La bambina alla finestra
Poteva essere il vento, o forse la mamma tornata indietro per qualche motivo.
Era tipico di lei dimenticare qualcosa quando si recava al lavoro, sempre senza
troppa voglia. Tuc...tuc... e poi più nulla. Amely era una bambina che non
conosceva paura, non dopo quello che le aveva detto la nonna sulla loro
famiglia. La tata era nella stanza a fianco e come sempre, al pomeriggio,
dormiva sulla poltrona con un libro in grembo. Diceva sempre che la campagna le
faceva un effetto soporifero e quella casa dove vivevano, con il lungo viale,
l'ampio giardino antistante era l'ideale per riposare. Il sangue le uscì dal
naso in un piccolo rivolo, Amely si guardò allo specchio. Una goccia si allargò
sulla maglia bianca: era il segnale. Si recò di corsa nella biblioteca al piano
inferiore, non era la mamma né il vento che rompeva il silenzio del pomeriggio.
La nonna era stata precisa nell'indicare la traccia di cui aveva bisogno. Si
teneva un fazzoletto premuto al naso e freneticamente cercava quel foglio nella
sesta pagina del libro degli incantesimi. Doveva fare in fretta, il Male, come
lei lo chiamava era lì. Seguì la procedura, la mano sul simbolo, il cerchio sul
pavimento e il ciondolo al collo. Più volte sillabò la formula, anche se non ne
conosceva il motivo, ma lei era una Sentinella e non doveva sapere, doveva
agire. ” Con questa croce, io Amely, proibisco alle entità avverse e ostili di
entrare. Io vi proibisco la carne, il sangue e l'anima finché non avrete
valicato ogni collina e valletta, attraversato ogni corrente e fiume, contato
ogni granello di sabbia e tutte le stelle del cielo notturno.” Il simbolo
dell'infinito tardava ad illuminarsi, era scolpito sul ciondolo e le altre volte
aveva funzionato subito ricacciando la nebbia prima che si materializzasse.
Erano entità subdole quelle che lei combatteva, ma sapeva che poteva farcela e
inoltre non era sola, il suo gatto, Medusa, le stava sempre accanto e
catalizzava il suo potere. Uscì dal cerchio disegnato sul pavimento e corse alla
finestra della sua camera, fissò intensamente il punto luminoso sul vetro,
pronunciando sempre la formula. Finalmente il talismano brillò e il paesaggio
del giardino sottostante apparve limpido e rassicurante. La zona dove abitavano
era stata da sempre considerata un luogo magico, ma Amely non immaginava che lei
fosse così importante per l'Equilibrio Globale, così si era espressa la nonna,
quando a tre anni le aveva mostrato il suo talismano. La mamma anche era una
Sentinella, ma meno potente di lei che già alla nascita fece registrare un picco
di potenza nel reparto neonatale; tutte le luci impazzirono e lampeggiarono
contemporaneamente facendo pensare ad un imminente blackout. Amely capì dopo
tempo gli strani disegni che eseguiva a pochi anni, una stella a cinque punte
iscritta in un cerchio era quello che ripeteva più di frequente. A scuola la
maestra aveva notato questo talento pittorico, ma più di tutto era preoccupata
per la sua capacità di estraniarsi, lo sguardo perso verso la finestra. Aveva
voluto un colloquio con i genitori per assicurarsi della serenità famigliare e
chiedere spiegazioni dello strano ciondolo che a volte sembrava emettere
bagliori. Fu la madre a rassicurarla sulla salute di Amely e del clima
tranquillo in casa, la maestra, però, cominciò ad agitarsi, le mani le
tremavano, un sordo rintocco echeggiò nella stanza. Non aveva bisogno di sapere
altro la madre di Amely, aveva visto che gli occhi della maestra erano cambiati
di colore e non si fece cogliere impreparata. Si alzò di scatto evitando un
fendente con una penna, il viso contorto della donna si avventò su di lei mentre
il sangue dal suo naso le scorreva copioso. Nel trambusto generale nessuno si
accorse di Amely, dall’ultimo attacco del Male portava sempre con sé il libro e
la formula che recitò prontamente. Un bagliore del suo talismano colpì in pieno
la maestra che si accasciò al suolo. Per fortuna quando rinvenne non ricordava
nulla e i suoi occhi erano tornati al loro colore. La famiglia si accomiatò con
la scusa dell'epistassi senza dover fornire spiegazioni. Quella sera stessa
Amely con la nonna e la madre si riunirono per intensificare la potenza del
talismano. Alla nonna non era sfuggito il pericolo sempre più evidente e
dichiarò che la guerra si faceva più intensa. Avevano bisogno di alleati più
potenti. Se avessero abbassato la guardia avrebbero corso pericolo di vita tutte
loro. Aveva visto la figlia perdere sempre più sangue.
Bisognava agire subito. Disegnò sul pavimento un cerchio grande da contenerle
entrambe, Amely tracciò la croce all'interno e sua madre cominciò a cantilenare
dopo aver preso le loro mani. Era una nenia antica, una sorta di melodia
primordiale con toni non definiti che slittavano dal grave all'acuto. I
talismani ai loro colli vibrarono, si illuminarono intensamente e quando si
affievolì la luce vi era impressa in ognuno una stella a cinque punte. Era il
più potente amuleto che la nonna conosceva quello, adesso sarebbe stato
difficile oltrepassare la soglia attraverso la finestra per il Male, pur
tuttavia ad Amely non era sfuggito un lampo di colore negli occhi della madre.
La guardò con preoccupazione ma lei le sorrise tranquilla e si lasciò strusciare
da Medusa. La gatta all'improvviso emise un gemito e corse verso la finestra con
le pupille allargate. La nonna afferrò il talismano e insieme ad Amely recitò la
formula ingiungendolo sulla donna che perse i sensi. La madre in effetti era la
più debole sentinella tra loro, frutto di un secondo matrimonio della nonna che
evidentemente aveva così affievolito un po' la capacità medianica della linea
familiare femminile. Amely, nonostante tutto, trascorse un'infanzia abbastanza
serena, la nonna le regalò anche un'aquila, simbolo di potenza e invincibilità
che la accompagnò fino all'adolescenza e che chiamò Tanka. La notte si
appollaiava sulla testata del letto e vegliava su di lei. Amely aveva notato che
gli attacchi del Male erano diretti agli adulti, mentre i suoi coetanei
sembravano immuni. I suoi amici si aggiravano per la casa nei momenti di studio
e di svago senza apparenti problemi. Almeno per loro non doveva preoccuparsi.
Non si separava però mai
dall'amuleto, nemmeno quando il suo ragazzo, Antonio, la baciava teneramente, né
quando erano tutti impegnati in quel videogioco che li coinvolgeva tanto. Era un
gioco interattivo, con diversi personaggi da sconfiggere, trappole e inganni da
evitare. Quella sera, in particolare, si erano riuniti per festeggiare i suoi 15
anni e al solito qualcuno lanciò la sfida virtuale dopo cena. Amely si accorse
subito che qualcosa di strano stava per accadere, i quattro amici intenti a
giocare non si staccavano dal display, la fronte imperlata, il respiro sempre
più affannoso in un crescendo di movimenti convulsi. Solo Antonio alzò per un
attimo la testa e le gridò all'improvviso la formula che solo lei conosceva:
“Passione ardente/furiosa/la mia anima è curiosa/polifonia di sogno/spettacolo
d'amore/di aiuto ho bisogno.” Si era aperto un varco, ormai era chiaro. Tanka e
Medusa accorsero mentre una nebbia sempre più fitta si sprigionava dalle dita
frenetiche dei ragazzi. Anche la madre e la nonna di Amely arrivarono trafelate
per far fronte all'attacco più malefico e odioso a cui avessero assistito. Non
più il portale attraverso la finestra, il Male aveva trovato la via per dominare
la mente dei ragazzi tramite il videogioco. La nonna racchiuse tutti loro nel
cerchio di protezione, la mamma cantò la nenia, Medusa e Tanka si avventarono
sui ragazzi per distoglierli dai display, ma i talismani non brillavano. C'era
solo un'ultima possibilità, se non era già tardi. Amely l'aveva fatto solo una
volta e non era stato piacevole. Corse nella sua stanza e senza pensarci si
tuffò nel vetro della finestra seguita da Medusa e Tanka mentre la nonna,
intuendo le sue intenzioni urlava:” noooo.”
Apparve subito sui display Amely, o meglio la sua figura stilizzata. Il
talismano impugnato come un’arma emetteva luce di laser potente che polverizzava
quello che sembrava un esercito di alieni, scansò una bolla di energia e il suo
viso si ingrandì sugli schermi dei ragazzi mentre urlò di usare i talismani. Il
solo a destarsi fu Antonio che afferrò gli amuleti posizionandoli sul gioco.
Apparve subito una scritta: Game over. Un silenzio irreale calò nella casa, i
ragazzi erano svenuti, la nonna e la mamma, visibilmente provate, raggiunsero la
camera di Amely attirate dal miagolio di Medusa. La ragazza era riversa sul
pavimento con accanto i suoi fidi animali. Anche questa volta l'Equilibrio
Globale era salvo e in maniera definitiva. La adagiarono sul letto e con gioia
notarono sul palmo della mano destra la stella a cinque punte. Lo riportava
chiaramente il libro degli incantesimi, era quello il segnale della vittoria, il
portale del Male si era definitivamente chiuso.
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