Poesie di Giovanni Maria Gandolfi


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche



Fluttuazioni
La vita frantuma il ritmo
che in petto dà senso al tempo
quando si rincorrono e inciampano
ricordi di attimi vissuti
sotto temporali furibondi
o sotto soli accesi come fuochi
staccati dai rami come foglie
e caduti sui fogli dei rammendi

… vorresti negare il dolore che inonda
lo spazio dei minuti che ti passano davanti
per recuperare valore e senso
di quanto hai trascurato a cuor leggero

… pure le bufere di un sentire intenso
che racchiudono il tuo volto amato
e hanno fatto percepire l'infinito
può spezzare il consueto ritmo

e ti senti avvolto da un turbine di onde;
fluttui in un sentire in varie tinte
e mescoli e impasti il passato col presente
per plasmarlo in nuove forme.

Fotogramma
Guardo un fotogramma di donna
che cerca di far trasparire
quel che si sforza di esprimere;

una mano a reggere il mento
di un volto dove liquidi occhi
guardano il tempo vissuto,
amori e dolori incisi
nella piega profonda dell'orbita,
caletta che fa da custodia

e le labbra dischiuse
accenno di un amaro sorriso,
un dilemma irrisolto, racchiuso
in quei tratti decisi
traspare.

Profondo e abissale,
continua domanda
per un senso alla vita
o supplicata richiesta inespressa
che incisa si mostra
per esser raccolta!

Luce e cacofonia del sentire
Ovunque la vita conduce
dà forma al sentire che vive.
Immagini e parole s'intrecciano,
s'espandono, cacofonia del sentire
che raggiunge abissi e vette
senza lasciare nulla indifferente.

Sprone a esplorare il buio
abissale del cielo
sopra questo piccolo mondo,
e pure quel buco profondo
dell'animo umano.

Vi trovi parole colorate di luce
intrecciate tra le dense e schiumose
di rabbia e dolore;
queste diventano scure
appioppata ad ogni vita radice
finché tutto sia morte.

Coltivare quel piccolo seme
che intravvede albe nell'umano sentire,
è un martirio che insegue ogni cuore
che irriga la luce;
prontamente additato a bestemmia:
la realtà della vita è ben più violenta.

Ma quelle parole di luce che ancora,
nonostante l'assordante clangore,
si fanno sentire, sono cerino di fiamma
che è barlume alla vista e dona speranza.

L'olfatto rammenta
Guardo una donna che stende lenzuola,
il vento le batte come di battaglia vessillo:
le annusa oltre il pulito profumo
alla ricerca di tracce di quanto vi è stato

il pulsare del sangue
l'odore di carne salata di umori,
di membra avvinghiate senza pudore
nell'ansimante bisogno di essere uno.

Il suo viso s'accende, ne distende le pieghe
socchiude le ciglia e si lascia rapire
in un religioso sentire
e tra le fessure dischiuse di ciglia
un lampo, ch'è bagliore e tempesta.

… e in questo evento
racchiuso in un piccolo gesto
l'olfatto riconosce un sentire profondo:

l'istinto rammenta
che il bisogno del rinnovarsi di vita
è partito dagli abissi
che sovrastano i mondi.

La baia
Vorrei ormeggiare questa vita
al riparo di una baia
che ha il sorriso della donna
che ama anche la miseria
che inonda come falla la mia vita.

Vorrei, ma l'amore fa paura
e consegnarsi
fa venire le vertigini
ti pare di cadere, di morire
fantasma che ti pesa addosso
e dentro tutto frena.

Grembo
Ogni donna è aurora di vita
grande abbastanza per parlare col cielo
quando folgore d'amore
prende possesso nel grembo in un grumo;
sintesi di un senso infinito dell'essere umano.

L'universo tramutato in un piccolo impasto
di sangue che pulsa l'essenza
di stelle lontane, di cieli infiniti,
di luce, di ombre, di acque in perenne riciclo,
di braccia fogliate rivolte alla luce,
di esseri a varie forme e colori
e della creatura da sempre cercata:
una vita miniata nel travaglio
di morti e vite rinate.

Vuoi parlare alla creatura che ami
vuoi sentire il suo sangue che scorre
vuoi capire l'amore che vive
vuoi sentire il tumulto che implode
in ricerca di un senso a sé stesso
… e intanto assapori l'amore di un grembo:
lo stesso che è stato all'Inizio.

In esso rivivi, vestito di carne,
il sentire dell'uomo nel suo divenire:
gli slanci d'ardore, gli odi, i rancori,
gli obrobri compiuti
e i gesti d'amore disposti a morire
per dar senso alla vita che vive.

Connubio
Corpo e spirito intimamente copulati
sono sintesi cosciente
che usano la forma che gli è propria
per comunicare al mondo
l’essenza del sé come persona
e quell’alito che pervade la materia
muove e da senso ad ogni particella
e riconosce in sé quell’indissolubile connubio
finché la parte che è solo la coperta
non ritorna ad essere mondezza
ma seppure sì fragile e sottile
questo essere congiunti
è la porta che s’apre al trascendente.

Abramo
Può essere, a volte
un ritmico tonfo di remi nell’acqua,la vita
un sussurrato fluire
in un giorno d’estate di sole
… un abbraccio infinito nello sguardo stupito,

o quando d’autunno
la nebbia riduce la vista
e onde gonfiate da vento rabbioso
costringe a impervia fatica:

un impresa l’approdo
se inclemenza del tempo
non ammaina le vele
per dar tregua a quel guscio di noce:
… la speranza non deve morire

esile fiamma, fiducia
di un tempo che ha da venire
e non ci è dato capire …

è allora che si ha
da essere Abramo che si lascia guidare
che impaglia la sequenza dei giorni
e continua lontano a guardare

Vivere il silenzio
Il silenzio travalica i confini e scende
le cavità del cuore dove abita il Signore
e questo consola e rassicura,
fa gioire per le sue carezze
nella brezza mattutina
e lo stupore spalanca l’anima e lo sguardo
sui colori che infiammano i tramonti
per sentirmi in esso immerso
ad elevare lodi con i passeri cantori.

Il dolore e la fatica non sono banditi
ma tinti di speranza che s’affida a provvidenza
e la mia vita, nella sua miseria
non è vana, ma viene accolta
come gradita offerta
pronta ad essere plasmabile creta
che prima o poi deve tornare alla terra
per restituire la carcassa
ma con la certezza che qualcosa resta:
entrare in quel respiro ch’è alito di vita.

Pensando ai dolori nostri
non scorgiamo le perle che spargi
tra le pieghe del fare quotidiano
come un sorriso ricevuto o dato
senza attesa di rimborso o benevoli parole
frutto dello stesso respiro che vien da Dio.

Vissuto imperfetto
La sofferenza umana
è un assurdo incagliato
nelle pieghe dell’anima e della carne
e solo l’ amore può cavargli uno senso
a stentato, allorché tacita s’insinua
e si manifesta
in un silenzio ch’è già una tomba.

Il dolore necessita d’innamorato abbraccio
se confidi che in esso un senso esista,
nonostante tutto,
… la speranza si fida,
che durante il giorno quell’antro tetro
intercetti raggi di alba o di tramonto
a sanare quella putrescenza:
costitutivo dell’impasto della vita.

Metamorfosi
I corpi sepolti sono i soli che ambiscono
al futuro perché sciolti dalle carni
che la terra aveva dato loro in compattezza
perché potessero guardare la beltà
di creato e creature d’intorno vive
per riportare la bellezza in impalpabile pensiero
che perdura nel tempo e che guida l’umano
nel suo andare e si disperde impalpabile
come l’aria che avvolge e dà vita alla vita e respira
un sentire che si spande e si distende come ombra
a proteggere da un fulgore abbacinante.

Lo sbuffo di un ricordo
Il tempo che incarni
ti scorre nelle vene e passa oltre,
fatichi a imbastire
quel che ti cola dentro;
il più si sbriciola in pulviscolo
che intravvedi, a volte, in controluce
se sollevato dallo sbuffo di un ricordo
che d’improvviso prende forma, si colora

… e pensi al tuo vissuto,
nella speranza che possa respirare
l’ aria di quando la fatica non pesava
e avevi la certezza che la forza ti reggeva
ed era vissuta come sfida
non t’intimoriva, perché avevi imparato
a usarla con sapienza

… e pensi a come
senza istruzione alcuna avessi appreso
della vita e della morte
di come opporvisi con rabbia
frantumasse il cuore e la speranza
e di come ti piegassi come giunco
per reggere a raffiche crudeli

… e vorresti soffermarti
su fotogrammi emersi per magia
dallo sbuffo di uno richiamo
ma quel pulviscolo si sgrana e si scolora
in una incantata melanconia

Digradar di sfumature
E l' uomo, in ricerca di futuro
per sopravvivere a se stesso,
lo intreccia, non senza macchia,
con chi incontra sui sentieri della storia
...e così le umane genti
onde scompigliate, sospinte
da venti di incostante direzione
portano seco il loro angolo di mondo.

Diversità di semente umana
trasportata dal bisogno e da speranza
cerca il grembo buono di una terra...
ma senza appartenenza manca la mensa:
lo sconforto inonda mente e ventre
e le familiari espressioni di paese,
compagnia di giorni, stagioni e anni,
hanno perso consistenza
faticano a trovar raffronto
e calano le ombre.

La vita si disfa
fa i conti con miraggi ed illusioni
diviene ordito sfilacciato
ma riannodare quei fili frammentati
su qualsivoglia suolo siano sparsi
è inderogabile dovere radicato nel sentire
di umanità che guada oltre l'orizzonte contingente:
è sguardo sui sogni e le memorie
di singoli e delle genti
di tempi e spazi differenti
ritrovando il digradar di sfumature
che non è separazione

All'orizzonte
….qualche spicciolo
da poter lucrare ancora
prima che tutto sia finito
anche se non sarà di giovamento
per andare all'inferno
ma sarà d'orgoglio
accumularlo sul filo del rasoio

…e sconfina la demenza:
per quello spicciolo si muore
su una terra fattasi più esigua:
spasmodicamente si scialacqua

…e se un numero consistente
s'estingue
effetto collaterale di sviluppo
sarà di giovamento ad un possibile futuro.

Perché i vecchi non muoiono
con buona pace per chi vive
…e i poveri pare non hanno mai fine?

Perché un dio pietoso
non seleziona, dando a noi il privilegio?

Via d'uscita
ma poi si replica.

Anni che si rincorrono
Gli anni si rincorrono come
se non avessero mai fine;
ho recepito realtà diverse
e parte ne ho vissute
ma questo sudato apprendimento
a chi sarà servito!

…a me che non ho altro sorte
che concludere un tragitto
e non posso tornare indietro
a rettificare il passo che ho sbagliato?

Sono viandante, numero tra i tanti,
non ho colto l'importanza
che le tracce lasciate
…non sempre sono giuste

Ho seguito quelle meglio definite
pensando che fossero sicure
sentendomi artefice dell'esistenza mia
ripetendo gesti definenti l'umana essenza

…e come ognuno, ho amato,
più delle volte, recriminato
ripetendo errori d'altri già compiuti
…quando saggiamente ho scelto
molto mi è costato:
il perdono non è connaturato

Preso a regger la fatica
non ho badato a guardare l'orizzonte
ora che di passi assai ne ho fatti
vedo, seppure un po' sfocata
una linea che si demarca

Sentire l'esistenza che scivola via
e la tua casa che hai portato
come guscio di tartaruga, pesa

…ma speri ancora in quell'impronta,
che tra le tante, può apparire errata

Getsemani
Quel vuoto che pregna
quel senso d'ineluttabile impotenza
vicino alla rinuncia
è sferza
per uscire da desertiche distese
di realtà deformate da miraggi
dove l'anima s'è inoltrata

…la vita è
contraddittoria e densa
sprone a drizzare lo sguardo
e la schiena:
pace non s'addice a chi è in cerca
è guerra cruenta
è in balia dell'onda
che la sbatte su scogliera

Ti cerca di persona l'esistenza
per chieder la gabella:
Getsemani fatto di silenzi densi

…le risposte sono le tue sole

Marco Polo divenne ministro del Mandarino cinese
Francesco parlò con il sultano delle terre d'oriente
evitando spargimenti di sangue,
ora che è richiesto di potersi parlare
in uno spazio di terra più esiguo
ci si guarda con sorriso da ringhio.

Ci si ferma al colore e ai tratti del volto
cercando di scorgere gli intenti
oltre la formulazione dei pensieri:
la diffidenza crea contorsioni
sulle parole che colpiscono l'udito.

D'accordo sugli inviolabili diritti di ognuno
ma di più per chi ha tratti e il pensiero
consoni con chi gli sta di rimpetto
mettendo al riparo il clan e la razza.

Il fulcro
Senza tratto identitario,
la carne che ci veste
è fantasma: numero d'insieme

sacrificio sull'ara d'un dio potente
originato senza cuore:
menti eccelse,
-con garanzia della pecunia
comprando una sicura via d'uscita,-
con reverenza eseguono
l'olocausto comandato

Ridestati da sonno, sonnambulo,
indossa l'orgoglio di una umanità dismessa
perché tu sia il fulcro della leva
e non la forza da applicare ad essa
ch'é sovente svantaggiosa

Il monte
Guardo del monte la parete
che vista dal balcone incombe:
mi par d'essere già in vetta
senza la minima fatica;
si va perdendo il gusto
di quando in giovinezza
la fatica, cercata come gioia,
apriva, giunti alla cima,
lo spirito e lo sguardo
quasi a sentirsene padrone
di quegli indicibili orizzonti
assaporando l'essenza di bellezza,
che non abbisogna, nella sua schiettezza,
di alcuna umana aggiunta.

Il tempo futuro
Uscire dal chiuso delle case
guardare in faccia le persone
e porgergli un benevolo saluto;
ormai quasi nessuno sa
il colore d'occhi di chi gli sta vicino;

vorrei nell'altro annusare
l'impastato di cui è fatto: terra,
mia identica materia
solo, arenata su lidi più lontani

vorrei che il primo istinto
non fosse la difesa,
che prepara il balzo omicida,
ma un abbozzo minimo d'approccio
per fiutare la propria umanità
che l'altro emana: dividerla
come lo spezzar d'eucarestia
per vivere il tempo del futuro

Il trionfo
La mano a reggere i tuoi fianchi
lo sguardo a perdersi
nei meandri degli occhi nostri
nell'intento di coglierne i pensieri
e le sfumature del sentire
lo schiudersi di labbra
imploranti una goccia di rugiada
e sentirsi onda in balia della marea
che molle e sinuosa sbatte
sulla scogliera di quel corpo amato
e gridare quel sentire d'infinito
come lamento di gabbiano
ed il tempo che si arresta
attonito in ascolto di un trionfo

La chiave
Capita, a volte, d'incontrare un volto
che a te pare già veduto
ti si svela in uno spazio del profondo
come se avesse con sé la chiave
che apre un accesso chiuso.

E' ormai in disuso lo scambio del saluto
un cenno del capo pare troppo
tra gli alvei di cemento popolati d'anime sole
…e ci si guarda da cima a fondo prendendo le misure
che valutano il taglio delle forme
nel decidere il giudizio, l'opportunità
d'includere il soggetto tra quelli
che possono essere di utilità nelle incombenze:
per il resto niente…

Flussi di visi che si sovrappongono:
si mescolano e confondono…sei indeciso,
scordi che sei specchio di rimando
e se neghi a quella chiave d'inserirsi per aprire
avrai soppresso la creatura che nasce dall'incontro:
un vivido rapporto di conflitti e di speranze
che supera le umane titubanze.

L'assenza
Compari ovunque
dentro il mio giorno
presenza che vive dentro le ore
che m'aduggi palmo a palmo l'anima
come foglia carezzata dalla brezza;
sei alito di vita.

Tardi ti ho conosciuto, amore,
mentre la mia vita
corrosa da maligna fiamma
era avviluppata da fumo acre,
denso, che non lasciava respirare
…macerata sofferenza.

Inatteso dono, aria mattutina,
olezzante infiorescenza
hai permesso ch'io potessi offrirne
a mani piene, alla compagna di una vita
a cui s'è spento il sacro richiamo della carne
…non sarà passione, sarà comunque parte dell'amore.

Hai spezzato le catene
che mi castigavano la carne
che a morsi, a brandelli riducevo
per rispetto di un precetto:
non commettere adulterio.

…e di colpevole angoscia
l'anima mia nutrivo
…quante titubanze e dolorosi turbamenti
a che tu potessi trovare un varco
dentro queste fortificate mura
per parlare alla mia umana essenza.

L'anima mia ha bisogno,
per mostrare il suo fulgore,
di sentire quanto il verbo non sa dire;
cerca un abbraccio di passione
che passando per la pelle arriva al cuore

…e in questa mia vita
che manca di logica sequenza
tu, che mai hai varcato questa soglia,
possa, nella tua viva essenza,
alleggerire la fatica quotidiana.

Liberazione
Tengo dentro
una vescica di veleno;
ruggini e rimpianti
sentimenti non vissuti:

quando si rovescia,
il respiro si sospende
e dentro il ventre
un animale pazzo graffia,
mentre
un grido liberatorio
cerca una via d'uscita

Non coltivare il male
che uccide chi lo tiene.

L'inizio di giornata
E' un assegno in bianco
l'inizio di giornata
occasione quotidianamente rinnovata
da investire in opportunità con oculata scelta;
il sorriso ti s'albeggia
hai intravisto un'occasione
ma la vita non dà tregua ne tempo
per capire la scelta più opportuna
...è' coinvolgente confusione
che trascina e avvinghia in vortice
che è anche d'altri e si fa marasma
di imprevedibili esplosioni

...e dentro a tutto questo
i calcoli hanno perso il risultato
il tuo assegno non ha più valore
è stato svalutato, vale solo il baratto
tra il il mio sentire e l'altro
e in questo vortice si mescola la vita:
detriti e perle affastellate
ma quello che su tutto impera
è una fetida miseria
che nasconde la sua eziologia
ma ci si può trovare
se ci sporchi un po' le mani a rovistare
perle abbandonato, sepolte da macerie

...e non ti serve maledire:
fuggiresti l'intelligenza della vita
che non preordina e classifica
e tutto questo ci dispera...
e nonostante ogni smentita
il nostro spirito anela a definirla
per rafforzar la sicurezza
...rimane una scontata alternativa:
entrare a capofitto in quel marasma
senza temere la sozzura
senza pensare che l'incontro sia idillio:
è sofferta convergenza
che a volte si frange in onde contrapposte
simulanti l'incanto del connubio
che si sfacela e si rinnova

...all'alba rilancia la scommessa
non rinviare lo scontro d'onda
l'acqua ferma diviene melma

Non ho certezze
Batte contro i vetri
l'angoscia del dì a venire
lacrime che paiono non avere fine
pioggia dirompente
nuvole dense
sospinte in uno spazio angusto;
cuore che non vede più orizzonte:
ulula irriguardoso
il vento del presente
che esige le sue certezze.

…e lo sgomento che sommerge
-io non ho certezze
vorrei solo morire-
alga fradicia sbattuta su scogliere

Ombra viva
Tu compari ovunque
dentro questa casa,
la tua essenza la abita
come un'ombra viva

Tardi ti ho conosciuto
e il tuo amore l'ho raccolto
come un fiore
per offrirlo a chi l'amore l'ha scordato
spegnendo il suo richiamo.

…richiamo che abbisogna di corpo
per parlare;
nutre l'anima che cerca passione e sangue
perché non si rapprenda.

Tu seppur non abbia mai
col piede varcato questa soglia
sei nel quotidiano
rendendo l'agire più leggero.

Passi incerti
Maceriamo
nel ricordo del passato
beandoci di un illusorio meglio,
è solo quello che ci fu impartito,
…e forse troppo a lungo ci attardiamo
scordando le miserie del vissuto.

Il presente opprime, è informe,
magma senza saldi appoggi
su cui calcare il piede
e l'impronta ch'esso lascia
di certo non è sicura guida.

…il futuro preme sempre più incalzante
poggiamo il piede su certezze apprese
ma ora un grave dubbio sorge
che fossero sicure.

Forse non siamo stati equidistanti
forse non lo siamo ora
per intravvedere la giusta connessura
per incastrare pietre
che combacino a dovere
su un selciato
volto verso un orizzonte
che ha ancora da venire

Ponti
Grattaceli continuano a salire
ma più che l'orgoglio di titaniche fatiche
a superare limiti noti,
l'universo umano cerca
diverse architetture;
urge, ed è un dovere,
progettare ponti fatti di parole ed emozioni
che ogni vivente,
ad ogni terraquea latitudine conosce:
onde che si muovono nel ventre,
svelano l'uomo all'uomo nelle varie sfumature;
mappa fruibile da ogni viandante
sulle intricate strade del sentire
alla ricerca di condivisibile primordiale percezione
conosciuta ovunque
…scoprire le diverse prospettive
per giungere sulle opposte sponde
incontro inderogabile nel tempo:
oracolo per ponti da realizzare
progetti per tempi dilatati
oltre la vicende contingenti.

Risveglio
Paure coltivate in solitudine
fiduciosi che non si facessero pressanti
lasciando che la vita fluisse via serena
…ci hanno preso alla sprovvista
abbiamo, in tutto questo tempo,
sperato de evitare di stare in prima fila
nel condurre la battaglia alla paura.

La vita vestita di menzogne
riempie l'esistenza di volatili illusioni
che, la storia e il tempo, ce li fa subire.
…ma essa non si scorda
e prima o poi reclama coerenza di condotta
affinché essa, sia schietta e definita.

Non abbiamo avuto coraggio
di dar forma a timide incertezze
temendo che portassero inverarsi
e abbiamo serrato bocca
e tenuto gli occhi chiusi
…guide cieche alle generazioni imberbi.

Sveglia, condividiamo tali angosce,
che sia la nostra forza!
Sia il coraggio di rimuovergli la maschera
per poterle guardare in faccia.
Ci vuole una via d'uscita
da tale ottundente dormiveglia.

Saluto
…e quella foglia che si stacca
richiama i tuoi l'attenzione
e guardi quella danza
che compie fino a terra
un saluto vestito a festa
vita piena sebbene a noi non paia

Scaglie
Foglio di carta accartocciato
gettato in uno stentoreo rivo
che s'apre un varco
levigando il sasso:
essere biodegradato
da un tempo che non senti tuo:
attonito a te stesso
smarrisci le parole
che s'impongano allo scroscio
che tutto dilava
anche le saglie di valore


Capita
di percepire l'io inconsistente
pulviscolo senza linee di contorno
essenza in dispersione

…riscuotendomi spaurito
da tale sensazione
in pietra mi rapprendo
scagliandomi sul nemico
ch'è fuori e dentro

…inafferrabile
in continuo mutamento

Vorrei una tregua
per poterlo definire
magari in due parole sole
che rimangano scolpite

…Giano con orizzonti opposti
schiavo e padrone di un sentire differente

Soffio
Ogni qualvolta ti guarderai d'intorno
senza soccombere alle tue paure
capirai che il tempo
si armonizza con le tue cadenze

E se quel soffio lo saprei gustare
pure il tuo battito sarà placato
…e il tempo dilatato;
l'essenza della vita
ch'è fatta d'impalpabile natura,
sarà avvertita.

Se sarai colto dall'angoscia
non avrai modo di capire
quel soffio ch'è vita

Lande
Guardo nel buio sovrastante
e assorbo
cieli che si vanno srotolando

un brivido mi coglie:
perso in cosmiche lande
con lo sgomento di sapere

che un'eco
in questo sconfinato ventre
colmi lontananze
e spero di vedere
il volto che le contiene

Santuari
Vorrei essere onda per entrare
tra fenditure di falesia:
pareti custodi della tua essenza:
coglierne l'architettura,
le volte gotiche su santuari d'acque
giochi di passione riflessi come lame

…ed il tuo suolo sacro
spazio senza tempo
risuona di richiami
trovando di vita la sostanza:
in altro sito sarebbero silenti

…un frantumarsi in canto:
eterno ripetersi d'amore in inno
perché non si spenga la speranza
e si propaghi oltre la contingenza

lasciami cogliere l'incanto
di specchi e luci che la veste
divenire goccia tra le tante
che abitano le tue segrete
per farne parte eternamente

…seguire le maree
dei tuoi palpiti del cuore

Se ci penso
Il dì del mio concepimento
per un impellente desiderio
sono stato sbalzato in questo mondo
e dopo che la vampa è stata spenta
hanno demandando alla vita
se dare seguito a quell'impulso
nella terra dissodata dell'amore
da sempre coltivata

…e tuttora se ci penso,
per quanto sia uomo adulto
il richiamo a quel gesto maschio
lo percepisco come il bisogno
d'essere ancora dentro il grembo,
protetto, avviluppato e caldo
dentro uno spazio già vissuto
all'alba dell'inizio
richiamo inderogabile e innato
per irridere la falce
che miete imprevedibile la messe

…terra buona per sementi
richiamo in sempiterno
spazio e tempo che non ha confini
polla d'acqua che disseta
…ma la gabella è marchiata nella carne:
la fine che si porta dall'inizio

Si spengono le stelle
Si sta espandendo in ogni dove
il deserto senza sabbia, si spande
sull'anima che perde la speranza
mancano gocce per un germoglio
sopra questa umanità che soffoca

Un silenzio rimbombante
di infantili sguardi che scoprono la morte
consapevoli della loro solitudine,
privati di sicurezze di un abbraccio
per quando attanaglia la paura

…e si spengono le stelle
per seppellirle in fondo alle miniere
uccidendo dell'anima il chiarore
su strade o nei bordelli, miraggio
di un futuro segnato dal sopruso

…e si spengono le stelle
negli occhi di un genitore
che impotente non sa che fare
perché non intravvede un orizzonte
da mostrare alla sua prole

…scende un velo come tramonto
sul deserto che pare senza fine
ma possibile che non si senta
questo silenzio dirompente…che s'espande
come disperato grido?

Estasi
Una musica dentro
fa dolere il petto
melanconica essenza
di indefinibile bellezza
squarcia nubi all'orizzonte
un abbaglio indefinibile
costringe in estatico sentire
non ha parole ma lo stesso dice
un ampio respiro si distende
richiamo senza voce

Esistenza
Scendi,non come nebbia mattutina
che vela la forma di ogni cosa
torchia ogni mia fibra
se vuoi che mi conosca

Vacuo sarei
se tu non spremessi
l'essenza in me racchiusa
ignaro sarei di colui
ch'é dietro l'immagine allo specchio

…e se temessi la tua mano ferma
sarei soggetto a morte prematura
esalando olezzo di miseria umana

L'attimo che conta
Domestiche mura:
catena che trattiene un'esistenza
e si guarda il mondo da finestre
a cogliere albe
per staccare gli occhi da un tramonto permanente

La vita è dimezzata
se scorda ventiquattr'ore di giornata
bisogna suggere dal compimento
per recuperare il fiato evaporato
che ha gridato,pianto o imprecato
per trattenerla ancora

…all'alba ogni usignolo canta
non pensa alla fine che l'aspetta
eterna la sua vita nell'attimo che conta
chi l'ascolta coglie una nota
che nel salir le ore lo accompagna

…l'albeggiare colato nella gola
e il silenzio squarcia:
fiamma che riscalda
acqua che disseta
…e la terra,pattumiera che trasforma
tiene i semi nell'attesa d'ogni primavera

L'archivio sommerso
Dai marosi degli abissi
sono emersi ricordi,
albori dei primi pensieri
humus dell'essenza
che m'intreccia ogni mia fibra

si sono sovrapposti…a strati;
e ora che il tempo declina
andando a ritroso vi presto attenzione:
…aure serene, lampi e burrasche

Il tutto avvolto in aura pacata
pure quando tra essi il dolore compare
quasi fosse avvolto d'albume,
limato gli spigoli aguzzi
che posson far male

m'attardo troppo a lungo
su un orizzonte senz'albe
il tempo innanzi si riduce
e una melanconia dolente
ha smarrito il senso della fatica
…e della speranza

pur senza nessuna sicurezza in tasca
si affrontava l'alba
come nuova epifania
con meno catene legalitarie,
responsabili ognuno del proprio agire

che n'è rimasto di quel sogno
frutto di una vita risorta dopo la tragedia
se non un declinante sfacelo
che cerca angosciosamente una via d'uscita
per un'alba nuova a più voci chiesta

un idolo potente e schiavizzante
a cui adoranti ci siamo prostrati:
unico e assoluto riferimento
che come sanguisuga ci dissangua
inaridendo l'uomo ed il pianeta

dov'è finito il bisogno di un mondo bello
…nei marosi dell'egoismo che ci annega
sperando una salvezza solitaria

…e dal profondo piange desolato
questo sogno disatteso

L'orologio
L'orologio non dà ragione
dello scorre del tempo
ora uno procedere a rilento
che pare non arrivi all'attimo seguente
talora non lascia un istante di respiro
e il giorno è già finito
e mai, dico mai
combacia con quello del mio vicino

mi vorrei fermare un attimo
solo un attimo,per favore
quando l'ansia mi toglie l'alito
colto da una paura senza volto
…per questo più pauroso

o vorrei trascinarlo meco
come farebbe un mulo
fino a spezzarmi le reni di fatica
pur di non rimanere inerme
per potermi allontanare
da quel vuoto che pare precipizio

quale ritmo oggi ha il mio tempo
vorrei avesse un costante ritmo
senza affanni o sospensioni
che il cuore non conosce

Il volto del silenzio
Amato placido lago
fenditura tra monti
di sentinelle ritte
elevate di rimpetto
squarcio di cielo
che dilati il respiro,
in uno sguardo più disteso.

E' un guardare la vita
alla giusta distanza

L'anima posata su una panchina
è cullata al ritmo dell'acqua:
il tranquillo sciacquio sulle sponde
è dolce affettuosa carezza;
una nenia che schiude alla pace.

La luce che prende colore
a fil d'orizzonte
…é lì che si perde e si scioglie
ogni grumo di male,
senza voci a crear confusione:
in sacrale estensione.

e sono diventato grande
…un bacio di babbo e mamma
frettoloso, intravisto dallo specchio;
un tempo da essi preso
dopo interminabile rosario
scansando la prole
…per far quadrare i conti
nella camera da letto.

L'ossessione dell'inferno di mio padre
messo in mostra sul balcone
vestito di mutande
per un risveglio brusco
da meridiana pennichella
per un petardo crepitante.

Le spalle del fratello grande
che non recede ai colpi del bastone
per ritardato rientro alla dimora
…e la minestra di verdure
trangugiata controvoglia.

Il catechismo mandato a memoria
la domenica, dopo la messa solenne
e quel senso del male
scalpellato nella carne

…e i giochi spericolati
inconsapevoli della precarietà dell'esistenza
arrampicati come scimmie sopra rami
correndo a perdifiato per balzi e boschi
senza sentire la fatica

e intanto sono diventato grande
portandomi appresso questo mondo
ch'è andato scomparendo
lasciando prati desolati
cascinali decadenti con vigneti vuoti
soppiantati da quintali di cemento
sfregio a un scenario pastorale

mi manca la freschezza di quell'aria
e la melanconia albeggia
su un tempo ch'è solo nel ricordo

Il colore dei tuoi occhi
Vado camminando su sentieri
che portano lontano dal frastuono
sento spalancarsi il giorno dentro
…in quel chiarore io ti percepisco
evanescente come alito di vento
…vorrei sentire la tua pelle
hai il volto privo di fatica
camminando in quell'aura serena
perché sono io che ti porto
…e salgo leggero

è un sentire il nostro
che si espande come canto
si frantuma come cristallo
colpito da una nota acuta
si dilata nell'aria come eco lontana
ha la compattezza di una pietra
e la leggerezza di una brezza

rientrando chiudo il sipario
sul quel viaggio appena fatto
tenendo accesa quella fulgida vampa
a rischiarare ogni gesto che compio
con l'iridescente colore d'occhi
che dentro mi sono scolpito

Nubifragio
Guardo da vetri di finestra
il cielo che s'abbassa
s'oscura come notte inoltrata
preludio di tempesta
fulmini come giganteschi spasmi
seguiti da tonanti vibrazioni
un fremere di ventre
poi il cielo si squarcia come diga
e inonda ogni fessura,d'acqua
passa ed avviluppa ogni cosa
sospingendo tutto in fiumana
senza argini a difesa

Spavento e un correre allo scampo
con l'amarezza di sentirsi poca cosa
…com'è precaria l'esistenza
fatica in un attimo gettata

Uno e diviso
Cerco l'io disperso
in uno specchio frammentato
ognuno rimanda un me
ognuno un po'diverso
ma è sempre lo stesso

ogni attimo che passa cambio
non capisco più chi sia
eppure sono sempre io

ho un corpo che veleggia
nel mondo delle cose
le tocco e le sento
incerto
se sono solo le dita della mano
o pure qualcos'altro
a definir la percezione
del mondo che io vivo

lo scheletro e la carne
rende visibile chi sia
ma vi é anche altro
che l'abita e sconfina

sono dentro e sono fuori
uno e diviso
tra la notte ed il giorno
 

Davanti allo specchio
Davanti allo specchio
ti ammiri come un fiore dischiuso
e ti senti dono
e ti s'accende il sorriso

Socchiudi le ciglia
sognando l'amato
che lambisce con trepide dita
le membra

che aspira l'essenza
di gentile fragranza
che il tuo cedevole corpo diffonde
 

Venerdì di passione
Celebrato è il ricordo passione
mesto il giorno si chiude
e rimane in sospensione:
un turbamento l'anima trattiene
…e il cielo

Speravamo…
questo cuore di carne fatica a capire
quel tuo voler morire
e ci sale un sacrilego richiamo
-scendi e noi ti crederemo-
un ulteriore sfregio
ed un Amore che non ha misura
perché fino all'ultimo perdona
-ma perché non ti ribelli!?Tu puoi,
hai sciolto Lazzaro da morte-

Brandelli di carne
mostra la tua lacerata pelle
e senza rancore rispondi a domande
-il mio regno non è di questo mondo-
ma di dov'è per esser così folle
e mi sconcerto,
…perché non ti ribelli!?
-Tu sei re?-
-Si Io sono re, è per questo che sono nato,…-
e di regali spine ti hanno incoronato
e perdonando soffri,
ma come puoi!?

…e sul cammino che ti facciamo fare
per la brama di umano sangue
guardi con amore
la creatura che ti ha riempito il cuore

L'immeritato dono
Davanti a una salma
mi sono visto esalare l'ultimo respiro:
sarò pronto o mi soffocherà l'angoscia
per l'alito che manca,
tutto sarà buio, e poi….

non sentire degli uccelli il canto mattutino
non ammirare le pennellate dei tramonti
le albe e il digradar delle notturne ombre

…e il chiudere il portone
per un'inderogabile scadenza
senza aver messo un po' d'ordine
dentro quella casa che mi accoglie
e sovente non so neppure di abitare

…lo sguardo mio passa radente
su un prato,da poco di pioggia inebriato:
mi chino e ammiro gocce in bilico
trafitte da un raggio spiovente:

…come una goccia sono cominciato
stilla dopo stilla in un componimento
che mi fa esser quel che sono
ma non credo d'averlo mai capito

padrone di tale immeritato dono
mi son sempre visto come eterno

La vetta
Il freddo sfiorato dal sole
occhieggia dalle cime del monte
ne smussa la lama
e richiama lo sguardo
di chi s'inoltra nel giorno che sale:

…sempre in ascesa il sentiero della vita
in vetta è la sosta

A quanti salgono
inevitabili cadute scorticano la pelle
…e l'anima
ma quel fulgore d'incessante richiamo
forza il piede che lo porta al traguardo

dietro la sforzo di chi arranca
lo sguardo spazia…e contempla
si ricolma la vista

si spegne il timore di ogni fatica
imposta di ogni vittoria

E da quel volto stanco
traspaiono parole non dette
ricolmo di sgomento e di senso
colto e non spiegato
nitido a sé stesso

La fiammella
E se lo sguardo dintorno si volge
incontro mi viene una realtà deforme
che stringe la gola…potrei soffocarne.
Lo smarrimento in molteplice forme
offusca stelle polari e comete
e non hai più l'orizzonte.

Ma tra le pieghe di tanta confusione
riluce una fiammella che al tutto si confonde:
…ed è l'amore

Il tempo che viene
Di passi risuona la ghiaia
filari di lapidi ornate con fiori
anche solo fittizi
volti di un tempo di esso svuotato:
in una densa abitata città
di anime e vite vissute
che forse in altra maniera abitano il tempo
…e lo spazio
che noi viventi occupiamo

Ripugnante ribrezzo
sapermi invaso da vermi
liquame che cola infestante
consuma la carne
lasciando un pauroso sorriso sdentato
senza più occhi

Ma il ricordo stampato
che appresso mi porto
è un volto, un sorriso, un pianto
un grido d'aiuto, di un tempo vissuto
spogliato dell'orpello del corpo:
nudo a se stesso

Nella trasparenza
evidenzia la vita che rivela sé stessa
celando la miserevole fine
di un corpo che diviene concime
e lascia un'impalpabile essenza
come aria …

…che scolpisce in raffiche di vento
le rocce del tempo che viene

Il crepuscolo
Svuotato di te stesso
dietro un ebete sorriso
appiccicato sul tuo viso
per camuffare l'inevitabile declino
ispiri compassione:
non raccolgo quell'espressione

Arriva, ed è vicino,il crepuscolo
un tempo che ha d'essere vissuto
e sulla linea di tramonto
gli occhi riconosceranno
non senza sgomento
un filo di tempo più volte rannodato
tempo frammentato, liso e sfigurato

ti sentirai foglia calpestata
fradicia di acqua novembrina
riconoscendo il tempo
che guarda solo indietro,
vecchio e ormai consunto
truccato senza risultato

Il compleanno
Menzionano l'aggiunta di un anno
e vorrei che risorgesse come alba
la sfilacciata innocenza d'infanzia
lo spuntare di quei giorni speciali
con l'innocenza di scoprire la vita.
il sentirsi fatti della stessa essenza
sospesi in una visuale più estesa

Sussurrato amore
Dichiarazione di sfuggita
per il timor che sia sentita
per la sacralità che in essa è inclusa
e chiede sia tolto ogni frainteso

… e il cuore rimane in sospensione
come nel volo d'aquilone
e si colora d'aria
riempiendomi di luce
che come specchio si rifrange
nei percorsi delle vene

…e si dilata lo spazio e il tempo
e io ti sono accanto
che ti tengo sottobraccio
e con me ti porto al lago

Contorsioni amorose
Quando sei imbronciata chiami per far pagare le di lui mancanze con un silenzio da castigo e costringi a chiedere:-cosa c'è cara che non va?- e tu: -niente- e rimani in un cocciuto silenzio e non so che dire. Sei perfida quando fai così, non sei cattiva. Sei una incantevole perfida che vuole la sua rivincita:…con eleganza ma spietata. Fai sentire l'altro come una creatura ignobile, anche se nel contempo dici che l'ami e,senza non sapresti che fare Non dire che sei fatta così,vuoi vendicarti salvando la forma,un comportamento rispettabile ed educato. Oh! tesoro anche per questo sei unica; vuoi lo sconfitto perché in fondo, sono un poco il tuo oscuro nemico; lo devi tenere a bada per non essere distrutta. Sono il nemico che ami,senza ti verrebbe a mancare la vita e il cuore si frantumerebbe come cristallo

Come si può?
Non possiamo spiegare l'amore
possiamo avere folgoranti intuizioni
in versi,musiche e dipinti
e quant'altro la fantasia fiorisce
ma non lo spiegherebbe.

L'amore è un modo d'essere:
che contempla ciò che vive
e scopre meraviglie
che saziano più del cibo
e dissetano più d'acque sorgive

si pone all'atro di fronte
per navigare gli oceani
degli occhi di ognuno
per avere una più vasta dimensione
che fa sentire l'intero
rischiando di annegarci dentro

Autunno
Stagione pensosa dai languidi occhi
dai vivaci colori
che concede gli ultimi frutti
resoconto di un ciclo.

Trapela melanconia
nel chiudere le imposte prima del gelo
si veste di festa e profuma di mosto:

magia di tinte che addobbano
a celare ricordi di giorni sfuggiti
e di semi non interrati

…e rimiri i colori che segnano
questo ciclo dell'anno
preparando il terreno al futuro

Vorrei
Vorrei che cogliessi le mie parole
come si raccoglie un sassolino
tra tanti che formano la rena
per un non so d'indefinito
che accende un sentimento

Vorrei che ne diventassi testimone
evitando che si dissolvano in un'eco

Vorrei essere il caso
che ti fa d'inciampo
per cogliere un segno a te sfuggito

Vorrei sfiorarti con le mie parole
anima che ascolti
come s'accarezza il muschio
le messi biondeggianti
un petalo di fiore
…vincolo durevole nel tempo

Traccia di memoria
Straccio
con incrostazioni di memorie

sfilacciato e ormai consunto
ricerco quel colore
che pare essersi dissolto
nello strofinio dei ricordi

il colore all'origine
pare essere sparito
…le tinte nella successione
si sono andate dissolvendo

è rimasta acqua scura
come incoerente mescolanza
di tempi in anarchica miscela

eppure v'erano episodi
che hanno insegnato
l'amore e l'amicizia
un braccio che sostiene

…paura di voler capire
e si getta, più che trattenere
d'ogni traccia che gli viene

Chiodo conficcato
Mi son riempito l'anima d'un'onda amara
che s'infrange sulla mia scogliera
e m'infradicia le ossa
e perdo ogni consistenza
se tu hai il cuore umido di pianto
e vivi nel pensiero d'abbandono:
lo vorrei spezzare parchè
stringe l'anima tua in una morsa
…ago conficcato nel profondo
come chiodo al crocefisso

Sei donna che aspiri trovare un'insenatura
sicura, per ammainare le tue membra
e deporre le pene che ti seguono
come l'alba segue il suo tramonto
…e vuoi certezze che a volte vengono a mancare

Questo è l'amore che ci lega:
una vita indefinita
in un travagliato maremoto ch'è la vita
ognuno sentinella
di quanto l'esistenza ci ha posto sulla schiena
…ognuno con quel chiodo conficcato

…e mancano parole
Vuoi ghermire l'attimo
di un bagliore
di un battito d'ali
…ma ti sfugge
e con esso le parole

attimi franti su scogli
del limite umano
che svela ma non dice,
manca il verbo adatto
che valichi sé stesso

…rimane il bisogno
di dare un sembiante
a quel barbaglio
sapendo ch'è solo una scheggia
di quel che ti prende la mano
nel trovar le parole.

…e ritorna l’autunno
Nebbie distese sul fiume
trapunta per la stagione che preme
pensieri sospesi sulla corrente
a contrasto del freddo che punge.

Sfinito fogliame si lascia cadere,
parole a colori di un ciclo vitale
e cigni dal portamento regale
a celebrare un tempo importante.

I respiri si fanno più lenti
e i pensieri si fanno più fondi
la luce opalina di questa stagione
li raddensa per poterli guardare.

…è il tempo di un passo misurato
perché i sogni che porti nel petto
si adattino al procedere lento
e non abbia a esserne escluso.

Ciclicamente puntuale m’insegui
tendi le redini e mi forzi a rallentare,
un altro anno aggiunto a quello passato:
non me ne sono neppure accorto.

…e che cosa ho capito?
stupisco io stesso di questo quesito,
poco ricordo di quanto ho vissuto
un rutilante fare senza costrutto.

Cercando uno spiraglio
(Se mi mettessi nei panni di chi porta una divisa
potrei correre il rischio di elaborare il pensiero qui riportato
se mancasse una profonda riflessione del ruolo che svolgo
e potrei correre il rischio di commettere qualche grave errore)

La divisa supportata da un’arma
fa sentire al sicuro
col rischio di essere al di sopra di tutto
e di far evidenza
solo dell’errore che l’altro ha compiuto.

Senza perdere inutile tempo
si potrebbe risolvere l’errore alla base
facendo scaldare la canna:
decidetevi a darci il consenso

…si andrebbe a dormire tranquilli
e ci sentiremmo tutti sicuri.

…a posteriori
Disquisizioni argute
contornate di volgare pattume
servite a menti smarrite
da sbattere in faccia
con un po’ di prepotenza
per un’adeguata sottolineatura.

E il volgo s’accultura
impara qual è la procedura
e s’esercita davanti agli specchi
con amici e conoscenti
per poi fare la comparsa
di fronte a una platea
che consacra chi è riuscito a salire.


…l’importante
è saper compiere un gesto
che la storia ha riproposto più volte:
calpestare l’inerme, tanto
non ha strumenti da contrapporre,
gli manca l’arguta arroganza
per aprirsi una breccia.

ma potrebbe accadere
che la cosiddetta plebaglia
ch’è ancora sommersa
esondi dell’umana pazienza
e se, per caso, qualcosa di buono
avessero fatto gli arroganti di turno
non sarà di giovamento.

Da sempre la storia c’insegna
che a posteriori
la conta dei danni
è un grosso problema:

Voi che aspettate
Frammenti di stelle
lampioni, voi siete
per noi, fantasmi vagolanti
mai da voi completamente recisi.

Nell’attimo di smarrimento
e nell’ultimo fiato
nome di donna affiora:
voi c’insegnate quel vuoto
che spezza il respiro
voi che nelle vostre essenze
avete quello che nutre.

…e scoccate scintille
che fanno crollare bastioni
armate solo di luce degli occhi
a rischiarare meandri più scuri
e con l’amore che vi vive
cibate la fame d’esistere

Coltivate un sogno in attesa
che le parole a voi dedicate
e custodite tra i tanti ricordi
si facciano vere

Speranza
Il sole può fondere l’asfalto
ma l’anima essere pece
se tramonta la speranza:
filo di ragno ad allumare
esistenziali impervi sentieri

…e dilaga il gelo del pianto:
troppo tempo lasciato
in attesa di rimuovere intoppi
al futuro che ha da venire

Smarrito come un infante
scruterò gli occhi della gente
nella speranza
che spunti quella luce all’orizzonte

…e scrutando aspetto mio sole
il mio tormento, culla del risveglio

…meglio della televisione
Vorrei al crepuscolo del giorno,
essere sospinto da un alito di vento
a carezzar le fronde per ascoltarne il suono
a risvegliare un turbamento che da bambino
avevano evocato fantasmi in movimento
in quegli oscuri spazi aperti senza luci!

Il lume, la lanterna e la lucerna
fari da usar con parsimonia
nella stalla oppure dentro la cucina:
e con esse, ad ogni oscillazione, spuntare
un gioco deformante di ombre in movimento:
si accendevano fantastiche paure.

…e compariva la storia di fantasmi
in quell’aura raccolta attorno al focolare
dopo una molto sobria cena
che nello stomaco lasciava una caverna
e borborigmi ad amplificare la tensione
in un silenzio estatico d’ascolto

…e ti facevi uno con l’affabulatore
che ammaliava la miserabile platea
e… ricordavi anche tu,forse, d’aver veduto…
e ti portavi dentro quel pensiero
fino a quando andavi a letto
e con tremore ti seppellivi sotto le lenzuola
per sfuggire alla maligna ombra

e sfinito alimentavi il sogno fino alla mattina
e trattenevi il fotogramma di chiusura
per continuare la notte successiva
con la curiosità di chi vuol conoscere la fine
e non avevi bisogno della televisione

L’incompletezza
Il mio amore
figlio d’abbondanza e di penuria
cerca un tutto che mi sfugge
con caparbio fuoco che consuma.

Io ti rincorro
su strade del sensibile sentire
che a te conducono
che sei in un oltre:
sebbene il midollo tu m’impregni
non riesco pienamente ad afferrarti.

L’abito bello
Vento spira tra montane fenditure
e strappa l’abito a frondose chiome
agghindate per il tempo dell’addio
che per farlo meno mesto
sono vestite con spudorato sfarzo.

Tempo che c’incanta
facendoci un po’ paura
quasi uno sfregio
al senso dell’eterno
che c’invade in ogni fibra.

Accogliere l’inevitabile destino
indossando l’abito bello
andando ad esso incontro
quasi fosse un ospite gradito
è un dignitoso gesto
un raccogliere quel guanto
rigettato dall’istinto.

A primavera rispunta
ciò che pareva annichilito
da quel violento e gelido vento
…richiamo che viene da lontano.

Il tuo cielo
Se volessi capire la vita mia
senza i tuoi occhi
non saprei farlo:
è nel tuo cielo ch’io volo
aggrappato a nuvole
pittate a festa da quel sole
che dentro vi risplende.

Sono rondine garrula e festante
per questo spazio
che mi offri in dono
quando ci fermiamo
a perderci dentro gli sguardi.

Con fulmini e saette
scrosciano emozioni
di risi e di singhiozzi
per farsi manifesti
a rinnovare ogni colore
…e colpire come dardi

Per fortuna c’è l’amore
Inevitabile è l’umano andare
che travalica recinti
di cortili sconquassati
in cerca di sponde rigogliose
rimescolandone la specie

…premono alle porte
si destano comprensibili paure:
quegli esseri senza nome
con le stesse fattezze nostre
sono animali di un’altra specie

…va domata l’imbufalita orda
che nel suo sconnesso andare
travolge ogni barriera:
è il diktat urlato a squarciagola

ma un istinto ineluttabile
è un richiamo inderogabile
e gli amori avvicinano le genti
spezzando le barriere

Autocoscienza
Mi c’è voluta quasi una vita
per imparare a gustarne l’ essenza:
ho varcato la linea di mezzaria
e con un passo dopo l’altro
giorni di seguito uno all’altro
su un sentiero srotolatomi davanti
ho scoperto la mia via
pagando il prezzo dell’errore
che è diventato il mio confine
la siepe di che mi regge
…così mi sono approcciato all’altro, all’oltre
all’universo per diventare con esso
futuro che si dispiega nella mia coscienza:
cammino di ogni uomo sulla terra

La veglia
Nella sapienza della notte
la mente procede a tentoni
che incespicando ruzzola
su erta di aguzzo pietrame,
…un Cristo che porta abbracciato il suo male,
un ostinato che non si lascia annientare
dall’avverso potere che incombe
e sceglie; vuol giungere in cima
per vedere più oltre

…accecanti saette danno a frammenti
un indefinito orizzonte, un appiglio
perché non prevalga lo scoramento
ma nei seguenti occasionali bagliori
va mutando ogni certo riferimento

…umano destino il cercare a tentoni
in veglia continua, acuminando la vista
perché non sfugga quella luce in frammenti
per strutturare l’insieme

Sorgiva
Incontrata sul sentiero della vita
m’ha catturato la tua persona
e hai allentato i miei legacci:
tirando fuori dai miei segreti antri
quel vissuto in solitudine
piegato dentro una nube
…e m’hai avvolto in un abbraccio
e mi sono sentito infante
ho trovato dove appoggiare il capo
ho sentito il tuo corpo caldo
mi s’è sciolto un pesante ghiaccio
e mi son sentito scivolare
da quelle vette solitarie:
sei stata luce all’orizzonte
nella notte che pareva non finire
mi sei incisa su corteccia

Esame di coscienza
Lambisco appena, appena celle
la sera e la mattina
dove, figure umane
covano un’ombra sepolcrale:
nulla a che vedere con la redenzione
ognuno col suo tarlo
con l’anima smarrita
che non ricorda o finge di scordare:
è un dovere persistere a negare
l’errore è sempre d’altri

…rabbrividisco
studiandola mia immagine allo specchio
senza indulgere in fittizie scuse
nel ritrovare il rimando di me stesso
l’errore è in agguato
pronto a distruggere il tuo sentirti onesto

Occhio vigile
Un’ombra come velo
oscura lucenti stelle
nel cielo della vita,
le tue pupille,
se il dubbio,
lama tagliente
che trafigge le certezze,
apre un precipizio senza finr
…e mancano gli appigli
Nel vuoto di caduta
…ricorda
al di la di quel che appare
v’è un occhio rivolto alla tua vita
come fa il fedele
verso la sua mecca
Ogni ritaglio della mia esistenza
è cucita frangia a frangia
per fare una coperta
che ti avvolga
affinchè ti senta più sicura
e non sia mai più sola

Gesto solitario
Se l’uomo sulle tracce Tue si pone
un desertico silenzio attende
che fece gridare a Gesù Tuo figlio:
-…perché mi lasci solo?-

Infinito silenzio a rimando ebbe
mentre il creato tratteneva il fiato
nell’attimo supremo
del gesto cosciente delle braccia distese

…e ogni anima che sente il Tuo richiamo
dov’è esclusa una risposta a rate
vive senza far rumore
e non suscita scalpore
sembrando una sconfitta
ma germina in silenzio
piano piano come grano

Uomini e donne ancora stanno
che sanno cos’è la voce dell’amore
per compiere quel gesto solitario e pieno
salvezza del futuro

Chiodo conficcato
Mi son riempito l’anima d’un’onda amara
che s’infrange sulla mia scogliera
e m’infradicia le ossa
e perdo ogni consistenza
se tu hai il cuore umido di pianto
e vivi nel pensiero d’abbandono:
lo vorrei spezzare parchè
stringe l’anima tua in una morsa
…ago conficcato nel profondo
come chiodo al crocefisso

Sei donna che aspiri trovare un’insenatura
sicura, per ammainare le tue membra
e deporre le pene che ti seguono
come l’alba segue il suo tramonto
…e vuoi certezze che a volte vengono a mancare

Questo è l’amore che ci lega:
una vita indefinita
in un travagliato maremoto ch’è la vita
ognuno sentinella
di quanto l’esistenza ci ha posto sulla schiena
…ognuno con quel chiodo conficcato

Trascendere la carne
Non chiedermi chi sono
posso contemplare la mia ombra
se un raggio di luce occhieggia
o se uno specchio di rimando
dà un’immagine ch’è fittizia
della carne che conforma.

Sono ben altro che trascendo
e oltre si distende
su lande sconfinate di sentire
vibrazione come eco di risacca
fino a togliermi dal tempo

Nel tempo sono con la carne che mi veste
con un sentire oltre le sembianze
…un richiamo,un’onda
che s’addentra nel buio
di mondi verso non si sa!

Senso non avrebbe l’esistenza
che in questo infinito buio si dispiega
senza ritorno alla dimora

Solitario tempo
Si è dispiegato il tempo
del cammino solitario
ognuno col suo mondo
che esclude ogni confronto:
troppo dispendioso
sedersi di rimpetto,dialogando
che escluda l’orologio
e lasci l’orecchio aperto
a intender quanto v’entra
e trattenersi fino alla fine del discorso
…quale sacrificio
esercizio desueto
per essere da lungo tempo chiusi
come gheriglio nel suo guscio

Sono a letto e penso a te nel silenzio che ti avvolge
e m'intrufolo accanto al tuo corpo caldo
che sa di primavera, e ti avvolgo tra le braccia.

Ti tengo come si tiene un fiore appena colto
da ammirare per il bello che racconta.

Sei soffice e fluttuante che nel cielo si dispiega
trafitta dal raggio dell'amore.
e sulle tue labbra vermiglie come petali di rosa
faccio scendere rugiada
che rinfresca e accende la giornata.

Mia alba e mio tramonto
mio giglio profumo mio splendore
mio tutto che riempie

Al tuo cospetto sono abbacinato
come ubriaco senza cognazione del tempo
che scorre e mi travolge
e rimango ammutolito e ammirato.

Da te sgorga una sorgeva,
acqua fresca che risana
e schietta, canta la sua gioia per la vita.

Le tue braccia sempre pronte
sono il gesto del tuo sentire
ch'é l'amore che si mostra.

Stupore dei sensi
Sensi, beati e maledetti:sensi travolgenti
sublimi strumenti che colgono il mondo
ambiente talvolta inospitale
ignaro della vita che dentro gli vive;
e mi fanno capire, questi sensi
quanto alberga nella mia essenza:
gioia e sofferenza

Stupefacenti e ingannatori
spilloni di acuta percezione
che pure mi gettate nel buio e nell’errore
se con essi io tento di salire
per ampliare l’orizzonte

Mi fanno percepire un contradditorio
in quel che v’è nel guscio
del sensibile apparire delle forme
un limite, un difetto, una ruggine che corrompe
e sbigottisco nell’intravedere
il guasto ch’è intimamente inciso in ogni dove

Sensi, acute frecce del sentire
tavolozze-arcobaleno
per una tela perennemente da finire
che nessun’altro intende se non tu
che nell’intimo hai veduto le giuste sfumature
e a te singolo sono proposte

Sensi, biga che vicino al sole potrebbero salire
per raccontare le gioie e le doglie
che nella vita vive

Irrimediabile gesto
L’Amore ha d’esser dato come dono,
cibo per l’umana essenza
vissuto a braccia aperte come crocefisso,
di rimpetto al tuo te stesso ch’è altro
senza stare sopra un piedistallo
per intravvedere nello sguardo di rimando
la fragile trama che tesse l’esistenza

L’Amore che non è sequenza di parole belle
coltiva la perizia per non lacerar la tela
ma se paura,cieca d’ogni lume avanza
non riconosce il dolore ch’è nell’altro,
che sei tu con sembianza travestita
…e può compiere un gesto senza rimedio

Voce cosciente
Inutile e straniero io sono
se non mi distendo
tra le braccia del mondo
per sentire il pulsare del grembo
e diventare voce di quello che vedo
e di quanto io colgo
e che nel sangue mi cola

Impastato della stessa materia
consapevole di quello che esiste
ad esso appartengo
voce che deve salire
fino al primo germoglio

…e colgo
una indefinibile scintilla
tinta d’immenso
nello specchio dell’occhio
di uno sguardo

Che è successo?
Quale sacrilegio
ha scompigliato il mondo
tanto
che dovesti farti umano
per saldare il prezzo del riscatto
salendo su quell’infame trono

Dimmi che è successo,oh Dio,
all’alba dell’inizio,
te lo chiedo con un grido
-che è successo?-

Non si alzi invano la voce
alla ricerca di un perché
che plachi l’affanno
che mi porto dentro

Constato minacciose ombre
che contrastano la luce
s’insinuano con ostinazione
in ogni dove
tentando di prevaricare

Smarrimento, diffidenza e dubbio
s’intrufola come ladro
dentro il tempio umano
e smantella ogni mattone

Lanciami un appiglio
perché non abbia ad annegare

Smarrimento
“E’ scesa la notte”
…non è solo la fine del giorno
è un modo di guardare la vita
che senza luce esala, sparisce:
ansimante rincorro l’aurora
cerco la mia ombra
uno specchio nell’acqua

Lo stagno
Non c’è più pudore
nel compiere inganni meschini
Chi si cura di un minimo pudore
da salvaguardare
dallo sfacelo d’anima in putrefazione?

Se sai fare truffe
sei un grande da osannare
e se neghi l’evidenza
hai carattere da rispettare
…e questo da solo muta l’opzione
da certezza in un dubbio

…e se hai soldi per addomesticare
verità oggettive non hai da temere
potresti passare alla storia
come un grande

In cerca
Serro gli occhi nello sforzo
di valicare il ciglio d’orizzonte
e gettare uno sguardo oltre;
squarciare il corpo
per uscire da siffatto spazio angusto
in cui sono costretto

…e capire se l’essere animale eretto
che emerge dalla terra
col capo volto al cielo
sia simbolo che lega
la terra che regge
e il cielo che copre
e tacitar lo smarrimento
e non sentirsi inutile nel cosmo

La legge
Sono la legge
fai attenzione a come t’esprimi
non confondere le declinazioni
stai chino
spera ch’io abbia l’occhio sereno
e sia retto da un po’ di con-passione
altrimenti il calcagno
ha il gusto di far male
e potrebbe stritolare

C’è ancora, in questo tempo,
un animo puro, da santo,
che conosce se stesso?
…l’eccezione, in questo tempo
che osanna lo scaltro,
e si riconosca farcito di male
per poterlo fermamente guardare
e correttamente pesare senza tara
…fuggendo mielose lusinghe?

Mani d’amante
Solo mani d’amante
sono a casa sul corpo amato
a cercare il vuoto, il pieno,
il fremito e lo spasmo
sapendo che possono disporre
di pieno assenso
per comporre un’armonia
usando un’insolita tastiera
che vibrando crea riverbero,
amplificata eco che
sui volti si rimbalza
e spezza il ritmo
lo spazio e il tempo,
tutto è fermo e indefinito…
e le mani incantano, leniscono
lacerano e guariscono
abbaglianti fendenti
a squarciare corpi esanimi
perché l’anima risorga

Presuntuoso
Mi sei accanto e sebbene non ti guardo
sento gli occhi tuoi che, con ostinazione,
scrutano il mio volto supplici di una parola
qualunque essa sia a spezzare la barriera
…e sebbene l’orgoglio mio sia furente
per esser minacciato da un sorriso
non può che amplificare il mio essere smarrito
presuntuoso del suo essere bastevole a se stesso

Eterno e corruzione
Il primo vagito inala
il germe che corrompe
…festeggiamo l’evento
obliando l’inevitabile fatica
che il vivere comporta
e fiacca ogni umana resistenza
perché il seme del germoglio
giunga all’inevitabile traguardo

Ma se cedessi
a questo pensiero molesto
è come serrassi le imposte
negando ogni occasione
che essa, la vita, ci dona
gamma offerta
da questa corruzione attiva
che ci fa cantare, che ci fa sognare
cibo che non va in deperimento

Lo specialista
Un grumo di angoscia innescata…
esplosione in qualsivoglia momento
anche il più inopportuno
le è dipinta sul volto
e si mostra nella voce alterata
…espone in un disordinato pensiero
il suo mondo sghimbescio
densamente popolata da ombre
onde che l’allontanano da riva
…non ha imparato a stare a galla

Il medico specialista l’ascolta
è obbiettivo il medico
non è coinvolto il medico
e le dà l’appuntamento
per il mese venturo

Lei dà indicazioni al dottore
-mio marito ha bisogno di cure
gli deve trovare qualcuno che lo possa accudire
mio marito è malato, coltiva amicizie sbagliate
ma non le voglio svelare, segreto di professione-

Lo specialista, è obbiettivo
rimane composto
…e non sente quel grido d’aiuto
-venga il mese venturo-

Lui sente le voci e ora
è in una cella, lui è malato
ma il braccio della giustizia
non ha incluso la malattia
nel suo vocabolario.

Lui sente le voci
e davanti a una bocchetta invitante
di profumo importante
ha sentito quel richiamo
che non sa da dove gli viene.

Lui non ha difensori
ma ogni losco soggetto arrestato
è contrasto al crimine dilagante.

Lui è malato ma è dietro le sbarre
ma a chi lo ha mandato
ha fatto il suo dovere:
il reato va espiato

Ottundimento totale
Va fatto ottundimento totale:
traguardo che va perseguito
per la gestione del gregge
che può diventare ribelle;
bisogna distrarre la plebe
con passioni del ventre:
non facciamo quisquiglie,
l’importante è distrarre le menti
-falene che si sbattono
su ipnotici schermi-
con l’ausilio di umane miserie.

Si facciano melensi programmi
per piagnucolose persone
o mostra di carne:
cosce e ombelichi a riempire gli schermi
con l’ausilio di spudorate e disinibite fiii…gliole:
irresponsabili schiave, esposizione da fiera
per mantenere alto l’ormone,
perché non si scordino i maschi
di essere ancora capaci
di conficcare le prede
…culturale evoluzione.

La storia lo insegna,
l’arena è un grande alleato
per rinsaldare lo scranno:
non va sprecata tale efficace cultura
e ingurgitiamo il volgo di quanto ci chiede:
voglie accuratamente guidate
perché siano vissute come libere scelte
…compaiano guerrieri con le fogge più strane
non hanno spade ma sono letali
per piii…squani che spendono soldi
a rimpinzare i borselli di quei lottatori,
dimentichi di avere dei figli.

…e intanto il lavoro procede
senza troppi disturbi
l’importante che duri…

Un errore?
La vita è vita
non può esser definita
inarrestabile ovunque procede.

Se pure scaturisse imprevista
rimane un germoglio che sboccia.

Cerchiamo cavilli
per definirla un errore
quando non abbiamo coraggio
di saperla abbracciare.

Non è nostro possesso
rimane un mistero
un dono per sempre

…potenza che si sprigiona
seguito da eventi impensati
dal fiorire al declino.

Chi può definire un miracolo,errore?
Chi ha nel cuore la morte
senza stupore di fronte all’evento.

Segno mancato
Luce si sporge da montane creste
e accarezza l’acqua placida del fiume,
cigni s’inoltrano scivolando lievi

…contrastano questo ritmo
lo sferragliare di convoglio ferroviario
e lo sfrecciare di vetture
come inseguite da mortali insidie:
il timore di non arrivare…

scissi e disperati
nella perduta cognizione
dei tempi quotidiani

Schegge
Il corpo è qui
ma il cuore è dentro spazi
dove grida a squarciagola
cercando di afferrare una chimera

…e sfrangiato velo variopinto
con le nuvole colora i cieli
seguendo correnti ascensionali:
non può fare a meno di salire
in alto dov’è il sole
e lasciarsi consumare.

L’amore a volte è un grido
che soffoca il respiro
e vorrebbe deflagrare in schegge
per spaccare pareti dov’è chiuso.

Sul filo
Procedi lento
cercando ad ogni passo
il baricentro
che ritrovi nel tuo centro.

Tieni saldo il pensiero forte
che bilancia la tua vita
e sul filo del dolore
puoi procedere senza precipitare
per raggiungere
una più rigogliosa sponda.

Confidenze di una madre
Tu non m’hai cercato
io ti ho inseguita
eri la mia mancanza
seme da piantare
nella terra mia feconda

Con te io sono fiorita
nell’appassionata giovinezza
in me sei attecchita

Ho volato su ali della fantasia
perché i sogni giungessero nel grembo
e tu fossi con me serena

Tu mia confidente
di ogni più piccolo pensiero
certa del tuo ascolto
…e ti parlavo del mondo che vivevo

Dopo attesa trepidante
…e un poco di paura
ti ho mostrato questo mondo
da gustare in ogni suo frammento
con l’amore che ci ho messo dentro

Notturno sogno
Sotto le stelle danzo al creato
e per te che sei seduto al fuoco

il tintinnare di bracciali danno turbamento
e le sinuose forme sono sogni di passione
…corpo perso dentro le movenze

Unisciti alla danza, coraggio...ti aspetto

e ci si scopre pianeti su orbite diverse
che vorrebbero toccarsi
ma temono di frantumarsi in schegge
stelle in divenire

Stella luminosa
La vita a volte spezza ponti
e ci si guarda da opposte sponde
ma superando le correnti
attraverserò questo fiume
per raccontarti il mio dolore

La madre che non ti ha stretto
nelle tue piccole fatiche
ha guardato nella sera
una stella luminosa
eri tu a cui parlava
ebbra dell’amore che ti porto

La lontananza a volte
congiunge più che una catena
e mostra la grandezza di quel bene
…e se ad esso rimarrai fedele
il cuore diverrà più forte

Io non so spiegare l’amore che ti voglio
troppo grande per dirtelo a parole
quello che nel giorno faccio
ha il tuo volto impresso
e penso a te mentre
mi metti le tue manine al collo

-bellissimo amore mio
mio fiore e mio virgulto-
…e se nel sonno sentirai una brezza
come una carezza
sono io che ti sto vicina

Il sole muore
Il cuore coglie la scia delle anime ferite
pure senza il nostro assenso ci travolge
…dolore che serpeggia

non possiamo non sapere
quando ci ha chiamato
ma vorremmo non aver sentito

e ci vestiamo della notte
e la mano ci si chiude
e con esso il sole muore

Bacio traditore
Rivedo l’infantile mondo
vestito dell’incanto
subire il bacio traditore della morte
in una notte che
cancellò l’astro d’orizzonte
che mi portò in grembo

…vagolando nelle nebbie
l’anima smarrita mastica
quasi dolce prelibato
un sentimento amaro d’abbandono
eppure non dispera

perché porta in sé ricordi
di fulgidi momenti
e vive questo strappo
come episodio transitorio

Amata terra
Cara amata terra
ti spogli, ti vesti
a noi ti mostri
stupore dello sguardo
nelle tue sinuose forme

Sfacciati t’abbiamo violentato
per soddisfar capricci
inaridendo la tua passione
che grida aiuto per non
morire

Un tonfo nell'Amen
Si stacca la goccia
dalla volta di tufo
…è un guizzo,
un tonfo leggero franto nell'Amen

Si staccano
in un cantilenante rosario
e il tuo sguardo
ipnoticamente incollato
segue quei tonfi…
dolorosamente trafitto
dal senso reale di quel tempo
tra la volta
e ogni singola fine

…e il tuo inevitabile Amen

Sentire l'incompiuto
In giorni come questi
dove la penombra e l'ombra
e il buio s'impongono al chiarore
mi si fa largo
un senso d'incompiuto,
e il bisogno di silenzio
è urlo che tacita clamori
e apre il momento dell'attesa.

Immerso nel pieno del tempo,
come lenzuolo nel mastello
lo senta compiutamente
che m'impregna e m'avviluppa
e non sfugga l'attimo
ma con l'animo che d'esso gronda
lo senta, lo viva e gli appartenga

per essere rapito nel divenire
che muta ogni colore,
che migra e trasmigra
tra tinta e tinta,
tra luce e buio, tra vita e morte…
finché ogni casella
s'incastri nell'unica e sola impronta
che da sempre è in attesa

Se mai...
Se mai decidessi di dipingere la vita,
vorrei sfondi suggestivi:
albe e tramonti dentro la bisaccia
da custodire come una coperta

Prati dove stanno ginepri di ricordi
chiusi da monti che si tengono per mano
a custodire torrenti d'emozioni:
tele con passione e sfumature

Vorrò visuali di angoli diversi,
iniziate dove è spuntato il primo pianto
e ha visto il sorgere del sole dietro il bosco
traslocate poi a respirare l'anima del lago

Molte tele saranno in bianco e nero
rigate da emozioni fonde:
marchiate a fuoco dal dolore
e fughe verso le chimere
impigliate poi nella rete del niente

Il tempo sbiadisce i contorni
ma non il volo di una rondine ferita
che s'apre orizzonti nuovi,
aurore e quadri con tramonti,
in un volo lontano da menzogne

Orgoglio
Un piccolo sforzo
e fai capire il disagio amaro
che sale nella bocca
stretta che strizza le budella.

Vorresti, sì vorresti urlare
il bisogno di indulgenza.

E' disgustoso
riconoscere la pochezza che ci impregna
e si annegano parole in gola,
meglio soli che ricambiar favori.

Invalicabili mura
chiudono fuori la vita
per guardare gli altri da lontano
e sentirsi più grandi.

Serpe nel grembo
che sputa nel sangue veleno.

Oltre quella luce
E sarò, alla fine del tragitto,
come ogni creatura umana,
oltre quella luce
e prenderò forma di pensieri coltivati
lungo una scia che viene da lontano
che porta in sé l'eterno

…e diventerò il tumulto
che agita l'anima del mondo
essenza della vita
che pur se muore poi risorge

Sarò un'indistinta forma
che cerca compimento
nello srotolarsi lungo il tempo
in un'architettura
che ha già in sé iscritta

Odorose tracce
Amore: parola dalle molte sfumature
che alcuno, può non sentir la voce
compatta come pietra
impetuosa come una burrasca
carezzevole come brezza
luminosa come stella
ustionante come fiamma
odorosa come macerata terra.

…e se d'averlo inteso talora è capitato
ti sentiresti orfano qualora fossi privo
e come un animale andresti cercando
le sue odorose tracce
fino a che tu l'abbia ritrovato
e chiederai pietà perché ti possa possedere
e giammai t'abbia a lasciare.

Muta è la carne se non vi fosse amore
che ne riscalda il sangue;
quante offese ti vengono sputate
e di troppo dolore vieni biasimato;
accendi le passioni e talora fai paura
e non puoi farne senza se l'hai sfiorato.

Mare
Onda oscura
mare in tempesta
falce maligna

Torbido mare
frantumate gocce
scaglie divine

Sole bagliore
amore e passione
acqua di mare

Il tempo perso
Sulle rive mi dilungo in soste
che non hanno tempo
…e mi risveglio
in preda ad un subbuglio
perché mi son sottratto all'orologio
e sono uscito dal suo flusso
e mi sia incantato
su un'increspatura d'onda
che mi levigava l'anima intristita
del non saper fare a tempo
quanto mi viene chiesto
…e questo cuore sbatte contro le pareti
per la paura di una punizione
e vuole rimediare
e sotterra tutte le emozioni
quasi un fallo da celare

Il compendio
Amore, parziale in divenire
orbato dal tempo per cogliere
il significato di un atto

Manca lo scatto
il fotogramma fissato
a cogliere il senso del gesto

C'è bisogno di tempo
anzi, che sia fermato
per riempirlo
da espansione di senso

…consapevoli del fatto
che se pure si apre un varco
su questo mistero
saremo per l'altro solo compendio

uno più uno non è mai uno
se pure il corpo
sia concepito per esser congiunto

Goccia
Cristallo fuso
luminosità rifranta
sospesa goccia

Goccia su goccia
si schiantano a terra
infangandosi

Terra e goccia
in intimo connubio
grembo fecondo

Fame dei sensi
Parziale è l'amore dei sensi
scheggia di un sentire più grande

Il sangue ribolle
in spasmi di fame,
s'abbuffa, ma non si satolla

S'approfonda sempre più la misura
…e mai non è colma:
è pena, continua mancanza,
irrequietezza…e ci consuma

Sfugge quel poco
captato da acuiti sensi
nello spasmo di possedere

…ma se muovi un passo oltre
fermando lo sguardo,
il gusto,il tatto, l'odorato,
sull'amore abbracciato

…puoi venerare dentro lo scrigno
ciò che non è dato d'esser padroni
e nel parziale sentire dei sensi
ritrovare l'insieme

Attimo infinito
Se ha parole quest'attimo
che include l'assoluto
è sulle labbra tue
che troverà giaciglio

Batteremo le mani
come indomiti cavalli
e cozzeremo sulle dolenzie
dell'umana sorte

Galopperemo fino allo stremo
e sosteremo
non prima di aver trovato
la pace incastonata dentro i sogni

Quest'attimo
è alito in espansione
trama in componimento
fino a giungere all'umano
che racchiude
una rifrazione dell'eterno

Balbuzie di parole
sorte su labbra di poppante
che gioisce nel suggere
dal seno della madre
 

…e mancano parole
Vuoi afferrare quel sentire
che ti si mostra alla mente,
battito d'ali che vuoi trattenere
per capire…
ma alla fine ti sfugge
e non hai le parole
…è dolore
frammento di luce che sfugge
dei tanti
franti sullo scoglio compatto
del mondo reale che disvela
ma tacito rimane
per mancanza di verbo
che frantumi il confine
…rimane il bisogno
di dare un sembiante
sapendo ch'è solo un barlume
di quel che ti prende la mano
nel trovar le parole.

Un figlio che cresce
Temi vedere un figlio che cresce,
l’orizzonte di genitore si stringe,
quello che vive non ti appartiene
e ne temi le ombre:
scorgi presagi negli occhi
e sei colto da cocenti paure.

Lungo la via hai veduto ali spezzate
e preghi che lui non ci sia.
Oltre la fatica di essere padre
c’è sempre uno scopo che sfugge
che da senso alla vita.

Speri gli possa arrivare
questo profondo segnale,
senza farsi distrarre da voci suadenti
che ignorano quel che noi siamo,
ma giunga a capire che siamo importanti
pur non sapendo darci ragione.

Esistere per colmare uno spazio
da dividere insieme, è un dono assoluto,
che per esser capito va pienamente vissuto

Eluana
S’è aperta l’arena
al capezzale di una donna,
s’è acceso un alterco:
si elaborano di corsa, decreti.

Perché tanto schiamazzo
divampato all’ultimo istante,
quasi non ci fosse più tempo
per una scelta importante?

Si avrebbe bisogno di un po’ di silenzio
ma c’è solo frastuono di accuse ritorte.

Un pensiero cresciuto di corsa
che vuol porre rimedio ad un vuoto,
è figlia dell’ansia
e non dà un maturo responso.

S’è perso l’usanza
di sfiorare la morte con gesti e parole
perché, senza timore, la si possa guardare
nel ruolo che gli spetta da sempre.

Prendimi per mano
Prendimi per mano perché
abbia il coraggio di scendere
i gradini dei miei sottoscala bui
che danno vita ad ossessioni.

La tua presa, salda mi tenga,
affinché senta la tua presenza
mentre a tentoni cerco
quello che non vedo.

A me par di ravvisare
scurità dai profili indefiniti
in mutevoli sembianze
che fanno spaventare:

sono le mie paure
senza forma e consistenza
ma più reali del reale
che costringon più che chele.

Con l’amore tuo paziente
potrò infine risalirle quelle scale
dopo aver zittito tali ombre,
consci della forza che ci unisce

…e mentre risaliamo
un raggio della luce le dissolve
in polverosa sospensione.

Indelebile scritta
Quell’intrecciar parole con le nuvole
è inciso dentro il cielo
che lo ha bagnato, scaldato,
con il sole e con la luna rischiarato.

Un vissuto con il sapore dell’eterno
tinto coi colori dei tramonti,
col sottofondo musicale di boschi,
di ruscelli e di canti d’uccelli

Un affidarsi in grembo all’altro
che dà forza e rassicura
e fa gustar la vita nell’essenza:
il sentirsi in ogni modo a casa

Quel maniera nel superar distanze,
quell’essere in ogni modo accosti
e il raccontare lento
che il mondo ha perso

Un vissuto di pregio
come diamante incastonato
a rifrangere luce e speranze
tra pieghe di giorni faticosi

Mille briciole di rosso
Mille briciole di rosso
è al tramonto il firmamento
che scalda l’orizzonte
come fuoco nel camino
prima del riposo,
ed è un incanto
il tempo e quel momento
e ti sospendi ad ammirarlo,
è il culmine del giorno,
ma prima che scompaia
hai tinto l’anima
del colore di speranza

Rassicurante mano
Una invisibile mano che ti tiene,
sarà un appoggio
a rinfrancare il passo;
quel calore di contatto sognato
sarà ceppo che arde
in volute di fiamme
e sarà compagno
per guardare l’orizzonte
con minor timore.

Un tocco che va oltre
Il cuore è pelle tesa di tamburo
risuona col tocco che gli dai
con sfioro o vigoroso colpo

e si espone per sentire sulla pelle
quello che c’è in chi gli sta di fronte

…può essere fruscio di sottofondo
o un rimbombo che confonde.

E’ strumento che non usa
spazzole o bacchette
gli basta molto meno:

uno sguardo a fessura
un sorriso all’angolo di bocca
una maschera mal posta
un eccessivo apprezzamento
a cogliere ciò ch’è dentro la cornice
d’un mostrare che non dice.

Siamo concime
La natura è un incanto, ma osservando
vedo il suo ciclo vitale andare scemando
e l’uomo, vile, la stupra senza pudore.

Quanta violenza gli stiamo facendo:
noi sapiens, ci sentiamo al di sopra
come, se ogni pezzo di terra calcata,
non fosse nostra esistenziale dimora .

Sporchiamo il giardino, sperando in futuro
un alloggio diverso per fare trasloco.

Voraci, rosi dal tarlo di possedere,
scordiamo che siamo concime
…e neppure ci coglie il rimorso
del guasto che stiamo compiendo.

Se ogni cosa è asservita al denaro
non c’importa che manchiamo rispetto,
…e si muore col veleno imbevuto nel suolo
e disperso nel cielo.

Scopra, questo ingrato essere umano,
essere figlio di quel che sopprime.

L’Annunciazione
Annuncio di uno sguardo penetrante
che s’incanta nell’incanto di quel volto,
sussulto che scuote l’Universo
che chiede d’abitare dentro il grembo.

Giunge all’ora vespertina della sera,
perché l’anima lo accolga
e abbia il tempo d’accettarlo,
…stupore nell’evento di un mistero.

Si fida e affida all’ Infinito che l’avvolge
e accetta, lei ancella, il Dio che la interpella.
Volge lo sguardo d’intorno, Maria,
e avverte l’Immenso crescergli dentro:
non si spiga e resta sospesa.

Nel corso di una vita che si snoda
…racchiusa nel silenzio, scosta,
giorno dopo giorno,
il velo a quell’annuncio.

L’Infinito che l’ha scelta
non risparmia, a lei madre, la tragedia
e sul Golgota in quell’ora dolorosa,
gli viene in grembo reso, sfigurato,
quel figlio dall’uomo rinnegato
…e coglie il senso infinito dell’Amore.

La tregua
Cuore dentro una tempesta,
forme avvolte in fitta nebbia
danze folli all’ombra della testa
senz’attimo di tregua
…e si scatena una selvaggia danza
nelle stanze della fantasia:
immagini spoglie di contorni
che nel dimenarsi diventano deformi
…prendo foglio e penna
per dar loro vita, ma sulla carta
non si manifesta la paura:
è angoscia che perseguita
per incombenze che in sé porta
la vita quotidiana …e il castigo
per il dovere disatteso
…e ancor prima della pena
mi fustigo
così mi pare d’aver pagato il debito
e una tregua concordato
con la vita e la coscienza

Scoglio proteso
Il mio essere esposto
scoglio proteso
cerca l’onda infrangersi
in tempesta o bonaccia
per sentire il sapore
più denso e più pieno
dell’essere vivo.

Il Verbo in te s’è coricato
Maria in te è entrato il firmamento,
fanciulla stupita di quella parola
dichiarante un amore mistero.

Lui che t’ha plasmata Ti cerca,
ambisce abitare il tuo grembo,
per potersi mostrare e provare sulla pelle
la fatica e le intemperie.

Ti sei posta come ancella,
hai accettato incognita e offerta
…il Verbo che ha creato l’Universo
in te s’è coricato, s’è scaldato al tuo sangue,
di te s’è innamorato.

Creatura pura che ha sé l’umana storia
…coi travagli e la sua gloria
che a tentoni ha cercato il senso alla fatica
e i rimedi ai mali d’ogni guerra.

In te si ricompone ogni umano errore,
figlio dell’orgoglio del voler far soli!

In te il Dio d’amore trova lo spiraglio
perché il tempo dello sbando sia redento
e venga ricucito, nel tuo grembo,
lo strappo del presente col Principio

Orizzonti
Oh tu che aspetti quieta
dietro quella porta chiusa
come in attesa di un rientro
dopo tanta lontananza
…ed ero uscito appena
per quotidiana urgenza della spesa

Oh tu che vivi il mondo
dietro una finestra
e fai le tue escursioni
sui sentieri della televisione
…e ne sei sazia

Non ti prende la smania
di andar tu stessa
…e sei contenta

Il cuore e la tua mente
sono murate dentro le pareti
e il tuo ritmo quotidiano
è la sicurezza

Primavera
Tempo che sboccia:
s’alza un canto di lode
una linea si spezza
interruzione, fessura
vita che avanza
frattura, fragile pelle
che per poco si rompe

Come perle mute
Come perle mute
le labbra vermiglie
nel semplice offrirsi
in audace richiamo
col sapore dei melograni
ci fanno galleggiare nel sogno
di un primordiale calore
che fa lievitare nel grembo
l’essenza vitale
che si offre nel dono

Come fosse la sua donna
Passeggiando su sentieri declivi
su rive lacustri e di fiume,
m’affascina la plasticità delle forme
che avverano un armonioso incanto.
Calco di questa terra il ventre
poco mi sento di essa figlio,
quasi non uscissi dal suo grembo,
e penso a come lo vorrei plasmare
ma dove l’uomo ha posto mano,
ha dissacrato il senso e le proporzioni.
Catafalchi che si vorrebbero palazzi
e il cielo è frantumato:
senza spazio a mostrare l’orizzonte:
essenziale per le sfumature
dal primo occhieggiar di sole
al suo ponente, per coglierne l’umore
e non dimenticare
che l’essenza nostra non è cemento.
Un amante del suo mondo
lo contempla come fosse la sua donna:
la coccola e vezzeggia, ma non deturpa:
la rispetta e l’aiuta, ma non contrasta
e con lei si sposa per essere in connubio
e renderla feconda.

Migrante
Se mi guardo intorno
vedo l’angoscia della gente;
non sto parlando di chi
ha solo l’essenziale:
perché sanno farselo bastare.

Dammi, Signore, forza grande
per addomesticare questo male
-lenisci il mio dolore-
perché non perda l’orizzonte.

Dentro l’agiatezza
si scorda il punto di partenza,
e si gusta il sapor d’onnipotenza,
alla ricerca dell’apparenza
che per sfizio può riduci in albero spoglio.

Ho migrato in paese straniero
dove ho sperato che la vita fosse meglio:
ma del vivere, ovunque è la fatica.

Ho lasciato il paese e la mia casa
in cerca di quello che mancava
al mio sogno per diventare vero.

Ho provato cocenti scottature,
ho scoperto tristemente
che questo mondo descrittomi perfetto,
non è tale e non lo sento nelle vene
e vado masticando il pane duro del migrante.

Dono
Non lasciamo
che il dono rimanga impigliato
nei rovi della nostra esistenza:
lasciamoci avvolgere
dall’abbraccio della tenerezza
che sboccia in premura per i viventi
…e sentiamoci figli del creato,
dove tutto è dono:
il sole, fonte di uno sboccio,
l’acqua che disseta,
alberi, colonne innalzate al cielo,
fiori a decoro di questo altare
e noi abitatori, ad animare lo stupore.

Lasciamoci impigliare
dall’incanto del dono
che si rinnova incessante, senza interessi:
-questa è la forza in esso racchiusa-
è cuore di donna, terra feconda
offerto all’abbraccio d’amore:
sorpresa e meraviglia.

…e il tempo ha costruito le scansioni
perché non fosse scialbo il nostro transitare:
esso, il tempo, s’è frantumato
in caleidoscopica magia
con il fluire dei giorni…e delle notti
in alternanti sfumature:
la forza del germoglio e poi sopisce
nello splendore dei colori
all’alba di un’imminente sosta.

Di noi, tutto racconta,
ma scordiamo di esserne parte
trascurando la lezione del dono
nel rispetto di quanto ci è dato
rinnovato in offerta:
sorriso gratuito per un affetto che manca
e tutto quanto fai col cuore e non solo per dovere,
…e se lo ascolti, dove ti può portare?

…a sublimare l’Amore
vita per la vita, morte e resurrezione,
può acquistare un senso, diventare testamento,
inno alla vita: eterno ritorno, dono.

Vivere è salire
Vivere è salire un sentiero non ancora battuto,
è respirare gli aromi del sottobosco,
ascoltare il suo colloquiare di fronde
con gli uccelli che vi trovano alloggio,
è il frusciare delle foglie calpestate:
pensieri che si sono staccati
a formare il selciato che si snoderà verso l’ignoto:
ignoto che racchiude un mistero
a dar senso al nostro essere vivi.

Tu che m’accompagni
I ricordi sono foglie staccate
dallo stormir di vento e diventano selciato
su cui posare il passo
verso un tempo avvolto da mistero
e infondono coraggio all’inoltrarsi sul sentiero.
…e mi lascerò baciare dai tuoi raggi o luna
che m’accompagni e raccogli i miei pensieri.

Diversa prospettiva
Si sente la necessità che le parole
per un attimo si facciano silenti
si mutino in gesta, in strette di mano,
fatica e sudore condiviso,
vittorie sulle avversità
che forse hanno un nome:
ma ora bisogna continuare a vivere,
e la speranza non si spenga;
in questo tempo avverso si comprende
che l’umano sentire non ha colore né confini.
La vita è più forte della morte…
e questo tempo liturgico di pasqua
non deve essere una coincidenza,
ma la premessa di una prospettiva diversa,
un guardare l’avvenire con occhi di speranza.
Che l’emozione non si spenga

Non solo parole
Ci si racconta
per la necessità di ritrovarsi,
…ma quando finirà questo continuo rovistare ?
Più si cercano parole giuste,
più ci si perde, percependo,
nello scavare profondità che ci pervadono
un senso di smarrimento,
che risvegliano il tempo sopito,
dove sono sedimentate
situazioni accantonate,
per paura o per fretta
e ora riaffiorano con prepotenza
…e non le si vorrebbe rivedere.
Raccontare l’essenza umana
fa percepire un senso d’ansia,
si sente la necessità che le parole
per un attimo si facciano silenti.
Loro possono aiutarci,
ma il tempo del silenzio,
è il tempo per il respiro,
quello per continuare a vivere.

Canto la vita
Canto la vita
nell’istante che esala
perché essa è padrona
si trasforma ,si cambia
e indossa una veste diversa:

Impetuosa cascata
che non si può trattenere,
uccello che a fine stagione trasmigra,
fiore di croco che sboccia nel gelo,
virgulto che regge al desertico sole.

Ha un’aura celeste:
è acqua che bagna le zolle,
è respiro di fronde baciate dal sole
…è vita
che in gesto d’offerta
cresce e respira

Fascinazione
Mentre ti ascolto
una rete m’impiglia
e l’anima mia di sé s’è scordata.

Tu che m’affascini,
hai tra le mani una farfalla:
non chiuder le dita sulla mia vita

Canto al risveglio
Voglio aggrapparmi
a quella frangia di luce
che inonda le gole
degli uccelli, al mattino:
giubilo al parto di un giorno
…e squillare con il creato
melodie del risveglio

Essere voce che s’espande
e irrompe in quello spazio celeste
…e si scuote ogni fibra
nell’esser cullato sul palmo della mano
che il firmamento ha plasmato

Dipinto
Anima mia,
tu sei la mia tela,
il mio colore,il mio pennello,
ma le mani che lo tengono
e stendono il colore
sono incerte.

…Saprebbero dipingere
chi mi sta di fronte,
ma il giusto mio colore
io non lo conosco.

Solo se ti guardo
io mi ritrovo, perché ti riconosco
e il colore giusto troverei,
che s’abbina al tuo
ma ho bisogno che tu mi guardi,
che io ti guardi,
perché solo, non so come farei!

Se riuscissimo a starci di rimpetto
potremmo completar le nostre tele.

Spiraglio
Chiuso,
in queste quattro mura
dove si consuma il tempo
e l’esistenza

manca l’alito di vita e spalanco la finestra
per un orizzonte
che si ferma alle mura che stanno in fronte…

Ma uno sprazzo di montagna
fa sgranchire quest’anima
che dal crinale spazia
e rammenta la casa dell’infanzia
senza lampadine…
e la sorgiva,
i campi e i filari che digradano aperti

Se
Amore,
se mi vuoi vicino,
intimo come seme interrato,
gettami nel solco di un campo arato,
perché io fiorisca.

Lasciami libero come corrente,
perché nel fluire
possa venirti incontro
e, nell’abbraccio,
scoccare in lampo,
…ma ovunque tu mi rifletta.

Ossessione
C’è un’ossessione nel definire
i più piccoli frammenti della vita
chiusa e incasellata
per essere meglio posseduta

Vorrei essere goccia
che in ogni altra si confonde
per divenire sorgente
torrente, fiume e mare
perché in essi mi senta uguale

…e conquistare dell’esistere, l’essenza.

Treni ai binari
Quanta sete d’amore!
…per la sola parvenza
il cuore sorseggia anche un poco di melma
illuso che sia una sorgiva verace,
ma è solo menzogna.

Malati d’amore
presi e lasciati
come treni ai binari
per coincidenze d’orari
per non si sa dove,
trascinando valige stracolme
di illusorie speranze
in un’esistenza che muore.

La voce
“Importante che tu stia bene”
…e la voce si rompe:
scheggia di dolore
del colore del sangue,
falce affilata
che rade i pensieri
creando un terreno
che si lascia vangare

Vestire di nome
Sulla vetta,
a giro volgendo lo sguardo
mi sfugge la linea di fine

e… piccolo, piccolo
mi perdo e stupisco
in strapiombi e colori.

Per istinto, alzo lo sguardo
come sapessi che lì,
Tu celato e silente ci guardi,
fidando nel nostro sentirTi

Tanta bellezza è sprecata
senza chi la possa cantare:
ha bisogno di una voce
che appieno la vesta di un nome
perché sorga alla vita.

…a chi raccontarla
se non, a chi gli appartiene?

…e nasce un canto
dialogato con Chi ci stupisce
rendendo il creato concreto
perché da noi nominato
con la scintilla di Te che ci vivi.

La misura
La povertà giusta
che permette il pane quotidiano,
…quella che sceglie
fa cronologia d’importanza
ed è la misura vera,
sfronda gli orpelli dell’umana natura
e la riporta alla sua essenza
perché non si perda
nelle miriadi del nulla
che crea infelici replicanti
di un messaggio dominante.

Respiro sospeso
Di fronte ai tuoi occhi
silenzi carichi di suoni
e di parole…

Sono col respiro sospeso
per cogliere d’intero
quell’attimo pieno
a non frantumare
pensieri mesciuti nelle coppe
delle anime nostre

La ferrovia
Inchiavardato
come travertino ferroviario
a Te che mi hai plasmato
e il Tuo spirito inalato:
questo intimo legame
scongiuri vittime e deragli
nel violento sfrecciare degli eventi

Alcun uomo può essere padrone:
siamo tutti figli
fili avviticchiati fino nel ventre

Stolto ignorare che siamo vincolati
e un’arsura ci possiede
e vuol pacificare il cuore
che non si estingue
in lotte fratricide…

L’arnia
Narcotizzato da un cocktail
di parole variopinte
colte sui prati della vita
le ho deposte
nell’arnia dell’anima mia
per carpirne a fondo il senso
e tramutarle
in corroborante nutrimento

Ti parlerò
Ti parlerò di un bosco sorridente
che non rinuncia
al tempo che lo cambia
che lo spoglia e che lo veste
in una continuo divenir che si ripete
se nelle intemperie
saprei ancora e anche in quell’istante
scorgere il filtrar di raggi tra le fronde

Gocce in bilico
All’alba,trovi gocce in bilico
su fronde e su petali d’erbe
trafitte dal raggio che sorge
rilucono di varii colori
e dicono
il senso della vita sospesa

Basta un alito
per ridurle in frantumi…
ma lo sfioro della loro carezza
ravviva le tinte

…e cadendo sull’arida terra
s’infrangono e s’infangano
per semi di nuovi virgulti

Ombra in cerca
Ho gustato a mani piene
il miele stillato dalle tue parole
che mi sono giunte
come esalazione di profumo
e di aroma che inonda l’anima
s’impasta nella bocca
e dà sapore e nome
a quel sentire indefinito
che ancora non è chiaro:
ombra in cerca
della luce che lo mostra

Fame dei sensi
Parziale è l’amore dei sensi
scheggia di un sentire più grande

Il sangue ribolle
in spasmi di fame,
s’abbuffa, ma non si satolla

S’approfonda sempre più la misura
…e mai non è colma:
è pena, continua mancanza,
irrequietezza…e ci consuma

Sfugge quel poco
captato da acuiti sensi
nello spasmo di possedere

…ma se muovi un passo oltre
fermando lo sguardo,
il gusto,il tatto, l’odorato,
sull’amore abbracciato

…puoi venerare dentro lo scrigno
ciò che non è dato d’esser padroni
e nel parziale sentire dei sensi
ritrovare l’insieme

Goccia
Cristallo fuso
luminosità rifranta
sospesa goccia

Goccia su goccia
si schiantano a terra
infangandosi

Terra e goccia
in intimo connubio
grembo fecondo

Mare
Onda oscura
mare in tempesta
falce maligna

Torbido mare
frantumate gocce
scaglie divine

Sole bagliore
amore e passione
acqua di mare

I nostri maestri
siamo figli di docenti liberali
che non scontentano mai
ma soddisfano ogni richiesta
purché dia profitto

non è lo strumento
che compie peccato
ma intanto ci plasma

se mancano stelle polari
sono pronti a elargire messaggi:
puoi aver tutto se il denaro non manca
cos’è la violenza se tutto sistema?
…e se adulteri un po’ la vita
è solo una guerra
che dà la vittoria a chi padroneggia

La vita incagliata
Annaspa lo scafo della vita
in acque basse di deriva,
la vita sopraffatta è rifiutata:
è fardello
e coglie impreparati chi la osserva

…e la guarda rassegnato
di chi pensa sia inutile fatica
sprecare tempo ed energia;
rimane solo la speranza
che arrivi l’alta marea
a disincagliare la chiglia
permettendo la manovra
per riconquistar la rotta

Lì dentro
c’è racchiuso un universo,
è solo l’esito maldestro
di manovrare l’esistenza
durante una burrasca

La forza che ti manca
Quaranta euro
per offriti un caldo anfratto
dove seppellire il vuoto
tomba sepolcrale senza la parola
ma calda come fosse viva
Per quell’obolo
reciterò la parte
perché la tua miseria
non si senta offesa

Tu non sai cos’è l’amore
ti basta l’eco simulata
di un estatico lamento,
temi l’intimità con la tua donna
per la fatica di confidare la tua pochezza

Lei, con una moltitudine di figlie,
ha sferruzzato dentro il grembo
ogni uomo che è nel mondo
e conosce l’impasto della carne
…proprio quella va cercando
E desidera sentire
d’essere la tua casa, il tuo principio
l’ultima parola prima della fine
…e sarà la forza che ti manca

Il volto dell’eterno
Qual è il volto Tuo
o Tu che m’hai chiamato
dal principio del tempo?
Il Logos Tuo che ha permeato l’inizio
s’espande infinito
e m’ha raggiunto,
m’inala il respiro
e quando Atropo reciderà il filo
Ti vedrò
quale essenza di vita
che m’ha generato
e sarò nel principio

Gentiluomo
Crescere col tempo del viver la fatica
vestendo l’abito del corpo
che se fa freddo non è riparo,
e se fa caldo è scafandro.
Lo specchio che d’immagine è rimando
mostra un perfetto sconosciuto
…uno che pure chi è vicino
guarda con distacco
sperando che non sia d’impaccio
e non resista troppo a lungo
ma sappia avere la dignità
di non far chiasso quando
avrà deciso il suo eterno esilio,
soprattutto copra del loculo le spese
…e se possibile lasci
qualche quattrino per il dì a venire
senza pretese di vincoli alle somme

Teniamo accese le stelle
Le stelle son tante questa sera,
da molto guardo la volta
e mi appare un cielo sbiadito,
forse stasera hanno fatto il bucato!
Miriadi di gemme allungano raggi
come dita sottili
a incantar le pupille
in movenze di danza che avanza
Un tremolio di fiammelle
che pare un bisbiglio,
un allegro sussurro
che dischiude un sorriso.
Facciamo che rimangano accese
e abbiano un nome,
quello delle nostre speranze

Lo svolgersi del tempo
Quando all'alba s’alza la foschia
una luce come lama
s’infila in quella trama

C’è un aria in sospensione
in attesa dello squarcio
per la danza delle ore
che alloggiano nel seno
lo svolgersi del tempo

Bozzolo che s’apre
fiore che si schiude
biancore trasparente
folgore che strugge

Per gli amanti della vita
è perenne giorno in festa
perché hanno nello sguardo
lo stupore dell' incanto

Se
Se ha parole quest’attimo infinito
avrebbe bisogno di silenzio
di uno spazio vuoto, di raccoglimento,
occhi chiusi per gustare appieno
le pause e le cadenze
perché si sveli pienamente il senso
di quanto vi sia inciso o indefinito
e chieda ancora tempo
a quel frammento di spazio temporale
per frantumare dell’anima il diaframma
e dischiudere un mistero
che in esso vi è racchiuso

Annunciazione
Maria, vergine e madre
sintesi dell’umano sentire
che da tempo immemore, a tentoni,
tra Cerere, Iside, Giunone
e molteplici donne divine,
aspira un grembo perfetto,
luogo sacro di vita feconda e incorrotta
perché il divino prenda forma

Timorosa dell’annuncio
ma col coraggio di accettar l’ignoto
-hai trovato grazia presso Dio
…concepirai un figlio
…l’ombra dell’Altissimo ti coprirà -
Non ne conosci volto
ma col tuo popolo Lo hai pregato,
ti fidi e ti affidi
e lo troverai nel Figlio

Nel silenzio ti disponi all’accoglienza
lasci riecheggiare la promessa:
parole avvolte in penombra
e vivi una vita che non ha fulgore
ma colma di ansie e dolori
e vai incontro a una ricerca
personale e sofferta
nel tuo vivere il dono, testimone
che Dio si veste di carne

…perché vuole dire l’amore

Un silenzio sottile
Il silenzio sconfinato è murmure sottile
parola diversa, spiro d’alito
che s’inoltra nell’umano: vivifica e incanta,
l’anima estasiata rimane in sospensione
nel cogliere il senso e la bellezza

Fascino che non si afferra,
si può gustare con occhi d’umana essenza
fissati su tale bisbiglìo penetrante,
…parola d’Amante che
dall’abisso del sempre ci cerca

Brama, questo murmure soffuso,
stare accanto al frutto del Suo parto,
non è forza ma incessante accorato appello,
gemito trattenuto per non violare
la tenacia tumultuosa
che avvia la sua creatura all’indipendenza
ma sovente disattenta…

al segnale d’eco che giunge da lontano
che chiuso in spazio angusto, un mortale corpo,
è onda di ritorno che non lascia solo
se l’essere umano sosta nell’ascolto

M’ inoltro timoroso
M’inoltro timoroso
nel tuo tempio ad alte ogive,
architettura ch’ è preghiera

…e dai rosoni filtra luce
che induce a distendere il respiro
per inalare l’ essenza della vita
e coglierne l’ aroma

…e tacitando
il tumultuoso mondo
che cola nella mente,
mi giunge una sinfonia
che s’ inoltra dentro il ventre
a pizzicar le corde

temo d’ essere invadente,
e mi sublimo
per divenire nota
di quell’ armonia

Terra feconda
Non ti amerò mai a sufficienza
terra feconda
femmina

Un grembo mi ha dato alla luce
ed ora ad esso io tendo

…l’ essenza manifesta
in grazia e movenza
richiamo di terra fruttuosa
è dimora

…e ambisco renderti donna

Abili dita
Da fessure del monte
con abili dita, il sole
s’ inoltra tra meandri di vita
in gradevole sfioro
e ritrovi quell’ ombra
che il buio aveva rapito
e non ti senti più solo
con quel gioco di luce
a mostrarti l’ effigie
e insegui
quella tenue essenza
sfuggente alla presa
di trasparenze vestita
che annuncia la vita
come bisogno di albore
per poterla osservare

Ultimi bagliori
Balugina un chiarore
sull’ avvento della notte
che incombe come sangue
e scure ombre
e si confonde l’ orizzonte

Si stempera l’ anima nell’ acqua
e s’ avvia a quel filo sottile di confine
per congiungere cielo e terra
in silenzioso atto di preghiera

…e l’ anima s’ espande
e si colora di stupore
che è lode a quell’ artista
che con la passione di un amante
c’ incanta e ci sorprende

Creature d’ amore riarse
Creature d’ amore riarse,
di supplici brame velate
che allertano i sensi
di chi andate cercando
perché colga l’aroma
che s’ emana dai vostri meandri
a richiamo di occhiate,
un sorriso sottecchi
che dica la gioia
di spiccar la corolla

…e appena lo sguardo vi tocca
l’ iride s’ adombra di sole
che dona colore:
risalto di tinte abbozzate

…scordate ogni male
di tergo gettate
vestendo sembianze
di creature divine
intente a far nuova la vita

…e si stende un sorriso sul viso
specchiato nell’ altro
che accerta un incontro

creature sospese
tra mille paure
ma pronte alla danza
che cerca la giusta distanza
e la cadenza

…e in quel firmamento
venite rinchiuse e sospese
in precario presente
che adombra ogni oltre,
fintanto che sveli l’ un l’ altro
il riscontro di un’ eco

…e si rompe l’ incanto

Condivisione
Se potessi strappare quel male
che ti schiaccia le spalle
a esibire un abisso profondo,
masticherei con te quel dolore

…ma mi sento impotente
per non trovar le radici
affondate in labirintiche terre
che sono nel ventre

sconsolato ti guardo,
un velo mi cala la vista
e mi trascina dentro le spire
di un mistero dolente

…e il mondo cambia colore

Di luce o buio avvolto
Potessi mostrare
l’ espandersi dell’ anima
rimarrei confuso
di quanto possa rivelare

Luce che rifulge
o buio fitto
che si stende su ogni dove

Può unirsi al sole
a ridestar la conoscenza
o a tenebra notturna
che incute ogni paura

E questo scrigno
simbolo e mistero
abbraccia a cerchio
quanto vi è racchiuso

Si potrebbe percepire
che l’ icona che ti veste
la notte fa cadere

…o incute timore
per l’ oscurità
in cui avvolge

I grandi simboli
( Il colosseo di notte)

Da quei resti in rovina traspare
alla luce smunta della luna
il segno d’ orgogliosa grandezza
eretto a saziare il delirio
di sangue e violenza
del popolo tenuto alla briglia.
Costruzione possente
segno palese d’ imperio
dove ora, animali randagi
gridano il loro richiamo
a quel pallido astro
e ragazzi pigramente poggiati
alle vetuste macerie
si danno effusioni maldestre
La luna nel suo indolente vagare
osserva gli eventi del tempo
rendendo evidente ciò che rimane
e si vive quel vetusto retaggio
con l’ orgoglio
che qualcosa di grande lì dentro
sia andato crescendo
tra intricati grovigli di bene e di male
Ma da sciocchi e boriosi ignoranti
si spera e si crede
che un traguardo raggiunto intatto rimanga
…e si guarda ammirati
volgendo lo sguardo a ritroso
scordando il futuro
che chiede un supporto concreto
E in questo scenario notturno
di luci e di ombre
si coglie più viva
l’ essenza dell’ umana vicenda
che in perpetuo frana e risorge

Casolari
A mo’ di greggi
i casolari del contado
se ne stanno fianco a fianco
e se alcuno resta muto
si mandano segnali
per sentirsi meno soli

Dimessi e senza orpelli
dal severo portamento
conservano dentro il chiuso
il tempio della vita
dove note a contrappunto
s’ intrecciano a scalare

Sono nettare di fiore
contornati da corolla
bagnata di sudore
e s’ aprono serene
allo sguardo di quel cielo

Spirito faro
Spirito faro
stelo elevato al cielo
veglia sulla procella
quando la vita è buia:
non si franga l’ esistenza

In questo spazio
tra cielo e mare
l’orizzonte si confonde
ma sai che va oltre
ed tu sì piccolo
stupisci e ti smarrisci

Tra viventi conosciuti
puoi gridare al cielo
sapendo nell’ ascolto
di chi t’ ha insegnato
il Suo linguaggio

…per ribadire
che se ha osato tanto
è perché ha riposto
in noi ogni futuro

a tentoni navighiamo
se lo spirito faro
non s’ accende di Tua luce

La compassione
Scrosci d’acqua scolorano i contorni
lacrime che scendono dagli occhi
che scaldano da dentro
e fanno stendere le braccia all’ arcobaleno

Vorrei pulire ogni giorno questa mia esistenza
quando al rientro mi soffermo a volgerle lo sguardo
perché m’ accorgo d’ averla un po’ imbrattata,
sgualcita e in qualche punto pure strappata

Ma che stolto presuntuoso:
sei pronto a mettere il broncio un po’ su tutto
e strapazzi questo dono
come se tu possa avere quello di ricambio

Portarla con decoro è il grazie
a chi in un abbraccio col sapore d’ infinito
ha smosso l’ universo a scoccare la scintilla
sospinta in una esclusiva vista ad osservare questa vita

Non sei vampa di te stesso
e guardando il danno cagionato
dolore sordo si desta da un profondo
che nasce in uno spazio indefinito:
compassione per un orgoglio cieco

…e fuori scende un acquazzone
ma pure dentro, il tuo cielo ha esploso il temporale
e senti che fa bene e s’ apre uno spiraglio

Un cuore che pulsa
In questo mondo
disperso nel cosmo
col cielo blu che colora i suoi giorni
e nuvole e fiori scaldati dal sole
un liquido chiaro a dissetare la vita
che gira in tondo senza porsi perché
in uno spazio che non trova misure
troppo grande anche per geni
che hanno guardato
a lungo le stelle
in un oceano senza confini

…un cuore che batte ci stà
io non so dirmi
ne dove ne quando
ma c’è

Mi fido di questo pulsare
con le sue geometrie
di luci e di ombre
che la mente carpisce a frammenti

Potrei dire
come molta parte sostiene
ch’è tutto procede per puro caso
ma che scopo avrebbe
il maestoso mistero
dei nostri perché

A che scopo il pensiero
con gli affanni che appresso si tira;
se il tutto procede per caso d’un fato
avremmo potuto aver l’esenzione
ma per fortuna o sfortuna
ci è stato lasciato:

abbiamo solo da chiederci
…perché?

Non ha forma o colore
non ha frontiera e non si può definire,
procede da un cuore che batte
e fa percepire quanto sta oltre

Volando insieme
Quest’ anima vestita di carne
si vuole staccare
superando cieli e tempeste
trainata da stelle
per giungerti accanto
in punta di piedi
a carezzare l’anima se soffre.

…e pensando te sento che mi vegli
e involandosi, le nostre solitudini,
guardano l'esistenza da equa distanza
ed aprono una visione più ampia.

…è proprio così grande il male
se sorvolando cieli di buio tinti
o da paurosi bagliori
laggiù sta nascendo un virgulto
di fiore, di cucciolo, di figlio?

A voi donne
Quante parole avrò ancora da cercare
per dire
che senza voi perde senso la vita:
sarebbe priva della nota
che carezza il firmamento

Canto la vostra essenza
che per passione e compassione
sapete anche morire

In voi la forza del sentire
vi regge quando spossate
prima di andare a dormire
vi accertate che tutto vada come si deve
sperando in un ricambio del gesto
ma non lo date a vedere
e negli occhi le tempeste

Non dismettete i panni di donna
per vestire quelli che non sono di voi:
dove andremmo a finire
senza terra che salva ogni germe
da consegnare al dì che ha da venire

Siete gesto inconsueto
raggio che illumina il giorno
confidenza col cuore
per curare del vivere il male

Uomini che pensate di amarle
abbiate il coraggio di ricordare
che vi hanno portato nel ventre
e di voi sanno vedere il lato migliore
sebbene sovente, riserviate loro arroganze

Fili d’ erba
Sdraiato su un prato
guardo fili d’ erba reclinarsi
alla carezza del vento
…e pare una danza

Il mio occhio incantato
li osserva perduto
in quel movimento

Il sole che filtra
in una striscia sottile
da dietro la rupe
li avvolge di un’ aura lucente

…e si risveglia quel bimbo
che dentro sopiva
dischiuso alla meraviglia

Le paure
L’ansia s’ è acquattata lì alla porta
e ci lascia scarpinare

Gli lasciamo parte dei bocconi
che ci ha fatto assaggiare
perché rimanga fuori di casa

Non ci abbandona
è un fedele custode
che scruta le nostre pupille

…e se vede calar le difese
diviene animale che sbrana

Allo spuntar del sole
Lo spuntar del sole
sarà un’ epifania:
creazione vissuta ancora da nessuno,
pergamena intatta
Senza la speranza
che il mondo vuole spenta
a che servirà l' incisione di una traccia?
Ma per lo sguardo di un bambino
è una sorpresa
che s’ inoltra nel cuore del principio
di un tempo infinito e indefinito
a sfrondare orpelli
per toccar l’ essenza
…e se terrò a mente
che sono un passeggero
di un viaggio che va oltre
starò attento che niente
nello sguardo e dentro il cuore
vada perso
…e mi guardo intorno
dischiudendo un estatico sorriso

Flauti latinoamericani
In quelle note flautate
esalate da canne di terre lontane
vi è un nostalgico lamento
quasi un’ agonia

che si spande lì su marciapiedi
per raccattar monete
di gente indifferente
che distrattamente ascolta e passa
evitando di guardare
quegli occhi sconsolati
che danno fiato
a un dolore che viene da lontano

Quelle note doloranti
fanno male se le ascolti
e si raccontano senza le parole
risvegliando dirupi e foreste,
visuali aperte su orizzonti
troppo grandi per gli occhi

…e quella melodia
prende forma da quei legni
per riportarne il cuore

L’ amore
S’ è vestito di carne
quel sentire che riveste la vita:
s’ è incastrato in ogni fibra,
chinato fino a terra
spruzzato profumo sul suo fiore

ma può diventare fetore


In ogni stagione germoglia
e con qualsivoglia intemperie

Ognuno gli ha dato una forma
un volto, un colore
sfumatura d’ alba o tramonto
ma rifugge ogni nostra recinzione

E’ solo un parziale approccio
qualsivoglia modo
gli si voglia andare incontro

Sono occhi stupefatti
talvolta sorridenti
ma se vuoi contare i tempi
sono assai quelli solcati da torrenti

Puoi scoprirlo travolgente
o polla di sorgiva che disseta
ma è sempre lui che ti segue
o ti precede nella vita

…demone folle quando prende
e avvolge nelle spire

…e muori d’ asfissia se
aprendo gli occhi
scoprissi d’ esser senza

Guardando quel volo
M’ incanta il poiana
spiovere da quella parete
e andare per aerei sentieri.

Voglio salire
a gustare la stessa visione
…e continuo a guardare
quel volo leggero
e detesto il gravame del peso
e il sudore che cola abbondante
e il respiro sfinito
e il cuore ch’è come un diretto

Maledico quella danza leggiadra
poiché mi vedo un suo scherno
e mentre mi arrabbio
m’avvedo che sono un poco più in alto
e volgo lo sguardo giù in basso

…e il bisogno di spaziare più oltre
mi spinge ad andare sul sentiero che sale
che pare non abbia la fine
e si sfrangia in molteplici altri
che hanno una diversa visuale

…e il mondo cambia spostandosi oltre
continuando ad andare.
Fatica e sudore
gioia e dolore
impastati dentro la carne

e avverti che dentro di te
una parte che sentivi repressa
si espande leggera
e vuole provare l’ebbrezza
del battito d’ali

Quanta fatica salire
guardando quel volo
e la rabbia di essere goffo
e il passo stentato

Giorno dopo giorno
Giorno dopo giorno
la vita si dispiega
ma c’ è in essa un impalpabile seme
disperso con ampio gesto
della sua mano
sul mondo

Non definibile
non ha parole
e vive di niente
…è altro

…oltre i confini
che si possono tracciare
e avvolge
e piega le stelle
perché scendano fin sotto terra
a baciare le più nascoste creature

Generazioni
Non ti riconosciamo figlio,
guardaci in faccia
il tuo sguardo è sfuggente.
Che vai tentando di trovare!

Non siamo onnipotenti,
ci districhiamo a stento
nella bolgia d’ esistenza
ma tu ci vuoi diversi.

Colpa nostra, ripeti, se vivi la fatica
e vuoi che aumenti il peso della tara
sulle nostre inefficienze.

Abbiamo sognato di farti un dono,
a te fra i tanti: innestarti tra i viventi
e biasimi l’ omaggio.

Cogli la grandezza che vi sta sottesa:
quel corpo che senti impaccio
è una parabola dischiusa
a cogliere messaggi universali,

o percepire un fluire di onde a pelle
affinché il cuore diventi carne
…e possa battere fino a far male.

Con la porta dell’ anima dischiusa
vi entra l’ Eterno
e noi il suo solo strumento
perché potessi saperlo.

Dopo la tempesta
Sopravvivere alla tempesta
dà piacevole esultanza:
mistura di dolore e di gioia
che regge la croce
del male che porta

Non si può fuggire
dentro parole
che raccontano storie
per scansare le proprie

Il cuore quando s’ infrange
si schiude al disincanto
…istante scoccato
che s’estende infinito

e s’ inoltra su un sentiero
parlando da solo
per gustare l’ aspro sapore
del proprio dolore

Diversa dimensione
Ogni dolore che ci viene incontro
è bestemmiato come assurdo
ma chi lo vive sulla pelle
ne scopre un’ altra dimensione
che spalanca porte sconosciute:
visioni che per esser dispiegate
chiedono l’ obolo a quel male

Svela una forza tenace
che rinfranca il passo sulle gambe
e dà vigore alle braccia
per reggere la bandiera
di quella sofferenza

Vessillo con la punta acuminata
che strappa l’anima esposta come insegna
e in quello sbattere di drappo
ne sente la maschia e ruvida carezza:
ne ha certezza
fintanto che rimane fissato alla sua asta

…e scopre una dolcezza assurda
accolta dai suoi simili come una follia:
eppure è sangue spremuto con ferocia
e non si sa spiegare:
sentire non cedibile coi discorsi

…e si espande l’ orizzonte su notti macerate
in un silenzio smisurato che lascia disperato
ma nel suo folle isolamento
è su terra conosciuta di persona
che gli si lega a tempo indefinito
senza firma di contratto

Sebbene vorrebbe non aver provato
non invidia l’ ignoranza di chi è accanto:
ha trovato un metro differente da misure conosciute

Contemplando un mistero
Contemplo quel soffio
inoltrarsi a fatica
dentro il tuo corpo
impalpabile ancoraggio col mondo

Siamo al commiato
io ancora sono,
e tu più non sei:
cos’è l’alito
che alimenta la vita?

Quel refolo s’è sospeso
e ti vedo freddo marmo
associato alla terra

ma quell’alito
impalpabile come aria
non è meno vero

Testimonio un saluto
in silenzio
contemplando un mistero

Buon viaggio
Vegliando quel soffio
che s’inoltra a fatica
nell’esausto tuo corpo
a noi svela
l’impalpabile ancoraggio col mondo

Mani calde e tremanti
ti fanno coraggio
e ti danno un saluto
-vai tranquilla senza temere-

…e s’esala quel soffio
impalpabile refolo
che racchiude un mistero

Quella vita racchiusa
s’espande e s’inoltra
in estasi di silenzi di spazi infiniti
….e ci veglia

Come bimbi staccati dal seno
ci si sente smarriti
ma la tua voce
le tue emozioni in tumulto
il tuo sguardo attento sulle cose minute
e quel cuore guidato dal ventre

ritorna come motivo di fondo
inciso nel profondo
come tuo indelebile segno

…e se nel chiuso di stanze
ti pongo domande
dall’intimo emerge la tua voce e il tuo dire

Rallentare il passo
Rallentare il passo
a riconquistare il tempo…
Feline le incombenze c' inseguono
e noi avanti
col fiato corto

Si smarrisce il sentiero…
cavalli col paraocchi montato
a limitare l' orizzonte

…e si uccide la vita

Questo passo affannato ha nome progresso
smarrendo le scansioni del tempo
…si è ripiegato su se stesso

Ognuno a cercare la propria salvezza
…muraglia intravista nell' altro
e la vuole abbattuta

…e si uccide la vita

Ricordare un amore
Ricordare un amore
intriso di passione e dolore
è un rivedere movenze di mani
al chiaro di luci intermittenti
intrecciate alle ombre

E’ folgorante bagliore
batticarne, lama tagliente
declamato
osannato
inseguito
sognato
donato
rubato
venduto

Amore
che senza una punta di spillo
si sente incompleto
e quel male al cuore avvinghiato
ha un abbraccio amoroso

Cammino piano a capo chino
per restar concentrato
e afferrare ogni attimo
che turbina appresso

Vorrei afferrarne le redini
per tenerli al passo
ma appena sollevo lo sguardo
quelli sono già dispersi

Solo un’ aura indistinta
di un sentire sospeso
che ha perso i contorni
rimane

Risi sguaiati
A volte ti senti umiliato
da risi sguaiati, all’apparenza felici
stampati su volti arroganti
che esibiscono sfacciate esistenze
ma svelano abissi profondi
famelici gorghi di frustrazioni e lamenti
e portano a spasso morti truccate

Potresti cadere nel fallo
di sentirti avvilito
e ambire lo stesso riso sfrontato
che mostri si insolente
per poterti rifare

Sarebbe cedimento fatale
che farebbe ingrossare
la processione male

Custodisci il sorriso sereno
di emozioni racchiuse in arcobaleno

Sguardo sottile
Limitato lo sguardo
su quel confine là in fondo
affidato a quello che vede

…nel filtrare di spiragli
tra fessure appena discoste
potremmo intravederne l’ essenza

Non è l’ apparenza che mostra se stessa
è un occhio sottile che penetra oltre
e vi scorge un’ aura diversa
che ci confonde 

Ti amo vita
Ti amo di viscerale passione
vita fiorita su terra annegata
su arida sabbia
disperatamente avvinghiata
per resistere all’ umana follia
…e ti ritrovi deforme
per veleno sorbito a nutrimento

Pure il cielo per declamato progresso
s’ è fatto conca di spazzatura
e noi col fiato corto
continuiamo incoscienti

Si gridano allarmi
si studiano i possibili danni
si programmano efficienti soccorsi
ma guai a chi bestemmia il sacro progresso
basato sul soldo

…e tutto si fa rapina
e sfruttamento

E guardando dintorno
mi stupisco nel prendere atto
che a tuttora ci porgi le tue meraviglie
senza curarti della nostra violenza
e mi commuove la gratuità della tua essenza
e ti chiedo perdono
di ogni qualvolta ti ho trascurata

Umanità separata
Nei vicoli chiusi
un’ umanità variegata
va defilata,
rasenta le mura
e vi lascia un’ impronta
per propria memoria

Chi per errore s’ inoltra
ne prova disgusto

Figuri con oscuri fonemi
e provocano sgomento

Umanità separata
aggrappata a miseria
che da preda
si mette alla caccia

Un grazie
Mi sono chiesto
se so chi sia una donna
In quelle membra
all’apparenza fragili
che a volte subiscono violenze
disponibili ad accogliere
c’ è un tempio
il mondo dentro il grembo
dove si rifugia la vita
per non essere spenta
Mi hanno sempre ammaliato
i loro sorrisi disarmanti
troppo spesso fraintesi
le loro voci suadenti
che inducono a prestare attenzione
Sentite come richiamo
di sognate creatura
Ho cancellato dalla mente
che possano avere paura
perché incapace a gestire le mie
Dolci e tenaci
mi hanno concesso il privilegio
di poter dire grazie
di essere pellegrino del mondo

Volubili spirali
Nella notte è sgorgata luce
splendente come astro
e tra le braccia di Morfeo
chiaro e scuro
si disfanno e ricreano

Silenzi,
eretti da sentinelle vigili
ritrovano le voci
e il taciuto gettato indietro
erompe con vigore
e al risveglio
lascia tracce

…e un languore indugia
su qualcosa di carpito
che non sai com’ è sfuggito
ma ben sai che c’ è del vero
in quel celato mondo
vago e indefinito

Le certezze
Scia d’ onda
che si protende sulla rena
e sotto i piedi
di ritorno
la terra che manca

Un moto sbigottito s’ introduce
a sbalzare sicuri appoggi
pensati tali

e s’ apre una faglia nell’ io

è un io universale
che si disfa
fine di un’ era

eppure ognuno spera
che sia un’ onda diversa

ma molto
sulla spiaggia d’ esistenza
è privato di consistenza

L’ esilio amaro
Perché, mi chiedo,
dopo aver goduto
dei beni della vita
come punto d'arrivo
si debba morire

e sarà
priva di maschera
a mutare la paura cruda

Lasciare il corpo
mi sembra un esilio
un assurdo castigo

Il malato
Pensate pure
che sia una menzogna
l’ esaurirsi della melma nera
linfa che tanto affanna
città in perenne movimento
se questo vi consola

Si tenta lo scongiuro
vestendosi da festa

Smarrito è il ritmo
le stagioni
hanno perduto il calendario

e questo globo
come organo malato
innesca un compenso
che porta a scompenso

…fino a esalare il respiro

Per sopravvivere
Pensieri vestiti
da pregiudizi e timori
scindono il mondo
…fagotto custodito geloso

Mi sento imparziale
e dal lato sicuro
ma pure l’ opposto
ha lo stesso sentire

E si vuole lo scontro
per dominare sull’ altro
…fino a quando?

Neppure la pialla
che tutto livella,
pensiero e coscienza,
è priva di rischio

Convivenza costretta
da leggi murata
può salvaguardare la vita

…ma non condivisa

Dissolvenza
Non v’ è ricchezza
che dia riparo
a una vita miseranda
o indigenza
che la renda meno dissoluta

…ma quel vuoto infame
quel non saper di niente
e vivere diviso
in illusoria indipendenza
quello si
mostra la dissolvenza

La soluzione
Si potrebbe riedificare il burrone
dove ogni creatura deforme
o solo più lenta
troverebbe la fine

…ma permane l’ eco di un grido
che si propaga nel tempo

Non si avrebbe dispendio
eliminando quanto è d’ inciampo
nel perseguire ogni umano traguardo

Se diamo per certo non sia il momento
per una imprevista esistenza
troviamo il rimedio

……..e magari ci sentiamo turbati
per la morte di un nostro animale

Ritorno
Quella fragranza
è nell’ intimo della mia essenza:
coincide con la vita

Giunge da lontano
e racchiude l’ esistenza:
zolle smosse
acqua, vento, neve, sole
semente, grano
farina, pane
giro di stagioni

Ruota di mulino
ritmo conosciuto
perché con esso andavi

Tradito quello scoglio
appiglio di te stesso
hai annusato altro
hai cambiato ritmo

ma ora
che il tempo s’ è srotolato assai
ad esso
a quell’ odore
e a quell’ andare io ritorno
perché lo sento più vicino

Quel confine
Rimirare l’ esausto chiarore
al limitar del giorno
che socchiude gli occhi
è il tempo che bramo:

è carezza che scorre leggera
sopra ogni stanchezza

s’ incanta la vista
s’ allenta il pulsare veloce
che la vita richiede

riempio le nari
e assaporo la vita
in quell’ aura sfinita

esalo gli affanni
per lasciarli migrare nei sogni
e quel confine
così indefinito
ma inesorabile e vero
si mostra un mistero

Aiutami ti prego
Aiutami ti prego…

se mi starai vicino
potrai sentire
lo sciogliersi di grumi
che durano da tempo

Il tuo silenzioso ascolto
sarà la tela
per dispiegar la forma
a ciò che balbetta senza forma

Sarai ricompensata
nel ritrovar quel bimbo
che riuscirà a svelare
la sua pochezza infante

e questa confidenza
in cavità protetta
si annuncia
come fiore a primavera

All’ essenziale
Spoglio albero d’ autunno
la corteccia intirizzita
ridotto all’ essenziale
…ai piedi
tappeto colorato
che diviene nutrimento

Calpestate, bagnate e marcescenti
si fondon con la terra
foglie verdi a primavera
ombra e tetto per la vita
quando il sole martellava

Letargiche radici
mantengono la presa
aspettando la trapunta

Colori di festa
Avvolgente fruscio
spirali di foglie
vento d’ autunno
che gioca e diverte:
compone e cancella
nuvole sparse
e ancora sorride

Mette e poi toglie
in movenze sinuose
un velo bianco
alla luce del sole

Lo sguardo si volge
su campi e su monti
esultanza in colore
e l’ aroma di terra
s’ è fatto più forte

…è un piacere del cuore
non ti va di pensare

Dopo la tempesta
Sopravvivere alla tempesta
dà piacevole esultanza:
mistura di dolore e di gioia
che regge la croce
del male che porta

Non si può fuggire
dentro parole
che raccontano storie
per scansare le proprie

Il cuore quando s’ infrange
si schiude al disincanto
…istante scoccato
che s’estende infinito

e s’ inoltra su un sentiero
parlando da solo
per gustare l’ aspro sapore
del proprio dolore

Paura di vivere
Guardi la punta dei piedi
quando procedi
temendo orizzonti imprevisti

Temi che fugga il tuo mondo
da quello spazio racchiuso;
perdere il ritmo e il pensiero.
Come schiavo
segui il limite prescritto
appiglio
per sellare la paura al domani.
Andando a ritroso
rivedi sequenze di mali
che ti hanno inseguito:
animali da branco
che hanno azzannato.
…e vivi col tuo vizio
che teme
e con lui vai a dormire

Madre
Il mondo è un generato
e ogni creatura è uscita da un ventre
ogni essere è figlio di madre

La terra è mamma
che si abbiglia con le stagioni
e racconta il tempo che passa. la vita
col declino che alla fine risorge

Ogni figlia è madre pure se non ha figli
è casa accogliente.il suo ventre
.è idillio d' emozioni in gestazione
affinché sboccino in fiore

E' vita perché si concede
terra per un nuovo germoglio
che spegne la paura di morte

Il tempo che sgualcisce la scorza
non spegne il ricordo del dono
traccia lasciata nel tempo
.regalo senza risparmio

Mi sono arreso
Arreso alla luce che va scolorendo
un'emozione calda mi avvolge
nell'imbrunire che delinea i contorni
e immobile sosto
perché non svanisca l'attimo che vivo

.luci tremolanti di lampioni
su increspature d'onde mosse da serotina brezza
sciabordano sulla sponda con voce conosciuta
e si raccontano.
.non capisco quanto dicono
ma mi lascio ninnare da quel colloquiare
.e il tempo scompare
e sulla luna col ventre fattosi culla
la fantasia si riposa

Pianeti lontani
T'amo per come sei
anche se non capisco cosa dici

Sei lontano
universo a me sconosciuto
dove hai i tuoi giardini
e vi cammini..solo

Vai raccontando pensieri
che nessuno comprende
e ci si spazientisce

Tu ci provi a farmi camminare
sui tuoi campi
ma non ci riesci
e ti fa male, vorresti fuggire
maledire di non trovare un cane
che ti sappia ascoltare

Pianeti diversi che si ruotano attorno
senza toccarsi

Questo discorso malato
trasuda paure
per cosa possano dire le ombre
. confonde
e ci provi
a rattoppare quelle frasi scomposte
facendoti male

Resa alla parola
Genuflesso in religioso silenzio
davanti al camino dove viva è la fiamma
il pensiero si scalda e s' eleva

.lo sguardo incantato dalle mutevoli lingue
in variegate loquaci sfumature
e calde parole che trovano ingresso
scovando un varco rimasto dischiuso

ma per questo è necessario
che il corpo si fermi e il cuore si spalanchi
e s' arrenda a tale invasore
che s' espande e non rimane silente

Il fuoco della parola è vampa
che plasma la vita e insegna.
rischiara anfratti rimasti nell' ombra

Ricatti sociali
Quante miserie occultate
dietro apparenze di un abito bello
e dal portamento distinto

.a chi ha avuto consenso sociale
non è consentito di esser fallito:
perderebbe il rispetto
e verrebbe additato come pessimo esempio
e abbandonato a se stesso

...e questi per non rimanere privati
di quell'umano apparente convivio
che dà l' illusione di avere qualcuno vicino
continua a vestire in modo appropriato
e frequenta rituali convegni
con l'animo sembiante un edificio distrutto

.e scopre, acuendo la vista,
quanto frequente siano camuffate
le più varie e oblique miserie
che non sono le sue.ma forse più oscure

.così, sovente, sventurate creature
piuttosto che mostrare il proprio valore
si fanno rifornire la cifra da rendere a rate
per ritrovare apparenti contegni
da aguzzini pronti a dare una mano
per salvaguardare le forme
a patto di averli come perenni protetti

Quando il cuore si serra
Triste è vedere un cuore che si chiude
è come percepirlo morire.esalare
Quando si serra non vede più il sole
e neppure sa giudicare le sfumature
nella peregrinazione dell'arco che compie

.e non sa stupirsi
guardando una mutevole nube
che si disfa e riavvolge e si fa colorare
ispirando sensazioni diverse
da far impallidire l'ardore dell' astro
quando lo copre
che indispettito la precipita in scrosci
per lo smacco allo luce

.ma docile e sinuosa questo grumo di gocce
si flette in abbraccio e si tinge
a mostrare che è solo l'amore che regna
senza forza ma col candore di trasparenza

.è stupore nell'attimo in cui s'offre
e poi si dissolve
Ritorna a sognare.
. l' emozione non deve morire

Varcando la soglia
Ogni volta che varco la soglia
si fa più chiaro
che qui domicilia un mistero

I tuoi resti, sorella,
lustrati come metalli
segno di uno scorcio di tempo

.e ancora ti sento
ti parlo
e levando lo sguardo dal marmo
ti vedo
ampia come il respiro
coi suoi fasci di luce
e di ombre
dentro la valle

In compagnia di un coro silente
in questo spazio senza tempo

Voglio scrivere parole
E continuo a scrivere parole
che mi avvolgano come coperte
o a fiorire un verde tappeto per stendermi
al sole che migra
mentre ricama l'azzurro di cumulonembi

Se non potessi tessere prati su cui camminare
mi sentirei sprofondare
perché la vita reale costruisce sentieri
con pietre sconnesse, creando incertezze

.e non posso sapere se i passi che compio
mi faranno giungere illeso a rifugio sicuro
o se quando sarò giunto avrò realizzato il mio sogno

per sopravvivere alla competizione
ci è chiesto di mostrare le prove del nostro valore
.ardua impresa per un sognatore

Per chi come me che è un po' visionario
e poggia il suo mondo su pensieri sottili
.incerto è scampare alla realtà dove ogni cosa
ha una misura e una forma
.non segue la norma

Perché pensare la vita come continua battaglia
guerreggiata con regole
sempre e solo per il più forte?
.e continuo a ricamare parole
perché altro non mi riesce
e voglio l'amore anche del più inerme
perché anch'esso vale

Vorrei versare..
Vorrei versare in te le emozioni
che mi vanno nascendo
come travaso di vino
e carico il gesto per darne rilievo
e tingo sul viso quello che sento
che nel mentre le vado dicendo
evidenzio il come le vivo

Se mi guardassi allo specchio
potrei costatare ch'è molto parziale.
.l'enfasi, il gesto ed il verbo
se non fosse per il turbinio che smuove
il suono delle parole
e quanto in esse è racchiuso
e non fossi cosciente
che ognuno le tiene.
anche solo in germoglio
o scordate tra cianfrusaglie

Vita di sole sequenze
Se vivere è solo una sequenza di gesti
meglio fermarsi
per poterne capire la successione

Ciò che compiamo in parte ci sfugge:
ci sono azioni che si impongono sole
altre apprese ma parzialmente comprese

Ci sono azioni e pensieri
che sgorgano imprevisti e travolgenti:
colmandoci fino all'ebbrezza

Altri piaceri sgorgano, maligni.
che offuscano, fino a rimorso
proprio questi ci adombrano

Fermarsi un istante è dovere:
ascoltare i sussulti del cuore
guardare le sequenze vissute

A volte affascinati da chi ci è accanto
si suole licenziare la nostra coscienza
lasciando ad altri il giudizio

.e li si segue senza pensieri
facendo uscire dall'anima nostra
il peggio di sé e può far paura

La notte dell'uomo dio
Hai realizzato che esisti
.è il pensiero che lo svela
è folgore e fai un'equazione
che alcun vivente aveva osato

Realizzi un nuovo mondo
con scientifica certezza
.e come gesto del tuo impegno
inizi ad affilare lame

E come non bastasse
bruci carne umana come legna
nelle stufe dei tuoi campi
a scaldare cieli freddi

Hai negato il pensiero altrui
perché difforme dallo scopo
e l'hai posto in punizione
per redimerlo da errore

Divenuto prudente e astuto
e col proclama del progresso
hai creato rapina e possesso

Un dio d' umana misura
diviene abominevole mezzo
di orrenda violenza
..............

.è giunto il momento di piegar le ginocchia
per levare lo sguardo
sul creato che ci è stato donato
.una scintilla a noi misteriosa
ci ha insegnato a capire
le parole già scritte

.siamo solo creature

Farsi invisibile
Arrivi con aria dimessa
portando paura impressa sul volto
temi di essere colta nella tua fuga

Senti vergogna a mostrare quei lividi
sono dolenti ma li tieni nascosti
perché ti dici che passeranno

.e ti sfugge un obliquo sorriso
perché sai che non sarà vero
ma speri cancellare
.e senti l'anima che muore
strappata, calpestata

Vorresti non avere volto ne nome
passando inosservata tra la gente
.e ti fai quasi trasparente..!

Raccontare ti fa dolere
.il cuore si torce
a distillare dolore a gocce

eppure speri un liberatorio urlo
per raccontare il male che controlli
.ma non puoi

Rischiare può essere fatale
e conti le parole
vagliando quanto dici
per non precipitare oltre

Mi sono arreso
Arreso alla luce che va scolorendo
un'emozione calda mi avvolge
nell'imbrunire che delinea i contorni
e immobile sosto
perché non svanisca l'attimo che vivo

.luci tremolanti di lampioni
su increspature d'onde mosse da serotina brezza
sciabordano sulla sponda con voce conosciuta
e si raccontano.
.non capisco quanto dicono
ma mi lascio ninnare da quel colloquiare
.e il tempo scompare
e sulla luna col ventre fattosi culla
la fantasia si riposa

Occhi spauriti
Occhi spauriti su ebano scolpiti
per non sapere quale riva ti destina
la ruvida mano dell'esistenza
dopo sanguinoso strappo da casa
in cerca di un approdo che dia speranza

Non è per una gita che sei partita
e per passare quel lembo d'acqua
hai barattato una tregua con la morte
in una partita con una puntata alta
.i beni di un'intera vita
per avere una sorte diversa
.e sei diventata merce di baratto

L'anima muore e si nasconde
nei sorrisi per la gioia dei clienti
che vogliono una bambola calda
e gemiti esaltanti regala
.............

Per loro non ho patria e parenti
non ho riferimenti
che vuoi che sia per essi la mia vita
.non vogliono sapere
per potermi possedere

Costretta in un letto
Costretta dentro un letto
il mondo si è ristretto
dilatando il tempo vuoto
che è vestito di silenzio

Il male mio deturpa
e se mi porgono lo specchio
con gli occhi io lo sfuggo
perché non mi conosco

Non ho altra riflessione
che guardare il mio stato
e se a volte mi distraggo
io lo devo a qualche crampo

Questo male non mi lascia
è un grande innamorato
che mi abbraccia con calore
e non vuol sentir ragione

Io gli urlo che non voglio
ma più cresce il mio rifiuto
più mi avvolge con passione
fino a togliermi il respiro

Più cresce il mio tormento
e più resta rinserrato
perché non ha uditorio
con orecchie per l'ascolto

.e così gli parlo
e gli chiedo compassione
perché non infierisca
e allontani un po' la presa

Quando il dolore stritola
Quando il dolore incatena
e stritola le membra
desideri che cessi il battito del cuore
affinché smetta di soffrire

Perché nascere se guardando i cieli
scorgi avanzare le tempeste?

Mentre semino nei solchi dei miei giorni
non so se il tempo sarà clemente
e potrò raccogliere la messe

Non nego il tempo dei ricordi belli
che se li guardo bene
ne intravedo la maschera dolente
dietro l'attimo intriso di letizia

Forse che il non esistere sia un bene ?
Mi hanno chiamato da lontano
attraversando eventi oscuri
fino a che mi sono presentato

a rimirar la luce e i colori
e la vita multiforme
mescolati al male che l'uomo vi cosparge

Ciò che m'è concesso è solo dono

Mi sento soffio
Mi sento soffio di vento
che riesce a farti volare
portando il tuo cuore sulla cima di un monte
per gustare l'ebbrezza di spaziare lo sguardo
sul mondo dintorno
e non lo chiuda in una buia cantina

Andiamo cercando la gioia di vedere lontano
che ognuno dentro si porta
e il bisogno di chiaro.
.della luce che non può esser sepolta
ma che ci rischiara e trapassa
fino a renderci luce che col sole si fonde

.e sconfigge le ombre
evitando che il male diventi padrone

La vita
La vita è un corso d'acqua
che lungo il suo percorso
leviga e rimuove ciò che non resiste
e lascia solo pietra dura scorticata

Sei alveo
che ha dato corso ad un rivo
e ha dissetato molti

A tratti il tuo andare tumultuoso
seppure ha tracimato
ha reso possibile il tuo proseguo

La melanconia
La melanconia
m'invade come increspatura d'onda
di goccia che cadendo sull'acqua
s'espande e mi sorprende

Non è importuna intrusione
ma un carezzevole scorrere
di mano amata sulla pelle
che risveglia dal torpore

E' fruscio di vento tra le fronde
che stormisce e mi sospende
.apre un varco nella mente

ed io m'addentro in estetico fluttuare
a rivedere il tempo andato
con quanto vi ha lasciato

e modulo la voce nel raccontare
per dar colore a emozioni smorte
perché rimaste a lungo senza luce

.e le faccio uscire
perché vibrando ridestino un sentire
che vinca il timore di patire

Davanti allo specchio
Davanti allo specchio
ti ammiri come un fiore dischiuso
e ti senti dono
e ti s'accende il sorriso

Socchiudi le ciglia
sognando l'amato
che lambisce con trepide dita
le membra

che aspira l'essenza
di gentile fragranza
che il tuo cedevole corpo diffonde

ma sono le tue mani
che scivolano dolci
come vorresti che fosse

e sono le tue nari
a gustare l'odore che emani
e sogni che lui
ti assapori come tu fai

Come faccio a dire
Come faccio a dire con misere parole
lo spettacolo magnifico che s'apre
in questo romito angolo di buio
dove il tempo s'è sospeso

Il cielo scuro tiene alta la lanterna
perché nelle varie sfumature
anche l'oscurità si differenzi

Ma come faccio a dire!...............
Posseduto da bellezza che si fa materia
mi disperdo come impalpabile aria
perché io possa avvolgere la meraviglia

Là pozze nere a dire il lacustre confine
dove si rimirano luci vanitose
mentre siluette di monti, come signore belle
con abito di gala per la sera, distese
a mostrare sinuose forme

Le luci delle case sembrano lumini
a rischiarar la stanza della valle
che si sfrangiano su per le pendici
La bellezza incalza
e mi fascia in questo incanto

Non destatemi da questo sogno vero
Il mio corpo langue e s'abbandona
e il dolore si dissolve e si disperde

Occhi spenti
Ho visto la notte nei tuoi occhi
sembrava mi guardassi
ti fissai
sorpreso di non aver rimando
......erano spenti

Il mio gesticolar fu vano
nell'intento di spiegare

Mi son trovato al buio
ma tu vedevi
e mi leggevi come un libro

Fiutavi l'aria
con la postura del capo cline
di chi sa coglier le paure

Ti scrutavo nel desiderio di scoprire
dove fosse quello sguardo
che mi sentivo addosso

Si! Io lo sentivo
spietato e inquisitore

Domande banali mi ponevi
e in silenzioso ascolto stavi
....aspettando...
....alla fine un lungo sospiro
e parlavi...

Solo allora potevo sapere che volto
avevi nella mente
avevi uno specchio lì dentro
in cui mi vedevi senza veli

....un ansito
o un tremito
o una melensa chiusa
a dar senso al come
uomo al simile si pone

Motivo di fondo
C'è una musica dentro...........
nei molteplici varianti colori
delle stagioni
dei giorni
e le ore

Un ripetersi incessante
nel richiamo del motivo di fondo
che si espande
col passare del tempo
con variazioni sul tema

....a volte vi scorgi
note che sembrano vivere sole
come uscite da saxofono jeatz
per dire un momento diverso

....che poi s' intrecciano
come fili di treccia
a formare matassa compatta

Male...inesorabile tarlo
Addentrandomi in chiesa
quella luce soffusa
mi dispone a un rispettoso silenzio
....e il respiro s' allenta

Ascolto quel mondo sommerso
che sale impetuoso
....è uno stridio che vorrei cancellare
ma reclama attenzione

In quella atmosfera sacrale
vorrei gridare il disappunto
per una vita che non capisco

Troppo tempo buttiamo
nel farci male
e ci avviciniamo alla morte
senza aver conosciuto la gioia
se non a trangugiati bocconi
senza gustarne il sapore

A che vale sperare in un meglio
che ha da venire...forse
e vedere che affondiamo nel male!

E' un male che fa tenere pronta
una pallottola armata
e contamina i pensieri
e a volte si mostra allettante

Luce e speranza
L'uomo smarrito
ha ritrovato se stesso
nel dispiegarsi alla luce
e pur se cammina nel buio
più non teme l'inciampo
....s'è fatto lanterna

Ha scoperto il segreto....
nel silenzio del cuore
dove il tumulto si spegne
e chiare e lucenti
s'accendono parole di vita
....olio che ravviva la fiamma

E dischiude sguardo ammirato
su una vita
occultata da melma
di bisogni fasulli
che oscurano
la lucente bellezza
dell'umana esistenza

Non cedere alla voce
che da ogni parte si leva
a dire che non vale la pena
-stiamo tutti affondando!-

Chi ha in cuor la speranza
che diventi una vampa
ad accecare quel male
che si nutre dell'ombra

L'essenza di pace
Sensazione di aquila in volo
che s'inoltra nella volta del cielo
ad abbracciare il chiarore
carezzando l'aria ad ali distese

è come sentire l'essenza di pace
in luce filtrante
tra tendaggi delle miserie
che rapisce nel cono d'albore
a mirare un mondo ch'è oltre

Su tavolozza di tinte sparse
si eseguono variazioni sul tema
che vanno mutando nell'ora
nei giorni e nelle stagioni

L'abito logoro
Se l'anima è un vestito
di sporchi brandelli
sfilala adagio per risciacquala
con lacrime di benevolenza
che ripuliscono con un tocco d'amore

Esponila al sole
di quell' Assoluto
che te l'ha data

....era fatta di luce
e l'hai imbrattata

Il perdono ricuce gli strappi
.....le cicatrici saranno l'impronta
del tuo vissuto

Non fartene un cruccio
di sguardi maligni
.....tutti portiamo le toppe

....e proprio quelli
che si coprono bene
mettendo in mostra
sfarzose menzogne
sono i più miseri da compatire

Indomito animale
S'è accesa scintilla
nell'umana creature
ch' ha allumato il pertugio
per varcare i confini

Ha forzato vincolanti istinti:
guida, argini, sicuri binari,
provando l'ebbrezza
di una libertà sconfinata

Ha intravisto orizzonti
su cui volgere gli occhi

Ha capito, svelato segreti
spiegato leggi
ma si avverte mistero....
che solo parzialmente
appartiene al mondo che vive

Si sfugge quest' uomo
per non volersi guardare
elude il pensiero
da bramosia di predare

L'istinto sciolto è devastante
ma conoscenza disgiunta dal cuore
può divenire feroce assassina

Il vissuto mancato
Si misura la vita in frammenti ti tempo
in cui si compiono azioni
per certificare d'avere vissuto
anche se non sempre si coglie
il senso di ciò che si compie
impigliati come siamo ad eseguire
quello che pensiamo si aspettino
gli occhi minacciosi ed occulti dell'efficienza

Non puoi fermarti, se perdi il ritmo
sei frantumato e diventi un pezzo di scarto
che viene gettato senza rimpianto

Se ritieni d'essere inserito,
così li chiamano i più efficienti,
non puoi pensare d'esser libero
e il tempo più non ti appartiene
perché l'hai svenduto per poche monete

Se dovessi star male ti devi arrangiare
e non devi frodare quel magnifico
congegno sociale che ti può sbriciolare

Bisogna produrre se si vuol primeggiare
per dominare e si muore di fame,
una fame che non sempre
è mancanza di cibo ma di senso

Il democratico osannato progresso
ha in sé il potere del soldo
e mostra un imperturbabile sguardo
anche quando vede i relitti prodotti

Il valore del tempo
Ci sono cose che il tempo
ha guastato e poi non ripara
Arredi che accantoni nell'anima
....ti spiace buttarli
hanno riempito i tuoi giorni

Solo quando
quasi per caso rivedi il vissuto
ne scopri il valore
vi passi mentalmente la mano
su quei relitti lasciati

....rimuovi la polvere
e si disvela ai tuoi occhi
un universo di tinte
che dà senso a quei giorni
che non riuscivi a capire

Ora ne accarezzi le pieghe
e ne intuisci il valore
non puoi più fermarti
devi continuare il percorso
che tempo lontano avevi iniziato
alla ricerca di senso

Senti il petto ricolmo
per ciò che ti è stato serbato
spalanchi le porte segrete
e ti senti ricco perché hai vissuto
assaggiando i sapori più vari
anche i più amari
e apprezzi i piccoli gesti
pure se dai più ritenuti infantili
perché sono grandi

Il tesoro
Che andiamo cercando
quasi ansimando...?

E' brama perenne che non ci sazia
è bisogno d'avere
che occulta ciò che vale

Vuoto profondo
squarcia l'essenza
che si smarrisce...

S'aggrappa a quanto possiede
per aver scordato "se stesso"
si sfugge
rinviando il chiarirsi di un senso

....sciocco sperare
che qualcuno ci enunci
l'importanza del ruolo che spetta l'umano

Sarà tardi
sarà tempo di ammainare le vele
sarà un'occasione perduta

In compagnia di noi stessi
nudi di tutto
avremo un tesoro
se avremo capito
il valore che siamo

Difendiamo la speranza
Gridate a squarciagola al mondo
ch'è viva la speranza
perché non venga zittita e annichilita

Chi freme nel bisogno di gridarlo
non sia un grembo spento
ma partorisca un pensiero forte

In qualsivoglia gergo lo si dica
sia la voglia di un sentire condiviso
di sentimenti che ogni umano avverte

All'uomo per sentirsi tale
basterebbe riuscire a raccontarsi
e dividere insieme le fatiche

Buio fitto disorienta questo tempo
e riferimenti certi sono nebulosi
per una rotta da seguire

Non vi è molto tempo per ribadire
prima che tutto sia travolto
che questo progresso è un assassino

La voce partorita dall' umano grembo
dia fiato a speranza di possibile esistenza

Attuazione di pensiero
Tra infiniti intuiti pensieri
che divengono atti, il limite
costringe alla scelta

Uno solo si compie
....traccia indelebile
che dispiega le vele
per svelarne altri mille

Il rammarico a volte
ci prende, per possibili altre scelte
che son rimaste sepolte

Avrebbero aperto le porte
a successioni diverse
nell' avanzare nel tempo

Quali mondi avrebbero schiuso?!

La scelta richiede intuito del cuore
per salvaguardare il futuro

Aspettando il raccolto
La vita è vomere e ara profondo
su un fondo che non è terra
dove getta sentimenti e passioni
che vanno attecchendo

E' in questo podere che vanno crescendo
e v'è pure infestante gramigna
in groviglio di barbe con varie sementi
e il futuro attende i suoi frutti
mentre il presente è in grande apprensione

Il sacro suolo
Il silenzio è spazio da coltivare
terra feconda da dissodare
dove spargere semente:
i pensieri che senti più veri

Le cure per quel suolo
eviterà la sterpaglia
e la fatica impiegata
sarà come acqua

A volte il silenzio si mostra maligno
e si erge in multiforme sembianze
che fanno tremare
ma dietro paurose apparenze
non v'è che una dissolvenza di nube

Da ogni dove si induce
a lasciare quell' oasi ristoro
perché sia di nuovo deserto

Per violare questo sacro terreno
si infesta l'aria di fatui richiami
rumori assordanti e suoni stridenti
che sono stordenti

-Non pensare- si dice
senza formulare parole
ma è quel che si vuole

Non lasciare che l' anima diventi deserto
e sia calpestato da qualsivoglia viandante

Il paese disteso
Ammirare il paese disteso
lungo il declive
donna felice di farsi guardare
è un gesto d'amore
alla terra che offre i natali

Camminare sui sentieri
aiuta a pensare
e quello che dentro si muove
lo accompagni dintorno
ad allargare il respiro

Gli occhi raccolgono immagini
che divengono intense emozioni
che vogliono trovare la tela
su cui prendere forma e colore

Lo sguardo ammirato
è un groviglio intricato
e solo sillabando pian piano
possiamo far sgorgare
il messaggio racchiuso

Il male che incanta
Il male è un aguzzino spietato
che con ghigno mielato soggioga
a ceppi del soldo
e a sfrenate passioni

Estirpa da animi gretti
il rispetto dell'altro
dando vita a mostri aberranti
che usano qualsivoglia strumento
per un sogno rapace

Chi non tiene potere
nulla può fare di fronte
ai capricci di belve feroci
che dettano legge

In un mondo dove l'essere
viene comprato
come merce qualunque
perde senso la parola -valore-

.....e non ci sono che schiavi

Il lato che vorremmo occultare
Capita di sentire di essere un nulla
e ti chiedi che cosa succede
seppure non avessi uno specchio
potresti vederti lo stesso

se guardi dintorno ti scopri nei volti
di chi porta la propria miseria
senza troppo imbarazzo
e non è un bel vedere
eppure sei come quelli

Quale senso ti chiedi
può avere tanto rovinoso spettacolo
che riempie la bocca di amaro sapore
e rimane come un boccone indigesto
da farti sentire disgusto

-anche questa è la vita,
a volte t'inebria-

Se riesci a buttare l'orgoglio
di volerti sentire perfetto
per guardare i tuoi simili dall'alto
scoprirai che sei come loro

Sebbene ti sforzi di nascondere
quanto è grande la tua pochezza
essa si mostra beffarda
con l' arroganza di volerla occultare

Impara
che sebbene si possano avere
nozioni importanti
alla fine siamo tutti poppanti

ed è giusto fare i conti
con quel che realmente noi siamo
per poterci un poco abbracciare
perché anche ciò che appare meschino
va tenuto per mano

Il giorno delle donne
Quale assurdo pensiero
fare omaggio alla vita con fiori recisi
già morti

Il genere umano
non ha ancora capito
il mistero in esse racchiuso

Sono gemme regalo
fiore vivente che deride la morte
vivace ornamento
gradevole insieme di linee sinuose
ma pure sfruttate

Mai capite
per quell' intelligenza
che sente la vita
come gesto di un dio che bacia la terra
perché sia possibile proseguire nel tempo

Sapienza che avverte il rovente calore
delle verità del sentire del cuore
e accende la vita

I sogni rubati
L'uomo meschino si fa grande
con monumenti e palazzi maestosi
costruiti con mattoni impastati
da melmosi ricatti su chi non ha nome

Quale grande riscatto sarebbe
se noi, che per ora non abbiamo
la tigna di questo male che infesta,
imparassimo a non essere schiavi

Il giogo che uccide
è una pianificata cancellazione dei sogni
che mostra la vita come semplice meta
di traguardi scontati
venduti da sapienti aguzzini

Costoro riscuotono
con bonaria indulgenza
la rinuncia di una vita vissuta
e ti servono già fatti
quei sogni che credi essere tuoi

Guardando un' esistenza
Leggo questa travagliata vita
come un percorso su lande desolate
e un' incosciente sfida con la morte;
ansia di vivere coi sensi tesi ad arco
per sfuggire le zanne dell'angoscia

Ecco dunque una distrazione
....sesso e droga
Cosa non hai iniettato nelle vene
o aspirato in preda all'astinenza
per un abbaglio passeggero
.fino a che il corpo l' hai strappato

Convinta di gestire questa dittatura
tenevi in serbo un rifiuto rimandato
perché non era mai il momento

Se finivi i soldi ti svendevi in saldo
rinunciando al pasto per un poco di veleno
che a te dava temporaneo sollievo

In questo rattoppo d' esistenza
c'è pure un figlio a pagare il dazio
ma chi sono io per soppesarla!

Se fossi germoglio su terreno aspro
avrei di certo allungato le radici
a ricercar qualcosa che disseta
fosse pure lo spurgo di una fogna

Non v'è ricchezza che ripara
o miseria a render retta una scelta dissoluta
ma quel vuoto infame, quello si.

.quel non saper di niente e viver dissociata
tra modelli proposti e subito smentiti
per la sfacciata incongruenza della vita

Sì, io sono fragile e puttana
ho svenduto la mia esistenza
e ora regolo i conti della mia giornata
ma tu che giudichi e forse m'hai usata
pensa un poco alla tua vita

Ti viene detto.....
Come bella sorpresa
ti viene detto:
" Hai pochi giorni di vita.."
Insulsi individui
con fare da padreterno
giocano con le umane paure

" Ogni giorno rubato alla morte
è una grande conquista "

....e io malato vi dico

" Se gli esami e le cure
hanno improrogabili tempi da rispettare
aggiungiamoci qualche attimo
per il rapporto
nella speranza
di non scordare l'umano"

Ho cominciato a conoscere
un' esistenza diversa
proprio ora che sfugge la vita
scoprendo quanto sia bella

....ora che ha preso la rincorsa
per andarsene via

Manca il tempo
per il disordine che mi circonda
ma non ne sono turbato

Voglio scoprire
prima d' uscire di scena
cosa vuol dire stupore

Apparenza
Risi sprezzanti
stampati su volti arroganti,
espressione di sfacciate esistenze,
svelano abissi profondi
dove gorghi inghiottono
frustrazioni e lamenti
....e si dicon felici:
esistenze già spente

Il figlio prodigo
Dopo aver scialacquato la vita
sperando che fosse vissuta
se si avesse provato l'ebrezza
di piaceri dei sensi esaltati.....
eccolo ramingo e senza orizzonti
avvertire l'inutile senso
di un vagabondo egoistico andare

In quell' intricato percorso
Tu, d'esistenza il fattore,
sei sul selciato di esistenziali travagli

Seppure con angoscia paterna
accetti il rifiuto di un figlio,
lasci che tocchi con mano quell'oltre
usando dei beni che gli sono spettati
fino a che sia spoglio di tutto:
ha dovuto sentir d'esser nudo
per poter soggiogare l'orgoglio

Momento importante
per ripensare la vita
e fare un percorso a ritroso
per abbandonarsi all'abbraccio
di un padre che aspetta
accettando un abito fresco

Il coraggio d'amare ha insito il rischio
di un azzardo fallito
ma pure una più consapevole vita

Il coraggio di sentire
M'immergo in quest'assordante vita
con l'ansia di cogliere il mistero

Stordisco i sensi
fino a frantumarmi...........
e scopro il vuoto del cumulo d'avere

Lacerante solitudine mi prende
.....non ho capito niente

Ho anelato ascoltare, tra le tante,
una voce che interpretasse il mio sentire

Tante le ricette
ma non sentite mie

Smarrito in questo mio deserto
avverto un silenzio sacro

Ammutolito e immobile
rimango in religioso ascolto
e odo parole che non hanno suono
e mi si mostra
un chiarore non visibile a pupille
dove m'intravedo pulviscolo sospeso
che mi ridona un senso

I sogni rubati
L'uomo meschino si fa grande
con monumenti e palazzi maestosi
costruiti con mattoni impastati
da melmosi ricatti su chi non ha nome

Quale grande riscatto sarebbe
se noi, che per ora non abbiamo
la tigna di questo male che infesta,
imparassimo a non essere schiavi

Il giogo che uccide
è una pianificata cancellazione dei sogni
che mostra la vita come semplice meta
di traguardi scontati
venduti da sapienti aguzzini

Costoro riscuotono
con bonaria indulgenza
la rinuncia di una vita vissuta
e ti servono già fatti
quei sogni che credi essere tuoi

Difendiamo la speranza
Gridate a squarciagola al mondo
ch'è viva la speranza
perché non venga zittita e annichilita

Chi freme nel bisogno di gridarlo
non sia un grembo spento
ma partorisca un pensiero forte

In qualsivoglia gergo lo si dica
sia la voglia di un sentire condiviso
di sentimenti che ogni umano avverte

All'uomo per sentirsi tale
basterebbe riuscire a raccontarsi
e dividere insieme le fatiche

Buio fitto disorienta questo tempo
e riferimenti certi sono nebulosi
per una rotta da seguire

Non vi è molto tempo per ribadire
prima che tutto sia travolto
che questo progresso è un assassino

La voce partorita dall' umano grembo
dia fiato a speranza di possibile esistenza

Destarsi di ombre
A volte
ci si sente avvinghiar le caviglie
da fantasmi insidiosi
che ci colgono all' improvviso

Lo sgomento torce le viscere
e prosciuga le forze
destando angosce di un passato sopito

....gesti severi
come strappi di pelle

Li rivedi in mimiche note
in voci taglienti
in parole schioccate come frustate
e ti senti gelare

Non vuoi soggiacere a paure risorte
e le guardi negli occhi
per poterle domare

Come fuoco al camino
E' specchio di condiviso sentire
stare seduti al camino
a guardare il perpetuo variare
dei guizzi di fiamma:
rimani incantato
e ne segui la danza...

Chiudi fuori la porta
il tempo che ha fretta
ti avvolgi le spalle
col tepore che emana
e ti senti sereno
e respiri profondo

Dischiudi paratie
al fluire di segreto sentire
e non temi paure

Non vuoi che si spenga
e se lo vedi languire
vi soffi un po' sopra
e aggiungi la legna

Chi sono?
-Papà aiutami a capire chi sono...-

-Sei figlio di Dio
Io non possiedo la vita
Sei frutto di un dono-

-Ma quando incomincia?-

-E' un mistero iscritto in ogni creatura
Quando un frutto maturo cade per terra
e in essa si disfa
è meno vita di quando germoglia?
Tu eri nei nostri destini
e tra tanti possibili hai messo radici-

Ti viene detto.....
Come bella sorpresa
ti viene detto:
" Hai pochi giorni di vita.."
Insulsi individui
con fare da padreterno
giocano con le umane paure

" Ogni giorno rubato alla morte
è una grande conquista "

....e io malato vi dico

" Se gli esami e le cure
hanno improrogabili tempi da rispettare
aggiungiamoci qualche attimo
per il rapporto
nella speranza
di non scordare l'umano"

Ho cominciato a conoscere
un' esistenza diversa
proprio ora che sfugge la vita
scoperendo quanto è bella

....ora che ha preso la rincorsa
per andarsene via

Manca il tempo
per il disordine che mi circonda
ma non ne sono turbato

Voglio scoprire
prima d' uscire di scena
cosa vuol dire stupore

Attuazione di pensiero
Tra infiniti intuiti pensieri
che divengono atti, il limite
costringe alla scelta

Uno solo si compie
....traccia indelebile
che dispiega le vele
per svelarne altri mille

Il rammarico a volte
ci prende, per possibili altre scelte
che son rimaste sepolte

Avrebbero aperto le porte
a successioni diverse
nell' avanzare nel tempo

Quali mondi avrebbero schiuso?!

La scelta richiede coraggio
per salvaguardare il futuro

Aquiloni in volo
Ho chiuso gli occhi
e s'è squarciato un velo
....ho visto il cielo
coi miei sogni in volo

aquiloni multicolori

non erano legati
e si libravano leggeri

Il timore che possano svanire è grande
e tengo serrati gli occhi

Perché, mi chiedo,
non riesco ad afferrarli
per farli poi volare
in questo cielo quotidiano
un po' malato
perchè possa tenere lo sguardo in alto

Perché è là che sentiamo
essere l'essenza
che teniamo chiusa

Apriamo i sepolcri
Abbiamo scavato sepolcri
nel nostro profondo
sperando di attutire la voce
che da sempre ammonisce

Eloquio che non fa rumore
e dice di come siam fatti
raccontando i bisogni del cuore

Da dove ci viene?

E' richiamo straziante
supplica gemente
sussurro suadente
che non trovando risposta
può divenire buio silente

....e si perde la pace

....e si vive la morte
per quel vuoto sentire
che spegne ogni senso

Da dove ci viene?

Non è richiamo da genitore
è eco che giunge da molto lontano
e dice chi siamo

E' giunto il momento
di varcare la soglia di ogni tomba
in cui abbiamo seppellito l'essenza
perchè non è morta

A volte invidio gli animali
La schiavitù del male
assoggetta le nostre volontà
e tramuta i bisogni della vita
in ossessioni che mettono i ceppi.
Il denaro, il potere, il piacere..............
Ecco l'animale più pericoloso del pianeta: l' uomo.
Quante vite sprecate
incatenate a queste ossessioni
che creano vittime e aggressori
Nell' uomo, a differenza degli animali,
s' è accesa una scintilla
che gli ha fatto capire,
-qualcuno glielo ha concesso-,
che era possibile varcare il confine
e che c' era un oltre da scoprire.
Abbiamo forzato i vincoli degli istinti
che ci facevano da guida,
abbiamo spezzato gli argini
che erano binari
e abbiamo provato l' ebrezza
di una libertà sconfinata, ma nel contempo
abbiamo capito
quanto arduo sia tenere sotto controllo
il nostro agire, scoprendo così di persona
che la libertà malgestita fa male.

In attesa di referto
In asettici spazi
riempiti da soffocati bisbigli
aspetti il referto verdetto

Sei solo

La vita ch'è fuori
ha braccia fiorite di gemme

.....il tuo scantinato
è un tumulto gelato

folgoranti pensieri
ti scorrono innanzi
....uno su altri ti coglie:

Che cosa è costante
tra il calore del sangue
e una fredda sorgente?

E' vita fluente
che segue il suo corso
per trovare la foce

s'è aperto uno squarcio.....
....quante cose comprendi
tirando le somme

è ricerca di un grembo accogliente

Preludio di festa
Scurisce il lago
nel rapido avanzare del tramonto
e un forte vento fa ribollire l'acqua,
l'onda s'insegue e s'accavalla

S'espande nebulosa
una cortina scura
atmosfera carica d'attesa,
gelida coperta

Ad occidente
residue tracce
di un sole in estinzione
che apre altrove il giorno

.....e s'accendono i lampioni

A richiamare il tempo,
-natale è in arrivo-
musiche d'ottoni riempiono la piazza

Passanti intirizziti chiusi nei cappotti
si fermano un istante
ad omaggiare quel gruppo di sparuti
.....ma l'entusiasmo è smorto

Feste un po' obbligate
di anime sgualcite

Iniziazione
Due ragazzini
poco più che bambini
hanno nei gesti
l'impaccio di infanti
e si sentono grandi

Si strusciano i corpi
in modo un po' rozzo
e con riso forzato
a spezzar l'imbarazzo
vogliono essere grandi

Non è solo un gioco
ma ambito possesso
da potere mostrare

....e si fanno del male
per non aspettare

ma il terrore di essere esclusi
ha i suoi tempi da rispettare

L'abito corpo che indosso
L'abito corpo che indosso
è un dono prezioso
e lo debbo gestire con cura

è pure un veliero
per fendere i mari dell'esistenza
seppure insidiosi

ma per poter veleggiare
bisogna allentare le funi
che costringono al molo

e il corpo si unisce alla danza
di un cuore che pulsa
per sentirsi meno costretto

Voce che si fa essenza
Socchiudo le ciglia
e sento quel suono
che dentro s'espande

Raccolto in ascolto
mi perdo
e contemplo una voce

E' subito essenza
di una mancanza
che prende forma
e ti vedo........

Il tuo gesto
il tuo viso
quel sorriso
........si veste di carne

Sei come viandante
che cerca riparo
ti ho aperto la porta
....e divido con te le parole
in bocconi di pane

Ti lascio parlare
e m'incanto in ascolto

Quella pioggia di voce
fiorisce il tuo mondo
che si fa rigoglioso
e mi prende

Sono divenuto la voce
di quella melodia
ch'è dentro racchiusa  

Una vita che cresce (gioventù in ricerca)
La vita non risparmia
questo fragile guscio
che racchiude l'essenza del sé

E mentre a tentoni
ricerchi il giusto percorso
nella selva intricata di sentimenti

a volte........il sentire
si sferza sull' occhio
come ramo flessuoso
facendoti male

Ti tieni la mano a coprir la ferita
...si oscura la vista
e non trovi un' uscita

Avverti esistenza come sfida esaltata
che può diventare violenza
per un dolore provato
...e non trovi la pace

Ti ferisce
e ferisci chiunque si ponga di fronte
per darti un segnale
e il bisogno che provi di essere forte

e invidi la morte.......  

Un canto di grazie
Tendo le braccia
all'acqua che scroscia
e mi scivola sopra
Veste trasparente
a mostrare pieghe nascoste
che voglio occultare

Avvolgente amante
travolge .....

Con bacio suadente
mi dice che sono importante
seppure imperfetto
ma proprio per questo
più amato

Conta i passi
a volte stanchi
che vado facendo

Sollevo lo sguardo
dischiuso e stupito
nel contemplar la carezza
infinita dell'universo

Arcobaleno
che un raggio sole
distende in abbraccio d'amore

Sorride il mio grazie
per lo sguardo benigno
che mi è riservato

E al cielo infinito tendo le braccia  

Ti contemplo e ti prego
Se osservo il tuo viso
il tuo sorriso
i tuoi liquidi occhi
con quei fini tratteggi
che risaltano la luce
io mi perdo

Oltre il tratto estetico
che ne fa un'icona
traluce un'aura magica
che incanta
e mi incatena

....sensa proferir parole
si racconta,quel magico respiro
ed è cascata che m'investe
e mi sorprende

....sono tratto in tentazione
da un richiamo forte:
-la tua pelle-
lembo estremo di una terra
che divanta approdo

....oltre v'è tutto un mondo

e sfioro piano questi occhi
e il viso
e il tuo sorriso espande
la gioia di quel gesto
che liquefà il tuo sguardo
in docile abbandono

Scioglimi dalla presunzione
e insegnami l'amore  

Sulla riva del fiume
Sii sempre come l'onda del mare
che frangendosi contro gli scogli
trova ogni volta la forza per riprovarci
( Anonimo )

Sulla riva del fiume vedo femmine fronde
in sinuose movenze dettate del vento
deporre le vesti

Sotto il manto lasciato per terra
s'è coperta la vita per sentirsi protetta

Vedo il fiume che scorre
tenendosi avvolto un mondo segreto
e anatre scivolare tra canne,
gabbiani planare afferrare la preda,
cigni eleganti e discreti vegliare le prode

Vedo brume avvolgere il rivo in luce d'albume
in cui timido filtra
un raggio di sole disteso là in fondo

Vedo nuvole fasciare mezzacosta del monte
e miriade di tinte dirompenti calore
...eppure è fredda la brezza

Vedo salici allungare le braccia prendere l'acqua
per ristorare la propria stanchezza

Poggiato ad un tronco con aria incantata,
ad un tratto sgomenta,
rigirando una bacca tra dita,
osservo il rosario di cadenzate sequenze

E come se in quell'attimo mi fossi destato
......muto e stupito io cerco
il posto che avverto smarrito  

Su per la salita
La mia esistenza sfilacciata
regge a malapena

Amore è diventato
ombra che si oscura....

....un grido disperato mi esce come tuono
ed è lampo e scroscio che ristora

....diviene dono di speranza

Stupito,
sul sentiero irto
incontro chi col suo fardello pieno
mi augura il buon giorno
e mi si mette a fianco

Se il mio fiato è corto
si ferma ad aspettare
e divide il pane che sa un poco di sudore
ma è un sapore buono
perchè diviso insieme

Il mio sentirmi solo
s'è disciolto nel valicar le brume

....e s'è aperto l'orizzonte  

Silenzioso ascolto
Ti son seduto accanto, figlio
e avverto il tuo silenzio denso
quel gesto di spezzar la recinzione

Attendi che allunghi un braccio
ma lo senti un cedimento:
vuoi abbattere da te il nemico che ti chiude

Mi farò silenzio e sarò al tuo fianco
mi farò abitare da uno spazio vuoto
....sarà un abitat sicuro

Ti darò quello che cerchi
nel'utopia del vivere i gesti quotidiani
nella meraviglia di abitare appieno
quel nome che distingue la tua vita  

Sentire l'Eterno
Luce
essenza velata di niente
che accende struggente bisogno
di lasciarmi rapire
dentro le spire
oltre il vissuto già visto

Azzardare dar forma
a ciò che mi smuove
in quel ch'io vedo nell'ellittico volo
di gabbiani sul fiume

o
a luce di latte vestita di nebbia
che ha un modo diverso
di sentire la vita

è il manto lambito
di un Dio infinito
velo disteso
portato da un soffio leggero
che ti tiene sospeso
e t'induce a guardare
la vita dintorno
e scoprire il giusto connubio

Seppure mi sfugga l'ordito
...è un bisogno profondo
come l'istinto
pensare ciò che non vedo  

Sentire che cerca conferma
Ripensando a quelle parole
sono entrato in un mondo
che richiede il suo tempo
per poterlo capire

Parlavan di graffi che posson far male

Sentimenti coltivati in profondo
e vestiti con abiti di inesperta fattura
pensati per il tempo del dono

Ci vuole coraggio coltivare un bel sogno
anche quando sembra solo un assurdo
perché trova smentite nel proseguo dei giorni

Fino a che, così per incanto,
mostri il tesoro nascosto a chi ne stima il valore

Ti sembra malamente vestito
quel sentire sognato
ma non avevi confronto
per trovare il giusto rapporto

Ti guardavi allo specchio da sola
e non averi rimando di uno sguardo
che ne desse conferma

Un sogno importante richiede coraggio
perché questo è il suo senso
-dono anche senza ricambio-  

Seguendo un' impronta
Sul lido del cuore
ho un' impronte profonde
...un vuoto lasciato a ricordo
e vado cercando il volto
di colui che ha lasciato quel cavo

Ho bisogno di poterlo guardare
perché non ha senso
se portando un suo segno perenne
non lo possa vedere

...e seguendo le orme lasciate
lo vado cercando  

Se mi togli l'anima
In quell'abito elegante
sei regine in portamento
che rischiara come alba

Sinuosa accendi fantasia
per lo spacco
che non mostra...

Sei gioiello da guardare....

.... m'è sfuggita
quell'ombra scura nei tuoi occhi

Sei oggetto per l'anima lasciata....

....tu sei più che perla
creatura che impasti con la vita
l'esistenza

e sulle labbra tue
un pensiero spunta:

"Cristallo opaco son diventata
se lì io non ci sono ....
per lo sfratto che di me avete fatto"

Schiudersi
Raccolgo gocce
nel cavo di mani
per lenire la sete

Chiudo gli occhi
rivolgendomi al sole
per sentire la luce
sotto palpebre chiuse

Annuso la terra
per sentirne l'aroma

Sono con loro una sola cosa
e mi disciolgo
in fluire lento

Sono vita che prende coscienza
e dà senso a questo sentire

...e vedo la vita
come sequenze
che si disperdono nell'universo

In attesa di referto
In asettici spazi
riempiti da soffocati bisbigli
aspetti il referto verdetto

Sei solo

La vita ch'è fuori
ha braccia fiorite di gemme

....il tuo scantinato
è un tumulto gelato

folgoranti pensieri
ti scorrono innanzi
...uno su altri ti coglie:

Che cosa è costante
tra il calore del sangue
e una fredda sorgente?

E' vita fluente
che segue il suo corso
per trovare la foce

s'è aperto uno squarcio.....
...quante cose comprendi
tirando le somme

Riempire la vita
Ho ritagliato uno spazio
per rimanere un po' solo
a guardare il mondo senza disturbo

ma bocconi di pane non sanno placare
un senso di vuoto molesto
e.....ingordo ricerco un cibo che sazi

Ritrovo un sentire di grande pienezza
se guardo quei figli
sbocciati su innesto di donna

La passione di un gesto
può accendere vita

......ancora non l'ho concepito
tale mistero racchiuso in un velo
a dare un proseguo nel tempo

Pur se un po' infastidito
per la rinunciare ad egoitigo spazio
riesco a capire
che posso riempire l'ammanco
se rimango accanto al futuro che cresce
e condivido fatiche lungo il cammino  

Riconoscere l'amore
Hai custodito le parole
e le hai fissate sopra fogli
perché non andassero perdute
e richiamassero nel tempo
gli attimi
e i sospiri
nell'intricato nostro intreccio
che uniti in un ordito
han ricamato i giorni

Tu sei filo colorato
che dà risalto
e fa spiccare il senso

Hai messo in luce il tuo amato
perché l'amore si fa dono
senza attesa di ricambio

Hai dato luce alla mia ombra
facendo soffusa la chiarità che ti distingue
per poter vedere il mio stoppino

Colmo di un sentimento travolgente
che mi ruba le parole per poterlo dire
sgorga inaspettata
lucente gemma sulla guancia  

Ricerca del volto perduto
Inseguo, in sogno,il mio volto
che non riesco a vedere
...fantasma incapace a potersi guardare
privato da umani tratteggi

Nuvola variante in molteplici forme
in soffici cumuli bianchi
in strisce sottili
o scuro compatto di piombo

Ho perso il profumo
e nessuno m'avverte
nel passarmi davanti

....è lama tagliente
che penetra a fondo senza segno apparente

Ho dovuto fermare l'inutile corsa
....sostare a guardare passanti
scordando il tempo fluente....

...occhi col sorriso di linee sottili
fronti tracciate da solchi
sguardi smarriti d'allocco
che lasciano ognuno una traccia

un profumo stantio  

Quella voce...........!!!
Emozione di una voce
.....zampillo di vitale fonte

Pur non conoscendo le parole
quel suono mi travolge
e s'espande sopra il mare
ch'è l'anima mia distesa
ad assaporare l'onda smossa

.....brivido che increspa
.....melodica brezza
che s'espande lenta
a raggiungere la rena  

Quando s'accende il cuore
Accecante lampo mi sorprende
e la mia anima sgomenta
scopre la vita viva
....nei quotidiani gesti

M'attengo al dovere,perché così si usa
trascinando l'esistenza all'alba del giorno in divenire

.....scopro d'aver butteto il tempo:
un morto come tanti a trascinare i giorni

.....tempo passato nel costruire il nulla
perché spirato nel suo concepimento

ma nei tuoi occhi s'agita una luce
giocosa e calda che mi risulta ignota
colorando l'aria che intorno a te si muove in danza

....mi s'accende il desiderio di attizzar la vita
che solo il cuore può se spezza la recinzione del confino  

Quando amore può essere dolore
Ti guardo mentre t'affatichi
nel tuo regno della casa
e non aspetti grazie o un fiore o lode
ma tutto questo è compiuto per amore

Perchè è questo
il tuo modo per poterlo dire

.....e mi si stringe il cuore

Vivi il corpo come impaccio
in ciò che un tempo
anche per te fu di gran diletto
....difficile capire

Eri germoglio in fiore
fragranza di pane appena fatto
ruscello fresco di montagna

A quel cuore entusiasta e giovane
la vita ha chiesto più di quanto avesse
prosciugando la sua sorgente

E non potei esserti d'aiuto
perché pur io mi reggevo a stento
e ci siamo trascinati faticando
giorno dopo giorno

Siderei spazi a separarci
seppure ci camminiamo accanto
e si va morendo...........dentro

Coltiva ognuno un segreto sogno
pensando che a volte, amore,
va cambiando aspetto

E viver la fatica di questo amore muto
è fiammella che rimane accesa  

Preludio di festa
Scurisce il lago
nel rapido avanzare del tramonto
e un forte vento fa ribollire l'acqua,
l'onda s'insegue e s'accavalla

S'espande nebulosa
una cortina scura
atmosfera carica d'attesa,
gelida coperta

Ad occidente
residue tracce
di un sole in estinzione
che apre altrove il giorno

....e s'accendono i lampioni

A richiamare il tempo,
-natale è in arrivo-
musiche d'ottoni riempiono la piazza

Passanti intirizziti chiusi nei cappotti
si fermano un istante
ad omaggiare quel gruppo di sparuti
....ma l'entusiasmo è smorto  

Preghiera serale
Nel rimo costante
di cantilenante preghiera
che raggiunge le volte
c'è un grido dolente

Chiuse le porte
fuori
trambusto assordante
davanti
una croce
e un altare in penombra

E' il tempo del cuore
che svuota i rifiuti del giorno
e s'affida a parole
che dicono lode
e chiedono prece

Orazioni condite
da miste emozioni
colme di dubbi
e cosparse da scuri pensieri

e mentre mi metto in ginocchio
porgo un saluto forzato
a chi mi è accanto sul banco
sentendomi grato
di non esser com'esso  

Per sopravvivere
Quando sei investito
da sguardi muti
e parole chiuse come le cantine...
....soffermarsi a dare ascolto
può mandare in pezzi....

Pieni di ferite nostre
non vogliamo medicarne altre
e se imprudenza lo facesse
senza aver acceso un fuoco di passione
ci troveremmo al buio
estranei a noi stessi
per mantenerci interi  

Per non morire
Quando nuvole tempestose
s'insinuano ad oscurare l'essere
rimangono solo le parole di facezie quotidiane
a salvare le apparenze

...e ci serriamo in cantine buie

Quando la mente si fa eclisse
fermarsi ad ascoltare il male
di chi,accanto ,ci vuole raccontare il suo
potrebbe farci a pezzi

I nostri fantasmi li conosciamo bene
ma degustare altre dolenzie
potrebbe trasformarci in frammenti di cristalli
a rifrangere infinito quel dolore

Un cuore malato costretto a vivere il reale
potrebbe morire:
sacro è il fossato che si è cinto a riparo

Sospingere a forza nella mischia di vita
potrebbe accecare un affetto distorto
che si farebbe stranito per sentirsi sicuro  

Pensando l'ultimo istante
Se entrassi in quell'istante ultimo
termine d'estremo distacco
sentirei di essere in atto a compiere un furto
per i gesti incompiuti
e i molteplici ammanchi lasciati

Nel bene e nel male
presenza a colmare uno spazio
nel fluire dei giorni
con tutta un'essenza di vita

Il mio entrare ed uscire
nei vari momenti dei giorni
il mio essere tale
col gesto e col tono di voce
a svelare un vita che vive

Figura per fare confronto
e d'improvviso rimossa
dai luoghi consueti ov'era

E' un vuoto
che non ha precedenti
e non sa con che ricolmare
........se non dentro il tempo
che ripone al riparo
in segreti recessi
i cocci dispersi di quel vaso spaccato  

Parto
Mi porrò a te d'innanzi
anima gravida
per aiutarti a partorir pensieri
che stentano ad uscire

sarò come un marito
col suo fardello d'ansia
che s'aggira nella stanza

e quando saranno nati
li ammireremo insieme
li prenderemo in braccio
per tenerli caldi

ne ascolteremo il pianto
e al seno carico di storia
acquieteran la fame
seguendo una dieta
che fa crescere la vita

un giusto nutrimento
condito di sudore
ne stimola il coraggio
per renderli completi  

Nevicata
La neve che lieve si posa
materna e avvolgente
è bianca carezza
che desta sorpresa

Ti senti racchiuso e protetto
costretto a fermarti un istante
nel silenzio ovattato
di un nido di piume
...e ti lasci cullare
da questo fioccare

Lungo tempo è passato
da quando rimanevi incantato
per ore che non riuscivi a contare
a rimirare quel gioco di bianco

Incollato ad un vetro
fissi il percorso di singoli fiocchi
e sei trascinato in quel vortice bianco
che sembra salire
e tu pure
guardando su in alto
ne sei trascinato  

La parola
Le Parole!
Da dove provengon le parole ?

Giunte dal buio di sapazi siderali
si son scolpite dentro
dure come pietre

Han trovato suono di senso
ritorno d'eco
da un tempo che percepisco eterno

Messe in fila
han fatto nascere il pensiero
....impalpabile e fluttuante

Il nome e la parola
han dato inizio ad esistenza
....diversamente spenta
priva di fonema che distingue

Sostando ad occhi chiusi
raccolto
le vedo prendersi per mano
danzanzare insieme
e avolte ferisi a sangue
....le parole  

La forza dell'amore
Sei entrato in questa casa
dalle pareti grige
e l'umore spento

Sei entrato piano
come sbuffo della brezza

Hai spostato la pesante tenda
per far filtrare un po' di luce

Quel raccontare il bene regalato
e la pace da portare dentro
ha avuto il sopravvento

....sei lampione
a mostrare il vecchio
che ci annega

Quella voce dalla veste calda
fiduciosa nel tempo che conferma
ripete senza sosta
l'amore che incalza il nostro andare

....smuove acque morte
per farne scrosci di torrente  

Insetto letale
Stendi lo sguardo
sul creato racchiuso nel tuo spazio visivo
poi
volgendo i tuoi occhi guarda lo specchio
riconosci meschina la figura specchiata

eppure l'orgoglio in essa albergato
si erge più alto delle vette d'intorno

Sei insetto...............................
se solo accettassi il raffronto
ma non vuoi sottostare
e spandi rabbioso veleno

come temibile virus
hai ammorbato il giardino fiorito
che ora dà frutti malati

sei l'unico insetto che in questo giardino
non si attiene al rispetto
perché scegli di usare lo spazio vitale
per il solo dominio
quasi l'avessi tu stesso creato  

Il regalo
Il mio amore mi ha fatto un regalo
....e m'ha fatto provare disagio

un omaggio a volte può divenire
più stringente delle catene

ma cogliendo
la gioia trasparente dalla sua voce
mi sono sentito felice
di essere oggetto di tale attenzione

Potevo dare a quel dono
una grande emozione

....accettare

per la gioia di un'azione compiuta di getto
che racchiude la grandezza di un atto  

Il male oscuro
Il male che devasta la mente
è un denso buio di magma
che blocca ogni passo

Sembra non sia necessario
-così dice chi discute sul tema-
debba essere chiuso

.....e libero corre senza alcun macchinista
su divelti binari
che si arenano nelle paludi
e sprofonda

Chi si ferma a guardare
una scontata tragedia?

Credo
che solo l'amore saprebbe lenire
quel mondo indistinto
che ha perso il rispetto

Che fare?

Si chiudono gli occhi
su luoghi che destan timore
e sovente si lasciano soli  

Il futuro che avanza
Miei cari
mi avete lasciato un' impronta
di graffio che emerge
se mi guardo allo specchio

Mentre crescevo
per guardare più avanti
sono salito su spalle ricurve
senza troppi rimorsi

Seppure son grande
ne ho doloroso ricordo
e il mio rimembrare rischiara le ombre

....che non sono passate
ma si proiettano sul sentiero che viene
e ponendo il mio passo su esse
mi sento di andare

Perchè altri abbiano a scorgere
la linea dell' orizzonte
devo porgere spalle
al futuro che vuol vedere più avanti  

Il disordine d'artista
Hai lasciato appunti sparsi
a creare confusione e ridurre quello spazio
che noi tutti abbiamo da usare:
ma son guai se si volesse riordinare

....e continui a sparpagliare

Se d'improvviso ti sovviene
un appunto che hai fatto
e non sai dove l'hai posto

....rovisti nei biglietti che hai lasciato
(in magnifico disordine s'intende)

Se non dovessi ritrovarlo
c'è un capro su cui si possa rivalere,
non è colpa da imputare
a chi, poverino,
ha tentato di creare un'atmosfera
meno amorfa e un po' briosa

Tu ha spirito d'artista
un creativo avanguardista
che si perde nella cesta
di un accumulo di carta

Si accende poi la furia
se emergesse il grave ammanco;
e son tutti da indagare
come fosser criminali

Il genio artista non ha colpe
è al di sopra di facezie
è libero pensiero che s'espande
(un po' in disordine s'intende)
e non permette
d'esser chiuso dentro un guscio  

Il calore d'affetto
Affetto
è velo di odalisca in danza
che stordisce di fragranza
per dir che l'esistenza
è pane da spezzare insieme
è avvolgente sciarpa
contro intemperie della vita

Affetto
ridesta il bimbo
che vive nel tuo grembo
che schiudendosi stupito
scopre il senso e i gesti
con luce folgorante

Riannoda fili che si son spezzati
colora cieli che si sono spenti
ritrova fogli cancellati
riaccende fuochi ormai sopiti
e compie deciso nuovi passi

E' come il getto di germogli
a fine di stagione fredda
....preludio a primavera
poichè alla caduta delle foglie
segue sempre gemmazione  

I tuoi occhi
Vedo nei tuoi occhi guizzanti scintille
lingua di fuoco che lambisce il profondo
brace che arde perenne
...e riscalda la vita

...e mi conquista
sebbene
timore io provi
per paura di ustioni

quale dono più grande dell'entusiasmo!
E mi lascio bruciare  

Guscio dischiuso
Rientrando
ho udito ruscellio di doccia
ignara
ti sentivi protetta
-com'eri sciolta!-

La tua pelle
sotto rivoli d'acqua
....lucente bellezza

Indifesa
esposta ad occhio rapace

Le palme distese
con lente movenze
in carezzevole andare

Le palpebre chiuse
le labbra dischiuse
col capo un poco riverso

....sensuale esci dal guscio

Ferito profondo
temo mi scopra
e tu più non sia

mi sento un intruso
non condividere tale momento  

Guardiamoci in faccia
Dove sta andando questo uomo pasciuto
con tutto il benessere che lo rende scontento?

Incapace a vedere chi chiede un aiuto
prosegue distratto, questo misero ricco,
mentre c'è chi soffre ancora fame
e mali che si posson curare

......si fanno ricerche infinite per sconfiggere il male
ma poco ci cale di chi
non potendo pagare continua a morire

Molteplici forme schiavizzano il mondo
e questo uomo allo sbando

L'opulenza pensa si possa comprare la vita

Il ricco viziato
continua a spogliare la terra per il male d'avere

Dopo che ha sventrato il pianeta
e trovato quel che lo aggrada
butta il lordume
........lontano da casa s'intende
rendendo il furto compiuto
come pacco regalo
ma è solo veleno
a chi, per scontato, pensa valga meno

Ancora per quanto potrà fare
questo gioco meschino?
Del male compiuto
il tempo ne darà il resoconto
e non si potrà avere lo sconto

Quel che chiamiamo progresso
a volte è un grande oratore
che sovente, esclude come vocabolo:Giusto

Scrive la storia ad un unica voce
senza duettare per un coro d'insieme

Svuota le tasche a chi poco possiede
per riempire quelle già piene  

Guardandomi
Se mi osservo con limpido sguardo
vi scorgo un'impronta profonda
su rena della coscienza
che distingue da bestia

Non sono gazzella che fugge
né leone che preda per mantenere la vita

Gli occhi che porto
non guardano solo di fuori
ma sanno scutare l'interno
per dar senso a quello che vedo
.....cosciente dell'esistenza

Se solo un momento
mi fermo allo specchio
quel corpo riflesso
è uno scrigno
di ciò che sconfina nell'infinito
Un assurdo____________nel concreto
si mostra al mio occhio
che percepisce infinito

Qualcosa di grande
racchiuso da membra che indosso
.....mi sfugge o rifuggo
ma avverto  

Frutti violenti
Se mi arrogassi il diritto di usare la forza
per portare a più miti consigli un fratello
avrei violato l'altro me stesso
e gettato l'abito umano che porto

Otterrei un sordo rancore
che aspetta silente come la brace
in attesa di vento che attizzi e divampi

Se castigo è dovuto
per chi viola un sociale convivio
non è con violenza che raggiungo lo scopo

Semente malata che cresce nel tempo  

E ti senti padrone
Uomo spaesato, nello spazio infinito
ti senti potente perché puoi cogitare
ma ti manca orizzonte a cui volger lo sguardo
per drizzare la prua che sempre s'incaglia
nella mota del tuo piccolo corso

E ti senti di far ogni libera scelta...
ma se solo ti guardi con occhi più chiari
come quelli che ti hanno pensato
rivedi il lerciume lasciato
che ti rende estraneo al mondo d'intorno

Questo dono prezioso tu vai calpestando

Sconforto ti prende se solo ti fermi un istante
e diventi geloso degli astri del cielo
che seguono il giro ch'è loro prescritto
o dell'animale l'istinto ch'è ben definito

Spaventa il libero arbitrio
che nel tempo tanto male ha compiuto
perché incapace a guardare il male albergato
nel profondo dell'animo umano

Impara a trovare un giusto legame col mondo
e a riconoscere il giusto

A volte nel fluire dei giorni compiamo delitti
seppure celati da maligni sorrisi
che dilagano a contaminare lo spazio vissuto  

Dimmi dove sei
Dimmi che cosa ti sommuove
il risuonar di questa voce
dentro i labirinti della mente
che come polpastrelli duttili
scorron sulla pelle
provocando un brivido ascendente

Ascolta l'eco che risuona nelle membra:
è il corpo che ti parla
usando un suo linguaggio
che scorre come un' onda sulla schiena

Dimmi dove stai
dipingi sul tuo viso
quel che avverti nell'essenza
poichè non ha parole a sufficienza,
affinchè ti segua là dove tu sei

Voglio esser con te
guizzo della fiamma
cera che si scioglie
vita ch'è scintilla

Voglio travalicar con te
il confine
così grande eppur sottile
che divide

...e lasciarmi andare
a legger tra quelle pieghe
quel sentirmi a casa nuovamente  

Come ninfee
Siamo ninfee schiuse
su pozze d'acqua ferma
tronfi d' apparenza

.....sul fondale c'è la melma
limo di materia che si disfa
nel divenir vitale linfa

S'apre smisurato e bello
questo fiore
sorretto da una foglia
aperta al cielo a supplicar chiarore

.....il fondale è nero e spento

Miracolo di vita
che dalla pozza buio di uno stagno
e la chiarità del sole
trovi inizio un' esistenza  

Cercando il padre
E' passato lungo tempo
ma continuo ad inseguirti
per scoprire tra fessure di ricordi
tu chi sei?
e ti vedo
mungere le vacche
potar le viti nei filari
rigirar le zolle con la vanga
falciare erba per il fieno
seminare il grano

Parole contate a vestir la vita
....timore la presenza
e quella voce ferma
a tracciar la retta

Voce ad intonare il vespro nella chiesa
e con la cotta bianca e mantella rossa
portare in processione la grande croce
come quella della vita
che ha rapito, ancora giovane, la moglie

Di te rimane forte
il momento della morte
nel disvelarne il volto
come colui che chiude il giorno
accendendo in casa le candele  

Argilla grezza
L'amore
s' è affacciato alla mia porta
....è forza che modella
sorriso che soggioga
eloquio che incanta

Ero argilla grezza
e m'ha fatto vaso
colmato dei suoi fiori
per mostrare la bellezza

Nelle sue mani esperte
ho preso forma
che stava sfuggendo alla vita mia  

Anima stanca
Ti prendo tra le mani
anima stanca
perchè t'inalzi in cielo
a ritrovar l'essenza....

t'inoltri nella furia di bufera
cavalchi sopra l'onda
e ti pieghi come fronda
per sentirti avvolgere da vita

Non puoi restare amorfa
ma tuono che risuona
fiamma che divampa

......s'è schiusa la speranza

Per ritornare a vita
non puoi restare serrata     

I tuoi occhi
I tuoi occhi languidi
sono carichi di solitudine
.mi soffermo
a guardare il tuo sorriso

Sei così docile
da colmare l'anima di tenerezza

Ti ho richiamata in sogno
per scolpire nella mente
il tuo viso
e poter rivedere il tuo sguardo

con fiorito alle labbra un lieve sorriso
come se stessi rimembrando
immagini passate

Per me
sei primavera dal sole tenue
sei virgulto
autunno assorto

Hai perso il gelo dell'inverno
la calura dell'estate
sei femmina dolce

il tuo nome è amore  

Ieri e oggi
Stasera la luna
ha una luce diversa
non è più come allora
quando le sere d'estate
ai bordi del bosco
i grilli,la luna tra i rami
il vento indiscreto
l'acqua scrosciante
avevano suoni e colori
vissuti con l'ansia
di poterci entrare
quasi per gioco
e scoprire ad un tratto
che sono svaniti.

Trovarti seduto
a guardare un mondo
già non più tuo.

Averlo solo sognato
mai goduto.

Cuore e mente
Se il cuore pensa
ansia lo travolge

o per contro
immensa gioia sorge.

Tinte cupe
o pennellate accese
spande sulla tela

scompare l'ombra.

Oltre---- percepisce il divenire.

Gioia immensa coglie
in un gesto
che pareva sfuggito.

Quale più vera voce
può parlare?

Di fronte al cuore
la mente fa contrasto
portando tutto
a grigiochiara tinta.

Autunno
Il cielo è grigio
le piante spoglie
le foglie gialle.

Il corpo freme
la mente s'agita
il vento soffia.

L'atmosfera è muta
sale una fine nebbia
suona la campana

il suono s'espande
nell'aria triste
freme il mio cuore
senza resistere.

Puzzle
Con mani frementi e con occhi sbarrati
cerchi fra i pezzi dispersi
quelli che combinano il puzzle
-una vita smarrita in tanti meandri-
son troppi, l'occhio non regge
e il quadro non viene
ci sono dei vuoti e non trovi l'ammanco
Quel che ti appare è incompleto
vorresti poterlo ultimare
prima che il giorno finisca
Ti divora la rabbia di non giungere a termine
Ti senti colpito nell'intimo
e un' onda di astio ti assale
Perché non dovresti riuscire!
L'orgoglio dell'uomo ferito
ti spinge a barare per il successo
fai un patto col tempo
che ti è stato concesso
per poterlo ultimare
Altri dovran continuare
e questo ti offende
perchè ti senti impotente
Vuoi porre rimedio
per mitigare il giudizio
che daranno ciò che hai fatto   

Lo specchio
Acque agitate
sono specchio dell'anima

Frantumate immagini
in esse si gettano

Bagliori di luce
sulle creste delle onde

-Luce e Buio-

Non colori di mezzo

Lo spirar degli eventi
porta scompiglio
frantuma

Estenuante fatica
ricomporre immagini
che vorremmo perenni
per le nostre certezze

I vagabondi
I vagabondi si presentano uguali
vestono sempre la stessa uniforme
senza varianti

Il viso truccato da un velo di polvere
qualche macchia di unto
e noi che accanto passiamo
stringiamo le ciglia e giriamo la testa

indossano la maschera tragica
per accettare il rifiuto

negli occhi un'ombra
ad attutire la protervia del mondo dintorno

Seduti in angoli soli
rannicchiati a gustare un raggio di sole
la loro è presenza irritante

Eppure avevano un nome
ancora lo hanno ma non lo chiediamo

Non diciamo che vorremmo levarli
come l'immondizia sul far del mattino
quando si puliscono strade

non s'addice al nostro linguaggio
siamo civili
ma l'idea si mantiene

Quadro d'autunno
Questo pallido sole di novembre
getta una luce gentile d'intorno
Oziando seduto su queste panchine
guardo lo specchio dell'acqua lacustre
che percorso da un tremito lieve
indossa una veste ricamata di stelle
in danza perenne
Anatre cullate dalle onde
gabbiani che planano a picco
e piccole barche dondolan pigre
Il viale alberato ha cambiato la veste
indossando tessuti sgargianti
Foglie staccate dai rami
si posano lievi sui marciapiedi
per farsi sospingere da soffio di vento
Pigri passanti,chiusi in pastrani
passeggian distratti
assorti in mille pensieri
Stupendo è fermarsi con sguardo incantato
a cogliere il fascino del tempo presente
che s'avanza con passo silente

Quesiti e stupore
Guarda
la maestà dei monti
contempla
la vastità dei mari
Coi tuoi strumenti
indaga gli spazi immensi
e i loro mondi
Sgomento e meraviglia!
La mente
recinta tale giardino
non potendo valutarne i confini
Hai trovato la chiave
Nella lente
hai trovato l'accesso
sei entrato nel tempio
Hai reso manifesto
la regola incisa nella natura
Hai aperto uno scrigno
dono o possesso
Osserva gli occhi di una madre
guardare suo figlio
prendi i suoi occhi
per contemplare il creato

Incanto del passato
Adolescente m'incantavo
a guardare i temporali
che a me parevano
fanciulle scalze dai mossi capelli

contemplare l'estate dei colori
assaporare la melanconia della nebbia

Odoravo ghiotto l'aroma del mosto
osservavo il rito della semina
e la neve cadere
in silenzioso raccoglimento

Il tutto
come ondate senza fine
mentre il tempo
intrecciava senza fretta
edera sul proprio muro
che il ricordo
a fatica riesce a sfrondare

Dono
Il silenzio è il dono più grande
che saprò farti
e sarà tutto
ho quello da offrirti

ci sarà dentro tutto

ascoltalo
amalo il mio silenzio
sarà
come occhi di gatto
che quieti
non si stancheranno di guardarti

Il seme della vita
Il dolore che mi è stato assegnato
mi ha fatto creatura pensante
- peccato sminuirlo-
La vita ha tracciato solchi profondi
gettando le più varie sementi
irrigate con lacrime ardenti
Non sono solo buoni frutti
sono comunque sentimenti profondi
L'ortica ed il giglio
con i rovi e l'ulivo
si rubano spazio
in questo giardino
E' comunque il mio orto
Se
scavalcato il recinto dell' astio
per usufrutto di tale abbondanza
il corruccio s'aprisse in sorriso
diverrebbe travolgente valanga
che investe e riveste di nuova speranza

Seme di un frutto succoso
cosciente del bene e del male
è il cuore, che soffio vitale
racchiude all'interno il passato
che facendo innesto d'amore
pensa a un mondo migliore

Figli che andate
Di noi portate le tracce
e in voi
riponiamo speranze

Il tempo vorremmo fermare
per timore
di quel che la vita vi può destinare

.ora vi ha presi per mano
per condurvi su ignoti sentieri

.e a noi aumentano pena

Carenti alla nostra funzione
vi osserviamo inoltrarvi nell'esistenza

Modesta è l'offerta
che abbiamo da darvi
ma
superata la dimessa apparenza
scoprirete sorgenti impensate

insensato rinunciare a trovarle

oasi d'acqua sorgiva su terre riarse

Fanciullezza
In fanciullezza
l'estasi
mostrava un volto chiaro
amabile del mondo.

Ogni cosa
era a suo posto
nello scarno albergo dell'anima.

Amore
Ti ho amata
per la semplicità
che riluceva nei tuoi occhi
adolescenti e sinceri,
specchi d'ogni emozione
che ti portavi dentro

Il senso del silenzio
Amato silenzio
trovato in penombre di chiese
che sanno d'incenso
tonifichi e rinfranchi la mente
come brezza marina odorosa

Il silenzio
che ha il ritmo del tempo
dà senso all'agire
e sgombra l'affanno dal cuore

Respiro del tempo stesso
è il silenzio che s'espande infinito
manto avvolgente dell'universo
Se perdiamo del respiro il tuo ritmo,
l'affanno ci prende
un vuoto c'invade
e diviene tormento
che frantuma il bisogno di pace

Il silenzio agognato
è un grembo materno
che raccoglie l'umano tumulto

Non è cancellando dal cielo
sole luna e stelle
serrando il creato dentro uno stipo
che troviamo la pace.

Questo è buio vuoto
...il nulla

Soli nel niente assoluto
senza alcuno
che sia di rimando al nostro vissuto
perde senso la vita

Il silenzio cercato
è culla per l'anima
che chiede smarrita pace sicura
fra amorevoli braccia
che l'hanno plasmata

Il silenzio che canto
è loquace come voce d'amante
che sempre ripete
l'amore infinito che ci ha riservato

Ci dona i suoi occhi
per guardare noi stessi
di rimando ci dona
un'immagine nuova e più vera
di quel che noi siamo

Ha il ritmo del tempo
il silenzio che s'espande infinito

Sponda amante dell'onda
Braccia protese
ad accogliere la furia del vento
che sospinge i marosi alla sponda

Salda
trattieni la furia dell'onda
spruzzi di fiori in frantumi
ricadere nei flutti in risacca

Candido giglio
onda,ti offri all'amante
che accoglie lo sfogo
e contiene gli eccessi

Rifugio sicuro ti mostri
sentinella a vegliare i confini

Contieni e lenisci
accogli e respingi
simbolo vero d'amore concreto

Richiami carezze dell'acqua
che rinfresca e stordisce
passione che coinvolge e travolge
in alterni umori dei giorni

Si va in scena
Questa luce che declina
lascia amaro là sul fondo
Sfugge il senso
di questo andare

Per capirlo
vai a sbirciare
fra i tendaggi della scena

Il copione dove ha messo
chi ha creato questo sfondo?
Non c'è tempo
sei chiamato a recitare
e non puoi più aspettare

Folgorato dal tuo ruolo
sei nel mezzo dell'azione
recitando quel copione
che pensavi aver scordato

Maturità
La mia serenità è pacata
la mia gioia è serena
la mia felicità è velata

Ho costruito il mio mondo
sui risvolti

Accanto a certezze
pongo domande

Annego la parola finito
nell'incommensurabile infinito

Accanto alla gioia
pongo il dubbio del dolore

Nel dolore
fiorisco la speranza

Alla felicità
proibisco di bruciar le ali

Maestra in questo
la vita
...fa toccare vette
e conduce negli abissi

e affondo solide radici

Vorrei i tuoi occhi
Vorrei i tuoi occhi
per vedermi
come tu mi vedi
Vorrei il tuo cuore
per amarmi
come tu mi ami
Io non mi conosco
tu
mi hai fatto conoscere
Mi hai raccolto
ch'ero sfinito
Le tue mani
le tue labbra
il tuo sguardo
medicina alle mie ferite
m'hanno dato le ali
Con te vorrei volare
alla ricerca
del limite dell'orizzonte

Incanto del passato
Adolescente m'incantavo
a guardare i temporali
che a me parevano
fanciulle scalze dai mossi capelli

contemplare l'estate dei colori
assaporare la melanconia della nebbia

Odoravo ghiotto l'aroma del mosto
osservavo il rito della semina
e la neve cadere
in silenzioso raccoglimento

Il tutto
come ondate senza fine
mentre il tempo
intrecciava senza fretta
edera sul proprio muro
che il ricordo
a fatica riesce a sfrondare

Occhi di luce
L'amore risplende
con occhi di luce
a chiarire gli eventi

Irrompe
lampo abbagliante
negli anfratti nascosti del cuore

.irrequieta dimora

Dolore insulso
sorriso amaro
maschera triste il vivere
essendone privi

Prorompe a trafiggere le nubi
scroscia
a lavare gli inganni
di miserie d'esistere

Esonda su terra riarsa
a spegnere sete

Entra nell'anima
a vestire con abili dita
passione di vita
fino a ultimo dono

Per chi cerca riparo sicuro
all'ombra di meschini ricatti
appare insensato

S'attenta all'amore
spaventa

E' coraggio deporre le armi.

Estingue il debito
investe in perdita
rimane quando tutto è perduto

Rammenda l'amore
ricuce
instancabile sarto dell'esistenza
ridona speranza

Scroscio d'acqua viva
rinnova.

Al desco per la cena
Al desco per la cena
si sono accomodati
due mondi separati
Ognuno concentrato
sul giorno ch'è passato
Spiare il gesto muto
dell'altro ch'è di fronte
Sperare il frantumarsi
dell'assordante dialogo
di mimiche silenti
Viversi lontani
sperando nella resa
del commensale avveso
In tale atteggiamento
un perdurar di sfida
che porta sfinimento
Un gesto incontrollato
scatena il putiferio
accuse senza senso
urlate a muso duro
Sbattere di porte
e frantumati piatti
per ripiombar nell'incubo
orbato dell'amore
Sentir la voce dentro
richiamo ossessionato
a tacitar l'orgoglio
per tendere la mano
Dirotto pianto scaturito
in un canto soffocato
per non mostrar la resa
Tentar confronto ragionato
ma l'incocciar di sguardi
con l'ombra innanzi agli occhi
fa riaffiorar rancori
e ripiombar dialogo tentato
in perenne incomprensione

Forse io
Per guadagnare il suo pane
mia madre fa l'amore
con chi compra la sua pelle
per un povero piacere

e c'è gente assai distinta
che ha soldi per pagare
pochi attimi un po' animali

ma mia madre li conosce
e un po' li compatisce
per quel vuoto che devasta

Non conoscono l'amore
perché temono esser nudi
nei confronti al dio del dono

Gli han lasciato sulle spalle
una vita che già cresce
...rifiutano esser padri

E' rimasta solo lei

E tra chi va a barattare
v'è anche chi mi ha dato vita
ma non porta del rancore

Ha smarrito le sue forze
per provare a maledire
.forse io potrò ridarle

Il giorno dopo
Rannicchiata sul divano
col cuscino stretto al petto
con il viso pien di sonno
ed il mento su ginocchia

I capelli spettinati
una nube nel tuo sguardo
senza luce e senza vita
e sul volto smarrimento
che si sforza ricordare
per entrar nel nuovo giorno

E' già tardi
e ancora vaghi
nei meandri di ciò ch'è stato

Sei svuotata d'energia

-ma dov'eri ieri sera?-

Era tardi e non ricordi
era bello abbandonarsi
era come fosse eterno
e qualcuno poi m'ha presa

-ma dov'ero ieri sera?-

Son sicura che io c'ero
eran suoni chiusi in testa
eran luci ritoccate
da pennelli stravaganti
che dan forme impressionanti

-e il mio corpo cosa era
e che cosa m'è rimasto?-

Tanto vuoto e tanto pianto
dentro un'anima ch'è straccio

Lisa e smunta è la mia vita
e ha perso il suo sentiero
e vagheggia nei deserti

-ma dov'è che posso stare,
quale senso ha il mio andare?-

Mi vorrei annientare
cancellare il mio natale

-perchè vivo se poi muoio?-

e allora spengo il sole
........................................
Aspetta un attimo
prima appoggiati al mio petto
e se poi tu lo vorrai
potrai fare quel che vuoi

Lo specchio di vita
Ritrovare scordate vedute
spaziando lo sguardo sul nostro vissuto
da indelebili tracce segnato

Ustioni di lava
ferite di aguzzo pietrame
intemperie di vuoti a sentire

Porsi allo specchio
. guardare
chi in esso ci osserva smarrito
cercare riscontro ad immagine
nel profondo rinchiusa

Qualcosa è sfuggito!
Spegnere ansia per lancette
che inesorabili dicono la nostra stagione

Che senso ha avuto il tempo vissuto?
Inutile spreco?

L'anima nega la resa al nemico
che con ghigno maligno
celato negli anfratti dei fatti
ci mostra il tramonto

Scrutare colui che si pone di fronte
riflesso a rimando invaso dall'alito
che dà senso all'agire
in gocce di gemme preziose
di gesti che riempiono i giorni

Sentir perdurare esistenza
oltre il tempo campato

L'occasione
E si mette lì
teso, concentrato
a coglier l'attimo che passa
per dar corpo alle parole
e a quel che avverte

Vuol farne un'ode
da scolpire chiara
nella mente
come un motto
che rimanga sempre

In quella estenuante attesa
gli sfugge la vita vera

Rimpianto amaro
gli tinge l'anima di grigio
e non vuol darsi pace
del tempo ch'è fuggito

e perde l'occasione
di dar voce a quel momento
intenso
di scoramento che l'ha preso

Quella panchina
Là sulla panchina
un uomo
ne è divenuto l'anima

Il viso fra le mani
i gomiti su ginocchia
i capelli mossi sulla fronte
e uno sguardo perso

E' solo quell'uomo
e il suo silenzio è sacro
nessuno osa disturbarlo
e gli passa accanto

Dentro quegli occhi
c'è tutto un mondo
a fargli compagnia

Scintille brillano
tra le socchiuse ciglia
e un vacuo sorriso
è stampato sul suo viso

E' quasi etereo

Guardarlo intenerisce
e condiscendi
questo mondo che a te sfugge

Dove sarà
ora?

Forse
su pianeta sconosciuto
o forse è solo lì
dov'è
perché vede
quel che sfugge a te

Su alti sentieri
Un ultimo sguardo
a colmare la vista
della tua rude bellezza
che richiama e incanta

Severa e bonaria
incuti timore
e ci accogli con cuore

Riempi gli spazi
di suoni desueti
a noi che ti siamo stranieri

Fermarsi a sentire
per poterti capire
in questo procedere
che ha il ritmo del tempo

Questo andare 'sì lento
lo abbiamo alterato
nella foga di avere
mentre tu
nel tuo tacito stare
ci doni da bere
e ci fai respirare

Sugl' irti sentieri
s'espande l'essenza
dell'animo spento
su orizzonti più ampi
a prender coscienza
del poco che siamo

Travolgente vortice
Travolto da passionale vortice
m'aggrappo ad un sogno

frano in sospiri

.rotolanti massi
che rimbalzano a valle

Grido il tuo nome
perché tu rimanga

eterea, impalpabile
non ti fai afferrare

vita che fluisce
come acqua tra dita

Rientrando a casa
Ho chiuso la porta
al finire del giorno

Sfoglio i pensieri
per poterli contare
mentre seduto
rimango a guardare

...ci son crepe nel muro

Questo cuore
la casa
li voglio più grandi
con ampie vetrate

Via divisorie
rubano spazio

Lasciatemi un canto
in soffitta
col lucernario

Volessi star solo
a cercare nel cielo
risposte mancanti

La voce importuna
Voce importuna diviene invadente
bisogna fermarsi per doverla ascoltare

Avevi dei sogni , anzi li hai
ma quell' appello ti pone quesiti

Stavi volando con la festa nel cuore

Quel richiamo che tarpa le ali
aneli sfuggire
non doverlo sentire

Infine la resa ti costringe atterrare
stramazzi su aguzzo pietrame

Hai fatto già male accettare
un sogno incapace a farlo durare

Bufera che schianta
incudine che spacca
ascia che tronca

È un amore che muore

Fino a quando
Fino a quando
potrò spremere l'anima
quando dentro non c'è più niente
Ho sete
di un sorso di freschezza
per innaffiare questa aridità
fuggendo linguaggi difficili
Dissetarmi con pensieri semplici
immediati
bagliori di immagini vere
colme di emozioni

All'ora del vespero
A quest'ora del vespero
mentre cammino su questi sentieri
in compagnia delle mie paure
ascoltando grilli cullare la sera
esse svaniscono

Alla luce del giorno
parevano grandi
ora al calar delle ombre
si sono assopite col giorno
che si è appena girato sul fianco

Riallineare il passo e andare
Camminare
fermarsi a riprendere fiato
permettere che la vita ci sorpassi

Lasciare decantare
rimirare il percorso già fatto
e volger di nuovo lo sguardo in avanti

Riallineare il passo

Lanciare un richiamo
per cogliere l'eco ritorno
a ravvisare il sentiero

Scorger là sull'orizzonte
folgori che si vanno a dileguare
nuova luce sorge
su quel che intorno vive

...e proseguire
col passo lento e misurato
di chi è solito salire

Non scordare di volgere gli occhi
Un esercito bianco
prova a domare
la belva feroce che il corpo aggredisce
e annichilisce

Il nemico cercato è sfuggente
non ha volto
se non quello che mostra il paziente

Bisogna stanarlo

Ha nomi fantastici
come eroe da fiaba infantile
ma chi lo subisce
a volte ha un nome quasi banale

Da grande stratega predisponi l'attacco

Chi patisce
ha la colpa di averlo albergato
quel male
e viene esentato dalla battaglia
è solo raccolta di dati da definire
e numero che da altri distingue

Camice bianco
mentre fai questo
non scordare di volgere gli occhi
sul corpo che esprime dolore

Dolore che cerca parole
e una mano che stringe
solidale

Ma forse
quel dolore lo temi
e guardarlo
mette a disagio
poiché mostra a te stesso
il futuro che aspetta

...e vorresti negarlo

Noi saremo il centro
Ti desidero amore mio
la mia attesa
ravviva l'immagine di te.
Ti aspetterò
e t'amerò sognando.
Ti chiederò di immaginare
una spiaggia immensa
un mare aperto.
Saremo noi,soli
liberi di amarci.
Nell'amore
saremo il centro dell'universo
che ci ruoterà d'intorno.

La nota stonata
S'insinuano note invadenti
sul pentagramma
...macchie d'inchiostro

Si stizza l'orecchio
e pone riparo
variandone il tono

bolgia infernale compare
ma quella nota importuna
rimane

non la riesci a cacciare

La prendi per mano
e ti metti in ascolto

Spremitura d'aspro sapore
cipolla che fa lacrimare
fino a vibrazione finale

Soppesi il da fare
e la misceli con altre

Tinge diverso
e dona sapore

Il male degli altri
Domande e sconcerto
su crimini da altri compiuti

Il male così mal definito
ci risulta lontano
eppure in agguato

Ci sentiamo esentati
dal guardare
il risvolto dell'anima nostra
sì da notare il liso tessuto
che riveste l'interno
e gli strappi che porta

Arguti a riconoscere
misfatti commessi da altri
rifiutiamo di discernere
quel tarlo latente
che in fondo alberghiamo

possiamo sentire il maligno
che soffia sul collo
.vuole prendere corpo
Lo cogliamo in mille risvolti
perché ci appartiene

Malessere occulto
da tenere sott'occhio
con stretta di morso

Ho intrecciato
Ho intrecciato
ghirlande di fiori
sul tuo capo
E tu
via
t'involi su candidi gabbiani
ad assaporare estasi di silenzi
spazi aperti
e mi concedi poco tempo
per vivere
I fiori
che hanno cinto la tua chioma
sono appassiti
sotto il caldo sole estivo
che matura i frutti
e mi abbandoni
al crepuscolo autunnale
che consola la vita
col sapore acre
del vino nuovo
Mi avvolgi nella nebbia
che mette il freddo nelle ossa
di un inverno mio
e tu via
t'involi su candidi gabbiani
ad assaporare estasi di silenzi
spazi aperti

Scugnizzo
Vederti vestito di cenci
il cuore si stringe

Passante distinto
ti getta dei soldi, dicendo
"Ho voglia di ridere"
fai capriole, boccacce
e ridi

Vedi gente fermarsi a guardare
e ridi con loro
la miseria che indossi

Con sorriso bugiardo
chiedono che tu resti tale

Alla fine del giorno
sei solo e ti chiedi
"A me cosa resta?"
abbandono e miseria

Tutti sono ormai rincasati
e non sei d' interesse

Caro papà ti scrivo
(nelle ultime ore del Pontefice)

Scrivo papà senza timore
perché tale ti sento
per aver camminato sulle strade del mondo
stendendo braccia per tutti toccare
guardando lontano nell' insegnare
alzando la voce dove violenza era legge
gioiendo coi giovani
nell'affidargli il futuro del mondo

A te che cercavi il contatto
e gioivi poter passeggiare
tolta la voce
hai parlato con gesti eloquenti
e sofferti
omelia che racconta
la vita che si vuole negare

E ti metti a pregare
e ci inviti a pregare
facendo scoprire un mondo
che tentiamo occultare

Grazie buon padre
che pure se vai rimani a vegliare

Il limite e l'immenso
Rannicchiato accanto al camino
guardo tremule lingue di fuoco
che consumano un ciocco
con ardenti carezze

Volgo lo sguardo a un cielo di stelle
di tra le finestre
che ridesta un incanto

Balbetto preghiere
che sembrano un grido
contemplo l'immenso che incombe

Nell' infinito chi sono?
Dove anela questo animo inquieto?

Grido a Dio perché mi risponda
ma solo silenzio circonda

Assaporo la sfida d'esame

.è dar senso alle piccole cose
che altrimenti scivolan via
senza essere colte

Scoprir la vita
Scoprire la vita come amore

Oh Dio quanto dolore!

Sentire ch'è il motore
che alberga annegato là
nel fondo più profondo
da molto altro poi sommerso...
Gli è impedito libero il respiro
a questo anelito
che creatura viva cerca

Oh Dio quanto dolore!

Richiamo di amante abbandonato
che zittito attende...
Riscoprir la luce
placare sentimenti a zuffe
nell'intricato prevalere
per ritrovare un senso
Sciogliere il rancore
e a nuova vita sorgere

Oh Dio quanto dolore!

Quel tendere la mano
sempre....
quel parlar piano e suadente
quel reggere con forza
un cuore traballante
quel ridonar speranza in agonia
quel richiamare
ciò ch'è dimenticato
e merita attenzione

Oh Dio quanto dolore!

Sentire il carico dell'altro che fatica
..svelare che ogni giorno è un'occasione
Scoprir dietro maschere di male
il bisogno d'esser conosciuti
Rammentar che amore
accese in noi la vita
ponendoci alla soglia d'esistenza

Porsi in ascolto
E' un abito che hai scelto indossare
ti calza a pennello
non lo puoi più lasciare
...così fatto ti metti in ascolto
spalanchi il tuo alloggio

e lo fai accomodare
gli offri da bere
a quelle parole

Guardi quegli occhi
e leggi sul volto
sfogli quel corpo che innanzi si pone

Quel tono
quel muovere il corpo
quel volgere gli occhi
lontano
volerli incontrare
per non li lasciare

Quel gesto di mano
consueto e banale
è lì che vuole parlare

E dentro vibra
quel mondo che racconta afflizione
...anche oggi sei riuscito ascoltare

I mali che premono dentro
chi mai li saprà medicare?!
Il tempo ti dici
li culli lenti e li fai assopire

La stanza di Lucia
I tuoi occhi mi hanno parlato
in quella stanza in cui sovente eri sola
Sei rimasta isolata
in quell'incomunicabile silenzio
Rammento quando poco più che bambina
hai dovuto far da mamma ai tuoi fratelli
Sebbene non ci fossero soldi
non mancava mai il pasto del giorno
In mezzo a soli maschi il tuo cuore di donna
a chi poteva raccontare i crucci che vivevi?
Tormenti che solo una donna poteva sentire
chi di noi li poteva capire?
Presi anche noi dalle nostre sofferenze
di certo non ci saremmo curati delle tue
Quale premio ti ha dato la vita?
Ti ha inchiodato ad un letto
ma per quale reato?
Rispondimi o Dio, che ha fatto di male?
Eppure al di là di queste domande
a cui non perviene risposta
ho scoperto l'amore più vero
Il sorriso come unico gesto che tutto esprimeva
I tuoi occhi completavano il pensiero
Quel -grazie- esalato con sforzo
mi appariva un gesto sublime
di celestiale dolcezza
Quando ancora ti riusciva di dire qualche parola
chiedevi a me: "Tu come stai?"
Cosa vuoi che dicessi a te che abbisognavi di tutto
e una stretta del cuore ne avevo
Cara sorella quando ti penso
mi sento riandare con la mente
a rileggere le pagine del quaderno che è la vita
i tuoi gesti che hanno detto più che parole
raccontando l'esistenza che vogliamo evitare
e che il tuo sorriso ci ha insegnato ha guardare
Ho visto sfiorire la vita
ho scoperto l'essenza dell'essere
Ho incontrato un maestro imparziale
di fronte al tuo letto
a cui non potevo mentire
Il dolore
Tutto questo non è stato vano
come forse abituati noi siamo pensare
La tua cameretta ere divenuta un tempio di vita
perché lì io ne coglievo il senso
Su quel patibolo non hai maledetto nessuno
Presenza per chi t'era vicino a continuare il cammino

Legge al maschile
Ho fatto l'amore con l'uomo sbagliato
l'ho fatto con tanta passione
perché da esso travolta

Ho sentito il corpo
gridare la gioia di donna
nel dono assoluto

Quell'uomo non è il marito
dunque ho peccato
e come tale punita

Quale pena m'è inflitta?
-m'è tolta la vita-

Si preparano ciottoli di giusta misura
si scava la fossa
si fissa la data
evento sociale di pubblico monito

Guardo negli occhi
chi afferra le pietre:

Forse che essi non abbiano amanti?

Ma io son donna
e non tengo diritto

Ancora una volta la colpa
come da grammatica
al femminile è declinata

Danzatrice zingara
Danzatrice zingara
errabonda e libera
muovi sinuose movenze
tintinnio di bracciali
su polsi e caviglie

ammaliante richiamo

S'alza la polvere
batton le mani
in ritmo incalzante

...è la vita che vive

Passionale amante
che concede piacere
nel vorticoso ballare
sorride lo sguardo
che scocca scintille

...allettante richiamo

Rifiuto è temuto
quale colpo mortale

Invito alla danza

...è la vita che vive

Camminare
Camminare è sforzo
atto voluto
esercizio vitale
che vorremmo evitare
per non far la fatica
da noi stessi impartita

Camminare è una scelta
se pur il dolore rasenta
atto voluto, teso a una meta

Non successione di passi
è gusto del corpo che si ridesta

Attimi
Oh alba!
Si sveglia la vita
dal torpido sonno.

La luce del sole nascente
cade sfinita
nelle mani del giorno che viene

e offre questa fiamma
al tempo che passa.

Mi guardo allo specchio
e mi vedo lo stesso,

ancora incosciente
fra illusione e il reale.

Melodia del silenzio
Il silenzio s'insinua nell'anima
con mani tremanti

Ti coglie
nella contemplazione estatica
di cieli traboccanti emozioni
e ti fa cantare.

.cantare alla vita
pure se intrisa d'illusioni

Tutto ti appare sublime
pure la veste severa
che indossa il dolore

hai trovato il colore
e la nota
che fanno sperare    

Maschere
A volte
crediamo di amare
dov' è solo prevalere
Vestiamo maschere
per la nostra identità
Giochiamo con parole
per dipingere il sereno
-è solo angoscia-
Usiamo il vero
venduto a buon mercato
.e divenire vetri rotti
E' falsa la luce che ci avvolge
e gli occhi non san cogliere
l'ombra e il suo reale     

Illusioni
Rabbia per miraggi perduti
scoprendo che la vita
non si lascia sognare

Pensare che quel che noi siamo
sarà condiviso
e vivere di ambiguità
per nascondere le rivalità

Constatare
che senza quotidiana menzogna
non riusciamo a campare

Credersi padri eterni
certi di aver trovato la soluzione
dimenticando
che nulla è sicuro
finchè avremo respiro    

Monelli
Ci siamo divertiti a frantumare
il giocattolo che ci è stato donato
per poterci dentro guardare
poi l'abbiamo buttato
perché non era più interessante
ci aveva annoiato

Come ragazzi stolti
non ci siamo neppure sforzati
di capire com' era formato

Siamo andati per strade con fionde
a rompere lampioni nelle notti d'estate
sembrava un bel gioco
e ci siamo persi nel buio
della nostra ignoranza

Abbiamo bruciato ogni prato d'intorno
pensando di creare nuove distese
e ci siam ritrovati con il deserto   

Gabbiani
Mi piace gustare la freschezza
di questa incessante pioggia
e con la mente
volteggio come gabbiano

Aspetterò la mia donna
le chiederò
di volare sul mare aperto
e spiagge immense

Saremo noi
soli,liberi,felici d'amarci.

L'universo
ci avvolgerà come corolla

e questa danza sarà esclusiva  

Buon giorno
Ancora il buio
fascia la notte come sciarpa
e i lampioni
sentinelle sole
hanno una curva triste

M'inoltro
nel giorno in cammino
e vado
all'appuntamento quotidiano

Necessito d'un cesto colmo di passione
da porgere all'uomo
che cerca un po' di sole

Dov'è il paniere
che ha dentro questi doni?

Forse è là
dove è sempre stato

...dimenticato   

Dolce melodia
Dolce melodia
sepolta nel fondo del cuore
ti cerco
con ardore incostante

.mi sfuggi
e l'afferrarti è ardua impresa.

La tua musica va spegnendosi
in questo cielo stupidamente inquieto

ma le tue note mi saranno guida
fino a quando
riuscirò a strapparti qualche segreto.

La sgomento m'ha abbagliato.

.fino a quando
temerò la paura d' amarti
liberà?     

Intuizioni
Gocce di rugiada
guizzi di luce
su tremule foglie
ventaglio multicolore
che scivolano, evaporano
lasciando lo stupore di un attimo

Non hanno colla per esser fissati
inconsistenti e volubili
odorosa brezza che stordisce
lasciando l'ebbrezza

Attimo di folgore che sfugge
è solo un ricordo la luce
che t'ha dato l'abbaglio    

Il senso dell'amore
Amore ti muove all'incontro
di ciò che con occhi non vedi
ma il cuore tuo sente al di là.

Amore, terra fertile
in cui affondare radici
perché attecchisca la vita

Amore,tappeto di neve
fioccato su distese dell'essere
ad attutire il passo aggressivo
che il mondo t'impone

Amore è sempre oltre
non finito in sé       

Il cassetto
No! Non chiudere a chiave
i segreti del tuo cuore
domani
nell'entusiasmo di rimettere ordine
fra le tue cose
li troverai intatti
ancora come li hai riposti
e ne sarai turbato

Corsi e ricorsi
Quante volte l'insipienza
con vesti di accortezza
ha prodotto risultati nefasti.

L'incompetenza non s'arrende.

Teste mal guarnite
si cingono la fronte
e si propongono guide
urlando sproloqui
fino a renderli veritieri.

Triste è vedere
andare in frantumi
retaggi di storia
come fosse immondizia.

L'ignoranza non permette il capire.

Così ci troviamo su irti sentieri
senza avere una meta.

Alla fine di tanto sfacelo
torneranno a proporre
quasi fosse loro invenzione
ciò che annoda poco distrutto     

A termine del giorno
Saluto il giorno che chiude le imposte
ripetersi d'onda che perenne ritorna

Rapido sguardo al giorno finito

Saper indelebile ciò che è ultimato
e l'ammanco del lavoro compiuto

Tentare promesse per il dì a venire

Chiudere gli occhi e sciogliere l'anima
forse domani sarà un giorno migliore

Sfugge il segreto che lega il mio fare
con la vita che scorre dintorno

Sentirsi filo con altri intrecciato
che tesse la trama di un unico arazzo
con nodi a legare vari segmenti

Allo scibile umano non è dato capire
quale disegno andrà a ultimare

.e un poco sgomento il giorno saluto

A Lucia
(Alla morte della sorella)

Creatura fatta diafana
da quel male crudele e spietato
che incise l'anima

e disfatto il corpo

Il silenzio
nel consegnarti al destino

.strazio d'olocausto

La tua presenza

.testamento d'esistere
anche nel limite

Hai fatto scoprire la vita

.sfinita ti abbandonasti
all'ultimo sonno
che spalanca lo sguardo sul vuoto

.un' assenza prevista
ma non cancellata
per la traccia lasciata     

Miei cari
Miei cari
avete tradito i miei sogni bambini

Prima che il mondo fosse
esistevate per me

Perché avete tradito l'oracolo
che il mio essere figlio
ha pensato?

Vi vedevo immortali
e voi
ve ne siete andati

Con lucida coscienza
ho fatto incidere
-Risorgeremo-
sulla pietra

Questa speranza
non basta a colmare il vuoto
che la morte ha creato       

Sull'aia
Guardavo, seduto sul gradino di casa
quei corpi bruciati dal sole
coperti di polvere e sudore
intenti alla trebbia

Li ricordo scalzi in umidi solchi
le spalle ammantate di nebbia
gettare il seme alla terra
con gesto ritmato dal passo

Carpivano ogni segreto
di quella fertile donna

Li ho visti coltivare un amore
col tempo e pazienza
svelandone la fedele promessa

Li vedevo compiaciuti
camminare al limitare del campo
rimirare germogli spuntare
frutto di amore fedele
e gioire del gradito compenso
che tanto avevano chiesto     

Il tempo maestro
La vita tempesta che imperversa
rivela l'umana pochezza
l'uomo vorrebbe affrontarla
levare proteste

Un pungolo d'ape
fa sentire il bruciore

Chi mai ha avuto ragione sul fato!

Appoggiati a noi stessi
con lo sguardo rivolto lontano
prendiamoci in mano
per amarci così come siamo

Il dolore che il tempo ci ha dato
diviene maestro
rende duttile il cuore
per reggere l'umana vicenda     

Amore e vita
Parole vuote
sorrisi amari
detti e compiuti per abitudine
al solo scopo di mentire
al nostro reale sentire

Senza gioia né rancore
ci siamo sottratti all'amore

.che premuroso
ci ha offerto cielo e terra
mari e monti
erba e fiori

un ventre per nascere
e ce ne siamo scordati

Meraviglia non ci coglie
dei doni ricevuti

Il nostro affetto è centellinato
incapace di godere
il frutto del mistero
fondato sul dono.     

Guardando il cielo
Guardando il cielo terso
penso a noi

la luce e il calore
ci appartengono

ma il sereno non è eterno

abbiamo conosciuto pioggia
indispensabile alla vita

e il buio che aguzza la vista
dell'anima che focalizza l'essenza

il vento,forza dello spirito
che respinge le nubi del superfluo

Occhi che valicano i limiti
.benevoli
scongiurano deriva     

Fiori di carta
Belli quei fiori di carta
raccolti in vetrine luccicanti
e riposti accuratamente
in un angolo di casa.

Così staticamente mortali
hanno rubato la freschezza delle rose
bagnate di rugiada.

Accontentiamoci.

Fiacca la voglia di cose vere
basta l'imitazione.     

Canto la vita
Canto quella folgore
che fluisce tra occhi in amore

Germogli d'emozioni
compressi in spazi angusti
frenati nella corsa
anelanti a rompere le prode

Gemme di vitali innesti
soffi a valicar confini
luci all'orizzonte
Vita

Alba e tramonto
bonaccia e tempesta
meriggio steso al sole

Fluita dalla bocca di un morente
compare nel vagito di un lattante
Aggrappata al seno di una madre
si piega sotto il carico del tempo
Sarto che ricuce strappi
e dà senso al fluire degli istanti

Lacera le mani come corda
che sfugge all'afferrarla

Amore infinito
che tesse luce d'ogni alba
rischiarando il mistero
svelato tra le ombre
ove il passo muove sul sentiero       

A parole si dice
A parole si dice
che al di là del colore o d'etnia
ha uguali diritti l'umana genia

ma quando visi difformi dai nostri
si pongono di fronte
con usi e linguaggi diversi
scopriamo mutui dubbi farsi palesi

Mentre eravamo lontani
e reale rapporto non era temuto
era quasi un bel sogno
pensare con essi un rapporto

L'abbiamo scoperto in persone reali

Docili e muti li abbiamo sognati
se fosse fattibile pure astratti
bisognosi di nulla
contenti di buoni pensieri
a loro elargiti senza fatica

Questo umano diverso
che cerca un appiglio
trova specchi bagnati a cui aggrapparsi

Come fare a sentirsi accettati?

Quest'epoca ci fa esser contigui
nel bisogno non si ha che bussare
il favore nel tempo sarà ricambiato
se seduti a una mensa
si saprà raccontarsi

Ma l'uomo è mistero di paure saziato
che ritorna all'istinto
per difendere spazio violato
se trova la voce guida del branco     

Desidero volare
Osservo l'anima ch'è uscita sola
lasciandomi svuotato
e m'accartoccio là in un canto
perdendo consistenza

Scompare spazio e tempo
ed occhi nuovi vanno vagabondi
a guardare orizzonti sconosciuti
per non dover rientrare

.la vita incombe
e il corpo esige
....è come oscuro male
costringersi a planare

Se potessi ripiegare queste membra
come abito dismesso
le poserei sulla spalliera
per volare nello spazio immenso
portato da correnti ascensionali

Goder di luce trasparente
per fondermi con essa

Rinchiuso in questo guscio
sono come un giorno d'afa
dove d'aria sentore non si avverte
e un boccheggiar stentato
è l'animo stoppino
della fiammella tremula che esala

o acque immote che soffocan la vita
sul letto d'un fondale

..un dispiegare d'ali
permette il non morire      

Il bisogno che pressa
Il bisogno mi pressa e busso....
sovente rimango in attese deluse
Sono in fuga senza niente
e non ho le parole per dire
Tendo la mano e cerco le vostre
per sentire la stretta che mi tolga dal vuoto
di un'esistenza lasciata
senza averne un'altra trovata
Tra le cose che porto
solo che si sappia guardare
c'è miseria e la morte
e dicon da sole che siamo diversi
Da dove io vengo hanno ucciso la vita
depredato la terra
usando braccia di familiari e fratelli
cui han fatto imbracciare le armi
per farli sentire padroni
Un tempo anche voi
avete conosciuto la fuga...
I destini fanno capricci
e potrebbero far capriole
Un giardino perfetto è condiviso
non devastato
Il soldo padrone sanguinario e potente
vede infido verme
nell'uomo affamato che chiede giustizia
E io grido a gran voce
che una vita nel pieno vissuta
lascia il superfluo per l'essenziale
e condivide un pezzo di pane
Pensate....
Pensate....      

Il mio aquilone
Sono uscito col mio aquilone
felice di poter farlo salire
ecco che vola
lo vedo che libra

Lo osservo stupito
mi sento là in alto
e seguo il suo andare

Ho imparato in alto guardare
s'è svuotato il mio cuore
s'è fatto leggero
non sente la terra
ma osserva
da orizzonte più ampio

S'è spezzato il mio filo
s'è fermato il respiro
è impazzito il mio cuore

Come fare senz'esso!?

Un grumo dolente
invadente
mi sale dal fondo

Senza parole
lo vedo salire,salire
salire....il mio aquilone

E' scomparso dagli occhi
ma rimango a scrutare
scrutare...sperando che torni

I colori son smorti
e la luce s'è spenta
non so più cosa fare

Il mio aquilone sa volare
e io resto incollato per terra
Se avessi un poco di fede
saprei che con esso io posso
nell'immenso là in alto restare          

In silenzioso ascolto
In religioso ascolto affascinato
si va facendo spazio
a un magnetico linguaggio
che trafigge come lampo
e s'incide su spartito

Non sai dire dove nascono
le note che in tumulto
salgono dal fondo

Sono
fragore travolgente
legate ad echi di ritorno
e van cercando un senso
al loro dir senza parole

E tenti interpretare questi suoni
per non smarrir l'essenza
al loro dire

Vai cercando le parole
annaspando tra fonemi
che ne riflettano la luce

E misceli i tuoi colori
per trovar le sfumature
che tingano il sentire

In un vibrar di corde
dell'animo incantato
vai raccontando l'essere
ch'è racchiuso dentro te      

Per non dimenticare
Gioia e dolore
si tengon per mano
e van camminando
sullo stesso sentiero
e van sconfinando

Distese di prati
dai vivaci colori
e alberi con frutti maturi
sul fianco di gioia

mentre dolore
ha campi d'ortiche
e rovi di spine
che non tengono more

Quando negli occhi
risplende il sereno
lo sguardo si volge
su ciò ch'è più bello

Camminano sempre
su incerto confine
e dolore perverso
dà forti strattoni
per far sentire
che c'è un mondo diverso       

Sentieri di confine
Camminando in bilico
su creste di monti segnanti steccati
non mi parve notare un cielo diverso
o valli che avessero diversa fattura
i fiori d'altura mi parvero uguali
sugli opposti versanti

Son terre con nomi diversi
a definire spazio distinto
ma i sentieri si snodano
su un unico suolo

Forse che l'aria da noi respirata
sia fissabile in definiti confini?
il mondo al suo comparire
teneva già segnate frontiere?
i cuccioli d'uomo non sono gli stessi?

Quanti figli di donna
lo ricorda la storia
han puntato i coltelli contro fratelli
per un vessillo di diverso colore
ma dentro il cuore la stesso timore

Morire per niente

La terra non reclama avere padroni
bevendo sangue di quanti son morti
ma s'offre ventre di fertile madre
a chi tralascia parlare di -mio-
e il tu e l'io giunge al noi       

Staminali
Libera vita sospesa
scintilla
non creatura ma quel che sarà
germoglio che cresce
futuro individuo
che non può reclamare diritti
ora nei sogni dello stregone

A volte il sapere
orbato del cuore
scorda il mistero di quel grumo vivente

S'è scordato il grande sapiente
mentre rigira fra mani la vita
la disgrazia a cui è scampato
forse qualcuno
ne ha permesso il futuro
per non averlo usato per cavia   

Ultimi raggi
Ultimi raggi
fendono insenature delle cime
sulla riva di fronte

Fasci luminosi
scivolano a valle
e rimbalzano sull'acqua

Argento il tappeto
su cui s'adagia l'ombra

Il vespero accompagna in volo
il placido gabbiano

Carezza di brezza
delicata mano
a lenir fatiche

Posare l'essere
nelle mani all'infinito
per rivestirlo all'alba
fresco e ripulito      

Ti chiedo la mia vita
Bramo scoprire
il tuo sorriso socchiuso
fuggitivo
e ti chiedo la mia vita

Per te saprò buttare
quelle pose stantie
di variopinte parole
che abbelliscono
la mia prigione

Vorrei rincasare la sera
meno vecchio
alzarmi il mattino
meno stanco

Ho scoperto
le mie sbarre
essere un barbaglio di luce
che mi chiude gli occhi
e non vedo i tuoi    

Riandando al passato
Riandando al passato
ricordo una luce soffusa
di lanterna appesa al soffitto
al colore di fumo
Rosari sgranati
seduti attorno al tavolo
con occhi di sonno
Salire nel buio
le scale a tentoni
entrare nel letto
e camminare nei sogni
Sogni col colore dei campi
e corse e risa
continuate tra coltri
con una stretta di fame
e svegliarsi felici
di riprendere il gioco interrotto
Da molto le notti son vuote
e le praterie di Morfeo
si son trasformate in deserto
L'incanto s'è rotto
e rimembrare il passato
non m'è di conforto    

Buttare pose stantie
Bramo scoprire
il tuo sorriso schiuso
fuggitivo

Per te saprò buttare
pose stantie
di variopinte parole

rincasare la sera
meno vecchio
alzarmi il mattino
meno stanco

Sentirmi leone ruggente
in cerca di preda

barbaglio di luce
che investe con forza

e ti fa chiudere gli occhi
per gridare il nome
del tuo cacciatore    

Anche il cielo si commuove
Ti ammiro ti guardo
...è fare l'amore

entro negli occhi
giungo al tuo cuore
busso
attendo che m'apri

entra emozione

Gusto labbra
di rosse ciliegie

.scatenate bufere

smuovono nuvole distese tranquille
sospinte in abbraccio ansimante

.si sono commosse

versano acqua
in lacrime fresche

Vecchio ti guardo
Uomo
da solchi profondi segnato
geroglifici del tempo
sul viso lasciati

ne seguo le tracce
per carpirne il racconto

non rinvengo il bambino che fosti

Una smorfia a sorriso ti sfugge
un poco smarrita
riflesso vedo me stesso

Dovrei darti la mano
per averti incontrato
e saldare il mio debito
con il passato   

Pensieri nel sottobosco
Sottobosco in fiore
tappeto d'edera
gorgoglìo di ruscello
luce a taglio tra le fronde
sussurrio
cinguettii in coro

.stupito ascolto

Pensieri che vanno passeggiando
a cogliere immagini d'intorno
tinte d'emozioni

Gettare superfluo bagaglio
per divenir ascolto attento
a interpretar parole nuove
nel raccontar poemi

Incidere in profondo
il fiorir di commozione
in questo sublime sacro luogo
che ignorato
è raccontato solo
come fiaba del passato  

Barriere a difesa
Le tue parole hanno colpito profondo
perché vere
voglia di rifiuto
turare le orecchie per non sentire

Colpi pesanti
assestati con discorsi leggeri
a incrinare barriere

Quei dialoghi mi fanno paura

Queste pareti mi fanno sicuro
.è solo apparenza

Si è aperto un varco
e mi coglie spavento

Difficile abbandonare
appigli all'apparenza assodati

I discorsi dettati d'amore
ammansiscono e portano a resa

svestono il male aguzzino

Amore ti tiene per mano
a reggere
il bagliore riversato nel buio

Sbigottito timore la resa
e poi .............la gioia   

Il sogno nella vita
Ad occhi socchiusi
smantello scaffali
in cerca di scritti
che penso aver letto
e non so rinvenire

Sono solo emozioni
sembianze senza contorni
cavalieri in gesta grandiose
e amori infuocati

Cieli stellati
e draghi celati

Li voglio guardare
per renderli veri

Fantasie infantili
che fanno sognare
nella vita reale    

Il cucciolo e la matassa
Raccolgo pensieri intorno dispersi
son fili sottili dai molti colori
li anodo l'un l'altro
e ne faccio matassa

E' gomitolo grande
che sfugge di mano
e s'infila in un canto

Lo tiro dal capo
per poterlo agguantare
ma si va srotolando

Un cucciolo burbero
ha trovato il suo gioco
ne ha fatto una palla
per sé rallegrare

Quanta fatica
nel metterli assieme!
Un po' divertito
e al contempo geloso
vedo la fine di un bene prezioso   

Al margine della vita
Giungevi da molto lontano
ai bordi di un grande giardino
voce angustiata
raccontare d'avere censura
stare bocconi a odorare la terra
allargare le braccia a cogliere il sole
frusciare il viso tra fronde odorose
bloccata a compiere il gesto
in un mondo compito
per spegnerti triste

.definiti sintomi folli

Tenerezza mi colse
con fare un po' sciocco
dicendo col cuore
l'emozione di un gesto
rotolare..
annusare con viva passione
la madre che a suo tempo ci accoglie
dire la gioia provata
tendere alte le mani a godere
di luce i bagliori
e cantare a gran voce
la vita gioiosa di rondine
per offrila a te in dono

.rompere vincoli che uccidono l'essere  

Viaggiando in metrò
Umanità variegata
come frutta di varia natura
colore,odore

Accalcati senza spazi a riparo
eppure lontani
sperduti in meandri di sguardi rinchiusi

Occhiate traverse
a sbirciare l'uomo animale
che ti ruba lo spazio

Afferrati a sbarre
da altri toccate
avvertendo l'umore lasciato
e sentirsi sporcati

Sentirsi diversi
ma forse è lo stesso
il rimando nel linguaggio dei corpi
che stringono addosso

E ricavi il tuo spazio
in immobile tono del volto
per non dare nell'occhio

e ti senti travolto   

La fatica di vivere
Se l'anima stilla sangue
il corpo è un macigno
la delusione è compagna
l'affetto un miraggio

c'è sempre chi ha un fardello più grande

ma vorresti qualcuno al tuo fianco
anche solo per poco.

Ognuno rifugge dal sostare in ascolto
potrebbe trovarsi immischiato.

Non rimane che raccogliere
la propria stanchezza
avvolgerla come coperta.

Non dare disturbo.

I piedi si trascinano stanchi
l'orizzonte limitato alla scarpe
rifuggi di alzare lo sguardo

potresti non reggere scenari impensati.    

Voglio un canarino
Voglio un canarino canterino
che libero vola ..........mi conosca
e
possa tornare a cantare
su palmo di mano
quando cieli grigi
oscurano i giorni
e
la musica cessa
benché brami risentirne le note

Ritorna su mano
posa leggero
il tuo volo su ramo
........fatti sentire
colora di garruli canti
arruffando le piume
volgendo il capino
guardare stupito
il mio smarrimento

Non costringerti
in forzate armonie
ti voglio libero
di andare .........tornare
e
raccontare il mondo
che hai potuto vedere    

Un dono prezioso
Rapito e silente
con occhi socchiusi
ti ammiro in passo di danza
leggiadra
movenze di malia

Sei loto dischiuso
racchiuso nel palmo
di foglie distese
che sorprese
trattengon su mano
quel fiore prezioso
in dono

che cielo ha offerto
all'uomo che sappia ammirare
il prodigio

Vita fatta per vita
fiamma che avvampa
e rinnova
in pienezza di gioia
su suolo che passa
se solo un raggio di luce
traluce
da occhi in amore

Spiro di vita fluisce
dal tuo essere donna
cambia tono la voce
che calda avvolge
e sospinge
in orbite immense      

Il passero che voleva giocare
Questo passero che tengo fra le mani
è il tuo cuore che si è spezzato le ali
è un po' pazzerello
si è librato su in alto nel cielo
a gareggiare con una grande poiana

Non temeva il grande rapace
perchè come lui volteggiava

Quel volatile dalle ali maestose
dal becco uncinato
e gli artigli feroci
lo ha solo ferito

Scampato alle sgrinfie
del solenne pennuto
è caduto e non riesce a volare
ha osato disturbare

E' solo un passero ma è il tuo cuore

Ha bisogno di amorevoli mani
che sappian curare senza far male
mani che sappian fasciare

vuol tornare a volare       

La vita che germina dentro
La vita che germina dentro
su terre di grandi silenzi
lascia spazi a voci e richiami
che risuonano.

Nel sordo silenzio
ti senti un po' perso
aduso ad avere risposte

Non sai aspettare
un pensiero che nasce
profondo
silente
pacato

E vai angosciato
volgendo lo sguardo
nel più fitto del bosco
che alberghi nel fondo

E vai vagabondo
mendicando risposte

Non ti sai soffermare
aspettare
......
Uno spiro di brezza
ti smuove la chioma
e le guance carezza
è fresco

Respiri profondo
nel coglier l'essenza
è ritorno di nota
che stavi aspettando   

Isolati e rinchiusi
Un po' tutti alla fine
viviamo isolati e rinchiusi
in piccoli spazi
che ci calzano addosso
mantelli a riparo

Da questi cubicoli ben colorati
guardiamo il mondo ch'è fuori
ci aiuta osservare stando al riparo
e forse a capire
fin dove.....?

Uscire di tana
è rischio vissuto come mortale

Sortire è dovuto perché vita lo impone
si parla
si dice
si lavora
si viaggia
pure si scherza
tenendo per lo più
il pensiero rinchiuso
di sfuggita mostrato

Perché essere schietti e diretti
a mostrar per intero
quel mondo sommerso
apparendo diversi dal branco?

Ciò fa viver tranquilli

Impegnato pensiero
quando si spreme
elucubra sconnesso
sul variare del tempo

O
Son finiti quei tempi
ricordi.....? Senza sapere che cosa
e nel mentre ci sfugge
quest'attimo lasciato languire

Inutili affanni e paure
uccidon la fiamma speranza
in esso racchiuso

Non gettiamo alle ortiche
la grande occasione
di coltivare semente
di un nuovo sentire   

Anima e corpo
Tu sei in me
frusci
frulli
scuoti
urli
dai forma al sentire
nelle linee del viso
nel tono di voce
nel gesto compiuto
in occhi espressivi

Ti vivo col corpo
che dà forma al sentire
che viene dal fondo
e guarda da fuori
e dice a te stesso
il tuo essere uomo
che reagisce ed agisce
alla vita che incombe

Indissolubile abbraccio
è l'alito che lega le membra
fino a data che esalando s'invola

Frammento di luce
a rispecchio del cosmo

E volger lo sguardo
su in alto all'immenso
sentire nostalgico abbraccio
che ti ha dato l'inizio
 


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche