Poesie di Mirko Mondillo


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Poesia Cortigiana I.
Or di qua, or di là,

or sui tetti, or nella viscere della città,
va il mio pensiero, che te ha come metà.
Mentre vivo, quando vivo, quel che amo

è il respirar di te, che m'irradia d'amore,
accendendomi di speranza il cor.
Va il mio pensiero, cercandoti,

ma è sempre ostacolato.
Da lastroni, da colonnati e da contrade.
Chi potrà riunire le
nostre scintille in un'unica fiamma?
Ardo, ma il cor m'è sempre amaro!
Lontano e distante sono, ahimè!
Va', mio pensiero, vai da lei, volando sulle nubi,
squarciando la nebbia, accecando il sole,
vai da lei e annunciale che sono morto d'amore!
Che son morto d'amarezza!
Annunciale che la sorte m'è stata nemica
perchè come latte e miele non c'ha creati..
Va' e dille che l'amo!

Dietro il ceruleo.
L' occhio d' azzurro venato,
dipinto, Druso mio,
la sua melanconia,
non puoi comprendere,
nemmeno l' offendere
che la sua anima
dovette nascondere.
Un batter di denti,
l' azzuffarsi dei venti
è il suono del blu
che tu non comprendi,
che con un gesto
d' amore, Druso,
offendi.
Lo specchio del dolore,
il ceruleo colore
degli animi ardenti.
Menti, non puoi capir
il morir silenzioso delle loro
vite, la lite dell' azzurro
che cresce cresce,
si pasce di tracce
di un ricordo di pace
mai avuto, temuto
dal loro cuore muto,
orgoglioso,
Druso mio,
dal loro cuore umido,
turgido che poco conobbe
la felicità di star
al di qua della tristezza.
Dietro l' azzurro
- d' odio scudiero -
l' azzurro,
dietro l' occhio,
non puoi scorgere
l' intimo altare,
Druso caro,
un amaro veleno,
un arcobaleno - mai! -
sereno, di nero
variegato, piegato, votato
allo Scorpione,
maestoso padrone,
diabolico pendaglio,
un taglio nel cuore,
sudore di sangue,
la morte che langue
ardente piangente,
una nemesi irata,
una caldera di rabbia,
un golem di sabbia,
la gioia spirata,
no, non puoi
scorgere l' intimo
altare dell' occhio
ceruleo, d' amore
reietto: quello
è l' infimo aspetto
dell' azzurro oscurato,
Druso mio
- un oscuro valletto
nello specchio del mare:
il tesoro del blu
un maledetto altare.

Timore d’assenzio e dolce miele
(rifacimento di Folle furor).

Balsamo per gli occhi e per la vita
è il tuo viso. Se solo averlo potessi,
come balocco tra le mie dita,
colorerei il cielo con nuovi gessi.

Lascia che l’inno ti colpisca forte
- quest’inno sonoro di strofe sorde.
Come polvere di foglie già morte,
vola e fatti attaccar dalle sue orde.

Non temere l’assenzio e’l dolce miele
che l’amore ti offre con tanta astuzia;
odiarlo? No, non ti tenta con del fiele:
soffrirai se paventi la minuzia.

Ama davvero, ama e sul mondo avrai un posto
- un uomo - in cui per te sarà sempre agosto.

Libertà catoniana.
Duro è l'attacco, t'è acre la sabbia,
già, nell'alma, assapori la bile.
Ti tien sulla terra la tua rabbia,
che sprona a fuggir idea sì vile.

Idea di dardo rio nella tua vesta,
che furente for ti caccia l'alma,
che giù nel Lete getta le tue gesta.
Se lasci, sia senza soldo la salma!

Restare: nuda ombra di ragion
più non vedi campar sulle mura.
Stipa lo spirto nella sua magion,
non bramar, ora, la sepolcral cura.

Non darti morte, discepol d'Achille:
otteresti sol le tetre Ville.

Folle furor.
Balsamo per gli occhi, e per la vita,
è lo viso tuo. Magari io potessi
averlo come dono tra le dita,
potrei castra limitare coi gessi.

Errante nell' età lasciasti segno:
in quest' animo mio, a tiepida cera
simile, un' orma tua cara tegno,
che contro le estati lotta fiera.

Mi infusi nel petto di te follia:
è dolce posar il cor in isto fallo.
A omo spregevole questo parìa pazzia
chè a immiserir il Genio fe' callo.

Se divo o dimonio devo lodare
non so: se per su o giù imparai a amare.

Odio altrui.
Da sì fatto sinistro morbo color
fur presi che hanno core di cervo,
quelli che per godersi la vita d'Or
disprezzarono dei destri il nervo.

Bellezza guastaron per laid'orrore.
L'Esser del più quieto hanno bruciato
' tosto che saggiar l'inutile Amore,
in ei angustiato , troppo martoriato.

E' cosa dura subir ciò che dovette,
costretto a fuggir la Ragion , ver peso.
Quando capì che un Fiera avea strette
su egli le bocche, non quieto s'è reso.

Tempo non fu di Asclepio seguace
poichè nella Fiera ancor v'è brace  

L'Odio nella Riconoscenza.
Non è una cosa facile,
è il più ricercato,
come un fuggitivo,
come una volpe,
è talmente odiato che anche la Pace
muoverebbe Guerra contro questa cosa,
tant'è la sua
opera, capace di invogliare, di ingolosire, che
le opere diaboliche, al confronto, nulla sono.
E' odiato, ma pur sempre ricercato.
Le persone sanno che è una Male, il
più infido tra gli esistenti, eppure
passano la vita, che a parer loro
sarebbe nulla senza quella Scintilla, a cercarlo.
Molti ne hanno scritto le lodi, anche Questo,
nessuno si tira indietro dal farlo.
E' malefico, porta la peste nel Cuore e
di pestilenze circonda la Ragione;
eppure le persone Lo cercano.
E' un male ricercato.
Il più ricercato.
E' l'Amore.
La cosa più immonda che Dio potesse creare.
Immonda, senza senso, cattiva, crudele.
Cosa può essere? Le persone odiano, tuttavia,
non possederne almeno un pò, quella quantità
che permette loro di vivere una vita
felice, gaia e serena.
Sarebbe bello vivere senza, ma, pensandoci, il Tutto
da dove nascerebbe?
Cose belle e cose maligne, unico genitore.
Tutto nasce dall'Amore, persino il comune Odio,
che ha sostanza Rossa.
Purtroppo esiste, Dio ce ne ha fatto dono.
In fondo nulla è: solo cruccio.
E' solo il cruccio di tanti mono-collezionisti.
Però è sempre bello
inebriarsi intorno a Lui, anche se è infido.
Una volta avvinghiati, nulla si può: è necessario
farsi trascinare, portare via.
Giocare, Ballare, Suonare.
In comune l'Amore, sempre Lui.
Le occasioni, i momenti, i tempi, non dal Tempo
ma dal vile Amore che, dilettandosi, li accatasta,
li combina sino a far venir fuori il Diem.
Alto momento nella vita umana.
L'incontro, il fatale incontro, il mortifero
incontro, le battaglie, le guerre, i morti
i feriti ed infine l'Amore vincitore.
Entra, squarciando gli occhi del felice malcapitato,
giungendo sino all'Anima che, come un legionario,
ha sapientemente annientato la forza
della Ragione, prendendo così comando
su un pezzo di carne.
Pezzi di carne, angelici esseri, a dirla tutta;
come può essere tal bellezza in un ammasso
di carne che farebbe felici cani ed augelli?
Come può essere? Non c'è spiegazione.
Dio così ha voluto, l'Amore così ha voluto
e l'Anima così subirà.
Amore, Odio, Raziocinio, Anima.
L'Amore ha scoccato e nessuno ha voce in capitolo.
Un'ombra nel buio sarà questo povero Amore,
odiato e ricercato, che per Te vive.  

Regina.
L'Ancora Mediterranea, Italica
fermezza, ora arrugginita è dalla
fallace e assassina salsedine.

Una vendetta ci sarà,
una vendetta giusta e
giustamente violenta.
Nasceranno giganti cartacei
armati di neri stili che non
esiteranno a scagliare, a guisa
di lance, contro coloro che
nessun doveroso rispetto hanno
avuto nei confronti di quella
Signora che regnava giustamente e
che giustamente ordinerà "morti
e distruzioni".

Limpidezza.
Due persone ci sono:
Tu e nessun'altra.

Patriae amor.
Il mio Paese, la mia natia terra,
è stata distrutta, uccisa
da coloro che nel cuore
hanno solo un ingente
quantità di vana ignorante
sabbia.
Lei con tanto amore
ci ha cresciuto e molti
l'hanno ripagata con ciò che
non ci hai mai insegnato:
viltà, ignoranza e laidezza d'animo.
Il mio Paese, che sulle altre
terre alzò la Testa, ora
versa in uno stato di
obbrobriosa infamità.
Tua Madre, o mio Latino
Paese, proprio tua Madre,
Colei che per molto tempo è
stata desiderata, bramata, ora
cancellata è stata, eliminata,
ahimé, dagli animi di molti, mio
malgrado, tuoi figli, che
attualmente come unico faro,
come unica guida hanno scelto la
acerrima e più sgradevole nemica
di Minerva.
O povero mio Paese, Tu che
hai conosciuto l'orgoglio e il
piacere di essere ammirata,
Tu che puoi vantare di essere
stata a scuola dagli ellenici didaskaloi,
Tu che mettesti il giogo a tutti
i Buoi che osarono muoverti contro,
ora ti è concesso solo ricordare,
rimpiangere e pensare ad una frase:
"si mens non laeva fuisset".

Vita.
Se il sognare è utopia,
allora l’Uomo vive morendo.

Regina coelorum.
Non meravigliarti ,
non stupirti se Ti
pongo al di sopra del cielo ,
sullo stesso livello
del Creatore ,
delle meraviglie il fondatore.
E’ naturale per Me.
Nessuno mi persuaderà
a non farlo , nemmeno Lui.
Lui che Ti concesse
così tanta angelica luminosità ,
così tanta soavità.
Anche se mi additasse
come il peggiore
degli eretici ,
non ritratterei mai
la mie parole
perché sono
giuste , dettate da
Colui che sussulta ,
da Colui che , anche quando
sarà chiamato , sempre
divulgherà la sua
passione per Te.

Pulchra aequaque pugna.
Una sorta di peana intona
il mio cuore
quando i demoni della dimenticanza
scendono in battaglia.

Lapidaria poesia.
Colossale, inamovibile, megalitico
semplicemente immenso,
qualcosa di poetico,
è ciò che c’è in Lui
che vivrebbe momenti bui
senza pensare a Te.

Imperium Caprarum.
Se le Capre prendessero il potere , chi le comanderebbe?
per questo esistono gli "svegli", per dar ordini
a coloro che di ignoranza fanno virtù , a coloro che come
affettuosi capretti seguono il capraio ovunque vada.
Un appoggio ("fisico") , solo questo son capaci di dare ,
solo quello devono dare .
Fortunatamente esistono persone coscienti delle cose
circostanti in grado di coglierne ogni
aspetto , ogni dettaglio , ogni particolare.
Gli elogi per la spartizione aristocratica
della coscienza sono tutti da
riservare a Pallade Atena , la quale
di conoscenza e coscienza è
Tutrice.
Se mai le Capre chiedessero autorità
che giorno infausto sarebbe per gli "svegli".
Chissà quanto durerebbe il loro potere Ovile?
Relativamente poco : le zuffe sarebbero le uniche regole ,
le imprecazioni sarebbero le uniche leggi ,
l'Ignoranza l'unico Uso e Costume.
Si devono ringraziare per questa sostanziale differenza ,
Ignoranza-Conoscenza , anche gli antichi Padri Latini ed Elleni ,
che seppero dare un taglio importantissimo
a queste condizioni grazie ai loro insegnamenti e alle loro mores.
Pertanto si pensi a che catastrofi , a che apocalissi , a che disgrazie
si potrebbero abbattere sull'intera umanità
se a comandare fossero le Capre.
Si pensi...

Laus.
Lodata Tu sia ché sei come il vento corrente
che si spande in una valle venata da un torrente.

Lodata Tu sia ché sei come il sole del mattino
che riluce su un aulente giardino.


Lodata Tu sia ché sei come una nube fresca
che dalla calura protegge il barcaiolo che pesca.

Lodata Tu sia ché sei come l'acqua splendente
che riflette tutto e che mai mente.

Lodata Tu sia ché nascesti avente
una bellezza meravigliosa
che sulla Terra è ricordata da ogni cosa.

In casu positus.
C'è più ordine nelle setole di un cimiero scosso dal vento
che nel cuore ansimante di un innamorato,
che sussulta ogni qualvolta
trova l'insperata intesa
con la persona che tanto ha desiderato.
Persona desiderata a tal punto da render
cieco quello stesso cuore dinanzi
ai sentimenti degli altri e
alle magnificenza di un mondo,
che se fosse stato creato da Lui,
ruoterebbe in un vortice ineluttabile
intorno ad un unico astro : Te.

In lido, in memorias.
Se in un dipinto dovessi
raffigurare ogni tuo difetto ,
la mia tela sarebbe immacolata
come la bianca e urlante
spuma delle onde
che si infrangono
su una spiaggia ,
dove non c'è nessuno
che si ricordi
di Te.
Tranne me che ,
intento
a cercarti
in un silenzio disturbato
solo dai miei pensieri
che hanno
un unico
ineludibile tema ,
ricordo alla perfezione
persino la tua
candida voce ,
che sembra esserti
stata donata
da un Amorino il quale ,
avendo riconosciuto
la grazia che giace
in Te ,
ha saputo
esaltarti
con questo
magnifico dono.

Nyx e i sicofanti
Nella Notte c'è tanto,
per alcuni la risposta,
per altri l'oblio.
Di certo c'è che avvolge , avviluppa , stringe
come fa un serpe che tenta di
immobilizzare la propria preda.
E' obliqua Lei,
ti dà nulla e
si prende tutto.
Fa disperare
ma ti fa ragionare.
Generi pensieri , suoi figli, che
a volte ti angosciano,
ti inquietano,
ti combattono.
Combattono contro di te e
il tuo raziocinio,
ti affrontano con petto pieno di furore,
come se fossero leoni che difendono
la propria libertà,
noncuranti delle conseguenze.
Poi arriva il mattino, l'alba ,
con le sue mani dipinte d'oro e di rosa,
e pensi,
già...
pensi alla verità , alla giustizia , all'ira
che si sono scontrate,
come in una battaglia d'altri tempi,
contro quei mostri creati da Nyx
e rifletti.
Consideri se fare ciò che ti hanno detto
i Suoi legati o
dar ascolto ai sicofanti della tua mente,
del tuo raziocinio.
E tutto si complica,
ti senti come al centro di un palco,
osservato da ambo gli schieramenti,
dovendo decidere con chi allearti.
Allora tu,
preso dallo sconforto,
dall'avvilimento,
decidi.
Scappi,
scappi dietro le quinte
di quel palco,
lasciando che le due forze
decidano per te.
Tu,
che potevi scegliere,
come fece il glorioso Achille,
tra due possibilità,
l'una giusta,
l'altra sbagliata,
hai deciso di scappare
come il più povero degli stolti
dimenticandoti che
"ogni uomo è artefice del proprio destino".      

Tanto è quello che provo per Te,
poco , purtroppo, è ciò che c'è.
Ma Io ci sarò.
E Tu...        

Nient'altro che Noi.
Ogni cosa nasce solo per renderti onore :
il sole albeggia esclusivamente per rifinire i tuoi tratti;
la notte cala soltanto per dar tregua alla tua luccicante bellezza;
la pioggia scende sulla terra solo per dissetare i fiori che crescono
con la vana tentazione di superarti in grazia.
Molti uomini accecati dalla vanità e dalla futilità delle cose
non ti hanno veduta , percepita ;
anche Io sono stato accecato , ma solo dalla tua armoniosa delicatezza.
Ma cosa...
che sta succedendo...
presto , al riparo : piovono uomini!.
Gridavano.
Ma non era nulla ,
infatti era solo un angelo innamorato di Te
che , strappatosi le ali , si era gettato dalle nubi
solo per poterti ammirare.
La gente correva impazzita ,
in cerca di un riparo da quella strana procella
Io non mi spostai , preso com'èro
da Te;
ma neanche Tu accennasti a muoverti , dato che eri quasi
imbarazzata dal mio sguardo che si perdeva su di Te.
Ma acquisito coraggio , venni lì , davanti a Te noncurante
di quell'angelo agonizzante che chiedeva solo un tuo sguardo.
E finalmente Soli.
Indifferenti a tutto ciò che stava accadendo.
Era questo che desideravo.
Questo volevo.
Io...
Tu...
Nient'altro che Noi.

Speranze, forse vane.
Sei il primo ricordo che mi viene ,
sei Tu che risvegli le mie emozioni dal torpore notturno ,
sei... e questo basta per me.
"Senza Te" : una cosa che non vorrei mai dire ,
lui me lo impedisce;
lui che batte solo per poterti rivedere.
Non si può , Tu sei il mio tutto , il mio nulla
il mio "si" , il mio "no"...
sei la mia passione.
Troppo è passato , poco è rimasto
ma non mi dispero perchè so che Tu ci sei e ci sarai.
Non dimenticherò mai , lo prometto , ogni cosa che mi hai detto,
ogni sguardo che ti ho rubato, ogni cosa che ti riguarda.
Spero solo che per ogni momento che ho passato a pensarti,
a contemplare la tua bellezza , Tu abbia , anche se minima ,
una piccola memoria di Me.
Io che ho agognato , bramato , semplicemente sperato di farti capire cosa "c'è" desidero solo che tu lo sappia ora ,
piuttosto che mai.     

Immaginazione devota
Ti vidi , come in una nube di candida fuliggine , ma
appena mi avvicinai affinchè tu fossi , da me , vista in tutta
la grazia , non c'eri più , quasi come fa una procella dopo essere stata
irradiata dalle dorate dita del sole .
Preso dall'angoscia cercai la tua presenza in ogni anfratto sul quale era possibile
appoggiare lo sguardo , ma rapito dallo sconforto terminai la mia ricerca e
mi addormentai pensando alle tue candide goti.
E fu proprio allora che mi destai poichè riebbi di nuovo , davanti a me , la tua immagine ma
svegliatomi mi sentiì solo perchè capì che eri solo il frutto della mia immaginazione che , creandoti ,
mi volle regalare dolci momenti.     

Tu
Come te tante altre cose scompaiono
per poi improvvisamente riapparire:
il giorno scompare per far spazio alla notte,
l'estate scompare per far spazio all'autunno,
la pioggia scompare per far spazio al sereno,
ma solo Tu mi fai felice quando, dopo esser scomparsa
istantaneamente dal mio ultimo ricordo,
riappari come una goccia d'acqua, tanto agognata,
nel deserto della mia solitudine
che senza te si sta lentamente ingigantendo.
Solo Tu, quindi, hai il potere di impedire l'avanzamento
dell'arida coltre che mi sta imprigionando e che sta
rinchiudendo ogni pensiero che l'anima mia concepisce per te.   

Petali di magnolia
Tu sei come un'immagine
immortalata su petali di magnolia,
la quale non sbiadirà mai poichè il tuo ricordo
sarà sempre, da me, associata, sia per bellezza che per delicatezza
all'opera di quel superbo artista che, volendo deliziare i suoi posteri,
dipinse, ispirato dalle nove fanciulle, colei che nacque
nel vitreo mare greco che, essendo teatro di molte guerre e dolci furti, influenzò
persino colui che fu ambito per secoli da Chio e Smirne.


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