Poesie di Franco Pastore


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Percezione
Come può essere un caso
la bellezza del tramonto
quando la brezza increspa
ed i gabbiani salutano il sole.
Come può essere un caso l'amore,
ch'è motore della vita
e memoria che vince
il tempo e pur la morte.
Come può essere un caso
questo respiro eterno
che percepisco,oltre i sensi,
con l'anima che trascolora,
e, ad ogni aurora,
ritrova il senso della vita.
In questo "panta rei"
riconosco l'Eterno,
che nutre d'immensità
il mio "esser niente".


Lucia
Inseguo,
nella notte,
il tuo respiro,
vivendo del ricordo
dei tuoi baci.
Feriscono
i miei occhi
mille luci,
come se fosse un sogno
senza pace.
Sul mare,
la carezza del mattino,
ma non ho sonno,
solo freddo al cuore,
ritorno a casa mia,
ch'è senza amore.
Un sogno
ad occhi aperti
mi conforta:
ritorni vera e calda
più che mai,
ti sento,
sei con me come tu sai,
ti amo,
per quello che mi fai.
Ritorno in me e piango,
come un bambino:
stringevo tra le braccia
il mio cuscino.

Polichinelle (*)
Che forza
a navigar controcorrente
ed ignorare il riso,
che si nasconde dietro ogni sorriso.
Una cultura tiepida, globale
che tristemente arranca,
tra il nulla e il virtuale.
Chi sa qualcosa, oggi,
è un Pulcinella,
che fa un po' pena
e vive sulla pelle
il triste dramma dell'ipocrisia:
avere sogni è solo una follia!
La maschera
la porto in permanenza:
saltello, ridendo a crepapelle,
piango e m'inchino,
facendo Pulcinella.
(*) Il Pulcinella francese  

Se questi occhi
Se questi occhi,
che hanno tanto vissuto
dovessero chiudersi
all'improvviso,
se queste mani
che hanno tanto agito
dovessero fermarsi
d'improvviso,
se questo cuore
che ha tanto amato,
senza mai conoscere
il fuoco devastatore dell'odio,
dovesse cessare di battere
all'improvviso,
tu non piangere,
figlio mio!
Piangeresti sulla mia libertà,
sul mio ritorno al Creatore,
sul mio respiro d'infinito,
dov'è gioia il dolore
e le lacrime
pioggia fitta d'amore.

Se questa bocca,
che ha tanto parlato,
imparato, insegnato,
progettando nei sogni
e discorrendo di pace,
si dovesse chiudere
d'improvviso,
continueresti a sentire
la sua voce,
dalla mia anima alla tua,
giù, nel profondo della tua coscienza,
del tuo sentire,
del tuo essere mio figlio.

Sono ancora qua,
dietro la porta del tempo,
rinato per te…e per me,
che ti amo
più di quanto lo potessi fare
sotto il sole
e sotto le stelle.  

Ritual
E' nei momenti
teneri‚
che attivi
il tuo ricordo‚
e vai coi rimproveri
e aggiungi:
- Non lo scordo! -
E come un rituale‚
ti lasci poi andare:
prima‚
mi metti il broncio
e poi mi lasci fare.
Le ultime parole
le porto scritte in cuore‚
con gli occhi seri seri‚
dicendo
a tu per tu:
-Ti giuro‚
se mi offendi‚
non ti perdono più! -
Poi
tutto si fa tenero‚
vorresti dare il mondo‚
comprendi che la vita
è un attimo fuggente‚
un battere di ciglia
che vale
un'eternità.

Come il sole al tramonto
Perché
questa maschera
di rughe spietate,
sul viso,
mi stravolge
il sorriso?
Una voce profonda,
senza note di gioia,
come il sole al tramonto,
tra tristezza e la noia,
non ha voglia di dire,
di parlare d’amore?
Quante fitte nel cuore,
tra sconforto e vergogna,
d’esser solo passato,
che non vive né sogna,
solo tempo ch’è andato.
Una bimba, guardando
quella maschera grigia
tra il collo e l’orecchio,
grida forte: - C’è un vecchio
che piange come fosse un bambino,
sembra, mamma, un piccino
che ha bisogno d’amore!-
-Ma non c’è la sua mamma,
è un vecchio che muore!-

Νeάpoliς
Eterna è l’Urbe,
che non ha i tuoi vicoli,
dove la storia s’impasta con la vita
e forma un fiume
che corre fino al mare,
con i colori ed i sapori
che ti fan cantare.
È l’aria che ispira la poesia,
è dalla gente vera
che nasce la magia
di musiche e di versi,
che recano nel mondo sogni,
speranze e lacrime d’amore.
Non è miseria
che nasce dal dolore,
è nobiltà, fierezza nel sentire
il flusso della vita,
nel superare la morte col sorriso,
nel vivere degli unici valori,
che danno un senso
all’alba di ogni giorno,
alla scomparsa di chi ti è vicino,
al sorriso puro di un bambino
ed alla tenerezza delle mamme.

Il sorriso degli angeli
I vecchi
odorano di vecchiaia,
fanno sogni senza speranze
e mordono senza denti.
I vecchi
sono bambini,
senza essere bambini;
sono grandi,
che non fanno storia,
ma le raccontano le storie,
a quelli che sono bambini,
come loro.
I vecchi amano la vita
perché non ne hanno più tanta;
odiano i giorni,
perché passano troppo in fretta
e le stagioni,
che vivono come se ognuna
fosse l’ultima.
I vecchi
amano il cielo,
ma carezzano la terra,
da dove sono nati.
Il loro sorriso
è quello degli angeli,
quando le passioni tacciono
e rimane soltanto la gioia
di essere ancora vivi.

Joannes Paulus Secundus
Quando
l’ultimo raggio
brillò sopra San Pietro,
si chiuse per il mondo
una pagina di storia.
Lacrime di dolore
segnarono la gloria
di chi fece vessillo della Croce,
lottando per la pace,
con la pace.
Madre celeste
ammantalo di luce,
lui che, per lustri,
illuminò il mondo.
Nel nome tuo santissimo
condusse una crociata,
chiamò tutti fratelli,
potenti e poverelli.
Come novello Pietro
In nome del Creatore
portò per ogni dove
la voce dell’amore.
In lui parlava il viso,
lo sguardo aperto e il cuore,
la luce del sorriso,
la forza del dolore;
portò oltre la storia
la via dell’umiltà.

Ivana
Generosa
ti schiudi all'amore
ed io gemo,
suggendo il tuo fiore.
Poi ti tendi
e diffondi le note:
nel delirio,
s'arrossan le gote.
Le tue labbra
son calde d'amore,
come batte impazzito
il tuo cuore.
Mille volte mi chiami,
poi… svieni;
sfioro i seni
e languida vieni.
Il tuo sguardo nel nulla
si è perso,
sei la luce
del mio universo.

La Nuvola
Come
un bambino
addormentato,
con l’ombra
di un sorriso
e la carezza tiepida
del sole,
scivola verso il mare.
Ritornano all’azzurro
gli storni;
sul lungo letto
di sabbia,
l’onda
si riposa.

Mother of the sky
(A Giovanni Maria Palatucci)

Madre del cielo,
Signora del dolore,
Tu che baciasti
con infinito amore
quel Sangue benedetto
che cambiò nome alla morte
ed all’umanità la prima sorte,
io so perché l’aurora,
su questa terra atra,
vi ritorna ancora.
Sono i figli d’Abele,
che vincono la stirpe
maledetta di Caino,
che strazia e uccide,
come bestia immonda,
e lorda, scempia e gronda
di sangue di bambini e d’innocenti,
tenendo il mondo sulle braci ardenti.
E proprio quando tutto è incandescente
ed il dolore esplode e si sublima,
quando l’inferno è qui,
concretamente,
ch’il bene canta la sua vera rima,
che, spontaneamente,
dai cuori squarciati, come voci,
nasce di colpo dalle rosse croci
di Cristo e Salvo (1)
trucidati per la pace,
Giovanni e Giorgio (2)
che brillano di luce,
quella che accende l’alba
d’ un gran giorno,
dove nessuno scrive più sul vento
ed i valori nuovi,
sono cemento
di nuova umanità.

(1) Come Cristo si fece crocifiggere per l’umanità, Salvo D’Acquisto si fece uccidere per salvare dai tedeschi dei prigionieri.
(2) Giorgio Perlasca e Giovanni Palatucci che salvarono 5.000 prigionieri ebrei ciascuno, pagando con la vita, il Palatucci, nel lager di Dachau.

Non so cantare
Da te
mi viene il seme
di Calliope‚
dai tuoi messaggi‚
dalle semplici parole‚
oh madre mia‚
così poco amata!
Negli occhi tuoi‚
quell’ansia di soffrire‚
tra aneliti di vita
e la paura di morire‚
scacciata coi canti
e coi sorrisi‚
scrutando‚ di nascosto‚
i nostri visi
e l’orma dei tuoi sogni‚
mai condivisi.
Oggi‚
come solingo rudere‚
sulla sabbia grigia
del mio io‚
li capisco i tuoi sogni
e le paure‚
ma non so cantare
le tue canzoni.

The Voice of God
Dove esplode
il silenzio
e l’alba
giunge nebulosa,
in brandelli d’attesa;
dove
l’ego dell’uomo
ti grida:Non puoi,
ogni speme s’è resa!
Dove
occhi smarriti
ti lanciano angoscia,
più grandi del viso,

è Dio,
che ti parla
con l’amore
e la gioia d’ un sorriso

La Lupa (*)
Geme il tuo corpo
lì, nell'aria bruna,
nuda, ti vesti
coi raggi della luna.
Mugoli al vento,
le unghie nelle mani,
s'agita il seno:
l'oggi è già domani.
Pallido il viso,
senz'ombra di un sorriso,
e sul piacer voluto
le labbra di velluto.
Non c'è più via di scampo,
il tempo è ormai scaduto.
Nel cuore e nelle vene,
fuoco e ardor ti piglia
e per aver l'amore,
baratti carne e figlia.
Cieca nell'aia corri,
come un animale
tanto, c'è Nanni tuo
e solo questo vale.
Quel giorno,
al suo morire,
la scorse da lontano,
veniva per gioire,
recando fiori in mano.
Prese la scure e lucido
Si mise ad avanzare
tra il verde dei filari
dove dovea zappare.
La lupa vide pallido
il viso suo venire,
ma non avea paura
forse,volea finire.
Non arretrò d' un passo,
né pronunciò parole,
gli cose solo incontro,
come per far l'amore.
Guardandolo negli occhi,
gridò:- Meglio la morte,
se è questo che tu vuoi
accetto la mia sorte!-
Mentre sull'aia umida
il Nanni la uccideva,
su quella terra arida
il sole vi piangeva.
Sui campi di papaveri,
forte soffiò il vento,
gemiti di dolore,
tra i sassi e il firmamento.
(*) Trasfigurazione poetica della celebre
 novella di Giovanni Verga.

The Path of the Life
(Il sentiero della vita)

Sorridi alla vita
per un atto d'amore
e cresci e corri,
come un fiore tra i fiori.
Accarezzi le gioie del cuore,
e ti nutri di sogni ,
poi, ricerchi sublime e valori
e t'affanni ed impegni.
Vivi d'ansia, speranze ed attese
dall'alba al tramonto,
alla fine, si spegne la luce
e diventi un racconto,
un'immagine vana
d'un ricordo lontano,
che sbiadisce e si spegne
come un sogno perduto,
come gioia promessa,
che non hai mai avuto.
Poi,
si perde ogni traccia,
non c'è più chi ricorda.
Hai sofferto?
Hai dato?
Tu non sei mai nato.
Mentre un brivido atroce
dilania
mente, cuore e pensiero,
pensi a Dio, alla Croce
e riprendi
il pietroso sentiero.

Giochi d’amore
Dolcissime,
morbide,
calde,
che parlano d’amore,
dialogano col cuore.
Un piacere,
sottile,
mi prende
e mi perdo
nel gioco sapiente
del nido dischiuso.
Compare,
discreta,
la rosea compagna,
carezza languida
che bagna
di lucido piacere,
e ti fa bere
dal calice intriso,
che uso,
violandolo a mia volta,
distolto
dal viver quotidiano.
Invano,
non ho più difese,
più veloci delle mani,
più tenere del pensiero,
più generose del sesso,
impastate di peccato,
voluttuose,
spregiudicate,
vogliose,
sensuali:
le tue labbra.   

Ascoltami
Ti prego,
non soccombere,
teniamoci per mano!
Aiutami a sconfiggere
chi viene da lontano.
Non sono più la quercia,
che sfida forte il vento:
mi sento poca cosa,
guardando il firmamento.
Ti vedo un po’ più piccola,
sei grande nel mio cuore,
ma quasi non m’ascolti,
parlandoti d’amore.
No,
per favor, non piangere,
guardiamo insieme il mare,
quando sarai guarita,
riprenderai
a sognare.   

Irony
Aspetti sempre
che qualcosa accada
e cambi la tua vita,
all’improvviso.
ad una ad una,
compaiono sul viso
le rughe dell’attesa
e la speranza.
Tu guardi il sole
che risplende ancora
e li rincorri i sogni,
all’infinito;
sempre più solo,
e più sbigottito.
Se qualche sogno,
poi,
si realizza,
resti sorpreso,
come non fosse tuo:
non è il tuo sogno,
ma una cattiveria,
vissuta
tra fantasia
ed irrealtà.   

Desnuda
Il tempo si è fermato
sul tuo seno‚
mentre carezzo
la tua pelle bianca.
Sei calda
come il sole‚
di mattina‚
ti copri
con le mani
da bambina.
Non parli mai
quando ti carezzo‚
nascondi gli occhi
sotto i tuoi capelli
ancora soffici
E neri
come i miei pensieri.


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