Poesie di Sergio Basciu


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Tra le pieghe della città
Tra le pieghe della città c'è sempre qualcuno,
a guardare bene,
che lavora, ha famiglia e porta in giro noncurante
le sue ferite aperte e i suoi calpestati sorrisi
e senza il minimo sospetto vive la sua vita
in bilico
sul davanzale della finestra,
agitando le braccia nel vuoto...
al buio...
Non c'è nessuno...
perciò non urla ma stringe i denti
e si aggrappa...
è salvo...
per ora...
ma è un'illusione,
può sempre precipitare da un momento all'altro...
perché non sa o si è dimenticato,
e forse nessuno riuscirà mai a convincerlo,
che ha le ali.

L'alba più bella
Forse un mattino, all'alba, il mondo che mi afferra
sarà vetro trasparente o specchio sincero
che mi offrirà la visione
insieme magnifica e sconvolgente
della mia profonda, genuina Consistenza.

Sarà il bagliore che schizzerà
laggiù fuori dal mare
e si allungherà danzando lungo invisibili sentieri
sfiorando veloce l'acqua appena increspata
da una dolce brezza innocente.

Sarà il silenzio punteggiato
di spuma che si sfalda sulle rocce
in un'insopprimibile gorgoglio,
pulsazione bruciante del mio cuore,
o le strida dei gabbiani padroni dell'infinito
o i bisbigli dei tormentati ma ostinati lentischi
e olivastri della mia terra testarda.

Sarà la mia anima che in segreto ha scavato
a mani nude la pietrificata corteccia,
guardiana del pensiero e delle convenzioni,
fino al culmine del mio azzurro cielo
e ha avvolto in una rombante vampa le mie paure
e le lacrime delle mie smarrite speranze.

Forse un mattino, all'alba, in riva al mare
si accenderà la mia luce,
più abbagliante del sole sorgente
e non avrò paura dell'Universo che mi riempirà,
che troverà in me spazi infiniti
e infinito amore
sino all'ultima goccia di sangue,
sino all'ultimo respiro.

Sarà l'alba più bella
sicuramente.

Dove sei?
Dove sei, raggio d'argento ?
Sono andato fino alle pianure salate
dove un oracolo risponde con piume di nero corvo
gettate sul bianco sale e non ho avuto risposta.
Ho interrogato inutilmente gli aironi
alla sorgente dei fiumi.
Ti ho cercato nelle grotte dell'alabastro rilucente.
Ho guardato fra i melograni della valle della luna
perché so che ti piace sognare, fantasticare.

Dove sei, ruscello di luce?
Ho chiesto alla colomba di volare per cercarti.
E' tornata con uno zaffiro per lenire la mia delusione.
Ho mandato in giro una tortora.
Aveva nel becco uno smeraldo per addolcire la mia amarezza.
Ho riposto le mie speranze su un usignolo.
Non mi ha portato altro che una rosa e un giglio
che non hanno alleviato la mia tristezza.

Allora ho guardato tra le panchine dove gli amanti
mettono la propria vita ognuno nelle mani dell'altro.
Ho rincorso i pittori che cercano la bellezza
per sapere se qualcuno ti aveva visto e dipinto.
Non ti ho trovato, acqua di luna.
Adesso non mi rimane che aspettare l'alba.
Salirò sui primi raggi del mattino e seguirò le fantasie
che corrono a rifugiarsi sotto l'orizzonte.
Non sarà facile, ma lì sono sicuro che ti troverò
nei tuoi sogni, nei tuoi pensieri, nei tuoi desideri.



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