Poesie di Alessandro Monticelli


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Alessandro Monticelli (1973) nato a Sulmona (AQ)
ha pubblicato le raccolte poetiche:
"Medicine Scadute" - Mauro Baroni Editore (Viareggio) - 2004
"Made in Italy" - Edizioni Progetto Cultura (Roma) - 2004
"Favole da un Manicomio" - Il Foglio Editore (Piombino) - 2006
2° edizione 2007

Suoi testi sono pubblicati su diverse antologie e riviste letterarie
<Ellin Selae> <Prospektiva> <Il Segnale><Tratti><Il Monte Analogo> <Inverso> ecc.
Dal 1999 inizia la sua poliedrica attività artistica, esponendo nel duo Monticelli&Pagone
nelle maggiori città italiane in gallerie e musei.

www.alessandromonticelli.it 
http://www.dictamundi.net/Poeti/Monticelli.html 
http://poetrydream.splinder.com/tag/monticelli 
http://isla_negra.zoomblog.com/archivo/2008/12/08/ 
http://www.poiein.it/autori/2009/2009_03/18_Monticelli.htm 
http://meteodiario.blogspot.com/search/label/Monticelli 
http://comtezeta.blogspot.com/search/label/monticelli
http://www.labileabile-traccia.com/rivista_0000d5.htm
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2007/03/02/libri-giuntimi-rubrica-2/ 

 

Comunicato Stampa (notizia dell'ultima ora)
A Roma in centro
In una traversa di via Cola di Rienzo
C'è una camera d'albergo.
Lì ho lasciato tracce di (se)me
Parole di vetro
E una noce da rompere
Per scoprire il suo frutto cristallino di mielamaro
Dal sapore segreto che smarrisce.

Si dice che l'abitudine alla decadenza
Porta a fiaccare il senso del rimpianto.
Ma alcuni fanno eccezione.

Perché nella vita e nelle cose dell'amore
La passione non è mai sufficiente
Ci vuole il talento.

Grazie per l'attenzione.

Ti sei allontanata con dovizia di particolari
E il passato puntuale e noioso
Ora mi incalza in forma di ricordo,rimpianto
di rimorso.

Ma la mia vera malinconia e' quella del futuro.

Il suono di quella nota tenuta a lungo sulle labbra
E che poco prima dell'applauso si spezza.

Stazione(interno bagni)
Lo colse l'odore acre di sperma e intenso di urina
dei bagni della stazione.
Sui muri numeri telefonici che promettono
Di esaudire ogni più intima e perversa richiesta.
Persone che si offrono come bestie da immolare
Sull'altare del sesso a pagamento.
Nella memoria ritornano i volti delle donne con cui è stato
Volti trasfigurati,pietrificati,sanguinanti.
E i loro nomi che come insegne al neon di motel malandati
Lampeggiano tristemente o s'illuminano a metà.
Si sedette ad aspettarla, lei come sempre puntualissima
Nei suoi ritardi.
La sera togliendole delicatamente le mutandine si sincerò
Del fatto che i suoi capelli biondi fossero naturali.
Intanto un nuovo giorno iniziava
Impossibile fermarlo.

Quando ti bagna la pioggia di altre città
Ti senti più solo.
Così come si attraversano due secoli
Ma senza capirci molto, in fondo.
Ovunque si arrotolano banconote
Per tirare su bianche rovine di imperi
Persi sotto il sole dove si crogiolano
Lucertole con il seno rifatto.
E siccome i sogni si avverano solo quando dormi.
Arrivammo a Ninive che si era appena fatto giorno.

Si torturava l'anima con un sogno di perfezione
Il suo era un lavoro raffinato costruito per l'aria.

Quando parti' fu un lutto albino
Ed i visi contriti degli astanti
Si mutarono di rugosita' luminescenti.

Cosi'tutto quello che abbiamo improvvisato sognandolo
Alla fine si somma e si confonde
Nell'ingorgo di noi.

Adesso scusa ti lascio
Non c'e' piu' campo
Sto entrando in galleria.

E il giorno dopo il dubbio
Ti tira piano la giacca per strada.

Origlio i discorsi dei cuori
Perchè il mio non ha più voce.

Cosi' a volte il ricordo
Mi trapassa e va oltre.

E raramente si ferma e mi fa compagnia.

E allora mi pento d'essere voluto crescere.

Fu una carezza fatta con le unghie
Che mi svelo' il valore estetico dell'egoismo.
La verità provvisoria dell'amore
La pelle fragile.

L'espressione lasciva d'una compagna d'orgia
Nelle ore di certe notti che si contano come
Denti radi di un vecchio pettine.

Ma il fascino dell'uomo è nell'imperfezione
E poi d'estate a fine giornata la vita
Sembra avere sempre vent'anni.

Non aspettarmi.
Inselvatichito da parole che affaticano il petto
Mi addormenterò in un nido segreto
Fatto di carne e supplicante desiderio.

Non preoccuparti.
Questo è un dolore che si dimentica subito
Come labbra appena nate che succhiano dai seni.
Come bacio ardente che illumina la pelle
Di labbra mute semplici e sconosciute.

Non aspettarmi.
Perché ieri ho voluto tutto il mare in una fonte
Ed oggi mi perdo in un bicchiere d'acqua.
(…mi bagno a malapena le labbra).

Letter from home
In questo mutuo disordine gli ultimi istanti di gloria
Permeano i tetti delle chiese, delle moschee, delle sinagoghe.
Prigioni di vetro dalle serrature di sughero
Che custodiscono anime di porcellana di una commedia autunnale.
Altrove in un tempo inedito, nascosto,di luce brulicante tra le foglie
Si agitano insospettati oppositori dello scintillio estivo
Sui sudici sanpietrini romani.
Ma resta in un respiro di pece
L'isolato rumore di passi in una fredda domenica mattina verso casa.
L'odore di legno antico che emana da una mela tagliata a metà.
Che dirti?
Come animale prima che la terra tremi…..lo sento.
Ora che vivo in quella casa a pochi passi da Alexanderplatz
E mi tengo ben stretto tutto quello che non conosco.

A Bucarest ha appena smesso di piovere
E l'Air Force One svetta alto e calmo
Sulle nostre teste.
Di sera la precarietà dell'amore taglia
Come un coltello e le gocce di sangue
Impastano la bocca di amanti al telefono.

Stiamo camminando verso regni più bassi
Dove prendersi veloci come cani chiusi in un garage.
Ma a volte il corpo chiede ancora un po'di anima
Per tutti coloro che credono di non averne bisogno.

Memento vivere
Sprimaccio il cuscino
E mugghiando ad intermittenze
Pilucco pensieri e parole.
Le ultime degne di nota sono state:
<<Non sei che un chiodo entrato storto
             Nel legno della mia vita>>.
Escono dalla scena con grande magia le donne
È la loro arte la loro prestidigitazione
Al confronto i nostri numeri sono niente
Neve sfiorita ai margini del marciapiede.
Amare e potermi dire amato questo ho voluto
Chissà se ci sono riuscito.
Un' alba misera spunta su tutto
Comprese puntute signore in delirio
Per le note di questa piccola sinfonia
Di un re minore.
Io nel frattempo mi alzo e pronuncio un nome
Come se fosse possibile preferire una rosa
Ad un'altra rosa.

A fine stagione
Cerco un luogo dove posare con calma la guancia
Avrei pensato contro le tue cosce aperte
O su di un sorriso che passa senza voltarsi.
Perdonatemi ma ho dimenticato tutto
Il suo profumo quello della sua pelle
E il suo profilo dove si specchiava il cielo.
Questo week-end è un complotto di cristallo
Che riluce su filamenti di sangue appassiti.
Le notti si increspano come il mare
Ma se le sue onde si ritraggono dalla sabbia veloci
Io rimango aggrappato ad essa
Come spuma bianca che resta orma.
Lo so, è una cosa semplice,una sciocchezza
Ma ha un suo valore e volevo dirvelo.
Perché tutto ho dimenticato
Tranne l'amore.

Inutile dire che ho incontrato la felicità
Almeno un paio di volte, ma non mi ha riconosciuto.
Io invece ricordo i volti appiattiti,anemici,farmaceutici
Di chi restituisce i resti di amuleti perduti,scivolati
Dalle mani sudate durante il viaggio.
Viventi precari, ospiti a tempo determinato di una vita.
Perciò ho smesso da un po' anche di imprecare un dio
Dannato quanto me.
Reo anche lui di aver commesso un unico grande sbaglio
Aver puntato su di noi sin dall'inizio.

In tavola pieta'(nze) servite su piatti d'argento.
Rischiarate dalla nudita' imbarazzante di un rosario
Dai colori sfiniti di stupore notturno.

In camera i tuoi fianchi vivi
Tradiscono fruscio d'ombra sul muro accanto al letto
I corpi sono onde in controtempo
E il desiderio viene soffocato dalla carne.

Sul comodino un libro nel quale mi sono perso a meta'
Piu'o meno come nella vita.

E tutto questo e' gia' tanto.
Ed e' quanto.

Se mi guardo attorno Dio sa benissimo come stare in silenzio.
Identico a quello di cui sarà piena ogni stanza ben chiusa
Dove decideremo di vendere le nostre anime.
Quel silenzio sarà il tragico sottointeso della disperazione
Perché le parole a volte non vogliono proprio dire
Ma solo trattenere il senso e niente di più.
Così sono stato la giovane mano di mio padre
Che nella tasca muove spiccioli e palline di cotone.
O il chirurgo che opera con bisturi di ghiaccio
In un giorno di metà agosto.
O il lavoratore notturno che non può
Spogliarsi per riposare.
Ma tutto questo l'ho dimenticato a memoria
Ora che è tardi e non ho più fretta.
Ora che la tua bellezza respira anche fuori dal tuo corpo
E certi vizi come i giorni
Si staccano solerti dal cuore
Inizio di una vita in levare.
Mi sposto vicino la finestra giusto in tempo per vedere
Nella stanza la ragazza piangere nei suoi lunghi capelli neri
Macchie di caffè sul foglio bianco sopra la mia scrivania
E il clacson di una macchina che si incunea con precisione
Tra le note di Insensatez.
Poi in bagno spremi fino in fondo
Il tubetto del dentifricio.
Perché la vita costa in tutti i sensi.

Grazie Mr. Cohen
È un pensiero percotente
Coagulatosi in questa via crucis dell'intelletto
Che le parole ostinate come stalattiti
Non riescono a penetrare.
Difendi il corpo portando le mani al viso
Ma l'onda nel tuo bicchiere
Si infrange sul vetro senza farti del male.
Quando arriverà l'odio col suo pacco
Ricordalo
Impediscine la consegna.

Nel femore della felicita'
Il ricordo e' uno strappo muscoloso della mente.
Una piccola notte infinita vedova di stelle.
E' l'istmo che lenisce promesse non mantenute.

Certo, un giorno il tuo sorriso sghembo
Confermera' una temprata verita'.

Ed allora nelle abissose stanze dei ricordi smarriti
Si cercheranno con grande affanno
Mirabilia dimenticate
Discorsi abbandonati
Frasi nascoste.

Ma io sapro' come oggi
Che da sempre l'amore
Nasconde le forbici aperte dell'abbandono.

Come splendore inutile di valuta fuori corso
Anche oggi la croce proietta la sua ombra
Sulla bellezza che passa di letto in letto
Ansante di carnalità tellurica
E franante nel giardino dei supplizi d'amore.

Dietro le spalle il giorno appassisce
Come latrato di cane che in lontananza
S'indebolisce.

Leggo di Rothko che nel 1970 a 67 anni
Si suicida nel suo studio tra un blu e grigio
Un arancio e viola, rosso marrone e nero.

E forse anche oggi soprappensiero
A chi ho parlato ho detto verità più del previsto.

Ho rispetto del sangue che ha sempre lo stesso colore
Ho rispetto per l'odore della povertà
E di chi sa parlare agli altri e li sa ascoltare.
Ho rispetto per quelle persone che dopo aver toccato
Tanto male hanno le mani più pure.
Della poesia che non muta nulla perché nulla è sicuro
Ho rispetto di chi ha sempre amato ciò che non può dire
E della sconfitta che sta nella paura di chiedere all'altro
Se ci ama.
Ho rispetto delle preghiere che difficilmente salvano le vite
Di chi ci abbandona chiudendo le palpebre
E di chi è in cerca di un passato che non causi più dolore
Ho rispetto del perdono e di colui che lo sa donare.

Di queste cose ho rispetto e di altre ancora
Ma soprattutto delle cose più semplici
E che purtroppo si imparano sempre alla fine.

Il giovane studente si addormenta
Il vento caldo dalla finestra aperta
Sfoglia le pagine e continua a leggere per lui.
Nella memoria si fanno passi indietro,a lato
Dove si vuole,nella memoria non ci sono direzioni.
Ognuno percorre una strada passata
Ma che strada è se non ti riporta a casa?
La stanza della tua casa è d'oro e bianca
Chiusa alle mie intenzioni e ai desideri
Di letterature spontanee come erbacce
Tra le fessure del cemento.
Lì dentro costruisci anche tu lo stratagemma
Del cavallo di legno, per ingannare chi aprirà
La porta dopo di me.
L'arte di perdere si impara facilmente
Ed è il peso di tutto questo che si regge tra due parole.

Incapace
Sulla scala Richter dell'amore
Ho perso l'equilibrio molte volte
E rovinando sulla torba insepolta dei sentimenti
Mi sono salvato.

Ho imparato così a mettere radici in aria
Come i fulmini
A passare veloce come fascio di luce
Sulle finestre alte di palazzi in costruzione
Ad ascoltare il respiro maligno
Su di un battito d'ali.
Orfeo sciagurato che si volta senza perdere nessuno.

Ma il respiro sta nel pensiero che io dimoro in te
Senza che tu la sappia
Inquilino segreto che quando di notte
Chiudi gli occhi si addormenta nel tuo corpo.

Però, non so dimostrartelo.

Queste, sono cose così vere
Che esistono solo con le parole.

Alla fine abbandonato dal sole
In un campo affogato dalla pena.
Restava leggero negli interstizi di un fascinoso niente
E nelle increspature delle parole che si affacciano
nella quiete di un mattino che si perde.
Tutto ciò che di giorno scriveva sulla sabbia
Di notte il mare lo cancellava.
Intorno case avvolte dal silenzio
E in quelle stanze le alte e basse frequenze del suo umore.
Ora, in blasfeme solitudini
Persiste l'eco nitida, acuminata della voce postuma.
Se si potesse scegliere, come allora
Diremmo Barabba.

Tocco il tuo corpo come fosse un braille
La pelle e i muscoli si stendono
Come fili d'erba nei campi quando il peso
Della neve si scioglie e va via.
Uniti in questa di-stanza
Le parole sono fulmini deboli
Gli sguardi quelli di figli bastardi
Nati dal seme di genitori
In viaggio su treni merci.

Con gentile indifferenza
Aspiriamo ad un certo tatto
Incassando i colpi da professionisti
E vivendo anche oggi un tipo
Di morte leggera che poi passa.

Mi siedo all'estremità del letto
Tra il mio corpo nudo e l'eleganza dei tuoi piedi.
Sicuro che l'amore è il segreto che mentre dormi
Una delle tue mani chiuse nasconde.

Belvedere o passaggio
Lavavetri inconsapevoli
Turisti in sandali e calzini
Una piscina condominiale piena di foglie.

E tu che scrivi sul cristallo
Appannato dal fiato
Un "per sempre"
Che venti secondi è durato.


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