| Giochi al vertice Folle
 E’ la sensazione
 Di far partecipe il corpo
 Della vana gloria
 Che qui vuole compiersi.
 
 Come chiedere movimento
 A fragili membra che, sebben robuste,
 di coraggio son prive
 E non tanto di fiducia
 Quanto il sapere
 Di non poter sbagliare.
 
 Ma nel momento del dubbio
 Si compie il passo
 Che apre le porte
 A quel che di grande sta
 Nel coraggio di osare.
 
 Tutto allora
 Viene da sé,
 come facile,
 e come una freccia
 Mi compiaccio a Dio
 E rammentandomi di rispettare
 Colei che lascia passare
 Mi faccio bello della mia potenza
 Che nulla vale
 Senza il controllo.
 
 E di pensier in pensier
 Trovo fine a questi passi
 Quando ancor con occhi bassi
 Uno struggente cobalto
 Invade iridi
 Ancor gonfi
 Di forte luce riflessa.
 
 La gioia infinita
 Che tanto
 Aveva riempito le mie paure
 Svanisce d’incanto
 Lasciando spazio all’inutilità
 Di un senso
 Incomprensibile.
 
 Il freddo vento
 Poi
 Gonfiando la voce
 Mostra il suo disaccordo
 Umiliandoti,
 e t’impone la sua volontà.
 
 Ed io,
 corpo stanco,
 obbedisco.
 
 Non privo di timore
 Ne di una certa soddisfazione
 Che diviene fonte d’orgoglio
 E perseveranza,
 Saluto il momento porgendogli le spalle
 E come un arco
 Mi tendo verso la salvezza
 Sottostante.
 
        
                      
    
    
                      
      Io SonoVi sono Luoghi
 Dove porre il proprio pensiero
 Di fronte al Tempo
 Diventa necessità.
 
 Nonostante il suo essere in divenire
 Colui che Uomo è stato definito
 Saprà imporgli la propria volontà
 Aprendo brecce
 Che sanguinano
 E dicono la Verità
 Al fine di poter toccar con mano
 Ciò che la matematica in grado non è.
 
 Io Sono essere
 Taciturno
 Che, al di là del bene e del male,
 sa levar croste a queste ferite
 Liberando così
 L’Anima
 Dalle proprie passioni
 Restituendo Libertà
 Alla vita.
 
        
                      
    
    
                      
      SolitudineSolitudine
 Si ricerca errando senza sguardo
 Dove nulla sembra certo
 Poiché là
 Dove tutto tace
 E regna solo il deserto
 Appare la propria coscienza
 Nutrita di sole verità
 Dal sapor spesso assai doloroso
 Che rendono grande
 Colui
 Che ne comprende l’essenze
 E maestro di queste si rivela.
 
        
                      
    
    
                      
      Emozioni ad alta quotaPercepisco la tua ardente energia
 Fatta di preghiere fin qui,
 Dove il mio sguardo si fissa là in alto
 Laddove si rimane accecati da quella fluorescenza
 Che da qui sembra sempre più grande,
 Laddove pochi hanno calpestato la sua fama
 Facendone la loro gloria.
 Il gelido vento che cristallizza le mie parole
 Bagnandosi delle lacrime
 Che il nostro amore nel tempo
 Ha coltivato,
 Si scioglie in tiepido calore
 Così che il mio salir
 Acquista forza e voce le mie labbra.
 E nel pensier di starti stretto stringo la tua voce
 Forte
 A me
 Così che possa percepire il tuo calore
 Che come manto di neve mi si posa sul cuore
 Illuminando quest’alba dai freddi colori
 E nel petto mio ti sento battere sì forte
 Che quasi chiudo gli occhi,
 E come avvolto tra le tue dolci membra,mi fingo.
 Ma un brusco sussulto sotto in piedi
 Mi riporta al mio difficile compito
 E con esso la consapevolezza
 Che soltanto tra queste spaziali vallate
 L’eco dei nostri baci può di sapore ancora sapere.
 
        
                      
    
    
                      
      L’Amore non leva nulla alla passioneAccarezzo
 Le dolci
 Tue dita
 Che come candida seta
 S’appoggiano al mio ventre
 Per poi ondeggiare
 Come petali al vento
 Fino a che,
 una ad una,
 giungono
 Laddove i sensi
 Celebrano la propria passione.
 
 Bacio
 Le dolci
 Tue labbra
 Che, dal sapor ormai acre,
 sibilanti di volere,
 si sono dipinte del nettare
 del mio potere
 Conducendoti ad un breve
 Intenso
 Piacere.
 
        
                      
    
    
                      
      Ricordi di una bellezzaAmore
 Per un’ultima volta ancora
 Poni gli occhi
 Vicini
 Al buio dei nostri silenzi
 E alle mie labbra
 Poni il sigillo
 Dei nostri tanti
 Sorrisi.
 
 Nulla di più
 
 E il mio tormento
 Volerà lontano
 E Tu
 Con esso.
 
        
                      
    
    
                      
      Volteggiando come un folle….mi poso su di te 
      Ho camminato a lungo
 Tra i meandri dei tuoi pensieri
 Prima come un gioco
 Alla ricerca delle mie curiosità
 Di un prezioso indizio,
 di una qualche reazione
 Che mi svelasse il segreto dei tuoi silenziosi occhi.
 Poi, più mi avvicinavo,
 più
 Comprendevo
 Che non era lecito indagare ancora.
 
 Di fronte a me
 Uno spirito altrettanto potente,
 Coperto d’argentei cristalli,
 Mi stava già regalando le sue timide verità
 Dando fiamma
 Ad una scintilla covata in un passato sterile.
 
 E intanto
 Venivano alla luce
 Le mie polverose paure,che,
 Come soldatini in fila indiana
 Facevano il loro vecchio saluto al cielo.
 
 In preda alla mia folle ambizione,
 Ho avuto paura
 Di essermi spinto troppo oltre,
 Non avendo nessun permesso
 E nemmeno il perdono
 In caso contrario
 Ma
 Ho rischiato lo stesso,
 Pieno della nostra simpatia
 Conscio della nostra sincerità
 E profonda collaborazione
 A sorridere a questa vita
 Consapevole delle necessità di entrambi
 In cerca soltanto di una sintesi d ‘Amore.
 
 E volgendo lo mio pensier a li occhi tuoi,
 Con la speme di un tuo sospir,
 Pare un fior in tutto lo suo splendor
 Come usciere alla mia porta
 E sì,ratto da un riso,
 Fui fatto mostra di cortesia e benvenuto
 Da colei che tanto move lì miei ardenti corpi.
 
        
                      
    
    
                      
      Valentina Sei così
 E sei speciale lo stesso.
 
 Dolce e bella
 Agli occhi di chi non ti conosce
 
 Ai miei
 
 Stella cadente
 Che brucia
 E fa piangere.
 
 La verità
 Dolorosa
 Piena della tua luce.
 
  L’Epoca delle passioni tristiIn quest’epoca
 Dove poche cose hanno valore
 Dove il tempo sembra non concedersi mai
 Trovo quanto mai utile
 Il mio viaggio.
 E su questi colli
 Dove percepisco ancora una volta
 La grandezza di quest’infinito
 Di cui gocce ne saremo sempre parte
 Voglio dedicarti
 La semplicità delle linee di luce
 Che i miei occhi
 Sfumano ad ogni colpo di ciglia
 Riscoprendo la grandiosità
 Del solo
 Poter vivere.
 
 Vorrei trasmetterti il senso di questo nulla,
 che priva il cuore di tristezze
 E rende libero lo spirito
 Dalle catene di Kronos
 Tanto
 Che sembra essersi addormentato
 In un imperituro sonno.
 
 Lo dico a te,o mortale bellezza,
 Sicuro
 Che le mie parole
 Non giungano inutili
 Spesso
 Ho avuto la certezza,
 Che il tuo vaneggiar
 Fosse frutto di una mente geniale e luminosa
 Che sa nel profondo avventurarsi
 Ma che poi
 Non trova scoglio
 Su cui aggrapparsi
 E cantar le tristi lodi del suo cuor.
 
 
 Su queste cime
 Il sentire
 Diviene padrone dei miei occhi
 Così che ho potuto riflettere
 E meglio apprezzare
 Il colore
 Che la tua,seppur breve,presenza
 Ha dato alla mia vita
 E qui
 Sotto la notturna custodia
 Di questa splendida conchiglia argentata
 Rinnovo la mia gratitudine
 Verso le tue rare parole.
 
 Vorrei regalarti la grandiosità
 Di questi momenti
 Che gratificano
 La nostra scialba esistenza
 Consapevole che la tua comprensione
 Sorriderà al mio verbo.
 
 Tutti noi
 Sempre dietro a qualcosa
 O a qualcuno
 Come timorosi della solitudine
 O di molto di più
 Tutti noi
 Sempre stanchi di vita
 Quando invece ne dovremmo essere pieni
 
 Se solo una volta ci fermassimo
 
 A chiudere gli occhi
 E ad aprire l’anima
 
 Ci si accorgerebbe
 Di essere avvolti
 Da una fitta nuvola d’acqua
 E che il sole
 Appare fioco e lontano.
 
 
 Solo allora
 Saremo disposti a procedere
 Attraverso il cuore
 E a porci la scelta
 Che, piena della nostra luce,
 ci indicherà il cammino.
 
 E che una mano dall’alto
 Ti porga quest’aiuto
 
 E dall’ harem in cui mi trovo
 Questo vento
 Ti porti la serenità
 Che qui,
 galleggia
 Tra le mie parole
 E che in tutti noi,
 nel profondo,
 sta
 Ma che porgli orecchio
 Così difficile
 Sembra essere
 Tanto che molti
 Preferiscono far
 Com’ il cane fa
 Quando vuole
 La coda
 Mordersi
 
 Mentre il tempo
 Detta la sua legge
 E la pelle
 Ne mostra i segni.
 | La mia condizione Nulla di più semplice
 È la mia condizione:
 
 solo,
 
 privo di viveri,
 
 vicino alla salvezza
 Ma non abbastanza,
 
 prigioniero
 
 Dentro il bivacco
 di questo ghiacciaio.
 
 Fuori
 neve e temporale
 minano la mia resistenza mentale
 di queste infinite notti;
 
 Ore d’angoscia
 Così
 Mi trovo a sperimentare.
 
      
                      
    
    
                      
      Di sera, un pomeriggio al calar del soleE’ a queste quote
 Che il mio vaneggiar
 Si tinge di una malinconia
 Senza umori
 
 Stagliandosi
 Su infinite distanze
 
 Riecheggia
 Ad ogni bava di vento
 
 La mia qui semplice presenza
 
 E il silenzio
 
 Diventa il mio impercettibile colloquio
 Con i padroni di queste terre.
 
      
                      
    
    
                      
      Un senso al non-sensoTempo,
 che giungi in me
 Senza nessun preavviso
 Come un fulmine,
 ti sento soffiarmi addosso
 Ma nel sonno
 Ti sorrido.
 
 Ma breve
 E’ la mia convinzione
 Stando sulla gobba di tutti
 Il bello
 E’ che non hai preferenze,
 la scelta è l’unico pretesto
 Per poter dire “ricordatevi di tutto
 perché ciò sarà il vostro futuro”.
 
 Non piangete
 Voltate le spalle alla paura
 E,sorridendogli,
 godetene i suoi frutti.
 
 Immergetevi in un prato al sole
 E cogliete più fiori possibili
 Facile.
 
 Vedete
 Non vi siete ancora accorti di nulla…
 
      
                      
    
    
                      
      SoloSolitudine
 
 Gravida ricerca
 Che si perde
 Per le molte strade
 Del regno
 Di cui sovrano
 È il dubbio
 Della conoscenza
 Che tiene alto
 A noi
 Il lume di quell’ultimo barlume.
 
 Al di sopra di tutto.
 Il ponte infinito
 Che divide
 Noi esseri umani
 Dall’essenza stessa della umana natura
 Si sgretola
 In innumerevoli sentieri
 Dove la scelta
 Diviene fondamento archetipo
 Alla felicità.
 
 Felicità
 
 Che stringe con mano
 Solo cuori
 Che privano
 Il loro peggior nemico
 Di abbeverarsi al calice
 Di colei che move tutti li ardenti corpi nostri.
 
      
                      
    
    
                      
      Trillo del DiavoloIl colore dell’anima
 Non ha sapore.
 
      
                      
    
    
                      
      Amore senza etàDolci
 Dardi
 D’affetto
 
 Sigillano
 Piacevoli incontri
 
 Ma dall’alto
 Dei miei doveri
 Tutto
 Si colora di un sapore
 Soffocato.
 
 Alla sola immaginazione
 Il diritto di assaporare
 Le più recondite fantasie...
 
 Nulle
 
 Sono le mie speranze
 Di spezzare il cerchio chiuso
 Della vita
 E di attingere così
 A candide labbra.
 
 Oltre il limite
 Solo la mie
 Irriducibili passioni...
 
      
                      
    
    
                      
      Statue di ceraO Imperituri Scompigli
 Dell’animo nostro
 Che tanto tormentate
 I nostri sentimenti
 Non trascuratevi
 Dietro a morbida cera
 Poiché il Tempo
 La renderà
 Coltre profonda
 E fertile terra
 Per eterne Paure
 Dissidenti al nostro Volere.
 
 O Uomini
 Di questo mondo
 Che tanto vi adoperate
 Per essere felici,
 in cerca di Verità,
 il più delle volte le vostre,
 volgetevi per un attimo
 Al di fuori del vostro raggio
 Dove regna indisturbata
 La sovrana Tolleranza
 Dove a fargli compagnia,poco distante,
 vi sono la regina di Cuori
 E il suo discepolo
 Cuor di Leone.
 
 O Piccoli Uomini
 Di questo futuro
 A Noi
 E’ rimasto l’arduo compito
 Di mettere ancora una volta
 Tutto in discussione.
 A Noi
 E’ stata data la possibilità,
 poiché l’èvoluzione culturale,
 di imparare dagli errori paterni
 E di costruire così
 Attraverso i nostri Figli
 Un Nuovo Mondo.
 
 Non saranno le nuove tecnologie
 Ne il poco tempo a disposizione
 E nemmeno gli improvvisi
 Mutamenti sociali
 A render triste
 Questo sorriso
 Poiché
 La nostra speranza
 Non si nutre di fervida immaginazione
 Bensì
 Di consapevolezza
 Fiducia
 Che noi tutti
 Prima o poi
 Ci si accorga
 Con quanta polvere
 Abbiamo reso triste
 La cristallina Voce del profondo
 E cieca la nostra fame.
 E di fronte allo Specchio
 Accettiamo per una volta
 La possibilità di non sentirci dire
 La solita frase.
 
 E così
 Abbracceremo
 Il male come il bene
 Tollerando ciò che non ci piace
 Amando ciò che non ci piace
 Trovando il Coraggio
 Di essere se stessi
 Forti così come Fragili
 Sensibili come Orgogliosi
 Tutti
 Alla ricerca di un’Armonia collettiva
 Che tiene mano
 A colei che move il ciel e le sue stelle
 E a tutti coloro che ne traggono
 Insegnamento.
 
 Ad Alice Stella
 Che brilla
 Di luce propria
 Illumina
 Il crepuscolo
 Di questi Eroi.
 
      
                      
    
    
                      
      Gli occhi del cuoreAmore mio,
 quante volte
 ho dovuto dire addio
 pensando che fosse l’ultima,
 quante lacrime,
 hanno conosciuto questo inferno,
 quanti occhi,
 si sono illusi di ciò che il cuore comandava
 quanti no,
 chiesi alla mia passione.
 Immagina un dio alato che
 dall’alto guardi il mondo così com' è
 e ci venga all’idea;
 se non ci fosse il cuore
 credi che gli occhi troverebbero il coraggio
 di comprendere, non so;
 Osservo colui che sogna,
 guarda le sue labbra come
 felicità gli comanda,
 vedi bene come il mondo in ogni cosa
 appare bello, così si mostra la grandezza dell’amore
 che lascia noi guardare il mondo donandoci
 il dolore dell’illusione e al tempo stesso
 la speranza
 poiché il mondo
 è al di là del bene e del male.
 
      
                      
    
    
                      
      Seduto sulla mia vetta….tuVorrei poterti stringere
 Forte
 Tra le mie braccia
 E sussurrarti
 Parole tremanti
 Al piccolo lobo
 Di quel meraviglioso mondo
 Dandoti la sensazione
 Di un mio prossimo ritorno.
 
 Ma lei
 E’ la sola
 E con le sue vesti
 Fa di me
 Quel che vuole.
 Di fronte alla sua immensità
 Mi si piega il capo
 E le parole
 Si svuotano
 Di significato
 Mentre un brandello
 Di carne
 Rosso sangue
 Sembra voler evadere
 Questo mio corpo
 Che a queste rare altezze
 Pare più
 Una nave
 Alla deriva
 Senza più gioie e tormenti.
 
 Desidero solo il ritorno
 Ma da queste parti
 Non è tutto facile.
 
 Lo sguardo
 Come pietrificato
 Si attacca
 A questa scialba campana
 E rapito
 Da visioni immacolate
 Mi dimentico
 Che il tempo qui
 È il mio conto alla rovescia.
 
 Preso da sconforto
 Mi scuoto un poco
 Ma scorgendo su di me
 Sovrumani silenzi
 Che come avvoltoi
 Svuotano
 I più lievi aneliti del mio cuor
 E soprafatto così
 Da un torpore mistico
 Cado a terra
 Come corpo morto.
 
 In preda a favolose visioni
 Come in una favola
 ...Scopro te
 Dietro un albero
 Che saltelli
 Lenta, lenta
 Un piccolo ruscello
 Da una parte all’altra
 Poi
 Lo fai più veloce,
 sempre più veloce
 Sempre di più
 E poi mi guardi
 Irresistibili i tuoi occhi
 Come sempre
 Pieni di provocazione
 E mi fai cenno
 Con l’indice
 Di partecipare...
 
 Risucchiato
 Da una vortice
 Di luce abbagliante
 Salto in piedi
 Di scatto
 Come nuovo
 Con il cuore impazzito
 E comprendendo quanto sia necessario
 Tra questi musei viventi
 Posseder granitica volontà
 Per non cedere al richiamo
 Di questa bianca sirena
 Su cui amo tanto vacillar.
 
 Così dicendo
 Mi apparve sfuocata tra le nebbie
 La tua figura
 E come un pittore
 Scrissi un quadro.
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