Poesie di Demo Martelli


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Sentirti vera
In quella sua camicia d’alta moda
più che al corpo aderiva all’ambizione
per mostrarsi importante ed appagata
nei salotti e le strade di città.

Al tempo della spiaggia o della neve
confusa tra i mortali ben viventi,
nuda, come quel tronco scortecciato
che il mare sbatte fra la schiuma e scogli,
mordi con forza, altrimenti incompiuto,
il gesto definito dal respiro.

E per sentirti vera ti rileghi
i frammenti, di quelle notti lunghe,
per ridare un’immagine alla storia.

Vecchie pugnalate
Vecchie pugnalate
che non passano mai!
E il sangue singhiozzando
ne richiama ancora.
Ho dato un calcio
al mio cuore antico
per gettarlo lontano.
Ma è rimasto attaccato alla scarpa
come un chewing-gum masticato.
Il cielo
era pieno di luna rossa e nubi bianche
e il cuore
svuotato di sangue e di forze
si fermava a guardare il paesaggio.

Il mio cuore
Il mio cuore
è un attaccapanni di trattoria
dove un mantello
dipinto di fiori di campo
è stato dimenticato.

Il mondo
Il mondo è furbo
ma puoi sempre distrarlo
e fregargli un attimo
di felicità
per fare invidia
al resto del mondo.

Amanti
Una coppia di ore, suonate
dall’orologio della piazza,
entra dalla finestra.
Vestita da nullatenente lei
l’altro di nuda proprietà coperto.

Ballano sulla punta di un ago
quale bilancia che avvicina
a raggiungere assieme
il quadrante che segnala
tutto tondo…l’universo.

La notte si riempì di baci
piovuti dalla luna
che sul fiume galoppa
per arrivare al mare
prima che venga…il sole
e li cancelli.

Il pesce gigolo
Strappa la lenza, ma l’amo gli resta,
piantato dentro al labbro superiore.
Giorni di sangue. Risana il dolore
nell’azzurro infinito d’alto mare.

Ma si accorge che il piercing…lo fa bello,
gli apre il mondo: fitte di piacere
fecondare, al tempo della fregola,
fior fior di pescioline innamorate.

Poi cede a prestazioni commerciali
amando pesciolotte già in carriera
purché: coralli, fondali caldi,
plancton di lusso e foderati scogli.

Pieno di se, e di servitù la casa,
vive e ne parla, nella reggia rosa,
come un evento può cambiar la vita
e spostare l’evento della morte.

Cenone di ferragosto
–Pasticcio afrodisiaco–
Prendi una rotonda sul mare
ci metti uno spicchio di luna
e lo ricopri con un velo trasparente
di nube bianca mediterranea,
una spruzzata di riflessi del mare
un pizzico di malizia nascosta
desiderio quanto basta
e copri segretamente lasciandolo cuocere
con fiamma dell’ardore secondo l’età,
a parte prepari un bacio ad occhi chiusi
due promesse a lunga scadenza
una bugia sempre pronta
profumo di scogli e pini tritato fine fine
che aggiungerai a fine cottura,
una grattugiata di cuore innamorato
una spolveratina di musica a distanza
e guarnisci con due fili argentati della stella più vicina,
chiami la ragazza vestita abbronzatura d’agosto
scatti una foto per gli amici
e servi nei piatti caldi emozione,
il tutto annaffiato con stelle cadenti
di San Lorenzo raccolte cinque sere prima,
se l’accoppiamento non riesce
riprovi l’anno dopo.


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