Racconti di Irene Pizzimenti


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Irene Pizzimenti

Irene Pizzimenti è nata e risiede a Palermo.Vicina da sempre ai giovani,ne ha assorbito i colori, i profumi,trasformandoli poi, in emozioni,in trasparenze di luci.
Ama scrivere e dipingere senza alcuna pretesa,con il solo obiettivo di offrire a se stessa ed a chi vorrà leggerla ritratti in versi di quel riaffiorare di vissuti che improvviso assale
sempre l'uomo e che accomuna in questa esperienza ogni essere, nelle varie tappe della vita.
Ama la sua terra di Sicilia ed è orgogliosa del lavoro tenace e silenzioso degli Onesti,che restano la grande moltitudine, in una terra troppo spesso svenduta ed abbandonata ad interessi vari.
Sono i colori e le sfumature di queste sue radici umane, del suo mare, dei tramonti, dei profumi degli aranceti in fiore, a darle forza e luce.
La sua visione della vita è quella di una perenne sfida da affrontare con costanza e lealtà, anche nei momenti della sconfitta,perchè da ogni dolore, riaffiora poi la Speranza che assieme al grande maestroTempo, riporta l'animo umano ad una riflessione profonda sullo stesso vivere, ad una forza che, dopo la caduta , fa riprendere con maggiore consapevolezza e saggezza il cammino.
 

Leggi le poesie di Irene

 

Le piccole cose del quotidiano
Continuiamo a fare le piccole cose di ogni giorno senza mai pensare al posto
che le stesse occupano nella nostra storia, procurandoci negli anni, con quel
loro ripetersi quotidiano,un po’ del senso di sicurezza, di cui ognuno di noi
abbisogna nella vita. Sono abitudini che a poco a poco fanno casa dentro; sono
gesti,visi, dialoghi,oggetti, incontri,come quell’andare spesso al mercato,quel
viversi senza accorgersene a volte, i colori, il vocio, i rituali,i personaggi
caratteristici che vi si incontrano, venditori o compratori,… la farmacia, i
tabacchi, il bar con quel suo particolare buon caffè mattutino o pomeridiano,e
tanto di altro semplice e vario che ci riempie quotidianamente le giornate.
Spesso non ce ne accorgiamo nemmeno, presi dal lavoro, dal tempo che veloce ci
corre sempre appresso, ma loro ,le piccole cose, non si lamentano mai delle
nostre distrazioni, sanno di essere ormai, scatti fissi nella stessa memoria
nostra,e quel ripeterli inconsciamente dona sicurezza, tranquillità a volte,
come l’abbandonarsi dentro una vasca d’acqua calda la sera, prima di dormire.

Te ne accorgi di quel loro esistere ,spesso, quando dopo un anno di lavoro,,
stacchi,allontanandoti dai tuoi luoghi quotidiani con quasi un senso di
liberazione. Ed è così all’inizio, ma poi ,con il passare delle settimane, ad
un certo punto, lentamente, affiora impercettibile prima,la loro mancanza.

Un giorno ,poi, con l’andare d’anni, lo tocchi con mano il loro ruolo ,il peso
avuto nella tua stessa vita,le senti care queste piccole grandi cose,le
riosservi con affetto, le conti quasi, sorridendo quando una di loro,
dimenticata, ti riaffiora alla memoria,e sereno, ti ce ne avvolgi dentro,grato
alla fine di quel loro silenzioso averti dato sempre tanto.

La barca mia
E’ il porsi obiettivi nella vita, il cercare di realizzarli, che rende forte
negli anni.
Gli ostacoli improvvisi,le cadute, quel sapersi rialzare senza più forze a
volte, lentamente diventano esperienza che costruisce ,forza che ridà senso quando
tutto sembra diventare inutile.
E’ nell’ascolto di se stessi e degli altri, poi, la chiave per non perdere l’umanità
che ci distingue, oso dire il segreto dello stesso vivere,quel darsi e dare empatia,
sostegno,distinguo, e sempre con umiltà ma anche con fermezza se occorre.
Ed ancora, il non perdere mai la capacità di sapersi fermare dentro al
silenzio della natura amica, quando confusione e dubbi, fanno perdere le giuste dimensioni ai
problemi.
E’ nel silenzio che si ritrova se stessi dopo la salita aspra che ha fiaccato corpo e spirito.
Oggi guardo ai miei anni, alla mia storia, ai miei errori,a tutti i forti
alberi d’ulivo impiantati per la via, e, temprata albero d’ ulivo anch’io, so di dovermi dire sempre,
senza mai scordarlo, nel momento buio…”Dai, oggi è già passato, domani ricomincerai ancora ,
rivedrai il tutto, troverai una soluzione più equa e chissà che la forza stessa della vita, non faccia sorgere nella
nuova alba, anche per te, il sole”.

Pomeriggio di settembre
Marina era perplessa forse anche amareggiata. Si erano già fatte le 18,00,si
avvicinò al balcone e guardò lentamente il cielo. Dinanzi, un classico tramonto
settembrino con le strade appena bagnate dalle prime piogge e le nuvole che non
sapevano decidersi se allargarsi o diventare grigie.
Aveva passato le ultime ore con un velo di tristezza addosso. Un vecchio detto
le ballava continuamente nella mente,sintesi in fondo di una pagina vera appena
letta nel grande libro della vita.
“Tanti cani sopra un osso”…
Nessuna frase poteva sintetizzare meglio la storia appena ascoltata quel
pomeriggio, una storia forse molto diffusa oggi nei nostri giorni dove l’
invidia rode chi non riesce,anche se comodamente vive dei profitti di chi
sgobbando porge denaro per soddisfare ogni capriccio che per la mente passa,
sempre sperando in una comprensione che,passato il primo approccio, per l’
oggetto nuovo toltogli o avuto,invece, non arriva mai ,per la piattaforma di
invidia che contamina ogni vissuto, per una mancanza di amore che invece di
dare, prende solamente, dimentico della sua stessa essenza.
Più triste ancora, per la consapevolezza di chi fa la parte “dell’osso”,per
quel suo vedere e toccare continuamente con mano, l’uso indiscriminato della
sua persona, con i morsi dell’irriconoscenza che si allargano nell’animo,
provocandogli solitudine e tristezza,forse anche amarezza verso se stesso,
per la propria incapacità nel saper reagire ad uno stato di fatto, di un reale
quotidiano sfuggito al suo controllo ormai da anni.
Eppure la famiglia è quella ed è la sua e vi deve sempre provvedere, e deve
amarla. Ovvio per tutti ,il suo lavorare, ininfluenti per gli altri, i suoi
malesseri,le sue ansie, i problemi che continuamente lo assillano nel lavoro,
per non parlare dell’età che avanza.
Tristezze di un vivere che oggi nell’indifferenza, affonda le sue radici e le
sue incomprensioni, per l’impossibilità, spesso sempre più diffusa, nelle
famiglie,di un dialogo a cui uno dei due sempre si chiude.
Marina si vestì con un semplice pinocchietto nero, si mise una maglietta a
maniche lunghe nera ed a contrasto assoluto, sintomo della ribellione che le
ribolliva dentro, fermò i capelli con una larga fascia rossa.
Era per strada adesso,la gente andava avvolta nei propri pensieri, giovani al
primo piano del palazzo ridevano dai balconi, ascoltando musica.
Prese la strada del mercato, comprò i detersivi per la biancheria estiva da
riporre nei cassetti per il cambio di stagione, e delle belle pesche.
Piano piano poi,ritornò lentamente sui suoi passi, e fu stranamente felice di
dover sempre fare i conti nello spendere, si, perché era quella la normalità
vera,sana, quella vissuta dalla maggioranza della gente ,che non poteva
permettersi di certo il lusso vacuo di avere dieci cellulari o sette
frigoriferi per casa, senza capirne più l’inutilità, abbondanza capace solo di
offendere chi, oggi, duramente, lotta per portare a casa, a sera, i soldi per
il giorno dopo, e di offendere soprattutto ,chi con il suo lavoro pesante e
continuo, può permettere senza mai parlare, un agire simile, privo di ogni
semplicità e di sentimenti veramente umani.
A casa, l’aspettava la cena da preparare, la lavatrice da mettere avanti ,il
telegiornale di La7, che ormai preferiva,i suoi telefilm polizieschi ed i suoi
cari libri, amici sempre dei suoi pensieri e dei momenti liberi.
Sentiva di avere molto, ma l’amarezza di quanto visto, non la lasciava,aprì la
porta ed il suo cagnolino le scodinzolò tra i piedi, sorrise leggera e senza
più voler pensare, decisa,cominciò la sua serata.

Perché scrivo

E arriva il giorno che una terra per continuare a dare frutto,perché malata,sfruttata, cambia semina.
Il contadino padre della sua anima la osserva a lungo , ripercorre i tanti giorni che con lei ha vissuto sotto la pioggia,al vento,sotto il sole cocente, ed alle infinite piantine che insieme hanno salvato dalla incuria e dalla legge crudele di un mondo incapace di capire,troppo spesso... e di pestare con ferocia senza capire, a volte, altre volte, senza voler capire.
Pensa il contadino ai mille attacchi sopportati da questa terra grassa ancora e ancora ,fino ad oggi ,ed ai tanti nodi ed alle intemperie che hanno rischiato di farla morire e ricorda la sua testarda volontà d´essere ,di dare,orgogliosa del silenzio di fronte alle infamie , forte della coscienza del compito che terra lei , in quel momento,aveva per un essere.
La prende in mano il contadino questa terra ,la fa scivolare tra le sue dita aperte , ne sente forte il calore ,quel suo infinito bisogno di dire ,quella forza che da sempre l´ha vissuta, con il coraggio ,se necessario ,anche pieno di lacrime ,di rimettersi ancora in piedi ,dopo una offesa dura ,per gridare verità di terra che lavora, forte di un amore che invidia ed odio non potranno mai sconfiggere ,perché, chiaro ed umile, come solo terra vera sa essere.
Ma il contadino capisce pure che la capacità di produrre necessita,adesso, per tanti motivi, impianti di semi nuovi ,diversi,perché anche lui , contadino è stanco e non può più correre da un punto all´altro ,come prima.
Non più piante da cure continue ,massacranti ,ma alberi,stavolta, alberi forti capaci di riempire un suolo con la loro storia forte ,svariata quanto i fogli infiniti della stessa vita che si offre ancora ed ancora .
Alberi capaci di dire,di suscitare con i movimenti ed il linguaggio del loro rami, emozione all´anima illuminati sempre dalle sfaccettature poliedriche della vita stessa ,spesso pesante, dolorosa ,a volte,e ,da apprezzare,altre volte ,come gioiosa espressione di raggi di sole sui campi.
E pensa il contadino e riflette e da uomo di pace,decide , ed impianta ulivi.
Per dire, per dirsi.
Poesia di sempre per ogni cuore capace ancora di credere.
Nasce così questa lunga e sofferta storia sul Pianeta Donna ,scandita nel Tempo e nelle sfumature più profonde ,anche forti ,ma mai sciatte ,perché scritte come linguaggio e speranza per tante , tante donne viste in lacrime,per quella incapacità che avvilisce ,mortificando a volte il cuore, per non trovare la forza di esprimere se stesse , di sciogliere certi nodi di quel sapersi dire nei bisogni più profondi in un colloquio che manca troppe volte ,per paura di perdere ,su qualcosa che è fondamentale ,in un rapporto con l´uomo.
Ed allora , si soffre in silenzio ed a volte ci si chiude, inaridendosi come terra abbandonata dall´amore.Guardarsi senza arrossire del proprio sé , del proprio sentire,sapersi dare le stesse carte che si danno agli altri ,deve sapere diventare una regola aperta nella vita ,mai prevaricazione ,ma diritto di vivere si.
Donna che si dice, anche in amore ,e fino in fondo, e non è facile ,e ,sempre con l´anima che motore dirige il corpo.
Essere ed Esserci.


Viaggiare il tempo, vestita d´acqua
Voglio scrivere di Differenze fatte di Valore per vedere con la fantasia vera-------------- il Domani raccontandolo con il cuore.
Chiamerò a raccolta i violini della Terra -----------------,uno per ogni gente che attraversa il mondo.
Suoneranno insieme una sinfonia unica, capace di far dire a chi gioca ancora a far la guerra-------:"

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Voglio scrivere sui muri di tenerezza e gioia,-------------- Di mani aperte e musica per ogni Uomo solo,--------------------------Pensieri giovani per i più giovani, Pensieri giovani per chi è già grande...
-----------------------------------------------------------------------Pensieri giovani per chi non crede più."
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Mi metterò al piano e suonero´i- "Notturni"- di Chopin ,facendomi accompagnare da mani solitarie, per distribuire, nelle notti, ogni notte, nelle strade deserte ed abbandonate,--------- coperte e pasti caldi per gli ultimi------------, per --------------------gli sfortunati della Terra,dando loro ricoveri e parchi pieni di verde, e, -------------------------- comodi sedili per accogliere ogni più piccola stanchezza.

Scalerò poi ogni montagna e, sulla vetta più alta, mi cederanno a prestito le ali------- i miei gabbiani ,esercito mio caro, e girerò silenziosa per il mondo ,per ridire a tutti poi, con sincerità e senza mai altri fini, del suono intricato ,stridente di mille sofferenze,--------------------------------di territori dove

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--------- di umano ormai resta solo il dolore, perché negato a tanti il diritto elementare del ---Vivere.
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Lo dirò.
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Lo ridirò e------- lo ripeterò piano ,in tanti versi per ricomporci insieme, per ricominciare insieme nuovi------------------,anime vicine---------,capaci finalmente, di fermare l´odio, di non ferirci più.
Voglio ricordare al mondo che le cordate nella montagna della Vita si fanno sempre uniti,con attenzione immensa per l´ultimo della fila ,stretti tutti nell´andare avanti ,nell´afferrare chi cade in terra,nel prevenire gli scivoloni e profonda compagnia per tutti e, per tutti a scambio, saranno gli occhi, quelli del cuore.

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Mi vestirò poi da clown
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per saltellare,giocare, tirare palle colorate e morbide ad ogni finestra di ospedale dove la gente soffre, dove bambini non più bambini ,sopportano chemioterapie e dolori grandi e lì in mezzo a quei bambini ,------ classico ,--------------------------------------conosciuto,nel suo genere, mi porterò dietro

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--------"Il padrino "------
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E lì tra il dolore dei più piccini , di chi ancora offre un sorriso tagliato, ritagliato e cucito addosso,
gli farò ascoltare, in mezzo a quei visi piccoli, senza alcuna colpa, ma già pieni di sofferenza, il più antico dei violini della terra , che per una volta sola ,suonerà un -assolo- unico , solo per lui ,solo per quel suo mondo duro.

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Lo farò
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per fargli ritornare in mente ogni cosa buona, come il profumo povero ed immenso di mille e mille margherite bianche, come la luce del sole che ci risplende addosso ,come quel luccicare unico delle stelle nella notte e------ tutti insieme,

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-----l
Loro----
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gli canteranno- il Bene - piano , dentro a quel cuore che la troppa durezza ha trasformato in pietra
E gli si aprirà quel cuore, serrato ormai alle emozioni e scenderà finalmente libera,da quegli occhi, quella grande lacrima che unica,potrà fargli dire per se stesso e per tutti gli altri di quel suo mondo oscuro...

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-" Scusatemi...ho ricordato e, non dimenticherò più cosa può dire e dare la dolcezza ad un uomo".
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Per ogni promessa fattami per un impegno senza lucro, mi farò rilasciare una ricevuta con la firma chiara, a garanzia di una voglia nuova di verità, di lealtà ,di giustizia , di democrazia, di libertà, per

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potere mettere ogni giorno------- uguale--------- la stessa pentola sul fuoco.
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A chi si ostinerà ancora a non voler pensare o a pensare stolto ,regalerò uno specchio,da guardare obbligatoriamente tre volte al giorno , mattino, mezzogiorno e sera.
E loro, per poter continuare a vivere, prenderanno-----obbligatorie--------- curative,------ le pillole, come quelle che si danno ai malati cronici, e cura impossibile da eludere ------loro-----non potranno mai più piangere, ma solo-------------------------------------------------------------- ridere per tutto quello
che li farà soffrire dentro, unico rimedio ormai ,per costringerli a rivedersi ,soffrendo duro, dinanzi a quello specchio, riflesso a balzo delle loro sofferenze ,negazione ferma, per loro, dello sfogo caldo e naturale del pianto .
E riconosceranno così, quanto è duro il dolore quando taglia addosso e come loro stessi ,a volte,

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opprimono--------------- improvvisamente e vigliaccamente-------------------------------------gli Altri.
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Ricorderanno così di essere già -fuori tempo-, fuori armonia in questo mondo nuovo che va nascendo a balzi, ed, in silenzio, capiranno alla fine ,nel dolore loro, che dovranno far presto per entrare,per trovare ancora un posticino libero nel nuovo.

Ed a chi ride della Violenza, ----------che fa stringere disperate ad un essere le mani nella sabbia nel tentativo inutile di liberarsi dalla sopraffazione che lo offende crudamente in corpo e spirito, donerò grandi lampadine elettriche, capaci di illuminare giorni e notti,per far loro leggere fantasie ,misteri e luci, per capire meglio, per non fare più male al mondo,-----------rischiarandoli con la cultura, con immagini parlanti ,pieni d´amore.

E riscopriranno il significato dei sorrisi donati al vento e..... nel caso, anche questi, non volessero capire,proprio per essere buona, e lasciare un angolino di porta sempre socchiuso,regalerei l´abisso più profondo, per far loro bere tanta ma tanta acqua salata, da ridiventare ,loro malgrado , nuovi perché puliti dentro dalla sofferenza , lavata dentro e fuori dalla forza stessa della Natura, unica alla fine ,capace di trasformare,potente turbine indomabile,---------------------------------il Male in Bene.

Girerò poi, sola nel vento con le braccia aperte al cielo, per ricordarmi sempre che nel silenzio d´ogni giorno viviamo in molti,uguali per le Diversità tante che ci sentiamo dentro,perle semplici,eccezionali a volte,ma sempre da riempire d´impegno e d´amore immenso contro ogni mediocrità e vuoto.

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Potenza di Luce contro Potere oscuro di un Vuoto che incombe ed oscura spesso i giorni.
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Voglio pagine belle da vedere, voglio emozioni per capire,per sentire, a volte anche per affondare, ma solo con il fine ultimo di rinascere, per ricordare dopo, ----------------per non ripetere gli errori.
Rivestirò i ricordi di poesia,amore e sentimenti veri per riaprire al giorno sempre pulito il cuore.

Voglio ricamminare, silenziosa, i passi stessi della Storia,per esprimere con consapevolezza le idee più grandi, le emozioni che da sempre, tessono i fatti ,le descrizioni , gli spaccati della vita d´ogni giorno appena nato o che nascerà nuovo, sempre pieno di Speranza e di Futuro--------all´alba-------dono sempre caro, per un uomo che non si arrenderà mai,------------- al male ed alle sconfitte amare.

Geometrie diverse incroceranno per le strade traiettorie nuove ,capaci di denudare,di svergognare le forze oscure di chi vuol comandare solo per gli interessi propri, gruppetti ciechi ,muti e sordi che oggi ci affliggono tanto, risposte mancate, le loro, a direttive chiare di religioni e di ideali sani --------valori validi per ---------------------------------------------------------------------- ogni terra del Pianeta.

Ogni giorno è giovane e si alza con inquietudini sempre nuove da governare ,importante allora, sarà,------------- il sapere aprire o chiudere le finestre---------------------------, valutando il Tempo.
Aperte al sole, chiuse alle tempeste oscure----------------------------------------- quando offendono.
Aperte a chi, bagnato fuori, erra in cerca di un rifugio, perché il freddo opprime e caro diventa allora un focolare, simbolo di casa, che di sera si riapre ,felice di accogliere pensieri vari ed opinioni a scambio, a scontro generazionale, a volte, crescita da un lato ,riflessione ampia dall´altro,------------------------e tutti attorno insieme ad un piatto caldo di semplice minestra.

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Un cucchiaio ed una tazza , i simboli per vivere.
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E sempre, nei giorni che si apriranno, attorno ad un tavolo, gireranno per trovare soluzioni,le incertezze del decidere, i dubbi, le tentazioni facili,le riflessioni,le certezze, i pugni duri e fermi quando necessari, attorno ad un Valore sempre------------- per rivestire ancora e meglio il mondo..

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E su tutto ,ed in Tutti, quel riflettere silenzioso sulle scene del Divenire, dell´Essere e dell´Esserci.
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E camminerà il Tempo ,e come sempre, per riflettere io, mi riposerò tra i piccoli,per imparare da loro.
Tra i più piccini inventerò, guidata dallo stupore delle loro fantasie ingenue,tante fiabe nuove, copertine calde per ogni piccolo che la sera sentirà ancora freddo e, palpito d´amore ,le mie dita, si uniranno alle loro, in un cerchio magico, unico, fatto di colori, cucito insieme, da punti speciali che, solo la delicatezza del cuore saprà dare.
Cerchio che si allargherà improvviso per contenere -----puntino-----ogni uomo della Terra , ----Tutti abbracciati insieme---------------------------- invito a viverCi una Vita al suono di una musica chiamata

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Universalmente "----------------------------Umanità Sempre------------------------------------------------ "
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Ascoltando silenziosa un vivere
Lo vedevi come nascosto da un velo ..come se la penombra lo vivesse senza vera coscienza di anima.
A volte ti chiedevi se quanto fosse successo, nell´ultimo anno, dove i contenuti di conversazioni telefoniche,erano entrati, improvvisamente, a far parte dei tuoi giorni,ti chiedevi ,ripeto, se fossero frutto della tua fantasia oppure, se un reale buio avvolgesse la vita, a questo punto , tragica ,ormai ,di un essere umano a te,da sempre,sconosciuto.
E ti sovrasta ,ora a distanza ,nell´ animo, una strana sensazione ,come qualcosa di cui quella persona si vergognasse, come ad esempio, una promiscuità ,costretta, di vita che veniva celata , quasi con vergogna, perché,sotto sotto, non aveva il coraggio di raccontarsi,travestendosi invece di responsabilità ossessive,stancanti.
Ed il racconto vero, avrebbe anche potuto trattare di qualcosa che dolorosamente toccava la stessa salute mentale di un essere umano, che,forse, a periodi si perdeva nel vuoto.
E probabilmente, lo stesso vivere ,per periodi che seguivano i miglioramenti ,erano vissuti sotto sorveglianza altrui , e da qui ,gli improvvisi ,..."scusami ,ti devo lasciare".... che come tu mi racconti adesso, arrivavano nel mezzo di una conversazione che si troncava immediatamente.
E spesso mi dici ,di aver vissuto la sensazione di bugie che vestivano le parole ,ma non sapendo le reazioni,prudente sempre, ti trattenevi con l´obiettivo di infondere fiducia.
E l´uomo già nervoso,come mi riferisci ancora , se ti allargavi a fare una domanda,che ti ripeteva.... "E´ arrivato un cliente, devo scappare.." o altro di simile.
E di lui ti scompariva ogni traccia ;né cellulari,né telefoni,né mail,né pagine di vita concreta esistevano più .
Nessuna spiegazione .
Dopo venti ,trenta giorni ,una mail o un sms per dire di fatti sempre strani ,sempre gravi che avevano impedito di chiamare.

E diventava tormento anche una amicizia.
Riservatezza tua che non chiedeva nulla di tante sfumature che suonavano stonate,quando sempre in momenti fuggenti ,ti squillava il cellulare e ti sentivi parlare dalla sua voce, poche volte con allegria ,quasi sempre con il rammarico di un lavoro che lo stancava molto ,di un continuo suo viaggiare ,tra città che lo vedevano al volante dall´alba fino a notte tarda.
E ti parlavi di convegni ,di lavori da controllare ,ma solo a mezze parole ,mai nessun dettaglio.
E sempre sfuggente, se una tua domanda cercava di aprire un varco in questo immensa grata di ferro che lo circondava a cerchio,e se con il tempo poi arrivava una tua maggiore insistenza ,subito,con un improvviso..." lavoro,o... arrivo in un luogo..o gente che gli si avvicinava per discutere,..."chiudeva allarmato il cellulare e sempre con quel triste e vago.."non so quando potrò richiamare"..
Un modo molto strano di vivere un´amicizia.
Come chi fugge sempre ,come chi è controllato sempre ,e solo per attimi riesce a respirare ed a fare un gesto che desidera liberamente fare.
Come un forzato ,come uno che può sbagliare sempre e che per non sbagliare si nega a tutto anche a se stesso.
Ed a discolpa, nei rari momenti in cui qualche spiraglio di luce riusciva a passare quel suo continuo ripetere...sentivi che ripeteva quasi più a se stesso che a te che lo ascoltavi...".lo so di fare male a chi mi sta vicino ,ma io sono fatto così ,io mi chiudo dentro ,divento apatico ed è da solo che devo uscire da questi momenti."
Ma tu ti andavi rendendo conto che quelli non erano più momenti ,ma terribilmente, quasi normalità.

Amava scrivere mi affermi ,hai letto i suoi romanzi,che con orgoglio ti ha inviato tramite internet, pagine , rilevi,immensamente tristi ,delineati nei minimi particolari i personaggi ma profondamente tristi e sempre nei panni di esseri che non vivono mai la loro vita interiore,se non come dentro ad un carcere, senza una realtà che, almeno in parte, li gratifichi.Inseguiti dal buio sempre
Sempre.
Due mondi in contrapposizione dove a cedere è sempre l´esteriore e sempre con la morte del protagonista uomo che, chiude liberatoria una sofferenza intera chiamata vita.
E passano i mesi ,ed all´incirca,per una massimo di due volte in alcuni mesi ,questa sua voce che riappariva ,quasi che tu fossi un po´ come un suo sogno segreto da celare a tutti,ma anche qualcosa a cui non attaccarsi tanto per non dover soffrire.
I sentimenti erano un mondo chiuso in casseforti gettate in fondo al mare ,perse le chiavi antiche,nello stesso immenso mare.
E tu che non sapevi più cosa fare ,come aiutarlo veramente, con quei suoi irruenti ,nervosi attimi in cui si dichiarava essere che stava correndo il rischio di perdere una identità. Ed allora scrivevi ...un modo per realizzare qualcosa per lui che sapeva dove leggerti ,ma tu stessa non sapevi cosa effettivamente quella mente umana stesse vivendo,se verità,ossessioni, dolori o anche semplicemente bugie, ti aggiungo io ,ora, nel grande ed infinito teatro della vita.
Avevi pure pensato dentro che potesse aver scambiato la tua amicizia per amore ,ma non era neanche amore non capito quel suo comportamento ,quell´arrivare sempre all´improvviso ,quel fuggire in un solo istante... , era come se venisse per un attimo ,nel parlarti ,investito dall´ improvviso desiderio di diventare reale ,di scappare dal mondo delle ombre dove quotidianamente viveva trascinandosi nei giorni ,e tu giustamente non avevi più idee chiare su cosa e come aiutarlo,perché sconosciuto totalmente ti era questo suo reale.
Cosa strana l´Essere.
Dal riunire di tante piccolissime percezioni ,mi dici adesso che senti come la sensazione , dopo la sua ultima scomparsa , dopo mail ,una più dolorosa dell´altra , che si sia , per adesso, perso di nuovo nelle tenebre di una cupa depressione ,nel migliore dei casi..
Ti scriveva di cercare pace,di non sapere neppure lui stesso chi fosse più, di sentire come andare a pezzi la sua stessa identità, che lo portava a sfuggire tutto e tutti chiuso in un se stesso, incarcerato dentro una apatia profonda.
Ormai, ti dici triste perchè di questo amico tuo, tu, non sai più nulla .
E´ già passato più un mese dall´ultimo grido amaro che lo viveva....
Se lo viveva veramente....,ti aggiungo io ,più saggia e grande di te...
Perché a volte viene il dubbio di entrare ,nella vita ,per attimi, di essere parte di un romanzo che qualcuno, da noi lontano, scrive in uno stato forse di lucida follia, un romanzo dove la vita è solo piena di misteriosi personaggi che non sanno proprio vivere di luce, vestiti come sono sempre e solo ,ormai, di solitudine e malinconia.
E´ una malattia anche questa,non è più vita normale...
Hai provato,mi aggiungi, tu, adesso, a richiamare al cellulare ,ma ti risponde solitario e triste solo uno squillo vuoto. Nessuno dall´altro lato.
Ed allora ,mi hai chiesto aiuto per capire tu, scrivendomi questa lettera.
Devo confessarti ,anche per altri piccoli passaggi dei tuoi scritti trascorsi ,che non è facile darti una risposta.
Di certo ,ti dico,a questo punto,stai con i piedi ben piantati per terra ,e vivi serenamente la tua vita di tutti i giorni.
Non si può fare l´impossibile per aiutare gli altri; il possibile si, e credo che tu,questo, lo abbia fatto ampiamente con il tuo ascolto empatico.
Potrò sembrarti crudele, cattiva forse, ma dalla mia età ho appreso che la follia umana non ha limiti ,e quindi tragicamente e tristemente aggiungo, che non escludo che stia scrivendo un romanzo nuovo e che gli sia venuto, barbaramente in mente, di trasformare in ispirazione quello che qualcuno può provare sentendosi quasi in colpa per non sapere come aiutare un altro.
Per questo motivo, io sento di dirti ,di non telefonare più.
Potrà sempre riparlarti ,come ha altre volte fatto, e cercherai questa volta ,visto il malessere che ti causa ,di semplicemente dirgli di sapersi raccontare ,perché non si può passare la vita a sfuggire a se stessi, a meno che, non ci sia una malattia,ma questo sarebbe altro, e con un discorso, che, né tu , né io ,potremmo mai approfondire.
La tua mano amica sarà sempre pronta a consolare.
Dare un sorriso ,ascoltare gli altri ,è un grande dono nella vita ,dono da sapere porgere sempre con semplicità e chiarezza , perché se gioca la depressione,bisogna ricordare sempre che è un male oscuro ed amicizia ,allora,vorrà dire , riuscire a portarlo a convivere, aiutato da chi di competenza, con questo male, che ormai lo assilla ,oscuro.
E´ vivere anche questo.
La depressione è un male oscuro,spesso sottovalutato ,ma si può curare e soprattutto bisogna non vergognarsene mai , perché già la sofferenza di viverla è un prezzo molto alto e perché mai di un male che assale nella vita ci se ne dovrebbe vergognare? .
Ecco ,ti dico ,lascia che sia il Tempo saggio a trovare la risposta giusta alle tue domande.
Nel frattempo,per cortesia... Tu Vivi!    

Ed improvviso il gusto di immergermi nel mondo
E senti improvviso il gusto di immergerti nel mondo.
E ti infili una giacca di lana e scendi le scale e già il portone è alle tue spalle.
Ti guardi intorno e le mille cose di sempre le vedi diverse-
Donne già con i sacchi della spesa vanno ...una frettolosa , una stanca per il peso ,una annoiata ,una che parla da sola,persa nei suoi problemi.
Pensieri tristi ,sereni ,perplessi, nervosi ,vuoti ; li vedi disegnati sui visi e ci cammini in mezzo.
Il sole , a fasce di luce , gioca con i prospetti dei palazzi e luci ed ombre si vivono senza fratture.Nella villetta ,due spazzini ,segnalati in arancione ,fermi , discutono concitati .Sorridi,forse si contendono i pezzi di appartenenza dei marciapiedi da ripulire.
E file di macchine ordinate aspettano i loro padroni.Storie diverse le loro.Ricche e superbe alcune, dimesse e sporche altre, ma tutte silenziose e pronte ad aspettare il loro riavvio.
E sbirci in piazza nella farmacia ,sempre piena ,sempre gente che soffre.
Hanno messo finalmente una panchina con tettoia alla fermata dell´autobus , dinanzi alla villetta ..
Sorridi ancora ,pensando alle mille telefonate e segnalazioni che hai fatto per raggiungere l´obiettivo.
La tenacia e la gentilezza alla fine ---hanno disarmato ...l´indifferenza.
Quatto vecchietti con i sacchi della spesa vicino ai piedi , ci si riposano.
C´e´ il mercato a due passi da "questo salotto... bene ..." di città , e tanta gente viene da lontano per risparmiare.
Sembrano pochi euro al giorno , sono tanti di risparmio a fine mese ,non è più facile far quadrare i conti con un solo stipendio in casa o pensione che spesso offende il duro lavoro di anni.
E macchine vanno veloci e cerco di immaginare in un gioco fantastico le loro mete ,dalle espressioni dei conducenti.
Arriva l´autobus è già pieno, salgono gli anziani ...dovranno restare in piedi ,rifletto.
E´ tanto l´umano che gira ed io sassolino ,in mezzo a questo grande cerchio dai confini non visibili,
ho imparato che anche il sorriso di uno sconosciuto ,a volte ,può aiutare ,anche per un solo attimo ,per la meraviglia che quasi sempre suscita in chi lo riceve....è un estraneo che sorride ...e per un attimo , devii da pensieri piu´ gravi..e chissà , che dopo non ci ritorni sopra , più fiducioso , smussandone un po´ gli angoli.
Ed ora mi immergo io ,in questo sole di settembre , ed ho una gran voglia di fermarmi ,di allargare le braccia al cielo , di guardare le nuvole sollevando il viso...e stamattina mi direi proprio..."e non ti lamentare ,sei fortunata , sei sana ,con acciacchi ,magari ipertensione ,ma sana,qui non esplodono bombe, sorridi e se puoi ,porgi una mano a chi è solo ,li vedi sempre per strada ...sono persi ,spesso fermi ad un angolo ,e guardano ...sguardo nel vuoto ,oppure viso chiuso ,seduti nella villetta a rimuginare, neri.
Non ti chiedere chi siano ,non fare commenti sui loro vestiti, sieditici accanto e così ,come per caso inizia a parlarci , anche se non ti risponderanno ,ascolteranno.
Così .. due parole ,diventano ,se saprai farlo ,un caffè e poi, forse, un sorriso ricambiato ,un credere che improvviso si risveglia.
Anche questo è un contributo alla guerra solitaria che ci affligge nell´anonimato delle città.
Un sorriso contro il disinteresse ,un sorriso contro l´odierno , terribile,----- terrorismo ..."casalingo".   

Esperienze in web
Ed una mattina decidi di girare un po´ tra i siti. Poi ti fermi e chiedi un´iscrizione .Hai appena scritto un pezzo sul momento del rapimento delle due Simone .Lo posti serena .Nel pezzo prima del racconto in prosa ,ci sono dei versi ..iniziano con un appello ---" Fuori dalla guerra"-----è soltanto dettato dal profondo sgomento che assale l´animo di fronte allo scempio di umani che sta avvenendo in tante parti del mondo.E´ generico ed a seguire ha le sensazioni che probabilmente avverte qualunque persona venga imprigionata ingiustamente.
Hai l´abitudine di scrivere i titoli in grassetto ed anche il motto che è un po´ quello in cui tu credi..." OGNUNO E´ L´ ALTRO ,CHE GIOCO LA VITA ,E´ IL TEMPO IL GIOCATORE "...
Poco dopo , non vedi più ,né scritto ,né motto.
Vai in posta e ti ritrovi un bel papello che ti accusa di fare politica nel sito. A primo acchitto non comprendi ,poi rifletti sul fatto degli schieramenti pro e contro il ritiro truppe. Spieghi che se lo hanno ritenuto tale , accetti l´azione per spirito democratico e per rispetto della decisione altrui.. Dopo poco ti arriva altra missiva .Abbiamo tagliato il grassetto .Qui nessuno urla .E con santa pazienza accetti il taglio del tuo motto ,dicendo che tutto quello che è in grassetto possono cambiarlo in corsivo ,visto che l´utente non è abilitato a farlo.

Alla fine vieni molto elegantemente invitata a non scrivere in quel sito perché hai scritto,con molta sincerità, in una specie di curricolo richiesto,anche , che hai fatto in un sito" altro", serio, un esperimento di scrittura di circa 20 poesie ...diciamo erotiche ,ma in realtà di esplorazione del Pianeta donna anche sotto il profilo di questo genere di emozione umana ,senza mai scadere nel volgare.. ed in quel sito tutti ,sorridendo , ci eravamo cimentati in una prova di questa scrittura. Per correttezza , allora , invio alcuni di questib 20 testi, solo per fare comprendere appieno e con la specifica che ovviamente lì non li avrei mai postati.
Già vivevo in uno stato d´ansia e mi dicevo ..perché tanto travisamento...

La risposta , a quel mio invio , arrivò tassativa "..i suoi vissuti sono intensi ,ma non adatti a questo sito ,lei merita di essere letta altrove.......".

E prenditi questa.
E sono andata ovviamente via.
Non capirò mai questo uccidere ,mortificare dentro l´animo umano ,qui , per giunta ,ben coperti dall´ anonimato. Poi , in questo sito ne ho postata una , delle famose 20 ,per vedere se provocava tanto disturbo.
Ma nessuno si è sentito offeso ,dal mio modo si scrivere , nessuno mi ha richiamato e spero però che non lo facciano adesso. In ogni caso la cancellerei subito.
Non si finisce mai di fare esperienze .

Dopo il primo momento di mortificazione umana , raccatti i puzzle di te stessa che sono caduti in quell´incidente di percorso ,li rincolli molto pazientemente ........e prosegui.
L´Umano deve vincere sempre , e sempre capire e giustificare.
Ed io ho cercato di farlo ,mettendo tutto nel dimenticatoio ed esorcizzandolo con queste righe.   

E l´azzurro la bagna
Tosca si sveglia all'alba al mare, in quella grande palazzina a tre piani,tutti dormono ,ma lei apre la persiana rossa del soggiorno a piano terra ,dal lato della cucina sulla prima strada, e guarda....la grande croce di ferro si erge silenziosa e sonnolenta per i pescatori, fuori il silenzio è totale, il paese è avvolto nel sonno.
Guarda il suo mare da giù ,vuole sentire il sapore dell'aria, delle nuvole gonfie di meraviglia..sorride ,le saluta e poi corre per il piano terra ,verso il salotto ,dall'altra strada, su cui dà la palazzina...un cancello fa vedere il mare un pò ingabbiato, ma sempre bello,..e lontano sullo sfondo la pista dell'aereoporto,e quasi sul mare la torretta antica...
Sale di corsa su ,su, fino alla scale a chiocciola, rosse, di una delle due terrazze del salone a secondo piano... ed arriva nel suo paese delle nuvole....un'immensa terrazza aperta al cielo,con la musica del mare e... guarda dall'alto ora...i suoiamati tre scogli soli...dove passa ore ed ore sfiorata a pelo dall'acqua azzurra.....
Vede a sinistra la vecchia tonnara, al centro l'immensità del cielo e del mare incorniciate a terra ,da tre timidi alberi ,a destra ,poi....il suo mondo preferito...la torretta misteriosa dinanzi alle piste per volare...Tocca ,nella terrazza, l'antico lungo comignolo che dalla cucina di piano terra sale fin lassù e sorride...
Si immerge sempre nel cielo Tosca,gioca con le nuvole e leggera, si fa trasportare nella sua torretta inespugnabile ...,e lì ,è tutto un altro mondo...è magia, è amore,è tenerezza, è sorrisi,è sguardi senza parole ,e mani che strofinano il cuore....
Poi scappa,si tuffa ardita con pinne ed occhiali dalla scogliera, e torna a riva ...e si riposa a sinistra sui tre scogli della Praiola ,.....e saluta a destra ...i due scogli.... solitari amanti di un mondo dimentico che non sa più riconoscerli.....E' il suo momento magico..è l'alba.....

La felicità ha un suo colore
è il verde del quadrifoglio
è sogno
è emozione
è sensi
è desiderio che ti arriva
e che ti brucia dentro..

Ti porta via
lontano da questa terra
all'improvviso....
per magia
e tu finalmente libera
impari a volare
a sognare
a sperare
lontano .... lontano
tra bianche nuvole e stelle argentate
lassù... oltre l'azzurro dei cieli tutti.


Ha gli occhi verdi
di una donna
chiusa in un castello magico
...si chiama Tosca
   

Dialogo a due, un po´ da folli
E va bene, ora mi senti!
Io sono stufa di lavare i piatti,riordinare letti,fare la spesa, cucinare, andare alla posta , non sono compiti miei questi..
Io rivoglio la mia libertà , capisci?
E poi scusa, ma chi ti è morto?
Non mi pare sia morto nessuno qui, AH!...

Sua Eccellenza, ha sbagliato!..
Non si è accorta di avere dato di testa!..
Mai successo prima!
Mettiamoci a lutto?

Che dici è il caso?
Ti soddisferebbe? Cambierebbe qualcosa?Cancelleresti forse l'errore?,NO!

E allora per cortesia ritorna serena, tranquilla che sei stata capita nel silenzio.

Bè, capita a tutti ,ma certo tu non puoi sbagliare tu sei perfetta ,mi rimproveri dalla mattina alla sera
io,Tosca, quella che dà sempre di testa...
Impara da me per una volta...

Per cortesia finiscila e non sciupare tutti i momenti belli che hai vissuto e che puoi ancora vivere...
Io li vivrò libera e felice nell'aria, senza questo tuo snervante quotidiano che leva luminosità ai sentimenti ,alla gioia ,alla felicità, ti avviso prima ...
io li vivrò...

Perchè per me sono vita,gioia,sentimento libero come l'aria , sorrisi, musica,armonia ,desiderio, affetti , e poi ricordi,per quando capiterà che Lui non ci sarà nel nostro castello magico.

Chiaro?...
Ricordatelo...patti avanti amicizia lunga...
Questa volta decido io.

Non guardarmi così come se dicessi cose difficili da capire,lo sai quanto ti voglio bene nella mia follia,ma tu devi imparare che esiste la fantasia,il mio regno,e che lì...tu,quando ci entri, sei libera, fuori dal mondo di tutti i giorni e puoi anche sognare,e farai prendere leggere forme di realtà a desideri del tuo cuore,profondi,dolci,che devono esistere anche per te...

Non ti basta quanto hai sofferto con questo tuo attaccamento feroce al lavoro,ai doveri dentro e fuori...,ma tu per te ci hai mai pensato?
Te la sei fatta mai questa domanda?...
Ci voleva proprio una certa piazza, la magia di un luogo unico,per svegliarti ,per capire finalmente...
Dai sorridimi lo so..
mi dici con gli occhi ...
e se sbaglio di nuovo ?
meglio chiudermi? ....
No! Mai!..

Tu hai sempre lottato per le cose forti, adesso lotterai per te,per iniziare a vivere in alcuni momenti della tua vita i sogni,sapendo ormai bene che sono sogni,ma che vale la pena di viverli perchè delicatezza è qualcosa di profondamente caro,che forse è amore,o forse no... ,lì nasce e la tua anima grida libera,guarda e sente con altri occhi..

Impara da me una volta tanto..

Ti voglio tanto bene ,coraggio è passata ormai!
Comincia a volare verso il mio castello,ma
ricorda ...puoi fare e dire tutto,ma solo Lì...

Fuori il mondo è un altra cosa..è di altri visi, di altre strade...
ma tu vivrai nel fondo di un cuore ...in silenzio...senza disturbare mai il quotidiano.
Fuori dal castello le voci sono diverse,ma sarai felice su quelle nuvole...

Non lo dimenticare più...

Oh ..... finalmente sorridi!
ti abbraccio e ti voglio tanto bene..
stasera parlagli di tutto e vedrai come sarà bello...
Dai è passata ,basta stare attenti e non confondere mai sogno e realtà ...
Vedrai sarà bellissimo...!
Tosca      

Immergersi nel blu fa bene
La brezza di mare mi sbatte sul viso,sviola a destra l´orlo del vestito turbato dal leggero vento improvviso.
Guardo il porto.
Vecchi pescherecci stanchi si preparano per la prossima notte.
Uomini segnati dalle intemperie e dalla vita i pescatori,viso abbronzato anche nel profondo inverno,gesti che si ripetono sempre uguali,come il succedersi delle stagioni ,e le reti che a poco a poco, raccolte dai piazzali,imbevute di sole, si raccolgono ,si girano, si accatastano lente nei barconi;ogni movimento un pensiero di vita silente, corridoio di umano che lento va.
E c´è Giuseppe,il più anziano,conosce tutti in paese ; i suoi occhi sono ormai una strettoia celeste ,ma sprizzano una luce particolare. Parla pochissimo a voce ,i suoi gesti sono invece un labirinto d´emozioni d´anima e per ognuno che incontra un sorriso leggero Le spalle ricurve riflettono il segno di una vita ormai trascorsa nel suo andare più lungo.
Incantano le sue mani,rugose come mai viste altre,ma piene di una forza vitale rara.
Le reti afferrate da Giuseppe scivolano come semplice seta,e quando le lancia nella pesca fatta a riva, sono grandi paracaduti che veloci si allargano a dischi perfetti immergendosi subito a pelo d´acqua prima di scivolare giù lentamente.
Ed i bambini corrono a frotte da Giuseppe e quelle grandi mani diventano improvvisamente tenere,e dalle tasche dei vecchi pantaloni lisi ma sempre puliti, improvvisamente escono caramelle al latte ...solo al latte.
Giuseppe spiega che contengono vitamine..."ci fannu beni e picciriddi".
Giro lo sguardo ,osservo il mare,incanto blu pennellato di bianco.
Serene nel sole piccole barche vanno,due vele si librano veloci sull´acqua, corre saltellando a pelo, un motoscafo.Mi girano sulla testa i rondoni.
Senza accorgermene scivolo un po´ anch´io nell´azzurro mare.
Ondeggio lenta e le ore degli ultimi due giorni,particolarmente piene di dubbiosi pensieri mi ripassano accanto ed ora le rivedo, le leggo diverse,persa lucida nell´acqua che vicino alla riva mostra un colore verde acquamarina che commuove l´anima.
E mentre gli occhi seguono la lunga scia di spuma del motoscafo,ripenso,correggo, mi dico...se,... aggiungo ...forse,sposto un po´ più lontano i categorici no che difesa mia,a volte possono anche offendere lui, riduco i semplici si, li rinforzo con dei probabili dubbi...
Impercettibili onde vanno col vento.
Bagliori di luce al tramonto riflettono arancio sugli scogli, il cielo inizia a tingersi in basso di un leggerissimo colore rosato.
Un tocco di campane risuona nell´aria pulita.
Ragazzi poggiati sulla ringhiera del lungomare si dicono gli ultimi pettegolezzi di un paese che, lentamente, inizia a sonnecchiare.
Occhi fissi nel blu,i miei pensieri vanno liberi ed onda leggera di mare, la mia anima vola;si fermano i miei passi,rallentano i pesi e persa nel blu,sottovoce,mi rivedo serena i vissuti.
E vivo diversa.
Gabbiani liberi nel cielo mi fanno compagnia.   

Affacciata alla finestra, ti scrivo
Sto rileggendo alcune delle frasi che mi hai inviato...
...........................
"In questi giorni mi sono totalmente chiuso in me stesso e purtroppo sono venuti meno alcuni stimoli positivi che avvertivo in precedenza e senza dei quali mi rendo quasi conto di una nullità personale che mi angoscia sempre di più. Nulla mi interessa e anche gli affetti sono come soffocati da questa cappa incombente. Tu non sai quanta fatica faccio a scrivere queste
parole. Mi dispiace per tutti coloro che in questo momento stanno soffrendo per causa mia ma non posso farci nulla. Ora proverò in questi giorni a tentare di rivedere la luce. Spero di trovare la forza di scriverti ancora domani.
Non hai idea di quanto sono diverso dall'uomo anche giocoso che un giorno scherzava con te".
.........

Amico mio
E´ un uomo vero quello che mi sta scrivendo, un uomo che soffre e che finalmente, lo dice semplicemente, per come sta succedendo a se stesso, e per come nella vita, succede anche agli altri.
Un uomo che si sta apertamente riconoscendo fragile,uguale agli altri con il peso del dolore, dello sconforto, della solitudine dei bisogni, dei desideri che ancora non hanno voce chiara e distinta dentro questo suo stato di emozione che lo confonde, che gli blocca quasi lo stesso vivere, per quel non esserselo mai voluto dire seriamente, sempre ironico, sarcastico ,con battute sul vivere, a volte, anche un po' crudeli, quasi che gli altri non esistessero ,già complicato abbastanza il mondo, con i soli problemi propri.

Ma, era solo fuga,e ridevi quando,ridendo te lo dicevo, ma da troppo tempo, una armatura di ironica dura crudeltà a volte ti fingeva da riparo, ti rivestiva per tua scelta ,per farti vedere diverso ,convinto così di mostrarsi forte..
ma a chi ti stava accanto amandoti, non poteva sfuggire un disordine interiore intrappolato nella rete del sarcasmo, come un falso molto simile in esteriore ,ma privo della vera forte luce che profonda sale solo dall´originale.
Ma c´era forte il non volere sentire certe parole ,il non volere toccare il campo delle emozioni reali per non farsi altro male,isolandosi in una specie di malinconia sognante perchè l'uomo ha necessità di sognare.
Ma quello era un sogno di morte perchè dominato ,convinzione di potere così tenere in pugno le variabili e controllare tutto.
Riconoscere le proprie fragilità è segno di maturità ,dolorosa ,ma umile nel capire che siamo esseri leggeri, non pietre miliari.L'unica forza stranamente è propria questa debolezza ,questo riconoscere l'effimero di ogni cosa ,ed allora...
che senso la vita?
Il tempo è un lungo filo ed il nostro dolore vissuto sulle carni e sull'anima può diventare il vero balsamo per andare... e nell´andare nostro , quel saperci dare agli altri,con semplicità, con umiltà ,per quello che siamo ,senza vestiti d´oro addosso.
Non servono.
Non servono nella commedia di solitudini di questa vita, per ritrovare l'amore, per vivere anche noi,dando il nostro a piene mani, senza tanti perché.
E le rughe sul viso diventeranno così regali ,espressioni di un percorso in parte fatto, in parte da rinnovare ancora e non occorreranno lifting, che non risolveranno mai le cicatrici d´anima che, presenti sempre ci parleranno a specchio,sapendole ascoltare.
La vita di ogni giorno non è fatta di grandi voli, di grandi progetti ;quelli sono attimi, quando succedono,ma dopo, ritorna e deve ritornare per esserci equilibrio, il normale, il quotidiano delle piccole cose, costanti ,sicure ,inutili a prima vista, in un mondo tanto effimero. La vita reale è fatta di tante stelle che a volte non si accenderanno mai e di stelle inaspettate che a volte improvvisamente arrivano.
Che senso dare?
Perdersi?
Cosa ne guadagneresti ?.....Solo disperazione!.

Ed allora cominci a riflettere che dentro senti sempre, anche se vuoi nasconderla sotto materassi alti, un afflato che silenzioso ti ha sempre parlato e quasi con un piccolo spiraglio di porta socchiusa, cominci piano piano a osservarla questa esile voce ,dapprima nervoso quasi perchè ti sembrerà che dica solo cose ovvie ,risapute,ma poi ti accorgerai che quelle cose che teoricamente anche tu hai detto nei tuoi anni 1000 volte e con 1000 toni ,lei te le dice piano, con umiltà, dicendoti di guardarti dentro senza bendarti gli occhi ,di darti una mano, ma vestita non d'egoismo, ma d'amore verso te e verso gli altri.
E piano piano non ti adiri più per i tuoi errori... quando vai a combattere, non lotti sordamente con un tuo io alter che ti dice di dovere essere diverso,perché solo così dai una immagine di sicurezza.
A poco a poco, ti vedi come sei ,fragile ma immensamente uomo ,e il tuo stato lo inizi a vedere a specchio negli altri ,in alcuni con i tuoi precedenti rivestimenti o maschere ,in altri con i passi incerti che tu stesso stai iniziando a camminare ,in altri ancora, con un mutismo troppo pieno di sofferenza per potere sentire ancora ,appieno, voci interiori chiare ,in altri ancora con un sorriso ,il sorriso di chi queste scale le sale, ormai cosciente ,ma mai sicuro completamente, anche tante volte al giorno e mentre le sale e soffre ,riesce ormai a sorridere, a prendersi anche in giro, dicendosi che il mondo è così che gira, e ridendo lo sfida con l´amicizia, con il lavoro ,con il riposo,con il dolore ,con i sogni ,ma sempre con un pizzico di reale dentro...rendendosi conto che questo è il respiro del giorno che veramente ama...riamato.
E nel frattempo si comincia ad imparare a fare i veri distinguo che contano nella vita che, sono ben lontani da quelli di un consumismo sfrenato che vuole coprire vuoti nell'affannosa convinzione falsa che così facendo, dentro, i vuoti ci si placheranno.
No ,non si placano ,si ci mette sopra ,solo, un leggero strato di pece che nasconde ,mentre sotto la voragine si allarga sempre più.
E si scopre che quelle cose che ci avevano fatto impazzire per raggiungerle, una volta raggiunte, passato il momento di esaltazione, ti lasciano con lo stesso vuoto di sempre che ti serpeggia latente e vivo.
Ed arriva il momento che questo mordersi la coda non riesce più a tenerti la benda sugli occhi, ed allora ... la crisi, quel sentirsi totalmente inutili,senza la consapevolezza più di una strada certa da imboccare, e scoppiano gli specchi coperti finora... e ci vede nudi, poveri e ti dici perso...
...Ed ora che faccio?

E ti allontani da tutti ,tutti sono un peso ,gli sbagli della società, del tuo stesso vivere, affiorano tutti insieme ,ti senti quasi affogare ,incapace di agire ,ti vedi come travolto da un tutto che cambia sempre,ti vedi senza più allegria,il mondo diventa solo un grande muro in bianco e nero e ti ritrovi solo e sperduto con te stesso; vuoi camminare ma non sai più dove sei, nè dove andare.
Ti manca un senso e tremi dentro e cominci a cercare ,a fermarti a pensare diverso a riflettere guardandolo attorno il mondo; ma quello reale stavolta ,perché ti è caduta la benda....e lo vedi reale questo mondo... fatto di semplici ed umili fatiche giornaliere ,con piccole vittorie e spesso, forti delusioni ,ma ora sai che su questo treno siamo passeggeri tutti uguali, con tempi diversi, nella distribuzione e nel vivere dolori , gioie e malattie, fino alla temporanea fermata finale.
Nessuno da invidiare, nessuno da escludere.
E ti fermi e cominci a raccogliere i pezzi di un puzzle tuo, ingiallito dal tempo, perchè non più giocato ,abbandonato molti anni fà per lo sfolgorio di falsi puzzle facili o molto attraenti da ricomporre.
Lo prendi in mano, è vecchio ma resistente; è umile di aspetto ,ma di legno ruvido e resistente, e ti dici che questo puzzle ritrovato ha in fondo pochi elementi ma tutti fondamentali ,come i colori base della stessa vita.
E ti siedi sopra una pietra e cominci ,pezzo a pezzo a cercare di ricordare cosa significasse nel puzzle della tua vita, all´inizio, ognuno di quei colori primari.
E,stranamente ,ora , vedi altri che come te, fanno la stessa operazione,anche loro come te ...compagni in un viaggio--------- sul "Perché".

E ci studi sopra.
Sei tu che dovrai scrivere cosa dire ad ogni colore.
Ma adesso vedi le fondamenta ,lineari ,semplici , privi di fasti ,essenziali di affetti ,di piccole cose da vivere come veri gioielli del giorno ,granelli di sabbia, che, prima, ironia, ti davano fastidio ,che non volevi vedere ,trincerato in un quadrato di false sicurezze, capaci solo alla lunga, di creare per te e per gli altri solo abbandono ,vuoto ed apatia.
Ecco, io ti sto dicendo semplicemente ,che in realtà ,hai iniziato il tuo lavoro più importante, il tuo lavoro più paziente nel saper cercare quei ciottoli che messi uno accanto all'altro, a poco a poco, ti faranno raccattare il mondo, con le sue leggi spesso dolorose, ma anche tanto umane,se intessute d'amore e di rispetto per gli altri.
E per gli altri è uguale ,solo che molti ancora non lo sanno.
Solo l'amore ed il rispetto per l'altro ti farà ritrovare tutto il perso che per ora come una pesante lastra ti è caduto addosso ,ma attento, dietro l´angolo,sempre facile soluzione, e sempre a braccetto, ti tentano tranelli, egoismo,arrivismo, falsi successi e ricchezze, strade che sbandano le vite umane ,perché sotto nascondono quasi sempre i baratri, come conto finale, appena dovrai presentarti alla cassa per pagare il conto.
E ti regaleranno forte ,alla fine ,abbandonato da tanti,per motivi vari, solo solitudine.
E lì ,silenziosi sempre, invece, ritroverai chi ,ombra ti ha seguito sempre ,contro i tuoi egoismi ed abbandoni,piangendo a volte, nei lunghi giorni e sempre, mai visto da te,semplicemente perché loro ti hanno sempre amato tanto e tu non hai voluto mai vederli ,per non doverti misurare con specchi che scomodi avrebbero riflesso immagini -domande scomode ,in quel momento , solo per te..
Andare all´essenziale delle cose,perché capire e cambiare in positivo ,è difficile ,doloroso ,ma possibile.
E´ questo per me, il cammino che sento di dirti di intraprendere e ti aggiungo, senza corse,senza premure, perché sono passi pesanti da affrontare, a volte, ed abbisognano di larghe pause di riflessione per sedimentarsi bene.
Inizia con una cosa bella ed in fondo non molto difficile da fare ;dentro c´è una voce che ci guida sicura nella scelta se la ascoltiamo ,inizia con la lettura giusta,provando a capire due ,tre cose al giorno, di piccole cose sicure che possono diventare pilastri nella tua vita, ricordando sempre, mentre scegli, di metterci, tanto amore e tempo dentro, da donare a te e ad altri dentro e fuori casa,equilibrio per una vita da scrivere su fogli diversi ,ora.
Buon lavoro.
Se hai bisogno chiama,io sto lavorando nel mio di campo ,cerco di togliere i sassi inutili che continuamente soffocano invidiosi la luce dei piccoli ed umili ciottoli di mare...che ormai guidano questo mio giorno ,canzone nuova appresa nella mia vita, attraverso pesanti lacrime ,solitudini e sensi di vuoto, dormendo nuda sotto l´acqua scrosciante in pieno inverno.
Ma sono rimasta alla fine, dopo le mie di fughe, ferma di fronte ai lampi ed ai fulmini che mi avventavano, si, sono rimasta finalmente,a lottare per non perdermi più tanto, per sapermi ritrovare più facilmente dopo ogni burrasca.
Ed ho imparato poi , a scendere all´improvviso per la strada ,a trovare il gusto di immergermi tra la gente e, sconosciuta ho sorriso, ricevendo da sconosciuti, sorrisi di meraviglia a volte ,di riconoscenza altre ,ma sempre caldi, espressioni, per un attimo, d´amore ritrovato e ricambiato.
Un attimo, sì, perché le cose belle te le devi guadagnare sempre , un attimo, ma di luce intensa, per le ore che ci separeranno da un altro attimo che ,improvvisamente, ti verrà ridendo addosso, giocherellone e bambino sempre, e sempre quando meno te lo aspetti.
Si amico mio,questo è un lavoro continuo,sappilo,un lavoro, che non finirà mai ,è il senso stesso del nostro - stesso - vivere, come il vento ,l´aria il sole ,la pioggia,l´innamorarsi, il soffrire, l´esserci ,il perdersi....il ritrovarsi
ed il cielo e le stelle, se ti ricorderai sempre di guardarli , ti accoglieranno sempre e lì, ascoltando bene troverai un´Essenza grande ,inizio e fine , azzurra, di questa Vita nel pianeta Terra.
E' luce e dolore insieme ,è spalle curve per il peso, e mani unite che in cerchio, impareranno a ridere del giorno, senza ossessivamente pensare, sempre a questo domani terribile che doloroso, a volte, nel tempo, affligge.
Oggi è oggi ,Domani sarà domani !
Uno per volta è già tanto!
Tu, ormai, le fondamenta sai dove trovarle.
Si chiama anima quel territorio , attimi d'intensità mai completamente esplorati dalla mente.
Paura può subentrare ,ma il sentimento deve riuscire a farcela ,dando la mano a chi incontri la mattina, bevendoti con lui il primo caffè al bar e ridendo delle fesserie o ironie che a volte ci riempiono i giornali.

Ciao e respira, respira forte, senza regole obbligate, solo con il naso o solo con la bocca, quando stanco e desideroso d´aria, guarderai in alto il cielo ...
E mi raccomando, ritorna a ridere.  

Pensieri liberi per un amico
Non voglio scriverti una lettera ,ma liberi pensieri ,un po´ come se fossi accanto a me.
Mi manchi tanto,ti parlo sola moltissimo.
A volte sono io che consolo te, a volte sei tu che consoli me.
Il gioco dei ruoli è purtroppo una realtà in questo mio viverti.
Mi dispiace molto quanto ti è successo.
Ma cerca di prendere la cosa nel modo più leggero possibile,perché ti sarebbe tutto solo più gravoso.
Subiamo sempre colpi.. .
C´ è sempre chi ama dare colpi ,è una storia del tempo ,del distante in cui ognuno vive,sempre convinto che correre, per andare avanti, sia il vero obiettivo ,senza accorgersi che forse fermarsi e vivere, accettando il meno, potrebbe rasserenare i giorni.
Viviamo come ammassati in una locomotiva... ammassati ma senza conoscerci, pronti ad usare prima della parola per - accordare- quella per ferire.
E´ difficile vivere, perché questo continuo correre, in realtà, fa restare indietro e sconosciuti tra gli stessi presenti che vicino ci vivono.
Credo sia questo il nostro grande e profondo male ,il non volere e sapere più ascoltare l´altro, troppo presi dalla necessità egoistica di far ascoltare solo e sempre noi.
E così le altre voci passano distratte, non ci accorgiamo del dolore altrui ,non lo paragoniamo al nostro , non ne vediamo le assonanze ,mentre la tv scorre con fiumi di parole e di immagini che penetrano toccandoci dentro, ma solo per un attimo,perché la difesa egoistica che abbiamo creato in noi, alza subito la saracinesca ...e dimentichiamo gli altri, convinti così di vivere.
Discuterne lo facciamo ,anzi pareri e critiche volano come fogli in una giornata ventosa ,ma fogli in aria, restano.
E con tutto ciò,ci ripetiamo che nessuno ci dà spazio ,nessuno ci ascolta,insomma ribaltiamo tortuosamente lo specchio che noi dovremmo guardare, per darci singolarmente, una seria regolata,, sugli altri.
E così facendo, ci isoliamo sempre di più..
E´ come una punizione che ti arriva in ----automatico.
Cosa succede negli altri nel frattempo?
Se sono episodi passeggeri nella nostra vita ,ti voltano le spalle con la stessa crudeltà con cui lo fai tu,ma se ti vogliono bene,sono tagli ,sofferenze e lacrime silenziose.Attese infinite per parole che non arrivano , o se arrivano sempre prese da mille altri problemi ,reali per carità ,ma dai quali si è in fondo esclusi ,perché "diversi" ,dal mondo in cui tu, -altro- sei stata posata o posato.
E il tuo è purtroppo sempre ,in questi casi, solo , il mondo del superfluo.
Si ,spesso càpita così a chi dà tanto ,forse tutto.
E questo altro, vede in silenzio ed in silenzio ,triste ,aspetta.
E si resta muti ad osservare ,pronti a tenere in piedi, se viene richiesta, ma anche senza alcuna richiesta, una parola, perché troppo a terra -------l´altro lato.
E si aspetta sempre in una attenzione che manca tanto e pesa molto.
Cosa si aspetti ,ad un certo punto , non si sa più , ed il perché non ci se lo chiede più,in una forma strana di vegetare che sempre aspetta ----il vivere.
E ti attacchi a piccoli momenti di sole ,ad attimi di allegria, ad una ingenuità del credere che a volte non cambia mai neppure con l´età.
Forse occorrerebbe di più guardare un po´ più in là ,in una prospettiva più larga per potere vivere respirando,avendo il coraggio di lasciare alle spalle ,l´ieri mortificante ,portandosi dietro solo alcuni mattoni di una costruzione che non si realizzerà mai.
Ma quando si ama, diventa molto difficile e vorresti solo che l´altra persona aprisse finalmente gli occhi ed aprisse un portone, da troppo tempo chiuso ,perché troppo ci si è bagnati sotto l´acqua di temporali e burrasche sempre uguali , solo diversi di vestiti.
Ecco ,sono pensieri liberi ,questi che ho voluto scriverti in questo momento difficile che stai attraversando ,sempre solo e chiuso.
Lungi da me accuse o cattiveria ,solo riflessioni di chi ama.
Cerca di tirare tu, un po,´ le tue, di somme.
Sei solo se vuoi essere solo nella vita.
Dipende solo da te tendere e/o dare la mano.
C´è sempre una mano che potrebbe aiutare ,ma spesso una visione che non comprende l´umiltà in un piccolo delirio di onnipotenza, non ce la fa prendere e preferiamo restare così, ricci chiusi a tenerci tutto dentro, senza condividere con altri il bene ed il male che ogni giorno porta ad ognuno.
Condividere è la chiave magica da provare nella Vita.Capire è l´olio per una serratura da troppo tempo non usata nel gioco duro della Vita.
Il mondo cambia, ma le leggi fondamentali ,quelle al di fuori delle singole Costituzioni dei popoli,quelle che superano i secoli, restano sempre uguali.
Diminuendo la tolleranza e l´accoglienza aumentano proporzionalmente la crudelta´ e la solitudine fino ad incancrenirsi ed a provocare malattie varie e nevrosi e stragi.
Nel grande Sociale del mondo, così,...purtroppo, arrivano, per adesso, a saltare sotto lame in mani, teste di umani innocenti, e gente inerme, salta in aria con kamikaze, persi ormai di cervello, sfruttati da maestri infami del fanatismo contro povertà ed ignoranza e dagli interessi oscuri e ciechi di potenti che alti tessono tele dipinte solo di sangue umano
E che facciamo noi?
Ci chiudiamo e nel silenzio, ci sentiamo immensamente soli ed impotenti.
Ma noi ne abbiamo di nostre colpe?
Ciao amico mio ,che strano...ascolto alla radio .."Voglio trovare un senso.."di Vasco Rossi...buffo!
"-Ognuno e' l'altro, che gioco la vita, e' il tempo il giocatore!-" lo penso davvero.    

Incontro con Simona a scuola.
LIBERATE LA PACE!
Entrò decisa.
Nel braccio inserti vari , avvicinandosi alla scrivania ,mi porse la mano a dita aperte .Risposi silenziosa alla stretta.Non mi sbilanciavo mai, quando, esterni entravano a scuola per propormi rapporti di partecipazione a progetti .La strumentalizzazione purtroppo è spesso ben nascosta.
Cominciò a parlare ed io ascoltavo ,silenziosa ,serio il mio viso ,quasi a scoraggiarla ,per provare la sua resistenza ,il suo credere.
Ma quel volto era solare ,gli occhi limpidi , parlavano prima che le parole finissero di completare un pensiero. Mi era simpatica ,ma non dimenticando il mio ruolo ,non feci trasparire nulla.
E la sua proposta era in effetti un atto d´amore verso bambini meno fortunati ,nessun accenno fortemente politico, tranne l´oggettività di una situazione di embargo, dinanzi agli occhi di tutti .
Passò circa mezz´ora ,e lei sempre a chiarire le mie brevissime interruzioni..
E poi il suo di silenzio , ed i suoi occhi, ora , interrogativi che interrogavano me.
Risposi con fermezza dicendo che non volevo dentro la scuola la piu´ piccola strumentalizzazione politica perché immediatamente avrei interrotto il suo discorso con il nostro Istituto .
Sorrise ed annuì con il capo .
Avrei voluto essere più aperta ,ma non lo feci sempre per prudenza nei confronti dell´Istituto .
Gli Organi Collegiali avevano gia´ deliberato la partecipazione al progetto , condizionandolo , però , ad un mio preciso esame, fermamente responsabile degli intermediari dell´Associazione , delle o della persona che avrebbe parlato ai piccoli.
E per prudenza la salutai con ferma ma distaccata gentilezza.Un po´ come un cubetto di ghiaccio ,ma la guardai a fondo con i miei occhi chiari ,e, qualcosa passò tra i nostri occhi: : - Il Rispetto reciproco -; ma senza parole ,ognuno , consapevole ormai ,del proprio ruolo. Uscì con quel passo veloce e fermo con cui era entrata.
Avevamo convenuto di far sedere per terra gli alunni per facilitare la sensazione di cosa potesse significare scrivere e studiare senza sedie e banchi .Ricordo che sorrisi leggermente aggiungendo :-" faremo felici gli alunni " di questa libertà di movimento, diverso dal solito, per l´ascolto.
Un modo ,per ricordarle di puntare su quella differenza e sulla episodicita´ di quella postura per i nostri alunni , postura che, per un attimo ,è quasi piacevole gioco.

Il giorno stabilito si presentò al plesso , mi comunicarono l´arrivo . Riconfermai il permesso ..Avevo coordinato l´accoglienza e l´organizzazione con la fiduciaria di quel plesso staccato.Non dissi nulla su mia presenza o assenza ,e , nulla mi fu chiesto dalla collaboratrice ,che conosceva il senso di molti miei silenzi.
Mi misi in macchina ,calcolando il tempo necessario per far accedere e sistemare i piccoli nel salone , e senza essere notata ,a discussione appena iniziata , da un ingresso secondario ,mi sedetti in fondo , dietro ad un pilastro ,poco visibile a tutti.
Mi sentivo responsabile ,era molto giovane e non sapevo cosa potesse nascere, da domande ,che da noi , potevano partire.
Ero lì per salvaguardare ormai un progetto accolto e da portare avanti nel modo piu´ costruttivo possibile. .
E parlava... , e mostrava immagini di bambini in stanze che nulla avevano di scuola ,bambini senza penne ,quaderni ,con pezzi di rotte e vecchie lavagnette ,arrivate da chissà dove ,ma sempre mezzo per scrivere. Gli alunni ,silenziosi ,stavano fermi , cosa che non avviene facilmente di fronte a 150 piccoli che ascoltano insieme.
La osservavo ,era come se non fosse lì ,lei era in mezzo a quei bambini iracheni , che noi vedevamo , e per loro, parlava di giornate difficili ,delle loro ferite ,dei tanti piccoli senza genitori e della mancanza dei medicinali ..che rendeva difficile a volte la cura di un semplice raffreddore che degenerava ,in un bambino particolarmente debole ..e ... poi ... le contaminazioni .
Questo fu un argomento che trattò magistralmente saltando passaggi pesanti e concentrandosi ,quasi con un esame medico ,sulle ripercussioni fisiche che avevano prodotto sulle persone.
E poi improvvisa ,mentre un silenzio pesante copriva l´ascolto , sorrise e cambio argomento, ritornando nel nostro mondo ,nella gioia di un avere tanto che non viene più percepito come importante ...e quel sorriso che sempre la illuminava...
cambiando proprio l´espressione del suo viso magro.
E alla fine si cantò insieme ai piccoli.
Solo davanti alla porta ,mentre stava uscendo ,mi feci vedere .
L´espressione ,per un attimo , fu di meraviglia ,ma immediatamente capi´ ed io finalmente potei sorriderle silenziosa.
Non ci furono altre parole tra noi ,ma di nuovo il silenzioso linguaggio degli occhi che ci aveva avvicinato la prima volta.
Le strinsi sbrigativa , dinanzi a tutti la mano , riconfermando la data del secondo incontro per l´altro plesso coinvolto nel progetto.
Uscì sola , le cadde una rivista , il personale corse ,ma lei da sola , scattante sempre ,raccolse per prima e girandosi , salutò con quel sorriso aperto .
Liberi con gli occhi ridevano i suoi capelli ,era contenta ..
Ero contenta...
Lavorammo tanto su quel progetto e tanto materiale partì per quei piccoli da parte dei bambini ..lettere e disegni ,tra le altre cose , che davano l´esatta immagine di come si dovrebbe vivere in questo mondo ,---oggi----- ,tirannicamente ,dilaniato da guerre fratricide.
Ciao Simona...Ciao Ra´Ad... ciao Simona...Ciao Mahnaz......--------tornate presto.
I bambini Vi aspettano su ogni continente.
Liberate La pace!   

Una sera di tante
Un rientro come tanti.
L´autostrada di notte aveva sempre qualcosa di diverso. Le macchine sfrecciavano silenziose mentre il gioco di luci dei fanali si intersecava con quello abbagliante dei fari che sforavano il buio, gettando macchie di colore sull´asfalto.
Giornata dura.
Accese la radio ed una musica leggera riempì delicatamente l´abitacolo della vettura .Dal vetro poteva in alto vedere le stelle. La sera serena le faceva sfavillare lucenti nel blu fondo del cielo... .le stelle! I ricordi!... Sfuggiva da tempo, i pensieri che le suscitavano , abituata ormai a tenere sotto controllo emozioni che avrebbero solo con il loro dilagare portato e riaperto vecchie ferite , rimaste cucite male dal tempo. Bisogni che non dovevano essere rimessi in discussione pena la stessa serenità tanto faticosamente costruita negli anni. E lampeggiavano, fiamme gialle di luce, i fari che, oltrepassavano veloci l´ andare morbido della sua vettura.
Rivedeva le pesanti discussioni della giornata incentrate su un alunno difficile che - diverso - poneva problemi alla classe , con quella sua infinita irrequietezza ed incapacità di attenzione stabile.
E gli insegnanti giù a lamentarsi ed i genitori a richiederne il trasferimento ad altra classe.

E lei che si rivedeva "alunna - diversa -" ed irrequieta, incompresa nel suo vagabondare per corridoi e piani di un istituto , ricerca serrata di affetti che nessuno avrebbe mai potuto leggere , ben chiusi, come vivevano nel suo essere.
E discussioni e proposte e progetti per l´alunno quasi messo all´indice , ed il suo fermo no al trasferimento.
Ed il dialogo dopo con lui , seduta su quella panca dinanzi alla sua stanza...e quegli occhi bassi che nervosi si scrutavano i piedi mentre le mani frenetiche si rosicchiavano fino a sanguinare... un imbarazzo che mai le avrebbe confessato la vera causa profonda.
E le promesse alla fine e quel ritrarsi a scatto al sollevarsi della sua mano che cercava di salutarlo con una carezza sui capelli.
Ed il viso che attraversato da un lampo di luce diversa , meravigliato , si allargava per un istante , espressione di un interrogativo silenzioso che guardingo , ascoltava con le orecchie tese un linguaggio diverso da quello a cui ormai era abituato.
E la porta della classe che si richiudeva alle sue spalle in quell´accompagnarlo in aula , estrema difesa la sua, di responsabile del servizio scolastico, autorità a protezione di una voce non ascoltata in nessun posto.

Sì , in nessun posto, perché pesante storia stava su quelle spalle di ragazzino di appena nove anni.
E cosa ancora piu´ grave nessun punto di riferimento umano , né a casa né a scuola con il continuo ricambio annuale di docenti che flagellava il rapporto alunno - insegnante.
Era andata lei stessa a parlare con la nonna che aveva la sua custodia ed il vedere quel tugurio che si chiamava casa , in quella strada dove il sole aveva dimenticato di esistere con la sua pianta di luce, le aveva ulteriormente stretto l´animo . Una nonna che nulla aveva di nonna e forse anche di donna, stanca , rabbiosa logorata da una vita che le aveva riversato addosso forse troppo dolore. E si era inasprita e le voci e gli schiaffi erano pane quotidiano ed a poco o nulla erano valse le sue parole.
Il piccolo era già stato in collegio e ne aveva cambiati diversi da quando appena nato , con una madre morta di parto ed un padre ormai in carcere per diversi anni , aveva iniziato ad essere pacco viaggiante tra istituti diversi .
E sempre più aggressivo e sempre più fughe ed istituti felici di liberarsene..
Ed aveva solo nove anni adesso e troppo spesso la sua casa diventava la strada, e scippi cominciavano a leggersi in parole che si mostravano come uomo che sapeva fare..
Ed i loro incontri scolastici sempre più frequenti .
Aveva per questo deciso di fare intervenire il colore che lui amava tanto.
E chi meglio dei ragazzi dell´Accademia di Belle Arti avrebbe potuto aiutare questi piccoli tanto difficili nel loro inserimento scolastico , ma tanto fragili nelle loro storie umane.
Non lo aveva detto ancora a scuola , ma i suoi contatti con l´Accademia della Belle Arti si stavano consolidando e quel progetto che da mesi le girava per la mente , andava prendendo sempre più forma. Il colore per vivere la gioia di sporcarsi liberamente, di tingersi , di imbrattarsi per esprimersi diversamente , per dire un vissuto senza la costrizione di una parola che ancora mortificava l´anima perché immatura e priva di forza.  Il colore ed il disegno libero su storie vere o inventate , sul mercato che riempiva le ore di questi piccoli dopo l´uscita dalla scuola...di storie per liberarsi dai pesi dentro , per dire qualcosa , per avere voce in una scuola che troppo spesso diventava emarginante per loro ...si storie inventate e rappresentate .

A giorni sarebbero venuti alcuni professori e ragazzi per stilare ognuno per le proprie competenze un progetto di lavoro utile ad entrambi gli istituti scolastici ed alunni coinvolti.
Sorrise pensando alla gioia che avrebbe provato il piccolo che amava disegnare con colori molto forti e violenti e , silenziosi, le passarono in fila i visi scontrosi , bui o ridenti degli altri piccoli dei vari plessi , segnalati come alunni problematici, nell´approccio con la scuola.

Iniziava a cadere la pioggia, sbatteva sempre piu´ forte contro il vetro della macchina ed il suo pensiero la rivide piccola , alunna lei instabile , desiderosa di fare sempre altro , veloce nell´esecuzione del lavoro ed inquieta sempre.
E sempre quell´album sul banco a coprire buchi ed a parlare di lei e di un mondo che non la capiva.
Un mondo troppo stretto , un mondo che le immobilizzava il corpo per pomeriggi interi sui libri .
Ed il suo rifiuto allo studio ed i compiti non scritti e le bugie e le scoperte delle bugie ed i castighi che sempre più pesanti la offendevano, piegata in se stessa in un silenzio che non permetteva ormai a nessuno di avvicinarla.
Ed i libri ed i giornaletti comprati di nascosto dal nonno che la aiutavano a passare le lunghe ore sempre in quella odiosa stanza, che, a casa era a lei destinata per lo studio , e sempre controllata e lei sempre , da ferma che fuggiva in un mondo tutto suo , dove libri nascosti nel cassetto venivano letti , al posto di quelli aperti sulla scrivania.
E la notte a ripetere fino alla nausea brani come era stato deciso da altri che dovevano essere ripetuti , lei che amava esprimersi sempre liberamente e con paragoni ariosi.

Che strano destino la vita. Lei ragazzina , poco qualificata negli studi , dai voti che passavano senza tanto riflettere dal vecchio 8 al 4 con la stessa facilità con cui si va a bere un bicchiere d´acqua , lei ora dirigeva e decideva...
E nel suo cuore tutti , ma in particolare , i bambini ---difficili---.
Troppo dura ed indimenticabile l´esperienza di vita vissuta sulla sua stessa pelle , a suo tempo.
Fermò la macchina , spense le luci. Lla pioggia forte la investì , e lei se ne fece vestire , amava quel bagnarsi dal sapore infinito liberatorio e , per un istante si fermò, allargando leggermente le braccia mentre l´acqua le inondava il viso ...
E si sentì sicura.
Veloce traversò la strada .
Sopra era attesa.       

E per tutti fu... "Lo sai che i papaveri..."
Ed improvvisamente il ricordo la sommerse. Si ritrovò per strada, d´inverno,mille cose da fare. Grigio il tempo, le nuvole giocavano anche loro, in grigio, a rincorrersi... Sentì ad un tratto ,forte ,il bisogno di qualcosa di caldo...entrò in un bar del centro. L´aria ovattata, gli arredi in stile antico, la immersero subito in una atmosfera sognante. Seduta al tavolino d´angolo, guardava fuori.. Stava cominciando a piovere, i suoi occhi intensi e cupi ..si persero in quel ritmo cadenzato dalla pioggia, in sentieri intrisi di nostalgia. Il cameriere la richiamò al reale con quel suo apostrofarla " Mi scusi desidera altro con la cioccolata calda?" E lei pronta, mezzo sorriso appena, accennò di sì con il capo."Grazie una brioscina fresca" "Mi spiace" ribadì confuso il cameriere ..è appena finita l´ultima, l´ha presa il signore dietro di lei" Sorrise accennando con gli occhi che andava bene lo stesso così. Immersa in pensieri passati, non sentì lo striscio deciso della sedia sul pavimento. All´improvviso se lo vide davanti, in mano incartata in un bianco tovagliolino, la brioscina. Accettò sorridendo e poi, in un attimo si ritrovarono insieme, al tavolo. Parole tante, ma il lavoro sottile era di occhi. Stranamente attratti da ipnosi, si osservavano quasi a risposte meccaniche. Quegli occhi già cucivano giorni. E poi per strada, ed un mazzo di fiori che ingombra e ...sempre gli occhi. Occhi ora che spogliano, che sentono diversi, che si attraggono come fili di alta tensione ...e labbra che si avvertono rosse, rosse, e saliva che gira sempre più intensa. Arrivarono così alla villetta isolata che lei aveva preso in affitto ...Formalmente chiese .."Vuoi entrare" "Risposero solo gli occhi". Poi senza parole le mani. Aveva un maglione bianco lui, era bello, bello per quella luce interiore che, a volte, illumina profondo, lo sguardo di un uomo ..stringeva un po' gli occhi con lo stesso sguardo..era un incanto .. Senza sapere perché...Lei improvvisamente, dentro le sue braccia si vide a Piazza di Spagna, sorrise leggera ..era stato sempre il suo grande sogno poter passeggiare, con un uomo adorato, a Piazza di Spagna....Lo disse con brevissime frasi. Due mani le presero dolcemente il viso..e labbra di fuoco invasero tutto di lei.. Profondo fuoco, che partiva da giù e saliva , saliva ardente fiamma fino allo stesso cervello. Lottava lei , non voleva subito un amplesso completo ...prima altro ...e le mani allora profonde strinsero mani ..e poi scesero giù sul corpo di lui , per addolcire un po´ con tenerezza infinita il suo membro. Lui aveva gli occhi lucidi..entrambi capivano , che stava succedendo, ad entrambi, un miracolo .Neppure loro fiatarono piu´..Si strinsero soltanto , tanto, ma tanto ,da far mancare ad entrambi il respiro e la tenerezza riempi´ il vuoto dell´unione completa, rimandata da entrambi, dei loro corpi. Fu così il primo incontro. Il secondo regalo improvviso li vide insieme a Piazza di Spagna.
Ognuno è l'Altro. Che gioco la Vita!. E' il Tempo il Giocatore.

Passeggiando tra i ricordi
S i risentirono per telefono.Erano corse per entrambi,entrambi indaffarati nei loro rispettivi mondi ,forse troppo pieni di impegni e responsabilita´.Diventavano oasi improvvise quelle telefonate ,mai preannunciate ,proprio per non perdere quella sensazione gioisa dell´esserci all´improvviso ed attimi si .riempivano di gioia mai pronunciata ,per riserbo.Spaccati dei giorni,luce ed ossigeno per vite solitarie nascoste tra folla,ricevimenti ,progetti ,conti ,bilanci,rendiconti periodici ,gare di appalto ,manutenzioni ,lotte al Comune ,e che piu´ne ha,né metta.Paura in entrambi di diventare troppo indispensabili l´uno per l´altro, troppo liberi per cadere nella routine persa ed illogica ,a volte, di un quotidiano che ,a guardare intorno, e´ piu´ di assenza che di presenza ,anche se sempre presenti fisicamente.E risate per niente ,si bevevano caffe´ insieme ad un cellulare nel centro di due citta´ diverse,unite dal frastuono di vite che giravano , dall´alba alla notte, su perni-problemi ,su occhi che ora ridenti ora doloranti, scrivevano pagine di vita dove umano a volta non si riconosceva piu´,perso in un pozzo scuro, privo di qualunque forma di luce.E poi la sera il rientro ,il silenzio del dopo -cena ,il ritrovarsi nella forza dell´anima e la domanda muta di una chiamata che purtroppo diventava impossibile .Ed occhi silenziosi si striavano di un leggero filo di grigio in mezzo al verde e riflettevano su assurdita´ stesse della vita ..su tempi che chissa´ perche´ chiedevano sempre responsabilita´ ,ma in cambio erano sempre vestiti di avarizia ,per momenti di intese profonde per quei sapersi leggere in fondo all´anima senza mille assurde e nervose spiegazioni che quasi sempre finivano ..con frasi ..."E´ impossibile discutere" ...Ed il silenzio cadeva.Una mattina lei disse ,senza neppure pensarci, che, per lavoro ,doveva recarsi urgentemente a Roma.Mentre parlava ,rideva ,tra i tanti trasfert a cui l´obbligava la funzionalità d´impresa ,proprio Roma per lei , era simbolo di luce anche in mezzo a tanto lavoro .Aveva sempre amato tanto e profondamente questa citta´.Girava per ore al Pincio ,perdendosi in viali e vialetti ,e poi giù ai bordi di un laghetto sempre sua solitaria zona personale.Mai nessuno avevalì incontrato ,eppure era un angolo di paradiso anche da soli.Quante ore poi ,ogni volta,a girare per le pietre del passato, immemore dei turisti che le camminavano attorno ,stracciata lei stessa ,essere di un tempo che fu...E si rivide improvvisa in vetta ai due archi ,simbolo nel mondo di amore infinito ,sconsacrata la chiesa ,consacrata dall´amore ,peregrinaggio sconosciuto ed immenso di ogni cuore amante ,involucro d´anima tagliato nelle pietre,scolpito per sempre im archi vette di cielo stesso, per sempre, nel mondo.Ricordava di avere pianto in quello spiazzale ombra d´amore scritto nei passi silenti di chi ,quasi timido per la maestosità del luogo ,si fermava attonito ,e,quasi disturbato, a volte ,dalla sensazione d´infinito che quel luogo ,unico al mondo ,faceva nascere in cuore.E sognava ,sognava sempre in quel posto.Strana e difficile la sua vita.Sempre inseguita da un non capito che andava capito sempre da lei e da lei sola.E allora lei, fin da piccola, aveva imparato una cosa grande da fare ...apriva il balcone ed a squarciagola, cominciava a cantare ...libera ,fuori da regole e schemi e, tutti i bambini dappresso.Era una canzone strana,ma che ben rispecchiava quel suo dovere essere sempre piu´ grande dei grandi,e sempre burlona ,da rimprovero sempre..E cantava .:-"lo sai che i papaveri son alti alti alti ... etu sei piccolina. .. Che cosa ci puoi fare..."e correva correva in distese di rossi papaveri e si riempiva il viso ed i capelli di papaveri fino a diventare lei stessa,occhi ,vestito ,scarpe anima ,un papavero grande...E sanava ,con tutto quel rosso dei campi, ferite grandi per una piccina dagli occhi sempre verdi e ridenti. ..Fu cosi che nel palazzo e poi nella strada,tutti al vederla la chiamavano ..."Lo sai che i papaveri".".dove vai´?"E " lo sai che i papaveri" ,rideva, rideva per tutti ,anche con le lacrime dentro ,allargando le braccia al sole, all´acqua ,alle nuvole ,al mare,.e libera espressione di vita ,anche se incarcerata , lavata da rossa luce di fuoco, girava su se stessa, un girotondo complesso,di una vita difficile e muta ,fatta tutta di pagine in grigio." Terribile signora sua figlia ,ha l´elettricita´ addosso ,se non ci si sta attenti ,si corre il rischio di scariche elettriche,"....e minacce di trasferimenti da scuole ,ed improvviso ,inspiegabile se non con un arcano largo incomprensibile disegno agli umani, ...arrivava feroce il trasferimento ,ma non per lei,dalle scuole ,ma,... per le superiore. E lei ,bambina sbigottita,con le ginocchia sbucciate sempre ,braccio di ferro perenne per dire di no ai piu´ violenti o arroganti ...non capiva ,ma contenta diceva..:-" Ed io resto"!E sua madre ad ogni settembre ..." Mi raccomando figlia mia ...un poco di calma ...dove ti devo scrivere altrimenti"...E lei sentiva una forte rabbia dentro ,per quell`essere sempre lei colpa scritta ,mai gli altri ...Ed allora cantava..E poi zingara in terra ,girava nel vento e,dentro, sempre, una voce scriveva con altri motivi.."Lo sai che i papaveri"...

Ed a Piazza di Spagna, si fece all'amore
Appena uscita dall´ascensore,il vocio soffuso di turisti in ingresso ,disturbò quasi il flusso dei suoi pensieri .
Guardava senza vedere ,mentre sicura e veloce nel passo ,tagliava la hall; la realtà si svegliava,prendeva il sopravvento.
Si ritrovò improvvisa ,a controllare cesti di fiori , luci ,tavoli ,era tutto molto elegante.
Le tovaglie di seta giallo oro antico con i sopracoperti di seta blu notte ,davano un tocco di classe a quella vista stupenda di terrazza- giardino su Piazza di Spagna e gli scalini erano ,ora, fisarmonica ad unire.
Si affacciò un attimo .
I sui occhi verdi , volarono per un istante sull´acqua della fontana ,acqua loro stessi,e,sensazioni diverse,la circondarono ,disarmandola,dentro un´estasi antica e misteriosa ,che da sempre ed improvvisa ,la cingeva ,spostandola senza ragione , apparente, in una dimensione altra.

All´improvviso ,le voci.
Trasalì e confusa per un attimo ,fu solo automatico movimento di piedi e di mani.
Occhi ammirati ,con discrezione guardavano, e poi ,sorridendo,privi di gelato ,sonnecchiavano .
E lei ,sorrideva,storia vecchia questa.
Ricevette ,tra saluti ed aperitivi ,conferma di ordinativi preannunciati.
Ma mancava ancora , l´osso.
L´impresa teneva proprio a quel contratto; avrebbe significato ampliare il raggio d´azione dall´Europa in America ,e Lei donna fredda nel trattare con eleganza sempre,era stata scelta come chiave d´apertura.
Aveva studiato nei minimi particolari i passaggi ,ora aspettava con calma il protagonista principe .
Non lo conosceva ,sapeva soltanto che si trattava di un uomo attorno ai cinquant´anni ,di aspetto gradevole ed un po´ misterioso, ma volitivo e di poche parole.

Immersa in questi pensieri ,mentre giocherellava con le ombre e le luci di una fiammella ,dentro una ciotola ai bordi del viale,per essere pronta all´arrivo , quasi non sentì i passi che leggeri e maschili si avvicinavano fermi e discreti.
Si girò quasi in contemporanea al suo arrivo e stranamente ,si sentì cantare dentro ,alla vista di quelle gambe.
Alzo´gli occhi e se lo ritrovò ,davanti.
Intensa d´emozione ben serrata dentro ,solo gli occhi tradivano la domanda che le labbra stavano per pronunciare,ma il cameriere veloce, ne pronunciò il nome ,dissipando ogni dubbio,ed il suo cuore gelò in un solo attimo.
Proprio lui ,proprio con lui.
Infastidita ,si girò lieve,ma l´imbarazzo d´attimo era stato ben previsto e studiato dall´altro lato ,fin nei minimi particolari.
Una mano gentile ,e molto formale ,le sfiorò la spalla,delicatamente,poi polpastrelli maschi,disegnarono carezze merletto ,sulle sue mani,soffuse ,delicate ,prive di sillabe ,aria nell´aria ,foulard mai dipinti da mente umana.
Sentì come tornarsi dentro , un attimo ,e non ritrovandosi, liquidò i suoi occhi verdi in quegli oceani bruni e due cervelli parlarono tratti di emozione solcata da ricordi di voci e di giorni ,da un divano particolarmente abusato una sera ,ma mai posseduto del tutto.
E poi ,lui le sorrise,ed aggiunse solo due parole per sbarazzarsi di ogni forma d´estraneo.:"Ottimo l´affare ,ottima la consulenza....la firma tra una settimana"
e Lei lo guardò ,e dentro masticava parole o non sensi del tipo "..ed io che pensavo ....che dovevo dire..." ma fu solo un attimo ,perché poi totalizzando contemporaneamente la liberta´ riacquisita .felice di esserci ,sorrise.
E fu gioia.
L´orchestra suonava una musica dolce ,era tutto incanto ,pensava di vivere dentro una fiaba ,non poteva essere reale ,il reale aveva sempre problemi ,lì non ce ne erano.
E poi in camera,uno di fronte all´altro ,occhi ed occhi ,vestiti e vestiti ,commozione ed emozione.
Stranamente fu suo il primo gesto ,si vide le sue mani muoversi in automatico ,gli occhi le seguivano ,e le dita si fermarono sulla cravatta di seta ,pelle ormai anche lei ,e lente ,la sciolsero ,allargandola, lente ,piano ,occhi ed occhi attaccati ,prestigio d´anima loro stessi ,espressione di desiderio immenso accumulato,e poi fu la camicia azzurra ,via la giacca grigia.
Arrivò appena a sbottonare il primo bottone che,furia tremenda,si senti presa per la vita ed in attimo soltanto ,saltò il nodo di seta celeste da dietro il suo collo,e fu solo donna nuda dinanzi a Lui.
Pensò ,in quello stesso istante, lui, al suo di bagaglio superfluo,ed improvvisi e nudi ,si ritrovarono a strisciarsi lingue stesse d´amore e di corpi .....
Non c´era più pace ,non c´era piu´ tregua ,non si sapeva piu´chi comandasse ,era affanno e ricerca, era dare ed avere , era reale ed irreale ,era senso e tenerezza, era soltanto infinito che cercava immenso , l´estasi.
E le mani affondavano ,e capelli diventavano scale di seta ,insenature dove nascondere gli occhi rubati da tanta emozione ,e gli umori ,finalmente uniti ,si spandevano larghi ,pelle su pelle e nuovi inquilini, si scambiavano i posti .
E poi ,il non saziarsi arrivò ed il ricominciare fu obbligo e divieto ;obbligo di desiderio ,divieto di possesso immediato e fu ricerca d´altro e si scavarono ingressi, e ,laghi profondi,gettavano luce su luce, mentre l´oceano gonfio oltremodo ed imperioso ,sbordava e massaggiava, furente di onde mai calme e placate .
Espressione in entrambi di solitudini palesi, in un attimo ,solo in un attimo.
Massaggiava,il sorriso.
Desiderò improvviso un caffè.
Lo bevve freddo,dal mobile bar.
Lui restava,in piedi ,in controluce . Lei lo osservava .
Era maschio il suo uomo ,terribile ,di poche parole ,difficile da concordare ,impossibile da capire ,a fondo a volte ,ma bello ,immensamente e profondamente bello.
Sorrideva lui appena, ed era un sorriso particolarissimo ,quasi infantile,forse un po´ appagato ,per un istante, ma,ora ,da quel punto dove restava ancora appoggiato, lei sapeva che sarebbe ben presto, tornato all´attacco.
Si sarebbe risparmiata,la richiesta,si disse tra sè ,perfida ,stavolta ,ed un leggero sorriso sentì che le si disegnava da solo ,sulle labbra.
Nel frattempo ,riprese a fumare .
Osservava le spirali salire verso il tetto e poi il suo sguardo si riposava su quel corpo tanto amato e desiderato.
Non poteva fare a meno di pensare al carattere difficile dell´uomo ,chissa´ frutto di quali tortuosi o troppo identici percorsi.
Lo guardava ,e leggeva scritta a caratteri cubitali una sola essenza forte ...non servono molto i soldi contro la solitudine d´anima.
Sapeva lei stessa,quanto quel sapore fosse amaro e come ,malattia cronica ,dall´apparire a sprazzi e quasi a macchia ,potesse fare male all´animo,portandolo a chiudersi a riccio ,senza pieta´alcuna per se stessi, e per chi ,attorno, viveva in silenzio ,quel momento difficile e diverso.
Improvvisa .si sgridò quasi,sempre a riflettere
.No ,adesso ,no ,adesso Lui ,era solo amore ,era li che non pensava,era Lei che rifletteva per due guardando al futuro.
Due mani veloci le sollevarono il busto ,seduti di fronte ,felici gli occhi negli occhi ,cominciarono i giochi .
Dal balcone aperto su Piazza di Spagna,l´acqua, impazzita anche lei ,suonava argentina ed affannata... ballava nella fontana senza piu´ direzione ,non si vedeva,non si distingueva neanche lei stessa, ed iniziò alla fine, esausta, a singhiozzare.
E risate infinite cullarono il sonno.
Era l´alba. 

Sotto le stelle, sul mare
L´alba a piazza di Spagna poi li trovò addormentati ,sfiniti e pienamente arresi ad un vissuto che aveva riempito ogni ora del gusto infinito di un abbandono che accompagnava di pari passi anime e corpi.
Poi di nuovo per settimane non riuscirono piu´ ad incontrarsi con i loro vissuti intrecciati ad impegni societari e viaggi.
Si era ritrovata però una mattina a desiderare il silenzio ,una tregua a quella vita frenetica che inseguiva perennemente i suoi giorni.
Aveva bisogno di ritrovarsi ,di fare il punto.
Ed era partita per quel paesino di mare dove aveva trascorso tanto tempo della sua giovinezza.

Ora viveva da quasi sette giorni quelle stradine bianche ,assolate ,quel mare che largo si distendeva sempre pronto ad abbracciarla.
Adesso era particolarmente contenta ,lo avrebbe rivisto.
L´ultima telefonata le preannunciava l´arrivo da un diverso continente.
E seduta nelle alte terrazze della casa a mare ,osservava silenziosa le piste dell´aeroporto.
Era stata ore ad aspettarlo,ma il tempo non lo aveva visto passare.
Seduta su una sdraio ,i suoi occhi si erano persi nell´immensa distesa d´acqua che da sempre compagna le carezzava anche adesso lieve i pensieri.
Il sole si tuffò tra rivoli di luce arancione nel mare ,ma lei stranamente non se ne accorse neppure.
I pensieri vagavano liberi nella suadente distesa del mare. Erano parole di serenità scritte sulle nuvole che appena celestine si riflettevano lente sull´acqua .
La svegliò quasi da questo torpore l´arrivo dell´aliscafo. Mentalmente focalizzo che dovevano già essere le 20.30 ,orario dell´attracco.
Si accesero contemporaneamente le luci del porto , le piste in aeroporto erano già tutte illuminate.
Notò abbassando gli occhi ,che, sul marciapiede gli antichi fanali illuminavano di luce gialla l´asfalto.
Era un paese di mare tranquillo e lo viveva intensamente nell´animo .
Il molo adesso stava perdendo i suoi colori per tingersi di grigio scuro e dei gialli riflessi della luce dei fari.
I faraglioni in abito da sera scintillavano sensuali e frementi sullo specchio d´acqua dorato che li circondava sotto la luce dei sapienti fari posti con l´obiettivo di attrarre l´attenzione dei passanti su quell´angolo particolarmente affascinante della costa.
Lento il mare continuava il suo perenne tremolio d´acqua che tornava alla terra.
I tetti a terrazza delle case erano una vera e propria kasba bianca picchiettata dai mille colori di facciate ora gialle, ora grigie, ora rosate ,ma per la maggior parte bianche contro il solare luminoso splendore del sole che ogni giorno li faceva splendere in un contrasto accecante con il celeste del cielo.
Le terrazze di varie altezze si snodavano con i muri divisori attaccati uno all´altro divenendo così un unico interminabile corridoio aereo capace di attraversare in lunghezza tutto il paese in una immagine di linee e strade parallele tra di loro nella reale linea che dal mare saliva all´indietro fino alla statale .
Le palme già buie della villa a mare dondolavano lente le loro foglie arcuate quasi offerte di corpo ad amante. Il lungomare stesso era sinuoso nel suo costeggiare il mare ,tutto puntellato di mille luci che ,distanziate ad arte, creavano con i loro giochi di luce un´ atmosfera magica.
Le prime lampare prendevano posto nel palcoscenico ad acqua di mare ,e lente ,accendevano calde luci a riflettere sullo specchio d´acqua..
L´antica torretta ,punto estremo di scogliera a picco sul mare ,estremo limite delle piste aeree viveva attimi di vita solitaria assorta e sovrastata dalla rossa luce ,avviso di terra,per navi ed aerei.
Non si era accorta proprio quel pomeriggio del passare del tempo.
La vestiva una semplice tunichetta corta e leggera di maglia nera ,leggerissima.
Le bretelline a due per lato si fermavano con fermagli dorati , sui laterali del suo seno pieno e libero .
La brezza le aveva fatto coprire le spalle e le braccia con un lungo e largo velato foulard rigato di grezzo tessuto trasparente di mille sfumature d´arancio .
Lei amava quel colore caldo ,le dava la sensazione del calore forte del corpo ,della fiamma del camino ,di due braccia accoglienti.
Avvolta dentro quel caldo colore solare , aveva pensato tanto al suo uomo,rivivendolo in mille istanti.
Le sue mani toccavano le sue stesse braccia nel ricordo delle carezze tanto presenti nel suo cuore.
La sua stessa lingua la sentiva spesso bagnare e ribagnare lenta le labbra ,le sentiva trattenute tra i suoi denti come se fossero le sue e labbra ...calde ed incollate ancora ...e si era persa in questo suo interno ed intenso rivivere.

E lui ormai sarebbe arrivato tra poco.
Il lavoro era una costante fortissima della sua vita, ed era vita per lui ,per quella sua creatività fatta sempre di nuovo con cui viveva e si viveva tutto ciò che lo attraversava.
Era particolare quell´uomo, con quell´aspetto che dava una sensazione di tranquillità all´apparenza ,di sicurezza ,ma che ad un attento e silenzioso osservatore ,poi, si snodava plurima in mille rivoli dentro al suo animo.
Era dentro, un uomo diverso dall´apparenza ,con quelle sue mille richieste che intime e silenziose gli scrivevano l´animo.
Il calare della sera arrivava ora al particolare momento che tingeva di azzurro intenso sfumato nell´aria mare e cielo ,striato a larga fascia al centro ,quest´ultimo da scie di pallidissimo rosa chiaro, variegate da piccoli ciuffi di nuvole ,bambagia rosa e celeste nel cielo.
Tra pochi minuti tutto sarebbe diventato blu notte e le stelle in cielo avrebbero iniziato a sfoggiare i loro vestiti intessuti d´oro e d´argento su trame sempre scritte di azzurro e celeste..
E si raccolse pensando a quell´uomo tanto aspettato e desiderato ,si strinse nelle stesse sue braccia e la mano sinistra si infilò sotto al suo seno .
Il calore che la investì .la fece sorridere un poco ,era forte ,era un segnale inequivocabile di un desiderio che adesso andava a ritmi sempre piu´ veloci .
E liberò le spalle dal foulard .
Dispose a giro i lettini, comode sdraio, nella terrazza ,e si accinse a rientrare ,dirigendosi in camera da letto.

Desiderarlo era ora una gioia infinita.
Svegliarsi e ritrovarselo accanto , insieme, desiderare il sorgere del sole e vivere le stelle di notte adesso ,era realtà che, presto, si sarebbe ripetuta ,ancora una volta..
Viverlo era tutto.
Sensuale e dolce sentiva perdersi infinitamente in quel suo corpo ,.lo desiderava, lo risentiva sentendosi annientare al solo ricordo delle ore d´amore passate .
Era senso ,era desiderio , era arrancare in uno spasmo infinito pieno di umore ,era sapore di pelle che ti scavava ogni ansa, che ti tastava ogni fenditura del corpo.
E quelle mani te le sentivi addosso che ti giravano desiderose delle tue carni con il solo obiettivo di espropriare tutto di te ,per diventare suo possesso .e la pelle ti si contraeva e ti si sentivi bagnare nel profondo del tuo essere che, fuori dal tuo stesso volere ,al semplice contatto di quel corpo adorato, si allargava spasmodicamente ,si contraeva ,e le gambe impazzivano ,nella ricerca di un piacere che voleva essere godere immediato .
E quelle mani esperte che bloccavano quel piacere immediato, tenendo larghe le cosce ,carezzandole immense ,e le sue labbra a pelle che scorrevano lente ogni centimetro caldo della pelle, e , labbra che giravano, vagando infinite, in quel suo petto amante ,maschio e tenero , che bloccavano le sue parole, perdendosi umide nel suo umido, e lingue che andavano libere per incontrarsi ,per decidere la sorte infinita di un amore che si viveva come sogno stesso reale ed irreale.Ed ora sarebbe arrivato e felice,lei , tremando quasi nell´intimo,al solo ricordo, rivisse all´istante, l´attimo finale di un rapporto infinitamente appagante.
Lo risentiva avvicinarsi ora ,e chiudeva gli occhi per rivivere quel momento magico ,irreale quasi ,ma vivo e presente in ogni suo attimo, scolpito per sempre nel suo cuore.
E lo risentiva scivolare lento sul corpo, strisciava la sua pelle maschia sulla sua di donna ,che, sotto al suo corpo, tentava la fuga per prolungare un piacere infinito ,per raddoppiarlo al gusto caldo ,al tatto di dita che sfrontate, ora ,scoprivano ogni anfratto nascosto del corpo ,ogni piu´ piccola piega per invaderla , per risucchiarla nel vortice della stessa passione.
Ormai era persa ,e persa dimentica di ogni scrupolo ,di ogni remora ,arcuava il suo corpo , lo assecondava in quel suo aspro continuo bramare di lui,in quell´andirivieni,ritmo infinito dello stesso piacere , in quel salire e poi scendere per risalire e ridiscendere,sempre attenta e persa, nel ritmo incalzante di lui addosso.
Ricordava ogni istante ed ogni istante si era scolpito per sempre ,memoria e vita insieme.
Ed improvvisi gli istanti finali di un godere in due ,di un possedersi infinito la vestivano, levandole quasi la stessa aria per respirare.
Nulla più poteva salvarsi ,ormai saliva la furia in due corpi ,e intenso il piacere correva nei muscoli ,nella carne ,nel cervello ,motore l´anima,per arrivare a realizzare l´ unione infinita ed eterna di un accoppiamento uomo donna,capace in un attimo,di suggellare per sempre il sapore di tutti i giorni a venire.
E risentiva salire quelle sue mani ,mentre altre scendevano per appropriarsi di lui ,albero alto ,adesso, conficcato nel senso di un corpo donna che, senza parole, girava a cerchio con quel corpo pressato di sopra ,quasi a schiacciare, a fermare istanti di desideri, per prolungare ,stirare ,strappare tempo infinito allo stesso tempo .
E ansimava il corpo di lui ,altalena lenta ,ritmata ,pazza ,torturatrice di carne e di desiderio .,Ansimava il suo viso e perle del suo sudore, profumavano il viso e la lingua le ricercava ,gocce d´acqua perenne di un piacere che, univa oltre ,a quel corpo che ormai era corpo tuo stesso.
Lui feroce ed amante immenso , restava piantato, piacere a piacere, nel corpo che ,senza ritegno alcuno gli gridava di andare libero verso la vetta , e lui,carnefice adorato che, occhi fissi negli occhi , seguiva quel camminare in due mentre , sapiente movimento, il suo corpo , allentava e ,costringeva l´altro corpo a seguirlo nell´andirivieni che ormai aspettava solo l´istante finale.
E furono poi le mani che strette nelle stesse carni , segnarono quell´arrivo e veloce l´istante fu solo attimo, infinitamente intenso di senso ,di tempo , fu, orgasmo ed arrivo in vertice ,assommato e alla fine libertà larga , nei corpi.
Ed i corpi si urlarono , si strinsero in una morsa finale, in un darsi ,in un aversi ,in un ricercarsi , in un agguantarsi spasmodico e felice , che divenne in un solo istante ,esproprio infinito di sensi e di passione d´amore , bruciata nei corpi assetati.
La dolcezza di quel ricordo le copriva teneramente il cuore e luce infinita le si iscrisse sul viso.
E ricordò come tutto in quel momento diventò , poi, dono e possesso insieme e come
felici ,e stanchi , ma infinitamente possedutisi , alla fine , si erano gettati liberi ed abbandonati sulle lenzuola.
Era stato amore ,soltanto amore grande , nudo , vestito di solo amore.

Sentirsi in uno
Mentre si preparava , adesso , al suo ritorno, non potè non notare come il suo corpo abbronzato faceva invidia .Aveva una pelle compatta ,tipica delle brune ,mediterranea ,soda, lucida.
Mise sui seni ,una larga fascia reggiseno senza bretelle, bianca ,rigorosamente bianca, come gli slip che correvano , semplici triangoli pieni della sua carne, sulle sue mele dorate.
Aveva comprato in paese ,un completo molto bello, e come sempre in questi casi ,molto caro.
Il corpetto era solo una fascia rettangolare,stretta ,aderente ,alla sua pelle, fino ad appena tre dita sotto al seno .
Girava dritto davanti e dietro sulla linea dei seni ,e ,sempre in linea, si attaccavano solo in quel punto del braccio, corrispondente alla stoffa che la fasciava dritta nel busto ,due piccole aderentissime manichette che, per appena un palmo, scendevano sensuali sotto gli omeri .
Maniche ,appena appena ,ma capaci di far saltare i sensi,proprio perché formavano un vero disegno, ribellione ,lui stesso ,dipinta di senso.
Il corpetto si chiudeva lungo a due fasce sull´ombelico, strisce che, girando da dietro si ricongiungevano davanti nell´annodarsi sulla pelle ,avevano proprio sull´ombelico , con all´estremità , due rose bianche.
Era un capolavoro di sensualità ,un gioco,con quel continuo suo essere, basato sul far vedere e sul far intuire l´oltre.
Proprio sulla linea sotto l´ombelico si snodava su tutto il girovita , la gonna ,espressione libera di di un movimento fatto molto d´aria e di vento.
Una fascia di delicatissimo merletto ricamato e molto trasparente , segnava l´inizio a vita della gonna stessa ,tessuta tutta a veli di garza rigata bianca e doppia. Unica bellezza sensualissima per il gioco vivo su carne , la fascia di merletto trasparente.
E ..poi, sempre per quel gioco perverso, dell´esserci e del vedersi senza vedersi ,gli spacchi aperti sul davanti della gonna , ben nascosti e non visibili al primo colpo d´occhio , sensuali dentro la larga ricchezza e la morbidezza dei veli.
Spacchi che salivano invitanti ,alti a centro e fino a metà cosce ,dentro la libertà infinita delle mille pieghe bianche che accompagnavano sinuose ogni suo passo.
Le stava proprio bene ,e quel lungo, a caviglia ,che improvviso faceva intravedere gambe e metà cosce , dava un forte risalto alla sua pelle abbronzata.
Diede agli occhi un sapiente trucco fatto di bianco e perlato chiarissimo ,mentre sulle labbra come sempre,spiccava un lucido appena rosato ,capace di far risaltare al massimo la sensualita´ della sua pelle, evidenziandone in contemporanea l´estrema delicatezza d´espressione.
Ed improvviso e tanto atteso ,lui arrivò.
Sentì immediatamente lo sbattere tipico dello sportello ,e quel suo salire in fretta i gradini ;si diresse veloce verso l´ingresso ed in attimo se lo trovò dinanzi.
Descrivere era difficile.
Era gioia e palpitazione ,era sapere quello che sarebbe successo ed andare oltre contemporaneamente ,ma , furono subito le loro mani a parlare, mentre le parole si inseguivano a mozziconi prese in un vortice continuo di baci senza piu´ tregua.
Ed in un attimo non si trovò piu´ addosso la maglietta , era sdraiata sulla stuoia ,nel grande divano doppio del soggiorno.
Sentiva perdersi la pelle sotto i suoi baci e, le mani ,brivido infinito,volevano quasi arenarsi sui seni ,ma era impossibile,vista l´invadenza ,senza soste, di onde che, cavalloni non erano ,ma di certo neppure ,mare piatto .
E lei, abbandonò il suo capo sul cuscino ,e non ebbe piu´ la forza di tenere aperti gli occhi.
Era dentro una miriade di sensazioni .
L´abbandono reclamava il suo spazio mentre desiderio e senso d´amore lavoravano in ogni piega del suo corpo ,in un crescendo che veniva sentito, e condiviso, dall´altro corpo, in piena burrasca.
E leggere le sue mani, accolsero sul petto, quel capo amato , e le sue labbra baciarono e baciarono fino a non ricordare più.

E improvviso il gusto di immergermi nel mondo
E senti improvviso il gusto di immergerti nel mondo.
E ti infili una giacca di lana e scendi le scale e già il portone è alle tue spalle.
Ti guardi intorno e le mille cose di sempre le vedi diverse-
Donne già con i sacchi della spesa vanno ...una frettolosa , una stanca per il peso ,una annoiata ,una che parla da sola,persa nei suoi problemi.
Pensieri tristi ,sereni ,perplessi, nervosi ,vuoti ; li vedi disegnati sui visi e ci cammini in mezzo.
Il sole , a fasce di luce , gioca con i prospetti dei palazzi e luci ed ombre si vivono senza fratture.Nella villetta ,due spazzini ,segnalati in arancione ,fermi , discutono concitati .Sorridi,forse si contendono i pezzi di appartenenza dei marciapiedi da ripulire.
E file di macchine ordinate aspettano i loro padroni.Storie diverse le loro.Ricche e superbe alcune, dimesse e sporche altre, ma tutte silenziose e pronte ad aspettare il loro riavvio.
E sbirci in piazza nella farmacia ,sempre piena ,sempre gente che soffre.
Hanno messo finalmente una panchina con tettoia alla fermata dell´autobus , dinanzi alla villetta ..
Sorridi ancora ,pensando alle mille telefonate e segnalazioni che hai fatto per raggiungere l´obiettivo.
La tenacia e la gentilezza alla fine ---hanno disarmato ...l´indifferenza.
Quatto vecchietti con i sacchi della spesa vicino ai piedi , ci si riposano.
C´e´ il mercato a due passi da "questo salotto... bene ..." di città , e tanta gente viene da lontano per risparmiare.
Sembrano pochi euro al giorno , sono tanti di risparmio a fine mese ,non è più facile far quadrare i conti con un solo stipendio in casa o pensione che spesso offende il duro lavoro di anni.
E macchine vanno veloci e cerco di immaginare in un gioco fantastico le loro mete ,dalle espressioni dei conducenti.
Arriva l´autobus è già pieno, salgono gli anziani ...dovranno restare in piedi ,rifletto.
E´ tanto l´umano che gira ed io sassolino ,in mezzo a questo grande cerchio dai confini non visibili,
ho imparato che anche il sorriso di uno sconosciuto ,a volte ,può aiutare ,anche per un solo attimo ,per la meraviglia che quasi sempre suscita in chi lo riceve....è un estraneo che sorride ...e per un attimo , devii da pensieri piu´ gravi..e chissà , che dopo non ci ritorni sopra , più fiducioso , smussandone un po´ gli angoli.
Ed ora mi immergo io ,in questo sole di settembre , ed ho una gran voglia di fermarmi ,di allargare le braccia al cielo , di guardare le nuvole sollevando il viso...e.stamattina mi direi proprio..."e non ti lamentare ,sei fortunata , sei sana ,con acciacchi ,magari ipertensione ,ma sana,qui non esplodono bombe, sorridi e se puoi ,porgi una mano a chi è solo ,li vedi sempre per strada ...sono persi ,spesso fermi ad un angolo ,e guardano ...sguardo nel vuoto ,oppure viso chiuso ,seduti nella villetta a rimurginare ,neri.
Non ti chiedere chi siano ,non fare commenti sui loro vestiti ,sieditici accanto e così ,come per caso inizia a parlarci ,anche se non ti risponderanno ,ascolteranno.
Così .. due parole ,diventano ,se saprai farlo ,un caffè e poi ,forse ,un sorriso ricambiato ,un credere che improvviso si risveglia.
Anche questo è un contributo alla guerra solitaria che ci affligge nell´anonimato delle città.
Un sorriso contro il disinteresse ,un sorriso contro l´odierno , terribile,----- terrorismo ..."casalingo".

Vincere nel giusto, è anche, sapere lottare.
Salii le scale tutte d´ un fiato.
La nuova sede.
Ero in città finalmente...
io ,il più giovane per la mia provincia, all´interno del concorso fatto, per la giovinezza...ultima a rientrare in città....!
Entrai in segreteria,mi accolse un´atmosfera senza colore ,gentilezza fredda.
Mi presentai, mi porsero la mano.
Mi sentivo scrutata,io stanca mi vedevo attorno sonno vestito di noia.
Sei anni in quel difficilissimo paese formano , ma sfiancano i vissuti senza respiro.
Entrai nel locale destinatomi ,anonimo.
Mi stonava qualcosa ma non capivo.
L´edificio era immenso, decisi di osservarlo da sola ,nessun commento per contorno.
Volevo ascoltare i muri.
Giravo ; senza parole , il sole mi dava compagnia attraverso le grandi vetrate ,unica cosa viva in mezzo a macerie.
Era sconcertante l´abbandono.
Aule sporche ,pareti non vedevano bianco da anni.
Banconate sventrate.
Pensai che la guerra aveva dovuto lasciare molti edifici così.
Mi sedetti dentro un´aula; brandelli di cartellone imbrattati di olio pendevano dai muri.
Una classe prima.
Ed all´improvviso capii la stonatura.
Unici locali puliti in quell´immensa sporcizia gli uffici .
Ritornai indietro; adesso il solito manierismo di facciata stava cominciando a creare abiti di falso lusso.
Tagliai corto.
Chiesi il Bilancio.
Sguardi esterefatti mi risposero.
Due occhi pungenti mi osservarono freddi.
Tenni il mio di sguardo immobile nell´attesa della comprensione muta del comando dato.
Aspettai ferma ,impassibile.
In silenzio ,mi si porse il Bilancio.
Andai alla voce contributi comunali.
Una cifra enorme.
Accanto annotato a matita..."da restituire."
Alzai gli occhi , prima di io aprire bocca, una voce mi disse:"Io non gestisco somme del Comune ,non mi compete, le rimando indietro.".
La guardai la voce, la guardai fulminandola soltanto, non era il momento delle polemiche.
Mi misi in contatto con il Presidente del Consiglio di Circolo.
Dieci giorni dopo si assegnarono, per la prima volta ,con gara, i primi interventi per la pulizia e la riparazione di alcune aule ,per la parte manutenzione ordinaria.
Il Bilancio non stette più chiuso in un armadio ,fu pubblicato all´albo con le delibere.
Tutti vennero a conoscenza delle somme; al primo Collegio Docenti ,lo spiegai nei particolari.
Sbigottimento e curiosità mi giravano attorno.
Non avevo tempo per giocarci, comunicai al Comune che se non riparavano i servizi igienici,
lavori ,quelli da fare, non rientranti nella manutenzione ordinaria,non avrei aperto le scuole del Circolo,non avrei iniziato l´anno scolastico.
Sette giorni dopo cominciarono ad arrivare le squadre . Bella Gente ,molto calma e sempre stanca... !

E quello fu solo l´inizio.
..Ben vennero i sei anni fatti come esperienza... nella sede lasciata e scritta con le spine ...
Guardai la mia stanchezza , la salutai , la chiusi in un cassetto e per non sbagliare ,gettai la chiave nel tombino del cortile.

<< Bon nuit mon petit chou >>
Ed all´improvviso sentì che quel suo ritirarsi era l´unico sollievo contro la barriera che le si era alzata ancora dura contro, allontanando da lei quel viso tanto caro.
Lampeggiando la freccia segnalò l´uscita dall´autostrada.
Era ritornata dopo mesi in paese per ritrovarsi ancora una volta ,per capire ,per sapere cosa fare ,con il bisogno grande di riflettere in un silenzio profondo, fatto solo di connotati d´anima ,di mare e di cielo.
La sera portava già nella statale vicino al paese il profumo di terra bagnata. Il cartello di benvenuto l´accolse silenzioso ,assieme al forte profumo di caldarroste.
Per strada gente anziana che rientrava,rare macchine e stradine,mille stradine parallele che disegnavano un grande quadrato su cui giocare lenti i giorni della vita.
Arrivò dinanzi alla palazzina. Fermò la macchina.
Luci nelle case vicine parlavano di tavola e di cena in atto.
Silenziosa scese il borsone dal portabagagli ,aprì la porta ,accese le luci.
Il silenzio l´accolse dentro un ambiente che le fece tirare subito un respiro di sollievo ,per quel potere essere finalmente libera da qualunque controllo interno ed esterno.
Semplicemente se stessa ,solo se stessa ,con le sue debolezze ,con i suoi dubbi ,con la ricerca di soluzioni per problemi che pressavano ormai urgenti.
Fece una veloce doccia ed in vestaglia finalmente si sdraiò sul divano.
Non sentiva bisogno neppure della musica sua grande compagna , ripensava ,riandando ancora ,per parallelo caso, ai momenti della sua vita che tanto l´avevano segnata nei primi anni di gioventù quando la perdita della memoria aveva quasi bruciato il suo futuro
.E la risalita dopo electrochoc dolorosi che per anni l´avevano fatta sentire diversa ,inutile finchè ,lei stessa coraggio a quattro mani ,contro il volere dei medici e dei familiari aveva deciso di sfidare tutto e tutti ,di fronte a quella linea piatta che, altri, per lei ,avevano accettato e che, lei stessa, per due anni aveva considerato come ineluttabile.
Oggetto lei ormai condannato a vivere sotto una campana di vetro,lontana da ogni problema ,da ogni ansia.Come se ciò fosse possibile per un essere che ragionava normalmente.
Quanto glielo avevano ripetuto tutti allora,un vero lavaggio cerebrale che per fortuna aveva prodotto poi la ribellione ad uno stato, che di vita, aveva solo lo scorrere vuoto delle ore.
E la sfida venne,meglio perderlo il cervello che viversi in quello stato vegetativo a diciassette anni.
E senza dire nulla si preparò le materie più dure ,più difficili perché in più, si basavano sul ricordare prefissi ,desinenze ,verbi e cose simili.
La filologia romanza fu una vera prova.
La superò con trenta e con il più burbero dei professori universitari e le altre materie ,per votazione, ci andarono assai vicino.
E comprese lei quello che scomodo a tutti ,non si era mai voluto dire.
La carenza affettiva era stata la vera causa di quella chiusura della mente alla sofferenza umana che dura in quei giorni la fustigava oltre quel logorio continuo, che, da decenni, sottile le tagliava perennemente i giorni.
E ritrovò così se stessa e si ritrovò per essere utile anche ad altri, perdonando a chi tanto male, nel suo profondo e duro egoismo le aveva fatto per tanti anni .
Ci sono torture psicologiche ben più gravi di quelle fisiche a volte, ed alla fine, il viversi, non regge più, ed autodifesa estrema, la memoria si addormenta..

E la vita ora la costringeva a riguardare, a ricordare ,a ripensare con attenzione a stati d´animo, a sensazioni, che aveva vissuto amaramente, capitoli di vita che lei cercava sempre di non aprire mai per il dolore ed il senso di vuoto che, peso a macigno, subito andava ad opprimere il suo animo.
Ma adesso riguardare era necessario per sentire ,per capire un altro silenzio non suo ,ma duro ,nervoso che stava logorando amaramente un essere,un essere che lei amava tanto.

Non lo sentiva da più di un mese .
Gli ultimi msm e telefonate erano stati una continua reciproca sequenza di round in un ring di pugilato.
Colpo contro colpo .
Asserzione contro asserzione.
Era da mesi che come un´altalena questi momenti ritornavano a turbare il loro rapporto già reso difficile da quel viversi lontani ,sempre in posti tanto diversi e legati a lavori, per entrambi, senza respiro,essenze per tutti e due,di forti responsabilità decisionali.

Lei non aveva mai potuto abbassare la cortina di nebbia dietro a cui lui nascondeva molte pagine della sua vita.Il riserbo le insegnava ad accettare questi silenzi perché sempre dolorosi per il soggetto che li manifestava, ma contemporaneamente la rendevano fragile ed impotente nei momenti di difficoltà, ed a nulla era valso il raccontargli la pagina dolorosa della sua gioventù che aveva segnato duramente la sua vita.
Il silenzio e la fuga erano d´obbligo.
E compagna di sempre le richieste di silenzi ,di attese
.All´inizio le erano sembrati momenti... normali reazioni ad un profondo stato di stress ,e da qui intuiva il suo piacere per quelle fughe sui monti con qualche altro amico ,solitari lupi, in un mondo dove unico re il silenzio,l´anima poteva trovare un riparo a quel vivere sempre di corsa.
Ma poi questo silenzio cominciò a riversarsi su di lei ,e la convinzione di una stanchezza ,preludio di un fine rapporto prossimo ,le fece molto male.
Ma neppure questa fu la spiegazione giusta ed a poco a poco dovette silenziosamente ammetterselo.
Ed ora, seduta sul divano ,silenziosa, risentiva gli ultimi scabrosi reciproci attacchi

"...E non forzarmi altrimenti io mi chiudo sempre di più,te l´ho già detto l´altro giorno.
Se vuoi aiutarmi accondiscendi senza contrastarmi.
Io adesso sono di un egoismo spaventoso...
e lei di rimando..
"e lo racconti a me che sei di un egoismo spaventoso?
Io non forzo nessuno ,per me puoi fare quello che vuoi ,tanto... ma non mi lascerò triturare da te, anche la sofferenza ha i suoi superlimiti ed io li ho già varcati. Resta pure a crogiolarti nel tuo egoismo senza senso.
Ok.
Cosa vuoi che dica...sono pure io immensamente triste... mi sembra di vivere un incubo nero e mi infilo amara le unghia nelle mani per resistere ,ma mi chiedo pure ormai che senso abbia tutto questo nostro vivere per scontri..un´attesa infinita la mia di te,un´incubo ormai ,sperando ogni mattina di ritrovarti un po' più sereno.
Come fai a non capire che stai distruggendo te e me senza motivo .
Ogni tuo problema diventa una rampa di scale per allontanarmi..punisci me per ogni cosa che non vedi andare per il verso giusto.
Me, che comprendo!..come fai a continuare cosi?
Amare un essere ,dedicarcisi perché amico caro d´infanzia malato, non significa nel frattempo distruggere tutto il resto.
E comincio a pensare che a te il mio amore profondo non serva, con quel tuo continuo ribadire che hai bisogno di restare solo ,completamente solo ,senza mai condividere con alcuno tanto stato di oppressione che ti rende grigia ogni alba di nuovo giorno."

Eppure , doveva dire che ,era la stessa persona che quando serena le diceva immensamente tenero, anche se sempre schivo...
"Bonne nuit mon petit chou.
Besame mucho.
Sono in viaggio x ...e penso alla nostra ultima notte, un bacio."

E forte il peso nel suo animo ,per quel non afferrare quell´irraggiungibile motivo intrappolato in una stanza scura e sconosciuta di quell´anima, per l´incapacità sua di aiutarlo a farsi libero.
Ed altre frasi di profonda solitudine riaffioravano...
" Non sono più capace di amare.
Ognuno di noi ha un proprio modo di vivere e di affrontare la vita.
Qualunque modo esso sia, il mio, si è cementato ormai, ed a questa età non si cambia più.
Può essere sbagliato ciò che faccio ma alle proprie reazioni si ubbidisce in modo istintivo;
io per primo mi accorgo dell´errore ma la forza per agire diversamente non c´è.
Sono un debole lo so, come so che chi mi sta accanto soffre per questo modo di fare,ma non posso cambiare."
Ed ancora lei :" E tu mi stai lasciando un pezzo ad ogni fermata, ed io ferma immobile che ti osservo ,senza più reagire.
Tu lutto, io luce dispersa ormai inutilmente nel vuoto Nulla.
Ti amo sempre, ma mi hai ridotto al silenzio totale con le tue continue frasi terroristiche che mi dici di prima mattina , non solo la solitudine a cui mi sono abituata in questo nostro rincorrerci nel mondo ,ora... perentorio, arriva, il divieto di dirti altro .
Ed allora preferisco il silenzio, mi schiaffeggia meno del tuo terrorismo quotidiano,e non mi dire che questo è solo un momento.
Perché non parlarne, perché non provare ad aprire o meglio a socchiudere, questa porta visto che rifiuti l´ingresso nella tua vita di uno psicologo con cui rivisitare pagine che ti offendono?."

Ed quel suo silenzio-rifiuto che,sempre a questo punto, scendeva tagliente come una lama ,messaggio di una chiusura senza altra via di scelta .
Ed alla fine la sua decisione era arrivata ferma.
Ed era decisione ferma di cuore e di testa.
-Il silenzio più assoluto finchè non sarebbe stato lui a ricercarla.-
Inutile inseguire un lupo ferito che non accetta di farsi medicare da alcuno.

Ma era molto stanca, si alzò,sentiva adesso il bisogno della sua amica musica.
Sollievo leggero, musica e parole iniziarono a riempire l´aria, a rivestirla di momenti cari ,di tenerezze vissute insieme a lui , in quella stanza .
Muta si sporse sul parapetto della terrazza .
I fanali sul porto erano l´unica anima ancora sveglia in quell´angolo di terra .
La luce verde del faro lampeggiava intermittente mentre ,improvviso ,rombando leggero, un aereo si sollevava dalla pista.Lo seguì nella sua traiettoria finchè non divenne un puntino perso nella notte .
Poi alzò il capo e si immerse nel manto di stelle che limpido brillava e luce in luce ,si perse per un attimo infinito tra le stelle; un pensiero lontano scriveva piano..domani, vedrai,domani...
Libera finalmente, respirando l´infinito, si ritrovò, improvvisamente, seduta e dondolante di gambe e piedi, sul mondo intero, lassù, su quello spicchio di luna in cielo ,da sempre, sua preferita sedia a dondolo.
"Ti amo amore mio ,buonanotte a te".
« Ciao, fragolina. »
"Dolce notte alla più bella e paziente donna ".
« « Bon nuit mon petit chou... » ».  

Più grande di noi
Tokyo, Londra.
Due taxi , due vite in partenza per un incontro..
Pantalone nero lei , corpino di seta aderente che da seduta la infastidiva , sentì le sue mani sfibbiare velocemente i piccolissimi bottoni che lo decoravano chiudendolo a pelle , davanti. Ed il suo corpo, morbido, respirava , ora, correndo attimi di nervosismo dentro una frenesia che sempre più imperante stava impossessandosi di lei.
Larghi occhiali marrone modellavano il suo viso , chiudendo ad occhi indiscreti le sue più profonde emozioni.. I capelli lunghi , tirati indietro con un fermaglio , le ricadevano sulle spalle. Schiuse le labbra appena e con una parola sola diede la destinazione---aeroporto.
Ferma , braccia allungate sulla elegante borsa tenuta sopra le gambe, osservava silenziosa farfalla, le sue stesse dita. Sguardi regalati a pensieri ben lontani dal luogo fisico dove il corpo viaggiava.
Le sembrava quasi impossibile quel ritrovarsi proprio quando il cuore ormai non parlava piu´ dei suoi stessi desideri.

Guardo´ l´orologio ...sei ore , sei ore per ritrovarsi, sei ore per ricompattare vari puzzle della sua vita..e lui, sempre.
Si ripensò nell´ultima volta tre mesi prima. Si rivide ; donna poggiata al tramonto sulle assi povere di un lungomare in legno in un paesino sperduto del mondo..
E quel suo particolare modo di tenersi con entrambe la mani la nuca, capo sospeso nell´aria per assorbirla fino in fondo, con il vento che le girava attorno i capelli che , mossi dalla brezza , le strisciavano sulla spalla destra attraversando a ciocche sparse , a volte , anche da sinistra i suoi seni alti.
Viveva momenti intensissimi.Uomo particolare il suo , difficile ed immensamente tenero , nobile con quel suo sentire profondo , sfuggente sempre, nel mostrarsi nel suo nudo d´anima.
E poi , quel lavoro che portava entrambi su strade tanto diverse per il pianeta Terra.
Erano stati giorni d´incanto dove il viversi in due era diventato magia unica , nel sentire insieme emozioni e sensi , nel vivere e nel viversi nell´abbandono infinito di un dopo, che, sempre , suggellava intensamente le loro stesse esistenze.
E quelle risate che, improvvise la sera a ristorante o per le strette traversine da fiaba del paese , ancora le risuonavano dentro ..

E dopo, la vita che riprende i ritmi normali ed un silenzio che , malattia improvvisa, aveva allontanato piano piano la sua voce amata dai suoi giorni. E lei che discreta , conoscendo questi improvvisi bisogni di solitudine , aspettava.
Ed unici messaggi , msm da baite di montagna , da scalate , che rabbiose a volte erano sfide alla vita , altre volte invece bisogno silenzioso di risposte da trovare.
Ed i mesi pesanti erano passati , e due giorni prima lo squillo del telefono e la sua voce calda che semplicemente le diceva " Possibile per te incontrarci?"..niente altro e lei che , senza un attimo di esitazione, si sentiva rispondere semplicemente con un monosillabo-"Sì".
Ed il delegare immediatamente impegni già presi , e telefonate che si incrociavano tra uffici europei ed asiatici, e finalmente , sul taxi, in aeroporto..
Aveva bisogno di rilassarsi .almeno un´ora , quella disponibile; leggera scivolò sul sedile , poggiò la testa socchiudendo gli occhi.

Il taxi si aprì all´istante. Scattante il suo corpo entrò , mentre la voce indicava come meta l´aeroporto.
Le ultime ore erano state particolarmente frenetiche
I collaboratori più fidati erano stati coinvolti immediatamente in un extra di quattro giornate di lavoro.. "diverso"... il suo, quello che alla fine concentrava le decisioni importanti e definitive da prendere..
Finalmente solo.
Era riuscito a cambiarsi ed ora la camicia bianca aperta , sbottonata al collo e nei bottoni terminali , la morbida giacca di leggero panno , i comodi pantaloni marrone , gli iniziavano a trasmettere una sensazione di benessere, fuori dal vorticoso giro dei suoi affari giornalieri. Nel silenzio di una guida discreta, già fuori dalla città, il suo viso era molto concentrato, quasi pesante per i ricordi.L´espressione dei suoi occhi rifletteva una stanchezza antica , un dolore che muto si mostrava all´anima..
Polsi sulle ginocchia , giocherellava con le dita , rifletteva.
Aveva tolto sia i fini baffetti che il pizzetto , quasi a volere chiudere con un periodo problematico.
Ultima la morte del padre, che aveva gettato sulle sue spalle di uomo forte ogni decisione della grande azienda di famiglia
Adesso,.i suoi capelli erano leggermente lunghi e tirati indietro.
Scorrevano flash di immagini varie , dal forte lavoro , a quel rifugiarsi in ogni momento libero , lui solo , in montagna o al mare, quasi a riprendere respiro di fronte ad una vita che, arrogante e prepotente , gli toglieva sempre più ossigeno .
E poi , silenziosa , con il suo stesso rilassarsi, arrivò lei.
La rivide sotto la doccia , occhi chiusi ad assorbire ogni attimo, intensa , il piacere dell´acqua che forte scorre a pelle; bagnati i lunghi capelli le ricadevano sul lato sinistro del corpo toccandole il seno pieno e sempre invitante.
Era piu´ che bella , intensa; intensa in ogni suo gesto , in ogni suo sguardo , in ogni sua parola non detta , perché per lei parlavano gli occhi prima delle stesse parole.
Solare sempre , riusciva a sorridere anche quando la tagliava il dolore , sempre .
Affermava, spiegando quella sua presa di posizione nella vita , che ognuno , ha il suo di dolore nei giorni , quindi , ..."Perché appesantire con le proprie tristezze gli altri?".
E quel suo sguardo particolare , quando arrivava silenziosa , una richiesta piena d´amore , e la posizione ...l´interno del polso poggiato su una tempia con le punte delle dita che giocherellavano tra i capelli , mentre, quasi a racchiudersi in una prossima emozione , l´altra mano , si portava veloce a metà dell´altro avambraccio , stringendolo delicatamente , ed un sorriso largo rispondeva con gli occhi che guardavano fissi.
E quel raggomitolarsi in poltrona con solo slip e reggiseno, sempre eleganti e sobri, anche quando estremamente ridotti , con quel modo tutto unico di riunirsi le gambe sotto le ginocchia , mentre le braccia , si poggiavano larghe sul divano ed il busto, espressione fiera di quel suo carattere indipendente, restava sospeso in aria , dritto , quasi di cerbiatta in attesa. Il viso, allora , improvvisamente diventava serio , intenso , con le labbra appena schiuse.
Lei era dentro il suo essere ormai da mesi , e sapeva di essere ricambiato nei sentimenti , ma quella sua ritrosia nel creare legami fissi, lo bloccava in maniera totale, troppo bruciante ancora, dopo decenni, la sua esperienza di figlio tradito da genitori troppo indaffarati a rincorrere successo e ricchezze ...e dissapori continui ...e separazioni.

La porta del taxi si aprì con discrezione. Il viaggio era stato piacevole e lei aveva cercato di rivivere tanti momenti particolarmente cari per capire , per vedere se qualcosa dentro si fosse rotto o cambiato. Le sue lunghe gambe, con uno scatto leggero, furono fuori e pochi minuti dopo, era in camera..
Amava molto quella città e quella stanza . L´aria antica dell´arredo, i tetti decorati in stile liberty, la facevano stranamente sentire quasi a casa. Una doccia veloce e subito indossò un morbidissimo vestito di delicatissimo chiffon verde scuro . Non aveva nulla di particolare ed aveva tutto. Classico, molto scollato davanti, maniche aderenti e lunghe, unica civetteria lo spacco laterale che ad ogni movimento lasciava intravedere la parte alta delle gambe , sopra al ginocchio.
Ed improvvisamente si sentì triste; seduta sul bordo del letto in ferro battuto , si perse in un pensiero di futuro che non riusciva proprio a leggere. Lentamente , quasi risposta corporea a questo suo enigma di vita , pettinò a treccia i lunghi capelli , girando la treccia morbida attorno al capo, sulla fronte alta , dove i capelli , divisi al centro , facevano risaltare la pettinatura e l´espressione del viso, che con gli zigomi alti , le donavano , a volte , una espressione di dolce malinconica attesa.

Un colpo discreto la svegliò improvvisamente da quei pensieri.
Apri´ la porta che si richiuse da sola , e lì sulla parete sentì morirsi dentro. E lui con le sue labbra, occhi chiusi, perso tra i suoi seni e lei che, intensa, con le mani stringeva forte quel viso amato, vicino alle orecchie, tra i capelli, a dita larghe, quasi ad accoglierlo immensa. Dovette poggiarsi forte alla parete ed il suo capo si abbandonò sul muro , ed i suoi occhi chiusi , erano l´anima adesso mentre le labbra che avrebbero voluto parlare , non riuscivano a dire nulla, solo socchiuse , lo sentivano , immenso, corpi schiacciati , l´uno contro l´altro , staccati ed uniti insieme...
Il silenzio parlava per entrambi e sensazioni ed emozioni erano vertigini , erano desiderio , tenerezza , passione , amore immenso che si ritrovava più forte e più grande dei loro stessi esseri .

E si ritrovarono vestiti sul letto , e lei piu´ in alto, poggiata sul cuscino , che tenera gli carezzava dolcemente il viso e piano , delicatamente gli sfiorava il petto con la mano dentro la camicia...
E lui che sereno d´occhi senza parlare la fissava incrociando le gambe , ancora entrambi con le scarpe ai piedi.
E le mani di lei , lente che scivolavano sui bottoni ed il suo sorriso impossibile da resistergli...

E silenziose, ma parlanti le anime , si erano salutate ed abbracciate , ritrovandosi piu´ care e vicine di prima.
E lui sentì il bisogno di una doccia velocissima. E lei , riconcentrandosi , sciolse quella lunga treccia, e morbidi i capelli la avvolsero . .

Scivolò lentamente il vestito di chiffon e lentamente la ricoprì , delicata , una camicia lunga di raso viola con maniche di chiffon. Sentì il bisogno di distendersi ed a piedi nudi si avvio´ sul boudoir che, lungo, la prese in grembo. E le gambe , non riuscivano a distendersi , voce di desiderio e di passione accesa , si arcuavano in aria , ad angolo , talloni sul tessuto.
Parlavano silenziosi i suoi occhi , persi in un immenso sentire umano che intriso d´essenza desiderava adesso una unione infinita di corpi , e labbra chiuse , intense ,le sue, aspettavano mute , mentre, silenziose le mani scrivevano lettere sconosciute sul tessuto.
E lui , usci´ dal bagno e lei parlo´ senza parlare

Ti guardo
seria
Ti vivo
attenzione
ed essenza
mia primaria
Amore
il mio corpo
discute
Amore il tuo
risponde
Ed è viversi in uno
Ad angolo ,ancora,
le gambe
si raccolgono
A pelle
emozione
le tradisce
Passione e dolcezza
Avvolgono

Occhi miei scrivono
il presente
occhi tuoi continuano
al futuro

Ed attimi eterni fissano immensamente due vite , pelle ed anima. Sintesi, i corpi abbandonati sul letto , oltrepassano ogni desiderio , vivono ogni passione ed uniti ma sfiniti poi si staccano ... Abbandono infinito ripassa, per raccontare alle stelle, quel momento d´amore immenso che la vita ha cucito addosso.

E lente onde
il mare
li accompagna
E pace
infinita
li invade
E l´anima
respira
E il silenzio
sfiora...
Abbraccio...
Silenziosi
due cuori
si raccontano
i giorni.

Dorme lui , di traverso sul letto , il suo corpo si poggia , tenero , sul ventre di lei .
Dormiveglia lei , distesa lunga sul letto , braccia aperte alla vita , solleva piano una gamba ritirandosi un poco il piede .
Sorride silenziosa, ricama incanto a pelle , nel ricordo di ogni istante ed intensa donna, avvolge, rassicurante, l´uomo che infinitamente ama..

Sì ...più grande di noi questo amore che scrive i nostri giorni... e Capire è chiave nella vita..


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