Poesie di Fulvia Minetti


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La poetessa e artista Fulvia Minetti è Presidente Fondatrice e Docente dell’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea in Roma, in Convenzione Formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, per la formazione in analisi del significato dell’Arte; Fondatrice del Premio Internazionale di Poesia e Arte Contemporanea “Apollo dionisiaco” per poesia, pittura, scultura, grafica e fotografia; già Docente alla Facoltà di Scienze della Formazione presso l’Università degli Studi di Roma Tre e Ricercatrice di una Semiotica Estetica all’Università Popolare di MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi e al Master alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Tor Vergata; è Supervisore fenomenologo delle dinamiche relazionali e MusicArTerapeuta presso lo Studio medico S.A.MAR; autrice di testi di poesia in musica. Pubblicazioni di saggistica: Il piccolo manuale dell’educator viandante (2015, Cleup Università di Padova – Testo d’esame universitario); Abito educativo (2011, Aletti Editore – Riferimento bibliografico di tesi); pubblicazioni di poesia: Frammenti di Euridice (2008, Aletti Editore – Premio Cocci d’anima, Viterbo 2012); Semi sonori (2012, Aletti Editore – Premio Marco Aurelio in Campidoglio, Roma 2012); Umbratile farfanelliano. Poesia dell’arte di essere teatro (2012, Aletti Editore – Premio Peter pan, Roma 2013); Soglie di sale (2013, Cleup Università di Padova – Premio Giovanni Pascoli – L’ora di Barga, Lucca 2013); Dedicato alla maternità di Melania Rea (2013, Cleup Università di Padova – Premio OggiFuturo, Reggio Calabria 2014); Parole di pelle (2014, Cleup Università di Padova – Premio Nicola Zingarelli con nomina a membro della giuria al merito, Foggia 2014), Trovami ancora (2015, Cleup Editrice Università di Padova – sinestesia di Poesia e Arte).

 


Dai gusci di parole
Indosso inverno
migrare gli occhi
al tuo viso,
le nubi rampollano
gocce di vita al tempo
delle tue labbra
levighe ai miei sogni
dire
i silenzi nel colore.
Nei tuoi occhi la notte
serba le stelle
e fra le anse del tuo nome
tergo
e stringo l'esistere,
gli spazi spogliano
i corpi nei sapori,
in una coperta di cielo
ali in festa i sospiri
infondere
il canto della pelle
dai gusci di parole.


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