Racconti di Alessandro Morelli


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Riflettere
Come una goccia che cade in un solco scavato da precedenti nubi, cosi
è arrivata.
Il solco era arido, come quei calanchi che si intravedono nei paesaggi
più secchi. Ecco la goccia, non fa più male, le precedenti inondazioni
hanno lasciato traccia del loro passaggio..
Quasi mi da fastidio questo senso di menefreghismo; non mi sento
irritato per ciò che ho saputo, ma del fatto che ormai non mi interessa
più...
Eppure l'abitudine non c'è, ed ecco che sbuca il tempo; sembra quasi
un polverone che si innalza per posarsi sulle ultime tracce residue;
ora mi viene in mente quando il passaggio fu appena marcato, si, è
proprio cosi, non mi appartiene più.
Eppure sono qui e penso, penso e mi ritrovo ad essere dentro una gara
d'atletica. Il corridore dopo lo "start" fugge e corre sempre pìù
diritto verso la meta.. la gara è a due, e l'altro, che sono proprio
io, calca la pista con estrema comodità, si guarda attorno, è ancora
indeciso se correre o meno, però sta li e quasi passeggia... Se un anno
fosse un minuto, il corridore che è in testa ha cinque minuti di
vantaggio, perchè l'altro, in cinque minuti, ha fatto davvero poco
tracciato..
La meta è vicina e ormai la vittoria è ad un soffio, ma il corridore
che è dietro che fa? Ora ha deciso di correre e lo fa sempre più forte,
a grandi falcate, corre corre...
E corre sempre di più... all'improvviso c'è una voce che si alza
imponente e dice: "Attenzione, questa non è una gara e non vince chi
arriva primo, nessuno vince".
Ora ho capito che bisogna riflettere.

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