Traduzioni di Nino Muzzi


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A Poem On Not Writing Poems
These days I write nothing
except my eyes, why share
my drugs of angst or absolute
godlessness when the price,
they have said, will have to be
paid in blood, why speak of meat
or beef, when the aftertaste of talk
is not just a threat of televised gang-rape,
but a village gathering to slaughter a man,
again, why force fit my words to capture
the state, its terror, this state of terror
when friends who planned to read Marx
had prison cells waiting for them, so why
risk, why run for dear life, why rage at all?

'What cannot be said must be suppressed.'
'Why show the scar on your thigh to strangers?'
Lessons I once learnt in my bedroom
are lessons for life.

So, in lamp black, I only write my eyes
in the ritual way some Tamil women
draw a kolam each day, rice flour
out sparkling the early morning sun,
rigid dots anchoring snaking lines, all discipline
a deception to hide the wildness, all symmetry
an excuse for keeping count.

Watch a woman's hands
dance an intricate design,
learn that it's her desire
that she is pouring out
on her doorstep. Like her,
this woman in the mirror
is a woman who pretends
to know her place. Each
night, she washes her eyes,
unwraps her word-wounds,
takes them to bed. At daybreak
she applies a fresh dressing.
Meena Kandasamy


You, Who Never Run Out of Words
(After Rainer Maria Rilke)

You, who never run out of words,
Comrade, who bombards me
with endless, numbered arguments.
How do you believe in absolutesas
the seas rise, as ice shelves break,
as spring comes in winter, as monsoon
turns into a torrent of cyclones, as life
halts for years and days resemble
abandoned roads?
Here, life is a roll of dice,
a vagabond's paradise - but you dream
in black and white, punctuate small talk
with your slogans, dazzle us with history
as anecdote, joke, warning.
Broken within,
I ramble to a friend who soon turns lover-
The comrade, he is my conscience,
he has my heart but he is unadulterated gold,
too pure to be a jewel, too soft to hold a gem.
To his spotless blue sky, I'm a thunderstorm,
sending forth portents.
We share you like a secret,
I promise to be strong.

In the kitchen, you and I, we hear the radio-
the earth is on fire, the reports say,
and I ask you, unsure, if we did right
in having children, and, for the first time,
Comrade, I catch your silence.
Meena Kandasamy


The Discreet Charm of Neoliberalism

In a world that really has been turned on its head,
truth is a moment of falsehood.
                                                          Guy Debord

We call ourselves poets,
believe our words are weapons
against oppressors, walk around
with bravado for being
such truth-smugglers.

Neoliberalism is not a word
that belongs in any poem, I reason
while I paint my toenails red, wear kohl
and wait for my lover who kisses me,
always, on the eyelids first.

Love births a million poems.
In the restlessness of mine, my lover
sneaks through, a repeat offender,
arriving first in my poems, then
in my arms saying, ennnadi chellam?

Neoliberalism knows how to spin, I say:
When workers flock to sweatshops:
the working conditions have improvedand,
when workers leave in droves:
the community has been sensitised.

How to spin about a spin master?-
a question I want to ask, but do not.
He kisses me as though all words have been
obliterated-makes love making me birth
afresh a language always, already there.

Days later, we take up where we left of
he says, they have reduced language
to a rotting corpse, and I wince
at the serrated edges of his words.
Neoliberalism finds room in a poem.
Meena Kandasamy


 


Una poesia sul non scrivere poesie
In questi giorni non ho tracciato una riga
eccetto quella intorno ai miei occhi, perché condividere
le mie pillole di paura o l'assoluta
mancanza di Dio, se il prezzo,
hanno detto, verrà pagato
in sangue, perché parlar di carne
o di manzo, se il retrogusto del discorso
non è solo una minaccia di stupro di branco teletrasmesso,
bensì un villaggio che si raccoglie per squartare un uomo,
e, ancora, perché spingere le mie parole a bloccare
lo Stato, il suo terrore, quello stato di terrore,
se gli amici che programmano di leggere Marx
hanno celle di prigione che li aspettano, e quindi perché
rischiare, perché correre a salvare la pellaccia, perché la rivolta?

"Quel che non può essere detto, dev'esser soppresso"
"Perché mostrare a estranei la cicatrice sulla tua coscia?"
Le lezioni che un tempo appresi nella mia camera da letto
sono lezioni di vita.

Così, di nerofumo ho tracciato la riga dei miei occhi
come certe donne Tamil in forma di rito
tracciano un kolam ogni giorno, facendo brillare
farina di riso nel sole del mattino,
rigidi punti che ancorano linee vorticose, ogni disciplina
un inganno per celare la ferocia, ogni simmetria
una scusa per tenere il conto.

Vedi come le mani di una donna
eseguono una danza di disegni intricati,
impara com'è il suo desiderio
che lei scuote via da sé
sulla soglia della porta. Come lei,
questa donna nello specchio
è una donna che fa credere
di conoscere il suo posto. Ogni
notte strucca i suoi occhi,
sfascia le sue ferite verbali,
se le porta a letto. All'alba
applica una nuova fasciatura.
Meena Kandasamy    traduzione di Nino Muzzi


Tu, che non resti mai a corto di parole
(alla maniera di Rainer Maria Rilke)

Tu, che non resti mai a corto di parole,
compagno, tu che mi bombardi
con infiniti argomenti numerandoli.
Come fai a credere negli assoluti?
I mari si alzano, le piattaforme di ghiaccio si crettano,
la primavera arriva d'inverno, il monsone
diventa un torrente di cicloni, la vita
si ferma per anni e i giorni somigliano
a strade vuote.
Qui, la vita è un lancio di dadi,
un paradiso di vagabondi - ma tu sogni
in bianco e nero, punteggi i brevi dialoghi
con i tuoi slogan, ci abbagli con la storia
come se fosse aneddoto, scherzo, avvertimento.
Distrutta dentro,
io sto vagando verso un amico che presto diventerà un amante -
Il compagno, è la mia coscienza,
ha il mio cuore ma è oro puro,
troppo puro per essere un gioiello, troppo morbido
per incastonarci una gemma.
Per il suo cielo azzurro immacolato, io sono un temporale che annuncia presagi.
Ti condividiamo come un segreto,
io prometto di essere forte.

In cucina, tu ed io, ascoltiamo la radio -
la terra è in fiamme, dicono i notiziari,
e ti chiedo, insicura, se abbiamo fatto bene
ad avere figli, e, per la prima volta,
compagno, colgo il tuo silenzio.
Meena Kandasamy    traduzione di Nino Muzzi


Il fascino discreto del neoliberismo

In un mondo che è stato davvero capovolto,
la verità è un momento di falsità.
                                                          Guy Debord

Ci definiamo poeti,
crediamo che le nostre parole siano armi
contro gli oppressori, andiamo in giro
con la spavalderia di essere
siffatti contrabbandieri di verità.

Il neoliberismo non è una parola
che fa parte di una qualche poesia, rifletto
mentre mi dipingo di rosso le unghie dei piedi, indosso il kajal
e aspetto il mio amante che mi bacia,
sempre sulle palpebre, innanzi tutto.

L'amore genera un milione di poesie.
Nella mia inquietudine, si insinua
il mio amante, sempre all'attacco,
che arriva prima nelle mie poesie, poi
tra le mie braccia dicendo, ennnadi chellam?

Il neoliberismo sa come far filo di tutto, mi spiego:
Quando i lavoratori si riversano nelle fabbriche sfruttatrici:
le condizioni di lavoro sono migliorate e,
quando i lavoratori se ne vanno in massa:
la comunità è stata sensibilizzata.

Come far filo di un maestro di filatura? -
una domanda che vorrei porre, ma non lo faccio.
Mi bacia come se tutte le parole fossero state
cancellate-fa l'amore facendomi sempre
rinascere un linguaggio, lì già pronto.

Giorni dopo, riprendiamo da dove avevamo lasciato
lui dice, hanno ridotto il linguaggio
a un corpo in putrefazione, e io sussulto
per i bordi seghettati delle sue parole.
Il neoliberismo trova spazio in una poesia.
Meena Kandasamy    traduzione di Nino Muzzi
 


 

 

65 Millionen v. Chr.
einige von uns werden bis in den Himalaya gelangen und
ein Grab in den Bergen haben, da liegt man hoch. obgleich
wie hier: in einer Schale, die, wenn wir Glück haben, erst
abfällt, wenn wir versteinert sind, Weichteile ersetzt und
ausgeschwemmt, Kalk und Kiesel eingetragen sind. nichts
hat's gebracht, die Füße an den Kopf zu pressen und ruhig
zu bleiben in der letzten Kammer seines Gehäuses. nichts
hat's gebracht, dreihundert Millionen Jahre da zu sein (den
Meeresboden nach Krebsen absuchend), um für weitere
dreihundert einen Abdruck zu hinterlassen.
Kenah Cusanit
 

65 milioni a. C.
alcuni di noi arriveranno fino all'Himalaya e
avranno una tomba fra le montagne, lì ci stai ben alto. anche se
è come qui: in un guscio che, se abbiamo fortuna, si apre
solo quando saremo pietrificati e abbiamo rimpiazzato e smaltito
le parti molli, importando calcio e ghiaia. a niente
ha giovato premere i piedi contro la testa e restare
tranquilli nell'ultimo abitacolo del proprio guscio. a niente
ha giovato, essere qui da trecento milioni di anni (perlustrando
il fondo marino in cerca di gamberi), così da lasciarvi
le impronte per altri trecento.
Kenah Cusanit    traduzione di Nino Muzzi
 

 

 

La lettre sur mer
Le temps menace la ville
d'un canon de rides

Tu m'écris que les arbres
étranglent les oiseaux
et que la mort fait mouche
sans jeu de mots
le bilinguisme entre les cuisses

Je ne sais plus si dehors
ma passion atterrit en catastrophe
ou si…
trois points suspensifs
La lumière s'est changée en cris
le vent blessé est introuvable

J'ai pris tous les risques
sans drapeau blanc
jusqu'à la cime des mots

Ville absolue dans l'éphémère
ville abrutie dans le mal vivre du poème
ville pour l'anecdotique vie

sans importance
sans porte de secours

sans porte de sortie

vie portée à vue par la mer
sous poids de barbelés.
Georges Castera
 

La lettera sul mare
Il tempo minaccia la città
di una cannonata di rughe

Mi scrivi che gli alberi
strangolano gli uccelli
e che la morte fa centro
senza tanti giochi di parole
col bilinguismo fra le cosce

Io non so più se fuori
la mia passione atterri in catastrofe
o se …
puntini di sospensione
La luce si è trasformata in grido
il vento ferito è introvabile


Ho accettato ogni rischio
senza alzar bandiera bianca
fino alla cima delle parole

Città assoluta nell'effimero
città abbrutita nel male di vivere della poesia
città per la vita aneddotica
senza importanza
senza uscita di sicurezza

senza uscita

vita portata a vista dal mare
sotto il peso del filo spinato.
Georges Castera   traduzione di Nino Muzzi
 

 

kleine eiszeit
es ist jetzt still und kühl unter den gewitterbäumen,
der schnee hat sich ungefragt übers erste grün gelegt,
wie ein keimling steh ich schon seit märz im frost,
nichts als schmelzwasser im kragen, nächte sickern
weiss durch die wimpern und blenden von innen,
versengen das kerngehäuse meiner geduld.
ich könnte mir selbst von kamelen erzählen,
vom schatten der lamellen im sommer an der wand,
stattdessen lausch ich dem wasser in meinen stiefeln,
verkapsle mich entlang der fontanellen.
erinnerungen wie kleine grüne erbsen, die von innen
gegen die schote drücken, und jede gärtnerin weiss:
was den ersten frost überlebt, wird süsser.
Simone Lappert
 

piccola era glaciale
ora è silenzio e freddo fra gli alberi della tempesta,
la neve senza chiederlo si è posata sul primo verde,
come un germoglio io da marzo sto nel gelo,
niente nel collo se non acqua di disgelo, le notti filtrano
bianche fra le palpebre e accecano da dentro,
seccano il nocciolo della mia pazienza.
potrei narrare a me stessa di cammelli,
dell'ombra delle doghe sulla parete in estate,
e invece ascolto l'acqua nei miei stivali,
mi rannicchio lungo le fontanelle.
ricordi simili a pisellini che premono dall'interno
contro il baccello, e ogni ortolana lo sa:
quel che sopravvive al primo gelo, diventa più dolce.
Simone Lappert   traduzione di Nino Muzzi
 

 


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