Poesie di Anna De Francesco


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Giorgio Albertazzi
Mostro sacro e intrigante.
Tre muse ispiratrici,
ordito e trama di sua vita,
lo impastano nel cuore e nelle viscere:
Teatro Cultura Amore.
Uomo e fiorentino D.O.C.,
prima attrae
poi stupisce e ammalia.
Icona superba del nostro ‘900
vestigia indelebili
di genuino eclettico fascino
ai posteri regalerà
(il più tardi possibile!)

Aspettando la Morte
Ti svegli al mattino
sole aria suoni canti
ma in fondo la Morte

Leggi parli sorridi
rifletti sogni cammini
ma in fondo la Morte

Ti volti indietro
ti rivedi bambina
il mondo ti sorride
e ti apre le braccia

Senti di esistere
t’illudi di vivere
vuoi sperare nel domani
ma in fondo la Morte

Inesorabile la vedi accarezzare
gli occhi trasparenti e increduli
le membra stanche e abbandonate
di tuo padre che muore

Sai che non puoi fuggire
allora l’aspetti
francescana sorella

In morte del padre
Un dolore grande
eppure lo scaldi nel petto
e lo culli dolcemente.

Speri di fartelo amico
per soffrire di meno.
Ma ti morde il cuore,
spezza l’anima,
annebbia la voglia di vivere.

E allora?
Lo nascondi e lo neghi:
chè almeno diventi
l’intimo e segreto feeling
con chi non è più

Azioni in libertà
Fermarsi
anche se gli altri camminano.
Sorridere
sugli anni che scivolano
portandosi via la vita.
Passeggiare
sulla riva del mare in burrasca
sperando
che le onde sommergano il tuo dolore
Concentrarsi
sul sorriso del bimbo
specchio di innocenti pensieri
e tornare fanciullo viziato
Cogliere
una rosa d'inverno
nel giardino della tua fantasia
e farne dono al solitario amico
per spezzarne la tristezza
Ascoltare
il rombo dell'aereo
che ti porta lontano
dal tuo mondo
di precari e insidiosi sentimenti    

Brandelli di vita
Non tic tac del tempo
Solo tac con mezzo di contrasto
spia e affonda nel male
che dilania le viscere
Ti lascia brandelli di vita
che prima sussurrano
poi gridano
e risponde ahimè
un'eco vicina e fredda di morte.

Follia
Ospite invadente
di un animo tormentato
di una mente affannata
frenetica imbonitrice
di una dimensione surreale
in un cosmo reale.
Maschera innocente
di un teatro beffardo
che gioisce se tu piangi per lei
e soffre quando tu ridi senza di lei.
Spirale infinita
di sentimenti ignudi
che avvinghiano fino a soffocare
e attanagliano fino a distruggere
chi non si sottrae ai robusti tentacoli.
Ed io, fuori da questo gioco assurdo,
rimango ora spettatore inerme
ora obbligata e consapevole comparsa senza voce
di un tragico film
che diventa ogni giorno più drammatico

Lacrime
Timide ballerine
che scivolano con grazia
intrecciando tenere danze
in un volto nostalgico
di tempi andati.

Trasparenti farfalle
che si librano graziosamente
in un'aria
che pulsa commozione
che trasuda rabbia.

Diafane lucciole
che si accendono silenziose
in campi sconfinati
di fresca verzura
o di arida sterpaglia.

Ballerine timide
farfalle trasparenti
lucciole diafane:
creature emblematiche
di riposti sentimenti
spie compiacenti di segreti umori.

Viaggio di una farfalla
Si posa delicatamente sulla mano del bimbo
per coglierne gl’innocenti pensieri

Vola qua e là nell’anonima casa di riposo
dove legge la composta malinconia dell’ospite
che non spera nel domani

Si spinge al casinò o allo stadio
e vi assaggia ora l’ebbrezza di vincere
ora la desolazione della sconfitta

Svolazza allegramente in un campo-nudisti
vergognandosi un po’ dell’offeso pudore

Si libra leggera in una metallica pista da ballo
e impara aeree piroette e sinuose spaccate

S’introduce furtiva
nel sensuale abbraccio dei fidanzati
o nella dolce intimità della famiglia
per conoscerne sentimenti e segreti

Se vuole
entra in fabbrica e arriva in ospedale:
s’imbatte nel lavoro incontra la sofferenza

Questa l’avventura di una farfalla:
tenera protagonista
di una natura felice ed infelice
forte e fragile

Che sarà?
Tenera e confusa,
triste e disperata,
ma non rassegnata,
la mia anima vaga
nel mondo inorridito
dalla barbarie degli uomini,
dalla crudeltà dei fratelli sui fratelli
alla ricerca:
di una libertà negata,
di una giustizia nascosta,
di una pace lontana.
Oh innocente e ignaro
fanciullo del terzo millennio,
tenero virgulto

di un’umanità “cainomane”,
che guardi in TV
gli scoppi di bombe
come guizzi di fuoco d’artificio,
equivoci segnali
di una falsa e assurda festa cosmica,
che sarà di te domani?

Le ali spezzate
Destino crudele
ti ha avvolto
nelle spire fredde
di morte:
una mente annebbiata
un odio improvviso
un istinto cainomane
hanno spezzato le tue ali
e fermato il tuo volo.
Di te, ora, che resta?
Dolce tenerezza di figlio,
affettuosa dedizione di fratello
solidale e nobile comprensione
per chi si è perso
nei meandri oscuri della vita,
che la mano assassina
non potrà mai annientare

Eroi per caso
Alfio Silvio Giuseppe Marco
come gli altri come tutti
farfalle cui hanno spezzato le ali,
caduti nella rete
di una falsa missione di pace,
strumenti inermi
e forse consapevoli
di un perverso gioco omicida,
di una incontenibile spirale di odio.
Ognuno avrebbe voluto essere
anonimo padre o figlio,
normale fratello o marito.
Invece, infame destino fratricida,
tutti sono diventati
eroi per caso eroi per forza
E ora?
All’indomani
della cosmica solidarietà
della planetaria emozione
della graffiante rabbia
del collettivo orrore
cosa rimane di loro?
Solo lacrime silenziose
cupo dolore
ferita in eterno sanguinante
di figli di padri
di fratelli di mogli.

Lucciole intermittenti
Accendetevi
sul sorriso di un bimbo
l’abbraccio di una mamma
le dolcezze dell’amicizia
la comprensione delle debolezze
l’accettazione del diverso
il perdono delle offese.

Spegnetevi
sugli orrori della guerra
le meschinità dell’invidia
i morsi della gelosia
le falsità dell’adulazione
i crampi del tradimento
le subdole illusioni della droga.

Solo quando ciò accadrà
il mondo potrà diventare migliore


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