Racconti di Antonia Scaligine


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Leggi le poesie di Antonia

Il sogno
il cuore ha mai provato sofferenza
quando ha inseguito i propri sogni...
(Paulo Coelho)
invece a me è capitato il contrario.

Prologo-Si tratta di un sogno in cui si è convinti di essere svegli e magari si avverte anche la presenza reale di qualcosa o di qualcuno accanto al letto. Allora si cerca di gridare, spesso la voce non esce... oppure ci si lamenta o si grida. Di solito sono talmente realistici che quando ci si sveglia si resta scossi per un po'. A me è successo tante volte e spesso mi sono detta che quando in sogno incontrerò un personaggio ostile o minaccioso, non fuggirò, ma mi fermerò e lo guarderò in faccia. Mi ero ripromessa di farlo ...ma stanotte, invece, non c'era da mantenere nessuna promessa, quell'uomo orrendo che aveva tormentato la mia infanzia era là, presente e reale nel mio incubo! Fai della tua vita un sogno, e di un sogno, una realtà."non ricordo bene chi lo disse, ebbene io in un sogno ho rivissuto una realtà che
avrei voluto non ricordare più.

Da un sogno alla realtà-Mancava poco all'alba, la prima luce biancheggiava nella mia buia stanza e quel sonno non voleva andare via, anzi cominciava ad avere la meglio sulla mia paura.
Le mie palpebre erano ancora inchiodate le une con le altre, ma io non volevo più riaddormentarmi, perché dormire è sinonimo di sognare, ed era proprio questo il motivo per cui avrei preferito l'insonnia al sogno che avevo fatto la notte appena trascorsa. Era stato sufficiente chiudere gli occhi per entrare da protagonista in un episodio realmente accadutomi. Che si tratti di un istinto al disordine interno o di una paura nel confrontarsi con la vera realtà, sta di certo che alcuni brutti episodi della vita, con un sogno, con una inconsueta comunicazione dell' inconscio possono risvegliarsi anche quando sembrano ormai del tutto cancellati dalla mente. Ebbene, io vorrei poter penetrare nel mondo dei sogni, capire questo mondo onirico di cui parla tanto Freud, la cosiddetta autoanalisi, vorrei poter capire questa fase del sonno detta "REM" così come viene definito in termini tecnici . Stando a Freud, il sogno è solo il nostro inconscio che si manifesta e che ci permette di accedere ai contenuti repressi e al modo di lavorare dell'inconscio stesso.
Quando dormo , vorrei che ci fosse una specie di censura che permettesse alla mia coscienza di eliminare tutte quelle parti che mi rendono la notte, per non parlare del giorno, inquieti. Il sogno è così pieno di sfaccettature che ti rendano la notte e la mattina, assolutamente insopportabili.
Tralasciando quindi ogni preambolo, inizio subito col dire che:
«Quella mattina mi ero alzata più depressa e più "incazzata" del solito.»
«Ma che cosa ti è accaduto questa notte? Che cosa ti tormenta? posso saperlo? Sono davvero stufo di sentirti gridare e lamentare» disse mio marito, che come un fantasma era apparso alle mie spalle.
«Cosa che io odio è sentirmi qualcuno che mi parla alle spalle. La tua veemenza supera i limiti della tua delicatezza ...ma perché sei sempre così poco delicato quando devi dirmi qualcosa, oppure quando mi scuoti la notte affinché io mi svegli dal mio incubo... forse credi di fare la cosa giusta? O forse credi di cancellare il mio sogno o il mio incubo?» risposi con impeto a mio marito.
«Non fai altro che svegliarmi in modo tale che io possa ancora meglio ricordare il sogno che mi aveva tormentato e che mi aveva fatto gridare e di conseguenza non riuscire più a riaddormentarmi» dissi alla fine esacerbata.
Con un sorriso un po' forzato, mi volto verso di lui e, tralasciando tutti gli entusiasmi, gli chiedo solamente:
«Vuoi il caffè?»«...Il caffè...!!»«Be! Sì...!! Il caffè...!!» gli ripeto.
«Cosa c'è di meglio la mattina di una buona tazza di caffè che rabbercia una giornata storta, desta la sonnolenza, ferma l'istante amaro, dolce, con quel rumoroso cucchiaino roteante che scioglie quel pezzetto di zucchero e ti fa vivere, godere, inebriare, fa palpitare il cuore e pulsare la mente. Nero, corto, lungo, amaro , dolce è sempre buono e se al mattino ben lo gusti, il giorno, ben lo accogli, e la vita ti sembrerà più bella... Basta solo guardare quei filini di fumo fumanti, dall'aroma aromatica, che dalla moca finiscono nella tazza a liberarci dal pensare insonnolito e svogliato e... spero che mi liberino presto anche da te» continuai sorridendo col decantare il mio caffè, ma questa volta scherzando. «Beh! non esagerare come sempre ...è vero che ci vuole un buon caffè ..ma non fare come sempre un poema per ogni cosa...» disse mio marito.
Un buon caffè certamente non può cambiare quel sogno lucido che era lì ancora nei miei pensieri, credo che sia proprio impossibile.
Ma quel suo glu... glu... dell'odorosa miscela che arrivava alla fine della imboccatura della caffettiera e si versava un po' sul piano cottura della cucina... era davvero una delizia sentirlo e inalarlo!
Mentre aspetto lì, in piedi accanto alla macchinetta il momento di sedermi e bere in santa pace quel caffè, mio marito e il sogno ormai mi avevano rovinata la mia giornata.
«Dal momento che consideri la tua ansia e la tua paura come fattori sufficienti per vivere nel tuo mondo, invece di svegliarti, la prossima volta ti lascerò nel tuo incubo» proferì mio marito mentre andava via.
«Perché no! Ma piantala, per favore» gli gridai.
Anziché rispondergli come era doveroso, mi sono impegnata a bere quel cazzo di caffè, non volevo pensare né a lui e né al mio sogno, ma non era possibile perché ero così turbata e, quanto più cerchi di allontanare un pensiero sgradevole, più quello ti ritorna immancabilmente alla mente.
Con uno sforzo di volontà, molto chiaro però, avevo davanti ai miei occhi colui che aveva tentato di violentarmi quando avevo appena sei anni, e che avevo completamente cancellato dalla mia mente. Confesso che il primo choc psichico certamente è qualcosa che non si dimentica mai, però con il tempo tutto cade nell'oblio, invece, eccomi, il mio oblio si era ridestato attraverso il sogno di questa notte. Questi sogni, sono l'incrocio tra sogno e realtà, il cosiddetto "sogno lucido" Magari fosse stato solo un sogno! ma ciò che avevo sognato era davvero accaduto!
Era il tredici giugno, festa di S. Antonio,ricorreva anche il mio onomastico. Il mio nome non era stato scelto per caso da mia madre, ma solo perché era devota a questo Santo, ed era anche convinta che io ero viva solo grazie all' intercessione di S.Antonio.
Abitavo in quelle case nel borgo storico della città. Un maestoso palazzo con quei portoni enormi con due maestose ante, attaccate tramite grosse cerniere di bronzo. Un battente, quello più grande, era sempre chiuso, l'altro, più piccolo, restava aperto e solo la sera veniva chiuso con un grosso chiavistello
Il palazzo era molto antico, di appena tre piani, con la mia famiglia occupavo l'ultimo piano, un abbaino abitabile che comunicava con il grande terrazzo che era anche il solaio di tutto il palazzo Non avevamo finestre che si affacciavano sulla strada, ma solo questo grande terrazzo con il quale si saliva mediante un piano inclinato, pavimentato con il catrame, materiale impermeabile e scuro, ed era l'unico modo per respirare l'aria di Taranto, del mare e vedere il cielo, ma non potevamo giocare o camminare perché il rumore dei passi disturbava i signori dei piani sottostanti abitati da famiglie benestanti, non solo economicamente, ma anche di ceto, "famiglie nobili" come diceva mia zia.
Per noi bambini diventava anche troppo pericoloso giocare da soli su quel grande terrazzo, perché non essendoci i parapetti o le ringhiere di protezione potevamo facilmente cadere in basso con il rischio di morire.
Ma la gioia era davvero grande quando mia madre saliva per sciorinare al sole i panni dal delicato profumo del sapone di Marsiglia. Io, insieme ai miei cugini e sorelle, eravamo pronti ad approfittare di quel breve momento e girovagare come bambini impazziti, felici di essere all'aperto.
Rientro nel sogno-Vedevo con chiarezza la mia vecchia casa, con il bagno sul pianerottolo, con quelle screpolature del vecchio intonaco che disegnavano quelle macchie enormi di umido. Tornavo a vedermi bambina, carina, magra, con i lunghi capelli castani a boccolotti che mi arrivavano fin sulle spalle, con indosso un saio ben pulito e profumato, con il lungo cordone bianco e i sandali marroni.
Ogni tredici di giugno, mia madre mi vestiva sempre così, con questa tunica simile a quella del Santo per un fioretto che lei aveva fatto quando, dopo alcuni giorni dalla mia nascita, non davo più segni di vita a causa di una brutta malattia alla gola.
Accanto a me vedevo un uomo, non più tanto giovane che portava sulle spalle un sacco di iuta grigio e fetido , quei sacchi che portavano sulle spalle i vecchi spazzini di un tempo, quando, casa per casa andavano a ritirare la spazzatura.
Ed ecco assalirmi di nuovo la paura, mentre la mia attenzione si arrestava sulla faccia di questo uomo sporco ed infido.
Poi sentii il grido di mia madre che si ripercuoteva per tutto l'androne del palazzo, la vedevo salire di corsa, a due, due i gradini delle rampe delle scale, e sentivo quell'urlo diventare sempre più una invocazione di aiuto.
«Che succede?» Si chiedevano le persone che nel frattempo erano uscite dalle loro case.
Ero lì, davanti alla porta della mia casa a porgere al "mondezzaio", così io lo chiamavo, il bidone dell'immondizia. Ero da sola, anche se mia madre aveva pensato che in casa ci fossero le mie sorelle più grandi.
Non capivo cosa volesse da me quel vecchio, mi aveva solo chiesto un bicchiere di acqua, ed io sono entrata in casa e, mentre lo riempivo, sentii quel vecchio sorprendermi alle spalle, prendermi per il collo come se volesse strozzarmi e incominciare a toccarmi. Ero troppo ingenua e piccola per capire che le sue intenzioni erano tutto altro che quelle di rubare o uccidermi. Lo respinsi con tutta mia forza, emisi prima un fremito, come se un urlo di paura mi si fosse bloccato in gola... poi un farfugliato a-i-uto e infine, per miracolo, da quel tono quasi strozzato, per la prima volta lanciai un grido così forte da poterlo sentire perfino la gente chiusa nelle case, e mia madre che mi aspettava giù nell'androne del portone si precipitò di corsa in mio aiuto.
Cercai di liberarmi dalla sua stretta, ma non ci riuscii, eccolo di nuovo che mi prendeva dal collo, e mi incitava a guardarlo in faccia, tenendomi una mano sulla bocca affinché non gridassi. Ma, riesco di nuovo a gridare aiuto, aiuto, aiutandomi questa volta anche con i piedi che battevo sul pavimento.
Gridai fino alle lacrime e finalmente lo vidi allontanare da me, mentre assistevo alla scena, immobile, smaniosa di fuggire, ma incapace di muovermi.
Lo vedevo mentre apriva la porta che dava sul terrazzo e fuggire.
Senza sapere però che avrebbe fatto i conti con mia madre, che intanto era arrivata sul terrazzo con tutta la rabbia di una madre impazzita e preoccupata per sua figlia, con la sua borsa pesante, lo colpì sulla testa, sul collo, su tutte le parti orrendi del suo corpo, però riuscì a fuggire saltando sul terrazzo del palazzo accanto e di lui non si seppe più niente.

epilogo :da uno sventato stupro è nata la Fede
Come se niente fosse successo,ricordo molto bene come se fosse ora, io e mia madre siamo andati nella chiesa di Santo Antonio a ringraziarlo perché tutto era finito bene. Mia madre mi ha sempre ripetuto che è stato Santo Antonio a proteggermi, e ancora una volta a salvarmi la vita.
Questa devozione così grande di mia madre per questo Santo, il suo voto che aveva fatto quel giorno che mi risvegliai dal coma, mi impegnava ad andare con lei in chiesa, a distribuire il pane ai poveri, a vestirmi con quella tunica marrone come l'abito di Sant'Antonio e di andare dietro la processione, solo per questo fatto, io mi sentivo quasi più fortunata e privilegiata delle mie sorelle.
Tutta quella sua devozione l'ha trasmessa anche a me,e ancora oggi prego sempre il mio Santo protettore.
Anche se il tutto potrebbe apparire solo una mia sensazione, ma per ben tre volte io sono stata miracolosamente salvata, proprio nel giorno "tredici Giugno". Sarà stato un miracolo! ...pensate ciò che volete, la verità è che io sono qui a raccontarlo, pur se il tutto mi si è ripresentato in un sogno, ma testimone direttamente di un fatto, visto, toccato e sperimentato da me ..o forse impresso da mia madre, chi lo sa ...ma se Dio vuole, può operare attraverso un Santo .
"O pensi, o credi " diceva Schopenhauer,
ebbene io credo.

diario di viaggio- Parigi -
[ corretto e modificato nel 2008 ]

<Mesdames e monsieurs,
et voila Paris les autres
villes sont villes >


Appari per magìa, come ventaglio ostenti magnificenza, non sei citta, ma universo da scoprire e riscoprire. Arte e bellezza a diventare tutt'uno, come lacrima e stella, semplicemente sfiorandosi. Diversa, e sempre bella, mutabile e affascinante. Spumeggi nello Champagne, sobria e luminosa, dall'aria profumata di platini e fiori.
Infiammata da passioni e rivolte, distrutta, sei rinata sempre più florida: 'fluctuat nec mergitur', e da un'ansa della Senna emergi. Come Venere magnifica. Ed io a scivolare sui bateaux-mouches per meglio accarezzarti.
E l'Arc de Triomphe, Place Des Etoiles, il trionfo della pace. E l'urlo unico della Marseillaise a risuonare sempre e ancora nelle meraviglie dei caffé dove il mondo s'incontra, perché Paris est une monde. Di cimeli sacri, croci e calici avvolti nel mantello dell'ambizioso Napoleone che sono diventati tesori della grande storia. Mentre Notre Dame, solenne e possente di architettura gotica, dà serenità ai cuori nonostante i mostri di pietra, in meditazione sul destino dell'umanità.
Cera una volta una piccola abbazia, proprio dietro all'enorme palazzo di giustizia nella cui cripta sorse una chiesa: Sainte Chapelle, nobile e slanciata, gotica senza le mura dai capitelli ornati di foglie e frutti; le grandi finestre e i profondi portali ricamati di torri e guglie, i pilastri alti e compatti uniti sulla cima in chiave ogiva.

E blu, blu colore del paradiso, a predominare negli sguardi. Et voilà le Sacre Coeur, tre cupole candide a far brillare la chiesa della speranza che sembra fatta di zucchero filato. Il Sacré-Coeur (Ceur suona come “sorella”) di Montmartre sembra di zucchero filato: vero. E’ luogo di scale, di incontri e passioni veloci… e trampolino candidissimo di decollo per qualunque pensiero voglia sorvolare l’intera città, telecomandato da un dito, guidato wireless e con instinto a percorrere, ancora una volta, quelle strade consumate. Da lì – e da quel volo - basta scippare qualche secondo all’estasi famosa derivante dalla visione della insigne torre, sulla destra, illuminata grandeuristicamente, e dedicarlo a luoghi meno rinomati, a forme e colori che dipingeranno, poi, un viaggio più intimo. Forse più lirico.
Ed ecco due altezze ad incontrarsi, sacro e profano, la Tour Eiffel simbolo di forza e determinazione.

Parigi ,città dove tutto
risplende di grandezza
dove anche in una pozzanghera
o in quei rivoli di acqua
lungo i marciapiedi
può risplendere il sole.

Dove anche un rumore
nella notte silenziosa
può diventare musica
per quegli artisti di strada.


Città diversa
cammini imprecisi
anche i pensieri,
qui son diversi,
Di questi cammini, con i quali la Città ti porta a scoprire minuzie enormi di cui è fatta/sorta e di cui sei fatto/sorto anche tu. Di quei sentieri interrotti, percorsi zigzaganti, deviati, sinuosi, anfrattuosi, dentro/fuori, tortuosi, spesso ritornanti, non sempre rincasanti. Di quel modo di uscire e rientrare in te stesso quando non ci pensi, quando esplori senza investigare. Della differenza tra pensieri nati da mamma Trovare e padre ignoto…


Un tal francese scriveva che un vero viaggio non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi.
Un po’ come perdersi e ritrovare una strada giusta che sembrava sbagliata?
Un po’ come lasciare che i sensi guidino la ragione in territori sconosciuti?

Parigi non è una città
ma un mondo in movimento,
da scoprire o da riscoprire
Il suo fascino è nella mutabilità
per essere sempre bella nella sua diversità .
Con le sue colonne binate
e le finestre coronate
con statue decorate ,
il museo di Louvre custodisce
antichità egiziane , greche , romane
orientali, medioevali e moderne.
oggetti d’arte, come il tesoro reale,
immense collezioni di pitture e quadri,

Chi sia realmente una donna fiorentina,
la Monna Lisa , detta" Gioconda"
non importa, perché davanti a quel sorriso
dolce , misterioso di un perfetto viso
c'è una storia di arte e luce

Sulle rive della Senna
di fronte al giardino delle Tuileries,
c’è il Musée d'Orsay
gigantesca costruzione di vetro ed acciaio
sormontata da una enorme cupola
di una vecchia stazione ferroviaria.

Grandi maestri dell’impressionismo
con i quali ebbe inizio la pittura moderna
sono presenti con le loro opere
Monet, Picasso , Degas, Van Gogh,
quadri di Manet e di Renoir,
pennellate libere e nervose
miranti a rappresentare la realtà nei suoi aspetti,
il paesaggio dei boulevards lungo la Senna
i balli e le feste campestre con il frastuono dei caffè
tutto per rendere l’impressione del momento .

La riva sinistra, la "Rive Gauche",
lungo la Senna ,famosa per i suoi "bistrot"
apre la cittadella dello spirito e della cultura,
con quartieri come "St. Germain-del-Prés",
dal nome dalla più antica abbazia di Parigi,

Quartiere più pittoresco di Parigi è “Montmartre “
polo d'attrazione per gli artisti
dominata dalle pale del Moulin Rouge
culla del can-can dove
Lautrec passò le notti per cogliere con il suo pennello
le immagini più caratteristiche delle lunghe e calde notti.

Se il cielo portava nuvole nere
ebbene c’era una Parigi che piangeva
se il cielo era azzurro , Parigi rideva.
Parigi! ci prende un po’ in giro
come un pierrot , un clown ,
ma , è il cuore dell’amore ,
il bacio della panchina,
il Napoleone a cavallo ,
l’artista di strada ,
l’eterno , la libertà e l’uguaglianza .

Nella prima oscurità della sera
la vedevo rattristata e svuotata
ma, al mattino la sentivo brillare .

La favola finisce qui
…e fu così che Notre Dame ,
Paris ,sono apparsi lì
sulla L'"iIle-de-la-Citè

E’ stato coraggio o paura di entrare…?
“Maledizione” mi dico , ed ora cosa faccio ?
Non sono una psicologa, non sono un’assistente sociale , devo solo accompagnare un ragazzo di dodici anni a visitare suo padre in carcere.
Mi sono sempre detta che in un carcere e in un reparto di oncologia pediatrica, non ci avrei mai messo piede.. sia per la paura , sia per la tristezza.
Quando arrivo davanti a quella struttura , nuova ed efficiente ,a due passi da casa mia ,
mi paralizzo davanti al grande portone d’acciaio con l’impressione che dentro avrei trovato uomini terrificanti , visi carichi di odio in uno spazio di due metri per tre , con pareti umide , cimici a frotte , e di vedere volti allucinanti dietro sbarre di ferro,uomini con le mani attaccate alle sbarre come animali di un circo .
Un angoscia feroce mi stringe l’anima , guardo Giorgio che a differenza mia è sicuro e felice di oltrepassare quella sbarra di ferro che chiude l’ingresso . Entrare in un carcere è un’esperienza forte, che rimane impressa per sempre nella mente e nel cuore. Personalmente io pensavo che il carcere fosse una cosa negativa e anche le persone che ci fossero dentro, ma ora ho cambiato totalmente idea..
Deve essere terribile passare degli anni della tua vita rinchiuso in uno spazio di pochi metri in un edificio e non aver possibilità di uscire, di avere dei veri contatti umani e di stare insieme alla tua famiglia, con una serie di complicazioni solo per poter comunicare con essa.

Quanti uomini , donne , ragazzi , sono dietro le sbarre solo perché la fortuna è stata con loro non clemente , o sono stati scoperti con le mani nel sacco? Ma è giusto che stiano là, che espiano le loro colpe.

Però , quanti , pur essendo ladri , continuano ad essere rispettati sotto la loro maschera apparentemente dignitosa , solo perché loro per rubare usano guanti di velluto ?

La cosa più brutta per un padre , o per una madre è non poter seguire i propri figli nella loro crescita, non poter essere lì con loro a condividere gioie e difficoltà, non poterli aiutare nei momenti del bisogno.
La porta d’acciaio si chiude dietro Giorgio , lo guardo mentre si allontana .
Qui ho la sensazione vera di essere una codarda.
Devo dire che quando lo inaugurarono questo carcere mi sembrava moderno e funzionale accogliente ed arioso, invece una volta arrivata lì mi è sembrato spettrale.
Mi fermo , qualcosa mi blocca le gambe …
poi dico :
<Giorgio , vai avanti , ti raggiungo dopo>…ma non lo feci .

Codardia ! me misera vide
chiusa nella stupida paura
sul tuo ricordo piego il mio rimorso
che vive nel mio cuore che lo scruta
anche se sul viso non si scorge.
Spegni la debolezza dei miei occhi
fa, che io sia un po’ più forte.

Il colloquio di Giorgio con il padre è finito e lui si accinge ad oltrepassare di nuovo quella sbarra di ferro lasciandosi dietro solo la tristezza..
Cerco di ribaltare questo mio breve episodio dal momento che non sono più io a giudicare, ma Giorgio a giudicare me .
Ho vissuto fuori di quel carcere una brutta esperienza , non quella di Giorgio, ma la mia.
La mancanza di solidarietà verso i più deboli è spesso una componente grave della nostra vita e dei nostri rapporti con gli altri . …
Nel breve tragitto di ritorno a casa , Giorgio , taciturno non mi rivolge più la parola , fino
a quando lo riaccompagnai alla famiglia a cui era stato affidato. Ora devo assolutamente spiegargli il motivo di questo mio rifiuto ad accompagnarlo fin dentro il carcere, eludendomi dal mio compito.
Devo assolutamente trovare una spiegazione al mio gesto …cosa fare, cosa dire?
Ci pensai tutta la notte , e la mattina dopo , quando mi ritrovai con tutti i ragazzi …
decisi di fare con loro un gioco: “Il gioco della paura”
Ragazzi , tutti abbiamo paura , vero ?
Paura degli spiriti , di quello che ci sembra di vedere nelle cose , di una belva , delle ombre , dei sogni . Avere paura è un po’ come perdersi in un luogo sconosciuto e di non trovare una via d’uscita , possiamo avere paura anche di uno scherzo di cattivo gusto fatto da una persona che consideriamo amica , e questo capita a tutti , anche ad un adulta e matura come me.
Quindi prendete foglio e penna e scrivete ..
“Quale immagine più terribile suscita in me la paura?
E da soli , con disegni o parole cercate di trovate la strada per uscire dal labirinto della vostra paura.
Alla fine mi portarono i foglietti e ognuno di loro lesse ciò che aveva scritto.
Giorgio, un po’ titubante mi porse il suo biglietto , ma non c’era scritto niente…
Ecco ragazzi , tra voi c’è un gigante la cui paura è diventata bianca.
Infatti possiamo avere paura di tante cose e non sappiamo il perché .
Allora lui mi disse ”è tanta la mia paura che non so cosa scrivere”
Ecco, Giorgio , anche io ho paura…ho avuto paura di accompagnarti da tuo padre..
Perché un’amica tempo fa mi ha fatto uno scherzo orrendo, mi ha accusata di averle portato via un suo gioiello.
Uno scherzo fatto così bene e con l’aiuto di suo fratello , una guardia del carcere, mi venne a prelevare e mi portò nel suo ufficio , mi interrogò , e alla fine mi
portò a vedere le celle dove erano rinchiuse le detenute.
Solo quando si accorse che io non reggevo più allo scherzo ..mi lasciò andare.
Questo scherzo mi ha lasciato il segno della paura…
come dite voi , ragazzi?“
“te la fai sotto”! E’ proprio così…ieri , mio caro Giorgio , me la sono fatta sotto!!
La paura è una strega che da impavidi ci trasforma in codardi.
Giorgio fu soddisfatto della mia giustificazione ?

Cosa avrà capito Giorgio dopo l’incontro con suo padre?
Forse più di quello che non avevo capito io.
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Voltaire scrisse nel suo trattato
sulla tolleranza in occasione della morte di Jean Calais:
"Siamo tutti figli della fragilità, fallibili e inclini all'errore e
là dove manca la carità la legge è sempre crudele
la debolezza ha diritto all'indulgenza e la tolleranza
è una conseguenza necessaria della nostra condizione umana."

Genitori fantasmi
- Oggi , Gianni si è beccato una sospensione e…e..e…e…e.-

gridava a cantilena Marco con voce felice e trionfante.

-Finalmente! il genio è caduto dalla sua sedia di bravura e bontà -continuava a gridare.
Ehi! Ehi!! Calma bambini , ribattei io .
Effettivamente il ragazzino è presuntuoso , tra tanti che zoppicano , diciamo, lui è il migliore .
Gianni intanto era lì , sfiduciato, come se gli fosse caduto il mondo addosso , certamente non aveva pensato che poteva succedergli una catastrofe simile.
-Sono scemo e sfortunato ed ora mio padre sarà soddisfatto, perché mi dice sempre :
stai zitto cretino che non capisci niente , e mi riempirà di botte – parlava e piangeva.
Marco lo afferrò per le spalle e gli disse:
-mettila di piangere , tu un padre ce l’hai , anche se ti riempie di botte , io non ho neppure questa sfortuna, come tu la chiami-

Ieri , quando sono ritornata nella mia casa di accoglienza, Gianni aveva un livido sulla guancia e con la testa bassa se ne stava seduto e non voleva neppure mangiare.
Chiamai Marco e gli dissi :-guarda il tuo amico Gianni , ed ora dimmi vale la pena avere un padre simile?-

-Sì ! preferirei un livido -mi rispose .
Eppure nel nostro centro , nato dal carisma di Don Giussani , ci sono uomini che cercano di dare a questi bambini un po’ di affetto paterno . Luogo dove c’è un punto forte di riferimento affettivo ,ma noi siamo solo coloro i quali danno qualcosa e basta …
Il bambino sa che lui non può farsi da sé , che la sua vita deriva da un altro , ma non capisce che tutto quello che siamo , saremo, e che siamo stati non viene da noi . “ Come è umana la mia umanità! “diceva Don Giussani.
Per questi bambini , diversi solo per la loro condizione psicologica ed economica ,i genitori, anche se non esistono o non sono presenti , se li inventano ,e pur essendo assenti , sono presenti sempre in loro, perché sono l’immagine del loro essere. Ecco, questa è la realtà. Davanti a questi episodi , veri, mi sono resa conto che sono cieca , devo riconoscere la grandezza umana e divina che quotidianamente si fa sperimentabile. Il cammino al vero è l’esperienza che ci facciamo nel rapporto con gli altri. Non possiamo cancellare niente , dobbiamo guardare con simpatia tutto ciò che

accade intorno a noi , spazzando ogni forma di formalità , come i bambini che dicono pane al pane e vino al vino, senza cercare sempre di volere a tutti i costi comprendere
”non aspettarti nulla
nonostante tutto
tendigli le braccia
Perché verrà il giorno
che ti verrà incontro
sia con la forza
che con un abbraccio
non ti dirà grazie
ma saranno giorni
che sbocceranno nel domani

Nonno "Brogio"
Lo devo sentire al tatto il vino e a naso me ne devo andare - diceva nonno
"brogio", e domani "uagnoni " all'alba dev'essere pronto il rosseggiante
primitivo . Poi ,alzava la coppa in attesa del gesto augurale e tutti gli
rispondevano in coro, quasi come all'osteria:"Prosit, prosit".
-Ad ogni pressione , mi raccomando, occhio ai colori , perché il nostro
vinum rubrum deve rosseggiare limpido nel tino - continuava a gridare come
un forsennato, come se schizzasse fuori dal panciotto
Nel campo di vigne , al centro della Valle d'Itria, costellata da una
miriade di bianchi trulli , sorge su di una collina ,Locorotondo, con il
suo borgo antico imbiancato con calce viva e disegnato da una semplice
architettura mediterranea, insieme al candore della calce bianca ci sono
anche i sapori dei vini, e levigare l'uva qui è davvero la cosa più
divertente , una festa, anzi una vacanza.
C'è la vacanza con il secchiello e sabbia ,con l'odore amaro dell'erba in
montagna ,dell' amore nuovo, della vecchia amicizia ritrovata , ma c'è anche
una vacanza con un prosit al sapore di vino , con sagre , canti , balli e
concorsi di poesie .Il vino diventa il menestrello nell'estasi di un sogno
senza tempo, e per questa gente la loro vacanza è il vigneto che bruisce tra
feritoie e viticci, e pampini e acini che s'intrecciano freschi tra le
loro mani.
E' il periodo in cui si prepara , si pulisce , si ordina , e si preserva il
vigneto per la stagione della raccolta che deve iniziare nel mese di Agosto.
Lui , nonno" brogio" , sedeva sempre al bordo del pozzo e vigilava i pochi
filari di vigna gravida di un buon primitivo, arreso alla calura, e
sfogliava , come se fossero pagine di un libro, i pampini carichi di raggi
di lune , mentre i fumi del mosto catturavano i sospiri di origano e mente
selvatica
Dopo , stanco , si recava nella sua cantina che s'incuneava nella penombra
che sembrava proseguire giù fino alle viscere della terra. Il vino sotto la
ragnatela di una vecchia cantina invecchiava ancora meglio come un fantasma
buono .
L'eterna sua scommessa era sempre vinta e lo si capiva dal suo cappello
tirato sulla nuca e dal fazzoletto rosso e largo sbattuto al vento .
< scé descìtele à tutt'u munne ce tresòle jé u Curdùnne » ditelo a tutti che tesoro è Locorotondo.
E, un rosso rubino, un Rosè de Rosè , un Novellino diventano lirica , elegia , musica nel vin di Puglia .

La carrozza dei profumi della mia infanzia
E' una fragranza imprevedibile
fuggevole, ma permanente
capace di evocare ricordi
più reconditi.
L’infanzia in campagna
il pranzo di Natale
il mitico odore
del pane appena cotto.
Inciampi in un odore
come in un filo teso
balzando all’improvviso
in una bella o brutta visione.
Ogni ricorrenza religiosa , importante , la mia famiglia soleva trascorrerla dai nonni paterni , in una grande casa che profumava di mele cotogne, di fichi e, soprattutto di pane cotto nella grande cucina a legna .
Le visite ai nonni nel paese , distante quaranta chilometri dalla città in cui abitavo , era l’occasione per un viaggio in treno o in carrozza.
A volte , mio padre , noleggiava una carrozza con cavalli , cocchiere con frusta e berretto , con i sedili imbottiti e il tettuccio a mantice , che si apriva e chiudeva secondo le condizioni atmosferiche.
Si andava sempre al paese a Natale e a Pasqua , e si attendeva con ansia il “pacco” dall’America che rappresentava l’unico dono per noi bambini di una famiglia del dopoguerra.
Io , a quel tempo avevo circa due anni , troppo piccola per ricordare , ma certi episodi quando vengono continuamente raccontati dai nonni , dai genitori , diventano quasi immagini reali.
Mia nonna metteva al centro del tavolo, accompagnato sempre dal racconto dalla sua vita e di quella di suo fratello emigrato in America, il pacco , ed era un momento di silenzio speciale , accompagnato dallo stupore di tutti noi e dall’ansia di scartarlo.
Conteneva stoffe di seta , borse , scarpe ,cioccolata , una vera manna piovuta del cielo. Ma, per noi bambini nessun giocattolo , e non potevamo neppure desiderare di più , perché si viveva quel poco necessario per vivere , per mangiare e per vestirci .Nessun capriccio era permesso perché , il capriccio nasce solo quando ti opponi alla realtà che non ti soddisfa , che non appaga un desiderio , noi non avevamo molto da desiderare , e solo l'immaginazione rendeva sopportabile la realtà nella quale stentavo a inserirmi per timidezza, paura, mancanza di esperienza, la mia era una felicità idealizzata , ma vera , perché ero felice anche per quel poco che avevo.
Per me , i piccoli oggetti , per lo più vecchi , rappresentavano i soli giocattoli con cui giocare ,e una bambola diventava un vecchio asciugamano di colore rosa che vestivo con i miei vestitini smessi . Me la stringevo al petto come se fosse una bambina nelle mani di bambina rannicchiata nell’angolino della mia infanzia incompresa, con l’unica mia compagna , la fantasia.
Un macinino a manovella che triturava il chicco del caffè , era il mio grande divertimento .. e quella polvere marrone e amara che a volte mischiavo con tanto zucchero , l’ assaggiavo di nascosto, con le dita, come fosse crema. Una volta macinata, la miscela si metteva in quelle macchinette napoletane composta da due parti separate da un filtro a cestello. Il cestello veniva riempito di caffè tostato scuro e macinato fine. La parte inferiore della caffettiera veniva riempita d’acqua e si metteva sulla carbonella rovente a bollire . Infine , si toglieva dal fuoco e si capovolgeva velocemente per permettere all’acqua calda di filtrare nel cestello attraverso la polvere del caffè .
Ebbene , ancora oggi conservo quei giocattoli della mia infanzia, il macinino , il braciere che erano segni di quella cultura contadina, un’ eredità da custodire gelosamente.
Il passato , il presente e il futuro sono legati tra loro perché rappresentano il tempo della vita .Il tempo della vendemmia , per esempio, era speciale , e questo lo ricordo bene perché era vissuto allegramente da parte di tutti ,pieno di profumi e di gesti che facevano parte di una cerimonia antica quanto il mondo , il cui lavoro e il piacere si mescolavano secondo il ritmo della vita stessa. Le donne tagliavano i grappoli dorati , cantando raccontandosi le loro storie .Sembra strano che si possono ricordare i profumi , eppure io ricordo l’aroma più genuino del pane appena sformato , cotto nei forni a legna che si portava a cuocere fuori di casa , nei grandi forni del paese, e che io , insieme ai miei cugini , correndo su quelle gradinate bianche e scivolose dei vicoli del paese , portavo dentro grandi ceste . All’improvviso, come per incanto, tutto è ritornato nella carrozza della mia infanzia.
Come guizzi di luce, i ricordi
ci riportano all’antica vita
e memorie obsolete l’animo tagliano
scorrendo tra le dita.
Ma il filo dei ricordi si spezza
e più non si riallaccia
e quel sorriso di bambina
è ormai scomparso .

Il pescatore di merluzzi
Sedeva sempre allo stesso posto,sulla banchina in riva al mare, tutto intento a gettare la sua lenza quanto più lontano poteva e a ritirarla appena la sentiva un po' pesante,
convinto che un cefalo,una don­zella,uno sgombro o un pesce qualsiasi avrebbero potuto abboccare alla sua misera esca: un verme,una mosca e per­fino una mollica di pane.
Trascorreva tutto il tempo in quel posto,anche perchè alla sua età ormai non aveva molto da fare.
Si era fatto una promessa: prima di morire avrebbe preso assolutamente il suo pesce e magari pro­prio in quel posto, là dove tutti dicevano che era impossi­bile trovare neppure l'ombra di un pesce.
I ragazzi corre­vano a frotte in riva al mare,soprattutto nell' estate per vedere quel pescatore accanito e un po' bonariamente ed anche in maniera birbonesca lo insultavano chiamandolo" Cilluzzo del merluzzo".Il suo nome era Francesco,ma nel posto dove era nato e vissuto lo chiamavano Cilluzzo,per quel ciuffetto di colore rossiccio,che gli cascava sulla fronte.
Poi divenne Cilluzzo del merluzzo,perchè per molti anni era stato commesso in una pescheria, giù alla marina. Non si era sposato, perchè non avrebbe potuto mantenere la famiglia col suo magro salario. Aveva un carattere tranquillo,un po' umorista e un po' poeta,soprattutto nei riguardi del pesce,di cui descriveva freschezza,bellezza e bontà,in rima.
Inventava storie,raccontava barzellette che erano diventate popolari dapper­tutto.Una volta,fra le risate generali,a un polpo,che non voleva morire e si era avvinghiato al suo braccio,disse:"Mi dispiace,la tua vita per il mio braccio, che mi serve per lavorare,mentre tu ormai dipendi da me". E con un colpo seccO gli tagliò il tentacolo.Ad un asino,che era bastonato dal padrone,perchè non vole­va camminare,disse:"Non fare il mulo,corri come un cavallo e lascia indietro quest' asino di padrone". Il suo sogno era pescare dei merluzzi di tre o quattro chili,per dare una motivazione vera al soprannome.! pescatori, che tornavano con le barche colme di pesci ,lo avevano con­vinto ad avventurarsi nel mare aperto. I ragazzi lo insulta­vano, cantando:"Cilluzzo del merluzzo al mare pesca bcucuzze(zucchine) e resta all' asciutto" .Per questo dove­va fare qualcosa di straordinario e prese la decisione più seria della sua vita: affittò una barca,la riempì di tutto l'oc­corrente per restare in mare alcuni giorni e una mattina di buon' ora "salpò" dal piccolo porto,verso il mare. All' età di ottan' anni, solo, nel grande mare, un punto all' orizzon­te,si apprestava a vivere la sua bella avventura. Armò le lenze e le gettò tutte intorno alla barca, correndo ora dal­l'una ora dall'altra parte della sua barca e le tirava un po' su a turno rit­mato dallo sciabordio delle onde, per controllarne il peso. E cominciarono ad abboccare tanti, scintillanti e guizzan­ti,di ogni tipo e di ogni grandezza. Sembrava che tutti i pesci dei mari fossero convenuti in quel punto,solo per lui. Intanto giungevano gli spettatori:creature meraviglio­se,che come bambini, facevano festa con capriole, tuffi vertiginosi, spetta­colari acrobazie, riempiendo quel magico silenzio con i loro versi festosi e intelligibili. Cilluzzo era tanto felice che non pensava al ritorno, anzi avrebbe voluto morire là, cullato dalle onde, accarezzato dalla brezza marina e allietato dal canto di quelle creature forse più generose degli uomini ,dolcemente si addormentò .Dalla sua segreta partenza erano già trascorsi molti giorni, per cui il proprietario della barca avvisò la guardia costiera, che subito uscì in perlustrazio­ne. La gente si era riversata sulla riva e preoccupata scru­tava il mare, sperando di avvistare Cilluzzo.
Un ragazzetto gridò:"Arrivano, c'è la barca di Cilluzzo".Tutti tirarono un sospiro di sollievo e i ragazzi battevano le mani. La motovedetta si avvicinava e dietro si intravedeva la barca di Cilluzzo,seguita da altre cose non ben definite. Sembrava la processione della Madonna del mare. Entrarono nel porto e ... meraviglia di tutti, quelle strane cose erano delfìni,che con salti altissimi, evoluzioni, tuffi e riaffiori ripresero il largo,dopo aver scortato Cilluzzo nel porto. La barca, irata a secco, mostrò il ricco bottino: grossi pesci in quantità e soprat­tutto merluzzi. Cilluzzo però non si vedeva ritto a prora, come sarebbe stato logico e ciò mise in allarme la popo­lazione. Si sentivano i bisbiglii, si avvertiva la paura negli sguardi che taciti si interrogavano sull' accaduto. Due mari­nai rimossero da sotto i merluzzi il corpo senza vita di Cilluzzo. Cosa era accaduto? La domanda passava di bocca in bocca e la gente piangeva per una persona,verso cui fino a qualche giorno prima aveva mostrato indiffe­renza o tutt' al più curiosità. Soltanto i delfini sapevano come se n'era andato
il vecchio pescatore, che aveva realiz­zato il suo sogno. E quelle meravigliose creature avevano contribuito, senza nulla in cambio, alla felicità di Cilluzzo, offrendogli lo spettacolo più bello della sua vita e,salutandolo
a modo loro, lo affidarono ai suoi simi­li,nella speranza (penso io) che gli uomini possano impa­rare anche dagli animali.
Cilluzzo venne accolto da tutti come un eroe, grazie alla sua impresa,all' amicizia con i delfini, ma soprattutto perchè tornava da morto. Tra gli applausi degli astanti, il vecchio pescatore, ribattezzato "Cilluzzo dei merluzzi" ,portato a spalle dai ragazzi,fece la sua ultima apparizione sulla banchina in riva al mare. "Mi sono divertito tanto nel vedere i miei compaesani preoccuparsi per me ora che sono morto e non m'im­porta più niente, mentre mi ignoravano e mi insultavano quando ero in vita e potevo dare loro l'amore.
Bisogna morire per avere il rispetto e la considerazione?"
Così Francesco, detto Cilluzzo dei merluzzi, avrebbe detto se qualcuno fosse stato capace di ascoltare, invece affidò al
cielo le sue ultime riflessioni.

La televisione
Fino a che punto si può arrivare che per avere l'audience si realizzano
solo trasmissioni facili e che assecondano solo i gusti peggiori di chi li
segue?
Si dice che per tenere forte l'indice di ascolto è necessario sbandierare
su uno schermo delle " esse" come :
-sesso, sangue , salute, strage,soldi , sudiciume , scandali , successo,
soap , show , sponsorizzazione che portano di conseguenza alla
sovvenzione di questa pattumiera che è " la Televisione."
La simpatia? Beh! quella deve possederla solo lo spettatore.
Se io dovessi giudicare , direi solamente una parola , la quale inizia
anche con la " S" sconcezza .
Un linguaggio oscuro troppo raffinato , non è adatto per un pubblico non
colto, è vero , non ci sono dubbi, altrimenti come possono distinguersi
tutti quei parlamentari dall' ignoranza raccapricciante? Il risultato è,
a mio parere , il contrario: incremento dell'ignoranza , delle parolacce , delle offese e della violenza e ingiustizia.
Un linguaggio turpe come quello che oggi noi sentiamo in televisione,
si identifica completamente con quello della gente come loro.
Ma , a volte , è proprio quella gente , come me , che cerca
qualcosa di diverso e invece si trova ad assistere solo gente che piange , si dispera, che si accapiglia , si azzuffa , ma per che cosa ? E chi
lo sa?
Solo per essere sempre più famosi…o per partecipare a dei reality show?
Come la bella P…….. che se ne va
a caccia di pupe e secchioni , giustamente non poteva fare altro…
La pupa e il secchione,
"" trasmissione intelligente / cretina…!!!!
Ha come scopo solo quello di mettere a confronto due persone diverse che difficilmente avrebbero potuto avvicinarsi l'uno all'altro se non grazie alla "bravura della "P……. e della televisione!!! Nuovo reality! Tutte queste trasmissioni sono la brutta copia di quelle americane, potrebbe solo entusiasmare quella cerchia di telespettatori italiani come loro…o ignoranti o in cerca di novità o per occupare del tempo. Come si può decidere che una ragazza o un ragazzo abbia un quoziente intellettivo superiore di quelli avvenenti , futili e belli? Assolutamente più facile trovare un bello cretino … <ce ne sono tanti in giro..…!!!> Così come ci sono anche belli intelligenti. La casa produttrice spera, per ovvi motivi, che nella casa nascano amicizie e amori…Ma siamo ancora al Grande fratello?
Si afferma che non si parla di amoruncoli, di liti o di classici avvenimenti da reality; ma va .. sono solo delle baggianate!!!.E quella pupa che è caduta mentre ballava su un tavolino di vetro?
Vi chiedete se anche io l'ho visto?.. Assolutamente no!! ne ho sentito parlare dai miei ragazzi .
Per non parlare della lite di Vittorio Sgarbi con Alessandra Mussolini, giurato della lite, uno scrittore Andrea G. Pinketts,che mi sembrava del tutto spaesato sconcertato e non idoneo a tutto quello che stava succedendo.
Sì, questo l'ho visto, ma non in diretta. Non si poteva farne a meno di vederlo perché ne hanno parlato tutti , dalla mattina alla sera .Ma con questo cosa si voleva dimostrare ? La cultura di Alessandra Mussolini o quella di Sgarbi?
A questo punto c'è solo da avere sempre più dubbi sulla cultura . Un uomo passato alla storia per le sua battaglie contro il razzismo e l'oppressione come Nelson Mandela,
ebbene sì , è diventato un politico , un presidente…ah! no , forse un sudamericano del Brasile… … scusate…
è stato un "capsus" di un membro del nostro governo!! non certo un lapsus!!
E' davvero qualcosa che ci abbaglia , ma non ci stupisce.
Cos è il darfur , ecco la risposta :
<cose fatte in fretta" sono "quisquilie "come diceva il grande Totò che non possono interessare i nostri deputati- ""nostri" - si fa per dire… a noi imposti… ..
E l'"apartid"? O no , forse voleva dire " apartheid "..ma cos'è !?
Alla domanda c'è chi casca dalle nuvole …anche i bambini delle elementari sanno cosa è l' apartheid
E la Consob? "La Consob!!… … Mi dica lei cos'è la Consob… <è la commissione che controlla…>
Se poi vogliamo affrontare il problema droga - lo spaccio, il consumo, la dipendenza , ma è proprio necessario che ci siano delle iene a segnalarlo , oppure " striscia la notizia"? Ci dovrebbero esserci altri modi e ben altre sedi, ben altre trasmissioni per poterlo affermare , parlarne e prendere delle buoni decisioni.
Ma oggi tutto è alla portata di tutti ..tutto è possibile.
I fatti personali, le corna personali e quelli degli altri.. .tuoi, miei , suoi …sono buttati lì , in scatoloni e che vengono aperti con una scommessa , con la fortuna di trovar milioni o audience. Il più grande scatolone è la televisione.
Si disperano , si abbracciano , come se avessero perduto tutto, compreso
e forse solo il loro onore insieme alla loro dignità.
Ora si vantano a tal punto di affermare di aver acquistato dei valori o il senso della vita con un talk show, bastano delle interviste per scandagliare , ecco un'altra S..da sottolineare temi di attualità, cronaca, filosofia, arte , ma anche quotidiana umanità . Forse il senso della vita si può raggomitolare, cambiare , raccontarlo solo guardando delle foto?.
I valori della sopravvivenza ! Ma su che cosa o su di chi? Sul più debole o sul più famoso ?
E come si può sostenere questo loro valore morale ? Puntando solo sulla sincerità dei personaggi, ma dobbiamo davvero credere?
Chiamandosi con il loro vero nome, dall'alto del blasonato al borghese ,
siamo tutti uguali , ossia uomini .
L' onore ...quello sì a volte lo perdono completamente dopo aver assistito alle loro diatribe , orripilanti, che offende e non rispetta il dolore di chi invece muore per la pace ..per la libertà e che sono davvero
su di un' isola, ma quella della vera fame e del dolore.
La bocca è un buco , ma può ingoiare la casa con tutto il tetto e la lingua che pur non avendo ossa…è capace di romperle agli altri.
Tutto può essere divulgato da quel mezzo , anche le sconcezze che la televisione ci riserva.
La cultura , la notizia , la spensieratezza , entrano ogni giorno nelle
case , quasi invadendole , per mezzo di trasmissioni come : "c'è posta per
te" "..raccontando....per mezzo degli" Amici," del " Grande fratello,
ma è questa la cultura ? Per me è solo robaccia !
Ci presentano anche pacchi , pacchetti con dentro dei bei gruzzoletti ,
io credo che questi sono giochi che non fanno male ,anzi ad alcuni fanno davvero bene! se poi c'è di mezzo anche un simpatico e bravo presentatore ancora di più il suo audience aumenta.
I quiz , direi che sono molto importanti ci fanno credere di sapere tanto
e che ci sono ancora delle menti capaci di raccogliere e ricordare un po'
di tutto come delle enciclopedie universali . Ma sono interessanti più che
mai , perché riescono a tenere in allenamento anche la nostra ricordanza.
C'è poi chi riesce con dileggio e beffo a fare un fascio degli errori e
sbagli della gente e a ributtarteli in faccia , a volte sono anche utili alla gente, per rendere giustizia, portando a galla imbrogli e intrighi a danno dei più deboli.
Il blob, cos'è?...Il ripasso delle materie ...anzi degli orrori , che te li
ripresentano come un flash nel caso tu li avessi dimenticati .
Ma non si arriva mai ad un giusto parametro della buona degenza.
Forse c'è ancora da fare, la differenziazione dei rifiuti .
Ci sono dei programmi , più o meno rispettabili, che fanno entrare nelle
case delle ventate di cultura , se pur in forma spicciola ed eterogenea.
Beh! siamo elargivi e diamo un po' di merito e una chance , non sono
tanto male , sono programmi alla portata di tutti . Dal bambino, al
vecchio , dando un po' di spazio e di cultura perfino alle massaie come me,
povere derelitte !!
La televisione dovrebbe essere come il sipario su cui dovrebbe far
scendere i lumi della scienza , della cultura , della notizia , della
tranquillità, della spensieratezza , compreso anche della partecipazione
sensibile e assistita a chi ne ha bisogno , e non certo il sipario per
conciliare il sonno o prendere come esempio solo delle scempiaggini.
Non so chi disse che bisogna sempre lasciarci dietro quel senso di
insoddisfazione e di insaziabilità per ciò che abbiamo , ci danno, guardando un bel film , una commedia , un programma interessante.
Tutto quello che la televisione ci presenta , a parte molti programmi ben
riusciti e giusti...<che non sto ora a sottolineare.. > altri, di cui sopra
ho fatto cenno, è solo cartacea , andrebbe cestinata.
Mentre lo schermo si ingrandisce e si perfeziona e si trasforma anche in
cristalli liquidi per farci vedere più chiaro e meglio , tuttavia quello
che ci arriva alle orecchie ancora ci disturba ...
Come la strega di Biancaneve , chi fa televisione si guarda nello
specchio solo per chiedersi : chi è il più bravo divulgatore della
televisione???Chi riesce ad avere più audience..?? Ma chi gli risponde è
solo se stesso , la sua ambizione, la sua presunzione e rivalità .
Ma è quello che c'è dentro la scatola da cambiare?
E per finire oserei dire" ab imo pectore " che le
trasmissioni dovrebbero divulgare dei buoni
messaggi ,invece sono solo delle banalità convenzionali.
che non vanno scritti con la lettera maiuscola.
Certo che criticare è molto facile , ed io sto facendo proprio questo,
La mia non è una critica , perché non posseggo la facoltà di giudicare ,
rilevare o confrontare , ma è solo una mia constatazione .

Vivi l'istante come se fosse eterno.        
        <Sempre si ritorna
               non
               nel "prima"
               o nel "poi",
           ma ,  nell'istante....>.

--------------

....Anni or sono è stato scoperto  un ipogeo, ma nessuno è riuscito a
spiegare come e quando questa città dei morti sia stata scavata nel tufo.
Dalla dimora sospesa dove l'uomo primitivo si rifugiava di  notte fino alle
intere necropoli esiste un vero mondo sotterraneo  a volte difficile per
inquadrarne sia l' epoca  che l' origine-...
-ringraziando Dio ho finito di annoiarvi.-
disse Ron ..alla fine del lungo discorso sulla civiltà rupestre
-Risale al secolo XVII,  vero, quell' ipogeo,  chiese  Fra Girolamo
rivolgendosi a Ron .
 "Avessimo trovato un vaso, una moneta, un'incisione",rispose Ron..ma
nel disegno qui accanto sembra impossibile scoprire qualcosa ,  così
fittamente crivellato da altre nicchie, la cui più probabile destinazione
sarebbe stata di conservare le urne cinerarie dei defunti. Invece, unica
cosa certa è che ,tra i mille interrogativi di questo sotterraneo, le
cellette, che vedete nella diapositiva , servivano ad ospitare i piccioni,
allevati dai proprietari della vicina masseria. La posizione strategica
della torre suggerirebbe l'ipotesi che si trattasse di piccioni viaggiatori,
al servizio del comando militare borbonico ; invece riguardo a date e a
altro ..non si sa nulla.. a causa della totale assenza di reperti.
 Secondo alcuni studiosi potrebbe trattarsi di un ambiente pre-cristiano
adibito a culto funerario, trasformato poi in luogo liturgico dalle
primitive comunità cristiane, forse in età costantiniana.
 Un popolo arrivò  in questa terra mille anni prima di Cristo,almeno se
dobbiamo credere alla venuta di Cristo  ..ma  non si sa da dove.
-Sarà certamente un bravissimo archeologo ..ma la sua fede sembra vacillare
ed è  dubbiosa come la descrizione che mi ha fatto.-"se dobbiamo credere
alla venuta di Cristo"!.perché , lei non crede?
Non lo dimentichi  mai che  il semplice  ringraziare   Dio , come lei ha
fatto alla fine del suo discorso  è già un principio di  fede.
Le parole di Gesù , degli apostoli .sono per me  un po' come una lettera
molto antica, che mi è stata scritta in una lingua sconosciuta rispose Ron
al frate.
Però,se  la lettera le fosse stata inviata da qualcuno che l' ama,  allora
lei che farebbe?
Cercherei  di comprenderne il senso rispose Ron
 E metterebbe  in pratica subito nella sua vita, il poco che ne ha
afferrato..
Credo di sì.rispose Ron un po' seccato.
anche quel poco è fede.
Allora immagini che quella lettera sia stata inviata da Gesù..forse per lei
incomprensibile ..ma è l'unica persona che l'ama per  davvero....e il
mistero di cui lei non crede è proprio dentro di lei.  .Dott.Ron..
Non ci può essere Fede senza giustizia ,cultura ,esperienze religiose e
caritativa.
E non si può promuovere la giustizia senza comunicazione della fede,
trasformazione delle culture ,collaborazione con le altre culture e
tradizioni
Non ci può essere cultura senza comunicazione della fede agli altri con il
dialogo e  l' impegno
non vi è dialogo  senza la condivisione della fede con altri , la
valorizzazione delle culture, e la sollecitudine per la giustizia.
Abiti sulla terra , scavi sotto la terra ..ma vivi con e per la fede
Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; questa è la vittoria che ha
sconfitto il mondo: la nostra fede", diceva  l'apostolo Giovanni .
Ciò che è buono, a Lui  è gradito e perfetto. Il male, per radicale che sia,
non è così profondo come la bontà
All'inizio, non sono le vaste conoscenze che contano. Avranno certo un loro
grande valore. Ma è attraverso il cuore, nelle profondità di sé stesso, che
l'essere umano comincia ad afferrare il Mistero della Fede. Le conoscenze
verranno dopo ,  tutto non è dato immediatamente, anche una vita interiore
si elabora a poco a poco. Ci addentriamo nella fede oggi un po' più di ieri,
avanzando per tappe.
È anzitutto perché condivido questa fiducia e questa speranza che sono qui
questa mattina ed ho ascoltato con molto interesse il suo discorso .e mi
scusi se mi sono permesso di intervenire. .
Non accontentatevi di criticare passivamente o di aspettare che le persone
vi applaudono per le vostre parole , bisogna soprattutto avere fede in ciò
che si fa e in ciò che si dice..
Un interessante convegno, itinerario di arte,  ma anche di fede ..direi..ma
chi è il frate che è intervenuto al dibattito  , chiese Susan  ,la moglie, a
Ron.  Fra Girolamo:_ E' un padre superiore della compagnia di Gesù ..credo
che sia un gesuita .
Siamo   entrambi storici e uomini di fede ..non credi ..amore mio.
Interessante,  disse Susan .e tacque per un istante , ma  quegli occhi verdi
, quelle parole di Fra Girolamo ..le erano penetrati nella mente e nel
cuore.
Cosa ne pensi,  interruppe di nuovo Susan,   pilotando la conversazione su
un altro argomento, ..quel frate è certamente una persona divina e terrà
sempre fede a ciò che dice.ma ora .che dite.rivolgendosi anche agli ospiti
,posso organizzare il party e tener fede a ciò che il nostro stomaco
reclama. E' un idea buona .però dopo aver ascoltato le parole del frate.. tu
mi parli di mangiare.. disse Ron
Sicuramente , anche il cibo è un dono di Dio.. anzi  direi ciò che lei ha
preparato è " un ben di dio "intervenne di nuovo fra Girolamo .
Ron , ingoiò una sorsata di vino che teneva in mano e rispose meccanicamente
..
   a chi non piace il vino, il Signore faccia mancare l'acqua..ma non il
vino.questo è un proverbio.non è un mio pensiero.s'intende...
Il tempo ha un brutto vizio, passa sempre, inesorabilmente
 e dopo Giosue' non c'è stato più nessuno che è riuscito a fermarlo per un
attimo, quindi io ..devo tornare alle mie preghiere .. E' stato bello
iniziare con voi questa giornata ,  ma io dico sempre che
l'inizio di ogni cosa deve essere  sempre più pesante e importante alla
fine,  perché solo così  si può andare avanti altrimenti non sarebbe niente
.
Bene, questo inizio che io chiamo sempre istante  , perché è nell'istante
esistiamo ,nell'istante  si vive ed è nell'istante che le cose ci sono, per
me e per te è finito .
L'istante è come un' attesa  e l'attesa  è   l'avvento di Cristo,
perché Cristo - Dott. Ron" .-. è venuto  davvero !! Bene, questo "istante"
che ho trascorso bene insieme  a voi per me è finito
disse  alla  fine Fra Girolamo..
Ma frate .resti con noi..  ancora un istante...ho tanta voglia  di sentirla ancora parlare..
disse Susan ...
…Già … disse Susan , senza neppure porgere attenzione a ciò che Ron le stava animosamente dicendo , in quel momento pensava al frate.
Lei , una donna di trentasei anni .. abbastanza attraente e intelligente, si era ridotta solo a preparare party e ricevimenti e che s'incantava come una bambina solo a sentire parlare Ron…da quel momento però le parole di suo marito le erano diventate del tutto indifferenti.
Non si era mai posta delle domante sulla vita e su Dio… ma lei credeva in Dio?
Accidenti a te Susan …ma che fai stai versando il caffè sulla tovaglia…disse Ron con tono brusco.
E ..già ..i tuoi pensieri sono ormai inebriati alla sola idea di rivedere fra Girolamo di ascoltare ancora la sua dolce voce, vero?
Aveva voglia di staccarsi da tutto ciò che per anni sembrava l'unico scopo della sua vita…doveva fare qualcosa di diverso e di importante.
Pensò che era inutile continuare a discutere con suo marito , per il momento il suo problema era uno solo…incontrare fra Girolamo.
E così pregò Ron di invitare il frate .
Il telefono squillò un paio di volte , alla fine da una voce giovanile , forse di un bambino si sentì dire…- associazione missionaria di Frate Girolamo.-
Vorrei parlare con il frate..sono un amico ..disse Ron
Salve..si ricorda di me…sono l'archeologo Ron ..certo rispose il frate …come sta?
Susan è terribilmente nervosa e irritata non vuole neppure più uscire di casa , se ne sta tutto il giorno a leggere la Bibbia con una strana espressione e le sue mani mi spaventano le stringe tanto a volte , poi ad un tratto sembra felice e calma, è cambiata sembra un'altra donna. ..
Ebbene ..cosa posso fare io …sentenziò fra Girolamo.
Semplice ..vorrebbe rivederla.
Per quale ragione di fronte al frate era quasi commossa , Susan non riusciva a spiegarselo.
Lei lo fissava con uno sguardo sincero di supplica
e in quel momento fra Girolamo non riuscì a dire niente .....

Appoggiò la sua mano sulla sua e le sue parole assumevano per lei un nuovo significato, semplici e commoventi a tal punto che provò un brivido.. chissà se divino o qualcosa altro…!
Dio non ha mai chiesto altro agli uomini di amarlo di ascoltare il cuore e ora sa che anche lei ..Susan , ha sempre vissuto con la parola di Dio sulle labbra senza permettergli di entrare nel suo cuore..ora ..è anche nel suo cuore..
Guardò gli occhi azzurri del frate e si domandò come mai desiderava tanto ascoltare le sue parole! ..che cosa rappresentava per lei !…era confusa..... quale cosa meritava di essere continuata in eterno …l'attimo , l'istante in cui fra Girolamo si avvicinò a lei e con tanta dolcezza, la felicità quando la guardava con i suoi occhi carezzevoli quando le prese la mano dicendo ..

Chiamerò Luce
Il chiarore di quel mattino
Dove l'umanità risvegliata non morirà più
E dirò verità
Finalmente
Perché Lui solo è il Vivente
Mia vita
e nulla separerà l'Amore
mai più
Non è una mia poesia ma sono parole che ho letto da qualche parte ..
mia cara Susan ora lei sta vivendo quell'istante come se fosse eterno…questa è l'eternità promessa agli uomini non quella che aveva fino allora creduto ..gioielli …viaggi .
Quel frate , che le era di fronte non era un semplice uomo , era un uomo di chiesa eppure lei credeva di amarlo .
Fra Girolamo capì che quel sentimento che li stava unendo era un amore che riempiva il loro cuore di pace…che la sua presenza portava ed emanava solo un messaggio di mistero tra lui , lei e Dio. Oramai tutto le sembrò comprensibile , ma doveva fare o dire qualcosa…
La mia modesta convinzione sulla rivelazione di Cristo risponde solo all'esigenza logica del bisogno che ognuno di noi ha in credere in qualcosa .
Oggi ..lei ha avuto il bisogno non di me..Girolamo , ma della verità , quella di Dio e questo suo sentimento si può definire come una reazione spontanea a tutto ciò che è male , cattivo , il risultato è questo, tuttavia c' è anche da dire che della verità di Cristo gli uomini hanno colto solo la parte che loro è possibile cogliere e, perciò , il contatto umano con la verità è nella nostra spiritualità , intelletto ,fare scaturire dall'animo tutto ciò che è in rapporto con la nostra coscienza. Lei non ha mai negato Dio , così come Ron …ma non lo avete mai cercato attraverso la vostra coscienza ..un atteggiamento agnostico il quale non assegna alcuna certezza a Dio , poiché tutto si è solo riferito al dubbio a causa degli elementi che lo testimoniano.
Spesso succede , come ha fatto Ron con il suo discorso sull' ipogeo il quale non si è posto il problema sostenendo di non essere in grado di poter valutare l'esistenza ..ma solo perché non ci sono reperti che lo testimoniano.
La sua esistenza ..in altri termini , non è stato in grado di dirmela ,di poter rispondere alla mia domanda e questo modo di agire, più che una soluzione, è una fuga dal problema
Così succede riguardo Dio ,l'indifferenza teorica porta all'indifferenza pratica. Infine c'è l'atteggiamento deista con il quale si pone chi, pur ammettendo Dio lo vuole lontano e si pone fuori da quell'istante che è l'eterno. .Avvertire il senso della vita…come sta facendo lei …ci porta al pensiero di Dio a misurarsi continuamente fra istinto., istante ,eterno e sentimento .
Tutto ci riporta alla consapevolezza che non è questa vita il fine ultimo dell'esistenza umana , ma l'esperienza terrena nella quale viviamo ogni istante della vita che ci proietta nell'istante eterno.
Dio cerca l'uomo e l'uomo si abbandona a Lui e Dio lo accoglie ,
per questo Dio è anche Gesù Crocifisso, il Dio dell'amore
Posto che ogni essere umano possa assumere l'idea di Dio attraverso la contestazione della natura, deve staccarsi dalla materialità dai limiti e condizioni ? disse Susan
Dio è affermazione e non negazione deve essere volta all'essere perché nell'essere c'è Dio quindi si può affermare che la vita è amore e vive in tutto ciò che ci circonda ecco perché la vita deve essere vissuta nel bene e nella verità. Se hai dentro di te l'idea di vita di come deve essere la tua vita …hai anche l'idea di Dio. Suo marito si interessa dell'evoluzione dell'uomo e dei suoi rapporti con il mondo antico…anche questo è importante se il tutto viene disegnato attorno a Cristo . sublimarlo... sensibilizzarlo, orientare tutto verso l'alto.
Quando non esiste più né fede né amore, come si può parlare di speranza e quindi la vita diventa un sacco vuoto. .."Quando ti ritrovi in una difficoltà, <posso darti il tu, vero?> oppure ti annunciano un avvenimento sgradevole, osserva le tue reazioni… Vedrai che immediatamente, interiormente, si metterà in moto tutto un meccanismo, prima comincerai a inquietarti, ad immaginare il peggio ed è così che, per causa tua quello che era solo un sassolino nella tua testa finirà per diventare un enorme masso che ostruirà il tuo cammino. Forse in simili circostanze sarebbe più saggio che tu ti dica..: "vediamo .. forse non è poi così grave, le cose possono sistemarsi…" Così, invece di dare a quell'avvenimento proporzioni smisurate e di essere schiacciata ancor prima che si produca, ti servirà per diventare più forte. .
Qual è, allora, la meta predestinata ad ognuno di noi ? Questa méta comporta tristezze, privazioni indicibili e la cessazione del piacere? Oppure si tratta di accostarsi ad un nuovo piacere, più intenso, più sottile, e a nuove gioie? Altrimenti che senso avrebbe un percorso spirituale se questo dovesse condurre alla tristezza e alla privazione?
Quante domande Susan ..
vorrei poterti rispondere a tutte , ma non sono Dio e allora ti dico che -
forse si tratta solo di sostituire un piacere grossolano, temporaneo portatore nel tempo di amarezze, con un altro piacere che sviluppa luce, conoscenza, gioia, generosità e rispetto.
Questo amore che l'uomo conosce nella sfera affettiva è diverso dall"Amor che
come diceva Dante move il sole e l'altre stelle" '
La predestinazione dell'uomo è di sviluppare, qui sulla terra, le sue doti divine, e l'energia sessuale che è anche energia d'Amore è la risorsa, inscindibile di -amore /sesso. Non dobbiamo dominare o reprimere l'energia sessuale pensando di commettere un peccato, ma si tratta di sessualità del tutto naturale, ma è anche una tendenza egocentrica perché spinge l'uomo a cercare solo il proprio piacere, anche a scapito degli altri. L'amore, al contrario, pensa prima di tutto alla felicità dell'altro e si basa sull'abnegazione e sul sacrificio: Non date mai via il vostro cuore, esso vi appartiene e nessuno ha il diritto di disporne al vostro posto. Se date il vostro cuore a qualcuno, voi non lo avrete più e l'altro ne avrà due, ma che se ne farà di due cuori? Butterà via il tuo cuore, ora tu credi di volerlo dare ad un altro…forse a me..?
OK ..lo prendo, ma solo per regalarlo a Dio. E stai certa che lui del tuo cuore saprà cosa farne.
La natura umana è fatta in modo che sente sempre l'esigenza a interessarsi degli altri , a volte in senso cattivo , ma più delle volte nel senso buono , se c'è in noi il senso buono , l'amore , il sentimento la solidarietà e così via
Siamo pronti ,anzi sentiamo l'esigenza di condividerlo con gli altri, abbiamo il bisogno di aiutare chi sta peggio di noi , è la legge dell'esistenza .
Ma quale potrebbe essere il bisogno degli altri…dipende sempre da cosa noi crediamo che sia il bisogno altrui. Io non lo so ..non posso neppure misurarlo è una misura che mi viene direttamente da Dio ..tutto questo io lo scopro con la mia missione di caritativa…con i miei viaggi della speranza
in Africa, in Brasile ..dove c'è qualcuno che mi chiama e ascolto quella voce dentro di me che mi spinge ad andare , la voce dell'amore. Anche oggi l'ho sentita e sono qui perché sia la mia vita che la vita di chi ha bisogno e, tu avevi bisogno di me…,possa avere un senso e se faccio qualcosa devo anche capire perché lo faccio e dare un senso a cosa faccio ..condividere con te quell'istante come se fosse eterno.. l' amore.

….Ebbene ..se io avessi intenzione di contribuire attivamente alla tue missioni, ovvero andare sul posto dove vai tu , cosa dovrei fare? Gridò Susan a fra Girolamo che oramai si era allontanato da lei .
Lui si fermò un istante e poi ritornò indietro ..
Spesso mi arrivano lettere da tutto il mondo di persone che vorrebbero offrire un aiuto .
E’ anche vero che ad un tratto potrebbe in loro ,
risvegliarsi un sogno covato fin dall'infanzia, e piano, piano trasformarsi in un desiderio, un bisogno , allora incominciano a cercare ulteriori informazioni. L'Africa interessa a molti , l'Africa affascina , l'Africa ti chiama e può diventare una specie di ossessione.
Davanti a queste richieste sono un po' esitante, alcuni sono troppo entusiastici. Le loro lettere le leggo con attenzione, però ci penso molto prima di dare loro una risposta.
La mia reazione potrebbe sembrare ritrosia, che esprime un disagio interiore, verso quelle persone che conoscono solo il "tutto, subito ed ora ". Ma c’è in me una specie di riservatezza nei confronti dell'Africa che amo e che non mi sento di cedere al primo pretendente.
Ho bisogno di un incontro fisico, la conoscenza reciproca, .chiedergli direttamente :perché vuoi partire?
Domanda che ora faccio a te , Susan,< perché vuoi partire ?>
Vorresti partire in missione in Africa o altrove, Ok , perché no…è bello da parte tua .
Sono missionario e posso dire che l'aver vissuto parte della mia vita sul continente nero è un'esperienza che mi ha maturato umanamente e ancora più cristianamente.
E' un'esperienza che propongo ai ragazzi e ai giovani che incontro nelle scuole e nelle parrocchie
C'è una ricchezza di valori nello scambio e nell'incontro col diverso, ma è giusto , è fondamentale capire ed analizzare la motivazione che spinge una persona ad andare ed ad uscire dal suo mondo. Perché vuoi partire in missione?ti rifaccio la domanda , mia cara Susan .
"Per aiutare : naturalmente" questa è la risposta più ricorrente. Altri mi dicono per fare qualcosa … C'è tanto bisogno, specie in Africa ed io apprezzo questo tuo desiderio. . Il "fare" però non deve nascere dal fatto che si vuole evadere da qualcosa oppure per sentirsi valenti .. …con il rischio di far turismo a buon mercato.
Non intendo scoraggiare nessuno, ma solo capire fin dove arriva e quando sia grande questo loro desiderio .
Devo bene verificare le motivazioni per poter fare prendere un cammino di discernimento e di volontariato.
Verso coloro che mi chiedono di fare un'esperienza in missione suggerisco prima di tutto di fare un "viaggio di conoscenza": un viaggio di qualche settimana senza fare niente , ma andare ad incontrare, a confrontarsi con altri modi e stili di vita, imparare i loro costumi di vita , conoscere la loro miseria . A chi ha già avuto modo di farlo e conoscerlo come volontario , oppure dopo il primo viaggio-conoscenza sente che per lui è interessante ,allora suggerisco loro il posto e la missione. .. Si deve anche seguire un corso di preparazione per intraprendere questo difficile cammino.
La prima volta che arrivai in Africa per il nostro lavoro missionario – il villaggio era deserto.
Un villaggio dell'Africa meridionale, situata tra il fiume Zambesi e il fiume Limpopo; senza sbocchi sul mare tra lo Zambia a nord e il Mozambico a est. I Mozambicani hanno sofferto per lunghi anni durante il "periodo che il governo chiama di "destabilizzazione "una vera e propria guerra civile .
Arrivammo lì e non trovammo niente , desolazione , fame e morte. La notte era così buia ..le case senza luce .. ma in compenso il cielo era pieno di stelle luminose, che ci dicevano che Dio era con noi
E' qui che il Signore ha manifestato a noi il suo amore , la fedeltà e la sua misericordia, Noi , ora , ogni giorno preghiamo Dio affinché , per mezzo di lui , noi possiamo completare l'opera che abbiamo iniziato", perché sappiamo che questa Missione è opera delle sue mani... Noi vediamo il sorriso di Dio attraverso il sorriso riconoscente dei bambini e dei poveri.
Quando camminiamo senza sapere dove mettere i piedi, cerchiamo di pensare che è giusto perdere le nostre sicurezze per lasciare il posto all'attesa della speranza che non muore mai. Le nostre debolezze ci si manifestano ancora di più proprio quando siamo di fronte alla miseria ,alla sofferenza e sentiamo ancora di più il bisogno di pregare Dio. .
Ma avete paura…? Disse Susan. Un po' di paura c'è, ma ci facciamo coraggio l’uno con l’altro .Io sono anche un medico.. e con me ci sono infermiere.. delle suore e dei ragazzi. La sera tutti vanno via, anche le suore che lavorano in questi ospedali di campo che noi mettiamo insieme con poco , il necessario che ci portiamo con noi ... e così resto solo con il buio della notte e il suo silenzio!... Qualche uccello notturno... qualche iena... sono le uniche voci a spezzare la quiete di questa mia notte...Il Signore è la nostra salvezza. E se sono con Lui non temo nulla ".
Vuoi provare ?
In fondo non hai nulla da perdere
C'è però l'arte dell'arrangiarsi e questo credo è il problema per chi è abituato a vivere di comodità .
... Mentre rifinivo il tutto, attaccando i vari pezzi, arrivò Ron
Non avrebbe certo permesso che sua moglie lo lasciasse per andarsene con il frate..
"Sembra impossibile che in poco tempo abbiate fatto tanto… tanto da portare scompiglio nella mia famiglia , disse Ron al frate., con un tono arrabbiato. Dicono che le persone non cambiano mai ..ma lei è stato capace a cambiare mia moglie.
Ma non sono per niente felice di questo cambiamento ..lei me l’ha allontanata da me,…ogni giorno che passa vedo in lei dei cambiamenti …forse per lei giusti…belli ..ma non per me, tutto ciò per me è impossibile.
Il fatto è che "ciò che è impossibile a noi è possibile a Dio!"rispose fra Girolamo.
Io , non voglio togliere niente a lei , soprattutto sua moglie ..perchè anche il matrimonio è un progetto divino ma ,
la gente viene attratta da qualcosa di nuovo che a volte non si sa neppure come e quando sia potuto accadere ..ma , purtroppo accade. "Qui, prima sapeva che c’era una donna pronta a tutto per lei …ora si è accorto che questo non può essere sempre così… Dove c'era una moglie ubbidiente e dedita a lei ..non era certo però che c’era anche l’amore.
Ed ora che cosa è successo?" Quello che Dio ha voluto..
Ora Susan vuole dare ..fare …per chi non chiede ..ma che nel loro silenzio e nella loro disperazione, la invocano . Non tutti i giorni sono pieni di luce e belli , ma quando le ombre e l'oscurità scendono su di noi, ci ricordiamo che la vita del cristiano non sarebbe "cammino di fede"senza fare qualcosa per gli altri.
Poteva dire di no..alle parole del frate ..al desiderio di Susan …ma soprattutto al richiamo di Dio?…Era sua moglie , l’amava.. se pur in un modo possessivo…ma non poteva soffocare la sua decisione e la sua libertà …doveva lasciarla andare …e con il tempo sarebbe tornata da lui…o chissà forse lui da lei …
La lettera di Fra Girolamo le arrivò una settimana dopo il loro incontro.…………..
….ciao Susan cara,
ti assicuro che il Sud Africa é fantastico!
dice san Paolo: “l’amore del Cristo ci spinge”
a salvare ad ogni costo qualcuno" ed è questo il motivo dominante della vocazione dei Missionari d'Africa.La terra dove andrai sarà Mbabane, la capitale dello Swaziland Quando vedrai la strada che ti porterà in Sud Africa, le valli Swazilandesi ti sembreranno una piccola Svizzera. Non sono Cantoni , ma sono tante tribù , non ho ben capito quante ce ne siano, almeno una ventina. Tutte concentrate in un cerchio di terra inglobato dal Sud Africa.La città ha cinquantamila abitanti. Poco meno del mio paese ..vicino Napoli. C'è poco da vedere ,qui ci si viene per i safari, per i parchi, non certo per vedere la città anche se il posto è incantevole e molti turisti vengono da ogni parte del mondo per visitarlo.Il periodo migliore è l'inverno. Perché la temperatura è sempre mite e secca , venti-venticinque gradi.. Niente umidità, niente insetti, niente malaria. Perfetto credo per te che per la prima volta intraprendi questa tua missione. Un abbraccio e spero che troverai ciò che cerchi… Fra Girolamo…………..
… Dopo aver sbrigato le formalità burocratiche alla frontiera, siamo entrati da Jeff Reff, nei pressi del parco Kruger, abbiamo attraversato la cittadina di Piggs Peack . Quando arrivai a Mbabane era molto tardi .
Mentre mi avvicinavo al mio campo , si notava particolarmente la differenza rispetto ai parchi sudafricani che avevo visto mentre mi dirigevo, insieme ad altri , per lo più suore , nel posto a noi indicato. Molti animali passeggiavano liberamente , per lo più struzzi .
La cosa che mi colpì di più fu un piccolo lago dove viveva una famiglia di ippopotami!....rimasi incantata nel vedere la luna specchiarsi nel lago e in questo scenario incontaminato ecco Mbabane. situata sui monti Mdimba .
Quando arrivammo c’era ad attenderci un frate ..anziano, cicciottello col pizzetto, i capelli grigi dal viso dolce ,ma nello stesso tempo severo. Portava dei sandali un po’ logori e una tunica bianca ,con un cordone nero che gli cingeva, in un modo non del tutto preciso , vita e i fianchi. Appeso al cordone c’era un grosso crocifisso , strano però, era di vetro.
In seguito seppi che in questo posto le persone locali producono deliziosi animaletti utilizzando il vetro riciclato e forse quel crocifisso di frate Aroldo doveva essere un regalo di qualche indigeno del luogo.
La prima notte eravamo così stanche che ci addormentammo subito in una capanna costruita in stile Zulu ….La gente che ci abita discende da una tribù , i Bantu, sono tanti c’è anche una minoranza di neri soprattutto Zulu che sono fuggiti durante l’apatheid.
Pochi sono gli europei , la maggior parte di loro sono cristiani , tecnicamente è una monarchia assoluta. Il Re Mswati III, che non regna insieme a una delle sue mogli , ma insieme a sua madre perché , secondo una antica tradizione la regina è sempre la madre del re. . cioè l' elefantessa. Mswati III non è un buon re ed è stato criticato per il suo stile di vita lussuoso che non si addice in una nazione colpita dai livelli di infezione da virus HIV più alti al mondo.
Ama collezionare auto di lusso e spende milioni per le sue mogli , mentre la gente muore di fame. Lo Swaziland è una delle nazioni più povere al mondo .E’ una nazione bellissima ..e , esserci stata non come turista , ma come missionaria è davvero qualcosa che non si può descrivere , non posso che esserne felice. Tuttavia il mio primo impatto con lo Swaziland è stato piuttosto forte. Mi resi conto che qui la miseria è tanta. Le case erano inesistenti, c’erano solo capanne e i campi non coltivati. Siamo rimasti tutti un po’ perplessi e dispiaciuti. Attorno alla città di Mbabane c’era molto traffico per dei lavori in corso per l’allargamento della strada. E quindi il pulmino su cui stavamo viaggiando rallentò . …Questa è la regione maggiormente colpita dalla pandemia di AIDS, qui vivono 30 milioni di soggetti portatori di HIV e la maggior parte sono bambini In questa parte del mondo l'AIDS è rapidamente divenuta a prima causa di morte…
Re Mswati, l’eccentrico re famoso per essere rimasto l’ultimo sovrano assoluto africano, avrà ora qualcosa da fare oltre che trascorrere il tempo a scegliere mogli e macchine. Da alcuni mesi infatti il piccolo regno sud-africano è stato investito da un’ondata di attacchi a colpi di bombe incendiarie
Il regime comincia a vacillare? chiese Susan al ragazzo che guidava il pulmino .
La popolazione per paura di finire nelle carceri del re dove recentemente ha trovato la morte una donna, preferisce soggiacere al re ..però si sono succeduti molti scontri e attacchi.
L’ultimo attacco a colpi di molotov è avvenuto qualche giorno fa .
La maggior parte della gente qui parla inglese , disse alla fine il ragazzo che parlava una lingua strana, mista inglese con qualche parola italiana.
Per fortuna mastico un po’ di inglese …pensò Susan.
Ai lati della strada bimbi scalzi e semivestiti ci facevano fanno segno di fermarsi.

……Come ambasciatori di Cristo anche noi dobbiamo dare prove della nostra missione. E la prova più grande è la nostra fedeltà se noi riusciamo ad incoraggiare questa gente , portare in parte la pace e la riconciliazione all’interno della società, siamo poi in grado di essere ambasciatori del regno di pace. In questo modo la buona novella che Dio in Cristo ha riconciliato a sé il mondo sarà credibile per coloro che ci guardano e ci ascoltano…disse fra Aroldo quando arrivammo alla Comunità,
Squallido …, senza niente…tranne delle piccole capanne che fungevano da ospedali , chiese e scuola , tutto lì in quel piccolo cerchio di terra arida e vuota.
Come sarei riuscita a sopravvive…mi prese il panico e la paura , quella improvvisa ed intensa sudorazione, batticuore, un repentino nodo alla gola, una nausea istantanea e forti dolori al petto insieme ad una insensata paura di morire in quel posto.
Chi entra in tale spazio pauroso e impaurito deve necessariamente farsi forza …mi disse fra Aroldo
Talvolta basta girarsi dall’altra parte per non vederla più e dormire sonni tranquilli. La paura è rappresentata da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio di evitare il problema . Ora lei è qui ..e credo che per un po’ di tempo deve cacciare la paura se vorrà andare avanti con il suo compito. Se non ci riuscirà sarà libera di tornare nel suo paese in qualunque momento. Nonostante questi mali sociali e le sofferenze non c’è mai una ragione perché noi cristiani ci facciamo prendere dallo scoraggiamento; piuttosto dovremmo essere ricolmi di gioia e di fede nel Signore , nell’infinito amore del nostro Padre celeste e dovremmo imparare da quelle nonne coraggiose che, quando si trovano di fronte case distrutte e bambini abbandonati si prendono cura dei loro nipotini con amore e dei giovani dello Swaziland
L'incapacità di reagire in modo attivo con la fuga non è certo una buona arma…deve combatterla e andare avanti c on l’amore..
perchè è l’amore che scaccia via la paura”il timore… come diceva Giovanni – Questi bambini che vede così smunti e tristi aspettano un suo sorriso .
Giovanni Paolo II quando si recò in queste terre per la giornata mondiale
ci lasciò un messaggio molto profondo e solvibile , lui disse:« Voi Africani siete oramai i missionari di voi stessi. La Chiesa di Cristo è davvero piantata in questa terra benedetta , africana Sì, queste sorelle hanno scelto di rimanere qui per servire il più povero tra il popolo, i più indifesi, i bambini e le mamme, i più esposti alla violenza .
I pochi medici che ci sono , aspettano e guardano i loro pazienti morire davanti ai loro i occhi. Poi ,i pazienti malati di AIDS restano all'ospedale al massimo un giorno o due, poi vengono rimandati a casa. Non ci sono risorse sufficienti in questo paese per salvarli o tenerli in ospedale, lavoriamo 20 ore al giorno e ne faremmo anche di più. Assumiamo molti volontari , specialmente infermieri
Io non credo di essere in grado di riuscire a dare quell’aiuto necessario, soprattutto curativo a questa gente , disse Susan a fra Aroldo
Non dica così ..anche chi non sa fare niente qui è utile .
Io so solo disegnare ..un tempo ..mi piaceva dipingere , ma, è da molto che non dipingo più.
Ebbene è arrivato il momento di cimentarsi di nuovo …lei dovrà dipingere un quadro della Madonna, per la nostra chiesa , tranne quel crocifisso di vetro appeso su quella squallida parete di bambù non ci sono altre immagini di Santi .
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Epilogo
Susan è’ rimasta un anno in Africa ..ma non insieme a fra Girolamo …doveva stare lontano da lui per capire che la sua scelta non era fra Girolamo ma qualcosa di diverso .
Una sera si decise di scrivere a Ron ..
………….In questa lettera troverai una piccola pietra dalla città di Mbabane, Swaziland, Africa. La pietra proviene dalla base della Montagna Sibebe, il secondo monolites di granito più grande del mondo di cui allego anche una fotografia. La nostra città è rivestita da grandi massi di granito e si trova nelle montagne Dlangeni ai limiti della parte Nord-Est del Paese.
Chissà , forse vedendola ti potrebbe venire la voglia di fare un salto qui …e solo allora capiresti come è interessante l’Africa.

Condivido pollo fritto e magliette con la scritta AIDS che cerchiamo di vincere con il mio impegno, l'impegno di tutti". Scambio sguardi disperati per il caldo , per la miseria, per la malattia che sta massacrando , e condivido anche le risate che illuminano i volti dei ragazzi quando dico loro di usare ,per il loro abbordaggio amoroso , il preservativo. Provo a cantare i loro inni , mi faccio abbracciare da bimbi che con occhi spalancati sono lì in prima fila ad assistere alla recita che io e insieme a loro abbiamo messo in scena su di un palco fatto di sassi .Resto soddisfatta a guardare quei visi neri imbrattati di colori che sembrano delle tavolozze , perché imparo loro a disegnare.
Non posso non chiedermi se a casa mia, in Italia,va tutto bene , sento la mancanza di tutto e anche di te… ma non mi sono mai chiesta chi sono e che ci faccio qui. Qualche bimbo mi guarda un po' perplesso, ma non esita a salire sulla sedia per abbracciarmi . Il resto sono sorrisi e, mi salutano a modo loro "ah, eccoti bionda , ciao, come stai?.
Sono tutti in giro a piedi scalzi e non hanno vestiti. " Avevano una piccola casa, ma ad alcuni la casa non esiste più. È stata distrutta, tuttavia nessuno si lamenta ma ringrazia Dio che la sua famiglia è salva
E' incredibile vedere come la vita di questa gente povera sia quasi inesistente . Questa é la loro vita, la loro casa, questo per loro é il tutto, abbiamo offerto la nostra disponibilità . E' curioso con l'andare del tempo si impara la povertà e a riconoscere i più poveri fra i poveri....
bene e vorrei anche tu lo capissi. Vieni ti aspetto ..il tuo lavoro insieme al mio sarà per loro …l’istante d’amore che cercano e che cerchiamo e che durerà in eterno …
Ti bacio

terzo diario di viaggio

Campo Vacanza 2004
SEEFELD -Tirolo -Austria
Buona strada e buon divertimento a tutti
Dalla meravigliosa Italia nella bella e caratteristica Austria ,
sempre a bordo dei pullman dei famosi e bravi autisti della ditta "Colino
e nipote."
Punto di partenza...la chiesa di S.Antonio
Dopo una lunga e stressante nottata e giornata , finalmente
siamo arrivati a Seefeld, stanchi sì, ma felici,
perchè la felicità non è solo il punto di arrivo , ma anche il modo di
viaggiare e:
per chi cerca nel viaggio il piacere di una emozione improvvisa,
di un panorama inaspettato di un momento spirituale,
per chi ama partire con la voglia di montagna
di escursioni , scarpinate ,passeggiate
o semplicemente di relax ,ma soprattutto, di partire
con la fede nel Signore
e con l'amore aperto a tutto e a tutti, l'importante è partecipare
- in Tempo-ai campi -vacanza di Don Antonio ,
la nostra dolce e paziente guida spirituale.....
Viaggiare , sì, ma anche per
conoscere nuove persone e culture,
stupirsi per essere diversi ma, allo tempo stesso simili .
Scoprire nuovi luoghi e paesaggi che diventano presto familiari. come i
nostri paesaggi .
Lasciare un po' di sé,
la parte migliore di noi stessi in ogni posto
e, tornare a casa con tante immagini ancora negli occhi,
con i profumi, i sapori, emozioni ancora nel cuore,
"ricordando sempre che
ciò che noi lasciamo è sempre qualcosa che già conoscevamo
ma ciò che vale di più è sempre ciò che apprendiamo
conosciamo e ci portiamo e stipiamo nel nostro cuore.
Tutto ciò che ci fa sentire liberi, e tutto ciò che ci rende partecipi
dell'infinità della vita,della natura e di Dio "
Sì, viaggiare ...diceva una bella canzone di Battisti
ma non per fuggire da se stessi
cosa impossibile, vero? ma per ritrovarsi.
Quest'anno abbiamo visitato il Tirolo
meraviglioso mondo alpino occidentale
delle Alpi Bavaresi
Ci ha accompagnato lungo questo viaggio
una bella e rubiconda luna piena,
che come un dì ispirò il Leopardi:
graziosa luna , diletta luna che pendevi allor su quella valle...così anche
noi ci siamo rivolti a lei
che ci ha illuminato per tutto il viaggio di andata,
e al sole , che per tutto il tempo di vacanza
ha raggiato tra paesaggi da incanto.
L'Austria ci ha accolto ed ha aperto le sue porte
a noi italiani con cordialità e ospitalità .
Abbiamo trascorso momenti indimenticabili
nella bella e ducale Seefeld,
paradiso degli sciatori, dei fondisti
ma anche nido famigliare tirolese .
Abbiamo passeggiato per boschi e strade ,
dove di solito passano le caratteristiche carrozzelle.
Abbiamo visitato Garmisch-Partenkirchen,
Mittenwald , Ettal, Monaco ,Linderhof
sempre rientrando alla fine a Seefeld in serata
nel nostro albergo, "hotel Tyrol"
" Best of the Alps" a 4oo metri dal centro pedonale ,
dal servizio e trattamento ottimale
con cucina tirolese , ma soprattutto italiana ,
con personale gentile e disponibile.
I nostri itinerari nascono solo dal desiderio
di scoprire e conoscere più che divertire .
Condividere da buoni compagni di viaggio
le buone "sensazioni" che abbiamo avuto
in tutti questi pochi ,ma pieni giorni.
Grazie , dunque, per tutto a tutti,
ma soprattutto al nostro Don Antonio .
Come ogni anno torniamo a casa con l'animo
pieno di entusiasmo e di ebbrezza,
per aver accarezzato con lo sguardo
e con ottimi occhi del cuore
quel fresco silenzio profondo dei monti quei suoni
sperduti giunti dai borghi e
villaggi lontani
tirolesi e austriaci
a noi estranei
ascosi, monti che
tentano all'ascesa
dai profumi sottili
nei morbidi colori.
dai riflessi iridati
stagni , sentieri ,incantati
sperduti in boschi
dagli aromi fragranti
con echi e concerti
di cori nascosti
di voci sopite
quasi in preghiera.
Giogaie di monti
con pastori di greggi
al pascolo su sentieri
fiabeschi, montani,
Greti di fiumi fantasmi
fumanti di rogge e torrenti
paradiso selvaggio,
di nubi gonfiate e fuggenti
sotto un fantastico cielo
come se ci fosse nascosto il nostro Signore.
Boschi infitti da vecchi abeti
strani infiniti
giganti che smossi dal vento
invitano e tentano ai sogni
agli incubi a segreti arcani
Castelli romiti oppure sfarzosi come la casa estiva di re Ludovico II Di
Baviera a Linderhof nel mezzo di una aspra zona montuosa
nella solitudine di una grande valle Graswang
il re Ludovico si fece costruire questo castello
Proprio lì ,dove suo padre Massimiliano II possedeva
una tenuta da caccia "la casetta reale. "
Ludovico ,che amava fuggire dal mondo, si fece costruire questa reggia
copiando un po' lo stile e l'arte di Versailles
in cui regna e trabocca ricchezza lussuria
Dove si riflette lo straordinario stile di vita passionale
di questo re , bello, ma infelice e solitario
"Il Re fiabesco ."
Intarsiato soltanto di smisurata magnificenza
ma anche di solitudine e bassezza umana.
Da tanto lusso e sfoggio
siamo passati nella abbazia di
Ettal situata in una valle delle Alpi
chiesa abbaziale ,testimonianza più significativa
di cultura barocca della Germania meridionale
Il monastero grande quanto un palazzo
è il risultato di una lunga evoluzione storica.
Era un centro di amministrazione che partecipava al governo della regione.
ora racchiude una comunità religiosa dentro la chiesa cattolica fondata
secondo la regola dei benedettini
e qui che Don Antonio ha esteso per noi
la Santa Messa e un tappeto di preghiere.
Abbiamo passeggiato sotto un cielo sereno
da dove chissà come giungevano stormi di lucide
scintille ad irrorare zolle di terra bagnate , profumate
dure e rupestri magia della natura
Incanti e spiragli, penombre che abbiamo indossato gustato assaporandoli con
la buona spumosa birra in boccale tra le strade della grande metropoli di
Monaco , capitale della birra, tra l'allegria amichevole della gente.
Sotto un sole cocente ,nella grande piazza abbiamo assistito allo
spettacolo dell'orologio animato della torre della Rathaus.
Grazie perché anche quest'anno
un angelo dalle ali umane ci ha condotto per queste
strade straniere ,belle quasi , come i nostri
splendidi e ineguagliabili paesaggi italiani
posti da lasciare un bacio su ogni loro sillaba,
Se- e -feld.
Paesini che sembrano spuntati dai sogni , di fate ,
principesse e gnomi, fiabeschi con dipinti murali
con porte e finestre intarsiati a merletti
dove ancora le donne si vestono con ampie e lunghe gonne
camicette di pizzo e corpetti,
gli uomini con gilè,calzettoni e scarponi.
Queste località sono famosi in tutto il Land come i paesi dei presepi,
sedi della scuola bavarese di scultura e intaglio del legno.
Le case affrescate sono molto belle, tra di loro molto famosa è la
Pilatushaus, un'altra ha affreschi che raccontano la favola di Hans e
Gretel,
un'altra ancora è decorata con scene della favola di Cappuccetto Rosso,
oppure vengono rappresentati ,animali o Santi .
In uno di questi paesi si svolge anche la rappresentazione della passione
di Cristo
alla quale partecipano un migliaio di abitanti in costume.
Il risultato di tutto è sempre una nuova esperienza e nuove conoscenze.
Ogni nostra azione deriva sempre da una reazione uguale e contraria che
ritorna sempre verso l'autore dell'opera, il risultato non è sempre una
punizione o una ricompensa, ma un effetto inerente all'azione stessa.
Nessuno ci obbliga con la forza a fare qualcosa o a rispettare delle leggi
,
ma tutto ciò che facciamo male è sempre una conseguenza da dover evitare.
La vita richiede continuamente una serie di scelte, alcune delle quali anche
molto difficili da fare.
E nessuno può negare che sia proprio dell'uomo agire in funzione di un
giudizio e che la sua azione è tanto più umana quanto più maturo è il
giudizio stesso.
Ogni azione è il risultato di una decisione razionale, ma è anche vero che
in certi campi nessuno può sottrarsi all'obbligo morale di una scelta non
superficiale.
Ed il cristiano, in più, deve misurarsi con il Vangelo.
Per seguire Cristo deve imparare a coniugare la propria logica umana con
quella di Dio. Non può abbandonarsi alla sensazione, al sentimento,
all'improvvisazione.
Questo è stato l'argomento della catechesi di quest'anno e Don Antonio ci
ha portato un po' a capire che per ottenere qualcosa di buono nella vita è
necessario vivere sempre in aseità ed empatia , con se stessi,
soprattutto con Dio.
Dio non ci impone niente , non sopprime la libertà, ma te la indica e la
rinforza. Quindi il discernimento , la soluzione della nostra esistenza sta
nella nostra maturità , nella nostra coscienza .La nostra è una realtà
intercomunicante , ricevere per dare.
La nostra volontà non è stabile . S. Agostino diceva :<tutto è provvisorio,
la vita non ci dà tregua non si riposa mai , quindi, solo la grazia di Dio
ci salva>.
Ecco perché dovremmo pregare affinché Dio ci dia quella forza per
caldeggiare l'amore , allontanando la superbia e il male,
cercare di essere delle persone coerenti .
Questo campo vacanza è stato sotto quasi tutti gli aspetti la giusta
soluzione a tutto , anche se non sempre abbiamo rispettato l'echeggiato
ammonimento di Don Antonio Mi raccomando!!!> Non mi fate fare brutta
figura.!!!... Io penso, soprattutto rispetto a Dio.
Un grazie a tutto e a tutti per aver toccato con le nostre mani ,occhi e
piedi
queste bellezze austriache, splendide quasi come i nostri incantati
paesaggi italiani e chiudo alla maniera austriaca di salutare
"Gruss Gott" salutiamo Dio.

Cronaca del "campo vacanza "
Umbria e Marche
Destinazione Frontignano


Con la gioia e spensieratezza e sempre accompagnati dalle lodi di Don
Antonio , le battute di Francesco ,
la simpatia della comitiva,anche
questo campo vacanza è finito,con rammarico nel cuore tutti a casa
ritorniamo. Ogni giorno con la penna
un momento ho fermato ciò che abbiamo ammirato
e chissà forse amato.
L'insorgere dei monti
il degradar dei colli
il fronteggiar dei boschi
lo scintillar dei rivi
il profumo dei pini,
come quadri di pittori
come scorci inattesi
questa terra è apparsa
nei contorni netta e sobria.
Ondeggiano tra alture e valli
tra paludi e scoscese,
paesaggi incontaminati e sfuggenti.
Il pullman tra salite e discese a Tolentino si è fermato.
Dorme Tolentino,l'aria è fredda, frizzantina.
una riga di sole si accende sull'antico Duomo ,
dalla facciata gotica dove al centro sta scolpito
un sole raggiante simbolo di Nicola il Santo, frate Agostiniano, grande
predicatore ,taumaturgo famoso e patrono delle anime del Purgatorio.
Dal Cappellone si passa poi al mistico chiostro ,luogo di raccoglimento dei
frati eremitani.
Risaliamo tutti sull'autobus ,fili d'argento e d'oro
fanno del paesaggio un incanto.
Sembrano quasi fermarsi tra monti e valli
quei fantasmi rigagnoli.
Ecco Visso, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Da un terremoto quasi distrutta fu ricostruita nella conca fra le rive dei
fiumi di Ussita e Nera
e dominata dal suo dolomitico monte Bove.
Non si trovano molte città di monti così imponenti di monumenti quali Visso
annovera e custodisce.
Salendo nella valle del torrente alle falde del monte Bove , posta presso le
sorgenti del Nera, si trova Ussita ,valle pittoresca
col suo castello di Pietralata, mentre dalle pendici del Bove un fiumicello
muore nella grande vallata del Panico.
Da Ussita per Calcara si arriva a Frontignano,
Colino ferma l'autobus e ci butta tutti fuori,
nelle stanze dell'albergo
ce ne andiamo a riposar le membra.
Dopo un po' di trambusto per un "qui pro quo " sorto
tutto poi vien sistemato e la notte ci regala
un tranquillo e dolce sonno.
Ecco giorno, ti ripresenti!
Stamattina ci siamo alzati
con le luci in trasparenza
due nuvole leggere
passavano come bandiere
risalivano sui monti
e si raggruppavano come
in un gregge stanco.
Il giorno nasceva
con i suoi barbagli d'oro,
mentre si rifrangevano
sull'asprezza del monte Bove,
sul massiccio del Vettore.
Una bella passeggiata ci ha rinfrescato l'anima
abbiamo respirato l'aria sotto faggi,cerri e pini,
e la mente è volata insieme a qualche aquila reale
che con le ali aperte stava per spiccare il volo.
Ringraziato Dio abbiamo col sermone di Don Antonio
e la sera a Visso ed Ussita siamo tornati a visitare
Oggi la strada sale per lunghe svolte
tra burroni e in mezzo ai prati
in basso scrosciano dei torrentelli
e da lontano come adagiati
su dei presepi si trovano
le cittadine di Cascia e Norcia.
Norcia racchiusa dalla cinta muraria
sembra che abbia la forma di cuore,
città aperta a ogni stagione dove cultura e natura
sono inscindibili , appena vista,
non puoi che amarla.
Fulcro della città è la piazza
con la Basilica , la cripta e la casa di S.Benedetto.
Su per scali di pietra e mobili
da te o Rita Santa siamo arrivati, la tua Basilica
abbiamo visitato le tue reliquie abbiamo onorato.
Cascia sei bella per l'acqua che scorre
per l'armonia tra uomo e natura,
per la tua Santa che ti accompagna
lungo il cammino verso Dio.
Umbria, cuore d'Italia
stretta tra monti, o terra Santa!
La santità è diffusa nell'aria,
la pace inneggia come preghiera
fatta solo di lode e amore.
La terra sei di S.Benedetto ,di S.Francesco:
il Santo che diede agli uomini il precetto
della felicità "prega e lavora"
il Santo che rivelò la grandezza del Signore
"laudato sia o mio Signore"
Terra dove anche le cose hanno acquistato la semplicità,
paese dove ogni sorriso sfuma in mestizia
ogni lacrima per non dar noia a chi è felice
si nasconde forse dietro un sorriso.
Siamo al giorno del perdono
dell'indulgenza giubilare,
la remissione della pena temporale
noi oggi a te Dio chiediamo.
Ci fermiamo un po' a Foligno,
con il suo colle dei cappuccini
da cui si gode una bella vista
della città e dei suoi dintorni.
A Foligno nacque la terziaria Angela definita da Papa Pio la "Magistra
Theologorum"
Nella chiesa di S.Francesco , con affreschi del primo trecento il suo corpo
viene custodito in una urna tutta di vetro.
Sia la chiesa che il convento dedicati sono a S.Francesco.
Risaliamo tutti sul pullman su di un contrafforte
del Subasio monte baciata dai fiumi
del Topino e del Chiascio,ecco Assisi ,
dall'impronta medioevale con strutture romane
come il tempio di Minerva ora una piccola chiesa.
Una voce di campana intorno si diffondeva
una pace caldissima c'era ogni fragor qui taceva.
Nel Santuario di S.Maria degli Angeli ,
nella piccola Porziuncola
c'è l'ombra del Santo,
la voce che parlava agli uccelli
il dolore delle sue preghiere
delle odi quando si rivolgeva
alla luna pallida,o suo fratello sole.
In una piccola cappella Don Antonio con una Messa
ha pregato per tutti quanti.Sotto un sole cocente,
siamo scesi a S. Damiano ,una chiesa molto antica
che Francesco restaurò dopo aver ascoltato
le parole del Santo:"Và Francesco e ripara
la mia chiesa che come vedi va in rovina".
E' un luogo di preghiera ,con la piccola finestrella dove
S.Francesco gettò il suo denaro ricavato dalla vendita
delle stoffe e del cavallo per la chiesa e il suo restauro.
Tutto è conservato come un tempo
i dorsali, i leggii , l'oratorio ,
il refettorio,il dormitorio di
Santa Chiara e le sue sorelle,
Il chiostro semplice e armonioso
dove per amore di Cristo
si rinchiuse la "Chiara vergine "
Qui Francesco dalle stimmate segnato
e nel cuore la speranza della salvezza eterna,
elevò al suo Dio l'inno di pace e amore
con il suo cantico delle creature..
Con animo di credente con la sensibilità di artista
si ammira la Basilica del serafico Santo.
Tempio maestoso rivela l'espressione
più pura d'arte e fede.
La chiesa superiore tanto più vivida e sacra,
quanto più l'altra bassa e severa
a voler far quasi credere
che l'architetto abbia voluto rappresentare,
in basso l'ombra della morte
in mezzo il cristiano che lotta e prega
in alto la gioia e la gloria del Paradiso agognato.
Da Tolentino, Foligno,Assisi ,Cascia,Norcia,
dal monte Ventosola dove sorge Castelluccio,
siamo giunti a Camerino.Il cielo s'inarcava come
una cupola azzurra e lucente ,luminoso colore della natura
che si spandeva sugli alberi e cespugli.
Uno scintillio verdastro ornava le cime dei monti
le zolle sembravano cantare,le voci delle cornacchie
si mescolavano tra quei suoni ovattati.
La vallata del Chienti ci ha procurato
un dolce brivido di seta .
Case, monti con profili sinuosi
ammantati da boschi, un paesaggio brullo
rifulgeva di una bellezza smagliante,
il tutto avvolto da una serena armonia di luci e colori.
Si vede ergere la Rocca di Varano
che sovrasta il territorio e racchiude i segreti
dei signori da Varano.Da qui si parte per la conquista
del territorio camerte.Il palazzo ducale
scrigno prezioso,la loggetta e la scala a chiocciola
collega l'orto al palazzo.
In piazza Cavour ,armoniosa e antica
c'è il Duomo opera di Folchi e Vici
ricostruito nell'ottocento sul luogo dove sorgeva un tempo
la cattedrale romano-gotica distrutta da un terremoto.
Nell'interno e sagrestie sculture e quadri di grandi autori
abbiamo guardato con interesse.
Siamo tornati a Frontignan un bel tramonto abbiamo ammirato
Come se un pittore avesse
intinto il suo pennello
nelle acque di un ruscello
e vergato quel cielo diafano
di viola,rosso,rosa e arancione.
La sera e la notte è di nuovo con noi.
Domenica, ultimo giorno
finisce l'avventura sulla strada del ritorno
ci siam messi stamattina .Una visitina però facciamo
nella terra dei Piceni.
Coronata di torri e da rovine romane e medioevali
su un terrazzo alluvionale della Valle del Tronto
ecco Ascoli ci appare forte e bella.
Tutto il nucleo cittadino
con le rue (vie) pittoresche vien raccolto nella
piazza del Popolo cinta da palazzi rinascimentali;
con transetti e presbiteri,sottili campanili
con interni a tre navate su pilastri ottagonali
su lastroni di travertino
incastonate sono le sue chiese.
Ascoli vanta una tradizione storica
di giochi ,anello, palio e quintana,
organizzati dal Medioevo e ancora oggi ,
in onore di S.Emidio il patrono,
vien celebrata la Quintana,un corteo storico ai quali
partecipano come un tempo dame e cavalieri in costume
dei vari castelli e rioni vicini.La grande piazza ospita
al suono di marcia e di tamburo, il corteo e lo spettacolo degli
sbandieratori. Ed ora non resta che salutarci.
Stanchi a casa ritorniamo
ma con il cuore sempre colmo di gioia.

- Luglio 2003-Diario del campo vacanza a S. Martino di Castrozza -Trentino -
- "Speriamo che tutto vada bene"
Ogni volta che si parte il primo pensiero è quello di affidarci alla
protezione divina e con buon inizio a tutti mi accingo a scrivere le
mie impressioni ,
come faccio sempre .
Da sempre si è detto che basta in cielo una stella per fare la sera più
bella, se poi c'è la luna , il cielo diventa stupendo e ,con il sole al
mattino
di certo c'è nel cuore anche il sorriso ,ma c'è un'altra cosa di notevole
importanza per me , il campo estivo che facciamo ogni anno con la
parrocchia di S. Antonio ,
la solita settimana calda in montagna!!!
Anche quest' anno 2003, come di consuetudine con cronometrica precisione ci
ritroviamo alle ore 21 sul marciapiede.pardon volevo dire sulla via
antistante
la chiesa di Don Antonio ad aspettare il pullman, anzi i pullman
della "Panoramica agenzia"<Sempre in forma su e giù per valli e monti >
con il simpatico Colino al volante e il suo bravo nipotino. Il viaggio sarà
lungo e spossante ma, in buona compagnia risulterà di certo rilassante e
grazie
alla bravura degli organizzanti la gita riempirà il cuore di allegria.
L'allegria
cos'è, se non il tonico del cuore ,un tesoro trillante la compagna sovrana
della buona risata, la regola giusta per il vivere sano.Con la risata si
sa la vita diventa un'avventura ed è sempre benedetta come dono divino.
Orsù , dunque tutti sul pullman imbocchiamo l'autostrada e ce ne andiamo
cantando tutti insieme
E va.e va. .su per monti valli e città!!!La comitiva è molto affiatata
e varia, dal neonato al giovane , dal vecchio al disabile .
C'è sempre in una comitiva , la persona più briosa spiritosa come il
rallegrante Giovanni che ci racconta , anzi direi che recita,
le sempre gradite barzellette, non può mancare neppure il coro alpino
con la voce squillante di Enza con i suoi boy scout ed i soliti canti di
Nicola da far ""drizzare ,
volevo dire allietare e gioire "u core" che ora che ci ripenso "nel pensier
mi rinnova la paura "come diceva Dante,
si intende di quel coro faccio parte anche io.
Ma ci sono anche le gradite note della chitarra di Andrea e
le voci intonate dei suoi amici. Quali sono i doni più belli?
Qualcuno d'amare e qualcuno che ti ama, ma c'è anche un altro dono che non
costa niente ma rende molto,
come il sorriso di Don Antonio e di tutti quelli che per loro donare un
sorriso è come
dare fiducia e garanzia di una amicizia sincera e leale
Dopo alcune ore di viaggio con gli occhi semichiusi per il sonno
siamo giunti alla nostra prima tappa ;quella di cambiare l'acqua alla
borraccia. Di corsa tutti giù ,
abbiamo bisogno di un caffè e fare una pipì per rimetterci un po' su.
E' ancora buio e c'è chi dorme ancora tra l'ovattato rumore del motore. Le
città che si vedono da lontano
sono coperte dalle ombre della notte .Ecco un raggio di luce iridescente che
si riflette tra le semichiuse tendine
che dissiperà ogni cosa compreso quella bianca fettina di luna
che ci ha accompagnato in questo lungo viaggio notturno.
Siamo arrivati nella città del nostro Santo Antonio.
Per ogni cattolico per ogni italiano ,Sant' Antonio e Padova,
costituiscono il binomio indissolubile di santità
Città bella irregolare nella forma tortuosa per il suo fiume
il Bacchiglione ,che la bagna. Racchiusa nella cerchia muraria
cinquecentesca veneziana dove Giotto ha lasciato
l' impronta della sua arte.
Campasampiero , Arcella , i luoghi di pace in cui
il Santo soggiornò tra il fresco incanto del paesaggio.
La basilica rimbomba sotto volte possenti si gonfia e s'innalza
con incensi e canti della gente tale da scuotere l'anima al pianto
Ogni colonna , ogni navata, ogni piccola parte è testimonianza
di storia e di arte con elementi gotici romanici orientali
con cupole ed affreschi del Donatello e di Giotto.
In questa spiritualità di questa città e con la santa messa
abbiamo ritrovato la pace spirituale.
Guai a chi tace di Te o mio Signore perché tutto parla di Te e se la mia
anima è angusta,
Ti prego, dilatala Tu , e se è in rovina riparamela .
E' così tra strade tortuose da capogiro ci siamo diretti
verso la nostra meta stabilita Hotel Majestic Dolomiti
Nel cuore del paese in zona pedonale con tutti i confort a disposizione,
con servizio a buffet
ma saporito ed abbondante.
Ampie sale per leggere, giocare ,ballare , pregare, fare ciò che più piace ,
con uno staff di animazione per allietare e divertire.
Per chi ama lo sport campi da tennis, pallavolo ,
basket ,calcetto e con due piscine, una per nuotare l'altra per rilassarsi
con gli idromassaggi.
Siamo dunque arrivati a San Martino di Castrozza.
C'è qualcuno che definisce queste montagne isole rocciose in mezzo al verde
,monti che assumono tante diverse sembianze
a secondo le ore del giorno. Spettacoli indimenticabili obiettivi
memorabili
In questa purezza della natura abbiamo sbarrato gli occhi
aperto il cuore e in tutto abbiamo : Video dominum,
visto il Signore.
Per usare le parole di S. Anselmo- Signore non solo tu sei
tutto ciò di cui non si può pensare nulla di più grande
ma sei il più grande di tutto ciò che si possa pensare -
Qui è tutto meraviglioso come se un cherubino
calando su ali d'argento avesse appoggiato una gemma
in quelle intarsiate montagne delle Dolomiti , massicci
montuosi calcari di colore grigio-rosa-giallastro
che culminano fin sulla Marmolada che sembra una pecorella che si è
staccata dal gregge
La giornata giungeva al tramonto quando siamo arrivati in questa armonia di
bellezza tra le pale di questo paesino.
Il sole nel lento spegnersi del suo crepuscolo emanava un caldo chiarore
mentre dai monti saliva l'aria fresca tanto da farci dimenticare l'afa
che avevamo lasciato alla partenza.
Il sole non voleva morire ,ma il cielo lo premeva e lo spingeva tra le cime
di quelle montagne.
Di fronte a questo spettacolo chi non si sarebbe sentito un nulla in
confronto a quell'infinito?
Le valli del Primiero del Vanoi, conche con campi coltivasti
estesi prati , fitti boschi e corsi d'acqua che fanno da cornice al
paesaggio alpino a quei paesini cullati nelle antiche
e loro orgogliose tradizioni, il tutto è un anfiteatro superbo
magici posti dove i paesaggi mutano ad ogni sguardo
e incantati si resta di fronte a questa armonia .
San Martino è un paesino ai piedi delle mitiche pale
dagli usi e costumi millenari come i suoi fitti boschi
In questi boschi, i veneziani della Serenissima Repubblica marinara
salivano per scegliere i tronchi migliori da impiegare nella costruzione
delle loro navi destinate a solcare i mari di tutto il globo;
nella cosiddetta Foresta dei Violini, poco distante da Paneveggio,
si innalza nella sua singolare e rara bellezza l'abete rosso più adatto ad
assicurare la risonanza ai violini , le cui cime più famose
il Sass,il Maor, il velo della Madonna , il Cimon montagne frastagliate con
versanti ripidi e pendii erbosi ,che si spingono fino
sotto le pareti della roccia cime che sembrano baionette proiettate
verso il cielo guglie intarsiate come se qualcuno le avesse scolpite di
proposito grandiose nell'insieme - perfino magiche quando di sera,
con l'Enrosadira, si tingono di rosso fuoco riflettendo la luce del sole
all'orizzonte -chiuse alla base da foreste che paiono sterminate.
La Prima Guerra Mondiale stroncò ogni attività di questo paese coi suoi
lussuosi alberghi fu incendiato e distrutto dalle truppe austriache in
ritirata,
solo la chiesetta fu risparmiata.
Risorse nel primo dopoguerra, ormai annessa al territorio italiano.
è diventato un ottimo posto per escursioni e ottimi alberghi per soggiornare
e mangiare la cui cucina e i cibi sopraffini ci davano sostegno per le
nostre camminate ,
lunghe scarpinate tra la flora e la fauna delle montagne,con la sua bella e
piccola chiesetta dove Don Antonio, il nostro parroco, ha servito la Messa
e dove abbiamo
gioito ed esultato per le dolci note delle fisarmoniche
Note profonde come il dolore,
dolce come i ricordi
Note che pulsano e vivono in noi
Se non ci fossero le noti della musica
il cielo sarebbe muto
il mare senza voce
il vento senza sussurro
Nessuno parlerebbe :
né regole , né ordine
né leggi ci sarebbero,
senza le noti della logica dell'anima
non potremmo mai capire quell'armonia
con cui Dio ha creato il mondo.
La chiesetta di San Martino è dedicata a San Martino,
pare che l'edificio, ora restaurato, risalga al X secolo, in seguito
abbellito da numerosi dipinti.
All'interno c'è un Giudizio Universale e nell'abside, sotto un affresco
deteriorato, appaiono le tracce di una medievale Ultima Cena.
All'esterno una crocifissione del Cinquecento ed un battesimo di Cristo
risalente all'Ottocento.
Fiera del Primiero per chi l'ha visitata è un paesino che vive e sa di un
sapore di antico sorta nella metà del 400 centro minerario dell'argento.
Tralasciando le escursioni per soli scarpinanti
esperti ed allenati che resistono fino all'ultimo,
a differenza di me che al primo affanno
mi "chianto", come dire ..mi fermo,
noi, invece , con una navetta siamo arrivati fino
alla Valle di Fiemme a Segantino
racchiusa tra la Catena del Lagorai e il Latemar
Il paesaggio è prettamente alpino, caratterizzato dal profilo roccioso delle
cime più alte,dai rigogliosi boschi che ricoprono i fianchi delle montagne
e dalle acque tumultuose dell´Avisio
Abbiamo accarezzato con lo sguardo il lago di Carezza
In questo lago si vedono riflessi tutti i colori dell'iride, meraviglia e
frutto di un sortilegio;lo stregone dei monti Latemar si era innamorato
della bellissima Ondina,
la ninfa che ne abitava le acque, e tentò più volte di rapirla. Così un
giorno, consigliato da una strega fece apparire nel lago di Carezza un
bellissimo arcobaleno
con lo scopo di attrarre la bella ninfa ma quando l'Ondina uscì dalle acque,
vide lo stregone e spaventata fuggì .Il mago fu preso da un tale rabbia per
il suo fallimento
che prese l'arcobaleno e lo gettò in mille pezzi nel lago. E da quel giorno,
appunto, nelle acque di questa tazza rispecchiano colori dell'arcobaleno,si
possono ammirare i monti
ma questa volta con le cime in giù.
Abbiamo voluto dare forza alla nostra brama di conoscenza e di avventura
spingendoci fino ad Innsbruck
Anche se tra la pioggia e il tempo che fuggiva
abbiamo visto molto poco, ma quel poco è bastato per riempici di oro, come
il piccolo tetto d'oro collocato sulla facciata principale della cittadella
,l'emblema della città ,
considerato il capolavoro della architettura profana -gotica.
E per finire, l'ultimo giorno del campo , c'è stata la cosa forse più
bella , il deserto, in un piccolo cerchio verde
tra le superbe e maestose montagne con meditazioni , preghiere e
riflessioni spirituali personali .
Quella preghiera sembrava che volasse come un gabbiano
libera di esprimere in tutto la propria libertà
di pensiero, di sensazioni, di lodi.
Libertà spontanea, consapevole , come un esame di coscienza
lo scandaglio interiore come diceva S.Agostino-
Nosce te ipsum-conosci te stesso ,in me cerco Te, in Te cerca me .
Fa che io ti conosca Signore
per amarti ed io mi conosca per disprezzarmi .
Ma come ogni cosa ha un fine , anche se nel cuore resta sempre il
sentimento , il ricordo e i messaggi che Don Antonio ci ha trasferito in
ognuno di noi
con le sue lodi che risuonano nei nostri cuori e con la lettura e ricerca
sul racconto di Giona .
Io penso che ciò che ci voleva dire è :
l'amore è ciò che primeggia in tutto , quell'amore che non è patrimonio di
nessuno ma che Dio dona a tutti .
L'uomo è meschino, egoista, ma Dio vince l'uomo in ogni suo atteggiamento
con l'amore.
E' una storiella , quasi una favola allegorica rappresentata con un sapido
tocco di ironia. Giona , uomo, pauroso,lamentoso chiamato da Dio ma che
fugge Dio. Ma perché lui fugge?
Per timore , per paura , per vigliaccheria?
Dio esorta, ordina, obbliga lo ha dimostrato con Mosè, con Giacobbe ci mette
nella condizione di provare fin dove arriva la fedeltà l'indocilità
dell'uomo.
I limiti che Dio ci pone alla nostra libertà
spesso si scontrano o finiscono con l'identificarsi .
Ma se la libertà supera i limiti allora diventa autorità e prepotenza.
Dio ci presenta l'uomo con tutte le sue debolezze, meschino, egoista
vigliacco , pauroso come Giona , come me ,ma anche in un animo debole ci può
essere la salvezza
E alla fine sarà sempre Lui a salvarci e a perdonarci .
Chiudo questo diario che come sempre mi servirà per ricordare, insieme alla
nostra foto di gruppo e concludo con le parole di Dante
"Intender non la si può chi non la prova ...la gioia e il campo vacanza
della chiesa di S. Antonio di Taranto.

Personaggi, fatti , incontri fuggenti , avventure ..di un' estate al mare.
capitolo primo

Tutto pareva essere ostile, il sole irradiava raggi cocenti tanto da
bruciare anche gli steli insecchiti e pungenti dei cespugli di rovi irsuti
delle rose dalle foglie foracchiate dagli acari. Un caldo torrido e umido
da togliere il respiro , eppure ero là , sulla sabbia che scottava al
punto tale che si poteva cuocere un uovo . Il mare ,di fronte a me sembrava
immobile, azzurro , quasi assente. Al largo si intravedono lunghe file di
vele, mentre i remi fermi nei loro scalmi , si lasciavano accarezzare dalle
leggere e morbide onde in lontananza. Gli ombrelloni , dai mille colori , le
sedie , gli asciugamani , tutto era ammassato sulla spiaggia sotto il sole.
I bambini urlavano e piangevano , le mamme berciavano ai loro figli senza
grazia . Il calore si diffondeva sulla mia pelle che la sentivo quasi
vibrare da brividi . Per un po' rimasi in silenzio , il sole avanzava e lo
spigolo del suo rettangolo di luce si spostava finchè raggiunse gli occhi
che sotto le palpebre chiuse si riempirono di luce dal colore arancione e
oro e i rumori si ingigantirono perché con gli occhi chiusi la sensibilità
dell'orecchio si fa più intensa , così distesa al sole mi accorsi di come
sia popolato il mondo che ci circonda e che il rumore fa parte della nostra
vita , ci fa piombare in una angoscia mortale. E' come una marea rombante
che si gonfia e si dilata sale a ondate minacciose e sempre più violente,
siamo ormai tanto sommessi dal rumore al punto tale che il silenzio a volte
ci fa anche paura. Il mio corpo non sopportava più il sole , il chiasso mi
rendeva nervosa e me ne tornai a casa. Mi feci una lunghissima doccia con
acqua fredda e tutta madida mi abbandonai sul dondolo , come disse Dante .
"e caddi come corpo morto cadde..."Cercavo un po' di aria , una brezza che
potesse rigenerarmi , ma niente, l'aria era immobile. Assorta nei miei
pensieri, ma non pensavo a niente di preciso perché non capivo se la mente
pensava a qualcosa tanta era la spossatezza che mi ritrovavo, lo sguardo
venne attratto da tante piccole formiche nere che tra le pietre del
terriccio del giardino si muovevano frettolosamente.La loro caratteristica è
di vivere insieme alle altre con quella mirabile pazienza e solidarietà con
cui lavorano Se pensiamo alle api subito ci viene in mente il loro
complesso mondo , quando vediamo una formica la consideriamo solo un
fastidioso insetto , noioso e che ci irrita se le vediamo muoversi in casa.
Ma se ci avviciniamo con curiosità a questo insetto e lo osserviamo
nella sua esistenza ci stupiamo per la sua meravigliosa intelligenza ,
per l'ingegno che mostra , per come gestisce quel suo perfetto mondo
evidente e nascosto . Possiamo aver sentito di scienziati che hanno messo
topi in un labirinto per vedere se erano in grado di trovare la strada per
uscirne, ma non abbiamo mai sentito di una formica in un labirinto. Bene,
questo è stato provato. Non tutte le formiche possono imparare a districarsi
in un labirinto, ma alcune formiche lo fanno molto bene. Quando vanno alla
ricerca di cibo riescono a trovare subito la loro strada verso il loro
formichiere , allo stesso modo possono anche trovare la strada anche in un
labirinto.
Un entomologo provò un esperimento molto interessante per vedere se le
formiche erano in grado di risolvere un problema. Egli mise delle pupe
(giovani formiche) su una piccola isola di detriti circondata da acqua. Le
formiche gettarono detriti nell'acqua fino a che non ebbero a costruire un
ponte. Salvarono le pupe e le riportarono a casa
C'è da stupirsi per le cose che sono capaci di fare queste piccole macchine!
Le formichecostruiscono la loro casa un po' dappertutto, sulle scogliere, in
montagna,
nel legno marcio e persino nelle nostre cucine.
Non avevo mai visto un gran numero di formiche seguire la stessa pista.
Le vedevo arrampicarsi dappertutto con una velocità e industriosità
incredibile. Eppure mi prese il panico al pensiero che potessero
raggiungere la mia cucina. Incominciai ad osservarle bene .Arrivavano tutte
insieme avanzando in formazione perfetta , nessun esercito umano per quanto
ben addestrato potrebbe mai uguagliare la precisione di quella manovra. Si
appressarono alla preda annusando l'aria. Mi avvicinai per distruggerle con
il veleno , ma fuggirono urtandosi l'una con l'altra. Isole di formiche si
suddividevano in frammenti che piano, piano svanivano nella parte opposta
evitando l'arma con la quale le stavo combattendo. Ad un tratto non le vidi
più. Erano scomparse? Pensai di aver vinto la mia battaglia. Ma fu un falso
allarme, perché intorno ad una coccinella che poverina era caduta da una
foglia, un'altra carovana di formiche si arrabattava e si azzuffavano tra
loro. Guardandole bene mi accorsi che non sono uguali tra loro , ce ne sono
alcune più piccole e tozze, che forse dovrebbero essere le femmine e con le
antenne articolate sembrano che si parlino tra loro. Alla fine , stanca di
lottare me ne disinteressai completamente.. Notai una farfalla ferma e
immobile su un fiore di geranio, chissà da quanto tempo era lì e non aveva
alcuna voglia di volare e niente sarebbe riuscita a smuoverla, anche quella
lucertola viscida con la testolina alzata come se volesse chiedermi aiuto
sembrava indifferente a tutto ciò che le circondava. . Un gatto fuori del
giardino se ne stava sdraiato sul terriccio che poc'anzi avevo bagnato . Mi
resi conto che anche quelle bestie soffrivano maledettamente il caldo ,
sembravano malate come la terra arida. Quel caldo mi rendeva ancora più
depressa , stavo attraversando un periodo un po' strano , schiava del mio
umore sempre triste e volubile facile a stancarsi per ogni cosa , non
riuscivo neppure più a leggere, cosa molto strana perché la lettura di un
bel libro mi ha sempre aiutata a superare quei momenti di solitudine . Come
sarà bella in
questo momento la montagna ? Pensai .
Quei prati verdi , quel cielo limpido , con le violette selvatiche in mezzo
all'erba ..e pensai alla fresca settimana che avevo trascorso alcuni giorni
prima a Seefeld . Mi immaginai perfino di sentire un alito di vento che
rubava i profumi dei fiori , di sentire il cinguettio degli uccelli e non
quello stridulo e arguto verso della cicala o il lamento della tortora..le
vocidi tutti quegli insetti così fastidiosi che ti ronzano e ti rompono.
Ero stanca e sembrò che anche la mia anima fosse stanca che volesse dormire
come
il corpo che purtroppo non riesce a dormire per il caldo . Rimasi lì per un
bel po', poi sentii i vicini gridare , scherzare , e quei maledetti zoccoli
trascinati dai ragazzi come se avessero delle catene ai piedi. Così mi alzai
e andai a preparare il pranzo
Il calore del sole di Agosto che superava i 35 gradi all' ombra metteva a
fuoco sia la polvere che l'immondizia e non riusciva a mantenere i miei
nervi saldi. Presi la mia bicicletta e andai al supermercato . Quel giorno
la strada mi sembrò più sporca e più dissestata, pedalavo a fatica e il
sole mi accecava. Perfino i cani erano distesi sul terriccio sporco e
neanche un gatto li avrebbe smossi , ma forse c'è un gatto che li avrebbe
svegliati . Nuvola, è il gatto di Teresa ,un'altra mia vicina . Descrivere
sia lei che il suo gatto ci sarebbe da vergare almeno 10 fogli , ma
sintetizzo dicendo che è una vedova, vive sola con il gatto, Fisicamente?
Immaginate la befana quando scende giù dalla scala. Magra come una scopa,
capelli raccolti in un piccolissimo codino biondo, cammina sempre di corsa ,
soffermandosi come un'ombra dinanzi ai nostri cancelli salutandoci con
gentilezza, tuttavia devo ammettere che è educata , socievole e ben voluta.
Uscii dal supermercato dopo aver fatto una lunghissima fila per pagare il
pane e mi fermai a guardare le bancarelle che erano lì ,sulla piazzetta ,
poverini pensai tra me , montano e smantellano ogni giorno bancarelle di
merce , sotto il sole , si spostano da paesi in paesi come zingari pur di
guadagnare qualcosa. Entrai nella macelleria , e qui " puoi piantare la
tenda ",sai quando entri , ma non quando esci. Mario, il macellaio, un
omone di cento e più chili si muove con una flemma indescrivibile da farti
perdere la pazienza .Con il camice bianco imbrattato a volte di grasso, con
un faccione e barba incolta , ti serve quasi a malincuore , come se ti
stesse facendo un piacere , ha molti clienti , però , sarà per tirchieria
non assume neppure un garzone ad aiutarlo .
La moglie , addetta al banco salumi, non sa neppure tagliare una mozzarella
non sa fare i conti , sarà certamente analfabeta e ogni volta che deve
pesare qualcosa , chiede sempre a suo marito, e Mario si sposta lentamente
trascinando i suoi enormi piedi , con le mani sporche di carne va dalla
moglie e la rimprovera di non saper fare niente , chiamandola cretina.
Sul muro c'è un cartello su cui ha scritto: "Se volete il pollo arrosto ,
lo dovete ordinare qualche ora prima", a questo io aggiungerei " forse
qualche giorno prima." Uscii, finalmente ancora viva dalla macelleria. E
ritornai a casa.
Davanti al mio cancello i ragazzini, figli dei vicini giocavano a palla ,
uno di loro riuscì ad ammollare un calcio al pallone che rotolò tanto forte
vicino ad una macchina che fece scattare l'allarme . Tutti i padroni
uscirono di corsa per controllare se non fosse l'allarme della propria
macchina .Giorgio che se ne stava sempre seduto nella sua villetta con la
pipa in bocca ,calzini bianchi e mocassini e sempre a petto nudo , sentì
questo brusio
e uscì dalla sua tana. AH! Vedi questi! Con aria scherzosa si rivolse ai
ragazzini .Ma chi v' ha "mparato a gioca' ? Huah ! Huah! Gridò uno di loro
e sbottò a ridere e perché non ci fai vedè tu come si gioca? Ma chi me la
fa fare a mettermi con questi quattro marmocchi qua ! E mi guardò ridendo ,
cosa pensi Fra.. diminutivo di Francesca .è giusto quello che dico?
Io e Giorgio eravamo soliti scherzare con frase un po' piccanti e maliziose
Lui era stato un grande viveur , un amante latino e ancora adesso dice lui
che tiene forte... Spesso ci raccontava sempre le stesse barzellette
sporche ..come lui diceva.. Siccome, lui e la moglie , hanno l'abitudine di
andare a letto presto , una volta gli chiesi scherzando .Ma si può sapere
cosa fate la sera in casa con il caldo che fa.? E lui , pronto .. Ehhh!
ehhh! secondo te cosa posso fare con mia moglie .Vedere la televisione,
dissi ..come fanno tutte le coppie dopo trenta anni di matrimonio. . ma
fammi il piacere!! mi rispose.. Al che io ribadii..." la conosci la
barzelletta di nonne Saule ? "No, rispose , ebbene. Questi in gioventù ne
aveva
combinate di cotte e crude e siccome voleva che tutti potessero apprezzare
le sue vicende di dongiovanni , volle scriverle. Accattò na pila di carte ,
come se dovesse scrivere " nu vocabbolario " e cominciò a prendere appunti .
Aldine, il nipote incuriosito dall'opera che stava scrivendo il nonno , na
sera sbirciò tra le carte e prese un foglio, tentò di leggere, ma non capì
niente , c'erano scritte solo delle annotazioni : a 20 anni MMS, a 40 anni
MMS, a 60 anni MMS , a 70 anni MMS. Ma cosa voleva dire il nonno , forse che
fumava le MS ? 10, 40 sigarette al giorno di super MS.
Alla fine Aldino chiese al nonno il significato di queste lettere.
Il nonno rivolto al nipote disse.senti qua Aldino mio..
Ora ti faccio un esempio.
A 20 anni io facevo l'amore con tua nonna
la mattina ..a mezzogiorno e la sera
a 40 ,invece martedì , mercoledì e sabato
a 60 anni
a marzo , a maggio e a settembre
a 70 anni
"mo manghe si solleva "
Mery ,che aveva sentito tutto era scoppiata a ridere e dal suo giardino mi
salutò come sempre chiedendomi se dovessi scendere di nuovo a mare. Dal suo
terrazzino, <lo so , lo so > , così come eravamo solite chiamarla , mi
chiamava con voce stentorea, direi fastidiosa. La salutai con enfasi
chiedendole cosa ci preparava di buono oggi .Dall'altra parte del mio
giardino un orecchio era già sul sentiero di ascolto, anche se
volontariamente noi la evitavamo , lei era sempre presente in ogni momento
con lo sguardo e con l'udito , per non dire anche con la lingua ben forcuta.
Nonostante tutto , cercavo di avere con lei rapporti di buona educazione ,
almeno da parte mia , cercavo di sorvolare a tante sregolatezze che era
solito fare nei nostri confronti .La famiglia" Brambilla "la soprannominavo
, invadente e bugiarda. Tu , devi essere pazza , disse Mary , che nel
frattempo si era affacciata alla finestra del suo bagno, abbiamo il mare a
due passi e non ne approfitti per scendere ogni giorno . A questo punto è
giusto che vi spieghi come mai la finestra del suo bagno affaccia nel mio
giardino. Cosa posso dire, solamente che colui che ha progettato queste
case non aveva la testa al suo posto , forse un pazzo le avrebbe fatte
meglio . Le case , pur essendo indipendenti , dipendono l'una dalle altre ,
perché in ogni giardino esce e ne fa parte qualche stanza della casa
accanto. Per cui fanno parte della nostra vita gabinetti, scarichi, odori ,
cucine , letti dei vicini. Se la persona con cui hai qualcosa in comune è
educata, leale e stimabile non è poi la fine del mondo averla in casa tua
sentirla circolare per casa , alzare la voce ad ascoltare a volte anche
senza volerlo le loro voci , il contrario rende la vita impossibile .Così
Mary, in piedi , sul bordo del suo gabinetto , mi sorrideva .Qui si
svolgevano le nostre chiacchierate , sempre con l'orecchio vigile della mia
cortese vicina. Sai , disse Mary, oggi arrivano gli affittuari della casa
di mia cognata, altra persona della quale preferisco non parlare . Mi
sforzo, onestamente di non deridere mai delle azioni degli altri, e neppure
di detestare o di avere delle antipatie per qualcuno , tuttavia , non
possiamo fare a meno di avere sulle scatole qualcuno, e questa famiglia mi
era odiosa a causa della loro presunzione . Rispetto la loro ritrosia ad
avere rapporti cordiali con me , però non sopporto la loro maleducazione ,
E' il solito dottore , so che ti piaceva ?" Sì, effettivamente era una
persona gentile" . Vedo che sei bene informata , le risposi . La
chiacchierata fu interrotta dalla irruente figlia che facendo capolino sulla
testa della madre la innervosì a tal punto che smettemmo di parlare.
Lella , è una ragazza molto impulsiva ed esuberante, molto simpatica, mio
marito la chiama, scherzosamente" Miss Italia e siccome non è permalosa ,
scherziamo facilmente su ogni cosa. Con Marco mio figlio, un bel ragazzone
dai capelli castani e ricci , stanno in continuazione a punzecchiarsi.
Marco è ben voluto da tutti , si fa amare e volere bene perché ha un
carattere mite e paziente , anche se a volte anche lui ha i suoi momenti di
ribellione e di isolamento . Alessia , mia figlia , molto carina , capelli
lunghi neri e ricci , occhi castani dai riflessi verdi ,dai lineamenti
delicati tanto è vero che l'amico che aspettavo a pranzo quel giorno
l'aveva
paragonata a una madonnina del "600", ma dal carattere testardo ,
orgoglioso, energico ed efficiente, il suo se si può definire dono, era
quello di disinteressarsi di tutto senza pronunciare mai né una parola a
favore o a sfavore di tutti quelli che conoscevamo
Intanto , "lo so , lo so" , era scesa dal suo terrazzino e stava facendo
l'appello ai suoi figli ,Matteo !Ilaria ! Presto , a mare , Tina mi sta
aspettando .
Teresa , il suo vero nome, era sempre indaffarata , in continuo movimento ,
parlava con te , e pensava a qualcosa altro , pronta a lasciarti su due
piedi se l'occasione che le si presentava fosse migliore o qualche sua
amica la cercava per andare in qualche posto .Ilaria è una bambina un po'
cresciuta ,più grande della sua età , secca e lunga ma molto carina , suo
fratello non saprei definirlo , lungo e magro dal viso insignificante ,
pieno di lentiggini con un bel naso prorompente. Il marito , un uomo di
quarant'anni alto, aitante e piacente , ma non mi ispira alcun interesse ,
dalla mania delle amicizie allettanti e lucrative.
La donna che a me piace e che rispetto, è Elisa sempre dolce e discreta
restia ad ogni pettegolezzo . Lei è insegnante , ma non parla mai di se
stessa e ne ostenta la sua professione , il nostro rapporto a prima vista
non sembra tanto confidenziale, invece tra noi c'è un feeling ,
almeno da parte mia riesco a confidarmi con lei , perché so che è una donna
sincera e affidabile. Tra una chiacchierata e l'altra il tempo era passato ,
guardai l'orologio , Dio! Mezzogiorno? Ora arriva Franco e non ho preparato
niente. Mery , chiamai ad alta voce , ti prego , dimmi cosa posso cucinare ,
dal momento che sappiamo come è grande la tua arte culinaria. Mery, sempre
pronta , in piedi sul gabinetto ,mi disse che lei preparava le cozze al
forno e così riuscii a far mangiare le cozze a Franco , mentre il resto
della famiglia penne al sugo. Gianni, il marito , un uomo molto gentile e
disponibile , molto affettuoso , dalla cucina gridò < Così hai risolto
tutto , vero ? >Allora puoi venire al mare ? E va bene .Mi preparo e
andiamo. .....  

Personaggi, fatti , incontri fuggenti , avventure ..di un' estate al mare.
capitolo secondo

Le dieci? Il mio orologio come sempre sgarrava di minuti , anzi di ore, quindi se segnava le 10 … doveva assolutamente essere più tardi.
Indossai il mio costume da bagno e raggiunsi Mary al mare .
La cercai sulla spiaggia ,tra tutti quei variegati ombrelloni , ma non riuscii a vederla e così decisi di farmi il bagno e ritornarmene subito a casa .Adoro il mare , ma detesto la sabbia non la sopporto , come del resto il sole e la confusione..
Mi riprometto di scendere presto in spiaggia , quando è ancora deserta e il mare è stupendo , ma non riesco mai a realizzare le mie stesse promesse. Stamattina mi ero alzata con la voglia di cambiare il mondo… …con la fermezza che questa giornata sarebbe stata tranquilla.
Non so se definirla una giornata positiva o negativa per ciò che questo giorno mi serbava.
Appena entrai in acqua .. sentii un forte bruciore alla caviglia ..che piano ,piano aumentava sempre più..
Non riuscivo a capire cosa fosse e quindi uscii di corsa dall’acqua , mi guardai la caviglia, era gonfia e paonazza …e il bruciore era davvero insopportabile.
Una signora con un bambino in braccio si avvicinò e mi disse :- ci devi pisciare sopra…!!--Cosa?…risposi..!-
-Ti ha pizzicato una medusa…-Oggi il mare è pieno di meduse .
Stavo per ritornare sotto l’ombrellone…ma un uomo si avvicinò-
-Davvero , ha ragione la signora , in questi casi ci vorrebbe l’ammoniaca per alleviare il bruciore.. non le resta che fare la pipì.-
-Ma lei scherza ,vero?-
-Alla mia età ..mi sta davvero mettendomi in imbarazzo..-
-Non qui, s’intende ….-
-non ci riuscirei neppure se la spiaggia fosse deserta..
quindi la ringrazio , ora vado in farmacia.-
mi guardavo la chiazza rossa e continuavo a parlare ,ma quando alzai il capo lui era sparito..
Che strano uomo ..pensai..!
Stavo indossando il mio pareo giallo …quando lo vidi tornare di corsa con un grosso bicchiere di ghiaccio alla menta…pensai che davvero era un uomo stravagante…invece di aiutarmi si è ristorato con un gelato ..
Come sempre sono troppo precipitosa nel giudicare la gente…
-Metti questo ghiaccio sulla caviglia e vedrai che ti sentirai meglio…mi disse ,con un sorriso accattivante…-
Lo guardai negli occhi per ringraziarlo e mi rispecchiai in uno sguardo stupendo …I suoi occhi sembravano riverberi del mare.. di un colore che non saprei definirlo … ..celeste , azzurro.. Ecco ! pensai ..glauco ,come il mare all’orizzonte quando si confonde con l’azzurro del cielo.
Rossa per l’imbarazzo e per tutto ciò che era successo..
lo salutai con enfasi e ritornai a casa .
Il ghiaccio effettivamente mi aveva fatto bene. Il rossore era quasi sparito, ma provavo ancora del bruciore.
Feci la doccia…lavai i capelli indossai l’accappatoio e mi sedetti all’ombra a pensare… la mia mente fantastica sempre.
Chi non ha mai fatto qualche pazzia ?
Basta un attimo per renderti felice,
basta un gesto per rendere la vita più viva ..e a volte basta un uomo ad illuderti tanto da farti credere perfino nelle fate.
Qualcuno all’improvviso mi aveva fatto sentire diversa, farmi capire che esisto e, provare se pur per un attimo ,la felicità .
La sua presenza se pur breve è stata importante .
Non sono più giovane e neppure bella ..ma i miei anni ..come si suole dire..”li porto bene”…ma ho un grande difetto quello di volere apparire più giovane per cui cerco di mantenere sano e saldo il mio aspetto fisico .. Ma a volte comporta anche qualche rischio volere sembrare più giovane ..
È bello sentirsi dire che ancora hai un aspetto giovanile e tanto più ci lusinga quando a dirtelo è un uomo per lo più giovane. Quando la vita è sempre un susseguirsi di abitudini..
diventa inaridita per la tristezza e si nasconde sotto un velo opaco
ed è sufficiente una parola che come una rugiada di nuovo la disseta e con un bacio
fa rifiorir l’amore e ti sembra danzare con cadenza ancora davanti alla porta dell’amore,
il quale combatte tra due verità in discordanza , una che allontana , l’altra che avvicina ..come la giovinezza quando incontra la vecchiaia .Armonia e distruzione ,gioia e dolore scorrono inarrestabilmente , inesorabilmente nella coscienza che sembra persa e che si aggrappa a quell’ immagine di debolezza , a volte anche di indecenza con l’illusione che la sua bellezza galleggi ancora , come un sonno un po’ lamentoso che cerca riposo in un bel sogno . Fare una bella pazzia
ogni tanto ci vuole, per cambiare , per uccidere le abitudini per rigenerare i sensi.
Una bella pazzia fa bene , ogni tanto..perchè
un’aspirazione lasciata sfuggire,
nella noia ti porta ad agire.
La paura di lasciarsi andare
facendo-agendo
blocca la scia della fantasia.
Fare una piccola pazzia
temendo-osando
senza le regole del giusto vivere,
turbamento-pentimendo
ti porta lontano

nel pianeta della spontaneità .

Ero assorta a pensare…quando lo rividi nel vialetto che mi osservava di nascosto , riuscii a vederlo molto bene ,furono i suoi occhi celesti ..come quelli di un gatto furtivo che non sa cosa fare se avvicinarsi o scappare.
Si avvicinò , invece, e mi disse : <mi scusi , sono interessato a prendere in affitto una casa da trascorrere questi ultimi giorni di estate, vorrei sapere a chi posso rivolgermi. Con i capelli bagnati tutti appiccicati alla spalla e al viso mi strinsi nell’accappatoio blu ..e uscii dal mio cancello . ..Quando mi vide…mi riconobbe subito e sul suo viso s’illuminò uno smagliante sorriso ..Ciao...medusa!!!…come va?
Meglio, grazie, risposi…però non sono una medusa..-
ma se mi dai la risposta giusta …potrei ucciderti …come fece Edipo con la sfinge…mi disse…
-Vedo che conosci la favoletta di Edipo -
ma credo che hai invertito un po’ il racconto…ebbene io non sono orlata da tentacoli e quindi non catturo nessuno…ma ti posso
indicare la persona giusta . Mi ringraziò e andò via.
Giunta la sera .. mi truccai un po’ più del solito , indossai il mio vestito di seta blu ..che metteva in risalto il mio corpo ,il seno ben evidente e andai a giocare a carte , come tutte le sere dalla mia amica Mery.
Ehi …sei bellissima stasera ..l’abbraccio della medusa al tuo tallone… ha fatto il miracolo!!
Ti ha dato la forza di Achille , disse suo marito…si congratularono con me per il mio aspetto ..Miss Italia ..mi apostrofò con la sua simpatica ironia , dicendo- sei davvero elegante ..-vuoi fare colpo su qualcuno..?-
Qui non ci sono uomini disponibili e interessanti…
Ancora non sapevamo che la villetta accanto al loro giardino era stata affittata.
Mentre ridevamo ..una voce maschile .,ben modulata, disse – Ciao! .. …grazie per il tuo aiuto ..come vedi ho trovato casa….però ora è giunto il momento di presentarsi ..non credi che sia meglio sapere anche i nostri nomi..?
La conoscenza è l’espressione del sapere e dell’amicizia .
Era un medico , per lo più psichiatra..…doveva avere forse una quarantina d’anni , ben portati e si chiamava Stefano. Il marito di Mery lo invitò quella sera ad unirsi con noi per una partita a carte.
Non rispose , aprì il suo cancello ed entrò ..desideroso di venirci a salutare di persona e con tanta disinvoltura prese la sedia e tutto soddisfatto disse ..assolutamente sì.. mi piace giocare , soprattutto con delle belle donne…
A scala quaranta.. no…è un gioco lungo e noioso ..Giochiamo a poker e mi guardò con quegli occhi celesti da far davvero girare la testa. Arrossisco sempre quando mi trovo in compagnia , diciamo , congeniale e non riesco neppure a nascondere ciò che provo .
Il mio nome ora lo sai e il tuo qual è ? Mi disse avvicinando la sua bocca al mio orecchio.. - Francesca.!. risposi con un tono secco ..quasi scortese. - Giocava molto bene e sapeva disporre le carte senza esitazione , dava la sensazione di sicurezza,di un accanito giocatore di poker., ma la sfortuna riuscì a sconfiggere, non solo me che non sapevo giocare , perfino la sua bravura..
Ma io capii che la sua sconfitta era stata da lui voluta di proposito…
Giocai in modo raccapricciante e lui, rideva e si divertiva a dileggiarmi in maniera tenera e simpatica.
Erano quasi le due di notte. E decidemmo di fare due passi vicino al mare.
La notte era meravigliosa , il cielo era un fantasmagorico spettacolo di luci tempestato di stelle tutto ispirava amore, passione.
In quel cielo baluginavano le stelle e la luna, la mia fata incantatrice che
tra folletti di incandescenti stelle dormiva e brillava , malinconica , felice, tra amore e passione , tra desiderio e incertezza..
Mia Luna,
soave lampada
che ardi
nell’ore più sole
più tarde
Nell’ombra più mesta
nel cielo più cupo
sugli occhi già chiusi ..
-Sei anche una poetessa -mi disse…beh!…quando non ho niente da fare…compilo…
-come compili?-
-Componi vorresti dire…?-
No.. compilo ..riempio di parole i fogli che dopo lascio volar via……
Finisce qui…la tua poesia?
No…
…tranquilla,
scintilla
della notte
più nera
tu giochi
tra stelle e pianeti
nella notte morente.
Dolce luna del cielo
schiarisci
il buio del dolore
A volte sei pallida e
smorta ,
piegata , inarcata
oppure appari
piena e paffuta…

non la ricordo più…forse è meglio così……

Personaggi, fatti , incontri fuggenti , avventure ..di un' estate al mare.
capitolo terzo

.Eravamo arrivati sulla spiaggia e ci fermammo davanti ad uno di quei
locali caratteristici, ritrovo di ragazzi ,alla maniera di quei locali
dell'america
latina ..costruito con capanne di bambù e canestri di frutta esotica , con
lampade colorate dalla luce soffusa e con un sottofondo musicale dolce e
romantico che invitava a ballare. Vedendo quei ragazzi ,abbandonati sulla
spiaggia a fare l'amore mi venne da dire.-sembrano che non hanno niente da
nascondere neppure i loro sentimenti ,ostentano troppo la loro libertà in
modo eccessivo.
Cos 'è per te la libertà .?Mi chiese
La libertà?
Non so ancora cosa sia di preciso , forse perché io non l'ho mai provata
veramente. La libertà è agire nei limiti del possibile.è la possibilità di
essere se stessi .
I limiti?
-Ma a quale limiti ti riferisci? Al tuo matrimonio . alla casa .,ai
figli .. I vincoli , i limiti come tali sono ragioni di infelicità -
Ebbene sì , risposi, noi non siamo onnipotenti ,ma limitati ..allora il
vincolo può essere interpretato nel senso buono , cioè come
auto-organizzazione della propria libertà.
Essere se stessi pur appartenendo agli altri..
-Ma tutto questo non ti crea delle insoddisfazioni .-
A me succede spesso ..Faccio il medico a tempo pieno per cui non mi accorgo
di avere una famiglia ..sto fuori casa giorni interi e non avverto neppure
la loro mancanza ..loro non mi cercano ed io vivo la mia vita ..Mia moglie
ha la sua vita ed io la mia.
E siete capaci di vivere insieme e ritrovarvi sempre , lo interruppi ..
Il suo sì ..era privo di ogni esitazione e sembrava sincero.
Non capisco ..il vostro è un matrimonio speciale ..senza rendervi conto però
anche il vostro è diventato abitudinario, come del resto quello mio che
dura da trenta anni.
La capacità di organizzare il mio comportamento senza dipendere da un altro
non esiste per me.la cosa più importante è essere autonomi pur restando
insieme agli altri .
-Sai quando si diventa autonomi quando la solitudine ,il vuoto, il buio non
ci fa più paura,
ora ti faccio un' altra osservazione.. lui mi parlava come uno psicologo
..del resto era il suo lavoro .
-Perché noi fuggiamo di fronte alle difficoltà , all'incertezze .,te lo
sei mai chiesto.. mia cara Francesca.-Per timore , per paura o per
vigliaccheria risposi -
Sei felice? Mi disse con voce tenera e dolce - non lo so , risposi.-
Ecco , vedi ..non lo sai perché non sai cosa è la felicità. Dura un istante
, subito svanisce .Non credo , dissi , si può essere felice anche
per tanto tempo .. perchè quell'istante di felicità si propaga nel tempo
..dilata il tempo.ed è proprio la coscienza che rende possibile la felicità
.. La felicità è essere in pace sempre con la propria coscienza, vivere
nella verità.ma se sto facendo qualcosa che è contro la volontà di Dio io
non sarò mai felice. L'uomo è vigliacco è meschino ,ma è Dio che vince
l'uomo
con l'amore
E allora ti cristalleria nel ruolo di vittima , sempre , perché la vita che
non vivi diventerà sempre paura di morire.. di sbagliare. Devi sapere che la
felicità è amore che non ha bisogno di bigottismo, di moralismo, di
pregiudizi, se non c'è lotta dentro di noi , se il nostro io si arrende, la
pace arriva sempre.
Via , via che ci arrendiamo non ci aspettiamo niente ,ma solo gioia , così
arrivano quei momenti belli che se ne vanno senza sensi di colpa.
Parliamo dell'adulterio.
Tu hai mai tradito tuo marito?
No - dissi .
E tu ..spesso.
Allora non ami tua moglie .dissi
-Non si può amare se devi proporti con forza a farlo diventare eterno nel
tempo..
o essere sempre fedele.perchè in questo modo tu poni dei controlli ..del
perfezionismo in situazioni che non si possono controllare ..non si possono
sempre controllare le emozioni altrimenti non sarà mai un buon rapporto
d'amore..
Se una storia finisce è giusto che finisca e il cuore non può essere
sempre aggrappato al passato perché subentra sempre la ragione, il fatto
reale ..Adulterare significa .secondo il nostro linguaggio medico.rendere
diversi.. violare l'impegno della fedeltà.
-E tutte quelle bugie , sotterfugi ,paure di essere scoperti riescono a
farti vivere bene senza sensi di colpe?Un sesso in questo modo rende
infelici -
Ma ,quando con tuo marito si è stabilito una calma piatta e tutto si è
spento,come mi hai detto ..quindi cadi nell'abitudine ..lasciati andare
qualche volta ....tenendo per te quello che stai vivendo senza mai
confidarlo a nessuno e vivilo bene quel momento e vedrai come ti renderà
felice.Cosa se ne fa una donna di un uomo che non prova più nessun
entusiasmo , nessun desiderio a stare con lei ..o con lui.?mia bella
Francesca.
Mi sorrise e mi prese la mano ..ed io arrossii.. volevo sprofondare sotto
quel mare nero ..
Passeggiavamo ed ero contenta ..le strade di notte sembravano diverse e
irriconoscibili , mi sembrava di essere altrove .
E' la prima volta che faccio qualcosa da sola e mi sentivo libera e in pace
con la mia coscienza .Ho camminato sempre legata alla mano di mio marito
come sulla superficie del mare per paura di immergere la testa nell'acqua e
scorgere chiaramente la vita su quel fondo sabbioso .
Camminavo con gli occhi fissi davanti a me , se lo avessi guardato negli
occhi avrebbe avvertito la mia sensazione di piacere che provavo e che anche
lui provava in quel momento.
Quello non era di certo amore che si faceva sentire.. ma solo desiderio
..il suo Eros .come lui lo intendeva.
.Per rompere il mio imbarazzo dissi :
-che notte meravigliosa..! si narra che la Dea Notte fu creata con le ali
nere e fu amata dal Vento che depose nel suo grembo oscuro un uovo
d'argento,
da quell'uovo nacque Eros,colui che mise in moto tutto l'universo .
-Eros! il dio dell'amore o del desiderio..vero?-
-Beh ! credo di sì.dal momento che è capace di scardinare tutti gli schemi
dell'io ..-
-L'eros , è vero ,nasce nel cervello ..quindi come desiderio ,ma dopo passa
nel cuore e diventa sentimento.- Questo è ciò che pensi tu .mi disse -
Per Freud è un caos ..una specie di crogiolo di eccitamenti ribollenti
,aperto verso il fisico di cui raccoglie i bisogno pulsionale e sensuale ,
eros è solo amore erotico
L'etimologia della parola "amore" è ..<entrare in .essere in ..>
-Qual è il tuo ideale di donna ?-
L'ideale è un modello quindi non potrà mai realizzarsi ..può sembrare
perfetto nel momento che lo si immagina, ma in realtà non esiste non sarà
mai così come noi volessimo che fosse. A volte, un ideale troppo voluto
diventa un 'idea fissa
che è tipica di chi ha bisogno di ordine , di equilibrio per fa sì che le
cose vadano così come si vorrebbe ,oppure sono proprio le cose che ci
spingono a cercare un proprio ordine artificiale , è come trovare un
punto di appoggio nel disordine e nell'incoerenza della propria vita .
Lui parlava mettendo in mostra tutte le sue doti di psicanalista.. come un
medico tutto era basato sul cervello ,senza emozioni ..
Ma anche il cuore ha una sua intelligenza .. .mio caro .dottore.
come le onde di quel mare ..vedi ..noi non le conosciamo ..ma arrivano ,
muoiono .si nascondono nella sabbia ..s'infrangono sugli scogli , ma
arrivano sempre ..con la stessa intensità ..così sono le emozioni a volte
ci travolgono ,a volte ci rilassano ..a volte non ci sono.apparentemente.ma
nel cuore sono sempre presenti.
anche se poi è la nostra mente che le giudica buone o cattive..
-Ora vorrei sapere ,Francesca, se adesso noi due facessimo l'amore. .ebbene
cosa rappresenterebbe per te? -
Una emozione meravigliosa costruttiva o cattiva.e distruttiva?
Devi sapere mia cara "medusa"che le emozioni non sono né brutte e né buone
siamo noi , la nostra mente che le giudica.Se tutto finisce bene diciamo che
è stata una emozione buona.. perchè ci ha reso felice , il contrario ,
cattiva perché ci ha procurato dolore..
Sono le espressioni del viso a farci capire le emozioni e tu , io , ora
stiamo provando l'emozione più bella e dolce ..quella di baciarci .
Lascia fluire le tue emozioni ,sono lo stimolo per vivere meglio.
Il tempo era passato senza che ce ne fossimo accorti, era tardi ..quasi
l'alba
..
Posso vederti ancora ..ma senza parlare questa volta.. mi suggerì
Non può finire così un incontro speciale.è stato veramente bello per me ..un
sogno..
Certo .sono le quattro del mattino.stiamo davvero sognando. lo guardai fisso
negli occhi ..ma i sogni fatti al mattino si avverano.. lo sai .
Sempre.. Freud ..vero.. dissi..
credo.. che non ci sarà una prossima volta.
Perché.?
Perché potrebbe succedere qualcosa e questo .
Ti farebbe felice.vero?
Sorrisi e aggiunsi in tono fermo . < è stato bello ,ti ringrazio ,ma
dobbiamo dirci addio..
gli tesi la mano
Con mio sollievo , dopo una breve esitazione , lui la strinse semplicemente
con l'aria di accettare sportivamente la propria sconfitta. Addio , allora..
mentre mi allontanavo , sentivo che mi seguiva con lo sguardo mi aveva
tenuto gli occhi addosso per tutto il tempo che siamo stati insieme adesso
però che si allontanava sentivo già la sua mancanza
Allora mi girai ed era ancora là ..fermo che mi guardava e fu in quel
momento che non riuscii a trattenermi , ritornai indietro..
-Avevo ragione a dire che il nostro interesse va oltre il nostro buon
dialogo ..-
E sì .aveva ragione , tremendamente ragione ... La sua studiata compostezza
si sgretolò ad un tratto..
gli occhi assunsero un 'area tempestosa e divennero blu. si protese in
avanti e azzardò un lieve bacio sulla mia bocca. Una scintilla si accese in
me.che mi fece vibrare
Poi mi voltai di scatto e andai via.
Allora.. ? lui mi fece eco seccamente.sono pronta ad ascoltarti tutte le
volte che vorrai ..
Grazie .ma non voglio diventare un'altra tua avventura.o una tua paziente.
Passarono alcuni secondi.. poi lui ..come se niente fosse successo mi
disse :<ciao medusa.a domani.>
Non possiamo farne a meno , risposi. ..almeno fino alla fine dell'estate.e
così facemmo ..giocammo ..andavamo in spiaggia insieme ..con tutti gli amici
e anche con mio marito che mi raggiungeva solo il sabato e la domenica. .Fu
un'estate bellissima la più bella.ma finì ..
Il giorno dopo Mery mi chiese a bassa voce con aria cospiratrice .<com'è
andata?>
Bene.molto meglio di come mi aspettassi.Devo sospettare qualcosa?
No.. niente di tutto quello che puoi credere.. Mary sembrò
soddisfatta.allora non è successo niente.è successo tutto e niente. I giorni
passarono in fretta e l'estate ormai era alla fine
Stefano era partito e da quel giorno non l'ho più rivisto ---
La vita è una serie di abitudini. Ci vestiamo e ci spogliamo con loro ogni
giorno.ma non possiamo farne a meno . fanno parte delle nostre azioni.sono
le nostre azioni .come guardare il cielo.. il mare, sopportare , lavorare.
Diceva Catullo..
-O come dolce ,senza alcun travaglio , tornar nella tua casa e riposar
tranquilli , infin , nel sospirato letto..-
Finite le vacanze , ritornai felice nella casa in città, al mio
volontariato .alle mie abitudini .

Racconto
Con voli pindarici ..
 tra  ricordi
e sogni
simulacri  di vita
come ombre fugaci
raccolgo
i fili
della mia memoria
che raggomitolo
 in questo mio raccontare..................

 
 Si svegliò  all´improvviso , con un balzo atletico balzò giù dal letto indossò la sua vestaglia ed entrò in cucina nel momento in cui gorgogliava il caffè nella macchinetta elettrica che aveva preparato suo marito.
Quella era una delle tante giornate grigie e vuote, aveva voglia di sentire una voce amica per farle riacquistare la fiducia in se stessa. Mentre si riempiva la sua abbandonate tazza di caffè decise che quella mattina doveva uscire .
       Lei è una  donna indecisa dubita  di tutto a causa      della sua poca  fiducia in se stessa.   
 Tutto ciò che dice o fa  è  sempre  seguito da un
punto interrogativo, che  piano piano si affloscia  e
diventa esclamativo.
    La sua  vita ,  la paragona ad  una parrucca su una testa calva,solo per coprire una testa vuota come la sua , come spesso si sente  dire.
   Ha paura di tutto  , paura  insita nel suo   carattere, timido
e introverso , paure ancestrali legate  forse alla sua   infanzia

 Tutta la vita che non si vive diventa paura  e  così si perdono anche tutte le     motivazioni e si vive solo di sensi di colpa.
 Non si sa per quali impulsi la paura agisca su di noi  certo  però, che è uno strano, se lo si può definire sentimento, dalla doppia faccia, una metamorfosi del "intra  et  foris".
Quella mattina , invece aveva deciso di rompere quella sua routine quotidiana.
La sua spinta vitale si fece sentire e  mandò all'aria servizi, computer, cucina e decise di andarsene a spasso . Si vestì accuratamente , indossò i suoi soliti blue jeans ,una camicetta e una giacca di panno nero , mise in testa il suo solito basco nero sotto cui risplendevano meglio i suoi capelli di uno strano colore,  tra il rosso e il giallo, il colore della menopausa , come diceva il suo parrucchiere. Non li aveva mai portati corti ma, sempre sciolti sulle spalle, oppure raccolti con una pinza  sulla nuca .
  Non è più giovane, ha  quella età in cui  prevale la inanità ,però lei non vuole  accettare che il tempo piano, piano segna sul suo viso le prime rughe.  Anche se detesta  attendere l'autobus, purtroppo quel   giorno doveva necessariamente farlo, dal
 momento in cui imbranata qual è,  non è   riuscita  neppure a prendere  la patente.

Si poteva prevedere per mille segni una di quelle giornate dispettose, nel cielo sereno si intravedevano delle nubi e sperò almeno che non piovesse. Le sue mani non riuscivano a star ferme, quelle mani ruvide e screpolate a causa dei detersivi un pò scadenti che usa,  con quelle dita piccole  dalle unghia rosicchiare che se le ritrova  sempre nei capelli tinti nel suo solito atteggiamento di voler  mettere a posto qualche ciocca di capelli.
L'autobus ritardava sempre più, stava per perdere la pazienza ed ebbe l'impulso di ritornarsene  a casa .
Ma dove andare?
Le sue   amiche,  quasi tutte  lavoravano, solo lei  non  era riuscita a fare niente, anche se fare la mamma e la moglie , ventiquattro ore su ventiquattro,  è  il lavoro più difficile ma  non apprezzato e stimato, perché non produce e non rende .
Ogni giorno si rammaricava di non aver fatto ciò che le sarebbe piaciuto fare e più passava il tempo  una insoddisfazione s´ insinuava nella sua vita e quando pensava a tutto questo ,la tristezza le invadeva il cuore , cercava in tutti i modi di combattere l´insopportabile peso che le gravava sull'anima, quella pena ,quel senso di vittimismo ….
                  si era scritta per se stessa  una poesia…
                                   Vittimismo
                                Forte non sono,
                            son ruota di scorta
                           mi sento diversa
                      mal fatta e fallita.
                La mia mente è una stazione
             con treni solo in partenza
          sui binari della mia fantasia
       corron tutti contro senso
                          Incoerenza,
                         antinomia,
                   ricerca affannata
                 di vane attenzioni
         come un fardello
      mi porto appresso
   insieme
ad un lamento
perdente .
          Vittima
osteggiata,
 perseguitata
alla ricerca
dell' illusoria
 speranza di essere
                       notata.

Un magone le si strinse in  gola tanto da farle nascere la voglia di piangere.
Ma cosa le procurava quella malinconia se non la sua indolenza, l'incapacità di agire, di vivere .
Ecco , finalmente il sospirato autobus comparve in fondo a quella strada stretta di periferia , anfrattuosa e impervia tanto che il pullman sembrava dominarla . Era  quasi vuoto, sul viso dell'autista si leggeva  la tracotanza e la fretta che aveva  di ripartire subito , fa appena in tempo a salire che le porte si rinchiusero  subito alle sue spalle. Obliterò il biglietto e si andò  a sedersi accanto alla porta di uscita così poteva  far presto a scendere. Si guardò intorno, davanti a lei c'era una donna trasandata che teneva legata alla sua persona esile ,in uno scialle un  pò logoro ,un bambino di appena sei o nove mesi. Magro e smunto con degli occhietti di uno azzurro come il cielo, meravigliosi, sembravano enormi in quel visetto serio.
Altri due bambini le stavano accanto in piedi, attaccati fortemente alla sua gonna .Si notava una certa somiglianza tra di loro ,pur essendo diversi . La femminuccia aveva dei capelli nero corvino che le cadevano con riccioli disordinati  sulle spalle , piccola ed esile  come la madre ma, ciò che colpiva di quei bambini erano gli occhi diversi   l'uno all'altro. Il bambino più  grande  aveva un viso un po´ furbetto contornato da una folta capigliatura di capelli ricci e rossi.
Quello squallore, attirò la sua curiosità  . Cominciò a guardare il piccolino e a sorridergli salutandolo con la mano, lui subito si nascose dietro le spalle della madre che  preoccupata  si  girò a guardarla ,ma subito cambiò la sua ritrosia, le sorrise e aggiunse:<Signò,vi sta´ dando fastidio> Si sentì prendere di nuovo dall'imbarazzo e sorridendo le rispose:< Per carità, assolutamente no, è un bambino meraviglioso >. Un lampo di gioia pieno di orgoglio illuminò il viso della donna ,ma subito svanì e sul suo volto apparve di nuovo quel velo di rassegnazione. Il bimbo , intanto, aveva poggiato  la testolina bionda sulla spalla e continuava a   fissarla. In quel momento rivide e pensò a suo figlio dai riccioli biondi , quando era solito anche lui nascondersi tra le sue spalle o alla sua bambina con i suoi lunghi capelli castani , la quale , gelosa qual era  del suo fratellino ,era sempre  pronta a distogliere l'attenzione della madre per puntarla su di lei .
                              Ha due adorabili figli ,ormai sposati ..ma con loro  ha  avuto sempre un rapporto astioso non di complicità ma discordante …di tensione , forse anche a causa del carattere di suo  marito  sempre acconsenziente , almeno in presenza  dei figli.
Ama i suoi figli  più della sua stessa vita ma non
   riesce  a dimostrare il suo amore.

Solo allora si rese conto che nonostante la sua vita fosse scialba,  le aveva dato due figli  meravigliosi.
Riguardando  il volto di quella donna notò che traspariva ,oltre la stanchezza di chi vive di lavoro pesante ,una dolcezza mista alla rassegnazione.
Intanto il pullman si era fermato e la donna con i suoi tre figli era scesa aiutando come poteva  i suoi bambini .
Voltaire diceva  che  le preoccupazioni non sono difetti, ma qualità che spingono l'uomo ad agire a lottare ,a migliorare il posto nel mondo . Bisogna accettare tutto ciò che la vita ci dà, ma sono solo parole , lei  , per prima, non aveva accettato la sua vita ,era sempre insoddisfatta. Fin da bambina,  si era sempre sentita sola e diversa dagli altri, il perche´ non lo sapeva neppure lei. In famiglia era sempre triste e seria ,quasi accigliata e si portava appresso una sorte di alone di malinconia. Benchè non volesse lasciar capire ciò che le tumultuava dentro , si chiudeva sempre più nel suo silenzio  e le sue sorelle non capivano le sue ..come loro dicevano “
stranezze’ e quindi la escludevano dai loro giochi , divertimenti e altre cose .
Cosa c´era in fondo all´origine del suo avvilimento, sfiducia , forse la sua infanzia un po' solitaria, ma soprattutto avevano contribuito l´indifferenza e la crudeltà ingiusta dei suoi insegnanti. Il giorno in cui lei nacque ,suo padre si rifiutò quasi di vederla, perchè non era un maschio. Dopo tante femmine il padre, come tutta la famiglia, si aspettavano  di infiocchettare  la culla col nastro azzurro, invece furono delusi .
Ma non fu certo questa la causa del suo carattere introverso e solitario. Quindi ,quella sua malinconia era causata non dal non avere soddisfatto grandi ambizioni o desideri, ma dall´incapacità di non aver saputo neanche compiere le più piccole azioni necessarie.
Più che timidezza , lei ha soggezione e questo irrigidisce  i suoi rapporti verso l´esterno , la fa apparire un po' estranea , un po' goffa, a volte anche superbia.  Educatamente insocievole e per non farsi notare o per timore,  evita di apparire in pubblico.
A scuola era una frana, ogni mese cambiava maestra per cui ciò che aveva imparato da una maestra non faceva altro che dimenticarlo quando se ne presentava un´altra. Erano passati, più di trenta anni da quando era stata una studentessa non certo fra le migliori. Tuttavia c´è da considerare che la scuola al tempo suo non era indulgente e disponibile con gli alunni e genitori come quella di ora.  Se non eri all´altezza del  giudizio positivo di tutti gli insegnati..  ti consideravano incapace. A causa della sua timidezza e taciturnità fu considerata “ritardata mentale’. Questo fu il giudizio  di una di quelle tante maestre, se tale poteva  essere chiamata , quelle parole dette in sua presenza le si conficcarono come una freccia letale nella sua mente ed è rimasta lì per sempre e anche se non lo era alla fine   ha creduto   di esserlo per davvero. Se sei un quadrato difficilmente puoi immaginarti di essere un cerchio ma  se tiene abbastanza a lungo ferma un´immagine di te stessa nella mente renderà impossibile la vita. L´uomo è fatto in modo che a forza di dirgli che è uno stupido lo crede e a forza di dirlo a se stesso s´induce assolutamente ad esserlo. Così lei era cresciuta con   quell´idea di essere una ritardata mentale ,in poche parole una buona a nulla.
Solo sua madre riusciva a capirla e ad amarla in un modo speciale ….ma anche lei , schiva e riservata anche troppo ,poteva amarla  come mamma,  ma mai esserle amica a cui confidare segreti ..
Riconoscersi e confessarsi qualche volta fa anche bene alla propria coscienza, chi non ha fatto degli sbagli durante la propria vita, chi più, chi meno, ha qualcosa da rimproverarsi ,difficile è riconoscere i propri sbagli e difetti e anche se si dovesse riuscire , tuttavia diventa un problema confessarli.
Quanti sensi di colpa , quanti rimpianti avvelenano la sua mente e non riesce mai ad evitarli o a smettere di pensare …soprattutto quando le ritorna in mente sua madre,  la sua morte …la  sua sofferenza ..
e le meritate attenzioni che non era riuscita a darle in quei momenti della sua malattia.
 Anche lei aveva molti difetti e nell´esaminarsi si rese conto che spesso li aveva sottovalutati ,ci rendiamo conto delle nostre capacità ma è umano cercare di ignorare i difetti..
Tutti, marito , figli  sono sempre  coalizzati tra loro e in eterno contrasto e discordia con le sue idee ,parole e azioni .Nel divario di idee e di giudizi,le sue lamentele vengono  considerate come dei rimproveri, dei comandi e fanno  nascere in loro la rinuncia a parlare e a fidarsi di lei, tanto che si era  arrivato al punto che per non sentire le prediche della madre o della moglie le celano  la verità.
L´uomo per vivere ha bisogno di attaccarsi a qualcuno , il bambino ai genitori la moglie al marito ,lei si era attaccata con tutte le sue forze ai figli. Il momento più felice per lei fu appunto il giorno in cui sentì il primo pianto dei suoi bambini, quando sorresse i loro primi passi, spiato le loro parole i loro giochi, quando li teneva in braccio con amore baciandoli di nascosto, mentre dormivano perchè non riusciva ad esternare i suoi sentimenti con effusioni o parole melliflue . L´aveva troppo circondati di cure, aveva perfino annullato la sua libertà perché loro rappresentavano l´unica cosa di cui valeva la pena vivere, ma ormai erano grandi e si sa che quando i figli si sposano  è tempo che i genitori spariscono dalla scena . Quindi ,ora si ritrovava sola e si sentiva inutile.
La sua logica di adattamento l´aveva chiusa in una gabbia adattandosi a modelli non suoi senza cogliere nessun attimo buono  per essere felice. La capacità di saper vivere bene senza rimuginare il passato appartiene ai sorrisi veri  che nascono dal cuore.
 Lei era sempre preoccupata ..ma di cosa ? …non lo sapeva neppure lei.
Le preoccupazioni non sono difetti, ma qualità che spingono l'uomo ad agire a lottare ,a migliorare il posto nel mondo . C'è chi nasce nel lusso, chi nella miseria, purtroppo quando nasciamo non possiamo scegliere nè i genitori, nè l'epoca, nè l'ambiente in cui vivere e crescere ,non possiamo sceglierci come e quando morire. Tuttavia abbiamo la libertà di vivere se con coraggio   o viltà, con onore o disonore ,con uno scopo  o vivere, come disse Orazio "alla carpe diem" e anche se l'universo che ci circonda resta indifferente alle nostre decisioni alle nostre scelte  bisogna accettare tutto ciò che la vita ci dà, Ma sono solo parole , lei era la prima a non aver accettato la sua di vita , sia di moglie che di donna , forse solo quella di madre.
Ad un tratto  le venne in mente il documentario e le parole di un uomo il quale aveva sempre sostenuto di saper sopportare qualunque cosa la vita le potesse infliggergli eccetto una " la cecità" .Poi una volta superato i sessanta anni cominciò a perdere la vista.
Allora si accorse di poter sopportare anche la perdita della vista , dato che non poteva  fare niente , così aveva capito che poteva  sopportare qualunque cosa. Se avesse perduto tutti  e cinque i sensi sapeva  che avrebbe continuare a vivere  con la mente , perché è con la mente che vediamo e viviamo.
 Uno dei motivi che più ci spingono a creare pretesti per lasciarci andare a compiangere noi stessi è la paura della nostra coscienza , di sottrarci alle nostre responsabilità ,ai nostri insuccessi, ai nostri guai  dichiarandoci vinti. Bisogna essere come
come il balbuziente Demostene che diventò oratore
 o il gobbo Steinmetr che raggiunse alte mete scientifiche . L´orologio segnava mezzogiorno circa ,doveva sbrigarsi ,tornare a casa per cucinare anche se quel giorno non aveva alcuna voglia di stare dietro i fornelli, ma doveva farlo dal momento che aveva scelto un po' per sua scelta ,un po' per imposizione del marito e dei suoceri , il mestiere di casalinga. Quindi non poteva esimersi da  questo suo compito neppure per un giorno , altrimenti sarebbe stata tacciata di non aver fatto niente.. Il sole di colpo era scomparso e le nubi cominciavano ad addensarsi, le parve sentire anche il fragore di un tuono, ma venne smorzato dal fruscio sibilante delle moto che sfrecciavano sulla strada. Le strade erano bagnate e sentì  un brivido di freddo , lieve , molto lieve,   scorrergli dentro. Si strinse nelle spalle e affrettò il passo fino alla chiesa più vicina  . Si possono raccontare fatti veramente accaduti anche se con qualche osservazione propria  divertente o drammatica ..Si può esagerare nella descrizione , oppure tralasciare alcuni particolari che al momento potrebbero sembrare inutili e ,invece sono forse le cose che appartengono di più a noi  stessi.
Ebbene  quel giorno era  arrivata  perfino a detestarsi, era stanca di dubitare , allora …era giunto il momento di fare qualcosa…
 doveva fare qualcosa altrimenti la sua  vita sarebbe precipitata nella malattia del secolo…e questo non lo  voleva assolutamente.
e così…trovò  il coraggio di liberarsi da quella voce che le  ripeteva sempre …sei una nullità…
Era intenta a pregare , quando ad un tratto le  si avvicinò una donna  .
L e  andò  incontro felice con le braccia aperta  come  se volesse abbracciarla. Avevano frequentato insieme la stessa scuola superiore…
 Nei suoi occhi brillava la gioia ..ma non per averla  incontrata ..ma solo perché dentro di lei c´era una luce gioiosa che le illuminava il viso.
E´ necessario sempre considerare se quello che si  fa è giusto o non lo è.
e se non lo è , bisogna fare qualcosa per cambiarlo…Ebbene,  quella sua amica .. …sia che avesse la sua famiglia , sia  che lavorasse ,  aveva anche trovato il tempo da dedicare  agli altri…ai poveri …ai bisognosi ….
Di fronte a lei si sentì  meschina ..
Tutta euforica incominciò a parlarle  di se stessa
della sua vita e del suo lavoro di volontariato presso un´associazione di amici che avevano chiamato Marcellino.
Una casa famiglia di accoglienza di amici che era nata
 grazie all´idea di un insegnante di scuola media  , sua amica, la quale   mossa dal desiderio di poter offrire amore e aiuto  a ragazzi con condizioni problematiche, aveva creato questa casa ,  un posto con le stesse caratteristiche della propria casa , dove poter studiare ,giocare e festeggiare momenti particolari insieme con gli adulti  disposti a far loro compagnia a prendersi cura di loro .
Il carattere di un ragazzo  deve  formarsi in modo adeguato ,non solo nel contesto di una famiglia ma anche fuori e , farli sentirsi partecipi della vita della comunità con aiuti di qualunque tipo ed  eventi .
Per diventare madre o padre  non è necessario esserlo biologicamente  ..ma dal punto di vista affettivo chiunque lo può essere per un bambino che non ha un padre o una madre.
E attraverso un banco di solidarietà  si può  fornire loro anche viveri e segnalare situazioni problematiche di bambini  che  tramite questa case di accoglienza  sono sostenute moralmente e   materialmente nel loro processo educativo , come dire…un supporto temporaneo o di emergenza.
Il progetto contribuirà a migliorare la loro vita , la loro educazione…… continuava  a dirmi   con convinzione.   Lo scopo delle nostre  attività di reinserimento è anche quello cercare di rendere entrambi i genitori più coscienti e responsabili permettendo loro di dedicarsi in modo costante al recupero  educativo  dei loro figli..
Hanno anche accolto nelle loro famiglie , temporaneamente, bambini orfani e bambini in difficoltà che non hanno nessun posto dove andare e che vivevano in istituti o  in strada e sono entrati a far parte  di   una famiglia affidataria.  I bambini dovrebbero stare in queste case il maggior tempo possibile e poi essere reinseriti o nella famiglia di origine oppure con un piccolo gruppo di persone. Portiamo avanti questa associazione  finalizzata alla creazione di una casa-famiglia dove più gruppi di persone possano vivere insieme svolgendo un servizio di accoglienza . Siamo tutti soci ..non esiste un capo , no profit  ,  siamo noi a sostenere tutte le spese,   alla fine …del suo tanto parlare .. le propose di unirsi a loro.
 Ecco che in lei ritornarono   i dubbi amletici …essere o non essere  capace!
A lei sono sempre piaciuti i bambini  ha sempre amato  i bambini ,era sicura che a loro poteva dare un po´ di amore , questa volta non ci pensò neppure ,  voleva  che quel  suo  punto interrogativo diventasse  un punto fermo e girare pagina.
 Quei piccoli bambini che aveva incontrato sull´ autobus, erano lì in quella chiesa che giocavano felici con gli altri bambini...
Avevano anche loro bisogno di persone come la sua  amica…e chissà forse anche di lei…
Furono appunto quei bambini che aveva incontrato sull´autobus a far nascere  in lei già  dei buoni propositi ,dei pentimenti e dei cambiamenti.
Basta con i dubbi con le  incertezze ,  doveva provare prima di affermare di non essere capace.  
Ora  , lei è contenta di recarsi in quella casa di amici, studiare insieme ai bambini,  da loro e insieme a  loro imparare tante cose che aveva dimenticato, ridere …giocare …parlare…
oh! sì…parlare,  di  questo aveva bisogno..  parlare con qualcuno che potesse per una volta  porgerle un po´ di attenzione ..delle amiche .
 Chiunque avrà il coraggio di provare ad aiutare si accorgerà che è la cosa più soddisfacente che esiste..
 Da quel giorno qualcosa è cambiato in lei , ha riacquistato fiducia,  la voglia  di studiare di nuovo ..di imparare ..di  saper amare .
Quante storie  drammatiche di vite strappate all´amore, di povertà sta scoprendo in questi anni, quanti dolori , quanti problemi ci sono nel mondo
ma, anche tante storie simpatiche che nascono appunto dai pensierini  ingenui e semplici dei bambini.  
Spero che il sorriso di Paolino, di Roberto, di Laura…di Maria …valgono  più di ogni  cosa ,  più di ogni parola
Ritornò   a casa più serena  , tutto le sembrò più bello … …anche se ..
ritorneranno  ,sicuramente , ancora tutti i suoi dubbi, le sue incertezze ..le sue insoddisfazioni perché  fanno parte del suo carattere , della sua vita, ma ora saprà come curarle…
 La  serenità,  la felicità  sono  i più sacrosanti  diritti da difendere.
 Se aiutiamo l´altro ..aiutiamo anche noi stessi.  Non per essere  assolutamente buoni  bisogna essere caritatevoli .
L´ altruismo che fa bene è la condivisione di una ricchezza d´essere .
Non è ,do ut des, non è  essere  buono al giudizio degli altri non è  sacrificarsi sforzatamente per gli altri
ma prendere coscienza di se stessi delle proprie forze
delle proprie possibilità e metterle a disposizione  degli altri. Sorridere e rispondere ai sorrisi non ci vuole molto , ci fa sentire meglio , molto più difficile è corrugare la fronte , fare qualcosa gratuitamente è una grande soddisfazione.  

A tutti i costi ..poeta…
Sono tanti gli elementi che concorrono a fare di Taranto "Tarde in dialetto tarantino, un luogo inimitabile e pieno di fascino con qualche sfaccettature di simpatia e di umorismo di certi cittadini , rispettabili per carità , ma un po' curiosi e spassosi che a poterne indagare le singole origini e i singoli motivi , senza dubbio, vi sarebbe da spassarsi un mondo!
L' aspetto con cui attualmente si presenta la città vecchia non è rimasto del tutto conforme a quello dei tempi andati però la pesca è rimasta così com'era un tempo.. le stesse abitudini ..le stesse movenze …non è un hobby , è un lavoro di cui ci si vanta con orgoglio.
Il vero pescatore si riconosce da come descrive il pesce , la cozza con un rituale preciso , dettagliato … poetico persino come cucinare il pesce.
…ci vuè cu sé cume se cucine
pigghi' u pesce e miettele n'tiane
nge miette pep'e putresine
garfene cannelle e maturane ,…

(se vuoi sapere come si cucina prendi il pesce e mettilo nel tegame poi ungilo con pepe , prezzemolo garofano cannella e maggiorana. )
Spontanee e genuine creazioni popolari danno luogo a frase burlesche .. come ..Na cicce…na... ecco Ciccio…ecco…:
Il dialetto di Taranto ha tanti giuochi di parole che determinano ciò che si suole chiamare scioglilingua , .tipo…ci ne ma scè , sciamene, ci non ne ma scè no ne sciame scenne..( se ce ne dobbiamo andare , andiamocene ., se non ce ne dobbiamo andare non ce ne andiamo)
La maggior parte di loro sanno appena scrivere e leggere ..ma stando a contatto ogni giorno con il mare e il cielo …hanno un senso spiccato per la poesia., per loro anche una lisca di pesce è un motivo per far rima.
Abitava nel vicolo un certo Ciccio detto " Baffone",così lo chiamavano gli amici per i suoi baffi lunghi sottili e attorcigliati come dei cavaturaccioli…che coprivano il naso e arrivavano fino al collo e che lui tingeva sempre di nero. , chissà forse con il liquido nerastro di qualche seppia.
Era piccolo di statura, un uomo alla buona …ignorante .. non era più tanto giovane ,ma i suoi anni non li dimostrava per il suo viso rubicondo e sempre rosso e colorito …un po' per il sole e un po' per qualche bicchiere di vino chijne -chijne …(pieno-pieno) che " si faceva." la sera con gli amici all'osteria nella cosiddetta parte "bassa" della città vecchia e restava un po' …… 'ndrunate… stordito per il vino.
Quando tornava dalla pesca, lui portava il pesce al mercato per venderlo.
Era un mercato all'antica che sta in piazza Fontana , dove si trova di tutto , con quei banchi di marmo e gli ombrelloni colorati ..tipo quelle bancarelle che compaiono al mattino molto presto ..con il pesce fresco appena pescato che la gente fa a gara per comprarlo e dopo mezzogiorno le bancarelle spariscono ..perchè ormai non c'è più pesce da vendere.
Accanto ai banchi, i venditori gridano ..<pesce fresco di giornata!
Tutti conoscevano Ciccio il baffone per il suo modo di parlare "come lui diceva…<raffinato> Zia Cuncette, la donna che l'aveva cresciuto .. non riusciva a capirlo quando parlava.. e diceva.
<Madonna d'u Carmene >, ma come parli difficile , no puoi dicere le cose papale papale!
(madonna del Carmine..ma come parli difficile..non puoi dire le cose così come sono…in modo che possono capire tutti )
Un giorno , mentre incartava due merluzzi gli capitò di leggere a caratteri neri e cubitali "Concorso di poesia …. argomento libero…"
Ebbene è giunto il momento di esternare finalmente il mio estroso (estro) poetico..
e così fu..
Incominciò a buttar giù fiumi di parole ..alla fine tutto soddisfatto disse….
Erica!!!…( Eureka) finalmente è nato il mio poema…!
Il cielo stanotte
è un "fantasmorico" (fantasmagorico)
spettacolo
Di luci , di colori.
come questa notte di pediluvio. (preludio )
Il cielo è un velluto smagliato (smerigliato)
con un branco (banco) di nuvole
che come zucchero al vento (a velo)
si nascondono sotto un velo aureolo.(aureo)
La luna , come una cozza
Allucesce ..illumina ..
Le stelle come allampacioni (lampioni)
si mantengono in cielo
per la forza di gravidanza .(gravità)
sembra un giardino prensile (pensile)
con sciami (fasci ) di fiori
che le api impallinano ( impollinano) i petali.
Tutto sembra un gioco di un calendoscopio (caleidoscopio)
Il non super ultra ( plus ultra ) di bellezza
E se pur in cielo c'è il buco dell'orzoro (ozono)
lo spettacolo stanotte è di una bellezza venerea. (Venerabile )
Di fronte a tanta bellezza io resto putrefatto. (Esterrefatto)
Firmato… Ciccio detto" il Baffone."

Dopo averla scritta a macchina ..la lesse a zia Cuncette
che tutta soddisfatta disse…filii mi ..perchè nu scrive anche
che le stelle sono come …
nu canestre de cerase a sere l'esse e a matine u trase…(come un cestino di ciliegie che la sera lo esco e la mattino lo entro)
e (il cielo è come un lenzuolo con tante pezze , ma con ,o senza pezze ,è rappezzato)
e il cielo è …come nu lanzuele pezze pezze senz'ach 'è esenza pezze l'arrepezze..
e chiu belle..no…… va bene zia lo scriverò alla fine .
E così inviò la poesia .
Dopo alcuni giorni ricevette una lettera
la quale diceva: <Gentile signore abbiamo apprezzato l'impegno con il quale vi siete immedesimato nel descrivere il cielo e le stelle…ma tralasciando tutta la prima parte …poteva solamente scrivere i bellissimi versi con cui ha concluso la poesia…dal momento che il concorso era solo per poesia in vernacolo. Mi dispiace , ritenti .
Il giorno dopo , al mercato ..incominciò a vantarsi che la sua poesia era stata apprezzata…e rivolto agli amici disse.
… < son convinto che non m'hanno premiato solo perché ho scritto la poesia nella mia camera da letto invece che dentro a u ' cenacolo di San Domenico. . < ma da pruvà ancora ..baffone!.>riproverà ancora Baffone...
certo che Ciccio u 'Baffone era davvero un tipo strano…   

La scialuppa della speranza
Dopo una notte fatta di sbarchi in Puglia, sul litorale tra Monopoli e Mola di Bari ,
la Guardia di Finanza aveva rintracciato un centinaio
di Albanesi e kosovari e tra loro moltissimi bambini
La giornata per la polizia era cominciata con l'inquietante avvistamento al largo di un’ imbarcazione con a bordo un centinaio di persone.
L'allarme si era diffuso in tutte le capitanerie di porto del basso Adriatico e quello dello Jonio
<Un’ ondata di sbarchi clandestini abbiamo avvistato al largo! …si sentì gridare dalla guardia di finanza ,
fra cui moltissimi bambini, >
Le nostre rive per migliaia di disperati rappresentano la frontiera della disperazione e speranza, della miseria e ricchezza .
Arrivano sempre dopo mezzanotte, sbucano dal buio accompagnati dai latrati dei cani.
Cercano pane e rifugio…..
ma questa volta erano arrivati con la luce del sole
-------------------
L’imbarcazione scivolava silenziosa sul quel braccio di mare,breve se è misurato in miglia,
ma lungo un’eternità,se misurato in paura,disperazione,speranze ed ansie.
Quanto è lunga la speranza si era detto Mirkan
guardando i suoi poveri compagni di viaggio o meglio di sventura.
Più lunga della vita vissuta da lui e di tutti quanti che come lui erano
ammassati su quella barca,
che meglio sarebbe stato definire zatterone,
mentre sballottava su onde altissime che a mano a mano diventavano sempre più minacciose.
Avevano lasciato tutto per andare verso la libertà, ma anche verso l’ignoto, si apprestavano a vivere
senza progetti,senza mezzi,senza alcuna certezza e
soprattutto senza il sostegno della loro famiglia, sebbene il fine ultimo,la meta agognata, l’obiettivo unico era la libertà .
Ad un tratto un rumore cupo, insistente distolse
il giovane dai suoi pensieri,mettendolo in allarme.
Il rumore all’improvviso divenne un boato; cos’era:
uno scoglio affiorante contro cui lo scafo aveva
urtato,un’altra imbarcazione colma come la sua di
clandestini, vite vendute per qualche frammento di
sogno,vite comprate per una manciata di lire ?
Erano vite di bambini,di donne,di uomini ,nei cui
occhi serpeggiavano i bagliori delle fiamme delle
case bruciate,nelle cui orecchie echeggiavano an-
cora i colpi di fucili, di granate,
il lamento della sottomissione,le inutili paro-
le di pietà,nonché le violenze e gli stupri sulle
donne.
La barca ondeggiava paurosamente,mentre il
mare si gonfiava ribollendo come una pentola d’ac-
qua posta su di una fiamma troppo forte.
L’acqua nera e fredda l’avvolgeva da ogni par-
te, si ritirava, lasciandoli fradici, infreddoliti e
scioccati per quanto si presentava davanti ai lo-
ro occhi.
Mirkan disse <sto morendo…ora affogherò
in questo mare sinistro e sconosciuto e nessuno po-
trà salvarmi>
Erano mesi e mesi ormai
che gli scafisti, come venivano identificati i tra-
sportatori di frodo di tutti coloro che fuggivano
dalla guerra,dalla pulizia etnica o dalla miseria,
abbandonavano i profughi sulle coste dell’estremo
territorio dell’Italia meridionale, ultima spiaggia
della loro peregrinazione,quando andava bene,
o in mare,appena fossero stati avvistati dalla polizia.
Mirkan ormai aveva percepito i segni della tragedia
che si stava consumando sotto gli occhi imploranti
dei “clandestini”,ma anche sotto gli occhi crudeli di
uomini,che non esitavano a gettare in mare donne,
vecchi e bambini,pur di salvarsi dalla galera e
continuare così il loro turpe traffico.
Gridavano
come forsennati,mentre colpivano e colpivano i po-
veri passeggeri di un viaggio ai limiti dell’impos-
sibile,che si avvinghiavano gli uni agli altri e
si attaccavano alle cose:le panche,i bordi della
imbarcazione,inutilmente però perché quelli a cal-
ci e a colpi di bastone li ricacciavano fuori,sca-
raventandoli giù. Mirkan ripensava a momenti simili,
da cui credeva di essere fuggito per sempre con la
la fortuna che aiuta gli audaci,ma ora
stava vivendo il dramma di una guerra cruenta
quanto inutile,sotto un’altra bandiera,ma con lo
stesso dolore,con la stessa paura di non riuscire
a sopravvivere.
Intanto continuavano i rumori,si facevano sempre più concitate
le voci e i gesti,mentre la barca si
inclinava su un fianco,facendo scivolare nell’ac-
qua ciò che era in bilico:cose e persone.
Ora rischiava di colare a picco.
Mirkan afferrò tra le mani due fagotti che una donna,prima di scomparire tra i flutti,gli lanciò.
Erano due bambini di pochi mesi,che
dormivano,ignari di quanto stava succedendo in-
torno a loro.
Mirkan riuscì a guardarli:erano belli
e innocenti,. Li strinse al cuore, come a voler afferrare e tenere la vita per lo-
ro, ma anche per se stesso.
Eccolo qual era il suo viaggio,il suo primo viaggio nella
la tempesta solo senza famiglia senza
soldi,senza documenti e con due fagottini tra le braccia .

La situazione era disperata,sulla barca ormai c’erano pochissime persone,oltre ai due
scafisti, quando il motoscafo della guardia costiera con cui erano entrati in collisione
pochi minuti prima, agganciò
la barca degli invisibili,lo scafo maledetto degli
scampati alla morte.
Una voce ruppe i suoi pensieri;qualcuno in una lingua
che a malapena capiva in quel frastuono gli stava dicendo qualcosa
ma Mirkan non capiva cosa volesse quel militare.
Pose l’orecchio e intuì che gli diceva di lasciare i due bambini che quasi selvaggiamente stringeva al petto e
di saltare sul gommone di salvataggio e che lo avrebbe condotto sulla terraferma.
Capì che era finalmente salvo,gli sembrava un miracolo.
Pochi attimi ancora e sarebbe stato libero.
Due militari avevano puntato le armi contro gli scafisti,
mentre un terzo li ammanettava.
Avevano ricevuto la giusta ricompensa,per aver gettato in mare persone ancora viva.
Poi si lanciò nella vedetta della polizia che
partì veloce,allontanandosi in un baleno dal relitto
che si inabissava,mentre intorno il silenzio copriva vergogne,responsabilità,ma anche il sacrificio
estremo di uomini dignitosi.
Arrivati a terra,sbarcarono e furono accolti da una moltitudine
di persone premurose e disponibili che
li sistemarono in un edificio improvvisato,ma confortevole
Un uomo in divisa,con molte stellette,certamente
un ufficiale gli chiese nella sua lingua,ben parlata :-Da dove vieni?Mirkan rispose, guardandolo dritto negli occhi:-Dall’inferno!
Nessuno,dopo quella risposta osò chiedergli dove volesse andare,perché si capiva
che qualunque luogo sarebbe stato migliore del suo inferno.  

L'uomo questo sconosciuto
Era lì perché in ufficio gli avevano detto che non c'era più lavoro , era lì perché tutto gli sembrava ingiusto , era lì perché solo così avrebbe risolto i suoi problemi.
Aveva fatto tanti sacrifici , aveva dato ai suoi figli tutto , ed ora..insomma è proprio vero che i problemi non finiscono mai.
Da un anno , semplicemente le stava provando tutte.
Era un uomo maturo, corpulento , più che dalle rughe l'età era tradita da quella pancia che fasciata in un maglione non ne voleva sapere di essere contenuta nel giaccone.
Le mani erano profondamente insaccate nelle tasche e certo non in un atteggiamento di sfida ,ma solo perché non sapeva più dove metterle , quelle grandi mani abituate a lavorare e che tutto ad un tratto non gli sarebbero
più servite.
Aveva la faccia aperta di cui ci si può fidare , forte ma nello stesso tempo tanto debole . Gli occhi invece, erano socchiusi e lasciavano indovinare una agitazione , un tormento , un pensiero senza tregua.
Ancora a ripensarci si chiedeva perché proprio a lui , tanto schivo e timido , lui che si vergognava perfino del suo parco e semplice modo di parlare , soprattutto quando veniva preso dal panico e dalla sua balbuzie .
Tante volte aveva sentito che tutti hanno una croce da portare , ma la sua non riusciva a sopportarla.
Suo figlio Marco si stava spegnendo giorno dopo giorno .
Prima aveva pensato che qualche punizione sarebbe stata utile per allontanarlo da quella roba ma non ci era riuscito non sapeva più cosa fare, anzi non ce la faceva più.
In che cosa aveva sbagliato
Dove aveva fallito?
L'amore di padre , di marito e lo zelo con cui si era impegnato nel suo lavoro non erano stati sufficienti a renderlo felice , ora non gli restava più niente.
Era lì pronto a morire solo Dio poteva aiutarlo .
E all'improvviso una mano ..calda.. leggera si posa sulla sua spalla parole che sul momento non riesce a capire gli arrivavano all'orecchio ..e quegli occhi ...blu profondo come il mare che gli stava di fronte, lo riportano alla realtà e così incomincia a parlare a sua volta , a sua volta confusamente, scusandosi vergognandosi , non pensando più al suo pessimo italiano , le parole non si impigliano tra i denti, sta silenziosamente ad ascoltare, a parlare , guardandolo in faccia ..specchiandosi in quegli occhi blu.
Pensa che forse non era stato vano quel suo pensiero rivolto alla morte , al contrario, sull'orlo del suo precipizio gli sembrava essere rinato.
Aveva perso suo figlio, il lavoro , tutto. ma aveva ritrovato la fiducia in se stesso ,aveva trovato la sua < Fede >
Quella fede con cui si può vedere la realtà delle cose anche attraverso la nebbia che offusca la mente.
Tornò ancora lì dove aveva trovato la fede senza più pensieri di morte , ma sempre con la speranza che tutto si sarebbe risolto se solo avesse saputo guardare in quegli occhi blu.
L'uomo da sempre forse anche per istinto e impulso dell'anima ha levato gli occhi al cielo nei momenti di disperazione per cercare attraverso il mistero della fede ,la speranza, la luce di Dio al proprio sgomento. Laddove buio e luce si confondono
la realtà diventa sogno
e, come uno spiraglio
di luce nel buio dell'incerto
rampolla la speranza,
di una realtà contraffattrice  

Una fuga o un rapimento ? Un dubbio mai risolto.

Londra, settembre 1998

Nat,diminutivo di Nataline,se ne stava seduta nel buio del tassì osservando distrattamente il confuso riflesso delle luci della strada sui vetri dei finestrini ,mentre si avviava verso la centrale di polizia per denunciare la scomparsa dell'amica Pat.
Pat ,era una donna giovane avvenente, snella ,dal carattere volitivo,intelligente, anticonformista,
dai capelli biondi che le cadevano a ciocche sulle spalle. Gli occhi erano di un verde cangiante come il mare.
Le aveva telefonato una mattina di buon'ora.
- Lo squillo insistente del telefono a quell'ora
del mattino,turbò Nat che ancora era nel dormiveglia.
Ciao Nat, sono io Pat !
Lei, Nat, più vecchia di dieci anni,remissiva,introversa,conformista e poco indipendente,
piccola di statura con i capelli neri e folti che
teneva sempre raccolti con dei ferretti, gli occhi neri dai riflessi ambrati, molto belli che nascondeva dietro un paio di occhiali da miope .
- Sei tu , Pat, ma cosa vuoi a quest'ora del mattino ?-
-Sai la novità?-
Non credo ,dal momento che mi sono appena svegliata .. disse Nat, un po' infastidita.
-Ho vinto un viaggio per una settimana a Londra per due persone, su da brava fai la
valigia e partiamo.
Perché proprio io? E tuo marito? Perché non parti con lui?-
Eh.. già …come se non sapessi la sua situazione con Ernest, pensò Nat, ormai da tempo il loro matrimonio era finito,
per fortuna non avevano avuto figli, anche perché la maternità per Pat era l'ultima cosa a cui pensava…
Lo sai che stiamo insieme solo per un compromesso cara Nat ,lui non vuole concedermi il divorzio,
sai cosa mi ha detto? che se lo lascio mi ammazza, in che brutta situazione mi trovo,
come potrei fare un viaggio con lui?
-Lasciami pensare Pat, dovrò pur dirlo ai miei-
-ricordati però che hai solo due giorni per pensare,
disse e riattaccò il telefono -
Rimasi un po' sconcertata e anche un po' irritata per la fretta che mi metteva addosso. Per tutto il
giorno pensai a cosa avrei detto a mio marito e ai miei figli ,temevo che loro fossero stati contrari a questa improvvisa partenza.
A tavola, quando ci ritrovammo per l'ora di pranzo, dissi tutto d'un fiato :
-domani parto -
Andrea, mio marito,con quel sorriso da ebete di chi ti vuole prendere in giro, disse…
-Che fai tu?-
-Si, parto con Pat per Londra.-
-Parti? dissero in coro i miei figli . -
Come mai questo viaggio improvviso,non hai pensato quanto ti verrebbe a costare,
e credo che non sia proprio il momento.
E ' tutto gratis, se è questo che ti spaventa.
Notai invece che i miei figli erano contenti che mi togliessi un po' dalle scatole.
Ero sempre nervosa,irascibile .
Ci sono dei momenti nella vita che possono pesare sul buon rapporto familiare proprio
causa del troppo dare senza avere niente in cambio.
Alla fine dissero all' unisono -va bene! Vai , vai e divertiti insieme a quella pazza della tua amica Pat -
Così pensai di telefonare subito a Pat per dirle che sarei andata con lei
-Pronto Pat , sorpresa ! Parto con te ! - Lei fu al settimo cielo, e aggiunse, finalmente
ti danno il permesso di allontanarti ? Vedrai che non ti pentirai, a volte un viaggio da soli
fa bene, serve a pensare e a ritrovarsi.
Quella lieve inquietudine sembrava scomparsa e aveva preso il posto una sensazione di piacevole libertà.
Quella notte, tuttavia non riuscivo a prendere sonno, ero felice ma, nello stesso tempo preoccupata.
Quel poco che dormii feci un strano sogno.
Ci trovavamo io e Pat in una strada affollata, poi all'improvviso diventava stretta e desolata.
Attraversavamo un corridoio che terminava con una grossa porta di ferro nero e una rampa di scale a chiocciola con scalini in pietra grigi e dopo averli saliti ci ritrovavamo di nuovo in mezzo a tanta gente .
Pat all'improvviso spariva ed io mi ritrovavo da sola in un sotterraneo stretto e angusto con tante porte aperte e non sapevo quale porta scegliere , così terrorizzata incominciavo a piangere.
Una mano mi stava scuotendo la spalla.
Sogni? Piangi?
Ma si può sapere cosa stavi sognando? Sono le otto, ed io vado in ufficio, ci vediamo a pranzo , disse mio marito.
Che strano sogno disse tra me e me , ma mi ripromisi di cancellarlo dalla testa. Così mi vestii , andai dal parrucchiere e appena ritornata a casa
sentii squillare il telefono. Era di nuovo Pat che mi dava appuntamento alle cinque alla stazione.
Pronto Nat, ci vediamo alle cinque in stazione , non tardare, bye- bye
OK! ci vediamo alla stazione dissi tutto d' un fiato . . e finalmente arrivò la fatidica partenza.
Snella nei suoi jeans blu e nella sua camicetta smagliante coi capelli biondi come la seta, Pat stava obliterando i biglietti, quando mi vide mi
venne incontro euforica.
Intanto Andrea,mio marito, che mi aveva accompagnato alla stazione, mi stava sobillando di raccomandazioni, respirai
quando alla fine mi disse:
-sai non posso aspettare l'arrivo del treno devo tornare in ufficio. -Ti saluto ora .Mi baciò sulle guance e sparì. Quando Andrea se ne andò provai un senso di pace
e di libertà.
C'era molta gente assiepata sul marciapiede in frenetica attesa. Il nostro treno

per Torino partiva dal quinto binario.
Il viaggio è lungo,dovremo cambiare treno prima di arrivare a Londra, dobbiamo
fare dei "stopvers"soste intermedie , mi disse Pat tanto per abituarsi a parlare inglese .
Il fischio lacerante del treno che si avvicinava ci fece affrettare, finchè si arrestò con una quantità di scricchiolii davanti a noi.
Cercammo un vagone meno affollato, con la coda dell'occhio scorsi il capostazione venire verso il nostro treno. Si affrettò ad abbottonarsi la giubba e poi riprese a camminare svelto verso la testa del treno .
Lo scompartimento che avevamo scelto era vuoto così deponemmo le nostre valigie.
Mi sedetti esausta sulla poltrona appoggiai il capo allo schienale e chiusi gli occhi.
Pat, invece oscillando se ne stava lungo il corridoio osservando incuriosita l'andirivieni delle persone cariche di bagagli. Il treno si muoveva,
rimasi anche io sporta a guardare dal finestrino finchè il cavalcavia si abbassò tanto da coprire la vista delle case.
Traballava sugli scambi, seguii con lo sguardo i binari che si aprivano davanti al treno , la stazione non si vedeva più, un treno in transito passò velocissimo svuotando la massa d'aria e si arrestò alla successiva stazione mentre il nostro continuò la sua corsa
Pat, intanto si era seduta e stava sfogliando una rivista, per un po' di tempo non parlammo.
Nel nostro scompartimento venne a sedersi una signora alta e formosa, per la floridezza del corpo sodo e le alte curve le si sarebbe dati cinquant'anni, ma, guardandola in viso ne dimostrava di più di anni. Poco dopo entrò il marito e si sedette accanto a lei, aveva le mani grosse e screpolate ed era pieno di pacchi e pacchetti. Permettete, signor, sono liberi questi posti?
Certo! Prego, ma a questo punto lo scompartimento ci sembrò troppo stretto con uno sguardo particolare Pat capì subito, si alzò in cerca di uno meno affollato.
Ritornò con un viso sconsolato e con una alzata di spalle mi fece capire che purtroppo dovevamo accontentarci di quello che avevamo.
Chiusi gli occhi e ogni volta che li riaprivo mi sentivo addosso quella luce gialla della lampadina del treno. Pat invece dormicchiava.
Mi sentivo le gambe intorpidite , così le stesi, puntando i tacchi e irrigidendo i muscoli per vincere la stanchezza.
Che stupida ! pensai, potevo mettermi delle scarpe più comode!
Una luce mi colpì tanto che dovetti chiudere gli occhi e quando li riaprii si intravedevano dal finestrino lunghe file di platino e vigneti, in testa ad ogni filare c'era un paletto di cemento, l'uva pendeva a grossi grappoli. Eravamo in settembre , quindi i contadini raccoglievano l'uva per la vendemmia.
Per molte ore continuò quell'alternarsi di bui, bagliori e campagna.
Passò il controllore col berretto sollevato sulla fronte e le tasche gonfie di carte, giunto davanti a me con un gesto lento prese il biglietto che gli tendevo , mentre con l'altra mano
si sbottonava il bottone della camicia, liberandosi della stretta della cravatta. Aveva i capelli appiccicati dal sudore il berretto gli aveva lasciato una riga sulla fronte.
Buon viaggio! disse e andò via. Intanto la strana coppia ancora non era riuscita a sistemarsi , si muovevano goffamente ..alla fine la moglie cadde esausta sulla poltrona sospirando e arrossendo ma , per togliere il suo imbarazzo disse. OH! Mio Dio ! speriamo che tutto va bene .
Oggi , come oggi ,non si può più viaggiare , tra delinquenti che ti derubano e incidenti è preferibile stare a casa. E' il desiderio di vedere i nipotini che ci costringe a fare questo lungo viaggio .
Parlava ad alta voce come se parlasse con noi , ma aveva gli occhi rivolti verso il finestrino. Il marito ci spiava con occhio curioso scuotendo la testa.
Quando i figli si sposano se ne vanno così lontano e ci abbandonano ..disse il marito con aria più afflitta ..come se andasse ad un funerale. Non sapevo cosa rispondere o forse non avevo voglia di parlare ,
per cui dissi una frase più convenzionale >Su , non sia drastico ..l'importante è la salute>.
Per tutto il viaggio non parlammo, presi l'enigmistica e mi misi a risolvere le parole crociate.
Il treno si fermò in un paio di stazioni e ogni volta scostavo le tendine per rendermi conto dove eravamo.
L'uomo dormiva profondamente ogni tanto gli cadeva il cappello e lui apriva per un momento gli occhi e poi tornava a russare.
Il treno rallentò ,perché eravamo in salita e l'aria diventava sempre più fresca.
Avevo la nuca sudata e gli occhi gonfi, il vento intanto rendeva il rumore del treno sempre più sordo, guardai attraverso gli alberi una fila di case e finalmente il treno entrò nella stazione di porta -susa di Torino
Tutto di corsa salutammo la vecchia coppia e ci avviammo verso il binario da cui partiva il treno per Londra
Salimmo sul treno benchè mancasse più di mezz'ora alla partenza, intanto già incominciavamo ad avvertire la stanchezza,
Pat, invece ancora pimpante reggeva la valigia con tutte e due le mani, doveva essere molto pesante pensai,
e ripensandosi mi accorsi che Pat aveva due grosse valigie, borsone e borse varie.
Ma perché tanta roba per così poco tempo? Gli scompartimenti erano vuoti per fortuna ., almeno avrebbero viaggiato più comodamente
Pat si sedette di fronte a lei, una ciocca di capelli le ricadeva sulla fronte e lei la ributtava indietro con un movimento del capo. Mi sento un'altra pensò Pat
Mi sono tolta dalle spalle un tremendo peso, non riesco più a sopportare l'egoismo e la gelosia di Ernest.

Il treno correva ,il panorama era bellissimo, monti e colline si alternavano, da una parte e dall'altra, scendevano verso il fondo della valle, il sole era velato e un esile rivo attraversava la valle l'acqua era scura, ma in un punto in cui scorreva più velocemente ,mandava uno scintillio dorato.
Il treno intanto s'era fermato in una stazione di un piccolo paese con poche case che si scorgevano da lontano . Decidemmo di stirarci le gambe intorpidite . Una lunga scala di gradini saliva fino ad una piazzetta al centro della quale c'era una fontana a forma di stella .
Intorno alla piazza c'era una farmacia e un panificio, un piccolo bar dove prendemmo un caffè e di corsa ritornammo sul treno.
Non vedo l'ora di arrivare , che ora è? Dissi come se uscissi da un incubo.
Le tredici e dieci!
Cosa ne dici andiamo a mangiare?
Al ristorante del treno si mangia a tutte le ore.
Il pranzo fu frugale, ma buono, si fumarono una sigaretta e tornarono nel loro scompartimento. Il treno correva ,il panorama era bellissimo, monti e colline si alternavano, da una parte e dall'altra, scendevano verso il fondo della valle, il sole era velato e un esile rivo attraversava la valle
Nat , pensava alla sua vita scialba e solitaria , non aveva amicizie , anche con le vicine di casa, un saluto e via .
Le cure della famiglia la tenevano occupata , non aveva il tempo di pensare ad altro . Lavava, stirava , era ambiziosa , ma non riusciva a fare altro che dedicarsi solo alla casa, ai figli e a suo marito che era molto esigente , si sentiva già vecchia, non aveva mai viaggiato , questo era il suo primo viaggio da sola ..ed ora non vedeva l'ora di arrivare a Londra
Svegliati Nat ! non senti l'odore di Londra?
Siamo arrivate.
Veramente sento uno strano odore, misto di umido e foglie secche.
Guardai dal finestrino, un lenzuolo sembrava steso , mi mancò il respiro.
Come faccio ad abituarmi a questo clima? C'è un vecchio motto che dice "Londra non ha un clima, ha il tempo"mi disse Pat , si riferiva alla variabilità delle condizioni atmosferiche .
Scendemmo dal treno, appena uscite dalla stazione un gatto nero e ferito sbucò davanti ai loro piedi.
La prima percezione che ebbero fu di spavento e istintivamente fecero un passo indietro.
Dannazione ! disse Nat ..incominciamo bene ?
Un vento fastidioso e insistente soffiava, cercai un taxi ma non si vedeva niente, la fitta nebbia toglieva ogni visuale. Rabbrividii e affrettai il passo , avevo la sensazione che lo spirito del male stesse soffiando sulla città,eravamo stanche ed affamate, sognavamo un bel bagno e una cena abbondante.
Non guardare ..mi disse Pat ..intanto io ero già terrorizzata ..dannatissimo presagio di sventura è questo!
Che un gatto attraversi la strada è già un cattivo segno, ma che doveva trovarsi al mondo un gatto nero e ferito a tagliarci la strada è proprio una scalogna nera! Si voltò indietro e guardò il misero gatto che ora giaceva morto al suolo.
Suvvia, non ci pensare, non sarà certo di cattivo augurio , non badarci sono solo sciocche superstizioni, vedrai che ci divertiremo all'impazzata ,
una macchina si fermò davanti ai loro piedi, era un taxi che ci portò di corsa al sospirato albergo. Un albergo di prima classe superior, vicino Hyde Park .
Salimmo in camera, regnava un silenzio sconcertante,
Certo che questo viaggio è stato massacrante , sono così stanca che dormirei per due giorni interi
Si , è vero che siamo stanche ma non dobbiamo impigrirci, anzi dopo il bagno e la cena usciremo , che ne dici?
Cosa pensi dell'albergo. Ti piace?
Avevano una suit con due camere comunicanti .
Hai visto come è strana qui la gente? Ora vado nella mia camera e mi riposo .Ciao a dopo.
Stanche si buttarono sul letto e si addormentarono.
Non so se fosse sogno o realtà, ma nel silenzio mi parve
di sentire una porta sbattere che proveniva proprio dalla stanza di Pat ,ma ero tanto stanca che non mi alzai per vedere chi fosse.
Erano le sette e Nat bussò alla porta di Pat:
su, Pat da brava vestiti che andiamo a fare shopping.
sì, Nat ho capito , io sono già pronta sto leggendo un bel libro , quando sei pronta , chiamami!
Mentre attraversavamo le strade di Londra, la vita cominciava a ridestarsi
sei pentita di essere venuta?
Assolutamente no, alla mia età posso fare questo e altro, anche se la mia famiglia mi manca un pò
In Queen Victoria street ci fermammo davanti ad un grande magazzino avevamo effettuato il cambio delle banconote ma non eravamo ancora capace di capire il valore delle sterline. Visto che entrambe adoriamo fare shopping, abbiamo iniziato proprio da questo splendido centro commerciale in cui il lusso e l'abbondanza certo non mancavano .. Da Harrod's si può trovare di tutto, dall'accessorio più inutile agli abiti firmati dai più grandi stilisti mondiali (..roba da far girare la testa!!), dalla rosticceria alla caffetteria insomma è un vero e proprio paradiso per vip e benestanti. Arrivammo fino al parco di Hyde Park, una stupenda area verde di due chilometri quadrati nel bel mezzo della metropoli londinese. Una volta entrati ci sentimmo prendere da un senso di pace e rilassatezza interiore che quasi ci fece dimenticare di essere in una delle città più frenetiche del mondo.
All'interno del parco, c'erano degli scoiattoli , beh, certamente meglio di un gatto nero…! Da Hyde Park, attraversando un ponte arrivammo a Kersington Gardens in cui ha sede la residenza del principe Carlo.
Il giorno dopo ci ripromettemmo di visitare il mitico Big Ben, che ad ogni ora scandisce il Westminster Time, il Tamigi, London Eye, ed ancora tantissimi altri monumenti da poter visitare e fare fotografare …ero così eccitata ..che tutto mi sembrava meraviglioso. Questa parte di Londra è molto affascinante e maestosa..mi disse Pat …(non certo come una turista alla sua prima visita)… ti rapisce lo sguardo e ti fa sentire così piccolo di fronte alla grandezza dei suoi monumenti continuò a dirmi..
dopo essere passati a guardare qualcosa della National Gallery arrivammo infine al Gordon's Wine Bar di Londra a due passi da Trafalgar Square, insomma, sarà stata l'emozione del momento, quelle pareti incrostate di umidità, quelle candele, quelle luci fioche che non avevo fatto attenzione a quei
tre uomini che erano seduti davanti ad uno di quei tavoli di legno consumato e che parlavano .
ad un tratto appena ci videro interruppero di colpo e si volsero a guardarci.
Davanti al bancone , con un bicchIere di vino in mano ,c'era un altro uomo, vestito di blu, alto, bruno, non molto bello, ma attraente.
Pat , come ci guardano forse si vede che siamo italiane?
Intanto Pat si assentò per andare in bagno, e quando tornò..
<cosa c'è sei tutta accaldata e sudata, non stai bene?>
Sto benissimo, anzi non potrei stare meglio..
Quell'uomo era scomparso subito dopo che Pat si era avviata nella tollette.
Camminammo per un bel po' e arrivammo a regent street e ci avviammo verso il piccadilly, davanti alla statua dell' amorino che lancia le sue misteriose frecce al cuore della gente, una coppia di fidanzati si baciavano ,percorremmo parte della strada e ci fermammo al caffè Bertelli, gestito da un italiano. Sinceramente Piccadilly è un luogo un po' caotico,disse Pat ma è la zona in cui si mangia meglio, ci sono molti ristoranti italiani, e soprattutto si spende meno …(ma dove aveva imparato tutte queste cose ..si meravigliò Nat..)
Ma il sole non splende mai su questa tetra città?disse Nat
non stiamo certo a Napoli? replicò Pat , però ogni città ha il suo fascino,
la strada in cui ci trovammo dopo aver voltato l'angolo rappresentava un tale contrasto con l'altra parte della città che pensammo di esserci smarrite, avevamo una cartina della città ma non ci capivamo niente, fermati e riflettiamo.
Ecco lì c'è Mortimer, il ristorante vegetariano, non è possibile, dobbiamo chiedere aiuto a qualcuno.
La prego abbia la bontà di dirci dove ci troviamo?
Non capire, italiano?
Allora Pat che masticava qualche parola di inglese ,disse
please ,you
accompany to the super market
tank you,
il vigile con grande velocità da far paura, ci lasciò davanti ad un grattacielo di vetro, un'enorme insegna luminosa indicava il nome del magazzino.
entrammo io mi sentivo persa cominciai a percorrere le corsie piene di vetrine e di oggetti.

A questo punto decidemmo di dividerci, io mi fermai
davanti al reparto libri e intravidi Pat su di una scala mobile con pacchi e pacchetti e una macchina fotografica appena al collo e quella fu l'ultima volta che la vidi.

.....Ora veniamo al punto:
lei pensa che la sua amica possa essere stata rapita?
benissimo ammettiamolo pure,
ma non ci sono prove sostanziali. Il poliziotto ,abbozzando all'angolo della bocca un sorrisetto ironico, disse.
Come sarebbe a dire che non ci sono prove? Quindi lei sta insinuando che io mi sono inventata tutta la storia?
E' probabile che la sua amica si sia allontanata consapevolmente, le può aver fatto uno scherzo?
Se fosse uno scherzo lo era di pessimo gusto ,non sarebbe capace di farmi questo?
Nat sapeva bene che il poliziotto aveva toccato senza saperlo la verità , non era uno scherzo quello che Pat le aveva fatto, ma si era servita di lei mettendo in repentaglio la sua amicizia e la sua fiducia. Doveva rassegnarsi a stare al suo gioco, ne era convinta e doveva perfino mentire a tutti.
Cosa devo fare ? Dire la verità o continuare questa assurda falsa di rapimento.
scelsi la seconda solo perché….

....si trovò improvvisamente con la mente lucida le idee ben chiare e non ebbe alcuna difficoltà a trovare le parole per raccontare l'avventura, e cioè il falso rapimento della sua amica,
diede un reso conto non preciso dei fatti e una descrizione diversa in modo tale da sviare le ricerche.
Dopo aver girato e rigirato tutto il magazzino, non trovai alcuna traccia di Pat, Nat continuò a raccontare la storia al poliziotto , stanca e preoccupata me ne tornai in albergo e qui che …

(Nat pensò allora a ciò che era accaduto nel salotto dell'albergo . )
In una di quelle larghe e scomode poltrona se ne stava seduto a leggere il giornale, un uomo robusto, fui subito attratta dalla cravatta blu.
appena mi vide si alzò con scioltezza e si avvicinò…Sì, desidera? E' lei la signora Nat?
Ho qualcosa qui per lei da parte di Pat .

Era una lettera , l'uomo sorrise, mentre la prendevo aveva un sorriso accattivante e dolce, con una smagliante dentatura,. mi accorsi che era un uomo interessate e che probabilmente piaceva alle donne. Ormai qualcosa avevo intuito e all'improvviso mi fu tutto chiaro, il viaggio, l'uomo al bar, la porta di Pat che si chiudeva la notte del loro arrivo in hotel , piano piano era arrivata alla conclusione, Pat si era servita di lei ! Un rapimento o una scomparsa bene organizzata.
La lettera l'avevo in mano e non sapevo se aprirla o cestinarla, ma l'affetto che provavo verso quella donna era più forte della rabbia per essere stata ingannata,
mi sedetti sul letto e incominciai a leggere.
Strinsi la lettera con rabbia ma capii subito cosa avrei dovuto fare , sotto la lettera c'era scritto: - vivo per la prima volta , la realtà è fatta per divorare il cuore di chi vive di sogni
cara Nat! perdonami per averti ingannata, è stato un gesto non giusto nei tuoi riguardi, non biasimarmi, leggi fino alla fine queste mie poche righe e poi puoi giudicare il mio gesto, sei libera di renderti mia complice oppure raccontare tutto ad Ernest. Mi sono sposata giovanissima, solo per sfuggire da una famiglia litigiosa, rigida , negandomi perfino l'affetto e mezzi necessari ,così ho pensato che l'unica soluzione fosse quella di sposarmi un uomo che appena conoscevo e per di più di dieci anni più vecchio ,ma ben presto ho capito di aver commesso l'errore più grande della mia vita. Lui, con i suoi soliti silenzi, egoista e geloso ha soffocato la mia vita, ho cercato di nascondere la mia infelicità, le lacrime, i pentimenti, ma con gli anni i contrasti sono aumentati , nessun affetto provo ancora per lui ed ora sto fuggendo in cerca della mia identità e della mia felicità. L'ho trovata sai Nat? Si dice che la felicità non esiste, non è vero! io ora la sto provando non so quando durerà , ma l'importante è nella vita provarla anche per una sola volta , per una sola ora per poter dire che esiste, ho trovato l'uomo fatto per me , è un tesoro a cui provo tutto l'amore che non ho mai provato per Ernest . Chi si può amare?
L'amore fugace , che non conta!
L'amore di sempre che ti rompe!
Io direi, l'amore che non muore mai.
L'amore che ti prende , ogni volta che ci pensi., l'amore impossibile! Il nostro amore è un sogno
caldo e dolce
che si è realizzato in tante cose,
baciarci senza timore di essere visti,
dirci t'amo e forse anche gridarlo
solo per farlo sentire a chi non ci conosce ,
ho bisogno di gridarlo e non più tenerlo chiuso
Lo so sono vigliacca perché mi nascondo alla realtà , ma spero che tu e Dio possiate perdonarmi, forse, chissà, col tempo potrei comparire di nuovo, quando Ernest si sarà abituato alla mia assenza, con qualche nuova storia e una nuova avventura da raccontare,
ora sono certa che i giornali , la televisione parleranno di me come una donna scomparsa nel nulla" sai quante risate ci faremo? ti chiedo di nuovo perdono, ti voglio bene. Pat........

Alla fine il poliziotto disse , va bene , torni a casa , ci penseremo noi a trovare la sua amica.
Così uscii dal commissariato con un grazie…e con un po' di tristezza ..per aver perso l'unica amica che mi aveva fatto capire che la vita è anche fatta di qualche bella pazzia,
senza le regole del giusto vivere senza rimorsi o rimpianti ti porta lontano nel pianeta della spontaneità .. il pianeta della felicità per Pat era Londra ,
e il suo dove era?  

Una madre speciale
Virginia non aveva mai conosciuto sua madre.

Era morta subito dopo la sua nascita , ma qualcuno diceva che fosse scomparsa dopo averla partorita senza lasciare alcuna traccia. Il padre, una volta rimasto solo con una bambina appena nata , non se la sentì di crescerla e non trovò di meglio che mandarla a vivere con una sua zia ,una donna grassa dall’aspetto severo,dal viso sempre accigliato ma sotto il quale si nascondeva un sorriso dolce e buono. Virginia era di una bellezza straordinaria , una bellezza rara , qualcosa di inquietante ma nello stesso tempo di misterioso c’era in quella bambina. Non possedeva neppure una fotografia della madre per cui non conosceva neanche come fosse il suo volto. Aveva appena sei anni , quando sua zia si lasciò sfuggire una frase un po' strana: < sei fortunata che somigli a noi e non a colei che ti ha generata.> Una volta Virginia, piangendo invocò la madre e la zia divenne pallida e quasi balbettando in modo severo la rimproverò: < E’ inutile che chiami tua madre ,perchè lei non ti sentirà mai >La tua vita ormai è questa, devi amare solo me e tuo padre. Non capiva perchè la zia ce l’aveva tanto con sua madre.Troppo piccola per darsi una spiegazione, aveva domandato a suo padre com’era sua madre. “Era un essere speciale ed ora è in cielo da qualche parte “rispose suo padre. Pensava che suo padre doveva sapere la verità ma non voleva rivelargliela.

Fu sufficiente allora per lei ,povera bambina senza madre , quella spiegazione. Nonostante tutto continuò sempre ad amare la madre l’aveva sempre accanto ,la sentiva senza che fosse necessario chiamarla.

Si svegliava nel mezzo del sonno agitatissima perchè aveva fatto il suo solito sogno che non riusciva a comprendere. Un sogno strano e ricorrente , tanto che si riprometteva di parlarne con la zia o con il padre ma poi ci ripensava. Si addormentava immaginandosi il volto della madre che non aveva mai visto neppure in fotografia, e con questo pensiero quasi tutte le notti sognava una grossa astronave ,Zoltar che viaggiava nello spazio diretta verso la terra. Era comandata da un astronauta molto strano con la testa a forma di imbuto che depositava su una spiaggia un uovo ,grande quanto quello di uno struzzo . Un raggio rosso colpiva l’uovo che cominciava lentamente a schiudersi . Quando infine l’uovo si apriva , ne veniva fuori una piccolissima bambina. A poche centinaia di metri ,sulla stessa spiaggia c’era un pescatore che tranquillo se ne stava a pescare . Attratto da quella luce abbagliante del disco il pescatore si avvicina piano piano all’astronave e scopre la bambina .La prende in braccio come per proteggerla . Intanto ,il comandante dell’astronave appare con la sua tuta metallizzata sulla porticina del disco ,il pescatore impaurito lascia la bambina , e si allontana di corsa. Non correre non aver paura gli gridò con una voce che sembrava venire da un altro pianeta, sono un amico non voglio farti del male.

Prendi quella bambina, E’ tua ! Sul mio pianeta Blackstar perduto in un lontano universo ,c’è un crudele tiranno Overland che vuole annientarci e distruggerci tutti , io e mia moglie abbiamo deciso di salvare la nostra bambina depositandola su questo pianeta , in modo che possa vivere e diventare una di voi prendila e abbine cura. Nell’uovo troverai anche un medaglione a forma di goccia di stella è il regalo di sua madre. Così si svegliava , riprendeva la sua vita normale non pensando più al sogno .Arrivata a diciotto anni però voleva sapere qualcosa in più sulla madre Per il suo compleanno e per la sua maturità conseguita brillantemente , suo padre le aveva promesso un viaggio in un paese da lei scelto. Capì , forse meglio sentiva di dovere andare in India. E così s’imbarcò su un lussuoso aereo che da Milano con un solo scalo ,la portò in poche ore a Nuova Dely. Città sulle rive del fiume Jamuna ,raccolta attorno ad un forte dalle strade strette e rumorose e circondata da monti e dal verde degli alberi. Non si fermò, però in quella affascinante città, si avventurò invece nell’interno , là dove poteva incontrare qualsiasi cosa, anche l’inverosimile , un paese così lontano da casa sua , un posto deserto e sperduto tra i monti con una serie di grotte scavate nella pietra nera , tra colonne che si moltiplicavano all’infinito ma tutto, nell’insieme appariva armonioso. In un antico monastero abitato da un gruppo di bonzi guidati da un guru, dove l’orologio cosmico sembrava essersi fermato all’inizio della vita , conobbe sua madre . Allora era indiana! Pensate voi, No , non era indiana. Il guru Mildj appena vide Virginia , sentì una grande forza assalirlo, un’energia invadergli tutto il corpo e concentrarsi negli occhi che fissarono la ragazza. Si sentì per tutto il villaggio vibrare una specie di musica , e l’aria diventare fresca quasi gelida. Virginia che si aggirava per il giardino , toccando le variegate campana dalle quali si diffondevano nell’etere suoni diversi che sembravano provenire dalle notti dei tempi, ne fu subito attratta. “ Tu vuoi sapere chi sei, perciò sei giunta qui da me. Con la energia della mia mente e la forza del tuo cuore lo scopriremo ” La prese per mano e la condusse in un posto diverso, dove tutto era luminoso , bello e musicale.Virginia si trovò in una di quelle macchine che gli uomini definiscono “ dischi volanti”Una parete all’improvviso scomparve, presentando una donna molto alta, bellissima e altera come una regina, fasciata in una tuta azzurra fosforescente e al collo aveva una collana con uno strano medaglione a forma di stella . Cercò di ricordarsi il sogno che era solita fare da bambina ma non ricordò bene tutti i particolari , ma ricordava un medaglione simile a quello che portava al collo la donna. “ Che strano - pensò Virginia- credevo di trovare un grande misticismo e invece mi sono imbattuta nella fantascienza”. Una dolcissima musica inondava il suo cuore di serenità e gioia , mentre nella sua mente s’imprimevano le parole di quella creatura diversa eppure tanto simile a lei nel cuore e nella voce. Così apprese che era sua madre Nayram ,venuta da un lontano sistema , per darle la vita e ora era sua figlia per sempre e ovunque, perchè l’amore è nell’universo  

I piccoli Dioscuri
Lì e Lù erano fratelli gemelli. Lì ,derivava da Libero, ma era un controsenso per lui, intrappolato in quella specie di vita.
Lu’, derivava da Ludovico, troppo importante per un ragazzo del suo quartiere. Lu’ era un ragazzo d’indole più serio, più gentile e ubbidiente, troppo magro per la sua età ,bruno ,aveva gli occhi sporgenti come un gambero, parlava così frettolosamente che inghiottiva a metà le parole, guardava sempre attorno a sè misteriosamente come se cercasse qualcosa ,o meglio come se volesse scappare o nascondersi. Quando era eccitato gli tremavano gli occhi. Lì ,invece, più robusto, era un ragazzo più quieto, dagli occhi malinconici, aveva dei brutti denti che sporgevano dalla bocca ,tanto che aveva sempre le dita in bocca premendoli come se volesse spingerli dentro.
Nel momento in cui sia Lu che Lì poterono reggere il cucchiaio da soli, in quello stesso momento dovettero fare tutto da soli.
Se erano ammalati o avevano qualche dolore si aiutavano tra di loro senza lamentarsi . Si mettevano accanto nello stesso letto,cullandosi.
Qualche volta Lu’ essendo più delicato cominciava a battere i denti preso da una febbre improvvisa e Li’ non si muoveva dal suo letto si rannicchiava accanto come un cucciolo e gli cantava qualche canzoncina oppure gli recitava qualche sua poesia ,dal momento che gli piaceva scrivere . Una volta approfittando che suo fratello dormiva, incominciò a canticchiare questi suoi semplici versi :
Piccola casa
di questo vicolo
sporco e malfamato
con tanta voglia di vivere,
e voglia di scoprire,
questo è il nostro mondo , o mio fratello!
Insieme cammineremo
lungo quella strada , lungo quel sentiero
e un giorno ci lasceremo dietro
questo mondo di barriere
muto e sordo alle nostre preghiere .
La porta che ogni mattina la mamma
chiude di corsa
apre il dolore nel nostro cuore
Ma credimi ,fratello ,noi non siamo soli
io e te un giorno ce la faremo e
un giusto mondo insieme scopriremo

O Dio se Tu sai
se Tu puoi
se tu conosci tutte le strade
dà a noi un indizio
affinché possiamo

prendere quella gusta.
Così cantando Lì si addormentava ai piedi del letto ,finchè non venivano svegliati, bruscamente dalla madre che doveva andare a lavorare come domestica.
Avevano paura della notte, della solitudine , ma erano in due e questo l’aiutava a superare tutto .Non c’era nessuno che sarebbe andato a consolarli. Non conoscevano cosa fosse il gioco ,oppure ricevere qualche giocattolo , riuscivano ad essere liberi solo nella casa dei piccoli amici che li accoglieva .
Il loro gioco preferito era una vecchia palla che per loro rappresentava la felicità quando all’aperto potevano finalmente correre e giocare ,dopo aver preparato da mangiare o aver riassettato la casa. A dodici anni facevano tutto quello che era il lavoro di un adulto.
Fin che erano piccolissimi avevano creduto che anche gli altri bambini avevano una madre come la loro , una vita simile, ma piano , piano si accorsero che non era per tutti così . E perchè solo a loro la vita gli aveva negato un bacio , una carezza una parola dolce ,l’amore vero di una madre e di un padre .
Una baracca vecchia e malandata dove pioveva da tutte le parti, era la loro casa . La madre, una donna troppo giovane per interessarsi dei suoi bambini e li picchiava perché a sei anni volevano andare a scuola o trascorrere qualche ora insieme agli altri bambini .
Invece dovevano stare davanti alla porta di casa o per la strada, quando lei era impegnata in casa o quando lei era a passeggio, anche se era di notte e loro cascavano dal sonno. Quel sonno scendeva sulle loro palpebre ribelli che nascondevano quegli occhi tristi ma pieni di sogni. Avevano freddo con quei pantaloni consumati e la giacchetta di finta pelle imbottita. Malgrado tutto la madre cercava di provvedere sempre al loro sostentamento,
Lì e Lu, anche se ognuno per conto suo, sognavano le stesse cose: qualunque cosa pur di andar via da quel rione, da quella sudicia casa,
provvedere da soli a tutto , anche alla madre ..che pur essendo scellerata , l’amavano tanto. A quattordici anni chiusero la porta alle loro spalle e scapparono come se avessero le ali alle gambe pronti a
fuggire di casa, o meglio per ritornare con qualche soldo in più.
Vani furono i tentativi di chi si interessava di loro , si cercò di riportarli nella casa di accoglienza, ma fu tutto inutile.
I sogni però non bastavano per vivere da soli e così ritornarono , ma il destino fu con loro inesorabile perché incontrarono il solito amico, amico di un amico importante che promise loro di aiutarli . Ma erano sempre due bambini ,ingenui e pieni di fiducia .
Così accadde che Lì e Lu si ritrovarono a far da pali a due ladri che rapinavano una gioielleria. Troppo giovani e quindi inesperti rimasero là anche quando arrivarono i poliziotti che subito li arrestarono.
Erano proprio davanti al negozio quando, troppo ingenui e maldestri, cominciarono a farsi notare dalla gente,
Lu’ entrò nel negozio ma fu subito preso e Lì si precipitò in aiuto del fratello . Sentirono due braccia robuste che gli stringevano i polsi e delle voci urlare :” piccoli delinquenti ". Furono rinchiusi in una casa di rieducazione, portati davanti ad un omone in divisa che li accompagnò nella loro cella dove rimasero fino alla loro maggiore età. Avevano le lagrime ferme in gola , quelle maledette lagrime che non si scioglievano mai in pianto ,perchè si sentivano già uomini forti e , non potevano piangere come due femminucce.
Qui, nel riformatorio , si scontrarono con una realtà molto dura: con delinquenti baby di ogni misura , per sopravvivere alle loro imposizioni si immedesimarono nella parte di bulli e prepotenti e fecero capire che erano due duri anche loro che stavano progettando un grosso piano che li avrebbero resi ricchi.
Gli altri li invidiavano perchè loro in due erano già una forza. Lì, allora disse al fratello :" noi siamo due e possiamo unire le nostre idee, i nostri sogni e farcela per cambiare la nostra vita". Lu , rispose :" Se la casa di rieducazione è questa, la galera sarà ancora peggiore io non voglio entrarci." Scontata la pena uscirono con solo un fagottino sotto il braccio ,ma con molta determinazione e un mestiere in mano. Cominciarono con lavori occasionali, lavare le auto, scaricare la merce al porto, scaricando cassette di pesce e qualche volta portavano la spesa a domicilio , oppure aiutavano gli anziani . Sempre disponibili per poche lire e per un pezzo di pane. Dormivano dove capitava, per la strada ,in stazione o in quei luoghi di accoglienza tra barboni e gente poco fidabile. Con l’andar del tempo si convincevano che questa non era certo la vita che loro sognavano . Ma qual era il loro sogno ? Forse troppo irrealizzabile?
Il loro sogno era un'officina ,dove avrebbero potuto lavorare e anche dormire. Qualcuno scommise su di loro due; fu quasi per gioco che un concessionario di auto affittò loro un vecchio capannone per pochi soldi con l' impegno che avrebbero lucidato le nuove auto. I due fratelli con le loro tute azzurre sembravano degli autentici operai ,tanto che il padrone pensò di giocare ancora su di loro e fornì gli attrezzi del mestiere di meccanico dicendo": e ora datevi da fare." Era stato davvero un gioco? Una scommessa?
O forse solo solidarietà?

L'amore è la radice elevata alla
infinita potenza che diventa il massimo comune denominatore della vita .
Il cuore dovrebbe comportarsi sempre
come una equazione di sentimenti
la speranza alla fiducia , la sicurezza alla certezza
in un unico risultato” la felicità.”

Lì e Lu..nel mondo si sono ritrovati in uno e guardandosi in fondo al cuore hanno ritrovato sempre due emozioni in una sola ”la speranza “ grande premio per la loro esistenza.


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