Poesie di Francesco Gheza


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Nel gelo del cuore
Restare inchiodato ad un duro destino
è questa la sorte talvolta tremenda
che spinge la mente a sussurri di morte.

Provare l’angoscia di sentirsi smarrito
quasi al baratro appresso in eccesso di odio:
è questo l’approdo del perverso cammino.

Se del sorriso l’assenza si prolunga nel tempo,
senza rimorsi e rimpianti atti a porre inversioni,
può la mente offuscata affondare nel buio.

Nel gelo del cuore dove non affiora clemenza
e si macina solo egoismo e sopruso,
è precario il sospiro verso nuovi traguardi.

Si chiude il contorno delle belle emozioni,
si apre il sipario degli affanni e sventure:
ti riman solo la voglia di farti del male...

e procurandolo agli altri
muori ad ogni respiro.

Quasi in un sussurro di morte
Tenebrosa ambascia in sussurro di morte:
greve l’effimero soffoca l’anima in pena!
Perché non prorompi in liberatorio grido
dal buio dell’anima quasi posta alla sera?

Non è un dolore o sofferenza improvvisa,
non è l’emozione in negativa espressione,
non è un momento di nostalgia imprecisa:
è senso d’effimero che prende in profondo!

Non hai via d’uscita da questa gabbia serrata,
non hai alcuna impressione né lieta né triste,
non senti nuova attrazione in ripresa di vita:
assommi vari momenti in glaciale sgomento!

Non lasciar che prorompa l’apatia mordace,
che diventi intrusiva ad assopir la tua mente:
come un tarlo vorace s’insinua e si insedia
per ridurti appassito nei pensieri ed affetti…

Al suo abbraccio insidioso riprova a sfuggire,
non seguirne il percorso che raggela pulsioni.

Da quest’estasi greve potresti non fare ritorno!


Dopo il volo lo schianto
Hai finito anche tu il corso della tua vita
fringuello schiantato sul bordo di strada
nel contorno d’un cielo rifatto a stagione
adatta al libero volo negli spazi splendenti!

Qual è stato il motivo della vita tua breve
mentre gli altri festanti ora godono il volo?
Ancora caldo un poco il tuo soffice corpo:
ma io non posso ridarti tua vita asportata!

Chissà se tu forte hai già un palpito dolce
provato prima per altra tua lieta compagna,
nella natura esplosa tra i declivi del fiume!?
La mia è in attesa di bell’incontro d’amore.

Un amor rinnovato dopo appartati pensieri,
or maturato io credo per riprendere il volo
con lei sposa mia d’ugual affetto fremente:
andrò io d’incanto sul suo letto più ardente!

Il sublime è pure in profano!
Da troppi pensieri son preso senza fissa dimora,
da troppi desìi sono avvolto senza un traguardo!

"Più non riguardo sublimi orizzonti,
anche l’effimero ha senso eminente".

Troppo è il soffrire entro questo percorso,
né più mi rimane una facil meta tranquilla.

Verso quale mi volgo senza doverne soffrire,
a quale m’aggrappo per non sentirmi morire?

Più non devo pensare all’effimero senso,
che fascino forte continua a mandarmi?

Il circolo è chiuso: non riesco a lasciarlo.
Il circolo è chiuso: al sublime non torno.

Si apre un nuovo cammino:
il sublime è pure in profano!

Quando hai voglia di pace
Quando resti in silenzio
a scrutare i pensieri
che s’affollano intorno
alla mente turbata,
non lasciarti smarrire
da nuova onda impetuosa.

Quando hai voglia di pace
in un momento di crisi;
hai saturato i tuoi giorni
in fughe e rincorse usuali,
affonda ora il tuo sguardo
oltre il breve orizzonte.

Quando hai provato i piaceri
d’amicizia sesso e denaro;
hai percorso mille sentieri
per terra mare ed il cielo,
non pensar sia vergogna
scrutarti anche un po’ dentro.

Quando vedi nel tempo
che mille volti vicini
non hanno più il calore
in cui rifugiarti contento,
forse hai barattato l’amore,
non l’hai donato col cuore.

Ritorna allora d’un poco
dentro tua mente svagata,
sommuovi tutte le trame
che la tengono avvolta:
ogni speranza di pace
è più bella con gli altri.
In questo tratto di cielo
In questo tratto di cielo io vago ogni giorno
in attesa che dolce mi avvolga un amore;
non di lacrime sparse quasi fossi pietoso
ritrovo reale quanto m’appare nel sogno!

                 Estasiato mi trovo in ogni virtuale passione
                 che in affetto di donna mi dona un sorriso;
                 non più pallido sole mi lancia raggi dolenti
                 neppure vento mi urla nuovi gravi lamenti.

All’alba un respiro in rugiada mi chiama
a fresca radura dove posar la mia mente:
s’infiamma sicura dolce passione aspettata.

                   Or sei qui donna mia di fronte ai miei occhi
                   col tuo sorriso e l’incanto di morbida pelle;
                   non sono ritroso a restare eterno in tuo seno,
                   ma già questa è la forma che poni nel cuore:

il tuo viso piacente e la tua candida voglia
di darmi del cielo un anticipato momento;
lo gusto e l’assorbo come a farne reliquia

                   da portare per sempre in mia mente protetta
                   dai bagliori del tuono che tenta ora sorpresa
                    insieme al tuo sguardo dell’incanto alla sera.
 

Viaggiare nel tempo al passo con Dio
Quando il pensiero di DIO invadeva il mio cuore
nella maniera sacrale del messaggio di Cristo,
mai nessuna incertezza mi sorprendeva in timore.

Quando sostavo fervente nell’orizzonte divino,
con lo sguardo proteso al suo sublime mistero,
nessuna inclemenza raggelava il mio sguardo.

Un solo pensiero, un solo cammino;
una sola speranza, una sola certezza:
viaggiare nel tempo al passo con DIO.

La libera mente da ogni profana intenzione;
il cuore sempre assorbito in divini pensieri:
effluvio dolce sublime nel sacrario devoto!

Non sentivo il bisogno che giungesse la notte
per distendere un velo sulle tracce del giorno.

Non smarrivo l’incanto d’un nuovo mattino;
pronto a viverlo lieto con uguale fervore.

Non mi buttavo solerte nel letto impietoso
nella sola speranza che il giorno a venire
non mi recasse nei pressi d’una pena maggiore.
 
Tanta sofferenza anche nel web!
Navighi ore in cerca di fortuna
Raccogli emozioni nel frenetico gioco
Sospiri ogni tanto come in approdo felice
Ripercorri in segreto lineari sentieri, incantato!

Navighi ore e raccogli tanto dolore
I sospiri un po’ spesso si fan lacrime grevi
Gli approdi infelici sono alla fine maggiori:
l’incanto si volge troppo spesso al tormento!

Cercavi l’amore tra neutri byte infiniti
Volevi carpirli in espressioni ammiccanti
Volevi fermarli nel loro flusso ammaliante:
alla fine impietrito ti senti quasi impotente!

Raffreni la voglia da cui hai iniziato
Trattieni il respiro per troppo dolore
Tramuti in soccorso ciò che credevi conquista
Trasformi in aiuto ciò che per te stesso cercavi!

Troppa sofferenza ripercorre nei telematici spazi.
Non puoi far finta di niente, raccoglier solo fortuna
Non puoi oltre passare pensando che ognuno si arrangi
Non puoi invariata mantenere l’intenzione d’inizio
Quando, prima sereno, ritrovi smarrimenti incompresi!

Attenua l’ardore dell’erotico senso
Porgiti amico quando riscopri lo strazio!
Non pensare solo a te stesso nel telematico spazio.

L’amore da sogno
Entra nel flusso dell’amore da sogno,
poi lasciati andare all’incanto d’amore;
solleva lo sguardo oltre il sentire banale
che lascia in disparte l’ardente passione.

Delizioso l’impulso che inizia dagl’occhi
nel gustare visione d’un sorriso splendente,
che passa nel cuore e s’irradia nel sesso
a smuover sussulti lasciati un poco da parte.

Quello sguardo che implori sia per te indiviso
in ammicco e richiamo alla pulsione amorosa
è come corolla d’un fiore che richiama in bel volo
il forte erotico istinto per approdar all’unione.

Quando dagl’occhi in profondo ti scende la voglia
è buon segno sicuro che puoi tentare il contatto:
la natura ha disposto questa attrazione al diletto,
basta che tu non l’accolga in meschino miraggio.

Quanto in fascino dolce ti porge uno sguardo
è solo un primo richiamo non pretesa d’amplesso:
il piacere più grande che desiderare è pur giusto
vien soltanto un po’ dopo per reciproco assenso.

Hai gustato il sorriso, hai ammirato lo sguardo,
hai sentito l’impulso, stai tentando il contatto?
Non entrare intrusivo quasi a bruciare il traguardo:
devi curare i passaggi per ben approdar all’incanto.

Il piacere è già questo che per primo ti attende:
passar a gentili parole affioranti senza finzione;
non puoi proferirle sol per ammiccare in incerto,
quasi già ti trovassi a pretendere del facile sesso.

Se già muovi i sussulti nell’afferrar la sua mano
per accorciare il cammino del percorso affettuoso,
non più ammiri il suo sguardo o i suoi occhi ridenti,
alla vera passione che conturba entrambi gli amanti

non potrai pervenire con espressione esaltante,
rimarrai solo al livello dell’eccitazione morbosa.
Le parole prima a rintocchi tra sguardi e sorrisi,
poi i leggeri palpeggi donati e ricevuti con cura…

riportano lieti i due amanti ai rimandi intriganti:
la bramosia si allarga scoprendo altre aperture,
va dove s’incontra il caldo appartato in attesa
che la passione si esprima nei penetrali recessi.
 


 

Donare le ali alla vita
Se di gioia non vibra il mio cuore disperso,
se solo pallida luce rischiara i miei giorni,
può esser l’effetto di questo nuovo cammino
dentro un mondo normale di lieve percorso?

Questa improvvida mente smarrita nel sogno
d’uno stato felice che rimanga lieto perenne
pone assurda pretesa anche a cuore di donna
di svolgere ruolo di portare verso il sublime.

Troppo da alto orizzonte disceso anzitempo,
per volgere i passi sull’intricato sentiero
dell’umana natura in effimera scena,
ho preteso il profano contraltare eccellente!

Se più non riguardo ai sublimi orizzonti,
i soli a domare, dentro protetti confini,
le pulsioni istintive, senza briglia devota,
sarà felice mia sorte come quella d’un tempo?

Ma tu ch’hai percorso un cammino virtuoso
nell’apparenza divina, ove sconfitta è la brama,
pretender non puoi che l’assillo amoroso
abbia la stessa valenza dell’ascetica vita!

Or mi par di sentire dai tanti devoti beati
che volgono in fede il lor sguardo al cielo:
“Migliaia di anni avranno pure insegnato
che maggiore in profano si prova tormento!

Solo esperienza sacrale la paura risparmia,
riportando serena un’esistenza tranquilla:
ti dona il sollievo d’una coscienza pulita,
ti sopisce l’assillo della condanna divina”.

Ciò che sento nel cuore di mia esperienza
è poi vero per tutti che in diversa maniera
hanno colto la vita di non gravido volo
su e giù per le balze del devoto sentiero?

Quante son le persone mai attratte al divino
che non han di azione corrispondente rimorso?
Quante anime stanno nella profana esistenza
senza l’angoscia che scorra infelice la vita?

Esiston al di fuori del religioso orizzonte
alcuni in fiducia d’armoniosa coscienza?
Può stare nel grembo del solo etico senso
qualcosa che sembri al pio d’animo afflato?

Quando trovassi una schiera di questi mortali,
in lineare esperienza pur senza sacro fervore,
forse anch’io sperare potrò sorte diversa
da quella che vivo in alterno sacro-profano.

Temporale in natura e nel cuore
Tuoni grondanti di ruggiti tremendi,
lampi fiammanti, visioni improvvise!
Giorno t’appare come tetra luce di sera:
ti senti impotente a stabilir la tua sorte.

Già il cuore in tumulto per gravido grido
voleva sostare nel duro grembo di morte,
per l’assenza di sguardo rivolto al futuro,
frenato nel freddo del pensiero stagnante.

Or un tuono diverso, d’immane potenza,
irrompe a squassare ciò che prima natura
racchiudeva nel seno della sua armonia,
ed aggrava il torpore di mia lacera mente.

Sprofondi nel cerchio d’un insolito corso,
non sei più sicuro di tornare al normale,
hai paura affiorante che tutto si aggravi
su questa collina che solitaria ti avvolge.

Il vento rinnova nuove ondate possenti,
la pioggia imperversa a ferire le foglie:
lo sguardo rimuovi dal consueto lavoro,
ti chiedi implorante: “Ma quando finisce?”.

D’istinto un lamento vorresti condurlo
al cospetto di Lui che conferma presenza:
“Interrompi la furia che la natura ferisce,
trattieni la sferza su ogni cuore che soffre!”.

Attrazione amorosa
Perché il fascino dolce d’una donna graziosa
m’incanta e richiama all’attrazione amorosa?
Perché un dolce sorriso come rugiada al mattino
ravviva i petali in fiore della corolla ad inchino?

Cos’è che mi spinge a ritrovare l’incanto
solo allo sguardo sereno di donna gentile?
Perché solo nei pressi d’uno sguardo affettuoso
ritrovo lieto il sospiro di affacciarmi impetuoso?

Potrei restare eremita su isolata scogliera,
ma non senza il passaggio di lei alla sera;
potrei sostare da solo in appartata radura,
ma godere ogni tanto la sua beata figura!

Ma il timore è già grande in affaccio alla mente:
la contemplo e l’ammiro…quanto dolce attraente!
Quasi Madonna in un quadro in movenza profana:
solo che Lei è celeste, non ti dà gioia mondana.

Ecco, ora ho capito questa misteriosa attrazione:
è l’infinito bisogno di stare estasiato in visione
della eterna bellezza unita alla gioia più intensa
ma in gratuito dono, senza incertezza in ricerca.


 


Quando e’ grande l’amore
Se t’incanti al sorriso di donna
e rispondi con lieto tuo sguardo
è già questo bel segno sincero
del rispetto che tieni in amore.

Se pretendi che un solo sorriso
sia l’avviso d’amplesso vicino,
è già questo l’accenno procace
di morbosa tua cieca passione.

Un dolce sorriso, un cenno d’intesa
è solo l’annuncio di respiro più ampio:
se vi entri maligno ne riduci il traguardo,
se invece sei schietto puoi salire più alto.

Quando hai trovato l’accordo
con parole e sorrisi fluenti,
non è ancor questo lo sviluppo amoroso:
ma occorre il soccorso di baci e carezze.

Ti trovi ora nel mezzo di scelte diverse:
se prevale la mira a possedere il bel corpo,
ancor non sei pronto a conclusione esaltante,
forse agguanti l’amplesso che è solo eccitante.

Anche lei ha accettato la tua voglia di sesso,
ti ha risposto col corpo ma sua mente è altrove:
vi godete l’amplesso quasi uno sprazzo di cielo,
ma riman corto il respiro verso il traguardo d’amore.

Quando è grande l’amore non in forzata pulsione,
si distendono i baci lungo un più lungo percorso,
si rafforzano belle parole e promesse affettuose:
poi arriva l’amplesso in splendido tratto di cielo.
Deserto mentale
C’è chi si sente smarrito non solo alla sera,
quando si butta sul letto affogando i pensieri;
anche nel mezzo del giorno si sente smarrito,
mentre accanto rimane alle diverse persone.

E’ assente il pensiero, non prende mai volo,
ha il sospiro incagliato dal senso di vuoto;
non ha mai la sorpresa che nuova lo scuota,
non gode mai del sorriso né amaro né dolce.

E’ svagato lo sguardo, non si posa su niente,
quasi assorto in se stesso con sfocati pensieri,
non ha voglia di nulla, nemmeno del sogno:
ha solo l’attesa di naufragar nel sonno la sera.

Perché non è dato fissar per sempre il futuro,
vedere forte il contorno d’un nuovo cammino?
Non puoi consegnarti ad un nuovo traguardo,
quando il deserto mentale ti raggela speranze!

Forse è meglio nel pianto accettarti in silenzio.
Non trattenerlo pensando sia debolezza soltanto:
anche in questo momento… non lasciarti morire!

L’amor per la vita può trovar sempre un incanto.
 

Parole in pindarico volo 3
Se bastasse a due cuori tenersi bene allacciati
Per librarsi gioiosi in pindarici voli inviolati
Per spaziare sicuri nel rassicurante cammino
Non varrebbe la pena di tentare nuovo destino.

Se bastasse l’incanto d’un total fervido amore
Che racchiuda nel cuore tanti felici momenti
E sostare nel grembo di belle notti accoglienti
Non varrebbe la pena di infiammare le menti.

Se fosse nostro destino mirare ad unica luce
Per aver la certezza di stare dentro orizzonte
Di bellezza armoniosa in pace dolce e sicura
Non ci sarebbe nel cielo di tante stelle apertura.

Se fosse vero il miraggio del solo sacro comando
In appello invasivo dentro i più sublimi orizzonti
Appoggiato al timore dell’eterna colpa tremenda
Non vi sarebbe attrazione per ogni nuova vicenda.

Se ogni nostro pensiero smarrisse vano speranza
Di tentare bel provvido volo in molteplice modo
Nell’attesa insicura verso ogni istintiva passione
Non sarebbe il Creato una causal casuale visione.

Non attentate alla sorte del pindarico libero volo
Col ritenerlo indecente ogni volta turba la mente
O considerarlo dannato quando sfida anche il fato
Ridurlo a rango profano quando ha nulla di arcano.
Dolce contorno di parole
Questo dolce contorno di belle parole
dono ai teneri amanti in voglia d’amore:
sappiano coglierle bene nel fondo del cuore.

Se con lieto sospiro hai l’amata in ardore,
non lasciarlo sfiorire prima che giunga la sera:
mandale un mazzo di rose per crear lieta atmosfera.

Mentre attendi che il giorno chiuda in bella maniera
le usuali fatiche della quotidiana esistenza,
invia ora un messaggio di tua presenza:

“Donna mia ti penso, di te non posso far senza;
ogni ora è già lunga per abbreviare l’attesa:
senza vederti e sentirti la giornata mi pesa.

Mi manca il tuo sguardo ad offrirmi l’intesa
di bei pensieri ed affetti da vivere insieme:
con te a me vicino il mio cuore non teme”.

A conclusione del giorno sarà più bello l’incontro,
le deliziose effusioni troveranno il loro riscontro:
il contorno di belle parole completerà il suo corso.


 


Lei senza volto nel sogno bis
Ancora una volta nel sogno appare la donna
Non è la Madonna;
Incredulo ammiro ancora potenza del sogno
rilevante bisogno;
perplesso invece rimango un poco sorpreso
ha il volto sospeso;
estasiato mi attira una visione dell’offerta
non è una profferta.

Queste oniriche apparse dal fremito denso
Erotico senso;
perché hanno l’avvio in vicinanza di chiesa
prima di ascesa;
e poi dentro di essa si compie in profumo
perfetto consumo?

Sui tanti gradini di una scalinata di pietra
Al suono di cetra;
ritrovo tanta gente rapita in sguardo devoto
propensi all’ex-voto;
s’avvicina una giovane bella; lieto sentire:
“Su tue spalle salire”;
quasi richiesta implorando suo il mio corpo
al suo m’accorpo;
ed accetto il piacere di offrirle me stesso
mi sono concesso.

Man mano si avanza si schiarisce l’attesa
Lei non mi pesa;
come solo appoggiato il suo corpo è leggero
mi scuote il pensiero;
la tentazione è assai forte di provare contatto
suo seno al mio tatto;
lei nulla mi dice e non mostra alcuna sorpresa
aumento la presa;
in alta speranza là basso l’altra mano estendo
suo sesso è stupendo;
lei nulla ancora oppone né diniego e lamento
ne sono contento.

Il suo corpo si avvia in segnali di lieto ravvivo
Nulla appare lascivo;
per primo inizia il suo seno ad assumere forza
è di velluto la scorza;
poi anche la vulva rilascia in mia mano sinistra
liquido bello amministra;
sulle mie spalle è giacente suo corpo fremente
non mi pesa per niente;
ora giunge anche l’ora di avanzar nella chiesa
dolce aumenta l’ascesa;
compiamo un gran giro sempre in posa accettati
non sentiamo peccati;
non perdiamo un minuto della fervida esultanza
nel sacrale è di stanza.

Ora anche lei la mano ripone davanti a me stesso
E fruga il mio sesso;
quasi librati in piacere e mentre dura il cammino
siamo all’incanto vicino;
s’espande il diletto senza nessuna dura vergogna
non c’è aspra menzogna;
non abbiamo il tempo di provar della gente timore
s’infiamma l’ardore;
abbiamo capito che in fondo anche loro col sesso
farebbero lo stesso;
hanno solo un pensiero ancora da porre questione
sarà permessa l’unione?
Se ancor nella mente rimane religioso il comando
Sarebbe tutto nefando!
Rimedi opportuni
Hai perso la voglia di sentirti te stesso,
rincorri la brama di trovarti diverso,
rifuggi la sorte in cui ti avvolge la vita?
Lo puoi solo talvolta in sogno riflesso!

Hai smarrito una meta che credevi essenziale,
ti trovi disperso dentro la mente e nel cuore,
rimani in disparte con invidia degli altri?
Devi trarti al più presto fuori da tal visuale!

Ti senti un po’ triste ogni volta che pensi
di non essere in grado di reggere il ritmo
di vita che scorre senza offrirti bel senso?
Puoi cercare rifugio nel pianto a compenso!

Sei preso da smania di apparir sulla scena
dove gli sguardi e consensi appaiano tuoi
ma poi scorgi al tramonto oscure le stelle?
Prova ora a pensare se ci son cose più belle!

Senti qualcosa che turba il tuo animo in pena,
provi spesso l’angoscia ed un senso di morte,
hai perso il sorriso e non lo gusti negli altri?
E’ giunto il momento di cambiar la tua sorte!

Anche tu solo nei miei ricordi
Spingo le sensazioni oltre la soglia normale,
ho la voglia di averti in abbraccio intrigante,
sulla riva di un fiume ove mi attardo a sperare.

Le tue calde parole nel primo contatto eccitante:
“Questo è il mio corpo ancora giovane e bello!
E’ tuo, poeta, che m’appari da tempo splendente.

Da molto attendevo di diventare il tuo gioiello,
non solo l’oggetto di dolci espressioni d’amore,
ma ancora più avanti verso il sensuale orizzonte!”

In alterni momenti ho accettato anch’io l’ardore,
preso in fascino ammiccante dell’offerta sincera,
ma deluso ancor vedo quanto speranza è lontana!

Ogni giorno riguardo la tua foto in preghiera
che tu viva ritorni a pronunciar dolci gli appelli
della sensuale tua voce che sprofonda là in fondo.

Quasi senza speranza, all’immaginario mi porto;
or ti vedo mia amante come in desiderio si vuole,
mentre alle lacrime unisco quasi fluente mio seme.

Seduta sul letto, ti vedo, ora audace e discinta,
cominci un sol seno a mostrarmi in lieto sorriso,
non vuoi che m’affretti in troppa brama sospinta.

Non vuoi colga il piacere senza guardare tuo viso,
che pure l’incanto s’appresti in graduale processo:
non dobbiamo appagarci nel modo solo furtivo!

“Poeta, perdono, non mi basta più il solo sesso,
come negli appelli istintivi ti avevo richiesto;
la brama è anche mia di goder tutto l’amplesso!

Non dobbiamo carpire solo un piacere modesto,
ma di ciò che tu canti io voglio tutto l’incanto!”
“Anch’io ora disposto a provar tutto il contesto”

Mi scuoto, mi sveglio, quasi eccitato dal sol canto
che in maniera diversa tutto s’esprime dal vero,
perché tu sei distante e non vuoi essermi accanto.

Anche tu, bella, riapparirai solo nei miei ricordi!


Speranze che rinascono
Anche le speranze s’infrangono,
ma rinascono se non disperi.

Anche i ricordi si disperdono,
ma altri si affacciano sinceri.

Non tutto è perduto in un solo momento;
qualcosa si perde ma non del tutto…
almeno fino quando non ti “spegni”.

Persino poco prima della morte
hai diritto ad uno sbocco di vita.

La grandezza e miseria dell’uomo
non si misurano solo col tempo:
l’una e l’altra sono indefinite.

E per ciascuno le vie sono infinite,
però nel solo tratto di tempo che corre
dalla nascita imprevista alla morte.
 
Si appare e scompare
Quando senti il respiro della morte vicina
e sei ancora in attesa di dare senso alla vita,
non maturare il tormento su che cosa t’aspetta:
uguale è dopo la morte il generale destino.

I virtuosi han raccolto la pace in se stessi,
i viziosi han goduto i piaceri con gli altri:
chi non ha fatto del male è già stato felice,
chi ha recato l’offesa ha pagato in tormenti.

L’effimero gioco sublime delle temporali presenze
pareggia sempre le sorti nel percorso infinito:
ciò che t’appare talora privilegio degli altri
è stato anche il tuo in circostanze diverse.

Ogni modo di vita è misterioso ingranaggio
che nell’eterno Creato muove ognuno con gli altri:
quando li vedi diversi, ciascuno entro suo raggio,
non puoi capire completo il generale orizzonte.

E’ nel vortice immenso di ciò che appare e scompare
che si rivela il mistero delle situazioni diverse:
non lasciarti ingannare dalle individuali apparenze:
alla fine è tutto in pareggio tra le virtù e i peccati.

Volere un destino diverso?
Non voglio un destino diverso da questo
che vivo ogni giorno tra ricordi e pensieri,
senza voglia di pianti o di sorrisi stupendi:
questa vita tranquilla mi tiene in cammino.

Non ho lampi di gioia o incanti insperati,
non colgo urti improvvisi né voli eccitanti,
non invoco l’amore come dono struggente:
ogni giorno a riposo tengo l’anima in pace.

Uno solo l’assillo che s’affaccia insidioso,
trapassa furtivo quest’ atmosfera tranquilla:
se non hai un traguardo che appaia sublime,
non sarà che un bel giorno ti ritrovi frustrato?

Quando pure i ricordi non colpissero il cuore,
ed altrettanto i pensieri non apparissero vivi,
la mente ed il cuore dispersi in rivoli scarni:
ogni giorno ulteriore avrà bastante la pace?

Ma voi giovani esposti al cammino di vita,
avete un respiro che sia ugualmente esaltante,
che vi strappi al tormento di possibile arresa,
ancor prima che in sfida abbiate tutto vissuto?

Volere un destino a rischio di quello normale
forse è bene che sia solo dei giovani assillo!
La gioia degli altri
Oggi la felicità non m’appartiene:
la gioia, vedo, solo negli altri.

Non invidio chi oggi di me più felice
continua a sentire serena la vita.

Son contento pel sorriso degli altri,
mentr’io son chiuso nella mestizia.

La mia non è profonda tristezza,
solo racchiuso in mesto torpore.

Sono senza allegria, senza entusiasmo:
m’addolora di vivere non come prima.

Siate felici, voi altri, a me intorno;
siate lieti di stare senz’avversi pensieri!

Ma anche a voi tutti toccherà talvolta
sentire la pena d’un vivere disperso...


 


Di fronte a te donna
Un casto pensiero di fronte a Te donna
non son più capace di porlo indolore;
un fremito sento se m’appari in sorriso,
idoneo non sono a trattenere il sospiro.

Assai lieve sentivo nel tempo passato
la voglia di stare in tuo tenero abbraccio:
il divino pensiero raffrenava la brama,
in ascetico modo ti tenevo a distanza.

Ma ora in disparte dai devoti pensieri,
non più al riparo dell’ascesi celeste,
d’istinto son tratto a guardare Te donna,
d’impulso mi volgo per cogliere assenso.

Però non riesco a tentarti normale,
non sono capace di pormi per primo:
anch’io sospiro il gesto di Eva nell’Eden,
ma le Eve attuali son solo ai bordi di strada?

Quante sociali convenzioni si danno all’amore,
lo tengono stretto a due cuori soltanto:
si ripaga in cultura ciò che era d’istinto.
Di fronte a Te donna di me stesso son schiavo!
Non è solo splendido volo!
Perché volgi intorno il tuo sguardo smarrito
quasi in ricerca ossessiva d’un dolce sorriso?
Non sai che la vita non è solo splendido volo
ma pur trepida attesa in cui stare un po’ solo!?

Non puoi mai garantirti stabile forma serena,
non puoi pensare perenne star dentro la gioia,
non devi creder adatta di aver salda certezza,
tenere dentro te stesso chiara visione fattezza!

Variopinto contorno s’offre ognora alla vita
in proporzione dovuta ad ogni cosa dintorno;
questo mirabile è proprio il gran dono divino:
ciascuno è salvo nell’eterno alterno cammino!

Qualunque miraggio ti pone la mente ed il cuore
nel bastione inviolato dell’immagin tua protetta,
sappi in modo sicuro che non sta nulla di vano
di quanto sempre ci appare or in chiaro e arcano!

Soltanto una cosa devi ancor imparar dalla vita:
non porti mai esclusivo quasi fossi solo tu stesso
nell’interminabile flusso di belle apparenze reali:
siamo talor tutti sublimi ma più spesso banali!

Ed un’ultima lieto devi coglier in mente virtuosa:
non esiste alcun male all’eterno sguardo divino,
non c’è alcuna condanna che vada oltre misura,
ogni cosa vivente è d’effimero e sublime mistura!
 
Le virtù e i peccati
Con la mente ho raggiunto il concetto più grande:
si può spaziare nei cieli degli affetti e pensieri,
senza il duro tormento della condanna devota.

Il religioso comando ha confinato la vita
entro contorni protetti di pace e salvezza:
ha pur ridotto l’istinto a dannabil peccato.

Le celestiali prodezze dei santi e virtuosi
hanno incitato seguaci a morire eccellenti:
hanno la natura bruciato di uguale valore.

Coi mansueti ideali dell’immaginario devoto
molta gente ha raggiunto la pace del cuore:
altrettanta ha sofferto nel rifiuto di essi.

Coi sublimi pensieri dei virtuosi esemplari
molta gente ha ottenuto la pace dei sensi:
han raffinato il diletto, dannando l’altrui.

Il celeste comando non ha voluto confronti
con le scelte istintive entro il libero gioco:
gl’impulsi han subito un attacco sleale.

Ciò che in reale doveva esprimersi uguale,
sensuale tendenza, senza pia condanna,
dal razionale rimando è stato imbrigliato.

Si son posti gli eletti in celestiale salvezza,
nel percorso terreno hanno scacciato il profano:
in anteprima han goduto l’arcano apparente.

Tra sacro e profano è lieve il confine;
allo sguardo di Dio non c’è differenza:
le virtù e i peccati si estinguono presto.

Il grembo di donna
Quando la donna non scoppia
Per la voglia e il piacere
Pone il suo grembo affettuoso
A protezione sicura
Di ogni cosa che vive
Ed implora il suo amore.

Ogni amato da donna,
quando a lei s’abbandona,
non vede solo il suo ventre
pur nel suo grembo riposa.

Ogni amante di donna,
quando non affretta l’amplesso,
vada a cogliere il caldo
del suo ventre accogliente:
è stupenda sala d’attesa
d’ogni vitale pulsione.

Se lei si rannicchia
Formando un morbido antro
Come un’ansa tranquilla
D’un gran fiume fluente,
là si raccoglie delizia
prima dell’orgasmo amoroso.

Dopo l’orgasmico incanto,
un po’ sfinito, estasiato,
ricerca ancora di porti
dentro quell’ansa del grembo:
sarà sua cura vorace
avvolgerti in calda sua pelle:
ti riscalda e conduce
a nuova voglia di amore.

Sul treno di notte
I lunghi viaggi da solo han qualcosa d’arcano;
nel tempo che fluttua sereno a tuo piacimento
puoi ora cullare ogni forma di sentimento,
anche giocare in serenità una mesta nostalgia,
rinverdire i tuoi anni a lungo passati,
riscoprire i ricordi di alterno sapore,
abbandonarti inerte ad un sogno d’amore.

Quasi irreale la vita sul treno di notte:
speri non troppo un caduco umano contatto,
spingi ad arte i sensi oltre il normale,
sospingi titubante una nuova bramosia
e poi frugare dentro gli sguardi vicini…

Bella la notte sul treno! Quasi un mistero:
puoi pescare un desiderio quasi insperato,
puoi vagare in alterno passato e futuro.

Puoi anche sperare qualcosa possa mutare,
mentre scorri col treno, ondeggi col tempo.

L’amore è sacro e profano!
L’immaginario divino dona eccelsi diletti
ai fedeli capaci di star nella pace dei sensi;
ma pur l’amore profano offre uguali effetti.

Dal sogno divino puoi passare al profano,
perché Dio non danna il piacere d’amore,
purché ad entrambi gradito sia il richiamo.

La sola legge divina che consacra passione
sta soltanto nel cuore di chi s’offre sincero,
senza nessuna violenza da egoista predone.

Ogni forma d’amore ha soltanto un intento:
innalzare lo sguardo verso più alto orizzonte,
che non è Dio in astratto, ma ogni concento.

Ogni passione d’amore in armonia condotta
non ha alcuno disprezzo del richiamo divino:
è la sola forma sublime dall’effimero indotta.

In qualunque modo procace poi essa si svolga
non reca alcuna vergogna ai soggetti travolti,
questa è stata versata dagli eunuchi alla fonda.

Attrazione amorosa
Perché il fascino dolce d’una donna graziosa
m’incanta e richiama all’attrazione amorosa?
Perché un dolce sorriso come rugiada al mattino
ravviva i petali in fiore della corolla ad inchino?

Cos’è che mi spinge a ritrovare l’incanto
solo allo sguardo sereno di donna gentile?
Perché solo nei pressi d’uno sguardo affettuoso
ritrovo lieto il sospiro di affacciarmi impetuoso?

Potrei restare eremita su isolata scogliera,
ma non senza il passaggio di lei alla sera;
potrei sostare da solo in appartata radura,
ma godere ogni tanto la sua beata figura!

Ma il timore è già grande in affaccio alla mente:
la contemplo e l’ammiro... quanto dolce attraente!
Quasi Madonna in un quadro in movenza profana:
solo che Lei è celeste, non ti dà gioia mondana.

Ecco, ora ho capito questa misteriosa attrazione:
è l’infinito bisogno di stare estasiato in visione
della eterna bellezza unita alla gioia più intensa
ma in gratuito dono, senza incertezza in ricerca.

Scoprir della morte il sussurro.
Ho atteso in silenzio che calasse la notte
per scoprir della morte il sussurro segreto:
nei penetrali recessi della mente estasiata
puoi meditar della vita il traguardo mortale.
Non lanciar alcun grido di lacerante sconforto,
non invocare il destino per esecrarne la sorte;
ognun in dono ha la vita, non l’eterno riposo:
della morte al sussurro siamo ugual tutti esposti.
Se avesse Dio voluto tenerci eterni con Lui,
non avrebbe fatto il Creato d’infinito percorso,
entro il quale perenne lasciar scorrer la vita:
accetta mortale il destino, non sognare l’eterno.
Se t’invade il timore che cosa possa accadere
dopo l’ultimo grido, sussurro di morte vicina
oppur nel pieno fervore della vita attuale,
pensa all’umano destino che per tutti è uguale.
Dio non pone il terrore nei nostri pensieri,
per offrir con la morte l’anticipata minaccia:
dell’immaginario devoto è tremenda invenzione:
proclama vita futura per l’orror della morte.
 

Devi ancora aspettare...
Ci sono momenti nei quali ciascuno
vorrebbe trasgredire l’impegno di vita,
sottrarsi al fluire degli eventi importuno,
ritrarsi in disparte senza un ruolo preciso.

Ma più grande desiderio si prova talvolta
di sostare nel grembo della notte serena
senza soffrire il rimorso di stare in disparte,
senza sentire il dovere della propria presenza.

Ma il tempo trafigge anche questa pulsione,
ti richiama severo all’usuale sentire;
un alterno cammino ti rimette sull’onda:
devi ancora aspettare un’altra notte serena.

 

Tra istinto e ragione
Cos’è che t’incanta e poi ti delude
come l’inizio e la fine in alterna rincorsa?
Ti affacci ai bei sogni con desiderio struggente,
già li vedi al traguardo prevedendone i frutti...
poi nel tempo reale ti appare lunga l’attesa:
così nel dubbio rimani se tentare o arretrare.

Ogni bel sogno che appare ad un bivio ti pone:
tra l’improvvisa speranza del facile approdo
e la sofferente sfiducia di mancare la meta...
Assecondare l’istinto nel desiderio nascente
o frenarlo in pensiero che ti porti a disfatta?
Non è acquietante l’impulso ma nemmeno ragione.

Il pensiero devoto ha proclamato i contorni
delle due forze in contrasto dannando la prima
e la seconda imbrigliato tra condanne e promesse:
"Ciò che osi in profano ti allontana da Dio,
se non guardi al divino son funesti i tuoi giorni,
sarai felice soltanto in beatitudine eterna"!

In questo modo ha violato l’eterna legge divina
che sugl’istinti primari ha basato il suo corso
con molti urti tremendi senza comode arrese
nel crogiolo normale di vittorie e sconfitte:
ha posto un freno tremendo alle libere azioni
creando pii rimorsi e timor d’eterna condanna.

Ma l’assecondare l’istinto oppur la ragione
non è peccato né colpa allo sguardo di Dio:
è solo normale pulsione dall’Eterno lasciata
dentro l’effimero gioco dell’infinito Creato.
Per la resa dei conti di ogni libera azione
in ogni giorno di vita è sempre il momento.

Ciò che fai per istinto non è peccato né colpa:
hai messo in gioco la vita, non la legge divina!

La mia donna ideale
E’ allegra e vivace, è gentile e serena,
ha l’ardore nel sesso e senza complessi;
mi avvolge di grazia e di dolci parole
e ancor mi perdona se non raddoppio l’amplesso.

Quando col membro non posso rifarla godere,
ed il piacere richiede che io doni più oltre,
so con baci e carezze supplire al bisogno,
esplorando gli abissi che lei vuole affocati.

E’ paziente e sopporta i miei lunghi silenzi,
sa restare in disparte quando penso ad altro;
si avvicina da sola per suscitarmi l’impulso
con ammicco e dolcezza visibili agli occhi.

Mi parla e sorride senza troppe insistenze,
mi lascia in disparte se non ho pronta parola;
non mi vuol penetrare nei miei tanti pensieri,
attende che scatti nelle sue braccia a mio modo.

Mi fa dolci sorprese col suo corpo attraente,
lo libera bello per distrarmi opportuna...
non spesso mi chiede troppi baci incolori...
non troppe parole fuor di viva atmosfera.

Non si rattrista ed offende se guardo bellezze,
non pensa all’istante che la voglia tradire:
se così è la donna, come mio ideale,
non ho altro motivo
di avventura
con altra.

Oltre lo stupore di Cielo
Ho percorso sentieri in stupore del Cielo,
ho mirato più in alto per riempire la vita:
nei mistici ardori stavo in pace del cuore
senza avere tormenti della passione d’amore.

Con lo sguardo rapito solo verso l’Eccelso,
in preghiera costante di accedere all’Eden:
ogni cuore sconfitto lo coglievo per colpa
senza vero riscatto se non con l’aiuto divino

Tormentavo la carne per superare gli impulsi
purificavo gli istinti pensando solo a Maria:
domate tutte le brame, sublimavo gli istinti
estasiato in pensieri solo per sacre parole.

L’amor fuoco divino per tutti i duri mortali
mi lanciava bagliori per salvarli in preghiera:
le fiamme d’inferno le visualizzavo tremando,
allontanando la sorte senza cadere in peccato.

Con la pace del cuore profonda era dolcezza
e altrettanta baldanza per affrontare la vita:
abbondava il sorriso per aiutare anche gl’altri
soprattutto pietoso per il duro loro destino.

In questa devota atmosfera in sincero sentire
tutto ruotava con Dio nella mia mente rapita...
altro sipario pian piano s’è offerto diverso
mi son aggirato d’intorno trovando il profano!

Più non riguardo sublimi orizzonti...
Anche l’effimero ha senso eminente.

L’amore tra sesso e passione
In proporzione di mente cuore e cultura
si agganciano amori di sesso e passione:
ognuno a riflesso delle proprie emozioni
più di quanto non doni vorrebbe trovare.

La dura battaglia sopraggiunge nel tempo
per diverso sentire tra l’uomo e la donna:
il primo l’amore spesso confonde col sesso,
lei prima e durante per entrambi sospira.

Quando l’onda impetuosa esaurisce suo corso,
l’innamoramento incantato smarrisce il vigore:
d’uno e d’altra gli aspetti si rivelan reali,
senza il magico alone che copriva i contorni.

Ognuno già prima era come poi si presenta
ma l’ebbrezza iniziale non vedeva i difetti:
era tutto in perdono nella cieca passione,
ogni contrasto in dolcezza andava a sfumare.

Col tempo si svela il gran gioco potente
con cui Dio alla prova ci pone d’istinto:
per il piacere e la gioia legati all’amore
d’altro sforzo aggiuntivo richiede rinnovo.

Se grande è l’impegno di porsi a confronto,
l’un ricerca nell’altro ciò che dono è più grato,
anche l’amplesso amoroso riacquista risalto:
la sintonia ad un grado si eleva più alta.

Se ciò che uno pretende in sessuale passione
lo cogliesse in disegno d’un donare sincero,
non avrebbe sventura di trovarsi indifeso,
se qualche volta delizia non ne trae stupenda.

Non è il piacere che può saziarti del tutto,
non è solo il godere d’un momento estasiante
che può tenerti in amore con lieto lo sguardo:
ma la promessa d’amore anche oltre l’amplesso.

Se nella vita normale non sei capace di sguardi,
di dolci modi gentili anche nei fatti ordinari,
che non sian moine e manierose attenzioni,
negli incontri amorosi troverai meno passione.

La passione più stanca riduce anche il piacere
ed in agguato ritrovi sempre maggiori sconfitte:
non sono solo gli ormoni o la giovanile baldanza
a tener viva la fiamma in amplessi estasianti!

Sono anche i pensieri le emozioni e gli affetti,
che si curano prima durante e dopo gli amplessi,
a preparare i corpi ed i cuori al rapporto vincente:
in questo modo soltanto non avrai di tradire la voglia.

Ogni volta che abbandoni il coniugale diletto,
perché più bello un po’ sogni un altro rapporto,
hai già il segno sicuro d’imminente sconfitta,
perché continui a pensare all’amor come sesso.

Certo il sesso ravviva anche la voglia di amore,
il piacer che deriva porta ad amar chi lo dona:
ma pur prestanza amorosa, per durar più a lungo,
ed esser forte e stupenda, chiede affetto e rispetto.

Esser sempre piacente

"Essere alla moda significa anche essere sempre piacenti,
in forma, sprizzando salute da tutti i pori".

Se vuoi stare alla moda,
devi essere sempre piacente,
sprizzando salute
da tutti i tuoi pori:
mediatico appello,
quasi profonda saggezza.

Non è d’un profeta
questo richiamo stupendo,
né di poeta o scrittore
rapito da estetiche voci:
vien dall’effimero mondo
che il sublime travisa.

Lo stilista che inventa
un nuovo vestito,
primo è lui che lo gusta
su modellato bel corpo:
poi l’idea non sazia,
deve vender la merce.

Deve piacere il vestito,
col piacer del bel corpo,
il bel corpo piacente
attira bello a comprarlo:
poi il vestito l’indossi
anche se non hai corpo piacente.

La modella dai pori
sprizza tanta salute?
Poi gli ospedali son pieni
di bei corpi piacenti,
nei cimiteri riposti
decomposti senza sorrisi.

Non li hanno avanzati
in bella maniera piacente,
nemmeno lungo la vita
coi loro stupendi vestiti:
fuor da mediatica scena
hanno smorti gli sguardi.

Apparire è il comando,
apparire piacente;
col sorriso a comando
non con veri gli affetti:
logorato il bel corpo
affonda in torvi pensieri.

Dallo stilista mendace
si passa ad immagini sante,
non per esser se stessi
ma per ritrovar salute e bellezza;
il sant’uomo ti guarda:
"Non è questa saggezza!".

Ora ho anche sorrisi
Ho avuto in sorriso potenti pensieri,
in arcano riflessi da mia mente pensosa
fin dai primi vagiti sui banchi di chiesa.

Non avevo sorrisi per affetti del cuore,
in collegio riposto a solo sei anni:
mio padre era morto, in casa non potevo restare.

Non sentivo l'amore, non avevo rimpianti
di qualcosa che fosse a me conosciuta:
se godevo gli affetti, forse non avevo pensieri.

Invece a rimiro di me stesso avevo più cura,
ed i pensieri devoti m'hanno tratto più alto:
ho sublimato ogni cosa che normale doveva.

Parole e lacrime mie non versavo a rimpianto
di qualcosa che certo doveva apparire scontata:
ma quattro mura recinte m'eran comunque bastanti.

Dieci anni in collegio, eppur senza soffrire,
orfanello smarrito negli affetti e nel cuore:
tutta dentro me stesso ordivo la trama futura.

Sicuro in me stesso, senza bisogno degli altri,
con Madonna e l'Iddio mi collocavo più alto:
ed in fede e speranza imparavo a viver pensando.

Dai devoti fervori, passando tra mistici ardori
d'un contemplativo percorso in monacal clausura,
son pian piano approdato all'orizzonte profano.

Ma il marchio è rimasto nella mia mente protetta;
non so far altro, a mio modo, continuo a pensare:
pur con pensieri diversi, ora ho anche sorrisi.

La retorica contro il Terrorismo
Tavola Rotonda imbandita alla Corte potente;
tanti paesi seduti a sancire l’antica protervia:
noi siamo i più forti, avversi al Male crescente,
al Terrorismo rendiamo la meta più impervia!

Grandi princìpi acclamati dai prìncipi bianchi,
i più grandi e i più forti ora presenti nel mondo:
proprio quelli indecenti nel passato mai stanchi
di violare culture, per conquistar fino in fondo!

Questi paesi costretti dalla loro stessa paura
nel vedersi torcere contro gli orrori commessi,
quasi basti allearsi per scongiurar la sventura
che rimane incombente per migliaia di eccessi.

Nemici un tempo accaniti nel ricercare primato,
or sorpresi in terrore di subir la stessa violenza,
si ritrovano insieme senza veder il loro peccato:
lanciano moniti chiari per mantener la potenza!

In falso modo ammantati di parole, espressioni
proclamano in retorico modo forti i loro dettati:
noi siamo più uniti per sconfigger tutti i predoni;
noi siamo i cavalieri d’onore di tutti i liberi Stati!

Tanti falsi maestri spinti dal loro stesso passato
a restare grevi blindati nelle loro corte memorie;
han bisogno sfrontato di mantener loro mercato:
non veri messaggi di pace nascon dalle loro storie!

Il terrorismo è di certo la più orrenda sventura,
ma in forme diverse è ancor presente in coloro
che credon solo efficaci, per la libertà duratura,
potenti armi assassine che usano senza decoro.

La vera cultura di pace richiama ben altri valori,
non retoriche grida contro l'oscuro nuovo nemico:
tenendo primario il profitto, come nuovi invasori,
l'antica cultura ritorna a tessere ancora l'intrico.

A te, donna.
E’ bello il sorriso che offri in dolcezza;
lo doni col cuore, sei pronta all’amore.
E’ grande la forza che mostri in sorriso;
sei pronta in amore ad usarla col cuore.

Nell’istinto precario delle umane pulsioni,
forse il cuore è smarrito, richiama riscatto:
non attendere oltre, accetta ora il contatto
con la donna che annulla le tue delusioni.

E’ bella ogni donna non lasciata all’oblio:
non ha istinto precario che porta a deriva:
la sua forza del cuore è ad un passo da Dio,
in lei sicuro è percorso, se l’hai esclusiva.

Il suo incanto è più bello, lo chiede in profondo;
il suo respiro è più ampio, ti riconduce lontano:
se in illusione rimani di tenerne tante, giocondo,
di nessuna avrai mai quanto da una è vulcano.

Il percorso d’amore non si chiude all'amplesso;
se solo questa è maniera, è tua soltanto la colpa,
perché della donna il piacere, per lei e te stesso,
può emerger potente se può sentirsi più sciolta.

All’incanto d’amore, che richiedi nel sesso,
non potrai pervenire col suo eccesso di gioia,
se prima e dopo l’unione sei un poco perplesso
nel considerare i contorni, con atteggio di noia.

E’ dolce ogni donna, non lasciata all’oblio;
se è costretta a deriva per mancanza d’affetto,
quanto grande suo amore, tal di odio l’effetto.
E’ forte ogni donna non lasciata all’oblio.

Ideale amplesso d’amore
Gioia, piacere, da caloroso amante,
gratuita dolcezza senza ricerca ostile:
sacro e profano riuniti in sol diletto,
così approdo ora come fuor dal tempo.

Lieto lo sguardo poso sul suo bel viso,
trepido il suo sorriso mi pare accenno:
“Vieni, amante mio, al gioioso incanto,
senza pudore alcuno del mio bel corpo”.

Giovane, in oro fino ha i suoi capelli,
serica in pelle e veste, radioso il volto,
ha voglia di donarsi in total concerto:
il corpo è già vibrante al primo tocco.

Non vuol parole a ostento di passione.
ma sol silenzio avvolto in brama vera,
parlano i nostri sguardi in calma attesa
che tutto evolva in coro di bella intesa.

Non ho ancor il membro pulsante e duro,
non è il piacer veloce in desiderio nostro
ma perderci nel tempo vibrando insieme:
cresce la voglia intensa di grado in grado.

Caldo l’arco pubico, quale turgido fiore,
emana i primi accenni, lacrime d’amore:
lievi spasmi lieti a riflesso del mio pene
m’invitano a ritrovare più sensuali corde.

Scomposti i suoi capelli pel fremito di mani
che le avvolgo intorno salendo su dai fianchi;
reclino la sua nuca inarcandole la schiena:
la guardo or dall’alto, raccolta nel mio ventre.

Mentre la bacio a fondo inarcandomi pur io,
le sfioro sul davanti il turgido seno esposto
come grappolo fiorito in esubero di calore:
io non la vedo in volto, riversa sul mio pene.

Ritira in su la nuca con svolazzo dei capelli,
s’inarca sul davanti perché le baci il petto:
il grappolo ora mio, in bocca lo prosciugo,
ora la cingo ai fianchi per darle più vigore.

Allungate le sue mani a conca sul mio pene,
è tutto il sesso mio ben raccolto ora in fiore:
qualche umore sprizza da entrambe nostre gioie,
ma prolunghiam l’attesa con fervide carezze.

Or rallentiamo il ritmo per domare l’irruenza,
nell’estasi beata, sono intensi i nostri sguardi:
ognuno sembra all’altro chieder nuovo tocco
là dov’è di ognuno più eccitante la pulsione.

Alle pubiche labbra mi avvicino esultante
di esplorarne il profumo odoroso del sesso,
col desiderio festoso di farla gioire sfregando,
poi leccando in profondo il penetrale recesso.

Lei ha forti sussulti, vuol discostarmi la bocca,
ma il diletto è già grande e cedendo mi lascia
che la lingua sprofondi ad eccitarla nel punto
che più bello non trovi tra caldi e rossi bei fiori.

Le sopravviene un lamento, quasi fosse preghiera
di non farla morire per troppo intensa intrusione,
mentre pure le mani muovono caldo il suo seno:
anch’io le porgo in fiducia il mio sesso alla bocca.

Siamo distesi al contrario, ognuno col sesso dell’altro
alla bocca riposto nell’umido caldo avvolgente;
insieme stiamo gioendo in reciproco dono festante:
dobbiam lasciare la posa per tornare al normale.

Gl’impulsi sono più forti, quasi a stento riusciamo
a comporci in bella maniera per penetrarci davanti;
il mio membro in alcova approda alla via maestra:
l’invitante pertugio è nella sua piena accoglienza.

Siamo stretti abbracciati, quasi in affondo le dita
nelle reciproche carni per non perdere il ritmo:
se fosse eterno il piacere di questo incanto d’amore
nessuno avrebbe inventato il bel Paradiso celeste.

L’amore stupendo
Nessuno in sorriso ha lo sguardo d’amore
se non regge al pensiero d’offrirsi col cuore;
l’affetto si porge senza pretender riscontri:
è bello l’approdo senza ostenti e raffronti.

Nessuno all’incanto può giunger col cuore,
se non mira sincero al suo pieno splendore;
incerti sguardi d’amore si spengono presto,
appena il destino riserva qualche dissesto!

Non puoi avere in incanto l’amor dell’amata,
se in splendido volo non la raggiungi col cuore:
in diversa maniera l’avrai soltanto spogliata.

Non puoi avere in sorriso il suo sguardo beato,
se in mirabil stupore non l’ammiri esclusivo:
in altro modo procace l’otterrai solo sfocato.

Non puoi sperare in ardore di averla stupenda,
se non l’hai prima pensata con tenera voglia:
l’inopportuno contatto renderà dura faccenda.

Tutto il godere che sgorga nell’intenso piacere
non deriva da membro occasionalmente focoso:
sol se propensa è l’amata l’avrai in tanto vigore.

Lei è pronta a donarlo col suo corpo raggiante
solamente in risposta al tuo affetto completo:
in questo modo verace sarà passione vibrante!

Se vuoi che l’amata ti conduca all’estasi vera,
devi mantenerla in affetto sopra tutti i pensieri:
senza questa attenzione non l’avrai dolce bufera!

Di ritorno alla sera avrai solo amplessi leggeri!

Attrazione amorosa
Perché il fascino dolce d’una donna graziosa
m’incanta e richiama all’attrazione amorosa?
Perché un dolce sorriso come rugiada al mattino
ravviva i petali in fiore della corolla ad inchino?

Cos’è che mi spinge a ritrovare l’incanto
solo allo sguardo sereno di donna gentile?
Perché solo nei pressi d’uno sguardo affettuoso
ritrovo lieto il sospiro di affacciarmi impetuoso?

Potrei restare eremita su isolata scogliera,
ma non senza il passaggio di lei alla sera;
potrei sostare da solo in appartata radura,
ma godere ogni tanto la sua beata figura!

Ma il timore è già grande in affaccio alla mente:
la contemplo e l’ammiro…quanto dolce attraente!
Quasi Madonna in un quadro in movenza profana:
solo che Lei è celeste, non ti da gioia mondana.

Ecco, ora ho capito questa misteriosa attrazione:
è l’infinito bisogno di stare estasiato in visione
della eterna bellezza unita alla gioia più intensa
ma in gratuito dono, senza incertezza in ricerca.

Il telefono chiama, il piacere risponde
Voglia di stare con Lei luna in sorriso
or all'inizio del giorno si è fatta reale;
all’amata mia bella ho ridato l’avviso:
“Son pronto, tesoro, al contatto vocale!”

Ancor la sua voce risente del letto;
invece il mio sesso dalle ore notturne.
Entrambi a distesa in dolce concerto
or miriamo pian piano alle gioie diurne.

Man mano il risveglio le riprende il respiro
a lei che lontana m’aspettava dormendo,
io l'accenno rialzo del precedente sospiro:
la voce di lei: "sei qui proprio stupendo!"

Al primo turgore della mia pulsione
risponde Lei luna di raggio radente:
comincia a sentire l’ardore predone,
emersa dal sonno, è ora attraente.

Cerchiamo l’intesa che ci ponga d’incanto;
ed insieme vogliamo che effonda il piacere.
Lei rimasta nel sonno or m’invita cantando
a chiudere gli occhi per ripormi a giacere.

Or entrambi studiamo la maniera piacente,
di adattare le voci alla concorde armonia;
mettiamo le mani dove il corpo è fremente,
ricercando in noi stessi la miglior melodia.

Siam quasi al traguardo, uniti a specchio,
con i sospiri ormai pronti al pindarico volo,
di entrambi le voci son sensuali parecchio,
con fantasie propense ad attivare l’assolo.

Oh, dolce, non vano diletto!
Oh, fino, non freddo violino!
Ah, quasi si compie duetto:
Sì, sì, ancora un pochino!

Siam pronti? Veniamo? Ci siamo?
No, no! Aspetta un momento!
Va bene, rallento un momento.
Ecco, ecco! Anch’io son pronta!
Forza, forza! E’ finita la conta.

Silenzio! Silenzio? No, parlami intanto!
Non riesco.
Perché?
E’ troppo, è troppo!
Ma piangi?
Sì, piango.
Perché? Non sei felice?
Sì, troppo, troppo felice!
Su, ridi, non avere rimorsi.
No, basta rimorsi!

Il click del telefono
ci lascia contenti...

Non lasciarti morire!
C’è chi si sente smarrito non solo alla sera,
quando si butta sul letto affogando i pensieri;
anche nel mezzo del giorno si sente smarrito,
mentre accanto rimane alle diverse persone.

E’ assente il pensiero, non prende mai volo,
ha il sospiro incagliato dal senso di vuoto;
non ha mai la sorpresa che nuova lo scuota,
non gode mai del sorriso né amaro né dolce.

E’ svagato lo sguardo, non si posa su niente,
quasi assorto in se stesso con sfocati pensieri,
non ha voglia di nulla, nemmeno del sogno:
ha solo l’attesa di naufragar nel sonno la sera.

Perché non è dato fissar per sempre il futuro,
vedere forte il contorno d’un nuovo cammino?
Non puoi consegnarti ad un nuovo traguardo,
quando il deserto mentale ti raggela speranze!

Forse è meglio nel pianto accettarti in silenzio.
Non trattenerlo pensando sia debolezza soltanto:
anche in questo momento… non lasciarti morire!

L’amor per la vita può trovar sempre un incanto.

Quasi nel baratro... BUIO!
Ma tu sai che l’istinto può giocarti una vita,
può creare intrusivo una breccia nel cuore!?
Se t’assesta impulsivo un duro colpo o ferita,
il tuo animo in pena quando accoglie l’amore?

Quasi affranto e deluso per diniego tremendo,
vedi mesto orizzonte senza sorriso e dolcezza!
Si affloscia il tuo cielo che già volevi stupendo:
or intorno non vedi per il cuore altra salvezza.

Hai sognato in speranza, di azzurro contorno,
il rinnovo del cuore per l’attrazione amorosa;
or rintrona in tua mente quanto più disadorno
il risultato tremendo della rincorsa affettuosa.

Hai un vuoto nel cuore per la delusa speranza,
ora hai l’animo in pena per un sogno disciolto!
Non seguire il percorso della mente che stanca
quasi nel baratro buio ti accoglierebbe, sepolto...

Il tuo silenzio
Non parli
Ed io sprofondo nel dubbio
Nell’assenza di scosse, neppure una sola!

Non parli
E nel tuo silenzio mi rodo
Da vero sconfitto son privo delle tue parole!

Non dici... nulla... mi dici!

Ed in questo silenzio più tetro
Più tetro oltremodo di parola in offesa
Di parola inveìta contro un’insana pretesa.

Non ti chiedo parola per lenire il dolore
Neppure in pretesa che torni almeno d’amica:
di cortesia parola, di comprensione affettuosa.

Non parli...
Non ne hai il dovere
Non posso averne diritto...

Ma se te lo chiedo
Anche solo d’amico
Perché non mi dici qualcosa di chiaro
Su quanto nel cuore può calare per colpa?

Avevo quasi giurato a me stesso
Di lasciarti in tua pace, tranquilla…
Ma non sono in grado di farlo se non sento
O non vedo almeno ancora una volta le tue parole!

A qualunque cuore ferito
Nessuno di cuore può sottrarre un pensiero!
TI PREGO... RISPONDI ...

Sono deluso di voi, Donne!
Ti ho cantata in bei versi,
dolce donna stupenda;
ti ho innalzata alle stelle
più di splendida luna…
quando t’ho offerto il mio cuore,
mi hai negato il consenso!

Hai goduto i sospiri
delle espressioni d’amore,
quando in belle parole
ti lanciavo, donna ideale…
quando ti ho chiesto l’amore,
non l’hai accettato reale!

Tutte belle in sorriso,
quando vi canto distante;
ognuna pronta al rifiuto,
quando vi voglio in bel corpo…
eppure è chiaro il mio verso,
non è un platonico grido!

Io d’istinto vi ammiro,
belle donne stupende,
e spontaneo un sorriso
mantengo sotto i miei versi…
forse v’incantate ai pensieri,
ma io voglio baci e carezze!

Sensazioni sul filo della memoria
Guardo in cielo stormi di nuvole bianche
come liberi cavalli nell’immensa radura,
e s’infervorano poi sospinte, non stanche
a godere col vento un po’ più di premura.

Corrono insieme sensazioni alla mia memoria,
ognuna riflette il fluire della mia storia.

Sta naufrago il pensiero davanti ai miei occhi,
quando non so imprimere forte senso alla vita.

Pare la nostra esistenza allora senza valore
e sembriamo quasi inutili dentro il dolore.

Risospingi lo sguardo oltre il medio confine!
Più non ci sono, stanche, le nuvole bianche,

ma pensieri liberi e forti senza confine.

Nessuno in amore ha osato...
Nessuno in amore ha osato
bandire la grandezza di Dio;
nessuno in amore ha pensato
che Lui dell’amore vuole desio.

Devoti pensieri rivolti a Lui solo
son saliti da menti bene racchiuse
nei corpi sottratti al dolce assolo
d’incontro amoroso, delizie profuse!

Nessuno in amore ha osato gridare,
lodando quel Nume che tutto trascende:
“La grazia m’hai dato di volo spiccare
ancora più avanti ben oltre vicende

del vivere scialbo senza le gioie del cuore”!
Del cuore che vibra non solo in astratto
ma pure in passione raggiunge splendore,
piacere sì forte di due corpi in contatto.

Purtroppo i devoti proclaman comando divino
il precetto morale che a lor solo appartiene:
“Non far pensieri impuri in cuore meschino,
non compier atti impuri con il tuo seme”.

Per pochi che tratto hanno saputo delizie
dal mistico stato del culto estasiante,
assai represse passioni han causato nequizie,
sentendo il peccato anche dove mancante.

Un plagio tremendo s’è diffuso nel mondo:
è stato falsato della passione il fulgore!
Un ricatto angoscioso ha reso infecondo
quel sogno d’amore, fatto apparire squallore!

Nessuno in amore ha osato annunciare
al sacro fervore mirante a pace dei sensi
che il diletto non viene sol dall’altare,
che pur nel piacere son graditi a Dio gl’incensi!

Femminile bellezza tra reale e ideale
Una donna perfetta adornata di velo,
se è dolce e ti guarda è un tratto di cielo.

Una giovane donna dall’angelico viso,
se a te lei sorride puoi ricambiare il sorriso.

Se trovi insieme bellezza, sorriso ed incanto,
a quella donna perfetta si elevi il bel canto.

Solo in mediatica scena si raduna tanta visione,
d’un colpo ad attrarre e suscitar tanta pulsione...
poi si spegne speranza di star in eterno beato:
nulla rimane immortale dentro l’eterno Creato.

Anche il pittore estasiato al bel nudo di donna,
un po’ la vede reale un po’ la coglie Madonna:
così conduce a rilento il tratteggio a colori,
per ricondurre l’ammiro ad eterni splendori.

Poi si accascia deluso tra il reale e ideale,
si conturba ed implora che non sia irreale:
ha provato il sublime non ha raggiunto l’eterno,
nemmen quel corpo perfetto l’ha reso superno.

Anche il poeta s’appresta a decantar sua bellezza,
ogni parola soppesa per trattenerne dolcezza;
nel suo momento di grazia si esalta: “sublime!”
Poi si trova sconfitto, non ha varcato il confine.

Ad ispirazione conclusa, sfuggita l’anima bella,
di quella splendida donna più di fredda modella,
ha solo colto il riflesso del vano sogno sublime:
anche lui ora sconfitto, non è giunto al confine.

Così la donna in sorriso in bellezza ed incanto
non l’adori per sempre con quadro e bel canto:
da quest’immaginario illusivo è nato il bisogno
di approdar ad estasi eterna, oltre il bel sogno!

Sesso ed Amore
Come fai a scoprire tra il sesso e l’amore
qual ti spinge in amplesso a volere il piacere?
Come fai a sapere se sia il piacere o l’incanto
nel soddisfare la voglia che non sia a mercede?

E’ d’istinto improvviso l’uom propenso a volere,
è d’impulso istintivo l’uom tentato a cercare;
poi è la donna a sancire che sia piacere od incanto
o che sesso ed amore siano connessi o distinti.

Il venereo impulso che turgido il pene richiama,
col suo carico intenso di attrattiva al godere,
è l’avviso primiero di esaudirlo al più presto:
l’onanismo e il compenso già escludon l’amore.

Se vai invece più oltre e sopporti l’attesa,
accetti il tuo membro sommuova desideri più ampi,
e fantasie più varie lasci penetrar nella mente,
del piacere la voglia s’aprirà al sesso o all’amore.

Il maschio che gode nel piacevole amplesso
sol nel culmine estremo del piacere in orgasmo
s’abbandona spontaneo alla promessa d’amore,
se la donna la chiede mentre dispone il diletto.

Ma s’è la donna a ridurre il piacere del sesso
all’istante goduto senza pretender l’amore,
l’uomo non fa la promessa di tenerla esclusiva:
s’accontenta e poi spera d’averla solo nel letto.

In questo gioco intrigante tra il sesso e l’amore,
ai suoi apici alterni si pone guida la donna:
può raccogliere i frutti o del sesso o d’amore,
può raffrenare il piacere o condurlo all’incanto...

La donna sincera già prima del sesso è in amore,
conduce il suo gioco sublime prima e dopo il piacere;
il maschio invece si attende che l’amore nasca dal sesso,
si rinnovi sempre con esso finché tiene il suo membro.

Due torri superbe!!!
Due torri superbe lanciate nel cielo
Arcano raffronto con antico sfacelo!
E’ uguale il destino di ogni superbia
Nel nulla ricade ogni dura protervia.

Due torri innalzate alla gloria vincente
Per lo sguardo stupito di tutta la gente!
E’ lo stesso il traguardo di tutte le sfide
Ridursi ad un bel niente, come un protide.

Se lanci un pensiero oppure compi un’azione
Che miri sempre più in alto come gran faraone
E’ naturale sviluppo che sopraggiunga l’invidia
Nascosta e covata per allestir successiva l’insidia.

Effimero è il gioco che si crede sublime
Sublime è il riscontro che vano è regime
Di tutti quanti in potere esagerano il tono
Credendo per sempre rimanere sul trono!

E’ questo il cammino del bel Creato infinito
devoto e profano in alterno mai progredito:
alterna è fortuna costruita senza il rispetto
è chiaro anche questo del vangelo precetto:

chi di spada ferisce nello stesso modo perisce
chi grande banchetto in esclusivo imbandisce
da ricco epulone trascurando parecchi invitati
non può che incitare quanti si senton derubati.

E’ questo il sublime effimero gioco opportuno:
che tutto ben si armonizzi in universale raduno.
Soltanto il sopruso che sia mascherato in bel modo
Può richiamar la vendetta come natural suo approdo.

Il vero amor non è mai sazio,
finché non vige in tutto lo spazio.

 

Dentro il tuo orizzonte
Il tuo primo sorriso offerto al mio sguardo,
quasi fossi io solo dentro il tuo orizzonte,
mi ha dato speranza d’un nuovo traguardo.

In affronto al destino, dal richiuso recinto,
come raggio improvviso hai ridesto vigore:
è già questo nel cuore un bel segno dipinto.

Non credevo ai miei occhi che il tuo volto ridente
volgesse lieto in dolcezza ad attrarre me stesso:
volevo solo restare, più non soffrire per niente.

Invece in ammiro di tuo sguardo mi trovo,
sentendo ora nel cuore il desiderio di averti:
adatto il riscontro di schiette parole ritrovo.

Non sono espansivo nel casuale contatto,
il tuo simpatico aiuto un poco mi sprona:
l’incontro degli occhi mi volge a riscatto.

Quasi da timido amico sono tratto a sentirti,
perché osare io temo per l’inguaribil pudore:
al tuo accenno d’intesa saprei dopo seguirti.

Non son uomo banale di conquista voglioso,
che al sorriso di donna s’accende e poi pensa:
“è lei la puttana, dunque per questo io oso!”.

Non è questo il pensiero che nutro nel cuore.
Se sei prima ad esporti nel bel modo piacente,
ti ringrazio e t’ammiro, ti considero un fiore!

Non m’accosto furtivo come a preda procace,
anche se a libero amore ti mostrassi propensa:
con l’inganno nascosto avanza l’uomo fallace.

Non rimango incurante di fronte al sorriso,
non rifuggo allo sguardo in offerta d’affetto:
non ho il cuore appassito come fiore reciso.

Chi resiste all’incanto delle labbra distese
nel morbido atteggio di parole affettuose
forse è un animo cupo, di proposte dolose.

Io così non ti penso, per questo ti accetto.
Posso essere incerto, con il cuore in attesa:
di sbagliarmi ho paura, attendo il verdetto.

Ma questo non toglie ch’io possa sperare
e bello un incontro credo e spero l’accetti:
intanto all’oblio non ti voglio lasciare.

Normale non sia sempre INCANTO D’AMORE
Se godi solo del sesso denaro e buon cibo,
non hai mai un sorriso ed incanto d’amore,
pietoso lo sguardo per il soffrire degli altri,
non puoi avere speranza di saziare il tuo cuore.

Ogni giorno raccatti un piacere sfuggente,
ogni giorno ricerchi un palliativo d’amore:
per ogni lieve compenso senza bello donare
trovi anche disperso il cammino d’onore.

E’ normale non sia sempre incanto d’amore
a rapirci in splendore di forti emozioni:
nel rapporto affettuoso può assentarsi passione
pur godendo l’istante del sessuale piacere.

In questo caso sincera sia almeno speranza
che tutto in bel modo come prima ritorni:
solo il piacere del sesso non riempie la vita,
anche se altri traguardi ti tengono vivo.

Pur il lavoro e denaro non son sufficienti,
se li cogli a miraggio di te stesso soltanto:
avrai sempre l’assillo che non sian bastanti,
avrai angoli bui in cui rimanere scontento.

Non tuffarti di fretta dentro nuovo percorso
che talvolta un santone ti mette davanti;
non piegarti ad inchino degli eletti devoti
che ti offrono un dio sol disposto a salvarti.

Un Iddio più grande ha già disposto per sempre
che ognuno in salvezza è rispetto all’eterno:
nel terreno cammino dell’effimero gioco
ognuno a suo modo un po’   sparge e raccoglie.

Apparire e morire.
Su placidi lidi è bello approdare,
quando onde impetuose ti hanno travolto:
questo bisogno di pace l’han chiamato salvezza.

Per tutti è uguale il comando divino
nell’eterno percorso del Creato infinito:
hai soltanto una vita in tua sorte esclusiva.

Ognuna è difforme già quando si nasce,
un arcano miscuglio di aspetti diversi:
l’individuale cammino ha suo marchio iniziale.

Se tu nasci Francesco, non sarai uno diverso,
da Francesco rispondi agli stimoli esterni:
quanto avevi in tua dote farà il tuo corso di vita.

Quanto uguale è d’intorno non ha stessa attrazione
per ciascuno che nasce sotto influssi diversi:
per questo nessuno non può dannare le scelte.

Il bene ed il male sono convenzioni soltanto
che gli umani in cultura hanno voluto divisi:
da più alto orizzonte son solo atti di vita.

Non per legge divina l’uno e l’altro richiama
beatitudine eterna o dannazione perenne:
allo sguardo di Dio è sol neutrale percorso.

Ognuno in sua vita un po’ raccoglie e disperde,
in risposta agl’impulsi in differente sentore:
in misterioso crogiolo si fondon istinto e cultura.

Il devoto pensiero ha prefissato le sorti,
in due schiere divise degli eletti e dannati:
poi dal Verbo divino hanno preteso l’inizio.

Per giustificare l’assunto hanno l’Eden creato,
dove bello l’istinto s’esprimeva beato
ed eccelsa la gioia, in visione divina.

Hanno posto all’inizio in pretesa la pace,
per omologarla dovunque han stravolto il percorso:
ciò che era una scelta l’hanno resa obbligata.

Ma in tutto il Creato non vige questa pretesa,
negli istinti primari si gioca sempre la vita:
della pace e salvezza han costretto i richiami.

Se li accogli e li nutri dopo qualche rimorso,
se li vivi e ne godi in tranquilla anima tua,
non pensare superbo di star nel regno di Dio.

Stai soltanto nel regno del Creato infinito,
tu con la pace nel cuore trovata e gustata:
anche senza di essa è vita pure degl’altri.

Ognuno in suo serbo può tener pace o tremore:
chi nella vita virtuosa si ritrova beato
non ha merito doppio di chi sta nel peccato.

Dov’è giusto il confine?
Cos’è che ti turba e t’avvolge in timore
che nel cuore ripiombi duro il torpore?
Perché lo sguardo smarrito rivolgi d’intorno
quasi ai tuoi occhi funesta appaia la sorte?

Un po’ la noia ridonda e tedio ti opprime,
ogni giorno che passa lo cogli stretto confine:
non più belli orizzonti ti appaiono vivi,
non hai voglia di mete da proporti a rinnovo.

Forse hai preteso in superbia di andare più oltre
di quanto vedevi non fosse ancora bastante:
hai mirato al traguardo del solo te stesso,
senza benevolo sguardo attorno e vicino.

Hai creduto di avere tu soltanto il diritto
di rapire qualcosa anche in potere degli altri:
se non concili tuoi propri e desideri comuni,
qualche volta vittoria vien cantata da altri.

Ti ha roso l’invidia, hai trovato smentita
alla tua pretesa di vederti sempre vincente:
non c’è nulla di male che si vinca un po’ tutti,
basta prendere atto dove giusto sia il confine.

E’ pur vita la loro!
Ingranaggi arrugginiti
d’una mente complessa
cresciuta in paraggi
oltre frontiere usuali,
rintronata dai flutti
di religiosi pensieri,
risospinta sui lidi
di filosofie diverse:
sono oliati soltanto
dal desiderio di vita.

Non puoi credere ancora
che tu soltanto diverso
possa stare nel dubbio
che altre persone profane
possano vivere ognora
anche fuor dai sentieri
senza la pace nel cuore
senza sorrisi splendenti:
ma se vivono intanto
è pur vita la loro!

Se ognun sorregge la vita
con essa regge ogni giorno,
non ha lampi di gioia
solo qualche piacere,
ha tante paure pendenti
poche speranze sicure,
ha meritate sfortune
per le sventure che crea:
se tutto questo sopporta
lo vuoi anche dannare?

BIT – BYTE – WEB – daiii
Questo istintivo comporre tanti bit del cuore
Fa bene all’amore?

Questo moto perpetuo di byte che nasce
Il cuore ti pasce?

Questi volti celati a inviolata distanza
Ti dànno abbastanza?

Questo continuo vocio attraente all’istante
Non diventa assordante?

Queste parole in continua rincorsa di byte
Non son troppo viavai?

Questo fluente apparire a rintocchi furtivi
Non diventan lascivi?

Questo scomparire veloce dal fronte visivo
Che cos’ha di giulivo?

Questo sembrar di intuire capire e vedere
Non ti pone a sedere?

Questi ammiccanti numerosi messaggi veloci
Son d’amore precoci?

Questo gracchiante fruscio di modem in avvio
Quando contatta il Buon Dio?

Questo invisibile moto perpetuo di elettroni
Ha fatto bene Marconi?

Questo forsennato invio col comodo reply
Fa rimpiangere i pepli?

Questa scrittura a continue e velate cesure
Richiede censure?

Questi consensi che firmi cliccando ogni volta
Ma darà una svolta?

Questo scrivi poi salva e poi copia ed incolla
Si può porre in ampolla?

Questa orda ossessiva di messaggi barbini
Non ci rende cretini?

...
A TUTTI L’ARDUA RISPOSTA...
NON USATE L’ELETTRONICA POSTA!!!???

Tanta sofferenza anche nel web!
Navighi ore in cerca di fortuna
Raccogli emozioni nel frenetico gioco
Sospiri ogni tanto come in approdo felice
Ripercorri in segreto lineari sentieri, incantato!

Navighi ore e raccogli tanto dolore
I sospiri un po’ spesso si fan lacrime grevi
Gli approdi infelici sono alla fine maggiori:
l’incanto si volge troppo spesso al tormento!

Cercavi l’amore tra neutri byte infiniti
Volevi carpirli in espressioni ammiccanti
Volevi fermarli nel loro flusso ammaliante:
alla fine impietrito ti senti quasi impotente!

Raffreni la voglia da cui hai iniziato
Trattieni il respiro per troppo dolore
Tramuti in soccorso ciò che credevi conquista
Trasformi in aiuto ciò che per te stesso cercavi!

Troppa sofferenza ripercorre nei telematici spazi.

Non puoi far finta di niente, raccoglier solo fortuna
Non puoi oltre passare pensando che ognuno si arrangi
Non puoi invariata mantenere l’intenzione d’inizio
Quando mentre sereno ritrovi smarrimenti incompresi!

Attenua l’ardore dell’erotico senso
Porgiti amico quando riscopri lo strazio!
Non puoi pensare solo a te stesso nel telematico spazio.

La PACE del cuore o il PIACERE del sesso?
Questo duro retaggio dell’immaginario devoto
che vuole la pace del cuore in orrore del sesso,
che vuole l’amore di Dio in fervori ed ex-voto:
ha reclamato salvezza restando sol genuflesso!

La salvezza a cui mira nel bel paradiso divino,
dannando ogni pulsione dell’istinto e natura,
è solo eccelso egoismo del religioso pretino,
che associa i lieti piaceri all’eterna sventura.

La sciagura del corpo che l’assilla da sempre
lo tortura e rimanda solo ad ineffabili doni:
greve il corpo lo vede, quasi orribile ventre
in cui ingoia ogni forma di profani splendori.

Han timore del sesso, perché vogliono il cielo,
si sono inflitti una pena per la meta sublime:
così l’hanno chiamata per resistere al gelo,
nuova fiamma trovando oltre lieve confine.

Ma tortura più grande la infliggono ad altri,
che non mirano al cielo nel retorico modo:
questi eccelsi devoti sono solo più scaltri:
per la pace del cuore si son posti sul trono.

Da quel trono i superbi, proclamato divino,
hanno trattato l’amore, il sesso e passione
come sporche faccende da porre al confino:
godon la pace dei sensi dannando l’amore.

Il loro amore è sublime, si veste in candore,
il loro corpo è più puro, come l’anima pure:
hanno pensato che Dio aborrisca scialbore,
e gli eletti Lui voglia casti e senza lordure.

Quanti non hanno in preghiera uguale la pace,
solo forti passioni un po’ beate e un po’ dure,
sono additati meschini in cuor loro mendace,
da questi pii devoti, auguri d’eterne sventure.

Voglion godere la pace e tanta gioia infinita,
lasciando agl’altri la pena e duro il tormento;
non godere lor sanno la propria bella e pulita:
quella diversa da loro ne fanno grave lamento.

Scegli pure, devoto, la pace terrena del corpo,
beato anche in preghiera, in sublime pensiero;
non pensar tuttavia che tutto altro sia sporco:
tuo immaginario sacrale non è divino mistero.

L’incanto d’amore si dona in sorriso
Non cercare l’incanto d’amore
con un cuore richiuso al sorriso;
forse non lo stai neppure cercando
perché fuori rimane dal tuo sentire.

Forse cerchi uno sguardo intrigante,
ma lo cogli quando il sesso ti preme:
ti accontenti di ritrovar solo ‘l piacere…
purché almeno il consenso si accordi.

Ma pur chi idealizza dell’amore l’incanto
si ritrova nell’inverso cammino scontento,
perché trova l’amplesso un po’ sconveniente,
nella mente introduce un evento opprimente.

Se non è colmo tuo cuore di platonico amore,
non creder che grave sia l’erotico senso;
già dopo l’amplesso gustato e goduto
puoi di nuovo l’affetto donare più alto.

Potrai forse bearti del tuo candido corpo,
del tuo sesso inviolato per aderire al richiamo
dell’antico precetto di mantener casti i tuoi atti:
al più alto gradino non conduce aspra astinenza.

La casta tua veste non tenerla sicura,
se non hai nel contempo la mente serena:
meglio un sesso goduto senza tormenti sacrali
che un devoto pensiero pieno di rimpianti e lamenti.

Un amplesso amoroso dallo sguardo beato,
un furente godere che assomigli all’incanto
ti daranno più voglia di ampliare l’affetto:
avrai maggiore potenza di amare in sorriso.

La Lettera scarlatta.
La lettera scarlatta cucita sul petto
delle donne marchiate come adultere, sole,
puritano il castigo agli occhi di tutti.

Quante donne in passato han subito, vergogna,
quella greve, più grande a sfregio del cuore:
impedite nel corpo a sprigionare passione.

Il piacere più grande di gustare l’amore,
l’incanto più bello per cui fare pazzie:
impedito alle donne fuor dal letto sponsale,

Quei puritani assassini dei sentimenti d’amore,
quei ministri devoti intolleranti del sesso:
han colpito le donne, le han marchiate “puttane”.

E gli uomini a schiera a frequentare bordelli
o, per non correre rischi, a masturbarsi da soli:
la Lettera scarlatta non hanno avuta sul petto.

Anche gli uomini casti, dei religiosi conventi,
delle parrocchie inviolate dai profani sorrisi:
per il Cielo han represso i lor desideri carnali.

E nell’attesa del Cielo, l’immaginario più grande,
han vissuto in tormento il desiderio d’amore:
per l’erotismo dannato hanno creato l’Inferno.

Proprio gli uomini, soli, incapaci di amore,
senza saperlo vedere come la cosa più bella:
hanno inventato le streghe per colpirle nel sesso.

E’ diventata puttana proprio la donna che sempre
più del maschio sleale hanno più alto il sentire:
amore e sesso indivisi per esaltare la vita.

Per ogni donna a mercede, costretta dal caso,
ci sono uomini a schiere per soddisfare la voglia:
per ogni donna sconfitta un nugolo di maschi meschini.

Solo del maschio il piacere veniva quasi esaltato,
a lui soltanto il diritto di ottenere il diletto:
della donna l’orgasmo tenuto a bada nel letto.

Hanno pure inventato l’originale peccato
come colpa iniziale di ogni altra sventura:
alla donna addossata a discolpa del maschio.

Il piacere del sesso che si esprime in amore,
forse la gioia più bella dell’umana avventura,
non rendetelo indegno di stare al passo del cielo.

Ben più alto è il bel modo dalla donna vissuto,
se più libera fosse di svilupparlo in incanto:
mai la donna è puttana se non è l’uomo meschino.

Togliete il marchio scarlatto dal petto di donna;
nessuno osi dannarla per la voglia d’amore:
anche quando si dona fuor dal letto sponsale!


Ci saranno meno puttane e più maschi completi.

Gioioso risveglio fino a notte.
Ogni mattino un risveglio diverso.
L’alba riaffiora in sorriso di sole
giorno s’annuncia lieto ed immerso:
dolci sei pronto pronunciar parole!

Canto armonioso di uccelli in volo
buono l’umore inducono al sereno:
l’animo è aperto, non ti senti solo,
tutto intorno appare di gioia pieno!

Occhi stupendi stanno allo sguardo
di quanto appare in rinnovata veste:
la vita affronti, non la senti azzardo,
pronto a rinnovar belle tue richieste!

Tutto in mostra pone il suo bel volto,
pure dei tigli in fiore il suo profumo;
bello durante il giorno hai pure colto
lieto sorriso atto dell’amor consumo.

Dal risveglio dolce soave del mattino
al meriggio ti riporti in proficua lena;
pure solerte il cane mentre cammino
nel prolungato giro prima della cena.

Bella la giornata si porta fino a sera,
stupendo lo spettacolo ora io guardo:
del cuculo il canto dice la primavera,
lucciole delle stelle si fanno baluardo.

Grossa cadente stella ora mi richiama,
l’insolita dimensione è desiderio forte
che tutto si avveri quanto è mia brama:
ti voglio dolce e bella in mia lieta sorte!

Quando è grande l’amore
Se t’incanti al sorriso di donna
e rispondi con lieto tuo sguardo
è già questo bel segno sincero
del rispetto che tieni in amore.

Se pretendi che un solo sorriso
sia l’avviso d’amplesso vicino,
è già questo l’accenno procace
di morbosa tua cieca passione.

Un dolce sorriso, un cenno d’intesa
è solo l’annuncio di respiro più ampio:
se vi entri maligno ne riduci il traguardo,
se invece sei schietto puoi salire più alto.

Quando hai trovato l’accordo
con le parole e sorrisi sinceri,
non è ancor questo lo sviluppo amoroso:
ma occorre il contorno di baci e carezze.

Ti trovi ora nel mezzo di scelte diverse:
se prevale la mira a possedere il bel corpo,
ancor non sei pronto a conclusione esaltante,
forse agguanti il suo sesso che è solo eccitante.

Anche lei ha accettato la tua voglia di amplesso?
Ti ha risposto col corpo ma sua mente è altrove:
or ti concede l’amplesso, forse insieme si gode,
ma corto è il respiro verso il traguardo d’amore.

Quando è grande l’amore, non procace pulsione,
si distendono i baci lungo più intensa passione,
si scambiano belle parole e promesse sincere:
poi arriva l’amplesso in splendido tratto di cielo.

La puttana e l'amica
Sui freddi gradini d’una scalinata di pietra
stanno amiche due donne di vita diversa:
Anna da mesi costretta dare corpo in offerta,
l’altra da poco il suo sente vibrar come cetra.

Poco lontano da loro quasi a contrasto inibito
sta la chiesa in silenzio in ascolto sommesso
della puttana nel corpo senza cuore concesso:
mai nessuno l’ha amato, l’han soltanto ferito!

La giovane è bella, studente aperta alla vita,
forti e grandi risplendon dentro lei gl’ideali;
ora l’incontro con Anna pone dura schiarita
dei profondi misteri, ora agli occhi reali.

La giovane è ancor casta dentro suo cuore,
ancor nel suo corpo non si sente colpita,
neppure conosce per l’esistenza il rancore:
tra poco l’apprende dalla Anna smarrita.

La ragazza innocente, solo da poco sua amica,
si adegua alla prova di vederla in profondo
oltre il corpo in consumo, dai clienti invaso,
Da mille e più giorni, a traguardo infecondo.

Anna è stanca e scolpito ha l’animo a morte,
poco più che ventenne ha già lacero il cuore:
troppi i giorni vissuti fino alla notte premorte,
ormai quasi resa incapace di gridarlo il dolore!

La giovane è chiara, le dona tutto il sorriso
ogni volta che amica le sta a fianco nel buio,
così Anna riprende un po’ del calore reciso
dalle pretese in squallore nell’angolo buio.

In pochi incontri serali, al sabato insieme,
l’una creatura indifesa per gli acerbi ricatti,
l’altra invece impotente condurla alla speme
di una vita normale dai veri pensieri scarlatti,

l’amicizia s’estende nei due cuori diversi;
non è più sempre sola la puttana costretta
a vomitar la sua vita sui maschi dispersi:
ha l’amica in attesa, al colloquio l’aspetta.

Pure Anna ha un cuore sognante l’amore,
la dolcissima amica glielo sta riscoprendo;
Anna sognava e sperava con eguale candore
di ogni donna normale in sogno stupendo.

Era questa la parte mai venduta a nessuno…
Ma il cliente ha sol fretta del proprio piacere
Non ha tempo né cura di considerarla qualcuno:
sui bordi di strada devi fare solo il mestiere!

Sacro profano erotico impulso.
Prorompe in piacere l’erotico impulso,
e ben oltre sconfina in abbraccio all’amata,
poi s’insinua nel cuore la promessa d’amore.

Sei propenso ad amare se hai la gioia nel cuore;
sei disposto al piacere per mantenerla più viva:
se all’amore tu guardi, lo vivi come un incanto.

Non puoi forzare nessuno per carpire il piacere:
solo nel consenso d’amore o nella libera scelta
trovi il piacere più grande, la gioia più intensa.

In questo modo l’impulso è istinto opportuno,
più di legge devota ti fa approdare alla pace,
se mirando al piacere l’ottieni in amore verace.

Se davvero è ben grande il piacere in amplesso,
se lo guadagni in rispetto e passione per l’altra,
è già questo un bel segno che non sei egoista...

Il piacere a riscontro dell’attrazione amorosa,
se ti lascia un po’dentro della gioia il profumo,
non devi averne rimorso o rimpianto importuno.

Non hai bisogno del prete ad assolverti, grazia,
se il piacere l’hai colto senza plagio o violenza;
se poi ti lascia la gioia, sei sul giusto cammino.

Hai assolto il comando dall’eterno imperante,
nell’orizzonte infinito delle creature a confronto:
ciò che fai con rispetto in pena mai si trasforma.

L’Amore da sogno
Entra nel flusso dell’amore da sogno,
poi lasciati andare all’incanto d’amore;
solleva lo sguardo oltre il sentire banale
che lascia in disparte l’ardente passione.

Delizioso l’impulso che inizia dagl’occhi
nel gustare visione d’un sorriso splendente,
che passa nel cuore e s’irradia nel sesso
a smuover sussulti trascurati per altro.

Quello sguardo che implori sia per te indiviso
in ammicco e richiamo alla pulsione amorosa
è come corolla d’un fiore che in volo richiama
il forte erotico istinto per approdar all’unione.

Quando dagl’occhi in profondo ti scende la voglia
è buon segno sicuro che puoi tentare il contatto:
la natura ha disposto questa attrazione al diletto,
basta che tu non l’accolga in meschino miraggio.

Quanto in fascino dolce lei ti porge uno sguardo
è solo un primo richiamo non pretesa d’amplesso:
il piacere più grande che desiderare è pur giusto
vien soltanto un po’ dopo per reciproco assenso.

Hai gustato il sorriso, hai ammirato lo sguardo,
hai sentito l’impulso, stai tentando il contatto?
Non entrare intrusivo quasi a bruciare il traguardo:
devi curare i passaggi per ben approdar all’incanto.

Il piacere è già questo che per primo ti attende:
passar a gentili parole affioranti senza finzione;
non puoi proferirle sol per ammiccare in incerto,
quasi già ti trovassi a pretendere del facile sesso.

Se già muovi i sussulti nell’afferrar la sua mano
per accorciare il cammino del percorso affettuoso,
non più ammiri il suo sguardo o i suoi occhi ridenti,
alla vera passione che turba entrambi gli amanti

non potrai pervenire con espressione esaltante,
rimarrai solo al livello dell’eccitazione morbosa.
Le parole prima a rintocchi tra sguardi e sorrisi,
poi i leggeri palpeggi donati e ricevuti con cura…

riportano lieti i due amanti ai rimandi intriganti:
la bramosia si allarga scoprendo altre aperture,
va dove s’incontra il caldo appartato in attesa
che la passione si esprima nei penetrali recessi.