Poesie di Luigi Violano


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Luigi Violano

Luigi Violano è nato a San Severo (Fg) il 22 aprile 1981 dove risiede. Conseguita la maturità magistrale presso l'istituto "Enrico Pestalozzi", si è iscritto alla Facoltà Giurisprudenza dell'università degli Studi di Foggia, ma la passione scrittorea e letteraria nutrite fin dall'età di sedici anni, l'hanno spinto a trasferirsi presso la Facoltà di Lettere, indirizzo Moderno, dell'Ateneo foggiano. E' già autore dell'apprezzatissima silloge "Melodie Giovanili", pubblicata nel 2001. Appassionato di giornalismo, ha svolto l'attività di corrispondente per diverse testate e si è occupato di vari argomenti:cultura, sociale, sport, politica, cronaca amministrativa, giudiziaria, ecc. Ultima testata in ordine di tempo il periodico locale"La Gazzetta di San Severo". Molti i concorsi di poesia a cui ha partecipato raccogliendo spesso giudizi positivi da parte di alcune penne pregiate. Ha svolto la mansione di addetto stampa per varie associazioni, tra cui la "FIADDA" - Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi - sede provinciale di Foggia e regionale di Puglia, venendo anche nominato socio onorario del sodalizio. Ha pubblicato è pubblica poesie su vari siti internet. Tra i riconoscimenti attribuiti a Violano, vanno senza dubbio segnalate le due menzioni di merito ottenute rispettivamente nel '99 - seconda edizione de"Il Filo di Arianna" con la lirica"Quel Bambino di Viale Giotto" - e nel 2000 - "Premio Letterario Europeo Fraccacreta" con la lirica"Sei Bella Mia Terra"- . Entrambe le poesie premiate sono state inserite nella prima raccolta. Inoltre, grazie alle sue doti giornalistiche ha tutelato e tutela, da diversi anni, i diritti dei giovani e delle categorie sociali più svantaggiate.
Indirizzo e-mail: luigipoeta@libero.it


Melodie giovanili
Sei tanto cara
o mia soave musa ispiratrice,
che pian piano
fai sgorgare dall’anima
nel silenzio della notte,
parole umili e leggiadre.
Melodie giovanili,
ricordi dolci e amari
della mia tanto amata
e sofferta vita.
Corone d’alloro intrecciate
che pongo commosso
sui capi eletti
di poeti già esistiti.

Il pianto della luna.
Cupa la notte,
profonda la mia meditazione.
Odo l'allegro ticchettio
di un orologio
che scandisce le ore
del giorno.
Affacciato alla finestra,
guardo il cielo azzurro.
Il silenzio m'induce
a considerare l'universo.
Ammiro la tonda luna,
ho voglia di abbracciarla
e accarezzarla dolcemente.
Piange l'astro notturno,
le sue lacrime tremano
all'occhio sconsolato
della mia solitudine.
Povera luna,
la sua dolce voce tremula,
echeggia nel mio cuore
di poeta innamorato.
All'apparir dell'alba,
la regina celeste d'ogni notte,
scompare affranta.     

Il sole muore.
Il sole muore,
si nasconde stanco
dietro una stella.
Nei miei occhi
arrossati dal pianto,
l'impotenza dell'uomo
dinanzi alla morte.
Sei partito nonno Gino caro,
alla volta di una terra
nuova,
eterna.
Una Patria dove
ogni anima
ritrova la sua pace.
Nel silenzio
di quella sera d'aprile,
i ricordi tornavano a parlarmi
di quei tempi
passati con te,
li custodisco ancora gelosi
nel mio cuore.
Dinanzi alla tua bara,
la tua amata sposa,
piange lacrime antiche,
amare,
mentre percorre mesta
la via del Campo Santo.      

La mia vita ha un senso.
Leggero soffia il vento
dai monti,
mentre un poeta
si domanda:
che senso ha la mia vita?
Pensa,
ripensa
senza darsi pace,
ma, la risposta tace.
Alfine un verso
All'orecchio gli suona;
la mia vita ha un senso
quando guardo l'altro
e riesco a renderlo
felice.
La mia vita ha un senso,
se guardo chi non sa vivere
e so dirgli
vivi pienamente
la tua vita!
La mia vita ha un senso,
se combatto per costruire
un mondo nuovo.
La mia vita ha un senso
se, guardando Cristo
riesco a dirGli:
grazie del mio esistere.     

Inno alla cultura.
O tenera bellezza senza volto,
soave mia compagna di cammino.
Tu sei per me
come l'ombra divina,
come una sorgente inesauribile
che sazia la mia
umana ed infinita
sete di sapere.
Il libro è la tua casa,
le sue pagine bianche
sono le tue vesti
profumate di virtù.
Amica mia,
le tavole scolastiche
ti servono
come una pietanza
fredda ed insapore.
Come sei cara,
dolce,
pura,
il tuo nome è cultura.    

Madre mia.
Piacevoli respiri
del sole all'orizzonte,
gracidio di cicale allegre.
Il vento s'abbatte gagliardo
sulla valle solitaria.
Madre mia,
guardo ancora
il tuo viso leggiadro
tanto caro al mio cuore
che si specchia
nel mare.
Madre mia,
solo per te
suona dolce
la mia lira
nell'infinita quiete.
Mamma,
resterai in eterno
il mio più bel pensiero,
il fiore più profumato
e fresco,
che porrò nel giardino
della mia vita.

Lontananza.
Viene la notte,
ovunque c'è silenzio;
lo Spirito s'acquieta,
ma i ricordi
ritornano alla mente.
La nostra storia
di giovani amanti nel tempo,
si svolge sullo schermo
dei nostri cuori innamorati,
come le immagini
d'un film d'amore,
che rivediamo ogni giorno
mentre esistiamo.
Amare sono state le illusioni
di rimanerti accanto,
amare le lacrime
che ho pianto per te,
mia dolce compagna,
mia unica donna.
Un dì come oggi,
più di allora t'amo.

Nel mio cuore.
Nel mio cuore
ho scritto un diario;
di versi mai pubblicati,
di parole indicibili,
di ricordi incancellabili,
di storie d'amore poetico
disegnate sulla tela
del mio inconscio.
Di lacrime mai piante,
dinanzi alla platea
di quel teatro,
dove trascorro i giorni
a recitare il mio solito copione.
Nel mio cuore
ho scritto un'altra vita,
un nuovo domani
di pace e serenità.

Piccolo eroe.
Cammino con animo tranquillo
per la via alberata,
le muse ascoltano compiaciute
la voce della mia
giovane penna
che, come per incanto,
fa nascere una nuova poesia.
In lontananza,
torna fischiettando, il mio papà.
Lo sguardo di un
verseggiatore allegro,
si ferma su quell'uomo,
che mi fa ritornar
quasi bambino
quando mi getta al collo
le sue braccia.
Paolo ¹,
piccolo eroe
della mia vita,
grazie per quante volte
hai preso la mia mano
nella tua,
per condurmi sul
retto sentiero.
Nel silenzio
riprendo a camminare
sulle orme lasciate
dai tuoi passi,
canto per te
una dolce musica d'amore.
¹ Paolo è il padre del poeta

Poesia ad un angelo.
L'anima s'illumina della divina luce,
mentre fantasticando coi pensieri
stringo tra le mie braccia
un'umile fanciulla pellegrina.
Conoscere il suo nome,
e passeggiare piano
lungo la lattea via
del suo gioioso cuore
per ascoltarne i battiti melodici,
è l'eterno mio diletto
che tiene sempre accesa
nel mio petto,
la fiamma dell'amore
che ci lega.
E l'esistenza corre più veloce,
mentr'io non smetto mai di affidare
tutto il mio umano essere
nelle sue sante mani
e lei lo porge a Dio
come gradito omaggio,
pregandoLo di rimanermi accanto,
quando m'assalgono
le tenebre del male.
O, com' è soave rimirarti donna,
che abiti da sempre
i più alti cieli.
Nell'attesa del divin' richiamo,
guidami sempre,
o angelo mio custode
lungo il retto sentiero,
affinché io possa un dì
vedere il tuo candido viso
rischiarato dalla Celeste luce
e dimorar per sempre
accanto a te.

Poesia è…
Poesia è
mia tanto amata donna,
baciare le tue dolci
labbra vellutate,
mentre la luna
solitaria e muta,
illumina la via
che a passo lento percorriamo
tenendoci per mano
e discorrendo del nostro futuro.
Poesia è,
o mia dolce fanciulla,
ascoltare nel silenzio
della notte
i palpiti del tuo cuore innamorato
e poi fissare
il mio innocente sguardo,
sul tuo volto angelico
che ogni sera,
dona al sole stanco
un dolce e meritato canto
Poesia è,
o mia cara compagna,
dividere con te
quel sentimento
che eternamente
ci terrà vicini.

Quel bambino di viale Giotto.
Urla,
rumori,
rompono il silenzio della notte.
Rivivo nel ricordo
quel bambino,
che mi faceva
tanta compagnia.
Solo con il pensiero,
or posso trastullarlo
tra le braccia.
Il suo tenero vagito,
mi torna dolce musica divina
nella gran confusione.
O piccolo bocciolo,
senza di te
il cuore si commuove.
La morte
ti ha fatto prigioniero,
e più non puoi vedere
il bel viale in fiore,
dove rincorrevi l’aquilone.
La bara bianca
ho preso sulle spalle,
e il tuo corpicino
alla terra bruna ho affidato.
Piccolo mio tesoro,
abbi pace,
degnati di ascoltare
l’umana mia preghiera,
tu che del cielo
sei un angelo bambino.

Spirito
Sono solo nel silenzio
della notte,
rimiro le stelle.
Spirito mio,
solo troneggi la terra,
baci lentamente
l'azzurro cielo terso.
Il mondo ai miei occhi,
appare truccato,
popolato da tanta gente
che non tiene conto di nulla.
Un bambino piange nella culla,
cerca l'affetto della sua mamma.
Spirito,
eterno ispiratore
del mio poetico canto,
dimmi perché taci?
Gli anni scorrono veloci,
ma tu non muori mai.
Mi fai ascoltare
la Tua voce soave
sussurrarmi con amore,
parole che giammai comprenderò.
Intanto la mia vita affannosa,
resta legata
al filo dell'esistenza materiale
che un giorno si spezzerà.
Su questa terra,
ognuno pensa alla caducità delle cose,
ma poco si cura
della sua vita spirituale.
Verrà un giorno in cui,
Dio si riprenderà
quanto ci ha dato.
Allora,
solo i bigotti affogheranno
nelle loro risate,
mentre sulla terra,
abitata dall'egoismo
e dal peccato,
improvviso scenderà
il silenzio.

Sulla tua tomba
Il passo lentamente mi conduce
nel silenzioso e orante cimitero.
Eccomi,
nonno Gino
qui a pregare
a mani giunte
e con il capo chino.
Sulla tua sacra tomba torno,
mentre scende l'alba,
per ritrovare la mia pace.
Giacciono sul tuo avello,
i miei più bei pensieri,
s'attardano sulla
pietra marmorea
le mie lacrime amare.
Nonno,
avrai un posto eterno
nel mio cuore.

Vittime di guerra.
Navi affollate:
genti che cercano aiuto.
Sulle strade del Kossovo
c'è voglia di vendetta.
I bimbi non giocano più,
tremano come rondini infreddolite
al passaggio degli eserciti nemici!
Sui loro volti,
la speranza di vivere
un'esistenza nuova.
Per le vie della città,
uomini e donne
con gli occhi spenti,
accompagnano il mio passo
con il ritmo del tam tam.
Mi tendono la mano raggelata
in cerca di denaro,
non sono truffatori,
ma vivono in un mondo disumano.
Son vittime di guerra
che attendono l'avvento della pace.

Vorrei
Silenziosi pensieri,
affollano la mia mente.
È notte,
suona dolcemente
la natura tutta.
Odo dentro di me
una tenera voce
di donna senza volto.
Oh, figlia di Venere,
rivelami il tuo candido viso,
fammi asciugare
le tue lacrime,
preserva i tuoi begli occhi
da ogni umano dolore.
Prendi nelle tue mani
la mia vita,
o tenera compagna
a me assai cara.
Esser vorrei come la pioggia
che, scendendo dal cielo,
bacia la tua pelle vellutata.
Tenerti
dentro ogni mio respiro,
amarti di un amore
sempre vero.
Cadere
tra le tue braccia aperte,
restare unito a te
finchè c’è vita.

Ai piedi del Crocifisso
Confusione irrefrenabile,
i passi mi conducono
alla casa dello spirito.
Vivo ancora questa vita provata.
Silenzio assoluto,
mentre devoto mi prostro
ai piedi del crocifisso.
Cerco umilmente di compenetrarmi
nei dolori del Cristo trafitto.
il mio sguardo
a volte distratto
dalle lucerne accese
è subito attratto dalla Croce.
Negli occhi dell’Agnello ammiro l’infinito,
dal Suo costato sento scorrere la salvezza,
le sue parole sono eterno amore.
Attorno mi si fa sera,
ma non si esaurirà la mia preghiera.
Una lacrima m’accarezza il viso,
e d’improvviso vedo
un bellissimo Prato fiorito.
Fuori di questo tempio ti vedrò, Signore,
negli occhi dei fratelli,
riuscirò con la Tua gloria
a trasformare la terra in Paradiso.

A Padre Pio
Uomini di culture, lingue diverse,
con fede accorrono
al Santuario del Gargano.
Nella quiete si odono
passi riverenti,silenziosi
ed effluvi di Santità
che accarezzano la terra,
dove riposa in pace
Colui che in vita
portò nella sua carne
il divino Mistero.
Gocce profumate di Paradiso
cadono senza tempo,
a rigenerare
i cuori umani aridi,
ricolmi d’orgoglio e di peccato.
Nel cammino dell’esistenza,
o amato Padre Pio,
contemplo le tue
stigmate dolorose
che riflettono
l’amore infinito
per la Grandezza Divina.
Sul far dell’alba,
o Beato,
vedo la tua mano benedicente
che, accompagnata
da un sorriso affettuoso,
si posa sul peccator pentito.
E lo converte.
Ammiro, rapito
dall’amorevole
abbraccio del Signore,
il tuo spirito estatico
che, in eterna preghiera,
aleggia nel Regno di Dio.     

Omaggio ad un poeta amico.
Ascolto nella notte
amico mio,
il dolce canto
della tua lira
che lentamente rompe
l'improvvisa quiete.
Riappare all'occhio del mio ricordo,
il tuo bel viso
segnato dal trascorrere del tempo.
Sul selciato nero
illuminato dalla luce fioca
dei lampioni,
mi aspetti ancora Michelino,
per rallegrare ogni mio vespro
e raccontarmi i momenti
belli o brutti
della tua vita vissuta.
Per condurmi al cospetto
delle Muse,
mentr'io compongo
un'altra melodia,
un omaggio al tuo verso
che non invecchia mai.      

Piccolo fiore.
Resto solo,
respiro,
m'affanno,
mi fingo malato,
cado a terra
su di un prato.
Muto,
stanco,
osservo i fili d'erba
annoverati intorno,
mentre viene il giorno
e col pensier ritorno
nel regno della quiete.
Ricordo ancora le stelle
lucenti,
belle,
riverberanti; visi profumati,
d' innocenti donzelle.
Sono ancora affascinato
da quegli astri lucenti,
mentre il cuore pulsa potente
l'ardente fuoco d'amore.
Strade,
sentieri erbosi,
l'occhio vede lontano,
mentre con la mia mano
colgo il mio piccolo fiore.
Or giace senza vita,
il vento ha già dischiuso
i suoi petali d'oro.
Piccolo fiore,
dolce calore
dell'anima mia
attanagliata da mille ricordi.
Nessun artista mai
ti saprà ritrarre,
mentre grida il mio cuore
semplicemente,
amore.    

Poeta.
Ripercorro pian piano
le vie dei miei ricordi
nella paradisiaca
quiete notturna.
Le muse teneramente,
tornano a porgere l'orecchio
al mio melodioso canto
di giovane poeta,
mentre scorre
celermente la vita.      

Sei bella mia terra.
Ti amo,
mia Puglia,
sei bella
o mia terra.
Tu poni sul capo del poeta
che ti canta la corona d’alloro.
Mia tanto amata terra,
celeste e luminosa stella
ora culla tra le braccia
come una tenera mamma
i tanti figli che ti abitano.
Puglia sitibonda,
tu batterai per sempre
con il mio cuore.
E se anche il destino
da te mi porterà lontano,
io tornerò col treno dei pensieri
a far sedere l’animo mio stanco
sui tuoi verdeggianti prati.
E parlerò di te con grande orgoglio
a chi non ti conosce,
farò echeggiare nella notte quieta
il verso di colui che da bambino
ha gustato il latte del tuo seno
ed ora piange lacrime d’esilio.
Lascia che un giorno
il mio passo lento possa
ripercorrere i tuoi sentieri
e l’esser mio godere
d’eterna Pace.     

Sera
Già si fa sera,
l’aria torna ad accarezzare
i volti stanchi
della gente
dopo le fatiche diurne.
Affacciato ad una finestra,
vedo papà.
È solo,
non fa più festa,
piange.
È lui quell’amico tanto caro
che un giorno
mi donò la vita.
Mi commuove guardare
quel suo viso puro
e quegli occhini neri
ricolmi di lacrime.
All’improvviso,
lascio la mia penna
e corro veloce
a confortare il mio papà,
rattristato dalle tante
prove dell’esistenza.
All’orizzonte
appare un nuovo giorno,
mentre noi due
compagni inseparabili,
ci prendiamo per mano
e corriamo
lungo gli irti
sentieri del reale.    

Ti scrivo per dirti…
Guardo la pioggia;
che lentamente bagna
le folte e verdeggianti
chiome degli alberi.
Ti scrivo nel silenzio profondo
della notte.
Sovente ricordo
quel tuo candido viso
che porto, sempre giovane
nel mio cuore.
Lentamente,
bussa alla porta
l'età matura.
La mia penna stanca
scrive poesie.
Ti scrivo per dirti:
grazie mamma,
solo tu mi hai dato tutto;
ti scrivo per dirti:
scusa,
per me tu sola hai pianto.
Ti scrivo per dirti:
non ti dimenticherò mai;
ti scrivo per dirti:
senza di te
mi perdo per la via.
Ti scrivo parole,
perché tu mi conduca
per mano
lungo gli irti
sentieri della vita.
Ti scrivo per dirti:
ho estremo bisogno
della tua continua preghiera.
Ti scrivo per dirti:
cullami come una volta,
col tuo dolce e caldo
bacio della sera.     

Vita
Sulla via della mia giovane esistenza,
i ricordi mi tornano compagni.
È buio il mio sentiero
nella notte quieta.
Vita,
sarai sempre cantata
nella mia poesia,
vivrai con me
ed io con te.        

Voglia di parlare
Inquietudine,
silenzioso rantolo
che m'impedisce di esprimere
l'amore che provo
per la mia donna.
Eccola appare,
come luce
nel buio della notte.
Le sue labbra tenere
conquistano il mio cuore.
Vorrei volare
tra le stelle,
guidato dalla sua dolce
mano di fatina,
tuffarmi nei suoi occhi
per ritrovare
la speranza mia perduta,
mirare il cielo azzurro,
ritornare alla mia quiete.      

All'uomo senza volto
Ti fai chiamare l'uomo senza volto
ti piace rimanere anonimo avvolto nel mistero,
girare per il mondo senza precisa meta.
Adori travestirti in mille modi differenti,
indossare, magari, abiti variopinti o monocolore,
somigliare ad un poeta, ad uno scrittore,
ad un superuomo eterno ed immortale
o semplicemente ad un fratello
della nostra caduca specie.
Forse sei ancora giovane,
ma dell'anziano facendo le veci,
a passo lento o a volte più veloce,
peregrinando vai tra tutte l'ere
A te, amico caro, dedico questi versi assai leggiadri,
metto tra le tue mani aeriformi un po' di fantasia.
Ora riposati dalle fatiche,
siedi su questo verde prato in fiore.
Parlami sussurrando all'orecchio del cuore
del tuo presente e del futuro,
delle tue attese e delle speranze.
Dai amico mio non disperare, non sarai più solo
ti sarò sempre accanto nella vita.
Vesti la mia anima
con un lembo di cielo
rivelami l'arcano
della tua vera identità
ancora sconosciuto agli uomini lettori
che sempre incanti
con la bellezza del tuo verso.
No, non temere, prendimi la mano,
insieme ammireremo il sorgere del sole
e il suo tramonto.
Attenderemo che spunti la luna
per farle compagnia fino a veder
spuntare all'orizzonte
un nuovo dì.
Eccolo, riappare lentamente l'astro notturno,
forse le hai già parlato
di un altro amore appena nato,
di un'altra delusione
che ti ha ferito nuovamente il cuore,
del sentimento amoroso che, in età senile,
ancora ti lega alla donna amata
No non fuggire,
tienimi ancora un po' di compagnia.
Unisci la tua voce alla mia,
recitiamo insieme l'ardua commedia della vita.      

Arrivederci amore
Metto nella valigia i miei ricordi
e la malinconia,
l'estate è già volata via.
li porterò con me
nel lungo inverno
e mi faranno compagnia.
Arrivederci amore,
è tanto dure per me
la partenza
verso la Patria natia.
A braccia aperte,
colà m'attendono i consanguinei diletti
e quanti stimano
l'umile mia poesia.
Arrivederci amore,
stringimi forte dentro le tue braccia
e, senza indugio,
baciami le labbra.
Spera che splenda presto
il sole di Saturno
e non s'attardi troppo
a dialogare lungo la via
con Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere,
suoi vecchi amici
di tante avventure.
Prega in ginocchio il cielo,
chiedile che ritardi a tramontare
il Giorno del Signore .
Arrivederci amore,
per sempre resterai nel mio pensiero,
con lui, ogni giorno,
percorrerò in silenzio quella collina
sede dell'incantevole giardino
dove ti colsi un dì,
o giglio dai petali argentei.
Arrivederci amore,
eterna giovinezza e felicità
che ti nascondi candida nel petto.

Salutarti di notte
Buona notte,
glielo sussurro piano
a quello specchio di luna
che in cielo s'accende.
Buona notte
A quella donna che nel mio cuore si nasconde
Per diventare palpito di vita.
Salutarti di notte è il mio diletto,
musica sibillina piena di sommo splendore,
musa mia cara che, seppur lontana,
risuoni nel silenzio come un'eco soave.
Di te tutto l'inebri,
di te tutto l'intoni.


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