Poesie di Francesco Cirino


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche


Padova
Padova, città latente e inebriante
I portici ti accompagnano per l'intero giorno
con cigolii indelebili tutto intorno.
Io sono qui, a viverti nell'anima finta e cortese
fra ruote, raggi e chiese,
Accompagnami ti prego, tra il pallido verde dei prati
e il chiarore dei mattini velati.
Accompagna il metodico scandire di fredda vita
fra innumerevoli diffidenze che oramai sono legge acquisita.
Accompagna la mia anima che dorme in letargo
con sopra piantato uno stendardo.
Muta, essa, or appare
in attesa di spiccare il volo
verso l'agognato mare.

Giornate
Giornate senza tempo
e al tempo stesso senza senso,
ruvide e in salita
sono vicoli stretti le giornate.
A volte fai fatica a tenere il capo dritto.
Sono rami secchi
foglie cadute a terra
le giornate sono bonsai
restano piccole
non crescono
rimangono tali
fino a quando giungono alla stazione notturna
e scendono al capolinea della notte,
è lì, nel crepuscolo,
il buio si fa più intenso,
il peso rovina sulle spalle..
non resta che accettarle
queste tiepide e incolori giornate.

Tra l’Essere e l’Apparire
Avvinghiato nella culla del mare
guardo il fondale cristallino
che riflette la mia immagine virtuale.
Eh si.., virtuale, poichè col vento le onde
spezzano i segmenti del mio volto
graffiato da solchi profondi.
Mi soffermo a pensare e all’istante
un balenìo nella mia mente:
Se decidessi di invertire l’ordine dei frammenti,
cosa otterrei? cosa penserà la gente?
Ecco fatto. Adesso son cambiato, sono un altro.
Mi diverto a cambiare e ora,
chi lo desidera potrà apprezzare.
Alzo il capo e sono fiero
volgendo lo sguardo in modo austero;
ma il gabbiano se ne va vibrando le sue ali
con vanità,
vola verso un’altra fonte
e pian piano scompare all’orizzonte.
Ecco, lo sapevo..!
La calma è giunta, con sgomento,
portando con sè l’assenza di movimento.
Riguardo il mio volto riflesso nel fondale
che ora traduce la mia immagine reale..

L’olio supplisce il mare.

Or il dilemma si può menzionare:
Tra l’Esser e l’Apparire cosa preferire?

A voi la scelta.

L’infanticabile millantatore
E’ un grande alpinista
giocoliere ed artista,
distinto signore
con un fedele collaboratore,
fermo sostenitore di pace e fratellanza
ma sotto sotto c’è la mattanza..
speculatore sui bisognosi
che a volte fan pure i generosi.

Dall’immenso dominar del cielo
piscia in testa a tutti
perchè ha la licenza di fetente
che al limite della decenza
sputa in faccia a tutta la gente.
Ostenta, esagera,
turgido di smargiasserie
ora si guarda allo specchio
da solo,
Non resta che guardare
quella lacrima salivare riflessa nell’occhio.

Stagione
Facce d’inverno abbiamo noi
contratte come lino sgualcito
segnate con rami senza foglie
spente e fredde come neve.
Limiti di rughe giacciono
in assenza di sorrisi
scandendo il tempo che appare lento,
più lento di una lumaca
..interminabile fardello..
Cerchiamo il sole per scaldarci
dall’oblio di un rigido inverno
per svegliarci dal torpore di vita
che ha piantato i chiodi sul nostro viso.
Io, in intimo ricordo, rivedo quei momenti
pieni di colore e amore,
di sale e di sole,
di stracci ed abbracci..
Ma c’è sempre la nuova stagione..
in silenzio
aspettiamo
volgendo
al cielo
con ammirazione.

Quando si litiga..
Nei tuoi occhi
due mari
cantano a gran voce
nei miei occhi
due fuochi
bruciano bei ricordi.

Inevitabile sceneggiata
di due che si amano
con sensi di colpa
che fanno chinare il capo fino a terra.

Silenzi gelidi e duri
come pietre mitologiche,
rivestono i nostri corpi granitici.

Ormai siamo due nettuni
in mezzo alla tempesta
di un pianto amaro.

Ridi
Ridi quando fuori piange il cielo
ridi quando gli odori antichi si diffondono
nelle stanze senza tetto,
ridi quando ti stringo al petto.
Sia di notte che di giorno
ridi a tutto ciò che è intorno.
Vivo per il tuo sorriso
tenero, malinconico, gioviale,
e di purezza intriso,
ridi nel dolore singhiozzando
guardando in faccia questo strano mondo
mentre ti sto amando.
Ridi,
continuamente,
ridi
linfa
vitale
dei miei pensieri
perchè oggi è già ieri...

In fondo al mare
Sono andato a guardare il mare
e lì, in fondo,
ho visto noi due,
con gli occhi aperti e ridenti,
l'uno di fronte all'altro
nell'immenso silenzio pressante,
e ho pensato che è bello
averti ora,
che è bello vederti
nel Blu introspettivo,
e quant'è bello è sapere
che la mia immaginazione
resterà indelebile per sempre
con te al mio fianco.

Istinto
Non capisci quanto io t'amo
non so spiegarlo
ma impegno tutto me stesso
per dimostrarlo..
Perdonami se a volte mi fermo a pensare
ma tu hai ragione quando dici che è l'istinto
che deve dominare.
Che scorra come un niagara impazzito
che canti come un usignolo d'africa
che possa giacere per sempre,
come fa la neve nelle più alte cime del mondo
incalpestata e candida!
Eccomi, quindi, solerte a viverti addosso,
pronto a guardarti
annusarti
stringerti
e a prenderti con me
nel genio folle dell'amore.

Il FrescoTunnel
I gendarmi armati fino ai denti
bussarono al mio cuore.
Il rumore tagliente
echeggiava come una scheggia impazzita;

L'estasi era finita.

La luna, spettatrice impassibile
si nascondeva per l'orrore.
Iniziava il lungo viaggio verso il fresco tunnel..
Il cuore è ora chiuso in una scatola
e chiavi ballerine danzano nella mente.

Il calcio
Un calcio al cuore tu mi hai dato,
proprio quando imparavo ad attaccare,
ma tu mi hai convertito in un portiere
che deve parare, ma non sa e si fa male.

Impotente giungo alla stazione del dolore
e ricordo quel calcio che ha lasciato un po' di terra
in ogni millimetro di quel cuore
che una volta era anche il tuo.

Costipazione (Per i men dotti "Stitichezza")
Seduto sul trono bianco
ti accingi
a fare le letture più frivole
fra istruzioni d'uso
e informazioni ambientali.
Intanto la concentrazione
si veste di solennità
ma il risultato
ancora non arriva.
Allora il tabacco
scende in campo
in aiuto dell'uomo stanco.
Il fumo inizia a viaggiare,
perlustra tutto il corpo,
fa un giro tutto intorno,
vuole stimolare
ma si rende conto
che il sollievo
è ancora da accertare.
Pensavi fosse cosi breve il supplizio?

Avaro di te stesso,

non resta che affogarti in un caffè bollente
e attendere che si sciolga al più presto
il groviglio delle tue inquietudini..

Incontro Idilliaco
Un mattino tiepido d'aprile
fu la cornice d'un palcoscenico d'argento.
In quella chiesetta che odorava d'antico,
dipinti, argenti e ricami
erano attori indelebili.

Porgo la mano per le presentazioni.

Il contatto è rosso e sudaticcio,
il tuo sorriso mi giunge fulmineo
e i tuoi occhi tuonano dolcemente sui miei,
la tua bocca è Rosa
le tue guance sono cotoni di gigli.
Io, nababbo di felicità gioisco dentro di me
ma, con stentato orgoglio,
tiro fuori dalle mie tasche un pizzico d'indifferenza.

Emozioni.

Allora apro i cassetti della fantasia
vuotandoli di parole
che corrono come l'acqua.

Riflessioni.

I miei pensieri si vestono d'idillio,
e tu, sole giallo e rotondo,
rischiari due occhi spenti
con l'ausilio di due stelle,
che giacciono serene sul tuo volto lunare.

La Speranza
Oltre la siepe,
vidi i bambini urlare di gioia,
schiamazzi dietro una sfera.

Oltre la siepe,
vidi un contadino che portava con sè
i frutti della sua terra.

Oltre la siepe,
il sole irradiò e riscaldò gli animi più freddi
per far sì che l'indifferenza non li opprimesse.

Oltre la siepe,
vidi i giustizieri fare sciopero
per tutta la vita..

Oltre la siepe vidi una signora vestita di bianco.

Mi venne incontro.
Mi prese la mano e mi disse di guardare
al di là della siepe, oltre,
dove finalmente l'avrei trovata.

Mi parlò la bianca Speranza
con un sacchetto di muschio inveterato di speme.

Primavera grigia
Su per il monte ombreggia una nuvola grigia.
Mi fissa.
Io, con aria sommessa
mi volgo indifferente e attendo la luce accecante.
I fiori piangono, recapitandomi
petali intrisi di vento.
Il profumo acre della terra
annaspa nelle mie narici.
E' la Primavera che destata dal torpore
a volte si addormenta,
sognando..
..la monotonia di un mattino uggioso.

Solitudine apparente
Luna riflessa in un ruscello, acqua splendente..
occhi di gufo nella notte,
timidi suoni di cicale nei boschi.

Il rossore di un giorno che muore,
cavallo disperso nella montagna
e lì, un solo albero,
con un'ombra sola
e un uccello solitario.

Il silenzio, padrone di una notte gelida
colpita da un cielo sommerso
e una oscura pioggia di stelle fredde.

Così, comincia il pianto solitario
della chitarra
che trafigge la sera senza domani;

E un Giacomo che fu, immerso nelle sue sudate carte
ed un Francesco che è, racchiuso nelle sue mura tristi
e assorto nei suoi pensieri dice:

tutto ciò è Solitudine; poi rammenta..
ma io no, non sono solo
perchè c'è Lei che riempie la mia vita
di mondo
immenso, sconfinato, incalcolabile.

Nei tuoi occhi
Nei tuoi occhi cerco amore
nei tuoi occhi sento il dolore
nei tuoi occhi trovo spunto per le rivoluzioni
nei tuoi occhi vedo la mia dannata periferia
e riscopro tutte quelle emozioni.
Nei tuoi occhi trovo amore
e voglio sognare ancora,
ancora per una vita e forse più,
Nei tuoi occhi vedo amore
adesso uniamoci insieme
per mano
andiamogli incontro..
E' un giorno migliore.

Notte
Letto, botte, tetro tutto tace
Miagola, respira, soffoca
la notte un po'violenta, un po' loquace.
Sotto i tetti o a cieli aperti
Notte, notte oh quante lotte,
fatta di immagini e di odori incerti.
E' sempre di passaggio,
poichè col giorno l'indomani inizia un nuovo assaggio.
Ma a volte si ferma... muta, statica, solenne;
pronta per il viaggio.
Questa volta non si sveglia,
la Notte giace sul letto tetro ove tutto tace.
-da Inediti-  

L'Incidente
Gemono sorrisi lucenti nella notte festosa
orgia di luci e colori,
fumo inebriante
spunto di nuovi amori..
ma il ritorno è accecante:
lungo la strada fredda e bagnata
giace sgraziata
una dolce vita spezzata.


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche