Poesie di Gavino Puggioni


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche

 

L' uomo è solo
La folla di madri
di padri di nonni
in compagnia dei figli
dei nipoti dei cani e dei gatti
è un immagine
fissa e scolpita
oggi
in quel quadrato elettronico
che li incoraggia
e li arringa a stare lì
a urlare che il mondo
non deve fare
che tutto è falso
che tutto è vero
che hanno sentimenti
che vogliono giustizia
che vanno in fila
a dimostrar niente
niente di niente
se non la stupidità
dell'umano pensiero plagiato
sfruttato da pochi

Dopo nel chiuso delle case
quella moltitudine
diventa solitudine
perchè il governo delle cose
è già stato scritto
da quei pochi
e quei tanti
non lo sapevano.

L'uomo è rimasto solo
di nuovo
in attesa di un'altra adunata

E si accontenta.

da: " L'arcobaleno in giardino" 2004

E poi
come farfalla volerò
sui tuoi sentimenti
e li sfiorerò leggero
nella polvere del tempo
che ormai è trascorso
e non troverò spazi
per fermarmi
da: "Poesie brevi"

10 aprile 2009 - L'Aquila
C'era Lei, stamane,
a primeggiare tra quelle anime ritrovate,
quasi a chieder perdono
di cotanta tragedia.

Neppure Lei,
ne sono sicuro,
s'aspettava tante presenze.

La vedevo imbarazzata, pentita,
ovviamente senza lacrime,
chè quelle, nel buio eterno,
sono assenti.
da: L'Infinito dei pensieri

Terremoto
Questo terremoto
ha fermato tutto e tutti.
Ha fermato il pensiero,
il nostro,
là, dove vite umane
han perso la propria via
in un tracciato improvviso,
non previsto, dicono,
nè da scienza nè da conoscenza.

Molti han visto la luce del sole
con le tenebre negli occhi,
nel dolore, nell'amore
di chi non è più,
nella rassegnazione ad un evento
ahimè!, che non perdona.

E la Terra si lamenta.
da: "L'Infinito dei pensieri"

Memoria
Non dimenticare
tuo padre e tua madre
Non abbandonare
il ricordo di quando
eri bambino,
di quando piangevi,
di quando ti sbattevi
per un giocattolo
mai avuto.

Non dimenticare
dove sei nato,
dove sei cresciuto,
dove ti sei tagliato un dito,
dove giocavi
a dispetto di altri che non potevano.

Non dimenticare
Ricordati di ricordare
Non dimenticare, amico o fratello,
quei luoghi dell'infanzia,
perchè sono quelli
che ti faranno più bello
il futuro.
da: "L'arcobaleno in giardino"

Sempre
Ho scritto dell'alba,
del tramonto,
del vecchio albero,
della vecchia casa
lontana da tutti,
ma da tutti amata,
ho scritto degli affanni
mai superati,
delle illusioni, dei sogni
mai realizzati.

Ho scritto del mare,
delle sue immensità,
dei suoi silenzi.
Ho scritto del male,
dei soprusi, delle violenze
antiche e moderne.

Ho scritto di libertà,
di inciviltà,
di abbandoni e di solitudini.

Non ho scritto di te,
sempre presente,
nel male e nel bene,
ma mi sei testimone
ed è come tu abbia scritto con me.
da "L'arcobaleno in giardino"

Due croci
Due croci
non vedute
dagli uomini
e calpestate
dal tempo
resistono
alla vita dell'universo

Vogliono vedere
da "L'arcobaleno in giardino"

Le pietre
inzuppate di sole
aride come
gli arsi maggesi
mi sono amiche
nella terra d'oggi

Non le calpesto
e non vi inciampo
Domani
saranno mie custodi
da "L'arcobaleno in giardino"

Vorrei esistere
ma sto precipitando
aggrappato ai tuoi pensieri che non conosco
lapilli che bruciano carne
lame che tagliano le mie mani
in cerca di un tesoro incustodito
eppure mai violato

Vedo tue parole inseguirsi
le une attaccate alle altre
Scivolano
posso solo immaginare
su pagine di acqua gelida e scura
dove io non riesco a nuotare

Provo ma non so fermare
quest'idea che m'assale
e violenta il mio corpo indifeso
come campo di grano seminato
ingiallito bruciato e poi spaccato
dal suo amico aratro, compiaciuto

Vorrei esistere anche e solo
in un filo dei tuoi pensieri
senza rubarti tempo
senza rubarti niente
come il nostro ieri
quando mi hai donato altra vita
dove l'anima tua non mentiva
da "Le nuvole non hanno lacrime"



L'urlo

Non sciupare
il canto di un bambino
Non interrompere
i suoi giochi
Non trarlo in inganni
Non comunicare con lui
se non hai l'animo giusto

Non rubare
la sua innocenza
i suoi occhi
i suoi movimenti
le sue abitudini

Quel bambino
urla al mondo
perchè è già stanco
perchè ha visto
ha sopportato
ha sofferto in silenzio
come in un gioco tragico
le scelleratezze tue
e di tutti quelli
che comandano

Quel bambino urla
urla ancora
perchè nessuno lo protegge
e quel nessuno
continua a coccolarlo
a riempirlo di balocchi
costosi e inutili
di immagini fatue
di immensità virtuali
e diverrà
sempre più povero

Quel bambino
vuole amore
vuole affetto e calore
ma neppure babbo
e mamma lo sanno.
da Nel silenzio dei rumori

Nella palude
Non abbiamo più bisogni
Abbiamo tutto
Dalle case ai casini
Dalle ville alle barche
Alle vacanze

Nutriamo odio
Spariamo maledizioni di gelosia
Vogliamo essere più ricchi
E inseriti in tutte le realtà
Anche virtuali

Siamo tutti malati di stress
Siamo pieni di problemi
Ma di facciata abbiamo tutto
Come sopra

Non ci vergogniamo di nulla
Siamo campioni di maleducazione
Di inciviltà e millanteria
E guai a non ostentarla

I bambini ci guardano
Solo loro si meravigliano
E ci balbettano parole sensate
Sentite in altri tempi
Che non sono più i nostri

I bambini ci guardano
E noi siamo nudi
Priivi anche della pelle
Che ormai puzza
di mille e una mostruosità

Siamo pieni di pascoli di sangue
Di fiumi avvelenati
Di corpi umani affamati
Di soldati che vanno alla guerra
Dovunque

E abbiamo gli occhi e la bocca
Pieni di abbracci di pace
Di falsità
Di bandiere imbrattate e offese
Nel nome dell'imbecillità umana

Abbiamo tutto abbiamo niente
Un bambino
Un popolo di bambini disperati
E' dietro e dentro di noi
Noi che così non esistiamo

Evviva!


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche