Poesie di Tanino Cannata


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Dopo 32 anni
(28 settembre 1974- 2006)

Timido adolescente,
uscito fresco fresco dal collegio,
io, che ho sempre odiato l'irruenza,
ogni dì mi dibattevo contro d'essa
tirando di scherma con gli amici miei.
E così, tra pallone e scampagnate,
mi ritrovai sul sagrato d'una chiesa,
la Maddalena,
ove vidi passare per la strada, in alto,
un viso angelico dai capelli biondi.
Un alone lo cingeva a protezione.

Fu lampo, un fulmine, e m'innamorai.

D'allora non ho amato più nessuno,
né vi provai: sarebbe stato vano.

Quell'alone lo vedo ancora oggi sul tuo viso.
E dopo anni penso: ca fossi 'a cataratta?

Speranza

Il mondo era chiuso
in un'oscura palla di piombo.
Gli alberi germogliavano pietre.
Il mare confezionava lastre
di bianca schiuma,
che sbadigliavano
a ritmo costante
sulla casuale spiaggia
indifferente.
Danzando sul greto del fiume,
veloci e incapaci di frenare,
scorrevano le bianche acque
col biglietto di sola andata,
agitando disperati fazzoletti bianchi.
Le lucciole sospiravano alle stelle,
che frementi ricambiavano,
dopo anni luce,
agl'ignari eredi.
Il mare posò per una foto
ed è ancora immobile.
La luna si mirò allo specchio
e metà cadde
all'alba.
Fu allora che decisi
di farmi la doccia
con l'unico raggio di sole.

Inn amor arsi
Un palpito del cuore,
un frullo d'ali,
un battito di ciglia,
il tempo di un sospiro,
ed è già tardi
per spegnere il delirio.  

Ogni orizzonte
Ogni orizzonte
ha il suo infinito mare,
e lo culla,
sommerso nel cuore,
fino a che un soffio
accarezza la vela
e un gabbiano lo porta con sé.  

Ognuno tiene
Ognuno tiene
stretto al cuore
il miele del primo bacio,
degli anni verdi,
e degli amici antichi,
sospeso
su una foglia di velluto,
che la prima brezza
porta via.  

Talvolta
Talvolta
qualcuno mi chiede
cos'è l'amore
e non so rispondere.

Poi nel silenzio medito,
e penso che l'amore è
ammirare il sole al tramonto
e non morirgli dietro,
ma voltarsi,
sorridere a lei
e sospirarle accanto.
Anche se non c'è.  

Subito
Gli occhi,
allenati sempre al bello,
fotografano un'esile figura.
Il cuore palpita
e m'innamoro all'improvviso,
d'un tratto,
subito,
più presto di subito:
sicuramente prima.  

Sono io
Sento suonare alla porta.
Chiedo: chi è? Io, risponde
una voce che assomiglia alla mia.
Apro curioso (siamo curiosissimi
prima di aprire la porta di casa),
e vedo me stesso
che mi sorride. Mi scosto
ed entro a casa mia.
Mi guardo allo specchio dell'ingresso:
sì sono io
che sono entrato a casa;
sì sono io
che ho aperto la porta
a me stesso.
E così inizia un interessante colloquio
che da allora non è ancora finito.
Perché abbiamo tante cose da dirci
io e me.  

Posta
Ho voglia di scrivermi una lettera.
Vi metterò il francobollo, l'indirizzo e il mittente.
La imbucherò dopo venti giorni,
così sarò contento quando l'avrò ricevuta,
perché non ricorderò bene
ciò che mi avevo scritto.
Il postino suonerà alla porta e l'aprirò.
Mi dirà: "Posta!"
Gli sorriderò.
Quando si ha una busta in mano
ci si sente meno soli.
L'aprirò, pregustando buone notizie.
Curioso e inquieto,
farò finta di non sapere
chi mi scrive,
né le parole che contiene.
Ho voglia di scrivermi una lettera.
Mi scriverò tante belle cose.
Mi dirò: "Come stai? Spero bene.
E la tua donna? Come va con lei?
Tutto tranquillo?".
Una pugnalata al cuore la mia donna:
polvere, vento, immagine.
E' ingiallita la fantasia.
E' passato anche il fremito, il rapimento.
Forse è meglio che non spedisca più
quella lettera a me stesso:
mi ricorda un triste periodo.
Affanculo.
Meglio che la strappi.
Anche se non l'ho ancora scritta.  

Il passaporto
Quando sarò al cospetto di Dio
Egli esaminerà le azioni
della mia vita.
Mi chiederà se avrò fatto del male.
Io risponderò: "Forse sì, ma involontariamente".
Mi domanderà poi
se ho consolato qualcuno.
Io Gli dirò di sì
e farò il tuo nome.
E spero che sia il mio passaporto.  

Le dicevo
Malinconico stanotte passeggiavo.
Mi sentivo tenero. Parlavo
alla ragazza accanto.
Le dicevo
che è bello innamorarsi.
Che sono innamorato dell'amore.
Che lo sono sempre stato
anche se ho sofferto.
Le dicevo
che l'amore è come il sole
il giorno il tepore.
Che bella parola: tepore.
Le dicevo
che l'amore è come il cielo rosso
al tramonto.
Che poi il giorno muore
e rimane l'imbrunire
il cielo grigio.
E si scruta sempre più lontano l'orizzonte
cercando ancora
sempre
un po' di luce.
Ma il giorno va via e resta
un senso di vuoto.
Non ti accorgi
che quasi più non respiri
che quasi più non sospiri.
Le dicevo…

Mi sveglio.
Sognavo.
Il sogno è svanito.
E anche la ragazza l'amore
il sole il tramonto l'imbrunire.
Ma porto sempre con me
la malinconia d'amore.  

Attraversai
Attraversai il mare
tutto a nuoto
solo dopo m'accorsi
che era vuoto.

Attraversai poi
colline e prati
solo dopo m'accorsi
che non c'erano mai stati.

Attraversai il cuore
infine
dentro di me
quando m'accorsi
che cullava te.


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