Poetare Amici miei, lettori, conoscenti, non vi scordate che ogni nuovo nato porta nel mondo qualche novità. Osserviam dunque perché siamo al mondo, ricambiamo l'amor che ci hanno dato e scriviamo le nostre verità. Quel che sentiamo, quel che immaginiamo, bagaglio aperto dato in mostra a tutti, è goccia originale e necessaria dell'ampio mare della conoscenza; espresso in versi è fulgida evidenza d'una nostra emozione straordinaria. Portiamo dunque sulla via del sole le nostre impareggiabili emozioni. Siam tutti costruttori e testimoni della strada chiamata libertà, lasciando azzurri segni di presenza: amore, azioni, spirito, parole... Paramenti griffati Visitando i tesori delle chiese penso a quanti bambini piangeranno perché non hanno nulla da mangiare e credono che il pane quotidiano sia lavorato in forni d'oltremare. Ma se un palazzo ha cinte alte e possenti e ricchi marmi e inutili ornamenti per fare da cornice a frasi vuote, penso ad una cappella gentilizia ove dei matti curano una salma: la negata giustizia. Pierrot Sono dolente, lacero, invecchiato, schiavo del corpo dopo un lungo viaggio, vittima e ignaro complice d'un rischio. Ahi, corpo, culla e tomba di quest'anima, se in dono me l'hai data dalla nascita, perché togli la luce dai miei occhi? Se questa è la rivincita, goditi il tuo tributo: la mia ultima inaspettata traboccante lacrima. Estirpiamo Che facciamo se c'è una gramigna che deturpa e fa secca la terra? Nostro compito è farle la guerra, salvare la vigna. Se scopriamo che c'è un parassita che sconvolge l'assetto sociale, non è giusto lottare quel male per tutta la vita? Per qual fin, quali idee, quali gesti Borsellino, Falcone, Puglisi e altri martiri furono uccisi? Per essere onesti. Per respinger l'odiosa marea delle mafie e la vil prepotenza essi offriron la loro esistenza, la fulgida idea di giustizia e di pace sociale che nel mondo accomuna le genti: "estirpiamo le oscure e silenti radici del male". Or che il sangue di santi e d'eroi ha tracciato la limpida via per portare giustizia e armonia seguiamola noi. Filosofia Amico, già lo so che vuoi scoprire com'è sbocciato un fiore nel deserto o come può accader che un male oscuro abbia accesso al respiro d'un bambino che confida nel latte della mamma. Non lambiccare il tuo cervello, amico, nessuna strada nella vita è certa e quella terra che produsse rose doman sarà di rovi ricoperta o piangerai per l'onda non attesa. Il bene e il male fanno la lor parte mentre la vita ti fa spettatore della commedia scritta dal destino in cui credevi d'esser primo attore. Il tuo cammino è sulla scia del fato che muta la tua rotta di repente. Pertanto esulta se cavalchi l'onda e, se stai sotto, …segui la corrente. Porto dell'anima La veranda coperta davanti alla tua casa tiene all'ombra e nell'ozio me e le cose. Ma dalle stanze giunge, nuova, l'eco d'un canto e nell'aria s'effonde il sentimento. L'appassionato e caldo suono della tua voce spande attorno molecole di luce. Palpito e aspiro assorto luce, suono e parole mentre le cose esultano nel sole ed entrano cantando nel mio porto. Catacombe Una greve teoria di corridoi con le spoglie perdute nell'incessante, fredda, unica notte, servizio pio per anime distratte. Al cospetto di tanta provocante, beffarda, eterna morte vorrei avere la sorte ch'hanno gli oggetti, di non viver mai. A qual fine sprecar tanta energia? Speranze, prima, e poi pasto pei vermi? Quaggiù l'amore sembra una bugia detta da mamma per addormentarmi. Nel luogo ove s'annienta gloria, beltà o altro chiodo fisso, ah come mi tormenta l'anima quell'immagine d'abisso! L'Homme et la mer Homme libre, toujours tu chériras la mer! La mer est ton miroir; tu contemples ton âme Dans le déroulement infini de sa lame, Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer. Tu te plais à plonger au sein de ton image; Tu l'embrasses des yeux et des bras, et ton coeur Se distrait quelquefois de sa propre rumeur Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage. Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets: Homme, nul n'a sondé le fond de tes abîmes; Ô mer, nul ne connaît tes richesses intimes, Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets! Et cependant voilà des siècles innombrables Que vous vous combattez sans pitié ni remord, Tellement vous aimez le carnage et la mort, Ô lutteurs éternels, ô frères implacables! Da "Les fleurs du mal", XIV, di Charles Baudelaire L'uomo e il mare Uomo libero, sempre avrai nel cuore il mare! Esso è il tuo specchio; in esso l'anima tua sprofonda nel mulinello oscuro, incessante dell'onda, né il tuo spirito abbraccia abisso meno amaro. Nella tua stessa immagine ti diletta nuotare; tu la cerchi con gli occhi, con le braccia, ed il cuore è distratto talvolta dal suo stesso rumore dal lamento selvaggio che non si può domare. Voi siete l'uno e l'altro tenebrosi e discreti: uomo, nessuno è sceso nel tuo abisso profondo; mare, nessuno ha visto quanti beni hai nel fondo, tanto siete gelose guardie ai vostri segreti! Eppure sono tanti secoli incalcolabili che voi vi combattete senza pietà né sorte, fino a tal punto amate carneficina e morte, o lottatori eterni, o fratelli implacabili! Libera traduzione di Santi Cardella 24/04/2015 La giostra Percorrendo a ritroso le tappe della vita sono arrivato adesso davanti alla tua porta; lo so perché nel cuore sanguina la ferita d'una radice antica che immaginavo morta. Ma non mi fermerò. Perché cavar la terra attorno alle macerie d'un'illusione acuta? a cosa può giovare rievocar quella guerra di fulgenti conquiste e alla fine perduta? Non toccherò alla porta; l'anima del ricordo ha perso la sua guerra, quella col tempo atroce ed i nostri vascelli, che filavan d'accordo, perse le vele sbattono come gusci di noce. Continuo allora il giro verso il porto iniziale nel cammino a ritroso fra le idi e le calende; ma un aspro fischio annuncia la fermata finale: "siam tornati al silenzio. Fate presto. Si scende." Dïàpason Per far vibrare l'anima non servon flauto e piano; mi bastan la tua mano e il murmure sommesso d'una fonte nascosta. Non so da quale spazio emani la tua luce, ma se guardo i tuoi occhi una piccola stilla di rugiada mi bagna la pupilla. Viaggio senza tempo Quando tocchiamo l'estasi d'amore e ai nostri sogni abbiamo aperto il velo, illuminati dal mutuo splendore siamo pronti a partire per il cielo. Non abbiamo bagaglio né pensiero, nudi così per come ci hanno fatto, e conosciam l'amore nel mistero dei sensi sublimati da quell'atto. Non cerchiamo il domani: il tempo è adesso e lo fermiamo nelle nostre menti. Ciascuno vede l'ombra di sé stesso nel cuor dell'altro; gli occhi sorridenti restano chiusi ad ammirare il nesso tra i baci e la magia dei sentimenti. Anni di vento e sogno Prima il vento aleggiava sulle corde del canto. Tremavano gli accordi scritti sulla speranza sostenuta dai cori, s'inebriavano i cuori raccogliendo carezze sui profili dei monti. Ma poi sospinti in una frana immane conobbero l'abisso e lo sgomento. Certezza fu la pietra alle macerie freddo pavimento. Poi fu il sogno a spaziare sulle onde del mare. Cullandosi sulle acque imparò a cavalcare scivolando festoso, aquilone sospeso sulla spuma lucente, ma tacque di repente e mutò in grido spezzando sullo scoglio l'ostinata energia del sentimento. Certezza è ormai la pietra che chiuderà domani il sogno e il vento. Esercizi spirituali (haiku) della settimana santa Lunedì - (bacio) Lieve carezza d'un alito di vento sul bianco seno. Martedì - (bosco) Mare di verde sopra l'arcobaleno di luce e d'ombra Mercoledì - (luna) Bagna la pelle la pioggia silenziosa del chiar di luna. Giovedì - (ricordo) L'amore perso dentro il mare del tempo sfiora le sponde. Venerdì - (agonia) Molo di notte, mormorio del mare. Pesce fuor d'acqua. Sabato - (presenza) Due lampade, due ombre nella sera. Cristo è risorto. Domenica - (sorriso) Incanto rosa sulla nave che viaggia fra gli occhi e il cuore. Un altro giorno Le tenebre e i pensieri della notte vengono su per la montagna oscura e cercano rifugio nelle grotte ove vive tremante la paura. Ma l'alba sbarazzina arriva svelta e le ubbie della notte fa svanire. Tu esisti ed io…confermo la mia scelta quotidiana di non voler morire. E al sol che ogni mattina ride intorno dico in segreto: "dammi un altro giorno!" Vulcano Se sorridi ed accendi le tue stelle il mio sangue si fa magma ardente che pervade ed infiamma il roseo manto, i sospiri son cenere e lapilli che le viscere mie mandano al vento per coprir tutta la tua bianca pelle. Sei tu la fiamma nel mio cuor sospesa, pur quando dormo, eternamente accesa. Separati Ovunque io volga il guardo, solo esiste notte, calma d'abisso, acqua profonda ove non entra luce e il cuore triste non vuol sentir lo strepito dell'onda. Cielo senza più ali di colombe, ché han lasciato da tempo di volare, fuochi fatui vaganti fra le tombe, naufraghi separati in alto mare. Così s'agitan cupi i miei pensieri dentro il delirio d'una notte scialba; l'unica stella mia s'è spenta ieri, né più tornerà lei, né torna l'alba. Dalla vetta M'arrampico ogni sera sul cipresso dell'orto mio, con una reticella tessuta coi miei sogni, e cerco spesso di catturar la luce d'una stella. Ma ieri m'è successo un fatto strano: mentre aspettavo la mia preda bella mi sono addormentato e dalla mano m'è scivolata giù la reticella. In quell'istante un piccolo gabbiano posava le zampine sul cipresso e deponeva accanto alla mia mano una stellina che portava appresso. Sorpreso pel regalo inaspettato ho fatto in fretta un nido nel mio cuore ed ho deposto l'astro appena nato nell'angolo segreto dell'amore. Dal nascondiglio provvido e isolato del cuore mio or è sbocciato un verso che irradia quest'aroma sul creato: "amo la luce, amo l'universo". Attimo fuggente Felicità è quel filo che al traguardo spezziamo con il petto inebriato, è l'attimo che vola nel passato fulmineo, più veloce d'un ghepardo. Non è un oggetto solido: non pesa anche se vive a lungo nel ricordo, ha la durata breve d'un accordo che fa restare l'anima sospesa. Per lei siam pronti a oltrepassar le porte delle colonne d'Ercole remote o a replicare d'Icaro la sorte che del carro del sol seguì le ruote; per lei giungiamo a corteggiar la morte quando il gusto d'eterno ci percuote. Démodé … infin ch' arriva colà dove la via e dove il tanto affaticar fu volto … G. Leopardi - Canto notturno… Nel ricordo di ciò che ho costruito c'è un silenzio che grida, un lacerante fragore di strutture ed archi arditi, eretti ad un centimetro dal cielo. Sono crollati fuori dai confini del viver quotidiano e prepotenti hanno invaso i viali del giardino ove un dì coltivavo i sentimenti. Nello sfacelo che mi cresce intorno le lacrime del cielo forman rivi che collocano me e le mie macerie nel purgatorio dei sepolti vivi. Verran le Parche a spingermi impietose, in un gorgo di polvere e di vento, dal mondo vivo al mondo delle cose, di vecchia serie inutile elemento? Eu morava à beira-rio Abitavo in riva al fiume Eu morava à beira-rio Abitavo in riva al fiume E tinha que atravessar e dovevo attraversare Mas o barqueiro sadio però il forte barcaiolo Estava sempre com fastio non gradiva sempre il ruolo De ele mesmo me levar; di dovermi lui portare Por isso a filha é que vinha Ma alla figlia le piaceva Remar-me para o outro lado. traghettarmi all’altro lato. Era forte, linda e tinha Era forte, bella e aveva Remando um ar de rainha l’aria di chi ben sapeva. Que bem que eu ia levado! Che dolcezza esser portato! Fallavamos a sorrir Parlavamo sorridendo De quanto vinha a calhar senza avere alcun riguardo E, quando era para rir, e, se c’era da sorridere, Riamos de nos ouvir godevamo il nostro ridere, E eu comia o seu olhar. mi nutrivo del suo sguardo. Vejo ainda, vejo ainda, Vedo ancora, vedo ancora Como esse corpo tam certo quel suo corpo tanto esperto Se inclinava, -mas que linda!- che si piega e mi ristora E aquelle olhar nunca finda e il suo sguardo ferma l’ora No meu coração deserto... dentro al cuore mio deserto… Meu amor, sinto-te quente Amor mio, calda ti sento No alvoroço de abraçar. nella smania d’abbracciare. Adoro-te realmente Io t’adoro realmente Mas ha um rio de repente ma c’è un rio improvvisamente E tu não sabes remar. dove tu non sai remare. Perdoa, amor, não abarco Scusa, amore, non rimarco Mais que uma vaga maneira più d’un’ibrida maniera De ser teu, sinto-me parco. d’esser tuo, mi sento parco. Meu coração vae num barco, Il mio cuor va in una barca Que o guarda lá a barqueira. tra le braccia del nocchiero. da “Poesias ortónimas” di F. Pessoa Libera traduzione di S. Cardella 01/2015 Amo Prima me l'hanno offerto come verbo che induce lo splendor d'un astro vivo e ho gustato l'ambrosia, soave cibo che in volo per l'Empireo ti conduce. Però, quando s'è spenta la sua luce, mi sono accorto ch'era un sostantivo d'acciaio arcuato, conficcato in gola, che mi bloccava il volo e la poesia. Non me l'inghiotto più questa parola: me l'hanno estratto senza anestesia. Elegia Bramo penetrarti nell'anima, dipinger le tue viscere con i colori ardenti della passione, imprigionare il tuo sorriso lene nelle mie ansie e pur senza più forza nelle vene dirti in silenzio: "t'amo". Incanto Cielo, per me, guardarti, amare il tuo sorriso senza fine, esistere nel campo dei tuoi occhi se un'emozione ti scolora il volto. Cerco attonito, assorto, gli accenti fra le note del tuo canto che mi vibrano in cuore mentre ascolto la divina armonia del sentimento. Nella calma dell'alba, quand'entrano le forme nel mio sguardo e c'è l'eco dei sogni nella mente, io sono il vento,.tu la fronda verde. La collana Il compito più ingrato di quest'anno fu di comunicare a nostra figlia la morte accidentale di Bianchina sua compagna di giochi, una gattina. Avrei voluto trasformare in perle cucite col mio filo di dolcezza le lacrime coscienti e silenziose della mia grande e piccola ragazza. Una collana da indossare il giorno che chiuderà questo mio lungo inverno quando nessuno le potrà spiegare, ancora in boccio, il non avermi attorno. Ma il nuovo micio che le abbiamo dato, senza parole, con le sue moine le spiegherà che amore non ha fine. L'ultimo vantaggio Ho cambiato di posto il cielo e il mare e ho provato a pescare la luna capovolta nello spazio.. Ma per la gravità, forza invertita, il filo s'è rivolto verso l'alto e al contrario ho percorso la mia vita. Che gioia vedere i fiumi risalire con strana leggerezza il lor cammino e sul volto dei vecchi rifiorire le sembianze e il sorriso d'un bambino! Ma mi ha convinto l'ultimo vantaggio di questo mondo alieno: il piacere, alla fine del viaggio, di spirar con le labbra avvinte a un seno. L'anima e il cuore Ah l'anima, impalpabile strumento ed il cuore, apparecchio radioattivo che propaga energia d'amore spento sopra il calore dell'amore vivo. Si, l'anima, recondita conchiglia che conserva i sospir d'un'illusione e il cuore, palpitante meraviglia che ride o piange con la tua canzone! Oh, le mie mani avide di vita! Quella che i primi slanci ha accompagnato, tu che mi condurrai verso l'uscita. In lei si perde il cielo che ho sognato ma, pronto a ricolmare la ferita, di te sanguina il fiore che ho sfogliato. Albe di guerra Piove sulla brughiera e sugli arsicci sterpi un rumore indistinto fa presagire un brulichio di serpi. C'è nebbia nel mio cuore. Nelle sue tetre grotte scendono dai crepacci, silenziosi, i fantasmi della notte. Paura che mi blocca la voce nella gola: che dai mal chiusi inferni esca una belva vittoriosa, sola. Anche il Creator scontento ha un severo cipiglio. Come estirpare il seme dell'ignoranza che Gli ha ucciso il figlio? Soneto de separação Sonetto di separazione De repente do riso fez-se o pranto All’improvviso il riso mutò in pianto Silencioso e branco como a bruma Silenzїoso e bianco come bruma E das bocas unidas fez-se a espuma E dalle bocche unite uscì la spuma E das mãos espalmadas fez-se o espanto. E dalle mani aperte lo sgomento. De repente da calma fez-se o vento Di repente la calma mutò in vento Que dos olhos desfez a última chama Che dagli occhi spazzò l’ultima fiamma E da paixão fez-se o pressentimento E la passione fu presentimento E do momento imóvel fez-se o drama. Ed il momento immobile fu dramma. De repente, não mais que de repente All’improvviso, proprio all’improvviso Fez-se de triste o que se fez amante Diventò triste chi era stato amante E de sozinho o que se fez contente. E solitario chi era cuor contento. Fez-se do amigo proximo o distante L’amico caro diventò distante Fez-se da vida uma aventura errante Cambiò la vita in avventura errante De repente, não mais que de repente. Tutto ad un tratto ed improvvisamente. Vinicius de Moraes – settembre 1938 Libera traduzione di S. Cardella – settembre 2011 Insieme Il tuo corpo è la barca idonea a traghettare la mia nella tua anima senza usare parole, la tua pelle la vela più adatta ad orientare il vento della vita lungo la via del sole. I tuoi occhi lucenti indican dove è il porto in cui sarò cullato, libero dagli affanni e sentirò la voce che mi darà conforto oltre lo spazio immenso e il divenir degli anni. Io ancorato al tuo braccio e tu appoggiata al mio procederemo insieme senza avvertir stanchezza avendo la coscienza che un temporaneo addio può solo rimandare, non negar la certezza che resteremo insieme, uniti nel desio d'immortalar la nostra reciproca dolcezza.Filèmone e Bauci Vedi quel tiglio là come s'è attorto al tronco d'una quercia millenaria? Parlano d'una storia leggendaria ancora viva ora che il tempo è morto: "…vissero nelle terre della Frigia sotto Pèlope re due contadini attenti ai segni dei voler divini in un tugurio d'umili vestigia. Filèmone era lui, Bauci la sposa, e insieme navigavano negli anni dividendo miserie, ansie e malanni d'una vita già tarda e laboriosa…" Ma, tu ricorderai, gli dei pagani non disdegnavan scender tra i mortali per accertar dal vivo quali mali agitassero i cuori degli umani. "…Così Giove e Mercurio dalle soglie d'Olimpo venner giù nel triste mondo per constatarne l'animo profondo come mendichi, sotto finte spoglie. Bussarono alle porte della gente mille volte e mille usci furon chiusi palesando ai sacri ospiti, delusi, l'aridità del cuore e della mente. Solo la coppia degli antichi sposi aprì la porta e offrì loro una panca che Bauci ricoprì d'un panno, stanca d'età, ma viva d'ansiti affettuosi. E Filèmone prese a dialogare con gli ospiti sui fatti della vita, di quella povertà resa fiorita da un pranzo, da un sorriso, un focolare; staccò dall'asse carne affumicata, lei pose al desco olive verdi e nere ed uova e vino e il sapido piacere di chi prova allegria dimenticata. Concordi prepararono i più bei piatti della locale tradizione, lei non fu serva, lui non fu padrone rimanendo appagati: uomini e dei. Ma ad un tratto s'accorsero che il vino rifluiva copioso nel cratere e cercarono assorti le maniere d'assecondar lo spirito divino. Filemone inseguì l'oca guardiana per darla in sacrificio alle sospette divinità; ma sùbito ristette al rivelato Giove ed all'arcana voce che usciva dalle labbra al dio: - Figlio, saliamo rapidi sul monte ed indichiamo agli uomini la fonte del premio e del castigo: il voler mio! -. Gli sposi li seguiron faticando su per le balze di quel monte ignude e videro sparir nella palude quegli usci che si chiusero negando. Solo la loro casa ancora sta dov'era prima e, trasformata in tempio, ancora indica all'uomo il buon esempio dell'affettuosa solidarietà. Premio agli sposi, che pregaron giunti d'essere nominati suoi guardiani, fu concessa la sorte che il domani non li vedesse per la via disgiunti e che, mutati insieme in verdi tempre atte a sfidare i secoli immortali, seguissero gli impulsi naturali che dicevano al cuore: uniti sempre…" La quercia e il tiglio già trasfigurati vivono ancora eternamente in noi; se vuoi vederli, amico, se lo vuoi cerca in te stesso gli alberi abbracciati. Chiavi d'amore Capacità infinita di volere, stella continua che dà luce al cuore, raggio di sole che riscalda il mare. Chiavi che dànno accesso al paradiso ove si fondon lacrime e sorriso. Mar della speranza Ascolto l'infinita loquacità del mare, la voce che non smette di cantare narrando lo splendore di candide perline seminate sul fondo senza fine, evocando emozioni di promesse lontane con un'eco non spenta di campane, balenando i colori d'una serra fiorita, desiderio fuggente d'altra vita, vagheggiando erme aurore su un giardino canoro risvegliato dal sole, colmo d'oro, offrendo ai disperanti spazi senza dolore ove per brevi istanti regna amore. Notte d'agosto Il sogno s'è introdotto per la cruna dell'ago dei sospiri e lentamente ha portato il chiarore della luna sulle umbratili terre della mente. Ho rivisto così chiare lagune d'un paesaggio con acque trasparenti ove tu t'aggiravi tra le dune dorate coi tuoi passi brevi e lenti, poi ti sedevi e con le bianche braccia rivolte al cielo e gli occhi luccicanti mi convocavi…e accanto alla mia faccia s'udia un sussurro che chiamava: "Santi…" Nel breve guado dalla riva d'ieri, col paesaggio lunare, all'improvviso approdo risvegliato dei pensieri, c'era la stessa luce: il tuo sorriso. Al giudice di Reyhaneh Jabbari* Pietosa morte, poggia le tue mani sul capo di chi semina ingiustizia e dài conforto ai tanti morti vivi cui fu tolta la fede nel domani. Ricorda alla tua falce uguagliatrice che anche i fiori del male hanno uno stelo e raccomanda al sole di seccare la mala pianta fino alla radice. Io lascerò sopra i violati altari il perdono di chi ha subito un torto con la preghiera che ripaghi il cielo le vittime di orrori giudiziari. *e ai tanti emuli Crepuscolo Dopo il tramonto intendo la tristezza della natura che rimpiange il sole, dello spettro che ha perso la bellezza. Nel bosco stanno i salici piangenti immoti ad osservare cieli grigi, nuvole oscure sempre più immanenti; l'acqua del fiume, persa la sua luce, affida all'eco la testimonianza dell'ormai impercettibile presenza e i passeri han raggiunto i loro nidi postergando al riposo i voli in stormo verso tepore e luci d'altri lidi. Nel silenzio che avvolge uomini e cose solo il guaito del mio cuor randagio che chiede a mille stelle silenziose: "chi sono, dove ha fine il mio viaggio Passione No, non c'è alcuna immagine allo specchio; è l'anima che muta sta passando e lascia un'eco tremula all'orecchio di chi percorre l'etere volando. Se non hai pace nell'eterna lotta che contrappone il cuore e la ragione, prosciuga il lago in fondo alla tua grotta e scava il limo della tua passione. E' rosso come il magma dei vulcani o nero come il filo dei pensieri? Tra le vette innevate d'altopiani chiamo il tuo nome e accendo i desideri che non daranno pace ai miei domani, ch'hanno placato l'anima d'ieri. Dolorosa Dolorosa Mi vida es un jardín qu se ha secado. La mia vita è un giardino imputridito. El hada del Dolor ajó sus flores La maga del Dolor spense i suoi fiori y ya no trina en él, dulce y confiado, e più non trilla in esso, dolce e ardito, el pajarillo azul de mis amores… l’uccellino celeste dei miei amori…
La noche del pesar cubre mi frente Notturne pene invadono la mente que soñara una vez con la ventura antica sognatrice di gaiezza y llevo a cuestas, resignadamente, e porto sulle spalle, sofferente, la gigantesca cruz de la amargura. una croce gigante d’amarezza. Indiferente a todo el alma mía Indifferente al sol l’anima mia ya las venturas del vivir no ansía le sorprese vitali non desia ni el dulce encanto de un amor espera, né il dolce incanto d’un amore spera, porque mi corazón, sensible y tierno, perché il mio cuore, esposto al freddo esterno es un clavel que marchitó el invierno morì come un garofano d’inverno bajo el dorado sol de primavera… prima che lo nutrisse primavera… Nicolás Guillén - Obra poética – Tomo I Libera traduzione di Santi Cardella – ottobre 2014 I due prigionieri Curїosa di me, perché domandi di varcare la soglia del castello ove nei versi ho imprigionato il vento? L'ho chiuso perché sconti la condanna per non avermi sostenuto in volo verso l'isola magica dei sogni; e per avermi poi lasciato, solo, in un campo di neve sconfinato. Ed io sconto la pena sulle sponde del fiume che trasporta le illusioni e le confonde sì ch'io non discerna; per cui chiedo nient'altro che una mano che mi lasci alle porte del giardino ove comincia la mia notte eterna. Partita persa Sto provando a giocare la partita arbitrata dal fato, l'uomo nero, che oppone in campo la poesia e la vita; ma già la vita vince: quattro a zero. E hai voglia di mutare il risultato mettendo in atto tutte le virtù! Quando t'accorgi che non hai più fiato, le scarpe al chiodo e non pensarci più. Nella contesa ho messo tutto il cuore e montagne d'amore ho sperperato. Quando sarò alle porte del Creatore almeno potrò dire: "ci ho provato…" 2 novembre Oggi m'hanno riaperto la ferita le ombre care dei parenti morti risvegliando nell'anima i rapporti fermi dal tempo della dipartita e m'ha trafitto un'acre nostalgia come d'acqua che scorre sotto un ponte e s'allontana mesta dalla fonte che un tempo dissetò l'anima mia. Nonna, fratello, figlio, genitore, certezze ed alimento d'una vita, hanno adesso un'immagine sbiadita nell'acqua che trasporta il mio dolore. "Fermatevi e parlatemi un momento! Ditemi ancora le parole usate, in che luogo, in qual forma ancor mi amate?" Ma il fiume scorre, silenzioso, lento. Cavalieri delle nuvole Chi li cerca nel mare con la lenza, chi ci prova nel ciel con gli aquiloni, tutti teniamo un filo per catturare i rari talismani che ci rendano immuni dal bisogno. Alcuni, poi, li chiamano pepite, molti, diamanti dalla luce eccelsa, altri, dominio sulle aliene vite per satanica scelta; buoni e malvagi son legati a un sogno. La corsa al tornaconto ha in pugno tutti pur quando passa l'Uomo con la croce: è l'espansione sotterranea e gretta dell'egoismo atroce, o l'insana passion del mentecatto. Nell'eclissi total della ragione stanno a guardare i cavalieri muti cui stanno a cuor le solitarie vette o i campi sterminati, oscuri e mossi delle vie del mare. In silenzio poeti e pescatori dànno vita, gemendo, a un sogno audace: incontrar la sirena che con un filo d'oro tessa e sveli i colori della luce. La bottiglia nel mare Jetons oeuvre à la mer, la mer des multitudes: Dieu le prendra du doigt pour la conduire au port. Alfred de Vigny Il sole che pennella col suo raggio di bianca luce i bordi delle nubi ha scritto all'orizzonte il mio messaggio a te che dalla terra il cuor mi rubi: "se le carenze mie vorrai colmare svuota il tuo cuore e dammi un nuovo mare". Fuoco d'artificio Che calvario dover sentire il tuono rotolar dall'orecchio fino al cuore e lasciar penetrare tanta pioggia, tra i capelli e le scarpe, per potere veder talvolta un po' di cielo azzurro e il sole della nostra adolescenza! Ma che specie di fuoco è questa vita per mantenere calda la speranza di riveder le luci ed i colori dopo che l'aspra corsa sia finita? Oh amore, palliativo universale per dare un senso all'essere mortale! Fiamma d'amore Lo spazio interminato che s'addensa presso la tua figura, trasparente m'entra nel cuore e invade la mia mente con una voglia dominante e intensa di cercar con la fronte sul tuo collo pace e custodia per gli affanni miei. Con gli occhi chiusi non mi stancherei di star legato come un francobollo sulla lettera alata che conduce l'ansia - al tuo seno - delle mie emozioni. "Voglio spedire al sol le mie canzoni, dammi la voce, spandi la tua luce! Portami fra le braccia in quella sfera ove la fiamma sta per sempre accesa! Tienimi nudo là senza difesa ché sul tuo seno è sempre primavera." Dalla notte all'alba C'è un'onda nella sfera di cristallo che fatal verso me s'accosta piano.. M'investirà l'immane onda gelata e sulla soglia della notte oscura frangendo la mia spoglia su uno scoglio trasmigrerò nel corpo d'un gabbiano. Cercandomi, ribelle all'abbandono, passerà la tua immagine nell'acqua? Mi seguirai per lunghi istanti e l'onda propagherà quel palpito, lontano? Sììì!...nella sfera adesso c'è un gabbiano che s'alza in volo, stride, danza, plana, poi nella luce piena ratto affonda e si culla su un'ombra sopra l'onda. Tre piantine Libertà di guardare il tramonto e sentire una voce sincera prepararti ad un nuovo racconto: è già sera… Libertà di parlare alla luna che suggella fatiche interrotte con l'invito che gli uomini aduna: santa notte… Libertà di riunire i tuoi figli e dir loro, al paterno richiamo: ero carne… non dò più consigli; io vi amo. Al borrarse la nieve, se alejaron.. Sciogliendosi la neve, più lontani.. Al borrarse la nieve, se alejaron Sciogliendosi la neve, più lontani los montes de la sierra. si sono fatti i monti del massiccio. La vega ha verdecido S'è fatto verde il campo al sol de abril, la vega al sol d'aprile, il piano tiene la verde llama, copre una verde fiamma, la vida, que no pesa; la vita, che non pesa; y piensa el alma en una mariposa, e pensa l'anima ad una farfalla, atlas del mundo, y sueña. atlante che regga il mondo, e sogna. Con el ciruelo en flor y el campo verde, Con il susino in fiore e il campo verde, con el glauco vapor de la ribera, con il glauco vapore della riva, en torno de las ramas, intorno intorno ai rami, con las primeras zarzas que blanquean, con i primi roveti che biancheggiano, con este dulce soplo con questo dolce soffio que triunfa de la muerte y de la piedra, che trionfa sulla morte e sulla pietra, esta amargura que me ahoga fluye quest'amarezza che m'affoga fugge en esperanza de Ella… nell'attesa di Lei… da "Campos de Castilla" di A. Machado libera traduzione di S. Cardella 19/08/2014 Preghiera Vidi una stella ma non l'ho raggiunta pur correndo e seguendo la sua luce. E adesso che la volta scura e deserta mi sommerge il cuore, ove ho rinchiuso il suo respiro aulente, il suo ricordo sembra un filo d'oro che scende negli abissi bui del mare in cui m'attende, forse, un altro Oriente. Stella di pace, stella del desio, sei tu lo spazio ove svanisce il tempo, sei tu quel ponte che ci unisce a Dio? Palloncino senza filo In vista del mio prossimo viaggio verso un lontano incognito pianeta ho convocato l'anima e il coraggio e ho fatto la valigia del poeta. Dentro ho messo una stella, una campana, la pianta dell'amore e due quaderni che accompagnino il sogno nell'arcana trasferta verso i miei valori eterni. Quando l'antica compagnia di volo avrà deciso di chiamarmi a bordo ed avrò visto che viaggio solo, lascerò sulla terra ogni ricordo. Che me ne faccio delle mie nozioni di scienza, di diritto e altre virtù se non potrò cantar le mie canzoni che dicon tutte che mi manchi tu? Meglio allora contare sulla stella che ai nuovi giorni porti nuova luce e sulla lieta musica di quella campana che alla meta mi conduce. Nei quaderni ho annotato i desideri di luce e suono che ho sempre sognato; se lo Spirito legge i miei pensieri mi sveglierò nel centro del creato. Preghiera per l'ultima luna Oh luna silente nel cielo che copri d'argento le notti e cuci nel verde tuo stelo i sogni interrotti, oh vago chiaror dello specchio che pizzica i raggi del sole e lieve sussurra all'orecchio sognanti parole, tu portami in volo alla stella che tiene in catene il mio cuore e iniettami un raggio di quella promessa d'amore. Tu sveli gli scogli alle flotte che vanno tranquille sul mare. Disciogli i miei lacci stanotte e fammi sognare! Acqua e fuoco Tempo, perché consumi con la tua onda i massi e cancelli le impronte dei miei passi? Sei dunque tu l'arcano combustibile lento che bruci l'uomo, dissipi energia e dopo affidi le sue scorie al vento? Luna sul Salento Luna che accendi il cielo sul Salento, spandi i tuoi raggi sopra le acque chiare e rimanda i riflessi tuoi d'argento sull'anima che brama di sognare! Mille specchi d'amor mossi dal vento frangon la superficie del tuo mare e spargono nell'aria un sentimento ch'è un po' di pace e un po' voglia d'amare. Oh, che incanto sognar di scivolare sulla tua scia che mi fa il cuor contento! Come vorrei potermi risvegliare da questo sogno udendo il lieto accento delle persone che mi sono care, luna che accendi il mare del Salento! I violini Ho sentito una musica, lontana, e s'è accesa una stella nel mio petto, tu, in sogno, ti stendevi sul mio letto e portavi una pace sovrumana. Il mondo diventava una foresta di foglie e di sussurri all'albeggiare, due vele lente andavano sul mare e i passerotti alzavano la testa verso il cielo iniziando a gorgheggiare note di festa, pigolii, saluti alla luce ed ai miei occhi sperduti nell'incanto di chi sente d'amare; e scopre sul cuscino la sorgente di tanta luce, tanta pace, tanti desideri che uniscono gli amanti e li traggono al cielo, soavemente. Colloqui con la luna "Luna, ti sei mai chiesta perché nessuno mai ti viene a raccontare una bugia?" Ti dò io la risposta: "perché sei taciturna e non riveli mai l'altrui follia; perché le cose belle che ognuno ti confida le fai vedere al sole e all'altre stelle e quelle più segrete che svelare ti costa le tieni nella tua faccia nascosta. Dimmi, che t'ha svelato ieri la donna mia?" "Che ti pensa e che t'ama alla follia!" "E ha detto pur qualcosa ch'è meglio che si taccia?" "Se l'ha detto, ce l'ho nell'altra faccia…" "Ma allora il tuo chiarore a qual meta conduce?" "Io sono specchio, la coscienza è luce!" Vertigine T'ho incontrata su un treno che tornava da non so dove alla città natia e m'hai mostrato un sole che inondava, oltre ai tuoi campi, anche la terra mia. Eri bella, radiosa, sorridente, una fonte lucente e chiacchierina che svelava al mio cuore adolescente il fulgor della stella mattutina. Che dir di più? Fu amore a prima vista, un fragoroso scontro d'emozioni, un sogno realizzato, una conquista da far garrire al vento gli aquiloni. Il viaggio ebbe fine alla stazione di Palermo, città dei nostri affetti, ma su nel cielo risplendeva Alcione che alimentava i sogni e i nostri petti. Il giorno dopo, con un fiore in mano per coltivare quel mio sogno bello, col cuore onusto e le ali d'un gabbiano ti cercai sulla spiaggia di Mondello. Mi fosti incontro, bella come il sole, col sorriso e una frase mozzafiato che dicea le fatidiche parole: "vieni che ti presento il fidanzato…" Di quell'abisso che s'aprì improvviso ricordo tanti vuoti e un punto fermo: "vengo fra poco", e proseguii deciso il mio cammino, a piedi*, per Palermo. *circa 12 km. Amarsi Quale nome daresti al sentimento che frulla l'aria e la trasforma in vento? Quale parola indicherà il bisogno di raggiungere in due lo stesso sogno? Amarsi è il desiderio di viaggiare sul mondo come passeri migranti e scoprire il bagliore dei diamanti, uscire dalla notte e accoglier l'alba conservando nel petto mille lune e un forte desiderio di campane, tuffarti corpo ed anima ed andare coi sensi in piena e la coscienza bianca a conquistar la luce che ti manca. Amarsi è addormentarti sotto un ponte con una stella sopra la tua fronte, come un mendico fragile e indifeso; e risvegliarti ricco più di Creso. Big bang L'anima mia vagando nel tramonto sui rai che vanno dalla terra al cielo ha posto i piedi sulla mina "amore" e un'esplosione l'ha centrata in pieno spargendone i coriandoli nel cosmo e simulando i petali d'un fiore. Se stanotte verrà la luna chiara a accendere nel cielo la sua face, vedrò un manto di lucciole brillanti che ad una ad una, complice la luna, riporterò nel cuore… e la sua pace sarà conforto alla mia vita amara. Le figlie della luce e della notte L'ombra muta e pensosa che m'accompagna al sole è guardinga, inquieta e, positiva, guida i miei passi verso ciò che vuole. Ma l'ombra stanca e mesta che mi segue la sera è vaneggiante, insoddisfatta, oscura; vuol restare nascosta ed ha paura. Fuochi fatui Non si può ricomporre coi ricordi un sogno andato in pezzi, frantumato; sul bilancio emotivo del passato sentimento e ragione son discordi. Come puoi giudicare la passione che ha messo in gioco istinti primordiali? Come tarpar all'anima le ali se il sentimento offusca la ragione? Rassegnati! Cercando tra le braci trovi solo tizzoni ricoperti di cenere, di cupe ombre tenaci; le lacrime e i patemi già sofferti celano i fuochi fatui di quei baci, mine sotto la sabbia dei deserti. Llamó a mi corazón … Bussò al mio cuore… Llamó a mi corazón,un claro día, Bussò al mio cuore, in un giorno di luce, con un perfume de jazmin, el viento. con un odor di gelsomino, il vento. - A cambio de este aroma, -In cambio del mio odore todo el aroma de tus rosas quiero. tutto l'odore delle rose voglio. -No tengo rosas; flores -Non ho più rose; fiori en mi jardín no hay ya: todas han muerto. nel mio giardino non ho più: son morti. Me llevaré los llantos de las fuentes, Porterò allora il pianto delle fonti, las hojas amarillas y los mustios pétalos. le foglie gialle e i petali marciti. Y el viento huyó…Mi corazón sangraba… Ed il vento fuggì…Sanguinò il cuore… Alma, ¿qué has hecho de tu pobre huerto? Anima, che ne hai fatto del tuo orto? da "Soledades", di Antonio Machado Libera traduzione di S. Cardella 12/01/2014 Canto sotto le stelle L'anima mia portata su dal vento tende i fili nascosti tra le cose per carpirne l'immagine segreta; un flash coi cinque sensi e al fin s'acqueta. Ma in alto, dove il vento non arriva, stagna un impenetrabile mistero e non mi è dato di capire il cielo. Sgomento per l'olimpica armonia mi chiedo allora con la mente e il cuore: "dove non può la scienza, può l'amore?" Capo Zafferano L'isola dello zolfo e dei crateri, dove Vulcano tien la sua fucina ed Eolo soffia con la sua energia, ci sorprese coi suoni ed i colori fusi col mare nella sua armonia. Percorrevamo silenziosi il colle che limita ad oriente l'ampio specchio del golfo di Palermo, ove il gabbiano fa il nido nella roccia e invita al volo la compagna da un picco più lontano. Nel silenzio s'udiva il tonfo sordo del cuore palpitante del Tirreno battere con la sua spuma d'avorio le sponde cave e le pietrose rive di quel selvaggio ed aspro promontorio. Giocava il mare ad abbracciar gli scogli balzando dentro gli arcüati anfratti con gorghi ora turchesi, ora cangianti dal blu dell'acqua fonda al bianco perla delle acque frantumate e spumeggianti; e a noi, che assorti, agli impetuosi abbracci prestavam gli occhi, e i cuori palpitanti a colonne di gocciole iridate, giungevano malie di dolci canti che sembravano dire: "amanti, amate!" Oceano non Pacifico Nel mare dei Sargassi viveva una fanciulla che figlia era dell'impeto e del nulla, ma mentre si bagnava avvenne che una sera un pescator la prese prigioniera e la portò in Italia appesa ancora all'amo dicendole "sei mia perché ti amo". Qui, in omaggio alla dea che in ogni cuore sta, decise di chiamarla "libertà". Però la prigioniera faceva gola a molti e ardeva i cuori ed infiammava i volti, per cui fu necessario sottopor la questione al tribuno di turno e alla Nazione. A quel punto il tribuno per evitare lutti la fece a pezzi e un pezzo diede a tutti dicendo agli abitanti stretti tra i suoi confini: "da oggi io vi chiamo libertini ed impongo a ciascuno, anche se non ce l'ha, la nuova tassa sulla libertà. Ma se qualcuno crede nella democrazia sono pronto a schierar la polizia e se non basta questo a mettervi paura scenderà in campo la magistratura. Da allora la chimera che orienta i nostri passi sta sguazzando nel mare dei salassi. Vigilia Tu, statua di gesso esposta alle intemperie con l'anima portata via dal vento, quando non ci sarò pensa al mio dove e leggerai nell'aria il mio rimpianto. Tu l'hai voluto e ci ha diviso il mare che dissipa nell'onda il sentimento, fiamma che perde il suo calore in fuga sotto la luna e i suoi cerchi d'argento. Io, come un toro contro il drappo rosso, sfido il destino che mi dà l'arena e mentre assalto la mia sorte avversa sulle ginocchia affondo la mia pena. Porto della pace Cercando un ermo porto della pace vo sulla spiaggia ad ascoltare l'onda e la sua voce nella notte fonda mi chiama, amica, mentre il mondo tace. Come stai? Perché porti tanta pena? sembra che dica il mormorio del mare, mentre lontano vanno due lampare che spandon luce nella notte piena. Taccio gemendo, ma risponde il cuore nella tenebra fitta più che mai: "sta nella luce tutto quel che amai ma ci separa un mare di dolore e non ho più la forza di nuotare e sento voglia di cambiar la scena"; spiaggia deserta nella luna piena che, desolata, dietro il monte appare. "Dove sta dunque l'agognato porto, dentro il regno dell'alga e del corallo? È sotto questo mare di cristallo che la mia pena alfine avrà conforto?" Sul monte Pellegrino Questa sera il lavoro l'alacre artiere qui non affatica, qui non giunge rumore che ricordi il travaglio dell'uomo. Non singhiozzi, lamenti, sotto la luna amica, è svanita quassù l'eterna angoscia del perché delle ore. Quassù sono scultore e foggio il mio destino secondo che mi piaccia. Dolcemente i motori scivolan silenziosi sulla strada, son tutti assorti nell'attento gioco per non fare rumore. Giro attorno lo sguardo a poco a poco e vedo su le stelle, giù le luci d'un presepe animato. Sento che sei vicina e sono certo che da quassù, stasera, il mondo appare a noi come una grossa palla di cera. Vita Quando mi manchi sento l'amara voluttà d'andare al mare e nuotare, nuotare allontanandomi da riva quanto mi basta a non potere più tornare. Fin quando la paura della zitella immonda non mi porge la coppa a fior dell'onda. Solo allora l'istinto sulla mia voglia prende il sopravvento e volgendomi indietro vedo lontane luci e la speranza di ritrovarti desolato impetro. Perso in questa follia mi lascio riportar dalla corrente alla consueta riva d'agonia. Memento Idiomi, babeliche invenzioni, mezzi adottati per tenerci strette le nostre interessate incomprensioni, per dare un senso alle pigrizie nostre che pretendiamo il cielo in una stanza. Stiamo sui moli ad osservar naufragi, stupri, violenze, sadiche aggressioni e poi corriamo nelle chiese in sciame per un lavaggio breve alla coscienza prima di replicar l'indifferenza. Presenti al rito ritroviam la pace e cancelliamo dalle orecchie i suoni degli urli disperati. E prenotiamo arrembanti le sapide porzioni dell'agnello di Dio. Per colmo pretendiamo ch'Egli sia fatto a nostra somiglianza anche per prevenire indigestioni. Ma le bestie stan qui per dimostrare che non c'è belva atroce più dell'uomo. Ya noto… Mi rendo conto… Ya noto, al paso que me torno viejo, Mi rendo conto, man mano che invecchio, que en el inmenso espejo, che nell’immenso specchio donde orgulloso me miraba un día, dove orgoglioso mi guardavo un giorno, era el azogue lo que yo ponía. era il mercurio ch’io ponevo intorno. Al espejo del fondo de mi casa Ora allo specchio in fondo alla mia casa una mano fatal una mano fatale va rajendo el azogue, y todo pasa sta raschiando il mercurio, e tutto passa por él como la luz por el cristal. in esso come luce in un cristallo. da “Campos de Castilla” di A. Machado Libera traduzione di S. Cardella 23/03/2014 Madre Se ogni notte l'anima del mondo dormisse tra le braccia d'una madre, ah, che albe radiose, ah, che promesse d'aiuto, comprensione e fedeltà! Vedremmo il mondo in un arcobaleno di prati, cieli blu, mandorli in fiore e sui nostri orizzonti senza nuvole scopriremmo l'assenza del dolore. C'è dentro l'energia d'un altro sole come in un lago dal tepore eterno, c'è una promessa di carezze e coccole nella natura dell'amor materno. Femminicidio "Ricorditi di me che son la Pia Siena mi fé, disfecemi Maremma; salsi colui che 'nnanellata pria disposando m'avea con la sua gemma". Dante, Purgatorio, V Fra tetre brume cavalcano mille cadaveri armati; seguono il corso dell'odio, fiume di gemme e di sangue. Sprizzano fiamme le orecchie dei cavalieri impazziti, sono serpenti le chiome, celano in bocca pugnali. Hanno nel cuore il permesso scritto da Satana: "uccidi, fai tuo per sempre il rimorso d'aver negato una vita!" Suonano sotto gli zoccoli vuoti di fosse e dirupi ove coperchi di bare saltano spinti dall'urlo. Dentro le bare le zagare di mille fiori spezzati gemono invano il diritto di profumare la terra. La mia colpa Vorrei chiedere alla luna di portarmi questa sera la tua pelle rosa e bruna, ma stasera il chiarore s'è nascosto fra le pieghe delle nubi e nel buio prendono posto i miei dubbi. "Dove sta la mia sirena, s'è smarrita in mezzo al mare? Le impedisce qualche pena di cantare? Perché l'arpa sua non suona le sue note chiare e belle? La mia musa m'abbandona tra le stelle? No, dall'uno all'altro fiore la farfalla più non danza perché tu le hai ucciso in cuore la speranza! T'ha seguito in terra e in mare ma, improvvisa, ora ti manca; ha già smesso di volare, ora è stanca! T'ha servito giorni e giorni tazze e tazze di nepente. Non chiamarla perché torni, più non sente". Illusione L'alba ha portato un cielo seminato di nuvole incombenti e un vento inquieto m'ha destato voglia di spesse brume e lacrime silenti. Ho brividi di freddo sulla pelle da quando il letto è vuoto e sei scomparsa coi sogni e con le stelle. Eri vera o sei stata fantasia? Oh memoria dolente in ogni poro! Oh tepore svanito…, oh fuggitivo raggio di sole nella vita mia! Armonia Se quella nuvola ha le frange rosa vuol dire che una stella c'è nel cielo che dà il colore sopra ad ogni cosa, e col calore fa svanire il gelo. Se l'universo ha fodere d'azzurro e noi siam dentro alla sua veste enorme lasciamo entrar nell'anima il sussurro del Sommo Bene che giammai s'addorme e ci ha fornito la ragione e il cuore per dare un alto scopo ad ogni vita: gustar la pace e i frutti dell'amore con la coscienza limpida e pulita, presentarsi alle porte del Creatore parti operose d'armonia infinita. Senilità Silente osservo l'ombra delle cose per non esser ferito dalla luce e dal particolare arrivo al tutto costruendo le mie realtà illusorie sotto il ronzio delle api laboriose. Così, se passa l'ombra d'un aereo, mi lascio trasportare dai ricordi su tutti i voli, i viaggi, le speranze che m'han portato per le vie del mondo e ripercorro in pochi istanti i luoghi tratti dal fondo delle mie emozioni. Allor rivedo i volti di chi ho amato e i sorrisi o le lacrime attinenti e le ferite e i suoni e le canzoni chiuse nel pozzo dei miei sentimenti. E mentre il mondo cambia io resto avvinto com'una stralunata stalattite alle ombre care del mio labirinto. Passo a passo Ogni volta che un uomo scompare non si muta l'essenza del mondo, il pianeta rimane rotondo per terra e per mare. Ma se un giorno sparissero i fiori, o i poeti, o i leoni, o gli uccelli, non vi sembra che senza di quelli saremmo peggiori? Che ne dite se ci fosse offerta la scomparsa di ladri e bugiardi? Nooo! La terra mancando i codardi sarebbe deserta! No, la terra non può tollerare cambiamenti così repentini, poco a poco del male i confini bisogna cambiare. Se una flebo di santi e d'eroi può apportare maggiore armonia, bene, allora tracciamo la via, proviamoci noi! In memoria Non son capace di dar senso al gesto estremo che ha impedito ogni altro affetto; ma so che dalle cure del mio petto tu t'allontani mentre io solo resto. Non son bastati i baci quotidiani a rendere infrangibile il rapporto che ci legava; ed ora tu sei morto e sarai un'ombra in tutti i miei domani. La fine d'un amore è il più profondo dolor che vive nel ricordo fisso, è il naufragio del sole nell'abisso riempito con le lacrime del mondo. O fons Bandusiae splendidior vitro … O fonte di Bandusia risplendente … O fons Bandusiae splendidior vitro, O fonte di Bandusia risplendente dulci digne mero non sine floribus, più del cristallo nel tuo gorgoglìo, cras donaberis haedo, degna di dolce vino e tanti fiori, cui frons turgida cornibus domani ti sacrifico un capretto primis et venerem et proelia destĭnat. cui la fronte rigonfia per le corna nascenti, amor promette ed aspre lotte. Frustra: nam gelidos inficiet tibi Ma invano: infatti le tue fredde acque rubro sanguine rivos rosse farà col suo tiepido sangue lascivi subŏles gregis. quel discendente di giocoso gregge. Te flagrantis atrox hora Caniculae Te l’ora atroce di Canicola arsa nescit tangere; tu frigus amabile non può toccar; tu offri ai greggi erranti fessis vomere tauris e ai tori stanchi a causa dell’aratro praebes et pecori vago. la tua confortevole frescura. Fies nobilium tu quoque fontium, Anche tu farai parte delle fonti me dicente cavis impositam ilicem più illustri, dal momento ch’io ti canto saxis, unde loquaces con l’elce ch’è piantata sulle rocce lymphae desiliunt tuae. da cui scendon le acque tue loquaci. Q. Orazio Flacco (Carmina - III 13) Libera traduzione di S. Cardella 19/03/2014 Schola cantorum Bello sarebbe ritrovarsi un giorno in un mondo più giusto e confortante, ma l'egoismo va, senza ritorno, a un destino inquietante. Ogni poeta spiega nel suo verso la sua idea di giustizia e libertà ma sembran voci d'un mondo sommerso; Re Mida non ci sta ed emana le leggi del mercato in cui più vale chi ha meno virtù: "pochi avranno le terre del creato, gli altri nel mare blu"! Così, chi nuota e chi non sa nuotare, ci dirigiamo in tanti verso terra ove son pronti a ributtarci in mare i signor della guerra. A questo punto serve organizzarsi e cantar tutti in coro una canzone: "Giustizia e libertà potranno farsi con la rivoluzione". Immagine C'è un concerto di passeri nell'aria e un'armonia di voli in mezzo al bosco, c'è un bagliore di luce che conosco sospeso fra le palme e l'araucaria. Le cinciallegre spargono le note che dal folto s'inalzano nel cielo ove una luce intensa accende un velo azzurro sulle mie speranze ignote. Sorgono dalle vene ad affiorare da una immagine antica di sincera creatura che sognai d'avere accanto e sento già che stan per arrivare nella voce di questa primavera che unisce la mia anima al suo canto. Senso Per te le vene cantano: e i brividi d'amore rivelano l'ardore. Tutti i miei sensi vibrano già che il cuor mi diletti, brace d'avorio e d'ebano. Per gustare il tuo nettare non può bastare un secolo! Che il paradiso aspetti! Movimenti tellurici Oggi non sento voci; occhi parlanti m'hanno sorriso e senza dir parole m'hanno iniettato in cuore deliranti raggi di sole. E nelle vene irrompono fanfare con una sensazione very good: abbracciami, non posso più aspettare, s'è sciolto il polo sud! Viola Già avevi forma nelle fantasie della mia mente ansiosa e adolescente e cercai tanti luoghi, tanto tempo, prima di riconoscerti nel campo. Ma giunsi presso te pe'l tuo profumo e comparai l'immagine soave con quella che geloso custodivo nell'angolo remoto di me stesso. Eri tu, con la voce del torrente, nuvola rosa e azzurra del tramonto, vulcano con due stelle sulla fronte; e in quel fiore conobbi l'universo. Giù la maschera Quando viene Carnevale sciolgo un voto alla follia camminando per la via con in mano un orinale
e volgendomi a chi sta col cappello o in doppio petto stendo il braccio e poi balbetto: "fate la ca…carità". La sorpresa sta nel fondo che contiene un tondo specchio dove ognun, giovane o vecchio, mostra come è fatto il mondo.
C'è l'avaro che non dona manco l'ombra d'un sorriso e che aspira al paradiso con lo scettro e la corona,
c'è l'ipocrita ridente con la bocca chiusa e stretta perché, stupido, s'aspetta d'ingannar tutta la gente.
L'invidioso lo scoprite dal color degli occhi, gialli, già ché dai capelli ai calli porta i segni di gastrite, l'impacciato seduttore dalla comica postura che distingue chi ha paura della donna e dell'amore.
Giù la maschera, ammonisce quello specchio nel pitale, poi che passa carnevale la menzogna rifiorisce.
Oggi licet insanire, lo puoi fare un giorno all'anno, da doman dovrai l'inganno con la maschera coprire. Nello specchio è la realtà però il vizio è sempre quello; per cui canto il ritornello: "fate la ca…carità!" Sonetto d'inverno E' inutile pensare al tempo andato quando l'inverno ha già spogliato i rami, è come ricercare nei tegami vuoti i sapor d'un piatto prelibato.
Se la tua mente sogna ancora i ruoli che interpretasti in un'età felice pensa all'antica verità che dice "si ride insieme ma si piange soli".
Le speranze, l'amore, i grandi affetti, foglie ingiallite andate via col vento, hanno lasciato nudi i nostri petti da cui s'innalza lugubre un lamento, grande preludio al roder degli insetti che chiude ogni ragione e sentimento. La sposa del mare Conoscerti ed amarti è stato un sogno che accanto al sole l'anima conduce, dove non c'è bisogno di patir notte per veder la luce.
Nello spazio senz'ombre ho camminato come cammina nel torrente l'onda, candido e illuminato corso d'acqua che casca senza sponda
per chieder pace al tuo sereno mare che riflette l'immagine del cielo ed ansioso d'amare accoglie l'acqua che s'è tolto il velo. Hay dos modos de conciencia Ha due modi la coscienza Hay dos modos de conciencia: Ha due modi la coscienza: una es luz, y otra, paciencia. uno è luce,uno pazienza. Una estriba en alumbrar Uno sta in illuminare un poquito el hondo mar; per un poco il fondo mare; otra, en hacer penitencia l'altro è fare penitenza, con caña o red, y esperar canna o rete ed aspettare el pez, como pescador. pesci, come il pescatore. Dime tú: ¿Cuál es mejor? Dimmi tu: qual è migliore? ¿Conciencia de visionario Quel che guarda, visionario que mira en el hondo acuario come in un profondo acquario peces vivos, pesci vivi, fugitivos, fuggitivi, que no se pueden pescar, che non possono esser presi, o esa maldita faena o quel che ha l'ingrata lena de ir arrojando a la arena di gettare sulla rena, muertos, los peces del mar? morti, i pesci già del mare? Da "Campos de Castilla" Libera traduzione di Antonio Machado di S. Cardella 03/11/2013 Io e la rosa Siamo la stessa cosa io e la pianta da cui fu colta questa rosa bella ch'orna il tuo petto ed il mio sguardo incanta con il vivo colore d'una stella. La pianta ha nostalgia della sorella che per tua gloria e vanto le fu tolta, ma risplende orgogliosa perché quella sua parte brilla nel tuo seno accolta. Io sorrido felice se un pensiero nato al tuo sguardo m'ha ispirato un verso che ho staccato geloso, come un fiore, per unirlo al tuo fascino e al mistero che il tuo sorriso dona all'universo trasformandolo in regno dell'amore. Rosa tatuata Nella mia libertà fatta di rose m'hanno trafitto il cuore mille spine, troppe lacrime ho pianto per innaffiar la terra di quel fiore. Cuore, perché continui a coltivar la pianta del dolore? La tua vita non può più fare a meno del suo rosso veleno? Non si stacca la rosa dal mio petto, piange un bambino, solo, nella notte. Ricordo dell'estate Io ringrazio il buon Dio che m'ha creato e mi concede il pane quotidiano avendo cura del mio gusto innato per una bruna che mi tien la mano. Ai miei verd'anni coltivavo i figli e giocavo con loro per diletto, ero il papà che dà buoni consigli e m'appagava il loro caldo affetto. Ma l'estate, la lunga calda estate ora è solo un ricordo già lontano e non frequento più spiagge assolate; se ho voglia di giocare cerco invano lieti compagni e posso avere, a rate, una vecchietta che mi tien la mano. Il fanciullino Qual vetta che fra i monti svetta limpida m'affascina il tuo volto e l'armonia che mi si svela dai tornanti ripidi percorsi per raggiungerti, o poesia. Seguo le orme ed il sentiero arduo dei maestri che aprirono il cammino e porto il piede vacillante, assiduo a conquistare il giogo al ciel vicino. Di là, al di sopra delle bianche nuvole sento che il mondo intero alfine tace, torno all'antica terra delle favole dette dalla mia mamma e trovo pace. Tenebra e luce Io obbligo la mia malinconia a viver tra i colori del giardino steso nell'ombra della tua magione, costringo il sentimento e la ragione a non allontanarsi dal cammino che porta al lago della tua armonia. Troppe volte gli odori della selva han confuso i miei passi e m'hanno spinto tra grovigli contorti di liane, troppe volte ho sentito l'urlo immane della morte ulular nel labirinto del mondo popolato dalla belva. Fatico a immaginare la più truce, penso all'uomo dei forni crematori che dei fratelli suoi facea… saponi, mi perdo nella tenebra e a tentoni apro la porta all'alba ed ai colori della donna che m'ama e mi dà luce. L'eden I granelli di sabbia alla battigia sotto il chiarore pallido lunare cancellano incessanti le vestigia lasciate dai miei passi lungo il mare. Cercavo un sogno soave da sognare e sono uscito nella notte fonda a mirare il tremor delle lampare e udire il vasto mormorio dell'onda. In sogno vidi un'alba radiosa su un verdeggiante bosco al ciel vicino ed una stella chiara e luminosa sorella al sole in fondo al mio cammino ove una fata bruna, premurosa, mi portò in volo verso il suo giardino… ¿Qué quiere el viento? Che vuole il vento? ¿Qué quiere el viento de enero Che vuole il vento di gennaio que baja por el barranco che scende nel precipizio y violenta las ventanas e violenta le finestre mientras te visto de abrazos? mentre ti vesto d'abbracci? Derribarnos. Arrastrarnos. Distruggerci. Annientarci. Derribadas, arrastradas Distrutte, annientate las dos sangres se alejaron. le due vite s'allontanarono. ¿Qué sigue queriendo el viento Che vuole ancora il vento cada vez más enconado? sempre più irritato? Separarnos Separarci. da "Poemas de amor"di Miguel Hernández Libera traduzione di Santi Cardella (08/01/2014) Amiamoci La luna è già un pallido disco nell'ora del sonno che langue, già l'alba risveglia un ibisco colore del sangue; un treno di grevi pensieri si perde nei fossi notturni, ma tremano aprichi, leggeri, i rosei viburni. Si destano in cuore e sul viso speranze sopite di baci, m'invita il tuo chiaro sorriso ai palpiti audaci che fanno sognare le stelle, che fanno svanire il dolore. Scambiamoci sopra la pelle promesse d'amore! Rinuncia Ho visitato l'ultimo pianeta sperduto fra le stelle e m'ha seguito la tua ombra, inquieta memoria dell'odor della tua pelle. Fra le pareti bianche delle nevi e un silenzio glaciale sento ancor le parole che dicevi: "il nostro amore diverrà immortale", ma sei fuggita per le valli aperte della tua fantasia e hai traversato sola le deserte terre dell'ombra e della nostalgia. Sopra il mio nido or semina le brume il vento che percuote gli alti colli, si perde in mare il fiume che alimentai con i miei sogni folli e sto alzando una diga sul torrente dei ricordi per chiudere il contagio. Amare eternamente è incitare un coniglio a aver coraggio! Mistero e fuoco Mistero e fuoco nella grotta oscura della valle nascosta nel tuo petto prometton pace e scaldano le mura antiche del diletto. T'abbraccio ed ogni volta m'innamoro ebbro saltando come un fiume in piena, anelo la tua spada come un toro mugghiante nell'arena e chiedo amore e morte al tuo sorriso certo che in te rinascerò domani dopo che avrò raggiunto il paradiso con gli occhi e con le mani. Sogno? Dal labbro mio prorompe forte il tuo nome se sfiori la mia pelle. Piange un violino e suona un pianoforte sperduto fra le stelle. Nel silenzio Quand'entro nelle stanze dei ricordi mi spoglio dei sospiri e dei vestiti tra gli oggetti che il cuore trasfigura. Ma uscendo provo brividi e paura e non so dove andare. Talvolta, per fortuna, mi soccorre la luna con le sue reti madide d'argento quand'escono dal mare. Oh, luce navigante nel mistero! Oh, eco di campana nel deserto! Oh, amica che t'accoglie a cuore aperto! Natale Se quest'ora divide il passato e il futuro, se la luna separa le fantasie dal vero, fra la gioia e il dolore vorrei erigere un muro e all'amore del prossimo consacrare il pensiero. Sì, quest'ora di vita, di speranze, d'affanni, di scelte ponderate o di viaggi all'inferno che sia l'ora fatidica alla testa degli anni che da qui ricominciano il loro corso eterno. Con me, amico, rifletti: l'inferno e il paradiso sono traguardi opposti, alla stessa distanza; ama chi ti sta accanto, armati d'un sorriso e in ogni gesto cerca del bene la sostanza. Fuggi dal mondo oscuro dei facili piaceri e fermati alla porta di chi non ha conforto; porgigli la tua mano e rendi più leggeri i giorni senza pace di chi ha subito un torto. Scegli i compagni adatti per il nuovo cammino e opponiamoci ai tanti signori della guerra, siamo roccia e diamante ed al Bimbo divino rendiamo grazie lieti d'abitare la terra. Sì, quest'ora che inizia sia l'ora benedetta in cui l'uomo si spogli d'ogni atomo del male, dia senso alla sua vita e segua la via retta che ha come traguardo la pace universale. Cinguettio Oh parole, parole, tasti del pianoforte che ho nel cuore! Non temete se manca lo spartito, basta l'amore a muovere le dita… Inverno Solitudine immensa, terra sotto la neve, neri corvi gracchianti intorno a una carogna. Un sipario che cala sulla favola breve vissuta sulla terra da ogni anima che sogna. Sotto quei nembi scuri c'è lo spirito vinto che percorre le strade vuote d'un labirinto. Canzone d'un sogno Portai il lettino bianco nella neve ed attesi la sera. Tutto tacque e poggiato alla spalliera mi giunse un sonno lieve. Tutta la notte piovvero le stelle e si formò un giaciglio bianco di neve ed un cuscin vermiglio di fiammanti facelle. Lieve come una nuvola danzavi fra lontane colline ma ti piegò il mio pianto senza fine e, giunta, t'adagiavi. E chiedevi con voce di preghiera: "felicità è con noi?" Senza fede spegnevo i sogni tuoi: "se morissi stasera". Gli occhi pensosi sulla fronte esangue mi chiedevi il domani e mi svegliai col cuore tra le mani in un fiume di sangue. Ricerca Sono presso alla vetta solitaria del monte ove ogni dì le scelte lottano col destino e mi prende la smania di cercare la fonte magnetica che orienta il mio arduo cammino. Il ricordo fedele ti raggiunge veloce e ti sfiora passando come nuvola in cielo, ha la voglia segreta di sentir la tua voce, le tue calde parole che scioglievano il gelo. Però s'è fatto tardi! Temo di non finire la ricerca ostinata della felicità; i fringuelli nel bosco sono andati a dormire ma il giardino ch'io cerco sta lungi, non è qua. Perché non c'è più il sole? perché l'ombra tua triste sfiora muta le piante vizze del mio balcone? Non torneranno verdi, la gemma non resiste se non la scalda il raggio dell'antica passione. No, non darmi conforto. Sulla terra non vive un fiore che sorpassa le programmate soglie; l'acqua che ha dissetato le nostre avide rive il tempo ce l'ha data, il tempo ce la toglie. La luce che m'hai dato, chiusa in un globo d'oro la porterò al giardino magico del Creatore. Dirò: "ho raccolto il frutto soave del Tuo lavoro, fammi nutrire d'esso, in eterno, Signore. Gelsomino Navigare tra lontane galassie in cerca del mistero onde l'anima mia cambiò colore, cavalcare i venti siderali per ritrovare il seme che sull'isola mia pose il tuo fiore, dedicare un'esistenza intera alla ricerca folle del giardino che porti il tuo profumo alla mia sera. Il sogno Costanza e Tempo, due infelici amanti, s'erano chiusi in un albergo ad ore per scambiarsi effusioni inebrianti e provar le delizie dell'amore. "Dammi l'eternità - implorò Costanza - è questo il bene di cui ho più bisogno!" E il Tempo: "in cambio chiudi in questa stanza le stelle che m'hai già mostrato in sogno. "Ma il sogno è un tunnel che la tua speranza scava - rispose lei - nella mia vita per mettere in contatto corpo e stelle; se non percorri tutta la distanza quel tunnel diventa una ferita che opprime il cuore e brucia sulla pelle." Chi, come, quando? Uggiosa pioggia, litania perduta nel triste ticchettio, gorgheggio greve che con sue brume copre ancor la muta piana sepolta sotto l'alta neve. Rotola il tuono tra lontane cime e le nuvole spesse addensa il vento sotto una cupa cappa che m'opprime e annega i sensi in un martirio lento. Quando il sole darà la sua energia per togliere alla terra il bianco manto? Come si spegnerà quest'agonia che gela il cuore e lo dispone al pianto? Chi mi darà le ali e l'allegria per intonare, con gli uccelli, un canto L'ora della verità Disorientato nel mare senza età del sentimento degli anni andati sento la carenza. Filavano quegli anni come suoni festosi e fuggitivi d'arpa mossa dal vento e noi sopra le tavole danzanti seguivamo col cuore in equilibrio l'onda che stava avanti; sulle rive quieti pescatori cucivano le reti, sapienti di burrasche e della quotidiana provvidenza; sul finire del giorno madri affettuose e tocchi di campane gioivano al ritorno. Ora è mutato il vento: più veloci ci sfiorano le onde con qualche gorgo dove l'acqua è nera e accendono la voglia di tornare alle lontane conosciute sponde. Però non si può andar controcorrente; giova prestare ascolto col cuore in gola al minaccioso suono dell'incombente tuono e cercare col petto e con la fronte chi ci aspetta di là dall'orizzonte. Sulle rive lontane non ci son più le madri ad aspettare e si son spenti i tocchi di campane. Se la vita e la morte son divine meglio cercar la riva di domani e senza tema disvelare il fine. Proserpina Seguendo la dea Cerere pei campi mi sorprese la notte nel cammino. Lontano in cielo, fioco lumicino, c'era solo una stella. Il mio cuore fu preso da sgomento e chiesi aiuto a Cerere, la bionda dea delle messi che gentil feconda i frutti della terra. "O dea - le dissi:-, accendi una pagliuzza per dare un po' di luce al mio cammino, spenta è la terra e più non indovino la strada per il cielo". La dea frenò le lacrime e rispose tergendo con la mano le sue ciglia: "aspettiamo che in ciel torni mia figlia, luce degli occhi miei". Allor mi prese in grembo ed indicando un debole chiarore all'orizzonte mostrò la vetta nitida del monte Olimpo fra le nubi. "Speriamo - disse con la voce rotta dall'ansia - che dietro la vetta bruna il disco tutto argento della luna riveli il suo splendore". E a poco a poco le distinte forme del monte degli dei furono chiare e la bella Proserpina sul mare rifulse bianca, enorme, spandendo luce fra la terra e il cielo lieta d'aver lasciato il tetro inferno e risvegliando dentro il cuor materno i fiori sullo stelo. Desiderio Voglio cucirti un abito lieve come la luce dell'alba per proteggerti dagli sguardi indiscreti, gustare io solo il brivido che dal tuo cuor conduce, per il sorriso timido, ai tuoi sogni segreti. Il mondo torna a vivere quando s'apre il corallo rosa delle tue palpebre, pura forma e colore in cui si perde l'anima nei laghi di cristallo degli occhi entro cui brillano due diamanti d'amore. Voglio costruire un pendolo che culli, fra i silenzi, le oscillazioni isocrone, lente del tuo respiro voglio sentir la musica che mi rapisce i sensi provocando un famelico prolungato sospiro. Tu sei un nuovo vocabolo, cielo sopra l'inferno, ove sbocciano magiche gemme contro il dolore ma solo i sensi intendono quegli attimi d'eterno in cui vado a rivivere, nascere fior da fiore. Dopo l'eclissi Da spazi interminabili m'è giunto il tuo messaggio che ha sorvolato l'etere, mia sorridente amica, musa di soavi immagini che porti il sol di maggio sopra le mura logore della mia casa antica. Ero privo di carica quando il tuo raggio ardente ha penetrato ostacoli spessi, fatti di neve ed ha raggiunto l'anima desolata e piangente sotto il peso indicibile della tua assenza greve. Son scomparse le nuvole, s'è fatto chiaro il cielo, anche la luna pallida s'è dileguata in fretta, sul monte mille driadi hanno disciolto il velo e al sole han fatto circolo, splendente sulla vetta. Chi ha destato la musica? Perché gemmano fiori attorno alle tue immagini? Dove nasce il concento? Sono assetato naufrago nel mare dei colori della tua luce vivida, la bevo e …m'addormento. Nostalgia Fai nel tuo petto l'arca dell'anima mia muta: rispetterò il segreto d'una storia perduta. Ma se fai correr l'anima libera nel ricordo, non dormire tranquilla: attenta che ti mordo! E forse sulle ciglia verranno i lucciconi; segno che i sentimenti, respinti, erano buoni. Tengo sed. Estoy buscando tu alma Pero tu alma no viene. Sembré tus recuerdos en el llano y en las orillas del rio para arrancar un lejano suspiro, un escalofrìo. Mientras los copos de nieve están hundiendo mis penas busco una gota que abreve el blanco cisne en mis venas. Santi Cardella - Caracas,08/1978 | Ho sete. L'anima tua ricerco ma essa si nasconde. Ricordi ho sparso al piano e alle sponde del rio per cogliere un lontano segno, un alito pio. Mentre i fiocchi di neve affondan le mie pene non c'è goccia che bevi, cigno delle mie vene. S. C. - Palermo, 10/11/2013 |
India Bramo l'immensità del povero che piange immerso, corpo ed anima, nel Gange; tenendogli la mano vorrei potere anch'io sentirmi in comunione col mio Dio. Nettare e fiele Il nettare che ho preso dai tuoi fiori m'ha mutato in un essere carente se non riesco a gustare altri sapori, se non posso levarti dalla mente. Ieri udivo le note d'un concerto, oggi, in tua assenza, tutto il mondo tace e percorro le sabbie d'un deserto ove regna un silenzio senza pace. Ieri gustavo dei tuoi fiori il miele e placidi dormiano i monti e il mare cullati dalle note del tuo canto. Oggi mi resta nella bocca il fiele della tua assenza e stanco d'aspettare vorrei svanire e m'abbandono al pianto. Soledad Solitudine En ti estás todo, mar, y sin embargo, Di te sei pieno, mare, e tuttavia, qué sin ti estás, qué solo, quanto ti manchi, come sei carente, qué lejos, siempre, de ti mismo! lontano, eternamente, da te stesso! Abierto en mil heridas, cada instante, Mostri mille ferite e in ogni istante, cual mi frente, le tue onde vanno come nella fronte tus olas van, como mis pensamientos, i miei pensieri, y vienen, van y vienen, e tornano continue, avanti e indietro, besándose, apartándose, baciandosi, staccandosi, en un eterno conocerse, in un eterno abbraccio, mar, y desconocerse. mare, e poi nella fuga. Eres tú, y no lo sabes, Sei tu, ma non lo sai, tu corazón te late, y no lo siente… scoppia il tuo cuore in te, ma non lo sente… ¡Que plenitud de soledad, mar solo! Solitudine piena, mare vuoto! Poesia di Juan Ramón Jiménez Libera traduzione di Santi Cardella 01/11/2013 Il rimpianto Ogni volta che arriva una bufera, confondendo le foglie con il vento ti chiudi dentro la tua torre amara. Quando sarà scomparsa la nuvola che adesso ci separa ti accorgerai che il vento ha spazzato anche me, crudo e violento? Davanti alla mia pianta inaridita collocherà qualcuno un cassonetto per il perduto ed il tardivo affetto? Petali al vento Ricordi il lago e noi nel suo riflesso? la nostra adolescenza? e la stazione? Sui binari d'intorno sostavan treni pieni d'illusioni pronti a partire per destini ignoti. Incauti e fiduciosi non ci bastava quello ch'era nostro e in cerca d'ampi mari e vasti fiumi a quello specchio abbiamo dato un colpo. L'ideale, in frantumi, s'è dissolto nell'acqua che non torna lasciandoci soltanto la sua forma. Dentro il quaderno a righe, di cui scrivemmo solo il primo foglio, tante pagine vuote che non ho mai il coraggio di strappare perché so già che senza ch'io lo voglia tornano in sogno. E mandano un profumo che svanisce a poco a poco quando riapro gli occhi, petali al vento in fuga dal cortile ove ciascuno ha costruito ignaro la sua prigione. La staffetta … e l'armonia vince di mille secoli il silenzio U. Foscolo Nel sarcofago di Saffo, giallo il capo, verdi piume, s'è posato un canarino. La luna ripercorre un altro giro mentre nell'aria vibra il canto eterno; quanta luce nel cosmo, quanta vita! Che cosa importa noverar le parti del cammino incessante planetario? La morte è un'invenzione brevettata da un uomo che ha perduto il testimone sugli argini d'un Nilo millenario. Il pescatore di sogni Vorrei poter entrare, silente nuotatore, di notte nella grotta del tuo cuore e cercar dentro l'acqua tua tranquilla quella conchiglia in cui una perla brilla e mi chiama splendente come il sole. Laggiù, nella conchiglia sfavillante vorrei dormire quieto e, silenzioso amante, immergermi nel tuo sogno segreto. La prima radice Mi torna in mente il suo golfino rosa e la sua gonna di velluto blu e il sorriso che corre senza posa nelle mie vene e non le lascia più. Ricordo ancora le sue lunghe ciglia, nere cortine dei suoi sogni rosa e l'apnea, dolente meraviglia d'una carenza nuova e misteriosa. Che desiderio, quanta nostalgia hanno lasciato in cuor le sue parole che sembravan l'inizio d'un racconto…! Mi disse : "t'amo", ma era fantasia che s'è squagliata come neve al sole, nata con l'alba, nebbia nel tramonto.. L'attesa Ma perché sogno la mia vecchia scuola, il mio liceo lontano e quella vita? Perché ritrovo i volti e ogni parola dei miei compagni all'ora dell'uscita? Portavo ogni mattina un pane scusso a prender companatico e sapore, mi concedevo tra i miei libri il lusso d'esplorare le fonti dell'amore. Fu così che conobbi il primo esilio di Bonaparte all'Elba o il Filarete, andai pei campi arati di Virgilio ed ebbi linfa idonea alla mia sete. Rivivo le ore in trepidante attesa del sorriso d'un'anima vicina che dai prati del ciel sembra discesa per narrarmi i suoi sogni di bambina e riprovo l'ebbrezza di chi vola verso un traguardo di felicità quando in sogno mi porto alla sua scuola battendo i record di velocità. Era la vita un treno che viaggia, un panorama nuovo ogni secondo, un cielo terso, un'isola, una spiaggia, l'aspettativa d'abbracciare il mondo, godea la libertà d'avere amici condividendo musiche e canzoni e l'illusion di vivere felici nel ricambio continuo d'emozioni. Ma poi mi presentarono i doveri e il veleno sottil dell'ambizione e sotto il basto greve dei pensieri il mondo prese un'altra direzione. Conobbi allor la droga del lavoro e l'ho ingoiata per la vita intera relegando nei sogni gli anni d'oro dell'anima delusa e prigioniera. E adesso che le forze m'han lasciato e di nuove speranze non mi curo cerco nei sogni tutto quel che ho amato e lo trovo, morente, dietro un muro. Parabola della vita La bianca luna che s'innalza in cielo risplende e si nasconde in mezzo ai rami come un'astuta Venere che al velo allenta lentamente i suoi legami, lasciandoti inebriare a poco a poco del puro miel della bellezza ignuda svelata piano in un sapiente gioco per far sì che t'infiammi e che t'illuda. Così in sogno ti sembra che la tocchi e che ti parli e che ti dia la mano e ti conceda il bagno nell'oblio. Però t'accorgi quando riapri gli occhi che se n'è andata a tramontar lontano e t'ha lasciato senza dirti addio. Vorrei Vorrei tornare dove fischia il vento, fra sconosciuti, intento ad operare per non sentire lo scrosciar violento del torrente che corre verso il mare. Vorrei abitare dove il tempo è lento tanto che puoi evitare di passare dalla luce gioiosa allo sgomento della notte che sta per cominciare. Vorrei lasciare a chi m'ha conosciuto ricordi lieti di giornate chiare e consegnargli un dono cieco e muto: il tempo di capire e perdonare. L'ultima speranza Voglia il cielo che il sangue dei miei figli e dei figli ch'essi hanno generato possa scavar la terra e attinger sassi che modellati splenderanno al sole. Spero che nella terra dissodata essi spargano un seme da cui cresca una virente pianta latifoglia che adulta possa dialogar col vento, e che dal monte Olimpo i numi antichi, precursori del Re dell'universo, scendano in quelle vene a procreare pontefici d'un mondo buono e giusto. Solo così riposerò beato come alimento che natura serra nel grembo risorgente della terra, pulviscolo fecondo del creato. Avviso ai naviganti Traversando il canale di Sicilia lungo le rotte blu della speranza s'ode ogni notte il pianto d'un bambino che aspetta un'alba che non verrà mai. E tu, figlio d'Adamo, cosa fai? Dal volto suo non si ritrasse l'onda né la luna gli offri specchi d'argento ma solo danze di cavalli folli e lacrime di adulti ed alti lai. E tu, figlio d'Adamo, cosa fai? Fra le sue labbra non si pose un seno per dargli pace e scioglier la paura, né le sue orecchie udiron gli angioletti ma schiaffi d'acqua fredda più che mai. E tu, figlio d'Adamo, cosa fai? Nessuno ha domandato: "posso aiutarti?" Non una mano venne a sollevarti? Nessun potente seppe cosa offrirti? Nessun sapiente ti levò dai guai? E tu, figlio d'Adamo, cosa fai? Poema antico Ora magica e assorta che ti riporta il palpito e la vita d'un'anima leggera ch'è sfuggita a nostra corporal sorella morte Ora intima e segreta in cui un antico autore ritorna a visitarti e a rivelare le profonde emozioni d'un poeta. Ora che si dilata per abbracciare l'epoca remota in cui vibra la voce del cantore che ha scritto il libro aperto sul tuo cuore. Ora d'ombra e riverbero di luce in cui si ferma il tempo e la memoria, immagine sbiadita della storia, rivive nell'idea che ti dà pace. |