Poesie di Marcello Plavier


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Sono torinese fin dalla nascita, non ridete è vero, vivo in un paese meraviglioso in riva al fiume PO, SAN MAURO TORINESE,
amo scrivere, leggere, scherzare e perché no amare, anche se solo talvolta in maniera virtuale.
Gradirei avere una corte di amici veri , la mia mail è
marcelloratin@gmail.com

 

Ricordo
Mi struggo ancora
Nell’ansia dei desideri
L’anima mia sempre ti desidera
E nella notte dei ricordi
Io rivedo il tuo volto
Che ho sempre
Impresso nella memoria
Così inafferrabile
Mai immutato
Come stella nella
Immensità dell’universo
Come in libro aperto
Leggo nel fondo
Dei tuoi occhi
La tua bocca sorride
Mentre lo sguardo
La smentisce
Non devi vergognarti
Di confessare che mi amasti
Piangi ora. Nessuno vede.
Guardami io sono uomo
Eppure piango

Cromatismo
Il cosmo mi osserva.
Ogni angolo dell'infinito
mi colora l'anima
dandomi la certezza
che l'esistenza è l'insieme
cromatico della vita.
Il mare, col suo urlo folle
come rantolo immenso,
d'azzurro si presenta
al mio sguardo
mentre i raggi delle stelle
con pallore di giallo
mi ricordano
di cercare la notte
ed i suoi bisbigli.
La tempesta
benedice i miei improvvisi
risvegli, il mare s'increspa con
onde di grigio vestite.
Bagliori di rosso violenti
mi assalgono e intravedo ghiacciai
coperti d'argento e madreperla
reduci di epoche lontane
con nascosti tesori
ed estinti animali.
Trasaliscono i monti
nel soffio leggero del vento
mentre la genziana
nel blu fiorisce
ed i pensieri
nel viola si condensano
alla ricerca del mondo perduto.
Così al mattino il mio sole
d'oro vestito in trionfo di luce
mi regala l'iride
del tuo sguardo
sirena venuta dal mare.

Caro Poeta,
su te non passano gli anni
un tempo io ebbi a dirti.
Certamente non è vero
come sugli esseri caduchi
essi passano sopra di te.
Passano così gli anni
ma in noi permane
l'essenza che siamo nati
per testimonianza.
Ma di che scrivi e parli tu?
di te? Del mondo intero?
Oppure del soffrire e dell'amare.
A poco a poco nascerai del tutto
così come quando dicesti
"quando annotta la vita ricomincia"

Assiso su una stella
Quanto lavoro oggi
signora dal nero mantello
giungi mai banale
silenziosa afferri
l'anima e la conduci
nello spazio siderale
dove complice degli astri
il tuo nuovo ospite
s'immergeva.
Ora assiso su una stella
con gesto misurato
e voce coinvolgente
disegna nell'aria
parole e pensieri
così ... semplicemente
E tu signora abbine cura
come ne ebbe
nello spazio terrestre
mentre la sera scende
sul nuovo ospite
e il sole arrossa l'orizzonte

(Il mio saluto a Tino)

Quante cose s'accalcano
e vociano alte nel cielo
la mia mente è desta da
questo vocio ed il pensiero
desidera fare parte del gioco.
I sogni fluttuano
nella corrente del vago
le braccia cercano d'abbracciare
mentre risposte non giungono
attraverso il deserto dell'oscurità
Mi sento pellegrino senza lume
attratto da poemi d'amore
uccisa l'anima in un tramonto
carico di malinconia
vorrei vederla ancora
laggiù dove la fine ed il
principio di ogni cosa s'incontrano
ora lascio il mio vestire cencioso
di uomo antico
nelle bettole lungo la vecchia strada
Il nostro incontro non ebbe inizio
è nuovo ogni mattina
come un fresco fiore
 

Mio nutrimento
Mormoro carezze sospese
nel fulgore di un giorno di neve
noi due in questa stanza
come anomalie d'amore
ci fissiamo con teneri sguardi
Tu aroma di spigo e vaniglia
la tua porta di cielo
nel mezzodì delle gambe
è fiore di seta
succo di muschio
con la bocca vorace
mi smarrisco
nel tuo odore di femmina
Respirando l'essenza
della tua sensualità
i tuoi seni mi riempiono la bocca
sono frutti maturi
il battito del cuore
amplificato
è pompa di desiderio
Ora mi stringi
t'inchiodi a me lasciando
che i tuoi fianchi
ci facciano volare
Poi lentamente
riprende il respiro
affogati nei nostri sguardi.

Filastrocca indefinita
La filastrocca ormai si sa
essa è nata senza età
ed allora ascolta cocca
che la pappa ti metto in bocca
ma se questa è troppo breve
te la ripeto ancora lieve lieve
lo so è nata insieme al mondo
è per me un girotondo
è come una magia
si distende come una poesia
la filastrocca si fa amare
e non si vede mai invecchiare
c’è l’incanto della pappa divorata
eccoti cocca ora tu sei rinata
la tua pancina bella piena
ti fa stare sulla scena
son contenta e soddisfatta
voglio andare quatta quatta
a trovare la mia mamma
che mi canta ninna nanna
abbracciandomi felice
mi da un bacio e poi mi dice
ninna nanna io ti canto
dormi dormi nell’incanto
bimba bella mio tesoro
buona notte e sogni d’oro

(per tutti i bimbi del mondo
La Befana
)

I sogni
Sognare, chi ordina
i nostri sogni
coordina, conduce.
sono emboli freddolosi
che arano nella memoria
con fragile filo di fiamma.

Lente sono le turbìne
mentre un tùrbine
pigramente modifica
l'ordine dei sogni
Con leggero tatto
si coglie l'indugio
delle dita per trovarli
nel loro sublimare.

Chissà se dorme
chi ordina, mentre
i sogni esplodono
vagando in colori
eccessivi nella notte.

il colore dell'addio
Sento riempire le grondaie degli occhi
ed il cuore amputato vive in palpito di ghiaccio
le mattine sono più vaste delle notti
e le notti come sono lontane dalle mie albe.
mi sento vuoto, senza più nulla da dare
e del silenzio ne faccio nutrimento
ne deglutisco un poco ad ogni ora
l'addio ha un colore non definito
appare come cenere nell'infinito
soffocandomi a poco a poco.

Trastullo
Quante volte il fiume ha rotto gli argini
spazzando inesorabile tutto il raccolto

Quante volte notti urlanti di tempesta
hanno spento il fuoco di ogni mio lume

Quante volte oscuri dubbi affastellati
hanno cancellato le mie stelle in cielo

Questo non è trastullo
non è semplice gioco
tra di noi amore mio

così, ora che lamento e disperazione
hanno lacerato a sangue il mio cielo
cosciente accolgo i colpi odiosi
inferti dal tuo amore
ma non la fredda apatia
di una morte.

E’ ricordo
Sulla nuda brughiera
sedevi sola sull’erba
pensosa nell’ombra
del meriggio
Eri uscita per passeggiare
per una strada di gaggie
che circonda il colle.
All’improvviso
nubi s’addensarono
oscurando la luce pomeridiana
Il cielo
pareva una tenda infradiciata
dalla mattinata piovosa
Un uomo antico
stava alla finestra immobile
ascoltando la voce del vento
Quell’antica voce
della natura che pare navighi
su un mare mai attraversato
dove le onde si rincorrono
in un eterno rimpiattino.
Qual è la dolorosa urgenza
che ti affretta
I tuoi veloci passi forse ti cercano
ma se tu colta
da improvvisa stanchezza
ti fermassi un istante
lasceresti ogni tesoro
per salpare verso l’infinita
lucentezza che t’attende
Nella fresca sorpresa dell’amore.

Cannibalismo
Lassù sulle cime
dove nasce l’acqua
in attesa di scendere
per lavare gli uomini

di lassù ho visto
nel mio dormiveglia
animali piccini divorati
da animali più grandi

animali grandi divorati
dagli uomini e gli uomini
nella loro antropofagia
dilaniare altri uomini

Da allora ogni goccia
è diventata rimorso
e il tempo s’ingrassa
in questo liquame di sangue 

Il piacere
Fuori dal mio stare
quanto penso

Il piacere che sogno
è vero piacere
quello che immagino
lui lo diventa

Se con il pensiero
insisto nel crederlo
lui diventa unico
tanto io lo creo
quanto in me
penso di creare
Misteriosi sogni
anticipano il mio
scrutare l'anonimo futuro
E' temendo il futuro
che noi lo indaghiamo
Labbra viola di vino
tenere guance fra le rose
nudi avambracci
abbandonati in grembo
aiutano chi non vuole altro
che il fluire del piacere.
 

zigotomia
E’ assodato che l’assistenzialismo
non è un assioma
bensì l’assuefazione
ad un sistema di vita carogna
È come un rapporto bisessuale
dove se non me la dai me lo prendo
Guardare palline del flipper
nel dissenso totale disorientando
deretani scoperti deridendo
l’erogazione di avventure gutturali.
E’ presagio di prepuzio senza piega
epiteliale prerogativa di presuli infantili
con privazione esaustiva dell’uso.
Divenire ripudiato nella riscossione
sessuale ritrattando l’effettivo valore
sacerdotale in un sarcastico sballo
sciorinando setticemiche sfingi egize
nella deflorazione sistemica di esseri umani
in talentuosi tailleur tegumenti di nobili culi
Mentre un tossicomane traballa in classica
esibizione transitoria nella trascendente
zigotica visione della santa di turno.

Sognando il sogno
Ho di te immagine
sensuale
i tuoi languidi sguardi
mi trascinano
tra la fine seta
dei tuoi capelli
sul tuo collo roseo
adolescente e fine
sul dolce arrossire
del tuo orecchio
come freschi gelsomini
si perderebbero
i miei baci
A volte le mie
inquiete mani
incontrano
le tue forme
tonde come rose
è una vaga luce d'amore
una promessa
candida e misteriosa
dolce come l'alba
nella soavità
del germoglio
ingioiellato di brina.
Ascolta il fruscio del vento
tra i placidi alberi
su ogni paesaggio
scendono nuove note
così inattese
nuove e dolci
quanto il rosseggiare
dell'aurora.

Halloween
Nella notte scura la luna
risplende e ci osserva
Una scopa veloce l'attraversa
è quella della strega
che ci incontra nel
ricordo dei morti.
Nella stanza la luce tremolante
si adagia sul muro
Gareggiando nel vento
altre streghe volano
sfiorando le nuvole.
Invano cerco di dormire
pensieri di persone morte
si affollano nella mia mente
mi sotterro sotto le coperte
cercando di lasciare fuori
quelle visioni
che permangono finch'è
giunge l'alba

Sogno
Le distanze del mondo
annullano le stelle
e fisso stupito
su qualcosa che
non so
poi subitanee
le tue labbra
si schiudono in sorriso
e t'attendo più oltre
dei limiti dell'umano
desiderare
Non guardo
dove guardi
sto vedendo te
che mi guardi
e mi trovo
smarrito
cieco
annaspando
non so come
raggiungerti.

Ho bisogno d'una amante che,
ogni qual volta si sveglia
produca finimondi di fuoco
verso ogni parte del mondo!
Voglio un cuore come inferno
che soffochi il fuoco dell'inferno
sconvolga oceani e mari
e non rifugga dall'onde!
Una Amante che avvolga i cieli
come lini attorno alla mano
e appenda,come lampadario
la lampada dell'Eternità,
lotti come leonessa
valente e fiera
che non lasci nulla al caso
e con se stessa anche combatta
strappando con la sua luce
tutti i veli del cuore
facendo scendere
un grido di richiamo sul mondo
e quando dal suo mare sorgerà
sulla terra intorno
sarà sparso il suo amore
come perle
in seno alla polvere!

La Parola
Riesce la dove
null’altro giunge
consapevolmente s’introduce
nell’essenza del poeta
mormorata
come acqua
frusciante sotto i ponti
si espande nell’aria
come riflessione
emozione pura
superando ogni pregiudizio
scandaglio nell’animo
del poeta coinvolgendolo
con l’unico elemento
di calore e gioia così trasmesso
avendo l’immaginazione
oltremodo sollecitata
anche chi non frequenta
mareggiate nevicate
amori disperati
tratteggia nella poesia
come tutto vissuto.
La poesia è lava che scaturisce
Impetuosa e irrefrenabile
duplica il tempo come sogno
vivendolo così nel domani.
Con la parola.

Io sto .....
sto con coloro
che amano il sesso
con coloro che
fumano per sognare
con coloro che
si ubriacano
contro gli abissi
della mente
sto con quelli
che hanno perso
i loro cuori
per amore
sto con coloro
che sono neri
senza proprietà alcuna
sono contro
il silenzio che scuote
dentro i templi
pieni di falsità
sono contro questa
giustizia inesistente
che condanna i deboli
anche innocenti
E' pura illusione
la fratellanza
e l'amore non ha diritto
alcuno.

Mentre tu dormi
diventerò un sogno
e scivolerò
nelle profondità del
tuo sonno
attraverso le fessure
delle tue palpebre

un Viso
Ho visto un volto
centinaia espressioni
trasmetteva
mentre come chiuso
in una forma
ho visto un'altro volto
con un'unica espressione.
Era un volto antico
pieno di sentieri
profondi
E' il volto di chi
nulla vuole offrire
al mondo.
Ma è un volto che
trasmette amore
per la vita
e vede ciò che è reale
nella sua solitaria
esistenza

 

Ma st’amor lon ch ‘a l’è’
Na rosa ch’a fioriss fòra stagion?
Forse ‘n vent ch’at porta torment,
ch’at martela ant la testa,
na tempesta ch’at pica ant le ven-e
ch’at visca le pen-e 'nt el sang e ‘nt el cheur
L’è un maleur, o ‘n boneur
Costa frev ch’at fa mach delirè
Ma st’amor, lon ch’ a lè
Ma quest’amore che cos’è
Una rosa che fiorisce fuori stagione
Forse un vento che ti porta tormento
Che ti martella la testa
Una tempesta che ti picchia nelle vene
Che t’accende le pene nel sangue e nel cuore
E’ un malessere od un bene
Questa febbre che fa solo delirare
Ma questo amore che cos’è

 

Tu mio gioiello
Quando tu giaci mansueta
nelle tue belle membra
osservo lampi di pelle
come tremula seta

La tua chioma aduna acri profumi
sei oceano odoroso fragrante
raduni in te tutti i flutti
azzurri e variegati , come veliero
che si apre al vento antelucano.

Spingi il mio spirito verso
cieli lontani dove i tuoi occhi,
onde dolci come due gemme
onice e topazio,
che si mescolano insieme.

Poi il tuo corpo reclama
come lieve piroga sull’onda,
dondola s’inarca
mollemente si culla
spargi intorno scintille

Il tuo aspro sapore
si rivela come liquido
del firmamento che dissemina
stelle sopra il mio cuore

Salve mondo, piccola
pallina nell'universo

Ancora sonnacchioso
cerco d'allontanare i sogni

Ti chiedo un favore sorridimi
e così ti amerò di più

MONDO!

Voglie
Femmine nude
con occhi torbidi
una città
sospesa nell'aria
il reggiseno
teso
di raso nero
come in etereo
vagare in uno
spazio denso di carne
maschi in amore
volgono lo sguardo
implorante
al cielo proibito
mentre i capezzoli
occhieggiano
in basso
miranti lo stuolo
in eccitato sentire.

5 ottobre 1983
Ragazzo mio
Quanto tempo è passato
da che sei partito
avevi vent’anni
dicesti vado ci vediamo domani
ma non vidi più
la luce del tuo sguardo
che ironico e allegro
mi faceva sorridere
pensai mi scriverà
mi dirà dove si trova

se mi dici dove sei
vedo di raggiungerti
ma forse non vuoi
perché la mamma non vuole
come nonna affettuosa
ha cura del frutto che ancora qua vive

avrei molte cose da raccontare
ma tu già le sai
e certamente un regalo
me lo hai mandato
è bello e mi da gioie incredibili
grazie Marco
ti scriverò ancora
papà

Agone
Eccoti come Filottete,
con l’arco disegni volute lontane
affascinandomi come Ulisse
potrebbe, sei magica nel tuo muovere
hai classe e il dardo che lanci
mi arriva nel cuore diretto.
come Achille invulnerabile ero
ma tu subito arrivasti per
colpirmi nel punto ascoso.

Ti cambi da Afrodite ti vesti,
avvolgendomi in spuma di mare
mi trascini in arditi momenti,
mentre Poseidone osserva
curioso del tuo danzare.

Tu non Penelope né Circe o Calipso
novella Nausicaa affascinante
di bellezza suprema, ti sposti
coinvolgendomi nella voglia d’amore
promettendo la vergine grotta
protetta da Alcinoo tuo padre

io spogliato dalle vesti banali
mi ritrovo con foglia dinnanzi
proteggendo dal tuo sguardo
curioso la natura del mio sentire

quando Omero ti canta giocoso
mi ritrovo come Ulisse
ai tuoi piedi raccolto
decantante la tua bellezza di dea
in Artemide somiglianza sublime

per la mano mi afferri
trascinandomi al mare a te caro
con promessa di amore sincero
ci immergiamo per raggiungere
quella terra che tu sola conosci..

Granaio
I chicchi dei tuoi sguardi
sgranati, mentre il tuo nome
tenue, si scioglie come un suono
fra le pieghe dello scialle
gualcito da mani tenere che
profumano di miele.
Nella sera blu che mi sussurra
che tu sei canzone e sogno
con occhi ridenti
appena uscita dal mio dormire.

Vorrei scriverti
le parole più profonde
ma non oso
ho timore del tuo ridere
Vorrei scrivere
le parole più sincere
ma penso che tu
non le creda
Ecco perchè le nascondo
scrivendo il contrario
di ciò che passa in me
quasi assurdo faccio parere
il mio soffrire
per timore che
anche tu lo faccia
Vorrei stare lontano da te
ma non so farlo perchè
temo che la mia viltade
sia svelata.

Albero di ciliegie
precettore di versi sublimi
sei scuola di freschezza
nell'animo mio
moltiplichi i tuoi colori
con vocazione celeste
aspetti la nuova neve
che ti vesta di bianco.
ricco di pensieri
consegni nelle
pagine dell'aria
il romanzo di una vita
Abitante segreto
di una torre
un uccello profetico
grida nella pioggia
Pioverà tutto il giorno
nella piazza la solitudine
vestita di temporale
affonda là
dove il tempo afferra
il desiderio
dell'atteso presagio.

Nello spazio la notte
impone al cielo
infiniti astri
e quasi
la mia carne si dilania
sulla punta delle stelle
Quanta pace nell'universo
mentre sulla terra
i fiumi fluiscono
liberamente
e la canoa dell'amore
fluttua verso il mare
Conosco l'esistenza
dei problemi
la cui soluzione
si può solo immaginare
se ne sente il rumore
soffocato tra muschio
e fiori nati nella calce
nella spazzatura
Quaggiù irrompe
la necessità
d'imitare l'Astro
che con la sua chioma
fiammeggiante
interrompa
questo rumore.

I miei versi
cosa dicono di me
non so, ricordano
il tempo in cui
il loro dire era solo allegria .
Ingenua speranza
che la mia vita
servisse a dare amore.
Sanno che sono partito
verso il silenzio
Quanto era dolce
il librarmi duttile
e violento
con parole ostinate
palpitanti ansiose
oscure
che nascevano
dentro la loro vita
dando loro una forma.
Poi tutto si fermò
morì, ora altri versi
attendono
non so cosa diranno
forse
mai lo diranno.

invecchiando
Un vecchio vive in me
Costruendo la mia fine
la signora dal nero mantello
alita con soffio leggero
e gli anni si trasformano
in cenere.
Vento e pallide sostanze
essa manipola dentro
la mia anima
Bagnando la mia pelle
trasforma il mio volto
in maschera piena di rughe
e come animale stanco
sento le viscere tremare
e lei costruendo
la mia fine
lascia passare gli anni
come verdi sostanze
mentre la notte
si è sdraiata in terra
col suo cappotto
di silenzio

Bella
Mentre dico a te bella,
mentre ti dico unica,
non è che non ci siano
orchidee e rose
tra le altre orchidee e rose,
è che io ti ho vista
solo vedendo te.
È che adesso ti vedo
Finchè tu non ti sottrarrai all’amore.
È che quel giorno
In cui te ne andrai
non ti vedrò più,
tu.

All’ombra di parole
graffiate dai rovi di mie
improvvise malinconie
assorgono
silenzi nascosti
nel buio
del disincanto

la terra che non c'è
Hai con te una valigia, la vita,
dove hai riposto i ricordi lontani
ed i pensieri vicini
e con essi puoi partire
oggi domani o dopo
in cerca di un refolo di vento
dove pensieri incartati
raccolgono la sera
e la vela del sogno ti spinge
a viaggiare
Un andare cercando la terra
che non c'è
sino all'orizzonte dei giorni
che si succedono alle notti
per morire e risorgere
sempre nuovi
sempre meravigliosi
per trovare cercando
ciò che è giusto, ciò che è vero
Si così poi affronti la realtà
fatta dalla bellezza d'amare
ed essere amato
e ritroverai la ninfa
lungo la linea della terra
che non c'è.

liberi pensieri
Sulla pelle acqua fredda,
succo di mondo sulla bocca,
folli corse per nulla,
e la stanchezza, felice.

Mi figuro ormai le nostre labbra.
meraviglia riconoscersi
nello scapolo corpo.
quel vuoto s’affolla
In ricordi mai avuti
perché vivi

Resto li ad aspettarti,
ad aspettarci, lo sai
dietro la finestra
coi suoi artigli
la carne ti inchioda
e va anche oltre.

Tardare è l’anelito
che grida il nostro essere
tragicamente immobili calmi
cerchiamo il nostro
diritto a nascere.

Il mondo è sospettoso di noi
egli sa di due esseri disposti
a cercare una uscita verso
la magia del vivere.

Estate
Quando l'estate instaura
la sua dittatura
è d'oro il suo respiro
mentre un vento amico
mi reca il messaggio
di pire e di messi.

attraverso le mie vene
i fiumi vanno con lento corso
bagnando la terra di risi e di grani
le rondini volteggiano
e nel verde corre l'agile
coperta d'argento della
lucertola.

Il va e vieni della mia amaca
accompagna il frinire
di grilli saltellanti nell'erba
e il cielo con sfumature
colorate naviga con lentezza
come canoa carica di
anni felici in amore.

Forse é follia
Ti cerchi in arcani pensieri
la notte traccia ombre
di colori diversi sulle pareti
della tua anima.
Trovare nel buio le mani
cercate
e le labbra
che adagiano sulla tua pelle
teneri languidi sospiri.
Forse è follia, si follia
della carne che urge
che implora il paradiso agognato
percorrendo sentieri
vorticosi di sesso e d'amore
ti accoccoli sulle ginocchia di lui
offri i tuoi capezzoli che pretendono
baci e piccoli morsi
i colori d'intorno si irragiano
e scopri nel rosso del
tuo piacere la voglia
di altro e allora ti avvinghi
e in offerta il tuo vulcano
attende l'ingresso dell'ospite
preteso, e così la tua follia
in urlo sovrumano
sovrasta ogni struttura
godendo di baci che più intimi
non esistono
e allora tu esisti in questa
magica follia.

Sirena
C'era una sirena vestita d'argento
se la toccavi la veste suonava
La sirena, simile a una rosa
risplendeva
in un sorridere languido
Sedendo su uno scoglio
madreperlaceo scriveva
il suo amore su un'onda
nell'attesa che Venere
la venisse a trovare per
offrire. al suo drago
un amore dolce
e appassionato.
Quale delirio è mai l'amore!

Dolce attesa
Quando nella sera
languono mormorii
di parole impossibili
perchè gentile signora
dal nero mantello
sussurri così piano alle mie
orecchie, o mia signora.

Forse mi vuoi conquistare
con il tuo oppiaceo
mormorio e con freddi baci,
o mia signora.
Vieni senza frastuoni
ne fastose cerimonie,

Vieni nella notte insonne
mi vestirò col mio
abito più importante
per riceverti, mia signora
afferra la mia mano e prendimi
non mi nascondo con un velo
ti guardo negli occhi
con orgoglio, mia dolce
signora dal nero mantello.

 

Bogianen
A l'è na storia frusta
che soma bogianen
a l'è nen vera
e soma gent
d'un epoca pi trista
a basta arcordè
le bataje per preparè
la nostra Italia

Ancheuj as sent ancora
quaicos ed viv e'd caud
parei 'd na fiama
a'n crij d'amour
perchè soma gent
ch'i foma poche ciancie
e soma gent andrinta sue radis.
marcello plavier
Bogianen
E' vecchia storia
che siamo bogianen
non è vera
siam gente
d'un epoca più triste.
basta ricordare
le battaglie per costruire
la nostra Italia.

Oggi si sente ancora
qualcosa di vivo e caldo
un grido d'amore
perchè siamo gente
che fa poche parole
e siamo persone
ancorate alle loro radici.
marcello plavier

 

Sta già annottando
il lago assume un gesto
sonnolento,
avviando il suo gorgoglio
verso il buio imminente

Pare voglia riposare
dal lungo giorno affollato,
ed io pure sono
come lui stanco

Mi siedo accanto e parlo con lui
racconto del mio amore,
della mia gioia, per avere
ancora conosciuto l'ardore

E curioso mi domanda
ed io rispondo.
Si nel sogno
pare lontana, raccoglie
fiori rossi dietro la sua casa

Si volta e sorride
la nel sentiero in mezzo al prato
cammina con un incedere regale
s'avvicina e m'offre il labbro

E quì finisce il sogno
che ogni notte si ripete
con dolce cadenza
lasciandomi senza fiato.

Ti scrivo
Ti scrivo per parlarti
Ho bisogno che il giorno
mi dica ogni giorno
che è il giorno,
Que es la luz, y allì tù

la notte, grande dubbio
del mondo e dell'amore.
la notte, minaccia di una
soppressione di ogni colore
e di te.
Me hace temblar.

e nel silenzio dove tu taci
nella notte, non so
se luce e amore esistono.
Mi necessita il miracolo
insolito:
otro dia
y tu voz
confirmandome
el prodigio de siempre.

Solo tu
Soffiami un sorriso
appoggia le tue mani sulla pelle
e a volte non sono stelle
ciò che abbiamo
Le inventerei a forma del tuo viso
Sono diamanti i nostri istanti
I miei momenti li cerco
nel profondo dei tuoi occhi
A volte mi trovo a pensare
che sia solo clamore il mio amore
Ma mento.. spudoratamente
Perché quello che ho sempre in mente
sei tu e tutto il resto è niente

Dolce ed accogliente,
come un petalo di rosa,
odori come la rugiada
di primo mattino,
fresca e nuova

ti osservo, nuda,
ancora addormentata,
stesa su un fianco,
con pugni serrati,
sorridi nel sogno.

Mia anima mia passione,
mi avvicino lentamente
sfiorandoti con le dita
la bocca,

e pieno di desidero
ti cerco
ma poi rifuggo,
è un delitto
sciupare il quadro
da te offerto.

Inno
Palpino le rose, i tuoi seni sodi.
Come una flora di alba batista bianca
irrorata dalle tue braccia ardenti e piene
mi seducevi con carni intraviste.

che lussuria nei tuoi capelli
oh! le guance pallide sotto
la fiamma dei tuoi rapaci sguardi.

Dal tuo corpo traspariva
un'altra anima, nel sole fugace
e dava alla tua carne,

ogni momento nuova magia.

Ricordo di un bacio
Il bacio! era tutto
grande quanto il mondo
parecia la luna que al volver
el sendero, nos encontraba solos.
soli, distanti dagli altri
le mani intrecciate e petto contro petto.

y un recuerdo indicibile,
penetrante y confuso.
e mi ricordo di lei
così bianca e soave
como una celinda
embriagadora de esas

Ricordo
Ricordo quando l'alba
irrompeva nella mia infanzia
come quotidiana sorpresa
del mattino, come fiori freschi
con semplice letizia
e gli insetti gli uccelli le piante
l'erba e tutte le nubi
venivano a me piene
di meraviglioso candore,
quando la pioggia notturna
conduceva i miei sogni
nel paese delle fiabe
ed un voce cara mi
parlava di stelle, di astri, d'amore.

e quindi io penso alla signora
dal nero mantello,
al sollevarsi del suo velo sul mio vivere
al mattino nuovo ridestato
da pensieri freschi di gioia
dove tu sei il primo vero risveglio
sulla cresta del sonno dell'universo.

Sinfonia
Paiono assopite, tranquille
riposano le mie palpebre
stanche di sostenere il mondo
macigni di nubi grevi
destini di tuoni
fulmini, destini di pioggia
di vento di neve.
Palpebre affamate
in attesa del sogno
del tocco rapido e lieve
delle tue dita in passo di danza
sulla tastiera del mio guardare
del desiderio della tua musica
sempre uguale, sempre diversa
come le onde del mare
che in chiave di spuma
prodezza bianca senza parola
materne cullano il canto delle sirene.
Kinita (Maria Cristina Vergnasco) e marcello plavier 

Trastullo
Quante volte il fiume ha rotto gli argini
spazzando inesorabile tutto il raccolto

Quante volte notti urlanti di tempesta
hanno spento il fuoco di ogni mio lume

Quante volte oscuri dubbi affastellati
hanno cancellato le mie stelle in cielo

Questo non è trastullo
non è semplice gioco
tra di noi amore mio

così, ora che lamento e disperazione
hanno lacerato a sangue il mio cielo
cosciente accolgo i colpi odiosi
inferti dal tuo amore
ma non la fredda apatia
di una morte.
 

Troppo tempo poco tempo
Gli occhi si perdono
si stacca la bocca
lo sguardo fissa la follia
continuare da lontano
il perverso gioco

Cade viola la pioggia
diventa buio a terra

Tortuosità di un tempo
che ha perso il reale.

viaggiando

mi sarebbe piaciuto
avere un bacio di scorta
per le ore di fame

mi sarebbe piaciuto
avere le tue parole
per farmi compagnia

mi sarebbe piaciuto
possedere li tuo sguardo
che illumina la via
ma non ho chiesto
tutto ciò

perchè nel mio cuore
tu sei sovrana e nulla
di più mi sarebbe piaciuto

Notte con te
Nessuno arresta il fiume
delle tue mani
in cerca di stelle
nella notte
Sei tremito del tempo che trascorre
per questo invoco il tuo canto.

Nell’amore soli come in un bosco buio,
i nostri cuori uniti
con quieta tenerezza
Non celare il tuo segreto
sussurralo sommessamente
il mio cuore ne farà tesoro

Crepuscolo
Nella stanza è già buio e pensi,
ogni oggetto ogni forma
è isolata di fronte ai tuoi occhi
è sufficiente un po' di silenzio
ed il mondo a te vicino
si ferma così come il tuo pensare

Dalla finestra senti passare
vaghe emozioni di donne
in attesa, mentre ogni sasso
vive immobile nel buio del cielo
I ricordi ritornano nella sera
e l'uomo antico riempie
la stanza di colori muliebri.

Verrà il giorno ad illuminare
la stanza, un odore di terra
come tenue carezza
avvolge l'intorno
un' occhiata ritorna improvvisa
e come mare notturno
inghiotte nell'azzurro
il vibrare dell'uomo.

Si è fatto buio
Le parole,mi tornano in mente,
le parole, nell'agonia
della loro vaga forma
vaganti come nubi
sospese sopra mari
in burrasca, in attesa
che il vento le liberi
del loro pianto.

Alcune voci vengono
sciamando dal passato
hanno un fremito d'ali
che riempie l'aria
di ombre tremolanti
ed i pensieri insonni
nel deserto della oscurità
si lanciano in volo
come pellegrini senza lume.

Sento la mia vita come un chiostro
alla penitenza creato
e che la primavera teme
trascinando vani sforzi
al di sopra della brezza
che inavvertitamente
mi allontana facendo tacere
il passato.

Quanta musica riempie lo spazio
unisce due anime in tormento
e nelle timide notti mi trovo
a sedere nel mio letto
lamentando di non avere
occasione per sussurrarle
parole che abbiano dentro
il ritmo dell'eternità.

La mia voce è cessata
la notte pulsa di pensieri
che sgomenti
fissano nel profondo
del loro mutismo
da oltre i confini della vita.

Inquietudine
Sono irrequieto,
sono impaziente e insonne
sono vagabondo nel mio cuore
perchè dimentico,
sempre dimentico,
che i cancelli sono ferrati
nella dimora in cui vivo
in solitaria solitudine.

Odi poeta il messaggio
della notte che s'avvicina?

Mi siedo alla finestra aperta
in attesa vana dei suoi passi
ascolto ma non sento
e l'acqua del lago
immobile come spada
in veglia d'armi
pare attendere un evento.

Nel suo abisso
il mio canto si perde
e il mio cuore
uccello del deserto
trova il suo cielo
nell'azzurro dei suoi occhi.

E' passaggio
Quando alcune diligenti nubi
si sfiorano come fiori
appena dischiusi
nel buio silenzio
ascolto me stesso.

Ad occhi aperti
cosa vedo se non
la mia voce che parla
del tempo passato
mentre altre nubi affiorano
nell'invisibile soffio
del mio animo aperto
allo spazio che mi circonda.

Ascolto me stesso, lo so
però non di me , che come
estraneo vivo la vita che
dentro me urge possente.
e mi parla. e nulla coesiste.

Quando mi ascolto sono come
le nubi che passano e ogni volta
sono diverse, sono altre
quando ascolto ignoro
oppure scordo e non contemplo.

Il mio destino certamente è al di là
di me perchè di tutto io sono
perchè già fui e non più sarò,
nella contingenza estrema
di tornare ad essere l'essenza
che fu solo mia.

E le nubi passano diligenti
le ascolto oppure mi ascolto?
è un lieve bisbiglio
un fluido mormorare di petali
sono fiori dischiusi nel silenzio altrui
nel buio silenzio di me stesso.

Concerto di primavera
L'amore vestito di tramonto
riposa la sua ansia
in una chitarra profonda
mostrandola avvolta
nella luce della musica
e nelle parole non dette.

Ascoltare la pioggia
mentre osservo l'idrografia del lago
udire i rospi suonare
il loro grezzo sonaglio
altro bene non possiedo
se non la finestra
metà campagna e metà cielo.

Giovani spighe scommettono
correndo contro il vento
tutto è ansia segreta
ciò che si muove
ammirare animali
che pascolano
e le erbe e gli alberi
alunni della pioggia
vivono il nuovo rinascere

Primavera entra
così nel mio corpo
con fiori e foglie
e venti che giocano
pigri con le prime ombre.
mentre tu vaghi solitaria
sulla spiaggia della mia vita
o amante dei miei
giorni senza fine.

Che importa il mondo e le illusioni defunte
La vita, amore mio voglio viverla!
quella vita che bevo a lunghi sorsi
come un divino vino
vorrei vedere i tuoi occhi
riempirsi di meraviglia
e che le tue labbra si
aprissero solo un poco
Sui tuoi capelli scrivere
lo sguardo dei cieli
domandandomi se potranno mai
le foglie secche delle mie parole
trattenere il tuo passo
che si allontana.

Fatica d'amore
Il mio guardarti si stranisce
S’inchina al tuo sorridere
E le tue labbra così piene
Calde e tremanti
Mi fanno meditare
Quanto sei bella
T’amo così per amare forse
T’amo per tutto il cosmo femminile che non amo
Sapessi la fatica per amarti così
Come io ti amo

Cercandoti
Cercarti ogni notte, fermarti
per rubarti un sorriso
io nascosto nell'erba
per scoprire che forse tu verrai
per carpirti i segreti
che ancora non hai.

Capire che non è fuggire nel prato
tra l'erba e l'aurora
dove riposa la piccola spora
che ieri voleva morire.

vorrei, o come vorrei
rimanere con te,
posare i pensieri sul prato
forzare il tuo guscio
per farmi nutrire da te.

e tu confusa non apri la porta
che avevi sbarrato
non appari offesa e neppure delusa
e il nostro pensare rimane immutato

io sono il timore che ora respingi
ma tu mia musa e amore infinito
non puoi cancellare il passato
nascondi nel presente
ciò che credi scordato.

Per Claudio
Anche se da te non chiamato
il tuo dio si trova presente
tu uomo hai sopportato
ogni sua intenzione
ogni conseguenza
figlio diletto di Roma
hai preso le ali del mattino
per abitare all'estremità
del tuo mare
amasti la natura e lottasti
per migliorare l'uomo
con poesie e incisi
e come i fiori fatti
dal sole e rugiada
tu hai fatto più luminoso
questo vecchio mondo
con umorismo e senza ipocrisia
Arrivederci amico caro
figlio di memoria

No doc no bac ma sic
Ma tu che parli con me,
e non sai cosa dire,
io che non so capire
e talvolta sentire,
ti informo che mi piace
parlare
di caffè in cialda,
di latte con panna.
di colori assortiti.
La memoria è fuggita,
mi dici ricorda,
di lui di lei
dell’altro non parli.
Perché?
ancora ne soffro,
perbacco l’arrosto mi piace,
preferisco un bel tonno
ma perché te ne parlo.?
Non dici di-vino, barbera, dolcetto,
gustare con gioia
pensando all’amore svanito,
un bel tiramisu ci vorrebbe
assieme al piacere
di -re parole
con te

al pepe al sale e all’acqua minerale

Biologia d'amore
Sono come te, pianta, stasera
stai cullando nell’aria leggera
la chioma di foglie
che mi fanno dimora

stasera sono come te cielo
cammino fra il tuo strascico
di stelle, brillo come loro
nella buia notte
quando il firmamento
rabbrividisce nell’attesa
dei baci della luna

stasera sono come te vento,
che mi fai dondolare
nella speranza dell’incontro
e tu pianta che hai avuto
reciso il ramo più grande
non affliggere gli altri rami
che già osservano angosciati
domandando al vento che passa
il perché di questa mutilazione

stasera sono come le foglie,
che lamentano sottovoce
il dolore della amputazione
piano, in un brivido
ed un rametto geme nel profondo
per il compagno che più non c'è

Ma già sogna le gemme
ed il cielo sereno
e tu pianta stasera,
guardando lui, sorridi in te
e ti consoli, mentr'io
mutilato nel cuore
attendo il destino
per librarmi di nuovo.

Io uomo antico
come cominciai non so

improvvisamente
mi trovai voglia
di scrivere.
Non ricordo
forse era estate o pioveva, non so
guardavo e vedevo lontano
in mondi sconosciuti,
gente a me ignota.

La natura mi incantava
dandomi strani brividi.
La donna m'incuriosiva
femmina con mosse feline

mi affascinava
trascinandomi in versi arditi

Ma io piccolo uomo
mi intimidivo nello scrivere
ero muto e cieco
quando ho scritto il primo verso
era sola sciocchezza
semplice rimare quasi
in vergogna pura

Improvvisa la notte mi sedusse

la luna pretendeva
le stelle mi indicavano
la via infinita
ed io mi persi
nello scrivere di un cielo
sgranato nel dare l’idea
cosa fosse
l’universo a cui appartenevo.

Ora uomo antico senza tempo,
continuo nello scrivere di amori
lontani di donne e sirene
di draghi e farfalle
è passione da vivere
nulla e nessuno
ancora mi ha detto
chi sono
cosa sono.

Veglia
Ditemi ora, cos'è questa fiamma
che mi arde in petto che consuma
la mia energia confondendo in me
speranze e desideri
E queste ali che battono
intorno al mio nido
nei lunghi silenzi della notte
Io veglio e vigilo
non so perchè ne per cosa
restando a meditare
su pensieri che non comprendo
e possedendo ciò
che non ho mai avuto
Finchè l'alba irromperà
inondando di luce la mia casa
ed è allora che dormirò
mentre tra le mie secche
palpebre tremolano ancora
le ombre della mia veglia.

Alla ricerca del profumo
Posso toccare
una nuvola
e poi scivolare
liberamente
nello spazio
le ho chiesto
un bacio
di scorta
un pensiero
una preghiera
il giardino
i suoi fiori
il suo sorriso

ora il silenzio mette piede
non più idillio sospeso
in un sogno d'amore
potessi almeno dormendo
ritrovarla e udire
nel sonno parole
mentre i suoi laghi
d'azzurro decorano
il mio cuore.

Piccola canzone
Nei negozi deserti
si vendevano paesaggi
alla sera nell'imbrunire
scrivendo lettere per le aurore.
Io ti accarezzavo, monella
in una sera di marzo
tu qui con i bordi esatti
tu esistenza resistente
un corpo di fine argento
e un volto
che non dubiterà mai,
regina antica che mi guardi,
novella Afrodite vergine e nuova
Mai me ne andrò da te
con il vento nelle vele
con la mia anima che canta.
Se me ne vado
sarà perchè
vivo contro di me.

Ho sognato di te
Stanotte
m'hai picchiato
certo avrei dovuto
starmene quieto
ma non puoi farmene colpa
se ho osato accarezzare
il tuo fiore rugiadoso
soltanto non essere imbronciata
per così poco
e tu pestami carina
ma poi vieni fra
le mie braccia mi sei parsa
monella nel gesto
e femmina ruggente
pestami piccina
ma poi vieni a baciarmi
sulla bocca in attesa.Poeta
Ho visto un uomo un po' strano
seduto su un panchina
scriveva poesie d'amore
Nulla lo distraeva
e questo uomo
un poco strano
non distolse mai lo sguardo
dal suo brogliaccio di sogni
all'ombra di foglie delicate
scrisse una sola parola
il nome del suo amore.

Primavera vieni
tu che fai anelare
ed esprimere il cuore
di ogni amante
arrivi con raffiche quiete
fai sbocciare fiori
nuove foglie nascono
e attraverso la veglia
notturna, assieme al silenzio
del lago, annunci libertà
ai semi inprigionati
nella terra,
Sei risata imperiosa
sei il grido nella tempesta
liberando parole nascoste
mi pare d'udire
il cielo sussurrare alla terra
mentre al suono di
musica inudibile
le foglie dei platani
si percuotono
come battito di mani.
e la luna scambia con il lago
uno sguardo d'intesa
in un silenzio pieno di luce.

Rabbia
Mi sento intrappolato
nel pantano della realtà
mi sono rimaste parole
soltanto parole per riscrivere
il mio progetto di vita
nella mia follia d'amore

Sono stanco di spiegare me stesso
o il sole, le stelle o perchè il cielo
è azzurro e la rabbia
mi attraversa e brucia dentro me
perchè mendicare amore
quando è un diritto alla mia follia

Cancellarti non posso
troppo nero il tuo inchiostro
e troppo bianchi i miei fogli
la mia rabbia si riconosce
indelebile nel tempo
ti aspetterò ancora
là dove il tramonto non denuncia
fine ma sarà avvolgente
nella nostra sera .

Arenile
Lei dorme fluttuando
Il respiro dei suoi seni
spinge contro le pareti
in onde lente
il mio corpo affogato
Non riesco prendere sonno
Attenderò tutta la notte
in queste spiagge di calce
deserte e verticali.

Sera
Stavo osservando
nell'ambito felice
delle nuvole
la sera lavorare coniugando
scintillii e fremiti
in poesia
mentre tenui vibrazioni
del mondo
si palesavano
come voci di ribellione e d'amore.

Il ritmo del rimare
si organizzava su alture
riflettendosi sull'intero universo
in disegni e ritmi di parole
strutturate
in una sintassi producente
irrealtà di sogni
di amore e passione
o cose aeree come
la luce ed il vento.

Bellezza
Un gemito azzurro
con lacrime di roccia
dentro fessure inquiete
quanto sei bella ammantata di rocce
e agghindata di fiori di campo.

In un abbraccio di boschi e di vallate
ti vedo nuda e triste
in una verde galleria
dove custodisci le tue lacrime

Ai piede di un grande noce
immobile nel giorno
la tua purezza è un grido
che ferisce.

Perdonaci Terra
Scendo e mi proietto
all'interno della terra
dove lo scheletro della vita
protesta pietrificandosi
E' un fiume al contrario
pieno di allucinazioni
fluttuanti acque
verso la sua anima

Scendo nella oscura melma
e le rive mi proiettano
stelle lievitanti mortali acidi
inorridendomi.
Eccole sono cartilagini dell'oblio
fango e gelatina
orbite come fossati senza fondo
sono mostri in fulgore anonimo

Vengo trascinato da lave
tumultuose
verso il cuore della terra
dove pulsa il segreto del fuoco inviolato
Ora io al centro del portento
dove non vive distinzione alcuna
tra l'essere bruciato e l'essere fuoco
sono morso dalle fiamme e sono anch'io
a morderle pronto.

E da lassù terra
appari in torpore addormentata
nel sogno del tuo sonno
è perciò che vengo
morendo lentamente
nel tuo fuoco con morti
occultate nel tragitto
soccombenti nelle tue tempeste.

Ti chiedo terra
l'apocalisse della speranza
mentre la luna d'aceto
rivolterà vomitando
le nostre anime velenose

La nostra notte
Il tempo scorre,
i miei giorni sono fermi
da quando ti ho vista
sono gradini troppo alti
per superarli senza dolore.

nei fermagli della solitudine
la mia mano ti cerca
fra assenze e sogni,
all'angolo di una strada
nel tremore di una vana attesa.

Come sarai questa notte,
forse ti sentirai sola
mentre particelle di memoria
rincorrono emozioni di vita
attimi rubati al tuo quieto vivere

La notte è lì con te
mentre le ore scorrono
nella attesa del profumo
di una libertà vera non rubata
e il tuo corpo freme, diventa vivo.

Quanto è inquieta la natura
imprevedibile e beffarda
ci comunica messaggi
con un suo dire antico
ma sempre nuovo

Ora nella tua dimora giunge un nuovo vento
che si posa su un giaciglio di verità,
implodendo in una nuda carezza
del tempo andato, rimuovendo attese
e intanto ami nel confine di una notte.

Attendere, capricci muti
pensieri inespressi
urlano con nota di melanconia
conosco i tuoi passi
le parole non dette i desideri
ma comincio a perdere
la forza e la voglia
di ascoltare di capire
Questa attesa vana
è come una nota non suonata
E' il vuoto che si riempie di sè

Pace sul lago
Un frullare d'ali
accompagna lo sguardo
che s'affaccia sul vuoto
a scrutare la radice
della mia nuova vita

Colombi si adagiano lenti
sui coppi del mio eremo,
voluto col cuore
e cercato con cura,
come romitaggio d'amore

In alto, sulla collina che inizia a fiorire
un maniero si staglia maestoso nel cielo
dall'armonia delle sue forme
trapelano raffinate leggende e incantesimi

Le sue antiche mura ancora sussurrano
ricordi sfumati di splendori lontani,
storie bianche di dame e cavalieri,
mentre corvi festosi provano in coro
il gracchiante concerto di fiori vestito

In lunghe pause respira il silenzio
nutrendo di pace il mio cuore in dissidio
affronto così, quasi senza timore
il conflitto cruento tra assenze sofferte
e attese presenze
mentre l'amore, nella sua essenza,
pieno e vitale, pervade le membra

Il lago laggiù pare osservarmi discreto
oleoso e morbido nel suo cullare
mi domanda curioso chi sono io
intruso in questo fragore di pace
dove l'amore è padrone del tempo

Una tenerezza accorata mi accoglie
vedo il mio sogno vibrare nell'aria
al bagliore rosa del tramonto sul lago,
sono ancora l'innamorato di sempre
grato alla vita e mio malgrado eremita felice

Per Alice
In questo crepuscolo spugnoso
fluttua una nuova anima
Ah! sapere cos'è
quest'alito di terra smossa
sulla linea delle colline
vedere come si propaga
diventando grafia
in un suono magico
vola come angelo lieve
senza peso alcuno
il pensiero che
nella crescita delle ali
affronta il nuovo respiro
in un mondo diverso
Quanta magia nel mistero
della tua nascita bimba.
Si sa come nasce una cometa
ma tu novella stella
dove ti collocherai?
Il tuo apprendistato
cominciato nel dolore
si avvierà verso sogni
enormi come cedri
e nella foresta del sonno
udrai come il vento
ti parlerà d'amore.

Inventando
Nella mia notte le ho contemplate
scapigliata flotta di mari lontani
chioma petto coscie dilaganti
carne soda desolata e fulva

Verdi deliqui, rose durature.

Capelli mossi nel vento
occhi accesi e pelle blanca
ma il vello schietto e riccio
diceva tutta la forza dei suoi lombi.

La tua anima dov'è
io l'ho dislocata al sicuro
e lo svago della carne scivolò
in seno ad una tacita morte.
dopodichè niente tempio sul mare
niente sirene e vestali
resta per me un tugurio stretto
fatto di solitudine.

Incanto
A volte
l'illusione versa laggiù
sul fondo di uno specchio
reclino la fronte
e sento riempirsi
di cantici la mia anima
udendo assai vicine
voci che sono lontane
e rumori antichi
di bocche che si baciano.

A nulla serve il cavallo
per fuggire dal fuoco fatuo
che cavalca in groppa al vento

A cosa serve imbarcarsi
su una chitarra
canoa di solitudine
per fuggire da quel sauro
che ci insegue.

Vecchiaia
Accanto al lago
dietro salici e mangrovie
fiori gialli schiudono
i loro occhi d'oro
Ed io ormai da tempo
privato dell'innocenza, ritorno
verso la profondità
dei giorni e delle ore
appena nate della mia vita.
E mi vedo in questi occhi
e vorrei distruggerli
ma poi stanco e deluso
li lascio brillare.
Ormai vecchio
mi rifugio nel mio abitare.

Pendolo
Nel dormiveglia odo oscillare
il silenzio come pendolo
nella mia mente,
ha frastuono di una campana antica
che scandisce il mio tempo

sei leggera tu nei miei sogni
mi appari come dolce aurora
per tramutarti poi in farfalla
che lieve si posa

fragile e tremante
silenziosa e docile tu
illumini la mia notte con
improvviso fascio di luce

avvolgi così il mio sembiante
lo rendi inerte consapevole
di non poterti mai raggiungere
se non con il pensiero

Sogni, ricordi che
precipitano in un
rapporto costruito nella
fragilità della solitudine
consapevole di esserlo
elucubrando l'empatia
di un attimo di felicità
che accomuna due
spiriti inquieti in un
sentimento di
emozionante amore.

Canzone a te dovuta
Fa brillare il tuo amore,
tu che sei fatta di carne
tu terra germogliante,
fallo bruciare nel fuoco
dei miei desideri

colma con la tua musica
la mia mente,
tu vissuta
sotto un cielo diverso,
hai negl'occhi il colore
nelle labbra il sapore
di un mondo fantastico

sei un frutto che vive,
sei musica sei l'arpa
che canta il tuo amore
tu suoni e ti posi
sul mio silenzio

tu dormi leggera
amorosa
e il tremore del sangue
mi risveglia al mattino
nel tuo stesso tepore
sembrano cerchi nell'acqua
i sogni sognati
tu sei carne sei vita

Come foglia
Ogni alba si fa sera
ogni pianta genera un frutto
tutto cambia in questo mondo
ogni cosa muta e fugge via
lascia che tutto accada
non fare resistenza
lascia che il vento ti sollevi
e verso me ti trascini

Tavolozza
Ho aperto la mia scatola di colori
ho preso il colore dell'oro
ed ho disegnato i tuoi capelli
poi l'azzurro per tratteggiare
il tuo sguardo
e con il rosso ho segnato
il foglio con le tue labbra
infine ho cercato
il colore della luna
per la tua pelle
e con il viola ti ho vestita
e così ho anch' io il mio
uovo pasquale

Auguri dal cuore di chi ti ama
con tutto se stesso

Resta pure dove vuoi
io ti ho già mia
noi parliamo giorni e notti,
tu resti quieta
fissa nel luogo
dove ho smesso di vederti
Tu dasti già una data sola
e quando ti vidi nuda
dalle infrastrutture
io ti amai e t'amo
Sei tu non già l'altra
ancorata ai suoi secoli,
tu figlia dell'acqua
silenziosa sirena degli
inverni vivi in me
fino a non essere più
un'ora di passaggio
di un orologio falso
dipinto nel nulla.

A me stesso
Io sono uomo tra tanti uomini,
quante volte ho
creduto d'amare
e solo sono rimasto..
Quante volte ho afferrato
un sogno e non
ho smesso di tremare,
e il cielo quante volte
l'ho cercato
e quante volte l'ho guardato!
Ma senza trovarti amore.
Ed allora mi soffermo
a mirare ritratti
vantanti l'eterno.
Loro non hanno passioni,
emozioni ricordi
non vantano il tempo
che è stato o quello che sarà
e di rimbalzo ricordo
quando affamato nessuno mi sfamava
quando innamorato nessuno mi amava.
Nell'infinito gioco della vita,
perchè devo spegnere le fiamme
d'un fuoco, che arde prepotente,
mentre gli occhi lasciano
cadere gocce ed il respiro si affanna.
No io sono corpo tra corpi
uomo qualunque
sono solamente un verso
di un poema infinito

Il drago
Io drago possente
dall'acqua attingo pazienza e sapere
combatto chi falso si attiva
nei venti io salgo e discendo
spiegando le ali viaggiando nel tempo
testimone silenzioso di arcano sapere

Custodisco nell'antro tesori celati
son forza, coraggio, fierezza ed onore
deciso e tenace nel mio cercare
prefiggo obiettivi e punti d'arrivo
se sollevi lo sguardo e lo punti lassù
udrai il richiamo di un cuore che ama
che attende lo sguardo
dipinto nel blu..

Inventando
Nella mia notte le ho contemplate
scapigliata flotta di mari lontani
chioma petto coscie dilaganti
carne soda desolata e fulva

Verdi deliqui, rose durature.

Capelli biondi d'oro mossi nel vento
occhi pervinca e pelle blanca
ma il vello schietto e biondo
diceva tutta la forza dei suoi lombi.

La tua anima dov'è
io l'ho dislocata al sicuro
e lo svago della carne scivolò
in seno ad una tacita morte.
dopodichè niente tempio sul mare
niente sirene e vestali
resta per me un tugurio stretto
fatto di solitudine.

Martina e la notte
Nella notte al mio guardarti
sorridi e m'inviti ad un abbraccio
dall'alto ti vedo Martina
ed io titubante barcollando
mi avvicino lacrimando
Teneramente m'asciughi mi stringi
e sussurri
finalmente libera
e tu cattivo che non mi hai amato
lascia che il tuo cuore
torni come quando
io bambina ti aspettavo
non devi soffrire sei grande ormai.
Poi in passo di danza mi racconti
come avviene il passaggio
l'incontro con lei signora
dal nero mantello.
Lentamente t'incammini
col viso a me rivolto
io con braccia protese
pretendo la tua fisicità
ma infine prima del nulla
mi sussurri
ti voglio bene
non ti scorderò mai.
Martina e Marcello Plavier

Ricerca
Per quanto tempo ti ho cercata
è trascorsa una vita
sapevo dove eri, nell'aria e nel vento,
nel tramonto e nell'urlo del mare
ho parlato con la luna
vagando tra le stelle e pianeti
.

Dimmi luna raccontami di lei
tu che t'affacci quando il sole muore,
tu che riesci vederla dimmi com'è
nel sonno, parlale di me
di questo amore dirompente
eterno come una canzone

Mentre l'albero della mimosa
è ancora immaturo
e si sentono i primi odori primaverili
vivo per amare occhi pervinca
labbra vermiglie e morbide
e il suono della sua voce.

Ah primavera, come folle respiro
l'essenza delle tue madide brezze
l'intorno vaga in polvere d'oro lunare
sembra che le stelle
scendano sino al mio cuore

Ricerca
la mia vita
sento scorrere rapida,
ed il tempo è sempre più breve,
mi paiono sprecate le ore
concesse al sonno.

vivo raccolto nel mio mondo
cercando strade più ampie
nella mente-
per rinnovare, costruire
e manuntenere il mio sentire
il mio amare.

chissà se così
riuscirò vedere ciò che
con il tempo
non è andato perso
oppure produrre nuove risorse
per realizzare i miei sogni

sono stanco d'ascoltare
frasi di ostentata saggezza
ora voglio silenzio
e radunando i miei pensieri
cerco l'antidoto al mio soffrire.

Notti piene di ombre,
di risa e desideri
scorgo il tuo volto
ma non mi parla più
vedo i tuoi occhi
che guardano altrove
osservano e guardano
spegnendo il mio giorno.

Quanto è affollata
la mia solitudine,
è nostalgia di te dei
nostri congedi e dei
nostri baci a divenire
vedo uccelli e alberi
passare, finchè la luna
si apre alla vita
come parentesi in
un vagito universale.

Riprovo, chiudendo gli occhi,
trovare l'oblio nel dormire
e il sogno diventa
desiderio di te in un delirio
di carne e di passione
che non mi lascia mai.

Vita d'alieno
Ancora vivo
in un corpo non mio
non voglio restare prigioniero
d'un involucro di carne
la mia esistenza
fatta di vibrazioni e impulsi
si ritrova ad agire
in modo terrestre
e questo restringe
la mia ricerca verso
la vera vita, verso l'amore.

Canzone notturna
Ti voglio sentire cantare
Dimentichiamo ciò che
ci angustia, ciò di
cui abbiamo discusso.
Le parole sono come
granelli nell'arcobaleno,

Noi abbiamo conosciuto
ore liete, dove l'anima
e il corpo hanno provato
gioie incredibili
dove ci siamo sentiti
unici nell'universo.

Vorrei, con te, affrontare
la vita, prendere la via
della foresta, seguire i corsi
dei ruscelli, bagnarsi poi in
essenze ed asciugarsi
in lenzuola di luce.

Riposarsi sotto una vigna,
stracolma di grappoli sospesi,
incuranti di ciò che verrà.
A che vale sgomitare nella
calca della vita, nei boschi
mai si biasimano gli amanti.

Non temere, le stelle
serberanno il nostro segreto
e la sottile nebbia
della notte, velerà
il nostro abbraccio.

Musa
Musa insegnami il canto
venerabile e antico
per afferrare il tuo splendore
il tempo ci separa
dividendoci tagliando
il nostro desiderare
Posa delicatamente le tue dita
sul mio viso
Musa insegnami il tuo canto

Ho trovato una stella (Il poeta e la stella)
E' stupore
in una notte di ghiaccio
come lo schiudersi
fuori tempo
di mille piccole lucciole,
stupito da tanto splendore
osservo e scorgo una stella
silenziosa, sola, appartata.

E' la più luminosa.
Il mio sguardo l'abbraccia
e come uomo dei sogni
vesto questo gioiello
lo incateno con pensieri di seta
e i miei occhi lo chiamano
a viva voce
sussurrando il tuo nome.

Nell'infinito sei tu ora
nuova stella in cui perdermi
in cui credere e poetare
mia nuova musa da accarezzare

Clown
Ogni sera da tempo
mi offro come servitore
delle solitudini
truccato divento dileggio
malinconia vestita pagliaccio

Termina lo spettacolo
e lo spettatore se ne va.....
ancora sorride

Dinnanzi a uno specchio
elimino il falso mio mostrare
eccomi ....
osservo e vedo occhi
pieni di amarezza

Stranezza
Ti può parere strano
che io uomo antico
non dorma di tanto in tanto
a causa del grande pianto
e per l'amara nostalgia,
e che per giornate intere
vada vagando per ignote vie
con la segreta mia pena
a te amore pensando.

Armonia
Annaspo turbato
da bramosie diverse
sono solo e lacerato
dai miei nervi in rivolta

ho parole urgenti
che escono in frasi frementi
sono frasi che divorano
il mio tormento fino a sfinirmi

vorrei essere capace di dare
all'infinito parole per afferrare
chi forse mi ama
che necessita di me fino a stordirmi.

non capisco cosa sta succedendo
ambisco sempre la notte
che mi fa da culla
oppure morire per ricominciare

nella penombra della mia stanza
riesco trovare inferno e paradiso
sino a che l'alba avvolgendomi
di languore eterno mi regala armonia.

Aspettando il sonno
Sto senza sonno
in pagine bianche e nere
con notti piene di voragini
e di assenze.

Chiamo il tuo nome
e prego umile piegato
in febbrile desiderio
ti chiamo sino
al mio ventre.

Insensato e arreso
nel mio letto sparso
invocando il sonno
almeno lui pietoso
mentre sospiro
un corpo biancolatte
da sfiorare pelle
con la mia pelle
tu essere da fare e da disfare

Cantare
Ti voglio sentire cantare
Dimentichiamo ciò che
ci angustia, ciò di
cui abbiamo discusso.
Le parole sono come
granelli nell'arcobaleno,

Noi abbiamo conosciuto
ore liete, dove l'anima
e il corpo hanno provato
gioie incredibili
dove ci siamo sentiti
unici nell'universo.

Vorrei, con te, affrontare
la vita, prendere la via
della foresta, seguire i corsi
dei ruscelli, bagnarsi poi in
essenze ed asciugarsi
in lenzuola di luce.

Riposarsi sotto una vigna,
stracolma di grappoli sospesi,
incuranti di ciò che verrà.
A che vale sgomitare nella
calca della vita, nei boschi
mai si biasimano gli amanti.

Notti piene di ombre,
di risa e desideri
scorgo il tuo volto
ma non mi parla più
vedo i tuoi occhi
che guardano altrove
osservano e guardano
spegnendo il mio giorno.

Quanto è affollata
la mia solitudine,
è nostalgia di te dei
nostri congedi e dei
nostri baci a divenire
vedo uccelli e alberi
passare, finchè la luna
si apre alla vita
come parentesi in
un vagito universale.

Riprovo, chiudendo gli occhi,
trovare l'oblio nel dormire
e il sogno diventa
desiderio di te in un delirio
di carne e di passione
che non mi lascia mai.

Raffigurarti
Ricordo, mi pare
in tempo maturo
abbandonai il
discernere. il ragionare
ora dubbi mi trascino
forse non avrei dovuto farlo
ma loro mi facevano pensare
a fatti persone e cose
che rifiutavo, che non volevo
Quanto era faticoso il pensare
poi improvvisa ecco
una nuova dimensione
si forma nella mia mente
è amore, amore totale
assoluto mai conosciuto
è lei la mia dea e musa
di viole vestita
abbagliante nel suo
apparire magica nel
suo guardare
mi colma la mente
e la vita ritorna a pulsare.
non discerno e non ragiono
di nuovo, ma questo pensare
mi rende gioioso
raffigurandomi sempre
a lei accanto.

In attesa
La luce di un lampione
ti accendeva le stelle negli sguardi
e il mistero nelle tue parole
mi stordiva.

Parole ardenti e dolci
che bruciavano, cullandoli,
i minuti, che le nostre mani
non sapevano fermare.

Avrei voluto fare
della mia vita un giardino
per accoglierti
con profumi e colori

Ma il tempo è arrivato!
Ti ho chiusa nel mio cuore
cullandoti nei miei pensieri
dipingendo il mio corpo con corazza.

Per difendermi al desiderio
delle tue carezze.

Fiamma
Serbo in me la fiamma
nulla ha potuto spegnerla.
non è il fuoco dei tuoi capelli
nè il raso pervinca dei tuoi immensi occhi
bensì la tua carne rugiadosa
che mi si offre alle labbra ansiose
da dimenticare.

E' sopratutto la tua voce ridente
che va , tremolante, gemente
come quella voce che udii
in quella estate, come coro
d'angeli di un coro in penombra
nell'offerta preziosa delle tue labbra
sul mio scettro sino alla
comunione dal dolce sapore.

La carne non fu orpello di quell'amore
la tua soave nudità fu la ragione
perchè le nostre anime si perdessero
sognando, nei loro due infiniti....

Osservando
Mi sono messo ad osservare
ed ho visto una donna
cercare una vita nuova
quella che non sapeva
di volere
Ho visto quella donna
con una nuova vita
quella che voleva
Ho visto quella donna
desiderare un'ultima cosa
afferrare il sogno
per averlo accanto
Ho visto quella donna
felice abbracciata
al suo sogno

Descrivendo l'amore
Mia diletta
farò, se tu vorrai,
del mio cuore una dimora
per accogliere la tua bellezza,
potrò così amarti come
le grandi praterie
anelano l'arrivo della primavera
accendendo una astromelia,
fiore da te amato,
come cenno di vita sotto il sole

La valle canterà al suono delle campane
così come io lì canterò il nome tuo
e di fronte all'oceano
raccoglierò una conchiglia
per ascoltarti nella
più grande intimità
così come la sabbia
ascolta la voce delle onde.

Ascoltando la notte
Dimmi o notte, adagio,
alcuna cosa così,
che questa sia la sola presenza
con cui perdoni la fedeltà
al mio destino. Tu dici, e, quanto dici,
è per me che lo dici,

I destini si vivono come fossero
altra vita, O forse come solitudine.
E chi riesce entrare li?
E chi può stare li più del fatto
di restare con sè da solo?

Dimmi , o notte, adagio così,
nessuna cosa; ciò che si direbbe
alla signora dal nero mantello,
se udisse, o si direbbe ai suoi
cari seguaci, se ritornassero.

Notte accetta che io esista
come i sogni che nessuno sogna;
forse uscirò in quel momento
dalla mia pura solitudine,
e scenderò alla vera vita.

5 dicembre
Il mio sguardo,guardandoti,
sentiva paradisi
custoditi in te
oltre i giardini terrestri
nascosti nella tua anima.
Il bacio mi distrasse
così non vi entrai
ci stringemmo le mani
con grida silenziose
e il bacio
fu urto tra
materia e materia
come una luce che
incontra altra luce
illuminando
il mondo intero
e dentro l’anima così
perdura
il sapere che ci siamo
trovati
è stato così bello
vale soltanto vivere
amandoci, cercandoci.

Tramonto
Perchè cerco luoghi lontani
deserti e silenziosi
dove nascondere la mia
irrequietezza la mia gelosia.
Ieri amante felice
oggi amante nel vuoto
nel silenzio
cosa mai ho fatto?
quale incantesimo
non permette il realizzare
del sogno.
E' acerbo il mio dolore
ti prego donna
tu sei la vita.
La mia fedeltà
non grida sul mio volto?
Forse la mia pena non fa rumore
cammino su un sentiero
abbandonato, circondato
da fonti divine, da rocce gelide
dialogando con striduli uccelli
in solitudine.

Acqua
La primogenie fra le cose terrene
tu acqua hai voluttà straordinarie
appari improvvisa tra rocce e anfratti
onnipotente elemento d'amore
divino e terreno.
Cercare in te le origini
di tutte le cose
è fatto consueto,
in te nascondi segreti
immemori nel fondo dei mari
nel corso dei fiumi e nel languore dei laghi.

Giacere sulle rive di fiumi
o su lidi assolati
ad ascoltare le tue ninna nanne,
e godere delle onde che si infrangono
sulle spiagge sabbiose
cercando il canto
di sirene lontane
mentre un'onda improvvisa
si allontana con
la luna riflessa
rilasciando nel tornare
un carico di stelle.

Antropofagia
Immobile
Apre oscenamente
la bocca
divora luce e tenebra
magnifico fiore
per la morte.

Funambolismo
Come un funambolo mi ritrovo
appeso ad una fune
che non ha fine.
mi sento vuoto,
il mio corpo non risponde

Tremo con il ritmo
del mio cuore sempre
pronto ai mutamenti
della corda nel suo
accompagnarmi.

con dita attente
afferro la corda mentre
una voce mi accompagna
nel movimento
volteggiante, sono stranamente
calmo, gli occhi dilatati,
comincio a scivolare
come foglia staccata dall'albero

la guardo è lei che mi accompagna
mi sorride e mi incita
i suoi occhi meravigliosi
diventano due grandi anelli

li afferro e con graziosa capriola
atterro dinanzi ad un pubblico
che non c'è.
sorrido m'inchino
al suo applaudire

C'è solo una voce nel buio
che mi accerchia
che mi consiglia
tieniti afferrati ai suoi occhi
non lasciarli mai.

Sogni, ricordi che
precipitano in un
rapporto costruito nella
fragilità della solitudine
consapevole di esserlo
elucubrando l'empatia
di un attimo di felicità
che accumuna due
spiriti inquieti in un
sentimento di
emozionante amore.

Canto per te
La notte non mi è ostile,
essa mi accompagna nel magico sognare
ora nella veglia che mi offri,
scorgo il tuo viso ridente e pago,
come levigato da pianeti innamorati
dal tuo sole.

L’incontro ha liberato strutture antiche,
fatiscenti, nel luogo magico, costruito
senza pareti, ma con sospiri e canti,
come risorto a nuovo vivere.

Sul viso sento ancora
il palmo delle tue mani,
le mie labbra hanno ancora
il tuo sapore, tu, Regina,
vittoriosa nel semplice
gesto d’amore, hai scalato
secoli della nostra storia,

Nell’esilio di secoli, ci siamo cercati,
eravamo stranieri, seppur vicini,
oggi ho tremato
nel fuoco del tuo corpo,
baciandoti sull’orma di
tremende ed ardite passioni

i nostri anni non si sono esauriti,
ne i nostri pensieri si sono smarriti,
non gettiamo via questo nostro godere,
per soddisfare riti precostituiti.

Amiamoci nel modo e nel tempo,
assegnatoci, come due rondini
in un cielo terso da nubi

Pecorino
Quanno de Gianni magni er pecorino,
te prenne un calore e ritorni regazzino

Nun aresisti più a quel calore,
e delle donne fai er cacciatore.

Si poi te smorzi con 'na foietta,
e te ne vai colla prediletta.

E je fai sentì 'na cosa eccezionale,
che nun è la fava che se magna cor guanciale.

Tu donna
Sei donna
con smagliante armatura
sei acqua e fuoco,
trasparente nel tuo
inerme spogliare,

Dimmi donna
seduta e sdraiata,
poi abbandonata
nel tuo obliare.
Insegnami la lentezza
del tempo per amare
levami l'ansia febbrile
che mi sta asfissiando

Donna voglio appoggiare
il mio capo sul tuo morbido grembo
ti voglio complice donna
perchè io e te
capovolgeremo i destini scritti
per inventare il nuovo mondo
dove saremo noi due soli .

Ciao sono Morgana
mi piace sedere sul tappeto
leccare i mio pelo gigio
per ore, convivo con
mia sorella Ginevra
ma il padrone
è solo mio,
mi gratta e mi parla
e qundo telefona a lei
ne sono gelosa ed allora
gli mordo le dita.
Abbiamo cambiato casa
e mi piace
c'è spazio per correre
salire scale
mi manca un poco il prato
incui dominavo
Lui, mi parla di Lancillotto
del Lago,
qui a Viverone il lago c'è
chissà troverò il mio
Lancillotto?
Lui,il mio padrone,
ha Lei nei sogni
e quindi ora proverò
sognando.
Marcello- Re Artù plavier

Mani e corpo
ti penso e tu,
con un soffio di voce
trasformi i miei pensieri
con mani leggere come ali di farfalla
segui i contorni del mio viso
accendendo arabeschi incandescenti
tu mi parli mentre
le mie mani ti cercano sul mio corpo
ma tu dove sei!
il piacere esplode improvviso
e io mi sento più solo
senza di te!

Il mio futuro
Chissà come sarà, certamente
imprevedibile, atteso, forse
misterioso
certamente temuto.

Ecco che mi avvio per nuove
strade per nuovi amici,
per il grande amare,
Vivere il movimento
l'azione dei gesti e dei pensieri
motivare giorno dopo giorno
la mia esistenza
pensando così di creare il futuro

Mah!
potrò forse indirizzare
un futuro da me gradito
con trattamento forte
accedendo alla mia
riserva di intelligenza
fino alla esplosione di nuove risorse
ancora in me sopite
al fine di realizzare i miei sogni..

Ma poi perchè tutto ciò,
la mia vita io la disegno ma
altri la colorano,
talvolta con colori pastello
altre volte con nero fuligine.

Allora dico che è solo questo
che voglio
vivere ed amare
ecco il vero mio futuro.

Forse
Forse scriverò un libro
dove ci saranno storie e
momenti della
mia vita vissuta

forse, ricordando, piangerò
o forse riderò
mentre il tempo mi incalza
al nuovo vivere

memorie antiche, soffuse,
nella mia mente
cercherò di farle emergere
e dalle stesse sarò oppresso

sfinito dal commemorare
mi adagerò lentamente
fra le braccia di Afrodite
che da tempo io attendo

ed allora diverrò imprevedibile,
misterioso, atteso e temuto
cercherò strade più ampie
nella mia mente

guarderò ciò che col tempo
non si è perduto
attiverò trattamenti d'urto
nati dall'amore senza causare dolore

accederò alle riserve
dell'intelligenza per riuscire
nella produzione di nuove risorse
onde realizzare i miei sogni.

Cercandoti
Mi sono immerso nel profondo
cercandoti, per vedere
se tu c’eri.

Quando tu , si tu,mi hai scelto
sono emerso dal nulla
la mia allegria era triste,
ma quando mi hai detto”tu”
a me, si a me,
ho raggiunto altezze e profondità
dove solo stelle e coralli
possono esistere.

Io mi sento vivere quando tu
mi fai male non in te, ne qui, più oltre
il tuo sentire emozioni
non mie, mi avvia alla sofferenza
della gelosia, all’ansia del perderti.
Quante cose da me perdute
che perdute non erano.
le serbavi tu tutte.

Ed ora me ne hai fatto dono

Sei venuta dal buio
radiosa di giovane pazienza,
non pesa il tuo passato
che tu mi hai portato,
la luce che tu diffondi
è il grande si del mondo
all’amore che provo per te.

Vorrei, quando al mattino
apri lo sguardo al nuovo giorno
e stiri le tue membra
intorpidite, vedere l'alba
nei tuoi occhi.

Vorrei, oh quanto vorrei
essere acqua per dissetarti,
essere cibo per nutrirti,
essere gioia per rallegrarti.

Vorrei essere il tuo lacrimare
quando la commozione
percorre il tuo animo,
vorrei rubarti la scintilla
del tuo ridere,
afferrarla e ravvivarla
per la mia anima, che mendica
come in notte gelida
davanti ad un fuoco di sterpi.

Vorrei, si vorrei,
essere sempre con te
per restituiti la gioia che mi dai
ogni qualvolta
ci incontriamo.

Sono immobile,come sospeso
in un tempo che non esiste
Sono immobile
i pensieri chiassosi nella mente
generano paura
mentre il silenzio intorno
mi fa compagnia
attendo che tu mi guardi
mentre con il pensiero
mi stringi al seno
sfiorandomi con labbra infuocate
ed io inizio a volare
danzando e tremando
nel nostro spazio
d'amore.

Pensieri
pensieri lontani
per poeti senza gioia
che li cantano come amori
scordati in un cielo buio
spogliato da un fragile sole.

pensieri per solitari arcobaleni
quasi a riempire il cielo
per il troppo vuoto
cercando di diventare poesia
per far fiorire infinite stelle

pensieri appaganti
incredibili sogni con interminabili
parole ormai piccole nuvole
colme di gocce d'acqua
lacrime salate
tali da diventare un grande
mare azzurro.

Luce
Tu sei luce, la mia luce,
luce che mi bacia gli occhi
che sa addolcirmi il cuore,
è un dolce suono, amore mio,
che si accorda con l'anima.

come farfalla stendi le tue ali
come vele sul mare
e viole e gelsomini si avvalgono
della tua luce, ondeggiando sulla
sua cresta, come barche piene d'amore.

non vagare oltre le parole
ciò che dai e io ottengo ci basta
non spremiamo la gioia per
estrarre il vino del dolore.

Questo amore fra te è me è semplice
ne sento la sua musica.

Stanotte
vorrei bere dalla tua anima
la vita che mi appartiene
piano, delicatamente
goccia a goccia
per poi
ritornartela
affinchè domani
tu possa nuovamente
urlare
quando mi sfamerò
del tuo corpo

Pettirosso
un capello a boccolo armonia e colore,
astromelia e passerotto,
il sole profuma verità
con chiome scompigliate nel vento
sei l'amore unico,
il pettirosso nel gelo,
sei il primo vero amore
che imbalsama la mia vita,
sei una luce d'amore,
una candida promessa
misteriosa e dolce come l'alba.
il tuo profumo
e la tua voce, tremolante e dolce,
anche gemente,
come quella che talvolta
riesco udire,
in un coro nella
nostra segreta alcova.

Mi sento esule
nella notte, quando ombre di età
lontane, mi piombano
improvvisamente,
e spiriti di terre dimenticate
mi fanno visita, guardandoci
parlandoci di fatti remoti,
ricevo risposte cortesi
ma quando cerco
di afferrarli essi mi sfuggono
dissolvendosi come fumo
nell'aria.
Mi sento esule in questo mondo,
e di fronte osservo alberi nudi
con rami che cadono in basso
simili a serpenti ,
sono strane le mie visioni
vedo uccelli che cantano
lietamente per poi
udirli in lamento,
li vedo poi trasformarsi
dinnanzi a me in donna
nuda con lunghi capelli sciolti
che mi osserva con occhi
pieni d'amore cercando
le mie mani protese
Ma nel mentre io mi
accingo ad afferrare
svanisce come nebbia autunnale.
Come esule mi sento in questo mondo,
poeta che sparpaglia qua e la
versi che il mondo scrive in prosa.

Cose
Cose senza forma striscianti
cartilagini dell'oblio,
come radici della crosta del mondo.
Negli squarci di pupille smarrite
nasce un fuoco
che s'accende violento.

Fiamme acuminate mi si
incollano sul dorso,
e librando mi trascinano
nello spazio, tumultuose
dove pulsa il cuore della terra
ancora insepolto.

Questo fuoco è segreto inviolato,
mi conduce all'amore cercato
dove la terra appare in torpore
addormentata nel sogno,
con chiari di luna
bisbiglianti alla porta.

Mi trovo al centro del portento,
proteso su mari di indaco colorati
in attesa che l'amore fiorisca
come fiamma non ancora aperta
verso l'incontro lungamente atteso.

Mia orchidea
Ti sto pensando,
ti ritrovo guardarmi ,
con due lacrime
appese agli occhi
mani fredde labbra
tormentate

la tua nudità
non t’importava
persa fra le esplosioni
del sentimento
un aroma acuto fluiva
dal tuo calore soave
in quella odorosa
atmosfera naufragai
impazzito
in una estasi totale
e tu antica assai
ma nuova
parevi nata
in quello stesso istante.

Cose tue
Della tua voce posso dire che è bella,
che fa tremare penetrando
lacerandomi come foglia
portandomi al delirio

Quanto devo sapere
della tua pelle e del tuo corpo
so soltanto che sono cose tue
così io non ho ne pace ne sonno ne riposo
fino a che non saranno mie

Lago
Verde nel riflesso di alberi sul fondo
solo in gorghi profondi vive e si arrovella.
Non scorre specchio al cielo
il suo fiume imprigionato
tra le canne di sponde lontane,
una barca quieta contempla l'acqua
verde che nella brezza del mattino
s'increspa appena e muore
avvolta in nebbia prematura e sorda,
in cui solo grida di barcaioli ai remi
danno senso e vita al fermo e sempiterno
Viverone

Verde nel riflesso di alberi sul fondo
in questo verde il fiume non scorre
è come imprigionato,
dalla sponda lontana
una barca contempla l'acqua
che nella brezza del mattino
s'increspa e muore
verde nella nebbia sorda,
in cui solo grida
di remanti barcaioli
danno il senso della vita
al fermo e sempiterno
Viverone

Essere vivo
Per me, essere vivo,
è fruscìo fra le rose
di vento taffettà,
rumore di pioggia,
per giorni, noiosa, sospiro
d'amore innalzato alle gronde.
E' percorrere prati, anche
quando l'erba, crescendo,
nasconde i sentieri,
è osservare distratto il soffitto,
che gioca con luci e ricami di ombre,
interrogare l'immenso,
e aspettare qualcuno col
cuore in subbuglio,
è amare e non chiedere,
sognare carezze,
è scusarmi con te,
per essere vivo così

Celebrazione
Librarsi nell'anticonformismo
alla ricerca di spazi nella
facoltà espressiva della parola
con estraneazione filosofica
allontanando l'uomo da se stesso
nella atrofica burocrazia.
spesso ciarpame del fare

Navigare nello spazio
in cibernetica realtà virtuale
consuetudine nel consumismo moderno
divellere epistemologicamente
come da forziere la libidine
licantropica da manager mandrillo

Polisindeto di movimento labbiale
Consecutivo, nella sublimazione
di vibrazioni sacerdotali, verso
la prolèssi confutatrice
di tutto il discorso da me scritto.

Boh!
Ma che dici
quella cacca l'ha fatta
il tuo gatto soriano
il mio è
educato
mangia tacchino e vongole
e fa le sue feci
là nell'angolo del
Mio giardino
ma quell'oleandro striminzito
penzola volgarmente
sul mio
terrazzo
e porta vermi e malanni
ma signora non si vergogna
suo figlio
la sera
canta e pure da tenore
e il grande fratello
è a quell'ora
cacchio si sposti nò
con quelle mani
m'insozza la carrozzeria

E respirate la mia
stessa aria
avete sempre ragione
e cercate l'occasione
per farvi
piacere
tutti quelli che dovrebbero restare
al loro paese
e poi fate
beneficenza
come se foste davvero voi
del mondo la speranza
e vi vedo
che non andate in Chiesa
anche se dite
di pregare alla vostra maniera
e
pagate le tasse
disturbate sui tram
con la vostra tosse
e riempite le
pagine dei giornali
con lettere di protesta
mentre io vorrei leggere i
vostri necrologi
e mi fate ombra
siete vento che porta tempesta

E voi, pezzenti,
testimoni freddolosi
di sguardi disgustati
e cravatte ben zavorrate,
con le vostre pupille
verde semaforo
e le unghie lerce
dei miei avanzi,
siete degni
della Città di Dio.
Contrabbandate favelas
qui, sotto il naso
del mio salotto buono,
rovinandomi l'aroma
del meritato caffè,
magari raccolto
proprio dalle vostre
lorde mani nere.

Mandrie di nubi
Vomitano dal cielo
Acque inquinate con zolfi
E residui di smog
La terra tutta
Ormai nel vuoto spazio
Si sotterra vergognosa
Della stupida umanità
Non riesco pensare
Al cibo stamane
Cosa sarà farina
Di sterco
Oppure carne di ratto
Certo avere un cavallo alato
E raggiungere un mondo
Lontano dall'uomo
Terrestre sarebbe
Fantastico

O forse la soluzione
a tutto questo
troiaio
è semplice
buttare nel cesso
le chiavi
di tutte le nostre case
nei tombini per strada
quelle delle nostre automobili
chissà che si ritrovi
un po' di umanità

Bah!
Tinti baldini,Maria Attanasio,Flavio zago ;Marcello Plavier,Maria Cristina Vergnasco

Vorrei
Io cosa vorrei,
vorrei essere come
le cose che ti piacciono
gli oggetti che tocchi tutti i giorni
quello che vedi ormai
senza guardare
e che stanno a te intorno,
cose -come spazzole, creme
abiti di seta- che cerchi
e domandi " ma dov' è?"
ah, vorrei essere l'allegria
fra tutte, la sola tua allegria,
Voglio essere l'amore,
un solo amore,
Ma io non sono altro
che quello che sono

Ho bisogno di sapere
Magia di stelle
ogni notte serena
ad una ad una
le accende
e mi tremano dentro
gemelle dei dubbi,
sorelle di sangue
d'incertezza d'amore.

Ho urgenza dell'alba
che mi spenga le stelle,
mi sento pazzo.
Ho bisogno che il giorno
come ogni giorno mi dica
che tu sei lì
ogni giorno per me.

Ho bisogno di sapere
Cominciano ad accendersi
le domande nella notte
perché la notte è il dubbio
del mondo e dell'amore.
ho bisogno che il giorno
mi dica che tu sei li
in ogni giorno per me.

Nuovo giorno
Ho bruciato,devastato
riso sulle labbra
poi mi sono aperto.

In un mare di ceneri amare,
la mia anima spalancata
ha lasciato scivolare lontano
ogni goccia di sangue
ogni lacrima.

Roccia tra le dure rocce,
mi credevo pietra,
invece ero argilla.
pensieri seguono pensieri
perduti a volte
nello spettro vuoto della notte

Finalmente ti vedo
ti guardo e vivo un'alba
riflessa nel tuo sguardo
il tuo volto mi indica il tempo
che scorre, che muove, che attende
e l'incontro nel tempo
vive ardendo
in questo amore

Ricordare
E' tornata la pioggia,
e sul verde del prato ingiallito
rimbalza ridendo
l'asfalto finalmente
si sente pulito nell'anima

un'auto si ferma improvvisa
discende una bianca sottana
con gamba slanciata
si muove come danza tribale

ha biondi capelli
sinuosa nel muovere
t'invita a trascorrere il tempo
risale sull'auto la guardi sorpreso
ha negl'occhi una luce speciale
ti tende la mano
accetti l'invito

un arcobaleno appare lontano
mentre s'avvia il motore
riprende la pioggia
da una finestra s'affaccia una luce
scoppiettante da antico braciere

la donna sorride da sola
verso l'uomo che accettato l'invito
ora vive
l'incanto d'un incontro sognato.

Si
E domani al risveglio,
la vita vergine
userà un solo
monosillabo: SI
e vibrerà così
il timpano del mondo

Volare insieme
Oggi ridevano i vetri trasparenti di sole,
nell'alzarsi sulla radura di fronte.
E il giorno infinito d'inesauribile oro
sorgeva dinanzi alla tua serica gola.

Ah, che momenti di carne
sorgevano dalle tue vesta
insinuanti petali di gardenie !
e fra le tue braccia
immagini nitide di cristalli fragili
i tuoi seni impastati di stelle.

I tuoi occhi.. si i tuoi occhi
pieni di tanti cieli intravisti,
m'inabissavano pago, in mari
lontani e profondi
a perpetuare le mie nuove gioie

Fulgida arciere
Sei improvvisamente leggera
libera da inibizioni solamente
spinta verso l'agone
un lieve tremore ti prende è l'eccitazione
per l'inizio della gara
le membra ti sembrano impalpabili

Sei avvolta dalla luce dei riflettori
inizi con prudenza ma
senti il fisico che comincia farsi
strumento corpo unico col tuo arco
e l'emozione diventa linguaggio

Improvvisamente leggera
dai il tuo sostanzioso
contributo alla squadra
sino alla fine della tenzone
ed è allora riponendo il tuo arco
che l'atleta ritorna donna
fulgida immagine felice

Cose
E attorno, cose, senza forma,
striscianti cartilagini d'oblio,
nodose radici sulla crosta del mondo.
Negli squarci sottili di pupille smarrite
nasce un fuoco violento
e divampa, in fiamme solide, acuminate,
che incollate al mio dorso,
in tumulto si librano
trascinandomi in vortice,
fin dove pulsa,
tradito e rovente,
ancora insepolto,
il cuore ribelle di questo pianeta.

Questa lingua di fuoco
segreto inviolato,
mi conduce in un lampo
ad un luogo d'amore
ed appare una sponda
in torpore di sogno,
con chiari di luna
bisbiglianti alla porta.

E sono io, al centro, in questo portento,
proteso su mari di indaco colorati
in attesa che l'amore fiorisca
fiamma non ancora dischiusa
verso l'incontro lungamente atteso.

Vacanza in bungalow
E'festa nel finto paese,
villaggio gaudioso
lattine di birra avvolte
in groviglio di stanche membra
che navigano in oziosi pensieri-

odore di mare profumo di alghe
accompagnano i bagnanti
mentre paella ostriche e sangria
fan bella mostra
sul treno che viaggia

ingredienti di turismo fasullo
mentre tonnellate di parole
si perdono in un oceano salato

una sirena appare e scompare
mentre un drago infuriato
affresca un reggiseno di fiamme
ed un flamenco accompagna
il commiato di turisti inferociti
fra gocce di pioggia distratta-

Scrivere
Ditemi dove
posso trovare
l'acqua
che le mie radici
di pagina in pagina
cercano,
seguendo il filo
d'inchiostro
che segna parole,
impacciando lo scritto
e lo scrittore.

E come trasporre
nella mia poesia
l'emozione,
che improvvisa mi coglie,
quando riappare un ricordo
che credevo perduto.
Quando la magia di un sogno
si affaccia con gioia
nella mia notte,
ditemi
quale linguaggio è così veloce
e lieve e silenzioso da rendere
il senso di questo sentire
immediato, lucido e vero
come mi è apparso.

Le radici si quietano
poi si ritirano
come flusso
del mare
lasciando
alle spalle
l'eco di un'onda
conchiglie aperte
ed in fine silenzio
kinita/marcello plavier

Vita in attesa sul fiume
Cielo grigio, nebbiolina sul fiume,
l'uomo siede pensoso, osserva
un martin pescatore posato
su prua di barca vuota, mentre
un airone se ne sta beato
assaporando il fresco dell'acqua

Si ode lontano un latrato di cane,
imperterrita una mucca si disseta
seguita da un nugolo di gabbiani
che volteggiano a caccia d'insetti

l'uomo nel bosco d'acacie sorride,
al grido acuto di falco
al guizzo di un pesce nell'acqua
al riflesso di collina di giallo
e di rosso dipinta.

Fa freddo e la stretta d'un corpo
sarebbe la vita, dall'uomo cercata
da tempo, ora, il corpo che attende
la donna sognata è ristagno di tristi
risvegli, di desideri sognati.

I suoi gesti tornano, in ricordo
nel rifugio di ore silenti,
come ritornello di canzoni cantate,
improvvise, rivelano giocosi momenti
che l'uomo teneva nascosti.

Speranza
L'uomo antico si ascolta,
è un canto dolcissimo, voce amica
che arriva da verde collina,
da un fiume eternamente vivo,
da un mare lontano.

Alla finestra socchiusa
si scorge il suo volto
che cerca il ricordo di
parole suadenti, della voce
segreta della donna
cercata, trovata ed amata.

Tra nuvole e nebbia appare
Il sole improvviso,
rischiara la stanza dell'uomo
che ascolta, ha un sangue
un respiro, è acqua chiara
nella stagione autunnale,
nella terra dormiente.

Con un passo leggero,
si avvia in speranza di vita felice,
ogni cosa che vive ora ha voce,
il suo passo turba il mattino,
mentre resta in attesa
che dalla terra nasca nuovo virgulto .

Animare la vita ogni giorno,
e di notte fare solo
finta di riposare.
Inseguire i soli,
le nuvole gialle in grani di nero,
cantare assiso
sull'antico scoglio
nel chiarore
della tua presenza
vivere brevi istanti
nelle ampie distese
tra cielo e mare
nel futuro che nasce
infine suonare campane
nella gioia per averti incontrata.

Duplicità
Tu sei due,
tu vuoi e non vuoi
non sei come il tuo amare
ne il tuo amare è come te.

Quale alternanza fra voi due!
Al riflesso dello specchio,
al silenzio del tuo pensare
domanderai quale
può essere la migliore

Con la tua riflessione
così incostante annulli
il tuo si con il tuo no,
così che con i tuoi baci
neppure il tuo cuore sapeva,
e neppure il mio,
chi tu eri e chi avvicinavo
se eri quella che tu volevi
oppure che volevo io.

Ma io amo entrambe,
ed ora bacio tutte due le donne
in te racchiuse, la tua anima
invece sa nell'interezza
del tuo binomio
perché tu mi vuoi amare.

Dormivo
Dormivo e d’un tratto mi sono svegliato,
venuto da lontano senza valigia
traballante sulle gambe
senza confine e terra
tranne la visione di te

ho sentito la tua mano passare
su di me,lasciando traccia
della tua presenza
ho salito scale per raggiungerti
venivo da molto lontano.

Una tenebra mi spiava in silenzio
nulla che sentisse, nulla che sapesse
il vento, il mare tutto ha cominciato
a trasformarsi nel deliquio delle cose.

Ora finalmente nella mia pelle
ti ho vista, ti ho parlato.

Ti aspetto
Ti aspetto con un essere
che non attende gli altri;
solo per te c’è spazio
là dove io t’aspetto;
uccelli e nuvole,
non si sbagliano
vanno in alto,
sulla cima degli alberi,
all’apice di una torre
perché è dove si consuma
ogni amore gioioso,
ritrovi solitari
per la carne e per le ali.

Industrializzare la poesia
Avvizzire in banale batracomiomachia
nel calafatare una catacomba
con sussiego cattedratico
verso un inutile ciambellano
deflorato in tenera età.

Degenerare nel delirio
affrontando dioscuri
parenti di Castore disidratati
dal tempo, per poi emigrare
in ipertrofica licantropia
andati lungi meditando.

Mentre il normografo incide caratteri
da novilunio oleografico
un omosessuale tipico onanista,
rattoppa i suoi amori
con gesti convulsi sonnanbulici

In questo marasma
prende il sopravvento
la mia proverbiale verecondia
neurovegetativa ed ogni
neutrone rifluisce nel testicolo
natio armonizzando con
aritmico candore nella
joint venture sopravvenuta

Pranzare solo
È freddo, pranzo di erbe due uova
un sorso di vino, un poco di pane
alla finestra curioso il sole mi appare
nella stanza il chiarore si spande

tranquillo, distrattamente mangio,
solo, mi fa compagnia il pensiero
di lei, chissà cosa fa, ora,
lontana, in questo momento

Ancora si sente un canto d’uccello
il sole è amico per dare allegria
il merlo compagno di tante mattine
bussa al vetro della mia cucina
mi ricorda che ha fame, che vuole mangiare.

Sento freddo ed un gran sorso di vino
mi scalda le vene. Nella quiete del giorno
penso alle donne, quante, che pranzano
sole, senza darmi un cenno d’amore,
è certezza assordante che mi fa trasalire
non importa, mi parlo da solo.

E' bosco in silenzio l'ora di pranzo,
per ogni pianta che si parla da sola
è voce e ascolto di foglie a stormire.
Un riverbero amico mi scuote,
è luce l'aroma di un buon caffè
e ritorno normale, in pace con me.

Lungofiume Po
Sul lungofiume,tanto amato
spesso, si stendono mucchi
polverosi di carte e ossi
come cadaveri di mummie

cammini fra sassi e sterpaglia
osservi con ringhioso
dire la tomba miserevole
del vivere umano

ti chini infastidito
tra mosche e lerciume
vorresti vangare!
Col tuo insanguinato cuore
non riesci sollevare
la vanga.

Per non dimenticare
Uomo antico che ricorda,
rivede un paese lontano,
uomini in divisa, mitraglie schierate
nella via, un sergente,
una prigione.

Ogni volta che morde il pane,
si ritrova in prigione,
pane duro e acqua
unica compagnia alla sua fame.

Nel suo cuore è sbocciato
dell’odio, sembra
quasi amore dolente nel
ricordo, mondo vile
che ci porti in sorte la colpa
di avi e nostra , con pretese
di salvarlo rivoluzionando.

Contadini cacciati, fucilati
poi ritratti , come poster
romantici, per le stanze dei
giovani che sognano ancora
la rivoluzione, per creare
umanità migliore, per questo
mondo feroce e vile
che di morti ammazzati vive.

L’uomo antico crede,
ha ancora una fede, alla pace
a giustizia equamente divisa,
ora siede nell’ombra alla finestra
affacciato per sorprendere
le ultime stelle, sotto un alba
ch’è lontana, remota.

Novella vita
Avremo un luogo da intridere
di nostri sentori tenui,
divano rosso come il nostro fuoco,
sulle mensole strani fiori nuovi
nati per noi sotto azzurri cieli.

Consumiamo a gara i nostri cuori
come due grandi torce,
come due ruscelli verseremo
vampe e fulgori nei nostri spiriti
specchi gemelli.

Un lampo solo ci vedrà uniti,
con lungo singhiozzo
carico d’amore, mentre i
tuoi profondi occhi
mi investono
di deliziosa vertigine.

Circostanziale
Chi molto ha visto, sofferto, faticato,
subito umiliazioni,
chi è stato derubato
e privato di giusta giustizia;
chi per terre e mondi,
e genti è andato, conoscendo
così anche i sottomondi
vivendo amori e passioni,
chi tutto ha letto e amato,
tutto è stato.

Lui poi sarà di quelli con voce d’incanto
consolazione dei tristi,
di coloro che hanno fermentato
la rabbia di una vita
a poco a poco tradita,
scriverà versi
dissimulandosi da ogni
curiosità trasportandosi così
nel pensiero che la poesia
è il travestimento della vita.

No es
No es el fuego cobre en tu pelo de oro
Sobre todo es el perfume suave de tu piel
es tu voz que va y viene, tal vez transparente,
temblando, sonriendo, llorando, o llena
como la voz que oì en la tarde un dìa de verano.

Luce di luna
La notte stilla gocce di te
ognuna è scintilla
cade da nubi
irrora terre, campi
come pioggia d’amore

Tu luce di luna
sei donna e sirena
in te vive
l’intero mio universo

Verrà la notte magica
che nulla e nessuno
porterà via
così sarai mia per sempre

Dolce canzone
Ascolta, è una dolce canzone,
discreta, lieve si posa,
è simile ad un brivido d’acqua
su muschio disteso.

La voce che canta è a te nota,
rivela in un velo di pianto,
che soltanto la morte,
può toglierle gloria ed amore.

Ingenuo epitalamio
questa voce persiste,
perché nulla, mia bella sirena,
fa più bene al cuore.

Eliminare la tristezza
dall’anima, che
non in collera soffre,
è momento di pace interore,
tremando d’amore,
io chiedo,
ascolta, è una dolce canzone.

Seira
Vòj ‘d gabian con j’ale bagnà                                                                 Voli di gabbiani con le ali bagnate
A vesto ‘d bianch le scogliere                                                                 vestono di bianco le scogliere
Ant el gris dle nivole.                                                                                nel grigiore delle nuvole
Sla sponda, dal mar                                                                                  sulla sponda del mare
Na chitara a stòrz le corde                                                                       una chitarra storce le corde
A s’afana e sospira                                                                                   si affanna e sospira
Perché ‘dcò a chila                                                                                   perché anche a lei
A l’aviu regalaje                                                                                         avevano regalato
Parole d’amor                                                                                             parole d’amore
Ant la malinconia ‘dla seira                                                                     nella malinconia della sera
Mach pi ‘n pior                                                                                           solo più un pianto
Quandi cel e tèra                                                                                       quando cielo e terra
A sé strenso ‘nt ij frisson                                                                          si stringono dentro i brividi
Dèl dì ch’a meuir                                                                                       del giorno che muore

Ansietà
Perchè, ansietà
quando tu appari
dopo lunghe cupe
frenesie d’attesa.
Solo gioia, dovrebbe
portare il tuo arrivo
al nostro incontrare
corpo con corpo
acqua con acqua
oltre i confini del tempo,
a correre insieme
tra nuove sponde
giorni che potrebbero
per noi essere i più felici
e in abbraccio placare
il nostro affanno di carne
nel tuo corpo destino

Il tempo non ha tempo
Uomo pigro che riposa, sono qui,
dove il tempo è una linea,
l'attesa di uno squillo
solo un'ombra sul muro,
voce amata da ramo lontano
cibo per l'anima infreddolita

Ecco, guardo e vedo una pietra
dura, fredda, ma un dolce ricordo
mi riporta con battito d’ali
a quel giorno che è stato mai notte
ho bisogno di cenno
che mi scuota in abbraccio
fruscio nell'aria
due parole in sussurro
una piccola riflessione.

Muovo lento nel mio silenzio
per correre via,
forse sono in ritardo,
il prossimo treno è già partito
in lontananza
due fari rossi, sempre più piccoli
verso la stazione d'arrivo, assente
e pigro vedo il corpo di un vecchio
sui grandi cuscini del suo sognare
un bosco di luce un incontro un sussurro

Cantavi
Sentimento della terra,
tu cantavi nella notte
fiore inconsueto
della mia incolume speranza
ed io, scrivendo nella tenebra
mi domandavo
se era la morte o il mattino
che stavo aspettando

Marea
Il tuo corpo è una strategia
Che fonde maree di esigenze
Fili di boschi in rose fiammanti
Il tempo è una fetta di passato
Che distrugge l’umore
Sulla pelle è rimasto
Il calore indimenticabile
Delle tue dita

Il sole se ne va
Il sole sene va via
Sul limite della sera
Le nubi s’addensano
E la luce del mattino
Appare come tenda infradiciata
Nella notte piovosa

Il mio cuore alla finestra
Come irruente cascata
Salta sopra rocce
Abbrancato ad una
Canna di bambù
Che fruscia nel vento irrequieto.

Vieni non restare
al limite della foresta
dove i fiori sbocciano
improvvisando corone multi colorate
la risata di un lampo
attraversa la nostra veglia
irrompendo e liberando
parole soffocate
nel vigore del nostro abbraccio

Saluto
Salutarti ogni giorno
Dirti ciao, sorry
Con un sorry-so
In questo mondo
Sempre distante
Sempre più terzo

Ci si accalora
Solo per far audience
Per membri e vulve
Per interessi personali

Si vive di parole
Fiumi di parole
Quasi un’alluvione
Di giustificazioni
Utilizzando una infinità
Di frasi inutili

Mi chiedo
Dov’è finita la dignità

Allora mi ascolto
Nel mio silenzio melodico
Immergendomi nella profondità
Del nostro vivere
Quanto freddo intorno
Tu sola mi puoi riscaldare
Col tuo tenero
sorry-so
Kinita/marcello plavier

Ode ad un’amante
Fa brillare il tuo amore,
tu che sei fatta di carne,
tu terra germogliante
fallo bruciare nel fuoco
dei miei desideri

colma con la tua musica
la mia mente
tu vissuta
sotto un cielo diverso
hai negl’occhi il colore
nelle labbra il sapore
di un mondo fantastico

sei un frutto che vive,
sei musica sei l’arpa
che canta il tuo amore
tu suoni e ti posi
sul mio silenzio

tu dormi leggera
amorosa
e il tremore del sangue
mi risveglia al mattino
nel tuo stesso tepore
sembrano cerchi nell’acqua
i sogni sognati
tu sei carne sei vita

Delirio
Sei vita e morte per me
Il tuo viso
il tuo sguardo
sanno di cielo e di mare
di salmastro e di terra;
e mentre i tuoi occhi
diffondono voci
di luce straniera
l'aria che aspiri
trasformi distratta
in calda bava di vento.

Sei roccia dura,
come onda ti scuoti
sei frutto di scoglio
tu che vieni dal mare
rivivi per me
antichi, arcani momenti
come cosa selvaggia
che nel cuore mantieni;
l’oleandro fiorito ti aiuta
a tenere il segreto.

Sei ferma alla porta di casa.

Assomigli alla terra
che tanto tu ami
Guardi attenta, mi scruti
e non vedi
che il tuo sangue è amore,
null’altro, tu stella
persa nel mio delirio
sei un cuore che pulsa
sei luce e risveglio
Tu per me,
sei la vita.

Lavoro con fattura
E’ un lavoro inusuale
Che fa leva sui depressi
Ha un’origine ancestrale
Rende un tot più gl’interessi
E’ il mestiere di Stregone
Che prolifera da noi
E fa leva sul coglione
Che ci cade, prima o poi.
Scaricare i soldi spesi
E’ impresa molto dura
Perché temi che a richiesta
Ti ritorni …una fattura.

Lavoro sei giorni
A quei tempi il sindacato
Non poteva protestare
Lui decide “qui il creato
In sei giorni devo inventare”

Ed il quinto stravedeva
per quell’opera perfetta
“mancan solo Adamo ed Eva”
E risolse, il sesto in fretta.

Forse fu cosa accorta
Chè abbia l’idea cambiato
Decidendo fosse corta
Come vuole il sindacato

Cinque giorni basta e avanza,
lui, riposa un po’ di più
così il creato ha più creanza
perché l’uomo.. non c’è più

Con gratitudine a Vincenzo Zap

Serale
L'ultima luce
che il crepuscolo spegne,
pensieroso mi trova
appoggiato a remoti ricordi
di manine a giocar la paura
nel fragore di bombe, orrori
vissuti e guerra sofferta.

All'improvviso ti voglio
e tu, invisibile pace novella
entri dalla mia finestra
sussurrando parole d’amore

mi sorridi, ti accomodi calma
e calda mi avvolgi in braccia tremanti
come un bimbo mi lascio cullare

lo splendore del giorno
è sfumato fra i rami
ma tu, desiderio inesprimibile
canti ancora per noi
con timbro possente
e di nuovo per me
comincia la vita
che credevo finita

Gitana per me
Amore per una sera
ti voglio gitana,
leggimi la mano che
disegna il mio cuore.
Vestiti di mantiglia e merletti,
agita le nacchere,
nel dono di un flamenco,
cantami l’amore
come fa un cantaores,
balla come un ballaroes.
per me, mia divina.
Il tuo corpo piega
alla musica e al canto,
il tuo vestire
di rosso e di nero
mi accenderà
il cuore, al battito
dei tuoi piedi
nel ritmo del suono.
Alla fine ti avrò
ansante fra le braccia
mentre le tue labbra
chiuderanno le mie.
 

La mia ca’. (la mia casa)
Se ti ‘n di
It passèise ‘nt el pra
Ad ca’ mia
Scota tesor
El respir ed l’erba nueva
Versè so profum ant la fauda del mund.
Guarda le gemme perchè
Doman ij busson
Fiorinan tuti ‘d reuse
Per ti

Ant le ven-e a sarà
Come at nassèjsa ‘l trafeuj
E mi sarai lì
Come brassabòsch
Ambrassà a na pianta ad gasia

Se ti un di.
It passèise ‘nt el pra
Scota tesor,
cerca cola pianta ‘d gasia
e l’ram dl’ambrssabòsch
t’ofrirà na colan-a
piena ‘d basin

Trafeuj = trifoglio
Brassabòsch= edera


Se tu un giorno
Passassi nel prato
Di casa mia
Ascolta tesoro
Il respiro dell’erba nuova
Rovesciare il suo profumo
Nel grembo del mondo
Guarda le gemme perchè
Domani i cespugli
Fioriranno tutti di rose
Per te

Nelle vene sarà
Come se nascesse il trifoglio
Ed io sarò li
Come un’edera
Abbracciata ad un albero di gaggia

Se tu un giorno
Passassi in quel prato
Ascolta tesoro,
cerca quella pianta di gaggia
ed un ramo dell’edera
ti offrirà una collana
di baci.

 

Dedicata a LEI che sa

Ode alla ossessione
Come serpe su carboni accesi
il desiderio di te mi torce,
ossessione d'amore
che non posso donarti,
quanto brucia la fiamma
che non può sfogare
la mia pressante voglia d'amare

piccina ti vedo nuda
nascosta da veli
i tuoi seni trionfo nel sole
e la tua umida bocca
che stringe con gusto
l’emblema del sesso

fra le mie braccia
vorrei trovarti
forte e fragile erinni
timida e libertina
nel morso del tuo amante
che sonda con ardore
la tua grotta
sorgente di lava attiva

se mi leggi come un libro
sappimi amare così come scrivo
se sorgi dal tuo gorgo scavato
non mi guardare pensiero adorato
mio amore senza confine

sia maledetto in eterno
il sognatore insano
che cerca di travolgerti
in una questione insolubile
ossesso nel suo vagare
nella tua pudica lava
poi affogare

allora tu cedi al bagliore
nel lampo crudele del senso
e, vinta, ardita ti scagli
sul prepotente incanto
di zampilli che spandi
come grande pioggia d’ardore.

Finestra
Quante cose l’uomo antico,
osserva dalla finestra
scruta lontano
osservando l’infinità dell’etere
costellazioni scintillanti
soli e lune lo attraggono
imprigionato da leggi
che non hanno tempo
contemplando
scorda la sua reale età
la sua vita è sospiro di ragazzo
tremante nel vuoto dell’eternità
tende le sue mani verso il mondo
cercando di afferrare
la pace restaurante il suo soffrire
sente che una donna l’attende
ora fermo alla finestra
vive nel ricordo di un docile corpo
di carezze appaganti
di gioie esplosive e dolci affanni
di vita che torna
 

Descrubimiento
Es posible palpar aquello que yo non puedo oir
lo siento entre las visceras
encamarado su mi deseo
contemplo el universo
escucho el rio que ir a cantar
vos conmigo yo con vos
la selva te respira
imposibles rotros de orquideas
es remoto y futuro lo que veo
vos conmigo yo con vos
es muerte no verte mi confino
con tus manos sujetas mi sueno
con tus manos costruyes
el nuestro amor
 

 
E’ possibile palpare ciò che io non posso udire
lo sento nelle viscere
arrampicato sul mio desiderio
contemplo l’universo
ascolto il fiume che sta cantando
tu con me io con te
il bosco ti respira
impossibili volti di orchidee
è remoto e futuro ciò che vedo
tu con me io con te
è morte non vederti mio confino
con le tue mani afferra il mio sogno
con le tue mani costruisci
il nostro amore

 
El sol as na va via (il sole se ne va via)
El sol as na va via
an sla brua dla seira
sento sfojesse pian le fior
sento la neuit
ch’a ma sgrafigna ‘l cheur
e a l’improvis l’istà
a l’è andas-ne via
veuj cheuje ancora
reuse an mè giardin
e peui andè con deuit
‘ncontra ‘l temp
per ‘contrè l’amor
cantanda e rijanda
ansem-a chila

omaggio discreto in piemontese alla fine dell’estate sempre con lei

Geovianamente
Parola di Dio
è il loro ossequiare
son pieni di dogmi
non riesci a fiatare
per dire che forse
la vera Scrittura
ancora non c’è

opini, disserti
ma loro imperterriti
sciorinano frasi
ormai digerite
e non ancora capite

però sono grandi
la fede è potente
il credo apre loro
la strada del bene
non sono dotati di grande sapere
ma trovano sempre
il versetto che fa loro piacere

con tatto discreto
mi avvio all’uscio facendo gesto
di pronto commiato
vorrei continuare il nostro parlare
ma gli ottusi non sanno capire
che al mondo, potendo, si viene
a ben vivere e non a patire

pazienza, se il prezzo per il nirvana
è quello del verbo
m’accontento, eccome,
di una piccola diavola
silente e carina
che le cose le fa
senza manfrina.

Camminando
Tu prendesti per mano
questo uomo senza tempo
mi fermasti per ascoltare la notte
odorare il vento, nella via
di un dolore remoto

Ogni odore è come un ricordo
tu capisti l’anima mia
il contorto del budello
del destino che mi travolse
sbucasti come aria nuova
nel mio vivere inquieto
questo aspro sentore lo addolcisti

il mio vivere in una terra
sventrata da eventi
incancellabili è diventato
un giardino fiorito
dove un ciliegio stupendo
non sfiorisce mai
dove il tuo respiro profonde
magia di vita

dove la tua carne ha preso
il sopravvento sulla mia
la mia via senza uscita
è ora un viale alberato
dove il turchino del tuo guardare
mi scorta verso un mare
d’ amore, mi hai accolto e poi respinto
come solo un onda sa fare
per poi raccogliermi sulla rena
con tenera commozione

speranza non so
certamente non sono più
camera buia
le mie parole inghiottite
dal tempo sono rinate
con te in terra ridente.

Notturno
Mi ha raggiunto la sera,
piccola mia,
è tempo che i fiori
in veli e tetto di petali
richiudano i loro pensieri
fammi sdraiare al tuo fianco,
nella notte, in silenzio
guida i miei piedi di labbra
sui tuoi chiari sentieri
alla debole luce di stelle lampioni
perché il tempo è breve
nel pensiero notturno
ma insieme... è pace.
Maria cristina vergnasco /marcello plavier

Doble pensamiento
Dovrei tornare
indietro
dicono altri
dovrei tornare
per partire avanti

Perché indugio
nel desiderare
ciò che il mondo
mi offre

Ecco si devo
decidermi
devo partire avanti
dimenticando
per non tornare indietro
Tinti Baldini/Marcello Plavier

Lei lo sa
Essere viva, per Lei
quando il vento passerà fra le fronde
quando accarezzerà le rose
come dolce suono vibrante

quando la pioggia
noiosa
per giorni si presenterà
cantando fra le gronde
raccoglierai il brivido dell’autunno
ritrovando la Sua mano fra i capelli
il Suo sorriso

sarà come aspettare qualcuno
con il cuore che più forte ti batte
chiusa nel tuo
amoroso silenzio.

A kinita con l’ amore per la sua mamma

Bucaniere fallito
È bello spaziare nel mondo fatato
di donne deluse d’amore assetate
scrivere ubiquistiche poesie
facendo capire la tua bravura
d’amante e non solo

peccato che una spia le ha messe
in allarme ed allora che faccio
si cambia obiettivo all’uomo
rivolgo attenzioni sorrisi e moine
colmando così la cesta di bucaniere fallito

nessuna sinora ha creduto tout-curt
nessuna ha cercato un minimo cenno
di intima voglia mi crogiolo ancora
nel mio vagare pensando alla donna
dei sogni da vivere e non ancora vissuti

ritorno al mio mare azzurro e sincero
gabbiano implume sussurro parole
per dire al muliebre mondo parola di pace
e tu sirena che cerchi il drago possente
farfalla gentile che mi vieni nel sogno a trovare
ricorda che sono bugiarde le frasi che scrivo

lo dice la spia che mi ha tolo il respiro
credeteci è vero,ma vero è l’amore
che agogno da donna di fuoco,
da labbra assetate, da cuore deluso
che cerca il suo sogno.

Ridere
Rido, perché rido?
mio caro hai poco
pèr ridere uomo antico
offeso e deluso
terremoti e tsunami
ti strozzano il fiato
e se puoi ridi

crisi economica tre monti e null’altro
ci spiegano che il tutto è
colpa di chi versa in banca il risparmio,
e torniamo in pianura
sino a ieri la escort vettura datata
diventa donna da comprare
dai mettiti a ridere

cosa resta a un uomo antico confuso
se non sognare l’amore
fatto di draghi sirene
occhi desiosi labbra di fuoco
sempre lontano e struggente
talvolta appagante
paura di svegliarti
come orso
da lungo letargo
ritrovarti alla caccia
del miele sognato e amato
di questo non ridi

la solitudine vive con te
i quattrini non bastano mai
i ricordi ti dilaniano
delirio del ridere
cosa avrai mai
da ridere
forse ridi perché
non lo sai ma sei forte
e allora tesoro
facciamoci una bella risata

Chiacchiere lunari
Stasera parlo con te luna
luna amica degli amanti
ti chiedo, illuminami la via
per raggiungerla
vorrei esserti accanto,luna
per vederla in ogni momento

sai, luna, la sua voce è un dolce canto
la melodia è il suo esprimere
i suoi occhi poi, incantevoli
mi ipnotizzano, si riempiono di me

quando si muove, pare nuoti nell’aria
il mare è il suo mondo
guardala, sirena innamorata
si muove rasentando scogli e vulcani
volteggia fra pesci e gabbiani
in attesa del mio arrivare.

Grazie luna, vederla è tremare
vederla e non affrontarla, è dolore
vederla ed urlare in silenzio
ti amo, è il regalo che il fato mi dona.

Occhi cerulei
Davanti vi scorgo
Occhi cerulei
radiosi vasetti di magnete
che i miei occhi
colmi di fuoco incandescente
riescono a malapena
prenderne l’incanto

magica delizia, ogni accordo
oggi vive e mi esalta
come l’amante quando
il fiore coglie
nello squisito ricordo

Aspettando nuova vita
La luna sull’asfalto
fa un lago di luce silenziosa
l’uomo antico ha il suo fiume
che l’aspetta di giorno
e la notte attende la donna
che un giorno fu sua

l’uomo antico soppesa i pensieri
affacciandosi al bordo del lago
in attesa di evento lontano
è quasi urlo la sua faccia distorta
è muto nel suo gridare

nell’alone lunare un viso
appare improvviso
è il ricordo di ore passate
di gioie vissute
è la donna che tanto s’ attende
ma la donna non parla

l’uomo antico in ginocchio
si protende quasi afferra il ricordo
ma la donna sorride
gli prende la mano
lo trascina nel lago
nuova vita lo attende

Water-closet
Abbambinando
la bagatella
non considerando
che nel contesto
in contiguità
disquisivano
distaccate
epistemologiche
femmine
nell’evitico
evocare il frutto
paranoico,
in giaculatoria
introiezione
irrefutabile,
dissenteria di menti
germogliate
in lunazione
introversa.
Mirabile rimasuglio
miocenitico
di odontalgici
rimedi nel palpeggio
parapsicologico
di menti rattoppate
nel sarcastico
stacanovismo
del ridere.

Spirito notturno
Il mio spirito ribelle
in piena agilità si libra
oltre il campo dell’etere stellare
lontano dall’ipocrisia

Sorvola placido picchi
e vallate
marine e foreste
di profonda immensità si avvale
per scuotere dalla vita
il peso di pene incombenti,
per planare su lande radiose
tappeto di fiori e laghi silenti.

Tenebroso e discreto,
s'insinua nei gorghi profondi
della speranza e del credo
scoprendo invece spietati duelli
eccitati dal sangue versato
da disumani fratelli

come estrema difesa
da questa trappola mortale
all'infernale contesto volta le spalle
e ripiega sconvolto
nella fortezza della mia anima ferita
maria cristina vergnasco/ Marcello Plavier

Dormendo con te
Cosa dire stanotte
alla donna che dorme
cercare la unica dolce
formula magica
che sciolga l’arcano
dell’essere amata.

Come ogni sera
riemerge il dolore
di una notte senza parole
nel buio muto un remoto silenzio
converge nell’anima;

parlare alla notte
che vive sommessa
con soffice angustia
con tenue tremore
l’attesa di un bacio
di una carezza

aspettare che il sole
si levi oltre il colle
e come mano
di luce rosata
lieve si posi su pelle di sogno
aspettare il respiro leggero
il suo sorriso sopra il cuscino
occhi in desiderio d'amplesso

ora il quadro azzurro alla finestra
è dipinto da gemma d'affanno
dal gemere sordo
di femmina nuda
lucente sirena
aggrappata al mio scoglio.

Errabondo
Entrai di corsa
e tutti risero.
Tranne le sedie. il tavolo,
le tende, i gatti, il tappeto,
le pareti, il camino.
Allora uscii,
lentamente
raccolsi il mio cuore
e mi allontanai

Omaggio
Quando lento
si spegne ogni rumore
il tuo viso
plasmato dalle mie carezze
ritornerà splendente
immune da colpe

Io ti voglio amare
dando vita a steppe stellari
dando dei tuoi capelli
colore al sole
dando dei tuoi occhi
colore al cielo

spargendo nello spazio
il tuo sorriso ammaliante

Dove onde di culle sospese
di angeli alati
accenderanno il fuoco
della speranza nel mio cuore
travolgendomi poi
in amplesso sublime e totale

Come allora
Come adesso
Come sarà sempre

Pisco farmaco
Barbaturicando,
l’ansiolitico
si neurologica,
con nausea
capogiro
verterirismo.
Lituano
depresso
testicoli
inerti , si avvia
allo studio
di neurale dottore,
s’accomodi, dice,
mi dica,
sento gli spiriti
che vengon
la notte,
perbacco symptoma
di ansia depressa
gli dice
lei osservi
la cura prescritta
che ora produco,
occorre
triciciclare
attento deve stare
l’alcool non bere
se no droga diventa.
La sera depresso
lo psico balsamo sugge
inghiottendo con
PISCO CiLENO.
Si sente gasato,
dal farmaco nuovo
la moglie
da tempo digiuna
festeggia
il momento
PISCOPANDO
felice.

Aspettando la vita
La luna sull’asfalto
fa un lago di luce silenziosa
l’uomo antico ha il suo fiume
che l’aspetta di giorno
e la notte attende la donna
che un giorno fu sua

l’uomo antico soppesa i pensieri
affacciandosi al bordo del lago
in attesa di evento lontano
è quasi urlo la sua faccia distorta
è muto nel suo gridare

nell’alone lunare un viso
appare improvviso
è il ricordo di ore passate
di gioie vissute
è la donna che tanto s’ attende
ma la donna non parla

l’uomo antico in ginocchio
si protende quasi afferra il ricordo
ma la donna sorride
gli prende la mano
lo trascina nel lago
nuova vita lo attende

Ritrovare
Trovare il momento più bello,
preparami all’incontro sognato,
sperare, in segreto
sapere che si avvererà.

Cercare in me stesso,
della sua vita i colori,
e il sapore maturo
del suo frutto vorace,
che mi affascina, mi
dona calore, mi trema.

Sono come un ragazzo,
a scoprire la pelle di donna;
il profumo che spande,
il vigore improvviso
che prende alla gola,
togliendomi il fiato,
curioso nel prendere,
generoso nel dare.

Devo ritrovarla,
la gioia d’amare

Mistero
Il nostro amare così misterioso
in viaggio al di là del presente
ci vede lottare per l'impossibile
nascosti e veri dentro l'incanto.

Autoinganno timore
a soffrire il silenzio del fare.

Non divagare
oltre stelle e maree
non affrontare
l'abisso deserto dell'esistenza
non è rinunciare
alla speranza di vederlo fiorire
questo amore in attesa perenne.

E' offrire rifugio alla gioia che porta
e ascoltare se colma il vuoto dell'ansia
l'accordo d'amore della nostra canzone.

Notturno
Come un giorno lontano
riappare come immobile luce
a fiorire il ricordo.
Quella donna trema ancora
alla dolce carezza
il suo corpo si stava
svegliando nell’incontro amoroso
sorridente resta stesa al tuo fianco
assapori il tiepido istante
che procura un tremore diverso
Fuori piove
rinviando odori di terra.
E’ mutato il colore del mondo
sulle membra la stanchezza
giunge improvvisa
mentre senti fuggire l’estate
il tuo fiume cresciuto
fa sentire la voce
tu dalla finestra aperta
contempli la collina
mentre sale la nebbia precoce
a offuscarti la vista
quella donna appagata ti osserva
ha gustato l’amore
poi si volta e si mette a dormire.

Tu
Ricordi, mi venisti accanto
vestita di viole
incantato tremante
capii che eri l’amore.

Tu sei la vita pensai
il tuo sfiorarmi
mi tolse il respiro
da ignota terra
arrivasti al mio cuore
con quell’alito
caldo di primavera
che vive con te.

Non era silenzio
il tuo parlare
tu donna di fuoco
mi bruciasti feroce
Tu vivi nell’aria
che sfida il futuro
nel tuo giardino
sei fiore radioso
respiri quell’erba
che ti rende speciale.

Tu nuda di sera
vestita di luna, con occhi
fulgenti e labbra tremanti
attendi, lo so
Il tuo sangue che bolle
lo tieni lontano
da carezze audaci
da tremori improvvisi

Ricordi mi venisti accanto
e nulla e nessuno
turbava l’incanto.
Ora invece le parole
che dici, non hanno
riscontro, nella tristezza
del mio cammino.
Tu per me
sei la vita e la morte.

Affastellamento
Cercare parole
sconosciute,
decidere
nel dedalo
delle idee,
dileguandosi
da immagini
viziose,
arrampicarsi
su un nespolo,
affrontare un
perigeo,
piangere
sui dolori
del pianeta,
sofferente di
bradisismo,
diventare
borghese alla
moda,farneticare
dopo letture
di fanzine,
fecondare
fauni,
diventare
inespugnabile
roccaforte,
inizializzare con
gusto poemi
e canti inneggianti
all’amore
universale.
tutto questo
casino
per non
dire nulla.

Per gioco chissa’
Dopo l’abbandono,
non sarò mai un asceta.

Rinuncerò da questo istante,
di fare parte del mondo ,
dove gente si muove
in maniera cortese,
lo giuro.

Ecco, in frantumi
il vaso dei ricordi,
in mille ed un pezzo,
spremendo la mia ultima
lacrima, non sarò
più persona civile.

Per questa occasione,
farò il voto di
essere indegno,
di avvinazzarmi e di
fallire del tutto.
Questo è il
mio giuramento.

Vascello fantasma
Vagando e cercando,
nel cielo infinito,
un antico vascello
ritrovo, lo inseguo
alla caccia del suo tesoro,
la mitica farfalla innevata.

La trovo stordita
ma viva perbacco.
Trent’anni lontana
dal vivere e amare;
la induco pian,piano
allo sbarco,
per farla tornare
in un mondo diverso,
certamente più adatto
alle sue ali, frementi
nel gesto del suo volare.

La bacio leggero,
sull’ala indurita,
e come d’incanto
tra le dita mi appare
dolcezza di donna
che senza parlare,
vivendo il momento
si lascia cullare.

Poi docile e grata
di esser stata trovata
mi prende la mano
e in tacito accordo
seguendo il destino,
lontano, lontano,
fuggiamo volando.

Fiaba d’estate
Un airone mattiniero
In alto volò
E con colpo d’ala,
spense l’ultima stella.

Un gabbiano. improvviso
correndo sull’acqua,
accese il sole,
svegliando il mare.

Camminando sulla sabbia,
ho scritto il tuo nome,
ma un’onda maliziosa
lo lesse e gelosa,
se lo portò via.

Sulla sabbia bagnata,
la mia orma è sparita,
il tuo nome nel mare,
il mio cuore tremante,
raccolsi conchiglia,
aveva inciso il tuo nome.

Romanza
Silenzio, nessuno sa,
nessuno deve sapere.
Neppure il vento
si deve muovere,
lui quando pensi a lei,
diventa vortice
e fa impazzire.

Silenzio, sui muri di castelli,
sulle pietre di borghi antichi,
sulle case disabitate
piene di fantasmi ,
silenzio, nei fiori ,
che al mattino si
schiudono al sole,
alle foglie che
spettegolano
sull’albero.

Silenzio, quanto silenzio
odo a me intorno,
da lontano la sua voce
affronta la prova,
la sento nel profumo
della terra, nel muovere
delle nuvole.
Con lei non esiste silenzio,
il suo cuore trasmette,
e l’uomo senza età
ascolta trepido.

E’ musica di un’arpa,
è silenzio che canta,
raggiungendo lo spazio
come uragano,
scuotendo l’anima
e facendo vibrare le membra,
nel delirio di un amore
infinito.

Essere vivo
Per me, essere vivo,
è fruscìo fra le rose
di vento taffettà,
rumore di pioggia,
per giorni, noiosa, sospiro
d'amore innalzato alle gronde.
E’ percorrere prati, anche
quando l’erba, crescendo,
nasconde i sentieri,
è osservare distratto il soffitto,
che gioca con luci e ricami di ombre,
interrogare l'immenso,
e aspettare qualcuno col
cuore in subbuglio,
è amare e non chiedere,
sognare carezze,
è scusarmi con te,
per essere vivo così

Fantasticando
Nel calar della luce, uomo solo,
mi accendo di nuovi timori,
mi si aprono ferite già chiuse,
il respiro che preme il costato
rallenta il ritmo battente,
diventa un affanno che si
trasforma in dolore.

Nella casa, tutti abbiamo una casa,
sul rosso divano,
mi riappare la donna dagli occhi
colore del mare, la chioma dorata
nell’immobile luce mi ravviva il ricordo,
un acuto ricordo, dolce e amaro,
ma pieno di brividi languidi
d’audaci abbandoni.

La donna col corpo raccolto.
rialza improvvisa la fronte,
il tremore mi accoglie le membra,
la sua mano si tende, richiamando
la mia carezza.
Nel silenzio che dura, sento la voce
lontana che chiama,
è svanito il ricordo, non mi resta
che il sussurro remoto,
di uomo solo, che si perde
nel nuovo soffrire.

Colori stonati
Ti cerco nel
calice,
della mia sete
asciutta.
Non so se sei,
non so se sai,
non so se sarai.

E non so più
del giorno
e del suo cammino
obliquo,
radice quadrata
del mio sentire.
Impietrito il domani,
arcaico monolite
lo confondo nei quadri,
avvolti d’Inverno
appesi sui ghiacci
dei tuoi occhi bui.

Ti cerco nel viola
del mio pensiero,
prillante nel gorgo
di un sogno sottile,
tagliente del gelo
del tuo sole cieco.

Ti cerco nell’inno
di cori all’amore
Ti cerco e mi trovo
canzone stonata.
Marcello Plavier e Flavio Zago

Ombre di fine estate
Ti svegli un mattino e t’accorgi ch’è finita l’estate,
però ancora cerchi il calore smarrito,
ti senti uomo con membra avvizzite,
la stanchezza del giorno t’attende.
Il colore del mondo ha cambiato il suo fascino,
le giornate più corte silenziosamente
avanzano, come guardinghe.

Il sole ormai trascorre il suo tempo
arrossando le spiagge, toglie il gusto
del nuoto solingo.
Tutto il mondo rispetta il mutare,
anche gli alberi ne soffrono la nuova luce.
Un silenzio lontano che prendeva la via del cuore,
ora tace, improvvisamente sfiorito.

Dalla vuota finestra, ascoltando il silenzio,
mi accosto attendendo un nuovo sussulto, di vita,
di gioia. Vedo solo colline, alberi che ingialliscono,
il fiume che passa mi canta felice, l’acqua muove
veloce verso il mare, limpida come l’anima di un bimbo.

Io stracciata la veste notturna, l’inquietudine
mi afferra le membra, solo lei
mi può dare certezza di un amore pulito.
La mia donna, capelli disciolti mi attende con
Il corpo proteso al’incontro, ed allora
l’incanto si avvera, ci sarà qualcuno sul letto
abbracciato ad una donna.
Dalla buia finestra, uscirà un gemito forte,
facendo vibrare il silenzio.

Ritrovare
Ritrovare il momento più bello,
preparami all’incontro sognato,
sperare, in segreto
sapere che si avvererà.

Cercare in me stesso,
della sua vita i colori,
e il sapore maturo
del suo frutto vorace,
che mi affascina, mi
dona calore, mi trema.

Sono come un ragazzo,
a scoprire la pelle di donna;
il profumo che spande,
il vigore improvviso
che prende alla gola,
togliendomi il fiato,
curioso nel prendere,
generoso nel dare.

Devo ritrovarla,
la gioia d’amare.

Il silenzio
Viaggia veloce nell’aria
E penetra nella roccia
Come canto di sirena

Aspettando
Affacciato alla buia finestra,
questo vecchio si sente lontano,
tutto il pensiero si porta ad un figlio,
partito da tempo; ogni giorno ripensa
al passato, quando assieme
giocavan sul prato, grandi risa
nel tepore del giorno.

Non ritorna il ragazzo è lontano,
in un mondo felice; sente il vecchio
la presenza costante del suo
parlare, con la mano ricaccia
il pensiero, ora è tempo
di vivere lasciando lontani
malinconici e tristi ricordi.

Nel crepuscolo fresco, s’avvicina
una donna, lo abbraccia, è la figlia
che da un senso alla vita del vecchio.
Nel sorriso dell’uomo si scorge mestizia,
solo un sussurro gli esce dal labbro,
il ricordo gli sfugge di mano.

Può accadere ogni cosa;
nella immobile luce del giorno,
avanza una calma stupita,
fra le foglie che stormiscono tenui,
c’è il ricordo di un vivere assorto,
di una vita improvvisamente svanita.

Godot e’ arrivato
Con Vladimiro ed Estragone
ho atteso il suo arrivo
ogni giorno
sotto un albero
sino a sera;
è un enigma chi lui sia
forse Dio, forse morte
o chissà chi.

Tutti tre senza
riposo, dialogando
senza senso,
soluzione abbiamo
trovato.
Siamo entrati in Poetare
e sorpresa eccolo li.

Chiacchiere lunari
Stasera parlo con te luna,
luna amica degli amanti,
ti chiedo, illuminami la via
per raggiungerla,
vorrei esserti accanto,luna
per vederla in ogni momento,

sai, luna, la sua voce è un dolce canto,
la melodia è il suo esprimere,
i suoi occhi poi, incantevoli,
mi ipnotizzano, si riempiono di me

quando si muove, pare nuoti nell’aria
il mare è il suo mondo
guardala, sirena innamorata,
si muove rasentando scogli e vulcani,
volteggia fra pesci e gabbiani,
in attesa del mio arrivare.

Grazie luna, vederla è tremare,
vederla e non affrontarla, è dolore,
vederla ed urlare in silenzio,
ti amo, è il regalo che il fato mi dona.

Cercando la pace
Nel buio improvviso del cuore, m’inerpico
su strade scoscese , di collina
non più coltivata.
Mi duole la gamba, ma proseguo il cammino,
la camicia incollata alla schiena,
attraverso boscaglia senza fiori,
per raggiungere un luogo, che ancora
non so.

Mi compare di fronte una vigna,
fra le coste di questa collina,
è stupendo vedere ragazze ridenti,
vestite di sgargianti colori,
riempire le ceste di uva,
cantan tutte a gola spiegata,
in dialetto, che ancora qui vive

Mi soffermo un istante e saluto,
ricambiando il grande agitare di
panni colorati, al mio passare.
Piano ritorno sui miei passi,
il pensiero ancora m’inchioda, alla
donna che lontana mi attende.

Ora ho sete, ogni fonte è stata distrutta,
ma cammino veloce in declivio,
quasi a volere arrivare da lei,
donna , che attende, lontana
nel tempo e nel luogo,
preparando se stessa all’incontro.
Per godere compiaciuta,
del mio arrivare.

Augurio
Mi ritrovo seduto con te,
ai margini d’una fonte,
le nostre mani, stropicci,
in abbraccio carnale
perchè oggi, amore,
non riusciamo parlare.

La mia età, ancora può
trascinarsi pensieri e
desideri innocenti e torbidi
di volere, la tua bellezza
m’incalza, il tuo corpo
bianca soffice lana
alla carezza mi si offre
aperto,

mi sento ubriaco,
declini vampe dei sensi,
che arrossano le tue gote,
accese da parole audaci.
È tormento che
strema le membra.

E’ festa per te, ma
ancora non riesce il sorriso,
pensando al tempo trascorso,
ma ritrovalo ora,
specchiandoti viva,
nelle braccia di chi
sai che ti ama.

Augurio, si dice,
augurio per me
rivolto al futuro
mia prima Dama.
Marcello Plavier/Maria Cristina Vergnasco

Ritorno
Tutta la notte,
in riva al mare,
cuori alla deriva,
ho dormito con te;
dolce e selvaggia, danzavi leggera
tra mare e spiaggia, tra fuoco
e acqua.
Ho dormito con te,
i nostri sogni, groviglio
in terra di forti radici,
tu hai dormito con me,
le nostre canzoni,
lontane di lune,
di quando sirena, cercavi
calde correnti, dirette
al tuo drago possente
e cantavi nel sonno.

Al risveglio labbra su labbra,
sapori di mare, di alghe,
d'amore. Bacio, figlio d’Aurora,
appena giunto dal mare
in dono di pace.
Marcello Plavier/Maria Cristina Vergnasco

Peccato mortale
Ho scoperto che,
morire d’amore
è un fatto normale,
è semplice cosa,
che nasce dal niente,
che un cuore un po strano,
ricerca l’oblio,
nel mentre fiorisce
la grande passione.

Rientra sto fatto,
nei misteri dell’uomo,
se l’altra metà,
minaccia l’addio,
subentra immediato
il bisogno di morte.

Peccato però che
ciò non avvenga,
se fosse così
quanto spazio vitale
sarebbe li pronto
per me.

Omaggio
Mi trovo accanto,a te
persona incredibile,
sorridi malgrado
la vita t’offenda,
gentile signora.
Poeta del cuore,
sai dare a chi legge,
parole suasive, talvolta,
dirette a chi troppo
si vanta del suo rimare.
Insegni, t’impegni con
grande solerzia, gareggiando
scherzosa, con partner
lontani.
Baldini graziosa madama,
mi vanto d’averti
trovata mia amica
con grazia, m’ascolti
e bacchetti le dita di chi
è lontano dal tuo educare.
Trovarti è stata fortuna,
continua a sentirmi,
tesoro grazioso.

Ascoltando il silenzio
Ti svegli un mattino e t’accorgi ch’è finita l’estate,
però ancora cerchi il calore smarrito,
ti senti uomo con membra avvizzite,
la stanchezza del giorno t’attende.
Il colore del mondo ha cambiato il suo fascino,
le giornate più corte silenziosamente
avanzano, come guardinghe.

Il sole ormai trascorre il suo tempo
arrossando le spiagge, toglie il gusto
del nuoto solingo.
Tutto il mondo rispetta il mutare,
anche gli alberi soffrono la nuova luce.
Un silenzio lontano che prendeva la via del cuore,
ora tace, improvvisamente sfiorito.

Dalla vuota finestra, ascoltando il silenzio,
mi accosto attendendo un nuovo sussulto, di vita,
di gioia. Vedo solo colline, alberi che ingialliscono,
il fiume che passa mi canta felice, l’acqua muove
veloce verso il mare, limpida come l’anima di un bimbo.

Io stracciata la veste notturna, l’inquietudine
mi afferra le membra, solo lei
mi può dare certezza di un amore pulito.
La mia donna, capelli disciolti mi attende con
Il corpo proteso al’incontro, ed allora
l’incanto si avvera, ci sarà qualcuno sul letto
abbracciato ad una donna.
Dalla buia finestra, uscirà un gemito forte,
facendo vibrare il silenzio.

Tu mio tempo
Quale tempo
segue la giusta via,
notti piovose,
cuori spezzati,
amori nati
e poi finiti
anno per anno
la gioventù
sfiorisce,
come fragile fiore
appassisce,
poi muore
nel nulla.
Sapere che sei
mortale
e il tempo
è breve.
Sedersi
in un canto,
scrivere versi
meditando
che tu,
occhi turchesi,
sei il
mio mondo.
Ma ahimè
Il tempo è finito
Affrettati,
vieni amore,
che così
annulliamo
il tempo .

Incontro d’agosto
Ma eri tu
quella sera brumosa
d’Agosto spessa di sudore
e senza stelle
eri tu nascosto dietro
la magnolia
in passo di danza
a braccia tese
che sorbivi il profumo
e ti vestivi di bianco?

Infine mi scorgesti
accasciata sul prato,
sembravo chiamarti,
sorrise il tuo viso,
afferrasti l’appiglio
l’offerta muta
accondiscese all’evento.

Adagio mi stringesti
spogliando le vesti
prendendo la carne,
trovammo all’unisono
il modo d’amarci
assaporando il mio miele
nascosto nel guscio,,
gemendo felici nella sera
d’agosto
Tinti Baldini  e Marcello Plavier
( è un gioco che ci ha divertiti molto ,da buoni amici in sorriso)

Malia
Ammaliato, sono rimasto,
dalla cornice d’oro dei tuoi capelli,
il tuo viso, sorridente che
incastona gioielli
quali , perle lucenti
e pietre color turchese e rubino.

Affascinato dal tuo guardare,
trascinato dal mio ardore,
ti ho amata, oh il tuo sapore,
la tua pelle ambrata,
il tuo vibrare, il tuo amarmi.

Sono uomo senza passato.
vivo nel presente.
che la vita mi sta regalando,
in questa vita
non ho mai amato,
ora lo so, ne sono certo.

Sei tornata mia Regina,
da luoghi lontani,
per ritrovare insieme
le gioie ed i tormenti,
del nostro antico amore.

Acquerello di vita
Vivere l’alba scoprendo
Il morir delle stelle.
La mia donna ancora
dorme e sorride, forse sogna
una storia d’amore,
lentamente apre gli occhi la luce,
tutto ancora tace, sonnecchia,
nel letto sfatto
il disegno del suo corpo
mi da emozione.
Respiro il suo odore
che sempre mi stordisce.
Mi alzo a fatica,
cerco aria diversa alla finestra,
vedo un uomo che passa,
va al lavoro col cibo
del pranzo, non si volta
al saluto del sole,
il tepore del giorno lo investe
e le stelle scivolando nell’aria
s’allontanano con promessa
di ritorno nello
specchio del cielo.
Alla finestra osservo l’intorno,
la mia donna mi chiama
tendendo le braccia,
arcuando il suo corpo
m’invita all’amore.

Merenda sinoira
Nella rustica osteria, una ombrosa pergola
fa da tetto a una famiglia,
che si appresta al merendare.
Sotto il sole rovente, è un piacere sedere
nell’ombra di foglie con uva,
un ragazzo saltella una corda,
mentre il padre annoiato,
si gusta un bicchiere.
D’improvviso appaiono mosche,
accompagnano un cane randagio,
si lamenta la madre,
mentre il ragazzo rincorre
le mosche ridendo.
Tutto è pronto sul tavolo,
la frittata contornata dal verde,
dei panini imbottiti al salame,
un fiasco di vino,
un cocomero in bella mostra
attende un taglio deciso.
Altra gente compare,
suonando chitarra e armonica,
improvvisano rime giocose,
danzano sul largo terrazzo,
brindano a questo incontrare.
Si intrecciano voci e risate,
in un mondo che pareva scomparso.
Non è vero ch’è tutto finito,
si può ancora trovare amicizia.

Aliti di vento
Il vento, certe sere si spande
tra vesti di donne felici, ma
in città non si sente la gioia
della sua carezza.

Penetra insolente fessure
e narici contratte,
i lampioni oscillanti,
disegnano movimenti di
ombre pensanti,
mentre odori acri,
miasmi da terra fumosa,
ci raggiungono e avvolgono.

Senza tempo si vive.
Solo il fruscio delle foglie
sui sassi, è musica
e colore di chiazze vermiglie.
E' trasporto sulle ali del vento
nel mistero del mondo.
maria cristina vergnasco/marcello plavier

Alieno vivo
Giunto da un mondo lontano,
intrappolato in un corpo non mio,
in aria pesante che non m’appartiene,
esiliato nel mio incognito destino.
perché colpevole di voler camminare,
reo di sapermi nutrire dei miei pensieri,
ho colto questa via,
questo mondo da amare e odiare .
Ho provato, illuso argonauta,
a frugare velli e crivelli
a scostare fondali quotidiani
di teatrini di pupi,
alla ricerca umiliata
della mia nobiltà.
Ho scoperto che il vuoto,
prerogativa interstellare,
ha altri mille luoghi terrestri
dove poterlo ritrovare,
Ed Alieno disperato ed offeso,
ritorno lassù a setacciare
sincera polvere di stelle
nella culla dell’universo infinito
per trovare
la mia pepita di verità.
Marcello Plavier/ Flavio Zago

Senescenza
Quanto tempo è passato,
è invecchiato quell’uomo ormai solo.
Ricorda, quell’uomo, gl’incontri casuali
e non era più solo.
Rideva e cantava gioioso,
non era mai solo, nel cuore l’allegria
padrona del momento,
gli infondeva fiducia, speranza.
Viveva guardando le stelle,
cercando nel mondo il suo
avvenire, il suo perché.
La mattina saltando dal letto,
sapeva che intorno
trovava avventura.
Amava se stesso,
la casa piccina e spartana
gli dava fiducia.
E’ invecchiato quell’uomo,
e non basta a se stesso.
Lui ora sotto le stelle,
guardando la luna
domanda se serve a qualcuno
un vecchio silente.
Trovare una donna paziente.
L’uomo amaro constata,
quanto è inutile la vita da solo,
ormai, dormire soltanto,
nelle pieghe del suo soffrire.

Vendemmia
Dalla fresca finestra, s’affaccia la luce,
questo giorno speciale
si spalanca in un dolce silenzio.
Ogni donna prepara la cesta,
si va a vendemmiare.
Salendo alle gialle colline,
sorridenti, per strada, vanno cantando
con lievi parole di gioia,
La vigna è fatica e sudore;
sotto il sole cocente ogni raspo raccolto
è un successo,
mentre i chicchi lucenti brillano nella luce del giorno.
Le donne, annerite dal sole,
piegate nel raccolto, sorridono.
A sera abbracciate le ceste ritornano a casa,
odorano di erba e sudore.
La collina come stanca,
rimanda al domani il nuovo raccolto.

Mistero
Tu che hai rovesciato
Il mistero della nostra intimità
Con il tuo enigmatico sguardo,
riesci a mantenere vivo
il mio volerti.

Per me, ora, le tue mani,
le tue carni,
sono sempre più vive,
sempre più pronte nel capire.

Nella sabbia in cui ti stendi,
il tuo tenero e roseo corpo,
palpita al, ricordo
dei nostri incontri.

Ogni giorno, lo risenti
al risveglio, pronto,
caldo ed accogliente,
lo accarezzi, nel prodigio
dell’amore ritrovato.

visione
Tu immobile di fronte al mare
Con lo sguardo perduto oltre i confini
Attendi
Nel cielo colorato
Per te
Sfrecciano gabbiani ed aironi

Se tu mi chiami
Mi accorgerò dì esistere
Sentirò il sangue pulsare
E finalmente potrò raccogliere
Il tuo sguardo che segna
Il sentiero verso le tue labbra

Lo percorro è tumido
Bagliori escono dalle tue labbra
Ed io mi confondo
Col volo degli uccelli lontani
E ti bacio

Amarti
Sogno struggente,
si ripete ogni notte,
sono drago invincibile
che tutto infiamma
e divora,
lotta perenne,
per incontrarti.

Vita mia, ti prego,
entra con me
nell'oblio del sonno,
saccheggia i miei sogni,
prendine quello che vuoi e
spazza via ciò che non serve.

Derubami del mio mondo,
e nella nudità
dell’anima fondiamoci
mia dolcezza,
speranza d’essere amati.

In questo delirio di amore
di carne che, viva,
adesso pulsa,
verso il trionfo

Occhi lucenti
Occhi lucenti.
La loro luce,
rasserena il silenzio dentro il cuore,
danno pace al mio vagare,
sono pietre preziose sul tuo volto,
li guardo e mi ci perdo

Occhi lucenti.
Sono perle radiose,
raccolte dalla rugiada,
mi osservano,
mi accarezzano,
mentre sulla pelle
scorrono brividi

Occhi lucenti,
restate sempre aperti,
al mio passare,
al mio gustare,
al mio sentire.

Nuova canzone d'autunno
Vagare ogni giorno,
per mano ai pensieri,
osservare,assorbire,
riflettere.
Incrociare persone,
specchiarmi con loro.
Cercare risposte,
entrare in un bar,
trovare domande
uscire da un bar.

Alberi smunti,
le foglie canute.

Sedersi, pensare.

Una mamma sospinge
la carrozzina che piange,
un ragazzo s'invola
col suo aquilone,
ondeggia il pallone,
veleggiano i bimbi,
mentre un vecchio,
il bastone,
li osserva, sorride;
due baffi in divisa
un cane che annusa

E il pensiero mio s'immerge.

Scruto e trovo nel profondo,
il suo volto, il suo sorriso,
quello sguardo suo sottile,
ironico, sensuale,
che ancora scorre
sul mio corpo
e mi fa esistere, sperare,
mi fa ridere, gridare.
E poi,
ebbro di ricordo,
mi dono
al suo profumo
e sulle labbra sue
mi trovo,
perdutamente
Marcello Plavier/flavio zago

Senza lei
È muto e svanito quel giorno,
il sole bruciante ti toglie il respiro,
ed io accasciato nel ricordo notturno
del nostro amare,
ricerco il rimpianto del nostro giacere.

Un nodo alla gola mi serra,
la finestra affacciata nel ricordo,
mi trasmette i momenti felici,
quel giorno è svanito per me,
delle nostre carezze brucianti
non resta che il sole.

Ti attendo nell’alba che torna,
un chiarore improvviso
vestirà la finestra,
accendendo, con vampa,
il mio camino.

Nascondendo il ricordo dolente,
portandolo
nel nuovo godere.

Sonatina
Il gabbiano,
ebbro di sole e di libertà,
d’istinto ha attraversato
l’immensità,
la brezza estiva
lo guida sul fiore vermiglio,
dolcemente plana,
dissetandosi nella coppa
fra i petali d’una rosa.

12 Agosto
Sfrecciano nell’infinito,
astri luminosi , indicandomi la via,
accendendomi d’incanto.

Sogno, mi sveglio e sogno.

Il mare, si il mare
ritorna in me, col suo
armonico e nostalgico suono,
mi chino innanzi al creato,
e così vergo i miei
pensieri più intimi.

Accarezzo il mio corpo,
rivendicando le tue mani,
il possesso delle TUE labbra ,
anelando il tuo respiro
dentro me.

La nuova estate
Nel mattino assonnato,
mi sento uomo abitato,
da brulicante carezza.

In te, trafelato,
io muoio, mia pace,
il tuo seno bruciante m’inebria,
d'erbe acerbe è il profumo
che la tua carne sprigiona,
e nell'alba, sospeso, diffondi,
un nuovo giorno mi doni,
mia dea.

Il tuo esistere è in me,
fascino denso,
linfa d'estate
di frutta matura,
la tua voce esplode,
tra cicale in amore,
e la tua chioma
di fiamme e di sole,
fugge ora fra i rami,
verso un nuovo
bagliore.

Sogno di notte d'amore
La notte è finita
Il sogno
Ah, il sogno
Come potevo sognarti
Avendoti accanto
Mi hai dato calore
Passione rovente
Carne pulsante di emozioni sopite
Ritrovo d’amore
Caverna del drago
Succo di frutta
Acerba e matura
Montagna con fuoco
Trovandoti accanto
Ho vissuto
La notte
Disperatamente finita

Metabolizzare
Quando tu dormirai avvolta nei pensieri,
io starò metabolizzando i tuoi gesti,
le tue parole.
Le tue frasi, il tuo muovere,
il tuo sorridere e la tua
voce, sensuale e morbida,

non sei una mia invenzione,
esisti e mi carichi di energia vitale,
mi accompagni nel tuo sistema solare,
dove stelle e lune,
si rincorrono assieme al mio desidero.

Sento invisibili catene,
legarmi sempre più,
le tue braccia, ghirlande fiorite,
mi serrano al tuo petto,

i nostri sguardi s’incontrano,
il mio corpo si anima al contatto,
e come in un gioco magico
io sono solo se tu sei,
e tu mia Regina comandami,
come facevi un tempo.

Ritorno
Potrebbe essere un sogno,
ma tu come farfalla ,
lieve, ti posasti sul mio cuore.

Ora voli radiosa
con i miei pensieri,
spettacolo della mente.,
fantasia colorata
di danze e volteggi.

Come melodia senza tempo,
ti attivi affinchè il vento,
porti il tuo canto all’intorno,
fatto di suoni misteriosi,
legato a melodie non terrene.

Eccomi, sono in attesa del tuo posarti,
farfalla dolce e voluttuosa.

Sfiorami con le tue ali,
abbracciami col tuo sguardo,
possiedimi
con l’armonia del tuo essere.

Ti amo Mariposa,
mio dolce papillon.

Lontananza
Sento, laggiù lontano, il mare,
contemplo l’infinità dell’etere
mi misuro con le scintillanti
costellazioni, le stelle, i soli, la luna.

Attraverso il mio oblò
vedo e guardo la vita
Percepisco il tuo respiro,
scruto in lontananza, ti cerco.

Ma dove sei ora, ebbrezza
che mi lasci senza fiato
magico gioco di mani
intrecciate
e di labbra assetate.

Ora, mia amata,
affido al vento i miei arditi canti,
loro ti troveranno
e ti racconteranno
il soffrire del mio cuore.

Questo sino a quando,
tu, abbracciata
ad uno spicchio di luna,
scenderai e mi raggiungerai.

Distacco
Gemo nel distacco
So che non ha senso,
considerarlo atroce,
io ho un solo unico scopo
accompagnarmi alla Dea
dei miei sogni.

La solitudine
Mia fedele compagna,
oggi non sa dare consolazione.
Illudermi, ecco si illudermi.
Ma come,
mi aggrappo a false speranze
a momenti
non raggiungibili.

Vorrei, oh come vorrei.
unire le mie labbra
alle tue.
Vorrei, oh come vorrei,
scaldarti
fra le mie braccia.
Tu fata, tu meraviglia
che vivi nel mio cielo infinito,
sei il mio tesoro nascosto
tu solo tu.

Maddalena
Quest’isola, brulla e deserta,
cullata da mare stupendo,
sorprende
e apre il respiro
a mattine chiare e silenti.

Sulle sue rive, in attesa del sole,
il marinaio ormai vecchio,
tirando l'abitudine
del suo stanco carretto,
desta il giorno assonnato.

Un poco di pesce, raccolto
a fatica, saltella morendo,
nessuno ancora s’accorge
del suo passare

un ragazzo l’osserva,
non capisce
che il vecchio lavora,
sente solo la voce soffiare
“pesce fresco”, nel viale
che porta al villaggio

Il mare batte e ribatte
agli scogli;
una donna, una mamma, compra il pescato;
così, il vecchio riprende il carretto
e ritorna al suo abitare

Lo attende una sera più mite.
Con la pipa fra i denti,
compagna fedele.
Si rivede ragazzo,
in attesa del canto di nuove sirene.

Ma la notte, che il mare inghiotte,
con stelle stanche di tempo,
stanche di affanni,
riflette spume che a riva,
non hanno più pace,
e il vecchio rimbalza
nel ricordo di ieri,
come vampa nel suo cuore spento.
marcello plavier-Kinita M.C. Vergnasco

Farfalla
Pensarti, amore mio,
è come il tuo lieve
posare sulla mia pelle,
farfalla dai mille colori.

E un attimo d’amore,
un breve brivido,
che prende vita sui miei pori,
per finire poi rapidamente
come farfalla, che va,
di fiore in fiore

ma quel breve brivido,
entra nel mio ricordo,
che resta in attesa di te,
Mariposa,
piccolo papillon,
messaggero d’amore

Gabbiano o falco
Io gabbiano dalle miti pretese
ho camminato fin là
dove il falco,
lento,
volteggia in vigile attesa
fra picchi innevati.

Io tormento rapace,
sono tornato; (
e sotto bianco pizzo di schiuma ,
scruto a valle il mare di Ande
in cerca della mia preda. )

E' un lampo d'oro, che appare
e tutto sfavilla,
un piccolo vello ,
di sole vestito ,
mi chiama,
dispiego le mie immense ali,
volando incontro alla luce.

Ti assalgo, ti afferro,
volo trionfante al mio nido,
schiavo del mio nuovo tesoro.
Danzando d’amore,
ti avvolgo fra piume e bargigli-
Poi, saziato il nostro amore vorace
ripongo le ali,
per tornare mite, mite gabbiano.

Drago
Io drago tenace deciso
dell’aria e di terra mi sento padrone.
Testimone silente di un arcano sapere
del tuo vello d’oro, custode discreto,
sorveglio l’intorno

Mentre tu crisalide,
in penombra d'alcova,
come perla di luce,
attendi il mio
arrivare,
bocciolo di donna,
ricevi corpi celesti,
mentre si avvia
il mio sublimare.

Improvviso si compie.
E' metamorfosi, mi abbracci,
complice, in amplesso totale,
e come fantasmi,
perduti nel tempo,
raggiungiamo le stelle
gemendo,
felici

Pietra
Pietra nata pietra
da collisione remota
di ignoti pianeti
oltre l’infinito
ti perdi
celando luci
ed ombre d'amore.

Pietra color della pietra
giunta a me inaspettata,
come offerta innocente,
nascondi alberi in fiore
svelando in segreto
notturno gioco
di nuove parole.

Pietra, pietra custode
di riposti ricordi
mi conduci ora in
oscure caverne
di passioni ed amori.

Lieve, come volo d’uccello
corro nell’aria
per raggiungerti pietra
ed insieme ridere, spargendo
intime gioie del tuo stesso colore.
marcello plavier  maria cristina vergnasco

Bianco
Stanotte ho saputo,
ma non ancora capito
che il bianco
è colore da dare
a chi muove pretese
verso donne indifese
smarrite nel senso
di dare ed avere

Allora domani
Di prima mattina,
sapendo, domando,
quale colore
mi vesto per
avere diritto
ad un poco d’amore

Speranza
Poeta, ascolta,
perché preoccuparti
se la giovinezza
ti è lontana.

Essa è passata,
e quindi l’hai goduta
vivendola,
con più fortuna
di chi non l’ha vissuta.
Ghermito da fato crudele.

Dobbiamo ricordare,
di come eravamo,
di cosa ci circondava.
Però sappiamo
Quanto rifiuto del ricordo
Abbiamo nel cuore.

I nostri valori ,i nostri ideali,
per i quali abbiamo lottato,
non devono gettarsi
nell’oblio del non ricordo.

Poeta, perche ancora temi.
Noi sappiamo che,
alla primavera da te rimpianta,
farà l’estate novella vita.

Nel trascorrere delle stagioni,
dopo riflessioni profonde,
con gli amici più cari, affronterai il passato,
includendolo nel presente,
ricorderai i momenti salienti
e più importanti,
raccogliendoli nel tuo diario vitale,
nella tua mente, nel tuo cuore.

Da un grande spunto di Maria Cristina Vergnasco

Azzurro
Come mani aperte al cielo
di bambina addormentata,
in attesa del suo sogno,
che annuncia il tuo arrivo
nella mia fantasia.

Per raggiungere insieme
Con le ali del pensiero
mari splendidi e lontani.
Fate,maghi ci scorteranno
In pianeti sconosciuti.
Dove draghi sorridenti
Ci daranno il benvenuto.

Poi, chissà, fra tanti azzurri
e varianti di turchesi,
perderemo navigando
il senso vero del pensiero,
naufragando fra le onde
abbracciati ad un relitto
trascinato alla deriva.
marcello plavier maria cristina vergnasco

Sera
Nell’ombra del crepuscolo cammino, taciturno,
il fianco della collina coperto di verde , di abeti e castagni
attende l’incontro coi misteri notturni.
Nessuna voce mi accompagna, nell’ombra silente.

Alcune nuvole si muovono in gioco col sole,
il vento pare divertirsi a cambiarne l’aspetto,
disegnando curiosi soggetti.
Attendo segnali da chi mi aspetta,
lassù lontano, chissà.

Il fiume, mio adorato fiume,
mi trasmette la vita che scorre sull’acqua,
pare dica, il tuo andare deve cambiare,.
devi goderne di ciò che t’arriva
dal tuo pensare, dal tuo sentire.

Lontano qualcuno mi attende,
dea e musa, non so.
Forse può finalmente cessare, il cercare.
Amica che riesci a suonare
le mie antiche corde, scesa
dall’olimpo per me, abbracciami.

Il fiume scorre tranquillo,
chetando il mio ardore,
e la notte avanzata, mi copre
la vista del colle, nella luce azzurro
scuro torno sereno nella mia dimora
provando a capire.

Memoria
Ho l’impressione di
Non ricordare,
pare quasi che le memorie
siano svanite nel tempo.

Ma poi perché ricordare,
in ogni ricordo si rifugia il dolore.
Quando nasce un momento felice
immancabilmente finisce
nel dolore.

La gioventù
anno per anno svanisce,
come fragili fiori
muoiono in un nonnulla,
così la nostra primavera
si allontana, scompare,

gli amori si alternano
ai dolori,
come destino vuole,
così i ricordi giacciono
nell’intimo più nascosto,
in mezzi ai morti fiori.

Non so che pensare,
come posso immaginare
se non riesco ricordare
quando presi commiato
dalla vita,
tornare per essere quel che sono.
Un uomo, si,
ma quale uomo.

Anelito
Tu nuda, languida carne
Amplesso di luna piena,
accetta il mio delirio.
Apriti anima mia,
fammi entrare in te,
dandomi il tuo ardore.

E ciò che sgorgherà
dalla tua voce,
sarà un gemito
pieno di languore.
Mentre la mia carne
esploderà per te

giardino
Volevo raccogliere
Un fiore dal tuo giardino
Mi punse una spina
Peccato
Il sangue colò sulle rose
Mi ritrassi intimorito
Io volevo la rosa
La rosa no

Romeo
Galeotta fu una cara amica,
presentandomi Romeo.
Gatto fiero dal lungo pelo
Rifiutante il forestiero
Così dice la signora

Mi soppesa per un po’
e con fare indifferente
s’avvicina lentamente.
Poi, si siede a pochi metri.

D’improvviso con un balzo
Mi si arrampica sul collo,
e ronfando a tutto spiano,
mi accoglie con trionfo.

Pasteggiando in comitiva,
pretendendo il mio prosciutto,
mordicchiando un mio orecchio,
mi trasmise minaccioso

Lascia stare la padrona.
E strusciando le sue terga
s’impossessa del mio grembo
rigirato a pancia in su.

La morale, del racconto.
Se signora vuoi tentare
accertati che nessun gatto
sia in casa ad abitare.

amplesso
Salute a te, donna di fuoco,
che con sorriso complice
siedi sulla tua virtù.

Accetta le mani sul tuo corpo
Il piacere scende
lungo i tuoi seni
raggiungendo i fianchi,
dove fermo resto in attesa,
di portare carezze totali.

Dischiuditi accogliendo
lo sguardo frugante
il tuo morbido ingresso,
accogli l’amore,
danzando felice
l’amplesso agognato

Canzone amica
Questa nostra amicizia,
appare come raggio di luna
in un campo di grano,
è gioco di specchi
di lucciole nate
nel silenzio incantato,
come canzone d'estate.

Il tuo sguardo sereno
mi accompagna
nel gioco segreto
di dare e tenere
di svelare e velare.

E' dono raro
di reciproco ascolto,
di intimo incontro
di versi nascosti,
alla complice luna
di piccoli schermi,
nel timore e l'attesa
dell'incontro di voci,
di intima, vera,
stretta di mani.

Raggiungi il mio lago,
senza nuovi pudori.
Di sorriso vestita,
color viole odorose,
tu rubi il profumo
al gelsomino in fiore,
inebriando l‘intorno
col tuo tenue fragore.

Non fuggi lontana
temendo l’ardire,
del tuo svelare.
Abbracci l’intorno.
Ti tuffi felice nuotando
all’unisono
la nostra canzone.
Cristina Vergnasco _ marcello plavier

Poetare
Soffermarsi sulla magia delle parole
Per trasmettere il proprio pensiero

Osservare la natura
Per meravigliarsi
Ad ogni spettacolo offerto

Amare la fauna
Nella sua fantasmagorica
E molteplice metamorfosi

Scalare cime inarrivabili
Nell’illusione di raggiungere
Il punto vicino alla nascita dell’universo

Aprirsi alla poesia
Per capire quanto è bello
Vivere con voi Sitani

Per Giusi
Mia cara a te
Anima errante,
che a tratti
respiri la gioia
vagando ancora
nell’amore immaginario

tu ancorata a pregiudizi
offesa nella fedeltà
sei ancora
invaghita della vita

vivi in lei
ed in lei trascini il tuo
amaro cuore
nel quale nascondi
sogni bellissimi
ormai lontani

nuovi impulsi
nuove emozioni
ti hanno scoperta
evidenziando così
il tuo vibrare il tuo desiderare

non puoi gettare via
utilizzando antichi rancori
ciò che il fato
ti ha portato nel cuore

forse è giunta l’ora
che tu accetti
ciò che vorresti

Attesa
Notte fonda,
nidi di passeri
coperti di sonno
e tu non appari
donna ideale
ornata di luna.

Nei loro sogni
di uomini soli
sei sempre nuova,
ti vedono dea
creatura immortale

Nelle cieche pupille
Dei loro tremori
Forse mèta di donna
Forse sogno a metà
marcello plavier-cristina vergnasco

Notturno
Fermati un istante
sopporta il mio orgoglio.

Parlami, mia luce,
abitatrice dei miei sogni.
Vorrei catturarti.
I sogni non si possono catturare
Le mie mani stringono avide il vuoto,
ferendomi a sangue,
mentre il cuore
aumenta il suo pulsare
.

Risplende il tuo volto nel buio
mentre ti osservo, sento un dolce canto,
sei tu, musica e poesia.
Sei tu che mi stai imprigionando

mani
La tua mano si posò
Sul mio soffrire

La tua mano toccò
Corde con amore

Nella notte scese
Con lievità sopra
Il mio dormire

Per poi volare
Felice sopra
Le stelle
sopra
Il verde mare

Ematuria
Son tornato da incazzato,
il dottore mi ha parlato
con cura di parole
dicendomi “signore anche se poi duole
l’uso tornerà normale”

Eccomi allora per farmi operare.
La nuova notizia
Mi rende pauroso,
chi il sonno mi deve inculcare
è bimba inesperta,
con dita e con aghi martirizza
la schiena,
facendomi provare
tortura inaudita.

Poi nel lavoro di equipe
frugando la mia intimità
Il dottore con flemma e sorriso
mi dice “che culo non è
Tumore maligno”

Ed ora nel letto,
con tutto rispetto,
petando con gusto.
attendo il momento di pisciare
nel vaso ,per dare
al dottore la gioia
del quanto mi esce dal buco
dolente.

Mi soffermo dinanzi allo specchio,
cercando la forma di prima,
sarà poi vero
il ritorno normale?

Incubo
Esseri inerti
condizionano il mio ego,
di parole estromesse,
di promesse allargate.

Provocato, lusingato, umiliato poi.
non accetto l’odioso dolore.
La vita si dimena dentro me,
lacerandomi in pensieri
ritenuti sepolti

Vento
Quanti sogni librati nel vento,
frustrati da incontri devianti.

I desideri , quelli non vissuti,
intrappolati dall’illusione,
quale limbo di brame nascoste.

Volere l’incontro per
raggiungere l’incognita.
Scoprire che il firmamento esiste,
che senza aliti viventi
nulla sarebbe raggiungibile.

Nell’invisibile contatto
respirare la tua dolce essenza,
viaggiare nello spazio
rincorrendo uno splendido riverbero,
aggrappato all’arcobaleno
dell’amore, della passione.

Emozioni
Fra lenzuola candide
Brucare la tua erba
Per poi viaggiare insieme
Col magico tappeto
Nell’universo del piacere

Mezzanotte
Le streghe l’hanno consacrata
per loro oscuri riti.

È l’ora in cui rinascono fantasmi
dal loro sopore eterno.
Si odono lamenti,
gli spettri, finalmente liberi
da catene umane,
usano il vento come portatore
di messaggi e di richiami.

Il Principe delle tenebre,
raduna le anime perse
aizzandole contro gli umani
ancora mistici.

Con fervore si pone a nutrimento
Di anime immacolate
Aprendo strane ed arcane porte.

Satana a mezzanotte ringrazia
lo stuolo dei suoi seguaci,
offrendo loro sangue umano,
anime e coscienze-
in un sabba infinito, senza ritorno

prima del tè
Stanotte mi sono curvato sul tuo dormire
Il tuo corpo abbandonato
disegnava forme muliebri
dandomi brividi di desiderio
il tuo respiro dava segnali sensuali
le nari dilatate verso la passione

Io nella veglia mi sono
abbandonato al pianto gioioso
dell’amante pronto a cogliere
la felicità del momento
l’estasi dell’amplesso immaginato

Ed in quel tenero appagamento
cadere al tuo fianco
in un sonno ristoratore

Solitudine mia compagna
Sentirsi soli, perché si è soli,
oppure perché
vogliamo sentirci soli?

Abbandonarsi ai propri pensieri,
senza avere nulla
nelle proprie mani.
Avere il cuore stretto
in una morsa,
come amaro prezzo
di angoscia sconosciuta.

Tu solitudine
sai ogni cosa di me,
tu mi puoi aiutare.
Voglio ritrovare spiragli di luce,
voglio uscire
da questa notte opprimente.

Solitudine,
è troppo tempo che m’accompagni.

Ora da te mi allontano
prefiggendomi azioni a me non consuete,
mi getterò la dove l’aurora
può dare consiglio.

E fra boschi e canti d’uccelli,
adagiato su prati immaginari
ritroverò me stesso.

Dieta
Se vuoi a lungo campare
devi regolarti nel mangiare.
Così parlò la dietologa

Sono venti giorni che mi cibo
erba, bistecca ed acqua
ma non calo.
Eppure resisto
soffrendo l’inimmaginabile
al punto che mi succhio il dito.

Il non mangiare mi disturba assai
tanto che mi toglie
anche la gioia del russare
Allora val la pena per un poco d’epa
sacrificare il gusto del mangiare.

Non sentire il cibo soffermarsi fra palato e lingua
scendere lentamente in gola
sfiorando glottide e tonsille.
per poi adagiarsi molle nello stomaco
che finalmente ride
di questa dolce musica dell’inghiottire

Fantasticare
Vorrei
cambiare trasformare il tempo
affinchè l’intorno
rimanga immutabile
pieno della tua vitalità

Il tuo innocente guardare
mi trascina in mondi
fantastici irreali
vorrei fuggire con te
percorrere viali infiniti
raggiungendo giardini colorati

Evadere lontano
Io e te soli
trovare nuove motivazioni
nuove illusioni
In cui credere
slegati da obblighi quotidiani

Riuscire manifestare il nostro amore
senza restrizioni
in una atmosfera
piena di nuove musiche
dove il ritmare ci culla
In modo estatico

Scambiarci tenere frasi
avvolti dall’effluvio dei fiori
stregati dal nostro viaggiare
mentre lo scandire del tempo
ci accompagna
nell’assaporare il nuovo vivere

Cercare di capire
Io vagabondo
ho voglia di volare
cammino per strade scoscese
per valli e per monti
per raggiungere
il conoscere
il sapere

Credevo di avere capito
la vita e il mondo che la circonda
ma fu sufficiente
un cenno una parola
e capii che non ero ancora
riuscito a capire

Continuo a camminare
contro il vento verso il sole
e riflettendo mi è
bastato per capire che non è
necessario sapere

Capire che il giorno e la notte
fanno parte di un unico mondo
mentre la conoscenza è
come scalare una montagna
e che il tempo non è
sufficiente per raggiungerne la vetta

Quando il vespro cala
mi allungo sul mo giaciglio
e come esule in questo mondo
assommo i miei pensieri
invito le ombre parlando loro
nell’attesa dell’oblio
nell’attesa di capire

Vivere il mare
Stendere le bianche vele
affrontare la brezza
viaggiare verso quella linea
che la mia barca non potrà
mai raggiungere

al di la di quella
altre terre altri mon
il marinaio pensa
che più oltre
esiste ciò che lui cerca

il desiderio di andare lontano
sempre più lontano
diventa
una esigenza materiale

salire in coperta all’alba
gridare la gioia di vivere
contemplare il cielo
che va rischiarando l‘intorno
procurando un forte smarrimento
nell’attesa dell’incontro
con una nuova terra

accarezzare con gli occhi
la distesa indomita
o mare nessuno conosce
le tue ricchezze a fondo

ed io uomo libero
ti amo mare
tu sei il mio specchio
è bello tuffarmi
in seno alla tua immagine

vivere come animale
riscaldato dal sole
sospinto dal vento
verso l’infinito
questo può essere il mio futuro
il mio divenire

La Magia del Mare
Lento nell’andare
seguo il confine fra
mare e sabbia
Il pensarti mi accompagna
nel vagabondare

Mi sto interrogando
come vorrei sapere
se c’è un solo alito tra noi
esseri d’istinto

Ti seguo mentre parli
raccontando storie e fiabe
che non conobbero mai
Il nostro ardore

Airone solitario vago
le tue orme mi precedono
per incontrarci poi là
dove troveremo i nostri tremori
i nostri ansiti

E come alieno
mi porterò nei tuoi pensieri
accarezzando lievemente
i tuoi silenzi

Magicamente una musica
viene a sfiorare la nostra anima
esaltando le nostre emozioni
sino alla follia
dello smarrimento totale

Lacona
Sono seduto a te di fronte
ho udito il tuo dire
dopo tempo immemore
ho ritrovato il mio mare
il mio scoglio

Le onde della risacca
vengono a lambire la riva
con ritmo costante
è musica celestiale

Quanti ricordi
questo suono cadenzato
ha risvegliato

Lacona tu quanto mi desti
ed ora eccoti immutabile
accarezzi il mio scoglio
con la tua armonia
e gioiosa
giochi come allora

Con te mia amica
mi sono ritrovato
pieno di energia vitale
allontanando fantasmi
e pensieri

E col ricordo fausto navigo
nel tuo splendido mare

Amicizia
Se potessi fermare il tempo
quanto avrei da te

Affondare nel tuo sguardo
nella eloquenza del silenzio

Tu che sorridi
così gentilmente
dimmelo sottovoce lentamente
Il mio cuore ascolterà
non le mie orecchie

Quando la gioia ti illumina
lo capisco
non è necessario parlare

Amica mia

Felicità
Per mille anni ho molto amato
amando anche ciò che altri odiavano
perché l’anima così consigliava

prima cercavo ciò che la terra offriva
donne vino amori facili
nient’altro che clamori e suoni
insensatezze

amare d’amore ora è il mio vizio
ora sollevo solo coppe
piene di canti dolci

ora la mia letizia è la solitudine
generatrice di immensi tesori
di vita d’amore
e di libertà

Hardendo
La notte rischiarata
da un tenue raggio di luna
esalta le tue femminee forme
i tuoi seni prorompono
mentre i tuoi globi
disegnano un arco sensuale

Le mie labbra percorrono lentamente
sentieri e colline
le mani accarezzano le spalle
per scendere poi
nel fondo della accogliente valle

le dita si fanno audaci
e dove terminano
il loro cammino
si enunciano i tuoi gemiti
per scivolare poi
nel solco mielato
scoprendo vischiosi riflussi

tu arcui il tuo corpo
ti offri completa al piacere
ti stringo al mio petto
assieme troviamo frasi audaci
nell’ansito del godere

e così ogni tuo sussulto
mi regala roride stille di lava
che sgorgano dal tuo vulcano
appagando la fame
del dio priapeo

Morire
Morire
Stupidamente morire

Un auto veloce
Delle strisce bianche in terra
Tu sulle strisce
E bang un niente
Muori

Quanta luce ti circonda
nel lungo viale
cammini

Sul fondo un cancello
separa da un grande giardino
e tu vai incontro

Improvvisa una voce t’arresta
non è la tua via
ritorna
t’avvii pesante verso la notte
il buio t’inghiotte

Rumore e voci concitate
ti accolgono
faticosamente spalanchi le ciglia
non capisci
sei strano
cerchi il tuo corpo
che insensibile
giace sotto il tuo peso

Comincia il soffrire
il dolore si spande
sei vivo

Il nuovo amare
Invano oggi ti cerco
nello specchio stagnante
del mondo
ho perso parole
tra coscienze abbagliate
da luci colorate

la malinconia mi abbraccia
fino a salire su alte vette
per poi ricadere nel vuoto
del mio tormento

come è difficile
riconoscere lo sbaglio
abbandonando l’orgoglio

ora mi trovo
accucciato a capo chino
fra le tue ginocchia

sollevo gli occhi
e il tuo cuore
dispone la strada
del mio cammino
verso ciò che sto attendendo

Vita pendolare
L a stazione si sta illuminando
ai binari ci sono persone
in attesa del treno
che riporta al paese
Ogni giorno si viaggia
per andare al lavoro
i pensieri si volgono
a sogni nascosti da tempo

E’ una vita stancante e difficile
partire col buio al mattino
e tornare col buio la sera
mentre i campi germogliano e sfioriscono
si viaggia soltanto
Lavorare in città ti allontana
dal tuo abitare
ci sono vetrine ed insegne
a tenere lontano il paese

Sul treno c’è chi dorme
chi parla al telefono
c’è odore di carne sudata
che toglie il respiro
e’ bello tornare tra vigne e campi fioriti
balconi adorni di gerani
incontrare persone che da sempre conosci
respirare pulito
abbracciare i tuoi cari
stanchi dal duro lavoro dei campi

Ricordare quando tu la sera
tornavi coi frutti raccolti
e sedevi alla mensa con
grande appetito
ritrovare la giovane
che aveva paura del buio
risentire quel silenzio remoto
che t’accompagnava
sino al dormire

Cercare quello che non puoi ottenere
ottenendo quello che non cerchi
col cuore che batte selvaggio
e non sapere come acquietarlo

Mare
Solo incantato dinanzi al mare
cammino lungo la riva
osservo le madide schiume
che violentano la rena

E’ l’alba
I bimbi ancora dormono
lentamente mi avvio nudo
discendendo in acqua
come in un rito

Mi sento cresciuto
in questa umida spiaggia

Lontano alcune lampare
ondeggiano sull’onde
al loro ritorno si contano
felici di esserci ancora

Arrivano genti
voglion la pesca
per imbandire la mensa
le reti s’allargano sulla battigia
mentre pesci saltellano cercando la vita

Dal mare il sole s’affaccia
ricordando che il giorno ritorna
non senza dolcezza mi accompagna nel viaggio

La sua musica incessante
è una carezza dorata
attraversante il mio cuore
così mi tuffo
per raggiungere il sole

Nell’attesa
Aspettare inutilmente
che i pensieri si aprano
nel tempo

Aspettare che le parole
non dicano nulla
per rivolgerti ad altri suoni

Tacere i fatti
che hanno ricordi lontani
e che in te
esistono ancora

Restare in attesa
dell’attimo
che illumina il buio
di chi di poesia vive

Sedersi al tuo fianco
mentre le labbra
fanno ciò che sanno
nella tremula luce della notte

Smarrimento
I sogni, i miei sogni
Non si possono imprigionare.
Mi sono perduto in te,
incantato dai tuoi occhi,
affascinato dalle tue mani.
Ora mi sento stanco

Rincorrendo la tua bellezza,
ho piagato la mia anima,
ho violentato i sentimenti.
Ho smarrito la via che da gioia.
Se non riesci ad amarmi,
perdona il mio amore
che cerca rifugio in te.
.
Ah potessi accarezzarti, col mio cuore,
e tenerti stretta al petto!
La notte ha vegliato i miei pensieri,
i miei occhi pesanti di sonno
scrutano nel buio, senza incontro.
Se la tua strada, se il tuo cuore
ti conducono in mondi diversi,
allora avvertimi , sarà la ragione
a vincere il dolore.

Vita sul fiume
Lento il grande fiume attraversa la piana
Le barche addormentate attendono fatiche
Il pescatore alla finestra occhieggia pensando
La moglie prepara un cestino di cibo
Pare che il mondo aspetti qualcosa qualcuno

E’ l’alba
L’aria torna a vivere di nuovo vigore
Con la pesca si può sopravvivere
Un cane pigramente si stira
Guaisce gioioso
Occorre partire se si vuole pescare

L’uomo armato di lenza e di reti
Cammina spedito
La moglie socchiude lo sguardo
Accompagnandolo con dolce sorriso

La Mole lontana
Raccoglie il bagliore del sole nascente
Alcuni nottambuli vagano assonnati
Gabbiani cominciano scivolare sull’acqua
Il fiume si offre al nuovo raccolto

Il colore del mondo è mutato
Quell’uomo vogando raggiunge la meta
Certamente avrà i frutti del suo pescare
La moglie si veste graziosa
Osserva il trascorrere del tempo
Sorride da sola
In attesa paziente del suo ritorno

Estate
Sotto la pergola riparo del sole cocente
L’arsura ti prende la gola
E’ giunta l’estate
E nessuno cammina

D’estate esiston momenti
Dove nulla si muove
Anche il respiro è penoso difficile
Occorre star fermi in attesa

Osservo quell’uomo
La zappa sul collo e tanto sudore
La terra non vuole aspettare
Sotto il sole le zolle trasudano
Quel campo richiede lavoro

Lontano serpeggia il gran fiume
Una nuvola bianca appare improvvisa
Alleviando il soffrire dell’uomo

L’immobile luce del giorno
Appiattisce i colori
Si ode il frinire dei grilli
Mentre il sole saluta
L’apparire di uno spicchio di luna

Tu vestita di nulla prepari la cena
L’aria ritrova il frescore smarrito
La collina troneggia
Nell’ ombre cercate
L’uomo abbandona la terra
Che pare fumare

Ci sediamo nel buio guardando nel cielo
Un sorso di vino di grotta ci apre al cenare
Qui al buio noi due brindiamo all’estate
Pensando alla notte che viene

Buon giorno
La casa nel mattino
Il letto sfatto e tanto silenzio
Le membra ancora intorpidite
E tu nei miei pensieri

Il tuo guardare dolce
Ancora mi allieta
Le tue labbra invitanti
Da me desiderate
Si schiudono
Al candore dei denti

Nel tuo abbraccio
Io sento quanto sei viva
Altri giorni verranno
Ma non sarà più la solitudine
La mia compagna

Ed ora sono perché tu sei
Perché so che tornerai
A fugare la mia malinconia
Apparendo come radiosa stella
Per bussare al mio cuore

Quadro
Vorrei sapere dipingere
Per rubare alla natura colori e figure

Ho sognato una grande tela
Sopra un cavalletto
Pennelli messi a scalare
nel verso corretto
una sventagliata di tubetti
contenenti la gamma di colori
ed io seduto di fronte

mi sento padrone dell’universo
il momento sa di magia
e mi sprona a svestire
sogni grigi e tormentati
per fare indossare loro
i colori più belli
del profondo mare della terra

afferro un pennello
rosso azzurro verde
si stagliano nel quadro
in un insieme
di prati fioriti di acqua di cielo

poi un volto appare
con sfumature delicate
è mio figlio mi sorride
da una vita lontana
mi sveglio col cuore in tumulto
lo cerco e capisco
mi ama

Vorrei
Vorrei i tuoi grandi occhi
Come fari per la mia strada
Vorrei non so cosa vorrei
La tua pelle forse
Quando palpita emozionata
La tua bocca profonda
Come fonte per dissetarmi

Ti amo sai credo d’amarti
Ma forse non t’amo ancora
Quanto vorrei amarti
Perché sei totale
Contieni un patrimonio vitale

Perché l’amore non può vagare
Senza mai fermarsi
Ora non puoi più sfuggirmi
Ora che il tempo dei giochi è lontano

La nostra breve vita
Ci dona il tempo per amarci
Parlami d’amore mia adorata
Mentre guardo il cielo
E scrivo nell’azzurro il tuo nome

Maggio
Ascoltare il respiro dell’erba
Mentre passi su un prato
Sognando un mondo pulito
Ti trovi smarrito
Prigioniero nel suo profumo

Approdare alla riva del fiume
Navigando con barca di carta
Affondando le dita nel verde trifoglio
Abbracci una pianta fiorita
Mentre l’edera si allunga
Sul muro di pietra

Vedere un tramonto riflesso sul fiume
Un gabbiano scivolare sull’acqua
Volteggiando in attesa del cibo
Tu travolto dal quadro
Stupito dai colori del cielo
Sulla sabbia bagnata
Disegni un ricordo un sorriso

Meraviglia
Amo i tuoi vezzosi sguardi
Amo le tue dolci labbra

Mentre intorno bianchi uccelli
Volano fluttuando e stridendo

Amo il tuo corpo morbido e tenero
Amo vederti muovere sinuosa ed eccitante
Amo le tue mani calde
Mentre si stringono alle mie

Ebbri di sole corriamo liberi
Verso l’immensità del mare

Ditirambo
Ti sporgi alla ringhiera
Occhi celestiali
Canti sorridendo arie contadine
Io dimentico ogni mio fare
Udendoti cantare
Occhi celestiali

Tu sola desti il mio ardore
Nel torpore della sera
Il tuo canto dolce come rugiada
Schiude la porta all’incontro
Con il mio inquieto cuore
Occhi celestiali

Un frullare d’ali di passero
Distrae il mio incanto
La mia mano comincia a descrivere
Sul foglio intonso
Quanto hai saputo donarmi
Occhi celestiali

Resterò ancora un poco
Nel viale del tuo cantare
Poi mi accosterò al tuo balcone
Per potere avvicinarmi al tuo cuore
Parlandoti d’amore
Occhi celestiali

Tempesta
Sul mare si agitano onde
Mentre il vento scuote il silenzio
Il battere dei tuoni
Avvisano l’inizio della tempesta

Tremiamo come alberi violentati
Spogliati dalle foglie
Tutto si tace
Una luce violenta acceca illuminando la terra
Sulla pelle si avvertono brividi di gelo

Nella esplosione vedo le mie paure
Dall’acqua emergono le seducenti immagini
Del bene e del male
Contenenti dolci e dolorosi destini

Il buio ci reclama
Bisbigliandoci i segreti della notte
Il ruggito del vento ci scuote
Mentre contempliamo le onde
Che scontrandosi s’innalzano al cielo

Noi nell’attesa sofferta di un cuore
Che sappia donare amando
Usciamo dalle ombre che ci circondano
Per raggiungere la speranza
Nel sole

Interiorita’
Ho assistito al soffrire dei fiori
Inondati dal sole

Ho sentito l’albero gemere
Nel frantumarsi di un ramo

Ho visto l’erba piegata calpestata
Cercare di ergersi
La vita mi circonda

Ed io indegnamente non aiuto
Non modifico il mio fare

Così il mio viso si bagna
Sono lacrime impotenti
Che chiedono pietà

Capire il vento che muove le foglie
Volare come un’ape
Affondare nel polline

Cercare nell’intimo della natura
L’essenza del mio vivere
Restare aggrappato ad un sogno
Navigando fra le stelle nell’infinito

Dubito
Forse non ho amato mai
Si io non amo
Invento amori
Affinchè il mio ego
Si senta appagato

Io sono così costruito
Vivo nella sonnolenza dello stare
Intorno esiste lei
E con lei vivo
Con lei amo
Con lei muoio

Con lei rinasco
Poi mi spoglio
L’invenzione scompare
Ritorno al mio vivere

Aggrappato alle illusioni
All’amore mai raggiunto
In apparenza vissuto conquistato

Apro gli occhi osservando il buio
E’ giunta l’ora
D’inventare un nuovo amore

Augurio
Vivi
Senza altra distinzione
senza etichetta
sii persona sempre

il passato è curioso
se l’osservi
scopri una sorgente infinita
di valori dimenticati

la vita va difesa
essa è una miscela
contiene gioie dolori
sconfitte vittorie
prendila seriamente

mescola il tutto
getta le scorie
utilizza il buono che emerge
dimentica la disperazione
approda nell’amore

così attiverai il coraggio
dònati della gioia
per metterla nell’animo
di chi non sa lottare

e scoprirai che nulla
è più bello della vita
ed allora non avrai null’altro da fare
che regalarti al mondo
interamente

Primavera
Una donna
Un uomo
Un prato
Una coperta
Un uovo
Un seme
Un tremore
Un grido
Un vagito
Un bimbo
Un sorriso
Una mamma
E il tuo amore infinito

Esequie
Le voci si scontrano
Producendo suoni disarticolati
La parola ripiega in se stessa
Assumendo pose disunite grottesche
Eccola impiccata al soffitto
Repentinamente muore

Un silenzio assoluto globale
Incombe nella stanza
E dalle mura esce un urlo
Diviso in mille gocce di vapore

La paura del silenzio incombe
E come un’ascia taglia in due la notte
Non esiste antidoto
Contro l’oblio delle parole morte

Respirare l’incertezza del tempo
Annegare i pensieri nel vortice della vita
Gareggiare con me stesso
Amare senza limiti
Accettare il fato che mi avvolge
Orgoglioso della mia solitudine
Svanire nell’incanto di un intimo pensiero
Mentre la clessidra termina il suo scandire

Evoluzione
Evolversi crescere svilupparsi
Modificare il proprio modello di vita
Ecco ciò che preme nel mio mondo segreto
Andarsene fuggire da questo vuoto opprimente

Come una ferita aperta stillante sangue
Mi irride il senso del nulla
amaro ma incredibilmente vivo
mentre voci ridenti risuonano prive d’ogni logica

ho sepolto la mia razionalità
sotto un fiume di fango
in attesa di un nuovo restauro vitale
pieno di amore e musicalmente pregno

il mio tempo affronta il presente
penetrando come schegge di vetro nella viva carne
i ricordi di ieri ed i progetti del domani
umiliandomi nel ristagno dell’inutile oggi

Ricordi
Ricordi? scrivevamo sulla sabbia esistevamo noi soli
Tutto era lontano, obliato
Vivevamo il nostro sogno totalmente appassionatamente

Tu bellissima creatura
danzavi sulla rena simile ad una dea.
Mi circondavi con le tue braccia
E mi baciavi languidamente

Ricordi le promesse, le profferte
Mentre il sole tramontava nell’infinito
Ed una pallida luna iniziava il suo cammino

Il mare riempiva di suoni il nostro amore
L’azzurro del tuo sguardo si perdeva
Nell’azzurro del cielo del mare
Le tue mani volavano sul mio viso
Le tue labbra tracciavano voluttuosi disegni sulle mie

I tuoi capelli sparsi sulla sabbia arabescavano l’intorno
Poi di corsa affrontavi l’onda
ed uscivi piena di sale, nuda, per amarmi totalmente.

Non stare lontana da me neppure un momento
Non lasciarmi neppure un secondo
Perché in quel secondo
non saprò se tornerai o mi lascerai per sempre

Curiosità
Prendo foglio e penna e scrivo.
Il pensiero percepito supera le leggi materiali
Il tratto, invece visibile, trasmette,
comunicando all’intelligenza di chi guarda di chi legge.

Ecco che mi dedico allo scrivere
Devo provare me stesso
Descrivendo sentimenti ansie timori gioie
Che mi posseggono

Sto provocando così ,
Curiosità, giudizi, pareri,
sempre così dissimili, quasi
come medici al consulto

E dalle comparazioni, traggo un solo
vero fatto tangibile;
come mi è difficile sapere se il mio
scrivere è intelligibile

Idillio
Lo strepito di un volo d’uccelli passa
Attraversando lo spazio sovrastante
La luna si specchia nello stagno
Alcune ranocchie cantano una strana canzone
Odo il frusciare dell’erba sollecitata
Dal fresco richiamo del vento

Tu unica ospite di questo quadro
Mi avvolgi in un vortice sensuale
Ed io come gabbiano melanconico
Seguo l’ onda del tuo volere

Perché devo sempre incontrare nel mio sognare
Momenti tristi e dolci deludenti e appaganti
Dove all’immaginario non segue una tenera felicità
Per rendere quest’anima gioiosa

Vivo attendendo l’attimo imminente
Quando la tua mano infine incontrerà la mia
Per trascinarmi nel tuo mondo nascosto
La dove gli dei ti hanno dispensato un’ opera d’arte

Incontro
La grande fontana domina l’intorno
La notte avvilita si accascia sotto la veste d’asfalto
La città sta sudando
Mentre una tempesta di lampi l’investe

Cammino vagando per strade deserte e silenziose
Una luce mi invita all’interno di un caffè
Ricercando l’illusione di qualche calore umano

Un cognac una sigaretta ti accende il viso
Ti sento pronta per accogliere e dare amore
Mentre fuori ogni pozzanghera è uno specchio
Un riflesso nel buio

Uscire camminare stringersi fermarsi a parlare
Come due antichi amanti
Per poi avviarci abbracciati
Verso il nostro atteso momento

L’alba sorge annunciandosi furtivamente
Accompagnandoci con passi clandestini
Mentre la pioggia ormai stanca
lascia che il sole riscaldi
asciugando i sudori della città

Amandoci
Vedo un inestinguibile fuoco
Brillare nelle tue pupille.
Una inquieta febbre
sento scorrere nelle mie vene

Intorno la natura si apre verso il mio desiderio
La notte apparecchia una tavola di stelle
Una cascata di fiori
ci saluta profumando l’aria intorno

Vedo lucciole che muovono
volando fra i cespugli
ed un lieve sorriso appare sul tuo labbro
La parola t’amo affiora
e le tue braccia si aprono
per accogliermi ed imprigionarmi
nel calore della tua carne

Cerco così di afferrare la tua bellezza
il mio ardore si fa vitale
ed una canzone calda e semplice
sprigiona dal mio cuore

Notte di tregenda
Quante sono le cose che vorrei sapere
Perché tanta sofferenza al popolo aquilano
Che smarrito incredulo piange, ma non impreca
Vedo i loro visi intrisi di lacrime e paura
Odo le loro voci che implorano pietà
Le loro mani scavano insanguinando le macerie
Attenti ad ogni minimo rumore ad ogni possibile lamento
Io come ubriaco cammino smarrendomi nel dolore
Mentre dal mio cuore esce un lamento
E vecchio, curvato su mattoni e polvere
Cerco di capire perché tanta ira si è scatenata
Ma ho scoperto che la sua volontà guida gli eventi
E tutto si è compiuto nella eternità della illusione

Evoluzione
Evolversi crescere svilupparsi
Modificare il proprio modello di vita
Ecco ciò che preme nel mio mondo segreto
Andarsene fuggire da questo vuoto opprimente

Come una ferita aperta stillante sangue
Mi irride il senso del nulla
amaro ma incredibilmente vivo
mentre voci ridenti risuonano prive d’ogni logica

ho sepolto la mia razionalità
sotto un fiume di fango
in attesa di un nuovo restauro vitale
pieno di amore e musicalmente pregno

il mio tempo affronta il presente
penetrando come schegge di vetro nella viva carne
i ricordi di ieri ed i progetti del domani
umiliandomi nel ristagno dell’inutile oggi

La nuova stagione
Nell’aria un dolce tepore ha allontanato il freddo inverno
Un profumo nuovo si spande all’intorno
La vita sembra germogliare assieme alla natura
Mentre il canto gioioso degli uccelli ci saluta

Le donne cominciano a svestire gli abiti scuri
Nuovi colori vanno a coprire le loro membra
E tutt’intorno sembra essere una festa attesa da tempo
Mentre il grande fiume ha smesso i panni grigi e brumosi

La collina verdeggiante ma non più coltivata
Sembra irridere chi l’ha cementata
Stamattina aprendo la finestra ho capito
Quanto scempio abbiamo operato

La parola crisi echeggia per strada
Persone cercano di gettare nel sole i cupi pensieri
Non c’è allegria ma solo ricerca serena di nuove risorse
Mi sento invischiato da questo pensare
E non trovo soluzione efficace nel loro contrasto

Mi rifugio all’ombra di un pino
Gibran mi accompagna al di fuori da questo momento
Mi sento straniero in terra straniera povero fra i poveri
Il tempo passa rapidamente celando i pensieri fra i suoi veli
Non trovo risposte a questo linguaggio stonato

Buon giorno
Il silenzio del mattino
Infranto dal cinguettio di uccelli
Il merlo mio quotidiano visitatore
Canta, mi sollecita
Schiudo la finestra e respiro

La notte senza sonno
Ma con lei vicina
Odo ancora la sua voce
Il suo ridere
Il suo raccontare

Da giorni ormai mi accompagna
Ovunque io sia
Incredibile bellissima emozione
Mi perdo nel pensare
Il tempo non è tempo
Dove sei ti ho forse inventata?

Perché soffrire
Quanto tempo è trascorso amandoti
Ed ora solo, sono abbracciato ai ricordi e penso
Pensieri che varcano la soglia del desiderio più profondo
Alle parole che escono dalla bocca della gente
Senza conoscere dove dover andare
Pensieri che nella notte nascono e nel giorno si allontanano
E poi ritornano e nella mente si imprimono
Quei pensieri che nel tuo sguardo non ritrovo più
Ma che nel cuore sono incancellabili

Pensieri che sono come parole sussurrate ………dolci
Desideri che sono come la fantasia ………senza limiti
E il tempo passa allontanandoti da me
Passano i secondi, i minuti e le ore e per questo tempo che passa
Un giorno è già finito
Passano le ore e per ogni giorno trascorso tante notti hanno vegliato su di noi
…………e il tempo vola

Il tempo che abbiamo vissuto è passato
ma non è dimenticato il piacere provato
quando stretti l’uno fra le braccia dell’altro
tu mi hai sussurrato……..ti voglio bene
e il tempo passa…… e quando apro gli occhi e tu non ci sei
il mio cuore si comprime nel dolore

Quando il tempo della non sofferenza mi raggiungerà
quando pensieri e parole saranno tornati gioiosi attimi nel ricordo
allora si acquieterà il mio soffrire per poi tornare a sorridere
ed al nascere del nuovo giorno ritroverò il mio desiderio di vivere

Solo
Quante cose mi cantano in testa
Ascolta…è il mio sangue che canta
È come una musica lontana e discreta

Ascolta….è il mio sangue che piange
E solitario nell’animo soffro
Ah non potere che l’anima mia si quieti

E’ pensiero che sfocia in follia
Allora piango e canto
Scacciare la memoria devo

E nelle tenebre del nulla
Sorridere verso il pubblico
Che indifferente passa e non vede

È sempre 8 Marzo
Tu donna
Punto fermo nell’universo
A te rivolgo il mio inquieto sguardo
Ed attendo la tua luce
Che sa illuminare il mondo

Tu donna
Incantesimo vitale
Trasformi i sogni in momenti unici
E noi pellegrini a te dobbiamo la vita
Cresciamo nel tuo amore

Tu donna
Mamma compagna amante
Quanto male quanto dolore ti ha segnata
Vorrei tornare dentro di te
E poi sentire il tuo corpo rifugio di emozioni
Dilatarsi nel tempo degli eventi

Tu donna
Non hai paura sorridi al mistero
Fino a sentire nel sublime dolore
La nascita dell’amore scivolare via
Nascondendo dietro una segreta grata
L’infinita paziente saggezza

Settembre 2004
Quante volte mi sono chiesto cosa cercavo in questo mondo
Eri forse tu la mia macchina dei sogni
Ho voluto crederci ho conservato intatti i miei sogni
E la mia speranza come una luce che illuminava le mie notti insonni
La mia mente fragile non voleva capire vedere sentire
Ogni vita come nelle fiabe ha una fine
Questa era la mia fiaba ed il nulla la mia fine
Resta un sordo ronzio ad accettare l’ultimo comando
Lui ubbidiente spietato eseguirà impassibile
Cercando soltanto la conferma di un addio

Agosto 2004
Come foglie cadenti si è spento il tuo amore
Un dì nella mia dimora il telefono squillava per me
Eri tu che mi cercavi eri tu che mi volevi

Ora con volto adirato mi eviti e ti allontani
Dove ho sbagliato non so
Ci ho pensato e ripensato ma nulla ho trovato
Nulla che giustificasse il tuo gran rifiuto

Forse tu sei cambiata e da me più ti aspettavi
Forse ad altro stai pensando
Di sicuro nei tuoi sentimenti più non vivo
E deluso rimango senza sapere il perché

Porta Pila (porta palazzo)
C’è un uomo seduto che fuma, un altro sposta cassette
Un fuoco fatto con cartoni scalda loro le mani, si guardano muti
Una donna col burka prepara un bancone di frutta e verdure
Una vecchia aggrinzita mormora una nenia di sapori lontani
Mentre la nebbia piano si evapora nel giorno che nasce

Passanti frettolosi si avviano al lavoro salendo sul tram
I primi clienti si muovono fra i banchi leggendo i cartelli
Anche oggi si deve mangiare e la spesa è sempre pesante
Alcuni ambulanti cominciano i canti decantanti la merce
Il mercato si anima si mescolano donne di colori diversi

Un ragazzo arriva cantando portando caffè e panini
Il mattino si apre nel sole diffondendo luce e tepore
La piazza nasconde ancora l’antico parlare
Ora si mescolano lingue e dialetti di ogni paese
il ragazzo che ero non trova gli antichi clamori
a quei tempi non si era mai soli si respirava la gioia.
Ora vecchio nascondo nel cuore il dolce ricordo
Non c’è nulla più inutile di chi non aspetta più nulla.

Il nipote
Nonno cos’è la pace
Tutti parlano di pace
Ma tutti si scontrano con la guerra
Quelle immagini così crude
Quei bimbi tutti insanguinati
Perché nonno

Ho paura nonno
Vero che è finto ciò che si vede
Forse è come nei film
Dimmelo che è così nonno
Dormi ora tesoro fra le mie braccia
Domani è un’altra alba

sofferenza senza fine
Circondato da folla rumorosa cammino
Senza meta precisa senza un preciso scopo
Nulla mi distrae dai miei cupi pensieri
Penso a Gaza all’Afghanistan
Ma anche al male intestino
Che dilania la nostra Italia
Offesa e vilipesa quotidianamente

La Legge sembra impotente nel confronto con mondi lontani
Legulei che proteggono le crudeltà
Organizzazioni sempre più violente e malvagie
Odo bimbi piangere supplicando pietà
Sento boati e raffiche di armi potenti
Leggo di madri assassine
Di famiglie distrutte dalla follia di un marito e padre
Di bimbe e donne vigliaccamente violentate

La crudeltà ormai padrona regna assoluta su di noi
Quanta arroganza fra i politici incapaci di capire
Soprattutto di decidere
Vivono lontani dalla realtà
Come la loro esistenza fosse in un’altra galassia
E noi costretti a subire il loro comportamento
Così lontano dai nostri bisogni

Si dice c’è la religione
Quale religione è in grado di aiutare
A sovvertire l’attuale crudele modello di vita
Anzi si incita si sobilla si insegna ad uccidere
La preghiera è una espressione ormai in disuso

La violenza ha preso possesso degli umani
Gli umani hanno permesso ai violenti
Di aggredire lo spazio che ci circonda
Di contrastare madri padri istituzioni
Che erano e sono
Il nostro ieri il nostro oggi il nostro domani

Mi risveglio da questi pensieri
M’accorgo che la vita scorre nel tempo
Che il sole irradia calore
Che l’acqua scivola cantando
La folla c’è ancora
Alcuni di essi paiono assorti
Ma sorridono al sole
Allora proseguo con la speranza di ritrovare l’Amore

Domande
Senza certezze fiducioso vado

Non chiedere perché
Le ombre della sera
Avvolgono allungandosi
Tutto ciò che in basso esiste

Non chiedere perché
La rondine puntuale torna
Mentre il mio vagare è senza meta

Non chiedere perché
Si ama
Mentre la luna
Rimane punto fermo nell’universo

Nel mio andare tutto sfuma si allontana
Come fossi prigioniero d’un sogno
Dovrò non vivere il sogno
Per non farlo morire

scambio
Il giorno è tornato con le sue offerte
Io ti ho donato tutta la notte
Dove la solitudine del buio mi appartiene
Tu donna che offri muliebrità
Sei come il mare che dona perle
Sei come un giardino d’estate
Che offre fiori e profumi inebrianti
La tua voce mi accarezza
Il pensarti mi da euforia
Ecco il mio cuore in cambio del tuo

Solitudine
Corro nella notte cercando la via
Corro scavalcando ostacoli mentali
Travolto da pensieri calpestati
Impaurito dal mio vagare senza meta
Ti cerco

Questa notte mi sfugge
Non riesco ad afferrarla
Intorno è un turbinio di colori
Essi nascondono a turno il tuo viso
Dove sei?

Divento impaziente rincorrendo
Il mio pensare
Il mio desiderare
Un fuoco inestinguibile
Brucia la mia anima
Vieni da me

Inutilmente cerco di afferrare i sogni
Le mie mani si stringono al petto
Lasciati afferrare e con dolcezza
Fatti cullare dall’amore
Mia essenza di vita

Incontro
Lontano avvolto nella nebbia
Senza contatti senza fremiti viventi
Obliato dal silenzio che mi avvolge
Ti cerco
E il mio cuore come un sole caldo
Dilata la nebbia ricordando

Mezzaluna story
Quando tu piena sei di languore
E i tuoi occhi appannati
Mi guardano
Dentro me sento
Uno struggimento
Che mi fa sciogliere
Come neve che
Lievemente si è posata
Sui prati
Sento il mio vigore nascere
Mentre il tuo fiore si bagna
Di nuova rugiada.
Ecco che dolcemente
Le nostre labbra si avvicinano
Le nostre mani si intrecciano
E tremanti subiamo il fascino
Del nostro incontro
Abbiamo viaggiato piccina
In mondi lontani
Trascinati dal desiderio e dalla passione
Dio come ti sento quanto ti voglio
Ciao splendida creatura
I tuoi tesori nascosti
Conservali sino a che tu
Mi darai la chiave per aprire
Il tuo scrigno

A Laura
Mi chiedo da quale tempo lontano
A me ti sei avvicinata
Per anni ho cercato
E tu improvvisa apparisti
Lieve fragile ma forte,
curiosa e femminilmente
trepida e gioiosa

Ecco sono giunto alla fine
del mio cercare
del mio aspettare
Ovunque io sia ti sento vicina
c’è nell’aria il profumo
della tua presenza
ed io mi inebrio
saziandomi
del nostro passato
del nostro presente

Suggestione
È sera e sono in ascolto, l’ora tarda,
aiuta le voci di cuori giovani che vagano intorno
Con lenti passi s’accostano fra loro
Avvicinano i loro visi e sento
I loro cuori cantare versi d’amore
Mi siedo e li osservo;
Essi passeggiano vanno e vengono

Il mio tempo scorre lentamente
Tutto il resto tace,
case silenziose fanno da contorno, le foglie
non stormiscono, il fiume è immobile
La luna appare improvvisa
Illumina creando ombre suggestive
Modificando l’intorno.

Ho occhi pesanti di sonno
Ma irrequieto ed impaziente
Accendo la lampada della mia anima
Illumino la via che mi conduce a te
Corro come pazzo verso
L’immagine del mio desiderio

Ti afferro saldamente,
ma tu mi eludi mi allontani
la splendida visione fugge via,
la luna piena si accomiata
ed io allora canto
perché questo amore
è semplice come una canzone.

Siamo terrestri?
Ciottoli piccoli nati da qualche meteora
Rendono consapevoli di grandiosi eventi
Scrutiamo il cielo cercando, sondiamo l’infinito
come se il mutare del mondo sia dovuto
all’affluire di entità misteriose

Attorno la terra diffonde il suo odore
Il sole ha terminato il suo lavoro
Bianchi tessuti sbattono al vento
Come a svelare qualcosa dei fasti celesti
L’ignoto ci avvolge liberandoci

Pensieri rivolti al mistero della vita
Si alternano susseguendosi
nella mente, confusa da eventi straordinari
chi siamo noi quale è il nostro presente il nostro futuro
come pietre preziose ci uniscono nell’universo

Arrivammo cercando un rifugio
ora che le guerre stanno distruggendoci
che l’odio fra umani ci ha nuovamente raggiunti
dove andremo? Ahimè, dove andremo?

Il Po
Da questo fiume pieno di vigore,
Da questo fiume, così silenzioso
e così calmo e violento, traspare
una smarrita dolcezza.
Sulle , onde imbizzarrite
viaggiano i miei pensieri,
ad occhi chiusi assaporo il fluire
di sensazioni, di emozioni.

Sul sentiero che lo accompagna,
sfilano biciclette frusciando sui ciottoli,
negli orti vicini alcuni cani
comunicano fra loro, dei bimbi
si rincorrono garruli , mentre nel cielo
la luna incomincia il suo apparire.

Io accovacciato su un letto di pietra
assaporo il profumo che emana.
Luke , muso appoggiato
sul mio ginocchio mi osserva.
Alcuni gabbiani volteggiano-
ed una coppia di aironi amoreggia sul greto ,
in un gioco di piume e volteggi.
Più lontani alcuni pescatori
attendono pazientemente la preda.

Lassù Superga mi osserva,
pare voglia invitarmi a salire,
mio viatico per anni e mio dolore.
La piccola cascata copre ogni rumore
Il sole si allontana, scende dietro i monti,
e la sera incombe dando spazio
ai raggi della luna sempre più
luminosa e lucente.

Le stelle l’accompagnano.
E, fra esse mi fingo
il viso di chi è lassù,
parlo a loro , sorrido e così
appagato torno al mio abitare
mi sdraio sul letto, penso
e rannicchiato in me stesso
finalmente piango.

Attesa
Ad ogni istante in ogni tempo
Di giorno e di notte mi accompagni
Quante volte ho con te
Attraversato oceani e deserti
Sognandoti viva e sorridente

La mia vita è in fibrillazione
Ed una trepida gioia
Attraversa il mio cuore
Nell’aria sento il profumo
Della tua presenza

Sono in silenziosa estasi
Vorrei cantarti canzoni mai udite
L’inverno imbianca l’orizzonte
Ma per me è primavera
Con i suoi sussurri ed i suoi profumi

Il giorno e’ finito
E con esso si spengono i miei pensieri
Nell’aria ormai priva del tuo ridere
Si insinua un silenzio profondo
La luna piena accende la notte
Le tue labbra disegnando un bacio
Mi indicano la strada per il tuo cuore

Mistero
Come mi si affollano attorno fantasmi a me cari
Vedo amore, gioia, dolore cuori in fermento
Mi sento legato a loro con catene infrangibili
Sono silenziosi, alcuni felici altri malinconici
Vedo in tutti loro l’amore che supera il tempo e lo spazio
Il loro amore che affronta sole, luna, stelle
Li avvicino cerco il contatto, invano, sono impalpabili
Non hanno forma né colore, tacciono comunicando
L’amore che nutre la vita, diffondendone il profumo
La nella immensità dell’universo.

Neve
Bianca luminosa notte
Neve scendendo lieve
Hai coperto con un candido manto
Prati alberi case
Ovattando ogni piccolo suono

Compagna dei miei giochi infantili
Sensuale amica in gioventù
Ora mi godo il tuo nitore
La tua morbidezza mai così apprezzata

Ecco che il contado si sveglia
Il gallo chiama a raccolta le sue compagne
E frotte di bimbi garruli
Si rotolano nei campi riempiendo
Il silenzio con le loro grida

Ecco che il mondo è ancora vivo reale
Le emozioni ancora si susseguono
Vedo le Alpi
I ghiacciai sembrano ridere
Rigenerati dal gelo

Ed io ripenso alla cattiva informazione
Ai timori in un mondo senza futuro
E ringrazio l’imponderabile
Ricordando quanto dobbiamo
Al creatore dell’universo

Amare
Di velluto è il tuo corpo
Sotto la mia mano
Che cerca…..

Muta aspetti
Ascolti
Accogli il mio corpo
Sciogli l’anima mia

Mi mostri l’universo
Attraverso
il caleidoscopio
Dell’amore della vita

Storia
Occhi che indugiano negli occhi
Mani che sfiorano mani.
Così iniziò il nostro cammino.
Così iniziò la nostra storia

Ora pensando, siedo alla finestra.
La neve ha coperto gli alberi
Ed il merlo mi cerca cantando,
Un velo mi copre la vista.

E’ giorno, ma la notte è calata in me-
Quanto buio e quanto freddo .
Sono inquieto, assetato di cose lontane,
Quante notti e quanti giorni ho sprecato

Ho la mente vuota immobile,
nessun suono traspare,
i rami pesanti di neve mi osservano,
mi sento nudo, spogliato del mio amore

tu, mi stai aspettando,
ma io immobile, quasi marmoreo,
attendo che il sonno mi afferri,
e con esso raggiungere la mia illusione.

scambio
Il giorno è tornato con le sue offerte
Io ti ho donato tutta la notte
Dove la solitudine del buio mi appartiene
Tu donna che doni muliebrità
Sei come il mare che dona le perle
Sei come un giardino d’estate
Che offre fiori e profumi inebrianti
La tua voce mi accarezza
Il pensarti mi da euforia
Ti dono il mio cuore in cambio del tuo

L’attore
Eccomi solo, lontano da me stesso
abbagliato dalle luci, la ribalta mi inghiotte,
Ed io mi sento goffo nel cercare di sedurre,
con parole non mie metto in mostra
un inutile fascino, vesto abiti non miei,
e, sempre più lontano da me stesso
assumo pose clownesche, parlo,
oh quanto parlo, e mi muovo
cammino, mi siedo e parlo oh quanto parlo.

Mi paiono parole senza significato,
ecco la trappola è scattata, quello che ero
non lo sono più, un nuovo personaggio
mi ha sostituito ,motteggiando e atteggiando
frasi e gesti da super-uomo
cerca il consenso, l’applauso,
Guittiscamente si protende
la platea muta ascolta ed applaude, parole,
oh quante parole piene di significati
a me sconosciuti

Così vuole il copione, l’autore antico
ma sempre nuovo, riversa frasi
piene d buon senso, e la platea
accoglie ed applaude, ma io,
schiavo ormai della situazione.
seguito a parlare, oh quanto parlo.
E allora, infine, il manichino che sono,
si trasforma e finalmente
guarda il pubblico e sorride.

Smarrimento
I sogni, i miei sogni
Non si possono imprigionare.
Mi sono perduto in te,
incantato dai tuoi occhi,
affascinato dalle tue mani.
Ora mi sento stanco

Rincorrendo la tua bellezza,
ho piagato la mia anima,
ho violentato i sentimenti.
Ho smarrito la via che da gioia.
Se non riesci ad amarmi,
perdona il mio amore
che cerca rifugio in te.
.
Ah potessi accarezzarti, col mio cuore,
e tenerti stretta al petto!
La notte ha vegliato i miei pensieri,
i miei occhi pesanti di sonno
scrutano nel buio, senza incontro.
Se la tua strada, se il tuo cuore
ti conducono in mondi diversi,
allora avvertimi , sarà la ragione
a vincere il dolore.

Speranza
La pioggia,il tramonto , la sera, la notte
e tu lontana, ma nella mia mente vicina.
Cominciano a presentarsi i ricordi
delle ore trascorse guardandoti, ascoltandoti.

Sento la carezza delle tue mani
che trasmettono calore e dolce languore,
allora, ecco, la mente nel buio,
affronta le tue labbra morbide,
dolci e tenere, protese nell’attesa,
cercando ansiosamente i brividi antichi.

Tu nulla attendi di più, se non parole
suadenti e frasi ormai lontane nella memoria,
vivi e rivivi stupita il calore che t’invade.
Mi guardi, sorridi e ti abbandoni a me.
E allora ridiamo gioiosi, nel buio della notte,
cercandoci e allontanandoci, come ragazzini
in attesa di soddisfare la golosità impellente.

Immobile, allontano i ricordi, i pensieri,
mentre la pioggia ritorna nella notte a dirmi
quanto sento la tua non presenza,
il mio desiderio e la straordinaria potenza ritrovata.

Piove senza rumore sui miei pensieri ormai lontani,
ma ancora vivi e, allontanandomi, mi rifugio
nella mia solitaria esistenza.

Insonnia
E’ notte, la luna mi appare improvvisa.
Le nubi aperte come sipario,
le fanno la corte.
Superga, lassù sul colle, mi guarda,
mi parla di dolori infiniti,
mi consola con luce riflessa.

Il vento ha spazzato le foglie nel prato,
ed io, rannicchiato in me stesso,
penso al tempo lontano.
Penso al luogo, dove gioie
dovevano solo arridermi.

Invece mi trovo solitario,
come un uomo solo
di fronte all’oceano.
Soffre con me la notte.
Vorrei dormire.
L’insonnia mi guida i pensieri.
e l’alba è ancora lontana.

Vieni luce del mattino,
rischiara il mio dolore,
dammi energia affinchè il nulla
non mi sovrasti,
e la mia mente si possa ristorare
nei ricordi lontani ,
e la gioia mai goduta,
mi arrivi nel cuore

Viaggiare
Lo sai amare è come viaggiare,
è scoprirti giorno dopo giorno.

Viaggiare è vagare sul tuo corpo,
adorare le tue mani, baciare il tuo infinito.

Viaggiare è sentire scorrere
il tuo fiume di lava,
che sgorga dal tuo vulcano.

Viaggiare è scalare le tue montagne,
percorrere le tue pianure.
le tue vallate dolci e tenere.

Si amare è viaggiare nei mondi
che nascondono le tue e le mie
emozioni

Viaggiare è sfinirsi di nuovi tramonti,
Di nuove albe.

Viaggiare è amare

Ecco viene la sera,
imbrunano i prati solitari,
le greggi si avviano alloro riposo
attraverso sentieri misteriosi.

Un raggio di sole illumina l’infinito.
L’oceano s’accende di rubini
e coralli, mentre le tue labbra, tumide.
s’avvicinano, dolci e vibranti,
donandomi calde sorsate di emozioni.

La notte copre, rapidamente,
l’immensa prateria,
i fiori reclinano il capo
in attesa della luce del mattino
che inonderà il mondo.

Allora i tuoi occhi fisseranno i miei,
iniziando una danza
di sguardi teneri e desiosi.
L’erba rorida di rugiada, si protenderà,
in attesa delle bianche greggi.

E noi veleggeremo, allora,
sulla cresta delle onde che la luce diffonde.
Attraverseremo vallate, montagne e oceani,
per raggiungere il nostro futuro,
il nostro destino, ricco di messi.

Tramonto
Come una lampada si spegne il mio ardore,
Come un fiore appassito il mio cuore reclina,
Mi sento inaridito, senza energie,senza aneliti.
I giorni della mia primavera sono fuggiti,
e l’anima mi rivela che la vita è come la rugiada
su una foglia e che al primo calore se ne va.

E’ giunto il tempo di notti insonni, piovose e tristi.
Scoprire che non sei immortale e che fantasmi
volteggiano intorno, come in un gioco chiassoso
e misterioso, rivelando quanti giorni ho sprecato,
quante notti ho stoltamente gettato al di la del dolore.

Forse è tardi per chiedere, e pretendere.
Davanti a me onde impetuose rumoreggiano
E, attendendo che esse mi accolgano,
abbraccio l’oceano intero, affidandogli
il mio segreto, la mia pena il mio orgoglio.

Chissà, forse sarò presto ospite del nero mantello,
che mi traghetterà nel mondo del nulla e del tutto ,
lasciando così, che i miei sogni e i miei canti
volino come uccelli gioiosi verso la nuova dimora

sapessi
Sapessi che…
Quando ti guardo,
Quando ti parlo
Quando mi guardi,
E stringo le tue mani

Sapessi che….
Quando te ne vai,
dicendomi ci sentiamo.
È come se
un cancello si sovrapponesse
fra noi.

Sapessi la lotta
per non rincorrerti,
per non chiederti
amore,
per poi crogiolarmi
nella speranza
di rivederti

Sapessi che ……..
non potrò mai più
essere così vero così vivo,
amandoti e desiderandoti
fino allo struggimento.
Io ritornerò e tu ancora ci sarai?

Canzone d’autunno
Camminare ogni giorno, girovagare pensando,
osservare, paragonare, riflettere, incontrare gente,
parlare con loro, parlare da solo.
Entrare in un bar, uscire dal bar
bevendo da una lattina, alberi che si spogliano,
foglie ingiallite che volteggiano,
e sedersi in terra e pensare.

Una mamma, una carrozzina, un bimbo che piange,
un aquilone appeso ad un filo,
un pallone che rotola, ragazzini che si rincorrono
mentre un vecchio seduto li osserva e sorride,
due cani giocano fra loro abbaiando,
ed io continuo a pensare.

Cerco e trovo nella memoria la sua immagine,
il suo sorriso; quello sguardo gentile,
ironico e sensuale, che tanto mi manca
per vivere e sperare, per gridare e ridere
e baciare le sue labbra perdutamente.

incontrarsi
E’ tornata mattina. La luce inonda la stanza,
approda sul letto, che sfatto. ancora racconta.
Quanti sogni si sono avvicendati in una sola
notte. Quanto amore non consumato ma esaltato
nella notte senza sonno. Senza lei.

Un gallo mi canta e un merlo già chiede il suo
cibo quotidiano, ma io ancora non scendo dal letto.
Distendo le membra e sorrido pensando,
è finita la notte del sognare ed il giorno mi attende
con nuovi impulsi, con gioie da provare,
tutto sarà incredibile e vero.

Dalla finestra aperta l’aria si affaccia, rinfrescandomi
il viso. Dalla mano aperta scendono nel prato
delle briciole e il merlo ringrazia cantando.
La radio trasmette suoni e voci, i rami degli alberi
si muovono e le foglie iniziano a cadere e il tempo
passa, accompagnandomi lentamente nel sentiero
che conduce al trepido incontro.

Poi la notte ritornerà insonne, con i suoi sogni misteriosi,
consumando, con gioia, pensieri reconditi per poi
avvolgere in un turbinio di emozioni, sempre nuove,
la mia anima, ubriacandomi di speranze e di tenerezze

Notte da amare
Il giorno è terminato,la notte si fa buia.
Ma prima che la notte mi raggiunga,
voglio cantare e ridere ancora
La notte solitaria mi attende
ma lei è qui col suo splendore.

Tutto il giorno mi hai rubato.
Ma ora afferro le tue mani
e le stringo al mio petto, raccogliendo
tutto il tuo calore, tutto il tuo amore,

bevendo i tuoi cerulei sguardi
depredando con i baci il tuo sorridere.

Divina creatura, apri le braccia
fa entrare la luce del mattino,
mi sto perdendo in te, prigioniero
del tuo incantesimo, ridonami
la forza di abbandonarmi a questo
piacere sottile e inestinguibile.

Se questo è amore, allora ti amo.
Ma forse è un pò di follia che mi
avvolge e trascina, gli scrupoli
diventano tenui mentre aspiro il tuo
fragore e odo la tua dolce voce che mi
sollecita e mi solleva verso il segreto
da me desiato. La notte mi aspetta
e per me sarà lucente e meravigliosa.

le mani
Le tue mani
che sanno amare
forti, deboli piccine e grandi
che donano carezze,
che vivono tremanti di emozione
mani vere che non sanno mentire

Le tue mani
Sanno accogliere.
Sanno essere tenere,
sanno essere coppe
per raccogliere pianti e gioie,
queste meravigliose mani
sanno donare certezze.

Le tue mani
abbracciano il nulla,
trasformandolo in tutto.
Stringono, accarezzano,
puniscono e perdonano,
regalano emozioni,
sublimi sensazioni

le tue mani
donano amore,
soddisfano la mia fame
la mia sete.
E allora salgo per scale folli,
e le tue mani volano
sopra il mio viso,
finalmente sereno,
e gli occhi si chiudono
in un sonno mai provato.

Prestami la mano, non respirare.
Immobile, chino lo sguardo
Non penso, ma tremo al contatto,
ancora, l’anima turbata consuma
il piacere provato

oh mio fragile amore,
mia miseria d’amarti,
bocca vermiglia che ridi
sulle mie labbra,
quanto è vano volerti?

Il cielo così azzurro,
gli alberi che ingialliscono,
un merlo mi canta nel risveglio
e tu non sei qua,

piango, senza difesa mi accartoccio
e il mio amaro spirito,
come airone vola verso il mare,
dove tu mi desti speranze
liberando il tuo essere tormentato.

Immobile, silenzioso
Guardo il sole che nasce,
e cercando la pace, grido ti amo

Fine di un amore
Pagina bianca,
sei qui per descrivere a te
piccina,
parole che risuoneranno
come l’eco della mia anima.

Il filo magico
che mi conduceva a te,
per galassie infinite,
si è spezzato.

I miei ochhi velati
non scorgono il foglio bianco,
e il desiderio e la passione,
si dissolvono
come bolle di sapone,
nel nulla.

La cornucopia
che fu riempita d’amore,
improvvisamente s’è svuotata,
lasciandomi attonito,
privato da ogni energia,
rigettandomi nel buio dei
viottoli della mia vita.

Il tempo, mostro implacabile
ed invisibile, logorato
dal sentimento,
si è fermato.
Soffro, ah come soffro,
le lacrime scorrono già
sul mio viso.

Ma poi, il mio cuore mi parlerà,
ed io, riconoscerò la sua voce,
e tornerà a guidarmi
impavido ed altero.verso la fine
del mio soffrire.

amare
Di velluto è il tuo corpo
Sotto la mia mano
Che cerca…..

Muta aspetti
Ascolti
Accogli il mio corpo
Sciogli l’anima mia

Mi mostri l’universo
Attraverso
il caleidoscopio
Dell’amore della vita

fuoco
Sono nella oscurità e vedo.
La notte accende le immobili stelle
e muto ascolto il tuo respiro
e la mia brama s'accende
rincorrendo i miei desideri

Io voglio te soltanto te,
ogni altro desiderio è menzogna
tra profonde illusioni voglio te,,
dammi la confidenza del tuo corpo

Esalta la mia possenza affinchè
una notte dopo l'altra le stelle
guidino i nostri corpi nell'universo
e uniti, il nostro amore esploderà

La mia irrequietezza si placherà,
la nostalgia di cose lontane svanirà,
e tu, col tuo vibrare, oltrepasserai
i limiti dell'esistenza intera

non posso gareggiare col tuo amore
ma toccami col tuo fuoco, dammi la
tua bocca, solleva ed arcua il tuo corpo
sinchè all'unisono la vita

che, nella tempesta dei sensi, prenderà
il sopravvento, ci accompagnerà
verso l'estasi suprema
con lampi e tuoni, e la lava scorrerà
a fiumi inviata da te Angelo e Demone

Declino
Alcune domande
turbano il mio dormire,
Sono nato troppo presto
O troppo tardi?
Cosa faccio in questo mondo
Dove la gioia
mi è sempre soverchiata
dal soffrire?

Le mie speranze,i miei desideri,
dormono un sonno dolente.
Perché ad ogni gioia,
mi si alterna il dolore,
e la tristezza riaffiora,
violenta e maligna?
Dondolo e l’altalena della vita
Costringe l’anima mia
In ginocchio.

I miei occhi stanchi,
il mio crine incanutito.
trasmettono quanto tempo
e quante avventure di vita
hanno attraversato.
Ma ora frugando
Nei recessi dell’anima mia,
capisco ed invoco pietà.


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