno al sesso.

A caso ci abbracciò dopo il destino,
che getta l’amo con appesa l’esca,
chi lì rimase e chi partì lontano
chi il dialetto cambiò con l’italiano.

Ora a volte ritorno in quella strada
e in mente mi ritorni ancor Maria
rivedo foto antiche e cartoline
e quelle tue indecenti mutandine.

Mi chiedo allor che fine anche tu hai fatto
se fosti sposa pudica e felice
se la tua vita fu poi retta o sana
o persa su una strada americana.

(Boccheggiano 15.12.2021 – 1:58)
 

La giara
Quanti i miei amori,quanti siete stati?
Quante disperazioni e vuoti al cuore?
Orci d’argilla
col fil di ferro accomodati
a trattener miscugli di passioni,
di fantasie spesso inventate
e di illusioni
di donne passionali mai toccate.

Rigiro l’orce
secco rumore s’ode
e come un urlo sale
dalla turgida pancia dilatata
che trattiene i miei amori,
quelli più cari
che a volte allineo sul collo sbrecciolato
dove oscillano instabili e insicuri
come l’ultimo da poco abbandonato.

A volte un grido s’alza
tra le risa chiassose fuse ai pianti,
una voce infantile d’altri tempi
ricca di una inflessione antica ormai scordata.

E ti riporta immagini precarie
di volti ridenti che il tempo ha trasformato
vecchie foto piegate, accartocciate,
con le rughe sui bordi disegnate
chete se ne stavano aspettando
la carezza tardiva del ricordo
l’amara dolcezza del rimpianto.

Anche tu, ultima arrivata,
con forza t’aggrappi e dondoli sull’orlo
anche tu, che spiccichi parole
con una cadenza che a volte t’affatica,
tardi t’affacci a offrirmi ancor nuovo tormento,
dondoli sui bordi di quell’orce antico,
che con inganno mi regala il tempo
che sta passando in fretta e maledico.

(Boccheggiano 12.12.2021 – 22:08)
 

La forza della parola


La foto è tratta dal portale:
https://www.ricerchenoetiche.org/single-post/2018/05/22/il-potere-della-parola-e-le-parole-di-potere

Se ti ritrovi nei miei versi, ascolta,
forse stai analizzando il tuo sentire
quella coscienza che silente dorme
ma che ho risvegliato col mio dire.

Non esser presuntuosa ed anche stolta
le cose dette non puoi richiamarle
ed io ho gestito sempre le parole
ognuno a modo suo sa interpretarle.

Alla mia età s’è giunti ad una svolta
si da importanza molto al sentimento
giocar coi sotto intesi poi si rischia
d’essere trasgressivi fuori tempo.

Io di pazienza ne ho avuta molta
se ho reagito l’ho fatto con ragione
ho atteso per tanti anni una carezza
e m’aspettavo un poco di passione.

Ma sei rimasta come pietra morta
fredda alle mie semplici emozioni
le hai spente, ed hai fatto cosa giusta,
acqua hai buttato sulle mie illusioni.

(Boccheggiano 3.12.2021 – 10:56)
 

Il tempo passa


La foto è tratta dal portale:
https://www.ciaobuongiorno.it/immagini-di-buongiorno-e-buon-anno-nuovo-2022/

Il tempo passa in fretta, se ne va,
come le foglie spazza via l’età
e come il vento fermo mai non sta
la giovinezza via si porterà.

Ed un altr’anno adesso se ne andrà
siamo al 31 e il giorno finirà
in piazza ancor non so chi ci sarà
qualche cretino certo sparerà.

Il cielo nella notte brillerà
perché qualcuno i fuochi accenderà
in molte case poi si brinderà
al tempo che si porta via l’età.

Che sciocca l’usanza che ci sta
di festeggiar l’età che se ne va
in fondo cosa si guadagnerà
quando brindando l’anno se ne andrà?

Se poi un caro amico morirà
tutta la gioia odierna ove sarà?
Qualcuno tristemente piangerà
“quanto siam fessi”, poi, certo dirà.

(Boccheggiano 31.12.2021 – 02,18)
 

Il silenzio


La foto è di Enrico Forti (g.c.)

Il silenzio spesso fa rumore
lo senti afonico ronzare nelle orecchie
provi altro a pensar, non ti riesce,
il silenzio dal tuo cuor non esce.

Ti ronza in testa, ti perdi nei pensieri,
chiedi perché lei tace e ti torturi
ma la risposta è semplice a trovare
solo che tu la scarti al ragionare.

E ci ricami sopra girigogoli
frasi sconnesse senza mai pensare
che il silenzio a volte è razionale
turba la mente il cuor empie di sale.

Cosa conosci del soffrire altrui?
Spesso è nascosto dietro ad un sorriso,
dietro una fotografia che t’ha postato
che ieri ti ha finanche rallegrato.

Oggi vedi degli alberi sfogliati
radici perse in mezzo alla risiera
radici che si stendono sul cielo
e intorno un bianco livido di gelo.

La mente ti confonde e allora pensi
forse oggi lei ha l’animo turbato
e allora anneghi in mezzo al gran silenzio
e il cuor riempi con amaro assenzio.

(Boccheggiano 10.12.2021 – 11:50)


Il pianto di Mangiafoco


La foto è tratta dal portale:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Le_avventure_di_Pinocchio-pag058.jpg

L’amore in cuor mi dura poco
forse son’io che accendo male il fuoco

ma forse con l’amor ci gioco
forse non è amor vero forse è sfogo.

Mi vedo a volte come un cuoco
ma tra i cattivi odori dopo affogo.

Allora tanti santi invoco
poi piango come fossi Mangiafoco.

Collodi lo inventò per gioco
cantò un amore con il fiato roco.

Cosa ha insegnato infine a me Pinocchio?
Privo d’amore resto e anche marmocchio.

(Boccheggiano 16.12.2021 – 10:22)
 

Il pescatore

Verrà giorno che a me tu penserai
ricorderai le mie parole perse
ripeterai saranno state esche
dentro nascosto un affilato amo.

Tutto sbagliato: non amo pescare
prova ad avere otto punti in bocca
non è un piacere farteli levare
per questo lascio i pesci dentro il mare.

Hai sbagliato a trarre conclusioni
non hai guardato bene tu la via
sarà stata la colpa della nebbia
che lenta dal Tirreno su saliva.

E m'hai scambiato per un pescatore
perché sopra uno scoglio me ne stavo
ma non pescavo solo il mar guardavo
non puoi ammazzare se sei Salvatore.

(Boccheggiano 28.12.2021-1,40)
 

I giorni dell’innocenza


Nella foto: Io e mia sorella a Melicucco (RC) nel 1942

Erano i giorni dell’innocenza
vuoto il piatto e la credenza
e si rideva per un nonnulla
la casa spoglia d’arredo brulla.

Erano i giorni del freddo in casa
con la tavola tabula rasa
castagne secche, patate lesse
adesso chiedo come si resse.

Erano i giorni con gli invasori
a ruota anche i liberatori
finì la guerra non il patire
ma si rideva senza finire.

Erano i giorni dell’innocenza
ora non posso più stare senza
la fame era tanta ed abbondava
ma il sorriso non ci mancava.

(Boccheggiano 30.12.2021 – 2:25)
 

I gabbiani di Piombino


Piombino - Vista dell'Isola d'Elba da Piazza della Poesia.

Il gabbiano è il simbolo del mare
te ne stai fermo e poi lo senti urlare

sopra il fanale ai bordi del castello,
tuba un colombo, trilla anche un fringuello.

A volte questi strilli mattutini
sopra la spiaggia “Sotto i Bernardini”

disturbano i poeti che a comporre
sostano alle panchine della Torre.

Quel piazzale ancora non ha un nome
non trovi alcun che uno ne propone

Per un poeta è facile trovarlo
non ha bisogno manco brevettarlo.

Ed è il gabbiano ch’è in sua compagnia
che gli sussurra “Piazza Poesia”.

(Boccheggiano 13.12.2021 – 1:47)
 

Haiku – Natale 2021


La foto è tratta dalla pagina:
https://cdn.trovaricetta.com/photo/2017/01/06/1779648/dolci-natalizi-tipici-calabresi-petrali-fit-vegan.jpg

Veni Natali -
mi mancunu i petrali*
casa vacanti

(Boccheggiano 21.12.2021 – 21:00)

Haiku – Natale 2021
Viene Natale -
mi mancano i petrali
dimora vuota

*Petrali - Dolci natalizi calabresi fatti in casa
(Boccheggiano 21.12.2021 – 21:00)
 

Geometrie


La foto è di Elena la Gioia di Piombino (g.c.)

Geometrie di colori
ad adornare il tetto del mio cielo
goniometro ridente
che accarezza di luce l’orizzonte
pennellate splendenti
su azzurre tele terse
stese a colorar di vita mare e monti.
E poi rombo lontano
odor di pioggia che pulisce i tetti
e fa allargare le ali dei gabbiani
voli radenti su onde biancheggianti
e dietro i vetri scintillio di sguardi
occhi ridenti.
Cattedrali di gocce,
cromature che scivolano sul cielo
come i grani leggeri dei rosari.

Brunelleschi avrebbe fatto meglio?

(Boccheggiano 11.12.2021 – 10:22)
 

Emozioni dormienti


Il dipinto "Bacio su collo " è di Edvard Munch

Ti toglierò il cappuccio dalla testa
e il collo scoprirò alle mie carezze
per me sarà come un bel dì di festa
se mi dirai di scioglierti le trecce.

Le mani lisceranno la tua pelle
per non sentirti dire mi fai male
e succhierò goloso le mammelle
dolce sarò ma anche un po' immorale.

Risvegliar proverò i tuoi sensi spenti
per trasmetterti un poco di calore
e veglierò fin quando ti addormenti
lieve ascoltando i battiti del cuore.

(Boccheggiano 16.12.2021 - 22:59)
 

Fragilità

Sei arrivata come un volo di farfalla
ma di rumore tu ne hai fatto tanto
direi che la mia mente hai frastornato
ma come sciocco in cuor t’ho conservata.

E volteggiavi agile sui fiori,
e sul Vereto ne sbocciavan tanti,
io ti inseguivo, più agile tu eri
andavi in motoretta ed io a piedi.

Ed a piedi tu dopo mi hai lasciato
sempre inseguendo le tue fantasie
ho cercato di starti un poco dietro
sei andata via io son rimasto indietro.

Ed ora tu mi scrivi:”Son cresciuta”
ma poi io leggo tante cretinate
pagine aperte, profili contraffatti,
e molte riflessioni anche contorte.

Ora sorrido, anzi ci rido sopra:
ed io lo so che il mio è un riso amaro,
parlo e rispondo a chi non può capire
che dietro il riso a volte mi riparo.

(Boccheggiano 26.12.2021 – 11:07)
 

Dissonanze sensitive


La scultura è del mio amico valdostano Pino Bettoni di Perloz

Non puoi inventar l’amor se non ce l’hai
neppur gustarlo a fondo non potrai
se non l’assaggi dimmi come fai
a dire:”È buono?”, mai tu lo saprai.

Io l’ho gustato già diverse volte
rose fiorite sui rosai ho raccolte
rose ho donato a tante donne stolte
tra zolle inaridite le ho sepolte.

M’hanno travolto spesso le emozioni
e poco accorto fui alle tentazioni
più volte in mano presi dei tizzoni
ma a nulla son servite le lezioni.

Non m’accorgo del tempo che va via
vince a questa mia età la nostalgia
l’età camuffo dietro una bugia
celo anche il referto di cardiologia.

Ma io vivo così, anzi rinasco,
cerco la libertà come un fuggiasco
ma dopo a volte dentro ai rovi casco
poi m’addolora d’aver fatto fiasco.

(Boccheggiano 8.12.2021 – 21:54)
 

Dietro quegli occhi


La foto è tratta dal portale:
https://www.gabriellapapini.com/amedeo-modigliani-lil-interieur/

Dietro quelli occhi si nasconde un mondo
fatto di sogni e tanta fantasia
a volte schizza forte l’allegria,
lei intorno guarda e tutti quanti infetta
ed a guarire poi non c’è vaccino.

Anche me lei ha infettato,
e non ne ha alcuna colpa,
sono io quello facile al contagio
ma ho letto nei suoi occhi il paradiso
ho visto rose e gigli e un bel giardino.

Ed allora mi son subito attrezzato,
l’attrezzatura ho ricercato in rete
i cancelli ho forzato e sono entrato
dall’inferno così sono scappato
con lei le rose e i gigli ho poi annaffiato.

Ma a lei non interessa del mio aiuto
penso che a volte voglia darmi un calcio
infatti fa lei tutto e m’ha convinto
che io l’annoio e spesso son d’intralcio.

E non riesco poi a pensar diverso
e forse è meglio tornarmene all’inferno
dove se trovo un posto ventilato
almeno scrivo ancora qualche verso.

(Boccheggiano 19.12.2021 – 13:06)
 

Dietro la porta

Che importa se una ruga ti sta segnando il volto
che importa se un pensiero altrove mi trasporta
ch’io mediti in silenzio, forse a ragione o torto,
a te non interessa, ma io busso alla tua porta.

Busso a quella porta che tu chiusa hai lasciato
io a volte ci passavo ma senza far rumore
per non sentirti dire:”perché m’hai risvegliato
troppi pensieri in testa dormito ho poche ore”.

Ora che sei partita e quella stanza è vuota
a volte apro la porta e guardo sul divano
mi sembra di vederti nel tuo pigiama immota
azzardo una carezza ma tu ritrai la mano

accampi scuse inutili per non farti toccare
ma come ben tu sai io senza le emozioni
son privo di tensione, passione non so dare,
sorrido e in cuor nascondo tutte le delusioni.

Mi basta il tuo sorriso e so che sei sincera
nel cuore mio nascondo le pene e i sentimenti
ma è morto quell’ardore che prima forte c’era
che nel tuo cuore manca e che non provi o senti.

(Boccheggiano 8.12.2021 – 12:42)


Croci addormentate


La foto è tratta dal portale:
https://www.valledaosta-guidaturistica.it/dsc_1857/

Le croci addormentate
non partoriscono vermi
ma tignole rapaci
che non scavano i nodi.

Gordio nulla può
con la sua spada affilata:
inutilmente
cerca di cambiare la storia.

(In memoria di Aldo Moro)
(Boccheggiano 11.12.2021 – 9:45)
 

Consuntivi


L'immagine è presa dal portale:
http://www.iperteam.com/wp-content/uploads/2015/01/cuore-300x185.jpg

Fra tanti amori che nel cuore ho avuti
Il tuo galleggia ancora ed è presente
non t'ho scordato, rumore fa e si sente
è tra i miglior di quelli ricevuti.

Dell'ultimo che un poco m'ha sconvolto
traccia non è rimasta sulla sabbia
e non ricordo più manco il suo volto
m'ha generato sol rancore e rabbia.

Vive nel cuore ancora Valentina,
leale e onesta nel donarmi affetto,
e la trattai come una sgualdrina
ma la conservo cara nel mio petto.

Poi ci sei stata tu, che m'hai deluso,
dura per me è stata la lezione
da te mi son sentito preso in uso
priva d'amor sei stata e di passione.

(Boccheggiano 2.12.2021 – 10:37)
 

Consuntivi 2021


Nella foto: Io e mia sorella Rita nel 1942

Amo questo silenzio che mi abbraccia
non sento brontolar, neppur parlare,
nulla devo ad alcuno contestare,
ma questa quiete mi deprime e schiaccia.

Volo con il pensiero ai tempi antichi
risuonano le urla del rione
noi s’era pronti per la colazione
pane affettato e dentro un paio di fichi.

Allora ancor non c’era la Nutella
neppure le incartate merendine,
pane di grano di ottime farine
scaldato sull’ardente carbonella.

Poi c’era la famiglia, sgangherata,
con l’affetto che mamma ci donava
in un mondo diverso si sperava
quella famiglia più non l’ho trovata.

Di tutto quel fragore ora c’è niente
lento scendo le scale un po’ assonnato
mi torna in mente quello che son stato
non ero solo in mezzo a tanta gente.

Son sveglio dopo un sogno mattutino
son solo in questa casa zitta e bianca
aspetto l’anno nuovo ma mi manca
l’urlo acuto e gioioso d’un bambino.

(Boccheggiano 29.12.2021 – 14,32)
 

Coltivare l’amore


La foto è tratta dal portale:
http://amoreinfumetti.blogspot.com/2013/05/coltivare-anche-cio-che-non-cresce.html

Impedirmi non puoi un po’ d’amarti
troppo bello è provare tanto affetto
e lo vorrei da te e paziente aspetto,
ma nel torpore sempre più mi incarti.

Io per decoro non verrò a cercarti,
non lo farei neppure per diletto,
ancora ho per me stesso del rispetto
è stata mossa giusta allontanarti.

Ma impedire non puoi che in me fermenti
quel buon liquore che addolcisce a berlo
ed io non so giocar coi sentimenti,

neppure fischiettare come un merlo
o volteggiar su vigne e tra i sarmenti.
L’amor bisogna dentro il cuore averlo

e va con la passione coltivato
se no offri un cattivo distillato.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 4.12.2021 – 23:12)
 

C’era una volta…


La foto è tratta dal portale:
https://crescereleggendo.wordpress.com/2015/10/24/fiabemie-fiabe-e-storie-del-bosco-incantato/

E t’ho sognato nuda nel mio letto
me n’ero accorto, ma non eri male,
il corpo tuo non era poi perfetto
io sono esteta, non sono animale.

Ma t’ho trattata con molto rispetto
fare violenza poi non so che vale
strapparti le mutande e il reggipetto
per me vuol dir mangiare senza sale.

T’ho accolta solo spinto da emozione
sognavo accarezzar le tue mammelle
ma non provavi amore e né passione

dolorante era finanche la tua pelle
indifferente ad ogni seduzione
ed io non credo a favole e novelle.

Un'altra storia potevi raccontare
o dir che non volevi fornicare.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 30.12.2021 – 3:19)


Bastardi


La foto è tratta dal portale:
http://dacampo.altervista.org/arteepazzia/munch.htm

Non voglio turbare i tuoi pensieri
né rubarti le notti
neppure vorrei che mi dicesti:
“Hai vinto tu bastardo,
brucia la fiamma
ed ora anch’io ti amo”.

So che per me precaria è questa vita
corto il tragitto che mi porta in vetta
il tempo passa, o Dio, se passa in fretta
e tu vai ancora agile e spedita.

E non voglio che a me tu troppo pensi,
so che è un tormento,
ci sono già passato tante volte
e mi diresti ancor:
“Bastardo lo sapevi,
perché tal fuoco in corpo mi accendesti”?

Vivo di sogni, a volte creo ad arte,
son come un pescatore su una barca
che per pescare amore all’alba parte
ma arriva una tempesta ed acqua imbarca.

E’ lui che spesso crea quella tempesta,
gioca con le emozioni,
ma poi trasmette ad altri la passione
giustificando chi con un sorriso:
“Bastardo mille volte” - poi gli dice -
ma gli regala un bacio sul suo viso.

(Boccheggiano 17.12.2021 – 16:49)
 

Caffè amaro

Adesso sono al bar, ti sto pensando,
penso a quel tuo sorriso spensierato,
son solo e sto guardando le tue foto,
soffro, ma non lo sai, son disperato.

Son questi i giorni a cui a volte penso,
era novembre quando t'incontrai
e tu m'hai detto d'essere felice
ch'ero felice questo già lo sai.

E leggevo negli occhi i tuoi pensieri
la gioia che brillava al primo incontro
quel grande amore chi mai lo pensava
che poi finiva con un duro scontro?

Ora mi resta in cuor la sofferenza
per gli assurdi tuoi comportamenti
del gran calore che m'hai regalato
restano adesso dei tizzoni spenti.

(Boccheggiano 3.12.2021 - 19,34)
 

Anche tu


La foto è tratta dal portale:
https://www.casaegiardino.it/consigli/pozzo-artesiano-in-giardino-una-preziosa-risorsa.php

Sei arrivata anche tu a quel pozzo
col tuo secchio colmo di tormenti
rumor d’acqua che cade,
rumore di sorgente.

E tra un sorriso e l’altro
anche tu
un poco d’amarezza m’hai portato
ma poi, senza badare,
dentro quel pozzo l’hai buttata.

In silenzio raccolgo quel che getti
(che altro potrei fare?)
il pozzo acqua raccoglie
ed anche le illusioni.

Tu, incurante, svuoti il secchio e ridi
quel pozzo tutto coglie, tu non ci pensare,
e non sai come sarà il domani
se ancora acqua appassita accetterà quel pozzo,
il futuro non è nelle tue mani.

(Boccheggiano 21.12.2021 – 10:28)
 

Al di là del muro

Di là della parete il tuo respiro
di qua io insonne, cuore innamorato,
ti avrei nel mio segreto violentato
il cuor succhiato come fa il vampiro.

Ed ora quel divano a volte ammiro
dove giaceva un corpo addormentato
io di sfiorarlo avrei desiderato,
nel letto insonne ancora mi rigiro.

Ma allontanai da me la tentazione
di cogliere la rosa dal rosaio
serrai nel petto l’ansia e l’emozione

presi la penna, carta e calamaio
vergai dei versi pieni di passione
anziché cercar aghi nel pagliaio.

(Boccheggiano 14.12.2021 – 22:27)
 

A Gaia
Vorrei svegliare in te l'amor morente
i tuoi entusiasmi spenti
vorrei vederti in volto l'allegria
che triste scappò via
e non m'importa dell'amore a letto
finito è quel diletto
ma cullare vorrei tra le mie braccia
il solco della traccia,
quello che resta del tuo sentimento
che vedo fioco e spento
prima che il vento della tramontana
lo trasporti in mare
nel Tirreno lo faccia sprofondare.

(Boccheggiano 19.12.29021 - 10:22)
 

Via Cupola numero due

Se mi vedrete girar per la città
e pensoso sostar sotto un balcone
se mi vedrete davanti a vecchie case
non mi date del matto o del musone.

Io sto guardando un mondo ch’è sparito
ma che rivive nella mia memoria
parlo e discorro con dei personaggi
da tempo cancellati dalla storia.

Se mi vedrete guardare la mia casa
oggi risistemata e tinteggiata
io sto guardando una finestra vecchia
coi vetri rotti e un’anta rovinata.

E parlo con una donna ormai invecchiata
che mi risponde in un parlato antico,
oh Dio del cielo, io quella parlata
ora l’ascolto e in cuor s’è risvegliata.

Parla in silenzio mentre coglie un fiore
su quelle vecchie scale rinnovate
quelle scale che tante volte ho sceso
che nel mio cuore son fotografate.

Vi prego rispettate il mio silenzio
non mi dite:“Buon giorno Salvatore”
sto recitando mesto una preghiera
anche se poco prego ormai il Signore.

(Boccheggiano 18.11.2021 – 10:32)
 

Vagando sotto la pioggia


La foto è tratta dal portale:
https://www.pitturiamo.com/it/quadro-moderno/donna-sotto-la-pioggia-35x50cm-125827.html

A te cosa più importa del mio affetto
cosa mai sai se a te io stia pensando?
M’hai regalato un poco di diletto
nulla più sai se adesso sto penando.

Ma che racconto a chi vuota è nel petto
ed ora mentre piove sta vagando?
Chiusa è la stanza adesso, vuoto il letto,
ma tu non sai se ancor ti sto sognando.

Non ti crucciar son io quello inadatto,
quello che di emozioni ancora vive,
che una carezza cerco e non baratto

con finti amplessi di donne lascive.
Ma poi l’amore mio con versi imbratto
che dono a donne di passioni prive.

- Sonetto
(Boccheggiano 28.11.2021 – 17:54)
 

Sui navigli senza Alda


La foto è tratta dal portale:
https://www.facebook.com/dialog/share...

E ritorno sui Navigli
chi mi vuole cerchi e pigli
nascon rose, zinne e gigli
sotto maestosi tigli.

Di chi poi saranno i figli
rilassati nei giacigli
se li guardi gli assomigli
ma in silenzio poi bisbigli.

Nelle rime un po’ ti appigli
nelle strofe ti aggrovigli
annoiato poi sbadigli
non accetti mai consigli.

Nelle reti anzi t’impigli
cerchi solo guai e perigli
e rabbioso ti scompigli.

Ti stupisci e meravigli.
nei tramonti suoi vermigli
ma la penna in man ripigli

e di versi ti imbottigli
ma sei solo sui Navigli.

(Boccheggiano 28.11.2021- 8:58)
 

Strani amori


Il dipinto è di Anna Gardell-Ericson

Le avevo detto cosa il cuor provava
mostrai le carte, sciocco giocatore,
ma lei forse apprezzava un giardiniere
che in mezzo ai fiori esperto copulava.

Chi ci capisce con le donne è bravo
le riempi d'amore e di attenzioni,
ti sfuggono, ti ignorano per strada,
ti lasciano annaspare in mezzo al lago.

Poi quando le trascuri e le abbandoni,
quando ti han detto devi andare via,
allor le vedi al buio comparire
in ciel svettare come gli aquiloni.

E m'ero perso dietro una signora
di facile favella e di promesse
l'affetto le svelai che avevo in petto
ma a Dio s'era donata come suora.

A casa poi tornò, forse felice,
la sera dopo l'altra rincontrai
tutto s'era scordato, anche l'addio,
un bacio mi donò da adulatrice.

Ero contento, ma anche un po' confuso,
qualche dubbio in testa mi frullava,
non volevo ancor la delusione
d'essere preso ancora un poco in uso.

(Boccheggiano 21.11.2021 – 16:05)
 

Sognatori


Nella mia foto Nov/2021: Pettirosso a Rosia (Siena)

Ci lascio un po’ di cuore ovunque vado
anche del mar fotografo la brezza
una donna, un bacio, una carezza
e qui in Maremma son cavallo brado.

Etichetta non ho, quindi non scado,
un buon prodotto sol per chi m’apprezza
mi lascio andare a qualche tenerezza
ma è facile che affoghi a metà guado.

E m’abbandono al sentimento spesso
sogno e non cresco, resto ognor bambino,
voglio restar così sempre lo stesso

m’incanta il primo sole del mattino
e mi commuovo, questo lo confesso,
quando sento cantare un uccellino.

L’ascolto, attento dietro una finestra:
è un pigolio, ma a me sembra un’orchestra.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 24.11.2021 – 11:02)
 

Santa Elisabetta
Elisabetta, Elisabetta
mia amica romana di Cerreto,
dove sarai finita?
Ricordo le tue mani, le tue carezze,
ricordo il tuo parlare,
quelle tue semplici dolcezze,
ricordo quando allora mi dicevi
qualche parola che a me sembrava amore
sempre ricordo quello che scrivevi
sembra silente ma fa ancor rumore.

Boccheggiano 18.11.2021
 

Smarrimenti emotivi


La foto è tratta dal portale: https://www.wikihow.it

Io non provavo amor, solo passione,
liquido rosso di mosto nel tino
tossina che mi stava intossicando
uva pigiata che sta fermentando.

Vapori che dal Capo* spinse il vento
incontro causale che sconvolse
risvegliando affetti inesistenti
un incontro tra anime morenti.

Cercato abbiamo quello che non c’era
fantocci costruiti con gli stracci
illusi a soddisfare dei bisogni
ch’eran figli di fantasie e di sogni.

Abbiamo umanizzato poi i fervori,
un sentimento assente dentro il petto
abbiam cercato a forza quell’incontro
s’è trasformato infine in uno scontro.

Cadde il castello delle mie illusioni
vinse la realtà, la discrepanza,
emerse schiuma nera tra le onde
e ci trovammo soli tra due sponde.

Soli così siam stati per più giorni
tu a sibilar su un letto occasionale
io lì vicino, colmo di rimpianto,
anch’io a russare dalla porta accanto.

* Metafora che ricorda una esperienza passata a Gagliano dal Capo.
(Boccheggiano 16.11.2021 – 10:18)
 

Smarrimenti


Nella mia foto: Autunno nell’aria pic.nic di Valpiana (Massa Marittima)

Mi sono perso per le vie del mondo
e venni meno, lo so, ai miei doveri
tante le mie illusioni
le erronee convinzioni.

Persi la giusta strada in mezzo al bosco
quella diritta poi più non trovai
ho scorto tracce delle altrui presenze
solo in silenzi e rovi m'imbrigliai.
e come in sogno urlai,
la strada giusta invano ricercai.

Adesso l'elenco faccio degli errori
ma più non trovo lo strumento idoneo
a potere la strada raddrizzare.

E mi tormento, l'animo è in subbuglio,
cerco una soluzione ai tanti guai,
ma è troppo tardi ormai per riparare.

(Valpiana 5.11.2021 – 15,59)
 

Oleum et operam perdidi


L’immagine è presa dal portale:
https://culturasalentina.wordpress.com/2011/03/07/il-corvo-nero-e-la-giovane-pozza-d%E2%80%99acqua-sorgiva/

È inutile che a te dimostri affetto
sei spigolosa come riccio in mare
dalla scogliera te ne stai a guardare
inutilmente che ti muovi aspetto.

E t’ho portato già troppo rispetto
son tornato, sembravi pien d’ardore,
ma quello che per te sembrava amore
nel Golfo di Piombino lo rigetto.

Sei vuota dentro, senza sentimento,
mi dici che non serve alla tua età,
ma senza una emozione dove vai?

Mi dici in cambio cosa tu mi dai?
Sfiorita è dal tuo corpo la beltà
sei foglia secca che via porta il vento

se dentro il cuore hai spento le emozioni
cenere resta insieme a due tizzoni.

* Locuzione latina: "Ho perso il tempo e la fatica".
Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 30.11.2021 – 22.32)
 

Ragni e ragnatele
(Madrigale)


La foto è tratta dal portale:
https://www.giornaletrentino.it/image/contentid/policy:1.986214:1502018536/image/image.jpg?f=3x2&w=627&$p$f$w=caf6c4a

Son solo mentre penso al tuo passaggio
in questa stanza spento è il tuo sorriso
delle carezze tue manco un assaggio

aleggia l’allegria che empiva il viso.
Dalla lezione è sorto un uomo saggio
colpito nell’orgoglio e un po’ deriso.

E ancor non sai gestire le parole,
ammetti che inseguivi un tuo interesse
il ragno la sua tela tende e tesse
uguale al cacciator con le tagliole.

(Boccheggiano 15.11.2021 – 15:31)
 

Ogni lasciata è persa


La foto è tratta dalla pagina:
https://www.paginainizio.com/frasi/frasi.php?id=poster-496

Volevo darti un bacio,
e farti una carezza
sentirmi accarezzato
deluso mi hai lasciato.

Ed ho aspettato tanto
d'averti a me vicino
il letto hai disertato
russar solo ho ascoltato.

Sciogliere già pensavo
la treccia che portavi
sentire sul mio petto
il caldo del tuo affetto.

Ma pudica sei stata
non era il tempo giusto
e tutto hai rimandato
a un tempo più adeguato.

Ma il tempo mi è tiranno
e sta passando in fretta
ed il proverbio antico
adesso te lo dico:

"Ogni lasciata è persa
Il tempo ingrato passa
poi sempre vien l'obblio
e morto forse anch'io".

(Boccheggiano 2.11.2021 – 14:28)
 

Ombrello e arcobaleno
(A Piazzale Bovio)


La foto è di Gordiano Lupi tratta dalla rete.

Ombrello rosso in testa e arcobaleno
acqua che scroscia e che fa imprecare
vento che soffia e quell’ombrello scuote
oggi giorno non è per passeggiare.

Ma anche a camminar sotto la pioggia
aiuta e vince la monotonia
e poi quel promontorio va vissuto
anche se fischia il vento e il sole è via.

E allora andiamo, sfidiamo la giornata
bagniamoci le mani ed anche il viso
più tardi a ricordare e raccontare
vedrai che spunta in viso un bel sorriso.

(Boccheggiano 18.11.2021- 11:58)
 

Nebbia nel cuore

Oggi è giorno di pioggia,
anche nebbioso,
così è sempre il dì di San Martino,
non c'è freddo ma umida è la pelle
sono solo, silenzioso a ricordare
i giorni che dovevi qui arrivare.

Ora sei andata via e sto pensando,
quella tua treccia nera mi tormenta,
trovo ancora capelli sparsi in casa
il desiderio sale e mi avvilisce
penso al tuo agir che un poco mi sgomenta.

Provo disagio e tanta delusione,
lo so che pura tu non sei,
ma simuli un candore che non hai:
mi hai voluto umiliare e tu lo sai
non ne capisco il senso e la ragione.

Ho atteso per anni una carezza:
il tempo poi mi ha offerto l’occasione,
ma le tue mani son rimaste fredde
così vicine ma tanto lontane,
insensibili, chiuse alla passione,
in me hanno smorzato l'emozione.

Hai ignorato le tenere attenzioni
il messaggio che il tocco trasmetteva
in fondo quella mano sol chiedeva
una carezza che desiderava.

Penosa è stata anche infine la partenza,
ricca di delusione e di disgusto,
un abbraccio da me freddo e distante,
un fischio stonato, alquanto tremolante,
una porta che si chiudeva cigolante.

(Boccheggiano 11.11.2021- 18:25)
 

Mi ritorni in mente


- La foto è di Nadia Nicolotti (g.c.)

Tu ogni tanto "mi ritorni in mente",
e in sottofondo ascolto ancor Battisti,
mi stuzzichi e volteggi al buio silente,
vorrei gioir ma a volte mi rattristi.

Ti rotoli sul letto allegramente,
di seni uguali raramente ho visti,
io li ho fotografati, e di recente,
tu su una tela a esporli adesso insisti.

E tu lo sai che son di gusti antichi
e di una donna apprezzo il bel sedere
ma non mi scandalizzo, né fò fichi,

se mentre sto in poltrona dal barbiere
vedo passar due splendidi ombelichi
e un maschio che s’affaccia per vedere.

Ma a breve anche a guardar sarà reato
e il maschio alla gogna condannato.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 29.11.2021 – 15,28)
 

Fine di un viaggio


Nella mia foto: Stazione di Campiglia Marittima

E sento un vuoto al cuore
invano cerco il tuo nome che ho bloccato
sempre uomo impulsivo sono stato
parlo e straparlo e traggo conclusioni
non faccio riflessioni.
M’hai sviato con le tue parole
ed hai utilizzato quelle ardite
le ho fraintese
pensavo fossi un ragno
che le sue tele ha tese.

In fondo sono io da condannare
tu m’hai confuso un po’ con le parole
ti andava di parlare
ma io cercavo ancor dell’erba e fiori
ma d’autunno sono morte le viole.

E già l’inverno avanza
e ho perso il tuo sorriso
ed anche il tuo giudizio mi addolora
la neve è già caduta sul mio cuore
e il sole tra le nubi è addormentato
e senza sole il cuor s’è congelato.

E sento ancora cigolare il treno
che l’altro giorno solo m’ha lasciato
l’ho visto con un fischio allontanarsi
mi sono seduto e qualche verso ho scritto
versi pieni di rabbia e delusione
versi di un uomo ormai vinto e sconfitto
che han spento la mia inutile passione
e in odio ho avuto il treno e la stazione.

(Boccheggiano 17.11.2021 – 2:18)
 

Fine corsa


La foto è stata presa dal portale:
https://parrocchia.mozzanica.com/wp-content/uploads/2016/01/pinocchio.jpg

Le avevo con passione solo detto
di amarla e un poco di desiderarla
le stavo dando in fondo solo affetto
forse era stato meglio raggirarla.

Ma ormai da questo mondo che m’aspetto?
Ed io pensavo solo di aiutarla
sciolta sognai la treccia sul mio petto
avrei voluto un poco accarezzarla.

Restò alle mie carezze indifferente
eppur si destreggiò su treni in corsa
mal lessi il suo pensiero nella mente

per lei son stato solo un porta borsa
un burattino poco intelligente
che crede sia l’amore una risorsa.

Invece è un fine corsa
un animale mite nel serraglio
dove riesce appena a fare un raglio.

- Sonetto caudato
(Boccheggiano 23.11.2021 – 20:36)
 

Desolazione


Nella mia foto: Lungomare di Follonica a fine Ottobre!

Son solo questa sera e allor che fai?
In auto m’aggiro pei viali
di questo autunno solo e abbandonato
e una passeggiatrice incrocio e la fermai.

Le chiedo il prezzo della prestazione
scanso la roba che abbonda sui sedili,
libri ed aggeggi di telefonia,
posto le faccio e poi giro per via.

Mi fermo in un viale fuori mano,
la gente questa sera ha disertato
la passeggiata a mare non attira
anche l’Elba sonnecchia
e il vento spira.

Le chiedo qualche cosa, avvio il discorso,
tutto è strano per uno come me
che detesta il mestier delle puttane.

Trovo la cosa molto deprimente
lei sembra un po’ distante, indifferente
ai miei pensieri che scavano la mente
pensando ad un amor da poco assente.

Non può capire ed a me poco interessa
le chiedo perché ha scelto quel mestiere
e lei mi chiede se sono un Buon Pastore
uno dei tanti che da solo lotta
per un mondo crear senza più vizi
per liberare le donne dal dolore
di dare amore senza provar niente
simulando un amore inesistente.

E intanto parla e libera la mente
e mi racconta in parte la sua vita
priva d’amore che simula e rivende
ed io l’ascolto pur se la mente è assente.

In fondo a me non interessa fornicare
mi sono fermato solo per parlare
per ricreare un pezzo di illusione
tenere sveglia in petto la passione
di un affetto ch’era appena nato
e che adesso da me si è allontanato.

Poi la riporto al solito viale
pago il prezzo della prestazione
e, intanto, fischia un treno
che passa davanti alla stazione:
sembra addolcir la mia desolazione.

(Bocchgeggiano 1.11.2021 – 14:15)
 

Consonanze


La foto è di Orazio Coclite di Gagliano del Capo (g.c.)

Ti svegli d’un colpo un bel mattino
e ti innamori di chi non vale niente
per lei tu costruisci un altarino
le tue parole non ascolta e sente.

Ma tu la insegui come un burattino
e lei discorre e sembra intelligente
ma ti rigira, ti cambia il pannolino,
nella cacca ti ammolla cuore e mente.

Poi t’agiti nel sonno e scalci a vuoto
a volte caschi anche giù dal letto
ti svegli in malo modo: è solo un sogno

ma dopo a dire il vero mi vergogno
di aver donato un eccessivo affetto
a chi sembrava onesta solo in foto.

Poi ti rassegni: in fondo offrivi amore
a chi era privo del tuo stesso ardore.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 26.11.2021 – 16,37)
 

Coincidenze sbagliate


L’immagine è tratta dal portale:
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQEnyWvcByU-FCgc9ycZOqfgNzMRXCgQ5_a5g&usqp=CAU

Provavo per lei uno strano affetto
una passione che accendeva il cuore
ma lei non avvertiva quel calore
che dentro il petto invece mi scaldava.

L’ho avuta poi vicina alcune sere
e m’ero illuso, le ho fatto una carezza,
ma lei ha declinato con dolcezza
s’è chiusa dietro un gioco di parole.

Cosa cercasse ancor non l’ho capito
s’è trascinata un giorno sopra i treni
mi ha detto poi:”Noi donne siamo strane”
tra me ho pensato meglio le puttane.

Almeno sai che il loro intendimento
non cela affetto ma vendono l’amore,
cosa che a me disgusta e dà squallore
non compro carne dal rivenditore.

Certo l’incontro è stato salutare,
per queste coincidenze valutare,
però nel petto s’è spenta la passione
lasciando un po’ disgusto e delusione.

(Boccheggiano 11.11.2021 – 15:30)
 

Buonanotte a Piombino


Nella mia foto: L'Isola d'Elba da Piazzale Amendola

E t’ho rivista lungo la scogliera,
al buio incappottata mi sei apparsa
freddo era il cuore, la mente riarsa,
non t’aspettavo proprio l’altra sera.

Con me eri stata rigida e severa
il giorno che decisa sei scomparsa
sembravi adesso pioggerella scarsa
mentre si mitigava la bufera.

E m’accogliesti come se arrivassi
da un viaggio lungo e faticoso
per strade polverose e pien di sassi

io avevo ancora l’animo penoso,
non pensavo neppur tu m’abbracciassi,
anche m’hai dato un bacio caloroso.

E m'hai promesso ancora di incontrarmi
dalle recenti pene sollevarmi.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 22.11.2021 – 00:54)
 

Battiti di cuore

"Vuota è la casa", dico.

Non è vero"!

Poi tracce trovo della tua presenza:
un pacchetto con dentro dei torroni,
soletti se ne stavano in silenzio
facendo, invece, zitti un gran rumore.

E mi batteva il cuore
mentre scendevo tacito le scale
per evitare di far io rumore.

Ed ero solo!

Ma forte mi batteva sempre il cuore.

(Boccheggiano 1.11.2021-13,31)
 

Assenza


La foto è tratta dalla pagina:
https://paroleeimmagini.myblog.it/wp-content/uploads/sites/292849/2015/12/presenza-assenza.jpg

Provo a non fare rumore
non vorrei svegliarti
salgo le scale molto dolcemente
tra me - io penso - “forse lei mi sente”
mi illudo ancora che tu sia presente.

La mente umana è davvero strana
si infatua e spesso non capisce niente
e pretende che il nostro sentimento
volteggi in aria e in altri non sia spento
e sia avvertito, sia refolo di vento.

E ci si illude
si creano conflitti e tenerezze
e si vorrebbe che quello che tu provi
sia condiviso e in altre menti covi
ma spesso trovi spine in mezzo ai rovi.

E allora dentro il cuore sale
quel veleno che invade anche la mente
il tuo cuore infarcisci allor di amaro
ad addolcirlo no, non c’è riparo,
rimani illuso come uno scolaro.

(Boccheggiano 18.11.2021- 14:29)
 

A Donato Moro
(cugino di mio padre che ha raccolto la storia della mia famiglia)


- Anno 1957: Parziale veduta del podere di mio nonno ai Piani di Galatina nel Salento.

Scavo nella tua terra amara
e cerco zolle
dure da rivoltar con zappe antiche
sudore e sangue schizzano incostanti
e le cisterne piangono assetate.

Le mani affondo tra le rosse zolle
e scavo, scavo,
e tanta storia leggo,
vita della mia gente
seduta sopra i tufi dei poderi
con la cartina stretta tra le labbra
foglie seccate tra mani accartocciate
lingua che scorre e posperu* che accende.

Tra quei sereni** su campi addormentati
carezza della notte sul tabacco
cerco un tratturo ormai pieno di sterpi
occhi lucenti e lingue arse di serpi.

* Posperu - Fiammifero
** Sereni - brina notturna
(Boccheggiano 23.11.2021 – 9:21)
 

Mai


Il dipinto nella foto è di Van Gogh

Le mai le joli mai en barque sur le Rhin
Des dames regardaient du haut de la montagne
Vous êtes si jolies mais la barque s’éloigne
Qui donc a fait pleurer les saules riverains ?

Or des vergers fleuris se figeaient en arrière
Les pétales tombés des cerisiers de mai
Sont les ongles de celle que j’ai tant aimée
Les pétales flétris sont comme ses paupières

Sur le chemin du bord du fleuve lentement
Un ours un singe un chien menés par des tziganes
Suivaient une roulotte traînée par un âne
Tandis que s’éloignait dans les vignes rhénanes
Sur un fifre lointain un air de régiment

Le mai le joli mai a paré les ruines
De lierre de vigne vierge et de rosiers
Le vent du Rhin secoue sur le bord les osiers
Et les roseaux jaseurs et les fleurs nues des vignes
Guillaume Apollinaire, Rhénanes, Alcools, 1913

Maggio
In maggio nel dolce maggio in barca lungo il Reno
Dall’alto di una collina alcune donne guardavano
Siete così belle ma scivola via la mia barca
Su queste rive chi mai ha fatto piangere i salici

Dei frutteti fioriti raggelavano incurviti
I petali caduti dai ciliegi di maggio
Somigliano alle unghie di colei che ho tanto amato
I petali appassiti sembrano come le sue palpebre

Lentamente sulla stradina che costeggia il fiume
Gli zingari trascinano un orso una scimmia un cane
Dietro un carrozzone trainato da un asino
Che si confonde tra le vigne del Reno
In lontananza un piffero sibila una marcia militare

Il maggio il dolce maggio adorna le rovine
di edera di vigne verdeggianti e di rosai
il vento del Reno scuote i giunchi lungo le riva
ed i canneti chiassosi e i fiori spogli delle viti

(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)
(Boccheggiano 22.10.2021 – 17:00)
 

Le pont Mirabeau


La foto è tratta dal portale:
https://www.exlibris20.it/wp-content/uploads/2016/11/pont-mirabeau-945x603.jpg

Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
faut-il qu'il m'en souvienne
La joie venait toujours après la peine

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure

Les mains dans les mains restons face à face
Tandis que sous
le pont de nos bras passe
Des éternels regards l'onde si lasse

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure

L'amour s'en va comme cette eau courante
L'amour s'en va
comme la vie est lente
Et comme l'espérance est violente

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure

Passent les jours et passent les semaines
Ni temps passé
ni les amours reviennent
Sous le pont Mirabeau coule la Seine

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure
Guillaume Apollinaire, Rhénanes, Alcools, 1913

Il ponte Mirabeau
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amori
Io non posso dimenticarlo
La gioia arrivava sempre dopo la sofferenza
 
Venga la notte scocchi l'ora
I giorni passano io rimango
 
Ci scrutiamo con le mani tra le mani
Mentre sotto
Il ponte delle nostre tenerezze
Scorre l’onda stanca di sguardi infiniti
 
Venga la notte scocchi l'ora
I giorni passano io rimango
 
L'amore passa come questa acqua che scorre
Passa l’amore
Lentamente come la vita
E doloroso come la Speranza

Venga la notte scocchi l'ora
I giorni passano io rimango
 
Passano i giorni e passano le settimane
Ma il tempo passato
E neppure gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna

Venga la notte scocchi l'ora
I giorni passano io rimango
 
(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)
Boccheggiano 19.10-2021 – 16:18

 

Le cloches


La foto è tratta dal portale: http://parrocchiemaggia.ch/parrocchie/someo/edifici-religiosi/il-campanile

Mon beau tzigane mon amant
Écoute les cloches qui sonnent
Nous nous aimions éperdument
Croyant n’être vus de personne

Mais nous étions bien mal cachés
Toutes les cloches à la ronde
Nous ont vus du haut des clochers
Et le disent à tout le monde

Demain Cyprien et Henri
Marie Ursule et Catherine
La boulangère et son mari
Et puis Gertrude ma cousine

Souriront quand je passerai
Je ne saurai plus où me mettre
Tu seras loin Je pleurerai
J’en mourrai peut-être
Guillaume Apollinaire, Rhénanes, Alcools, 1913

Le campane
Affascinante zigano amante mio
Ascolta come squillano le campane
Noi ci amavamo perdutamente
Credendo che nessuno ci avrebbe visto

Invece ci eravamo nascosti davvero male
Tutte le campane intorno a noi
Ci hanno spiati dall’alto dei campanili
E l’hanno raccontato a tutti

Domattina Cipriano ed Enrico
Maria Ursula e Caterina
La fornaia e suo marito
E dopo anche mia cugina Gertrude

Sghignazzeranno quando mi vedranno passare
Ed io non saprò dove andarmi a nascondere
Tu sarai lontano Io mi angoscerò
Può darsi che morirò dalla vergogna

(Boccheggiano 19.10.2021 – 10:00)
(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)
 

Nuda ti sogno


- La foto è tratta dalla rete

Nuda ti sogno con i seni al vento
carezzati da una brezza settembrina
ai capezzoli ti do una strizzatina,
il desiderio vive e non si è spento.

E nel mio cuor ti penso e m’accontento
di allusioni che faccio ogni mattina
nuda ti bacia il sole stamattina
la pelle calda tra le mani sento.

T’osservo accesa con gli occhi socchiusi
che godi del mio lieve accarezzare
le gambe allarghi, la mia mano usi

mi inviti all’aria aperta a fornicare
adesso in questi sogni siam reclusi
sempre dai sogni ci si può svegliare.

- Sonetto
(Boccheggiano 26.9.2021 – 12:09)
 

Tramonto a Piazzale Bovio


Nella mia foto: Tramonto a Piazzale Bovio il 3.09.2021

Quel sole che si perde all’orizzonte
traccia una lucente scia
ed un saluto invia
che l’animo riprende
mentre la notte il buio intorno accende.

Ed io mi perdo a conservar ricordi
in questo promontorio di Piombino
e mi rivedo un attimo bambino
a scorrazzare con i piedi scalzi
a urlare indifferente
alla sgridata irata d’un parente.

Altri tramonti, altre speranze andate,
altri sogni scomposti ed annebbiati
altri pensieri e gelide giornate
avvolto nelle sciarpe
ma sempre perso a riguardar tramonti
prima sul mare
adesso in mezzo ai monti.

E in questa scia mi immergo
e ci trascino qualche ricordo
d’un recente affetto
sbocciato in questa piazza
quasi morto.

Resta il rimpianto e nuova delusione.
Degli amori sleali
mai colgo la lezione.

(Boccheggiano 7.10.2021 – 10:47)
 

Soli


Nella mia foto: Stazione Campiglia Marittima

E ti ritrovo solo
mentre ascoltavi al buio il suo russare
e prima ci provavi
inutilmente pensavi a fornicare.
E lei problemi aveva
e li inseguiva e tu la stuzzicavi:
che strano mondo è il nostro
tutto proteso i sensi a soddisfare
ma degli affanni altrui,
dei pensieri di chi ti sta vicino
tu non ci pensi
manco a pensar tu vuoi.

Spunta una lacrima e tu ci scherzi sopra,
lo so, lo so, tu sdrammatizzi sempre
è facile per te sempre scherzare
ma nell'animo altrui non sai scavare,
lo so, quelle lacrime tu provi ad addolcire.
ma lo fai nel modo un po' sbagliato
quell'affanno tu ancor non l'hai provato.
Ci ridi e scherzi,
inutilmente pensi
che con la semplice ironia
quella pena tu possa cancellarla
dalla mente degli altri esorcizzarla.

(Campiglia Marittima 30.10.2021 – 14:20)
 

Sempre ti penso


Nella mia foto: Cala Moresca a Piombino

Questa sera amore mio ti sto pensando
ti avevo cancellato dalla mente
ma all'usura resisti stranamente.

Ed ora non son più neppure io
ombra confusa alle ombre dell'autunno
fantasma bianco perso nella notte
uomo a metà e con le ossa rotte.

E non germogliano neppure più gli amori
tutte scoraggio e non le voglio attorno
sempre mi si presenta il tuo ricordo
ma tu non torni e manco io ritorno.

Albero spoglio senza più ragione,
semino versi privi di emozioni
parole vuote senza più passione.

Provo a scacciarti, libero i pensieri,
scrivo dei versi colmi di rancore
ma in fondo al cuor germoglia sempre amore
ad altre affetto non riesco a dare
né sentimenti da comunicare
resto al passato immobile a pensarti,
ti maledico ma non riesco a odiarti.

Dai miei pensieri no, non ti cancello,
sei nel mio cuore tutta aggrovigliata
nelle arterie ormai ti sei aggrappata,
nella mente lo sai t'ho conservata,
più no discorri ma l’eco resiste
cantico che m’allieta di un fringuello.

Se leggi che ti odio non è vero
non credermi e tu lo sai che mento
dico solo bugie, da te ho imparato,
sempre e solo il mio amor affido al vento.

Mento perché sei sempre in me presente
e nella notte la tua voce sento
i nuovi amori non mettono radici
seccano al sole lungo le scarpate
tutte quelle che ho avute le ho lasciate
oppur deluse se ne sono andate.

(Piombino 14.10.2021 - 17,24)
 

Rimpianti


La foto è tratta dal portale: https://www.stateofmind.it/2019/02/rimpianti-vita/

Ma tu che sai del mio animo
e a chi penso?
Che sai se ho i miei rimorsi
e mi tormento
conosci forse il mio orgoglio
la mia supponenza?
Che sai se forse soffro
e tu mi manchi?
Sì, proprio tu che mai mi pensi
che vivi questo stesso orgoglio
che mai ti chiedi quanto tu mi manchi
quanto vorrei fossi vicina?
Il tempo passa e l'ora si avvicina
poi resta in te il rimpianto,
resta il dolore in cuore,
di non avermi un dì tenuto a fianco.

(Boccheggiano 6.10 2021 – 8,48)
 

Chicchirichì


La foto è di Abbo Ferrari (g.c.)

Sempre risuona in mente il suo cantare
nel pollaio era il gallo il dominante,
i galletti aspettavano pazienti
dovendo anche il suo spazio rispettare.

E prima ancor del sorgere del sole
sentivi un trillo forte riecheggiare
dal letto giù saltavi e all'opra andavi
come la tradizione impone e vuole.

Ma era sempre lì ad attaccar briga
volteggiando intorno alle galline
ed imponeva a forza il suo potere
gli altri galletti poi metteva in riga.

Ma spesso era rissoso e prepotente
e allor gli si stirava un poco il collo
spelato e con le erbette insaporito
finiva arrosto sulla brace ardente.

Adesso resta in bocca il suo sapore
con il vibrare scomposto dei papilli,
quel suo chicchirichì è nel cellulare
e nel pollaio non v'è più clamore.

(Boccheggiano 1.8.2019 – 18,42))
 

Senza tregua


Nella mia foto: Mareggiata a Punta Ristola del 12.11.201

Quel bacio mi manca
è vuota la stanza
la tua voce stanca
l'eco s'è spento
e fuori c'è vento
le nuvole sfianca
la neve anche scappa
il verde già avvampa.

Ma il cuore non vuole
sentire ragioni
e batte incostante
ricorda ogni istante
carezze donate
le vuote parole
son solo le sole
che van ricordate.

Ma lei le ha scordate
più nulla ricorda
mi invita a scordare
ma io voglio sognare
e voglio morire
col mare nel cuore
con Ristola accesa
da luci e colore.

Tramonti e tempeste
marosi del mare
la spuma dell'onda
e bianchi gabbiani.
E poi le sue mani
quei baci sfumati
e i sogni lontani
nel cuore pigiati.

(Boccheggiano -Bar La Loggia- 12.8.2019 – 17,44)
 

Niente torna più indietro


La foto è tratta dal portale:
https://www.google.it/search?q=Niente+torna+pi%C3%B9+indietro&sxsrf=AOaemvI7QZKhllEx3Lg_UxjoCwyfUrQqOA:1633595081327&source=lnms&tbm=isch&sa=
X&ved=2ahUKEwjOiZ3077fzAhUOzaQKHQNoAu0Q_AUoAXoECAEQAw&biw=1366&bih=611&dpr=1#imgrc=nmpdOeZRKOAM4M

Niente torna più indietro
e le felicità perdute più non trovi,
rovisti nei cassetti dei ricordi
visi goduti e mille sorrisi
affanni e delusioni
orgasmi andati a male
sempre trovi.

Guardo le foto
tutti i tuoi filmati
le nudità scomposte
ascolto le parole
frasi d’amore e d’eccitazione
e apprendo la lezione
sale anche la delusione.

Osservo i tuoi capelli che m’hai dato,
tra le tue tante cose conservati,
vedo le penne, una lattina, un paio di mutandine
ricordo come in fretta le sfilavi
come mi accarezzavi
le parole oscene che dicevi
ero una dolce stella già morente
finanche un po’ fetente
ma m’incantasti con le tue parole
m’hai mezzo rimbambito
e già lo ero quando accettai l’invito.

Ora sono sereno, indifferente
al tuo saltar di letto in letto
se questo è il tuo diletto
cerca d’esser leale con chi illudi
tanto oramai la gente
tutto sa di te,
ascolta quel che sente.

Vuoi far la pudica?
Ti empi la bocca piena di morale?
Ma io lo so,
lo sanno anche i tuoi amanti
quanto sei squallida e immorale.

(Boccheggiano 7.10.2020 – 10:18)
 

Il giorno dei morti
Dormi, riposa serena
madre tenera e infelice
i tuoi figli stanno bene
hanno il giusto per campare
e gli affanni sopportare.

Non ho scordato, mamma, i giorni andati
ancora la memoria mi accompagna
non ho scordato quanto hai tu sofferto
per donarci quel po' di nutrimento,
un ricordo io finanche t'ho lasciato
e una mammella un dì t'ho rovinato.

E non scordo neppure l'abbandono,
(che figlio ingrato in fondo che son stato!)
si cresce, poi di tutto ci si scorda,
anche del poco che tu m'hai donato.

M'hai dato solo quello che hai trovato
in quel vecchio paese della Piana*
quello che m'hai donato non lo scordo
neppure il grande bene che mi hai dato.

Non penso di averlo ricambiato:
quando di me avevi più bisogno
mi persi dietro a futili avventure
ingrato sono stato e t'ho lasciato.

E ti rivedo a casa mia ammalata,
troppo tardi ormai per riparare,
poi dal treno ricordo il tuo saluto
e dopo in una bara t'ho trovata.

*Il paese della "Piana" era quello di Polistena in provincia di Reggio Calabria.

(Boccheggiano 8.10.2021 - 17:10)
 

Haiku – Imprecazione


La fotto è tratta dal portale:
http://bimbiarimini.it/.../psicologo_parolaccca_bambino.jpg

M'hai rotto il mazzo -
Dal caldo al troppo freddo
folle l'autunno

(Follonica 16.10.2021 – 20:24)
 

La tzigane


Nella foto: dipinto di Franz Hals – Museo del Louvre Paris

La tzigane savait d’avance
Nos deux vies barrées par les nuits
Nous lui dimes adieu et puis
De ce puits sortit l’Espérance

L’amour lourd comme un ours privé
Dansa debout quand nous voulumes
Et l’oiseau bleu perdit ses plummes
Et les mendiants leurs Ave

On sait très bien que l’on se damme
Mais l’espoir d’aimer en chemin
Nous fait penser main dans la main
A ce qu’a prédit la tzigane
Guillaume Apollinaire (Da Alcools 1898-1913)

La zingara
La zingara conosceva da tempo
Le nostre vite oscurate dalle notti
Noi le dicemmo addio e poi
Da quel pozzo fuggì la Speranza

L’amore ballò come un orso ammaestrato
Danzò eretto a nostro piacimento
E l’uccello blu perse le sue piume
E i mendicanti le loro preghiere
 
Sappiamo molto bene che ci danneremo
Ma la speranza di amare mentre andiamo
Ci fa meditare mano nella mano
Alle cose che la zingara aveva predette

(Boccheggiano 23.10.2021 – 4:46)
(Traduzione ed adattamento poetico di  Salvatore Armando Santoro)


Dentro il castello


Nella mia foto: L'antica Porta di Villa che era l'ingresso al castello di Boccheggiano e sulla sinistra
parziale visione del mio appartamento costruito forse più di 200 anni indietro appoggiato alle mura dell'ex castello.

Dai pavimenti lisi e scoloriti
mi parve di veder ombre fugaci
d’antichi cavalieri ancor vestiti
con le corazze rumorose e pese.

S’affacciano alle grate del castello
ed io vi son rinchiuso adesso dentro
erta la strada, buia e senza luce
solo un fuoco scintilla sugli spalti.

“Tutto tranquillo”, urla la vedetta,
l’eco rimbalza sui camminamenti
ma solo la mia testa vede e sente
lo sventolar che sulla porta svetta.

Ombre di antiche cose invadono le torri
dove una luce tremola incostante
e un menestrello sfiora il suo liuto
note stonate volano all’amante.

Un cavaliere stanco si trascina
per le stradine vecchie e decadenti
sul pietrame risuona l’unghia vuota
del suo cavallo che un ferro ha perso.

Filtra dalle stamberghe un fumo denso
che si confonde con un lume acceso
frigna un bambino nella culla steso
brontola un vecchio vinto dal lavoro.

Gira la ronda con i ferri addosso,
fantasmi che la mente mi colora
risuonano sui ciottoli sconnessi
passi pesanti protetti da stivali.

Un tanfo sale dalle stalle mezze
dove s’ammucchiano asini e caprette
un desco misero dall’uscio s’intravede
occhi lucenti di bimbi in attesa.

Ecco: ora la mente spegne ogni luce
e il buio ricopre l’orme del passato
io sono sveglio adesso e son cosciente
che il mio un breve sogno solo è stato.

(Boccheggiano 4.10.2021 – 17:09)


Cors de chasse


Nel dipinto: Cavallo con cacciatore John Wootton - 1732

Notre histoire est noble et tragique
Comme le masque d’un tyran
Nul drame hasardeux ou magique
Aucun détail indifférent
Ne rend notre amour pathétique
 
Et Thomas de Quincey buvant
L’opium poison doux et chaste
À sa pauvre Anne allait rêvant
Passons passons puisque tout passe
Je me retournerai souvent
 
Les souvenirs sont cors de chasse
Dont meurt le bruit parmi le vent
(Guillaume Apollinaire)

Corni da caccia
Il nostro passato è nobile e tragico
Come la maschera di un tiranno
Nessun dramma periglioso o magico
Nè un dettaglio con poco interesse
Riduce il nostro amore in patetico

E Thomas de Quinsey sorseggiando
L’oppio velenoso dolce e lascivo
Alla sua squallida Anna pensando
Non badiamoci perché tutto passa
Ritorneremo al passato penando

Come corni da caccia sono i ricordi
Il vento porta via il loro lamento
(Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)
 

Terza età


- La foto di Luciana Bartalini è condivisa da FB

Duro è il salir quando l’età ti sfianca
e il passo rende instabile e insicuro
allor t’appoggi incerto in qualche muro
anche il bastone sosta e a te si affianca.

E pensi allora a una stradina bianca
e dici:”Dio, adesso è proprio duro”
ripensi ai dì giulivi e al tuo futuro
anche il pensare adesso un poco stanca.

E giù in fondo rumoreggia il mare
il suono, in fondo non è mai cambiato
ti sembra sempre uguale ad ascoltare.

Ma il tempo la tua vita ha già rubato
anche il bastone è stanco di pensare
anche lui sa che finirà bruciato.

- Sonetto
(Boccheggiano 26-9-2021 – 14:03)
 

Salivoli

Certi tramonti restano nel cuore
scivolano sulla punta d’un pennello,
il pittore lo intinge
di rosso lucente il mar dipinge.

E spalma il colore anche sul cielo
che avvampa,
rosso diventa non per la vergogna,
ma le emozioni filtra e sulla tela,
sparge e distende ciò che il cuor sol vede.

E un altro giorno muore,
muoiono anche le mie passioni
che io regalo a chi non le comprende,
a chi non prova identiche emozioni,
e già la notte fende,
ricama onde lucenti sopra un mare
che sembra urlarmi:
“Cieco tu sei
ti perdi dietro inutili gonnelle
e il vero amor non vedi”!

(Boccheggiano 26.09.2021 – 10:41)
 

Piazzale Bovio


Nella mia foto: Piazzale Bovio di notte

Io, qui, solitario alla marina,
a contare le luci sul piazzale
limpido il mare,
specchio alle illusioni,
il tremolio riceve,
sull'onda lo spalma e l'accarezza,
mischia i colori,
il giallo lucente distende
sul nero di questo mare lo nasconde.

Ed anche il faro risplende e si trastulla,
intermittente dall'Elba gli risponde
gioco di luci e luccichio di mare.

E ad un affetto spento si protende,
nuda la vede sull'onda del Tirreno
una carezza sopra l'onda passa
....e lei scompare.

(Piombino 23.9.2021 – 20,45)


Il gabbiano
Lui se ne sta in disparte
sopra un lampione spento
non vola e non riparte
la testa muove lento.

Sembra lì messo ad arte
le piume smuove il vento
mi sembra un fermacarte
neppure un fischio sento.

Oh, povero gabbiano
che stai su quel fanale
vorrei darti un mano

non farti stare male.
Ma anch’io sogno lontano
un lieve batter d’ale.

Sogno un amore stanco
che mi accompagni a fianco

e alfin scrivo parole
che sono neve al sole.

Lei tanto non capisce
a volte si stupisce

poi dice: “A questa età
l’amor più non ci sta”.

Io resto col magone
al buio su un lampione.

-Sonetto ritornellato di settenari
(Boccheggiano 20-09.2021- 9:40)
 

Fermare il tempo


- La foto è stata scattata a Valpiana

Ti ruberei gli anni,
quelli che a lui hai donato
e butterei gli affanni
che il tempo poi t’ha dato.

Ti donerei la gioia
che un giorno hai già provato
cancellerei la noia
che t’ha donato il fato.

Con una mia carezza
la guancia liscerei
forse hai provato ebrezza
anche con gli anni miei.

Perché l’amor tardivo
è come l’acqua fresca
che corre dentro un rivo,
è dolce come pesca.

Tu non l’hai più provato?
Eppure un di l’hai avuto
il tempo ch’è passato
va a volte rivissuto.

(Boccheggiano 20.09.2021 – 20,07)
 

Diversi
In fondo poi ci basta proprio poco,
un po’ di brace che cova nel camino
qualche rametto e un po’ di legna secca
ed una calda fiamma accende il fuoco.

Ed io riparto avvolto nei miei sogni
dimentico l’affanno che m’hai dato
e ancor ti penso come l’altra sera
quando la mano hai lieve accarezzato.

Siamo diversi, diversi nel parlare,
non ci intendiamo e spesso fraintendiamo
ci sono altri interessi a questa età
eppure nell’amore ci avvolgiamo.

E come una coperta un poco corta
la tiriamo e i piedi poi scopriamo
ma poi seduti insieme a una panchina
nel blu di quel Tirreno ci specchiamo.

E guardiamo i gabbiani sopra il mare
sembra tanto armoniosa la natura
non hanno casa né campi d’arare
ci sembra un gioco il loro volteggiare.

Poi all’improvviso sfiorano le onde
per raccogliere il loro nutrimento
e noi ci domandiamo del domani
e dell’affanno che l’animo nasconde.

Oh, la natura ci fa tanti regali
eppure noi neppure li apprezziamo
e ci perdiamo in tante discussioni
e spesso quei regali li sprechiamo.

(Boccheggiano 9.9.2021 – 7:26)
 

Abluzioni


La foto è tratta dal portale:
https://masalaguesthouse.files.wordpress.com/2010/10/gange1.jpg

Coltivo la mia anima,
l’annaffio con le mie emozioni,
mi affido ai sentimenti,
alle passioni.

Mi tollera e patisce,
conosce le mie contraddizioni,
parlo tanto d’amore,
di inutili astrazioni.

E non si stanca di disapprovare,
inutili per me son le abluzioni,
l’acqua del Gange
non mi pulisce dalle perversioni.

Vivo nei miei pensieri,
vivo d’amore e di depravazioni,
a un cielo terso tendo
ma affogo tra i birboni.

(Boccheggiano 29.9.2021 – 20:59)
 

Riviera romagnola


La foto di Claudio Stasi è stata condivisa dalla pagina “Sei di Rimini se….”

E vedo l’onda lenta e pigra andare
lungo le rene d’un mare turchino
ondeggia in rada al vento birichino
una paranza bloccata al navigare.

E lungo l’arenile appare e spare
al soffio moderato del Garbino
il lampeggiare tenue d’un lumino
e l’eco di bandiere sventolare

L’ultimo strillo ancor gioioso innalza
un bimbo che ha ancor voglia di sguazzare
tra l’alghe morte che l’onda discalza

ed un bagnino un pedalò rincalza
per non farlo di notte scivolare
se la marea più del normale s’alza.

Il sole infine arrossa l’arenile
e scie lucenti traccia sul pontile.

Nell’aria bruna strillano i gabbiani
rossa è la sera splendido il domani.

Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 15.5.2021 – 00:43)
 

Tanka – Precarietà

Nuvola nera -
la morte ci accarezza
il tempo passa
ma sempre sorge il sole
nuvole nere spazza

(Dedicata ad Ercole Occhipinti - ex Segretario della Flaei-Cisl deceduto il 4.8.2021)
(Boccheggiano 6.8.2021 – 15:50)
 

Ricercando Valentina

Oh, Valentina coi capelli rame,
con gli occhi dolci, vividi e lucenti
forse sbagliai a rompere il legame
visto che gli altri amori dopo ho spenti.

Ed ho nuotato solo nel liquame
col vecchio amor giocai come i perdenti
e corsi a destra e a manca con i venti
compresi al fine ch’ero un uomo infame.

Senza coraggio e forse senza amore,
spensi la vecchia fiamma che bruciava
col vento me ne andai senza il tuo cuore

che tanto amor sincero mi donava.
Così mi persi dietro lo squallore,
persi l’affetto e chi lo regalava.

- Sonetto
(Boccheggiano 1.8.2021 – 23:47)
 

La pazzia


La foto è tratta dal portale:
https://www.artesvelata.it/wp-content/uploads/2020/04/Vincent-Van-Gogh-Ritratto-del-dottor-Gachet-giugno-1890.-Olio-su-tela-682-x-57-cm.-Parigi-Musee-dOrsay-arte-svelata.jpg

Poi liberò la mente, la pazzia,
che libera ricominciò a viaggiare
così si mise a tutti a raccontare
com’eri e come penso che tu sia.

E sì, e spero non ti venga a noia
se certe verità racconto al fine
e non importa se pungono le spine,
ma troia eri e resti ancora troia.

Ma diglielo a questo cervo arguto
che l’hai riempito già di freschi orpelli
e poi li scegli brutti e poco belli
tu preferisci il maschio poco astuto.

Basta che sappia usare il manganello
anche se poi tu dici:”Non m’importa”
ma se funziona è meglio farne scorta
è anche becco il nome dell’agnello.

Così felice dopo mi racconti
che questa volta è proprio quello giusto
si sa che per un po’ tu provi gusto
ma dopo tutti butti giù dai ponti.

(Boccheggiano 1.8.2021- 11:25)
 

Il tempo se ne va


La foto è tratta dal portale: https://www.lavocedimaruggio.it/.../e-intanto-il-tempo-se...

Il tempo lentamente se ne va
anche volendo tu non puoi fermarlo,
qualche persona intorno a noi ci sta.

Il tempo vola, anche questo si sa,
è chi ci ama che non vuol scordarlo
tu invano proverai a dimenticarlo
lui in questo giorno ti ritroverà.

Ed anzi arriverà un giorno avanti,
il giorno che ha provato sofferenza,
di affanni in cuore ne teneva tanti

e sorrideva con indifferenza.
Tu avevi smesso d’invocare i santi
ed anche il Cristo persa la pazienza.

- Sonetto
(Boccheggiano 7.8.2020 – 9,05)
 

Haiku – L’infedele


La foto è di Lella Buzzacchi condivisa da FB

Guglia imponente -
tra le bestemmie emerge
al sol risplende.

(Boccheggiano 4.8.2021 – 13:39)
 

Haiku – Rugiada


La foto è di Lella Buzzacchi condivisa da FB

Perle lucenti -
sul limitar del bosco
il sol riflette.

(Boccheggiano 4.8.2021 – 13:17)
 

Festa di compleanno
(36 anni)

Avevo colto un fiore
su un prato a primavera
avevo colto un fiore
selvaggio di brughiera.

L’avevo vezzeggiato
mi aveva emozionato
l’avevo vezzeggiato
ma poco ha profumato.

Sapevo che sfioriva
il tempo passa in fretta
sapevo che sfioriva
non va più in motoretta.

Adesso inseguo il tempo
ma il tempo passa svelto
adesso inseguo il tempo
io la ricordo a letto.

nuda con tanti orgasmi
e gli allietavo il cuore
nuda con tanti orgasmi
ma anche il tempo muore.

S’invecchia nella pelle
scompaiono gli ardori
s’invecchia nella pelle
e muoiono gli amori.

Ma quel che è stato dato
io sempre lo ricordo
quello che è stato dato
l’ho in mente e non lo scordo.

(Boccheggiano 8.8.2021 – 10:32)
 

Fugge la giovinezza

La giovinezza sta scappando via,
io ne ho raccolta un giorno un bel paniere
fatica non ne ho fatta
sei stata tu che me l’hai regalata
ma dentro il cuore mio l’ho conservata.

Dal giorno che viaggiavi in motoretta
tanti anni davvero son passati
io penso ch’eri matta
ma nel mio letto al caldo ci sei stata
la pelle liscia un giorno ho carezzata.

Ho colto la passione di quei giorni
in fondo amor sincero ho seminato
io penso ch’eri fatta
quello che tu volevi t’ho donato
stupidamente tutto hai rovinato.

Sui vetri ti sei più volte arrampicata
letto hai cambiato senza alcun pudore
sembravi soddisfatta
con me però volevi farci un figlio
certo non eri bianca come il giglio.

Non so se ai tuoi amanti hai ripetuto
prima di te ho preso una sbandata
penso tu sia distratta
poi t’accontenta un vecchio cagnolino
che scodinzola e lecca il tuo cestino.

(Boccheggiano 15.8.2021 – 18:30)
 

Elemento vitale


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Rispondo ad una domanda
un po’ blanda
di Gaia sul tempo d’amare.

“Davvero c’è ancora chi crede,
e qualcuno lo vede,
che c’è un tempo per amore donare?”

“Alla nostra età - Gaia ha risposto -
l’amore è deposto”.
Che cosa allora rimane?

Di certo rimane profondo l’affetto
nascosto nel petto,
son morte le futili brame.

Son cheti di certo gli ormoni,
ma i nostri polmoni?
Aspirano aria, ossigeno puro

per loro non c’è tempo, né sosta
neppure è nascosta
l’idea di fermarsi in futuro.

(Boccheggiano 16.8.2021-14:48)
 

Divenire


Nella foto il Panta Rei di Eraclito (riflessioni sul divenire)

E tutto si trasformò in domani
E nulla resta verde sopra un ramo
Ed anche il vento che soffia da lontano
Cambia la voce e poi sussurra piano
E quello che che era un fiore sulle cime
Si trasforma in nutriente e poi in concime.

(Boccheggiano 16.8.2021-8:59 )
 

Avere e dare


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Non m’importa se più non m’accompagno
con chi chiamava spesso al cellulare
e poi diceva: “cosa ci guadagno,
non torna il conto dell’avere e dare”.

Adesso come rondine volteggio,
sembro scialuppa in mezzo alla bufera
ma un porto trovo e lì la barca ormeggio,
dalle onde mi ripara la scogliera

Ora è arrivato anche un nuovo amore,
un’amica che poco m’appassiona
e che neppure fa vibrare il cuore,
come campana a morto un poco suona.

Non ha l’esuberanza giovanile,
qualche capello bianco brilla in testa
però evita scogli ed arenile,
ricca è di senno e nell’affetto onesta.

Non fa promesse e mesta prega Dio,
a lei non interessa se non credo
ma ha capito che nel cuore mio
v’è tanto amore e solo il bene vedo.

(Boccheggiano 28.8.2021 – 2:44)
 

Estate romagnola


- La foto della spiaggia di Rimini e di Claudio Stasi (g.c.)

Sul mare azzurro lucido di lacca
vedi ancheggiar sul mare una paranza
guazza la chiglia oziosa dentro l’acqua,
sa d’onda morta senza più speranza.

Tra sciacqui ed il fruscio della risacca
l’alba scolora e il sol d’agosto avanza
mentre il vociar sgraziato d’un patacca
dai pedalò dormienti in lontananza

s’alza a sciupare il sol che lento sale
e già la spiaggia rumorosa è certo
mentre tra gli alti pini del viale

vola assordante, come in un concerto,
un coro un po’ stonato di cicale
che deprime questo mio oziare incerto.

- Sonetto
(Boccheggiano 15.08.2021 – O7:35)
 

Amore autunnale


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È tiepido l’amor come l’autunno
e lei un dì mi disse: “viene e va”
ed io risposi come un bravo alunno:
“l’amor lo perde solo chi non l’ha”.

Era giovane e ricca di esperienza
e la vendeva in grande quantità
nel letto s’agitava con sapienza
piacere regalava a sazietà.

Come il dolce arrivava a fine pasto,
l’annaffiava con calici di umori
ma aveva ormai il cervello marcio e guasto
regalava così gioie e dolori.

Al suo posto arrivò donna attempata
ma priva di passione e fantasia,
era una donna pia e timorata
l’amore logorò lungo la via.

Mancava il fuoco della giovinezza,
e nell’amore ce ne vuole tanto,
e non si è vecchi quando l’allegrezza
rinnova il cuore come in un trapianto.

(Boccheggiano 28.8.2021 – 14:34)
 

7 Agosto del 2010


- Foto scattata al Ristorante Costa di Ponente di Leuca

Ed un anno ancora se n’è andato via
undici son passati tanto in fretta
si sa che il tempo corre e non aspetta
e in cuore aumenta la malinconia.

Che vuoi, in fondo, che vuoi che sia
se sfrecciar non ti vedo in motoretta?
Giù dal Vereto allor scendevi svelta
col tuo sorriso e tanta fantasia.

Adesso ad altro pensi e sei cambiata
io inseguo vecchi sogni e sempre amo
e penso a una signora corteggiata.

Non cresco, no, son sempre il tipo strano
che non scorda però la donna amata
che in foto immortalò con un dito in mano.

A volte quella foto la riguardo
ma vedo solo il vuoto nel tuo sguardo.

- Sonetto ritornellato
(1 agosto 2021 – 1:08)
 

Amore dozzinale


La foto è tratta dal portale:
https://ilprincipe.org/per-un-amore-perduto-allan-riger.../

T’ho amato, porca miseria se t’ho amato,
e mi sentivo un uomo fortunato,
fortunato di avere e poter dare
quello che invan tu cerchi
e mai potrai trovare.

Troverai il maschio facile all’amplesso,
oh sì godrai nel corpo, e che ti importa,
ma chiusa alle tue spalle quella porta
dimmi cosa ti resta dentro il cuore?
Io penso solitudine e squallore.

In me rimane lucido il tuo amore,
solo mi sento perché ancora ti vorrei
non m’importava quello che tu eri,
così io ti ho cercata e ti volevo,
e non m’importa neppure come sei.

Ma ti ricordo tenera e impudìca,
felice negli amplessi che godevi,
ti volevo così, vuoi ancor che te lo dica?
Un poco troia e tanto dozzinale,
oggi mi manchi e mi fai stare male.

Ma t’amo e l’animo di gioia mi riempi
è un amore che mai potrai comprare,
quello vero che cova e nella mente sale
nei momenti che a te ancora penso.
Ma a te pensare, dimmi, cosa vale?

(Boccheggiano 13.07.2021 – 13:56)
 

Ad A.R.
T’ho portata sempre in cuore
anche quando parole acerbe mi hai donato
quel giorno di pioggia non ho mai dimenticato
quel tuo amplesso in mente conservato.

Non ho neppure scordato il tuo sorriso,
quella freschezza nell’età curata,
quella tua gioia di darti, di mostrarti,
inadatto fui io,
volevo amarti.

Strano amante incrociasti
la tua lussuria non ho poi apprezzato
eppur mi davi affetto
ed ho succhiato il prospero tuo petto
altro volevo e tu altro cercavi
d’amar non t’importava
e non mi amavi.

Ma ti donasti:
felice ti sei data
non lo capì
ma solo a dare quell’amor sei nata
ma ancora mi ricordi,
come farfalla voli intorno al fiore,
fiore che ormai reclina petali e colori
che conserva ancora per te
un po’ d’affetto e amore.

(Boccheggiano 4.7.2021 – 9:38)
 

Gaia


Nella mia foto: Salivoli (Piombino) – Tramonto sull’Elba

Vorrei portarti in volo coi gabbiani
nel cielo svolazzar come un uccello
accarezzarti il volto con le mani,
rinfrescarlo con l’acqua di un ruscello.

Fermare il tempo, sognando un bel domani
su un prato erboso come un pastorello,
e disegnar poi in cielo gli aeroplani
con un’agave fiorito da pennello.

Sono un poeta e sono sognatore,
non m’accorgo del tempo che va via
e penso d’esser sempre un fanciullino.

Non credo più da tempo nel Signore
che più non sta a sentir la voce mia,
da un pezzo credo solo nel destino

che spesso fa incontrar la gente vera
che nell’amore crede e non dispera.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 20.07.2021 – 1:27)


Poeti
(Pensierino del giorno osservando i buffoni della rete)
Non si diventa poeti crescendosi ed arruffandosi i capelli e tenendo incolta la barba (e neppure presentandosi delicati come cerco di fare io ogni tanto nelle mie foto con le sciarpe rosse ad effetto).
E neppure si diventa poeti cercando di presentarsi sognatori guardando la luna o fissando le mosche volare.
Si diventa poeti sfornando poesie vere, cosa difficile da fare visto che prima di noi ci sono stati centinaia di poeti veri che hanno detto le stesse nostre cose, forse in modo migliore di noi.
Ecco: si diventa poeti se si riesce a scrivere cose nuove ed interessanti e a suscitare emozioni nell'animo di chi legge.

(Boccheggiano 3.7.2021)


Grazie Grillo
Grazie Grillo che un “vaffa” mi hai prestato
oggi lo impasto con le delusioni
e lo rimando a chi me l’ha già dato
visto che a lei piace e l’ha provato.

Nelle foto si vede, e stai anche bene
sulle rocce con le gambe alzate
esposte al sole avevi anche le “bocce”
le mutande le avevi già levate.

Ora anche per te sorge l’autunno
forse farai fatica a sollevare
alte le gambe per poter mostrare
quello che allor dovevi ben celare.

Oggi lo si capisce bene
quel che cercavi allora non capivo
e poi, ormai lo sai, che quel rapporto
sinceramente poco lo gradivo.

Ma l’esclamazione che fu ed è di Grillo
per te era davvero un complimento,
a te piaceva, anzi gradivi molto,
il filoncino caldo nel convento.

E descrivevi al meglio le tue voglie,
io ero certamente antico e un poco tonto
(anche se tu l’hai ripetuto tante volte)
ma allora non l’avevo messo in conto.

Or riguardando a volte le tue foto
anche questo l’ho capito bene
io non ci sono più, per te fa niente,
ci sarà chi addolcirà certe tue pene.

(Boccheggiano 11.7.2021 – 15:28)
 

I giorni dei leoni
Morirò col tuo sorriso nella mente
quell’urlarmi giulivo: “Sempre t’amo”,
mentre cade la pioggia lentamente,
morirò col pianto in gola e ancor ti chiamo.

E sempre rivedrò l’erta salita
e tu persa tra i lampi a salutare,
com’è cambiata ormai la nostra vita
ed or sto inutilmente a ricordare.

L’amore via l’ha trascinato il vento
se n’è volato confuso tra le foglie
per le contrade corre del Salento,
su quel Vereto il tuo sorriso scioglie.

A me resta la pelle tua bambina
le tue nudità tanto ostentate
quel discorrere e a volte sbarazzina
e le eccitanti tue telefonate.

Leggo i tuoi messaggi, che ho salvati,
riguardo le foto coi dolci tuoi sorrisi
ti sogno ancora nuda nei filmati
tra i tuoi rosai e secchi fiordalisi.

Ma non ha senso ormai ancor pensare
a chi era imbottita sol di ormoni
ma non potrai impedirmi di sognare
quei giorni in cui eravamo dei leoni.

(Boccheggiano 22.07.2021 – 10:21)
 

I grandi amori

Fai le cose perbene e forte fotti
non starti a torturare le cervella
quella che fotti non è verginella
osserva bene i buchi delle botti.

Usa il viagra quando è necessario
non risparmiarle nulla, proprio niente,
quella che fotti è furba ed è fetente
non ti fermare solo al sillabario.

C’è anche la grammatica e sintassi,
non ti serve sciorinare di latino
basta funzioni l’asta del violino
e spingi forte là nei buchi bassi.

Lei ti dirà: “Non m’interessa il sesso”,
diceva anche a me le stesse cose,
e quando poi spuntavano le rose
scopava fuori casa ed anche spesso.

Ti devi rassegnare un po’ alle corna,
tanto una volta che te l’ha piantate
vanno soltanto a tempo coltivate,
ma lei con nuove in genere ti adorna.

(Boccheggiano 24.07.2021 – 14:52)
 

Mai dire mai

Mai dire mai e indietro più non torno
e non pensare mai che tutto è perso
io nell’amor ci guazzo e sono immerso
domani è proprio vero è un altro giorno.

D’amor io vivo e tanto ve n’è intorno
a un cielo bigio segue un cielo terso
l’amor mi ispira sempre un nuovo verso
ed ad amar testardamente torno.

E su nel cielo vedo più colori,
l’azzurro a dire il vero è il prevalente,
lucente si riflette nei suoi occhi.

Non c’è bisogno che il pennello tocchi
per rendere quel quadro più lucente
basta il tramonto a regalar bagliori.

E cessano i clamori
dei gabbiani sul mare volteggianti
amor cercando ancor come viandanti.

- Sonetto caudato
(Boccheggiano 21.07.2021 – 1:26)
 

Paranoia


L’immagine è tratta dal portale:
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Quelle tue fantasie irrazionali
quegli sguardi persi sui cuscini
quel godere selvaggio nella notte
quelle fughe insensate tra gli ulivi.

E il sole che bruciava la tua pelle
un canto assordante di cicale
distesi tra i muretti e vecchie chiese
a fornicare e non pensare a niente.

E urlare sulle mie impotenze
su quel tardivo pasto regalato
e contro dio allor bestemmiavo
tardi e gustoso me l’aveva dato.

Quel rincorrersi come le farfalle
saltando sopra i fiori dei giardini
quei voli poi confusi nella notte
quadri silenti del color di morte.

Morte che poi riempiva il cuore
e confondeva sentimenti e sensi
ed io annaspavo nelle mie incertezze
guardandoti assopita nuda a letto.

Domande mi ponevo e dubitavo
della sanità della tua mente
e affogavo allora la mia gioia
nell’incertezza della paranoia.

(Boccheggiano 24.07.2021 – 11:35)


Quando soffia lo scirocco
Quando lo scirocco soffia
e il sudore non deterge
penso a volte alla tua pelle
che dal sogno sempre emerge.

E rileggo una scartoffia
che la brina non asperge
me ne sto a contar le stelle
o la luna che riemerge.

Bianche o azzurre campanelle
vedo al Lido San Giovanni
e ricordo anche il tuo amore

e il piacere del calore
della pelle senza panni
delle prospere mammelle.

E ora penso ai giorni andati
agli affetti che ho bruciati

e mi sento tanto imbelle
tra noiose vedovelle

che han dissolto il paradiso
e la gioia del tuo viso.

- Sonetto ritornellato di ottonari
(Boccheggiano 21.07.2021- 16:05)
 

Torelli selvaggi


La foto è tratta dal portale:
https://frasisocial.com/frasi-aforismi-giovani-gioventu/

Quanta felicità dei giorni andati
a raccontar di fiori tra i capelli
si scorrazzava come dei torelli
e s’era matti e tanto scanzonati.

Quei giorni li ho nel tempo ricercati
tra le nebbie e il gelo dei bruscelli
ma piena era la mente di fardelli
quei giorni belli non li ho più trovati.

Ma a te ho pensato, allora ragazzina,
chissà se tu nel cuore mi hai portato
io ti ricordo matta e sbarazzina

ed anche se il tempo è ormai passato
in me sei ancora viva come prima
con la felicità che m’hai donato.

Forse la nebbia a te ha oscurato il cuore
fresco rimane in me quel matto amore.

Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 27.7.2021 – 13:09)
 

Un merlo canterino
Quanto tu fossi tenera e gentile
nessuno può saperlo se non io,
penso neppure tu lo hai mai saputo
l'ho so sol io che un dì t'ho conosciuto.

Di tanto amore il cuore m'hai riempito
erano giorni amari e li hai addolciti,
del tuo sorriso m'ero innamorato,
i tuoi capelli spesso ho accarezzato.

Ed avevi colmato le cisterne
l'affetto fino al bordo tracimava
e nella notte mi tenevi sveglio
forse a dormir sarebbe stato meglio.

No, nel cuore della notte mi chiamavi
anzi urlavi spesso a squarciagola
e gorgheggiava un merlo alla sua bella
sveglio sul tetto come sentinella.

Poi tacque il merlo un giorno disperato
la merla ora taceva sopra il tetto
di un altro merlo s'era innamorato,
ma il cuore di chi amava non ha retto.

La testa declinò sopra l'antenna
sul tetto ci lasciò solo una penna.

(Valpiana 1.7.2021 - 19:03)
 

Un ciuffo di capelli

Ho messo i tuoi capelli sul mio petto,
lo so che sono solamente un ciuffo
ancora li conservo e non li getto
a volte li accarezzo e un po' li arruffo.

Ad arruffarli ancora mi diverto
mi illudo che stai sempre a me vicino
in fondo ho ancora questo cuore aperto
ti seguo come fossi un cagnolino.

A volte abbaio come un disperato
ma a te poco interessa ed hai ragione
dovrei capirlo che m'hai abbandonato
non serve più invocar la religione.

Hai avuto in fondo quello che volevi,
cosa volevi tutti l'han capito
ed hai bevuto, mannaggia se bevevi,
era un bicchiere intero e non un dito.

E m'hai ubriacato col contagio,
gli amici l'hanno detto che ero pazzo
invece non son stato un uomo saggio,
son stato solo stupido pupazzo.

(Valpiana 15.6.2021 - 16:39)
 

Un certo non so che
Bella non era
ma aveva un certo non so che
un sorriso argentino possedeva
voglia di vita e vivere voleva
a me si è data
tante volte si dava
nel buio della notte mi cercava.

Ed era felice
e la felicità brillava in volto,
e trasmetteva,
non so se poi qualcosa dentro ho tolto
scappava e ritornava
non mi sono mai chiesto se m’ha amato
giuro che non lo so se poi m’amava.

Lei giurava di si,
con me rischiava
troppo giovane e pazza
donna di razza
piena di voglie insoddisfatte
di trasgressioni
di cui son ricche le persone matte.

Poi scomparve alla vista
ed io nel buio a sperare che tornasse,
a fare e rifar sempre la pista
che portava sul colle.

Da lì spaziava il mio sguardo
su quelle bianche case mi perdevo
come rondine spesso volteggiavo
la sua finestra al buio corteggiavo
ed aspettavo
un suono al cellulare
una voce giuliva ancor come un tempo chiamare.

No, bella non era,
ma possedeva ancor la gioventù
un certo non so che,
e vita ha trasmesso
nuovo vigore al vecchio arbusto ha dato
ed ora dico di odiarla,
ma d’amarla, lo so, non ho mai smesso.

(Boccheggiano 9.6.2021 – 00:29)
 

Sogno
Mi sveglio all’improvviso
e poi m’accorgo
d’essere solo agitato nel mio letto,
del sogno appena fatto,
ch’ero in balia della tempesta,
rimane solo la paura in cuore
ma poi mi tranquillizzo e faccio festa
perché sento cessare il batticuore.

È un brutto sogno
che m’ha creato un poco d’apprensione
ora piegato sui cuscini
sistemo le lenzuola un po’ disfatte
del venti irosi,
del mare mosso e dei suoi marosi,
rimane solo un po’ di agitazione.

Sono al sicuro in porto,
e il fiato corto
ritrova la sua giusta dimensione,
il cuore ritorna a battere cordiale
pace ritrovo in me
anche la mente mia torna normale.

(Boccheggiano 22.6.2021 – 10:54)
 

Scale erbose


La foto è tratta dalla pagina dell'amica Annamaria Vezio di Firenze.

Per tante scale spesso mi son perso
salito e sceso come un disperato
e sempre ci ho costruito qualche verso
le scale erbose ognor m’hanno ispirato!

E sulle scale il cielo è azzurro e terso
perché al ciel ti sei più avvicinato
ed hai vicino anche l’universo
gode la vista, pur se affaticato.

Le scale hanno ispirato anche i poeti,
Dante nella Commedia ne ha citati
ma i proverbi son del mondo il sale.

“Duro è salire, scrisse, le altrui scale”
“anche a scenderle poi si è sfiancati”
ma solo in cima si diventa esteti.

(Bocheggiano 20.6.2021 – 13:58)
 

Dio del Cielo quanto eri vacca


La foto è tratta dal portale:
https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2020/09/07/Varie/Foto%20Varie%20-%20Trattate/tirare%20per%20la%20giacca-
k20G-U3210375953347UsH-593x443@Corriere-Web.jpg?v=20200906234115

Mi ricordo quanto eri vacca
e ti bagnavi nella risacca
a San Gregorio giacevi stracca
oh, Dio del cielo quanto eri vacca!

E tutto quanto mettevi in sacca
ed eri attiva e poco fiacca
e mi tiravi forte la giacca
oh, Dio del cielo, quanto eri vacca.

Eri fasulla ed anche vigliacca
e nel sedere mi davi una pacca
ed io son stato davvero patacca
a non capire che eri una vacca.

(Boccheggiano 21.6.2021 – 10:07)


Profumo di terra

Profumano di terra le tue mani
suono armonioso che dal campo sale
e fa di brulla terra un bel rosaio
toglie le erbacce e poi nasce un vivaio.

Spuntano fiori ed alberi da frutto
dov'era terra secca nasce l'erba,
fioriscono viole e nuovi odori
dov'era opaco e vuoto di colori.

E tu raccogli adesso rami e fiori
profumano di prato le tue mani
e quella vanga adesso brilla al sole,
accarezzar la terra ancora vuole.

(Follonica 30.6.2021 - 19,14)
 

Parole sparse


La foto è tratta dal portale:
https://comitatoscuolapubblica.wordpress.com/2009/11/11/parole-in-ordine-sparso/

Cerco ancora parole usurate
frasi ardite e pensieri d’amore
mi ricordo il tempo passato,
e l’amore che in mare hai buttato.

Riascolto un sussurro di notte
la tua voce smorzata e lontana
e rinnovi la vecchia promessa
quando a Pasqua seguivi la messa.

Mi cercavi, mi hai anche plagiato,
ed hai messo in gioco il Signore
poi hai mischiato, confuso le carte,
hai scambiato la luna con Marte.

Non importa, io ancor sopravvivo
e non scordo promesse e parole,
tante donne dal cuore ho scacciato
una sola nel cuore ho lasciato.

Il cancello ora è chiuso, serrato,
ma il sole vi filtra al mattino
filtra anche una tenera brezza
che il mio volto pian piano accarezza.

(Boccheggiano 17.6.2021 – 8:55)


Nel segno della Croce


Nella foto: Mattino, di Edward Munch

T’accarezzo i pensieri
e già son sveglio
e fuori il primo sole anche t’abbraccia
ma non t’importa se la notte veglio
se di te nella mente ancor c’è traccia.

Ma sono intorno a te
ancor ti seguo
riascolto il cigolare della porta
e lo scrosciar dell’acqua dentro il bagno
a ricordare poi che ci guadagno
con te che tutto scordi
perché la tua memoria è stanca e corta.

Poi non lo so se ancor ci pensi,
forse è l’orgoglio che ancora t’incatena
al tuo ondeggiare che non ho capito
forse è la tua vita strana
che spesso insegue malsani pensieri
ma io ricordo quella che tu eri
quello che mi dicevi
ai discorsi infantili ed al sorriso
che un tempo ti splendeva in viso.

Ora le tue parole son taglienti
colpisci e affondi nel petto il tuo coltello
ed hai scordato il bello
d’un rapporto futuro che volevi
di quanto sterilmente promettevi.

Ed io mi sono illuso
il Golgota ho scalato
la mia croce pesante ho trasportato
ed ora il sole mattutino l’accarezza
ma del divino
ora è rimasto solo un fantoccio in croce
che crescere non vuole
perché gode
i privilegi di restar bambino.

(Boccheggiano 13.06.2021 – 8:33)
 

Vecchi amori


La foto è tratta dal portale:
https://www.vincentgalleria.it/Upload/ImmaginiLotti/Thumb4/25ASTA201_1.jpg

Ho lasciato tracce del mio affetto
sparse per vecchi borghi e antichi ghetti,
come rondine a volte ci ritorno
orme dei nidi cerco sotto i tetti.

Ne trovo impronte sotto gli embricini,
ricordo quei volti allora sorridenti
e di dolcezza mi si riempie il cuore,
li penso oggi con rughe e decadenti.

Ma conservano di certo nella mente
il piacer di frettolosi amplessi
rivedono il mio volto spensierato
ma i nostri volti non son più gli stessi.

Ricorderanno forse il sentimento
che allora ho con passione regalato
ricorderanno che siam stati bene
che si tradiva non abbiam pensato.

S’affaccia il tempo, regala i suoi ricordi,
li allinei nella mente e li vezzeggi
rivedi i volti allegri che non scordi
le lacrime negli occhi allor non reggi.

(Boccheggiano 11.6.2021 – 8:57)
 

Lasciatemi volare

Esisti nel mio cuore e nella mente
esisti e non scompari malamente

esisti e insisti, spina inesistente,
al dito non fai male ma alla mente.

In fondo scrivo, fatemi sfogare,
solo parole riesco a seminare

parole che scivolano sul mare
io scrivo solo, fatemi sfogare.

Ma che v’importa se qui sto a parlare
di una donnetta da dimenticare

ma che vi importa se sto a ricordare?
Scrivo parole, solo per parlare.

(Boccheggiano 12.6.2021 – 9:30)
 

La voce dell'infinito


Nella mia foto: Casa di Elisa Bonaparte a Piombino

È inutile che sali e scendi scale
se fai fatica dopo a risalirle
ed anche l’altro giorno al Belvedere
sei sceso ma hai sudato poi a salire.

Ma in quel silenzio che amava tanto
la principessa Elisa Bonaparte
mi ci portò un’amica affezionata
e dopo sfogo diedi alla mia arte

di costruire con le mie emozioni
vecchi palazzi ridenti sopra il mare,
legate con del forte sentimento
che innalzo con parole di mattoni.

In quel silenzio anch’io pensai all’eterno
a quel mare sui cui l’Elba galleggia
all’infinito che l’orizzonte occlude
che nel cuor dei poeti sempre aleggia.

E pensavo seduto alla panchina
a questo affetto che nel cuore geme
al bisogno di dare sempre amore
che in questo cuor ancor fermenta e preme.

Pensavo ai miei tormenti, già passati,
a quelli esistenti che mi fan vegliare
a un vecchio amore che ho nel cuor presente
che non riesco mai a dimenticare.

Il silenzio la mente accarezzava
quel silenzio che regala pace
che rasserena gli animi confusi
che dura eterno e che ai poeti piace.

(Piombino 27.6.2021 – 18:24)
 

La voce del silenzio


Nella mia foto: Casa di Elisa Bonaparte a Piombino

E inutile che sali e scendi scale
se fai fatica dopo a risalirle
ed anche l’altro giorno al Belvedere
sei sceso ma hai sudato poi a salire.

Ma in quel silenzio che amava tanto
la principessa Elisa Bonaparte
mi ci portò un’amica affezionata
e dopo sfogo diedi alla mia arte

di costruire con le mie emozioni
vecchi palazzi ridenti sopra il mare,
legate con del forte sentimento
che innalzo con parole di mattoni.

In quel silenzio anch’io pensai all’eterno
a quel mare sui cui l’Elba galleggia
all’infinito che l’orizzonte occlude
che nel cuor dei poeti sempre aleggia.

E pensavo seduto alla panchina
a questo affetto che nel cuore geme
al bisogno di dare sempre amore
che in questo cuor ancor fermenta e preme.

Pensavo ai miei tormenti, già passati,
a quelli esistenti che mi fan vegliare
a un vecchio amore che ho nel cuor presente
che non riesco mai a dimenticare.

Il silenzio la mente accarezzava
quel silenzio che regala pace
che rasserena gli animi confusi
che dura eterno e che ai poeti piace.

(Piombino 27.6.2021 – 18:24)
 

Verrà giorno, verrà


La foto è tratta dal portale:
https://lefreccedicupido.it/quanto-tempo-per-dimenticare-un-amore/

Verrà giorno che allo specchio guarderai
vedrai una vecchia immagine riflessa
spero che in casa da sola tu non sia
che la tua mente sia sempre la stessa
che un compagno paziente a fianco avrai.

Verrà giorno, lo spero e lo vorrei,
di me tu leggerai solo parole
sparse su qualche libro e sui portali
neppure un fior di campo
sulla mia tomba tu portar potrai
le mie rampogne sol ricorderai.

Chissà il mio corpo dove sarà sepolto
forse avrai di già vuota la mente,
ch’io sia esistito più non penserai,
fortuna che io cerco inutilmente,
allor neppure sfogo al tuo dolor darai.

Che vivere è questo il mio
tra odio e amore?
Svegliarmi e maledire un corpo amato
ricordare un sorriso
i papaveri rossi sopra il prato,
un colle afoso con alberi di ulivi,
una chiesetta con le grate chiuse
un mare cristallino all’orizzonte
e il sole sulla fronte
la gioia dentro il cuore
ed il dolore,
un cellulare che rimane muto
privo di tanto amore ricevuto.

Sì, verrà anche per te il dì della vergogna
il giorno della gogna
proverai allora identico dolore
d’aver scordato tutte le parole
d’aver scordato chi t’ha dato amore.

(Boccheggiano 12.6.2021 – 8:59)
 

Illusioni


- Nella mia foto: Tramonto a Punta Ristola a Leuca

Mi avevi creato un mondo di illusioni
e diventar m’hai fatto giovinetto
forse per questo poi ti ho amato tanto
forse per questo ho amato te soltanto.

Ma gli altri amori non ho mai scordato
a tutti un po’ di cuore ho riservato
ma tu invocando il nome del Signore
ti eri rubata più metà del cuore.

E tante vanità hai risvegliato
non ero vecchio ma solo maturo
che ero dolce t’eri anche inventato
e dalle donne l’uomo più cercato.

Ed io credetti a tante fantasie
con te trascorsi illuso tante notti
bambini abbiamo corso al sole e al vento
per le strade e le spiagge del Salento.

Si sa che l’alba, dopo, spegne i sogni
e con le mani vuote mi svegliai
ed il rancore tutto mi sommerse
ed anche l’amor mio tutto si perse.

Ora scrivo parole pien di rabbia
poi ti ricordo dolce e appassionata
col tuo sorriso in cuor t’ho conservata
ma l’amor tuo s’è sciolto tra la sabbia.

(Boccheggiano 21.6.2021 – 14:33)
 

Il profumo del tempo
Tornare indietro nel tempo
per riprovare ancor la trasgressione
le sue parole audaci,
tutta la sua passione.

Fugge il tempo: invano lo rincorri
il conto degli amori che hai perso ti presenta
poi a risvegliar nel cuore il sentimento
spesso in silenzio tenta.

Ti ricorda il rosato della pelle
il vibrare delle emozioni tutte elenca
ti fa suonare ancor la campanella
riprovar le sue carezze ardenti
la lingua che ti scivola tra i denti.

Per anni l’hai sepolta nell’oblio,
sì, l’hai pensata, ma solo di sfuggita,
sabbia che s’è dispersa dalle dita
ma dopo all’improvviso è ritornata
ancora la tua mente ha stuzzicato.

Ti chiedi com’è adesso,
ti domandi se a volte t’ha pensato
come il tempo nel cuore l’ha cambiata
come negli anni è stata..

In fondo un po’ d’amore m’ha donato,
non so cosa lei prova adesso,
cosa in tutti questi anni ha mai pensato.
So quello che provo io a lei pensando
ed oggi mi sembra d’essere un dannato.

(Boccheggiano 9.6.2021 – 00:16)
 

Dimmi che mi ami


Foto tratta dal dipinto "Sirena" di John William Waterhouse

Dimmi di nuovo parole non vere,
le voglio ancora sentire
illudermi che il tuo amore resiste
che mi porti sempre nel cuore.

Ingannami con promesse che non manterrai
che mi hanno fatto sognare
che mi hanno fatto di nuovo anche amare,
soffrire in silenzio,
desiderare.

Oh, dio, che sirena infingarda sei stata!
E ti sei data a un uomo d’annata,
hai “succhiato il suo amore fino all’ultima goccia”
come ripetevi bugiarda,
nuda, come sul mare la roccia.

L’odor dell’umore ancora si sente
suscita amor, trasgressione,
libido e passione,
volteggia silente.

L’amore, l’amore…..
Senza la passione amorosa si è morti,
elementi passivi di una natura che marcisce
ma che genera vita,
comunque fiorisce.

Sì, voglio essere ancora ingannato,
infila la tua benda ed oscurati il mondo.
L’età non si vede ora più,
non si vedono più neanche le rughe
che il tempo regala sul corpo.

Aleggia l’amore su un letto disfatto
e il desiderio che al tempo resiste.

(Boccheggiano 7.6.2021 – 13:02)
 

Cupa sul cuore preme


La foto è tratta dal portale:
https://www.facebook.com/retebibliotecariabg/photos/a.1409572112673965/1981252495505921/

Cupa la sera sul mio cuore preme
e questa anche è una notte senza luna
dopo di te non ho più amato alcuna
cupa la sera sul mio cuore geme.

Non m’interessa con chi vivi insieme,
con me adesso non c’è più nessuna
ma spero che tu abbia più fortuna
che frutto nasca dove hai sparso il seme.

Ed io non ho neppure più speranza
il tempo passa e mi regala guai
a dare amore poco tempo avanza

ed altre donne non ne ho amate mai
con te è stata forte l’assonanza
l’amore che hai perduto tu lo sai.

- Sonetto
(Boccheggiano 16.6.2021 – 9:09)
 

Camilla


La foto è tratta dalla rete

E cadeva la neve e m’abbracciavi
sfrecciava il treno con un gran fragore
al freddo sotto il ponte mi baciavi,
oh dio, nel cuore provo un gran tremore.

Per l’occasione ti eri improfumata
ricordo ancor gli effluvi dell’odore
lo so che ti eri anche innamorata
ma io nel cuore avevo un altro amore.

E mi chiedevi un figlio disperata,
ricordo al freddo ancora quell’ amplesso,
eri dolce, tra rudi monti nata,
a quella notte ci ho pensato spesso.

E mi son chiesto dove sei finita,
diverse volte poi ti ho ricercata,
ancora ti ricordo un po’ svestita
in Svizzera forse poi ci sei restata.

Gelida notte, era quasi Natale
cadeva la neve e m’abbracciavi
e quella notte oggi sa di sale
un figlio da me allor cercavi.

Chissà se qualche volta m’hai pensato
quando la neve fiocca all’orizzonte
chissà se come me hai ricordato
quella notte d’amore sotto un ponte.

(Boccheggiano 29.6.2021 – 12:43)
 

Cadaveri ambulanti


Nella mia foto del 14.4.2008: Papaveri alla periferia di Lecce

In mezzo a questo rosso c’è il mio sangue
tu non lo vedi ma sgorga e scintilla
e mi ricorda gioie e cieli tersi,
le mie felicità che dopo persi.

Ma a te che importa poi del mio soffrire?
Che importa se il mio sangue ancora scorre?
La gente non capisce e parla a vuoto
ed io nel sentimento guazzo e nuoto.

Intorno vedo tanta indifferenza
e gente tanto facile al giudizio
l’aridità ormai ha invaso il cuore
ma che ne sanno i morti dell’amore?

Io non m’accorgo di chi mi circonda,
morti vaganti in vuoti cimiteri
solo risate sciocche sanno fare
mentre io la vita amo e chi sa amare.

(Boccheggiano 19.6.2021 – 13:27)
 

Amor che non muore
Non dimentico i miei amori
forse il tempo li ha offuscati
poi d'un tratto spunta il sole
anche lor si sono svegliati.

E ritornano felici
risvegliando i miei ricordi
chi amore m'ha donato
è difficile che scordi.

E rammento anche quando
dal lavoro ti assentavi
o col bimbo in carrozzina
poi ai giardini mi portavi.

Eri dolce e sbarazzina
e giocavi con l'età
eri calda e trasgressiva
ricca di vivacità.

Poi dall'ombra sei sortita
ed il cuor m'hai riscaldato
qualche ruga ti accarezza
ma davvero un dì t'ho amato.

E ricordo ancor quel giorno
c'era neve in abbondanza
ma ancor ti sei donata
hai guidato ancor la danza.

Non t'ho mai da allor più visto
ma nel cuore ti ho portata
e d'un tratto dal silenzio
nella mente sei tornata.

E m'allieta il tuo ritorno,
pur se il tempo è ormai passato,
anche adesso ancor ti amo
come quando un dì t'ho amato.

(Boccheggiano 5.6.2019 - 1:13)
 

All’improvviso un tuffo


La foto è tratta dal portale:
https://www.unicaradio.it/blog/2020/11/22/le-strategie-agricole-delle-formiche-tagliafoglie/

All’improvviso un tuffo e un colpo al cuore
e la mia vita tutta l’hai cambiata
giovane e bella mi sei ritornata
la trasgressione ancora ritrovata.

E ti vedo accaldata in quel giardino
non t’importava d’essere osservata
quando la voglia prende e l’uomo rende
bello è vederti con la gonna alzata.

E l’aria era finanche frizzantina
coi glutei al vento il desiderio sale
umida e scivolosa la vagina
provare una emozione sempre vale.

Oh, dove sei e che fai ora bambina
chissà se leggi questi scarni versi
oh, quanti amplessi infine abbiamo persi
e tu, sei ancora viva e birichina?

Io vivo sono, no, forse mi illudo:
in questi giorni tanto t’ho pensata
e tu che fai? Ed ora dove sei?
Non era amor ma tanto t’ho sognata.

Sognato ho quel tuo agire sbarazzino
quel raccontare ad altri l’accaduto
finanche un fiore in testa ci hai infilato,
per farti dire: "dove l’hai trovato”?

Maledetti ricordi e il mio cervello,
che rinfresca sovente storie antiche
le avevo sotterrate sotto terra
ma all’aria le han portate le formiche.

(Boccheggiano 14.06.2021 – 15:18)
 

Scrivimi parole d’amore
Scrivimi ancora parole d’amore
come in quei primi giorni d’autunno
quando le foglie cadevano
e tu le hai fatte rinverdire,
le hai dato vigore.

Ricordo il tuo sorriso,
triste a volte,
pieno di desiderio altre,
mi incitavi all’amore,
mi riempivi d’amore,
eri sorgente d’acqua fresca
che hai colmato il mio cuore privo di gioia.

Poi la sorgente seccò,
le ultime gocce d’acqua sgorgarono gorgogliando,
un odore malefico inondò la sorgente,
sangue rossastro colorò le sponde
che all’inizio avevi colorato di erba e di fiori.

La sabbia prese il posto della verzura,
il tuo sorriso si spense,
lasciò il posto ad un ghigno diabolico,
alla tua natura perversa:
non era amore quello che mi davi
quello che dicevi di darmi.

Ma ogni tanto rivedo il tuo sorriso
quello semplice dei primi giorni
quando la notte s’accendeva alle tre
e illuminava il tuo cuscino
regalando lussuria
ed oggi rimpianto.

(Boccheggiano 6.5.2021 – 5:38)
 

Ricordi



L'immagine è tratta dal portale:
https://ilquotidianoinclasse.quotidiano.net/wp-content/uploads/2021/03/fe-1.jpg

Li ho sempre presenti nel cuore
gocce cadute e raccolte
in grosse cisterne ammucchiati,
gocce incostanti
che spesso borbottan da sole
ricordano gioie passate
ansie archiviate
lacrime invano versate.

Gioie legate a sorrisi
che mi han regalato,
donato
allegrezza di visi
d’un tratto oscurati
fiumi ridenti,
fluenti,
d’un colpo asciugati
che oggi mostrano sassi
frammisti a sabbia cocente,
che ormai contano niente.

(Boccheggiano 31.05.2021 – 8:58)

 

Quando l’amore

Quando l’amor la fronte ci accarezza
in tutt’altre faccende affaccendate
spesso siamo distratti, forse assenti,
ad inseguir passioni limitate.

Così l’amor ci sfugge dalle mani,
stupidamente in mare l’ho buttiamo
e quel calor nell’animo si spegne
invano dopo allor lo riattizziamo.

Ma la candela ch’era stata accesa
adesso più non da luce splendente
invano bussi ed urli e amor rinnovi
il cuore alfin è stanco e più non sente.

È la fiducia adesso che vacilla,
anche le stelle in cielo sono spente
forse nel petto arde la passione
ma s’è seccata l’acqua alla sorgente.

Brullo intorno è il terreno un tempo verde
piena di sabbia e pietre la fiumara
e la frescura un tempo rigogliosa
arida l’abbiam resa, triste e amara.

(Boccheggiano 27.5.2021 – 14:20)
 

Parole


L'immagine è tratta dal portale:
https://www.dagospia.com/.../aylan-i-sogni-muoiono-all...

Più la scaccio, più nei pensieri mi appare
ma come un tempo non posso più amarla
e non fa nulla per farsi capire
a vuoto spesso adesso lei parla.

Com'è cambiata da quando era dolce
le sue parole non erano amare
e mi svegliava nel cuor della notte
ero una dolce persona d'amare.

E ripeteva che ero maturo
mi lusingava con tanto suo affetto
sempre parole affettuose trovava
poi si spogliava e mostrava il suo petto.

Si fornicava e il tempo passava
poi la lasciavo con grande rimpianto
avrei passato la notte vegliando
con Celentano in sordina cantando.

Ma tutti i sogni svaniscono all'alba
svegliarsi per terra è duro a capire,
ed accettare adesso fan male
parole vuote senza senso sentire.

(Valpiana 25.5.2021 - 19,19)


Mariangela
Bevendo un sorso d'acqua
di fonte minerale
lo sai che t'ho pensata
e il dì che t'ho baciata?

Avevi un pargoletto
ancora in carrozzina
e m'hai portato a letto
oh brutta birichina.

No, brutta non lo eri,
anzi eri ben piazzata
capelli sciolti al vento
di certo non ti ho amata.

Ma ancor ricordo il giorno
con tanta neve in strada
ma eri un caldo forno
già acceso e ben scaldata.

Poi non ti ho più rivista
ma adesso t'ho pensato
e ho scritto due versetti
che a te ho dedicato.

(Boccheggiano 26.5.2021 - 2:00)
 

Verba volant facta manent
Dove si son nascoste le parole
che oltre due lustri fa dicevi a me
come sirena ferma in mezzo al mare
sopra uno scoglio si son perse, ohimè!

Ti sei affannata a correre incostante
quegli alti e bassi quanti danni han fatto?
Ma eri matta e tardi mi so accorto
e infine anch’io son diventato matto.

E mi persi anch’io sopra uno scoglio
l’Adriatico e lo Jonio a se mi prese
e ti inseguì nel sogno tuo fallace
anche fallace il mio pensiero rese.

Era d’autunno, cadevano le foglie
ma ancor faceva caldo nel Salento
brillava il sole e risplendeva il mare
le onde lievi accarezzava il vento.

Quante parole inutili hai sprecato,
come uno sciocco anche t’ho creduto,
quel figlio che cercavi non t’ho dato,
quel figlio che da te avrei voluto.

E un infelice al mondo non è nato
non t’ho seguita nella tua follia
a vuoto adesso parli e non t’ascolto,
solo dei versi semino per via

per ricordarmi di un amore cieco
che ancora ronza appassionato in testa
ma ora son son sveglio e osservo dal Vereto
tracce consunte dei miei dì di festa.

(Boccheggiano 9.5.2021 – 2:29)


Il letto


L'immagine "Bomba sexi" è di Andrea Delogu

Ogni tanto penso a quel letto,
a quel cuscino disfatto
a quel lenzuolo arruffato
ripenso al tuo fiato
risento il respiro
l'orgasmo finito
ripenso parole affettuose
che mai più non ho udito.

Quel letto è rimasto disfatto,
nei sogni lo penso, lo cerco,
ma ora tace silente,
parole non dice,
più non sussurra frasi d'amore,
quel letto conosce adesso il rancore,
ricorda solo il rimpianto
dei tempo di gioia.
Adesso non ama la vita,
la vita gli dà sofferenza,
regala momenti di rabbia
regala momenti di noia.

Quel letto m'ha fatto sognare
a volte nuda ancora mi appari
coi seni ai cuscini abbracciati
i glutei di fianco piegati.
Ti guardo, ti sogno, ancor ti vorrei,
ma tu adesso più la stessa non sei.

(Boccheggiano 18.5.2021 - 2:34)
 

Rondini a Valpiana

E vedo le rondini volare
volano i miei pensieri lungo il mare
tra la falesia mi vado a sdraiare
tra le onde azzurre l'animo annegare.

Avrei voluto aver dimenticato
a che serve ancora a chi ho pensato?
tra questo verde triste sono stato
come rondini tra gli alberi ho volato.

Ho riempito la bocca mia di arsura
ancora nei messaggi è stata dura
eppure fino a ieri era immatura
in mente è diventata ancor più scura.

Una lacrima negli occhi m'è brillata
ma lei più non avverte e s'è scordata
con la lingua m'accorgo ch'è salata
nel cuore un'altra pena è maturata.

Nel cuor sensi di colpa ha sollevato,
ma con l'amor nessuno ho assassinato?
A me solo dolore mi ha creato
ed una pena in cuore ha conservato.

Pena d'amor che affligge ancor la mente
che m'ha debilitato scioccamente
ed anche se farfuglia e spesso mente
l'amore non cancella e lei lo sente.

Mi parlano le rondini volando
saettano tra i rami pigolando
mentre al Cristo che tace e sta guardando
chiedo perché dolor sta seminando.

(Valpiana- Massa marittima 14.5.2021 - 16,37)
 

In riva al mare



Nella foto: Lungomare Follonica oggi in una giornata di pioggia

In riva al mare tra i gabbiani in volo
a raccoglierne anche gli escrementi
e meno male che oggi piove e lava
devo avere pazienza ed aspettare.

E infatti dopo un poco sbava
il ricamo al centro del cruscotto
che già è tutto in bianco colorato
e di lavarlo, giuro, mi son rotto.

Resta nell'aria un lieve frullar d'ali
un verso stridulo che si perde in mare
mentre scende la pioggia e già scompare
quel raggio di sole che ora muore.

Ascolto il ticchettio che batte al vetro
sembra il borbottare d'un tegame
con i legumi lenti a cucinare,
ma questa è una giornata proprio infame.

Una apatia indolente anche mi assale
socchiudo gli occhi e fingo di dormire
e adesso è lei che ancor noiosa appare
ma è tardi e non riesco più ad amare.

(Follonica 1.5.2021 – 17:12)
 

Haiku – Maggio piovoso
Maggio piovoso -
a voglia di sperare
autunno in porto.

(Boccheggiano 26.5.2021 – 8:08)


Ho raccolto


La foto è tratta dal portale:
http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2013/02/neveghiacciocaserelarice.jpg

Ho colto i tuoi calori
quei baci audaci e ardenti
ho colto i tuoi bollori
gli abbracci tuoi frementi.

Sfiorato ho la tua pelle
ancor giovane e liscia
sul petto i tuoi capelli,
la lingua tua da biscia.

Ho colto gli anni verdi
che adesso sono volati
quello che oggi perdi
un dì l’hai guadagnati.

Amore puro ho dato
ci ho aggiunto la passione,
tu cosa m’hai donato?
Solo disperazione.

Vorrei sentire ancora
le dolci tue parole
ma che mai dici ora?
Neve che scioglie il sole.

(Boccheggiano 26.5.20121 – 1:12)
 

Giusto un giro


Nella mia foto: giardini a Follonica

Giusto un giro,
tanto per cambiare,
ma poi dire ognor le stesse cose,
è maggio, non fioriscono le rose
solo ginestre brillano sui poggi.

Ed io son solo,
sto ripassando ancora la lezione
non mi convince più la spiegazione
ascolto con pazienza
ma poi m'accorgo del discorso strano
che arriva da lontano.

Non ci trovo mai nulla di cambiato
solo io sono lo stesso,
e penso sempre al sesso,
penso alle sue parole
a quel che abbiamo fatto,
no, non sputo nel piatto
dove con lei ho mangiato.

È lei che dice adesso ch’è cambiata
per me è sempre uguale,
anzi direi ch'è peggiorata.
Non dico nulla spero si convinca
che è ormai finito il tempo delle more
non servono per me parole nuove
quello che lei racconta l'ho sentito
quello che dice poco lo capisco
forse perché adesso
son debole d'udito.

(Follonica 7.5.2021 - 19:35)
 

Fatti viriri nuda e fitenti


- Il dipinto è di Gino Piccioni

Fatti viriri, fatti viriri,
apri i lenzola e fammi muriri,
'i minni 'i fora fammi viriri
fammi viriri 'i cosci janchi,
'u culu ardenti vogghiu viriri,
fatti viriri nuda ‘ndo lettu,
fatti viriri ancora brucenti.
 
Parlami sempri
'a lingua striscia ancora su 'i denti,
striscia 'i mani sutta la panza,
apri li cosci senza decoru,
‘u paradisu fammi viriri
e dimmi ancora paroli ardenti
paroli ri focu vogghiu sintiri.
 
E non m’importa si tu m’imbrogghi
e ssi mi dici paroli strani,
sì, ti vogghiu porca e puru sboccata
vogghiu che tu sii fitenti e volgari.
 
Vogghiu sentiri frasi brucenti
‘mpastati a frasi duci d’amuri
fatti viriri senza mutandi
ti vogghiu vidiri d’arreto e davanti
vogghiu sintiri paroli indecenti
sugnu cuntentu sulu a guardarti
anche si ora cchiù non mi pensi
anche si ora non bboi cchiù parrari.
 
(Boccheggiano 28.5.2021 – 13,25)

Fatti vedere nuda e fetente
Fatti vedere, fatti vedere,
apri le lenzuola e fammi morire,
le mammelle fammi vedere
fammi vedere le cosce bianche
il culo ardente voglio vedere,
fatti guardare nuda nel letto,
fatti vedere ancora brucente.
 
Parlami sempre,
striscia la lingua ancora sui denti,
accarezzati sotto la pancia,
apri le cosce senza decoro,
il paradiso fammi vedere
e dimmi ancora parole ardenti
parole di fuoco voglio sentire.
 
E non mi importa se tu mi imbrogli
e se mi dici parole strane,
sì, ti voglio porca ed anche sboccata
voglio che tu sia fetente e volgare.
 
Voglio sentire frasi brucenti
impastate a frasi dolce d’amore,
fatti vedere senza mutande
voglio vederti di dietro e davanti,
voglio sentire parole indecenti
sono contento solo a guardarti
anche se adesso più non mi pensi
a che se adesso non vuoi più parlare.
 
(Traduzione dal vernacolo reggino)
 

E poi il silenzio


Nella mia foto: Boccheggiano del 2007

E poi il silenzio diventerà assordante
e non udrò mai più alcun rumore
ed ombra non avrò certo davanti,
dietro non penserò più di voltarmi.

Solo starò con tutto il mio silenzio,
voce più non udrò né ascolterò
solo me ne starò fuor dal fragore
e ignorerò sia vita e sia morte.

(Boccheggiano 2.5.2021-5:36 )
 

Dialogando
Ora è giunta l’ora del silenzio,
davvero spero che tu taccia
è inutile parlare con la pazza
ci rimetti di nuovo cuore e mente
e ti consumi dentro inutilmente.

Sei un masochista, un uomo che non ha coraggio
di sbattere il telefono nel muso
a chi finge di non capire e un dì t’ha illuso
e ancora oggi, su dei discorsi strani insiste,
insiste e ancora scioccamente t’ha deluso.

Ed hai lasciato volare un bel gabbiano
che nel momento del dolore t’ha sorriso
lei t’ha parlato in viso onestamente
non s’è nascosta dietro il perbenismo.
Quel che voleva t’ha detto chiaramente.

E t’ha regalato un po’ d’affetto
nel momento che un’altra lo negava
mancava forse qualcosa nel rapporto
nulla si sa che in terra è mai perfetto
forse son io che ho il cervello corto.

Ed ho sciupato gli ultimi dieci anni
mi ostino a non cambiare
ma il vecchio amore non potrò trovare
nel mio cuore staziona ancor l’inverno
nella sua mente il freddo dell’inferno.

(Boccheggiano 8.5.2021 – 4:22)
 

Cancello chiuso

Dietro, un amore un giorno vi ho lasciato
invano poi d'aprirlo ho riprovato
ma la chiave nel mare un dì ho buttato.

Ma ieri quell'amore è ritornato
a me però regala sofferenza
le ho detto di non disturbare
adesso è tardi e posso stare senza!

Ma l'amo ancora e ho detto una bugia
sempre la penso ma a lei più non importa
tutto l'affetto ha già buttato via
ed io adesso ho chiuso cuore e porta!

A chi lo do più questo amore, chi lo vuole?
vorrei poterlo ancora rigustare
come gelato ormai s'è sciolto al sole
come un sasso è sprofondato in mare!

Boccheggiano 17.5.2021 – 1:34


WOW!


La foto è tratta dalla pagina:
https://pixers.it/poster/wow-pop-art-55642836#configurator

Mi hai scritto: “Wow!”
in calce alla mia poesia.
Più volte ho letto e riletto
il mio scritto.
Che sciocche parole che ho scritto
di dolce ed amaro infarcite
che non avete capite.

Quel “Wow!” è fuori di luogo
l’ho scritto ma non ero in quel luogo
ad altro pensavo
forse al brigante di Lugo
che dicono fosse cortese
che amato fu nel paese
che diede dopo che prese.

Quel “Wow!” non l’ho proprio capito
non so a cosa possa servire
è un’espressione servile
in rete lasciata
da una mente malata
che in una casa di cura
a lungo tempo è restata.

Quel “Wow!” mi riempie di orgoglio
l’ho colto in un campo di loglio
quel “Wow!” non ho chiesto e non voglio
l’han scritto per caso nel foglio.

Della serie "Strullate e dintorni"!
(Boccheggiano 19.04.2021 – 4:39)
 

Sui clivi maremmani

Sui clivi maremmani dove il guazzo
ormai non resta quello della brina
vaga il pensiero mio ogni mattina
appena giù dal mio lettone sbalzo.

In questo mare poi mi tuffo e spazio
anche se affoga in qualche nebbiolina
e il Giglio par lontana barchettina
che vive aprile e già abbandona marzo.

E sto pensando a te ed al tuo mare
vedo il tuo faro che si spegne e accende
e non la smette mai di lampeggiare.

Ma questo cuor paziente ancora attende
e non si vuole ancora rassegnare
per te l’anima sua aliena e vende.

Non crede che poi valga più di tanto
in carne putrida macera sul campo.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 10.04.2021 – 13:20)


S’io diventassi cieco

S’io diventassi cieco
e un giorno chissà dove ti incontrassi
senza parlare e tu m’accarezzassi
le tue mani tremanti riconoscerei,
la tua carezza ancor ricorderei.

Mani che hanno fatto carezze ad altre mani,
a volti innocenti ormai cresciuti e adulti,
mani che sono rimaste sulla pelle,
anche se oggi usurate e decadenti,
mani un giorno splendenti
d’un rosato di giuggiola appassita
che se n’è andata un dì dalla mia vita.

Mani affusolate e dita in corsa
a inseguire sui tasti lo spartito
suoni soffusi che in città ho lasciato
il giorno che da Reggio son partito.

S’io diventassi cieco,
e un giorno chissà quando t’incontrassi,
la voce tua argentina ancor ricorderei
l’ultimo addio ancor riascolterei,
una preghiera che s’è spenta
come la cera che s’è sciolta lenta
come quel tuo sorriso stanco
che risplendeva sul tuo viso bianco
arrossato a volte di vergogna
per una mia carezza forse ardita
per quel sfiorarti pudico di dita.

S’io diventassi cieco e t’incontrassi
taci e non dire nulla.
Forse vicino a me ti sentirei
forse dal tuo fiatar,
che tu fossi vicina, forse m’accorgerei.

(Boccheggiano 12.4.2021 – 16:55)
 

Riderai

Riderai anche tu allo scampato pericolo
rivedrai dall’alto la Torre del Mangia
San Domenico,
Santa Caterina,
ti chiederai quale sia la torre più alta
che brilla nella notte senese,
del perché i proprietari l’hanno voluta più alta.

No, non ricorderai l’ansia della prima notte
guardando dal vuoto la città che dorme
pensando al tuo domani:
latte e caffè e due fette di pane
la pressione da misurare
le analisi da fare.

Ti sentirai ridicolo sulla sedia a rotelle
trasportato per i piani dell’ospedale,
un ascensore che si apre ed un altro che si chiude,
un dottore in camice bianco che ti aspetta
ed un altro che ti visita.

Strumentazioni ed il freddo del gel sul corpo,
il bagnato che cerchi di togliere e che ti si attacca ai fianchi,
ai glutei che ancora sogni sodi e bianchi
sotto i pantaloni appena abbassati.

Poi l’illusione dell’uscita:
pensi sia finita.
Ma la dottoressa in camice bianco
ti fa rimettere il pigiama
ed il vicino ti restituisce la bottiglietta d’olio silano
che gli avevi regalato convinto di stare spiccando il volo
dalla torre più alta del settimo piano.

Allora ridi all’incertezza del domani,
sì, penserai anche a lei,
guardi l’orologio sul telefonino,
cerchi un messaggio
e ti preparai a correre nella notte
inseguendo i fantasmi.

(Boccheggiano 28.3.2021 – 4:11)
 

Piove tra gli ulivi

Piove argentea pioggia tra gli ulivi
foglie traslucide cangianti
lacrime perse tra le pietre
ammucchiate ai bordi dei poderi
fatiche immani
serpenti di sassi che accompagnano
il mio pianto sprecato
i miei versi inutili
che ormai parlano solo al silenzio

(Boccheggiano 28.4.2021 – 12:50)
 

Pasqua senza resurrezione

Versai lacrime amare sulla Croce,
sotto la Croce tutte le raccolsi
nessuno mano mosse,
nessuna spina dalla testa tolsi.

Lasciai che la candela accesa
lentamente la cera poi sciogliesse,
cera su cera sul moccolo poi crebbe
s’accese anche il supporto che la resse.

E illuminò quel volto flagellato
da anni di ignoranza e intolleranza
la fede non bastò a rimodellare
quel Cristo tante volte bestemmiato.

Su quel barcone provò più d’una volta
a chiedere accoglienza
ma chiusero i cancelli e dopo i porti
invano si cercò bambini e morti.

Ed aspettò un suono di campane,
ma a sciogliere quei nodi
non bastò taglio con la lama ardente,
non bastò dire: “Per oggi son credente”!

Sbarcò a terra, ma che terra amara
sentì cantare da un nero pescatore
quel barcone appena galleggiava
nel sangue del Cristo sprofondava.

E già s’alzava l’urlo nelle tende
pesava lavorare con le spine
ma la corona in testa era pesante
e l’opulenta sponda più distante.

Ed aspettò che il suono di campana
il silenzio sciogliesse. S’illuse.
Per il suo soffrire non c’è liberazione
e non c’è Pasqua che dia Resurrezione.

(Boccheggiano 04.04.2021 : 9:40)
 

Ormoni
Gli ormoni il libertà
che ormai più non controlli
e a destra e a manca bolli
tutti di iniquità.

Il guaio che non si sa
che cosa in rete incolli
se le patate sbolli
son dure da mangià.

Chi usa la forchetta
da gente un po’ matura
senza mai tanta fretta

s’accorge se ancor dura
è la patata e aspetta
la giusta sua cottura.

Per fare sempre centro
van cotte pure dentro.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 21.4.2021 – 14:57)


Non conosco il perdono

Non conosco il perdono, l’hai distrutto
mi chiedo del perché tu m’hai plagiato
eppure tanto amore t’ho donato
m’hai ricambiato con dei giorni a lutto.

Forse ho perso tempo dietro un frutto
immaturo il dì che l’ho staccato
d’acerbo mi riempì bocca e palato
e il cuore mi lasciò arido e asciutto.

Ma dalla mente non t’ho ancora spento
leggo ogni tanto qualche tuo messaggio
delle fughe notturne nel Salento.

La luna regalava ancora un raggio
la pelle nuda accarezzava il vento
a viver senza te ci vuol coraggio.

(Boccheggiano 12.4.2021 – 3:16)


La prima rondine


La foto è di Enrico Forti di Pavia (g.c.)

La prima rondine d'aprile è già arrivata
presto ne arriveranno anche delle altre
adesso soffre sola e disperata
un forte garrito lancia al cielo
forse da Dio vuole essere ascoltata.

E sembra silenziosa la Maremma
senza rondini in cielo a volteggiare
ma a breve arriverà il tempo giusto
e lei non resterà sola a garrire
il cielo solcherà da mane a sera
e sotto i coppi delle vecchie case
riporterà ancor la primavera.

E un nuovo nido costruirà sul tetto
dei nuovi richiami ascolterò giulivi
voli chiassosi riempiranno il cielo
battiti d’ali tra castagni e ulivi.

E la natura riprenderà il suo corso
anche gli umani torneranno tali
senza più mascherina e pandemia
si fermeranno ancora a chiacchierare
la paura dal cuor presto archiviare.

E fioriranno anche le ginestre
le rose rideranno nei giardini
e riderà il mio cuore liberato
dalle paure e adesso immunizzato
finiranno anche le liti tra vicini
visto che tutto il mondo è vaccinato.

Si sa che il tutto durerà ben poco
perché presto s’accenderà un nuovo fuoco.

(Boccheggiano 10.4.2021 – 16,43)
 

Come una umile ape


La foto è tratta dal portale:
https://emiliaromagna.cia.it/wp-content/themes/yootheme/cache/apesufiori-4c1a75aa.jpeg

Come umile ape svolazzerò paziente
sulla corolla del tuo fiore.
Socchiuderai un boccio ed ascolterai il mio ronzio
la mia preghiera tesa a risvegliare il tuo amore.

Mi concederai qualche briciola di polline,
indugerò gustando il miele nel tuo calice
ricordandoti l'amore che t'ho dato,
che tu hai un tempo apprezzato,
cercato,
e poi sprecato al vento
privando di tanto nettare il mio cuore malato.

Correrò all'alveare a portare qualcosa,
forse sarò rimproverato dall'ape regina,
riceverò il disprezzo dalle api operaie
per la mia raccolta scadente,
ma il mio cuore si sazierà ripensando all'amore ricevuto,
alla dolcezza dei tuoi baci,
alla delicatezza delle tue carezze,
ricorderà le mie lacrime che hai asciugato
ed il tuo sorriso tenero per alleviare il mio disagio,
la mia disperazione,
convinto della precarietà di quell'amore
che ha riempito la mia vita
ma piagato la mia anima.

(Boccheggiano 16.04.2021 – 19:03)
 

Non hai capito
Mi ripeteva: “Tu non hai capito”.
Io mi chiedevo cosa non capissi,
più non capivo e più lei si spogliava
quanto m’amasse al cellulare urlava.

Frasi argute e pepate
frasi a volte urlate
senza alcun sottinteso
in giro pei reparti ripetute
che mi avevano tutto inebriato,
era bello sentirsi allora amato.

E tu non nascondevi nulla
in chat come Eva ti spogliavi
la mela, anzi le mele lucidavi,
nulla celavi, tutta ti mostravi.

Mi davi soprattutto il tuo sorriso
quel modo inverecondo di donare
oltre al tuo amore che m’accompagnava
anche quel desiderio che mancava.

E t’ho amato alla grande
come amato non avessi mai
stavo nuotando in un mare di guai
e in mezzo a dei voraci pescecani
in un immenso fiume australe
pieno di piraña e di caimani.

Tardi m’accorsi della tua pazzia
di quella strana voglia di apparire
i cocci poi lasciai tutti per via
resta il rimpianto e tutto il mio soffrire.

Prima hai raccolto il mio amor,
che non aveva prezzo,
ora di te conservo il mio disgusto,
la delusione e tutto il mio disprezzo.

(Boccheggiano 28.4.2021 – 2:42)
 

Come una ladra


La foto è tratta dalla pagina: https://www.nonsolo.tv/2020/08/06/teresa-la-ladra-trama-cast-e-curiosita-sulla-commedia-del-1973/

Come ladra rubasti un dì i miei baci,
a quest’ora sempre mi chiamavi
fuori correvi in mezzo alla tempesta
il tuono non temevi, era gran festa.

E t’aspettavo in fondo alla salita
sulla Suzuki in fretta poi salivi
e si correva ad abbracciar la notte
tenera eri come le ricotte.

E tenerezza anch’io ti regalavo
e mi dicevi ch’ero un uomo dolce
una dolcezza ricca di tristezza
sul volto mi passavi una carezza.

Ricordo sempre quei giorni felici
ricordo le mie lacrime sincere
tu non capivi ma io prevedevo
che quell’amor dal cuore tuo spegnevo.

Ma tu mi ripetevi:” A cosa pensi?
Goditi questo amore ch’è sincero,
non pensare al domani, alla sua fine,
cogli la rosa ed evita le spine”.

T’amavo d’un amore irrazionale
che non vedeva la diversa età
ma tu sei stata come un’animale
tutto hai travolto con spontaneità.

Ed alla fine mi ero un poco illuso
convinto col tuo strano ragionare
io l’ignoravo e mi concessi in uso
e ti inseguì nel tuo fantasticare.

Il risveglio però sempre avvilisce
chi nei sogni spesso s’abbandona
anche un bel sogno prima o poi svanisce
se incroci una donnetta sbrodolona.

(Boccheggiano 28.4.2021 – 2:11)
 

La placida Dora
La placida Dora, che il Lys raccoglie,
trasporta ogni ora, un fiume di foglie,
sono quelle che coglie
son foglie di mora.

Son foglie d’alloro, che agli alberi toglie,
di passeri un coro tra rovi e agrifoglie
tra sponde ora spoglie
in bici ancor sfioro.

La placida Dora, m’aspetta in silenzio
tra rive scolora di cardi e d’assenzio
la cosa evidenzio,
in mente mi sfiora.

Non sento qui il coro, dei merli fischiare,
che a volte assaporo dai tetti arrivare,
se sento cantare
in cuor mi rincuoro.

La placida Dora, che al Po lieta corre
di notte si esplora se urla e discorre
campana sonora
che ad ansie sa esporre.

La placida Dora, di certo non stanca,
i pioppi già infiora, lanugine bianca
le sponde colora,
quel canto mi manca.

(Boccheggiano 6.4.2021 – 10:54)
 

Come un falchetto


La foto è tratta dal portale:
https://altamura.gocity.it/library/media/falco_grillaio_lipu.jpg

Stanotte non ho sonno e sto pensando
col mio pensiero volo sul Salento
col mare mi confondo, il sole e il vento,
sulle sue tante pietre sto imprecando.

Come un falchetto in ciel sto roteando
il suo stridere acuto e forte sento
ed alimenta in cuore il mio tormento
perché ti penso a volte e vo’ cercando.

Ma a dire il vero adesso mi vergogno
d’averti fatto spazio nel mio cuore
quando ci penso spesso mi rampogno.

Io fui leale e ti donai il mio amore
forse all’inizio fu per me un bel sogno
tardi m’accorsi del mio grande errore.

Altro cercavi, tardi l’ho capito
cieco son stato e debole d’udito.

E un prezzo ho poi pagato amaramente
giusto compenso per chi mai non sente.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 25.4.2021 – 4:43)
 

Colori

Tra il verde e il giallo
il rosso intenso appare
non vedo una bandiera
né il color del mare.

Non vedo altri colori
ma il pennello
intinge i cromatismi
dal ruscello.

Color di cielo
che adorna la montagna
con il suo verde
inonda la campagna.

E in mezzo, rosso sangue,
un papavero svetta
non serve altro colore
che sulla tela metta.

(Boccheggiano 17.04.2021 – 6:01)


Che notte quella notte
Che notte quella notte e lei correva
tra il lampeggiar dei fulmini in salita
dov’è finita al fine la mia vita
la pioggia dalle nuvole scendeva.

Voltandosi ogni tanto mi rideva
ma nascondeva d’essere impaurita
forte mi urlava:”Mai sarà finita”
ma questo cuor la fine già vedeva.

Amore incerto raccoglieva il vento
lo sperdeva tra mandorle ed ulivi
e il cuor fingeva d’essere contento

coglieva il meglio di quei dì giulivi.
Che notte quella notte nel Salento
quando d’amor m’empivi e s’era vivi.

- Sonetto
(Boccheggiano 20.04.2021 – 9:49)


Alla ricerca dell’erba perduta


La foto è tratta dalla pagina FB:
https://www.facebook.com/Trekking-Delle-Basse-Vie-Della-Valle-Daosta-2236927913206401/

Alla ricerca dell’erba perduta
sugli alti pascoli di un’alba scordata
quando la brina era ancora evitata
e il guazzo tonfo di zampa goduta.

Col primo sole che già s’affacciava
tra le foschie delle valli assopite
sordo rumore di pancia sgonfiata
di corsa lieve dalla stalla lasciata.

Muggiti acuti tra i fieni tagliati
il verde intenso delle nostre vallate
tra il gorgoglio delle acque gelate
gocciolio lento dell’ultima brina.

E ricercare tra i fieni ammucchiati
gli urli perduti del tempo che passa
cogliere un fiore al riparo cresciuto
e conservarlo tra l’erba perduta.

Alla ricerca dell’erba cresciuta
sotto la siepe che il gelo allontana
dove ancora strisciare vedi una serpe
dove il verde ti sembra sempre più verde.

Alla ricerca di giorni ormai andati
con la fontina ed un pezzo di pane
duro, raffermo, alla fonte ammollato,
berci un bicchiere, sentirti un signore.

E ringraziare quel Dio che non vedi
ma che si esprime attraverso il creato
che sparge luce dove il buio ha regnato
quel tempo cerchi, ormai tempo perduto.

(Boccheggiano 1.04.2021 – 12:05)


Pippi

O Pippi, Pippi, coi tuoi occhi buoni
sotto il mantello nero un cuore ti ricopre,
e batte il cuore tuo,
batte come il mio cuore,
negli occhi leggo identiche emozioni.

Cosa separa la tua dimensione
dalla realtà che oggi vivo?

Muovi la testa,
cerchi di intuire le mie parole,
con gli occhi mi sfavilli una risposta,
forse anche tu ti stai interrogando
cercando di capire i miei pensieri.

E vedo nel tuo sguardo
tutta la gran potenza del creato
e la natura che il mondo ci ha donato
perché fosse da tutti condiviso,
e invece c’è chi ingordo si è appropriato
d’un bene che non gli era stato dato.

Ma tu non chiedi tanto:
ti basta una scodella,
scodinzoli felice e indifferente
e non guardi il ceto sociale o l’agiatezza,
se ha vestiti firmati o è un pezzente,
a te basta una parola dolce e una carezza.

(Boccheggiano 13.03.2021 – 14,46)
 

Gli orti di marzo
Gli orti di marzo dal settimo piano,
coi corvi che a frotte volteggiano ed urlano,
schizzati di bianco
già sono
ciliegi ed acacie fiorite
colombi che sbattono le ali,
mie libertà bloccate e impedite.
E mi ritrovo nei voli
tra bianche lenzuola e apparecchi son chiuso
mi sento avvilito, recluso,
vorrei anche io nell'aria planare
sugli orti di marzo che il tempo colora
vorrei volteggiare ed urlare.
E vedo davanti dei camici bianchi,
cartelle sfogliate, referti,
parole che volano pigre
che ascolto ma io da qui sono assente.
E inseguo onde sul mare
con l'Elba che mi empie di azzurro
con Ristola sempre nel cuore
lo Stretto là in fondo che appare.
No, questa sosta forzata
non empie di sbarre il mio cuore
io sono fuori insieme ai gabbiani
saetto in questo cielo senese
con corvi e colombi anch'io un urlo disperdo
con loro mi libro e mi sperdo
in questo cielo offuscato
con l'Amiata là in fondo velata
con qualche nuvola nera,
nera
come i pensieri che a tratti affogano
questa mia vana ricerca di aria
che da questa finestra m'inonda
ma che non riesco a rubare.
E in fondo il Santuario mi appare
che gioca incurante tra i mari,
e pesa questo sudario
una Croce col Cristo grondante di sangue,
coperto di spine,
che strappo, che estirpo,
per togliere il male alla fine.

(Siena – Le Scotte - 6.3.2021 – 10,02)


Eppur ti volli bene
Eppur ti volli bene e ti cercai
altro in quei giorni io non vedevo
ne cercai
eppur di donne sai ne avevo tante
ma io aspettavo sol la tua chiamata
altra donna non mi serviva
nessun altra io ne avrei cercata.

Coi tuoi difetti
che tutti mi elencavi,
coi denti storti e con il naso grosso
tu non ci crederai
ma neppur oggi posso
altre donne amare con tanta intensità,
la mia vita
la mia stessa salute
lasciai dove tu stai.

Ma a te nulla importava
oltre quel naso grosso non vedevi
frivola e lasciva
con le tue fantasie insoddisfatte
con le tue voglie matte
a te interessava sol tradire
la linfa dei tuoi umori alimentare

E sai dalla tua fonte
gli umori sgorgavano abbondanti
di maschi resistenti
hai dimostrato di trovarne tanti

Ma tutti ti hanno poi abbandonata
non credo che gli resti un bel ricordo
delle tue nudità scomposte
delle tue fantasie poco nascoste.

Nel campo ora è rimasto un vecchio giglio
secco e avvizzito
volteggia quel desiderio,
tuo insoddisfatto,
e mio d’avere insieme un figlio.

(Boccheggiano 17.3.2021 – 13:20)


Riderai
Riderai anche tu allo scampato pericolo
rivedrai dall’alto la Torre del Mangia
San Domenico,
Santa Caterina,
ti chiederai quale sia la torre più alta
che brilla nella notte senese,
del perché i proprietari l’hanno voluta più alta.

No, non ricorderai l’ansia della prima notte
guardando dal vuoto la città che dorme
pensando al tuo domani:
latte e caffè e due fette di pane
la pressione da misurare
le analisi da fare.

Ti sentirai ridicolo sulla sedia a rotelle
trasportato per i piani dell’ospedale,
un ascensore che si apre ed un altro che si chiude,
un dottore in camice bianco che ti aspetta
ed un altro che ti visita.

Strumentazioni ed il freddo del gel sul corpo,
il bagnato che cerchi togliere e che ti si attacca ai fianchi,
ai glutei che ancora sogni sodi e bianchi
sotto i pantaloni appena abbassati.

Poi l’illusione dell’uscita:
pensi sia finita.
Ma la dottoressa in camice bianco
ti fa rimettere il pigiama
ed il vicino ti restituisce la bottiglietta d’olio silano
che gli avevi regalato convinto di stare spiccando il volo
dalla torre più alta del settimo piano.

Allora ridi all’incertezza del domani,
sì, penserai anche a lei,
guardi l’orologio sul telefonino,
cerchi un messaggio
e ti preparai a correre nella notte
inseguendo i fantasmi.

(Boccheggiano 28.3.2021 – 4:11)


Tramonto a Ristola


La foto è di Manuela Trianni di Leuca condivisa da FB

Quel sangue che io persi a una panchina
tutto nel mar s’è sparso e ancor colora
adesso lei non è più a me vicina
da solo attenderò al buio l’aurora.

Non toglierò dal cuore alcuna spina
ma nulla sarà più come fu allora
l’amore lei affogò come assassina
e ad altro lido poi girò la prora.

Forse ora osserva assente da una altura
da lì vede il tramonto e più non pensa
a chi or sta soffrendo sete e arsura,

l’acqua al corpo benessere dispensa
ma viver senza amore è cosa dura
ché al cuor regala sofferenza intensa.

Indifferente il sol sprofonda in mare
ma un’alba nuova fa desiderare.

Qualcun dirà:“Domani è un altro giorno”,
altri che invece è un dì senza ritorno.

-Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 20.01.2021 – 9:15)
 

Turbamenti


La foto è tratta dal portale:
https://psicotime.it/ruolo-padre-crescita-assenza/

Mi chiedo a volte se un dì m’hai odiato
io con mio padre un dì certo l’ho fatto
e poi da adulto la casa sua ho lasciato
lasciai mia madre e questo fu un misfatto.

Mio padre? L’amor non l’ha mai dato
lo tenne dentro, mai non ebbe tatto
eppure tante cose m’ha insegnato
l’affetto non l’ho visto o l’ha disfatto.

E sono andato come foglia al vento
confuso ho rotolato per il mondo
ed anche nel mio cuor l’amor fu spento

non te lo seppi dar non lo nascondo.
Così ti persi ed oggi mi tormento
e questo cuore di rimpianti inondo.

(Boccheggiano 10.01.2021 – 1:15)
 

Smarrimenti


Nella mia foto il Vereto di Patù (Lecce) il 2 Luglio 2010

In quel tuo bel giardino mi son perso
per quanto tempo dopo lo sognai?
Verde il Vereto sotto un cielo terso
da te ad amar quel luogo anche imparai.

A toglierlo dal cuore non c’è verso
ogni tanto riappar, ma non lo sai
insieme a te per me fu l’universo
ma per la strada adesso sola vai.

E tutti inganni, inganni anche te stessa
quando riappari con un nuovo amore
sei triste e in volto ancora più depressa,

più non borbotti come un bollitore,
sembri vecchia ed anche più diversa
da quando ero di luce portatore.

Nel tuo giardino adesso regna il gelo
e qualche pianta triste di asfodelo.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 01.02.2020 – 14:09)
 

Su una barchetta


La foto è di Antonio Fino (g.c.)

Su una barchetta un dì m’addormentai
e dondolavo solo in mezzo al mare
per uno strillo a un tratto mi svegliai
vidi un gabbiano in alto volteggiare.

Sembrava sussurrarmi:”Cosa fai
non ti puoi in mezzo al mare addormentare
ma forse certe cose non le sai
con quella barca è facile annegare”.

“E tu, ragazzo mio, sei quasi morto,
dietro una donna ti sei logorato,
ti sei fregato e adesso hai il fiato corto

e paga un prezzo alto anche chi ha amato.
Ricorda il Cristo che per amore è morto
che lei per possederti ha un dì invocato”.

Ora svolazza come gabianella
e a Ristola vuol far la verginella.

Non le importa neppure di sapere
il danno fatto per il suo piacere.

Ma tanto è il male in mare seminato
che del mio sangue è tutto colorato.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 21.01.2021 – 22:22)
 

Tenerezze
E m’asciugò una lacrima sul volto
e quell’affetto mi lasciò stordito
un gesto che in mente ho seppellito
e che dai miei ricordi non ho tolto.

E m’incantai allor come uno stolto,
ma quel gesto dopo l’ha smentito
infatti, dal suo cuore mi ha abolito
resta il rancore in quelle cure avvolto.

E l’apatia adesso ha preso il posto
di tanto amore che imbottiva il cuore,
sparito è quell’affetto, s’è scomposto,

precario fu in quei giorni quell’ardore
che a tanta indifferenza oggi raccosto,
gorgoglio d’acqua dentro un bollitore.

- Sonetto
(Boccheggiano 10.01.2021 – 9:03)
 

Verrà la primavera


La foto delle betulle è di Sandra Carresi.

Verrà la primavera e poi l’estate
e la betulla rinverdirà i suoi rami
dei rosignoli s’alzeranno i canti
s’arricchirà di voli il suo colore.

E un gracidar di gazze molti udranno,
tra le sue fronde e un gran frullare d’ali,
di passerotti un lieto saltellare,
nel ciel torme di rondini squittire.

E il sole scalderà la pelle fredda
l’ultima neve scioglierà sui colli
si sveglierà la vita e nuova vita
risorgerà tra foglie ed erbe morte.

Solo la chioma mia non rinverdisce
anzi s’imbianca come fosse inverno
e, mentre splende il sol, la primavera
le ombre mi regala della sera.

(Boccheggiano 12.01.2021 – 15:28)


Ricongiungimenti


La foto è tratta dal portale:
https://www.blitzquotidiano.it/scienza/fisico-vita-dopo-morte-2785794/

Quando si muore ci si ricongiunge
in quell’anello lungo da girare
un anello con un lato aperto
che senza preavviso si richiude.

Il cerchio della vita si conclude,
il giorno di chiusura non è certo
solo il destino lo può dichiarare
quando al traguardo il nostro passo giunge.

Perché affannarsi a correre in avanti?
Meglio tardar l’arrivo alla frontiera
a quella tappa che la mente opprime
al vago di un ignoto che ci attende.

Ed anche se la morte un po’ ci offende
ed ai poeti toglie carta e rime
si sa che prima o poi verrà la sera
meglio aspettarla dentro il cuor raggianti.

(Boccheggiano 22.01.2021 – 12:41)
 

Quel figlio mai nato

Quel figlio mai nato da un seme sprecato
l’avrei coccolato, l’avrei tanto amato.

Lei nulla sapeva, nel cuor non vedeva
neppure leggeva, un corpo vendeva.

Ma io non capivo, tremore avvertivo
di notte giulivo, la voce sentivo.

Sommessa parlava, l’amor la cullava
e poi si spogliava e il corpo mostrava.

Mi aveva stordito, gradivo l’invito
muoveva quel dito sul corpo spedito.

Nel buio osservavo, ma tanto l’amavo
con lei fornicavo, ma ad altro pensavo.

A un bimbo gioioso, un frutto goloso
dolciastro e gustoso, ridente e brioso

a cui dare affetto, cullare nel letto,
guardar con diletto ciucciare al suo petto.

Un bimbo voluto non certo perduto
ad altri svenduto da altri cresciuto.

Cervello malato accorto e traviato
allor meglio è stato il seme sprecato.

(Boccheggiano 6.2.2021 – 10:02)
 

Quegli occhi
Quegli occhi mi fanno pensare
a una spianata quieta di mare
ad una vecchia lontana panchina
a Punta Ristola e lei vicina.

Quegli occhi mi scavano dentro
in mezzo all’acqua lo sguardo concentro
e guizzano viscidi sopra la tela
come dal vento sospinta una vela.

Quelli occhi sembran parlare
m’accusan ché ho smesso d’amare
“a cosa mai serve” - appena sussurro
ma la pupilla si riempie d’azzurro.

Ed una pena nel cuore mi prende
penso a colei che l’amore ora svende,
un giorno d’amor nella notte parlava
metteva la sveglia alle quattro e chattava.

Adesso lei ha chiuso la porta del cuore
più non avverte ansia e tremore
più non aspetta di udire i rintocchi
così non vede il pianto negli occhi.

(Boccheggiano 5.2.2021 – 23:02)
 

Quando morto sarò
(Dedicata al politico oggi più attuale)


Nel dipinto del Goya: Funerale della sardina

Quando morto sarò quante parole
e lodi e glorie al cielo s’alzeranno
risplenderanno come luce al sole
la mia figura tutti esalteranno.

E dietro ci sarà al mio funerale
(e penso che sia stato il più sincero)
qualcuno che di me parlò anche male
ed ha espresso in chiaro il suo pensiero.

Ma dopo qualche giorno pei rioni
ne sentirete verità volare,
che stavo bene insieme ai mascalzoni
di certo sarà facile ascoltare.

Ch’ero stato volgare e boccalente*,
avvinazzato ed anche un crapulone,
che quello che facevo era indecente
falso su tutto ed anche un imbroglione.

Ma intanto di me han scritto sul giornale,
affinché la memoria non si perda,
ch’ero stato un politico cordiale
ma solo io saprò ch’ero una merda.

*Termine toscano che sta per bullo e chiacchierone.
(Boccheggiano 15.01.2021 – 12:01)


Primavera 2021

Tra l’erba secca che all’inverno ha retto
brilla già un primo fiore colorato
lo inquadro in uno scatto e poi lo metto
tra i primi doni grati del creato.

L’osservo e dentro il cuore mi diletto
per questa gioia che il buon Dio m’ha dato,
forse l’ignoro, Lui mi dona affetto
un anno nuovo ancor m’ha regalato.

Già vedo volteggiare una farfalla,
le bianche ali sbatte appena nate
saltella tra gli stecchi, a tratti balla

ancora incerta nelle sue volate,
plana su un fior con la corolla gialla
che brilla tra pagliuzze aggrovigliate.

- Sonetto
(Valpiana 23.02.2021 – 13:15)
(Boccheggiano 25.02.2021 – 12:17)
 

Perdermi tra i tuoi monti
(A Carmelina)

Perdermi tra i tuoi monti ancor vorrei
e ritornare sotto il castagneto
nel cuor nascondo un tenero segreto
che custodisco tra gli affetti miei.

Ti ho persa e più non so dove tu sei
ma nel mio cuore ti conservo lieto
e se ti penso l’animo mi acquieto
e come allora ancor ti abbraccerei

al buio tra quelle case diroccate,
dove s’alzava spesso una zaffata,
dove le mani tue ho accarezzate.

Al lavoro dei campi eri addestrata
le tue tra le mie mani delicate
erano come terra rassodata.

E ancor ricordo anche la tua voce
rauca come il Cristo in Croce

forse con me speravi d’andar via
ti persi e più non so dove tu sia.

Ma ancor ti insegue tenero il ricordo
dei giorni giovanili che non scordo.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 24.01.2021- 15:07)


Passioni


Il dipinto è tratto dal portale:
https://www.cacciamagazine.it/wp-content/uploads/2020/12/3.jpg

Che darti ormai, non so,
un forte abbraccio,
un bacio semplice e sincero,
una carezza,
un ricordare i giorni di allegrezza,
le nostre trasgressioni,
con l’occhio vigile e guardingo
per chetar la paura e le tensioni.

E la tua pelle bianca
accarezzata in silenzio tante volte
nei nostri incontri clandestini,
io li ricordo,
ricordo i tuoi tremori
i desideri
che ardenti trasmettevi
quando fremente a me ti concedevi.

Ora rimane il corpo mio avvizzito,
il tuo sfiorito che cerchi di coprire
ma vedo ancor la pelle bianca del passato
il suo candore,
la tua tensione avverto a me trasmessa
e la passione che mi hai risvegliato
nulla per me è cambiato,
ti vedo come allor, sempre la stessa.

(Boccheggiano 02.01.2021 – 15:03)


Non so perchè ti amo
Non so perché ti amo ancora,
perché il nome tuo mi fa soffrire
ti umilio, ti distruggo e poi ti cerco
la notte non riesco mai a dormire.

Sei una merdella che non vale niente
il fisico un imbuto troppo stretto
ed i tuoi vizi, tutti li ho elencati
quando t’ho conosciuto ho maledetto.

Ho maledetto e ringraziato Dio,
anche quel giorno tutta nuda a letto
ma allora la tua pelle era ancor liscia
e sodo e bianco il prospero tuo petto.

Ma poi ho scoperto che non era amore
quello che urlavi nel supermercato
il volume abbassavo poi in gran fretta
di tanto amor mi avevi ubriacato.

Ed eri altalenante come giostra
di quelle coi sedili in ferro e in corsa
presenti nelle feste patronali,
per te non ero amor ma una risorsa.

E vedo che altri cristi impoverisci
leggo le loro suppliche e preghiere
le loro delusioni i loro pianti,
sei marcia dentro come marce pere.

E cambi, cambi sempre e non ti fermi
sempre ripeti lo stesso ritornello
ed alimenti poi odio e rancore
sei immorale e donna di bordello.

E nel bordello tu vivrai in eterno
è inutile che dici sei cambiata
te l’ho ripeto cambi sempre in peggio
perché tu sei nell’anima ammalata.

(Boccheggiano 16.2.2021 – 13:29)


Mi intorbi l’aria


Nella mia foto: acqua torbida in una vasca del Salento

Mi intorbi l’aria intorno,
sei proprio tu a intorbarla
con i tuoi scritti che tutti ho archiviato
ed ogni tanto mi si apre a lato
un file che ho memorizzato.

Leggo in silenzio.

A volte con passione,
altre con gran disgusto,
come il seminatore in mezzo al campo
hai sparso al vento semi di emozione
abbeverati li hai con trasgressione,
poi con l’insulto….
seme che non da riproduzione,
che disperazione!

E spesso soffro.

Mi chiedo cosa maturi in mente
a una persona che prima sparge al vento
dolci parole
dettate da passione e sentimento,
come possa poi in testa fermentare
pensieri oscuri e spesso senza senso,
come i grilli saltare,
passare dall’amorevole consenso
a un turpiloquio ricco di dissenso.

Scorrono nell’archivio le parole,
all’inizio armoniose,
piacevoli, eufoniche,
poi sgradevoli e contorte,
acqua di fiume tra gore rumorose,
tra sassi viscidi e spumosi,
acque stagnanti, infine,
putride e silenti,
acque che esalano fetore,
colorate di muffe,
di squallore.

(Boccheggiano 29.01.2021 – 12:15)


Panchina solitaria


- La foto è stata condivisa dalla pagina dell'amico Enrico Forti

Panchina solitaria te ne stai
al vento che ruggisce e alla tempesta
quello che provo in cuore già lo sai
senza di lei non ci sarà più festa.

Coi miei pensieri al vento te ne vai
e solo qualche sogno frulla in testa
ma insieme a dei rimpianti e a tanti guai
anche un ricordo tiepido mi resta.

Ed è il ricordo del suo corpo fresco
che s’agitava nudo sopra il letto
ed il silenzio che aleggiava intorno

quando fiorì nel campo roseo un pesco.
Il vento poi strappò petali e affetto
e fu per me un addio senza ritorno.

- Sonetto
(Boccheggiano 7.2.2021 – 15:17)
 

Meglio non ricordare


La foto è tratta dalla pagina: https://www.frasipercaso.it

Meglio non ricordar meglio scordare
per chi davvero ama che soffrire
e spesso si vorrebbe anche morire
ha un prezzo molto caro a volte amare.

E si vorrebbe un poco sorvolare
su certi affetti, e cosa c’è da dire?
Se si potesse il cuor farei zittire
e dalla mente tutto cancellare.

Ma mettere d’accordo asino e bue
non sempre è cosa facile da fare
e ognuno si terrà le colpe sue.

Non serve poi alla fine conteggiare
forse a donare siamo stati in due
non torna il conto dell’avere o dare

non è un conteggio di ragioneria
forse è l’amor che s’è buttato via.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 17.01.2021 – 14.45)


L’ultima volta

L’ultima volta che ti vidi
eri al mio fianco
pranzavi e nel piatto mi mettevi
i ciuffi d’un calamaro cotto
lo facevi con senso di disgusto
lo so, di me t’eri già rotto.

L’avevo messo in conto:
quell’amore mi giunse inaspettato
alla mia età sapevo che era un gioco
una passione nata già appassita
uno scherzo strano della natura umana
che a volte a tua insaputa
t’avvolge e poi sconvolge la tua vita.

E sorridevo
nel viso risplendeva ancora gioia
ma dentro al cuore c’era la tempesta
sapevo che dopo non t’avrei più vista,
il dito mi stringevi,
ma falsamente ancora sorridevi
mentre già lampeggiava l’autoscatto.
Il flash ci accecava
finita era la festa.

(Boccheggiano 02.02.2021 – 7:04)


Le notti bianche


La foto è tratta dal portale:
http://www.mirrorfilm.org/2010/06/10/le-notti-bianche-white-nights/

Oh che nottata dura questa notte
avrei voluto un poco riposare
invece Orfeo a spasso se n’è andato
nel cuore della notte m’ha svegliato.

Ho aperto allor l’archivio delle foto
con i filmati che avevi un dì girato
non so perché hai voluto immortalare
la giovinezza tua e a me donare.

Ho ascoltato la voce tua suadente,
le tue promesse tante volte espresse,
e quella voglia di mostrarmi il petto,
quel desiderio di portarmi a letto.

E poi quel tuo insistere a filmare
per rinnovarmi sempre la memoria
ed hai filmato dialoghi ed ambienti,
i nudi e le mie rese inefficienti.

E ci leggevo amore in ogni gesto,
e amore ripetevi nei tuoi orgasmi
quell’affetto che eterno promettevi
nel giro poi di un giorno distruggevi.

Ed io soffrivo: pietosa tu ridevi
con un sorriso dolce e consolante
che notti che ho passato a te pensando
ed il mio cuor si stava già guastando.

Ma non importa: a volte ti riguardo
con la tua pelle bianca e levigata
indietro torno a posta per soffrire
l’amor resiste e mai potrà finire.

(Boccheggiano 05.02.2021 – 13:08)
 

L’amore viene e va

Un dì chi mi chiamava “dolce stella”
mi disse che l’amore viene e va
ma io tenevo accesa la fiammella
perché nel cuore mio ardente sta.

Fu lei prima a suonar la campanella
urlandomi al mattino sono quà
m’aveva frastornato le cervella
e m’invitava al ballo del qua qua.

Ed io alla fine feci come Cecco*
l’invito presi al volo e ci ballai
sapevo e glielo dissi: “Così pecco”.

Ma fu un peccato bello che accettai
e il suo ragazzo fu più volte becco,
ma dopo io raccolsi solo guai.

Appena si calmarono gli ormoni
le sollevò le prime discussioni

e solo disse allor con gran clamore
che il tempo erode sentimento e amore.

“Per me l’amore, disse, viene e va”.
Io gli risposi: “Va, per chi non l’ha”!

Adesso non so più che cosa faccia
di lei nel cuore mio non resta traccia.


* Cecco Angiolieri che diceva:
“Se sono Cecco come sono e fui
terrei per me le donne giovani e leggiadre
e vecchie e laide lascerei ad altrui”.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 17.01.2020 – 17:34)
 

Il befano


La foto è presa dal portale: http://eziogiacalone.blogspot.com/2011/12/blog-post.html

Il befano ch’era sceso
lentamente dal camino
s’è svegliato il 6 gennaio
ed ha detto: “Cosimino,

sveglia sveglia ch’è tardino
non ricordi più il da fare
che t’aspetta il 6 mattino?
Le donnette lascia stare”!

S’è guardato nello specchio,
non è poi che fosse bello,
pur essendo incipriato
lei l’aveva lusingato.

Come fa con tutti i merli
poi ha alzato la gonnella
ormai floscia la mammella
ha mostrato la rosella.

La rosella e il deretano,
che a lei piace in modo strano,
e lo scrive nei commenti
a quei quattro deficienti

che non sanno un po’ pensare
che la vista hanno modesta
ma lei alza ognor la vesta
le piace fornicare.

E s’inventa storie astruse
ma soltanto vecchi incanta
che i ragazzi non sono scemi
di rosella ne hanno tanta.

E più fresca e profumata
mica quella un po’ usurata
che ai vecchi viene data
con la gamba un po’ allargata.

Il befano s’è svegliato
s’è sbarbato tutto gaio
ha poi preso la sua gerla
ch’era oggi il 6 gennaio.

Ed ha detto:“me l’ha data
sì, lo so che c’è di meglio,
ma sol quella io ho trovata
ma adesso son più sveglio

mi si è acceso un faro adesso
ho imparato la lezione
e passando la passione
ho capito ch’era un cesso.

(Boccheggiano 6 gennaio 2021 – 10,46)


Amor mi son cagata addosso
Amore amor mi son cagata addosso
sentivo un odor strano un po' noioso
e l’ho capito che non era il Bosso
ed io non sono un uomo permaloso.

Ma amore tu così mi hai alquanto scosso
ed oggi è anche un giorno un poco afoso
questo tuo agir senz’altro è un po’ ortodosso
e starti a fianco ci va un coraggioso.

Ti avevo ricercata in largo e lungo
e infine t’ho trovata con passione
ma tu ti caghi addosso e nulla aggiungo

ma al primo incontro mi fai un gran cagone
resto in silenzio e più non mi dilungo
ma salir mi fai alle stelle la pressione.

Ed io già assumo gli antidepressivi
spero che presto trovi i correttivi.

(Boccheggiano 24.01.2021 – 19:26)


Figlio


La foto è tratta dal portale:
https://www.laleggepertutti.it/334408_disinteresse-padre...

Quanto m’hai amato tu, io non t’ho amato
fui certamente un padre disgraziato
non è che non t’avessi nella mente
mi persi in altri affari scioccamente.

E confidavo in te, stupidamente,
ma ai tuoi bisogni non fui mai presente
e m’affidai al fatto che in passato
solo nuotai nessuno m’ha insegnato.

E tu allora ti lasciasti andare
che tu soffrivi manco ci pensai
amor volevi e non sapevo amare
anche se dentro il petto ti portai,

amor non ebbi e non potevo dare
così le nostre vite un dì sciupai.
Ch’eri da me diverso non ho visto
ti condannai in croce come il Cristo.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 14.9.2020 – 00:27)


Fabiolo


La foto è presa dal portale: https://mabastainsoma.blogspot.com/2020/07/cechov-e-le-donne-nei-cechov-si-propone.html

Tanto di te in rete hai seminato
anche a Fabiolo cosa hai raccontato?
Le tue schifezze con la scorza e polpa
“Se t’ecciti - scrivevi - è tua la colpa”.

E intanto stuzzicavi col linguaggio
era il sistema tuo per l’abbordaggio
salvo poi dire ch’eri verginella
ma a volte senza buco è la ciambella.

Ti sei aperta senza alcun pudore
nelle solite storie di squallore
che ti piaceva usare tutti i buchi
e guardar copular anche gli eunuchi.

Che spasso a pubblicare certi scritti
che tu nell’olio hai fritto e rifritti?
Ed ogni tanto rimesto nel secchiello
e trovo tutta roba da bordello.

Che uomo sciocco che un dì son stato
e come un burattino tu m’hai usato
Ed ho creduto a quando con vigore
dell’amor mi parlavi e del Signore.

Ma quando un giorno poi ti sei stancata
hai ripetuto la tua sceneggiata
al meccanico ed anche al carrettiere
al vecchio decadente e al cameriere.

L’elenco è lungo, ma la gente parla
e ci si stanca infine d’ascoltarla.
Spesso ripeton cose che già sai
ma tutti sanno quel che sei e che fai.

Infine trovi un povero imbecille
ed anche a lui accarezzi le tonsille
e gli racconti certe tue avventure
ma sempre son le solite fritture

che poi in portali immondi hai pubblicato
col maschio resistente ben dotato
che accompagnava certe esibizioni
che offrivi senza tante esitazioni.

Ora di tanto affetto cosa resta?
Sudici stracci e un po’ di cartapesta.
Di tutto quello che chiamavi amore
una schifosa montagna di squallore.

(Boccheggiano 11.1.2021 – 06:24)


Cosa mai resterà
Ma di te cosa mai resterà nel cuore mio?
Hai eretto un muro
e dietro ci hai murato le passioni
hai sollevato solo un polverone
che ha nascosto la parte più bella di te stessa,
quel tuo sorriso dolce che m’hai dato
e l’emozione che m’hai un dì trasmessa.

Tutto è concesso quando l’amor ci prende,
anche la trasgressione
che alimenta il rapporto e lo sviluppa,
naufrago mi sono attaccato un giorno
alla scialuppa
che già imbarcava acqua
era una barca mezza disconnessa
ed a guidarla c’eri tu,
no, non eri la “dolce stella” ch’io descrissi,
ma eri scurrile e immonda diavolessa.

Per te la giusta strada abbandonai
ma non sono pentito
ancora quella strada imboccherei
anche se un dì sbagliai.

Il meglio di te stessa m’hai donato
ma alla sorgente non sgorgava amore,
tale non era,
simulavi un affetto mai provato;
eran pulsioni quelle che hai mostrato
già fin d’allora la mente era malata
il copione hai male interpretato
la parte peggiore allora hai recitato.

(Boccheggiano 21.2.2021 – 12:58)


Aspettando la sera
Al fine m’addormenterò sereno
cavalcherò cavalli mentre sogno
leggero andrò nel cielo tra le nubi
e il vento m’accarezzerà i pensieri.
E spero che i miei sogni siano veri
che il ladro stia lontano e non mi rubi
la pace che da tempo cerco e agogno
così d’amore poter fare il pieno.

L’amor non scambierei con i quattrini,
tu ripetevi prendilo è un mio dono
e l’hai arricchito con la trasgressione,
con le parole ardite l’hai confuso.
Io ti credetti: forse m’ero illuso
quel rapporto colmai con la passione
a ripensarci ancora mi emoziono
poi andarono in frantumi gli altarini.

La neve il sole sciolse sopra i monti
precipitò a valle la valanga
io già stavo pagando un alto prezzo
l’ira non controllai, salì la rabbia.
All’ira non si fanno poi più sconti
e se non guardi ben pesti la vanga
che ti colpisce al viso proprio in mezzo,
ti sveglia e poi l’amore chiudi in gabbia.

(Boccheggiano 23.01.2021 – 23:23)
 

Amici


Il dipinto “Mucca al pascolo” è di Lorenzo Delleani - 1904

Ai tanti amici sparsi per il mondo
spesso ci penso e li vorrei abbracciare
i loro volti ho sempre in cuore impressi,
quando li penso un po’ di affanno provo,

un’uggiolina come di un malore
che spesso prova chi soffre d’amore
che sa che tanti amici sono andati
ma lui li vede vivi a se abbracciati.

E li ritrova a volte nei pensieri
mentre attraversa un ponte decadente,
quando sente un muggito sopra un prato,
un merlo nella notte cinguettare.

Vo’ col pensiero e come in un filmato
rivedo tra le nubi un volto amato,
la pellicola scorre un po’ all’indietro
m’assale un vuoto e di dolore impetro.

Ma vedo ancora tanti amici in giro,
oggi li sento anche se virtuali
a volte ci parliamo sorridenti
ancora siamo in vita, ancor speriamo

in un incontro, forse occasionale,
dove s’è ritrovato anche un parente
e parli tanto ma poi non dici niente,
lampo improvviso in mezzo a un temporale.

(Boccheggiano 12.01.2020 – 10:31)


Uomini grulli


La foto è tratta dal portale:
https://redbavon.files.wordpress.com/2011/07/lucy-blockhead.jpg?w=425

Noi maschi siamo dei grulli
di certo in amore citrulli

che i tempi sian belli o sian brulli
restiamo sempre tirulli.

Ed anche si resta fanciulli
confusi e spesso un po’ strulli.

A volte confondi e ti annulli
ma intorno hai sempre fasulli,

altre il tuo cuore maciulli
con pessimi amori trastulli

che sanno che siamo tarulli
che invano scaliamo dei trulli

ma infine schiacciati dai rulli
ché i maschi son sempre citrulli.

(Boccheggiano 26.12.2020 – 11:25)


Una bestia feroce


La foto è tratta dal portale:
https://ilgiardinodeltempo.altervista.org/wp-content/uploads/2014/09/fiore-di-mirto-2-300x277.jpg

Sei una bestia feroce
adesso,
hai perso la rugiada
che la notte ti aveva regalato
e che rendeva lucente la tua vita.

Ora solo polvere,
e qualche foglia insecchita
regali
a quel sole che splende,
che aveva reso piacevole il cammino.

Hai mosso con delicatezza
le corde
della mia arpa nascosta,
note piacevoli assorbivo
tra gli ulivi
ed il mirto profumato.

Ora solo l’aridità del tuo terreno
ricordo
e le tue parole volgari
che hanno cancellato l’armonia
che arricchiva il tuo animo.

Come ape smarrita
m’hai attirato,
mendicante in cerca d’affetto,
in cerca di un fiore su cui posarsi
e tu splendevi traboccante di odori.

(Boccheggiano 26.12.2020 – 9:00)
 

Un cane in attesa


Guardavo Nella mia foto: La mia cagnolina Ketty che dorme serena in un campo soleggiato a Castrovillari.

i movimenti suoi degli occhi,
la lingua nella bocca dondolante
quel suo agitare e muoversi incostante
quel flettere impaziente dei ginocchi.

Quel rialzarsi e quel guardar lontano
lo sguardo perso ad incrociar la voce
poi un battere di coda assai veloce
a una carezza in dono con la mano.

Molti diranno ch’era solo un cane
ma guardando quella bestia in volto
adesso maledico chi gli ha tolto
la vita in quelle tristi settimane.

Si sa che un cane abbaia e che non parla
ma lei comunicava anche con gli occhi
la testa poi appoggiava sui ginocchi
fissava e s’aspettava di toccarla.

E c’era in questo suo comunicare
tutto l’amore e tanto sentimento
che in chi mi sta vicino neppur sento
ma che soltanto un cane sa donare.

(Boccheggiano 22.12.2020 – 14:51)


Ti odio e ti disprezzo
Hai rubato il mio amore
ne hai fatto semente geneticamente modificata
che non produce più affetto
ma solo farina senza sapore.

Hai rubato a Valentina l’amore
diffuso concime arido sul mio cammino,
spargendo la tua volgarità,
prostituta scadente e raccogliticcia,
incapace anche di vendere l’amore.

Certo che non capivo,
organizzatrice di orge lesbiche,
di incontri a tre nel tuo talamo puzzolente
ricco solo di ormoni e di sperma.

Ricordo le tue preghiere
le tue esternazioni mistiche
il tuo invocare il Cristo sofferente
e ricordo anche la tua mente malata,
la convinzione che l’amore passi solo dal letto
che si riproduca tra le lenzuola
madide di sudore e di abbandoni
prive di amore.

Oh, squallida servetta di piaceri,
povera donna priva di spirito
venditrice di fantasie irrazionali,
squallida nei tuoi orgasmi,
fetida nei tuoi liquami,
che fine hanno fatto i tuoi cani?

Mi pongo a volte domande,
povere bestie alla catena,
ululanti sotto la pioggia,
oggetti di sperimentazioni d’una mente malata.

Mi scodinzolano nella notte
mentre ricordo “Nonno e nipotina”,
le tue storie preferite
i tuoi racconti per prendere sonno
e sollecitare sensi assopiti
risvegliare ormoni stanchi
e fantasie seppellite.

Ecco adesso forse ho capito
uomo indolente e sciocco
in cerca sempre di amore!

(Boccheggiano 25.12.2020 – 9,47)


Tenerezze


La foto è tratta dal portale: https://www.adnkronos.com

Quello che provo in cuor mi fa gioire,
a quel che sento resti indifferente,
e forse tu non puoi o vuoi capire

ma adesso io ti tengo nella mente
il mio pensiero non ti fa soffrire,
affetto io provo come un innocente

ma le mie pene non potrai lenire.

(Boccheggiano 2.12.2020 – 10:33)


Resuerezione


La foto è tratta dal portale:
http://ritrovodelfiore.it/ruben-dario-la-vecchia/rosa-secca/

Or giace piegato e pare a riposo
un poco sconfitto, alquanto umiliato
ma alza ogni tanto la testa avvilita
e strano gli sembra, ma questa è la vita.

Pur l’albero perde colore e la foglia
e dorme sereno ma dopo si sveglia,
su rami spinosi fiorisce una rosa
a volte brillante, a volte odorosa.

Ma sempre fiorisce non vuole morire
rimette le foglie e un boccio poi spunta.
Invece il mio ramo è secco e pendente
un po’ addormentato, ma a volte ancor sente.

Allora rammenta le grandi battaglie,
i fuochi passati con legna e con paglie
e infine prevede che a un fiore che muore
un farmaco doni un nuovo vigore.

(Boccheggiano 24.12.2020 – 10:20)


Quegli occhi


La foto è tratta dal portale: https://www.profumeriaweb.com

Quegli occhi proiettati dentro un sogno
e quelle labbra rosse da sfiorare
quel tuo sorriso dolce ed ammaliante
illumina lo schermo ad ogni istante.

E leggo tuttavia le tue parole
così distanti dal mio verseggiare
vorrei che tu capissi questo mondo
e l’ignoranza che ci porta a fondo.

Ed è il potere che ci affoga tutti
cattura e plasma il modo di pensare
e ci presenta un mondo che detesto
ma il mio cervello sempre resta desto.

Platone scrisse e disse tante cose
Pitagora parlò dell’ignoranza
e ci avvertì: “spesso il potere mesta
per governar sull’ignoranza pesta”.

E lascia tutto il popolo allo sbando
crea rancori e contrapposizioni
fomenta l’odio, e un mondo ci presenta
ma a cambiarlo neppure prova o tenta.

E’ l’ignoranza che va combattuta
i popoli van tutti preparati
il fuoco del saper non va mai spento
va alimentato con la legna e il vento.

(Boccheggiano 4.12.2020 – 10:10)


La saggezza
Ch’io debba dire oggi non son saggio
perché un giorno tanto amor t’ho dato
anche se poi capii d’aver sbagliato
ma a rifiutare allor ero a disagio.

E poi sinceramente ero in svantaggio,
ricordi quali foto m’hai mandato?
Gli ormoni addormentati hai risvegliato
e del cervello m’hai fatto il lavaggio.

Ora mi vieni a dire: “Eri maturo,
dovevi reagire a quel mio assalto”
ma tu sei stata simile al cianuro

le nudità mettesti in gran risalto.
Tutto m’hai insaporito col cloruro
e m’hai incitato di darti l’assalto.

Per anni dopo m’hai fatto impazzire
difficile per me fu poi d’uscire.

Prevalse con ritardo la ragione
evasi dalla scomoda prigione.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 27.12.2020 – 23:43)


Incertezze


  - La foto è tratta dal portale: https://www.valeriamilan.it/gestire-le-incertezze/

Tra tante donne opache e poco accorte
persi il mio tempo amore ricercando
mi illusero ma ancora mi domando
quale sarà davvero la mia sorte.

Ché ormai le mie giornate sono corte
non so perché mi stia tanto affannando
in questo incerto a vuoto sto remando
tra donne afflitte e a volte un po’ contorte.

Corsi nel tempo e amore anche raccolsi
mai mi bastava e nuovo ne cercavo
nel mare del Salento lo disciolsi

ma i vecchi amori non dimenticavo
quello più caro mai dal cuore sciolsi
in mente lo tenevo e conservavo.

Dei tanti amori adesso resta niente
solo il rancore offusca la mia mente.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 09.12.2020 – 16:34)


Il volto dei poeti
Mai guardare il volto dei poeti,
meglio leggere il loro animo
analizzare i loro pensieri disegnati nei versi
scavare nei loro cuori
rivoltare con un vomere le loro emozioni
ubriacarsi con il dolce liquore della frutta matura
della spremitura ricavata dagli acini dell’uva prodotta.

Leopardi, Foscolo, Pascoli, Pasternak, Montale,
Ungaretti, Garcia Lorca, Luzi,
immagini meglio da pensare che da vedere
che non emanano nulla di poetico dai loro volti anonimi
che non emozionano.

Ma emoziona l’ascolto,
la declamazione altrettanto anonima d’una voce vibrante,
intensa, emozionante,
che scaturisce da un box metallico
ricco di suoni,
di tensione,
di malinconia,
di gioia,
di espressioni che addolciscono il cuore.

Non guardate il mio volto,
oggi appassito dagli anni,
non osservate i miei capelli bianchi,
ma analizzate i miei versi
le parole che echeggiano in rete
che diffondono emozioni per nulla represse
che svolazzano libere nel cielo come aquiloni
che urlano rabbia per l’indifferenza del mondo
per i drammi che lo attraversano
per le guerre che mai finiscono
per le prepotenze che si ripetono
per l’amore che urlano
e che nessuno raccoglie.

(Boccheggiano 27.12.2020 – 10:24)


Il mio cane assassinato

Il mio cane è stato ucciso,
sembra sia morto per amore,
glielo hanno negato l’ignoranza e la stupidità popolare.

È morto scioccamente una mattina
inseguendo una cagna in amore
che non ha potuto soddisfare.
La sua bava, scambiata per rabbia,
lo condannò alla fucilazione come un partigiano
che stava lottando per conquistare la libertà.

È triste soffrire per amore,
doloroso morire per amore,
penoso pensare sempre a quell’amore assassinato.

Ne so qualcosa io che ho gustato le pene dell’amore,
io che ho tanto amato,
che ho anche tanto sofferto per amore.

Eppure ho ricordi belli dei miei amori,
non li ho mai dimenticati,
anche le lacrime ricordo,
tante e sincere,
disperato per amori giovani e vecchi,
disperato per il mio cane
che ha pagato per non aver potuto dare l’amore.

Tra le mani, a volte,
penso di avere un guinzaglio di pelle intrecciata,
il collare gli era rimasto sul collo
e giace con le sue ossa consunte,
rimaste sotto il cemento del convento delle suore.

Ogni tanto avverto il suo lieto abbaiare
quando tornavo da scuola:
per un attimo lascio la cartella
e corro fuori su una strada polverosa,
battuta dal sole,
solo,
con un guinzaglio di pelle intrecciata tra le mani.

(Boccheggiano 16.12.2020 – 9:36)
 

Lupus et agnus
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant,
siti compulsi. Superior stabat lupus,
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iurgii causam intulit;
'Cur' inquit 'turbulentam fecisti mihi
aquam bibenti?' Laniger contra timens
'Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor'.
Repulsus ille veritatis viribus
'Ante hos sex menses male' ait 'dixisti mihi'.
Respondit agnus 'Equidem natus non eram'.
'Pater hercle tuus' ille inquit 'male dixit mihi';
atque ita correptum lacerat iniusta nece.

Haec propter illos scripta est homines fabula
qui fictis causis innocentes opprimunt.
Fedro (Fabulae, 1. 1)

Traduzione in italiano

Il lupo e l’agnello
Un lupo ed un agnello, spinti dalla sete,
giunsero ad uno stesso ruscello.
Più in alto vi era il lupo,
molto più in basso, l'agnello.
Il prepotente, allora, mosso dall'insaziabile fame,
cercò un pretesto per attaccare lite.
- "Perché" – intimò - mi intorbidisci
l'acqua mentre bevo?" - Il lanuto di rimando, timoroso:
- "Come posso , di grazia, far ciò che dici, oh lupo?
L'acqua scorre da te verso me che bevo"-
Infastidito dalla forza della verità, il lupo replicò:
- "Sei mesi fa hai detto male di me."-
Rispose l'agnello:- "Per la verità allora non ero ancora nato."-
- "Tuo padre, per Ercole, - rispose il lupo - ha parlato male di me". -
E così, saltatogli addosso, lo sbranò ingiustamente.

Questa favola è stata scritta per quelle persone
che opprimono la povera gente con motivazioni banali.

(Traduzione ed adattamento linguistico di Salvatore Armando Santoro)

(Boccheggiano 11.12.2020)

 

Le chat
Viens, mon beau chat, sur mon coeur amoureux;
Retiens les griffes de ta patte,
Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeux,
Mêlés de métal et d’agate.
Lorsque mes doigts caressent à loisir
Ta tête et ton dos élastique,
Et que ma main s’enivre du plaisir
De palper ton corps électrique,
Je vois ma femme en esprit. Son regard,
Comme le tien, aimable bête
Profond et froid, coupe et fend comme un dard,
Et, des pieds jusques à la tête,
Un air subtil, un dangereux parfum
Nagent autour de son corps brun.
Charles Baudelaire, da “Spleen ed Idéal”

Il gatto
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore amorevole;
Trattieni gli artigli nelle zampe,
E lasciami naufragare nel tuoi dolci occhi
Che lampeggiano acciaio ed agata.
Quando le mie dita carezzano teneramente
La tua testa ed il tuo dorso flessuoso,
E la mia mano pregusta il piacere
Di palpeggiare il tuo corpo che elettrizza,
Io rivedo lo spirito della mia donna. Il suo Sguardo,
Simile al tuo, adorabile animale
Profondo e freddo, tagliente e appuntito come un dardo,
E, dai piedi fino alla testa,
Un’espressione sottile, un profumo contagioso
si diffonde intorno al suo corpo color marrone.

Traduzione di Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 14.12.2020 – 18,10)


Il bianco e il nero


L’immagine è tratta dal portale:
https://2.bp.blogspot.com/-ZgTo96oGfug/VTOsHLxjzMI/AAAAAAAADEE/AOaostzRG-8/s1600/887.png

Il bianco non esiste più
penso non sia mai esistito.
Il bianco l’hanno creato dopo,
è arrivato dopo.

Ci hanno provato anche i chimici
ma le macchie di nero resistono.

È inutile aggiungere sbiancanti al bucato.

Siamo tutti figli dell'Africa.
Quindi il primo colore del pittore è il nero,
che colora di scuro soprattutto il nostro DNA.

Sì, il nero.

La razza pura,
quella bianchissima che il nazismo voleva creare,
non è mai esistita,
inutilmente si è provato a crearla con la candeggina.

Le macchie di nero sono rimaste:
retaggio della stupidità umana e del razzismo.

Rassegnatevi: il nero l’ha creato Dio,
più bianco di lui non esisterà nulla
neppure il migliore detersivo lo potrà generare.

(Boccheggiano 15.12.2020 – 17:11)


Historia


La foto è tratta dal portale (nulla di quello che posto insieme alle mie poesie è causale):
https://notiziescientifiche.it/rilevanti-livelli-di-un-ormone-della-fertilita-scoperto-nei-capelli-delle-donne/

Quanto m’hai raccontato di te stessa
forse più non ricordi ma l’ho in mente
si dice a Lecce: “Quantu tu si fessa”
a raccontare i fatti tuoi alla gente.

Che appena ch’esci fuori dalla messa,
dopo che hai detto pace cordialmente,
dalla servetta fino alla contessa
ti stendono per terra crudelmente.

Ma non è colpa tua, ma degli ormoni,
ora si son calmati e stan dormendo
forse perché non trovi più coglioni

perché le doti tue stanno scadendo
ma ancor potrai trovare dei vecchioni
a cui le stesse storie andrai dicendo.

- Sonetto
(Boccheggiano 8.12.2020 – 15:39)


Funghi cattivi


La foto è di Dragana Savic

Sono funghi cattivi i miei,
cresciuti sul terreno dell’odio,
non conoscono amore
né vedono speranza.

Angoli di mondo pieni di curve,
massi che impediscono il passaggio.
Ed io che tolgo i sassi
troppo grandi
troppo pesanti per poterlo fare da solo.

Vuoi unirti a me?
Darmi una mano?

Forse in due ce la faremo…

In tre già lo sforzo sarebbe minore,
il successo possibile!

(Boccheggiano 5.12.2020 – 8:16)


Dai, dai, dai

Dai, dai, dai
che tu sola non starai
fino a quando la darai
sempre folla troverai.

Tanto tutti li hai provati
soprattutto gli invecchiati
lo si sa che i prosciutti
vanno ben se stagionati.

Qui in Toscana va la spalla
che si sa è più saporita
col pan sciocco mai non sballa
la si gusta anche svestita.

E più all’osso t’avvicini
più diventi ancor più vacca
te non gusti gli ossicini
quelli grossi metti in sacca.

Non c’è più il carrozziere
e neppure il brigadiere
or ti serve il netturbino
ma va bene l’arrotino.

Hai provato l’ingegnere,
anche lui è poi sparito,
poi è arrivato il musichiere,
anche il ginnico è svanito.

Con il ginnico che spasso
con gli annunci su Badoo
pur se duro come un sasso
resistente non durò.

Ed, infatti, se n’è andato
ma tu ancor lo vai a cercare
a me dici: “L’ho lasciato”
io ti dico: “vai a...nuotare”!

Mille volte m’hai ridetto:
“proprio ancor non vuoi capire”
e mettevi in mostra il petto
che ora è meglio far sparire.

Troppo grosso e maltrattato
te l’han troppo palpeggiato
tutti quanti l’han toccato
alla fine s’è ammosciato.

Ed a me non sfugge niente
non ti servono i piagnoni
lo si sa che una fetente
ben gradisce i crapuloni.

Dai, dai, dai
che tu sola non starai
fino a quando la darai
sempre folla troverai.

Saran pure crapuloni
meglio quelli che i coglioni.

(Boccheggiano 20.12.2020 -15:03)
 

Corso Garibaldi


La foto è tratta dal portale:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Reggio_calabria_corso_garibaldi_1_cartolina_antica.jpg

Son nato in riva a un mare colorato
d’azzurro, e spesso intriso di viola,
poi un giorno quel mare l’ho lasciato
ma spesso il mio pensiero lo sorvola.

Non ci si scorda mai dei propri lidi
sale, invecchiando, la malinconia
anche le rondini ricercano quei nidi
che han lasciato prima di andar via.

Inutilmente scruto tra la folla
a passeggio sul corso Garibaldi
profondo scavo a rivoltar la zolla
cercando un viso che la mente scaldi.

Ma adesso si han davanti le montagne
e un fiume scorre dove c’era il mare
ed ora è autunno, tempo di castagne,
chi è disattento le potrà bruciare.

E allor s’annega in un bicchier di vino
quel languore che ancora brucia in petto
e tra la folla cerchi un tuo cugino
o un volto che un dì t’ha dato affetto.

(Boccheggiano 11.12.2020 – 11:26)
 

Come un colombo


La foto e di Ramona Neagu di Follonica (g.c. 8.11.2020)

Come un colombo tubo e t'accarezzo
lo sai che ormai solo con te amoreggio
le tue carezze adesso voglio e apprezzo
altre colombe ormai più non corteggio.

Lontano sto da chi ora disprezzo
ho preso le distanze, anzi largheggio
da chi ho già pagato un alto prezzo,
libero adesso in ciel salgo e volteggio.

Dell’amor mio darò quello che resta
ma quest’amore è simile a un tramonto
colora l’onda e lascia il cuore in festa;

forse il cuor tuo ancora non è pronto
naviga penso in mezzo alla tempesta
ma anche questo l’ho già messo in conto.

Ma non ho fretta e attenderò paziente
che si risvegli quel tuo amor dormiente.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 01.12.2020 - 2043)


Come un agnellino


- La foto è tratta dal portale:
https://pascolovagante.wordpress.com/2011/04/page/2/

Sempre sognai d’aver con me un donna
che mi vedesse come un fanciullino
incerto come un giorno settembrino
mi proteggesse sotto la sua gonna.

Sentire il caldo di una gentildonna
a lei attaccarmi come un moscerino
o belar dietro come un agnellino
pregarla come fosse una madonna

di darmi un po’ d’affetto che ho bisogno,
supplice innalzerei una preghiera
convinto d’esser sveglio e non in sogno;

dietro la seguirei per la costiera
tra gli alberi di pero e di cotogno
col dolce canto d’una capinera.

- Sonetto
(Boccheggiano 1.12.2020 – 18,37)


Visioni fiabesche


La foto è tratta dalla pagina FB:
https://www.facebook.com/Romancutza/posts/703289280324318

“Sfrigolava la neve sotto i piedi
la mano si attaccava alla maniglia”
gelata era la porta
ma la natura aveva regalato
la sua bellezza espressa in un dipinto.

L’occhio spaziava su tanto candore
che il bianco aveva ovunque disegnato
quiete e silenzio poi mi regalava
rotto dall’abbaiar di qualche cane.

E dal pollaio mi giungeva il canto
d’un gallo che scandiva il tempo
e la gallina un coccodè urlava
dopo che l’uovo fresco deponeva.

L’asino nella stalla sbiascicava
trinciando fieno secco e dolce avena
oziando se ne stava indifferente
a tanta gioia ch’empiva la mia mente.

I primi due versi sono stati suggeriti da una visitatrice della pagina.
(Traduzione con Google translate)

(Boccheggiano 22.11.2029 – 8,30)


Viale solitario


La foto è di Pasquale Arena di Postiglione

Viale solitario dei miei sogni
dove il mio cuore un dì lontano ho perso
sempre ti cerco e ti rivedo in foto
ai tuoi colori aggiungo qualche verso.

Di azzurro in cielo se ne vede tanto,
l’ocra colora tronchi, rami e foglie
il verde ancora è intenso tra il viale
il bianco in cielo il suo candore scioglie.

A volte mi fermavo nella notte
ad ascoltar cantare la fontana
risento ancor lo scroscio brontolare
con una voce limpida e lontana.

Viale solitario ti ho nel cuore
ricordo quei tuoi monti con affetto
a ripensarti adesso sto un po’ male
ma ancor ti tengo vivo nel mio petto.

(Boccheggiano 1.11 2020 – 23:13)
 

Turbamenti


La foto è tratta dal portale:
http://www.klpteatro.it/wp-content/uploads/2011/05/turandot_corsetti_atto3_1.jpg

“Perché piangi?” mi chiese la coscienza.
“Non so”, io le risposi francamente,
quel volto m’è già entrato nella mente
e scava e non riesco a stare senza”.

“Vai sempre in fretta senza aver prudenza”,
rispose la coscienza mia paziente,
“sempre impulsivo come uno studente
vedo che a te mai serve l’esperienza”.

“Coscienza mia lo sai che mi commuovo”
(ma era il cuore che parlava adesso)
“se una persona sofferente trovo

e lo sai bene: sempre io son lo stesso
dentro il mio petto una passione provo
perché d’amore vivo e in cuor l’ho impresso”.

- Sonetto
(Boccheggiano 26/11.2020 – 14,57)


Sognatori


Nella foto: Torino Piazza San Carlo

Io veglio
a te sto ancor pensando
e alla tua treccia nera,
anche se l’hai tagliata
ricordo allor com’era.

E ti sognai
con i tuoi seni al vento
nuda sdraiata a letto
ed i capelli sciolti
che davano diletto.

Ora ti penso
ancor nel letto sogno
mentre a dormire stento
quei seni prosperosi
tra le mie mani sento.

Già lo sapevi
certo te n’eri accorta
quel giorno nella piazza
forse pensavi allora
di fare un po’ la pazza.

Te n’eri accorta
che i seni ti guardavo
fissavo i tuoi capelli
inseguo spesso in cielo
il volo degli uccelli.

(Boccheggiano 4.11.2020 – 5:42)


Risvegliare l’amore


- La foto è tratta dalla pagina "Farfalle" di FB

Vorrei svegliar l’amore tuo sopito
ravvivare la brace nel mio cuore
vorrei sentire ancora un po’ il calore
che aridamente avevo seppellito.

Vorrei afferrare quello ch’è sfuggito
che se n’è andato senza far rumore
e rinnovare il tempo che ho gioito,
come farfalla ancor cercare il fiore.

Cospargere di polline il tuo volto
per fecondar l’amore che c’è stato,
la cattiveria tua dal cuore ho tolto

ché per avermi tanto hai faticato.
Per questo t’amerò anche da morto
anche se dal tuo cuore m’hai levato.

A tutti il tempo infin presenta il conto
ma per l’infamia non avrai mai sconto.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 22.11.2020 – 21,39)


Porte aperte
Vorrei poter aprire questa porta
che ha chiuso l'ingresso del mio cuore
vorrei si liberasse dal dolore
dal falso amore che l'aveva illuso.
Nella prigione dove s'è rinchiuso
s'alza il suo grido come un disperato,
in quell'amore aveva lui creduto,
amor che più di un cuore aveva illuso.
Diceva sempre "tu vecchio non sei,
devi credermi, sei solo maturo
sei ricco di esperienza stai sicuro
dentro ti splende il sol non v'è mai scuro".
Lui ci credette, alfin le diede amore,
lei ricambiò decisa e con fervore
ma dopo lui capì che ogni mattina
a colazione amava una sveltina.
Era di ormoni colma in cuore e testa
come mosto in botte a fermentare
dentro bolliva e si doveva dare
la sua fame di sesso soddisfare.
Al fine lui capì su quale bestia
avesse messo il piede: troppo tardi
le mani poi si punse e alfin comprese
i guanti usar quando si coglie i cardi.

(Boccheggiano 19.11.2020 - 9,07)


Ormai è tardi


Nella mia vecchia foto: Podere di famiglia ai Piani di Galatina

Ormai è tardi per rifar la strada
che un dì percorsi coi calzoni corti
tardi sarà per ritrovar la luna
che risplendeva sopra i nostri passi

e un calcio davo qualche volta ai sassi
che si incrociava nella notte bruna
ma in altre fantasie noi s’era assorti
mentre umida calava la rugiada.

Nel buio s’alzava un frinir di grilli
ed un profumo d’erba ci stordiva
urlavan le civette e i loro strilli

la mente di paura ci riempiva
ed oggi che si vive tra gli assilli
si sogna il dì che il cuore ci addolciva.

-Sonetto
(Boccheggiano 7.11.2020 – 15:40)


Nella notte
Ti vedo per la strada sola andare
con la cagnetta che ti da un leccotto
la sento un po’ grintosa anche abbaiare
per farla stare zitta dai un biscotto.

L’impronta di un amor non sai scordare
perché dentro il tuo cuor non s’è interrotto
e ti tormenti ma più non può tornare
vivere a questo mondo è un terno al lotto.

Ti svegli una mattina e sei felice
ma poi ci mette un asse il reo destino
quel che decide fa e nulla dice

e si comporta come un aguzzino
ch’ogni letizia estirpa alla radice
e buio regala all’alba del mattino.

(Boccheggiano 26.11.2020 – 16:11)
 

Fuori pista

Non so che cosa mai ci possa fare
ma più ti penso e più mi sei vicina
mi sembri tuttavia una ragazzina
che questo affetto non potrà accettare.

Ma sei riuscita a farmi innamorare
in cuor ti sei piantata come spina
che abbonda in mezzo ai rovi e alla saggina
ed anche il cuore hai fatto sanguinare.

Che posso farci? È la mia natura
di dare amore spesso a prima vista
la chiave infilo nella serratura

neppure noto che va fuori pista,
che son bloccato con la clausura
e me la suono come un chitarrista.

- Sonetto
(Boccheggiano 28.11.2020 -15,08)


Curiosità


Nella foto: La nipotina di un mio caro amico valdostano Danilo Jayer.

Ti osservo e ti traguardo,
traguardo il tempo andato
curioso ti ho guardato
come lo fa un vegliardo.

Nel tempo mi proietto
tornato anch’io bambino
davanti a quel panchetto
d’un vecchio ciabattino.

Pagine sfoglio antiche
rinfresco i miei ricordi
buttate ormai alle ortiche

nel cuor creano accordi
un mondo di formiche
in fila che non scordi.

- Sonetto classico composto da settenari
(Boccheggiano 18.11.2020 – 9:13)


Amor tardivo

Alla mia età ti chiedo un po’ d’affetto
neppur potrei gli ormoni risvegliare
l’amor sensuale lascialo nel petto
con te vorrei potermi addormentare

in un abbraccio che da tanto aspetto,
sincero, vivo, che mi puoi ancor dare
non cerco amor da consumare a letto
ma amore vero che ci fa esultare.

Vorrei svegliarmi ancor con te al mattino
mentre risplende nella stanza il sole
vedere il tuo sorriso birichino

gli occhi splendenti come un girasole
ed ascoltare un merlo canterino
ché a dare amor non servono parole.

(Boccheggiano 30.11.2020 – 9:04)


Vereto silente

Su quel Vereto un giorno mi son perso
nuvole bianche e, sopra, un cielo terso,
dietro, un mare azzurro dove si disse
che un dì approdò la zattera di Ulisse!

Quel colle gl’ispirò poi più d’un verso
ed anche adesso lui ci torna spesso
perché tra quegli ulivi un amor visse
che lo ispirò e tante storie scrisse.

Lui si sedeva spesso su un muretto
dove un ulivo e un fico lo guardava
e spesso il cuore gli batteva in petto

quando una gazza in volo schiamazzava.
Sognava a volte e ancor provava affetto
per chi né affetto e amore meritava.

Silente è il colle privo dei suoi passi
e tacciono anche i grilli in mezzo ai sassi.

(Boccheggiano 25.10.2020 – 02:11)


Vecchia locomotiva

Penso che stia soffrendo questo treno
nei campi tra la neve abbandonato
di strada forse tanta ne ha percorso
anche se sui binari imprigionato.

Ed ha ascoltato il riso della gente
e forse ha attraversato monti e mari
di certo si è sentito in compagnia
insieme a tanti stanchi pendolari.

E si credeva utile, essenziale,
gratificato certo dentro il petto
e sussultava ad ogni vecchio incrocio,
penso per tanta gente avesse affetto.

Ora malconcia è ferma in mezzo a un campo
di certo soffre ma non ha pretese
forse ripete i versi pascoliani
sola e soletta “in mezzo alla maggese”.

(Boccheggiano 24.10.2020 – 12:15)
 

Reminiscenze


Nella mia foto la ex colonia di Scarlino (GR)

Mi sembra di sentir grida di bimbi
tra gli alti squilli d'italiche fanfare
mi sembra dai megafoni ascoltare
canzoni d'altri tempi
al Duce omaggiare ed elevare.

E mi ritrovo su una spiaggia vuota
dove i castelli sono demoliti
mi chiedo dubitoso
dove i vecchi gerarchi son finiti.

Chi mi comprende in questo meditare?

Sì, qualcuno forse ancora mi comprende.
Son quella gente furba del '43
che la camicia nera han data a te.

Ma io la vedo, sotto il rosso appare
e sento un motivetto che si espande
tra queste mura oggi abbandonate
ma che hanno visto sfilare i testimoni
d'un dittatore c'hanno rinnegato
che la camicia nera hanno bruciato.

(Scarlino 1.10.2020 – 15,15)


Parafrasi

Un tempo mi chiamavi “dolce stella”:
cos’è cambiato dopo nel tuo cuore?
Non era amore quello che provavi
né sentimento quello che mi davi.

Ma insieme all’odio che nel petto cova
resta, comunque, sempre la passione
dopo che un solco traccia il contadino
il seme sparso frutto dà un mattino.

E un fiore nasce sempre dal germoglio
che il sole scalda e dà nuovo vigore
poi l’ape su quel fiore vola e posa
dal fiore nascerà sempre qualcosa.

Così nel cuore umano ognor fermenta
quella passione un tempo generata
la fiamma smorza ma resta in attesa
di legna secca per restare accesa.

Ma è tardi ormai e manca anche la forza
per raccogliere legna là nel bosco;
poi c’è la noia, eppur bastava poco
per riavviare ancora nuovo fuoco.

(Boccheggiano 18.10.2020 – 8:57)
 

Haiku – Biàvo


Nella mia foto - Mar Tirreno (spiaggia di Scarlino)

D’intenso biàvo
è questo mar Tirreno
onda di sera.

Biàvo - https://www.dizionario-italiano.it/dizionario-italiano.php?parola=biavo

(Boccheggiano 24.10.2020 – 12:36)


Fugaci parole

Fugaci parole d’amore
a questa ora tarda di notte
ti penso
come in pensiero tornavi
assai spesso
a quest’ora tarda di notte.

Ricordi?
Io ricordo l’attesa opprimente
l’ansia di giorni di assenza
poi un suono rompeva il silenzio
un trillo
che ormai più non sento.

Fugaci parole d’amore
a volte nel sonno risento
ci penso
ti ho dato il mio amore e mi pento
amor senza senso
dal cuore sparito ormai spento.

(Boccheggiano 7.10.2020 – 1:46)


Follie


Nella foto: Giulietta Masini sul set del film "La strada"!

E sto pensando a te e alla pazzia
che m’ha offuscato un dì cuore e cervello
lo so, tutto in quel tempo è stato bello
ma poi si paga il conto alla Follia.

Lei pigra veglia a un angolo di via
poltrisce a volte sotto un alberello
avvolta nel suo morbido mantello
coltiva in cuor distacco ed apatia.

Ci si addormenta spesso a Lei vicino
perché nel sogno vivono gli umani,
ci risvegliamo quando un lumicino

le prime rughe mostra tra le mani.
Allor coscienti e con il capo chino
s’oscilla come attori felliniani.

(Boccheggiano 4.10.2020 – 12:51)


Cosa mi resta

La foto è tratta dal portale:
https://www.teleischia.com/wp-content/uploads/2019/09/autunno.jpg

Cosa mi resta ormai di quella pianta
che con amore avevo un di accudito
foglie d’autunno sui prati accartocciati
pensieri come tronchi inariditi
foglie dal vento ovunque accatastate
rametti spogli di beltà sguarniti.

Cosa più resta delle tue parole
delle lusinghe e delle tue preghiere
per irretire chi volevi avere,
cosa mai resta di tanto tuo implorare
addirittura un figlio procreare
chissà per quali fini utilizzare.

Cosa rimane di quel grande amore
che simulando dicevi di nutrire
posticci erano i pensieri per tradire
fasulli quegli amplessi tuoi volgari,
un pessimo ricordo hai tu lasciato
di giorni prima belli e dopo amari.

Nulla ora resta di quei dì passati
nudi tra bianche sabbie del tuo mare,
nulla più resta sul mio cellulare
anche il ricordo adesso m’irretisce
e dalla mente ho cancellato il volto
di chi un giorno amai come uno stolto.

(Boccheggiano 25.10.2020 – 13:49)


Consuntivi
Di quale amor mi ornai nel mio passato,
con lancia in resta sopra un bel cavallo,
all’assalto andai sotto al castello
a circuir la dolce castellana.

E colsi affetti, almeno così penso,
che legger nella donna è affar complesso
ma che l’amor non si sa dare spesso
cosa reale e vera a volte appare.

Ma lei mi fu fedele tutto il tempo
almeno così lessi alle apparenze
certo infedele un poco io lo fui
ed anche col pensier spesso mi persi.

Ora è arrivato il di dei consuntivi
invano sfogli i tempi tuoi giulivi
ora ti affanni ed anche un poco gridi
sui tuoi difetti a volte piangi e ridi.

(Boccheggiano 28.10.2020 15:12)


Ci sono notti


Nella mia foto: Punta Ristola a cavallo del mare Adriatico e Jonio.

Ci sono notti che sento suonare
mi sveglio d’un colpo
non è il cellulare.
Ci sono notti che sento parlare
ascolto in silenzio
ma solo un cane sento abbaiare.

Ma dopo il sonno più non riprendo
il tuo volto rivedo
a volte triste a volte ridendo.
Riapro allora l’archivio e m’arrendo
riguardo le foto,
spesso ti insulto ed altre t’offendo.

Ci sono notti che appari e scompari
il cuore mi spezzi
allora ripenso ancora ai due mari.
A Ristola sosto, tu nuda riappari
allora risogno
i giorni miei tristi ed amari.

(Boccheggiano 16.10.2020 – 22:05)
 

Volai nel tuo giardino


La foto è tratta dal portale:
https://www.nicepng.com/png/full/753-7534959_the-spirit-of-aikido.png

Volai nel tuo giardino, sopra un fosso
che un dì raccolse forse pesci in acqua,
a dirti che pensai oggi non posso
il tuo ricordo il tempo ora m’annacqua.

Mi parve di vedere un pesce rosso
nuotar tra i sassi viscidi sott’acqua
e sulla siepe vispo un pettirosso
le penne tra la brina bagna e sciacqua.

Anche lui guardò la tua chitarra
che tu suonavi priva di una corda
forse anche lui ti vide un po’ bizzarra,

dell’amore mio capì fossi tu ingorda.
Ma adesso posi con la scimitarra
fusa tu appari ed anche un po’ balorda.

- Sonetto
(Boccheggiano 8.9.2020 – 1:17)
 

Una foglia


Nella mia foto: foglia di platano a Valpiana 14.9.2020

Una foglia giace nuda
Sul prato ormai spoglia di emozioni
Ricorda il dì che l'acqua e il vento
L'hanno colpita e scossa inutilmente.

Lei restava attaccata al ramo verde
E s'agitava come una bandiera
Nulla poteva il vento e la bufera
Lei sorrideva a tutto e resisteva.

Ora sta immobile per terra
E l'accarezza l'erba e la vezzeggia
Ha perso il suo potere ed il suo scranno
È una regina senza più la reggia.

(Boccheggiano 16.9.2020 – 1:27)


Sgualdrine
E non son stato al gioco e l’hai capito
allor per altro amore m’hai lasciato.
Altro amor?
Ma quando mai l’hai tu provato?
Un ovulo volevi fecondare
non t’importava mai chi fosse nato.
L’avresti bassamente barattato
come amor frutto d’amore
ad altri presentato.

Turpe mercato,
in mente di sgualdrina maturato,
infida e volgare donna da trivio,
priva di morale,
che d’amor parli,
come a me parlavi,
figlio di un vero amore barattavi,
amor che non provavi.

Ma non son stato al gioco,
nuova vita non ho poi generato,
l’istinto con il cuor ho soppesato
non ero il maschio idoneo alla sgualdrina
che con la paglia frigge l’uovo in padella e lo cucina,
e allora hai spento il fuoco,
a capire chi sei ci vuole poco.

(Boccheggiano 13.9.2020 – 5:29)


Tra le gore della Sila


La foto è tratta dalla pagina : Discovering Presila

Scroscia tra gore verdi l’acqua pura
la fronte m’accarezza
agita l’erba in mezzo alla natura
un venticello con tiepida brezza

Ed una pace avverto, celestiale
dentro il mio cuore dura
e un canto di fringuelli sale
dal bosco traboccante di frescura.

Scivola l’acqua limpida, si perde
tra un canto di cicale
svolazza una farfalla in mezzo al verde
un fiore sfiora, al cielo poi risale.

(Boccheggiano 27.9.2020 – 21:28)


Scale


- Nella foto mio figlio Marcello nell'ottobre 1968, suo primo giorno di scuola.

Scendo le scale, un passo dietro l’altro
ché non v’è più l’agilità di un tempo
adesso perdo colpi e son men scaltro,
a ricordare le cose a volte stento.

E ci si sveglia spesso anche anzitempo
cerchi di ricordare di ierlaltro
ma sol ricordi l’ultimo tormento
che al cuore affanno ti donò peraltro.

Sì, la vita davvero è assai banale
e il tempo si diverte a fare torti
fiaccando il desiderio ed il morale.

E mentre penso a questi dì contorti
sogno, scendendo lento queste scale,
un bimbo sveglio coi calzoni corti.

- Sonetto
(Boccheggiano 9.9.2020 – 9:46)


Rosa fresca aulentissima


Nella foto, dipinto di Federico II°

"Rosa fresca aulentissima"
fosti te a dichiararmi amore
di notte in chat nuda ti mostravi
m'hai dato il tuo candore
i panni hai tolto dal tuo corpo
l'hai fatto con il sole e con le stelle
il primo giorno hai esposto
fresche, aulenti, le grosse tue mammelle.

Il giorno dopo hai passeggiato,
con me ignaro lungo la marina,
sì m'hai amato ma non ho capito
perché l'hai fatto, cosa progettavi,
forse pensavi che t'avrei costretta
ma tutto hai fatto senza costrizione
con me sei andata, come le mignotte,
in mini gonna e senza le culotte.

Sentivi il vento frusciare tra le cosce,
"rosa fresca aulentissima" tu eri,
e mi strusciavi a Santa Caterina
m'hai sussurrato che libera tu eri
da costrizioni, che ti ribellavi,
sapevi invece che mi stuzzicavi,
che nessuna penale avrei pagato
sapevi che soltanto tu hai peccato.

"Rosa fresca aulentissima",
l'amore è poi passato e passan l'ore
fiera tu andavi per la trasgressione
mi proteggeva allor l'Imperatore
che tra i suoi menestrelli mi teneva
capiva lui l'affetto e la passione,
ma fresco vento intorno ti girava
tra le tue cosce e un po' mi stuzzicava.

"Rosa fresca aulentissima"
su rocce nude poi tu ti sei data,
non ho capito ancora quegli ardori
le foto ti scattai sulla scogliera,
l'inferno tutto quanto mi mostravi
sullo Jonio splendevano gli umori,
gabella avrei pagato per amore
mi proteggeva allor l'Imperatore.

(Boccheggiano 4.9.2020 - 4:10)
 

Sapore di sale
Quando l’ardore cala e il senno sale
un consuntivo stilo del passato
per te ho salito e ridisceso scale
mi chiedo oggi cosa ho guadagnato.

La bocca mia sa solo di sale
per anni in abbondanza ne ho gustato
e adesso dimmi te più cosa vale
d’avere il cuor riempito di salato.

Rimangono i filmati e la tua pelle
nuda, indecente, che ho fotografato,
rimangono le notti e tante stelle

che sul Vereto m’hanno accompagnato
insieme al gracidar di raganelle
ed al mio pianto triste ed angosciato.

- Sonetto
(Boccheggiano 17.09.2020 – 14:25)


Quei geni maledetti


La foto è tratta dal portale: http://www.in-verso.it/i-poeti-maledetti/

Quei geni maledetti mi tormentano,
son sempre in movimento, mai sereni,
quei geni viaggiano instancabili
nelle mie vene, e vanno dritti al cuore
ristagnano a momenti,
fluttuano e si ribellano incostanti.

Non son viandanti senza compagnia
lo so, lo so chi ancor li alleva in corpo,
non sono solo ma viaggiamo in coppia,
son nati nelle vene d’un parente
che avevo visto già in fotografia
lei m’ha sorriso e me li ha messi in mente.

Quei geni immuni sono anche al vaccino,
perché più volte mi son vaccinato
ma già erano ribelli appena nato
e m’han seguito su è giù per lo stivale
sempre attaccati al corpo come zecche
m’han sempre diabolicamente stuzzicato.

No, solo non sono, è come una infezione
che nel sangue della razza si è infilata
ed io non penso la mente sia ammalata,
anzi risveglia spesso le passioni
passa da un lucido pensare
ad una voglia intensa di trescare.

E non serve invecchiare,
anzi la mente sembra non sanare,
l’istinto resta sveglio e mai non muore
forte gli impulsi invia a mente e cuore,
ed il ricordo galleggia stancamente,
ragione non ascolta, età non sente.

(Boccheggiano 3.9.2010 – 00:12)


Pupazzetti


- La foto del pupazzetto è presa dalla rete, ma il pupazzetto è identico a quello che trovai nel vano della benzina..

Siam tutti pupazzetti senza cuore:
L’amore? Lo scambiamo per affetto
non so se un giorno l’hai provato in petto,
in me è rimasto ancora il gran tremore

che un dì provai in quel distributore.
Nel tappo ci trovai un pupazzetto
con un “Ti amo” sopra il pagliaccetto,
giovane eri e ricca di calore.

Una bambina molto smaliziata
che passeggiavi senza mutandine
e sulle rocce nude ti sei data

urlando “amore” tutte le mattine
ma la passione non l’hai mai provata
erano solo voglie adulterine.

Mi resta adesso in mente un pupazzetto
ed una donna che più non rispetto.

(Boccheggiano 4.9.2020 – 12:23)


Passioni
L'odore intenso dei tuoi freschi umori
ancora avverto sotto il fico antico
a te io spesso penso e maledico
il dì che colsi spine insieme ai fiori.

Ed avvertivo tutti i tuoi tremori
in quella notte con la luna piena
ed oggi provo in cuore una gran pena
finito è il tempo dolce degli amori.

Rimane in mano il caldo della pelle
il forte desiderio e la passione
ed il vibrare delle tue mammelle.

Resta il disagio per l’inibizione
complice l’ombra della luna e stelle
che favorì la nostra trasgressione.

- Sonetto
(Valpiana(10.9.2020 - 12:43)


Nuda


La foto è tratta dal portale: http://www.darkveins.com/184069-vestito-niente-recensione-film/

Ero con te,
nuda agli occhi altrui,
sentivo il vento frusciar sotto la gonna,
nuda ero sotto ma per te vestita,
fin quando non ti dissi:"Allunga e tocca".

E la mano allungasti,
il vibrare delle dita nude avvertii nella vagina,
ed ero tra la gente,
fine erotismo intenso,
travolgente.

(Boccheggiano 11.9.2020 – 18:53)

 

La mort des amants

Nous aurons des lits pleins d’odeurs légerès,
Des divans profonds comme des tombeaux,
Et d’étranges fleurs sur des étagères.
Ecloses pour nous sous des cieux plus beaux.

Usant à l’envi leurs chaleurs dernières
Nos deux coeurs seront deux vastes flambeaux,
Qui réfléchiront leurs doubles lumières
Dans nos deux esprits, ces miroirs jumeaux.

Un soir fait de rose et de bleu mystique,
Nous échangerons un éclair unique,
Comme un long sanglot, tout chargé d’adieux;

Et plus tard un Ange entr’ouvrant les portes
Viendra ranimer, fidèle et joyeux,
Les miroirs ternis et les flammes mortes.
Charles Baudelaire

La morte degli amanti
Avremo alcove olezzanti di effluvi delicati,
Dei canapé sfondati come sepolture,
E curiosi fiori sulle mensole.
Germogliati per noi sotto cieli più sereni.

Esaurendo a gara gli ultimi ardori
I nostri cuori saranno come due ardenti torce,
Che rifletteranno il loro duplice fulgore
Di anime identiche come specchi gemelli.

In questa serata floreale e sotto un cielo turchino,
Noi scambieremo una unica energia,
Come un lungo pianto convulso, ricco di addii;

Poi, più tardi, un Angelo ci aprirà le porte
Verrà a rianimare, fedele e gioioso,
Gli specchi appannati e le fiamme morte.

Da “La morte” di Charles Baudelaire
(traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro)
Boccheggiano 16.9.2020 – 22:40


La fontana di Postiglione


La foto è di Massimo Pisa di Postiglione (g.c.)

Ti ricordi fontana, ti ricordi?
Quanti sorsi di notte t'ho rubato?
Ti ricordi che m'hai anche dissetato
e del mio bacio penso non ti scordi.

Schizzava l’acqua fresca nella notte
e nella gola liscia scivolava
ricordo ancor le capre e le ricotte
che il buon latte un tempo regalava.

E si andava tutti alla fontana
uomini e bestie senza distinzione
con vecchie brocche o con la mezzana
l’acqua era allora una benedizione.

E allor non c’era poi tanta abbondanza
e si viveva tutti alla giornata
e l’acqua regalava la speranza
e non chiedeva mai d’esser pagata.

Ricordo oggi quando vo’ al mercato,
e vedo secche e asciutte le fontane,
del bene negli Alburni abbandonato
e sento un gorgoglio d’acque lontane.

(Boccheggiano 6.9.2020 – 17:32)


Il sorriso della morte

Il mio è stato un incontro con la morte
sorrideva sotto il mantello nero
solo denti bianchissimi mostrava
ed occhi profondi
tanto profondi da non vedere i bulbi
ma sapevo che erano lucenti,
sapevo che insieme ai denti bianchissimi
anche gli occhi sorridono.

Ricordo quando apriva il mantello
anche i suoi seni erano bianchi
di un candore verginale
con i capezzoli color rosa
che reagivano indurendosi
ai miei baci lascivi e inverecondi
ricchi di lussuria e libido.

Ma allora teneva il mantello chiuso
lei sapeva che i seni non hanno ossa
non hanno struttura muscolare
sono carne flaccida destinata all’usura
svettano imponenti alla sua età,
lussuriosa le espone ora che la giovinezza la visita,
aspetta una carezza
orgogliosa dello sguardo felice del moribondo
del maschio sensibile al piacere fugace.

Ora Lei sorride sotto il mantello,
sapeva da tempo della sua decadenza
sapeva da tempo che l’indifferenza
avrebbe preso il posto dell’amore,
la nausea il posto del gradimento
l’angoscia il posto della felicità.

Cosa resta di tanto fervore?

Sotto un mantello nero il sorriso dei suoi denti,
degli occhi opachi in un incavo scheletrico,
un mucchio incomposto di ossa
che i vermi non hanno potuto consumare.

Questo rimane della tragica sceneggiata dei suoi squallori
insieme alla delusione ed all’impotenza,
insieme al dolore del ricordo.

(Boccheggiano 30.9.2020 – 10:53)


Croci valdostane


Nella mia foto: la tomba di Costanza Challancin di Arnad (AO)

In ogni valle vedo un cimitero
e dentro in una fossa un caro amico
ogni tanto ci passo e lo saluto
ma la sua voce tace e più non sento.

E non m’illudo ancora di incontrarlo,
nell’altra vita proprio non ci credo,
resta però in mente il suo ricordo
a volte passo e sempre mi sorride.

A breve anch’io starò da qualche parte,
che la mia vita fu un peregrinare
so dove un dì piangendo sono nato
ma ancor non so dove potrò arrivare.

Sicuramente finché potrò pensare
vedrò una croce su un tumulo infiorato
poi qualche amico si fermerà a pregare
ma ancor non so dove sarò interrato.

(Boccheggiano 5.9.2020 – 13:44)
 

Haiku – Insonnia


La foto è tratta dal portale:
https://www.istitutobeck.com/insonnia-disturbi-ansia

Morfeo m’ignora -
scrivere in piena notte
già l’alba spunta

(Boccheggiano 4.9.2020 – 5:04)


Figlio
Quanto m’hai amato tu, io non t’ho amato
fui certamente un padre disgraziato
non è che non t’avessi nella mente
mi persi in altri affari scioccamente.

E confidavo in te, stupidamente,
ma ai tuoi bisogni non fu mai presente
e m’affidai al fatto che in passato
solo nuotai nessuno m’ha insegnato.

E tu allora ti lasciasti andare
che tu soffrivi manco ci pensai
amor volevi e non sapevo amare

anche se dentro il petto ti portai,
amor non ebbi e non potevo dare
così le nostre vite un dì sciupai.

Ch’eri da me diverso non ho visto
ti condannai in croce come il Cristo.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 14.9.2020 – 00:27)
 

Consuntivi
Odor di carne aulente
frammisto a intensi umori
tra le lenzuola bianche
e aggeggi di piacere.

L’olfatto or non più sente
del tuo sudor gli odori
neppur le voci stanche
neppur le tue preghiere.

Ora ti seguo a volte
discreto nei portali
e leggo i tuoi pensieri
che scrivi senza amare,

nelle tue giravolte
nei tuoi battiti d’ali,
ma sai che non son veri
sai solo d’ingannare.

E adeschi un poveretto,
raggiri i suoi parenti
e contrabbandi amore,
ma quanto sei fetente!

Con lui ti giri a letto
con gli occhi chiusi e spenti
e simuli un languore
ma sai che il cuore mente.

Ed anche a lui richiedi
quel figlio che non ami
che serve da tagliola
ma che non scatta mai.

Nel dormiveglia vedi
quello che amore chiami
che tra gli umori vola
che mai conoscerai.

E arriverà poi il giorno,
duro sarà il risveglio,
ti guarderai d’intorno
io non sarò più sveglio.

Il colle guarderai
vedrai un amore antico
la voce sentirai
e un pianto sotto il fico.

(Boccheggiano 14.9.2020 – 14:35)


Bisogni


La foto è tratta dal portale: https://confagriasti.it

Ho bisogno di dare il mio affetto a qualcuno
fermenta d'autunno l'amore
ché l'uva nei tini decanta
ed anche il mio cuor oggi canta
profuma di mosto ed emana
un odore pungente che prende alla gola.

Oggi l'uva fa un poco soffrire
domani poi sparge il suo aroma di vino
in un calice brilla vermiglio
risveglia l'olfatto
solletica il gusto la gola
poi tacito le palpebre abbassa
il cuore rilassa.

(Boccheggiano 25.9.2020 – 8:46)


Autunni


La foto è tratta dal portale di Monte di Malo:
https://lh3.googleusercontent.com/proxy/60WuV58jju8DiIVV6HfBINvkTPzU2IKSk1yG7DoReL-3RpvjlmwH2IDjeDP1xOW_dUfbUeJsu6pqvBtDMz68ny6zaycUYiFsYVuOz5N4W17lmaiTh4NUrRoo2Q

Or che il tuo corpo florido sfiorisce
e te io sto pensando moglie e amante
ricordo il tempo quando ancor sognante
tanto t’ho amato ed il pensier gioisce.

Ora, anche la mia carne deperisce
come in autunno avviene per le piante
di foglie a terra or ne vedo tante
anche la pelle mia sbianca e ingiallisce.

Analizzo la vita mia infedele
la lista elenco delle mie emozioni
che son consunte come le candele.

Dolce è la lista delle mie passioni
ma han lasciato in petto solo fiele
e queste mie tardive confessioni.

- Sonetto
(Boccheggiano 5.9.2020 – 13:02)


Undici Agosto
Non torna più la rondine al suo tetto
partita è per dei lidi assai lontani
m’ha utilizzato come un pagliaccetto
dal dieci agosto siamo già lontani

Come cicala canto su un rametto
e non m’importa più del mio domani
di Celentano ascolto un motivetto
a Ristola volteggio coi gabbiani.

Oh, rondinella che attraversi il mare,
dopo che colli è monti hai superato,
dalla pioggia ti hai fatto accarezzare

e il vento iroso hai vinto ed hai domato,
dille che amor si dona a chi sa amare
che lei di vero amor poco ne ha dato.

Fugge il tempo sui colli maremmani
come rena che sfugge dalle mani

e lascia appena il segno di un ricordo
ma spesso anche di un rancore sordo.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 11.08.2020 – 12:43)


Un cane in attesa


Nella mia foto: La mia cagnolina Ketty che dorme serena in un campo soleggiato a Castrovillari.

Guardavo i movimenti suoi degli occhi,
la lingua nella bocca dondolante
quel suo agitare e muoversi incostante
quel flettere impaziente dei ginocchi.

Quel rialzarsi e quel guardar lontano
lo sguardo perso ad incrociar la voce
poi un battere di coda assai veloce
e una carezza in dono con la mano.

Molti diranno ch’era solo un cane
ma guardando quella bestia in volto
adesso maledico chi gli ha tolto
la vita in quelle tristi settimane.

Si sa che un cane abbaia e che non parla
ma lei comunicava anche con gli occhi
la testa poi appoggiava sui ginocchi
fissava e s’aspettava di toccarla.

E c’era in questo suo comunicare
tutto l’amore e tanto sentimento
che in chi mi sta vicino neppur sento
ma che soltanto un cane sa donare.

(Boccheggiano 22.12.2020 – 14:51)


Spavaldo ed incosciente
Spavaldo e spensierato in par misura,
illuso, disilluso ed incosciente
conoscevo già favola e fattura
la storia finì poi miseramente.

Penso che lei non fosse ancor matura
(era fuori di testa o adolescente?)
mi illuse, poi prevalse la paura
che nell’animo umano è ognor presente.

La mia spavalderia finì in dolore
le sue certezze sol fuoco di paglia
il dubbio rese incerto anche l’amore.

Per giorni poi vagai tra la boscaglia
tracce cercavo di quel tanto ardore
ma sol due facce aveva la medaglia.

- Sonetto
(Boccheggiano 01.08 2020 – 14:30)


Souvenir


Nella mia foto: Campagna di Patù.

Nelle mie foto ci sono i miei ricordi
ci sei tu nuda calda e appassionata
i luoghi dove allegra mi hai portato
dove ricca di ormoni ti sei data.

Ci sono vecchie case ed i tratturi,
anche un muretto che ci riparava
ci si sdraiava all’ombra degli ulivi,
sull’erba secca che ci tormentava.

Conservo scioccamente anche i filmati
dove poi ritornavo a immortalare
e ascolto le parole, anche i miei pianti
incisi che mi fanno tormentare.

Che stupida persona che son stato,
eppur l’avevi detto tante volte
ma a quell’affetto m’ero ubriacato
e m’hai stordito con parole stolte.

Ora, tardi, ho capito, Dio che artista!
Stavi tentando di vendere il tuo corpo
sui vetri ancor ti stavi arrampicando
e ti donavi a un vecchio beccamorto.

(Boccheggiano 30.8.2020 – 22:46)


Solo
Vo’ solitario per lidi lontani,
una voce mi sembra di udire,
sì, non mi posso sbagliare,
sei tu che ancora mi chiami.

"Che vuole che cerca?" - a volte mi chiedo,
m'assale forte un atroce pensiero
"Sta male, forse ancor sta soffrendo?"
Vorrei potere di nuovo pregare
ma in Cristo non prego, neppure più credo.

Non credo più in niente
non credo in nessuno
lei è sempre bugiarda,
lei è una che mente.

Sulla scogliera ruggisce ancor l'onda
s'abbatte e la roccia, graffia e aggredisce,
anche il mio cuore quell'onda risucchia
nei gorghi di Ristola affoga e sprofonda.

(Boccheggiano 5.8.2020 - 9:30)


La signora Cosa, cos’è

L'immagine è tratta dal portale: https://www.amicidelfumetto.it/wp-content/uploads/2018/04/Sor-Pampurio-dicembre-1930-1.jpg

Non son tipo per te, per le tue brame
tratti i tuoi amori come le puttane
e tanti ne vorresti intorno a te
molto somigli al “Signor Cosa, cos’è”*!

Ormai conosco a fondo la tua fame,
lo so che a te piace farlo in tre
non ti credevo fossi tanto infame
e un altro ne vorresti insieme a me.

Anche il nuovo ti parla di famiglia
ti scrive frasi di profondo amore
ma tu appartieni al tipo prendi e piglia

le tue sono passioni e solo ardore,
come il fuoco ti accendi per la griglia
e poi ti spegni e non dai più calore.

* "Signor Cosa, cos'è" una delle storielle del Sor Pampurio tipico personaggio curioso del Corriere dei Piccoli degli anni 1930-40.
- Sonetto
(Boccheggiano 12.08.2020 – 10:56)


Serenità
“Cerca d’esser sereno, caro Armando
lo vedo, non ti vuoi mai rassegnare,
forse tu non lo sai mai stai stancando
questa storia non riesci ad archiviare”.

Questo Daniela mi va replicando,
non vuole più vedermi tormentare
mi ripete: “il tempo stai sprecando
dietro una storia da dimenticare”.

La mente col suo dire va d’accordo
ma il cuore sembra ancor che sia sfasato
anche l’udito a volte è cupo e sordo

l’affetto avuto non l’ha cancellato
ma l’ha fissato forte nel ricordo
e l’ha sinceramente ricambiato.

- Sonetto
(Boccheggiano 16.8.2020 – 2:04)
 

Ricordo di luna

Ricordo la luna che accarezzava la tua pelle
ed il rumore lontano dei trattori
con le luci che scivolavano sulle dune.
E risento il prurito sulla pelle arrossata
dalle punture delle zanzare
che sibilavano al buio,
ubriache di sangue.

Accarezzo ancora il tuo corpo nudo
eccitato,
disteso sulla sabbia,
al buio,
che desiderava un amplesso
che faticavo a donarti.

Come ti capisco
giovane e mossa dagli ormoni,
dalla libido salente
che fermentava come marea che sfiorava la sabbia,
che lambiva i miei piedi
e mi suscitava un senso di apprensione.
Ancora scintillio di luci,
sulla sabbia distesi,
e il suono della tua voce,
ancora,
confusa al rumore dei trattori,
le tue parole ardite
ed il calore della tua pelle.

Ricordo il viscido tra le dita
dei tuoi umori abbondanti,
la rena che accarezzava i tuoi glutei
ed i tuoi abbracci frementi.

Ricordo, ancora,
quella notte di luna,
lontana,
silente,
nudi e ansanti sulla sabbia
in cerca d’un orgasmo incompiuto,
a Torre Pali.

(Boccheggiano 27.8.2020 – 22:26)


Raggio di sole


Nella mia foto: Angoli di Boccheggiano

Raggio di sole
che colori il borgo
e il tuo calore la mia fronte sfiori
rumore non ne fai
risplendi e taci
ma sento la mia pelle
accarezzata dai tuoi caldi baci.

(Boccheggiano 28.8.2020 – 11:41)
 

Plusvalenze


L'immagine è tratta dal portale:
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Sarà per me difficile scordare
guardo la parte bella d’un rapporto
dei baci e del momento del trasporto
per questo io non ti potrò mai odiare

Prevale in me la parte passionale
la revisione vecchia del filmato
di quello che s’è avuto e che si è dato
sì, è sempre quella parte che prevale.

E come accade per le plusvalenze
facendo i conti del rapporto infine
qualcosa si guadagna in monetine
e benedici certe coincidenze.

Rimane tuttavia l’amaro in bocca
di qualcosa di bello che s’è perso
si da la colpa poi al destino avverso
ma in fondo è tutto sciocca filastrocca.

(Boccheggiano 29.8.2020 – 16:19)


Passa una donna

Passa una donna su una motoretta
col casco in testa viaggia indifferente
la chiamo da lontano ma non sente
ondeggia e sulla moto un poco svetta.

Alla voce del cuor più non da retta
neppure più saluta con la mano
anche lei sta invecchiando piano piano
d'amarla è giunta l'ora che io smetta.

A cosa serve ancora ricordarla?
Qual frutto coglierò nel suo giardino?
Svolazza adesso come una farfalla

felice abbaia come un cagnolino
che più di me di certo saprà amarla
che con dei versi sciocchi la sviolino.

- Sonetto
(Valpiana 7.8.2020 – 19:02)


Panchina muta


- La foto è di Luigi Sasdelli di Aosta (g.c.)

Su una panchina muto se ne stava
da qualche foglia gialla accompagnato
l’estate da lontano lo guardava
sol dal silenzio adesso confortato.

Quel suo tacere un po’ lo tormentava
ma dopo un po’ di lui s’è ricordato
e intanto un’altra foglia si staccava
dal ramo che si era addormentato.

Ed era anch’esso già foglia avvizzita
il tempo se ne andava tristemente
l’autunno ora avvolgeva la sua vita

ed anche le emozioni aveva spente.
Foglie morte cadevan sulle dita
e intorno a una panchina senza gente.

- Sonetto
(Boccheggiano 2020 – 22:15)
 

Mi sveglio e ti penso


La foto è tratta dal portale: https://ilsalvagente.it/

Mi sveglio di notte
ti penso e non dormo
e nuda ti vedo
distesa sul letto.

Le puppe abbondanti
i glutei cadenti
con gli occhi socchiusi
gli umori perdenti.

E vedo i tuoi fianchi
tra orgasmi e strumenti
sia neri che bianchi
ancora vibranti.

E ancor mi domando
qual mente malata
un giorno d’autunno
io avessi trovata.

Eppure ho nuotato
anch’io in quel mare
le onde frementi
non posso scordare.

Mi sveglio la notte
mi giro nel letto
e ancora rivedo
le nere culotte.

(Boccheggiano 22.8.2020 – 6:44)


Maturità


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/38/Durston_gigantomastia_1670.png

Ora che sei adulta e più matura
di certo troverai un ragazzetto
ti parlerà d’amore, anche di Cristo,
e poi ti strapperà il tuo reggipetto.

Flaccide e appesantite dall’età
fuori ti salteranno le mammelle
ma adesso non son sode ma cadenti,
saranno come tremule fiammelle.

Ti illuderai di poter donare
ancora amor ma poco durerà
è giovane e sospinto dagli ormoni
come lo eri tu tant’anni fa.

E dopo che avrà spento la fiammella
lo sai di certo ti abbandonerà
inutilmente la terrai accesa
su un fresco fiore altrove volerà.

(Boccheggiano 30-8-2020 – 00:29)


Le mie sensazioni


- La foto è tratta dal portale: http://www.strettoweb.com

Le mie sensazioni
vulcani in piena eruzione,
fumo, magma, odori di zolfo,
respiro vitale che manca,
di cui si avverte il bisogno
come svegliarsi da un sogno.

E dopo ventate improvvise
che spazzano fumi ed odori
e spazi infiniti, azzurri di mare,
voli di bianchi gabbiani,
spruzzi di onde su rocce
labbra seccate e salate
linde giornate pensate e cercate.

Le mie sensazioni
figlie di mente e di cuore
d’un sorriso di donna
d’una frase per caso lasciata
su una pagina in rete silente
che parla di vita vissuta,
sussurra disagi e armonia,
che nuovo calore riaccende dal niente
e nuvole bianche in ciel sparge ed invia.

(Boccheggiano 5.8.2020 – 15:45)


Luna crescente

Nella mia foto: Luna sulla Maremma.

Questa sera guardavo la luna
con la gobba rivolta a ponente
ripetevo il vecchio proverbio
e dicevo che è luna crescente.

E la notte era lucida e tersa
e nel cielo brillava splendente
e vagava il mio mesto pensiero
il tuo volto riempiva la mente.

Ma tu forse ad altro pensavi
oramai sono un vecchio ricordo
le lenzuola hai più volte cambiato
ma il tuo corpo ancora non scordo..

Ho le foto ed anche i filmati
ogni tanto ne guardo qualcuno
tutti i baci e gli abbracci sprecati
in un sogno lontano raduno.

(Boccheggiano 24.08.2020 – 1:08)


Lacrime di stelle


La foto è tratta da:
https://gazzettadelsud.it/articoli/archivio/2018/08/05/stelle-cadenti-arrivano-le-lacrime-di-san-lorenzo--ecd07e56-2d7b-4c91-843c-49cd4f9fe3ae/

Stanotte lacrime di stelle
e non capivo tanta mia tristezza
poi mi sei apparsa in sogno sorridente
ma ormai non posso più donarti niente.

Sorridi sempre, in tutte le tue foto,
ma il tuo sorriso non mi dona gioia
il cuore m'empie di mestizia e noia.

Il cielo scruto, cerco la speranza
tutto è in salita ed il mio passo sfianca
nel cielo striscia una cometa stanca.

(Boccheggiano 9.8.2020 – 9:04)


I segreti del cuore
I segreti del cuore
se ne stanno nascosti,
in disparte,
in un angolo quieto di mente;
non son cancellati
ma giaccion silenti,
hanno quasi vergogna di essere stati
rumor di fiumara fremente,
ruggito rabbioso di vento,
che ancora si sente.

(Boccheggiano 21.08.2020 – 12:11)


Attrazioni
Lo so che sei attratta per il nuovo
e a volte basta solo un venticello
cambi opinione, sei come un uccello
che spesso smette di covare l'uovo.

Ed abbandoni il Cristo in mezzo al rovo
lo lasci come fosse un poverello
ma questo atteggiamento ormai lo trovo
come un comportamento poco bello.

Infatti, illudi sempre un disgraziato,
creder gli fai che in te fermenta amore
ma quel calor si spegne appena nato

perché non è maturo nel tuo cuore
e intanto più persone hai disgustato
sul tuo passaggio semini squallore.

- Sonetto
(Boccheggiano 14.8.2020 - 14:33)

Amore perso
Avevi un amore e l’hai perso
adesso lo cerchi ma invano
per te lui non scrive più un verso
non serve distender la mano.

Rimane nel cuore tuo impresso
la voce di un lieve richiamo
lo cerchi ma è tardi, e adesso
non dice e ne scrive :”Ti amo”!

Ti sembra che dorma vicino
lo senti finanche russare
ai suoi baci pensi perfino

e al dì che hai smesso d’amare.
Di lui resterà un lumicino
e una foto in rete a guardare.

- Sonetto
(Boccheggiano 21.8.2020 – 2:26)
 

Mondi separati
Frazioni di istanti abbiamo vissuto,
le mie sensazioni appassite,
le tue esuberanze,
la forza d'aver espugnato il mio cuore,
senza pensare al domani,
senza pensare al dolore,
alla nave che stava affondando,
che dopo a picco è colata.
Hai colto gli ultimi umori,
la grande fatica di darti quel poco,
che ancora restava,
quel poco che hai colto
smuovendo la brace
soffiando sul fuoco
per far ripartire la fiamma
che dopo s'è spenta
perché non hai messo la legna,
ma solo paglia hai usato
che vivida fiamma t'ha dato,
ma il fuoco poco è durato.

(Boccheggiano 3.7.2020 - 10:09)


Il mio silenzio

Il mio silenzio ancora ti colpisce
come un ramo che sbatte sopra il viso
di te mi resta ancora il tuo sorriso
che dalla mente mia giammai sparisce.

Ed io ti spio, l’amore non finisce,
ancora del tuo sangue il mio è intriso
m’hai trasportato un dì nel paradiso
dove l’amor germoglia e poi fiorisce.

E ancor sorridi da una foto antica
che quando tu m’amavi t’ho scattata,
pungente adesso sei come l’urtica

e in rete per dispetto l’hai postata.
Se t’ho archiviata in mente da nemica,
nel cuore resti la mia donna amata.

- Sonetto
(Boccheggiano 01.07.2020 – 19:11)


Lavandaie

C’è gente che ha nulla da fare tutto il giorno,
insudicia il bianco di un quaderno
col nero inferno d’una penna.

Pensieri strizzati sul torrente che scorre,
acqua gelida che le mani tormenta
e schizza negli occhi, nella mente,
e dice: “Che freddo che fa, quant’è opprimente”.

C’è gente immersa in onirici pensieri
gode per frasi dette e fatte
vuole stupire e si stupisce
sciacqua pensieri,
impazzisce.

Poi il pirla di turno che insegue la sua preda
ragno nascosto tra molli cortecce
di platani che cambiano la pelle
che saltella, traballa,
legge e costruisce critiche indecenti
cerca lo scoop innaturale
ed io mi chiedo: “Alfine, cosa vale?”

(Boccheggiano 22.07.2020 – 23:58)


Haiku – Relax
Ozio d'estate -
Il mio pensiero vola
Brezza di vento.

(9 Luglio 2020 - h.18:00)


Haiku – Pace
Giorno di luglio -
la pace tra i castagni
di verde vivo.

(8 Luglio 2020 – h.20:43)


Fantasmi

Fantasmi son sortiti dai quei vetri,
ombre fugaci di bambini e vecchi
e li rivedo, tra i tabacchi secchi,
allineati sul campo in pochi metri.

Non parlano, ma hanno il volto triste,
la loro terra ad altri abbiamo ceduto,
la terra dove un dì hanno vissuto
che in due vasetti ancor per me resiste.

A volte provo a farla respirare,
la giro con le dita e m’infarino.
Indietro penso allora di tornare

ma non si può: così volle il destino
che nessuno potrà giammai mutare
neppure se a provar sarà il divino.

(Boccheggiano 13.7.2020 – 00:41)
 

Come onda di mare
Sto sorridendo mentre penso al mare,
alla risacca che colpisce i massi
al frigolar dell’onda sulla sabbia
che sotto i piedi il suo risucchio scava.

E la mia mente dai pensieri lava
con se inghiotte anche la mia rabbia
il cuor vorrebbe che il livore passi
poterti come un tempo ancora amare.

Ma c’è l’inferno adesso nella mente,
la delusione è stata grande e tanta
non trova più l’accordo con il cuore

ed il ricordo lentamente muore
come l’onda che sulla roccia schianta
e in mare defluisce lentamente.

Lo strillo ascolto in volo d’un gabbiano
sembra la voce afflitta di un umano.

(Boccheggiano 5.7.2020 – 9:52)


Una casetta dal colle

Per me l’amore tuo un dì hai scordato,
eri impazzita più non ragionavi
e in fondo io sol poco avevo dato
ma a letto volentieri con me stavi.

Ma quel che avevo tutto ho regalato
affetto e amore e non ti lamentavi
quand’ero triste tu m’hai consolato
e a volte lui lasciavi e me cercavi.

Mi ero illuso, ma sempre cosciente,
era forse l’età che alimentava
tutto quel fuoco che avvampava in mente

ma anche il cuore mio ti ricambiava
l’amor che davi e fu riconoscente
ma già intuiva il prezzo che pagava.

Ora il mare è tacito e tranquillo
ma a volte ancor di te sono un po’ brillo

perché vado a guardar dal colle antico
una casetta che oggi maledico.

(Boccheggiano 4.06.2020 – 15:13)


Versi persi


L'immagine è presa dal portale:
http://3.bp.blogspot.com/-Slrzyds1THI/T7EZlu9B43I/AAAAAAAABd0/Covq1sGgwDw/s1600/sassolino+in+mano+effetto+invecchiato+ok.jpg

Non scrivo più per te, scrivo per me,
finita è da un pezzo la passione
non farti, dolce stella, più illusione
dei versi miei non chiederti il perché.

A verseggiare non so più cos’è,
penso che lo farò per punizione
per ricordare sempre la lezione
ed evitar le donne come te.

Che mi fai schifo ormai l’avrai capito
la giovinezza passa e il corpo muore
non credo tu sia debole d’udito

la crema non ripara i danni al cuore
io adesso a camminar non vo’ spedito
ed anche a te pian piano passan l’ore.

E arriverai in cime alla salita
la sabbia sfuggirà dalle tue dita

ti resterà in mano un sassolino
quello assegnato un dì dal tuo destino.

(Boccheggiano 16.06.2020 – 15:12)


Vicoli di Cinquefrondi


La foto è tratta dalla pagina:
https://www.comune.cinquefrondi.rc.it/images/news/2017/case-1-euro/centro-storico.jpg

Tra i vecchi vicoli di Cinquefrondi
le mimose colorano i muri ora cadenti
gli usci senza porte e finestre inesistenti
dove la notte tutte le luci ha spente
dove il vocio dei bimbi è adesso assente.

E volo con gli occhi di bambino
a quelle scorrazzate a piedi scalzi
alle more nutrienti su siepi e rialzi
lungo le strade bianche ed assolate
sotto il sole d’agosto in piena estate.

Ricordo anche d’autunno le castagne
raccolte sulla strada provinciale
oh Dio, se allor si stava tutti male,
mio padre in guerra e in casa tanta fame
colpa addossata a un dittatore infame.

E rivedendo adesso le mimose
quasi assaporo ancora il loro odore
ma adesso vedo solo un gran squallore
ed una idea che illumina la mente
di chi amministra penso saggiamente.

(Boccheggiano 15.06.2020 – 16:19)


Stella morente


La foto è tratta dal portale:
https://lunanuvola.files.wordpress.com/2018/10/fading-rose.jpg?w=584

Come rosa al tramonto
petali appassiti
colori sbiaditi
tu, sfiorita sera,
tra stelle morenti
graffiando un cielo
che implora perdono
che non conosce pietà.

(Boccheggiano 15.06.2020 – 1:34)


Senza bussare


La foto è tratta dal portale:
https://www.latinacittaaperta.info/wp-content/uploads/2019/06/abbracciarsi.jpg

L’amore arriva senza bussare
non guarda il tuo corpo e l’età
non si ferma neppure a pensare
a quel che da tempo non si ha.

Non riguarda una ruga scavare
nel volto la persa beltà
nell’anima discende a cercare
il bello che mai morirà.

E basta un sorriso
un lampo di gioia negli occhi
un vezzo che illumini il viso

e allor scarabocchi
ancora un verso impreciso
che nuovo affetto trabocchi.

- Sonetto a schema libero
(Boccheggiano 03-06.2020 – 2:35)


Riflessioni


Nella foto: Dipinto di Egon Schiele, donna nuda seduta con gambe aperte, 1912

Al giorno del rimpianto non pensare
scopri la carne laida nel letto
larghe le gambe tieni e metti in mostra
il sesso che a molti da diletto.

Eccita pure ancora la mia mente
nella notte fai squillare il cellulare
sussurrami le frasi trasgressive
che tanto mi facevano eccitare.

Non importa che fossero bugie,
tu le sapevi bene raccontare,
quel povero ragazzo t’ha creduta
per bene lo sapevi cucinare.

Ma dalle sbornie poi ci si risveglia
per un poco si prova mal di testa
se prendi un’aspirina tutto passa
“gabbi lo santo” e passa anche la festa.

E festa è stata ma con tante spine
come colui che a Pasqua utilizzava
per penitenza, e il corpo si copriva,
se un palo urtava poi bestemmiava.

E sono state proprio quelle spine
che alla fine mi hanno risvegliato
col tappo ho chiuso bene la bottiglia
e sobrio e ben cosciente son tornato.

(Boccheggiano 15.06.2020 – 23:03)


Haiku - Ègro


La foto è tratta da storia della cultura ligure

Ègro e dolente -
sotto un cielo stellato
speranza vana



(Boccheggiano 16.06.2020 – 10:58)


Come una ladra
Come una ladra sempre ti nascondi,
dietro un profilo altrui poi a volte appari
pubblichi le tue foto
ripeti le tue solite stronzate.
Ora con un bambolotto ti trastulli,
doni il corpo che ad altri hai già donato,
l'hai dato anche a me già stagionato
ma il sesso ormai per te non è un tabù
e lo puoi dare a chi ti va di più.
Lui ignaro non saprà della sua fine
ma la so io ed anche tu lo sai
che il letto tuo mai non avrà confini.

(Valpiana 25.06.2020 - 18:53)


Bussa il silenzio
Bussa alla finestra il silenzio
ma il suo tocco non fa rumore
nessuno lo sente
la porta resta chiusa.

Insiste, il silenzio!
Fuori soffia la tramontana
il suo cuore è freddo
cerca calore
cerca un riparo
cerca l’amore.

Ma lei ha bloccato il chiavaccio
il cilindro ha girato più volte
la chiave non trova più l’ingresso della toppa
ossidata dall’incuria e dall’abbandono.

Bussa il silenzio
sommerso dal soffiare del vento
che annega la voce del cuore:
nessuno più ascolta
e lei asserisce assonnata
che forse è un ramo
che il giardiniere ha dimenticato di potare
e che urta contro i vetri della finestra.

(Boccheggiano 9.06.2020 – 00:39).


Celeste
Celeste non lo sei e non ti vedi
il nome non vuol dire proprio niente
te l’han messo, s’accetta per com’è
qualcuna avrebbe scelto Giosuè.

Questa sera viaggio tra i ricordi
e vago su e giù per lo stivale
mi fermo in cerca dei miei vecchi amori
del seme sparso colgo sol dolori.

Un sol splendente acceca la tua casa
che sempre guardo quando vò al Vereto
tu poverina sei del tutto ignara
ma a sol guardare fò la vita amara.

Io amore ho seminato tra le zolle
anche loro son rosse come il sangue
rossi papaveri poi il terreno ha dato
con il mio sangue tutto l’ho bagnato.

Volano i petali, farfalle rosseggianti,
con le rondini volteggiano sul colle
passano gli anni, imbiancano i capelli,
e tocca a te portar gli altrui fardelli.

E manco sai che a te io sto pensando
sapessi quante cose che ho archiviato
ma i segreti con me poi moriranno
e orecchie estranee mai nulla sapranno

di quello che nel tempo mi ha narrato
la strana figlia che tu hai generato
perché a me non interessa ormai
di seminare quello che non sai.

(Boccheggiano 20.05.2020 – 23:07)


Ad una gabbianella


Nella mia foto: Gabbianella a Follonica

Oh, gabbianella che volando vai
e scivoli serena sopra il mare
se in fondo allo stivale arriverai
sulla sua casa vatti a riposare.

Fermati sul terrazzo tra gli ulivi
forse due note ancora sentirai
quello che resta dei miei dì giulivi
quando il suo grande affetto assaporai
.
Dille che son sereno e più non penso
al male che in giro ha seminato
il mio fu sciocco amore forte e intenso
ma nel mio cuore ormai s'è prosciugato!

Dille di non provare alcun rimpianto
perché non serve a riportare in vita
chi tra i lumini dorme in camposanto
con le dita intrecciate tra le dita.

(Boccheggiano 8.6.20 – 3:59)


E canto i morti miei
E canto i morti miei,
li conto,
voci lontane, mai dimenticate,
urlo dalle pajare
in mezzo al campo verde sol di tabacco.
E giù, la terra rossa,
polvere che un filo d’acqua aspetta
rugiada nella notte
madida l’erba ricca della brina
ed umidi i capelli.

“Non fosse per questo sereno che giù cade
tutto secco sarebbe”,
risento le parole di mio nonno
che accartoccia una cartina in mano
seduto sopra un tufo

(Boccheggiano 2020)


Specchietto


L'immagine è tratta dal portale:
http://www.ilpopulista.it/resizer/750/-1/true/1477126620754.jpg--.jpg

In quel letto hai perduto ogni decoro
il mio è stato un debole passaggio
con altri ho visto è stato un solo assaggio
ormai per te non vedo altro lavoro.

Adesso ben lo sai sto fuor dal coro
vivere senza te ci vuol coraggio
a nulla serve più il mio messaggio
più i tempi dell’amor non assaporo.

Come allodola un giorno son cascato
con lo specchietto un poco mi hai confuso
ragione e mente insieme hai tu abbagliato.

A volte anche nei versi c’è un refuso
la passione dal cuore hai cancellato,
colpa del tuo cervello marcio e fuso.

- Sonetto
(Boccheggiano 30.01.2020 – 15:08)
 

Turbamenti


Nel dipinto di Edouard Manet, Bionda con seno nudo.

Vorrei poter dormire nel tuo letto
penso che tu lo sai ma un dì t’ho amata
ma una volta forse te l’ho detto
la pelle bianca lieve avrei sfiorata.

Un dì a nudo ho riportato il petto
una tuo foto avevo ritoccata
ancor oggi mi illudo e ancor non smetto
di sognar quella pelle mai lisciata.

E cogliere i tuoi baci oggi innocenti
ricchi di una passione ormai silente
ché il tempo dei fervori s’è chetato

ma dirti “amore” avrei desiderato
vederti come sempre sorridente
libera da pensieri e turbamenti.

- Sonetto
(Boccheggiano 19.05.2020 – 01:10)


Speranza


La foto di Leuca è di Anna Rosa Potenza (g.c.)

Qui mi persi e pace ritrovai
Oasi e nido alle tristezze mie
sangue che pulsa e che colora il volto
sera che arriva e anticipa l'aurora.

Da Ristola quel faro un dì osservai
che sopra l’onde traccia lunghe scie
tante le pene che dal cuore ha tolto
e mare, cielo e mente ancor colora.

Mi perdo sempre solo a una panchina
penso a un amor che tale non è stato
soltanto la mia mente l’ha donato
a una donnetta squallida e meschina.

E ancora albeggia a volte nei mie sogni
ma non mi pento un dì d’averla amata
e a dare amor nessuno si vergogni.

(Boccheggiano 12.05.2020 – 11:49)


Vita
C’è la vita in mezzo a tanto verde
cinghiali, volpi, daini nei boschi
sugli alberi cuculi e fringuelli
nel cielo terso il volo degli uccelli.

E poi una miriade di insetti
api, formiche, farfalle e calabroni
dall’alto sembra non esista niente
ma pulsa la vita incessantemente.

Basta entrare nel bosco e allora avverti
l’urlo allarmato delle gazze ladre,
senti un volo confuso e un batter d’ali
mentre dai poggi ridiscendi o sali.

E guardi in cielo le rondini volare
daini nella macchia scivolare
anche il vento fa i rami tremolare
sui ciocchi le viole germogliare.

(Boccheggiano 14.03.2020 – 10,25)
 

Pandemia

Quando fuori il tempo è brutto
ed al Bar ci vado poco
non accendo manco il fuoco
e neppur mangio prosciutto.

Vino in gola più non butto
solo il pesce v’è sul fuoco
mangio dopo qualche frutto
con dei versi poi mi sfoco.

Questa brutta pandemia
m’ha prostrato enormemente
e non vuole andar più via

mi ferisce gambe e mente
e alimenta la fobia
che davvero è deprimente.

Sospettoso giro il borgo
e m’arrabbio ed anche insorgo

se ti incrocio la vicina
senza guanti e mascherina.

Redarguisco gli stranieri
siano bianchi oppure neri

che mi guardano arrabbiati
perché io li ho maltrattati

e la cosa mi rattrista
perché sembrerò razzista.

Ma purtroppo di ignoranti
tra i locali ve n’è tanti.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 16.5.2010 – 20:00)


Naufrago


L’immagine è tratta dal portale: https://hangoskonyv.eu/robinson-crusoe-hangoskonyv-letoltes/

Un po’ d’amore cerco, a te ne ho dato,
tu l’hai raccolto un dì, ma l’hai sciupato
non so se amore il tuo fosse od è stato
a Venere un agnello anch’io ho immolato.

Di rosso sangue s’imbrattò l’altare,
t’ho amato come allor sapevo amare
dal colle si vedeva il piano e il mare
nel piano sono andato a naufragare.

Non so cosa mi è preso in quel momento
forse era notte e forse il faro spento
forse quel dì soffiava forte il vento
che insieme al sole splende sul Salento.

Penso che fu proprio il troppo sole
che scavò in testa come le tignole
e pur fui sempre accorto alle parole
sugli occhi avevo messo due braciole.

Scambiai il feriale per un dì di festa
mutò il sereno lei con la tempesta
giurava ch’era limpida ed onesta
vuota era invece in cuore e nella testa.

Sul colle seminai amore e versi
ma inchiostro e carta inutilmente persi.

Fu lei che un dì mi regalò la penna
io scrivo ancora versi e lei li spenna.

(Boccheggiano 07.05.2020 – 00:05)
 

Messaggi
L’amore a volte timido s’affaccia
provi emozione per una cara amica
che in rete ti saluta giorno e sera,
un lieve segno del suo affetto traccia.

Ci scavi dentro e cerchi di capire
se quel saluto nasconde un interesse
un cenno a una passione che matura
che a svelare non si ha forza e ardire.

A dichiarare amor ci va coraggio
molto si indugia su quel sentimento
e si nasconde spesso per vergogna
di quell’affetto poi si resta ostaggio.

Però confonde, poi, chi cerca affetto,
chi indugia a far fiorire il sentimento,
che forse un altro cuor fa emozionare,
che poi anche lui nasconde in un cassetto.

Appassisce così come una rosa
la passione che stava maturando
e l’ape più quel fiore non corteggia
né la farfalla in volo più si posa.

(Boccheggiano 02.05.2020 – 12:08)


La mia gabbianellla

Nella mia foto: la passeggiata sul lungomare di Torre San Giovanni (Ugento)

La gabbianella ormai ha spiccato il volo
la inseguo col pensiero e non la vedo
lei già lo sa che m’ha lasciato solo
ma io la sogno e l’amor suo ancor chiedo.

Ma è tardi ormai e son passati gli anni
vorrei che lei pensasse a ciò che ha perso
il cuore mio è a Torre San Giovanni
e la ricordo e scrivo qualche verso.

Se or leggesse io ne sarei contento
una carezza affido lieve al vento.

(Boccheggiano 24.5.2020 – 13,43)
 

Moto armonico
I giorni mi passano in fretta
vorrei come un tempo volare
e inseguo le rondini in volo
ch’io voli mi fanno sognare.

Lasciate ch’io viva di sogni
se ancora mi fanno sperare
in fondo sognando e sperando
i guai potrò sopportare.

Son proprio le rondini in volo
che tante lezioni san dare
si svegliano presto al mattino
e volano senza sostare.

Li senti squittire nel cielo
in corsa gli insetti afferrare
poi tornano al nido più volte
i piccoli a volo imbeccare.

E sembra sia tutta armonia
che sol la natura sa dare
in cielo v’è un mondo perfetto
in terra c’è l’uomo a penare.

(Boccheggiano 10.05.2020 – 00:13)


Istante

Ride il fiore
sbocciando
alla vita
che già muore.

(Boccheggiano 22.5.2020 - 8:50)


Vivai


La foto è tratta da:
https://www.ibs.it/mangiatrice-di-uomini-libri-vintage-giuseppe-pederiali/e/2560732122190

In questo cuore mio c’è un bel vivaio
dove di donne ne han bussato tante
a volte sembra a me un gran formicaio
con molte diavolesse e poche sante.

Con paglia e argilla ho eretto un bel pagliaio
e intorno ci ho interrato delle piante
però senza pensarlo ho fatto un guaio
cercavo amore come un mendicante.

“Amore?” - disse una un po’ allupata -.
“Penso tu hai bisogno di una mamma”.
Da tempo era rodata e navigata

e per far fuoco aveva già la fiamma.
Bastava fosse un poco alimentata
con cerro e faggio senza farci un dramma.

- Sonetto
(Boccheggiano 31.5.2020 – 10:15)


Iconografie


Nella foto: Veronica Franco, famosa cortigiana veneziana, in un ritratto di Tintoretto

Soffre il pensiero a volte a te pensando,
a te che amore un giorno m’hai giurato
mi chiedo con chi sei, dove stai andando,

mi chiedo adesso a chi prometti amore
amor che poi non dai e mai tu dato.
Hai scelto tu la via dello squallore

lanci in rete messaggi sublimali
sui tronchi urini per lasciar gli odori
e ti comporti come gli animali.

Con me l’hai fatto ed ancor lo fai
in cerca sempre vai di nuovi ardori
tradisci perché sempre tradirai.

E non mi dire:”Adesso son cambiata,
cresci perché sei sempre un ragazzino”
mai cambierà chi è cortigiana nata.

Anche se poi diffonderai in rete
la foto insieme a un povero cretino
mai scoprirà le tue “virtù” segrete.

(Boccheggiano 15.05.2020 – 15:38)


Haiku – Brucio ricordi


La foto è di Ornella Vallino è tratta dal portale:
https://almanhaiku.blog/2020/03/18/haiga-di-ornella-vallino-4/?fbclid=IwAR0le-i3fVQOE8X2GXyaEuoNOA8_YmuXQCK8SNNdlTwtlR9jJ0J6vNoKib8

Brucio ricordi
del verde sol rimane
fumo sul tetto

(Boccheggiano 10.05.2010 – 13:06)


Autoscatto


La foto della scultura di Raffaello "La fornarina" è tratta dal portale:
https://galleriaroma.wordpress.com/2007/11/03/il-nudo-nellarte-4/

Stanco e assonnato scendo per le scale
ti penso tutta nuda dentro il letto
la pelle tua saprà sempre di sale
ed il salato sparso l’hai sul petto.

Sempre pigra sei stata nel lavarti,
sopra il tuo corpo ci lasciai gli umori
la pelle non volevi mai sciuparti
e ti eccitava il miele dei tuoi amori.

Eppur da nuda non eri eccitante
piatta di glutei, puppe prorompenti,
di fantasie però ne avevi tante
ma i tuoi giochini spesso deludenti.

E ti dicevo che mi soddisfavi
invece ero nel cuore soddisfatto
perché d’amarmi sempre mi giuravi
ma convincente non lo eri affatto.

Ora assonnato me ne torno a letto
mentre salgo le scale ancor ricordo
a quando mi mostravi in foto il petto
ed i tuoi nudi che guardavo ingordo.

(Boccheggiano 16.05.2020 9:21)


Distacco
Fra un po’ nessuno leggerà i mie versi
né la mia voce ascolteranno in rete
che d’amor parla in tutti i capoversi
e fame non avrò, neppure sete.

Non penserò a Ristola sul mare
neppure Leuca ed al Santuario
il sole non vedrò più tramontare
immobile sarò nel mio sudario.

Qualcuno allor dirà dov’è mai andato?
Ma io sarò da un pezzo addormentato.

(Boccheggiano 16.5.2020 – 12:23)


Primavera 2020
L’albero sciolse lentamente il ghiaccio
spogliò quel suo candore,
a nudo mise l’animo e l’essenza.

Poi quando il vento gli asciugò la fronte
il tronco spinse al sole i suoi virgulti
il verde coniugò col cielo terso.

Ma fu il pittore che inzuppò il pennello
quando s’accorse che l’arcobaleno
gli regalava tutti i suoi colori.

Sulla tela tracciò prima lo schizzo
poi la riempì d’erba e di fiori
e sullo sfondo ci tracciò un bel mare.

Ed arrivò il poeta e su un foglietto
incise con la penna qualche verso
ma fu il pittore a farlo emozionare.

(Boccheggiano 14.05.2020 – 00:40)


Buffoni

L’Italia s’è riempita di buffoni
ominicchi rimasti coi calzoni

corti, che arrivano ai ginocchi,
a ben guardarli sembrano papocchi

che s’atteggiano a leader e statisti
ma quando son caduti, chi li ha visti?

Eppur di danni ne hanno fatti tanti
e fan la corte a ladri ed a birbanti.

Basta guardar la scia che han lasciato
dopo che per un poco han governato.

Proclamavano sempre di mollare
ma la poltrona non si può lasciare

perché quando la provi sotto il culo
a chi la toglie scalci come un mulo.

Ma la colpa non è mai del buffone
ma di chi ne ha promosso l’elezione.

Colpevoli son quindi i mascalzoni
che a governare han scelto dei buffoni.

(Boccheggiano 1.05.2020 – 10:10)
 

Quando nel mio silenzio


- Nella mia foto: Ulivi a Patù (Lecce)

Quando nel mio silenzio sto silente
lo so, lo so che ella ancor mi sente
ma non potrà far finta di ignorare
il frusciare dell’onda in riva al mare.

L’orgoglio spesso offusca cuore e mente
si finge di ignorar, spesso si mente,
ma è l’onda che sa lenta ricamare
e nella roccia dura sa scavare.

Giorno verrà, se ancora sarò vivo,
che io risentirò una voce stanca,
presenterà il tempo il consuntivo

quando la treccia nera sarà bianca;
ritornerai allor sotto l’ulivo,
là, cercherai l’amore che ti manca.

Riascolterai le mie parole spente
ricorderai le mie lacrime lente.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 31.07.2020 – 15:41)


Nuovi approcci


Nella mia foto tramonto a Valpiana 23.6.2020

“Non posso farci nulla, non ti amo”,
tu me l’hai ripetuto: “Non importa,
dammi per ora un poco del tuo tempo,
non chiudere anzitempo cuore e porta”.

“Conosco la tua storia e ti capisco,
la mia la sai e te l’ho già spiegata
ho dato affetto, ma il mio tempo ho perso
perso dietro una donna esagitata”.

“Ed ora è tardi. Ricordi la cantante
che un di cantava che non ha l’età?
Ora non ho l’età neppure io
è tardi e indietro non si tornerà”.

“Vicino ti starò, te l’ho promesso,
di molte cose sì, discuteremo,
non mi parlar di storie complicate
si parlerà se vuoi di più e del meno”.

“Vedremo che deciderà il destino
lasciamo l’acqua scorrere alla fonte
gustiamoci sereni il bel miraggio
del sole che tramonta all’orizzonte”.

(Boccheggiano 7.7.2020 – 23:58)
 

Quarantena a Populonia


Nella foto: Caterina Trombetti (in ombra) a Populonia

Nell’ombra della sera il giorno muore
e il sole già accarezza la collina
nel buio brilla il viso a Caterina
e nel mio cuor fermenta ancora amore.

Chissà perché un tenero tremore
avverto mentre osservo alla marina
il sole rosseggiante che declina
mentre l’azzurro mar cambia colore.

Alle mie spalle vivido è il castello
filtra tra i rami un ciel rosso di sangue
mentre la notte stende il suo mantello.

Ma ormai l’amor come la notte langue,
svolazza e stride in volo un pipistrello
s’impenna e scalcia come un purosangue.

Vorrebbe ancora risvegliar l’affetto
ma ormai via andò la rondine dal tetto.

- Sonetto ritornellato
(Boccheggiano 26.07.2020 – 15:36)
 

Risvegli
In fondo tu sarai più fortunata
Amor non proverai, neppure pena,
A non pensare forse tu sei nata
E corri come un'onda sulla rena.
Amore, sì, si fa solo per dire
Che tu l'amor non so se proverai
Un altro disgraziato a fianco avrai
Che soffrirà e che farai patire.
Sono già sveglio ed ho nel cuor la bile
Nel buio nero mi sto rivoltando
E più neppure so che stia cercando
Ed a morire sono un uomo vile.
Ma accarezzo la morte, la blandisco,
La vedo come sola soluzione,
Ad una vita che più non capisco
Che vivo in ansia e senza più passione.
E so che il fuoco nel tuo cuore è spento
A starti dietro è stata una follia
Una folata gelida di vento,
Che ogni passione si è portata via.
Ancora inseguo certi sogni antichi
Una follia di certo demenziale
Persa tra ulivi ed alberi di fichi
Che a ricordar non so cosa più vale.

(Boccheggiano 11.7.2020 - 7:57)


Nonno
M'hanno messo il tuo nome e ti ricordo
Ricordo le tue mani e la fatica
Quelle notti sudate tra la brina
Che bagnava silente la campagna
Che addosso ci cadeva e ci inzuppava.
E tu seduto su quella cuccetta,
Che avevi messo fuori dalla porta
Come fosse una comoda poltrona,
E accartocciavi a volte una cartina
Con foglie di tabacco triturate
Anch'io con te a volte le ho fumate.

Poi rientravi in casa
Che a breve arriverebbe un nuovo giorno
Per me tutto sembrava come un gioco
Ma solo il lavoro avrebbe acceso il fuoco.

Ora ti penso in giro nel podere
A coltivar tabacco e tanti ortaggi
Dei tempi andati vedi siamo ostaggi
Io ancor respiro,
Vivo ti vedo ancora a me vicino,
Con la tua sigaretta accesa tra le labbra,
Muto tu sei adesso,
Lontano splende un flebile lumino.

(Boccheggiano 11.7.2020 - 8:31)


Mondi separati
Frazioni di istanti abbiamo vissuto,
le mie sensazioni appassite,
le tue esuberanze,
la forza d'aver espugnato il mio cuore,
senza pensare al domani,
senza pensare al dolore,
alla nave che stava affondando,
che dopo a picco è colata.
Hai colto gli ultimi umori,
la grande fatica di darti quel poco,
che ancora restava,
quel poco che hai colto
smuovendo la brace
soffiando sul fuoco
per far ripartire la fiamma
che dopo s'è spenta
perché non hai messo la legna,
ma solo paglia hai usato
che vivida fiamma t'ha dato,
ma il fuoco poco è durato.

(Boccheggiano 3.7.2020 - 10:09)


Lavandaie

C’è gente che ha nulla da fare tutto il giorno,
insudicia il bianco di un quaderno
col nero inferno d’una penna.

Pensieri strizzati sul torrente che scorre,
acqua gelida che le mani tormenta
e schizza negli occhi, nella mente,
e dice: “Che freddo che fa, quant’è opprimente”.

C’è gente immersa in onirici pensieri
gode per frasi dette e fatte
vuole stupire e si stupisce
sciacqua pensieri,
impazzisce.

Poi il pirla di turno che insegue la sua preda
ragno nascosto tra molli cortecce
di platani che cambiano la pelle
che saltella, traballa,
legge e costruisce critiche indecenti
cerca lo scoop innaturale
ed io mi chiedo: “Alfine, cosa vale?”

(Boccheggiano 22.07.2020 – 23:58)


L'INGORDIGIA CREA
LE DIFFERENZE
ED ANCHE
LE RIVOLUZIONI.

(Citazione di Salvatore Armando Santoro del 7.7.2020)


Incontri
Non ti ho cercata e ci siamo visti
la mano tu mi hai data,
anche il tuo corpo ho avuto
ed io non l'ho cercato.
Amor volevo darti,
lo chiedevo,
ma tu solo volevi fornicare.
Ti dissi: "Allora un maschio vai a cercare,
io poco rendo a letto senza amare".
Ti disillusi, lo so ma non t'amavo,
avevo in mente i tuoi racconti astrusi,
in petto ancor bruciava un altro amore,
che amor mi diede, d'amore mi parlava,
per te questo mio cuore non vibrava.
Ora ti vengo a giorni a salutare,
tu non mi vedi ma ti son vicino,
ti abbraccio e mi rigiro sul cuscino,
penso ai tuoi seni,
al tuo filosofare trascendente,
ma un po' d'affetto ancor per te conservo,
un po' di bene ancora ti riservo.

(Boccheggiano 4.7.2020 - 9:09)


Sintesi

Ricordo tutto di te
frasi e pensieri,
filmati e foto indecenti,
la tua voce,
i tuoi sospiri nuda sul letto,
il tuo piacere che hai filmato,
tutto ho archiviato.

Ricordo tutto di te,
le tue pazzie sotto la pioggia,
sotto il sole cocente,
in mezzo ai grilli della tua campagna,
l’ultima foto e un dito
che più non ho toccato
ma per sempre è scolpito.

Se vuoi tutto ti faccio riascoltare,
solo per ricordare,
per non dire bugie ai nuovi amici occasionali.

Anche al nuovo cretino ora racconti
dell’ultima tua distrazione,
e ripeti quello che a me ripetevi:
“Non so cosa m’è preso,
non l’amo, mai l’amerò, sempre lo tradirò”.
Acquieti la coscienza,
ma le stesse cose tu hai fatto,
sempre farai,
dici che cambi ma non cambierai.

Io a volte mi confesso
discuto con l’ultimo tuo amante che hai tradito,
con me lui si confida, mi confido.
Dopo io rido, insieme noi ridiamo
d’una donna infedele discorriamo
che tutti tradisce e si tradisce,
e non si stanca mai delle bugie
che senza alcun pudor sempre costruisce.

(Boccheggiano 23.07.2020 – 00:57)


Il mio silenzio

Il mio silenzio ancora ti colpisce
come un ramo che sbatte sopra il viso
di te mi resta ancora il tuo sorriso
che dalla mente mia giammai sparisce.

Ed io ti spio, l’amore non finisce,
ancora del tuo sangue il mio è intriso
m’hai trasportato un dì nel paradiso
dove l’amor germoglia e poi fiorisce.

E ancor sorridi da una foto antica
che quando tu m’amavi t’ho scattata,
pungente adesso sei come l’urtica

e in rete per dispetto l’hai postata.
Se t’ho archiviata in mente da nemica,
nel cuore resti la mia donna amata.

- Sonetto
(Boccheggiano 01.07.2020 – 19:11)


Sorgente inaridita


La foto è stata condivisa dalla pagina FB "Il curiosone".

Abbeverarsi a una sorgente antica,
alghe verdastre, odor d’acque appassite,
acque che gola e cuore han dissetato,
oh Dio, tu non lo sai quanto t’ho amato.

E quante volte l’album ho sfogliato
foto anche ardite, d’abiti spogliata,
è vero non ti ho soltanto amata,
nelle mie notti t’ho desiderata.

Ma poi t’ho avuta nuda a me vicino
con i tuoi seni bianchi e prosperosi
quei capezzoli in bocca carezzare
goloso come un bambino da allattare.

Ho gustato i tuoi umori ed ascoltato
le tue parole ardite sui cuscini
quanta passione hai sparso su un amore
che oggi illanguidisce e lento muore.

Muore ma forse già era nato morto,
già allora stavo anch’io agonizzando
non ero morto, appena respiravo
Dio lo era già, mai più è risorto.

(Boccheggiano 4.7.2010 – 18:00)


Haiku – Relax
Ozio d'estate -
Il mio pensiero vola
Brezza di vento.

(9 Luglio 2020 - h.18:00)

 

 


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