Poesie di Giuseppe Gravante


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Giuseppe Gravante

Giuseppe nasce a Benevento il 3 Marzo del 1980, città d'antico splendore ed antiche origini. Sin dalla sua prima infanzia vive a Termoli, cittadina sulla costa del tranquillo Molise.
Compiuti gli studi liceali presso la stessa città, consegue il diploma in Archivistica Storica e Biblioteconomia terminando con profitto il corso di alta formazione patrocinato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presso il centro di formazione e cultura "Calabria" di Benevento. È laureato in teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, dove ha discusso una tesi dal titolo "L'Ordo Missae: dal Concilio di Trento alla riforma del Concilio Vaticano II".
"I ricordi, queste ombre troppo lunghe del nostro breve corpo…"

 

 


È notte
È notte,
e sono qui seduto sulla spiaggia.

Osservo questo cielo stanco
che sembra aver perso la voglia di ridere.

È notte,
anche le stelle sono andate a riposare.
I gabbiani in un ultimo volo,
assecondano con le loro ali
i fraseggi del vento
che quasi non curandosene
li accarezza e li accompagna
verso i luoghi lontani dell'Est.

È notte,
le onde del mare si infrangono
sui crinali sconvolti
da tanto impeto e tanta tristezza.

È notte,
anche l'alba domani tarderà a levarsi
e forse non lo farà mai più.

È notte,
e l'unica luce è quella di un faro
che da lontano insegna
la via ai dispersi.

È notte,
e domani senza di te
la morte sarà
il più bel giorno della mia vita.

È notte!

I ricordi
I ricordi,
quand'anche una persona
dovesse perire...
rimangono sempre
nel cuore di chi ama…

Questa notte
Questa notte ho guardato il cielo,
ed ho visto una stella
brillare meno delle altre
e ho pensato che eri Tu…
sono triste…
Ma poi ho guardato meglio
e ho visto che quella stella
era solo uno dei tuoi occhi
perché tu sei tutto il cielo
e tutte le stelle…
Ti adoro più di chiunque!
Ricordalo sempre
e tornerai a sorridere…

Desidero
Desidero morire
per guardare più da vicino il cielo
Desidero che le mie ali
mi portino leggero nel vento
vorrei tanto parlare con le stelle
e chiedere come si vive lassù
guardando un mondo così strano
e diverso dal colore del cielo.
Vorrei essere libero
per scoprire di essere morto
d'Amore.

Guardare i tuoi occhi
Guardare i tuoi occhi
è stato come scorgere per un istante
la profondità remota dell'universo,
che nessuno ha mai esplorato,
ma che io ho conosciuto.

Il tuo silenzio per me è stato
il tuo modo speciale di parlarmi
i tuoi sguardi sono stati
il tuo modo di sorridermi,
il tuo cuore forse è stato per me
il più bel modo per scoprirmi odiato.

Sai il mio potere è quello di rovinar tutto!
Come vorrei fuggire da questo fato
che mi perseguita e mi condanna
ad amare senza essere mai amato.

Io ti ho perso, perso per sempre,
sono tornato ad essere
un insignificante punto dell'indifferente
sono come condannato a non esistere.

Vorrei morire
per non essere la causa del tuo dolore.

Ma vorrei vivere
per vedere ancora una volta
i tuoi occhi parlare al mio cuore.

Tu sei
Le mie labbra rimangono chiuse
come se su loro fosse posto un macigno
simile a quello che soccombe un sepolcro.

Non ci sono parole adatte a descriverti,
non ci sono parole tanto belle come te
e come le tue, da ricompensare il tuo amore.

E allora mi dici che le uniche parole adatte
sono il mio nome.
Come avrei voluto amarti,
come avrei voluto averti,
come avrei non voluto perderti.

Tu sei l'eterno dramma
che mi condanna a non amarti.
Sei l'eterna risposta
al perché non posso averti.
Sei tu.

Tu sei colei per la quale
avrei riscritto la storia del mondo.
Tu sei colei per la quale
mi sarei consumato d'amore.

Tu sei colei che per sempre
avrei custodito come un prezioso Tesoro.

O Luna
O Luna,
perché ti nascondi
dietro un manto di nubi
che presto giungono a morte.

O Luna,
perché ti rifiuti
di comparir a questo sguardo
che ormai solo in te vede il suo Sole.

O Luna,
fa' quel che ti pare
ormai stanco me ne vado
cercando dove morire.

Se bastasse
Se bastasse pronunciare
il nome di Dio
per permettergli di essere,
il mondo avrebbe ragione!

Se bastasse non nominarlo più,
per permettergli di non essere
allora il mondo non avrebbe
che farsene di se stesso!

Che lo vogliamo o no
Dio esiste!
Mi auguro che suoni
come una dolce minaccia.

La violenza del fremito
La violenza del fremito
che si prova
innanzi alle stelle del cielo
non ha paragone
con la bellezza assordante
della rovinosa miseria
che ti accoglie al momento della fine.

Il fiato sembrerebbe non esser
mai stato inventato,
il cuore neanche ritmato
dall'eterno creatore.

Il ghiaccio rimane
l'unica cosa sensata
e le ombre
l'immagine sana
delle creature di Dio.

Il povero sventurato
Il povero sventurato giace lì,
credendo di essere il centro del mondo
ma non sa di essere un unico punto,
solo nel suo universo,
che tanto più assomiglia
ad un mare in frotta
che lo sbalza ovunque
tranne nel posto
dove vorrebbe essere.

Ascoltami
Ascoltami,
soave brezza del mattino
vento leggero che soccorri in volo
il verbo incarnato.
Conducimi
lungo i sentieri dell'essere
donami abbondanza
e ricchezza di Spirito.
Tu relazione mistica
che ti rendi imperscrutabile
e tutta rivelata,
infinita e minuta,
accorri ad evocare lo spirito
che ti avverte lontana,
brucia la selva peccaminosa
che si annida nel cuore,
muta di questa il colore,
le sue ceneri salgono a Te
come incenso riarso nel vento.
Stagliati in alto
al di là dell'essere infecondo
che t'invoca ormai brullo
e smarrito.
Effondi i tuoi raggi splendenti
che come rugiada al mattino
annunciano l'evento pasquale,
rianimano l'anziano mondo
ormai volta verso l'infinito nulla.
Sussurra al nostro cuore
la tua presenza,
rivelaci il mistero della tuo volere
e donaci di poter cogliere
il disegno fatato
che rifulge nella luce
della libertà.

Il cielo
Il cielo a quest'ora tarda
appare come il campo sterminato
in cui si danno battaglia le stelle.
S'affannano a brillare,
sono così gelose
che sembrano esplodere d'ira
ma poi fondersi tra loro
come in un abbraccio violento
tra due dame usurpate
della loro natura
e trasfigurate nell'immagine
della luce offuscata.

Spesso desidero
Spesso desidero essere
colui di cui si è scritto
il dramma della morte.
Cerco di sfuggire alla vita,
sperando che stia vivendo
il nulla.

Il canto
Il canto del sordo vegliardo
che spinge il suo braccio
nell'affondo fatale
che annienta il cieco
e muto nemico
si confonde
col canto della notte
che si spegne nel giorno.

Fidarsi
Fidarsi,
questo immenso atto
d'arresa
che un uomo indifeso
produce
quando prostituisce
il suo spirito
consegnandosi tutto,
al lutto beffardo
che porta nel ventre,
generando alla vita
il torbido essere
che anela a morire
nel giorno
della sua sventura.

Entrando nel buio
Entrando nel buio
ti vedo ben chiaro
soave pensiero.
Torna il fragore
si sparge di luce
l'immenso versante
del cosmo arrossato.
La brama di averti
corrompe il mio spirito
anelo al riposo
e sogno il tuo cuore.
Spegni il calore,
perchè ho freddo
e sto tremando
affretta il mio incontro
con l'eterno raggio
che s'infrange nel cielo,
disperso nel vento.

Passi sfrenati
Passi sfrenati
sfregano il suolo
e t'invocano:
"fermati, basta!"
Accogli il tempo
giardino svanito
nell'attimo
del passaggio all'ardito.
Scopri il tuo cuore
chiudi te stesso
rimpiangi la vita.

Incantato
Incantato dai vermigli prati
ricoperti dal manto
su loro posato
dalla madre naturale
che in tempo di brivido
provvede a loro
e al loro calore
con perdita sofferta
di mute foglie imbarazzate.
Il cielo si tinge del nulla
e le sue lacrime portano via
il dissenso del giorno
che s'attarda a morire.

Sogno di volare nel vento
Sogno di volare nel vento
essere accolto nell'abbraccio
del Sole,
che si spegne nel cielo stellato.
Desidero di essere compreso
nel verso illibato dell'animo nobile.
Tutto è spento, tutto è sospiro
ogni cosa è mutevole
nessuno sorride.
Tutto è ciò che appare
ma nulla è ciò che sembra.

Il palpito
Il palpito del mio amore
tende la sua mano verso di te.
Il mio canto libero
vuole svegliare l'aurora
e dar vita al giorno
della tua anima.
Riscaldare ardendo
i tuoi gelidi attimi
che ti abbandonano
allo sconforto,
riempire di sole
questo campo gioviale,
che ormai stenta
a sorridere.
Chiamami presto
son qui,
aspetto solo che tu mi chiami
auspico solo che tu mi evochi
prego solo che tu mi veda.
Ringrazio solo perché ci sei,
e a me basta
morire d'amore per te,
che neppure mi conosci.

Libero si muove
Libero si muove
il mio pensiero
verso di te, amore mio.
Il tuo ricordo
mi teneva imbrigliato,
e persa l'immagine
del tuo splendido volto,
librante ancora ti sognavo
ma tu non eri mai come volevo
perché ormai non c'eri più.

Cielo sfrontato
Cielo sfrontato,
che ti nascondi
dietro un po' di stelle;
detesti apparire
così come sei.
Ti tingi il volto
di ciocchi di nuvole
e quando piangi
diventi scuro
quasi avessi paura
di arrenderti allo sguardo
di chi ti desidera
e vuole che tu sia
solo blu.

Ti urlerà di accoglierlo
Ferito nel cuore
scegli un attimo di calma
pensa a ciò che ti ha scosso
agitalo e ascoltalo
vedrai ti urlerà
di accoglierlo.
Diventerà parte di te
e tu ti servirai di lui
per renderlo più bello
e amarti di più.

Se sei come sei
Se sei come sei
è perché tu non sei.
Il come vorresti
resta nel desiderio
di ciò che non hai
seppur non sai
che così come sei
sei già tutto.

Mi basta
Mi basta arrossire in viso,
come il cielo.
Sulla riva di un lago
scoprire il mio difetto
che difetta
ad esser un difetto,
è solo un modo di fare
che è fatto per esser tale
e nulla è niente
ma tutto è ciò che appare
e ancora niente
è ciò che sembra.

Fede
Fede:
        certezza di non aver certezze.  

Speranza
Speranza:
             fremito irrequieto
             di singoli istanti
             che ambiscono
             alla fine dell'irreparabile.

Carità
Carità:
         quello che ognuno vuole
         quello che nessuno offre.

Me ne vado camminando
Me ne vado camminando,
tra pensieri ormai scomposti
un destino a me bugiardo
in te pongo vir beffardo.
La speranza di rimedio
mi conduce blanda e senza tedio.
La certezza della meta
si dissolve in acqua cheta,
l'evidenza dell'inganno
si arrovella come un panno
e io credo uomo solo
di già prender l'ambito volo.    

Veglia in te il mio cuore
Veglia in te il mio cuore,
rovesciato dal sonno
che l'ha visto immobile.
Veglia in te il mio cuore
che lacrima rugiada d'autunno
su foglie di carne
solcate da frotte d'acqua
più che da fiumi di lacrime.
Il manto del desiderio
si è stracciato violento,
tu hai freddo
e non sai come
riscaldi il mio essere. 

Vado a letto
Vado a letto
chiudo gli occhi
mi reggo la testa
riposo pensando.
Sogno sperando,
spero di sognare,
il tuo volto ridente
Le tue mani candide,
il sole negli occhi.
Angelo dolce,
vegliami dentro,
in questo viaggio
importante.

Pioggia
La pioggia,
rumoreggiando cade,
e scrosci violenti
caldeggiano il suol
reso insicuro
da tanto contatto.
Il passo incerto,
un equilibrio instabile
soffocano l'ansia
di arrivare in dimora.
Il passero nel nido,
l'uomo in casa,
il cuor nel petto,
tristi quasi aspettano
ad uscir dalla tana.
Ma il vento tace,
la nebbia freme
il sol scompare
il giorno muore.  

Avvolta
Avvolta da scure vesti,
te ne stai li sola
a scriver la tua vita,
su un foglio bianco
che sembra non aver fine.
Un attimo,
racchiuso in un sospiro,
ti fermi,
ti soffermi
e pensi alla tua vita.
Gli occhi profondi
sembrano ora essere
infinitamente
imperscrutabili.
Le guance,
rodono al pensier
che non ci saranno più
carezze nel tuo futuro
così come
le delicate mani
che non accarezzeranno
più nessuno,
se non l'infausto desiderio
di non esser sola.
Ti siedi,
e il mondo
fa da cornice al tuo volto
che si riflette
in uno specchio curvo,
che suggerisce al tuo cuore
la disperazione di una vita
lineare e senza sorprese.
Ma tu non piangi
rimani immobile,
non hai più tempo per nulla,
perché è il nulla
che ha dedicato la sua vita a te.
Ti basta fermarti,
guardare, sognare,
morire per un solo istante,
perché tanto la morte
non sarà mai lunga
come il tempo che hai
vissuto.

Finalmente
Finalmente odo la tua voce,
che viaggia nel vento,
e si confonde
con il canto di un passero,
che invoca al cielo
il cibo per i suoi piccoli.
Ed io lo stesso,
quasi tu lo conoscessi,
invoco al cielo,
il cibo per la mia vita.
Ma tu ora sei qui,
dipinta nel vento
e questo mi basta,
questo mi riempie,
ma non mi consola.

Tieniti forte
Tieniti forte,
Tieniti e stringiti,
il tempo è arrivato
la vita è finita
la morte è arrivata.

Tieniti forte,
Tieniti e stringiti,
il tempo è arrivato
la morte è finita
la vita è iniziata.

Dimmi qualcosa
Dai dimmi qualcosa.
Guardo il cielo
e non posso far altro
che ammirare le stelle,
le quali danzando e cantando
compongono il gioco
delle costellazioni.
Ed ecco,
guardo più in alto,
eccone una,
quella nascosta
che porta il tuo nome:
il Cigno.    

Aspra pianura
Aspra pianura
riversa sul mare,
dormi impaziente
per esser feconda.
Incolti campi
ti cuci sul dorso
e sembrano quasi
formarti un lenzuolo.
Dormi serena
aspra pianura
il tempo è arrivato,
svegliati in fretta,
il cuore giocondo
libera presto,
guarda lontano
è già primavera.

Ho creduto, sperato, pregato
Ho creduto, ho sperato, ho pregato
di esser felice, di non esser più solo!

Ed eccomi qui,
son passati giorni, mesi, anni
e sto ancora credendo
sperando, pregando!   

Vaneggio in cerca di te
Vaneggio in cerca di te,
rotolando nel buio
e soffrendo il gelido rumore
di mura grigie che ridono di me.
Soffro,
perché non ti vedo,
Tremo,
perché ti credo persa,
ma tu sei lì distesa a letto
ed io ti odio e sono furioso
nel vederti dormire,
perché amore mio
ti riposi di me.   

Mi dici
Mi dici,
con sofferta
e disinteressata voce:
sorridi di più!
Sarai più Bello!
Ma come posso,
come posso farlo!
Ho la gioia negata
degli amici,
non ho nessuno
che mi consoli,
nessuno che mi parli!
Eppure
non voglio arrendermi,
la mia ora giungerà,
non so quando,
forse mai in terra,
ma nel luogo,
dove il mio Dio mi attende
per abbracciarmi.   

Ci sono luci
Ci sono luci ,
che non sono più abituato a vedere
Ci sono luci,
che non brillano più.
Ci sono luci,
imprigionate negli occhi
di chi ha da sempre sofferto.
Ci sono luci,
che vogliono essere libere
di vedere il mondo e goderselo,
pur non essendo mai nate.

Quante volte
Quante volte,
in vita ho riso?
Tante, Tantissime!
Quante volte ho sorriso?
Mai!     

Stendi i tuoi rami
Stendi i tuoi rami
verso il cielo bugiardo.
Abbraccialo forte
e tienilo stretto.
Chiudilo in cuore
in dolci pareti.
Volgiti indietro,
tutto è ormai perso,
lasciati leggere
da chi amandoti
spera,
muori sereno,
il vento ti è amico. 

Ho guardato
Ho guardato il cielo
privo di stelle,
ho ascoltato la luna
che mi parlava,
ho parlato alla pioggia,
che sembrava ridere di me.
Il vento,
mi ha portato lontano,
condotto in sentieri nascosti,
il mondo,
si prende gioco di me,
ed io rimango solo,
a curar le ferite.

Vola gioconda farfalla
Vola beffarda
gioconda farfalla,
annuncia serena
il tempo di grazia,
lieto scompiglio
tu porti insicura,
triste il tempo
ammira il tuo volo.
Chiudi le ali
e dormi tranquilla
sull'irto ramo
letto sicuro.  

Tienimi stretto
Tienimi stretto
non mi lasciare
il buio è all’assalto
di vite morte.
Tienimi stretto
guardati intorno
pianto e stridore
riveste la terra
Tienimi stretto
riscalda il mio freddo
col corpo ormai caldo
dal soffice manto.
Tienimi stretto
non mi lasciar
insieme cadendo
stupiti moriamo
Stammi lontano
azzurro sovrano
che vita mi porti
nel buio degli occhi
Stammi lontano
accarezza il mio cuore
corri sereno
vicino chi t’ama.

Respiro lontano
Il tuo respiro è lontano,
la tua voce si perde
nel vento gelido d'inverno.
La notte
non è mai stata così buia,
tanto che il giorno
sembra sempre
in punto di morte.
La mia speranza
si perde nel cielo
che oggi svestito
va in giro.     

Oltre il tempo
Oltre il tempo,
non c'è più spazio
per il cielo vuoto.
il Bacio stellato
del cielo arrossato
risolve sereno
l'umano conflitto.
Pazzia, sconforto e ira
m'attendon sicure
nel mondo d'oblio.
Gemma fulgente,
astro del mattino,
dà gioia e candore
al mio cuore in dolore.    

Muto e silente
Muto e silente
nascondi il tuo volto,
angelo triste
che vaghi nel ciel.
Pioggia e rugiada
t'infondon calore
e l'infinito scorgo in te.
Guardo e riguardo,
ma non so che cosa,
mi sento perso
se sto senza te.
Brezza leggera
avvolge il mio cuore,
sento freddo
e tremo d'amore.
Tendo la mano in cerca d'aiuto,
bella e serena
risponde l'aurora
cerca di dirmi
parole sicure
ma io non credo
che possa salvarmi
dalla mia sorte
dipinta nel blu.
Notte chiara
vestita di stelle,
accogli benigna
lo spirito triste
che nel tuo grembo
ristoro ormai cerca.    

Deserta spiaggia
Deserta spiaggia,
che al tramonto
t'addormenti accovacciata,
sull'onde del mar,
che amiche son per te
dall'infanzia eterna,
ogni sera contente per te
soavi e ridenti
compongon un concerto
che tu godi tremante.
Ninna nanna gentile
spegne i tuoi occhi
per poi vederli risplendere
all'alba del mondo,
che nuova vita
ridona
ai tuoi figli scontenti,
della sorte già scritta.

Effetti
Ti guardo,
ti penso,
ti voglio.
Ma il tempo ha deciso,
il fato decreta,
tu immobile sfuggi
all'abbraccio perenne.
Un'eterna rincorsa
un eterno sfuggire,
destino amaro,
di chi d'amor vuol perire. 

Una terrazza nel vento
Come una terrazza nel vento
arrossata ti affacci o notte
sul mare invernale.
Scoscesa ancella
il tuo volto
è il volto di bambina
che lacrima.
E il mare, un mare di pianto,
il pianto del mondo.

Silenzio
Il tuo nome vola via nel vento,
e non basta un sospiro
a trattenerlo nel cielo che piange
di gioia a saperlo scomparso.

Luna
Luna,
piano piano
ti sveli al mondo,
che sembra conoscerti
da gran tempo.
Ma non sa
la tristezza
del volto nascosto
che in te si rivela.
Luna,
ci insegni a piangere
di un pianto insicuro
riflesso dell’onde
del mare in tempesta.    

Arrivederci padre
L’albero della vita
il tuo sostegno
il suo germoglio
ora il nostro.
Arrivederci Padre,
una volta ancora
benedici i tuoi figli
nel sentiero della vita.      

Ascolta airone
Ascolta airone bianco
di raro splendore,
il soffice grido
del muto gabbiano.
Prestati in dono
al tacito oblio
risplendi fedele
al tuo viso
d’altri misteri
imbevuto.  

Salvati o donna
Salvati o donna,
corri piangente
voltati avanti
scansa il ricordo
Corri più forte
non ti lasciare,
e mai più riattraversa
il bosco tagliente.

Visita
Scendi sovrana
notte serena,
ammaestra sincera
l’anima mia.
Prendila per mano
portala in cielo
e mostrale lieta
il suo nuovo giaciglio.

Pioggia d’inverno
Pioggia d’inverno
soave tu viaggi
stanca e affannata
le strade percorri
Pioggia d’inverno
ascolta il tuo servo
che invano ti imita
Rendi più belli
i passi affannosi
del figlio tuo
che grato t’adora.

Danza
Danza festante
flebile vento
sul lago scontento
Danza contento
sospiro veemente
sul mare in burrasca
Danza serena
anima mia
su questa terra
rovente e piena di spine.

Dea delle dee
O Dea delle dee
accorata fanciulla
dalle umane sembianze,
vergine bella
dagli antichi splendori.
Ascolta il grido
di chi brama ascoltarti
Sussurra il tuo nome
nell’aere eterno,
avvelena il mio essere
del tuo canto d’amore,
affinché d’esso
possa perire.   

Dea del sospiro
Dea del sospiro
incanta il mio cuore
della melodia arcana
del tuo muto pensare.
Accendi implacabile
il tenero roveto
che in fondo all’anima
abbaglia le tenebre
di luce già spenta.   

Vestiti di rosa
Vestiti di rosa
brezza soave
che porti l’amore,
benigna soccorri
l’amante in affanno.
L’angusto grido
che egli ti dona
accoglilo tutto,
e il baglior ferito
rilancialo ancora.  

Lo spirito piange
Lo spirito piange
glorioso cipresso,
perché il tuo giungere
in vita
è dolor maggiore
di chi in morte
ti ammira.
Scompare con te
la parte sensata
dell’esister terreno,
e il pianto dolente
portato è da te,
verso il cielo infinito
che sol tu raggiungi
allegro e contento.     

Volgi lo sguardo (2)
Volgi lo sguardo
anima inquieta
scavalca i confini
della tua stanza.
Arrenditi indifesa
alle tenebre del mondo,
sperando per sempre
nel radioso pensiero
della luna tua madre
che cerca di trovarti
nel cielo infinito.    

Arreso a leziosi versi
Arreso a leziosi versi,
l’animo invisibile
arde nell’io.
I battiti altezzosi
si lanciano in danze,
che fremiti e brividi
sembrano canzoni.   

Cosa acclami
Cosa acclami,
forestiero essere,
estraneo al mio mondo
e padrone dell’altro.
Il grido di gloria
che il tempo concede
non più vale,
per le spoglie bruciate
di chi ora è nel vento
confuso.  

Volgi lo sguardo (1)
Volgi lo sguardo al mio dolore
al suo canto accostati
con più che umana devozione.
Sposa la mia causa
accetta il mio lamento,
annoiati del mio spirito
e rivestiti del mio cuore.    

Riverso per terra
Riverso per terra,
morente affannato,
il mio sogno spirante,
l’estremo saluto,
degnar s’appresta
al mondo tremendo.
Il fulmin tuonante
squarciante l’abete,
segna il lutto ansimante
all’estremo creatore.     

Anche oggi è un dono…forse
Mesto e sconsolato
torna indietro il cacciatore,
lacrimante e contrito
per non aver con se
il sostegno alla fame del suo gregge.
Ma forte il suo cuore non teme,
perché sa più d’ognuno
che anche oggi è un dono…forse.   

Il tuo nome
Il tuo nome tesoro,
si pone al mio tempo
simile ad un muro.
Cos’è un muro?
se non ostacolo
al vento delle passioni
e sostegno al fuoco d’inverno
che brucia nel cielo,
le ultime stelle rimaste,
a tingerlo di rosso.

Le mani al volto
Ti porti le mani al volto,
e asciughi i torrenti in frotta
sulle vie del medesimo,
con lo sguardo nel vuoto
la tua mente si appiglia
al primo puntino che vede,
ma tutta te stessa
è fatta per l’infinito
escluso da confini invisibili.

Sento i passi lontani
Sento i passi lontani
avverto al tua presenza
dileguarsi nel vento.

Sento il tuo odor
abbandonare il mio corpo,
il tuo sguardo staccarsi da me
in repentina fatica.

Sento la morte vicina,
il pensier del buio
mi avvolge.
Sono io che vado, tu che resti,
tu che vivi, tu che mi uccidi.

Rotolandomi nel vento
Rotolandomi nel vento
avverto le ali di un angelo
abbracciare la mia caduta,
accogliere in grembo
l’eletto fianco del figlio del destino.
Soccorrere in vomero
il desolato corpo
di chi perso nel cielo
cade e non sa quando,
non sa dove giungerà

Stende la mano
Stende al mondo,
le sue braccia aride
il misero schiavo della vita.
Trova conforto
nella pioggia serafica
che bagna il suo volto.
In ginocchio prostrato
fissa il vuoto
dove trova in modo speciale
conforto al suo travaglio.

Il grido
Forte, indissolubile
il grido che attraversa
l’aere argenteo della notte
immortale.
Sei tu che in lontananza
cerchi soccorso
e non trovi altro che vuoto
perché non vedi
perché ti privi d’udir
chi sostegno e forza ti da.  

Strano effetto
Strano effetto,
a sentir parlare l tuo cuore,
che indeciso in palpiti insicuri,
evocanti una strana storia,
si accosta al mio
che frenetico e preciso
batte per le mete raggiunte,
nell’orizzonte sempre lontano.

Quella foto
Quella foto.
Scattata mentre il tuo sorriso
dipingeva nel cielo,
un gabbiano frenetico e fremente,
abbagliato e attirato dal sole cocente,
che scalda gli animi di chi si ama
e li lega in amore eterno
e li costituisce uno
nel cuore molteplice.   

Camminando sul lago
Camminando sul lago
gocce d’acqua,
trasportate dal vento
bagnano il tuo viso,
e se non sapessi il principio,
lacrime sembrano
che irrigano il tuo cuore
nascosto in quel bel sorriso
che ti rende dolce
come un abbraccio materno.

Quel pontile
Quel pontile in riva al mare,
per lunghi attimi si è fatto teatro
di una scorribanda di sentimenti.

Il cielo sereno,
consegnato all’impeto
di lampi ideali,
che devastavano un cuore già affranto,
impietosito si è chinato nella mia vicenda,
e con grosse lacrime
ma ha accompagnato nel profondo dell’io.

Nell’orizzonte
Nell’Orizzonte
mi confondo,
e per me è già la fine.  

Ti specchi nell’acqua
Ti specchi nell’acqua,
ed io scorgo,
che i tuoi occhi
han versato lacrime.
lacrime di dolore
per l’amore tuo,
e io ti guardo
e mi domando
dove s’è nascosta
la bambina mia.  

In ogni fiore
In ogni fiore
è la tua vita,
ogni raggio di sole
narra della tua poesia,
che nelle stelle
si scrive
e con esse brilla
e infiamma l’universo
con la luce d’oro
che da esse stesse proviene.

Un fiore nel vento
Tu mi guardi
e getti un fiore nel vento,
com’io sia invitato a coglierlo
nel giardino del cielo,
che brilla negli occhi tuoi,
i quali si prendono per mano
e ti accompagnano
dove non sei mai stata.  

Nel tempo
Cammino,
mi guardo intorno,
il mio sguardo trova riparo
nel letto di un fiume,
dove pietre bianche
al loro entrarvi
segnano l’acqua
con cerchi concentrici.
Il tempo così scorre,
segnato da fatti
che ciclicamente
si manifestano.

Granello di sabbia
Se tu fossi come
un granellino di sabbia
io ti vedrei,
e nel tuo immenso
minuto spazio,
scriverei i versi del mio amore,
che narrerebbero di te,
della tua infinitezza,
che oggi sembrerebbe
quella dell’universo sconosciuto.

Chiudo gli occhi
Chiudo gli occhi.
Tu sei con me,
in un abbraccio avvolgente
e sicuro.
Ti guardo negli occhi
e vedo l’anima di un bimbo
che gioca con il suo cuore.
Ti afferro ancor più forte
e debole sparisci
tra le braccia del mio cuore.

Cenerentola
Fuggi fata della mia notte,
fuggi lontana dalla luna
che segna la tua vita.
Non voltarti,
non fermarti,
corri con il vento,
corri con lui.
Il tempo è ormai prossimo
e tu non ci sarai più.
Ma io dal tuo ricordo
attratto rimango
e con questa parte di te
mi aiuterò a ritrovarti.

Errante
Errante per questa via,
il mondo mi sembra
una scatola,
dove tutti siamo chiusi,
ed in mano a qualcuno
collocati e trasportati
verso tempi
che non ci sono noti.

Ignoto
Non so il tuo nome,
o forse non mi piace.
Ma tu, tu eri troppo piccolo
prima che la morte ti strappasse
alla gioia di questa vita.
Tu apparentemente sano
pregasti,
si quando l’angelo della morte
scelse me.
Tu sul letto del mio piccolo calvario
poiché piccola la mia età,
e la mia vita,
steso con le mani verso il cielo,
neanche mi conoscevi,
ma ti sentivi mio amico
e invocasti su di te l’angelo
che come un mercenario
mi abbandonava ammagliato
da maggior offerta, la tua,
che sul piano dell’orizzonte
gli offriva per me la vita.

Rugiada
Una rugiada
interpreta
la lacrima
che dalle sorgenti
dei tuoi occhi
zampillante sgorga.
Come un fiume
in piena il suo scorrer,
sul velo del tuo volto,
da questo comprendo,
tanto capisco,
il senso e il valor
del mio tempo.

Apatia
L’apatia,
incontro misto
di sensazioni e sentimenti,
che nel loro conoscersi,
non si comprendono,
quasi ombre che vagano
nella nebbia degli
occhi dell’uomo,
stanco e sazio di ogni
inutile refrigerio.
La vita,
ammantata di speranze
tremende,
riserva spesso tale sorte
a chi essa da tempo
ha preventivato
e noi auspicato.

Un bacio
Un bacio,
un dolce sconfinare
nel baratro
dell’immane
passione.
Un bacio
il sigillo perenne
alla vita di un cuore,
che termina
dove termina
il suo cammino
verso la fine.

Tu sei il prode
Tu sei il prode valoroso
che governa con destrezza
i sentimenti dell’essere.
Quasi segno del ciel
che sovrasta lo scalpitante
destriero.
Tu, spada a due tagli,
che s’infligge spietata
nel crocevia delle vene
e calma interrompi
il flusso vitale
che dalla morte scampa.

Sentieri
Sentieri antichi
e Sentieri nuovi,
il molteplice complesso
di questo mondo
spesso si presenta,
e con maggiore discrezione
mi presento verso di voi,
e più verso uno
e meno verso l’altro.
Ma in cuor mio so già
che indietro dovrò tornar.

Avrei voglia di…
Avrei voglia di sentirti
ma la gelida distanza
che ci unisce,
non permette sensazioni
intense.
Così ti penso,
così ti sogno,
così ti desidero.
Ma la mia mente
non può altro
che riportarti innanzi a me
come immagine fittizia e
insensibile.

Controversie
Lo specchio che guardo
è lo specchio che riflette
ciò che non è visto.
Le lacrime versate
sono quelle
che non si vedono.
La mano tesa
è quella che chiede
non quella che da.
L’animo e il cuore
che tu vorresti vicino
sono quelli che da sempre
ti accolgono in grembo.

Vecchio libro
Muti lamenti,
vecchio libro,
emana il tuo cuore.
Pulsante ed indomito
nelle parole che celi.

Da una finestra
Da una finestra mi sporgo,
vedo il mondo,
che agli occhi velati,
nel suo scorrere, non si nega.

Vedo alberi
dalle spoglie fronde,
vedo cuori che vicini camminano
ma non si scorgono.

Allora capisco
che il verde color
aridamente scompare,
soffocato dal grigio baglior,
del male che nell’intimo
risiede.

Infiniti attimi
Infiniti attimi,
compongono la vita,
che attenta e puntuale
si circoscrive magicamente
ad essi.

E sensazioni, sentimenti
altro non sono
che illusioni limitate
dell’immenso.

Gli olivi
Gli olivi,
per il loro andar torcendosi,
offrono scampo,
a chi su essi conta
per non toccar terra.
Ma inquieto il vento s’agita,
e già presto tempo di distacco
sovviene.

Foresta buia
Una foresta buia
appare il cuore mio.
Alcun sentiero
che in esso s’addentra
via d’uscita non trova.
Esuli pensieri,
come uccelli volteggiano
senza riposo
e luce non trovano.
E tu unico spiraglio luminoso
ti allontani inesorabile
lasciando morte
e desolazione.

Nuove rive
Sinistro a volte
il sentir che conduce
all’alba della fin
di questo vivere.
Irto il cammino
che mai sembra
appagar ciascuno.
Impetuoso il mar
che attraversar si deve
per scorger
con gli occhi del cuor,
le nuove rive
che terre splendide
introducono.   

Pioggia
Pioggia,
il tuo impeto,
per chi con la sua testa
rompe ardito il tuo cammino.
Ma tu non paga
di tanto strepito
continui con sadico
sentimento.
Pioggia!
ad un tratto il mio cuor
soggiunge.
Il tuo esister non è
per l’altrui sconforto,
ma per il tuo,
in quanto pianto triste
tu sei.  

Fatica
In ogni tempo
fatica si deve accettar.
Il cuor incerto
e l’animo stanco,
troppe volte non disdegnano
tal arsura, e a distrugger
da soli s’apprestano.
E il tempo giusto
non torna più.

Dubbio
Mio dolce dubbio
la tu sei.
Io ti scanso con allampanata
certezza.
Ma tu immobile mi cerchi,
e fai in modo
che ovunque vada,
sia io da te a giungere.   

Ekklesia
Così casta e meretrice
la donna mia,
che amarla non so.

Indegnamente la posseggo,
ingiustamente l’accuso
maledettamente l’amo.

Ma altro dunque
che amarla non posso
se Chiesa non fosse.   

Stella mia tu sei
Una stella tra le tante è la mia,
quella che non brilla di sua luce
ma il mondo illumina
irradiata da più grande candor.

Non so ben cosa di me
esprimer vorrò,
ma disio grande spero
in te curioso di saper porrò.
Cuore mio.   

Giusy
Nei tuoi occhi,
seppur scuri di creazione
chiarezza vedo,
ed il profondo del cuor da essi,
mi accingo a scrutar.

Un animo nobile intra-vedo,
scolpito di dolor
ma forgiato in egual tempo.
Un assordante silenzio
emana la tua bocca
che muta sembra
ad occhio in attento.

Un dolce sorriso
che felicità di vita tradisce,
ma segnato anch’esso
da dolor soffuso.

Mente aperta,
intelligenza sana,
accompagnano il tuo conoscere
ma il cuor di cui io scruto
poco o non di certo
si puote dir.

Grande e d’ illimitato raggio
tende amor mirato
a chi altrettanto si presenta.  

Ricerca
Se ne sta lì in eterna sosta
il cercatore di se stesso,
siede solitario e silenzioso
con ansia massacrante,

aspettando che il lacrimar soffuso,
lasci il posto a trepida speranza
che col suo ardor d’arsura
presto spenga simil fontana.

Basta
Troppo spesso,
basta mi vien da dir,
ma troppo forte
l’uman grido grida.

Basta si trasforma
in nuovo inizio,
che tal sembra
l’inizio della fin.

Amore
Tutti d’amor ci parlano
ma cos’è questa parola
se non una stringa vuota
e senza senso,
a cui il nostro cuor irrequieto,
significato magico
assegnar deve. 

Vento, fuoco, mare
Il vento fugge
sulle ali di se stesso,
il fuoco ardente
non brucia più
nemmeno se stesso,
e il mare calmo della sera
“declina” per sempre,
come un giorno che
si spegne nel cuore
della notte.  

Su quella spiaggia
Lì, su quella spiaggia
tante volte nel mio cammino
ti ho sognata
Tante volte ti ho desiderata,
come un’amante il suo amato,
ma nel tempo in cui un’onda
s’appressa a morir in riva,
tu con lei muori nei miei sogni
e come il mar salato
il mio cuor rimane.  

Questa sera non godi
Anima mia,
questa sera non godi
delle tue vittorie
e non ti servi delle tue gioie.
Ma ti fermi,
assomigli vaga
al vincolo sacro
che ti lega al corpo.
Ma tu mirasti in cuor tuo
a divenir ancella
e calda e limpida
volar via ad annunziar
altri mondi.  

Sorridi all’attimo
Sorridi all’attimo,
tesoro mio.
Che egli sorride a te
nello spazio in cui esiste,
poi calmo e inesorabile va via
e taglia quell’invisibile filo
che regge la tua vita.  

Il tuo volto ormai
Il tuo volto ormai,
tesoro del mio cuore
è il sogno dei miei sogni.
Tremendo però
il risveglio,
che assente ti vede,
e subito pensa che sognar
è bello, ma aspra e muta
la realtà forma
ad incubo in-atteso.   

Chiara una voce
Chiara una voce
discende dal ciel,
e l’infinito discende
qua giù.
E non distinguo
ch’io sia stato,
ma non importa
perché ci sei tu.
Dolce il tuo cuore
si posa leggero,
accanto al mio
irrequieto d’amore.
Spegne ogni fiamma
che triste sembrava
accende una luce
di gioia infinita.
Amore mia bella
io ti amo,
e non lascerò
andar via il tuo cuore
per questo mondo
severo e bugiardo.  

La tua voce
La tua voce
riarde irrequieta
come linfa vitale
negl’anditi
del mio fulcro.
Lui ora batte,
tuona in me per te,
la vita dapprima morta
ora brilla splendente,
il mio sguardo ora coglie
il color dei colori.   

Speranza
Speranza,
il tuo nome ti invoca
e rasserena l’animo
gentile.
Come frustate tu sei
per colui che mai
t’ha evocato.
Sanguigna ancora
se mai
conosciuta.

Corsa
I miei occhi sembrano correre,
quasi confusi e pieni di sonno,
non paghi di chi li circonda.
Ad un tratto te incrociano,
l’infinito dei tuoi occhi,
e comprendono che in realtà
di corsa sfuggente si tratta,
lenta e imbrigliata.  

Lunga è la notte
Lunga è la notte,
lungo il mio soffrir
amaro il mio viver.
Mi sveglio,
si schiude il fiore
nei miei occhi
e ammiro l’immenso cielo
in una stanza, la mia.
Le nubi
lo rendono più colorato,
tessono figura
che la mia vita
porta alla mente,
e scopro attraverso
il piccolo foro nel muro,
che la vita non è un lago,
ma oceano infinito.    

Il vento
Il vento,
con il suo odor di vino
inebria tutto l’aere.
Persino gli uccelli
da lui sospinti,
si abbandonano a squilibri.
E il mondo,
inquieto rimane
a guardare.
E il passo calmo della sera
ormai si va perdendo
nel frastuono
dell’aurora.   

Strano volo
Strano volo
quello del pellicano,
in picchiata si lancia
e la sua preda trova.

Ma per crudele destino
per sfamar la prole
tutto se stesso
in piccoli morsi
consegna al fato.

Così tu uomo
che ti immergi nella vita
con sguardo fisso e daltonico,
raggiungi il tuo obbiettivo,
ma presto la circostanza
t’impone di perder tutto,
poiché precedenti soste
ti sei negato
e più dovrai pagare.   

Tu sei lontana
Le mie braccia
ti vogliono stringere
ma tu non ci sei.

Il mio cuore
accanto al tuo
vuole sostare
ma tu sei lontana.

La luna
che d’argento si tinge,
con forte bagliore
illumina la strada
che a te porta.

Ma io non sono
capace più di vederti,
perché reso cieco,
dal troppo amore.   

Fronde
Le fronde
di colore invernale si tingono,
il cielo al tramonto
assomiglia al volto piangente
d’un bimbo.

La strada
che il bosco attraversa
irta si scopre,
e termina dove termina
il sole al declino.   

Il celeste mar
Il mio sguardo incontra il tuo.
Mi soffermo ad ammirar
il celeste mar
che in essi si ammira.

Ed in profondo lancio l’amo,
ma nulla scorgo
in questo buio,
e nulla pesco perché deserto.    

Tenebra
Con impeto scomposto
anima mia attendi
che luce sia fatta
nei remoti angoli
del tuo spazio.
Il sole ardente e sovrano
contro te non puote nulla
e tu cedi il passo alla tenebra
che per te ora amica
e sorella diventa  

Specchio
Molte volte il guardo,
uno specchio infrange,
e respinto con immediatezza
falsamente ci propone
il nostro esser.
Ma benigno il mio animo
con occhio attento
e cuore ardente
solo ciò che non siamo
ammira tanto.

Nebbia
Nebbia,
il tuo è uno strano esister.
Domini incontrastata
ciò che lo sguardo guarda.
Ma il sogno dei cuor
verso tal infinite meraviglie
escludi
Amara per il tuo esister
gioconda con chi ti odia.  

Sognando felice
Felicemente sognar vorrei,
guardando te anima mia,
che di giorno in giorno
mi porti via questo tempo
che più non si presenta.

Sognando felice
il dormir eterno ho visto
e le rossastre nubi
da sempre m’accompagnano.   

Pensieri miei
Pensieri miei,
troppe volte con me vivete.
Troppe volte accorciate
il mio tempo.
Troppe volte mi spingete
in questo mar.
Tu nero ciel
che a lacrimar t’affanni
soccorri chi come me
riparo non ha.
Torna sereno  

Ciel
Il cielo stanco
e quasi arrabbiato
scuro diventa. E’ notte.
Non condizione di tempo,
stato delle cose umane e storiche
che diversamente non puote.

Ma condizione di rabbia perpetra
e sovrasta incontrastato
le orride vicende umane.
E’ notte.
Perché luce non può più brillar
nel troppo orror di questo mal.    

La lunar luce
Fosco ciel di amara notte
la lunar luce che spiraglio porta,
tu copri inesorabile.
Trattando l’uomo
che in lei spera,
come oggetto insensato e melenso.   

Caldo calor
A volte il non sentir
è più dolce dell’udir,
che più s’appresta
a recar frastuono
ad una gelida vita
che caldo non trova
se non in coperta
ad un lenzuol.  

Fosco ciel di tetra notte
Tetro e sinistro
spesso il ciel in vita,
per chi alba non vede
o per chi non giunge.

Solo la morte a volte sembra,
maschera miglior
a questo scorrer immobile
e talvolta sparso.  

Solitudine
Chiara e limpida,
la solitudine di una vita,
che tardi rende conto
di azioni scampate ma perdute.

Troppe volte il ciel stellato,
nel suo scorrere inquieto
a fermar s’appresta,
ed uno sguardo tenue e fugace
a questo miserabile tempo lancia.

Così dunque giace,
senza muover dito.

Stonata Campana
Stonata Campana,
con i tuoi rintocchi
per una vita segnasti
il corso del tempo,

ma oggi lo stesso tempo
segna il corso del tuo vivere.

Troppa gioia hai portato
con il tuo rintocco
troppo dolore
al ritmo funebre
dell’estremo saluto.

Suona ancora per noi,
la dolce musica
che in un dove privo di quando
si ode.

Dolce tesoro
Dolce tesoro,
bambina indifesa,
i tuoi occhi il papiro
dove la mano di fata,
con inchiostro
del color del dolore
scrive irrequieta
la tua storia infinita.
Il velo
che la lacrima
tenue non copre
il tuo volto
che il sole invidia
per tanto splendore.
Tu donna insicura,
bimba indifesa
invano ti agiti,
il sogno dell'amore,
lo scrigno del cuore,
tardi consegni
al principe azzurro.
Il pensiero dolce
il sano proposito
la brezza leggera
accompagna nel blu.
Tristi orizzonti,
confini irrisolti,
l'anima tua affannata
si spegne.
Ti amo ti adoro,
mi conforti
nell'ultimo momento
che oggi è anche il primo.
Non accetto,
non ammiro
il tuo dolce chiarore,
che terre deserte
illumina a giorno.
Accenditi d'ira
mio dolce tesoro,
estingui la fame
che il tuo volto
m'arreca.
Danza felice,
canta serena
la mia sorte è vicina,
dammi la gioia
di vederti lontana.

Il tempo scorre
Scorre il tempo
come il tempo
d'una passeggiata
nel bosco solitario,
di un mondo
bruciato d'affanni.
Scivola via la rugiada
dal palmo di una foglia,
che anziana ammira
il buio della sua vita,
vissuta in tenebroso silenzio.
I passi fluttuanti
nell'onda di questo mar di foglie
che ora costeggiano
il desolato cammino,
sembrano evocare,
gli effetti dell'arma distruttrice,
tanto il loro peso
nell'incontro con tanto fragore.
Il vento sostiene
con ali spezzate
la vita di un povero
e dubbioso gabbiano
che confonde questo manto
già morto,
col pianto del mondo
che sul mare risiede.

Madre
Con immobile sguardo,
muto lamento,
ancora una volta
incrocio i tuoi occhi,
Madre.
Fisso ora
l'ultimo ritratto,
della tua anima libera
da una pietra nascosta.
Il silenzio del mondo
lo percepisci soave
filtrato dalla zolla
che attorno al tuo corpo
modella un sospiro.
Ferito e immutato
il ricordo m'assale,
il tuo braccio tremante,
la tua mano sicura,
il cuore baciavan
con tanta premura.
Una lacrima,
fiume in battaglia,
solca il mio volto,
terra di pianto.
Un sorriso bugiardo
adesso mi guarda
e i tuoi occhi ora spenti
ritornan splendenti.
Ma il ritratto si sbaglia,
il cuor non s'inganna,
Madre dolcissima
tu sei com'io ti ricordo
non come tu affranta hai voluto.

Senza titolo
Della vita conosco
Solo il non vissuto.
Della morte
Ne serbo il ricordo.

Cala la notte
Cala la notte,
sul monte fatato
che il cielo conosce
per stretta di mano
Muta il fragore,
dalle stelle segnato,
arriva la luna
sua dolce compagna,
nella stagione rara
che il suo cuore bagna…

Ma chi?
Chi mi capisce
non capisce il mio capire
Chi mi conosce
non conosce il mio conoscere
Chi mi accoglie
non accoglie il mio accogliere
Chi mi guarda
non guarda il mio guardare
Ma chi mi ama
non può che amare il mio amare

Chiudi gli occhi
Chiudi gli occhi
angelo triste,
inondati il cuore
del leggiadro scorrere
di cascata a se stessa
lasciata.
Dormi serena,
stanca e contenta
del sogno del ciel
che a volare ti insegna.
Destati o fiore
e germoglia arrabbiata,
il frutto colorato
del tuo esister.

Il fatal sole
Un raggio del fatal sol,
la tua presenza radiosa
nel tempo della mia vita.
Inestinguibile fiamma
l’ardore del tuo sguardo,
che il mondo accende
di gioia e passione
e al vento gemente
affida il saluto.,
che presto ritorna
in vesti più candide.

Veritas
Il volto della vita
uno si mostra,
all’agonizzante spirito
che fremente l’invoca.
E da lui trovar si lascia
se amato su tutto egli si sente.

In riva ai colli
In riva ai colli
le stelle baciano la terra.
E tu universo abbracci
il tuo figlio,
che fluttua con fremito
nel tuo grembo insicuro
in cerca d’amor e
sospirato riposo.

Spensierato e sereno
Va per quella primaverile riva,
il passo e il balzo dello scoiattolo.
E allegro e accorto,
con cuore sincero
sui frondosi rami
della verde foresta
irrompe festante.
Spensierato e sereno
pensa a vivere la vita
che a lui guarda
con nobil sembianza.


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