Poesie di  Gian Luigi Arluno Pia


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L’ardua impresa: Descrivere se stesso.
Mi chiamo Gian Luigi Pia (Gianni) e sono nato a Guspini (Cagliari) dove ho vissuto I primi sei anni della mia vita, ed è in questo luogo che il mio contatto con la natura è stato libero ed intenso e questa intensa libertà la ritrovo nello scrivere e in tutte le cose che riesco a creare da me. Sono stata sempre una persona schiva nel mostrare I miei sentimenti al giudizio di terzi, specie con le mie creature letterarie, ma alla fine ci sono riuscito!
Scrivere mi da modo di condividere le emozioni, la sensazione di solleticare I cuori col il dito. Tante poesie qui di seguito fanno parte della mia prima raccolta (CRETA AL SOLE) edita da Kimerik .Alcune persone che hanno letto questa modesta opera si sono premurati di comunicarmi che li ho emozionati, penso che questo sia il complimento più bello che chi scrive, possa ricevere. La prossima raccolta ha per titolo E…MI CULLA IL MARE di cui fanno parte:
CUORI FRAGILI CRISTALLI, A TE SCONOSCIUTA MADRE, MISSIVA DEL SOLDATO. DOPO LA BATTAGLIA,SPATI' E SPATU'.
Ringrazio tutto lo staff di poetare che mi da modo di pubblicare e leggere tutti voi poeti del sito.
Non mi ritengo un poeta, accetto commenti e critiche che possano essere costruttive
 


 
Dopo l'eclisse
 

Il cacciatore
Coperte ormai radici
di beata solitudine.
Svelati son gli enigmi
pronto a comprovare,
che in fondo son stato ,
sciavo,
preda e cacciatore.
Perché un tempo,
m’affliggevo
del tuo stesso male.

Spogliato
or mi sono
delle lenzuola sporche
che coprivan,
quest‘ impunito corpo
e le vicissitudini.
Inerte son davanti,
hai vostri occhi spenti
di certo son momenti
di gioia e beatitudine
della mia fine tragica
e l’oscuro mio
di giudice
eretto dal denaro.

Sconvolti tanti affetti
inatteso di voi
il domani.

Se hai saliva,
da sprecare
Dai! Forza!
Fatti avanti !
son qui da oltraggiare
O vile …….o .tu!
Che puoi!
L’ebbrezza del disprezzo
or ……….che non hai paura!

Ma! Io ho……… solo errato
in vita
e ………. nulla posso
e chiedo a voi perdono
sono nell’ oscura sfera
reclamo a voi preghiera,
per questo,
uomo stupido
trascinato dagli eventi.

Preghiera
Divago messa
oh mio signore
del divino ventre
io sono figlio,
spogliato a te
dei mie peccati,
offrendo poi
il mio pregare,
nel cuore tu
or mi proteggi.
L’innocuo raggio
che mi trafisse,
dall’esser puro
son ben lontano
rinasco a te che
non m’ignori.

L’abitudine
È l’abitudine,
che nasconde
i tuoi occhi verdi
e che sembra dir….
non mi basti ,
e che neanche i pasti
son buoni come allora.

Solo oggi, m’appare vuoto
e di vuoto, ne rimane
dell’essenza che tu eri
e di che!.. Amor non mi accorsi
d’aver accanto.

Attimi del tuo profumo
irrorano i mie polmoni
e vivido il ricordo
ed io,che
con un bacio avrei
dovuto tacitar la bocca
che incalzava con le accuse,
e solo amarti
ma l’orgoglio,
non l’ha permesso,

Ora che mi manchi e vorrei portarti
un fiore col caffè,
io ho perso te,
ed il fiore ha ben altra destinazione.

Come ciechi ci assilliamo, ci colpiamo a morte ,
ma la morte è qui vicina sempre pronta a portaci via gli affetti e restiamo inerti e tardi ci accorgiamo.
 

Chiàgne
chiàgne pe te
chiàgne pecchè nun me ne so ghiuto cu te
chiàgne
pure 'o core mio
pecchè m'è morta 'a speranza
e sentii 'a voce toia
int'a 'sta stanza.

Ma pecchè io chiàgne
se tu staie addo'vuleva sta'io
tu che mo' staie vicino 'a Dio
che te tene stretta e nun te vo'lassà
ca sulu Isso te vo'sta' a sentii.
Come potevo esimermi dal dedicare una poesia alla nostra poetessa D:P ( vulcanella)
E lo faccio nel suo dialetto , anche se ho dovuto avvalermi di un aiuto per gli accenti e alcune parole.
Piango
piango per te
piango perché non me ne sono andato con te
piange pure il cuore mio
perché mi è morta la speranza
di sentir la tua voce
dentro questa stanza .

Ma perché piango
se tu sei dove volevo esser io
Che ora sei vicino a dio
che ti tiene stretta e non ti vuol lasciare
perché solo lui ti vuole ascoltare.


Cura errata!

Fresca l’acqua
sull’assetato petto,
ignaro raggio
che
d’Improvviso scorre,
desiderio informe
nel cuore inerte.

Lussuose vesti,
ormai stese.

Arde il sole
che non da fiato,
la mente corre
a sfiorare i cieli.

Ed i placebi
a rintuzzar.

Tu che “ chiami”
Attraverso il ponte
tu che chiami
e chini gli occhi.
Tu che ancor mi tocchi
la speranza
l’assaporar del tempo
tu che violento mi cercavi
mi intuivi, mimavi il mio
essere contento,
mi svestivi
a poco, a poco
come non voler mai finire.
Tu che cercavi, bruciavi l'illusione
i fragili tentacoli.
Sempre tu creavi
i tuoi ostacoli,
barattoli
rotolanti per la via
come a prendere a calci il tempo
esile filo ,
che ti restava.
E al di là del ponte
Or ti scorgo
non rimane che aspettare.
Per raggiungerti!

Il farmaco migliore
Cosa ci può guarire?!
Se non la forza dell’amore,
del perdono
unilaterale.
Perdono offerto a piene mani
a chi,
consapevole o inconsapevole
ci ha elargito
profonde ferite
col vassoio della vita.
Chi?!
Ci potrà aiutare ,
se non la fede
un amico
una persona cara,
o tu!
Il mio punto fermo,
la mano che apre l’uscio
dei sentimenti
prigionieri del mio io.
O Tu!
Che con carezze
Lievi,
dall’aspetto impercettibile
ascolti
le mie colpe
mie pene
altrimenti malattie.
Chi ci potrà curare,
se non, noi stessi
praticando
l’amore verso l’io
e verso chi
si trova nella nebulosa
del rancore.

Non son versi, ma parole che rivolgo a tutti noi.
Ispirata da Tinti

io volo
Io ho vinto la mia sfida,
e va beh!
Or mai l’accetto
Le mie gambe sono tonde
con le sfere per girare,
poi più
su
ci son le sponde
per potermi contenere,
non la sedia,
mi fa dispetto,
ma, gli sguardi di pietà
di chi,
fa, di me un diverso
nella mente
e non nel corpo,
la battaglia non si arresta
se non davanti
al benedetto cesso
per ambire
ad uno sfogo
ed espletare le mie doti,
troppo….. tardi,
non vi riesco
e li, mi lascio …………..
………………….andare.
Ma la notte è la mia amica,
corro, gioco
e so persin volare.

Pixel
Siamo pixel
nell’immenso schermo
di Dio.
e noi tutti formiamo
ignara
l’immagine
che si verrà a creare.

Se piango,
è perché,
non ho parole
per descrivere
le
emozioni.

Pinocchio
Pinocchio è un burattino
col cuore da bambino
crede nella lealtà,
non vede mai l’inganno,
crede nei balocchi
che
accecan
sempre gli occhi
celando la realtà
che
contrasta la fantasia.

Trasparente come i vetri
sogna ad occhi aperti
non crede nei sospetti
e sempre si darà,
tant’è vero che si affida
d’un gatto ed d’una volpe
che fregan i suoi
zecchini
la sua l'ingenuità.

Non conoscerà la malvagità
finche umano non diverrà.

Dedicata a chi da del bugiardo, ma... sincera non è

Libellula in città
E
Il mio pensiero va
racchiuso dentro se
volando sulla mi a città,
sui marciapiedi sporchi
da sempre defecati
da cani ,
di bestie in compagnia.
Tra i parchi e luoghi aperti
con voci e rade luci
e imbacuccata gente
con nasi freddi e rossi
sguardi quasi persi
e simulati abbracci
dispensati
davanti ai bar
e vola e va….
ed il pensiero su!
Sulla mia città.
Ed osservar dai tetti
in ogni casa i suoni
alla prese con proclami
e chi dorme ed ha problemi,
chi si bacia
o guarda la TV.
Sono lampi nella notte
su i fili di quel tram
che stride nella via
con l’assonnato autista
che sfiora quel viandante
che nell’istante nuore,
non sempre di paura.
Le facce sempre uguali
sedute sul metrò,
quel uomo
fa il discreto
e sbircia nel decolté
di quella bella bionda
seduta accanto a se.
E va… e va.. e vola e va…
Sulla mia città………….

Il ritratto di me stesso
Eri quel
che non potrei mai esser,
la mia faccia sullo specchio
quella che non avrei
rimosso
il mio chiodo fisso
il mio rimorso.
Eri,
quella
parte verso il mare
dove non saprei guardare
la mia parte femminile ,
l’arenile
la spiaggia dei miei guai.
Ora che son qui arenato
nelle secche del mio cuore
solo a te io penso
amore,
quello che non potrà sfociare
con il viso
d’un nostro figlio,
ora io cerco te,
o chi ti potrà sostituire,
un appiglio,
ma,,, solo……. a te assomiglio.

Esproprio
Col tempo si narra
di vita,
d’affetti,
confetti di mandorla
amara.
Espropri di padri,
demolite figure,
s’annienta
si uccide
con occhi rifatti,
pregando il buon dio.
Falsi rimorsi
e vite allo stremo,
piangendo
portano un fiore
simulacro dell’ esposto
dolore.

Definizioni

Poesie perse
Palpiti di luce Iridescente,
piume che mai si posan.

Anima
Pergamena
del mio essere.

Serenità
Tintinnio,
di fiocchi
su
i miei petali.

Io
Dualismo,
sconcerto.

Pace
Regno dell’amore.


 

Giò


Abusi

Dormi Milano proteso al mattino
con luci e faville
puzzi e profumi,
momenti di noia.

Componi il facile numero
che allevia le sostanze
di falso e felice,
momento di gloria.

Tendenze perverse
da specchi riflesse
abusi subiti,
dolenti torture.

Nulla si nota nel bui
accecati
di bagliori e festini
non resta memoria.

Delirio
Tutto or mai si muove
al ritmo del denaro,
che acceca tutti quanti
nel perdere il pudore.

Chi tanto canta
Nel tessersi la gloria.

Nefasta la speranza,
che celere nell’ombra
accoglie tutti i vizzi
irride il tuo mistero.

Tarlo d’amore
S’insinua
per far dubitare
confondere
uccidere
un dolce
e puro sentimento.

Cos’è la fiducia?
Una delicata creatura,
posta tra le mani
dell’intelligenza altrui.

Nota: molto spesso viene schiacciata

Non è cosi semplice
              E
Dir basta è finita
Per spegnere un amore.

Non è cosi semplice !

Celar battiti d’amore
a chi ti sta di fronte,
dolci spasmi
residui del vissuto.

L’arrivato
Tutto …
a misura d’uomo,
dice: dall’alto
Senza mostrar
tatto ne cortesia.
Dice : son cresciuto,
venuto dal niente,
dimenticando la dignità
della povera gente.
Non v’è nulla che rimane
Dell’ apocrifo
incensarsi.

Meraviglia d’un amore
È desertico il pianto,
nel gelido stupore.

Egli ormai spento
non provò mai amore,
l’innato sentimento.

Or che colei
al fianco
innalza il proprio canto
attonito e struggente,
con rimorso e beatitudine
dell’amor mai provato.

Ricamo
Ricami dolci parole
Fiori e farfalle
su un cencio
strappato.
Togli le ombre
e luce gli doni.
Lo cuci
e rammendi
nella teca lo poni.

Ritidectomia
Inutili parole atrofiche
atteggiamenti ipocriti
nel voler celare
l’età
non voler credere alla realtà
che il nostro corpo ha poi a una fine
un confine
subdolo ed infame
tra vita e morte.
Non serve dipingere i capelli
parlare come il giovine
vestire da ragazzo
rifarsi il decolté,
tirarsi quattro rughe.
È l’intimo che conta
la nostra dignità,
nell’accettare un fatto
non esser più ragazzo
lontana pubertà.

L’uno nell’altro
Ehi … tu piangi!

Io sono la tua lacrima,
e tu … piangi!
Non si può piangere
dentro una lacrima,
tu stai piangendo
dentro me.

Credito d’imposta. I.P
Io sono a credito d’imposta
non ho falsato mai i mie bilanci.
Se comodo ti fa
per far pesar a me la colpa,
prego fatti avanti!
E colpiscimi dal dentro.

Toglimi il rispetto
dopo avermi tolto affetto,
nessuno t’ha imposto niente,
ahimè è successo!
Qui non c’è l’ombra di nessuno!
Al contrario del tuo cuore
che è cosi affollato,
nel confonderti la mente.

Dai..non darti affanni
non occorrono gendarmi,
per rilevar le prove,
per scoprire intrighi, inganni
e distruggere il passata
usa il tuo intelletto
e guardati dentro al petto.

A cuore aperto
posso affrontare
il mio trascorso,
ogni mio processo,
me ne starò in disparte .

L'emarginato
Quante volte
vieni rifiutato,
e l’angoscia prende
in sopravvento
ed il dolore lacera
il tuo petto?!

Malato d’un male,
il male della mente,
così vieni considerato.

Quante volte un pensiero
diviene il tuo serpente
che si contorce dentro te?

Quante volte non sei capito
ma deriso e compatito
e sconfitto ne divieni?

Quante volte , quante volte ancora
dovrai subire
l’ignoranza della gente
che non coglie,
il disagio tuo sociale?

Quante volte vedi in te
il tuo nemico
fino all’estrema decisione?

Libri sbiaditi
Parole sbiadite.
Ingiallite memorie,
vissute,
consumate dal tempo,
ricordi infantili
tornati,
latenti,
stanchi lamenti,
pianti con rughe
in attesa di sguardi
carezze, sorrisi
alcune parole,
storie passate
in ampi scaffali
su sedie a rotelle
costretti alla vita,
sublimando la fine.

Ispirandoci
Io che t’ispirai versi
e tu musa,
del mio
claudicante
poetar fanciullo.

Peccato
Non vivere
questo amore
come peccato.
Amare e essere amati
Peccato non è.
Peccato è negare l’amore.

Ebbre
serate,
pietosi
raccordi
di morte cosparsi,
ricordi di vite
tradite d’
asfalto,
compianti ragazzi
nel ventre portati.

Sui davanzali del cuore...
Finestre che sfociano
nel mare di luci.
Festoso e giocoso poi
il vento ti smuove
nel bianco candore
che dona la pace
Colori sui muri
dipinti dal tempo
inerte il mio cuore
di fronte al tormento.
Piume d’uccelli
nel celeste creato.
carezze, tepore
l’averti abbracciato.

Per… Me!
Il tuo nido
è
il mio cuore.

Sono in te
Nel
tuo nido
cerco... conforto
trovo perdono
poi m’abbandono.

Tormento Rap
La vita . da la vita.
Sia a togliere che .. a dare.
Nessuno ..
Trova dentro .
la propria Identità.
Son forse falsi i detti
di chi ci tiene stretti
al nostro orgoglio innato
la nostra proprietà.

La vita . da la vita.
Sia a togliere che .. a dare.
Nessuno sa trovare la pace dentro sé.

Diffonde, infonde e abusa
è una meschina scusa.
per chi diffonde armi.
sporchi assai i guadagni,
nella nostra cecità.
Son forse falsi adepti
di chi ci vuole spenti
nell'incerto ormai
domani.
La nostra priorità.

A te mi prostro.. e dico t'amo
Non desidero pronunziar ti amo
se dal cuor non lo
è davvero,
non per perdere la mano
ma ! Il mio
poetar è assai sincero.
Non m'importa,
ma del tuo pianto
io mi vesto
e mai son stanco.
Nelle lacrime io poi mi trovo
e nel cuore mi rinnovo.
Sono stanco e a te mi prostro
e perdono io domando
fin che il sol,
solo e quando
o la luna ti sa dir.
......

Sto solo amando!

Bosco in fiamme
Dalle fronde ormai scoperta.
E dal sol tu cerchi unguenti,
per sanare i tuoi bruciori,
che dal ventre saltan fuori.
Son dolori e batticuori
con dottori non migliori
e dan senso i tuoi bollori
vuoi tu spegner dai pompieri
che con forza, fin da ieri,
ci dan dentro
e non ti basta!
Oh .natura casta
e mesta
il tuo ruolo ormai ritrovi
nel buon frutto tu lo trovi
da punture d'ortiche e rovi.



Attendendo il silenzio



Cosa pensi di te poeta

del tuo
lemmario di parole?!

Cosa pensi di te poeta
quando guardi dall’alto
il mondo?!

Cosa pensi di te poeta
Se chiuso nel tuo guscio
non accetti le novità?!

Come vivi tu poeta
tra dubbi
avvolti dai pensieri?!

Cosa provi tu poeta
Se a priori
Sei già sconfitto?!

Cosa chiedi per te poeta
che mente sazi
d’un nettare prelibato?!

Celando l’amore
Stanco stanotte
d’attendere l’alba
frastuono mentale
in mille pensieri

Lapilli roventi
Di lava pulsante
Il cuore impazzito
Sembra scoppiare

Paure sconcerti
Dubbi riflessi
Di guerre, d’onore
Di morte l’odore

La pace la quiete
Non si può più trovare
nell'animo umano
Celando l’amore.

Una vita che comincia
Un destrar di pace,
negli occhi azzurri
e più profondi.

Un albergiar di luci
all’orizzonte,
una vita che comincia.

Se pur bella ,
invoca la bellezza.
Se pur dolce,
Cerca la dolcezza.

Un invito, cosi gentile
ad assaporarne il frutto
a cercar l’essenza
e ci dona nuova linfa.

Una vita che comincia.

Attendendo il silenzio
Attendo invano
Una nuova alba
Schiudersi all’orizzonte

Attendo invano il
tepor del sole
che riscalda l’anime.

Attendo invano
la ragion dell’uomo
che plachi l’odio
e che le sue armi,
invochino il silenzio.

Non dimentico un amore
Mai dimenticato,
quel sapore mattutino
sulle rive del mio mare.

A piedi scalzi, passeggiare,
con la sabbia tra le dita,
ad ingoiare la sconfitta.

Avvolto nel tuo sudario
d’inutili parole,
d’inutili promesse.

Li a mendicare il tuo amore,
Inebriato di dolore,
che rasenta la mia morte.

Confusa la vita
Ecco,
davanti a me c’è….
Il vuoto, la luce,
l’infinito …….
la polvere,
l’implodere di stele.
La morte,
l’esplodere di vite.
Insonnia,
l’inganno ,
l’affanno.
L’ortica,
che…. prudere ci fa !
L’eccellenza
l’imprudenza
Il vizio, l’impiccio
Il cauto giudizio
L’essenza,
del vivere che da!

Sei tu! …..
E noi !...
E voi ….
Nell’azzurro e poi ……….

L’immane , l’infame
L’abuso , confuso, l’illuso coattivo
dell’amore
l’eterno rifugio.
nella postura fetale
Ignorando il male.

Anima Candida
Attendo con ansia il domani
Dire, quanto è di gioia costei,
Io fremo per le sue,
Come il mare e l’infrangersi d’onde.
Odo le liete , trascinanti novelle
Rimanendo estasiato,
Pel luce, e pace ch’emana.

Anima candida,
Leziosa per me.
e solo per me!
Inonda gl’occhi sua e li mia, e che …
Nessun fermi
A dir la sua
Da domani e l’infinito.
                  A : Pamela Di Darico

Si è solo oscurato il cielo.
                    E
Vagar  nell´orbita della vita
Senza meta, ne perché
Giro, perso nella  giungla
D´una civile
realtà
senza difese
senza fucile,
ormai preda
della bestialità.
 
Ora tu! Come noi
Devi crederci
Adesso!
Ora tu! Cosa vuoi!
Ci proviamo lo stesso
caso mai, se tu vuoi
riprendiamo a sperare.
 
Solo io, tu lo sai
Son rimasto!
 A
piangermi addosso.
  
Dedicata: a chi come me si trova in bassa marea

Compagni di sogni
Anime sole
che scrutano il cielo
cercando compagni
Chiedendo perché?!

Com’è amaro il gusto
del star soli,
dell’indifferenza,
della cecità,
di vita.

Compagni di sogni
Dispersi qua giù.

Senza l’essere
Mentre vado ,
padre
non senti la voce,
parlami
stanotte,
senza
giochi di parole.

Per lui adesso,
è vita conscia.
Adesso,
mi chiedi della disperazione
ecco cos’è!
Uomo.
La solitudine.

Questa poesia la dedico ai padri scomparsi che hanno lasciato I propri figli con delle domande con I perché con il gusto amaro. Una vita volata via senza essersi mai parlati e amati veramente.
Leggendo e giocando con I titoli delle poesie di Daniela Procida ecco cosa ne è scaturito!

Contro il desio
Ora gialla,
Si muove,
ondeggia
ti fa ciao, ciao
poi rossa,
si stacca volteggia.

Aleggia
tra monti
e mari.

Al suolo
costretta,
       nel
triste brusio
musicato dal vento
pietoso, d’incanto.

Il distacco
E lei quell’ingrata,
ma tanto amata,
che spezzò il cuore mio.

E lei calda prosa
ventosa e rosa
che m’accarezza,
e m’accompagna.

Ero verde canna,
tra le mani tue!

Lei, mi ferì
m’ allontanò.
Arida e sorda
Terra sarda.
Eri tu ! Distesa
sull’azzurro letto,
m’hai costretto
ad andar via.

I tuoi figli
hai sparsi al vento
come sbadigli.

Sole riso e sorriso
Vorrei veder spuntare il sole
per una lunga vita,
anziché spuntare un’arma
per una breve.

Veder colori,
bagliori all’orizzonte,
non di bombe
sulla povertà.

Un pugno di riso
Il pane condiviso
un carezza ,
e sarà
un sorriso,
che allieta il suo
e il cuore mio.
Ispirata da: Damoje 'Na mano a quei porelli! di Armando Bettozzi

Etera
Scorre libera nel tempo
oggi come ieri
in angoli remoti,
lasciamo che resti un sogno
una compagna di vita e di speranza.

Non vuoi esser mia,
ma di tutti …!

Bagliori , scintillii,
Miraggi nella notte,
particelle,
portatrici di… novelle.
Leggendo e giocando con I titoli delle poesie di Tinti.

Figlia
A te Piccola
figlia .
Vorrei
farti cullare dal vento,

in una Ninna nanna
senza
demoni della notte.

Che sembri eterna poesia
In una nuvola blu
e sia colla
oltre il tempo.
Leggendo e giocando con I titoli delle poesie di Tinti

I. D. G.
E … ti ….
Senti.. già figlio
nell’embrione della vita.

È l’inizio,
ma !
Altro non è,
che sconfitta.

Esile ed evanescente.

Un contratto errato,
una disdetta!

Morte.
Se potessi a te
domani
toglier quiete.

Ti ridare respiro
Lento e fecondo,
lacrime, per lavare
il fango dei sentimenti.

Darei momenti
Luminosi ,
togliendo quelli
spenti ed ombrosi.

Griderei forte.
Riprendi I tuoi quindici anni

Leggendo e giocando con I titoli delle poesie di Tinti -
Dedicata a tutti I ragazzi morti a causa della negligenza , degli errori di cui si parla in questi giorni .

Poetando con I fiori
C'è il tulipano giallo
Che mi manda sul lillà giallo
E dirti, iris giallo
Ma non son narciso
Per voler raccoglier la tua margherita
E sarà la rosa rossa
La mia palma
………………………………..
Traduzione:
Per un amore puro
C’è il sole nel tuo sorriso
che mi porta tra le nuvole
e dirti che ardo di passione per te
ma non sono un’egoista
per raccogliere la tua semplicità, l’innocenza.
E sarà la passione,il vero amore
la mia vittoria.

L’incontro
E tu
divina
che accogli tremante,
il fremente respiro.

Sei come la luce,
che luce non c’è.

Sei come acqua
sulla sabbia
rovente.

Quest’ arido corpo
s’ imbeve di te
si nutre
e più sete non ha!

Voglia di te
Come foglie d’oro
cadono nel mio Pc
ed una ad d’una
fan crescere
La passione,
L’inaspettata voglia di te.
Poesia.

Privati d’uno sguardo
Sia pur privati
del reciproco sguardo
ci guardiamo nell’anima

come bianchi fogli
spogliati
dell’intimo sentire

Siamo Pecore
Siamo pecore
vestite a lutto,
senza capi
ne gendarmi,
tra lupi travestiti
sempre pronti
a far razzia.

Siamo inerti
rassegnati
finché altri
non fan gli eroi

Nella mischia
non ci si ficca
per non perder
privilegi.

Siamo poi prede
nella macchia
dei malvagi
siamo pasto.

Sian sbattuti
e stiracchiati
maltrattati
tartassati
in balia di..
pochi eletti,

privati di poca arguzia
per risolver la questione.

La notte senza te
È vuota la mia notte,
ripongo in domani la speranza
ritrovarti tra le braccia di buon mattino.

Scellerato questo esplodere dei sensi
che ti pone sull’apice del cuore.
Notte gelida ,folle, notte
pallida priva di colore.

La mia vita è nel tuo respiro
Se tu sapessi,
dove mi porta il mare
dall’imbrunire
al sorgere del sole.

Senza te è vuoto!
Ed io brancolo nel buio
son solo
un punto nell’infinito
nella cieca oscurità,
fiume che si confonde
dentro il mare
prigioniero
tra reti intrise di salsedine.

Io non esisto ,
la mia vita è nel tuo respiro,
respiro fin che vivi tu!

Dedicata a chi mi ama e continuerà ad amarmi

La voce
Voce nell’etere
sospiro misterioso,
tepido fervore
in progressione la speranza.

Canta l’intuito malinconico
scorre seducente l’armonia,
s’innalzan ancor pur lievi
accordi di violini
cosparsi su esili tappeti
e suoni di campane.

Trasformo in danza le parole
e s’illuminan le stelle.

S’inerpica la voce prepotente,
lei dissente,
non mi vuol più lasciare.

D. P. P .M . T.
Mi abbevero
Mi nutro al seno tuo
d’energia ed amore,
dolore sconfitta
senza senso
per me,
se al mio fianco ci sei tu!
Maestra di vita, di sogni,
di speranza
tu che m’ami al di sopra delle parti
m’accogli
nel grembo poi mi porti,
tra le braccia
fresca brezza.
Intuisci ciò che penso.
Godibile gioia freschezza
In un momento.

Sincerità d’impulso
Trasparenza dell’anima
Di fronte a chi non crede
Trasparenza amore
Non menzogna
Ipocrita e falsa
Limpido esporsi
D’innanzi a te che m’ami
Eppure nel terreno vivere, non basta!
Non resta niente
Della profondità dell’essere
Se stessi.

Distanza web
Siamo tutti a distanza web,
lontani, ma così vicini
dietro lo schermo del Pc
Ci sei tu!
Amico,amica
del cielo blu.

Empatici accordi,
sentimenti che nascono
che muoiono
incontri che seguono
in questa realtà.

Siamo tutti a distanza Web
non ci basta la concretezza,
a volte falsità.

In questo sogno mi espando
M’inganno
Mi fondo
Mi espongo
dalla cruda verità.

Siamo a distanza web
Per essere più affini,
nel cammino comune.

Incontro tra anime
per la vita,
la poesia.
Ispirata dalla proposta d’incontro tra noi sitani di Aurelio Zucchi

Fiore
Con tanto candore
e ingenuità,
ti sei aperto
donando I profumi
ai dolci occhi dell’amore.

Colpevole d’amare
senza remora nessuna,
stupito d’amare
ridicolo candore.

Confusa mano
che ti colse.
d’amore suo privato.
Invana
speranza,
Infranta,
taciuta.

Morente
negl’occhi di nessuno.

L’autolesionismo
Sia pur silente , evanescente
Con un rumore stridente
Forzature della mente.
Nessuno mi potrà far del male
Più di quanto già non faccia .

L’arida solitudine
Il mio desiderio
sale, sale
al pensier di te
nell’arida solitudine

Mistero
Ormai tramonto
su fili verdi d’oro,
nell’ombra I suo riflessi
Intrisi d’interezza,
son gocce di rugiada
che bagnan I suoi capelli .

A questa verde terra
madre assai preziosa
Che nutre I propri
Figli,
senza nulla chieder loro
se non una forma di rispetto
per il loro stesso amore.

Demoli-toro
Che monotona monotonia
Che strazio che agonia
Anche se
Bello prestante e forte
Si può chiudere dolcemente
anziché sbattere le porte.
Intelligente istruito
Ma.. l’educato……!
sembra, esserti sfuggito .
scrivi bene e con la penna d’oro
demolisci come un ansimante toro.

Solo respiro
È solo respiro
Tracce di vita confusa,
sonno assurdo
Immane dolore.
S’immette.

Stille di sangue
dentro si muore,

d’affanno
L’inganno ,
tortuoso tormento.
D’amore si vive
si nasce
e cessa il respiro.

Estemporanea per Aurelia Tieghi e Tinti cara ed Isabel per la loro amicizia nei miei confronti.



E... mi culla il mare

Spatì e Spatù
C’è chi dice che portiam fortuna
e che gli spiriti malvagi
lontan teniamo,
poi, chi narra con passione
che la vita noi si allunghi,
chi, con prudenza….
i nostri rametti ci vuol rubare,
per decorarne le festività.

Il nostro amore è assai pungente
ce lo dice tanta gente.
due piantine sempre verdi
lo diciamo con orgoglio…!!
Un verde, un verde intenso.
noi, due piantine d’agrifoglio.

Siamo maschietto e femminuccia.

Poi, d’amore noi fecondi
procreiamo rosse bacche
che attendono Gesù,

Ma qualcuno,
dei nostri frutti
ne va chiotto,
l’insaziabile, pettirosso.

I nostri nomi ricorda tu! :
io Spatì e lui spatù.

Cuori fragili cristalli
Tu… passante
non guardare questo corpo
con occhio disgustato,
anche se brutto
o mal vestito
e le rudi mani
fanno un accenno di prurito.

Il giudizio è assai leggero
è un fannullone…!
non vuole lavorare…!
è per questo ch’ è in quello stato !

Non si tiene conto degli eventi
dei sentimenti
dei benpensanti
degli sfruttatori
con cravatta e doppio petto
pronti a schiacciare quest’insetto,
solo per smania del profitto.
“Con il cuore bianco e puro”
in chiesa.....pregan Dio
facendo buone azioni
a quei…Barboni……..

Questa esistenza ci trasforma
c’abbruttisce emarginandoci
classificandoci
in barboni e benestanti,
ma si deve galleggiare
per sopravvivere
litigare
per due briciole ed un cartone
nel buio noi restare
in difesa rimanere
proteggere noi stessi
anche se niente possediamo
ed indigna questo aspetto
nel rispettabile vialetto.


Ma il nostro cuore è fragile cristallo
sempre pieno di timori
nei nostri inverni sempre fuori
con rischio di gelare.
Però ci sono nostri angeli
col basco azzurro e la giubba rossa
scaldando il nostri cuori
con una coperta e una carezza
la nostra unica ricchezza.

Dopo la battaglia
Ormai sera…..
ed il silenzio, cadde calmo
…mi… fermai,
per pochi istanti,
il tramonto, ad osservar.
Anche il sole.. si mostrava
colpito a morte,
versar sangue…
cadere all’orizzonte.

Missiva del soldato
Profumo di legno e mela cotogna
dal vecchio solaio, udivo I tuo passi,
raccoglier pistilli, di zafferano.
Ricordo al mattino il profumo di pane,
oh… mamma… sono qui, c’è odore di morte.
Penso alla mia casa
coi muri di pietra
aldilà della strada
attingevi dal pozzo
col secchio e la corda
la limpida acqua
la guardavi, ti specchiavi,
vedevi il passato,
eri sposa poi mamma
e giovane vedova.
Seduta tu china
sulla piccola sedia,
preparavi la maglia
piangendo per me,
perchè anch’io come il babbo
a combattere andavo.
Oh…. mamma……. ti penso,
ferito e morente
allungando la mano
per sentirti vicina.
Ti sento…. mi chiami,
…..”piccolo Gino”……
m’accarezzi I capelli,
la fronte ti porgo
per il tuo l’ultimo bacio…….

A te,
sconosciuta madre


Non capisco cosa ho fatto
perché son stato rifiutato,
trovandomi all’improvviso
dal comodo tepor del ventre
all’olezzo del cassonetto
…….m’hai buttato….!!!
forse ero brutto………?!
Ho piangevo troppo……..?!

Ti ascoltata tutti I giorni
per nove o giù di lì
credevo che m’amavi
sentendo il tuo calore
durante I sommessi pianti
e I patimenti.

E’ inutile sperare……….
d’esser frutto d’un amore…….
non provar nessun dolore
per questo mio abbandono.

Io oggi ti perdono
non ho nessun rancore
e nel mio cuor sento
amor per te,
ma….. ancora mi domando….
perché…….?

Oggi sarai pentita e vorresti ritrovarmi
son passati gli anni,
ne sono passati venti
forse… hai altri figli..!
magari somiglianti…!
e nei loro occhi vedi…

Me.

E’ inutile sperare……….
di ritornar piccino……..
poi ancora ritrovarmi…….
qui e sperare nei miracoli………
credendo negli oracoli……..
ricominciar da capo
d’averti qui vicino……..

IL TUO BAMBINO

Certi siti
Maledetto quel dì
che lessi l’annuncio
andai in quel sito
oscuro e imbrattato
con gente ignorante
di poca umiltà.
Con capi incapaci
padrone bambino
con testa pelata
e cervello bacato
che cerca la mamma
con pianti e lamenti,
s’attacca alla gonna
altrimenti si perde.
povera Italia,
se questo è il futuro
che sfrutta ragazzi
ed extracomunitari
non insegna un bel niente
non spende e pretende.
A passo di gambero
va questa nazione
come il Burundi
dobbiamo tornare.

Vorrei, vorrei…! Certo!... che vorrei…!
Vorrei fossimo tutti amici
donarti il mio calore
ti vorrei più giocondo.

Sfamare tutto il mondo.
più rispetto e tanto amore
rallegrar I cuori cinici.

Vorrei tutti più felici
togliere il dolore
sconfiggere l’immondo.

Un tramonto rubicondo.
la luna e il suo pallore
vorrei I mari statici.

Scoprire le mie radici.
più musica, più folklore
vorrei, vorrei a mio comando

Un angioletto biondo
in tutto il suo splendore
con I suoi capelli ricci.

Demolire, orribili edifici
sconfiggere lo squallore
dargli un bell’affondo

Non vorremo, toccare il fondo ?!
non vorremo un mondo peggiore?!
non dormiamoci…….!

Bilocazione d’amore
Dalle socchiuse soglie
il sole a tratti rischiara
l’oscura e fresca stanza.

Nel pigro meriggio estivo
irrompono, ritmi latini
danzano, nubi e foglie
sfiorate da volo d’uccelli.

…E ti penso….!

Il ritmo mi prende
comincio a vibrare
il corpo si muove, travolto dal tempo,
comincio a ballare
ballo mi sposso, cado nel vuoto
volo leggero.
All’istante, il mio doppio è da te.
Dall’alto,
osservo il tuo volto, mi sento appagato
e continuo a volare.
Perso d’amore.

Abbracciami in silenzio
E’ dalla nostra parte,
l’ardire della gioventù
ed il vento,
che ci spinge nel futuro
gonfiando le nostre vele,
come tu sai gonfiare
il cuore mio
colmandolo d’amore,
portandoci lontano.

Abbracciamoci in silenzio
con gli occhi socchiusi
ascoltando il nostro respiro,
il battito del cuore.
Solo, e sempre tu sarai
il mio futuro.

Sventola in tv
Sventola in tv
il miraggio, l’inganno
tutto è perfetto
pulito e dorato
di facile accesso,
tutto…è successo
lustrini e paiettes,
un gran luccichio.

“Comprare che bello….”
tutto è più bianco
di comodo uso
comprate sprecate
fatene abuso.
Splendide luci
sfavillanti sorrisi
“coi seni di fuori”
“comprate signori…..!”

Il prezzo è un’inezia
“cosa volete che sia”
comprate a rate,
pagherete domani.
Non siete contenti…?!
ci rendete poi tutto
rimettendoci solo
un basso… tributo.
“Non vi sentite in forma…?! Non c’è problema…!”
………questo il sistema…!
Prendete un pillola, bianca blu, di altri colori
……..sarete migliori……………….!

Muri e spazzi aperti
I muri sono fatti per dividere, isolare,
gli spazzi sono per la libertà e l’amore,
l’amore è vita, per colmare ed unire
la vita va vissuta con intensità,
fino al’ultimo sospiro.

Batti cuore
Batte forte
Scoppia dentro
questo inarrestabile tormento.

Un sentimento..?!
O frutto della necessità?!

La paura di non lasciare il segno.
L’istinto primordiale
per la procreazione?!

-L’evoluzione, che ancora ci fa soffrire
nonostante apparente cinismo
delle new generations.-

Batti cuore, necessità d’amore,
calore, scambi di carezze, baci.
Una fonte che disseta, alimenta, sazia,
l’incolmabile bisogno
un segno,della purezza , bontà d’animo
la continua ricerca d’affetto,
la ricerca di luce

Come un’infante ha bisogno
dell’amorevole madre.

Alla fine….C’è
Sazietà di vita?!
Alla fine v’è certezza..?!
O Il dubbio atroce..!
D’aver errato
non aver gustato il frutto
maturo di una vita,
d’aver fallito
non aver scelto il percorso positivo.

Non aver condiviso
successo o la sconfitta.
Alla fine c’è l’amarezza
di non aver fatto tutto
non aver concluso,
non aver amato
e non lottato
contro l’ingiustizia
l’insorgere del male.

Alla fine c’è il bivio
tristezza o sorriso?!
le spine nel cuore,
alla fine c’è dolore
il conto finale,
conflitto interiore.

Chi….! Sei, tu ?!
Chi…..! sei, Tu ?!
Che percorri la mia stessa via
senza accarezzare il mio cuore
non condividendo nulla della mia bisaccia.

Ora non più mendicare sentimenti.
Il cuore sotto il sale, diventa arido e duro.

Chi…..! sei, Tu ?!
Che dopo aver ottenuto I frutti
pian, piano ti eclissi
con gesti e parole.
Non mostri affetto, figuriamoci amore.

Chi…..! sei, Tu ?!

Cercavo te
Rincorrevo il mio domani.
Il mio domani è oggi.
Oggi rivivo il mio passato.
E’ oggi, il mio passato.
Domani rivivrò questo presente,
no…!
Fermo il presente
e… vivo,
il mio presente sei tu.

Anima, nuovamente sposa
Pronta,
all’uscita di scena
da questa falsa ch’è la vita.
Accendi l’interminabile fiamma
o anima…..
ormai priva del pesante corpo.
Sgombra è la mente,
dell’umano fosco pensare
consapevolmente felice,
riabbraccia I tuoi cari
riabbraccia il tuo dio.
Oggi novella sposa.

E… mi culla il mare.

Nel celeste Poetare
È pieno di stelle
L’azzurro e poetante
Cielo Di Lorenzo.

Felice si stilla il dolce
pianto, di
Tinti-nnanti parole
su soavi e Montagnoli pendii.

Cri, cri colla penna
canta e dipinge Cristina
la nostra regina.

Le magiche gocce
di Morgana poetessa
scivolano negli Anfra-tti Pozzi

Glò…

Glò...

Glò…

dell’anima, eco
formando,
cerchi d’Amore.

Ritagli
Giovani,
frammentarie vite,
defraudate
speranze.
Ritagli
della moderna civiltà.
Occhi persi e vuoti
sorrisi spenti.
Inerti prede
occultate e vuote,
prive di volontà.
L’unico
Candido desiderio
di schiavitù
e morte.
Anime
p
e
r
s
e

Senza ombra
Vagai senz’ombra
senza meta
con la tristezza nel cuore
nei consueti luoghi
ma..! nessuno s’accorse di me,
nessuno mi udì.
T’accarezzai amata mia
mentre piangevi
davanti ad una fotografia….
e vidi ch’era la mia.

“non piangere amore
non sono lontano
ti tengo la mano”

E…. piansi te,
con I capelli al vento,
del mio tormento.
Piansi dei giorni tristi
per I dolci attimi
ormai lontani,
senza le tue concrete mani
per il mio domani
che non ci sarà.

Il pargoletto
Poche son le cose
che gioia posson dare,
colmando questa vita
rendendola gradita;
l’amore, la casa,
l’umana miniatura.

Sboccia alla vita
lo sparuto bebé,
schiudendo I suoi
occhioni
offrendoci i suo doni.
E’ uno spettacolo
osservarlo
seguendo i suoi progressi
semplici sorrisi
nell’incertezza dei suoi gesti.

Alla bocca porta tutto
dal suo piedino
alla fetta di prosciutto,
non importa se cammina
dei soprammobili
è la rovina.

Gattona cammina, cade
ricade, batte la testa
piange si rialza
chiama la mamma,
la prima parola.

Riconosce I colori
il nome dei fiori
rendendo felici
i suoi genitori.

Cuore allo sbando
Perché? quando ti guardo
mi domando… ?!
perché ti amo… così ?

Cercavo la chiave del tuo giardino
colmo di fiori e nettare puro.
Non cercavo un tiepido corpo
o brevi emozioni.

Cercavo il tuo amore….!

Non v’è risposta
per questo cuore
che bussa incessante
alla porta sbagliata.

L’amore non va a comando
e resta allo sbando
questo povero cuore.

Turbati stravizzi
Festeggiando il natale
tra stretti parenti
per forza felici
ci sentiamo più amici
forse buoni
offrendo sorrisi
carezze e bei doni.
Una stretta catena
come una pena
la devi scontare
per forza attirato,
obbligato all’acquisto
del festoso regalo.
E ti senti infelice
per niente migliore
affogando il dolore
nei continui stravizzi
Vorresti cambiare
mutare ogni cosa,
bandire lo spreco
evitando regali
per alleviare le pene
di povera gente.
Il proposito è buono
ma ci cadi ogni anno
nella fatale minestra
scivolandoci dentro
con i piedi e la testa.

Timidamente
bella


Nel fiume ti bagni
bella e aggraziata.
Ti scruto t’osservo
sei bella e cordiale
gentile il tuo fare
Tra l’acqua e le fronde
il sole sorride
ti guarda, ti bacia
la pelle dorata.
Timidamente
ti copri
si strappan le vesti
e chinando poi il capo
con le gote tue rosse,
ti nascondi tra I fiori.
di biancospino.

Piuma prigioniera
Sono una piuma prigioniera
tra le verdi fibre della vita.

Io sono prigione e prigioniera
mamma e compagna,
non so neanche il perché,
costretta e confusa
con in braccio un bebé.
E’ bello…. lo amo…!
errore di gioventù…?!

Ed ora m’accorgo
che sono legata,
ad una persona
che non amo per niente.

…Ma…io vorrei;
ancor volare
vagare e scoprire
amare e gioire,
…la mia età….!.

Delicata
Flebile soffio
tepore divino
come un mattino
di primavera.

Acqua sorgiva
scorre nel cuore
sei
un raggio di sole
nella notte oscura
il dolce risveglio
sul mio cuscino.

Soffice piuma
vola e profuma
sei delicata
           come una spuma

E… si corre
Si gira nella centrifuga dei falsi bisogni
nettiamo il risciacquo,
un risciacquo leggero
per non usurare il nostro tessuto,
il tessuto morale.

Non si ha tempo d’osservare
di scorgere il vicino
e porgergli una mano.
Invece, un vortice c’ingoia.
Si corre… si corre,
si corre sul lavoro,
specie in Lombardia
“qui…. si salva la nazione….!”
non si ha tempo di fare altro
c’è la produzione…..!
Come automi…si corre
si portan il figli a scuola
poi in piscina od in palestra,
si corre per far la spesa o una tassa da pagare
e poi nuovamente a lavorare
il respiro, un occasione,
per I saldi di stagione.
Si corre a casa non si ha tempo di mangiare
una forchettata… una michetta… una zappetta…
tutto in fretta,
anche in bagno,
una purghetta, per far prima..!
“ben inteso, se si ha tempo..!”
Non ti devi ammalare
non ti puoi assentare.
Solo per il tuo decesso, ti possiamo scusare…!

…..Luce…..!
Acqua….. come capisci,
…tu che t’addentri in ogni essere
e m’insegui,
….pensiero amico.

Vivo l’amaro tempo,
le mie cause perse.
troppo fragile ragione di vita.

Spazio, parole vuote,
un posto per la morte, nell’inverno imperituro
nel paranoico canto, cercavo te…
…….primavera,
che nel più bello….. scopri,
gli occhi coperti, accecati d’amore.

Vorrei un bacio per il mio futuro
perché sospeso, scivolo nel caos.
Mi….solleverò..!
dal vento della disperazione
e con ali di bimbo danzerò solo un valzer
che mi culla.
Reciterò l’ultima poesia, lassù nel cielo…. libererò,
sapori, sguardi….
……… luce…!
Il mio sogno, l’ultimo pensiero.

L’eroso tempo
Cosa ci da’, la vita ?
se non dolore, fatica.
e scarni momenti di letizia.

Tutto finisce
sbiadisce
incupisce
assopisce.
L’amore l’ardore
il dolore
la vita.

Tutto è predeterminato
scandito, eroso dal tempo.
Acceso poi spento
sorriso e pianto.
E’ verde poi brullo
tutto è tutto, poi nullo.

Sei tornata
Che m’importa di trovarti
qui ogni sera…………
ben disposta a far l’amore…………
Che m’importa di trovarmi
tra lenzuola…….
di seta rossa
di rossa seta………….
ed il velluto,
la tua pelle
rosa, come
morbide corolle.
Ed I cappelli neri
stesi sul cuscino…….
addormentata………
che m’importa …

Sei….. tornata……..!

E’ casa per tutti
La casa è casa, ed è casa per tutti.
E’ bisogno d’affetto,
sotto la grondaia del tetto.
La casa è conforto
un caldo capotto
ai piedi dell’orto.
La casa è armonia
al mare o in alta badia.
La casa è amore,
tortura, violenza,
a volte prigione.
La casa è letizia
una tenera nicchia
un dolce rifugio
è un buco nel muro,
una vecchia conchiglia
per lo sparuto paguro
una forte corazza,
la casa è stranezza
una buca una sacca,
un giaciglio di paglia
per un tipo che raglia,
è una folta boscaglia
una pianura assolata
ed un sgualcito tendone
per il attempato leone.
La casa è un vagone
nel morto binario
o un vecchio cartone
nell’angolo buio.
La casa è conquista
una camera con vista
è potere, se Bianca o Rosada.
La casa è abusata
sognata
abusiva, allagata
demolita, erosa dal tempo
venduta,
scommessa in una mano di poker.
La casa è casa, ed è casa per tutti.

Perché……….Luna tu ?!
Perché…… luna tu?!
Diafana e bugiarda.
Mi spingesti a lei
ch’è una stella,
sfavillante e bella.
E poi s’eclissò,
come fai tu.
Perché…… luna tu,
non mi sei stata amica?!

I saccenti
Ignorano più d’altri
e sempre pronti
a far da maestri.

L’attesa
Negl’occhi ti vedo
la luce profonda,
l’anima leggo
bella e gioconda
rifletti la gioia.

Diletta sei madre
al mondo futuro
porgi la vita
nel grembo che culla
la delicata creatura.

Ti cerco nel cielo

Guardo scruto e ti cerco nel cielo,
spoglio privo di vento.

Ed… io priva di te!

Ho il vuoto attorno,
il silenzio, lacerante,
mancano le tuo parole,
riempirmi d’ amore
la dolce musica
dalle tue labbra
gli scambi di carezze
il contatto dei nostri corpi,
di fuoco la luce.

Oggi è buio! Per me!

T’immagino, lassù vicino a Dio
rivedo il tuo volto, I tuoi occhi
accendersi per me.
La sera,
osservando le stesse stelle brillare,
palpita il cuore mio, ti sento vicino
.. un brivido mi assale alle spalle …..
e non ci sei, non ci sei vicino a me

Dolce sorella
Sorella sincera,
schietta e severa,
amica e compagna
di tanti perché,

Manteca lontana
mi curi, mi sani,
con tanti però ….!

Bella e paziente,
alleata, indulgente.
Soave la voce
ammantante e solare,
con gli occhi mi culli
m’accarezzi mi baci.
Le dolci parole,
d’affetto,
il perdono.
Le gioie I dolori
gli amori le pene,
confido te,
sei un dono per me.

Di fronte
a te
niente è più caro e bello
inondi il cuore mio
e plachi la sete, il desiderio
lancinante d’ affetto,
amica e sorella.

FANTApoeSIA
Posso tornare bambino
diventare arlecchino
tornare alle vite passate.
amare, morire
e poi tornare
vagare
viaggiare nello spazio infinito,
scoprire pianeti, vedere il futuro.
Volare come un uccello
vedere dall’alto,
diventare acqua e scorrere come un ruscello
cadere nel mare, divenire vapore
avvicinarmi al sole
parlare con Dio.
Diventare un mostro per poi tornare più bello
nuotare nell’abisso profondo
spostarmi nel tempo
uscire dal corpo,
guardarmi più dentro
Posso essere un gladiatore
o anche torero
combattere nelle rena,
ma non colpire il toro nella schiena.
Posso fare felici
perché no! anche le alici,
adulti e bambini,
far diventare tutti più buoni
malvagi ed affini.

Scarti
Scarti di cene
ci permettiamo.
Scarti di esseri
umani attendono
I nostri scarti.
Sprechi abusati
d’acqua d’alimenti
e chi vive di stenti
dov’è son lusso
anche I sentimenti.
Scarti della società
d’emaciata povertà

Non vedrò mio figlio
Neanche per un istante
io vedrò I tuoi occhi
rincorrersi,
le labbra tue
mimare il suggere nei sogni.

Non udrò I tuoi teneri gemiti
I tuoi pianti allarmati, pieni di paura.

…. Non poterti consolare…….
è…… l’amaro che mi resta!

Non sentirò il profumo
del mio tenero bebé,
non bacerò e non toccherò
le tue paffute piccole mani.

Non vedrò
gli incerti e primi passi
scoprire le nuove mete della nuova vita,
non sentirò, con voce d’angelo
pronunziare le prime indecise parole.

Non mi è consentito
stupirmi
vegliarti, amarti
vederti sbagliare,
correggerti, rimproverati
aiutarti.

No…! io non ci sarò.

Anche la …. plebe ….
Io sono la plebe,
chiamar la mia “poesia”
è un vezzo, un azzardo.
Sono un umile saltimbanco,
un cantastorie
che narra la sua vita
accostando, qua e la
qualche rima.

Non ho avuto madri, padri,
tantomeno Guru
per segnare la mia via.

Non possiedo doti dotte
Tanto meno le ..elementari..

Io esprimo ciò che penso,
in quel momento
ciò che detta il mio maestro
dentro al petto.

La poesia per amore
               e viceversa


Il mio cuore era ormai ibernato
e tu come un raggio laser
l’hai disciolto, l’hai scaldato,
tolto dagli anni bui e cupi,
gli hai dato voce
mi hai dato amore,
riportato in vita.

Ti cerco linfa!
Ti cerco amore!

Mi cerchi!
Mi ami!
-
-
-
-
Poesia!!!

Dov’è………..
E……… me la prendo con me stesso
e do la colpa al fato,
…. me la prendo col passato

Dove…….. sono gli anni della giovinezza ?!
Dov’è ?!....... l’infanzia, l’adolescenza,
il sapore dolce, spensierato
dell’incoscienza.

E…… se nell’avanzata età
vedrò il futuro
lento e bigio penserò al passato
Senza stupore, senza paura

Abbracciami amica mia
per consolarmi,
abbracciami col fascino
suadente, invitante,
accoglimi con gl’occhi dell’infinito.
Accogli l’amaro sapore,
quel senso
del non aver vissuto.
Non aver osato,
d’aver perso il gusto,
che qualcosa mi sia sfuggita.

L’amore….. è
L’amore è un’alchimia
un’incontro d’elementi,
una pazzia.
Un bacio su di un tremo
in una lunga galleria.
Passione effimera
è confusione,
energia latente
donarsi, estraniarsi,
cecità
invaghirsi, straziarsi.
L’amore è estremismo,
imprudenza essenza
stupore, tragedia
L’amore è calore, timore, un valore
batti cuore, sentimento,
due corpi stretti abbracciati
delusi, incantati.
L’universo, l’immenso,
libertà.

Voglia di vento
Voglia di vento,
che porti il nuovo,
la freschezza, un carezza
e levi intonaci, I vecchi
stucchi,
che rinnovi le pareti della mente
e scompigli I miei pensieri,
quelli brutti, astratti,
senza senso.

Voglia di vento che cambi I colori all’orizzonte
che mi porti verso oriente,
verso l’aurora
di fronte al neonato sole.

Rivedere ancora la mia regina dai bei capelli
con in mano I suoi pennelli,
e mi culli col tepore, dai tenui colori,
trasportandomi nel dipinto
nell’acquerello,
nel cielo, del refrigerio mattino,
dimenticare la ragione e sconfigga la paura
bere l’acqua pura della novità.

Aspettando primavera
Oh.. primavera, primavera….
primavera ritorna……..
con fiori rosa di bucaneve
togli la neve, togli la neve….
togli il gelo dal mio mantello
fai scalpitare il somarello…..
anche se spesso cerchi l’ombrello
porgimi un fiore dammi l’amore,
prendimi in braccio,
fammi cantare
senza pensieri
al mio domani.

Un anno per
Un anno per la spensieratezza
per imparare e poi sapere
ed essere vicino a dio
un anno tutto mio.
L’anno per il lavoro
dell’amore
un anno morto,
con il fucile in mano e viaggiare lontano,
con la passione la depressione
del cameriere e imbianchino
dei miei bambini
a me vicini.
Per gli amici, andando in bici
per il mio io
del bel presepe
per I parenti
ai genitori
a miei fratelli
l’anno della poesia
della pensione
dei nipotini
della traslazione.

Chi l’ha visto
Chi l’ha visto
il nomade detto…
anche… gitano
che ti porge la sua mano
e t’accompagna
a vagar per città
Suona,
lo zigano
la musica che rapisce
turba e ruba cuori tristi
di fanciulle
stregate da occhi scuri
che ti portan nell’oblio
nelle notti tra I falò,

Amanti lontani
Veliero dei mari
con gli alberi al cielo
gonfia le vele,
accogli un tormento.

Tra nebbie e risacche
o brezza sublime
disperdi I pensieri
nell’onde impetuose.

Rendimi rose,
che siano rosse fiammanti
prodigio d’amore,
per noi due amanti
infelici, distanti.

Desolata casa
Desolata, fredda,
buia
questa casa.
Ancor lì gli odori
a rimembrar…..
voci, parole,
anche se a volte stridule
per l’orecchio mio.
Tutto tace solitari e vuoto.
Ed è dolore.

E nuovamente, fioriranno I narcisi
sotto I bianchi fiori del ciliegio,
a rievocar pensieri.
E... sbocceran le rose.
Fiorirà un nuovo pianto.

Solo
E… son solo,
un’isola lontana
senza scogli nei paraggi.
Una nave solitaria
dopo gli arrembaggi.
Privato dell’intimo sentimento
contro vento,
contro tempo
contro me stesso
nella notte di tempesta.
Ormai immobile
smarrito tra le pene, nei tormenti.
E mi butto nella fantasia,
nei ricordi….
anche se tristi e laceri del passato.
Cerco gioie, azzurri cieli
fresche brezze, verdi campi,
….. l’utopia.
Cerco incanti, istanti
cerco canti per il cuore mio
cerco Dio.
E …. mi coccolo con la fantasia
solo mia.

Cardiofusione
Si fondono I nostri cuori
palpitano in dolce armonia.

Ma… l’autunno non può cercare
primaverili amori.
Stretto resta nella sua prigione
s’agita forte
per spezzare le catene.
Vorrebbe passare da cuore a cuore
e migrar sereno a ciò ch’è,
definito amore.

C’è l’autunno poi l’inverno
e tu domani sarai, piena estate.

Ragazza triste
E’triste il suo viso
colpito dal vento.

Ragazza che soavemente baci
e triste resti
non odi il ruscello
che canta
la sua malinconica nota
il merlo che fischia
una nota stonata.

Ti vorrei parlare piccola mia
per dirti una cosa, mostrarti la via.
Invitarti a guardare,
un volo di d’uccello
il tempo che scorre
una rosa sbocciare.

La ragazza di Via Verdi
La ragazza di via verdi
ha gli occhi azzurri
fa sempre tardi.

Si chiama Rossi
cammina lesta
e con gli occhi bassi.

Sogna in rosa
s’innamora spesso
e mai si sposa.

Splendida perla
come rugiada
su la farfalla.

Roghi estivi
Pruneti,
erba secca
d’un arida e cocente estate.

Tra le pire la boscaglia
il bel verde e l’armonia
Mille corse, occhi aperti
quatti e lesti allontanarsi,
a cercar rifugio
gli animaletti.
Or che il bosco,
è tutto un rogo, sgomenti e muti
ad osservar.
Schioccanti ardenti
tane e nidi, l’agonia.
La dimora è persa, la pelle è salva
ma c’è chi muore, non può fuggire
non ha le zampe, sol radici.

E’ un mesto evento
ed ora e spento,
il verde bosco il cinguettio.

Un magnete chiamato famiglia
Ti attira, ti lega
ti senti in prigione
e vorresti fuggire.

Se lontano, ti attrae
e nostalgica la cerchi
ti manca, ti stanca.

È la nostra memoria
il passato la storia
il nostro cammino.

Ogni anno
Sbocciano ad uno ad uno
sulle rene di mille rive.
 Sboc  Sboc
Sboc      ^      Sboc
Sboc            ^            Sboc
^
Qua         ^                 
e     ^        
    là  ^          
           Variopinti
^
ed ombrosi.
Buone vacanze a Tutti!!!
 Amici sitani!

Dolce sentire
Un lieve sfiorarsi
amarsi, desiderarsi
dolce sentire,
bramarsi.

Ti guardo
con gli occhi
dell’anima.
T’amerò
immensamente
solo col cuore
con la mente.
Perché tu!
Unica essenza.
Ricambia il mio amore
Così, cuore e anima.

Parlo o sto zitto
Son restio nel pronunziar parole
Vorrei entrare nella discussione
dibattere d’eventi
esprimermi, parlare.
Penso in anticipo le parole
sicuramente appropriate
giuste a mio giudizio.
Nel’ esprimere le idee
Io le penso e se parlo
poi mi pento.
Perché?!
Questo mio timore?!
Per il giudizio della gente.
per paura me le ingoio
per non esser giudicato

            Ignorante.

Quel che arresta le mie parole
È questa debolezza
che vien chiamata timidezza
Ma non per questo
Ciò che penso è inesatto.

Cuore bambino
Il cuore è sempre bambino.
se trova l’amore.

Mi sono giocato le ali
Mi sono giocato le ali
per I pensieri crudeli
d’odio e disprezzo.
Mi sono giocato le ali per
Pensieri morbosi,
poco virtuosi.
Mi sono giocato le ali
per il mio DNA,
perché sono uomo!

Anima
Preziosa sei tu
preziosa per me
Da sempre racchiusa
dentro di me
Sfuggente ed eterea
sei tu turbata, sei tu inquieta
Ti cerco
Solitaria, ritrosa
Ti cerco
per consolarti,
attenuarti
l’angosciata esistenza.
E…darti pace
E…. darmi pace.

Senza lottare
Oh …padre ormai…
scarno…….. nel lento
declivio,
come foglie secche
nell’umida boscaglia.

Arreso.. tu !
cocciuto e duro.

Ora gia intuisco
la tua sconfitta.

Comprendo la stanchezza
per la continua lotta,
capisco… amarezza
conosco la fatica,
di raschiare il fondo,
cercando un lembo
per aggrapparsi
e ritrovar la forza,
basterebbe una carezza,
una nota positiva
un appoggio una riva
per non calare a picco.

Alberi grigi fantasmi
Alberi grigi fantasmi,
neri e sfibrati
morti da tanto
tra marce fanghiglie
palazzi e famiglie
pallidi bimbi
e sterili donne.

Inariditi campi
inquinati da tempo
privati di vita
evitati del vento.

Questo è il regalo
dell’avido uomo
che prima distrugge
tardi si pente.




Creta al sole

Prendilo per mano

Prendilo per mano
come un fanciullo
rendilo dolce, spensierato
accendigli il lume della ragione.
Ferma le sue lotte,
fallo pensare:
all’amore e alla cura, della sua terra
che soffre in silenzio
senza respiro.

Irrequieta esistenza

Irrequieta esistenza, tormento di vita
sognavi cavalli, la tua libertà.
Ribelle ed amico, sovente turbato.
D’animo buono, talvolta bambino
cercavi tua madre, il tuo destino.
Ti sei scelto gli affetti, una nuova famiglia
restandogli accanto, in abbraccio costante.
Spezzando il tuo filo, mostravi un sorriso.
Unico dono, a chi amavi nel cuore.

Senza steccati, senza catene.
Felice così.
A: Antonello Pia

Solo paglia al fuoco
Bella e solare
In riva a quel mare
osservavi le stelle, travolta d’amore
invitante e selvaggia
al contatto ritrosa.

Finita l’estate,
dei tuo, non baci
ti dicevi pentita.

Durante il natale, ti sentivo distante.
Dopo breve tempo, assoluto il silenzio.

Svariati anni son passati,
ti ricordo ancora, invitante e selvaggia.

L’amicizia
E’ una pianta preziosa, delicata
da seguire e curare
con amore, sincerità.

Occorre parsimonia
per la raccolta dei suoi frutti
evitando la voracità.

Una mano sulla spalla
nel momento del bisogno
per lenire la tristezza.

Arida all’istante diverrà
se l’interesse subentrerà
la sua morte, arriverà.

Le bambole non servono più
Con la sua purezza, tenera dolcezza
a far la mamma, d’istinto lei giocava.
Per una povera paghetta,
al suo ruolo rinunziare è costretta.
Sempre più avanti con l’età
per far figli non v’è più tempo.
Raggiunto poi lo scopo
l’imprenditore è ben contento
a meta prezzo lui le assume.
Pari all’uomo diverrà
perdendo anche la femminilità.

Divina madre
L’alone di luce
avvolge il tuo corpo
con occhi indulgenti
induci a pregare.
ai piedi del monte
sii acqua di fonte
disseta e consiglia
l’umana creatura.

Al genitore
Hai gettato dieci semi nel terreno, adatto ma roccioso,
non dando loro le dovute attenzioni.
Gettando sostanze non adatte per la loro crescita.
Alcune volte hai dimostrato di possedere del concime,
lasciandone cadere alcune briciole.
Nove semi germogliarono.
Nove semi crebbero tra erbacce e rovi.
Maturarono otto frutti, alcuni grossi e maturi, altri meno.
Tutti sono cresciuti con gran cuore.
Nonostante tutto hanno condiviso la tua sofferenza,
accompagnandoti nei tuoi ultimi istanti.
Ora ti vediamo lì in pace, sembra impossibile
(Questa è stata la prima poesia che ha fatto rifiorire la mia voglia di scrivere.)

Amore furtivo
L’amore furtivo
gemente emotivo

Da sguardo curioso
al buio s’incontra
s’incontra e si cela
la luna che svela.

D’argento la luce
negl’occhi si specchia
e rischiara la via.

Palese or l’incontro
quell’occhio indiscreto
ha svelato l’arcano
da lontano
si sente petulante
mormorar la gente.

Tutti attori
In questo mondo di comparse
tutti attori
voglion esser protagonisti
prime donne.

Tutti artisti.

Cercan palchi e sipari
pensando solo ai denari
corrono per aver successo
l’arte poco importa
la fatica una nemica
la bellezza ciò che conta
sporcar le mani una tragedia
la coscienza se si sporca
non si vede!
Il rispetto la dignità
si perdono per la celebrità..

La bella
Triste la cosa
la bella si sposa
tra piatti e fornelli
o due biondi gemelli
la libera vita
è passata finita
ai suoi tanti amanti
passati o compianti
ha fatto la burla
la bella fanciulla

Il cavallo
Maestoso caparbio
fiero lo sguardo
il tuo è pelo lucente
il tuo nitrir si sente
nel pascolo brado
corri sicuro
sei forte e robusto
al vento la chioma
lo zoccolo duro
possente e maturo

Cobra
I tuoi languidi occhi
di continuo tu sbatti
con sguardo ammaliante
attiri la preda
con abili gesti
accarezzi e poi baci
il bacio fatale
veleno sensuale
quest’è la donna
donna mortale

Natale
Natale dei bimbi
con luci e balocchi
la neve e sui fiocchi
e grossi pupazzi
I saluti gli auguri
antiche preghiere
la notte d'attesa
poi nasce il signore
e porta speranze
ai cuori sinceri

Al mio medico
Angelo custode
ti presenti a tutte l’ore
con una benda sulla testa
buone parole un carezza
A Ippocrate hai giurato.
Ogni ferita tu controlli
il vaccino tu imponi
visiti, curi senza distinzioni.
Un istante mai per te
ti fermi solo per una
“Tazzulélla e Cafe.”
Lo studio sempre pieno
le attese assai lunghe
I lamenti in abbondanza
se manchi
resta vuota la tua stanza
non si ammala più nessuno
in attesa del tuo ritorno

Fotopoesia
Un' immagine scritta
a volte sfocata.
La messa a fuoco
del momento
di un sentimento.
Un'istantanea di una tragedia
o lieto evento, un tormento.
In bianconero a colori
ingiallita dal tempo.
Per un ricordo futuro,
un era che scorre.

Aquilone
In cima a ad un filo
colorato e felice
galoppa nell'aria
destriero di carta
tra monti di panna
un vento selvaggi,
che spezza quel filo
volando lontano.
Triste l'osserva
la piccola mano,
una lacrima cade
sul prato assetato
spunta un bel fiore
che rende il sorriso.

Frutto di vite
E' come poesia.

Col sole cocente
o nebbie autunnali
soffre e produce
il nettare dolce.
Frutto di vite
si stacca dal tralcio
il vino mi mesce
con l'arrosto e buon pesce.
Si gusta ed inebria
il nero e il buon bianco
frizzante o un po' stanco,
una dolce miscela
non bisogna abusare
dona calore
sorride gentile
cantando, d'amore.

Sbandate
Sei nata debole, indifesa
in una casa affollata,
ti senti di troppo, poco amata
Tra tanta gente, numerosi fratelli.
in preda all'alcool,
I tuoi genitori
lasciata al destino
ancor piccola bimba.
Per esser notata
ti facevi del male,
anche la droga
hai voluto provare.
Ti ha reso ora schiava
è più forte del male.

-La mancanza d'amore
il dolore peggiore-

In comunità ti sei rinchiusa
monti le penne, le vendi ai passanti
racconti la storia, I tuoi sentimenti:
Che cerchi l'amore, l'amore mancato
ora t'accorgi, che è dentro il tuo cuore
puoi anche donarlo, a chi come te
è stato negato.
Vivi felice, senza bisogni
contenta d'amare, senza sognare.
E' realtà.

La vacca bislacca
La vacca bislacca
si sdraia, vigliacca.
Sogna il suo fieno
il buon ruminare.
Nel sogno si perde
ora vuol nuotare.
il pesce imitare,
guizza , sguazza
tra sprazzi e spruzzi,
poi trova due piume
pensa , di volare
saltella cinguetta
la mole imperfetta
al suolo stramazza
la vacca bislacca
di colpo, si sveglia
sente il profumo
di tenera erba, e soffici fiori
ricomincia a brucare
e poi ruminare.

Vento
Sbuffa annoiato,
burlone e scontento
alza sottane, ruba capelli
soffia e scompiglia
pare che strilla.
Tra spazzi e interstizi
angoscianti mugugni
fan rabbrividire I suoi fischi.
Poi più forte:
soffia, scuote e percuote
sbatte le porte,
abbatte steccati
si vuol far sentire.
All'improvviso
si placa
e soffia, leggero
fiacco, fiacco.
torna, noioso e scontento
il povero vento.

Foglie
Piccole verdi, già vivono
per il nostro respiro.

Di fogge varie
Nell'autunno, più rare.

Scosse dal vento
abbandonano la mano.

Dalla madre
volano lontane.

Cadono….
farfalle stanche.

Un crepitio di passi
sulle foglie secche

come a stritolar
piccole ossa.

21 Marzo
Nel verde empireo dei prati
esplodono
fochi d'artificio
infinita policromia
Grandi risvegli
s'aprono I fiori
con lenti sbadigli
emanano profumata
diletto.
Grande festa di primavere
sfoggiando l'itera tavolozza
Respiro, raccolgo fiori e
un anno in più, nella mia gerla.

La stella cade verso nord
La stella, cade verso nord
tutta dorata la sera del ventuno
scintillando lascia la scia.
La seguo perché...
lei s'allontana da me

Torna a brillare
nel mio piccolo cielo
bella splendente la piccola stella
e lieto io sono, la guardo l'ammiro
non posso toccarla
la mia stella, caduta verso nord.

Nacqui spiga
morii bruschetta


Gemma preziosa
di pane futuro

spiga matura
cullata dal vento

Si macina il chicco
in bianca farina

L'impasta e la cuoce
la mano possente

Il profumo si sente
dal forno caliente

Sicura pagnotta
con crosta dorata

Dal profumo la voglia
poterla gustare

Tagliata la fetta
sul fuoco tostata

d'olio condita
la gustosa bruschetta.

L'asino…trotta..!
Perché sprecare una carota
se il mio somaro già trotta !?

Dare un premio non conviene
a chi già fa' il suo dovere.

La vita
Un rametto d'ulivo, usato per caso
che scrive sulla sabbia colpita dal vento
poi lasciato cadere.

L'abbandono del nido
Raccolgo
le mie secche fogli
dal giardino del cuore
sbriciolandosi tra le mani
del tempo che cammina
Quest'albero ormai spoglio
con la neve su I suoi rami.
L'uccello ancor implume
il nido vuol lasciare.
Dove vuoi andare
se ancor non sai volare?!

Vuoti ormai il nido
il pensiero indietro torna
alla primavera dei pulcini.
Dell'infanzia sento ancora
il continuo pigolare
il continuo
cinguettare dell'età giovanile
perché la sera vuol volare.
Non mi resta che sperare
nel ritorno al proprio nido
nell'inverno della futura vita
che mi resta
Con magari altre uova
poi pulcini su I miei rami
a beccheggiare.

Girasole
In ipnotica ammirazione
segui il sole
e mai ti stacchi
dei suoi raggi ben ti nutri
non abbassi mai tuoi occhi
al tramonto
ti senti perso
giri vaghi e
non
lo
trovi
chini il capo e t'addormenti.

Supposta                                                                                      
A
L                  C
L                  O
A                 M
STELLA      E
                    T
                    A
 
Da secoli lei viaggia
con lo strascico brillante
l'uomo assai sfrontato
pel bene della scienza
gli ha sparato di bon ora
una supposta sotto il velo
lei ch'è una signora
se la prende nel  s...........
e non lo da a vedere.

All'insegnante
Voltati, guarda avanti
stuzzica l'interesse
spiega
istruisci
sorreggi.
Con dedita passione
plasma le menti
sconfiggi
l'ignoranza.
Modella
positiva la coscienza,
Scrivi su quei fogli bianchi
il futuro dell'umana
presenza.

Vecchia stanca
La vecchia tranquilla diceva:
"Sono vecchia, vecchia e stanca"
Nel bramar la morte
"da lei voglio un bacio poi l'abbraccio.

Della vita:
"Non vedo l'ora che sia finita"
Lei fremeva per prematura dipartita.

Risposi:
"Se la cerchi, ella s'allontana
calma e rilassata devi stare
così che lei poi ti cerchi"

Urlo dal cuore
Urlo con voce muta
il dissenso

per tragedie, sofferenza e
maldicenze.

Di vite perse o mai
vissute.

Prego Iddio, che ponga
fine,

alla lenta agonia
di questa terra mia.

Ricerca nel sottobosco
Un tremulo di fronde,
alternanza di luci e ombre.

Odor di pino,
alla ricerca del porcino.

cammina, cammina sui crinali
assai angusti,
ma..... quelli giusti!

un'amanita, che t'invita
a cercar,

galletto o porcino
non importa.

Riempir la cesta!
dopo ore di ricerca!

Per un bon appetito o
la sfida con l'amico

quel che importa è la
natura,
quella vera che impera.

Prana
Dalle mani
tiepido calore
timido respiro d'amore
tensioni e dolori
altri sentori
attorno
in un unico alone di
"guarigione"

Un'anima inquieta
Gettasti
tra erbacce rovi
fecondi semi
briciole d'amore, tanto dolore
Nell'accompagnarti
negl'ultimi istanti
vederti in pace
tutto svanisce.

Come estasi
Fluttua l'animo
Senza bisogno alcuno
Corazza d'incanto nulla scalfisce
Luce negl'occhi dona serenità
A me gli altri come metalli
In osmosi cercar pace.

Cavatori
Dall’alto del monte la valle egli scorge
il tecchiaiolo contento padrone del vento
lo sente tra i marmi sul viso sudato.

Incompleta varata, la tragedia annunciata
mesto presagio, la campana che suona.
Il paese, volge alto lo sguardo,il gelo poi scende
la valle s’attrista.
I cavatori scendon poi
con facce sconsolate

A spalle il trasporto del compagno perito.
In trepida attesa una madre
per il figlio.
Sale l’angoscia
il cuore s’arresta.
Una ragazza guarda lontano
non scorge il suo amore

il volto si riga , s’asciuga con mano

il tempo si ferma pensando al suo lui.

Da lontan si sente:

“Franco...Franco...è rimasto sotto”
Il pianto a dirotto
Elisa s’accascia.
Il corpo or giace, in mezzo alla piazza
La valle s’unisce in unico pianto
Elisa e la donna al corpo, un abbraccio
fatale destino, infinito tormento.

Fanciullo
Torno indietro
e son fanciullo
corro scalzo, anche spoglio

rotolando giù dai colli.
Mangio bacche
quelle nere profumate.

Un somaro fa le bizze.
Un vecchio mi diverte.

Bande di bambini
grandi e piccini.

Pien di spine,
con strappi e sporco,
tanto gioco.
A casa poi ritorno,
stanco e sorridente.

Un ricordo torna ancora,
rovinandomi questo rientro
una minaccia scura
la paura,
da chi a me doveva dar cura.

Questo quadro
di un’età sbiadita

passo tra i capelli bianchi le mie dita

Quel fanciullo corre,
corre ancora.

Per Lory
Colpa dell'ingiustizia
ribelle s’è fatta.

Da quest’atto,non gradito
sua figlia ha perduto.

L’uomo, che con inganno
la piccola si è pigliato.

Ancor giovane lei deve
guarire il cuore,
la tristezza

per non impazzire
nella testa.

Nel lavoro, si è celata
sol quello, or le resta.

Gente, che non sa niente
dice di sapere

t’allontana, ancor di più
dubitando delle tue virtù.

un amico lei cercava,
uno scoglio, un appiglio.

Padre per un figlio
poche frasi, due parole.

Amorevole calore,
dalle......mani

Ma, la sposa non approva
è dubbiosa ......questa cosa.

L’orafo
Con grazia
cesello forme.

Incastono pietre
preziose,
vari I colori
rosso il rubino
poi verde smeraldo
lego stringo, unisco
e poi blocco.

D’oro il suo filo
di luce scintilla
la splendida spilla
adorna, abbellisce.
Brillano gli occhi
e semplici
visi.

I petali volano
Da un fiore all’atro, per salutarsi
ogni mattino
con un bacino
si danno il buon dì.

.Oh... guarda, mammina
un petalo vola..!

Son farfalle, piccolo mio.!

Felice, leggera
vola farfalla
verso il sole
verso sera.

Ammirar farfalle oggi, cosa rara.
Quel che un tempo, si vedeva
di tante forme e colori
svolazzar su pei fiori.

Oggi un po’ mi pento
d’averne presa una
sol per gioco di bambino.

Bussa l’autunno
All’orizzonte
Rimbombanti tuoni
preludio di battaglia
Plumbeo e triste l’autunno.
Schierate, son le rondini
un velo rorido
ricopre l’arida terra.

Alberi
ligi soldati
fronde gialle insanguinate
colpite a morte
s’esaltano I colori.
Foglie
tante cadute
dopo la tempesta
dopo la battaglia.

H 2o
Goccia a goccia o impetuosa cade
Fresca, vitale sorgiva
limpida
chiara.

Vigorose rapide
da orridi tuffi
vorticose le spume
soverchiano sponde
s’infrangon le onde.

Prolissi letti
rigogliose ed erose le rive
di casa I suoi pesci.

Nel tepore fetale
ti culla e t’accoglie

Si usa si spreca ci lava
arriva disseta e... va..!

Solinghi cuori
Oltre le stelle
seguendo la scia
l’effluvi tuoi
di rosa
rossa virtuosa
tormento d’amore.
Solinghi cuori
un dì.....
infranti, mai ricomposti
timidi, cauti
percorrono sentieri
con passi leggeri
paura d’amare
ma pronti a sperare.

Volano gli anni
Chiudo gli occhi.....
ed è oggi........
trent’anni dopo
brevi, un respiro
solo un sogno, un istante
Scintille di vita
un lento udir di passi
nell’erta via m’inerpico,
meco, nel pensar mi scorgo
vile, il tempo.......!

Distillato d’amore
Lievemente si sfiorano
labbra
frementi tremanti
due pietre focaie.
Dolce tepore
un bacio
sospirando
turbati.
E poi.....!
un bacio
caldo, umido
bacio,
un bacio......
Distillato d’amore
e ancora, un bacio
un bacio ancora.

Dolce signora
Piangi Signora
se l’umano t’ignora
e il mondo manda in malora.
Se ti prega e non ti onora.
Il tuo cuore colmo d’amore.
sanguina ancora.

La regressione umana è stupefacente.
Stiam tornando al primordiale istinto.
La ragione
la cultura
il rispetto
l’educazione
l’intelligenza a cosa servono....?!
Educar I figli al bene
non conviene... diventano prede
in questo mondo di iene.

Dolce Signora.....!
Spargi granelli d’amore
nel deserto d’odio e dolore
L’uomo non può capire
dove ci porta dove si va a finire.

Sognandoti
Sogno il tuo viso
lo vedo lo vivo.
Lei si muove m’abbraccia
mi bacia e mi tocca.

Cammina leggera
piano mi sveglia,
scende m’accarezza mi piglia.

Ti sogno ti bacio
vorace la bocca
gli
occhi tuoi belli

ti guardo e mi specchio.

Dentro l’anima ti leggo
sincera ed audace
desto il tuo cuor turbato tace
rosso d’amore regala passione.

Senza ombra
Vagai senz’ombra
senza meta
con la tristezza nel cuore
nei consueti luoghi
ma..! nessuno s’accorse di me,
nessuno mi udii.
T’accarezzai amata mia
mentre piangevi
davanti ad una fotografia….
e vidi ch’era la mia.

“non piangere amore
non sono lontano
ti tengo la mano”

E…. piansi te,
con i capelli al vento,
del mio tormento.
Piansi dei giorni tristi
per i dolci attimi
ormai lontani,
senza le tue concrete mani
per il mio domani
che non ci sarà.

E… mi culla il mare.

Il dialogo
Col dialogo s'intende, scambio di parole
un confronto d'esperienze,
non un prestito d'orecchio
sfogo unilaterale.
La comunicazione, resta solo un opinione.
Un dibattito
tra un sordo ed un muto
un soliloquio.

Una locomotiva di parole
che t'investe
sull'unico binario, senza passaggio parlamentare
si resta a bocca asciutta
senza aver modo di parlare, costretti ad ascoltare.

Parlare ed ascoltare
è rispetto, una virtù.    

Sorrisi di bimbi
Sorridi bel bimbo
che speranza tu dai:
al mondo corrotto
maldestro, impaurito
a chi produce distratto
o preda del vizio,
drogato o assassino
che si rivede bambino
giocando sui prati
rincorrendo farfalle,
sognando bei fiori
e beve buon latte
dal seno di mamma
dorme felice,
sorridendo al futuro.   

Perché, sei volata via?
Da quando non ci sei
trema la voce
nel pronunciare il tuo nome
vacilla la mente, al solo ricordo.
Sale forte l'angoscia.

Mi manchi, mi manchi, mi manchi……

Una nebbia, che non si dirada.
Ti ho persa,
Accarezzandoti le labbra con le mie
confermando il nostro amore,
sul quel letto, in ospedale.
Ti sento ancor mia
un dolore che non va più via.

Eri, e resti mia, solo mia, per sempre mia.

Amati un po'
Smetti di pensare
richiama la mente.

Trova il tuo tempo
guardati dentro.

Cura te stesso
amati un po'.

Schiaccia il tuo freno
rallenta la vita.

Gusta il sapore
con tutti i tuoi sensi.

Amando te stesso
sei pronto ad amare.

E…. Sopprimi te stesso
E ….grido perché !!!
e …grido il tuo nome
e….urlo d'stinto
perchè… lo hai fatto..?!
Ti mancava qualcosa !
Ti mancava…
Ti mancava….
Ti mancava….l'amore.
Ti mancava il coraggio,
come mancano anche a me.
Di vivere questa vita
di vivere questo tempo.
Ci vuole coraggio
lottare, lottare… per le semplici cose
il lavoro, l'amore, il diritto a sperare
per una vita serena, una vita pacata.
Senza lusso, senza spreco o grandi cose.
E si deve lottare, lottare
e poi aguzzare gli artigli
anche se mite tu sei.
Violentando il tuo io.
Poi sopprimi te stesso
per non fare violenza.

La roulette russa
Nell'insicuro vivere
è giovane il tormento
in un mondo sconosciuto
brividi cercavi.

Ai margini della vita
trascorrevi la giornata
eccitante un po' violenta
obbligato all'esistenza
un po' spavaldo
un po' gradasso
facevi il ganzo
nel palazzo.

Quella sera cupa e buia
con la pistola nella cintura
giocavi a fare il duro
c'era un colpo nel tamburo.
Affannoso il respiro
avverso fu il destino.

A: Franchi Fiorenzo

Troppo tardi
don................on................n
don................on................n
don................on................n

Ormai è tardi
per un dialogo col caro estinto
per sedare i dissidi
le incomprensioni per i perdoni.
Il dolore, i ricordi e i rimorsi
non danno pace...
Ora pensi solo a lui, rivivi nella mente
tutti i suoi trascorsi, l'immagini ancor vivo
il suo sorriso, i suoi occhi scuri
i suoi cupi umori.
Vorresti parlare, vorresti chiarire.
Or lui non può udire
quel che dice il tuo pianto.

La moglie non sa che fare
La moglie, non sa che fare
sempre presa a riordinare.
Se i vestiti, mi preparo
dal cassetto, appena tolti
sul divano ben riposti
mentre mi vesto........
ma..... eran li.....
i miei calzini...... ?!!!!
Son già finiti nel cestone
pronti da... lavare..!
Esco, ho un appuntamento
è sul tavolo pronto, il documento.
Non c’è più....!
L’avevo qui vicino..!
E’ già finito, nel cestino.
E’ un tormento è come il vento
ti sposta tutto di continuo.
Se poi cucino
e la pasta da scolare;
ho ben pronte le presine
mi giro........ e di botto son sparite
poi mi scotto
poi borbotto
e m’arrabbio
Fermati a pensare, prima d’agire....!
Inutile sperare
la moglie, non sa che fare.....!     
vuole sempre riordinare.

Un’altra pelle
Vorrei un’altra pelle
per quest’uomo un po’ ribelle.
Una pelle come uno specchio
per far sì che rifletta
il male che all’altro fa’.
Diafana
antirazza
perché anche questo da’ dolore
anticomuni antiregioni
antibandiere, antinazione
antitatuaggi, perché tutto è distinzione.

Antimina antiuomo.

Da poter regolare a mio piacere
prima e dopo i pasti.
Anticellulite e smagliature
per le signore più mature.

Antipadrone
antipoltrone scansafatiche
anti antipatia
anti infidi pettegolezzi
antistupro
anti agonia.
Vorrei, una pelle universale
una corazza, per il mondo
contro, l’abuso più profondo.

Certi siti
Maledetto quel dì
che lessi l’annuncio
andai in quel sito
oscuro e imbrattato
con gente ignorante
di poca umiltà.
Con capi incapaci
padrone, bambino
con testa pelata
e cervello bacato
che cerca la mamma
con pianti e lamenti,
s’attacca alla gonna
altrimenti si perde.
povera Italia,
se questo è il futuro
che sfrutta ragazzi
ed extracomunitari
non insegna un bel niente
non spende e pretende.
A passo di gambero
va ‘sta nazione
come il Burundi
dobbiamo tornare.

Fuggito dalla G.T.
Come tanti, da qui è passato
luogo tetro, desolato.
Paolo il suo nome
or si è dato.
A Rimini l’han trovato
in turistici villaggi
l’animatore suo mestiere
intrattenere suo dovere
rallegrar i villeggianti
Lui lavora e si diverte senza sosta
non c’è parzialità di sorta
adulti e bambini
con acqua e palloncini

Diva
Appare sdegnata
estiva la posa
per poco scontrosa
si priva la diva
solerte lo scatto
si mostra giuliva
lo scatto la posa
riprova la diva

Finalmente ! La pipa
Finalmente.....!
è riuscito, la pipa ha estratto
da quel legno, sia pur indegno
di ulivo, ulivo fresco
per niente stagionato.
Per errore o imperizia,
fa un gradino che si rizza.
Dice..... che funziona.
Se la fuma e sa d’ ulivo
e ciò gli piace.
Con orgoglio, lui fa lo schivo
Se la fuma soddisfatto.
La sua pipa, sa.... d’ ulivo!

Usi poetici
Rifugio dei sentimenti
nascosti
latenti.

Evasioni del cuore
saette
struggenti.

Armi delle menti
pensieri
pungenti.

Sensibilizza le coscienze
argomenti
sconvolgenti

L’ essenza, la linfa
per darci una spinta.

Combattere con la poesia
Con la tua la mia

Per gioco o deliziar la mente
Oggi, per sempre.

Sciamano
Regno tribale
sovente t’inebria
scacciando fantasmi
danzando la nenia
gettando profumi
invocando i passati
di mali lontani
aiutare i turbati
aleggi la piuma
i mali scacciati

Confessione
S’ode leggera
lamentosa preghiera
religioso tormento
adorante l’altare
sincera e smarrita
mitigata pentita
leggiadra m’appare
da pieve l’uscita
il giorno s’oscura
ventosa la sera.

Burattini
Siam di legno e di pezza
Ci affacciamo alla finestra
per la gioia dei bambini.
Sol mazzate sulla testa
Testa vuota
Testa dura

é......Di legno..!

Ci muovon con le mani,
gesti e voce ci dan gli attori.
Re, cavalieri o mascherine.
Fagiolino, Pulcinella, Colombina
Balanzone che passione.
Burattini, buffi e intriganti
di un sorriso, siamo certi.
Poi la sera, tutti a casa
a riposare
in valigia dobbiamo andare
Burattini
Fan la gioia di grandi e piccini.

Pensiero

z
      i
           z
       z
  a
g
     a
         n
     d
o
nei reconditi angoli della mente
repentino si manifesta
!!!!!!!!!!!!!!
Vento che foglia lontan

si porta

finché la mastra via non è di sorta.
Lo pigli
lo scagli
lo esprimi
o l’ imprimi
per far si che resti lì.

Eremita nella stanza
Quel che manca in questa stanza
non certo l’ abbondanza
di rumori
sapori
odori
bagliori.

Qui mi perdo,
mi sento, povero eremita
che cerca, cerca
un angolo quieto
e silente.

Così che l’animo
si riveli
si rinforzi.

Siamo soli
Noi

siamo soli
in questa via

chi, s’incontra
poi si perde....

si cammina, si va lontano
tenendoci per mano

per pochi passi, per la vita
fin che essa, non sia finita

è per questo, che conviene
aiutarci, rispettarci, facendoci del bene

Il bene
Si fa, si riceve
senza pretese.

Semplice amore
ricchezza interiore.

Tanto calore
lenisce il dolore.

Una forza sconosciuta
ci guida, ci aiuta.

Per tale donazione
occorre un’ emozione.

Tristezza interiore
Un turbine d’ angoscia
in negatività costante.

Soffocando istinti primordiali
nell’ autolesionismo cadi.

S’ accresce nella mente
dolore fisico, morale.

Dormire per imitare il sonno eterno
senza attuar, tal fine.

Gemiti di solitudine.

Grida d’ aiuto....! inascoltate..!
mai comprese...!

Disprezzando l’ intera umanità.
In fondo ti conduce.

Altri occhi,
rivolti altrove.
Solo in te, se vuoi trovare
la soluzione, devi cercare.

Alla stella alpina
TU....che di bianco
velluto vesti.

Dall' impervia
alta roccia scorgi
dimora di maestoso rapace.
Con occhio acuto
dall' ascesa corrente.
Come freccia
sulla preda cade.

Tu.... porta
ai miei monti
dolce
.........eco
d' amor che nel petto porto
.........rto........rto
amor della terra mia.
e l’amata
che con te è restata.

Trova tu, il titolo
Uomo brutale, sottospecie d’animale
A lei hai tolto, l’infanzia
e la purezza
la gioia e i sentimenti, i sogni di bambina
l’emozioni di futuri amori.
Ora vede sol dottori.
Li racchiusa in se stessa
si sente sporca e depressa.
Di ogni uomo a perso la fiducia..

Tu.....!
Se ti guardi allo specchio
Cosa vedi?
Non ti rendi conto
del male che gli hai fatto......?!

La scusa è buona....!
Sei malato..!

La malata ora è solo lei ........!

Ma........per colpa tua......!

Goccia di rugiada
Rugiada che scintilli
dorata
Sullo stelo erboso
sul frutto odoroso,
istanti di letizia elevi,
evanescente
ritornar devi

Soldati di pace
Va sul colle,
Ad ammirar valli,
scorci d’oltre mare,
ove un dì, i nostri padri,
pel nobil gesto,
d’aiutar le genti,
la vita a Dio
han reso,
Impudenti.

Lo specchio, ormai stanco,
si ricopre di rosso manto.
Le donne,
dal cor affranto,
in sospesa attesa
dì fatal,
v’è l’incontro.

L’egoismo
Nel pensier loro
unici individui
Fagocitar la mano
che loro viene tesa
non han timore alcuno
attuar l’inganno,
per misero guadagno.

Giovine timidezza
Lontan sfuggenti sguardi
pensier si turba,
Forti battiti
tremolanti mani,
senza osar
sapore amar rimane

Mai espresso
Rimproverai me stesso
Per un sentimento d’amore.

Rimproverai me stesso
per l’orgoglio ostinato.

Rimproverai me stesso
per non averlo svelato.

Rimproverai me stesso
per non averlo donato.

L’ impazienza
Implume
Pio pio
dal nido attende,
Veloce la madre sua
a cercar l’insetto.
Che desinar sia.

Un’ anima inquieta
Gettasti
tra erbacce rovi,
fecondi semi,
briciole d’amore, tanto dolore,
Nell’ accompagnarti ultimi istanti
vederti in pace,
tutto svanisce

Ricerca nel sottobosco
Un tremulo di fronde,
alternanza di luci e ombre.

Odor di pino,
alla ricerca del porcino.

Cammina, cammina sui crinali
assai angusti,
ma... quelli giusti!

un' amanita, che t’ invita
a cercar,

galletto o porcino,
non importa,

riempir la cesta!
Dopo ore di ricerca!

Per un bon appetito o
la sfida con l’ amico,

quel che importa è la
natura,
quella vera, che impera.

Come estasi
Fluttua animo
Senza bisogno alcuno,
Corazza d’incanto nulla scalfisce.
Luce negl’occhi dona serenità
A me gli altri come metalli,
In osmosi Cercar pace.

Prana
Dalle mani
tiepido calore,
timido respiro d’amore,
tensioni e dolori,
altri sentori,
attorno
in un unico alone di
”guarigione”

Jayra la gitana
Gli occhi tuoi belli
scintillanti ruscelli
lucenti cristalli.
Mi
guardi
mi streghi
poi vedi il futuro
Tra
fuochi e bivacchi
sei astuta mi piaci
il tuo ballo gitano
mi prende per mano.
Con
gesti sensuali
indossi pendagli
Jayra ti vesti
di sgargianti costumi
dal fuoco i riflessi.
la
luna
le stelle
e
giaci svestita
è una notte d’ardore

26 Dicembre 2004
La terra costringe
all’umana pietà.

Con l’onda imponete
l’immane tragedia.

Nel giorno supremo
la vita s’impone.

Il ventre sospinge
il bimbo all’esterno.

L’aria s’immette
nel minuto polmone.

Piange s’affanna
la giovane vita.

La madre sul petto
lo posa

lo bacia lo stringe
spossata e gioiosa.

Ricordi d’ infanzia
Aspra, e arida la mia terra.
Ricordo i suoi ulivi
suoi frutti, giù caduti
raccolti con le mani di bambino.
Portati al frantoio
dove l’olio appena estratto
ove il pane ho imbevuto
fresco, fragrante e saporito.
Dalla collina, il mare rimiravo.
Tra i giunchi, nidi degli uccelli
i nostri giornali i miei gioielli.
Alla ricerca dei frutti della natura
cosa pura, povera sana.

L’ amore, l’ amore
aiuto l’ amore


In fugace passaggio
incontrai il tuo sguardo

Guardai i tuoi occhi
il cuore a rintocchi.

La pressione forte salì
è forse....la morte......?!

L’amore m’invase
il turbamento ha il sopravvento.

Seducente miraggio
il tuo sguardo, si fece sole.
Forte bagliore.

Eri bella, forse no
non sono in grado di capire
ne di fuggire.

l’amore, l’amore, l’amore.

Aiuto .....! Chiamate il dottore !    

Lepor
Burattini...!
Solo burattini..!
Far si, con la testa.
Si signore, che piacere.
Camminan veloce
salutan più volte.
Studiano ben la parte
pel piacere del potente.
Ripetono a memoria
carezzevoli parole
e prostransi ben servili
ad ingegneri, avvocati e dottori.
Pupi o marionette?!
Lor si muovon con i fili
per i posti più ambiti
il collega è l’incapace.
Mentir è nella sua parte.
A casa poi la sera
narrarn con passione
l’eroica missione

Un mattino
Il mattino è radioso
garrir di rondini saettanti
.
Tu dormi, dormi ancora
io sveglio di bon ora
scrivo e leggo, vedo fosco
è l’età!

Il tempo passa.

E la mente s’allontana
pagine ingiallite
cuore sgualcito
di amori passati.
Pensieri profondi.
.
Aroma di caffè.....
Comincia la giornata
solo tu, la mia amata.
In poetica visione
il quadro si compone.

Sei vita
Ossigeno sei per me
senza te non respiro
offri
il tuo frutto
tuo fiore
il tuo profumo
la tua essenza.
Le mie membra tu riscaldi
in notti sconsolate
d’inverni prolungati.
Poi ti spogli
ti trucchi di colori.
dipingi le stagioni.
Linfe e aromi sono i tuoi doni
tu mi guarisci
ricaricandomi d’energia
Dal sole impertinente
la tua chioma , ripara ogni cosa
chi ai tuoi piedi stretto sta.

Ti usiamo ti bruciamo
trasformiamo.
Quel che non si dice
senza te
albero vita non c’è  

Urlo dal cuore
Urlo con voce muta
il dissenso

per tragedie, sofferenza e
maldicenze.

Di vite perse o mai
vissute.

Prego Iddio, che ponga
fine,

alla lenta agonia
di questa terra mia.    

Cercandoti
Ovunque, cerco Te.
D'ovunque vedo
che ci sei.

Fai parte di me.

Solo Tu mi sei vicino
con il viso di un bambino.

Smarrito, cerca invano
la tua mano
piange si dispera
porgendoti una preghiera.

Col cuore tormentato, mi domando
dell’uomo................
Pel male che ti ha fatto:

- Che cosa, hai creato?-

Disegno
A scriver, poesie
non son degno

l’italiano mio
uno sdegno

ma ..l’impegno,
mi dà sostegno

mi fa vedere il regno
questo il segno

che son pregno
per proseguir
tal disegno.  

Tu mi guidi
Come aurea, mi Pervadi
in Divina attesa
Ti respiro
Parli e non Dici
Mi trasporti ma non mi Tocchi
nel pensiero mi dirigi
verso prove..., Tu mi Guidi.
Nell’errar.
L’apprender
non capisco
La mia via, Hai già segnato.
Per quel dì, avrò...... imparato?!   

Componimento
Buttar giù parole
poche, tante
l' importante, non essere
inconcludente.
Gioco della mente
nel cercar la rima
nulla, come prima.
Non sempre ci si accorge
arrivan nuove prose
più ne scrivi, più ne cogli
riempir nuovi fogli
or le scrivi
ma... restan lì
a maturar dei dì.  

Creta al sole
codesto cuore
si secca
si spacca
si spezza
arido per tanto dolore
l’aver perso
il suo Amore.   

Al collega
Un pezzo di legno
un impegno.

Tu non sei degno.

Tirar fuori
quel che dentro c’è
non fa per te.

Una pipa.... , vorresti fare

Maldestro sei
e devi rinunziare.  

Vuoto a perdere
Calendari a ritroso.
in rassegna
ricordi, pensieri
di oggi, di ieri
si fan rosa, si fan neri.
Non c’è paura ne sgomento.
E’ il momento.

Ho ben agito?!
ho ben vissuto?!

Un fil di fiato, un respiro
quasi piace
sto torpore
cade lento.
E’ il momento.

Questo guscio lacero
ormai vuoto
vien lasciato.

L’essenza migra
nel luogo convenuto.
Vuoto,
resta il vuoto.

Vuoto a perdere.

Quasi è l’ora


e s’implora
è.....la fine
è.....la fine
buio.....buio....totale.....
.....................................
In fondo ..........questa .....luce.....!?
M’assomiglia e mi piglia.          

Goccioline tra i raggi del sole
L’etereo variopinto
tuo arco,
stupiti ci lascia
ad ogni visione,
porgendo pensieri
immagini lontane,
tesori siti incantati
da te mai svelati.   

Lui
Sentire la voce Tua,
mi aggrada
in questa strada
lunga dura
ch’è la vita
impura  

Tarta.........uga
Tarta tarta
uga uga

Sempre lenta
mai in fuga.
Gradisce la lattuga.

Tarta tarta
uga uga

Non s’esprime
ne fa gesti,
si ritira nella corazza,
mai, ne esce pazza

uga .uga
Tarta tarta

Vive a lungo
e gran stazza.

uga uga
Tarta tarta

TARTA.......UGA   

Cucciolo
Affamato ed impaurito,
con andazzo traballante,
occhi ancor chiusi
cercar tepor e nutrimento,
con ingordigia abusa
di materna essenza,
logica conclusione
il sonno si propone,    

Spirito
Spirito immortal
Gaio il cor
Leggera
L’anima sia    

Occasioni perse
Vicini e così lontani
Lesinar baci carezze
Dolci abbracci
Privarci di pensieri audaci
Un dì pentirci dovremo
Non averli goduti a pieno    

Da al di là
Forti deboli orgogliosi
al contempo,
contrastandoci.
Tenendoti legata
per timor di perderti.
Duro
mostrandoti la vita.
Così facendo,
nel celar
l’amor mio,
presto persi te.
-Io povero umano.-


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