Racconti di Josè Pascal


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Il diario di Neo
 

Accompagnami per favore

in questo inesplorato sentiero

che chiamiamo vita.

Aiutami a non dimenticare.

Vienimi incontro quando

il giorno seguente

avrò già cambiato idea e mi chiederò

il perché di quell’altra.

Sostieni la mia flebile memoria ed

altalenante razionalità.

Spero di non pretendere troppo.

Avrò cura di te ogni giorno.

Grazie caro diario

 

Comuncè, Giovedì 3 dicembre 2009

Caro Diario,

ormai è fatta! Almeno così si dice in questi speciali momenti, no?

Il grande giorno sta per arrivare. Eppure non so... Tu credi che dovrei parlare di un gran giorno o di un bel giorno? Forse i grandi giorni sono altri. Sono quelli che cambiano la vita di una nazione, di una comunità e si guadagnano un posto d'onore, con tanto di celebrazioni, nella memoria della gente. Io non credo che la mia laurea faccia di me un Clark Kent dei giorni nostri. Mettiamola così: il mio sarà un gran bel giorno per me ed i miei cari.

Niente! Neanche questo riesce ad acquietarmi e lasciarmi godere appieno questa personalissima vigilia. Ecco. Qui dovresti intervenire tu “diario” e fare la parte di quello che mi consola e dice quelle cose un po' scontate, ma che uno aspetta di sentirsi dire in queste occasioni! Non so del tipo: “Andrà tutto bene amico mio! Hai lavorato duro per scrivere questa tesi, sono sicuro che i professori te ne renderanno merito”. Dopo potresti accarezzare il mio orgoglio abbattuto, tentare di farmi “gongolare” un po' e dirmi: “Non sei onorato che il tuo correlatore, che è un'autorità del settore, verrà apposta da Toruà per presenziare alla tua seduta?” e per concludere una bella frase solenne che fa abbastanza scena: “Da domani sarai LIBERO - detto fra noi, sarò fin troppo libero! - dopo anni ed anni di SACRIFICI!”.

E qui ti interrompo caro diario, perché non son sicuro che l'eguaglianza studio = sacrifici sia valida. Da quando ero bambino infatti, i miei genitori non hanno fatto che ripetermi che andando a scuola non facevo altro che il mio dovere. Ora che ci penso, forse avrei potuto farlo anche meglio questo dovere! Sarei dovuto diventare un ingegnere aerospaziale o un grande estimatore dell’arte del sapere, anziché un esperto in politiche per lo sviluppo locale con la passione per la sociologia e per l'uomo così limitatamente razionale!

Lo sai, ho sempre avuto in gran conto la signora Conoscenza. Mi son lasciato affascinare da ognuna delle sue doti, mantenendo sempre la mia curiosità sull'attenti pronta ad impegnarsi in ogni nuova esperienza. Ma quanto ancora non conosco e potrei apprendere!? Un mio caro amico mi confidò una volta che la chiave della vita è racchiusa in questa frase “sapere, saper fare e far sapere”. Ti lascio riflettere su questo, magari capisci prima di me come arrivarci.

Scusami se come al solito divago! Con le mie parole credo di riuscire a ingarbugliare anche i tuoi  pensieri che, beato te, sono così semplici!

Ritornando alla laurea, penso che sia un traguardo importante. Certamente lo è per i miei genitori. Dedico a loro tutto questo e spero che ogni cosa vada per il verso giusto.

Ora devo concentrarmi e ripetere la “lezione” (questa volta la mia!) in questa ultima notte da studente. Ma quanto è difficile mantenersi calmo e far finta di non avvertire il soffio della tensione.

Mio Dio sto per laureami! Fammi un in bocca al lupo caro amico!

 

Comuncè, Sabato 5 dicembre 2009

Buondì mio caro,

scusami se ieri non mi son fatto sentire, ma ho avuto un bel po' da fare fra laurea, parenti e ricevimenti. Sappi però, che ti ho pensato tanto.

Sono felicissimo!!! Come nei migliori film, il finale è stato inaspettatamente perfetto. La commissione mi ha attribuito 110 e lode e all’unanimità i professori mi hanno chiesto di continuare gli studi e di pubblicare quanto prima il lavoro di tesi. Tutti i presenti hanno applaudito la mia proclamazione e non nego che in quegli istanti mi sono sentito come una star. Sono tanto felice soprattutto per i miei genitori e per Ederì. Grazie a loro ho potuto realizzare questo sogno.

Sono lusingato, orgoglioso e soddisfatto per il risultato che ho riportato, ma non ti nascondo che ci sono momenti in cui penso di meritare questi onori. Sono ben conscio di avere molte lacune da colmare e tanto da imparare. Di sicuro ho dato il mio massimo quest'ultimo anno. E' stata dura conciliare studio e lavoro. Aspetta aspetta, so già cosa stai pensando! Ti illudevi che una volta laureato sarei diventato meno bacchettone? Ora sono adulto, ho un motivo in più per essere petulante..Prenderò un appunto, ok?

MEMO: per le prossime volte, conciliare gli impegni in modo più proficuo!

 

Ma in fin dei conti la colpa non è la mia. E' l'Università che non ci abitua al rigore e all'ordine. Tocchiamo un tasto dolente, adesso! Non voglio raccontarti per l'ennesima volta le leggende sui famosi esami facili, sulle tesi- flash scritte in un mese e sulla preziosissima arte del copia e incolla. E quante volte si fa in modo di aiutare qualcuno a prendere quel necessario pezzo di carta (e con voti di tutto rispetto, eh!). Ci sarebbe da disperarsi se ci si soffermasse a pensare che questo è solo la punta dell'iceberg della Scuola italiana.

Confesso, mi sono comportato esattamente come quelle mamme che sembrano dover tacere un rimprovero e invece in un attimo ti fanno capire che quello è solo l'inizio! Le mamme, non finiscono mai di stupire, sono anche delle esperte conoscitrici degli artifici del discorso!

Sono davvero un gran piagnucolone, ma permettermi di sfogarmi almeno ora che sono dottore. Abbi pietà di me, ho perso il mio status di studente e ho a mia disposizione ancora pochi giorni   prima di dovermi definire “un disoccupato”!

Comunque oggi non mi va di continuare ad angosciare me e te con le avventure storico-politiche che hanno impoverito il nostro sistema educativo ..e un po' anche le nostre menti. Basta così, oggi è festa caro diario!

Vedo già fosche nubi di inquieti pensieri all'orizzonte. Mio caro amico, prima che mi raggiungano vado subito a rintanarmi sotto le coperte, nella mia rassicurante casetta nel mio tranquillo paesino.

 

Comuncè, Martedì 8 dicembre 2009

Sera a te, archivio dei miei pensieri.

In questo lungo week-end di festa ho avuto modo di riflettere e pensare al mio futuro.

Solo pochi giorni mi dividono dalla bramata proclamazione e già sento che la signora Responsabilità mi guarda con aria di disappunto. Prima d'ora non mi ero mai sentito così “precario”. Quando ero studente le mie giornate erano scandite da lezioni, esami, seminari, incontri. Adesso invece non riesco a trovare dei punti di riferimento, delle date precise, degli obiettivi a breve e, peggio ancora, a lungo termine.

Sì, lo so che questa è una normale fase transitoria e che ci vorrà un po' di tempo per abituarsi a questa nuova condizione (oh, spero non sia così definitiva questa condizione). Intanto, come tutti,  ARRICCHISCO la mia formazione, ALLUNGO la mia vita da studente e aspetto con ansia che arrivi anche il mio turno per il famoso ingresso nel mondo dei grandi!

 

Comuncè, Mercoledì 9 dicembre 2009

Good evening my secret book,

questa mattina ho parlato con la prof. della tesi e mi ha proposto di vagliare l'opportunità di concorrere per il dottorato. O meglio mi ha consigliato di pensarci su. E' un biglietto di sola andata per un paradiso artificiale e lei lo vive sulla sua pelle. Laureata con il massimo dei voti, dottorata in economia politica, precaria e pendolare tra Comuncè e Toruà; non poteva assumersi la responsabilità di spingermi ad occhi chiusi verso questa nuova dimensione. Comunque, la sua proposta mi inorgoglisce, anche se l'idea non mi aveva mai sfiorato prima.

Dovrei studiare per le prove d'esame di chissà quale città, augurarmi di vincere una borsa di studio, sperare di non imbattermi in commissioni corrotte e auspicare che per tre anni vada tutto per il verso giusto. Potrei anche farcela a sostenere questo carico. Ma il mio povero stomaco sopporterebbe l'idea di intravede uno spiraglio lavorativo non prima dei trent'anni, sospeso nel mondo dei contratti aleatori, elemosinando per un rinnovo e sognando un concorso per assunzioni a  tempo indeterminato?

Di sicuro sarò pessimista, forse mi fascio la testa prima di romperla, probabilmente non è quella la mia ambizione, di sicuro non voglio vivere una vita flessibile. Eppure sono figlio di “bim bum bam”, dovrei saper tener testa allo sconforto e affrontare la vita come l'entusiastica Pollyanna che  trovava sempre il lato positivo delle cose!

Quanto mi riesce difficile in questi momenti!

Notte caro amico e scusami se mi sfogo con te, ma sei l'unico che possa capirmi in questo strano periodo. La notte mi cullerà fra le sue braccia, mentre il brillio delle stelle mi donerà quella serenità che tanto vado cercando.

Magari domattina ci sarà qualcosa di nuovo per me.

 

Il tuo speranzoso e intraprendente

Neo, il laureato


Lettera alla Sussidiarietà

Comuncè, 13 maggio 2010

Cara Sussi,
... mia cara. Dove sei? Quando verrai a trovarci?
Devo confidarti che a volte sembra che tu non ci sia mai veramente stata. Ormai sei solo un bel ideale mai realizzato. Parrebbe proprio che il nostro caro signor Bene Comune interessi a pochi, quasi a nessuno, affogati come siamo nell'indifferenza individualista.
Dal altro canto è pur vero che è difficile esserti veramente amico. Esserlo comporta che ciascuno debba preoccuparsi anche dei problemi altrui o perlomeno che si contemplino questi ingombranti altri nei propri progetti. Bada bene che non sto parlando degli emarginati, dei diversi, dell'onnipresente bambino africano con il ventre gonfio che ormai non fa più effetto a nessuno. Quelli non hanno fascino, non sono trendy, sono OUT!
Mi basterebbe che chi decide di esserti amico imparasse almeno ad aver rispetto per il suo vicino, per l'autista che guida il bus che ogni giorno lo porta al lavoro, per la cassiera del supermercato sotto casa (ma poi, esistono ancora questi "supermercati sotto casa"?).
Meglio emulare il folklore dei belli, le usanze dei ricchi, di coloro che ostentano in tutto, i vincenti di turno, che il pianeta lo strapazzano senza nemmeno accorgersene e non riescono neanche a guardare al di là del proprio naso (per dirla alla Mary Poppins!).
In questa società vetrinizzata, dove tutto deve essere bello, attraente e sempre giovane, tu Sussi non ti sei mai sentita a tua agio. Prima ti sei arrovellata il cervello con i tuoi complessi, tentando di capire perchè la pensassi in maniera così differente dagli altri. Ti sei sentita esclusa, addirittura quasi di troppo.
Poi crescendo hai creduto in te stessa e combattuto per i tuoi princìpi. Ma per farlo fin in fondo avevi bisogno dell'aiuto degli altri. Tuttavia solo apatia, incuranza e rassegnazione ti erano affianco. Hai deciso di espatriare in cerca di altruismo, senso civico e comune memoria.
Cara Sussi, se sei riuscita nella tua ricerca, aspettami, sto venendo da te. Mi attenderà un viaggio lungo e tortuoso ma ci proverò comunque.

Eccomi Sussidiarietà sto arrivando.

Il tuo umile e speranzoso amico Josè


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