Poesie di Zoryana Fedyk


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L’umanità non s’illude mai abbastanza.
M’innamorai di uno sconosciuto,
tanto bendati erano i miei occhi;
lui portava le rose tra le labbra
e io avevo un cuore già lacerato.
Infame fu cupido. Sorda ero io,
che soltanto l’odore dei fiori volevo sentire.

Passa velocemente un secondo
rinchiuso nelle ore dei sessanta minuti;
nasce una creatura nel mondo
e ne muore un’altra circondata dai pianti.
È misterioso il destino dopo la morte
Ma lo è ancora di più la vita ;
nelle mani del futuro c’è la nostra sorte
e i giorni scivolano come la sabbia tra le dita.
Oh giovani , l’oggi senza un sorriso
diventerà un rimpianto,
quando le rughe compariranno sul viso
e il passato ci mancherà tanto.
Ora, potrebbe essere ultimo, ogni istante,
ma non bisogna vivere nella sfrenatezza:
perché nelle cose semplici le gioie possono essere tante
e infondo la vita è breve nella sua lentezza.
La pace assoluta, tutt’ora è estranea al mondo
e lo circonda un velo di gioia appassita,
non si può cambiare tutto in un secondo,
e il male l’umanità può sconfiggere soltanto unità.
Le armi abbreviano ancora di più il tempo
incitando sempre di più alla guerra
il nemico si può eliminare in un lampo,
ma rendendolo amico, salveremmo dal male la terra.

Mia cara amica del cuore,
se dopo la morte
Potessi scegliere il continuo
del mio cammino,
vorrei che questo fosse diretto
sui giorni passati;
nel nido che crescere mi ha vista,
nel periodo di primavera,
quando lunghi rami
dell’albero di ciliegio
abbracciavano il giardino.
Vorrei sentire come allora
il suono allegro delle voci dei miei amici
al primo mattino, e svegliarmi
con l’odore dei dolci proveniente dalla cucina.
Vorrei che mia madre fosse con me
in quei primi anni della mia vita
e che tu, nei miei pensieri fossi
già esistente, in quei giorni
lontani dal presente,
a contemplare con me
quel giardino, per sempre.

La vita non può essere sempre meravigliosa,
perché la sua bellezza
è rinchiusa anche in una parte dolorosa;
Il cammino della nostra esistenza
non è un mare in pace
e basta un fulmine
che dal nulla un’ improvvisa tempesta nasce.
In quanto siamo umani, accusarci
per le lacrime sparse
però è da animali,
ma le azioni del gridare
e il terreno graffiare
alla salvezza non ci possono portare.
Chissà se a salvarci sarà una preghiera,
e se mai qualcuno prima di morire
scoprirà quale scopo aveva avuto la sua vita.
Di certo nel presente
con il tempo combattendo
le azioni più naturali da fare
sono quelle di respirare ed amare.

Il mondo dorme,
tranne qualche folle pensatore;
le strade sono vive,
gridano i fantasmi
di coloro che
sono passati di lì il giorno prima.
Sono varie le luci
che illuminano la città,
lampade che sono l’unico sole
per chi anche di notte lavora;
lampioni che emanano
luce, dando ombra
alle anime sole e randagie;
lumi sfumati che creano
atmosfere magicamente antiche.
La notte è magia, passione,
tormento, la notte....è
diversa per ogni essere vivente.


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