Racconti di Maria Savignano


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La farfalla nata due volte
L' aria era riscaldata dal sole più prepotente che mai .
Lentamente la vita nei campi aveva cominciato a risvegliarsi dal lungo
torpore dell'inverno .
Le rondini erano arrivate .In cielo regnava un'aria pulita e
tranquillizzante che sembrava voler far dimenticare a tutti , quanta neve
aveva portato la stagione che usciva e lasciava il passo alla prepotente
primavera .Il verde sembrava avere fretta di spuntare in tutto il suo
maestoso coprente colore . Nascosto su un ramo , cominciava a risentire di
questo risveglio anche quel bruco che mimetizzato tra i rami si muoveva
sinuosamente mangiando voracemente.
Era coloratissimo ed un po' infastidito degli uccellini che gli volavano
intorno .
Intanto il suo corpo si trasformava , era diventato una leggera crisalide ,
dalla quale un poco faticosamente un poco con gioia riuscì a liberarsi e
vibrare finalmente in tutta la sua leggiadria bellezza , in piena libertà
nell'aria. Era diventata una splendida farfalla. Volò un poco di qua un poco
di là era felice . Vide le prime margherite ed osservò le viole che
addossate l'una contro l'altra sembravano dire "Guardate , da dove è
spuntata quella farfalla ? E' la prima che vediamo "
Tutto intorno a lei sembrava avere voce , sembravano chiacchierare
insistentemente .
Tutto quel risveglio gli alberi , gli uccellini , i fiori , il cielo azzurro
erano intenti a mormorare dolcemente e beatamente la loro felicità e lei ne
faceva parte . Volò su un fiore , poi su un balcone do ve si riposò .Riprese
il volo dolcemente con le sue leggerissime ali , gustava la vita in tutta
la sua semplicità la sua innocenza e la sua bellezza .
Ahimé le cose belle nella vita sono le più perseguitate , le più rincorse ,
le più cacciate , le più uccise , che fatica dev'essere la vita la libertà
.
Infatti già quando vide un bambino che giocava a catturare insetti che
volavano con una retina lei ebbe un tremore , ma era ormai troppo tardi ,
il bambino l'aveva già vista e gridò "mamma vieni a vedere quella bellissima
farfalla , corro a prenderla "
La nostra farfalla volava ormai inutilmente , smarrita , sperduta e
terribilmente perduta .
Ben presto il bambino la catturò , sentì le sue preziose ali in trappola
non aveva dove correre più ,
una lacrima le bagnò i colori .
Il bimbo corse a casa soddisfatto della sua preda e come mostrando un trofeo
gridò
"Vedete ho catturato una farfalla venite a vedere" tutti andarono a dirgli
"BRAVO"
Solo la sorellina gli disse "Com'è bella perché non la lasci libera , così
la farai morire ."
Qualcuno aveva un poco di sensibilità , ma il piccolo replicò
"No l'ho catturata e non la libererò mai , anzi adesso la chiudo nella
scatola ."
La sorellina subito replicò
"così la farai morire soffocata , fai almeno dei piccoli fori alla scatola"
Così fece .
La povera farfalla che qualche attimo prima era libera e volava per i prati
di fiore in fiore
Con leggiadria e tenerezza , ora era rinchiusa in una scatola buia .
Dapprima l'istinto di volare l'aveva fatta sbattere da una parte all'altra
della scatola , poi , sfinita s'era abbandonata e rassegnata a morire così
brutalmente .
Immaginava il sole ch'era fuori e di cui intravedeva lo splendore attraverso
quei forellini ,
ascoltava il cinguettio degli uccellini ch'erano lì fuori liberi , le
sembrò d'intravedere le sue sorelline che libere riempivano l'alba di colori
con i loro battiti d'ali .
Intanto sentiva allontanarsi la speranza e la vita , presto sarebbe morta .
Quanto tempo trascorse ?
A lei sembrava un'eternità .
Fin quando non sentì dei piccoli passi furtivi , e intravide la bambina
che prima voleva liberarla ,
la sentì sussurrare mentre sbirciava attraverso i forellini
"Come sei bella che bei colori che hai chissà se è ancora viva non si sente
nessun rumore ,
mi dispiace che sei chiusa in questa scatola brutta e buia " Aprì il
coperchio della scatola e facendo attenzione affinché non potesse fuggire la
sfiorò con la punta delle dita
Finché non giunse il fratellino che la rimproverò
"Quella farfalla mi appartiene non la devi toccare e nemmeno aprire e
chiudi la scatola così "
Lei replicò" lasciala non vedi che muore , vorrei vedere te se qualcuno ti
catturasse e ti chiuderebbe
In un baule come ti sentiresti così si sente lei "
La bimba corse via non poteva sopportare quella crudeltà che si stava
consumando inesorabilmente Andò in giardino cercò di distrarsi di giocare
un poco ma il suo cuore era in quella scatola
Il cielo era sereno il sole lucente caldo , le grida dei suoi amichetti che
giocavano erano festose , ma lei non riusciva a rimuovere dal suo cuore
quella scatola che conteneva e imprigionava una variopinta farfalla che
sarebbe morta così rinchiusa
Doveva fare qualcosa , impegnare il suo cervello in qualcos'altro , si mise
a studiare.
Ma non ci riusciva sentiva il dibattersi sempre più frenetico della farfalla
rinchiusa .
Doveva liberarla , no il fratello l'avrebbe sgridata forse anche picchiata.
Doveva liberarla !
Non si sarebbe mai potuto perdonare la morte di quella farfalla .
Quel selvaggio del fratello non c'era , s'avvicinò silenziosamente alla
piccola scatola, l'aprì .
Era lì prigioniera , non dava segni di vita , la nostra piccola amica
preoccupata
Diede un piccolo movimento alla scatola e la vide muoversi quindi
accertatasi ch'era ancora viva
Scappò furtivamente nel prato quello che sembrò il più lontano da casa sua ,
con quella scatola con quella preziosa prigioniera .
Fu lì in aperta campagna che provò la felicità di dare la libertà a quel
piccolo indifeso animale .
Uno , due e tre ed eccola di nuovo libera , la vide allontanarsi barcollando
un poco e poi finalmente vibrarsi nell'aria e nell'azzurro del cielo .
Ed anche lei tornò a casa con nel cuore un grande battito d'ali di
farfalle.

L'asina Palmira
Nella stalla s'era sempre in compagnia , ora la mucca della vicina ora gli
agnellini del compare , ora i muli dello zio , insomma era una stalla che
apparteneva un poco a tutto il vicinato.
Lei pazientemente sopportava quegl'intrusi , raramente restava da sola e
quando ciò accadeva ne era felice .Purtroppo i suoi padroni non nutrivano
nessuna gelosia per quella stalla dimenticavano completamente di esserne i
proprietari e con essa anche quella loro povera asinella che possedevano da
diversi anni . Palmira (l'asina) non riusciva a perdonarli per come la
ignoravano soprattutto dall'ultima volta che prima le avevano messo
affianco un bellissimo cavallo di cui s'era innamorata perdutamente , era
tutto bianco , aveva una criniera tutta nera . quando nitriva faceva tremare
tutti quei brutti muli ch'erano lì con loro . Le sue lunghe giornate s'erano
ridotte nell'attesa dell'imbrunire per vederlo tornare nella stalla accanto
a lei e già immaginava tanti piccoli muli era pazza di lui .
Una sera però aspettò inutilmente lo aspettò tutta la notte scandendo i
minuti e le ore ma quella porta restò terribilmente chiusa .
Non tornò nemmeno il giorno dopo e nemmeno il giorno successivo Palmira
incominciò a odiare i suoi padroni , il continuare a dividere la sua
mangiatoia con altri animali le incominciò a diventare pian piano sempre più
insopportabile . Era un'innamorata incompresa e voleva essere lasciata in
pace e d'asola e nessuno lo capiva .Macchè tutte le mattine la venivano a
prendere la caricavano di bisacce e vari pesi e la portavano al paese a
fare la spesa . La lasciavano legata ad un palo con i mosconi che le
ronzavano addosso dandole tanto prurito . Lei menava zoccolate su e giù e
sembrava dimenarsi contro il vento .Spesso le persone che passavano
mormoravano "guardate quell'asina è impazzita" ci vuole poco per un povero
animale passare per pazzo , Palmira capiva e ragliava con rabbia . Dopo una
lunga attesa la venivano a prendere finalmente e si tornava a casa .Lungo la
strada però quel giorno la padrona volle fermarsi da una sua conoscente e
la povera Palmira finì di nuovo legata sotto al sole questa volta vicino al
muro . Mentre aspettava s'accorse che le si era avvicinato con fare furtivo
un ragazzino , era brutto , antipatico non lo conosceva e per giunta l'era
salita in groppa . L'asinella si sentì ferita nel suo onore incominciò a
scalciare come impazzita si dimenò tanto furiosamente da scaraventare il
moccioso lungo per terra . Quando accorse la padrona aveva il volto
esterrefatto e stravolto soccorse il ragazzo chiedendogli ansiosamente "ti
sei fatto male?" Lui il moccioso le rispose con un cenno che stava a
significare di no .(Gli uomini come possono capire che anche gli animali
hanno i loro momenti no)?La padrona prima ancora di sentire le lagnanze
della sua amica prese velocemente Palmira e si rimise in cammino
borbottandole nelle orecchie "Non ti capisco più sei cambiata prima eri
tanto loquace sottomessa un'asina da prendere come modello per la bontà ed
ora mi stai deludendo ".
Intanto il sole stava lentamente tramontando l'aria era diventata
misteriosa e romantica , la nostra asinella pensava più che mai al suo
perduto amore si divincolò dalla stretta della padrona e incominciò a
correre in maniera bizzarra che poteva somigliare ad un'asina impazzita .
Lei la padrona tiranna le corse indietro per poco poi sfinita si lasciò
andare s'arrese tanto aveva la quasi certezza che Palmira comunque sarebbe
tornata nella sua stalla e dove se nò, infatti dopo un poco di tempo andò a
vedere alà la trovò che mangiava come se niente fosse accaduto le fece
tenerezza e la perdonò le fece la prima carezza che avesse mai ricevuto
Palmira nella sua vita .Intanto si chiedeva il perché di quel cambiamento
.Intanto nel cuore nei sogni nelle allucinazioni della nostra asinella
c'era lui grande maestoso bianco il suo amore perduto , IL Cavallo.
Il giorno dopo la padrona la condusse in aperta campagna e la lasciò libera
di correre di mangiare l'erba della quale era golosa fu proprio mentre era
intenta a riposare che una bimbetta dall'aspetto furbo e cattivo
incominciò a tirarle la coda , Palmira all'inizio la sopportò perché
conosceva la bambina e lo aveva fatto altre volte ma improvvisamente suo
malgrado si girò con scatto repentino si mise in posizione di carica e
mentre stava per scaraventarsi addosso a quella mocciosa sentì la voce
minacciosa e decisa della sua padrona che le ordinava "Palmira fermati ti
ordino di fermarti fermati" Mentre la tirava con tutte le sue forze con la
corda intanto la bambina spaventatissima scappava lontano come se avesse
avuto le ali ai piedi intanto la padrona sulla strada del ritorno diceva
nelle orecchie di Palmira "Si può sapere cosa ti prende se continui così
sarò costretta a venderti al mercato " Chissà perché quando un animale
sbaglia subito si trova il sistema drastico per come sbarazzarsene mentre
gli uomini seppur pazzi assassini e ladri vengono in qualche modo perdonati
sempre da qualcuno in avvenire avrebbe dimostrato alla sua padrona che lei
era sempre quell'asinella buona di una volta .
Purtroppo il giorno dopo arrivarono in campagna i nipotini dei padroni che
sembravano dei veri vandali ficcavano il naso dappertutto erano noiosi
infastidivano galline conigli maialini cagnolini e naturalmente anche lei
tutte le volte uno di loro doveva farsi il giro sull'asinella come se fosse
una giostra . Quando Palmira se la trovò sul groppone con grande
rassegnazione incominciò a farle fare il solito giro del giardino il
fratellino più grande della bimba s'appese alla coda di Palmira che agitata
già lo era innamorata, pazza era, incompresa restava, incominciò a scalciare
come una pazza priva di autocontrollo la bimba cadde e lei andò a
scaricarsi facendo una galoppata pazza. Questa volta l'aveva combinata
veramente grossa ed imperdonabile sarebbe finita male ma tanto che le
importava non aveva il suo Cavallo .Attese la condanna , infatti non si fece
attendere monto la sua padrona aveva deciso , l'avrebbe venduta quel sabato
al mercato non poteva e non voleva tenerla più .
Qual sabato al mercato Palmira vide meraviglia tra le meraviglie il suo
bellissimo irraggiungibile bellissimo amore il suo Cavallo anche a lui
avevano portato a vendere perché sembra che come lei dava segni di
squilibrio da quando era stato ospitato nella sua stalla .Palmira pensò
anche lui era innamorato .
La fortuna più grande fu che furono acquistati entrambi dalla stessa
persona che si dimostrò un padrone dolcissimo che sembrava aver visto nei
loro cuori .
Le loro vite per un chissà quale scherzo del destino si riunirono per
farli vivere insieme felicemente e soprattutto tranquillamente .       

Il leone Ursus
Lì da un poco di tempo i manifesti erano dappertutto, su tutte le mura delle case di quel piccolo paese . Ogni volta che arrivava il circo era una grande festa e una grande novità , soprattutto se poi sul manifesto c'era un grosso leone che teneva nella sua grande bocca la testa del suo domatore , senza mangiarlo . Sul manifesto c'era scritto in grandi lettere
nientedimeno che ''(tra pochi giorni avrete la fortuna di vedere da vicino il leone più cattivo e feroce del mondo , il leone Ursus ).Ognuno si fermava sotto quei manifesti e fantasticava in cuor suo chissà quali grandi e pericolose imprese che doveva affrontare il domatore con quell'animale tanto feroce . Intanto s'avvicinava il fatidico giorno dell'arrivo del circo , lo aspettavano perfino i vecchietti , incuriositi . Il piccolo paese sembrava in fermento , l'attesa sembrava interminabile , poi finalmente il circo arrivò di buonora una mattina . Era compreso da una macchina che trascinava una roulotte , e da due camion coperti da cui non traspariva nulla e suscitava un'enorme curiosità tra tutti gli abitanti del piccolo e sperduto paese di montagna. Si fermarono e misero la tenda nel piccolo campetto di calcio , che sembrava il più spazioso .Qualche bambino andò a curiosare da vicino una cosa era certa che la realtà era ben diversa dalla fantasia , i manifesti sembravano raccontare grandi gesta e grandi sorprese ,l'immaginario collettivo galoppava , poiché quel ruggito che veniva da uno dei camion era vero e l'avevano sentito in molti il leone c'era di sicuro . Qualcuno cercò al domatore del leone dei biglietti scontati ma gli fu risposto che il numero era tanto pericoloso che si doveva pagare per intero non esistevano sconti .Il paese con l'arrivo di quel piccolo circo s'era vestito a festa , le persone erano eccitate come quando si deve andare a votare oppure e' la festa del santo patrono. I bambini andavano a scuola più contenti poiché i loro maestri li avrebbero portati al circo a vedere il feroce leone Ursus. I vecchietti si fermavano a commentare il grande manifesto "chissà come sono forti quei leoni basterebbe una loro zampata per ucciderti quale coraggio deve avare quel domatore ".Quel pomeriggio attraversò le vie del paese una macchina che mediante l'altoparlante raccontava le prodezze e la ferocia del nostro leone e il coraggio del suo domatore Riccardo. Diceva"venite ad ammirare come un leone aggressivo che ha ferito Riccardo gravemente alla fine sia stato sottomesso dal suo domatore da tenergli delicatamente la testa fra le fauci vi aspettiamo domani sera per gli adulti e domani mattina per i bambini non perdetevi questo spettacolo irripetibile . Fu emozionante assistere allo spettacolo vedere effettivamente quell'enorme leone dalla grande criniera sentirlo ruggire dietro quelle sbarre di ferro fu emozionante il momento in cui il domatore gli poggiòla testa in bocca . Quanto appariva eroe quell'uomo , il circo comunque si manteneva solo su quel numero a parte i soliti pagliacci era il leone l'attrazione in assoluto , il leone il cattivo , il feroce , l'inavvicinabile il leone vero in carne ed ossa . per merito del quale l'incasso era andato bene come al solito andava in quei piccoli paesi sperduti . Ursus aveva fatto del suo meglio per apparire cattivo e feroce anche se realmente non era così era nella realtà talmente un pecorone che a nulla era valsa tutta la buona volontà del suo domatore per farlo diventare più sveglio . Ed era sempre stato così ora poi ch'era invecchiato se non fosse stato per i manifesti e per ciò che andavano raccontando si sarebbe notato subito ch'era sdentato , debole, vecchio , pigro , annoiato , era decisamente fuori razza , al circo non lo tenevano neppure in gabbia era come un cagnolone .Questo era il terribile leone Ursus del gigante manifesto ma Riccardo ora aveva troppo da fare doveva togliere la tenda e Ursus non si toglieva dai piedi allora gli ordinò "Ursus vai a dormire togliti dai piedi vai a cuccia "Ursus aveva un difetto era permaloso queste parole del suo domatore e il tono autoritario lo offesero , era
sempre stato il suo amico Riccardo a d accompagnarlo a dormire e questo suo atteggiamento lo aveva offeso , ammetteva di non sentirsi un leone ma essere trattato come una pecora era il colmo , mentre s'avviava verso il suo giaciglio ripensava a tutti quegli applausi che aveva avuto lui il leone Ursus il terrore di tutti i circhi del mondo .Quella sera era troppo elettrizzato non aveva voglia di dormire , decise di fare una passeggiata per le vie del paese che ci sarebbe stato di male ? Quando Riccardo andò a dare un ultimo sguardo a Ursus prima di andare a dormire non lo trovò .Si preoccupò lo cercò lì intorno senza trovarlo , Allarmato andò a chiamare i suoi aiutanti gridando"ragazzi è scomparso Ursus bisogna trovarlo prima che qualcuno lo spaventi è talmente innocente" Nonostante lo cercassero dappertutto non riuscivano a trovarlo come far capire a quella gente che il leone era innocuo e non bisognava fargli del male? Dopo averlo fatto apparire quasi un mangiatore di uomini ? Riccardo era nervosissimo perdere Ursus voleva dire chiudere il circo fare la fame . Dopo averlo cercato invano andò a parlare con il maresciallo dei carabinieri che subito disse"bisogna abbatterlo è un pericolo può mangiare qualcuno " Riccardo sempre più agitato cercò di fargli capire com'era realmente Ursus "Ma chi vuole che mangi se non ha un dente noi per farlo mangiare gli dobbiamo macinare tutto , è un animale dolcissimo per niente pericoloso è anche vecchio . abbiamo inventato la sua ferocia per fare spettacolo , per attirare l'attenzione della gente , ha paura di tutto e di tutti e senza di me sicuramente è terrorizzato sarebbe capace di morire per la paura quello non è un leone solo la controfigura di un leone ." Così cadde un mito . Il carabiniere capì fin troppo bene fortunatamente ora come fare per assicurare la popolazione senza spaventarli ?Per le vie del paese passò di nuovo la solita macchina con il solito altoparlante che questa volta diceva "Paesani paesani popolo è scappato dal circo il nostro leone Ursus non abbiate paura è innocuo è buono è come un cagnolino indifeso che ha bisogno d'aiuto vi chiediamo aiutateci a trovarlo vi prego non lo spaventate se lo avvistate collaborate con noi a cercarlo non intimoritevi lui ha più paura di voi vi daremo un premio se ci aiutate a trovarlo sano e salvo " Come credere a quelle parole i manifesti con Ursus feroce e cattivo troneggiavano ancora di più sulle mura del paese e alle luci dei lampioni facevano ancora più impressione ora poi saperlo libero per il paese altro che buono . Sembrava era in agguato dappertutto le persone si chiusero tutti in casa spaventati .Quando nella penombra della piazzetta si sentì un ruggito era Ursus Riccardo gli si avvicinò gli fece una carezza gli tirò le orecchie come un rimprovero le persone che erano scappate una alla volta incominciarono ad uscire dalle proprie case e prima timorosamente poi con più coraggio s'avvicinarono ad Ursus lo toccarono , lo accarezzarono , lui Ursus tra tanta attenzione era ancora più soddisfatto di avere fatto capire finalmente alla gente che non tutti i leoni sono cattivi e a lui facevano tanto piacere tutte quelle carezze e tutti quegli amici era felice . Il giorno dopo prima della partenza il leone fu coccolato da tutti è tanto bello essere buoni a volte dietro ad un manifesto ci sono un'infinità di bugie.


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