Poesie di Maurizio Casetta


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Senza voci
Odore di vecchi muri
l'aria permeata dall'umido,
bianchi manti di muffe
proliferano sulle vecchie cortecce
vuote e senza peso, adagiate
su freddi pavimenti di cemento.
Poca luce fioca
pende tediata indifferente
alla tela bruna posata
sulle rampe senza eco.
Fuori delle grate
muovono passi in modo sincronico,
qualcuno, getta uno sguardo
tra minime aperture.
tutto è retto
all'ansimare del muschio
e persistenti sono solo
i tonfi delle pietre.    

Vergogna
Occhi lucidamente rossi
della fatica di vivere
paura presente in andare avanti
a forza.
Paesi di polvere
insegne opache appese, nell'uguale.
Vecchi, bambini
stupore desolazione paura, disarmati
naturale invidia.
Si buttano nelle strade
a vendere frutti di bosco e miele,
l'angoscia attanagliata negli occhi
l'incertezza.
Storpi in angoli di città isteriche
gremite, nella fatiscenza elemosinare.
Pareva vedere sangue scorrere.
Disgraziati che mi hanno aperto
le loro case di muri a pezzi
e di soffitti bucati,
senza un cesso, servirsi di sacchetti.
Vergogna, uomini che hanno vergogna
- Vergogna di non poter scegliere
una vita diversa?
Vergogna per l'onestà scelta
quale lussuosa opzione.   

Calma subdola
Riposando in una poltrona
tra il fumo leggero di una sigaretta
accetto dannandomi
in una calma rabbiosa
il rimprovero di uno scandente tic-tac
alla mia inerte attesa.    

Creatura d'alcool
Nell'allentarsi degli umani meccanismi
avanzavi speranzoso al cardine
degli anelati oblii subumani
ergevi muri stagnanti taciturni
spezzando voci e luci di città
non t'accorgevi del varco che ti s'apriva
e inconscio nutrivi la serpe
di cui le uova schiuse si nutrono di te
ora cieco solo
muovi le membra in nefandi acquitrini
e il tuo urlo si sperde
accolto solo dalle attente serpi
nello scuro mantello
della tua necropoli
- Libreria Editrice Psiche di Torino, 1992 -

Alla luna
Tra luce e buio ci si muove
e si sa, purtroppo è cosa normale.
Amorevolmente legati
ti abbiamo toccata.
In questa vita difficile spero,
di svegliarci finalmente un mattino
come dei Diogene moderni illuminati.

A mia moglie Adriana
Eri un'altra donna
ero un altro uomo
fiumi, rapide
dalle vette del Male, sradicavano
sofferti spigolosi detriti
finalmente congiunti, Oceano
Unico Io erotico indissolubile
in eteree aree
illuminate da Dio
nel Sè del reciproco Universo
dolore gioia mia,
ti amo.

Scelta
Il tempo dei dovuti sudori è finito
due strade vi si pongono dinanzi agli occhi,
una è cupa, solitaria e miserabile
e alla meta
morte precoce in vana tristezza.
L'altra è un viale fiorito eternamente illuminato
dalle gioie del cuore
ricolmo di frutti da dividersi insieme.
Attenti:
"Non so se io possa..."
Non è che simbolo di inerzia e viltà.
- Unitre di Torino, 1992 -

Silvestre
Nell'ora che attarda i boschi imbruniscono,
iniziano la danza in sussurri ariosi
e lasciano cadere il ritratto
che l'occhio mortale ha di loro
Fremo,
tra le movenze di linfa divina
sprigionato fra le scorze nodose
colgo i delicati frutti,
nel piacere diffuso ed etereo danzo
Rivelazioni rotolano dal cielo
lo scagliarsi al suolo
lascia indelebili segni,
e dentro al petto
varchi di impalpabili confini

 
Sofferenza mondiale L'ampia cultura umana.
Un pastore evangelista amico mio mi scrive conoscere Dio non è un esercizio mentale ma una rivelazione spirituale. Ovvio certo, altrimenti Dio sarebbe spiegato razionalmente da migliaia di anni; io sono per una rivelazione panteista, ho fatto esperienze, e continuo a farne, includendo ora le persone della mia famiglia, che davvero hanno allargato gli orizzonti della mia anima. Il mio sfogo si riferisce a quanto accaduto in Iran e a quanto di altro doloroso esiste. Un tempo sarei rimasto sgomento pensando alla Forza di Dio e alle tragedie del mondo, perchè? A quale scopo? Un prete un giorno mi spiegò che le nostre sofferenze servono a purificare l'umanità dal peccato, come ha fatto Cristo; questo a me non bastava come non potrebbe bastare a chiunque dotato di un minimo di raziocinio. Oggi guardo ai nostri mali e alle nostre tragedie non in modo montaliano come lui ha fatto in una sua eccezionale punta poetica (al termine: 'la divina indifferenza, in quanto a ragione il piano umano è di sicura sofferenza) ma inevitabilmente con dolore per la condizione di caducità umana. L'uomo con tutta la sua conoscenza non è capace a costruire un futuro di gioia pace e serenità per tutti. La religione è l'oppio dei popoli? Non la vedo esattamente così. Le maggiori religioni e filosofie ci spingono a dividere il nostro bene con gli altri, a farlo comune. Le politiche mondiali sono serve dell'interesse economico non pubblico, ma di pochi. Un piccolo esempio: ci siamo mangiati l'Africa, che negli anni '60 era autonoma dal punto di vista alimentare. Oggi facciamo loro sconti sui debiti che hanno contratto con noi per godere della loro terra di cui incredibilmente ci siamo appropriati (vedi Nestlè oggi, e vari esempi imperialistici nei secoli scorsi). Oggi fa gola il potenziale mercato cinese. Quante altre disgrazie dovremo vedere? Molte, finchè non saremo finalmente maturi. Mettiamo il nostro destino nelle mani di chi? Perchè lasciamo che accada? Abbiamo la cultura tecnologica per evitare molte tragedie e molti spargimenti di sangue. Forse ai pochi che governano le masse sta bene così per tenere il mondo in scacco? Sarà una follia. Il mondo ha oltre 4 miliardi e mezzo di anni, la civiltà umana, stando alle ultime scoperte è probabile che abbia una storia di ben oltre 5 mila anni.
E siamo ancora così piccoli? Perchè?    

La Pace e l'Angoscia
Cerco frugo
il Verbo lama lunga affilata
pregna l'Angoscia oro cobalto e nitrato d'argento
oro cobalto e nitrato d'argento
in questa sera fortunata mi appartiene.
La Croce bianca perlata del Sangue
sale, fulgida e amplia l'oro il cobalto e il nitrato d'argento
fonde l'angoscia verbo-lama spacca
In un'ora fortunata, un tempo
attraversai in un istante il tunnel spogliato della corazza
riposai nell'Eterno in una pace di bimbo,
utilizzare lo spazio infinito d'Intelligenza?
Rivelato il pensiero tornai in un istante alla coscienza,
oro cobalto e nitrato d'argento mi appartiene
la Croce fulgida perlata di Sangue sale, traslucida:
Rabbia violenta, un pugno in faccia?
Esterrefatta esterrefatto?
Eteree aree di mancamenti d'aria, il Ragno,
caro Charles potente veleno, è sempre tra noi,
affonda il vessillo nero banchetta con il cuore morde il cervello,
scende in profondità
-...riposai...in una pace di bimbo-
Charles, le notti non sono più così stellate
come le ricordi, vero?
Il 13 e il 17 provenienti da giorni d'ossa rotte
metallo ed emorragie sono ora amici miei, traslucida:
la Croce...sale
Ho fame di vomito del mondo, di empatia e telepatia
in questa sera fortunata l'oro il cobalto
e l'argento mi appartengono
In sogno dissolsi con mani magnetiche corpi celesti
e sentii ancora pace, una pace euforica,
ebbra densa con poche stelle in cielo
fulgida è fusa l'Angoscia, verbo-lama che ci appartiene
oro cobalto e nitrato d'argento,
traslucida stasera ci appartengono.  

Visione
Nelle oscure fiumane funerei carri sfilano sotto il porporeo cielo, lasciano cadere bianchi petali macilenti, ruote cigolanti stridono di sinistri scricchiolii, carcasse di topi sbucati da fogne esplose.
La Luna rossa infrange nei pelosi corpi neri avvinghiati alle pareti che tessono il banchetto per il destinato condannato. Da torri babiloniche pazienti vampiri attendono la colata della volta sanguinolenta e odori pestilenziali di carni decomposte volteggiano abbracciando tetre invocazioni di instancabili campane che marcano nell'aria gravi presagi maledetti e infernali.   

20 giugno 2001
Era una giornata di sole, un paio di mesi fa. Eravamo appena usciti da casa per un aperitivo. Un amico caro, mia moglie, la nostra bambina ed io.
Nella tranquilla passeggiata vedevo mia moglie fermarsi e salutare con la mano verso una casa dotata di una normale antenna parabolica.
Pensai naturalmente che avesse visto qualcuno che conoscesse. L'espressione del suo volto manifestata durante quel gesto semplice e carino mi fece immaginare che esprimesse che tutto andava bene.
L'assurdo si verificava quando il nostro amico, immediatamente di seguito a mia moglie, con fare convinto, ne imitò il comportamento.
Come lei, diresse un saluto a quell'antenna....
Nel ricordare sento un'ansia viscerale. Penso alla globalizzazione in atto.
All'uomo e a quanto rappresenta e mi riempio di inquietudine e di un senso di oppressione. La globalizzazione... il mio amico la ritiene l'unica strada percorribile. Io ho paura, l'uomo è un animale difettoso.


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