Poesie di Silvio Canapè


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E-mail: silvio.canape@hotmail.it 

Il tempo per
riflettere e decidere che fare,
non c'è mai stato.
Oh madre vita che battere fai,
un cuore oramai chiuso!
La mia casa è
al centro del villaggio,
le porte son sempre aperte,
nessuno ormai vi entra.
Oh,mare,che alla deriva porti,
annegando ogni speranza!
La terra è arida
non da più frutti.
Stentano a brucare l'erba
gli animali. Piangono i bimbi
che latte non hanno.
Oh perduti sogni,svaniti colori,
lacrime versate nell'oblio
dell'universo.
Arrivarono le armi,
sciabolarono le tenebre
incombenti.
Sommarono brutalità
alle povere anime in pena.
Oh Dio perché non guardi
e chiudi gli approdi del tuo cuore?
Madre madre!...Neppure
il frugale silenzio mi risponde.
E' questo il dono dell'amore?

29012019

De Vulgari Eloquentia
O cielo all'intrasatte
se facette scuro scuro,
se tignett'e niro.
Lamp'e tronole,nu poch'e luce,
o rummore faceva l'eco,
ca se sperdeva a mare.
Chiove e comme chiove.
Se so arapute tutt'e cataratte,
quant'acqua scenn'a cielo!
Sti fili d'acqua fanno n'armonia,
pare e sentì nu mutivo antico.
Cantano e gocce nfaccia
a sti lastre e prete,scennano
pa via addò nun passa cchiù nisciuno.
O core se strignette nbietto a me,
da paura sbatteva comm'a ché.
Dint'a nu giardino,era de maggio,
e rose ridevano co sole,pazziavano
allegramente l'auciello che sciure.
E tu pure tu te mettiste
a pazzià co core mio.
Chiove e comme chiove!
Oj comme sona triste e lenta
sta'armonia d'acqua e maggio.
Dint'a na chiesa sulagna e muta,
sona n'organo,o core s'arravota.
Chiove e che mal'acqua ,
annozza st'ammore
sotto a stu nfame e cielo.
O core nun raggiona
e niente vo sapé;s'appiccia
d'ammore e l'acqua o vo stutà.
Era de maggio!
Giesù e comme chiove.
Se so nzuppate e rose,
ncoppa' o turreno nfuso,
i petali se sperdano,
e lacrime s'accoppiano
cu l'acqua do cielo.
Acqua j che mal'acqua.
Chiove chiove a zeffunno!

04032019

Gioco
Su quei bottoni bruni, invitanti,
mi fermai per una breve pausa,
vi posi, languidamente,
una bagnata virgola.
Mi persi nel profondo marino
degli occhi,brillanti,maculati
dolci e poi ombrati.
Sostai più a lungo,spogliandoli
senza dir parola. Tra lo scorrere delle
lacrime,vi posi, un punto e virgola.
Accarezzai il velluto della sua anima.
Ferita che rinasce,ne fui scosso,
mi trattenni a lungo,su due punti:
anima che spicca il volo.
Mi strinse,mi chiuse tra le sue mani,
aggrovigliò le gambe,le aprì a fior di loto,
con respiro di tempesta,facemmo punto.
Il vento c'era? Io non ricordo.
E qui si cala un punto interrogante.
Oh! poeta che provi
ad armeggiar coi versi, dimmi
che solo amore chiede il punto
esclamativo!

23022019

Sussulti
Lampeggiava
nell'aria passando su cupole
d'oro,un sussulto una voce
mormorio di esili parole.
Respirava, tagliando l'aria
per trovar riposo poi sulle ali
dei gabbiani,chiacchiericcio
di volo spianato.
Sulla sponda del fiume
ombrato inondato dai raggi
del sole incantato, sentivo
lo scorrere dell'attesa.
Tornavano quei sussulti,
il mormorio delle cicali,
fievole la voce, su passi leggeri.
Frusciavano le foglie, scivolava
il fiume come perpetui pensieri.
Immobile attesi l'avvicinarsi
dei tuoi esili passi.
Un refolo fu quella voce,limpida
come lama di coltello
penetrò squarciando l'ombra.
Gridai coll'intensità del tuono.
Leggeri sparirono quei passi,
perduti andarono tra foglie e cicale.
Mute lacrime solcarono le pupille!
Le tenni con tenerezza
avvolgendole nell'ultimo
raggio di sole.
Lento, tediato, placido, muto,
indifferente il fiume
continuò a scorrere.

19022019

Il giardino, senza luna,
circonda ormai l'anima mia;
alberi senza foglie,
nemmeno un fiore
nella terra negra.
Spilla ancora uno zampillo
d'acqua alla fontana.
Galoppa un puledro,
moreno il suo mantello.
Gli occhi ardono, la criniera
svolazza coprendo
il lungo e sinuoso collo.
Fumanti son le froge.
S'impenna,nitrisce, scalpita,
riprende scartando la corsa..
S'arresta,s'appresta all'acqua,
spegnendo la sua sete.
Ah! come vorrei arrotolare il tempo,
affacciarmi all'acqua
spegnendo così,alla tua fontana,
l'arsura del mio cuore.

08022019

Parlami o Luna
Pallido, argentato astro
che la tua luce rifletti
nell'acqua che scorre
senza fine.
Corri, e poi immobile resti,
tra stelle e lembi d'ovatta.
Tutto guardi,dai luce
alle ombre della notte.
Testimone sei dell'amoreggiare
tra l'oscurità e le fioche luci
dell'aurora.
Ti accordi, accarezzandoli,
coi raggi del nuovo giorno.
Oh! astro che vegli sull'amore
sospirare fai liberando vele
che danzano sul mare.
E i velati addii,
ti donano anima e lacrime
d'innamorati cuori.
Parlami astro argentato,
portami il calore,
dei raggi solari.
rischiara le notti,
concedimi luce,
regalami il canto dell'usignolo.
Strappami o luna il cuore.
Parlami ancora,parlami
con rinnovato amore..

14012019

Notte tetra e buia.
Siberiano il vento
urla, strepita, piange.
Oscillanti son le ombre.
Come canne piegano,
gracchiano le perdute foglie;
un cumulo e poi, sotto
la furia algida, striscianti
si sparpagliano.
Il mare è sotto sferza,
è vuoto, senza fondo.
Nettuno cavalca
iraconde onde sulla
scogliera a frantumarsi.
Innalzano cristalli di sale,
sospesi restano, attendono
il fiammante infrangere con
i sali nuovi e formano un sipario.
Il cielo è terso come cristallo,
Le fredde stelle
son come crepe
nell'infinito cosmo.
Rasento i muri delle ombre,
m'accompagna il vento.
Sperduto vado: non c'è meta.
L'ignoto mi è cammino

06122018

L'attesa
Guardo il cielo
mattina e sera.
Son come vedetta
sull'albero maestro
che scruta il mare
per veder la terra.
Nell'universo cielo
cerco le nubi.
Gli alberi son spogli,
gridano la loro sete
verso l'ignoto cosmo.
La terra è nuda,sterile,
dura come la pietra..
L'avvolge una patina di brina
che copre ogni lamento.
Il sole,così lontano,
è indifferente e freddo.
Splende, illumina senza dar calore.
Ma poi scompare, arrivano le nubi.
Fioccano lentamente,
cade la prima neve.
Una danza è musica, candido volo
di farfalle greche.
Tutto cambia,anche il respiro.
Mi lascio accarezzare,
danzo la loro danza.
Trattengo tra le mani un fiocco,
l'osservo, si scioglie, diventa lacrima
che brucia le mie mani.

23012019

'O mare e 'o viento
Che musica me sona
stasera'o mare!
L'orchestra sta ncielo
tutt'appriparata cu e stelle
e cu na luna janca.
Nu sciato e vient',
chianu chianu,doce doce,
te scongeca e capill'.
Comm'si bella,cu sta vocca
rossa si bella chiù e na rosa.
Zitto'oj core,nu parlà,
o saccio pur'io,ca so ricord'antichi.
Tu me dici ca so bugie,
ma sient'a me so meglio da verità.
Io ce penz'ancora,
essa nun me penza chiù.
Lassamme sta,stamm' perdenno
o suon,stammece allegri.E comme se fa!
Sta musica e stu vient,
mpazzì me fanno, core mio.
E chiagn'e rido,
amare so sti lacrime.
Core,core mio l'ammore
senza ammore,
sai che re? Na sagliuta
ca nun fernesce maie.

15012019

Migranti
Risalgo le scale
stringendo con mano
mille paure; son ombre
posate sui muri.
Discendo al mattino
tra tenue luci. L'alba e la sera
mi fan compagnia
Un passo, un gradino,
avanzo tra odori nascosti:
minestra a bollire
sui roventi carboni.
Sbatte una porta,
l'acqua che scroscia,
miagola un gatto.
Un grido e poi silenzio.
Si ode il pianto di un bimbo;
gocce saline rigano un viso
fiore di donna... un tempo che fu.
Il tetto s'appresta,
abbasso la testa.
Più dure si fanno
le ombre quassù;
uno spicchio di vetro,
una candela s'accende
Tra bagliori laggiù,
il cielo s'oscura,
io vedo che brucia,
la grande città.
Scorre in eterno
il flemmatico fiume.
Tra il fumo ed un suono
una chiatta leggera scivola via.
Si innalzano note di vento,
si canta, si balla, s'inneggia la vita.
Girano sempre le pale
del vecchio mulino:
per cena un panino,
un bicchiere di vino,
una branda, un libro
consunto portato
dal luogo natio.
Arriva la notte!
Mi copre un lenzuolo.
Ridiscendo le scale:
nessuno saluta.
Ancora, col buio,
si pensa alla sera.
Per cena un panino,
un bicchiere di vino,
un lenzuolo a coprire
le mille paure.

09012019

Si posano gli occhi
sul tuo nudo corpo.
Tutto vedono
meravigliati guardano.
Le mani non son cieche,
giocano,s'intrecciano,
acclamano carezze,
scorrono sulla tua febbre.
Le labbra tenere e rosa
poggiano sul tuo lobo,
s'affanna col fuoco,
il respiro scorrendo il collo.
Scorre il miele dalle tue labbra.
Un fremito,seguì un sussulto,
un sospiro affannato,
languido si posò nel candore.
Forse nel cielo ,brillava la luna.
Forse luccicavano le stelle.
Sussurrammo come risacca sulla rena.
Le ombre erano lievi.
Esploravamo i nostri corpi,
con dita leggere.
Valicammo l'oltre
perdendoci tra le calde e lisce
colonne d'Ercole.

14112018

Torna la stessa voce,
le parole portate
da corde di vento
entrano,sobbalza
il cuore annegando
nel dolore.
Tempo andato
che nulla
vuol cambiare.
Tutto intorno
non è uguale.
Siam lì con
sguardi persi,
legati ad una
mattonella
che tutto racchiude
e nulla tiene.
Suona il vento
con corde di violino;
tornano le parole,
uguali scolpite
nel tempo.
Tenero è il bacio
della sera.

13122018

Oh! amor che io ho amato,
scopristi il cuore mio
e nudo lo prendesti.
Era la rosa,bocciolo
a Maggio e poi fiorita,
guardando il cielo,
alito di fiori nuovi.
Oh!amor che io ho amato,
sfuggisti alla tetra nebbia,
figlia dei freddi inverni.
Nulla si racconta
nelle notti buie,
non c'è luna ne calore,
solo spettri come ombre vanno.
Oh! amor che io ho amato,
il cuore ricoprir si vuole,
lasciar vorrebbe il suo dolore
mentr'io nudo lo costringo,
chiedendogli perdono,
per come ho amato amore.

05122018

Oh dolci sfavillanti occhi
che mai uno sguardo mi donate,
mentr'io mi perdo e annego
nell'infinito vostro,
tra le pagliuzze d'oro,
accese dall'amore.
E quel colore vivo,
ambrato che pure
il mare sospirare fate,
e il cuore mio ardere lasciate,.

Le labbra poi,
son petali di rosa,
parlano senza
emettere sonoro.
Sentire vi vorrei,
pronunciar il mio nome,
mentre vi poso le mie
tremanti dita.
Sospirano con voi,
le labbra mie,
e sognano l'abbraccio,
di un eterno bacio.

29112018

A mia figlia a Pietro
Quanta dolcezza
in quel viso di madre
e quel bacio tenero
sul volto del neonato.
Si posano le labbra
con grande tenerezza
è un attimo gravido di
eternità: la madre tiene
gli occhi chiusi sogna
giorni nuovi,voli di rondini
e di farfalle colorate.
Quanta soavità in quel volto
nei chiusi sognanti occhi
e il bacio lieve è solo amare.
Il bimbo tiene spalancati
i suoi bei neri occhi
la manina tenera
come petalo di rosa
posa sicura sulla spalla della madre.
"Un bacio mamma" sembra che dica
un sussurro senza parlare
"un bacio ancora mamma
ed è la vita mia".
Quanta mitezza che grazia
nei chiusi occhi contenenti un mondo
quanta felicità nei neri del piccino
ammirati dello sbocciante uomo.

26112018

Vago come canne al vento
uggiosa più che mai
si snoda la giornata.
Novembre è tetro,piove
incombe un cielo grigio,
il silenzio non canta le sue note.
Brucio nel camino ceppi secchi,
brucia la mia anima,
il cuore impazza e mi ribolle il sangue.
Destino così infame,il fato fa il coppiere.
Tornano su ingiallite pagine,
ricordi mai annegati.
Mi arrovello,a stento mi trattengo,
accarezzo le parole ad una ad una,
non mi par vero che dal tempo consumate,
stan lì a ricordare il mio perduto amore.
Oh tremendo sei, perché?,mi parli
e non rispondi,son pagine lontane,
sempre piene di calore.
Era Maggio,la festa del lavoro,
marciammo mano nella mano,
sussurrai, in quel frastuono di voci,
il palpito d'amore.
Rosse erano le bandiere,
dolci antiche e sacre le parole.
Perduto mi ritrovo su strade note,
straniero mi ritrovo col camino acceso.
Trafigge l'aria una tetra luce
Non un canto ne una voce
Niente si alza al cielo
Un batter d'ali una cicala
Non vi sarà una stella stasera
là nel profondo cielo.
Neppure la luna si presta
a scambiar parola e coi suoi raggi
rileggere con me quelle parole antiche.
La legna brucia senza dar calore,
e brucia l'anima mia in compagnia,
del gelido silenzio.

Torino 21112020

Un fruscio di vento lieve
cadono come morte foglie
scricchiolano silenziose.
Han perso già i colori,
eran verdi,ora sono rosse,
arancione,secche e grigie.
Cadono con rumor di crosta,
coprono il solitario viale,
le sento scricchiolare
mentre vi cammino sopra,
stesso luogo altri colori.
Come è lontano ieri.
Brillavano i colori
giorni di smeraldo attendevamo.
Cercammo l'ombra,
la trovammo,a guardia
come sentinelle,gentili furono,
un platano,una quercia, un fico.
Sostammo osservando
spilli d'acqua zampillanti.
Si posò un germano
smorzò la sua sete,
riprese il suo volo.
Scoccò il primo bacio,
fu dolce come sorgiva
pura limpida acqua.
Sorgevano a nuovo
giorno i cuori.
Com'è lontano ieri!
Ritorno sul fruscio
delle morte foglie,
sono lenti e stanchi
i passi miei. Schiacciano
le nuove morte foglie.
Non zampilla l'acqua,
l'arsura del tempo
non si placa. Non trovo
l'ombra che tanto amai.
Come è lontano il sole!

18112018

Sono innocenti i nostri sguardi,
liberi come nuvole e gabbiani
nel terso cielo volano corrono in volo
noi corremmo dietro mille sogni.
Il mare era sotto i nostri piedi,
scalzi come l'anima camminavano
ora sulla sabbia calda poi su quella
bagnata dal fruscio della risacca.
Sussurrava l'onda acerbo battito
acceleravano i nostri cuori.
Stavamo ,senza mai stancarci,
occhi negli occhi, tenendo per mano
l'innocente età. Curiosi di
quello che sentivamo. Nessun segno,
non trovammo le parole, ci bastava
la luce ed il colore del cielo a mare.
E poi cosa accadde ? Poi....
Fu il destino o fummo obbligati
dalle nostre stesse mani?
Ci perdemmo per ritrovarci. Eccoci.
Tendevo verso te me stesso
mi offrii dicendoti : tieni sono io
mi dono prendimi noi siamo
l'acqua e l'aria l'oggi e domani.
Vivo perché tu sei qui sguardo
nel mio sguardo, mani nelle mani.
Tienimi ed io ti terrò
questo è il mio cuore io prenderò il tuo.
Trovammo il segno e la parola
li suggellammo con le labbra
scrivemmo col fragore del silenzio,
Amore.

12112018

Correvamo erano rosse le bandiere
cantavamo con cuore e gola
facemmo nostri i canti di montagna
ereditammo sentieri di libertà.
L'anima vomitava dolore
per quel piccino corpo
bruciato da napalm a stelle e strisce.
Libertà gridammo in coro
scandendo Ho Chi Minh.
Rosse erano le bandiere
la stella con la falce ed il martello.
Consegnammo alla storia
la nostra età innocente.
Poetavo ancora di respiri
Luce e correnti nuvole
Giocose con la luna
Cuore giovane solare
Tutti ci affacciammo su spazi nuovi
il futuro era un mondo ritrovato.
Inesplorato impervio era il cammino
lo percorremmo con passo leggero
risoluta la corsa chiassosa la risata.
Dove in molti eran passati
Lì passammo noi raccogliendo fiori.
Incontrammo greggi d'alberi
Prati verdi ricamati
Pronto era il grembo la semina vera
per far nascere l'amore.
Oh grigio cielo di un
malinconico autunno
stanco sento il battito del mio cuore
non sento canti non grida di libertà
bandiere rosse tutte ammainate.
Cosa scrivemmo poi? Quali sono i sentieri
del mondo nuovo? Chiuso è il tempo
dentro un guscio vuoto.
E l'amore? Silenzio.
Ho perso la memoria.

08112018

Accarezzavo con occhi nuovi
Un fiore appena nato
Petali bianchi vellutati.

Tenere furono le carezze
Mentre il tempo fermava
Il suo petulante scorrere.
Sfioravamo con le labbra
La luce diafana
Della velata Luna
Immersa come sempre
Nelle profondità del cielo.

Nulla sapevamo non capimmo il senso
Ed era il primo amore
Improvviso apparve il vento
La luce tacque,la Luna si oscurò
E nell'oscurità venne reciso il fiore.

27102018

Il tempo che fu
Che chiaror di luna
in questa notte scura,
che meraviglia e
che malinconia.
Sento lo scorrere del tempo
passare implacabile
tra queste stanche dita.
Brilla il cielo su questo
cuore d'ombra.
Attendo sempre l'alba
coi suoi chiarori
rimesto nel silenzio
antichi pensieri.
Rivedo nei ricordi
gli occhi suoi che brillano
e le carezza colme d'amore.
Amor di gioventù.
Mi illuminavo
in quel chiarore.
S'accendeva il cielo stesso.
Del silenzio,delle parole,
ne sento ancora l'eco.
Scorgo ancora l'abbraccio
tra il cielo e il mare.
Tempo di tenere mani,
disegnavamo movimenti nuovi,
era quello il futuro.
Ingenui si era, cosparsi
di dolcezza d'api;i cuori,
pulsavano come adulti.
Oh notti profonde e buie,
quando arriva quella antica alba?
Risento lo scorrere del ruscello,
vi sostammo;l'acqua era dolce
puro ne era il canto.
Ora mi pare stentare
nel suo cammino verso il mare.
Quanto tempo è passato?
Inutile tempo!
Come sono stanche le mie mani;
erano vispe di carezze sul tuo viso.
Ora so! Il tempo non è
una tardiva farfalla che sfida il gelo,
poi volteggia danza e si riposa
su di un fiore chiuso.
Il tempo è tutto e nullo,
si apre si chiude si perde,
fa nascere e morire.
Chiudo gli occhi e vedo
avanzare mano nella mano,
il perduto tempo col perduto amore.

07102018

E' dolce la terra coi suoi campi,
son rigogliosi di natura
e tutti arati zolle rivoltate,
per nuova semina.
Piano è un tratto,ondeggiante
l'altro,una collina a limitare
lo sguardo e il mare a completare.
Solitarie sfuggono le rare case,
arriva un bosco,selva oscura
ombrosa e fitta.
Ancora case, ora solinghe,
ora agglomerate,si ergono campanili
puntati verso il cielo.
Ulivi,cipressi,vigne e campi di grano,
tutto si colora come un quadro,
di pittore antico.
Orvieto si appresta sospeso
sulla rupe, scorre chiara l'acqua
del fiume,lì vanno le nuvole a rimirarsi.
Specchio diventa riflettendo
mille raggi che tagliano il volo
dell'aquila e del nibbio.
Corre il treno,tutto attraversa,
ed io mi lascio trascinare,
nei luoghi che un dì lasciai.
Odo il frangersi del mare,
stride il gabbiano,torna una vela
al porto,cantano le sirene.
Lacrima il cuore.

19092018

Arco in cielo
L'arco del cielo stasera
si estende verso l'ignoto spazio;
l'infinito,tra le sue braccia,
raccoglie l'argento chiarore di luna.
Qua e là,come greggi,vagano
lembi di bianche nuvole,
le prime stelle montano di guardia,
mentre si accendono,alle antiche ombre.
Lenta si incammina la notte,
mentre tutto si riempe di silenzio.
Le vie son deserte e mute.
Non un fiato odo sentire,
ne stormir di fronde,
il vento ripone le sue corde,
rispettoso,respira quietamente il mare.
Oscura notte al chiar di luna,
stelle splendenti che tutto ricordate,
ancor vi osservo,con stupore.
E così lentamente zittisco il cuore.

25082018

Terra mia
Si disperdono i suoni,
l'aria ristagna,
un armonica canta,
annuncia la pioggia.
Si spezza lontano,
l'urlo di una sirena,
non viene dal mare,
nessuno vi approda.
Sussulta la terra,
l'onda si calma,,
tutto trema,anche le mani.
Sussulta il cuore,
scandisce le ore,
tutto intorno è rovina.
Rotola sul verde prato
uno spicchio rotondo,
siam pronti ad urlare ,
la rabbia e il dolore.
I porti son chiusi,
cacciamoli via,
mentre noi corriamo,
dietro al pallone,
cantiamola pure,
un'altra canzone.
Terra mia! Terra mia?

22082018

Non la vedrò. Non voglio vederla!
Ti sento respirar,l'aria che io respiro,
Dove cammino, tu vai,
sotto lo stesso ombrello
d'azzurro cielo ci aggiriamo.
Non ci incontreremo,non voglio
ne ti cerco,mi vieto quello sguardo
forse spento,indifferente.
Non vedrei brillar gli occhi tuoi,
come accadde un tempo ormai remoto.
All'impazzata corre la luna,uno spicchio,
appare e si ritrae,la vedi come la vedo io.
Riappare mentre si posa sul silente mare.
Lo so sentiamo le stesse voci,
ci avvolgono con leggera brezza,
sussurrano parole ,le stesse
che sussurrammo noi:volevamo amare.
Oh anima che non ti accendi,
guarda la via si illumina con calda luce.
E' sera di un dì di festa.
No! non ci incontreremo,
non vi sono più parole.
E' tempo di tacere.

18092018

O sole,astro lucente
stenti a splendere,
immana la tua fatica
non passa luce
gomitoli di nuvole
frenano in tuoi lucenti raggi.
S'appresta il buio
e tutto copre,
scompare lo squarcio
d'azzurro;
s'accende la saetta,
romba il tuono,
scrosci d'acqua
irrompono dallo scuro cielo.
Mentre tutto si raffredda,
resta acceso nel mio cuore
un braciere di calore.
E' ancor amor che palpita,
mentre amato non son più?
Giro in tondo e sperso
mi ritrovo.
Di domani ne restan pochi
il tempo corre,non si può
fermare.
Ed io ancor vorrei
il caldo sole amare.

12092018

Un sorriso
Un sorriso,solo un sorriso,
donatemi un fiore,
vi chiedo un raggio di sole,
l'alba di un nuovo mattino.
Corremmo tra dune e polvere,
bruciavano gli occhi,
la gola piangeva d'arsura.
Un sorriso solo un sorriso,
lo sogno come un raggio di luna
più grande che mai,
riscalda la notte.
Vi prego un sorriso,
solo un sorriso,
che accende il mio cuore,
vedemmo negli occhi il terrore.
La notte più fredda,
il fiore appassito,arsi son gli occhi,
mi stringo al petto un bambino,
neppure un lamento,un segno di vita.
Un sorriso,cosa vi costa un sorriso.
Cos'è un sorriso? una luce nell'anima,
un sorso di fonte,una voce,
una mano che stringe la mia,
un nuovo raggio di sole,
che dona un'arca d'amore.
Un sorriso,donate un sorriso.

22082018

Autunno
L'autunno che torna mi riempe di gioia,
una brezza marina spezza l'arsura,
respiro profondo,si calma l'affanno.
L'autunno che torna che sia benedetto,
ridanno la vita i colori vivaci:
col rosso si presenta la foglia dell'acero,
l'arancione avvolge il castagno,
maturi ormai sono i frutti che da.
Il noce d'orgoglio scolora,
mi dona un tramonto sul mare,
L'autunno che torna riempe la vigna,
gli acini purpurei e bianchi son pronti
pei tini,quel vino berrò a San Martino.
Cantano i vignaioli allegri son già,
lavoro di lena senza sudare.
Fanciulla beata cammina leggera,
tra filari e colline. Sui rintocchi del vespro,
s'appresta la sera.
L'autunno che torna mi dona la luce,
girotondono le rondini pronte a partire,
mesto sotto la grondaia resta il solingo
passero.
Andasti via, come rondine,
come il passero resto io.

23082018

Tintinnio di passi
Danzava sospesa da un refolo di vento,
leggere sospiravano le gocce di pioggia,
verdi sfere poggiate sui petali delle ultime
rose pronte a sfiorire.
Cosa cercano i pensieri indefiniti,
viaggiatori anonimi che scorrono
perpetui nella mente. Hanno un fine?
Cammino nell'ombra della notte,
stagnante eterea,distratta,scorre
guardando l'indifferente luna.
Si rompe il silenzio,
un tacchettio di passi,
una donna? Chi mai sarà?
Non voglio sapere.
Tacchi sul selciato sonoro
che rompe la quiete.
La notte continua a scorrere,
Mute restano le stelle.
Non voglio vedere.
Mi tenta il voltar la testa.
Non voglio credere.
Tutto cambia con il fluire
del tempo,tutto passa.
Quel tintinnio di passi mi segue,
mentre la notte incontra l'alba.
Chi camminava al mio fianco?
Non voglio sapere!

01082018

Arida è la terra
un cumulo di polvere
rossa.
Spuntano pietre
non crescono fiori
si affastellano
parole che niente
dicono son nude
e silenti.
Aspetto ancora
messo in angolo
osservo il mutar
del tempo.
L'attesa di nuvole
e pioggia lo scorrere
di rigagnoli disseta
la terra.
Nasce un filo d'erba
una primula la margherita
si colora rinasce la vita.
Nuove parole sbocciano
e noti una tenera rosa
s'apre respira canta
guardando il cielo
che si gonfia d'amore.
Tra nuvole e pioggia
riscalda un raggio di sole.

13042018

E restammo soli
il vento ed io.
Scorreva l'acqua,
rivoli scuri
bordavano la via.
Sferzante la tempesta
inondava il volto,
cancellando le mie lacrime.
Traballava un lampione,
sul filo teso,oscillava
con la sua inutile luce.
Non rischiarava nulla.
Nessuno, non vi era nessuno.
Trascinato dalla furia,
nell'ombra rotolava,
un foglio di giornale.
Lambiva i selci poi s'alzava,
ricadeva,senza dare notizie.
Nell'ombra sbatteva un anta,
occhio cieco di un palazzo muto.
E' notte, è già notte.
E tu tu dove sei tu?
Restammo soli il vento ed io,
sibila la pioggia,gracchia,
senza notizie il foglio di giornale.
Sul filo teso traballa la fioca luce,
che niente illumina.
Rintoccava,la tarda ora,
battito tra scrosci d'acqua.
O forse era il cuore?

19032018

Cupa è la notte:
tra le finestre
dipinte di verde,
arriva un violento
chiarore,un attimo
sferza la luce,
vedo la stanza,
i muri di calce,
un letto disfatto.
Torna il buio,
tutto dissolve.
Cupa è la notte!
Maramaldeggia il mare,
sui sussulti del morente
tuono,l'eco s'accosta,
alla spumeggiante onda.
Notte cupa e di furore.
Il vento si rafforza,
rompe gli indugi
abbandona il mare
sibila tra le inoffensive foglie.
Non trova pace il cuore,
in questo frastuono.
Come il tempo, non ho tregua,
arrotolo i mie pensieri,
intrigato gomitolo.
Vi giocò il gatto,
giocammo oh sì giocammo,
con l'ardore dell'amore.

05o32018

Tra il chiaro e lo scuro,
nel cielo si specchia,
il tramonto dipinto di rosso.
Tremule s'accendono
le prime stelle. La luna
ancor non c'è.
L'orizzonte resta infinito.
I pioppi della piana
scorrono sul vetro,
il treno della vita corre.
Colgo lo scorrere del rio,
lento va accarezzando il prato.

Ci son cavalli bradi
liberi di volare,
galoppano chiusi nel recinto
tra il vapore delle froge tese.
Un nitrito echeggia
nell'aria tersa,calpestii di zoccoli,
sul verde prato,erba da mangiare.
Corre il treno,guardo ma nulla
afferro,perso sono tra nuvole
e pensieri. Corre il cuore
che pace più non trova.
Tutto indifferente scorre,
quel vetro un po' appannato,
disegna l'ignoto.
Son qui naufrago a contemplare
il nulla,mentre assaporo ancora,
un bacio,che sa di mare,
finito sulla rena.

25022018

Fu un attimo,
lo colsi trovandomi
così
immerso nell'immenso.
Non vi era più tempo,
si perdette lo spazio,
solo il silenzio
parlò per noi.
E fu subito amore.

25022018

Sotto i raggi del sole
Deserta era la via,
m'allontano
per compagnia mi trascino
i raggi di sole.

Udii una voce,viva,
un respiro affannoso,
mi rincorreva.

Il sole bruciava!

Un ombra s'avvicina,
avanza,crescendo,
passi leggeri sull'asfalto
infuocato.

Sembrava volare!

Profondo fu quel tuffo al cuore,
tremai,quando i suoi occhi,
incontrarono i miei.

Ci perdemmo appena nati,
batteva forte un solo cuore,
bruciavano le vene,
immobile restò il sole,
vedendo nascere l'amore.

15022018

La piazza,immensa
la lasciammo alle nostre
spalle;ci avviammo
verso il ponte,
lo sguardo incrociò,
le colonne della muta chiesa.
I portici fan corona,
impedendo al sole,l'entrata,
gli abbaini lì in alto,
frangevano i miti raggi.
Ci scaldava il sole,
mentre uscivamo dall'ombra.
Attraversammo il ponte,
fluiva il fiume,
verso altri lidi.
Sostammo sull'arida sponda,
tra alberi silenti
e fruscii di vento.
Anche noi tacemmo,
non v'erano parole,
solo gli occhi vibrarono,
scambiandoci un bacio.

04032018

Noi siamo stati.
Come?Cosa?
Ci sentivamo uguali
e poi contrari,
materia e spirito.
Attratti fummo
vicini e poi distanti.
Salimmo sullo stesso treno
per un tratto fu comune.
La destinazione cambiò
binario,scendemmo
in due diversi punti.

25 02 2018

Ho visto il sole
Scorrevano i giorni,
gli attimi, i minuti
l'acqua, scrosciava
dai dirupi, il mare
respirava, schiumando.

Guardavo con occhi
innocenti il sorgere
del sole,mi perdevo
candido,tra alberi sfrondati,
urlavano,cadendo, senza rumore,
le morte foglie.

Ho, con occhi diversi,
accecati,visto tramontare
il sole .L'orizzonte con la sua
linea, infinita, smagliante,
di rosso ed arancione,
attendeva l'astro di fuoco,
per l'ultimo abbraccio.
Moriva il sole, tra il muto silenzio
di bianche vele.

Ho visto,il sole nascere
e tramontare,ho assaporato,
lo scorrere del tempo,
ho conosciuto l'amore,
(quello vero)? . Ed ora mi ritrovo,
ammainata la vela, su una scia
di dolore.

10022018

'O vico e tant'tiemp fa
Nzerra'a cantina,se fatt'tard,
passata è a mezanotte,
se stuta a luce
e me trov'miez'a via.
Vac'rasenn'e mur'
e chest'fa o poco e vin,'
parlo cu ll'ombra mia,
e sta vita è tutta
na malincunia.
Nu lume arde e luce
nant'a na Madonna
me fermo pa guardà;
porta na vesta azzurra,
ten'na spada mbiett'.
E' mamma ca chiagne
o figlio suie,
che le murett' ncroce.
Na lacrima lucente
le sponne all'intrasatte
a dint a ll'uocchie,
chiagne ancora sta Madonna,
e chest'o vin fa.
M'arretiro a casa mia,
nu poco fatto a vino
addò nisciuno aspett'a me,
chella ca m'aspettava,
mo se nè partuta,
pe nun turnà mai cchiù
Meglio a sta miez'a via:
ca Madonna o lume
e o poco e luna.
M'arrocchio comm'a nu
criatur,sott'a stu muro.

2302 2018

Camminiamo insieme
Vorrei svicolare da questo fragore,
mi segue,non mi lascia,mai,
martello e chiodi scavano
su di un selciato antico,
vorrebbero, ma non lo fanno,
coprire,l'ansia del mio respiro.
Corre la luna tra nuvole nere
e sprazzi d'azzurro. Conto,
scalciando, polvere e pietre.

Come vorrei .lasciar scorrere
i miei pensieri lasciandoli,
al vento della notte.
Brancico tra nuvole, sempre
minacciose. Si agita il mare,
si copre la luna , piove.

Scroscia l'acqua tra pantani e vie,
mi sono sconosciute eppure vi sono nato,
abbagli di luci si rincorrono,
si illumina il cielo e poi il rombo
sputato dal vulcano,scuote la notte.

Vado,mano nella mano, con la malia:
cosa potrò mai dire al cuore che
ancora trema,brucia,urla,non trovando
pace? I muri silenti restano,
del tutto indifferenti.
Cerco un volto, nella tempesta,
tra le ombre cerco l'ambra
degli occhi suoi,racchiusi nella
conchiglia di un luminoso giorno.
Cerco le sue lacrime di mare,
per asciugarle e poi mormorare:
camminiamo ancora.

10022018

Vattenne
Vattenne ammore mio,
vattenne;chisto è n'addio,
mentre a luna se ne trase,
e sta schiaranno juorno.
J che nuttata amara!

Vattenne ammore mio,
vattenne,o core mio ossaie,
me furastiere nbiett'a me:
nun raggiona cchiù.

Vattenne ammore mio,
vattenne,cca sta o core tuio,
pigliatillo nun 'o lassà.
'O vide mentre te parlo,
me tremma'a voce;
'o core mio è già perduto,
e nun se po salvà.

Vattenne ammore mio,
vattenne,trovate nat'ammore,
sincero comm'a na jurnata' e Maggio.
Vattenne ammore mio,
vattenne,nun chiagnere,
asciuttete sti lacrime,
so troppo belle pe sciupà pe me.

31 01 2018

Fuochi a mare
Il sole si riflette, nell'immensità
del mare,
accende mille fuochi,
son lampare accecanti,
nell'azzurro mattino.

Il rumoreggiare dell'onda,
tutto si prende,
volano i gabbiani,e danno
il tempo,
con il malinconico canto.

Mi si accese il cuore,
l'anima bruciava nelle mie vene,
lava e lapilli scorrevano,
ardenti come amore.

Posavo le mie mani,
sul tuo corpo nudo,
eri la mia terra ferma,
palpavo il battito del tuo respiro.

Mille incendi sono ancora accesi,
brillano,come ceri votivi,
dinnanzi all'infinito.
Vivo con roghi e tempeste,
sono grida dell'anima mia.

Tutto vorrei chetare con una
preghiera.

31012018

Solitudine
Solo,nel buio della mezzanotte,
vagando vado,
in un tempo che tale non è.
Le deserte vie,colorate di luce
gialla,si specchiano sul nudo selciato.
M'accompagna lo scalpiccio
dei passi,è l'eco del mio andare!

Come pesa il silenzio,
il viale, deserto,tiene in fila
alberi spogli. Mi paiono morti!
Il fiume,scorre lentamente,
tra il vuoto delle sue sponde.
Arriverà al mare?

Nell'infinito manto di stelle,
brilla la luna,di fredda luce.
Le cime sono innevate,
giocano coi raggi di luna,
brillano,son perle rare.
Com'erano gli occhi tuoi?

Giro intorno al buio,
non ho una meta,
mi tiene compagnia,
la solitudine che mi è amica.
Liberarmi vorrei dell'anima mia.

Rivedrò il mare?

28 01 2018

Vedessi nevica
Vedessi nevica
tutto è silenzio,
intorno.
Tace lo zampillo della fontana,
.è diaccio!

Vedessi nevica,
rallenta ogni cosa,
lieve mi giunge il rintocco,
di una campana. Tace il merlo,
non cinguetta il passero.

Vedessi nevica,
su quel telone bianco,
proietto i miei pensieri:
ora mi sei vicina.
I lenti fiocchi vanno,
come note di una dolce
sinfonia.

Vedessi nevica,
le mani nelle mani,
con meraviglia di bambino,
diciamo:vedi come nevica?

12012018

Perduto amore
Indifferente,svanisce il giorno,
con la sua luce,
strisciano,rasenti i muri,
le ombre,
crescono e tutto ingoiano.

Inosservata,come la vita,
tra onde lievi,scivola silenziosa,
una vela, cerca il vento di sostegno
leggera va sfidando il tempo.

Inosservato,senza sonoro,
tra i cristalli dell'anima mia,
corre, col fiato sospeso,
il muto pensiero;ciclopico,
invadente,lacerante.
Oh!perduto amore.

26/01/2018

Les Amoureux
Attesi le prime luci,
l'alba non era lontana,
gli ultimi raggi di luna,
andavano spegnendosi.

Tra gli alberi,erano tigli spogli,
senza foglie già cadute,
sentii respirare la terra fredda,
sintonia col cuore.

Riccioli di nebbia si posavano
sui rami spogli. In quella luce,
lieve, sembravano gridare,
al muto cielo.

Attendere con il tempo che
non passa mai. Calmai i miei
tremori contando i tigli,
filari infiniti .Erano tanti.

Ruppero il silenzio i primi
raggi di sole,cinguettò un
solitario passero. Si ruppe
il freddo e arrivò.

La strinsi,assaporando
il tepore di un letto avverso,
raccolsi dalle sue labbra,
frammenti caldi dell'ultimo sogno.

Un nuovo giorno,tremori
e amore,le prime luci,
i dormienti tigli,l'infreddolito passero,
e due sospiri.

22 01 2018

Si avvicina lentamente,
non ho modo di capire,
un guizzo di mare,
un raggio di sole.

Eri tu l'amore?

Si avvicina lentamente,
non ho modo di sentire,
ti vedo avvolta in refolo
di vento che si alza,
improvvisamente.

Mi chiedo chi sei?
E guardo un passero,
che solitario taglia il cielo.

Ti allontani repentinamente,
ora distinguo un volto,
lucenti sono i capelli,
ambrati di tramonto,
una stretta mi chiude la gola,
così ho conosciuto l'amore.

19 01 2018

Monologo
Non credo io,no!
Le mie parole non cambiano,
restano chiuse nel candore,
di un rosa.
Non appassiranno,restano,
scolpite negli aromi di un giardino
fiorito. Si ripetono come eco,
come onde del mare.
E tu cosa credi?
Non ascolti più,lasci cadere,
nel vuoto del tempo le stesse parole.
Taci! Restano gli occhi che come il vento,
soffia in tutt'altro cielo: ascolti ma non senti.
M'allontano,con passo lento e stanco,
ripetendo le mie e le tue parole,
erano uguali,restano mute,come stelle,
a prima sera.

16 01 2018

Scalare la vita
Una mano,un appiglio,
la corda si tira,un piede è sospeso,
l'altro ben saldo:m'innalzo,
la cima è lontana.

Ancora un respiro,
lo lascio cadere,è sicuro, m'affanno,
mi strozza la gola,
stringo più forte alla roccia
.
Ci punto gli occhi,è rosa corallo
,lasciato dal mare in ritirata.
La cima è lontana,m'innalzo di un passo,
lieve io sono,tra terra e cielo.

Nient'altro si sente:
un respiro profondo ,
bisogna andare; c'è il sospiro
del vento e l'aria tagliata.

Erano neri i suoi occhi brucianti,
di febbre e di sole,erano perle profonde,
la corda si tende,l'appiglio è sicuro,
la mano non trema,non lascia la presa

La cima è vicina,
respiro col cuore,
giocando con un lembo di cielo.

Sono legato ad un filo di vita,
inseguo la luce di ardenti pupille,
Fatica è salire!

Ritrovo il calmo respiro
il cuore non trema,
si cheta l'animo mio.
Toccando la cima,
non puoi cadere.

Immenso è l'orizzonte,
come l'amor .
Raggiunta la vetta,
portato dal vento,
il ritorno è più lieve.

13 01 2018

Sono anni che non vi frequento con un mio scritto, ma vi seguo e mi allieto
coi vostri lavori. Stanotte la mia Musa è venuta a trovarmi ed è questo il risultato.
Siate,come sempre benevoli senza far mancare le critiche. un caro saluto


Malinconia,
malinconia di un cuore senza tregua,
alzò bandiera bianca e non s'arrese!

Malinconia,
malinconia di un cielo senza luna,
l'ombra che tutto avvolge e porta via!

Malinconia,
malinconia di un uomo che cammina,
sulla battigia scolpita dal vento,
senza speranza e senza una via!

Malinconia,
malinconia di un tempo senza l'ora,
vagando tra pensieri senza fiori,
lì si perdette un cuore!

Malinconia,
malinconia del pianto di un bambino
attaccato al seno della madre,
per la vita!

Malinconia,
malinconia d'amore!

11 01 2018

Astregno a mana toia
è fredda comm'a cchè.
E guardo sta vocca
rossa,ca me pare ,dint'
'all'oscurità do vico na ferita,
ca sang'fa scorrere
da chist' core mio
malato comm'è
d'ammore pe te.
Te guardo dint'all'uocchie
e leggo tutt'a verità:
indifferentemente tu
a nato staie a pensà
e mentre a notte s'allontana
tu ti allontani 'a me.
O saccio,si t'astrigness'a me
tu astrignarrisse a nat'
e non a me.
S'addorme a luna
mentre ca pazzea cu l'onne
e chistu mare placido.
Se stutano e luce e chesta via,
s'arape na fenesta
e sbatte nu purtone.
Mo nasce natu juorn'
e schiara tutt'o munno,
mentr'io m'alluntano a te
dint'a stu chiarore,
more cu me l'ammore,

E ce guardamm'senza parlà
So parole senza voce
Ca sciuleano ncopp'
'a ll'acqua e mare,
se fanno cunnulià dall'onda.
'O cielo s'è appriparato a festa,
me pare nu pentagramma:
e stelle song'e note,
a luna è chiave musicale.
Che musica stasera!
E' o viento ca sona stu spartito,
passanno pe vich,ca song'
vocch'e lupo,e so addiventate,
canne d'organo.
Che musica stasera!
Comme corre 'o vient',
e comme sona,trase, esce,
torna a trasì.Celeste è sta musica,
de parole mute.
E o core mio che và a pensà?
Chesta è a musica de parole
ca tu diciv'a me.
Mo me port'do cielo'o vient'!
E che musica stasera!
Povero core mio che pienz'a fa?
Povero amore mio,chi sà addò staie?

27 Gennaio
Non ho mani
e nulla devo tenere
non ho dove camminare
le strade son un pullular
di ombre e polvere.
Non ho pensieri
ne memoria un numero
sulla macilenta carne.
E' questa l'ultima fermata?
Oltre quel cancello mi spinsero
Tra gridi disumani
erano uomini in armi
e poi ringhii di cani.
Non eravamo
che stracci di vento.
Conservai due lacrime
Non si spensero mai
restarono oltre il fumo.
Cadeva la neve? Forse!
Ma non avevo piedi
da appoggiar sul candido manto.
Ricordate?
Un nome un numero.
Ricordatevi tutto mi tolsero!

E che malinconia
ncuollo me mette l'alba,
juorno se fa, schiara o munno,
senza sapè:'o tiempo passa
e nun se mporta e niente!
L'uocchie sotto o cappiello,
chiuso dint'o cappotto
s'arripara do friddo
che tra notte'e ghiuorno
cchiù nzisto se fa.
Cammina l'anima mia,
bruciante e sola,
jettata nmieza a na via
addo nisciuno passa:
le tiene cumpagnia
o fummo e sigaretta,
na brace rossa e cennere.
O mare,mentre s'addorme a luna,
lentamente respira,
abbracciato co viento,
chiamano,a stesa,a rezza e piscature.
S'arape na funesta,
na luce sta appicciata,po se stuta.
Se nzerra e more o core,
pe n'ammore ca cennere
e sigaretta è addiventato.

Che t'aggia dì,
mo ca si partuto
e simm'rimasti sul'
nmiez'a sta via,
Tu ossaie dint'o core
c'è rimasta'a malinconia.
Che t'aggia dì,
Tu mo staie luntano,
ma a voce toia,
è rimasta nzieme a nuie
e mentre mo chiagnimm',
s'appiccia dinto o core"l'alleria".
Pino quanti ccose so rimaste:
"a voce de creature
ca saglie chianu chianu",
"aspettammo ca esce o sole"
"mentre l'acqua nce nfonne' e và".
E parlammo parlammo,
cu e parole d'ammore,
ce le mparate Tu a dicere:
Napule,città do munno,
bella ma" na carta sporca
e nisciuno se ne mporta".
Che taggia dì,
vulimme sentì cantà,
pe nata vota"è tutta nata storia".
Pino Tu ossaie già:"Anna verrà".

Io so che sei tu,
che respiri salsedine
e gocce di mare là
dove l'onda s'infrange,
violenta sulla scogliera.
Sei tu che vieni accarezzata
dalla brezza mattutina,
dal maestrale che si inebria,
sfiorando il tuo bel viso,
scompigliandoti i capelli,
ramati da un raggio di sole.
Sei tu che a sera t'illumini
d'argento esposta ai raggi,
della luna rossa e piena.
Sei sempre tu che giochi,
immergendo,la sottil caviglia,
là dove torna il mare,
sempre eterno a respirare.
Ma tu non sai,come scorre
precipitosa l'acqua,
nascendo da nevai candidi.
Tu non conosci la rosa di ghiaccio,
che nasce nell'ansa torrentizia.
Rosa trasparente,
brillante,verde di pietra lunare,
coesa e luccicante trafitta
da un raggio di sole.
No! tu non sai della rosa
di ghiaccio che avvolge
e stringe il mio cuore.
Non puoi sapere!

Risuona nell'aria
una nenia antica,
ne assaporo l'infinita
tristezza.
Struggenti son le note,
ne vedo le parole,
le mastico,con acerba
malinconia.
Si, arrivano da un lontano
tempo e or si spargono,
facendo eco,nell'intero vicolo.
Appaiono, le prime ombre,
un rintocco lontano,lento,
m'avvisa che son le nove.
Inutilmente aspetto ancora,
chi mai verrà.
Continuo ad aspettare,
vago,stringendo le mani
di mille sogni.
Rivedo le tue mani:
piccole come cirri,a primavera,
trasparenti come ali di farfalla.
E mi correvi incontro.
Poi una carezza e le stelle
cominciavano a splendere,
chiaro facevano il buio,
e due cuori,sobbalzavano,
come le onde del mare.
Come ogni sera,inutilmente,
rintoccano le nove,
nulla m'attendo,
restano, mani fragili
a stringere mille,ombre,
annichilendo i sogni.
Solo le lacrime,
mi fanno compagnia.
Maliziosa,con dispetto,
s'affaccia la luna.

Vurria sentì na musica,
ma 'o cielo è grigio,
e nuvole so nere,
lampi e tuoni,scrosci d'acqua,
chiove a zeffunno e nun se pò sunà.
Tutta l'acqua ca scenne a chist' cielo,
me se azzuppa ncuollo,
me rimane appizzata,so nfuso,
da 'a cap'e 'o pere,
ma nu voglio cercà riparo.
Conobbi na bella figliola,
fu pe me na jurnata e sole,
n'aria e Maggio,respirò o mare,
e pure o core mio.
E mo'o tiempo se cagnat':
chiove,Gesù ma comme chiove,
l'acqua scenne a zeffunno,
e l'ammore fa subbissà.

Nulla mi coglie,
ne speme ne ricordato riso.
Varco la soglia,cammino,
sul viale della vita;
l'aria và facendosi tersa,
grumi di veli,s'alzano dalla riva:
lentamente s'appresta l'orizzonte.
Una corona d'alberi,
immota e spoglia,mi cinge,
son mille braccia fredde.
Calpesto i cumuli,
di giacenti foglie,
sciamannate,or qui, or là,
ne scorgo ancora raggianti
colori:ocra,giallo.
Resta sovrano,lo scalpiccio,
che il silenzio, inquina:
son foglie morte.
Ora mi coglie il tempo andato,
mi ammanto,di rigoglioso
e tenero verde,giovani sono
i miei pensieri,nati ora nel cuore.
Una foglia,lacrimante di rugiada,
un sol pensiero:d'amore.

Navigo abbracciando
le prime gocce,
scalpitano sull'asfalto
rovente,bruciano, evaporando.
Son fili lucenti,un sipario
argenteo fitto d'ombre,
si spezzano,si allungano
sullo specchio della lucida via.
Danzo al suono,di una orchestra
di nuvole otri di malinconia,
stringo quei fili d'acqua,
lasciando scorrere la frenesia,
sono brividi che stingono i sogni.
Rivoli e poi tumultuosi fiumi,
tracimano nel ventre,
della martirizzata Terra.
S'apre uno squarcio di sereno,
fa capolino un timido sole,
dispettose persistono nubi nere.
Un boato,cerca sfogo,tra filari
Di ferro,vetro e cemento,
impaurite,le rondini,cercan
rifugio negli antri di tetti rossi.
Mi par di sentire un canto,
m'arriva dalla fitta pioggia: sogno?
E' la nenia del battito, del cuore,
che si disseta d'acqua amara.

Rovente era,come lava
sputata dal vulcano attivo;
lampeggiava nell'aria,
col ritmo del battito del cuore,
che freddarsi non vuole.
Eri tu, nel nostro abbraccio!
Oh! Lo so,era un misero istante,
nell'eterno tempo;
meno di un battito di ciglia.
Non scalfiva,non sfiorava
il tempo. L'abbraccio è una magia,
un movimento d'ali,una improvvisa,
folata di vento. E m'appartiene!
Era un istante solo,ma tutto mio.
Niente m'importa ora,
se non sentire ancora,
la lacerata pelle ,che brucia,
lasciando fluire,sangue,
lapilli e incandescente lava,
come dono del dio Amore.

Vi son petali di rosa
Come pensieri lasciati cadere
Lungo la strada.
S'allungano i passi
Ne sento il rumore
Sussurrano i platani
Tra le ombre le luci
Che il sole proietta.
Cammino leggero
Tra i ricordi di te
E dei tuoi fiori.
Eran posati tra capelli
Ramati smossi da sussulti
Di foglie al vento.
Ne sento il profumo
Ne godo l'ardore
Ne sento la voce
Parole scandite
Dalle tue vermiglie labbra.
Oh amor lo sai:è la stessa via.
I petali di rosa il platano
Son lì.
Corrimi incontro amor
Corrimi incontro.
Una vita un giorno un'ora
Il cosmo creato cosa sono
Senza l'abbraccio d'amore?
Silenzio e ombre!!

Oh me gracile
Come gambo di rosa
Aculei non nacquero
Come difesa.
Ed io reggo nel pugno
Il tenero bocciolo
E le tenere verdi foglie
Annuncio di primavera
Non piegatevi col vento
Irte restate.
Oh rosa rigoglio di Maggio
Lascia andare il lieve
Tuo profumo adornando
L'aria e come cielo
Ti circondi di cerulee farfalle
Ruotano aspirano tornano a volare.
Oh son' io
Ancor più gracile verso sera
E alle ombre chiedo:
dissolvete angoscia e timore.
Domani col mattutino chiaror
Vorrei regalar un sorriso
Alla rosa e alle farfalle
E domandar loro:
ditemi del mio fatal fugace amor!
Ditemi………

L'ora non è.
Tace la campanella.
Nel prato assediato,
dalla rugiada, brilla
e respira,la primula.
E'forse primavera?
L'ora non è.
Fuggendo tra le mura nere,
del vicolo dell'ozio,
urla il silenzio.
Ditemi passa di qui la notte?
L'ora non è
e mai arriverà.
S'accosta alla rena il mare:
piange! Non abbraccia,ne stringe.
Amare non sa più.
Amare cosa? Amore amaro!

Ditemi voi che parole
Di vuoto fiato esprimete,
lanciate proclami ,appelli,
invocate la pace.
Restate nel vago,voi siete lontani.
Lasciate cadere,le lacrime
Asciutte,in abissi profondi.
Perdendosi e tutto resta uguale.
Ditemi Voi che Padre Santo siete,
visitator di questa Santa Terra:
santa di sangue innocente,
come già avvenne nel lontano ieri,
Golgota e croce,fiele da bere.
Avviene ancor nel moderno oggi,
ed è quotidiano pane di fuoco,
non è manna dal cielo ma missili
e bombe e ceneri e tutto intorno esplode.
Ditemi Voi tutti:è mia la mano armata?
Son morto fanciullo,una striscia di vita,
sulla striscia di Gaza……Sì tutto muore,
anche la pace!

Ascolto ora solo l'azzurro cielo,
meraviglia di sparuti nembi,
che si rincorrono verso l'eterno fuoco,
per poi sparire in tremulo silenzio.
Raggiunsi anch'io,i raggi
dell'infernale stella,brillava ed accecava,
immutabile nella candida solitudine.
Udii il vento e il mormorio
di piccoli colorati fiori,un cinguettio
si perdeva tra ombre e luccichii.
Volli tra vento e fiori,affondar le mani,
senza mai guardare, placar volevo,
l'ardore dell'anima che bruciava.
Eran ombre e luccichii,li sentii come
tizzoni ardenti.
Freddati cuore nutrir non ti voglio
di sospiri e d'illusioni.
Posai lo sguardo sulle vicine vette,
là dove si perde l'infinito e vidi,
sgorgare lacrime di vita, nascevano
mille rivoli:fendevano la roccia,
e giù calavano a precipizio,
verso lontane valli
Pregai:resisti neve,candor della passata età,
lascia libere le tue lacrime che formando
vanno, un tumultuoso fiume.
Freddati cuore,nutrir non ti voglio,
di sospiri e d'illusioni.
Non placo il fuoco che mi arroventa l'anima.
S'innalza un canto,và come l'acqua
solcando smaniose valli e irti colli.
Io ti conosco tu sei la voce dell'amore,
che l'ultima nota suona,
stringendo al cuore la salmastra acqua,
tra canneti e un periglioso mare.

No! La mia lingua non cambia,
resta chiusa nel candore della rosa,
che appassire non vuole,
spandendo petali profumati,
come parole, senza mai mutare.
E tu? Lo so non ascolti,
lasci andare,i suoni e il tempo,
poggiati sulle ali,colorate, del vento,
che a volte si posa a respirare,
e altre volte vola via.
Ed io vedo che non ascolti,
ma guardi i mie radi capelli grigi,
mentre mi allontano,
avvolto da un manto di stelle mute.

Amor che amareggi l'anima
e ben la conosce il core mio
Tornano così alla mente
tutte le parole leggere
come petali di rose
d'acqua son ricche ruscello vivo
tracimanti poi al delta
dove incontrano il mare
Siete dolci ma anche amare
sorrisi e lacrime vortici di mulino
inebrianti di sussulti e canti
e poi apparite or ora come
lucido tramonto su acque morte
Parole di solo amore vorticanti brividi
vento sonoro del silenzio
Fu mattino e poi fu sera.

E' notte,che suonno,

già se so fatt'e tre;
dint'a sta'accampamento,
e st'anime puverelle,s'appicceno e lumuni,
facenno nu poco e luce.

Nu sbadiglio,na risata,na voce,
nu chianto;ombre nere se moveno,
so stracci ca camminano,
nella oscurità da notte.

Ammassati in un telone,
cchiù friddo do friddo,vanno a faticà
luntano,nmiezo a campagna.

Niciuno tene a forza e di na parola,
s'allumma na fiammella,
ca passa mano a mano,
fummo,silenzio e sciato:
Nce scarfammo e mani.

Songo e quattro da matina,
ancora nun fa juorno,
s'accunmencia,tra poco:
la raccolta e mandarini.

Che fatica,sponta o sole,ad oriente,
accummencia nata jurnata e bestia.
Sotte e mane na cascetta,dieci chili,
un euro pe putè campà.

O sole ca nun da calore se ne trase,
dimane s'accunmencia nata vota,
dint'a chesti mane,fredde e nere,
senza forza p'asciuttà doie lacrime,
nce astrignimmo o riesto e niente.

Oggi è ,comme'a 'ieri,
e sarà tale e quale,comme'a dimane.
'O tiempo è sempe'o stesso
nun cagne maie:indifferentemente,
passa e se ne va.
Le piace a pazzià,è na vela,
nmiezo'o mare,corre ncopp'a ll'onna,
torna, vola, le piace'a sfregulià.
Sfregulea ca vita e tutta'a gente.
Senza fa nisciuna differenza,
tanto addà passà.
E pure tu,ammore mio,
si stata nzieme a me,
pe nu mumento sulo,
cu e mane dint'e mane,
e po' te ne si ghiuta,luntano assaie.
E so rimasto sulo nmiezo a na via.
Ieri,oggi,dimane,senz'na parola,
co core sotto e lacrime,senz'a'll'ammore,
o tiempo passa'o stesso,tale e quale:
j che malincunia.

Nunè succies' niente,
a recità ncopp'a stu munno
simme bravi tutti quanti.

Esco da casa mia,
sempre a stessa ora,
comme se niente fosse.

Do nu vas'delicato,nfronte
a sta creatura ca dorme,doce doce,
sta mbraccio a n'angelo e sogna.

Cu ll'uocchie e suonno,
co' o calore do lietto ancora ncuollo
Rusinella mia appripara a borsa da fatica.

Nunè succies' niente,
dinto o core tengo o niro,
e nfaccia tengo'o scuorno,
primma ca esco le do nu vas' amaro.

Giro l'angolo da via,
è na matinata comme a nata,
me mett'a chiagnere senza dà' a vede.

Co chianto dinta all'anema,
me sento e murì, nun tengo cchiù o curaggio
e turnà a casa mia:m'hanno licenziato.

Me sento n'ommo e niente.
Senza dignità,a fabbricqa sta chiusa,
nun putimmo faticà:mo so disoccupato.

Nunè succies' niente:
è a crisi che è globale,
la concorrenza,il costo del lavoro.

Son queste le parole, da dire alla famiglia,
ma io saccio sulamente,
ca senza fatica,nun se po cchiù campà.

Nunè succies' niente,
io so disoccupato,senza domani,
senza speranza, ne futuro.
Vulesse dì na cosa sulamente:”signori del Governo,
vulimm'faticà,pe nun murì.

Regalar vorrei,gli occhi febbrili
dolci d'ambra e sole, a questo cielo,
ora coperto,di rosa corallo,
e luccicante di brillanti d'oro.
Regalar li vorrei alla luna,
che là, prova a rompere,
con la sua fredda luce,l'infinito silenzio.
Oh!meraviglioso dono,lascia cadere,
le mie lacrime dal sapore d'amore,
lasciale cadere nell'immenso mare,
che, mai come adesso mi è cuore,
inquieto,rabbioso,urlante e biancheggiante.
Accoglile mare nel tuo grembo,
è pianto antico,che si unisca,
quale ultimo abbraccio,all'addobbato cielo.
E così lascio cantare il mare:
naufragar vorrei,naufragar d'amore.

Odo passi su di un selciato antico
sento l'inezia del respiro
è un camminare liquido
senza un dove senza un come.
M' assalgono le memorie
e sono un vento nuovo
che indeciso brancica tra le vele
e smuove lentamente il mare.
S'appresta un cielo nero
mettendo tra conchiglie il giorno
l'acqua scorre con furia
tra pantani e vie.
Un tuono sputato dal vulcano
spazza tutte le ombre edè ancora sera.
Sospinto dalla malinconia
cammino tra indifferenti muri
scorgo un volto illuminato di tempesta
mentre il cuore che sete ancora ha tace.
Sete per quegli occhi febbrili
e ritorna viva la pupilla d'ambra.
Lasciasti libera una lacrima di sale e mare.
E nella notte persa arde ancora
il ceppo nel camino.

Sparpagliati
Mi incanto, guardo distratto,
la realtà s'accumula,passa
lasciando tutto intatto e indifferente.
Non si cura,continua,cambia
e torna come prima,non muta;
mentre il colorato arco s'innalza
là su nel cielo,labile,perpetuo.
Si specchia su se stesso il mare
sperdendosi all'orizzonte,
tra le rossastre nubi.
Osservo l'andare senza sosta,
una massa solitaria che rincorre il tempo:
parte,arriva,cammina e poi si ferma.
S'incontrano,si sparpagliano,
tra acuti silenzi;si specchiano,
negli occhi di un tenero cane,
perso abbandonato e solo.
Alza la testa s'accuccia la riabbassa
non trova chi lo sperse,uggiola e si rattrista,
tra l'indifferente gente,che va e che viene.
Il sole trascorre e benevole coi suoi raggi,
incendia le case della piana.
Provo ad annegare un pensiero,
l'arco colorato è inghiottito dalla sera,
il cane forse dorme,continua il via vai di gente,
mentre, una goccia di rugiada
cade su di una ragnatela,sfiorandola
con la dolcezza dell'ultimo bacio.

Tutto tace,tutto è quiete,
tutto resta fermo,
avvolto in un mantello grigio.
Si sperde in silenzio,
l'anima mia.
Pure l'astro che tanto dona
ne resta prigioniero,
chetando così i suoi ardori.
Il mare non si scorge,
il vento resta chiuso,
tra ammainate vele.
Sugli avvizziti alberi,
spettri,rivolti verso il nulla,
le foglie restano dormienti.
La rosa coraggiosa,
tardiva sboccia,senza
donar profumo e stenta,
sullo stelo,emerge e poi s'inchina.
Per amor perdetti l'anima
e vana resta la mia ricerca.
Ed ora mi ritrovo,
come la tardiva rosa,
spuntata col suo color
tra la grigia coltre.
Oh amor che mi perdesti l'anima,
lasciami la parola che è carezza,
sul tuo svanito viso e mentre,
tutto tace,m'illudo ancor
d'essere in paradiso.
Come è lontano il mare.

Faticature
M'accide da fatica
matina e sera,
a notte pe stanchezza
nun pozzo riposà.
Corro sempre:piglio o tram,
saglio,sceng,tengo l'affanno
nbietto, che 'o core fa tremmà.
'A fabbrica,n'inferno!
nun'o saccio spiegà:
rummore,sbuffi e fummo,
na lava perpetua e fuoco.
“Acchiappa 'o piezzo”!
'”O vide comme scorre”!
J che calore. T'appiccia 'a faccia.
E che fatica nun ne pozzo cchiù!
Dint'a sta acciaeria trasimme uommene
e doppo, e tute, a maschera visiera,
l'altiforno,la colata, nce fa addiventà maschere.
Senza mani senza gambe senza core.
“Acchiappa 'o piezzo”! “E'asciuto do binario”!
“Maronna j che viento caldo”!
“Ca murimme tutti quanti”!
Manco 'o tiempo pe n'Ave Maria.
L'inferno si è attizzato malamente
e nisciuno 'o po stutà.
O fuoco!O fummo!O calore!
N'esplosione!
E sti faticature,pe nu muorz'e pane,
pe fa campà 'a famiglia,
se vanno stutanno dint'a na lampa e fuoco.

Vendemmia
Specchiati in antichi mari,
il cielo si abbassa,
nascondendo i dolci declivi.
Gomitoli di nebbia,
coprono la macchia d'arbusti
e filari d'uva.
Nessun volo,tacciono gli uccelli,
sussurra il vento, cadono le prime gocce
sui grappoli tagliati e gli altri,
ancora tesi,restano legati.
E' tutto un groviglio di colori:
c'è il resistente verde,
il vinaccia dell'acino maturo,
l'arancione delle foglie
gravide, d'autunno.
Tra rupe e rupe senti il canto
del lavoro,odi un rumorio di cesti,
e i gesti delle mani,gentili,
tagliano dalla vite l'uva.
Il tempo tra i filari scorre.
Ricordo un volto, negli occhi
ugual colori,un velo,son lacrime
versate,per un tenero,desolante addio.
Altro tempo non c'è:resta un bicchier di vino.
Lì vi annego il cuore,sperdendo,
tra le grige brume un lontano amore.

Primo Amore
Tornano,mai liberati,
con forza d'urto di mille tuoni.
E' un temporale d'estate!
Annuncia,tra saette e nubi nere,
la presenza desiderata dell'acqua,
a chetare l 'arsura di un sole a picco
che ogni cosa brucia.
Tornano ora che il cuore
sembra allontanato.
E in quel sipario d'acqua,fitto,
legato ad ogni filo,senza sciogliersi,
leggo le prime parole dette:
“T'amo mio primo unico amore”.
Ed ora ,ora che tornate,senza pietà,
vorrei rilegger negli occhi suoi,
bagnati di sincere lacrime,la meraviglia.
Vorrei sì vorrei sentir il sapore,del silenzio,
mai taciuto dai mille tuoni racchiusi
ed esplosi nel mio petto.
Ritornano .Ed io a chiedermi:
Ma come?
Anni son passati e nulla ormai
è rimasto uguale.
Ma poi quegli occhi
d'ambra lucenti e di calde
lacrime, nel buio dell'animo mio,
si specchiano, e tornano.
Rompono la catena dello scrigno ,
dove chiusi il cuore.
E con fuoco di stelle e d'ambra
disegnano nella notte chiara
le stesse mie parole:
“T'amo mio primo unico
grande amore”.
Resto col mio silenzio
tutto scorre,la vita va
come acqua di torrente,
lenta, senza più parole,
verso un unico mare nero!

Sento squittir in lontananza
un corpo senza spirito
Nulla possiede è una stanza vuota
ne gesti mai vedrai
ne sentirai parola
Non è Non emette suoni
di trascendenti note
mai cantar saprà
ignora la libertà
Istinto è forse il nome suo
oh!ancor di più
si giace con l'immoralità
Conosce forse la parola?
L'ha conosciuta ier con decorrenza mai?
Sbuffa sputa sentenziando va
traendo squittii dal suo deserto cuor
Non altro destin verace avrà
il Fato ha già sentenziato:
“All'uomo senza spirito
di diritto spetta illacrimata sepoltura”.

(Giocherellando con il dovuto rispetto
con i versi,per,di:
Emily Dickinson,e Ugo Foscolo
)

Uragano
Rinforzano, le nere nubi,il cielo.
S'addensa il silenzio,mentre la luna,
armata di lance aguzze,a milioni,
squarcia, qua e là,l'intenso fumo.
E' sera. S'appresta l'uragano.
Guardo ancor la luna:si scopre, lotta,
avanza, si ritira;ritorna a illuminar,
un poco cielo.
E' sinfonia agli occhi miei,
il volteggiar guerriero, dell' astro,
tra lembi di chiaror.
Ora scorre a frecce,l'acqua,
tagliando l'aria. E' un tambureggiar
corposo,sull'onda di un perso mare.
Il lume della luna è spento.
Scompare ogni profilo,nulla si distingue;
una solitaria barca,fatica, a guadagnar la riva.
Con pié veloce si susseguono i lampi;
fuoco in un cielo nero.
Brontola ancor il tuono,mentre mitragliano
le folgori. Tutto irreale appare.
Sento l'affannoso cielo respirar!
E' forse il battito del mio,
viandante cuor,perso col suo peso,
e uggiolante come l'uragano?
Aspetto il chiudersi dolce della pioggia,
per poter dormire e sognare.

Fruscio non parlare taci
lasciami sentire altre parole
arrivano dal cuore
sorretto da una goccia amara
inizio di un immenso mare
Lascia entrare coll'esplodere del tuono
e la forza impetuosa del fuoco
E' un attimo e vedrai l'incendio
del nero cielo
Amore sì lo sento mi inebria
brucia cresce dirompente
come una tempesta tropicale
penetra sangue e vene
M'abbandona poi tra ricordi
e rovine
Vieni ritorna ti aspetta il tramonto
languente di colori
mentre tremula sospira la luna
e il giorno col suo chiarore
perpetuamente si presenta
Ignora cuore dimentica
favori e torti
godi dei sogni dati
e delle ombre raccolte
in mazzolini di prati fioriti
Amore sì quello che non conta le notti
ne i giorni alternati
ma conta le note sussurrate dal vento
tra selve di foglie or nascenti
di luminoso argento
e poi di rossor dorato
Guarda par di veder la foglia piangere
tra pioggia e vento
Amor che canta i baci
ricevuti e dati
con lacrime e sorrisi
silenzi e sussurri
pupille e labbra socchiuse
tra fugaci ombre.

Chi mi regalerà ancora
un tramonto d'oro
posato su un tappeto
trapuntato di mare e di cielo?
E poi la notte coi suoi silenzi
le parole sussurrate
racchiuse in conchiglie dorate?
Chi?
Si poserà forse la mano
su un docile vento
ad accarezzare ancora i capelli
trafitti da bagliori solari
e tremula accarezzare
il tuo viso sognante?
E poi quel sorriso
arcobaleno posato
nei lucidi occhi
smaniosi d'amore
smerigliati da sospese lacrime
chi guarderanno ancora?
Un bacio vi prego
un bacio posato sulle mie
stanche labbra
regalatemi ancora un attimo
eterno di vita volo di cerulea farfalla
Oh nenia smania del mio cuore
ritrova la via dei consumati passi
ritorna a scandire il tempo passato
Chi se non tu cuore puoi bruciare
e urlare dolore d'amore chiamando
chi mai più ritornerà
Chi?

Colonna Sonora
Navigo nelle prime gocce
scalpitano sull'asfalto rovente
scivolano bruciano evaporano
Ora incalzano tumultuose precipitano
s'apre un sipario fitto d' ombre
che s'allungano sulla scura lucente via
Due bicchieri ancora pieni
su di un tavolino trovano riparo
sotto un tendone a strisce
e mentre l'acqua scivola piange
Danzo con l'orchestra
mille musici dona il temporale
allargo le mani stringo impalpabili gocce
che scorrono frenetiche formando rivoli
piccoli tumultuosi fiumi che tornano vogliosi
nel ventre della nuda terra
Uno squarcio s'apre in cielo
nello spicchio azzurro fa capolino
un timido pallido sole tra nubi nere
Poi una luce un boato si scaglia
su di uno stormo d'impaurite rondini
sconvolto l'armonioso volo
sul rosso tetto trova rifugio sicuro
Ora quel sipario d'acqua perlata canta
è la mia nenia preferita
colonna sonora del battito del mio cuore.

Rap-sodia
In quei versi ho cercato un senso
albe raggianti e chiare
il buio delle notti lieve e cupo
con cieli rischiaranti di luna e stelle
E chesta e a voce e chi nun tene niente
e so parole ca se sperdono dint'o vient
a fatica nun conta niente
pe chi tene dint'o core nu maletiempo
Vidi nascere una rosa
tenere foglie su gambo di spine
emerse un bocciolo stretto da gocce
d'amore e divenne sempre più un fiore
L'amai proteso tra mille specchi
immagine divina tracciata nell'infinito
E chesta è a voce e chi nun tene niente
e so parole ca volano co viento
a fatica nun costa niente
e pa gente è sempre maletiempo
Petali di rosa rosso o nero
baci su labbra zuccherose
silenzi d'amor donato
e solitarie lacrime in calice amaro
S'affrettano stanche di guardare
a spegnersi nel mare le mute stelle
Vento cattivo spappoli la corolla in fiore
serpeggiando corrono i petali mentre muore amore
lasciando allo sterile gambo le rapaci spine
E chesta è a voce e chi nun tene niente
a fatica sa piglia o viento
e mo che rose se so sfrunnate
niente strigne dint'e mane
Resta sulo o core co maletiempo.

Oh! sì lo chiamano Amore!
Un alba e poi ancora
l'apparenza luccica
le ombre svaniscono
coprendo i sogni
Una porta aperta
sul giorno
Chi entra? Chi torna?
E' lì che scorre il tempo
lungo i pendii della vita
Una porta aperta!
Le mani a toccare il mare
si sveglia un gallo
nascondendo le spente stelle
Una vela corre incontro
all'onda s'inerpica
tocca l'orizzonte
pennella una carezza
sfila via su spuma di ricordi
Le mani a stringere
ancora illusioni
ora leggere di colori
e un fiore strappato
alla vita appassisce
piegando lo stelo
Or mi domando:
cos'era? cos'era?
Tutti lo chiamano Amore!
E brucia nel sole
e ride e piange quando piove
E brucia guardando
le lontane stelle morte
ancor brillanti
E brucia sulla fredda luna
Le mie mani bruciano
attorno ad un rovente cuore
mentre zampillando corre
senza un dove
Lo chiamano Amore
condensa eterna
dell'universale silenzio
Oh! sì lo chiamano Amore.

'O juoco de parole
Mo ca nce penzo
nun me faccio capace:
aggio liggiuto propete
chesti parole?
Tu puort'chistu nomme
altisonante e nobbile
altro che Gennarino Esposito
E si nato ccà?
A verità squisitamente
io te penzavo Romano
e pure antico
Ma guarda o munno
è proprio stuorto
gira sott'e ncoppa!
E primm'passi pe camminà
te le mparat mettenno
o per'su e vasule e sta città
Piazzetta Nilo San Biagio dei librai
San Gregorio Armeno
ca fa cantà Natale
Dint'a sti vich'si ghiut'a scola
cu e libri e cu e penzier'
A nonna ca cuseva stirava e panni
areta'a na fenesta addo'o sole
passa fujenne e se ne và
Na signurina veneva a casa toia
pe ddà ripetizione:
“delle morte lingue”
e te” mparava a declinar”
ncoppa'a giometria e nu triangolo
“col vertice rovesciato
che avea luogo”
nmiezo e cosce e ronne!
J che te mparavi!
Ma vuo vedè ncapa'a me penzaie:
“chisto è napolitano”!
“Mannaggia o sole Austo!
Ca coce e nfoca e cape”
E mo nun mo spiego
'o pecchè si liegge
“in questa natia lingua”
a chiamma Ostrogota.

J che ghiurnata Oggi 'o sole coce
se nfucato assaje
e prete'e mieza'a via volleno
nun se ponno tuccà
Abbruciano comm'a cchè
J che calore è n'inferno e vita
Mille penziere dint' a capa mia
s'infiammano ogni mumento
si urtano s'appicecano
me sento'o fuoco ca nun me lassa maie
E stu viale chino d'alberi di tiglio
ch'è tutto nu sciore
ma senza nu poco d'ombra
e l'addore che era doce
mo ca staie luntano
o' sento amaro
O core me parla ancora e dice:
“Torna a casa che faie dint'a sta via
ovvide è stramana sulitaria
cu stu calore manca n'anema nce sta
asciuttate sti lacrime e scuorde tutte'e cose
o passato ossaie abbrucia cchiù do sole”
Faccio scuro e ombra
chiudenno finestre e porte
nzerro sotto a na campana e vetro
ncompagnia cu tutt'e sante
ll'anima mia cu tutt'e penziere
Nun voglio penzà cchiù
voglio stutà stu fuoco
M'abbraccio l'ombra e o scuro
e m'addurmento chianu chianu
sulo pe te sunnà.

Me n'aggia j a dint'a sta casa
nun ce voglio cchiù trasì
Me cade o munno ncuollo
a sciato fa fatica nun respiro
sti quattro muri addiventano
na prigione se stregnano
attuorno a me: accussì se more
Na voce me dice:”vattenne
va sbarianno co viento
nun ce penzà tieni n'anema
liggiera lascia st'ammore
che ammore nunè”
Me n'aggia j voglio lascià
stu silenzio nun voglio cchiù
sentì sti parole ca nun dicen' niente
E a nervatura saglie saglie
nun se po suppurtà
E io sbotto:”chesta che vita è?
Nuie nce facimme male
ovvide cca nun ce calore
è na malincunia senza dimane”
No! nunè fatalità o malasciorta
Nunè destino! “E'tuccato a me
nun ce sta niente a fa””Comme vo Dio?”
No! me n'aggia j voglio camminà
in libertà pe strade e sta città
me ne vogl'j vico vico sino addo sta 'o mare
me voglio cunzulà cantanno versi d'amore
senza schiavitù e nfamità
Voglio guardà cu ll'uocchi nammurate
overamente e na figliola:
o cielo chino e stelle abbracciata
ca luna chiena tutt'argiento
nu cielo ca me fa durmì e sunnà
nu suonno e libertà.

Ascolto ancora il respiro
lento a volte affannoso del mare
in quella voce raccolgo racconti
or di speranza or di paura
son flutti di spuma d'onda
e di risacca e di vela
farfalla colorata in volo libero
Gli arrivi le partenze
sponde incerte mai raggiunte
i sorrisi le urla il pianto appena nato
le perdute vite dove si spegne il cielo
e s'apre un infinito vuoto su di un mare nero
Ed ecco il vento ribelle
di un maggio rigoglioso
di fiori egiorni muti
Refoli che strappano le rose al ramo
i petali svolazzano come impazziti
volano si sperdono ritornano
e vanno rincorrendosi ciechi
Un uragano di fiori spezzati
come le voci del mare
Mi si ribella il cuore che poco può
S'allontana stanco senza lasciare traccia
ne consumata polvere.

Jo ne vulesse caccià sti penzieri
ma tornano sempre arret'
so ngazzuse prepotenti nziste
e me parlano sempre e sulo e te

So migranti sti penzieri
carne e maciello
me fanno turnà a nu tiempo
assaje luntano e pare sulament'a'ier'

Tornano cu parole d'ammore
naturalmente comme si fosse niente
“cu ll'uocchie dint'all'uocchie
e mane dint'e mane verità
di basoli e di vicoli di campane
e chiese e silenzi sott'e raggi
e na luna argient”

Jo ne caccio sti penzieri
l'accummoglio sotto a nu manto
e bucie e me tremma a voce
ca te chiamma mentre o core
chiagne e more e vo parlà
d'ammore senza truvà e parole

O sole chianu chianu se ne scenne
dinto a nu mare amaro
e comme a sti penziere
s'appresentano l'ombre da sera
e so turmient'Se fatta notte!

E ne caccio nata vota a sti penzieri
me voglio liberà cu o viento
guardanno o mare niro
e senza a nce pensà
me metto a cuntà l'onne
che perpetuamente indifferenti
nasceno e vanno a murì nterra'a rena.

Respira una rosa
con le sue verdi foglie
sul gambo di spine
e teneri boccioli
Attende maggio
pronta a regalar
il fiore e il suo profumo
Intorno ad un ciliegio
ornato a festa da fiore a fiore
ronzano le api
poi sciamano su altre piante
Un cespuglio solitario
si racchiude tra lunghe foglie
offre un verde smeraldo
M'appare perso
Indugiano perle d'acqua
su quelle lunghe dita
immobili come lacrime di fiume
Ora scrosciano improvvisi
goccioloni e tutto portan via
Sferza il cupo cielo una saetta
e singhiozzando oltre la siepe
lentamente muore un tuono
Con il canto dei violini
arriva il vento leggero e dolce
e tutto smuove:s'asciuga il bucato
coi suoi colori confusi tra i fiori
Gioca con le nuvole
ancor nere di tempesta
scopre il sole e poi ancora ombre
E'primavera!
Il cuor pensoso come il canto d'usignolo
si ritrova in questo gioco d'ombre e di chiarori
di boccioli e fiori e si affretta ad asciugare
una lacrima d'amore.

Sentire che sei qui
La tua voce e le parole
Le stesse di sempre
E sempre nuove al cuore
Ascolto il silenzio
Compagno di vita
E dopo vivere l'ansia
Riascoltare e perdersi
L'attesa e l'afasia
La voce ritorna
Nei fiori d'Aprile
Cangianti di sole
E parla e canta il dolce vento
Vedo le tue pupille
Luccicanti febbrili
Raccontano lasciando
Cadere una lacrima
Si scuote l'animo
Leggero vola sfiorando
Corolle di fiori or ora nati
S'innalza là dove i raggi del sole
Bruciano straziando le carni
L'animo è pesante finito è il volo
Attende misero le ombre della sera
Tremolio lieve delle lontane
Mute stelle Non v'è sollievo
Con la fredda argentea luce
E ancora le tue parole
Lo so lo so per me non sono
Struggono il tuo cuore e spasimi
Non ripaga il tuo amore
Sobbalza l'armonioso seno
E urla il tuo dolore
Ed io non ho speranza
Non son io quell'amore.

Chi t'ha mise ncopp'e spalle
Sta croce?
Ca è sempre cchiù pesante
Dicitemmello chi?
Chi t'ha levato a voce?
E nun te fa parlà
Dicitemmello chi?
Napule cantava mille canzone
Ca tutto 'o munno e sapeva cantà
Cantava ca voce e na bella figliola
Cu e viole ca "suspiravano
Ncoppo'o turreno nfuso"
Na "voce e notte" appassiunata
chiagneva sotto a na fenesta
Ca nun se vo araprì
E mo nun se canta cchiù!
Napule sta ncroce e nun tene voce
Mentre o fuoco amaro abbrucia
A scienza e sta città nun se po cantà
Tutto è silenzio pure a Muntagna dorme
O sole "o sole mio"passa fuienno
Nun da calore e se ne more a mare
Appriesso'o sole dinto a stu male e fuoco
Pure o core mio vo murì
E nun putimmo fa niente?
Addà fernì accussì? Avimmo suffrì
Cu spasimi e turmiente?
Pecchè"sta ncielo destinato e scritto"?
No! Cacciammo nata vota a voce
Mettimmece a cantà pe nmiezo a via
Cantammo a stesa ca faccia pulita
E ll'uocchie brillante e mare
Basta cu a croce E' fernuta a pacienza
Tenimmo na bella voce
Nuie cantammo Simmo 'll'ammore.

Tra stanche lacrime
E assenti pupille senza luce
Vi presentate sogni e segnate
Le ultime ore non appaganti
Di sonno Tra sbuffi di fumo
Portati dal vento tornate
Immagini e pensieri
Riappari Tu l'Amore
E quegli occhi lo sguardo
Il ritmare delle sopracciglia
Piacevole sorriso
Mani tremanti veli carezzevoli
E la parola sussurrata in canto
I silenzi declamati a voce alta
Con l'anima ad accoglierli
E sei Tu donna d'amare
Come augelli per volare
Cavalli per correre
Fiere crudeli a voler impedire il canto
Chi le allontana?
Saranno i giardini densi
Profumati fiori e frutta con mille colori
Natura soccorrimi!
Anima mia non correre
Fuggir non serve
Fermati nei solchi dolci
Dei pensieri miei E' questo l'Amore
E' il vero quel che vedo e sento?
O tutto ormai mi è falso?
Non è ludico gioco l'amore
E' fuoco è fiamma
Son lacrime di cuore
Stillante rosso sulla nuda pietra
Il sole no!Non voglio vederlo!
Non sorge giorno nuovo
E spegnere non si potrà
L'eterno sogno

Ncantato e te
Me ncanto a te guardà
Tu ossaie ma faie l'indifferente
Maie na parola nu sguardo niente
Si fredda comm'a cche
E io sto sempe cu ll'uocchie ncuollo a te
Me faie mpazzì
Quando co e mane miett'e capill'a posto
Capille curvine cchiù nire da notte
Si smuovono chianu chianu
E me pare ca nce passa
Nu viento doce e primavera
Liggiero ca male nun vo fa
A sti frunnelle tennere appena nate
So piccerelle ancora
Poi li arrocchi e si cchiù bella
E lass'e fai cadè ncoppa e spalle
E cade pure o core mio nfunno o mare
Stu core cadenno addiventa nu cavallo
Zompa corre accà e allà se sfuresta
Nun se po fermà torna a correre
Scarta nitrisce se mbestialisce
Pare nu truono e marzo
Ca va cercanno o sfogo a mare
Me sperdo dinto all'uocchie tuie
Nire e lucent'e sole uocchie affatate
E accussì me pare che o tiempo se fermato
E stu core corre comm'a cchè
E te vulesse astregnere
E mane dint'e mane
E te vurria vasà sta vocca doce
Dicenno na parola una sola:
tu si l'ammore!

Fuoco
Temprati col fuoco
Son stati I miei pensieri
Ed ora come acciaio
Brillante vagano
E'tempo sospeso
Lembi nell'azzurro cielo
Aquiloni colorati volano
Persi e ritrovati
Lasciano ghirigori
Di rondini volanti
Furono e sono il marchio
Impresso sulla mia nuda carne
E là nel tunnel della strada
Rinchiusero il cuore
Incuranti lo chiamarono Amore.

'O saccio vuie nun ce credite
Pure a morte se mettette a chiagnere
Uh Giesù comme'è succiess'?
A nce pensà me faccio a croce
Chella piccerella teneva
Tridece anni bellella assaje
Pazziava che cumpagnelle soie
Pe nmiezo o vico
E' overo è malizziusella
Comm'è giusto a chell'età
Se vuleva fa guardà
Embè che male c'è
Tridece so anni belli assaje
Si piccerella ancora
Ma già te siente na smania nova
Nmbiett'a te e o core corre
Comme a luna nmiezo e nuvole
Pazziava cu e cumpagnelle soie
Nmiezo'o vico pe se fa guardà
Fuie nu mument'
Na sparatoria nu votta votta
Nu burdello
A gent'ca scappava fuienno
'a miezo'o vico
Allucc'grida a luna da paura
S'annascunnette a ret' e nuvole
E fuie silenzio in assoluto
Stesa nterra dint'o sango suoie
Sta piccerella e tridece anni
Nun se movette cchiù
Chiagne a mamma
Chiagnene e cumpagnelle soie
Chiagne tutt'o vico
Pure a Morte chiaghe e dice:
"Io nun a vulevo nun so stat'io"!
Chiagne Giesù e cu e lacreme
Stuta nu lumino allummato
Pe devozione.

Albe d'incanto
E colori rinnovati
Perenni nuovi antichi
Vette smaniose
Si concedono alle carezze
Del sole Così sorge il giorno
E fiorisce sul tuo sorriso
Lucente candido
M'appare come neve lieve
Poggiata sull'aria fredda e pura
Fiocchi silenziosi
Morbidi cristallini fluttuanti
Una brezza lieve l'increspa
Lasciandoli cantare nel silenzio
E tu fanciulla sorridi
Illuminando il mattino
Mentre là in un angolo
S'attardano le stelle
Curiose di sentire
Sorriso che risplende
E sei acqua sorgiva
Principio della nascente luce
E' l'anima tua leggera che ride
S'invola libera come stella nova
Emersa dagli abissi più profondi
Sei materia spumosa
Avvolta in cerulei colori
Luccica il tuo sorriso
E s'apre e canta note di sollievo
Son note di gioia per cuori
Or distratti sobbalzanti poi
Frullanti sulla scia dell'eco
Che sospeso lascia il tuo ridere
E lo ritrovi riflesso febbrile
Nelle tue pupille
Fanciulla ridi non lasciar
Finire il canto barrica la porta
Non entreranno mai le ombre della notte
E nell'oblio col tuo sorriso
Non saremo soli.

Emergono con antica
irripetibile lentezza
Si scoprono tra timidi
raggi di sole
Man mano si diradono
le fitte nubi
Passata è la tempesta?
L'acqua scorre ancora
tumultuosa come sangue
nelle vene balza violenta
contro ponti e tracima
E'passione di vette d'abissi
cerulea e poi di fango
brucia mentre il cuore si copre
di ghiaccio come raggi lunari
Son ricordi concatenati
scaglie solari perpetui pensieri d'amore
gettati contro il cuore
che palpita esplodendo
come l'onda sullo scoglio
Diradono ancora le nubi
e le cime più acute
lambendo il cielo
si son chiamate fuori
Brillano ora di luce nuova
mi appaiono antiche e nuove
bianche orlate d'oro
Sfiorarle vorrei come carezza
di pupille sul volto amato
Rallegrare il cuore
e l'animo chetar vorrei
respirando aria nuova
vestendo d'azzurro gli occhi
Sussurrando urlerei
passata è la tempesta?
Cala il silenzio e l'ombra
va coprendo le cime
Torna la sera e su note
antiche s'addormenta il cuore.

Sento il battere sinuoso della pioggia
che martella salta si posa
su di un manto di foglie
lì cadute portate dall'autunnale vento

Le rimembro di tenero verde
incessante il loro crescere
rigogliose nel gioco d'ombre e luce

Eran baciate dai primi raggi di sole
libero nel terso cielo
assaporavi nuove delizie
ed era primavera

Crebbero coprendo d'abito nuovo
viali piazze il bosco dove tutto cantava
ed io con loro cercando riparo
dal fiero solitario sole

Oh!Sì ricordo l'estate
il lungo giorno e le leggere notti
quel verde maturo baciato
dall'ombra notturna

E le carezze gentili donate
dagli argentei raggi di luna
smagliante e piena adagiata
su una coltre d'oro

Ed io come il passero
sul ramo con la testa sotto l'ala
dormivo sul tuo respirar tranquillo

Al mattino donavo il primo bacio
un risveglio di miele
come i primi raggi di sole
posati sulle foglie baciate dalla rugiada

Ora il tempo s'accorda col freddo
tutto è spoglio cangiati son i colori
urla un vento feroce nudi gli alberi
con spogli rami si flettono gridando

Il passero muto e solitario
ripara sotto la grondaia
non pigola sa che nessuno ascolta

La pioggia insiste con la sua crudele danza
le foglie che son morte nulla possono far
sembrano le mie mani spoglie di carezze
rivolte verso un indifferente pumbleo cielo.

Un din don dan
mi giunge da lontano
E' mattutino
Arriva un nuovo giorno
odora di freddo ferro
La nebbia tutto copre
si è spersa la città
Il fiume non si scorge
esala fuliggine lieve
Sferraglia un treno
là nella lontana piana
Sibilante s'alza
il fischio penetra
quel muro algido e grigio
E mi domando:dove andrà?
Socchiudo gli occhi
lasciando liberi i pensieri
Sogno e si ravvivano i colori
si esaltano i profumi ora intensi
Il giallo dei bottoni d'oro
la margherita d'innocente candore
e la prima rosa ancor bocciolo
Inebriante è l'aria
Un prato di viole
a respirar un intenso verde
e gocce d'acqua pura
a far corona
Gli occhi riaprir vorrei
così colmi di colori
e densi di aromi or nuovi
ora antichi di ricordi
E riveder potrei con animo leggero
l'ambra delle tue pupille accese.

Mi nego corro d'innanzi
alla mia vita
L'angolo a nascondermi
non voglio vedermi
Osservo la Luna che si erge
luminosa e trasparente
e tutto guarda
Trapuntato d'oro è il cielo
concavo riflesso dove nel tempo
tutto riluce
Così si addensa la sera
con le sue ombre ad allungar la via
Ed io mi nego ad essa
come mi nego al giorno
ai suoi guizzi di luce
che nulla possono
sulle pupille stanche
Non voglio sentir
carezze ne calore
Mi nego alla realtà
che forse mi appartiene
ma mia non è
Mi nego sì per sublime verità:
il silenzio è guadagnato
edè tutto mio.

E caddi lo volli
l' anima convinta ne era
più che mai
Quale forza m'attraeva?
Non volli sapere
Non chiesi non domandai
Chi avrebbe avuto l'erculea
potenza d'impedire il precipitare
L'abisso spalancando le sue braccia
accolse il corpo e il cuore
Tenero dolce mi sembrò
non fiera ne eterno fuoco
cheto come solo il profondo
azzurro mare può essere
Caddi lo volli il vuoto
colmo di respiri lentamente
cullava l' anima e lì ritrovai
il tepore del materno grembo
Fu pace un solo attimo fu pace
Volli riprovar l'amore
Desto mi alzai vidi l'Aurora
con luci ed ombre gelo era nell'aria
Ma l'Alba emergeva dorata
corona di raggi a ricompensar calore
Sì questo fu l'Amore:ombre luci
furori e musiche sonore
E caddi ancora infinito vagare dell'anima
non raggiunsi nessun luogo
Perso mi ritrovo tra rovi e fiori.

Il gioco della foglia
Annesso a quello avviso
affisso su una foglia
vi incisi una parola.........
Quanta meraviglia
appena fu pensata e scritta
l'accolsero i rami e il vento
linda fluì come acqua alla sorgente
Scrigno eri foglia
stretta al ramo e al tronco
m'allontanai certo di posseder la chiave
Mi persi giacqui ero dolente
con lacrime ad offuscar la vista
Tersi il mio viso
volli veder sorta la luna
lo sguardo volsi infransi il limite
del veder normale
Persa è la chiave!
Volli cercare quella foglia
e l'albero il vento qual sospiro
ritrovando quanto scrissi
Attinsi a tanta forza
flessi il corpo
ci ritrovammo povera foglia
La riconobbi era di tiglio
non piansi la svolsi
temetti di lederla
Sei Tu! Ed appartieni ad altra età
Non più rigogliosa ritta
profumata e verde
contusa ora mi appari
dal tempo andato
Volli aprirti ti tesi non trovai
la parola scritta e strinsi nelle mani
resti scricchiolanti e secchi
Rivenne il vento sibilò un nome
tacque il mesto cuore:
Era la parola.

Lasci così calare i tuoi raggi
Luna e canuto rendi
questo seno di mare
Mentre lentamente ondeggia
accarezzato dall'ombra
lo sguardo volgo a rimirare
l'oro e l'argento dipinto
sul fondo nero
Solingo vago compagno
mi è il tempo che neppur sospira
mentre vorrei bramare
con l'urto dell'onda
i furibondi pensieri
divoranti di fuoco
e renderli poltiglia
sminuzzata conchiglia
ombre sepolte
Impigliarli desidero
nella fitta rete dai mille buchi
calata lì da lampare ardenti
E imbriglierei così
i miei tormenti
M'attende l'alba
lo spegnersi delle luci
nell'abbagliante sole
Tirano la rete in barca
e guardo l'ultimo tormentato
guizzo dei luccicanti pesci
ed il sorriso per l'abbondante presa.

Quale tema va svolgendo il cuore
che non conosce già
Spogliato m'eri parso
e come vaga stella
sempre meno accesa
immemore posata nell'involucro
nero dell'infinito cielo ti vedevo
Ed ora tu palpiti
con forsennati battiti
e somigliar t'appresti
al forte spigoloso vento
che fruscia tra il selvoso bosco
e nella piana urla e piega
gli innocenti steli
dei coloriti fiori
Oh persa quiete tumulto
nel petto riporti
Calore è vero ma pur ricordi
col peso del dolore
Paura non ebbi mai
ebbrezza sì di ragionar
come vela in alto mare
con labbra e mani
carezze sussurrare
Rifiuti la risacca
in secca tu non torni
la vela ammainar non sai
E ancora un tema antico
svolgere tu vuoi?
Metti il morso al battito
povero cuore stringi la mia mano
e ascolta:col giorno sempre sera viene.

Osservo e Scrivo
Parlami giovane fanciulla
dimmi la ragione del tuo pianto
occhi lucenti di calde lacrime
che rigano il tuo smagliante
ed ora cupo sorriso
Scuoti la testa smuovi
i capelli ricci e crespi
non è il vento ma un pensiero
che cacciare via tu vuoi
Oh quale sarà il peso
da trascinare che piangere
fa il cuore e l'animo rattristare?
Resto a guardare e osservo
mentre seppur estranei
compiamo lo stesso viaggio
E sento pena nel veder
rigarsi il tuo bel viso
e il lento muoversi della tua mano
ad asciugare le lacrime
Sono un estraneo intruso
seppur occupiamo lo stesso spazio
Due auricolari pendono ti sussurrano cosa?
Ti cantano un amor perduto?
Riascolti una voce che sussurrava
dolci parole esaltanto ogni bellezza
ed ora trasognando scuotendo
i riccioli ne misuri il vuoto?
"Cuore ripetimi l'amore
ridammi le carezze i baci
ridestami i brividi delle sue mani
carezzevoli del mio fanciullo petto"
E nulla sono ancora lacrime
a rigar il volto
Oh fanciulla a me straniera
vorrei poterti dire:
"stacca quei tappi non ascoltare
accarezza un fiore appropriati
del profumo e del colore
Non vi è amore che vale
il tuo candore".

Un mormorio lieve poi greve
s'avanza e tracima spacca
s'argina riprende mulinella
gocce restano sospese nell'aria
Danzano cadono si rialzano
s'adagiano lente appaiono
sospese come questo mio tempo
Lo scorrere ripiglia con vigore
l'acqua coi suoi vermigli colori
brontola precipitando di valle in valle
S'ingrossa schiaffeggia massi ciclopi
e piccole pietre nere è forza pura
sa essere gentile la natura col fiore
che sul cammino trova accarezzandolo
Raggiunto il piano si fa silenzio
non romba non tuona l'acqua
son le mie ore che inutilmente scorrono
E sento il rullare di parole
nel tumulto del mio cuore
erano morte e urlano ancora
Annaspo nell'aria del mio respiro
mi perdo smarrita son senza via
Acqua nascente e forte mi son vista
e brontolio di tuono perpetuo nell'eco
ed ora rimirando il silenzioso fiume
urlo:non voglio morire.

Settembre minore
E' un giorno come un altro
settembre che ritorna
Al sorgere del sole
con la luce ancora fredda
resiste l'ombra tra filari rigogliosi
A grappoli sanguigni l'uva
splende di rugiada :è matura
In silenzio s'inizia a lavorare
gli occhi brillanti di sonno
allegri per quanto si raccoglie
La sommità della collina
ammaliante come seno
di giovane donna si lascia
accarezzare
Il giorno è già fatto
in lontananza un gallo canta
Un grappolo e poi un altro
riempi la cesta e la deponi
Stacchi gli occhi guardi il cielo
un cuore di rondine pensa
d'andar via s'emigra
il volo s'allontana
Odi lo zach zach delle forbici
e sotto i piedi la terra d'argilla
odora di rugiada che lentamente
asciugare dal sole si fa
Vien sera tutti i filari
son lavorati spoglia or
mi appare la collina
In un batter d'ora tutto
è cambiato
Al nascere del sole
tutto m'appariva ed era
rigoglioso e colorato
Ora con il tramonto
tutto è spoglio:l'uva è già nei tini
Sento sotto il calzare pesante
lo scricchiolare della foglia
ingiallita secca crepitante
I bimbi nella penombra
ridono corrono gustano
l'acino maturo con il pane nero.

Lo ricordo il mare
fecondo specchio di mille verità
cerulei colori e luccichii
di fluttuanti luci
E poi lo ricordo ancora
sferzato dall'urlo del vento
che increspare l'onda fa
e innalza con rumore lieve
conchiglie frantumate dal tempo
Selvaggia è l'onda
con la sua spuma bianca
e schiaccia sbatte copre
l'irto scoglio e poi la spiaggia
tutto nascondendo allo sguardo
Mare di ricordi:il viaggio
in balia di un deserto d'acqua nera
Appariva stanca la luna
e qualche stella
A bisbigliare era solo il cupo
silenzio
V'erano voci nelle tenebre
poi taccqero
S'udiva un nenia e il vagito
di un bimbo che spasimo
sentirlo sulla cresta dell'onda
edè lamento ancora
E il sole del mattino spacca labbre
mani e visi non v'è calore
acceca rendendo infinito
l'orizzonte
Mare selvaggio mare
rendimi un approdo
un lembo di terra dove
il vento accarezza e l'acqua
linda verde dolce mi disseta
In cuor non mi si spezza
la speranza son gli occhi
colmi di barbaglianti lacrime
a cedere al sogno ormai svanito.


Ho accettato l'invito del mio amico Piero e ho tradotto dal "napoletano".Dichiaro subito "amo la versione originale".

Come sei bella edè vano
dirlo a te che sei la vita mia
Oh lo sai sei tu la più bella
e superi ogni cosa:
la luna le stelle il sole
e gli uccelli che adornano il cielo
Cerco parole nuove
accarezzandoti dolcemente
imito il mare che lo scoglio
s'accarezza
So che ci sei seppur
mi sei lontana
Poi eccoti accanto a me
e son fulgidi spasimi d'amor
Sei fuoco che brucia
sei tempesta nel mio cuor
Come sei bella guardandoti
m'incanto sei alba nuova
ogni mattina primavera e gioventù
Oh tempo perduto e fuggente
inesorabile tutto s'appassisce
Era primavera ed ecco l'autunno
e dentro nasce la malinconia
Calano le ombre
ineluttabili feroci vendicative
coprono tutte le cose belle
E vedo la gente non si parla
c'è indifferenza
Là un uomo è morto
giace nella fredda terra
nessuno che si ferma
nuppur la pietàè quì presente
E il mare ora è luogo
di perdute vite anime raminghe
nessuno che ne parla
e resta fluttuante silenzio
Oh vita mia ti ho pensata bella
ed ora non penso più?

Spero tanto che Piero e gli altri poeti che leggeranno questa mia traduzione mi perdoneranno sento mia la versione originale.Un caro saluto a tutti e a Lorenzo per tutto quanto ci permette.sc

Comm'si bella e chesto
dico a te ca si tutto a vita mia
Si tu a cchiù bella e tutt'e cose:
da luna de stelle do sole
e l'aucielle ca volano po cielo
To ddico con dovizia di parole
t'accarezzo doce doce
strignennete a me comme o mare
fa co scoglio
Nun te veco e che fa o saccio
ca staie ccà
Poi te sento accanto a me
e so spasime d'ammore
sento o fuoco ca m'appiccia
è tempesta mbiett'a me
Comme si bella e me ncante
a te guardà n'alba nova ogni matina
primmavera e giuventù
nunè suonno state certo chesta è pura verità
Ma comme passa o tiempo
e mentre me guardo attuorno
tutto s'appassisce
Era primavera e trovo l' autunno
nbietto me mette na malincunia
L'ombra da sera scenneno
accummogliano tutte e cose belle
A gente nun se guarda c'è indifferenza
nu muort'accise nterra nisciuno ca se ferma
A mare so sperdute a mille a mille
anime perdute nisciuno ca ne parla
edè na sofferenza
Oh vita mia t'aggio pensato bella
e mo nun penzo cchiù?

Ed esitammo a dirci il vero
eravamo un sol respiro
esitammo come l'onda
mossa dal vento è restia
a morire sulla cocente rena
Fissammo insieme l'immagine
su di uno specchio d'acqua
sereno calmo e fermo
Ora tutto smuove e noi
non siamo noi siam dimentichi
della luce che fendea le tenebre
Ingannammo il cuore? Si!
Lasciammo cadere le mani
che ancora tenevano strette
il barlume della felicità
Imbrogliammo la lingua
negando la libertà di dire e fare
sperdemmo tra lucenti astri
ogni sincerità e il filo dell'amore
Con quale limpida fantasia
alzammo colonne smuovendo
foglie polvere e ancora foglie
Chiaro trasparente amore tu solo sai
il come ed il perchè noi ci perdemmo
tremanti senza alcun rumore.
01/08/2012

Uh!guardate sta nascenn'
dint'a stu muro nu sciore
e primmavera
Ma comm'io m'addimanno:
"sta trasenno vierno
o sole se ne ghiuto
e nfaccia a chistu muro
nasce nu sciore nuovo"?
"E chisto è nu miracolo"!
Stu muro è antico assaie
nasconne nu cunvento
de suore e Carità
Tant'anni fa trasette na figliola
era bella comm'a cchè
A gente ca'a sapeva
sempre se diceva:
"sta figliola nucente e pura
è assaie cchiu bella e nu sciore
e primmavera"
S'annammuraie e nu giovane
pur'isso bello e ammartenato
Ma po partette pe surdato
e nun turnaie mai cchiù
A guerra è nfame a guerra!
O chianto e sta figliola
stutaie tutt'o fuoco
ca st'ammore avea appicciato
Se ne carette o munno
restaie essa da sola cu duie
core nammurate senza putè campà
Senza n'ammore a vita nunè vita
e accussì ca se nzerraie
dinto o cunvento de suore e Carità
O tiempo passa e và tutto se po scurdà
ma l'ammore no nun se scorda maie
E mo dinto a sta jurnata fredda
nmiezo a stu muro nasce stu sciore
janco e purezza e pe nu mumento
torna primmavera
Parla stu sciore e dice:
"Io so o core e duie core
e me so fatto sciore pe putè pregà".

Una mano un appiglio
la corda si tira
Lasci un piede sospeso
l'altro è ben messo
lo senti poggiato sicuro
M'innalzo la cima è lontana
Ancora un respiro
lo lascio cadere
lo afferro m'affanno
mi strozza la gola
stringo la roccia
è rosa corallo innalzata
dal mare in ritirata
Sospendi i pensieri
tra cielo e la terra
se senti un sussurro
è quello del vento
La cima è lontana
il vento ti parla
T'ascolto che dici?
"Erano neri i suoi occhi
brucianti di febbre e di sole
erano perle profonde"
La corda si tira
l'appiglio è sicuro
la mano non trema
non lascia la presa
La cima è vicina
respiro col cuore
giocando con un lembo di cielo
Son legato ad un filo di vita
inseguo la luce di ardenti pupille
Fatica è salire
Toccando la cima ritrovo il respiro
s'acquieta l'animo mio
Oh tempesta che getti lo sguardo
su tutte le cime ora tu vedi:
è il cosmo dell'amor mio!
Tracciante di stelle cadenti
frammenti di parole sussurrate dal vento.

A Erri De Luca di cui mi sento amico.Al suo Mosè di:
"E disse".Primo alpinista sul sinai alla ricerca di
dio di giustizia libertà eguaglianza.
Ai popoli della diasporà di ieri e di oggi.

Dove dove mi porterà la notte
che sempre attendo!
Fra le tue braccia dove so
ritrovare il sogno
Oppure dove?
Tendo le mani a stringere
i tuoi sinuosi fianchi
e migrano le scintille
degli occhi tuoi
sperdendosi tra infiniti colori
Mi stringo forte al tuo cuore
e poi risentirò la tua voce
e le parole che nulla aggiungono
mentre un braciere arde e brucia
alzando al cielo fuochi per nulla fatui
Oh notte notte che tutto fai accadere
in attimi regali luce nelle ombre
visioni e realtà d'insieme
Il dopo mi strugge son solo
attese follemente ricercate
e rivedo le scintille alzarsi al cielo
è fuoco avvampano ancora l'anima mia
per poi discendere edè soltanto cenere!

Il rombo del tuono
s'allontana nell'immensità
del cielo Poi tace
Si spegne a terra il fulmine
spada di fuoco che tutto accende
S'avanzano le cupe nuvole
ad annunciare il temporale
S'infuria il vento e tutto piega
Ancora verdi si staccano le foglie
e volano come farfalle sperse
Ride una fanciulla mentre le prime
gocce danzano sui rossi tetti
S'appresta a mietere
i panni stesi ormai asciugati
E ride E poi cantar la senti
Non guardo resto all'angolo
e vedo e sento il suo riso e le parole
e canta suoni dolci armoniosi
Canta l'amore e acquieta il cuore:
"è solo un temporale non tremare
non è tempesta il sole tornerà
sì presto tutto risplenderà".
Con in braccio le messi del bucato
zoccolando s'appresta per le scale
Torna in casa corre alla finestra
e chiude
Sento il mio respiro bloccarsi
sui fremiti dell'anima
Ora guardo quell'esile figura
così gentile e cara
ferma nel riquadro delle lastre
a rimirar la pioggia e ride
ma non odo più cantare
La pioggia forse sì e l'accompagna
dolcemente e le disegna in collo
un filar di gocce come lacrime di vita.
04/07/2012

E' silenzio!
Odo suonar lontano
un rintocco di campana?
Torna una voce antica
a risvegliar l'animo mio
Come naufrago mi ritrovo
senza beltà senza delizia
tra parole che passano
silenziose Erano accantonate
mai richiamate ed ora m'annegano
Parole che non tracciate
orizzonti nuovi e nessun appiglio
date su cui appoggiar le mani
Afasia
Odo lo sciabordio del mare
ma non v'è spiaggia su cui
dar quiete al cuore
Sussurrano le parole sul filo
del respiro Tacete
M'afferrano mi innalzano
senza ali volo Laggiù vedo
la strada dei sorrisi
Lì noi sorridemmo insieme
Oh parole di antica voce
che sussurrate all'albeggiar
e allo scuro perchè tornate
significare non dovreste niente?
Parole non voglio più sentire
Annegare vi devo sull'uscio
del mio cuore?Entrate
Eri e sei tutt'ora amore
quello vero mai volgare
ne contaminato puro ancor
più della sorgiva acqua
Son queste le parole
che vorrei tacere
Lascio che entri la malinconia
con spilli addosso me la cucio
A te io dico amica mia
non volare via Appagare non
posso l'animo mio
che ancora canta con antica voce
le odi dell'amore
Mentre il giorno trapassa
lentamente.

Ora che il sole
s'attarda sull'ultimo dirupo
tornano i ricordi vivi
edè ancora luce
Essi sì non mentono
non sono più
dei semplici pensieri
Son parole spese
radici di pensieri
fioriti in terra di malinconia
E' l'amore fremiti
di passione e archi di dolore
Ritornano non abbandonarli
lascia che s'innalzino
nei cieli più profondi
Sono ricordi eroici
e ancora puoi sentire
il tintinnar di ferri
lo scalpiccio di zoccoli
e nitriti di cavalli E polvere
Il fiume col suo placido
andare come la vita
tutto riflette
Ora sono immagini
ricordi mai sopiti
Rivedo il tiglio e la rosa
già fioriti e quel rimescolio
di profumi persi e lievi
Rivivo qui l'afrore del tuo corpo
essenza di respiro
e l'anima in subbuglio
Non di sostanza sei
ma fatta sei d'amore.

E tu Primavera
che tutto fai rinascere
colori e fragranze
edè vita all'apparire
Dispettosa Primavera
vedi tu lo speme
del cuor mio
poggiato sui i rami
di un filar di tigli
fioriti e profumati?
Poggio il mio dolore
sul canto dell'allodola
sempre uguale e fremente
anche quando al nido
nuovo essa ritorna
Lo senti tu Primavera?
Cala il sole e l'ombra
tutto copre mi pare
di trovare tregua
E irrompi ancora
con perle di rugiada
col canto dei grilli
con la sfarzosa luna
accendi poi nel cielo
milioni di lumini !
Bisbetica di mille voci
di musica e di canti
contempli solo gioia
Primavera!
Or mi sovviene un ricordo
antico a me si dolce
e te ne parlo ora che è svanito
come un sogno al giungere
del chiaror
Amavo e ancora amo
e il sempre non c'è più
Risveglio amaro
Oh! Primavera che giungi
rigogliosa e irriverente
guardar non puoi
alla tristezza mia!
Lo so tu giungi
tronfia e rigogliosa
spietata nei colori
Fai primeggiar la rosa
e la mimosa il canto
degli uccelli a rallegrar
A tutto ciò il cuore
freme e piange
mentre la terra trema
e tutto tace.

S'appresta il temporale il cielo
che s'oscura nascondendo il sole
E' maggio rigoglioso
di rose or or fiorite
Son corolle già dischiuse
e boccioli ancor racchiusi
Spumeggiano colori
sul grigio d'aria cupa
mentre già senti
il tintinnar delle gocce prime
Gorgogliano sul prato
e odo cantare la ciliegia
ormai matura
Vola un fringuello
nel mentre che la pioggia canta
S'apre un concerto
è il suono della pioggia
armoniose gocce
l'una che segue l'altra
Sento cadere voci sulla siepe
dal candido fiore
un groviglio d'acqua fine
E' questo maggio
S'infittiscono i fili d'acqua
rumoreggia il cielo
si spezzano le rose
i petali s'adagiano
lentamente sul verde prato
Il temporale rasserena l'aria
si calma la calura
Oh rosa rosa che al core
mio tu bussi e t'apro
il restar solo mi duole
e se un esule pensier ritorna
e grida lascialo andare
Vaga sul battito
della cadente pioggia
S'adagia leggero sul silenzio
di un tempestoso mare
Un nome ancora un nome
un solo nome
E piove E questo è maggio
con le sue rose.

Tutto è spoglio gli alberi son nudi
una rosa col suo bocciolo stenta
ad aprirsi
Fitte gocce di perle eteree formano
un infinito grigio dai labili contorni
Silenziose ombre veleggiano
sono un groviglio immobile
così m'appare il nulla
Persiste una foglia senz'anima
resta attaccato ad un ramo
col filo tessuto dal ragno
leggera ancor si muove
Posa i suoi colori
sullo stesso ramo una gazza
smuove l'aria cheta si spezza il filo
lentamente cade barcollante la secca foglia
ormai senza più legami
Un variopinto cardellino
si ripara tra bacche rosse
e aculei taglienti della fitta siepe
che lo sguardo limita
sul nebbioso giorno
Oltre migro col pensiero
e sento un alito di vento
che tutto spazza via
e così riporta il tepore delle tue labbra
marzapane di primavera.

Ed eri tu l'amor mio
a regalar con mani
di petali di rose il sole
ogni mattina aprendo
il cuor al nuovo incanto
E l'astro che tutti scalda
muovendo per ogni cielo
calando chetava i suoi ardori
abbracciando il mare
E ancor tu l'amor mio
generosa oltre ogni dire
donavi ancora lo splendore
di luna e stelle ed era sera
Un niente un andar via
una lacrima a spegnere un sorriso
un voltar di pagina e l'afonia
ultima nota edè malinconia
Arriva tenebra sul carro dell'incessante
fluire del tempo che non passa
e pur diviene lasciando al cuore
rimasto solo l'urlo del silenzio.

Tenero diventa il mare
all'avanzare della prua
spinta dal battere dei remi
Come l'andare della luna
nella sua pienezza rompe le nuvole
creando spazio alle lucenti stelle
Una conchiglia s'apre
persa la sua perla
raccoglie lacrime e raggi di sole
Perso tra inutili pensieri
scosto le tende di una finestra vuota
lo sguardo sulla sottostante via
tra tutto quel rumore
cercando vò un sorriso
che mai s'avvicina
Eppure so che il cuore
fattosi conchiglia
come la luna e il mare
è pronto ad aprirsi
come una vela al vento.

Raccolgo brandelli d'anima
in un urlo
sento il fiato del vento
un abito di corde
intessute di ore soffiate
e tutto si agita
Stento a ricostruire
il vissuto
mai basteranno
i sottili raggi di luna
a tessere la trama
Restano i pensieri
i fili della vita sospesi
tra vero e cielo
E le parole quelle sì
ronzano come api
coi loro ambigui sensi
e urlano smuovendo
nella mente echi
di antichi amori
Fan male quelle taciute
ed ora il cuore
vuol sentirne l'eco
è teso e trema
con riguardoso palpito
Tali restano quelle parole
è vero mai dette taciute
e son brandelli
dell'anima mia
ricordi di forgia a fuoco
Non v'è rimedio magia
a ricomporre il vero
Cala tutt'intorno
una sottile ovattata nebbia
di grigio a ricoprir il tutto
sembrano mani a seminar
malinconia
Rompe il silenzio
un battito d'ali
è un passero invisibile muto
e nulla cambia
E il cuor che sentir voleva
urla ancora quella parola
rivolto all'infinito
che nulla può udire.

Vedrai Vedrai tanti soli
nascere e tramontare
chiarori e tenui colori
rosa e viola
Vedrai Vedrai la luna
correre tra nubi
e spazio azzurro
e poi le stelle
trapuntate d'oro
luci tremolanti
poggiate all'infinito
Vedrai Vedrai un silenzio
di coltre bianca
posarsi lenta a fiocchi
su d'ogni cosa
a donar calore
sul riposante seme
Vedrai Vedrai oscurarsi
il cielo con nubi nere
son fili d'acqua
e fiumi in piena
correre senza contare tempo
verso il proprio mare
Vedrai Vedrai con iride
di antica ambra
col battito del cuore
tendersi le mani
ed offrire ancora
il vero Amore.

Taglia l'aria improvviso
è il suono del corno
annuncia le giornate
grige tremanti e brevi
Son note scricchiolanti
di foglie ingiallite secche
miseramente caduche
Tra spogli rami
mani di tronchi chiusi
senz'anima
han perso le carezze
lasciate svanite nel tempo
un dove senza luogo
E lì che odo
brillanti violini
gli acuti e virtuosi
balbettii
su righi di remoti pensieri
Emigrano stormi
di affranti cuori
chiusi in recipienti
di fredde lacrime
Le spalle rivolte
al dì passato
il volto con occhi
allarmati a cercare
un domani
Pensano al corno
ai violini alle note
delle secche foglie
Al sole dedicano
l'armonia
danzano i luminosi raggi
E' l'amore ad aprire
il sipario di perle d'acqua
edè altra musica
vita di erba nuova.

Or lo sguardo si perde
nei sentieri dei ricordi
Viaggia tra perle e pietre
su refoli di vento
lacrime di pioggia
spine di pensieri
Di fronte il mare
che eterno s'apre
come luccicante prato
Attraversa colori
verde e azzurro
e nel profondo il cupo
delle ombre nere
E poi brillanti raggi
irrompono
con luci di lampare
Tutto è silenzio
ne allegro ne malinconico
E' solo silenzio
Sento qui il tocco lieve
della tua mano
che si chiude nella mia
Edè un onda
serrata nella conchiglia.

Là sul dirupo
con le sue protettive mura
s'erge la città tra bruma di calore
Ritta la vedo chiusa
nella cornice di una bianca vela
mentre s'accendono mille lumi
sulla sgargiante immensità del mare
Voci non senti
ascolti il silenzio
l'incanto è rotto dal rintoccar dell'ora
posta a guardia sulla antica torre
e al limitar del borgo il faro
col suo rosso capezzolo
segnala al mare il suo finire
Partono le rondini
annunciano settembre
respiro un alito di vento
m'inebrio del profumo
di aridi fiori
Annego tra lacrime
sui fluttuanti scogli
mi sperdo nei ricordi
dei tuoi capelli smossi
Solo la risacca copre
il battito naufrago e perduto
del cuore.

Osservando il tempo
Comme se scura o cielo
quanno'o sole s'annasconne
e se mette a fa o guascone
nmiezo e nuvole
Tutt'attuorno cagna mpruvvisamente:
o mare era tutto argentato
cu mille culure o verde
e l'azzurro cchiù luntano
era n'allegria e mo
l'orizzonte se fa grigio
e che malinconia
Ma o sole se scopre
lascia e nuvole
tutt'e culure tornano
e l'aucielle ncopp''a st''alberi
da marina cantano
E o core mio sotto o sole
ca dà calore corre appriesso
a nu penziero doce ca se chiamma
Ammore e va luntano
comm'a na vela all'orizzonte
che corre abbracciato co viento.

Comm'è lento 'o suono
e sta campana
se stenne chianu chianu
ncoppa'a st'aria e mare
Galleggia perdennese lentamente
dint'a macina do tiempo
ca passa vola e se ne và
O vico nun risciata
niente se move
ll'ombra ca fa cupo'o vico
me pare priggiuniera
sta ncatenata sta sempre ccà
nun vo sapè che de a libertà
O sole ca tutto schiara
do vico niente vo sapè
nun ce trase maie
se ne resta fora
Ma o vico tutto supporta
o chianto e na figliola
ca chiamm'ammore
parlanno co silenzio
mentre l'ombra s'allonga
e tutto abbraccia
Comme se fatto lento
o suono e sta campana
pare ca conta e lacrime
e tutt'e nammurate.

Aggio mis'o friddo
e sta vernata amara
a nu pizzo nfunno assaie
e st'anema mia
Ievo cercanno a primmavera
pe dà sullievo a vita
e sti tiempo ll'aria se fa doce
matina e sera
A primmavera ca te porta
e primme sciure e rose
e mimose l'arancio
e sient' nu profumo
senza pari dint'a via
do core mio ca se veste
cu mille culure
A primmavera è na pazzia
ed io te chiammaie pe nomme
Ammore mio
Stu tiempo profumato
passa e fretta se ne fuie
velocemente nisciuno
o po fermà
E quanno passa torna
nata vota o friddo
ca gela o core
Pure co sole cchiù cucente
ca spacca e prete
e nfoca tutte' e cose
senza ll'ammore ca te da calore
ca da respiro all'anema
rimani ca malincunia
e perdutamente se more.

Ricordo ancora
come carezza d'amore
quel bacio
leggero materia d'ali
colorate
Un bacio posato
sul rosa di un frutto
colto nel silenzio
di un bosco
pieno turgido
fra mille sapori
Ferita che s'apre
ogni qual volta
memore il pensiero
torna sui voli tra nubi
d'un tempo scaduto
attraversato con occhi chiusi
Risento il verace miele
tra le labbra ancor oggi
e mani tremule di felicità
E poi passa cinguettando
il merlo tra foglie
su alberi dov'è già autunno
Il mare sullo sfondo
è un macchia grigia
E' così aspetto che
vien giù la sera.

Vieni guarda il tramonto
dietro quelle nuvole
è lento s'adagia
un suono tra le foglie
porta il vento
I colori degli occhi tuoi
segnano l'infinito
sussurri lieti taciti
son pampini di mimosa
L'ombra non avanza
splende nell'immenso vuoto
un sorriso
S'addensano in quest'attimo
tutti i profumi soffi fraganti
d'erba or or tagliata
Allargherò le braccia
per stringere il silenzio
attenderò sfiorando con lo sguardo
la sorgente luna
Vieni guarda là il tramonto.

Quann'sponna a luna
nmiezo o cielo
se scummoglia nbiett'a me
n'ammore antico
Tornano tutte 'e cose belle:
e primme vase
na carezza n'abbraccio
a stritto a stritto
schernuse pe dicere
parole doce
Tu t'astrigniv'a me
cu tutto o core
e o mare arrisciatava
cu tutt'e dduie
Guardo o cielo
veco a luna tutt'e stelle
e tutto nu splendore
o primm''ammore
Io sto attaccato a te
comm'a ll'ellera a stu muro
e nun me stacco maie
pure si luntana staie
Mo c'aggia fa m'astregno
dint'e spalle sto sulo
che malincunia
Nun basta cchiù guardà
a luna nova nmiezo o cielo
pe me sentì comm'a na vota
vicino a te.

Schernuse=timidi;ellera=edera;
scummoglia=scopre.

A rastula e specchio
Aggiu truvato na rastula
e specchio china e polvere
po tiempo ch'è pasato
Nce passo a mano
pe puté guardà
A nonna me diceva
"attient'a te è maggica"
Cu sta rastula e specchio
pazziavo co sole
e mannavo a te o primmo
ammore nu raggio tutto d'oro
Pe maggia s'arepeva na fenesta
e t'affacciavi tu
'O tiempo comm'passa 'o tiempo
e tutte e cose cagnano
E mo io sto guardanno
dint'a sta rastula e specchio
da memoria
e scorrono tutti sti ricordi
E che te veco:
ll'uocchie tuie lucent'
brillantat'e sole
o pizzo a riso
e sento a voce toia
comm'all'acqua chiara
S'appanna tutt'e cose
so lacrime ca scenneno
nfunnenno a maggia
e sta rastula e specchio.

Lo spunto è una poesia di Eduardo
Rastula=frammento; nfunnenno=bagnando

Ho atteso Maggio coi suoi fiori
colori e profumi
Ho atteso Maggio con amore

Vedrai vedrai Maggio andare via
spendere le ultime ore
con lacrime di pioggia
e il cielo basso e grigio
Luccica il verde prato
tra il fogliame ogni canto muore
che malinconia

Vedrai vedrai Maggio se ne va
lasciando rose appesantite
e colme di petali e colori
si lasciano cadere
lasciando sul terreno
pennelli e tavolozze

Vedrai vedrai Maggio che si spegne
spandendo a piene mani l'effluvia
fraganza di tiglio e gelsomino

Vedrai vedrai Maggio andare via
lasciando per ricordo
i suoi tramonti d'oro
il volo di farfalle l'ape che lavora
sul nettare dei fiori

Ho atteso maggio ho atteso l'amore
ed ora vanno via
resta così ferita e sola l'anima mia.

Cosa ditemi cosa
potrò mai sognare
e non volere
con questo chiar di luna?
Solo ricordi su di una porta
aperta parole e gesti
Noi eravamo!
Tu ricordo bene
gli occhi sorridenti
e un lieve tremolio delle mani
Corda tesa ero io
accordata sull'amore
Questi eravamo noi!
Sotto scorreva
placido il fiume
Sulla silenziosa acqua
scivolavano
gabbiani e remi
Correndo andavano
riflessi di colore
Ditemi cosa potrò
sognare e non avere
ora che la porta è chiusa?
Entra il silenzio.Solo!

Sentirò la pioggia cadere
l'attesa la copre il vento
si rompe la quiete
di uno stanco giorno
Smuove pigro pauroso
i gambi di piccoli fiori
non ha furia solo dolcezza
Il cielo si oscura
le rondini lasciano il nido
volano in alto festose
ad incontrare le prime gocce
Sentirò la pioggia cadere
coi suoi sottili fili
radi e poi fitti
son perle che baciano la rosa
Si risveglia il prato
e con la sera poggia
un incandescente verde
Canta l'usignolo
mentre il merlo
raccoglie l'ultimo fuscello
a completare il nido
Sentirò la pioggia cadere
e mentre s'allontana il tuono
nasconderò tra quelle gocce
le lacrime del mio cuore.

Si avvicinava lentamente
nessun tempo per capire
passi come guizzo di mare
l'atteso raggio di sole
Guardo è un sentire antico
Si avvicinava leggerezza
di petali di rosa
tutt'intorno appare nuovo
Ali di vento sfiorano il fiore
bocciolo chiuso s'apre splende
cadono i primi petali leggeri
colorando la terra
si alza un passero al primo volo
E' ancora Maggio
S'allontana nell'immensa luce
un volto vedo a me si caro
e capelli smossi come tramonto
Quell'andar via accenna
ad un amore ormai finito
Ogni rosa ha la sua spina
son sere anche a primavera.

Come forza lenta attonita
con pallido colore
nasce il sole
Ogni cosa accoglie
come l'azzurro il buio
mentre sottovoce
s'appresta la primavera
Avvolta tra mille colori
la rosa primeggia tra i fiori:
il rosso il giallo dei suoi petali
respirano senza rumore
Lento nacque questo amore
astro ancora più lucente
di luna e sole
Tenero amore tenero
come boccioli semichiusi
Erano lì a domandarsi
"è giusto aprirsi
nel nostro splendore
o restiamo inermi attaccati
nel primordiale verde colore?"
Amore di libertà colta
tra unici pensieri vissuti
con abbracci di corpi
carezze e calore
Non bastava parola
Sorridenti raccogliemmo
un petalo or ora aperto
ne assaggiammo il vellutato sapore
Scoprimmo le sovrapposte labbra
ed erano baci chiusi
tra il battito alternato del cuore
Amore in libertà eterna
conchiglia racchiusa
tra i limiti di due nomi
che altro non vollero sapere
Si compie il giorno
lentamente va dove confina il mare
Scompare il sole
tra rossastre nubi
fuoco spento dalla salmastra acqua
Irrompe la gelosia impotente
a colmare il vuoto tra il giorno che va
e l'avanzare della sera
Negli occhi resta impressa
la certezza di un nuovo
azzurro chiarore
luce e forza di questo amore.

Mo nun se canta cchiù
Ca fantasia e nu suonno me trovo
dint'a na notte scura scura
S'arape na fenesta scunosciuta
na luce lentamente schiara
comme se nce fosse
a luna nmiezo o cielo
nu poco o vico
Doie manelle culore dde rose
me fanno curaggio
facenno n'applauso
Songh'io ca sto cantanno
na canzone antica
pe na fenesta ca nun se vò arapì
O vico dorme
a fenesta scunosciuta se nzerra
a luce s'arretira tutto se fa cchiù cupo
A voce mia more lentamente
tutto attuorno mo è silenzio
Chiagne ll'amema mia
pe na fenesta ca nun se arape maie
nfunnenno o vico cu lacrime cucente
Sponta l'alba nata vota
nata jurnata schiara
senza sole e senz'ammore
E' na malincunia
E o mare ca tutto vò sapè
perde l'azzurro e se fa scuro
e cupo comm'a chistu vico
Me voglio scetà faciteme scetà.

Osservo è teso il corpo
ascolto il vento
Buona nuova ?
Soffia con titanica forza
preme sulla finestra chiusa
Sibila fra anfratti oscuri
smuovendo l'anima
di uno stanco mare
Spira fendendo
assonnati alberi
cacciando le secche foglie
Prepara un tempo nuovo?
Ancora vento raccoglie
grumi di nuvole nere
ossida il cielo e poi si getta
fremente sul grande fiume
che pigro scorre verso
il destinato mare
Altra vita nascerà?
Ora son scrosci e nuova furia
s'infila tra gli archi del campanile
suonando con rintocchi muti
Soffio di vita lasci sabbia
nel mio cuore ostinato
d'amore che mai s'acquieta
E'burrasca piu forte del vento
non v'è battaglia sul perduto amore
Nessuna buona nuova
e qui si taccia il vento.

Ji che ghiurnata fauza
o sole trase e s'annasconne
a ret'e nuvole
Dint'a sta pazziella
e culure de sciure cagneno
addiventano tutti quanti grigi
O sole esce nata vota
e tutte e cose s'arrepigliano
a vita nova e che vedite:
Tornano e culure
o rrosa de sciure
o vverde de frunnelle
ncoppa all'albero e cerase
o ghianco do biancospino
"con le bacche nove"
Ji che ghiurnata amara
Stu tienpo ca se cagna
dint' a nu mument'
m'astregna o core
e po me fa sentì nu poco e vient'
ca me trascina cu mille penzieri
addò na vota truvaie ll'ammore
E mo! E mo!
Ji che ghiurnata amara
nun canta cchiù l'auciello freddigliuso
o cardillo nammurato
s'annasconne comme o sole
Dint'a sta caiuola sta nzerrato
o core mio ca nun sape ch'addà fa
Vulesse vulà o se vularria fermà?

Un lampo squarcia il cielo
s'illumina
romba un tuono a seguire
Vien giù acqua a più non posso
ad impregnar la terra
Assorbi tanto terra mia
e assorbi ancora affinchè
ti copri di pozzanghere
E'come il tempo quando
piove questa vita
colma di pozzanghere e fango
E giù che piove!

Non resta tutto uguale
valico sui ricordi
e tutto guardo
m'appare di veder
tutto cangiato
Non un punto un luogo
una pietra la chiesa
della memoria è come prima
Vi è forse un fiore
rosa o ciclamino
non appassito sul dono
dell'amore?
M'affanno a voler
mutare il corso della vita
e odo lo scalpiccio
di cavalli che corrono
sull'antica via:m' inganno!
Sogno mentre l'alba
scopre il buio
Una Croce là
silenziosa e muta
a ricordar le pene
sovrasta il monte
Indifferenti gli occhi
vi si posano sopra
E' uguale Essa?
Ritorno amaro
il dìè ormai passato
Il sole è alto i tocchi
sono dodici
non v'è vento ad increspare
il mare e niente s'avvicina
al tempo oramai scaduto.

Ho visto il sole
nascere tra ceneri d'alberi
sfrondati per sempre caduti
sdraiati al suolo
Brucia la foresta!
Ho visto il sole
tramontare sul mare
tra barche senza vele
relitti tra pesci galleggianti
Umane voci mute nel silenzio!
Ho visto il sole
nascere su un amore
e tramontare su una scia
di dolore
Oh sole vuoto di colore!!

Tene vint' anni
che bella giuventù
Ll'uocchie quann'e guardate
so attizzate comm'a fuoco
eterno bruciano cu mille culure
so nire niro
E'na guagliona nammurata
se vede a ciente passe
Cammina senza tuccà pe terra
E' liggiera comm'all'aria
da muntagna
Pare na rosa e maggio
nun me stango da guardà
E corre o core
comm' a na vela nmiezo
o mare sbatte piglia o viento
po se ferma e sbatte nata vota
stu core se vularria fermà
Tene vint'anni che bella
giuventù: ma o tiempo
è antico io so passato già.

Cielo e Mare
Stasera nmiezo o cielo
s'allumma mentre cala
a sera stu primmo quarto e luna
O sole s'arretira chianu chianu
E' na sera e primmavera
tutta fatta e sciure
ca stanno ncoppa all'albero
e pe nmiezo a via
E cerase so schiuppate
comme e rose
o mese e maggio
Nu ventariello doce doce
timidamente se posa
ncoppa a chistu verde tenero
comme fosse na manella
e na criatura appena nata
Aizo ll'uocchie ncielo
che meraviglia me pare
nu miracolo
Dinto all'oscurità
vide e culure d'argiento e d'oro
ca tutto te fa scurdà
E sera e primmavera
Cu ll'oscurità s'arrocchiano
e stelle a una a una
e fanno na cuperta arricamata
cu chisto quarto e luna
Vulesse tuccà a stella
cchiù lucente chella ca stà
luntano assaie
ma io stongo nmiezo o mare
addò dinto a nu mumento
se stuta tutto quanto
Resta sulamente na parola muta
ca nisciuno sente
Songh'io ca strillo
pe fa senti o cielo e o mare
ca nun tengo terra addò arreposare.

Che malasciorta!
S'appresentaie na matina
nant' a porta mia
Arapett'a porta e pure chistu core
Essa trasette e me sentette e dicere:
"Io songo ammore e
sto cca pe te"
E dint'a nu mumento
tutto se cagnato
Sentett'canta o mare
vedett'e stelle cchiù lucente
A luna ca curreva nmiezo
o cielo tutto s' allummava
e nu culore argiento
Attuorno a chist'ammore
è semp'primmavera
adduravano e rrose
suspiravano e viole
Tutto me pareva
nu sciore e paraviso
Ma po trasette vierno
cu ll'acqua a neve o viento
nmiezo o cielo e nuvole so nere
Sbatteva o mare
comme sbatte o core mio
St' ammore se partette
nzerranno a porta
senza fa rummore
E mo sto sul'io
cu ll'ombra dint'a ll'anema
e pe cumpagnia
a malasciorta mia.

Mentre la vela
non resiste al vento
s'ammaina
Il sartiame è pendente
senti il battere
dell'onda
Scoppia il cuore
si rinforza l'uragano
Non andare via
non v'è porto sicuro
Resta tra il tintinnare
del vento tra funi e reti
Salpato sei amore.

Sono passi oramai stanchi
fendono la via con rumori
antichi
Trascinano senza un dove
e un chiedere
ne sospiri ne lacrime
Giacciono quasi lievi
come un frinire
di calda sera
Sono passi lenti e persi
senza tempo
Sono riccioli di nebbia
che cala lentamente
lambendo il mare.

Mi ritrovo nella via
dove gli alberi covano
in silenzio i fiori
A primavera sbocciano
verde dipinto di verde
Altri colori vengono
Stendo le mani
a raccogliere illudendomi
lacrime di stelle
Tornano pensieri
dell'età innocente
Ora cercano un senso
al canto delle cicali
che sussurravano
così pareva note d'amore.

Resto in attesa
di un raggio di sole
perforante del muro
che è solo grigio silenzio
che tutto racchiude
E così odo l'onda
dei miei ricordi perduti
infrangersi sulla scogliera
Il mare tace senza respiro.

Ballata per i"Cientocinquantanni"
Mettitela a mezz'asta
sta Bandiera Tricolore
pe carità niente tenimmo
contro all'Unità d'Italia
ma pe ricordo antiche
poco tenimmo a festeggià
S'adda sapè pe sti tre culure
ca songo bell'assaie
avimmo dato o core
e pure a vita
con Pepe e Settembrini
Arrivaie addu nuie don Giuseppe
ca cammisa rossa
e tutti se mettettono
alluccà signure e puverielle:
"Viva la Libertà
viva l'Italia unita"
Appriesso nce venette
ll'esercito do Rre ca cummannava
ncoppa e addio libertà
addio italia unita
Nce venette o mal'e panza
Facettono e retate
se pigliarono tanti guagliune
ca divisa e francischiello
ancora ncuollo
e se purtaino luntano assaie
Sti poveri guagliune
niente sapevano
tenevano vint'anni:
"intighi di palazzo
o Re ca Regina
erano tutti parient'
Cavour cu Mazzini
Crispi o malament'
l'austriaci e francisi
a flotta inglesa"
è robba e fora pe gente altolocata
Sì erano surdati e pure
nnammurat'sti guagliune
ma sulo pe campà
A storia ce lo dice chiaramente
a sti giuvenettielle
e mettettono ngalera
nel forte dei Savoia
nmiez'e muntagne
a Fenestrelle
Sti puverielle erano
cchiù de mille
murettono de stiente
e friddo e famme
E mamme se chiagnettero
senza e putè vedè
Sultanto dint'e suonno
e chiammavano pe nomme
stracciannese ll'uocchie a fronte
Che giuventu jettata
da e surece mangiata
"In nome dell'Unità d'Italia"
Dicimmo a verità
e sti puverielle nisciuno
sape niente se chiammavano
Esposito Cannavacciuolo.........
robba e niente senza storia
Mo ca so passati "cientocinquantanni"
sarria o mumento
ca ncoppa Fenestrelle
se mettesse nu sciore
co ghianco o russo o verde
e na bandiera a mezz'asta
cu na striscia a lutto a ricordo:
"Des junes napolitain tombè
pour la patrie".

Le nubi irruppero tempestose
coprendo tutto
Il cielo scomparve
si nascose la luna con le stelle
I pianeti viventi fuggirono
si spense il cinguettio
e fu silenzio cupo disperato
S'annunciò l'eclissi d'amore
Ne forza potè necessitava pietà
Il cuore sobbalzò
esplose in tuono
si sciolsero le nubi
rigando di lacrime
il tuo bel viso
Ritornò il sereno
si riudì il canto
il sole filtrò tra gli alberi
donando calore.

S'accese un lampo
di luce in un tempo
racchiuso dallo scandire
di un attimo
Ricordo come se fosse ora:
non un velo violentava
l'azzurro cielo
non v'erano lembi
di sogni dispersi
Fu tutto così breve
quella luce irruppe nell'anima
gli occhi la colsero
si dilatarono sino a sperderla
nella nuda parola

Sento dentro un foco
latente antico
fermo immobile
E poi mosso fluttuante
lanciato nella notte
astro nuovo nel cosmo
Nella pazza corsa
brucia infiammando
la fredda aurora
Crepitano i residui ricordi
accoccolati nello stanco cuore
Son scintille d'amore
e così che il giorno
lentamente muore.

E passo sempe pa stessa via
senza'nu principio
senza necessità
Me dico è a forza
e ll'abbitudine ca me porta ccà
Ma nunè overo niente
ve dico a verità: sta via
è uguale a tutte ll'ate
è struttulella nu poco
sgarrupata longa longa
nun fernesce maie
O sole nce passa fuienne
senza lascia calore
E' chiena e gente ca nun dice niente
e stu silenzio me pare nu deserto
Vulesse cagnà strada
ma nun o pozzo fa
Sta via longa e retta
me vede da matina a sera
me tene cumpagnia
Conosco chesta via
essa conosce a me
sapimmo tutt'e dduie
pecchè io passo accà
Nterra nce sta scritto
cu parole semplici:
"Mi manchi"!
E sulo Ddio sape
chello ca sent'io
liggenno sti parole:
ll'anima mia se more
passanno pe sta via.

Non pronunciai il nome
era un fiore iride
di colori posato su di
un verde prato
Si apriva gioioso
alla luce del giorno
respirava lo notai
fragrante gioventù
Stesi la mano
volevo coglierlo
restai col pugno
pieno di inutile vuoto
Il giorno volò via
La sera lentamente
si consegnò alla notte.

Schegge di luce
erano le tue parole
al mio sentire
Chiare si scandivano
nella città convulsa
Caos di movimento
nelle viscere delle vie
tra il lampeggiare
del rosso e il verde
a sovrapporsi poi il giallo
Ed io sentivo
i passi tuoi leggeri
avvicinarsi ai miei
Camminammo
D'ambra soleggiava
l'aria le ombre
come impazzite
svanivano al tuo apparire
Ora restano
le rette d'acciaio
fredde inerme
che si perdono
nell'infinito nulla
Su quelle rette
dove camminò l'amore
viaggiano nella loro
nudità i ricordi
ormai perduti.

Questo tempo scandito
con noiosa malinconia
perpetuandosi vola via
Nulla lo muta
ne sole lucente
ne tempesta di mare
Lento va con la luna
lucente oppure piena e rossa
Passa senza guardare
Altro è il tempo dell'amore
che vive con sobbalzi
e precipizi con affanni
e tremanti attese
E poi la quiete
di braccia tra le braccia
e i corpi ansimanti
leggeri e persi
tra battiti di cuore.

O sole e sta jurnata
se ne scenne chianu chianu
e a mano a mano
cagneno e culure pe nmiezo
o cielo
E vide nfronte a chesti nuvole
ca songhe piccerelle:
e vide o giallo l'arancione
e npizzo npizzo nce sta o viola
nu culore scuro
O sole se ne va
nzieme a sta jurnata
lascianno o' janco
nfaccia a sti palazzi
Sta trasenn'a sera
cu l'ombra nera
e tutto se fa scuro
Ll'aria è fredda
n'auciello sulitario
va vulanno ma po
se ferma ncopp'a n'albero
spugliato sta piglianno sciato
primm'e s'arritirà
Arriva nu poco e viento
ncopp'o suono e na campana
è tramontana è vierno
tutto se fa cchiù cupo
arriva nata nuttata
ca nun passa maje
Arriva a mare stu ventariello
e trase nmbietto a me
cu prepotenza e fa male assaje
E dinto a chistu friddo e notte
comme s'arretire o sole
s'annasconne pure o core.

AUGURI A TUTTI

Levammece sta maschera
guardammece attuorno
cu ll'uocchie apiert'
vedimme sta realtà
E basta nun facimme
fint'e niente
"comme vo dDio"
nun serve cchiù a nisciuno
Dicimmo a verità
stammo perdenne
nata vota tiempo
sta arrivanno l'anno nuovo
e sta passanno natu treno
e si passa pure chisto
chi 'o sape si torna
ancora pe sti vie
Comme vo dDio ?
Cu tutto o male ca sta ccà
dDio chesti cose nun e po vulè!
Pigliammo chistu treno
nun rimanimmo nterra
E' overo tenimmo
tanti cose belle
ma ca ne putimmo fa
se ncuollo nce purtammo
nu vestito niro
Facimma passà chesta nuttata
facimmo passà chistu mumento
ca se fatto luongo
comme o munno
Guardammece attuorno
cu na voglia nova
nasce accussì nata jurnata
pulita e trasparente
levammece sta maschera
e nce guardammo nfaccia
cu n'alleria pazza
e pè o vico "Buon Cammimo"
nce mettessemo a cantà
"uhì là larà uhì là larà.

Fanciullina dagli occhi neri
dove riposano ancor vivi
anni di luce antica
con colonne corinzie
anfiteatri di mare
navigato da ciclopi
e coraggiosi eroi
Fanciullina ora
negli stessi occhi neri
riflettono inerti abbandonati
sacchi esalanti
Spersa li guardi
ed inciampi
ti copri il naso e la bocca
è indecente vomitare
Li scansi fanciullina
dagli occhi neri
in bilico su striminziti
viottoli fra ali cadute
di pacchi metamorfizzati
poggiando i leggeri piedi
attenta a non sporcare
il vestito nuovo
Che fatica varcare
il cancello della scuola.

Vurria sentì da te
na buscia ca pe me
sarria na verità
Sta verità pe me
buscia pe te
io ma tenesse comme
a cosa rara grande
assaie e la conservvarria
dinto a no scrigno d'oro
Dimmelle tre parole
ossaie nun so tante
tre parole sulamente
a te nun custarranno niente
mentre pe me
so na ricchezza enorme
Ossaccio tu e sapisse sciegliere
piglianno nu vocabolario
no uno nmiezo a tanti
ma chillo sulamente
ca sape parlà co core
Dimmelle sti parole
tre e sarranno benedette
ed io me tenesse accorte
pe nunè fa sciupà
L'accarezzarria sere e matine
ore e mumente
nun e lassarrie maie da sole
è brutta a solitudine
Dimmelle sti parole
rumpimmo stu silenzio
o vide pure tu ca nce fa male
A luna se sta zitta
e stelle guardano indifferentemente
sento sultant'o mare
ca lentamente more

Che friddo stammatina
guardo fora a fenesta
e tutto s'è cagnato
accussì ampress'
e che te veco:
Nun c'è rimasto niente cchiu
ncoppa a st'albero e noce
neppure na fronna
Chiove e l'acqua e sti ghiurnate
l'hanno fatto cadè
ad una ad una a chesti fronne
E mo è rimasto o tronco
spugliato e pure i rami
stanno'annure
Guardano o cielo
se stennano senza forza
e siente alluccà
cu disperazione:
è vierno che friddo
stammatina
Nun tengo desiderio
d'ascì for'voglio sta
che ricordi miei
voglio pensa a n'ammore
ch'è passato comme
è passato o tiempo
So doce sti ricordi
t'aiutano a campà
E' vierno!E' vierno
fa friddo assaie
E st'albero e noce
senza foglie è comme o core
senza ammore.

Chi è sta bella figliola
ca me venuta nzuonno
e doce doce me vasato?
Teneva ll'uocchie culore do mare
lucevano brillante e sole
e chelli manelle affusiulate
tremmavano mentre m'accarezzava
E dint' a chistu suonno
s'astrigneva a me
cu tanta passione
e rideva comme ride o cielo
mbriaco e stelle
ed io me sentevo mparaviso
Chi è sta bella figliola
ca me venuta nzuonno
dicitemmello o voglio sapè!
E sto preganno Ddio
pe sapè o nomme suoio
primma ca schiar'juorno
Me sto sunnanno Napoli
bella comm'a na vota
tanti problemi pure tanno
ma no comm'a mo
Me sto sunnanno Napoli
senza nu rummore
tutta lucente e sole
e pure quanno chiove
se puteva guardà
Napoli senza munnezza
dint'o core e pe nmiezo a via
E chi te veco dint'a chistu suonno?
Veco a Gennarino Esposito
netturbino ca se guarda attuorno
ca scopa e a carrettella
aiza a terra nu mezzone
e sicaretta gia fumata
e suspiranno dice:
"E'cosa e niente"!

Formammo un isola
nella luce e nell'ombra
con labbra scintillanti
d'amore
La via era deserta
il sole ardeva
pullulante di vita
Ubriachi di colore
sussurrammo parole
eterne e tali non erano
Vedevamo gli alberi
flettere nel tempo
Venne un nuovo giro
il grigio tutto avvolse
i rami restarono
stecchi secchi
i tronchi apparivano spenti
La pioggia con i suoi
mille tasti suonava
sul tappeto di foglie morte
E' tempo immoto
s'ode solo il gracchiare
monotono del corvo
L'isola è svanita
s'accomoda il tramonto
lo scintillante vespro
arriva con ombre e luce
mentre la via resta soligna.

Il legno l'uomo
i chiodi conficcati
nelle mani
A sovrapporsi i piedi
un altro chiodo
La testa reclinata
gli occhi rivolti al cielo
di spine la corona
è sangue
tra gli arruffati
capelli
Il fianco macerato
col segno della frusta
la lancia a procurare
la banalità del male
L'alba restò sospesa
solo per pietà
e l'uomo crocifisso
per volere del padre
muore
Nessuna idea nuova
varcò quel giorno
Ed ora nella stessa luce
scorgo mia madre
tra i dolori dei parti
e degli aborti procurati
anch'essa in croce
e nel dolore
regala la vita
E' gioia nella
lacerata carne.

Uocchie de suonno
nire comm'a nu tizzone
ardente do Vesuvio
stutato dall'acqua
do mese e maggio
Uocchie nire appassiunate
ca sulo a me vuie guardate
e me facite male
Uocchie nire
ca nascere facite
dint'a mille core
l'addore de rose
e attuorno attuorno
sentite a primmavera
Uocchie nire
culore do mare cchiù
arraggiato
e me facite sbattere
comme a ll'onna
quanno o cielo è scuro scuro
e so na vela persa
ca nun ritorna cchiù
Uocchie nire
ca nbietto a me appicciate
nu braciere ardente
nun me guardate
faciteme durmì.

Lo spunto è l'ascolto di due canzoni:
di S.Di Giacomo e S.Bruni

Capriccio
Volò con piume candide
e nere di notte tenebre
per capriccio si rubò
il cuore mio
e lo portò lontano
dalla dimora mia
Vagò per terre nuove
per mari e monti
col cuore prigioniero
solcò mille tramonti
Non fece più ritorno
mentr'io aspettavo
Scrutavo disperato
l'infinito sul calar del sole
o la nascente luna
Volevo il cuore mio
e ritrovar speravo
il tesoro lì nascosto
Lo scrigno dell'amore
per capriccio la gazza
si rubò
Ed ora mi dispero
e piango del mio
perduto cuore.

Sulla distesa d'acqua
il vento cessò di soffiare
le onde continuarono
ad incresparsi di spuma bianca
a ribadir il moto del mare
Cristalli di sale
si addensarono
sotto i raggi del sole
Tutto intorno era silenzio
né una voce si sentì
né un guizzo di luccicante
squame si vide
Solo un ombra a piedi nudi
vagò tra i residui cocci
della bassa marea.

Vurria piglià da'o cielo
na vranga e stelle chiare
pe'e spannere dint'a sta via
che se fatta scura scura
Vurria livà sta francettella
e nuvole ca s'accummoglia
o sole pe nun o fa risplendere
E accussì senza nu poco
e luce passo jurnate amare
'A quanno sì partuta
o tiempo passa
senza fa rummore
Tornano sti penziere
co doce e cu l'amaro
nun se ne vanno maie
e parlano sulo e te
schiaffanneme nfaccia
o bbene ca te voglio
Me struio cu sti penziere
senza truvà cchiu pace
Vurria parlà e stò
senza voce e nisciuno
stà a sentì
Che bbene ca te voglio
è grande comm'o bbene
ca tu nun vuo cchiu a me
L'anima mia 'o sape
aggiu perduto o munno sano
Tu si pe mme n'ammore amaro!

Glossario:vranga=manciata;
spannere=stendere;francettella=gruppetto;
accummoglia=coprire;sano=intero;struio=strùggere

Lascio parole al vento
così vicino al cielo
e corrono sulle leggere nuvole
Son tenere parole
boccioli d'acqua chiara
ed ora mi ritornano
col sapore del sale:
amare
Son come raggi del sole
spezzati e frantumati
mi lacerano il cuore
E'dolore disperso
nell'aria
son grida di rondini
migranti
E' nebbia sulla battigia
dove arriva l'onda spumosa
all'ultimo respiro
Erano tenere parole
or sussurrate
oppure gridate
sospese nel vuoto silenzio
senza nessun tempo.

Che vò da me
sta meza luna
appesa nmiezo'o cielo
e brilla e ride ncoppa
a sti prete antiche
Che vò da me
sta meza luna
ca dispettosa spanne
raggie argiento
ca scennene do cielo
e vasano sta chiesa
e Santa Maria Maggiore
Che vò da me
sta meza luna
sempe sta ncumpagnia
cu migliare e stelle
mentre ncoppa
a sta scalinata sacra
sto sul'io
e senza musica
sento a voce mia
ca chiamma'o nomme tuoio
E'passione na pazza
passione
è comm'a sta campana
ca dinto'o silenzio
sona'a mezzanotte
Comme vurria
che mane meie
accummiglià sta meza luna
e tutte e stelle
e bberè l'oscurità
ca purezza e n'alba nova.

Glossario
Accummiglià=coprire
bberè=vedere;prete=pietre ;spanne=stende;
vasano=baciano

Soffoca la città
nei suoi miasmi
è un correre nel vuoto
più assoluto:
siam tutti senza meta
Senti lontano
suonare il silenzio
s'alzano tremule note
nell'indifferenza
edè un andare via
per sempre
Appare il vento
attizza fuoco
nel mio perduto cuore
asciuga lacrime
mai versate
E spiri e passi
con cipiglio diaccio
macchia sul levigato marmo
Vento leggero inesorabile
sospeso sulle nuvole
tra ieri ed il domani
attraversi le incredule
coscienze oramai sopite
Vento sei alimento
di paure mai provate
e sempre più ognuno
resta solo e muto.

Jo vurria durmì
comm'a na vota
pe sentì a voce e mamma
ca me canta a ninna nonna
"Duorme figlio
duorme figlio mio bello
pure se o lupo
se magnato a pecurella
cca nce sta mamma
toia che te prutegge"
Jo vurria durmì
comm'a na vota
cu n'angiulillo vicino a me
ca me da forza
e me fa crescere
co bene dinto'o core
Ma po me sceto
e guardo attuorno a me
e veco tutte e malefatte
ca stanno ncoppo'o munno
Nce sta a guerra
e moreno e guagliune
se more pa fatica
e a gente corre
senza e se guardà
se more e stiente
e nisciuno stenn'a mano
pe t'aiutà
Ma che succede?
Che succede!
Chesta nunè umanità
Jo vurria durmì
comm'a na vota
ca voce e mamma
e l'angiulillo mio
pe me putè sunnà
nu suonno e pace.

Son tutte perle
quelle gocce d'acqua
posate con limpida leggerezza
sulle foglie del profumato
osmanto
L'estate ormai tramonta
riscalda meno il sole
è tempo di vendemmia
si coglie il frutto del lavoro
Settembre è ritornato
al grido dei fanciulli
che corrono incontro
all'avvenire
Si spegne con la prima
pioggia l'aspro sapor del mare
pure i ricordi sfumano
sulle prime brume
Restano sospese
le perle d'acqua
sulle spine delle verdi foglie
Splende quel fior d'osmanto
così bianco e profumato
Arriva il primo vento
tutto a spazzar via
Resta nel cuore
un canto di rugiada
è la malinconia del tempo
andato
e m'avvicino al silenzioso
grido dell'anima mia
sui petali caduti
E' settembre è tempo di vendemmia.

Son qui a confessare
che tremo e fremo
al sol pensiero
di guardar domani
Non tutto resta uguale
sull'albero notar si puo
che manca il frutto
le foglie ormai son rare
cangiato hanno il colore
non piu verde cristallino
è sterile tramonto
Pur la sera s'appresta prima
e l'alba tarda
risparmia i suoi chiarori
In cielo puoi notare
stormi di rondini
col gioco disegnano
il ritorno da dove son partite
e se ne vanno via
Resto con la malinconia
reticolo di ricordi
ad infiammar la vita.

'O silenzio
Stateve zitto:nun voglio
cchiù senti parole
a quanno se ne gghiuta
nun servono cchiù a niente
significato nun ce sta
lassateme sulo co core mio
Stateve zitto:sta luna
e stelle e notte nmiezo o cielo
nun e facite parlà
meglio o silenzio e nu velo niro
Stateve zitto nu mumento sulo:
fermate ogni cosa
mettito a freno 'o viento
e o mare quanno stracquo
s'appoggia ncoppa a rena
nun o facite risciatà
Fermate ll'onna
ca s'accarezza a vela
comme fosse rosa e maggio
e va sbattenno e tocca o cielo
Stateve zitto: voglio a pace
do silenzio cchiu assoluta
faciteme sentì sulamente
o volo de culure e na palomma
ca vulanno se ne va
da nu sciore a' nato
senza fa rummore.

Glossario :(palomma=farfalla)

Chi è se non tu
l'ombra che si stende
col sole alto e lucente
Chi è l'onda che sferza
la barriera di scogli
confine di terra e mare
chi se non tu
Chi cerca fragile ed invincibile
la carezza della rena
ora bianca dorata e nera
Chi se non tu nell'altomare
tremare fa la vela che va
tra singhiozzi e carezze
tra luna e stelle
Chi se non tu rende la voce
or tremante ora silente
e poi muta come nuvole
che chiama senza risposta avere
e sentire il tumulto caotico
del velo che s'avvolge l'anima
Chi?
Chi se non tu tramuti
dolore e gioia sogni e realtà
albe e tramonti l'indifferente scorrere
dell' eterno tempo
Oh!Dio madre di ogni cosa
sei Tu l'Amore!

E' acqua che scorre
tra le spine delle rocce
stilla rimbalza spuma
mi apparse limpida
con la lucente luna
specchiata e muta
Ora mi appare smossa
fangosa e scura
assordante e tumultuosa
come tamburi scroscia
son cascate precipitanti
a lambire il vuoto
Il rio rallenta la sua corsa
nel tempo palpita
là dove incontra il mare
Sento frusciare tra le palustri
canne un silenzioso vento
e quì ritrovo negli occhi scuri
di un solitario passero
il battito del mio cuore.

E dopo cadde il silenzio
così carico di infinite
gocce d'acqua
e petali di rose
un silenziocolorato di fiori
Ma non bastò
Cadde il tempo inesorabile
con i suoi umori
abbagliante era la luce
e le ombre lunghe
avvolsero la notte e il dì
Ma non bastò
Silenzio e tempo
e poi la distanza
per tenere a bada
voli e sogni
Ma non bastò
Ed ora vedo negli
occhi di bimba
perle nere e brillanti
febbre di vita negata
disperati d'amore
e di un sogno:
il cammino tra stelle
lucenti e la luna calante.

Con occhi persi verso
il fiume noto lo scorrere
dell'acqua più lenta che mai
Scorre impercettibilmente
è silente Solo piccoli gabbiani
smuovendo l'aria tentano il volo
l'abbandonano in fretta
si posano leggeri sul filo d'acqua
restando immoti
I colori tutto intorno
sono coperti dall'afa
pietrificate appaiono le foglie
I canti degli uccelli
restano muti tra i rami
ancora folti
Giornata calda e oscura
Mille ricordi tornano
racchiusi in ciarliere parole
raccontano di passi
sulla riva sinistra
Il cielo limpido
riflesso sulla verde acqua
l'eco della tua risata
ancora chiara
e il gioco delle mani:tenero
Ora vedo fuggire il tempo
ricco di malinconia
aspetto il temporale
per acquetare l'anima.

Alzando gli occhi al cielo
la vidi lucente e lacerata
barcollante come cuore
solitaria e silente
Mi appare ferita
da lampi d'amore
vagando tra l'infinito
e indifferenti stelle
"Dimmi dimmi o luna
ritroverò mai quiete"?
E implorante
in docile preghiera
nella notte odorosa
d'ombre velate
di pesante silenzio
ebbi occhi di lacrime
e sulle labbra
mute parole
Nulla percepisci
ne cinguettio
ne un suono di flauto
il vento tace
ma tra muti canti
sentii un eco infinito:
un nome.......

Sull'umile zolla
della mia terra
spargerò colle mani
foglie e petali di cuore
E lì poserai
con leggerezza
di lucenti raggi di luna
i tuoi scalzi piedi
Cammineremo insieme:
tu sulle foglie e i petali
del mio cuore
io accarezzando
la tua brillante pelle
E sull'umile zolla
della mia terra sbocceranno
i fiori dell'Amore
candidi e con mille colori
Affrettati nel cammino
sento il ritmo del passo tuo
affrettati l'alba
è già alle porte
la rugiada si dissolve
il vento del mattino freme
la luna si ritira
lasciando al sole
tutto il suo furore
Cuore... ricomponiti cuore.

"Macchie e culure
ve putite sciegliere
e cravatte e cravatte"
Io te sentetto nascere
chianu chianu
comme a nu zampillo
d'acqua fresca e doce
e o core ca cantava
"chi vo acqua chi vo acqua"
Io te vedett' crescere
comme a figlio e mamma
ca curreva e pazziava
nmiezo a tutte e vie
e quanno po scenneva
a sera sentenno a "voce e mamma"
turnava a casa
"ca luna e nu poco
e malinconia"
E mo chi sì?
si addiventato nata cosa
nun t'arricanosco cchiù
A notte mo nun duorme
e quanno schiara juorno
"e a luna s'arretira"
tu nun te vuo scetà
Sta vita e nu turmiento
nun te fa risciatà
Senza ll'ammore
nun se po campà
E mo ca manchi tu
"l'acqua dint' a funtana
se seccata
e nun te nfonne e mane"
O core mo nun canta
tutte e canzone e mare
e rose so sciupate
cadono e fronne a una a una
e se ne stanno nterra
su sole e abbandunate
Da giuventù e stu core
ca te chiammaie ammore
nun c'è rimasto niente cchiù.
"Macchie e culore
ve putite scieglere
song'a centinaia
e cravatte e cravatte..."

Ho fatto il "Verso" al grande
Salvatore di Giacomo

"Mi ritrovai in una
soligna via scura come
bocca di lupa: ero oltre
la metà della mia vita"
Come sei crudele solitudine
che ogni luce spegni
e il buio dal profondo mare
emerge sino al cielo
Come sei spietata solitudine
senza pietà sei edera
che toglie aria al secolare
albero lasciando il tronco secco
Soltudine così inpietosa
lasci giogo ai mie pensieri
ora muti e poi follia
di fuochi d'artificio
Solitudine di gemma pura
con radici nel passato giorno
insensibile nascondi i colori dei fiori:
il rosa il rosso
Solitudine un lancio
di ciottoli nell'azzurro mare
dove è dolce annegare
tutti i rimpianti.

Che bellu suonno
ca m'aggiu sunnato
Stevamo nzieme
tutt'e dduie liggiere
comm'a na nuvola d'oro
pittata do sole quanno a sera
scenne a mare
Ca mana dint'a mana
camminanno pe sta via
ca tutto sape e nuie
Che bellu suonno
ca m'aggiu sunnato
Te sto guardanno
e tu guardi a me
cu ll'uocchie dint'a ll'uocchie
tu vidi a me e io me sperdo
nmiezo a mille culure
scintillanti e n'ambra antica
Che bellu suonno
ca m'aggiu sunnato
Sentevo o core mio
ca sbatteva comm'o core tuoio
e na musica se senteva
co canto e n'angelo
e doce doce se spanneva po cielo
E s'appicciaie na luce arrubbata
da e stelle e dalla luna
Che bellu suonno
ca m'aggiu sunnato
E che felicità co o viento
ca mentre passa nmiezo e fronne
e ffà abballà distrattamente
Che bellu suonno
ca m'aggiu sunnato........

Mo sta schiaranno juorno
tutto se sceta chianu chianu
sultanto o core mio
nun se vo scetà

M'innalzo su di un moderno
albero fatto di ferro
intreccio di rami e morti bracci
Son perso tra nuvole e polveri
non c'è vento a bucare l'aria
Leggero lascio cadere
mute parole non colte ne mature
Coltivo nella rarefatta aria
spezie di speranza
sapori per un tratto di vita
Estremo gesto ribelle nel
silenzio assoluto
l'indifferenza non sente
l'armonia tace
nessuno vede
i semi or or gettati
si sperdono nel nulla
Ormai son perso
alta è la paura
se perdi l'onore
Ti stringe la gola
edè afasia Ogni luce
è muta
Resto quassù con la mia nudità
trasparente di sole
che quieto tace
"Di doman non c'è speranza"

Leggerezza
E' quìè ora che il pianto
s'affoga
versando lacrime
su di un soffice cuscino
Leggerezza di stille
dal vago sapore di mare
E' quìè ora
mentre la sera
cala le sue ombre
gioco di antiche carte
con occhi fissi
su di un bicchier di vino
anneghi i tuoi pensieri
grevi di dolore
Sapido colore
rubino d'ambra pietra dura
un brindisi per Amore
Vuoto del pensare
t'accorgi del furor del cuore:
un leggero volo di vento
t'accarezza tra nuvole e sole
tra freddo e calore
Ah l'amore........

Upupa
Sto guardanno dint'e llastre
e na fenestra
veco n'ombra ca se move
Sento o core ca se mette
mpruvvisamente a correre
comm'a nu treno asciuto pazzo
Ma che d'è?
Nmiezo a via e sta campagna
nun ce sta n'anima viva
so sul'io ca cammino
Caccio a capa pe vedé
ma nun se vede niente cchiù
Guardo ancora Nu riflesso
nmiezo e llastre nce sta ancora
e che te vedo:a faccia mia
Chesta casa ca sta nchiusa
a tantu tiempo è na casa
abbandunata
Se partette na figliola
mo è passato n'anno già
Io respiro lentamente
trova o core nu suspiro
nun ce ombra de n'ammore
è ricordo e niente cchiù
N'auciello bell'assaje
sta vulanno n'ant'a me:
tene a capa piccerella
cu na cresta malandrina
na livrea ca me pare
nu quadro cu mille culure
pittato da nu pittore fino
St'auciello è comm'ammore
se ferma nu mumento
po arape e scelle e se ne và
Ji che bellezza che rarità
sulo Ddio e pò crià.

Glossario:llastre= vetri;capa=testa;
crià=creare;scelle=ali

Come lavacro
ancestrale battesimo
lascio che l'acqua
mi scorra sul corpo
a lavare nessuna colpa
ne a rimettere peccati
Ho sì un debito
d'amore negato
un alba accogliente
di tutte le ombre
più pure e feconde
e la cupa paura del mare
come non mai silente
Edè febbre del gioco
del mentre
L'amore è per te l'ansia
del secondo che passa
mentre per l'altro
il tempo è già passato
o forse s'è perduto
nel divenire edè negato
Resta amore mai detto
sublime senza inizio
ne fine
Edè amore di pelle
e follia poggiante
sulle ali di farfalle
in volo verso la stagione
nuova
E' sogno cangiante
fatto di inesistenti colori
mentre il risveglio
ebbro d'affanni tutto cancella.

E' la falla mai aperta
dall'uomo a tirar su greggio
Petrolio di un poeta ucciso
svelò crimini e delitti
per le ricchezze ingenti
mormorate e svelate
di un paese nudo e povero
Un buco nel profondo
abisso oscuro che vomita
e vomita l'oro nero
"Maledetto sia quel buco
chiudetelo"Urlano
"Non vedete che tutto muore"?
Nulla resta è un mare nero
abbitumato nel nome del
profitto di pochi tutto muore
Vo predicando povertà
e un altro mondo
di spirito e di pensieri
qual ricchezza
E le immagini incalzano
non s'apronono le ali
del fenicottero
imbalsamato di inebriante
nero le resta il cuore
accellerato il battito
supplicano gli occhi
"datemi la morte"
S'innalzano malefici vapori
a coprire la lontana luna
E vomita quel maledetto buco
miasmi di umanità perduta
"Chiudetelo" si urla ancora
e più nessuno sente
tutto intorno è silenzio amaro
Sul vomitato olio
neppure l'onda riesce
a germogliare
E Moby Dick muore
C'è chi si domanda:
"è tuttu veru o è tuttu nu buffuniari"?

 ?
L'ammore nun è
      na fronna e rosa
l'addore e nu ciardino
      ca sient'a cient' passi
L'ammore nun è
       nu sciato e viento
ca scioscia dint'a na jurnata
       e sole ca leva a capa
e passa comm'a na carezza
       pe capille tuoie
L'ammore nun è
       na notte e luna chiena
e o cielo chino e stelle
       co mare ca respira
cantanno na canzone nova
L'ammore nun è
        nu surzo d'acqua e fonte
ca nun se secca maie
         co core ca martella
chiammanno o stesso nomme
L'ammore nun è
         n'aizata d'uocchie
pe vedè ca nun ce sta nisciuno
L'ammore nun è
          nu vasillo piccerillo
ncoppa'a na vocca
          azzeccosa doce e rossa   
comm'a na cerasa
L'ammore nun è.......
          Dicitemmello vuie:
l'ammore che re?

S'abbatte come furia
su ogni cosa
Urla con ferocia umana
transitando per vie deserte
Passa tra fronde
di tenero verde
piegando tronchi
anneriti dall'acqua
Impazzite nuvole
vagano disperate nel cielo
che tale non è
S'increspa il fiume
precipitando senza fine
verso il lontano mare
Si alza un turbinio di polvere
un vortice afferra
un foglio abbandonato
arranca piega sbatte
in ogni dove
Si placa non v'è ragione
è tregua si rialza ricomincia
e tutto diventa terso e buio
Si abbassa il cielo
che tale non è
sino a lambire i tetti
Il silenzio diventa
più spesso aspettando
il rumore della pioggia
Si svela:non è solo
furore di vento
è tumulto di povero cuore.

Ji che penzier'amaro
me vene sempe ncapa
ognu mument'
e notte'e pure 'e juorno
E stu penziero parla
chiammanno'o nomme
tuoie
è semp'o stess'nomme
è voce sott'o sole
o sott'all'acqua ca vene
a cielo a zeffunno
Ji che penziero amaro
ca fa pezzente o core
ca cerca inutilmente
n'ammore comme
cercasse'a carità
cu na mana stesa
Core core mio
sient' a me:
"l'ammore ca luna
e stelle e o mare blù
ossaie pure tu
nun c'è sta cchiù"
L'ammore d'oggi è stracque
è strutto è piso
dint'a na sporta e cielo
ca sulitariamente
te trascina pa sagliuta
e chesta vita.

Rileggendo Raffaele Viviani
Glossario:Strutto= distutto;piso =peso;Sporta=cesto;strcque=stanco
sagliuta=salita zeffunno=a catinelle.

Mondo antico
C'è una frontiera da varcare
una linea invisibile
di filo spinato
Siamo spinti nell'acqua
solo onde come ombre
sul mare
La luna compare
con stelle tremanti
ci coglie la sete
col sole l'arsura ci strozza
parole non dette
uccide il silenzio
E' lunga la notte
ancora le onde e le ombre
e stelle lontane
Di silenzio si muore
All'alba non tutti
vedono l'approdo la terra
di libertà sognata
C'è una frontiera da varcare
la linea invisibile è sempre
vicina
il filo spinato lo tocchi
con mano repirandone l'aria
I piedi piazzati per terra
il cuore a soqquadro
occhi persi altrove
tumulto di mare in tempesta
E' questo che abbiamo aspettato?

Son pensieri d'amore
un arco eretto sulla vita
sommerso dai raggi di sole
disegna coll'aria
un arcobaleno di tanti colori
appare così l'infinita
profondità del mare
edè l'inizio
S'accendono le luci
come una nascente alba
occhi abbagliati
tante farfalle brillano
un volo nuovo corrompe
lo spazio dell'immenso cielo
tenero tocco col dito
Ed ora siamo in fondo
neppure una canzone
s'aggira per ciottoli e vie
Nel silenzio si spegne
il giorno coi suoi fuochi
restano le ombre
allungate su di un gatto nero
che solitario su fugati
campi d'oscurità
struscia il pelo a fil di muro
Come è profondo il mare.

Comm'è bella'a luna
stasera nmiez'o cielo
tutta lucent'e sole
E stelle ne vide poche
stanno luntan'assaie
so sulitarie
O mare discreto
nun fa rumore
risciata lentament'
L'onna piccerella
s'addorm' comm'a
na criatura doce doce
ncopp'a rena
Nmiez'o mare
luceno e lampare
accarezzanno'o cielo
Sul'io guardo chestu'
'bbene e Dio
me ncanto e doie
lacrime scenneno
e me nfonnano sti mmane
E' na malincunia sta nuttata
e tu nun a puo capì
Tu staie luntana'assaie
e chello ca vech'io
tu nun o puo vedè.

E il gioco tuo
fu come quello del bimbo
che costruisce
col sole imbrunito
di calore
castelli di sabbia
lasciando poi all'onda
nella tersa notte
arricchita di stelle
e di luna
ad appianar ogni cosa.

'J quann vec'a tte
me s'astregn'o core
Vuless'parlà
ma nun trov'e parole
Te vulesse dicere
tant'e tanti ccose
ma rest' ncantato
a te guardà
Se dice ca so ll'uocchie
ca parlano
e pur'o silenzio
se sape fa sentì
Ma so sempre
sul'io a parlà
e dico e stessi ccose
E tu nun dici niente
te giri a part'e llà
cu na girat'e spalle
Vuless'parlà greco
e latino pe me fà capì
ma scrivo napulitano
e chello ca te dico
tu ossaie già
"'J quann veco a te
me sastregn'o core"!
Ed io pe te o saccio
so o riest'e nient.

Fu un attimo una lama
del tempo
un raggio di sole al tramonto
e la luna che avanza
con raggi soldati
emergendo
da colli e picchi
Raggi che si sfiorano
s'incrociano s'intrecciano
nascendo morendo
Fu un attimo una lama
lucente
due sguardi
occhi d'ambra
e d'azzurro
s'incontrano si scrutano
si sfiorano parlano
un linguaggio comune
son movimenti di corpi
e di mani
e luce di carezze irripetibili
affanni di luminosi giorni
Fu un attimo
ne corpi ne mani
si spengono gli occhi
l'ambra tramonta
l'azzurro svanisce
oscurate pupille
carezze lasciate
Resta l'onda del mare
schiumante
di rabbia e dolore
son schiaffi spruzzati
sull'inerte scogliera.

Brucia l'ultima legna
nel camino
Raccolto al caldo osservo
i ricordi e gli umili pensieri
Sono come l'onda marina
vanno e poi ritornano
Guizza la fiamma
lingua infuocata
Non si spegne l'amore
con lacrime crepitanti
come scintille
Son racconti solitari
di rose perse tra più
colori
E sono cose or vere
or immaginate
Colonna sonora
musica sussurrata e dolce
tra foglie secche
e nuovi piccoli germogli
verdi svegliati a primavera
E'vento nuovo
sussurra e fischia
s'innalza verso il cielo
gravido di nuvole
e corrono sempre più
Lasciano poi
cadere fili d'acqua
a penetrare la terra
Un frullo d'ali
accompagna il silenzio
e sai che nessuno sente
La solitudine sei tu
un rintocco di campane
sulla parola amore.

'A Madonna nera
Comm'so 'janche
sti manelle toie
e chesta faccia
ca pare e cera
e sta faccella
e na madonna nera
chella ca spada
nbiett' nfaccia all'altare
Na lacrima te scenne
ll'uocchie lucent'e chiant'
fanno brillà sti dduoie
frunnelle e mare
Na varca ca nun torna
sta sperza nmiezo'o mare
so partute co' e lampare
è a fatica do piscà
Sta figliola sola sola
ca'a faccella e cera janca
cu nu sciallo niro ncapa
s'addenocchia nanz'a Te
"Tu si a mamma e tutte
e mamme nu miracolo
le'a fà:fa turnà ll'ammore mio
nfunno'o mare che ce fà
sta preghiera sta a sentì
nterra'a rena io sto aspettanno
ca ritorna chesta varca
senza'ammore e ninno mio
io nun pozzo cchiù campà".

Ossaccio aggiu sbagliat'
io te currett'appriess'
nmiez'a na via sulagna
all'ora da cuntrora
O sole ca bruciava
e pret'e chesta via
e sa appicciae pure
o core mio dint'
a nu mument
Ossaccio aggiu sbagliat'
quant'sentette na voce
ca chiammava
era meglio a nun sentì
invece me giraie
e accumparist'tu
o core se perdette
s'annammuraie e te
Ossaccio aggiu sbagliato
quanndo pa primma vota
te dette nu vasillo
ncoppa'a sta vocca toia
ddio comm'era doce
nu sciore prufumato
mo mo schiuppato
Ossaccio mo nun dorm'
pass'e nuttate sane
pensanno sul'a te
Meglio na preta nbietto
ca nu scem'e core
ca va cercann'ancora
chell'ca nun ce stà.

Nce sta n'addore nuovo
pe d'int' all'aria
n'addore maie sentuto
j'che fraganza!
So cient'e cient'
sti giardin'addò
vaco currenn'
nmiezo'a tanti sciure
So rose so viole
'o sciore e malvarosa
nu giglio janco janco
e na pianta e giesummino
J' che fraganza e che bellezza
me pare e sta nparaviso!
Cu tutti sti culure
o core s'arrecreia
comme si fosse nanz'
'o primm'ammore
Chillo ca sto facenno
è nu suonno e primmavera
e mo pregasse Dio
pe nun me scetà
Sent'ca for'chiove
o cielo è tinto e niro
ma j' tengo ll'uocchie nchius'
nun voglio cchiù guardà.

Febbraio
Ricordi nel tuo cammino
che sei il più breve che ci sia
Il tempo è poco
ma si assapora
il canto dell'augello
che si risveglia
e il dì che man mano
allunga un chiaror nuovo
ritardi poi le ombre
della sera
Tu sei Febbraio
mese dei contrasti
tra il carneval pagano
e quaresima a rivisitar
peccati
Alterni giorni con freddo
e gelo
e spiri adamantini venti
e acquarugiuola
sui bianchi fior di mandorlo
Febbraio a risvegliar
la terra che preme e gonfia
s'avvicina l'or di seminare
e il cuor mentre
tutto si risveglia
riposo va cercando

M'affaccio a sta fenesta
e guard'for':chiove
Sta vernata nun
fernesce maie
se perz'o cielo co o sole
ca luna e tutte e stelle
E' na vernata fredda
scura scura
A gent'corre nun se ferma
nu mumento
nisciuno dice na parola
So ghiurnate'amare
una appriess'a nata
Sempre e stessi nuvole
e st'acqua nera
ca vene a cielo
pur'essa sempre a stessa
Partette na rundinella
ca facette'o nido
sotto'e titt'da casa mia
Se ne vulaie
che cumpagnelle soie
abbracciate cu l'urdemo
raggio e sole
E so rimast'j sulo
co core e co silenzio
Me ncanto a guardà
fora'a sta fenesta
aspetto'a primmavera
pe vedè turnà nu poco e sole
e pe sentì cantà
comm'a na vota
a rundinella mia.

Sei stata come il primo vento
lieve ed irruente sferzante
e poi carezzevole dolce
come una goccia di miele
Sei stata la prima acqua
sgorgante dalla nuda roccia
e nacque un ruscello
d'impeto e forza
con pozze di riposo trasparente
Sei stata una farfalla
con i colori ancora
senza nome
e quel candido primo volo
su petali appena nati
Sei stata musica di vento
adagiata sull'acqua
del fiume mentre
abbraccia il mare
Sì acqua dolce e salsedine
Sei stata tu la vita
con ali trasparenti
ed appuntite stelle
trafitta dai primi raggi di sole
affacciato sull'alba
appena chiara.

A luna stanott'
nmiezo'o cielo
nu faro me pare
ca schiarà fà tutto
stu tiatro
E stu vico sott'a sti
raggi'e perle addiventa
cchiù sulagno
Nu lume luce
è chillo da cantina
è tard'e sta aperta ancora
O core trase e saluta
'o padrone
Sta miez'assunnato
assettato ncopp'a seggia
senza'aspettà'a nisciuno
"Bona sera a vuie
si bona sera se po dicere"
O padrone nun risponne
Tene ll'uocchie nchiuvate
nterra fa fatica a guardà
a faccia e stu guaglione
che'è ghianche cchiù
da cera
"Giuvinòè tard' vuie
cche vulite?Jatevenn'a casa"!
Appare nu silenzio amaro
nisciuno vo parlà
Doie lacrime nfonnano
a faccia e stu guaglione
Fora'a porta da cantina
a luna luce e fà schiarà
tutt'o tiatro
Se sent'po na voce
zittu zittu e chiagne
"Nu mument'sulo patrò
e po turnamm'a casa
Vuless'nu bicchier'e vino
chill'sincero
vurria scurdà ll'ammore
e vurria stutà sta luna
ca luce nmiezo'o vico
e dint'all'oscurità
s'acalasse stu sipario
e rimaness'io sulo
co rummore do silenzio
ca sta nzerrato dint'o core mio".

Edè tempesta
con il vento che urlando
forma l'onda ed essa
s'innalza s'increspa
una furia che corre
Spumeggiando
sempre più alta
attende la scogliera
per infrangersi e morire
Violenza di spuma bianca
rumore di un tuono
caduto nel mare
si lacerano le vele
Suona la foresta
di alberi ormeggiati nel porto
sbalorditiva musica
di roche campane
Tutto si piega
prue appuntite piegate
come a pregare
imbarcano acqua
rafforza gli ormeggi
Non si plaga la furia
del vento
Si stacca il mio cuore
affronta i marosi
si sfida col vento
combatte il dolore
ed in questa tempesta
si perde annaspando
Riaffiora sull'onda violenta
non segue una rotta
ha perduto l'amore
e in quella deriva
ritrova la pace.

Un così nobile sospiro
apre al cuor immensi spazi
s'innalza nell'infinito
dove tutto guarda
non v'è siepe che separa
l'orizzonte è tutto lì
Un sospiro una parola
sussurrata sotto voce
il silenzio che attraversa
gli anni luce
E t'innalzi ancora
e par di toccar la luna
sfiorando gomitoli di nuvole
Non vi è tempo
è solo spazio
brillano infinite piccole
stelle si perdono lontane
E poi sussulti
con occhi spalancati
perso ti trovi
sull'immenso baratro.

Tu ca nfronte tien'
nu culore verd' vivo
comm'a ll'onne e chistu mare
so nu poco screziato
comm'a scoglio
arravugliato dint'a luna
So duie uocchie e paraviso
primmavera e giuventù
so frunnelle e ruta e muro
ca profuma comm'a cchè
Io te guardo e tu che faie?
t'annascunn'ne pecchè?
Chistu verde e fronn'e mare
a guardà fanno npazzì!
Si figliola cu ll'addore
e n'alba e maggio
tu si comm'a luna nova
e faie lucere stu cielo
Tu si comm'a n'aria
e chiesa prufumata
e mille rose
Ma a stu core tu
o faie chiagnere si
va sperzo senza e te.

Son fiocchi di neve che
lentamente leggeri
come battiti d'ali
frullando s'adagiano
Sono immagini
di sogni lontani
smaltiti sulla risacca
del mare
con l'onda essa sì
sempre nuova
sfrangiata sulla
d'orata spiaggia
Gracchia un gabbiano
mentre s'eleva al cielo
scompiglia col volo
un raggio di sole
edè ombra per
un istante finito
Quel volto quel sogno
si sperde lontano
e i fiocchi di neve
mi sembrano ora
ghiaccioli appuntiti
pronti a ferire
La neve continua
a cadere edè vicino
il silenzio
L'onda indifferente
si rinnova prima di morire
come il volto così amato
ne resta lontano annegando
nel sogno.

Tu ca puort'nfronte
duie uocchie nire
lucent comm'a stelle
e na notte d'està
Duie uocchie nire
affatat'ca te fanno sunnà
e quann'nun me guardano
mbietto me trase
nu veleno amaro
Lucenno va sta luna
pe nmiezo e nuvole
appare e po scumpare
fa luce e po se scura
Va pazzianno po cielo
arravugliata cu e nuvole nere
comme fanno chist'uocchie
nire appassiunate
ca mo luceno e mo se stutano
E accussì se mettano
a pazzià co core mio.

Non è spartito nuovo
che vien suonando
la terra
Sussulta trema s'innalza
con toni di fanfara
suonano gli ottoni
colorati come nuvole
è tramonto maggese
Irrompono i violini
con corde di tremula pioggia
Son gocce rimbalzanti
sul nero selciato
vibrano anch'esse
son percussioni
su tamburi assonnati
Danzano leggeri
nel diafano cielo
passeri e colorate farfalle
s'inseguono al ritmo
di note volanti
Ascolto il mio cuore
posato su devastate immagini
son corpi inerti
scaricati da mostri d'acciaio
di nuovo son fosse comuni
Che musica suona
quest'oggi la terra
se spacca se spezza
il sorriso dei bimbi
Son esili braccia
elevate nel cielo
che cielo non è
E' polvere di note in frantumi
è concerto d'addio
Si spegne l'immagine
ci resta il ricordo e l'orrore
e non suona più il povero cuore.

Quale ambra raccoglie
lo sguardo tuo
immerso nei sogni
ritorna
Sono raggi immensi
brillano tra mille
inquéti pensieri
e poi son nuvole
son rondini di gioiosa
primavera che irrompe
e tutto cambia:
il grigio del mattino
e il buio della lunga notte
Sul bianco tappeto di neve
chiuso da cancelli irti
picolavano i passeri
lasciando orme di freddo
Ed ora tra tremule gemme
di verde nascente
cinguetta il pettirosso
e torna la rondine
Spumeggia il mare
è riflesso di nuvole d'oro
posate leggere
sulla riva nera
S'allontana una vela
perdendosi all'orizzonte
azzurro concavo di cielo
E rivedo quell'ambra
svanire nel sogno
mentre all'imbrunire
ti vesti di raggi di luna.

Oh stanco dolore riposa!
Per quanto tempo ancora
ti porterò con me
per strade senza fine
come fardello di lavica pietra
Oh stanco dolore riposa!
Sotto una luna piena
s'aggira un ombra antica
le stelle luccicanti
come due occhi neri
l'accompagnano in silenzio
Oh stanco dolore riposa!
Sperduta in mezzo al mare
una vela che biancheggia
battuta si ritrova
tra spumeggianti onde
l'abisso è un richiamo
ma riemerge ancora
Oh stanco dolore riposa!
Un lume sull'altare
è come un cielo muto
un canto una preghiera
poi il silenzio espode
e scende dentro il cuore
Ora sì riposa il mio dolore.

A sentì sti parole
ca sta dicenn'o core mio
ca sbatt' e corr' comm'a cche
io nun ce pozzo credere
Me sent' dint'e vene
scorrono comm'o sang
e fanno male assaije
Ma che ven'a dicere
"ca nun me vuo chiu bene"
St'ammore mo è fernuto
scurdammo tutt'e cose
chello che è stato è stato
calammo stu sipario
L'ammore è comm'a vita
accummencia e po fernesce
Tu mo me vide e chiagnere
nun te preoccupà
nun e guardà sti llacrime
girati a part'e llà
Tu ossaije
comm'ossaccio io pure
quann' fernesce'o bene
e llammore se ne và
a suffrìè nu core sulamente
e chist'è o core mio

Rafael Pablo ti han chiamato
Hermana
e tu hai con passi leggeri
camminato sui sentieri
della vita
e ancor ora si sentono
nitidi e forti
Sorella che dall'antico
continente attraversasti
il grande mare
lasciando le montagne
per una nuova luce
Negli occhi perle nere
avevi mille luci e scintille
come foglie soffuse di sole
Ti si aprirono spazi immensi
senza colmare la grandezza
del tuo cuore
Sorella mia ti spinse l'idea
della liberazione degli umili
dell'ultimo e tutto donasti
l'anima il corpo e fu solo
Amore
Fosti vento che soffiava
leggero sulle ali di un mondo
nuovo
E il tuo volto posò sui muri
di città antiche con colori nuovi
Cogliesti l'attimo
immortalando la chitarra
la falce la spiga per il pane
Donavi l' arte i volti i panni
liberi di donne messicane
Madrid non fu liberata
Ne ricevesti merce avariata
e sogni e amore continuasti
a dare
Hermana non ti stancasti mai
e sono ancora passi
leggeri a far la storia
Meravigliosa donna
di bellezza antica
parla di te il silenzio
e il vento chiama
non dormi sorella odi
il grido degli umili degli ultimi
LIbertà libertà
è tuo questo nome:
Tina Modotti.

Buon Natale
Che de me tremmano
sti mane tenenn'astritt'
na letterina e Natale
O foglio è tutto colorato
co giallo 'o russo
col bue e l'asinello
a stella polare
lucente e tutt'argient'
annuncia al mondo
intero:è nato è nato
cca nce stà Gesu bambino
Sonano e zampugnar'
canta a gent
cantano co core aller'
mo ca so arrivat'
nant'a chesta stalla
Canta"o lupo e a pecorella
rendendo gloria
o bambeniello appena nato"
Che de me tremmano
sti mmane tenenn'astritto
sta letterina e Natale
E m'arricordo quand'ero
piccirillo nu guaglione e scola:
il giorno di Natale
si legge quanto scritto
"Cara mamma caro papà
oggi è il santo giorno
è nato Gesu bambino
auguri a tutti di vero cuore
prometto di esser più buono
di studiare e rispettare
Gesuè venuto m'aiuterà
a crescere e migliorare
Gesu regalerà al mondo
tanto tanto amore"
Che de me tremmano
sti mane tenenn'astritto
sta lettera e Natale
Nun' a pozzo leggere
tengo ll'uocchie chino
e lacrime
e chiagn' comm'a nu
criaturo e tantu tiempo fà.

Datemi un posto
lo cerco come il deserto
cerca l'acqua
un posto dove nascondermi
vorrei
Son quì tracimato
da una folle confusione
particella vagante
nella soligna immensità
Una nicchia vò cercando
lontana da clamori
ne ombre ne luci
ne lampi di sfumate fiamme
Un luogo non negatemi
un luogo senza suoni
dove non fischia in vento
e il mare non respira
senza più nuvole nere
a sovrastare il cielo
Nulla di tutto ciò avverto
solo percorsi e strade
senza mai porre quete
Oh come vorrei annullare
il tempo
e ritrovarmi solo rannicchiato
nel mio cuore
a rimirar un posto
di immenso vuoto
che fu quello
occupato dall'amore.

Vedo sfuggire l'ombra
inseguita dalla luce
è il tempo che passa
e poi ritorna ancora
Resta lontano il brusio
sono voci nascoste
e nulla dicono
Invece un palpito
di farfalla sento
sfiora l'aria tersa
e cristallina
Un pallido sole
nulla toglie alla
giornata fredda
M'accosti e resta
l'infinito spazio
incolmabile e siderale
Or mi appare siam
pianeti sconosciuti
persi nell'infinito nulla
senza nessuna meta
girovagando vanno
Sono ombre e luci
ruotando disegnano
orbite diverse
senza incontrarsi mai
Una stella senza splendere
non è più tale
La guardi sì restandone
incantato ma nel profondo
cuore già sai che non da
più amore
Posi le mani ad affrancare
gli occhi
innalzi una preghiera
brillano le lacrime
Son tante stelle d'oro
racchiuse nello scrigno
dell'inesistente cielo
Ti illudi:non è splendore
ma lo conosci bene
è dolore.

Lettera a Maria
Cara Maria
io sto luntano
me ne so ghiuto
tantu tiempo fà
Partett' na sera
e o treno se perdette
dint'all'oscurità
Nun s'arrivava maije
ll'ombra passava
una'appriess'a nata
E o core comme
chiagnev' lassanno
sta città
O tiempo se fermaije
e nu penziero sulo
me martellava ncapa
" io nun te scordo
nun t'aggio scurdà"
Povera Napole mia
che te succies'?
Che t'avimmo fatto?
Dicimm'a verità
tutt'quant' se
so scurdato e te!
Prumess'e giurament'
se ne so fatt'assaije
ma niente se cagnat'
E parlano e te
Napole mia negativamente:
" munnezza sparatorie
muort accise
indiferentemente
e tutt'o male resta ccà"
Ma na parol'e bbene
nisciuno a dice cchiù!
Io m'arricordo e te
Napole mia
si stat'a primma nammurata
ca nun se po scurdà
Cara Maria
io sto luntano
e me ne resto ccà
ma chiagn' nziem' a te
po bbene e sta città
Allummo tutt'e sere
co penziero na speranza
pe putè cagnà
Nun ce scurdamm'
e Napole
mettimm'man'
facimmo na catena
vedimmo che s'adda fà!

Un ombra inaspettata
tagliò il suo bel viso
gli occhi diventarono
due profondi anfratti
svanì l'ambra e l'iride
le stelle quella sera
non brillarono
le lacrime si sciolsero
come granelli di sale
Lontano nella notte
sferragliava un tram
alla sua ultima corsa
Attraverserà tutti
i ponti della città
sconosciuta e silente
Vuoto si trascina
da un capo all'altro
Nell'indifferenza scorre
il fiume tra fumi e luci
brucia uno spicchio
di luna sull'acqua scura
Luci e luna con lo stesso
capolinea:
spegnersi con i primi
raggi di sole
Restò l'ombra tagliente
sul suo bel viso.

Rintocchi
Un suono di campane
si alza sulla nebbia
ovatta che avvolge la piana
Giunge da lontano
edè battito del mare
risacca che rompe la quiete
ondeggia si estende chiama
Un rintocco dietro l'altro
leggeri son posati
sulle ali di un lieve vento
arrivano e rendono
più fitto il silenzio
Quando smetterò
di sentire l'inquieto
battito dell'amore?
Solo quando si ferma il cuore?
Il tempo scorre e passa
percorre silenzi e affanni
Sarà come la danza
dell'ultima foglia
dal ramo staccata
è restia a toccare la terra
Sospesa nell'ultimo viaggio
resta nell'aria
indefinita e rarefatta
vibra fluttua gira ruota
tardando il tocco al suolo
E' questo suo lento andare
e i rintocchi di campane
a scandire il respiro
tra il vivere e morire.

O munno ten' famm' (F.A.O.)
Nzerra tutt'e cose
nzerra sta porta
e pure sta fenesta
nzerra pure o core
o' saije nun te serve
Sta luce nmiezo'o cielo
me fa male nun voglio
cchiù guardà
Po munno che se vede?
so cose malamente
na guerra sta a na part'
na epidemia a nata
chi se fà saltà pe ll'aria
e tanta gente more
E po nce sta 'a ' famm'
che è peggio'e tutt'e cose
More nu criaturo cu ll'uocchie
a for' se guard'a mamma
ca nun o po allattà
Chist'è nu munno stuorto
addò se jett'arrobba
e addò nun ce sta niente
E DIO? se stancat'e ce guardà
Nzerra tutt'e cose
nzerra sta porta e sta fenesta
nzerra o core
O'vvide dint'a stu munno
è amaro pure ll'ammore.

Solitudini
E mi arrabbatto
tra il vuoto e il silenzio
inseparabili compagni
della fatica di vivere
Lo sguardo vaga perso
e poi si posa
su di un passero
infreddolito
E' lento il volo nell'aria fredda
si scalda nel fumo del camino
trilla tremante e solitario
posandosi su di un ramo stiminzito
Il vento s'abbandona
soffiando tra spogli alberi
Non emigra povero passero
e sempre più somiglia
all'unico pensiero mio
uguale ripetitivo ed assordante
Sull'erba ormai si posa
la fredda brina
le foglie son cadute
e restano lì inerte
non c'è raggio di sole
nascosto chi sa dove
a scaldare il cuore
Silenzio e vuoto
riempiono l'aria
il passero più non vola
verso l' infinito cielo.

E mane comm'o core
Ma tu l'haije guardate
sti mane meije?
Va buo che vaije dicenno
"so bell'e aggraziate"!
Certo so sincero
to voglio raccuntà:
carezze n'hanno fatto
assaije
Faccelle e signurine
cu ll'uocchio e primmavera
o core ca rideva
passanno pe sti mane
Strignette doie manelle
e na bella piccerella
è stato o primm'ammore
ca nun se scorda maije
Ma tu sti mane
e staije guardanno?
A pell' ch'era e seta
mo se sta sciupanno
nun sta attaccata e stesa
ricordo e giuventù
Sti mane o'vvide
mo so vicchiarelle:
a voglia e accarezzà
nce resta ancora
ma facenn'o cunto cu ll'età.

..........Va murenno pe sta via
Sentett'na parola sola
" nun me fà murì "
Sta voce ma purtaije o' vient
ca se facett'nir'
fuije comm'a nu suspir
fridd'e viern e me trasett'
dint'o core mio
Quant'acqua ven'a ciel
stammatina
scenn'a stravient
A sto guardann'a sta
fenesta aret'e llastre
Quatt'fronne puverelle
stann'attaccat'a' n'albero
stentariello e arracquato
a vedè me fà cchiu malincunia
Sentenno sta parola
d'int'a chesta casa
se ne sciso nu silenzio antico
fà mal'assaije e nun se po suppurtà
Chiove e chiov'ancora
chesta è na jurnat'amara
sent'ancora d'int'a llaria
na parola sola una
e va murenno pe sta via
martellann'a capa mia:
"nun me fà murì ossaije
chi song'io? Me chiamm'Ammore!

Come ti chiami?
Speranza! In cosa dovrei
ancora credere?
Perchè mi spingi verso
un cammino lungo?
Destino! Destino!
La notte ti coglie
non sai dove poggiare
i piedi
ogni luogo ti resta
sconosciuto
Attraversai deserti
non solo sabbia vi trovai
ma indifferenza
e quella sì mi fece male
Il cammino è lungo
ho patito la fame
e la sete
ho urlato acqua!La gola brucia
gli occhi vuoti di lacrime
si spengono
Il cammino è lungo
la speranza lentamente
muore
così fà il sole all'orizzonte
Colonne d'acqua e sale
mi circondano
urlano i miei assenti pensieri
La luna e le stelle
non tracciano rotte
sospesi si resta
Il cammino finisce
la speranza oramai
è l'ombra dell'infinita notte.

Ingenuo Autunno
Restano al ramo
cambiando colore
un rosso purpureo
un battito del cuore
arancione diventa
sotto la fredda luna
corolla di farfalle
avvolta tra lacrime
di rugiada
Affiora dalla nebbia
un timido pallido sole
illumina le solitarie cime
stenta ad aprire il giorno nuovo
Osservo rinchiuso nelle spalle
il mutare dei colori ed il silenzio
l'arcobaleno delle foglie
l'annunciano
L'ingenuo autunno
sempre uguale torna
E tutto s'addormenta
si spoglia la natura
braccia accoglienti
di sonno antico
l'accolgono
ma tutto ancora vive
Col passar del tempo
torneranno i colori
nasceranno nuovi fiori
piccole foglie verdi
adorneranno gli alberi
Un pettirosso potrai
sentir cantare.

Se fatt'tard' o vide
se fatt' tard'
o tiemp'nun ce sta
se ne va sperdenne
pe nmiez'a ll'aria
e sti parole ca te dico
cu nu filo e voce
tu nun e staie a sentì
e so parole ca tremmano
dint'a ll'oscurità
Se fatt' tard' o vide
se fatt'tard
che t'affaccia affà
for'a sta fenesta
stu vico niro nun o guardà
niente ce sta a vede
è tutto uguale senza nu culore
e sciur'e rrose manc 'll'addore
hanno lasciato
sulo nu velo e nebbia grigia
è rimasto e se va spannenno
ncopp'a sta nuttata
ca nun fernesce maie
Se fatt'tard' o vide
se fatt'tard'
che vuo sentì
nisciuno canta cchiu'
A voce e notte ca passava
pe dint'e vich'e sta città
chiammann'ammore
facenn'antennerì
mo nun se sent'cchiu'
pecche se fatt' tard
e o tiempo de parole
amare e doce
è già fernuto.

Un vento leggero
refolo mattutino
con gli umori
della fredda notte
si insinuò nell'anima
La tenua fiammella
ancora accesa
regalò un po di luce
Fu un attimo
poi barcollando
senza forza ne appigli
sfrigolando si spense
Non ci fu aurora
ne alba nuova
l'ultima stella timida si nascose
Il tempo in mare si presentò
con nuvole nere
la vita si negò
e non seppi se pioveva
o ero io che piangevo
Ora il Ricordo mi duole
e mi ritrovo solo
come radice senza terra.

A chiesa nova
So cient'notte ca nun dorm'
pa paura e nun sentì
Cont'll'ora appriess'a stu
rilorgio da chiesa nova
nfront'a casa mia
Io sto sempe scetato
nun pozzo cchiu' durmì
aspetto e pass'tuoie
ma nun se sent'niente
Vurria sentì na chiave
dint'a chesta porta
ca nun s'arape maie
Aspetto ll'ore sane
senza sapè addo staije
E chistu scemo e core
ca nun s'arrenne maie
te chiamma e chiamma
nun vo sentì ragione
E fore chiove
so mille raggie e luna
jettate nmiezo'a chesta via
indifferente sulagna e scura
Vurria durmì si putess'durmì
nzerrasse st'uocchie
nun l'arapess'cchiu'
Accussì me mettarria
a cerca'nu suonno
ca me purtass'a te
E dinto a chistu suonno
chianu chianu cu e mille
raggie e luna
te legarria cu me
pe nun lassarte cchiu'
Viene suonno viene
ma sto scetato ancora
e smania e sbatte o core mio
chiammann'o nomme tuoio
perdutamente
E accussì sta via sulagna e scura
sta via da chiesa nova
vestuta d'acqua argiento
conta ll'ora nzieme a me.

Semmai vederti
io potessi ti guarderei
negli occhi
e scoverei una luccicante stella
In quel colore d'ambra
tra tremule fiammelle
annegherei
Nel lago sfavillante
mi troverei mirante
col volo di piu' farfalle
e quelle foglie
a dire il vero morte
che s'adagiano
anch'esse sul riflesso cielo
Semmai vederti
io potessi ancora
vorrei sentir parola
dalle tue vermiglie labbra
un suono ed un silenzio
un colmo a riempir
il solitario cuore
Sussurri il nome
mormorio d'onda
mare immenso disteso
sulla deserta riva
Se io potessi
stenderei le mani
nel buio plasmerei
le tue fattezze
linee rette e curve
e cieco poserei carezza
sull'immaginario viso
Semmai vederti
io potessi ancora
al fuoco griderei
colonna dell'amare
e griderei al sole
che tramonta e tutto si colora
d'arancio e rosa
lasciando poi alle ombre
l'attesa della notte
Se io potessi rivederti ancora
attenderemmo insieme
la luna con le stelle.

J' che tempesta
tengo dint'all'uocchie
è na tempesta e cielo
ca s'arravoglia amaramente
E nuvole so nere comm'a pece
e corrono e volano
una appriesso a nata
nun trovano maije pace
S'arape o cielo
quant'acqua scenne nterra
cummoglia tutt'e cose
è na cuperta arricamata
cu lampo e tuone
e fili d'acqua e seta
Tutto attuorno se fa cchiu niro
.......E tutto se ne cade
J che tempesta e mare
tengo dinto o core
cu ll'onne ca saglieno
e po scenneno
comme fosse niente
Vanno a sbattere ncoppa e scoglie
e po se stenneno chianu chianu
doce doce ncoppa a rena
pe l'urdemo respiro
E' nu tsunami
.........E tutto se ne cade
J che tempesta e bbene
tengo dint' a st'anema
è na tempesta e bbene amaro
ca nisciuno se vo piglià
Stu bene se chiamm'ammore
è na tempesta e viento
c'allucca comma' a'cche
E parla chistu viento
passanno pe nmiezo
addore de pann spase
ca stanno a s'asciuttà
Stanema è comme o' viento
vulesse parlà
ma nun trova cchiu e
parole pe se fa sentì
Vulesse restà cuieta st'anema mia
se vulesse arrepusa nu poco
vicino a te
ma chesto'ossaccio
è sulo nu penziero e suonno
ca passa e se ne và.
.......E tutto se ne cade.

Abballammo co' Rre
Cu sti tammorre
sunammo e alluccammo
pe nmiezo'a via camminammo
nce ne scennimmo alleramente
verso'a marina abballanno
sta tarantella napolitana
Sunammo e cantammo
e po nce dammo
na botta'annanza
e nata'arreta e nterra
a sta rena facimmo ll'ammore
Abballo'o popolo
e abballa pure o Rre
a Regina nun ce stà
nchiusa' a palazzo vo restà
O Rre è ntrigante
cu sti guaglione vo pazzià
So piccerelle so belle
so sciascione
Accussì abballammo
sta tarantella scurdannece
e guaie scurdannece o munno
o passato e pure o dimane
E nun ce nporta do male pensato
Stanotte abballammo
cu e luce appicciate
dint'o palazzo
abballammo co'o Rre
ncoppa e tammorre
facenno ll'ammore
abbascio a marina .

E so rimast'io sulo
co respiro mio
astrignuto a nu silenzio
maije sentuto primm'e mo
Tengo ncuollo a me
ll'ombre da notte
ca nun fernesce cchiu
e tutto dorme tutto se scorde
pure e pensieri e suonn
bell'o arrevutate ca mettano paura
Nu silenzio accussi grande
nun ll'aggio sentuto maije
Vaco cercanno ll'onna do mare
ca nun se ferma
voglio truvà o rummore
e quanno chianu chianu
se stenne ncopp'a rena e more
ma niente è silenzio pure a mare
O cielo stasera è chin'e stelle
nce sta pure nu quart'e luna
ma stanno luntan'assaie
e so cecate e mute
nun stanno cchiu a guardà
o cielo nun fa rummore
Stong'aspettà na voce
na voce ca mme chiamma
dicenn'o nomme mio
Ma chi a poddà sta voce
rumpenno stu silenzio
spezzanno na catena
ca tutto sta' a nzerrà
Sta voce a po tené
sulo ll'ammore
ma se scurdato e me
E so rimasto io sulo
dint'a nu silenzio ca
nun se sentuto maije.

Un altro Io
La vita una lunga corsa
tra terra e cielo
su strade che solcano
il mare
Non mi afferro mai
un passo sempre avanti
chi mai io sono?
Uno stagno d'acqua
un guizzo e tutto che scompare
non scorgo sembianze
La vita una lunga corsa
per imparare
e poi ricominciar d'accapo
Una lunga corsa
per saper amare
e poi scoprir che io non sono
E' l'utima fermata
rincorro un tempo
oramai perduto
e mi ritrovo tra mille pieghe
Corro attraverso la vita
senza capirci nulla
assaporo miele amaro
ogni passo un battito d'ali
è il tempo che tutto travolge
e porta via E' l'ultima fermata?
Nessun cartello:ne scendere
ne salire
Rivolgo lo sguardo al cielo
è questo il luogo a perdere
non è felicità
Nel silenzio del nulla
scorgo le prime luci:
è una piccola luna
che tra le cime sorge.

Oh!E mi rubasti tutto
il cielo con le stelle
quando è sera
le albe quelle gelide
con gli alberi in fila
e spogli rami su tronchi
nudi la brina a vestirli
E mi rubasti tutto
il sole del mattino
lucente e senza macchie
pronto a scaldare
le novelle verdi fronde
e i fiori muticolore
dei tanti prati
calpestati a piedi nudi
E mi rubasti tutto
l'immagine dagli occhi
sollecitata dall'anima
e da pensieri anch'essi
rapiti dalla forza dell'amore
Oh! E' qui che mi rubasti il cuore
perchè lasciai tutto aperto l'uscio
fu facile entrare
E mi rubasti tutto ed io
son quì pronto ancora
a regalar qualcosa.

Accigliato le mani come
ali d'angelo a coprirmi
gli occhi dai pugenti raggi
Sole riverberante
nell'infinito cielo
Tra mille e piu colori
mi perdo nel nulla
delle tue parole
ne sento l'eco
Così si sfrange il giorno
languendo su frantumi
di suoni
Il vento si ritira cadendo
fruscio di rami ed alberi
silenti
Le cangianti foglie
in libertà si staccano e cadono
senza destar stupore
Immerso in questo luogo
purgatorio di esile attesa
cammino come ombra e
mi appresto alla notte
col solo desiderio
di ritrovar lo stesso sogno
la stessa strada
da cui diparte un bianco
sentiero che scende
verso il cupo mare
che nulla ha d'azzurro
Ed il silenzio è pieno
E là dov'io mi trovo
oltre la finestra piove.

Mi cerco in quel breve
tratto di mare dove
inerpicandoci nuotammo
per la vita
Fummo trascinati da correnti
ed onde e poi i colori:
inebriante verde-azzurro
e tumultuoso grigio
Stanco a sera mi aggrappavo
ai tuoi turgidi seni
erano scogli affioranti
dall'acqua
Mi perdevo nel cielo
del tuo corpo
tessuto di stelle ed universi
sconosciuti
Penetrante mi ritrovavo
tra mille febbri
e futili pensieri
Arsi eravamo da meteore
vaganti
Respirevamo polvere lunare
con sulle labbra la nebbia che
a gocce annunciava
il nuovo giorno
Aurora già finita
col silenzio della pioggia.

Na voce all'intrasatte
currette pe tutto'o munno
trasenne comm'a na spina
e rosa dint'o core mio:
"Se so arrubbat'a luna"
Nun me pare o vero
nun ce pozzo credere
Se so pigliat' a luna
a miezo'o cielo
Ma che re sta novità
che ven'a dicere?
Se so arrubbat'a luna?
No! nun pazziate!
Diciteme che nunè overo!
A luna vuije ossapite che re?
A luna vest'argiente a notte
e schiara tutto l'universo
Nmiezo'o cielo fa nu quadro
e gran pittore ca tutto'o munno
po guardà
Che stelle pe cumpagnia
è tutto nu triato d'oro
e recita la vita co chianto
e lacreme e na risata doce
Se so arrubbata'a luna!
E mo chi se mette a pazzià
che'e nuvole?
Chi accumpare e po scumpare
dint'o silenzio de muntagne
e po s'accarezza o mare
comme si fosse'o frate?
O sapite tutto'o munno
o sape:
"stu cielo senza luna
rossa janca argiento
è sfigurato nunè cchiu cielo"
Mettite a luna o posto suoio
Facitelo pe me ca songo
nammurato
Fuie na sera na sera e primmavera
ncielo nce steva'a luna chiena
cu mille raggie'argiento
s'accarezzav'o mare
io me mparaie a parlà
dicenno sti parole:
"Ammore Ammore mio"
A luna me guardaie
facennese cchiu bella
e cchiu lucente.

Comme vurria ca stu dimane
nun'arrivasse maije
m'accuntentasse do tiempo
e oggi e me fermasse cca

Comme vurria ca stu dimane
ca te port'assaije luntana
nun'arrivasse maije
Se dipendess'a'me
fermarrie stu tiempo
che passa e se ne va

Dicese sti parole o sole:
"Nun ascì nun spuntà
pe n'alba fredda
nun tramuntà stasera"
Fermasse pure e stelle
pe na nuttata nera
E parllarria ca luna
dicenno na preghiera:
"Statt'a casa toia
nun te fa vede pe nmiez'ocielo"

Comme vurria ca stu dimane
nun'arrivasse maije
facesse nu ncantesimo
fermanne tutte e cose
e restarrie cu te fino all'eternità.

Carcerato in libertà
Me faccio abbastà
nu poco e cielo
guardanno fora
a chisti quatt' mur'
Che t'aggia dì
meglio nun pozzo fà
o spazzio è limitato
Mo ca staie luntano
me sento carcerato
ma tu chesto ossaie già
Tengo ll'uocchie
sempre appizzate a chesta
fenestrella
veco e nuvole passà
Sent'o viente ca s'aiza
nu refolo arriva addu me
me vo cunzulà
ma io no caccio fora
E nuvole corrono
a part'e llà
tutto se schiara
e torna l'azzurro do cielo
me pare nu miracolo
O saccio tu sti cose
essaie già ma....
Aggià parlà aggià parlà....
Scenne chianu chianu
a sera
se fa cchiu scuro o cielo
dint'a sti quatt' mur'
S'affaccia a sta fenesta
na meza luna...Dio....
quant'è bella
arrassumeglia a te!
Sta meza luna me pare
sperza pe nmiez'o cielo
nun vo sta essa sola
Arriva na bella stella
tutta lucente e sole
le fa nu poco e cumpagnia
a chesta meza luna.

Dalle pagine d'oggi
Ah! Arrivano senza
cercarle mai
Riempiono le pagine
dell'aria
S'affolano increspando
le onde del mare
ed il soffitto cielo
Si fermano un attimo
continuando poi a girare
Sospese poi s'intrecciano
in delirante naufragare
Si sciolgono i ghiacciai
L'ozono è in aumento
l'effetto serra l' effetto serra
Il mare che s'innalza
tutto sommerge e nulla
viene a galla
L'acqua si riscalda
saremo è certo pesciolini rossi
Rossi!
Primo ministro dall'alto dei cieli
non sei preoccupato
distogli l'attenzione col
personale fare
Ma ne arrivano ancora
nessuno le puo fermare
sono volanti si fermano
e poi rivanno
Saremo sette miliardi
di biblica memoria
nel divenire prossimo
Pestilenze inondazione
e cavallette
Piu posto gia non c'è
ne oggi ne domani
Esistenziale diventa la domanda
Cosa facciamo?
Oh!Natura d'uomo
essere superiore
E' delle tue mani l'approdo
in cui siamo
Destati Spogliati d'ogni egoismo
non vittima Sii protagonista
Donati agli altri e troverai regali
Non si è mai soli a sera
Non "naufragar in questo Mar"

Dio me guard'attuorno:
è tutto nu silenzio
O sole stammatina
nunè asciuto
o cielo è niro
comme si fosse a lutto
E' accumparuto o vient
all'intrasatte è gelo
sferza ll'aria spira
amaramente mettennete
ncuollo o primmo friddo
Dio me guardo attuorno:
è tutto nu silenzio
O sole se ne ghiuto
sta chiuvenno fino fino
l'acqua ca scenne a cielo
mbietto me fa sagli
na dio e malinconia
Cadono e primme fronne
so addiventate gialle
primmo do tiempo
scenneno nterra chianu chianu
salutanno l'estate ca lemme
lemme se ne va
Trase settembre purtannese
appriesso sti ghiurnate amare
l'autunno va spannenne
a mane chiene ll'ombra da sera
Dio me guardo attuorno:
è tutto nu silenzio
Nun sento cchiu a voce
toia nun veco cchiu nu segno
chi dice na parola doce
chi te fa na carezza
E ll'uoccie tuie mo addo stanno?
E rundinelle nmiezo o cielo
s'arrocchiano e se ne vanno
addo s'affaccia ancora o sole
Partono sti rundinelle
vurria partì pur'io!
Dio me guardo attuorno:
è tutto nu silenzio
resto co core mio
ca va sbattenn'ancora.

E' andata via?Ritorna?
Domande Perso mi ritrovo
Son qui col solito pensier
a rigirar frammenti
E' tanto che non la vedo
eppur il solo ricordar
mi fa provar un foco soave
Un lume mi si accende
dentro il cor
viene meco una
consolazione di vita
forse sara breve
e punto dura
ma e' consolazione divina
sollievo provo e dolcezza viva
L'anima mia s'invola
a rimembrar quel tempo
che ci appartenne
Col ricordar preservo me
dall'assoluta disperazione
che sempre mi sovvien
quand'ella sta lontano
Non calero' il sipario
sì accorcia la vita
col passar dei minuti
immortal essa non è
Senza menomar dolore
son certo tutto finisce
anche l' amore.

Accoglienza
M'accostai era giorno
tutto brillava d'azzurro
dorato
Persa un ombra camminava
leggera sfiorava appena
il suolo
Guardai attratto e chiesi:
"Andate voi lontano"?
"No signore"
fu la risposta
E poi con esile voce
di passero bagnato
sussurrando disse:
"Non saprei dove andare
Nuova sono in codesta
Città"!
Occhi lucenti clandestini
persi laddove
tutto è nuovo
Il cielo sovrasta l'ombra
sperduta d'immensità
ti fa sentir
Farfalla con ali spezzate
in volo migrante di terra in terra
senza mai pace
E corre così la vita
tra silenzi e rumori
Indifferenza
Anelavi al bene
cercavi libertà e colori
arcobaleno di vita nuova
volare all'infinito
Ritrovi un mare di dolore
solitudine stringi
l'illusione persa
nella realtà crudele
Futuro piu antico
non potevi trovare
Oh coscienza!
Potessi far divenire
l'ombra luce
e cancellare così
il timore e la paura
Chiesi all'ombra di camminare
insieme su strade sospese
Non vi fu parola
gli occhi risposero
iride di mille colori
lucenti e fondi
neri con il sole libero
a scaldare i cuori.

A solita canzone
E mo dimmann'spisso
Che va truvann'a me
stu core?
Che va cercann'ancora?
Se sceta e nun reposa
o cielo se scurato
a luna nun ce sta
e so nuttate chiare
Se perso e nun se trova
sbattenne comm'a che
va sbarianne indifferentemente
appriess'a nu penziero
A storia è semp'a stessa
cantata a tutt'quant
bell'e brutt'
nir'e ghianch
nord e sud
e da che munn'è munno
nisciuno a po cagnà
E' na canzone antica
cu stu mutivo cca:
"Ah! ll'ammore ll'ammore
è giuventu'po core
o primmo muorzo è doce
e quanno po è fernuto
so sulo muorz' amar."

Quann'io veco a te
pe nmiez'a via
o saglienno e scale
da stessa casa
o vicin'a chiesa do Gesu
stu core mio saie che fa?
S'arrevota nun se ferma cchiu
se ne saglie chianu chianu
comme a nu palluncino colorato
fuiuto de mane e nu criaturo
e saglienno saglienno
s'avvicina o cielo e po scumpare
Quann'io veco a te
dint'a nu suonno
ch'è sempe o meglio
e tutt'e suonne
me scet'a matina
cu a leggerezza ncuollo
E accussì io m'arricordo e te:
"Tien ll'uocchie cchiu bell' do mare
na vucchella cchiu doce do melo
staje sempe co pizz'a riso
na resatella ch'è gioia pa vita
Si tu si sempre tu!
Si cielo e mare
cu e stelle e ch'e lampare.

Exstranger
Non sono la luna
dovresti saperlo
appoggiata lucente
con rosso barlume
sull'onda del mar
Non sono l'astro
da sempre cantato
luccicante di lusinghe
d'amor palpitante di cuor
Sono un corpo di donna
ambrato di sole
perso nel desolato mar
Nessuno ti guarda
nessuno ti vede
fantasmi noi siam
Sono un corpo di donna
a cui tutto è negato
arrivi e partenze
non abbiamo valor.

L'aggià stutà stu ffuoco
ca tengo mbiett'a mme
m'abbrucia sera e matina
nun me fa respirà
Stu ffuoco che è na freva
ca nun me lassa maie
me struia chianu chianu
e doce doce me fa murì
Sta freva amara
me scorre dint'e vvene
è doce stu velene
ca me fa dannà e mpazzì
Stu core se cunzuma
va smanianne sempe
maie nu poco e pace
e nun ragiona cchiu'
Maledicite o core Maledicite!
L'aggià stutà stu ffuoco
sta freva addà passà
sta smania ca m'accide
nun voglio cchiu' sentì
O sole ncopp'a terra coce
ma è vierno pe stu core
Arrivasse na matina nova
cu na schiuppata e rose!

Violeta
Affiorano i ricordi
senza cercarli
son zampilli d'acqua
alla fonte
son l'onda del mare
furia tumultuosa
che si infrange
sugli scogli
barriera difesa
Sussurro un nome:
Violeta
Ricordi dolenti
un tempo remoto
rimossi e nascosti
non van perduti
li ritrovi nell'anima
Il vento un fiato:Violeta
T'avvolgono come fasci
di luce abbagliante
palpitanti di solitudine
Sono restituiti Violeta?
Ricordi Passato stremato
di stelle e di luna
Due occhi profondi
stanchezza di donna
mormorii del tempo
passato
Tempo:rincorrono un tempo
perduto perso nascosto
tra le pieghe della vita
Violeta

Nu core abbandunato
Nu jorno camminanno
a riva'e mare
pigliajie stu core
ntussecuso smalizziato
e sempre nnammurato
e o jettaije nmiezo'a na via
Nisciuno so pigliaie
se ne restaije sulo
e malinconico
ppe tantu tiempo
A luna e stelle
a notte guardavano
a cielo e se mettevano
a parlà cu stu core
sperduto e sulo
le facevano nu poco
e cumpagnia
E stelle a luna
ppe carità so belle'assaije
ma senza nu poco'ammore
servono a poca cosa
se diceva o core
E o mare steve cuieto
senza fa rummore
pe nun o fa penzà
Duorme duorme core
nun te scetà
si nun sì nnammurato
che sbatte'affà?
Nun puo cantà
nun saije cchiu' chiagnere
statte accussì sperduto
nmiezo a sta via
addo ppe te nun passa
cchiu' nisciuno
Statte ca luna e stelle
e o mare ppe cuperta
argiento.

Na voce
Chi mme chiamma?
Na voce dinto o silenzio
saglie lentamente ncielo
Nzerro ll'uocchie te sento
e veco a te
Stengo e mmane
pe te putè abbraccià
Tu staije vicino a me
sento ll'addore tuoio
nun me sbaglio
si proprio tu
Comme è ddoce
stu mumento
Ma che faccio?
Io stongo ascenno pazzo?
O'saccio è tutta na bucia
è na illusione:
tu staije luntana
comme faccio a t'abbraccià!
Tu si partuta
nun puo sta vicino a mme
A vocia toia
a sent'overamente
è o viento ca'a sta
purtann'a mme
Ma po me sceto
a chisto suonno nfame
Astregno ll'aria
nzerranno e mmane
Arapenno ll'uocchie
me conto e llacrime
senza e m'asciuttà
songo ddoce e songo amare
comme a chistu bbene
pe tte ca si partuta
e staije luntana.

Prestai alla terra
madre delle madri
tenera gentile accorta
il cuore
Venne segnato
con molti dolci solchi
leggeri diretti all'infinito
Solchi volanti
accoglienti d'acqua
raggi di sole
a far crescere i semi
d'amore
E fu maggio per il cuore
Il tempo il tempo
trascorse e volo' via
tutto evaporo'
arida resto' la terra
polvere sollevava il vento
Non si sentì piu il canto
libero nel cielo
ne variopinti voli
di petali di fiori
o di rinverdite foglie
Nessuno piu udì
il nome del bambino.

Una parola un suono
un volo
l'aquilone che vibra
sulle corde
del vento
per rompere
quest'assurdo silenzio
imposto dal mare
Scivola la vela
sull'onda
per cielo un gabbiano
Anche la risacca
così discreta
silenziosa
è un delirio
di pupille d'orate
perse
tra le perpetue onde
destinate a rompersi
sulla dorata sabbia.

Gli attimi che fuggono
sul finire del giorno
accompagnano il sole
con carezza lieve
oltre il limite del mare
L'orizzonte dolce come
mammella turgida si
presenta agli occhi
Il cielo si colora
è pennellare porpora
Il tempo si trasforma
ora è di un rosa tenue
ora son strisce di viola
L'ortensia è il fiore
poggiato nell'infinito
Poi s'accende Venere
tra il solitario pensare
fa scendere così
le ombre della sera.

Vorrai ascoltare
e ti raccontero'
bambina degli anni
andati via
Sono amori
trascorsi come acqua
che accompagna il fiume
Le mani carezzevoli
su tele colorate
stupiti colori
a formare acquamarine
e tempeste di mare nero
ancora abissi da cui risalire
la fatica della vita
L'ansia mai appagata
dalle lacrime versate
attendevi che venisse
sulle ali di una rondine
la sospirata sera
Gli occhi poi rivolti al cielo
mai lo stesso
guardavi le solitarie
mentre lasciano cadere
coriandoli di luce già spenta
E la luna sempre piu
rossa si bruciava la faccia
Ti raccontero' bambina mia.

Dal libro di Marcela Serrano
"L'albergo delle donne tristi"

Nu poco e luna
Comme se fatta scura
chesta via
tutto è silenzio
nun passa cchiu' nisciuno
na voce nun se po sentì
Comme se fatta scura
chesta via
nzerrate s'arreposeno
sti case
e tutto pare ca perdutamente
more
Manco nu poco e viento
s'accarezza sta nuttata
nu fruscio nu rumore
na sbattuta e porte
o chianto e na criatura
ca se sceta d'inta'a notte
Niente!
Arde nu lumino eterno
nn'ant'a nu Giesu Cristo
ncroce
Te fa nu poco e luce
dint'all'oscurità
E all'intrasatte puo
sentì na voce chiagnere
e chiamm'e se lament
"Gesu Gesu!
stongo dint'e mmane toije
Sulo Tu me puo aiutà
Gesu guardeme nun girà
a faccia e sta sentì"
Sisca nu treno
e sferza ll'aria
e sta nuttata longa e persa
Arriva o sta partenn?
Nisciuno ca risponne!
Tutto è silenzio
Rasente o muro n'ombra
tene pe cumpagnia
nu poco e luna.

Ascolto con infinito
stupore
lo scroscio d'acqua
che a goccia a goccia
scivola sulle verdi
foglie
E' tempesta di vento
le foglie secche
vengono abbandonate
dai verdi alberi
mentre la luce
è forte piena
ancora da tempo
estivo
Giornate all'apparenza
non finiscono mai
Ad una ad una
stillano son gocce
di insistente pioggia
Tutto scivola
tutto viene assorbito
come l'indifferenza
scorre in infiniti rivoli
Ascolto ancora
la finestra aperta
dove cerco le tue
inarrivabili mani
Nulla si scorge
manca l'orizzonte
Ora sento gocce
di piombo fuso
attraversarmi il cuore
Andare Andare
Solo un lampo
squarcia il cielo
Nuvole Nuvole
Un rumore irrompe
nella fatale e quieta notte
La vittima è: il cuore.

Na vela chiagne
e nata ca pazzea


Teng'a faccia arraggiata
comm'a cche
L'uocchie ddoie nuvole nere
nmiezo a nu cielo
ca cchiu niro nun se visto maije
Scioscia nu viento friddo
ca nun se visto ancora
o mese e maggio
Tutto se cagna restanno
tale e quale
Na vela luntana
currenn va pe nmiez'o mare
Saglie scenne sta d'int' all'onna
ca sta arraggiata
comm'a mme
A sta vela le piace e pazzià
co viento e o mare
Ch'è succiesso?
S'addimmanne nata vela
So lacrime ca scennano
perdennese lentamente
Nun o sapite?
O sacc'io!
Me sento sola e persa
Voglio o mare o viento
ll'onna cchiu' ncazzata
O vedite so na vela
nterra a rena ca nu serve
a niente cchiu.

Al Silenzio chiedo
di coprire il battito
dei passi tuoi
mentre t'allontani
Rivolgo una preghiera
al Sole:
copri l'ombra sua
mentre s'allunga
nell'infinito
Non s'accosti
alla mia solitudine
come ombra gettata
su di un muro
di Erica
Al Mare nulla chiedo
non avendo Mare
senza l'eco del mio cuore
Al Cielo sì chiedo
chiedo di non brillare
lascia dormir per una notte
le tue ardenti Stelle
e coprimi la Luna
con un leggero Velo.

D'int'all'uocchie tuije
nce sta na tavola e culure
o'nniro da passione
o marrone e n'ambra antica
e tante stelle d'oro ca luceno
comm'a'cchè
Uocchie appicciate sempre
allummano comme e lumine
a notte sta via addo'
tu passe tutt'e matine
All'angolo e stu vico
areto a nu puntone
nu pizzo nascosto
addo' nun arriva o sole
sbatte nu core ca tremma
sulo pe te vedè passà
Tu che indifferenza
nun te firme
stu core nun o vide
e nun o puo sentì
O silenzio fa murì
o core lentamente
purtannese appriesso
duije uocchie comme
a brillante nire
ca luceno cchiu' ddo sole
facenno doce
sta vita che è na croce.

Non odo nessun suono
mentre l'acqua abbandona
il suo alveo
Tutto trascina irrompe
tracima
tumultuosa conquista
terre nuove
sconvolge piegando tutto
al suo passaggio
Altera il tempo
nulla resta com'era prima
E' la piena del cuore
quando incontra
l'amore
Non odo nessun suono
se non il battere
dell'eterno andare
Torna la calma
è bonaccia
Torna nell' alveo
a scorrere l'acqua
Il silenzio del creato
non ha suoni
Il mare attende
l'acqua del fiume
Il cuore attende
le ombre della sera
Nulla resta della
tumultuosa acqua.

Mi toglie il respiro
soffoco in quest'aria
bitumata
chiudo gli occhi
sulla fatica di chi
strozzato viene
dall'ingordigia altrui
Non voglio vedere
Mi toglie il respiro
soffoco vedendo
quelle umani macchie
perse nel mare
respinte da onde d'acciaio
Soffoco al pensiero
di non vedere
un piede scalzo
camminare su nuovi suoli
Soffoco al pensiero
di non poter capire
i suoni della tua parola
per niente nuova
lanciata tra vento e mare
Mi toglie il respiro
soffoco e urlo
all'inaridito cuore
non farti schivo
urla e semina amore.

Quann'o sole a sera
doppo na jurnata e fatica
se ne scenne a casa soja
abbracciannose o mare
all'orizzonte
primma e s'addurmì
addiventa o capo pittore
fa nu quadro ncielo
cu mille culure:
o rrosa l'arancione
o rrusso vespertino
o vviola striato
O sole quando tramonta
addiventa o meglio pittore
O cielo po se fa scuro
ma sulo nu mument
Vene na stella e brilla
e nata nata ancora
luceano tutte quante
na cuperta arricamata pare
E a luna che ffà?
Tonna e rossa se
mette nmiezo o cielo
O sole mentre more
l'urdeme raggio
saluta a luna e stelle
dicenno buonanotte
e se mette a suspirà:
"ve raccumanno facite
luce a tutt'e nnammurate".

Lo spunto è una poesia di Totò

La danza del gabbiano
Ti lasci trascinare
volando sempre piu in alto
occhi potenti che tutto vedono
Guizzi e picchiate
a lambire la bianca spuma
delle nascenti onde
Ti inabissi e con la preda
in bocca poi risali
nel denso azzurro
non battito di ali
plani leggermente
Ti ritrovi a risalire
cullato da onde
ascensionali
ne senti tutto il peso
tutto ti è nuovo lassù
un'altra luce ti pare di vedere
ad illuminare il giorno
la notte brilla con le stelle
e la luna
E questo tu lo sai
si chiama amore
Ti ritrovi poi a risalire
cullato dal celeste mare
ne senti tutto il peso
sino a scomparire
nell'immoto azzurro
Sappiamo Gabbiano
che per volare ci vogliono
due ali come per amare
IL Gabbiano strepita
ai limiti del mondo
dove l'onda si adagia
e lentamente
sfiora quell'ala ormai spezzata
incapace di volare.

il titolo e lo spunto vengono
dall' ultimo libro di A Camilleri

Sfiorandoti il viso
un raggio di sole
riverberò nei tuoi occhi
già pieni di luce
Tremula carezza
si pose sulle tue mani
brividi furono accolti
dal cuore
Ti lasciasti trascinare
sempre piu lontano
a lambire l'infinito
E fu amore
Poi la fatica di nuotare
contro corrente
col cuore chiuso
in una corazza
La luce cambiò
si volse al tramonto
le ombre repentine
racchiusero il mondo
Ora non v'è piu sole
ma solo carezze
degli ultimi raggi di luna
argentei e freddi
a sfiorare l'aurora.

In Altura
La neve che si scioglie
l'acqua in rivoli ruscellando
corre verso il lontano mare
Alberi adagiati sui materni
fianchi della montagna
caduti sono sotto il peso
dell'inverno giacciono inerti
Giocano lontano le marmotte
sibilando nel silenzio
Si ripopola l'altipiano
di danzanti campanacci
a spasso per i prati
al collo del pio bove
Colori quanti colori
armonia della nascente
natura sul prato verde:
bianchi narcisi riflessi
tra loro
viole timide ancora infreddolite
orchidee azzurro mare
anemoni in fiore
aperti verso il sole
nascosto tra le nuvole
Ora il freddo strappa il viso
e gela tra quei colori
l'anima mia
Finisce il gioco delle marmotte
è il silenzio che tutto avvolge
neppure il vento osa
rompere la quète della sera.

Nascette dint'a sti vicariell
addo nasciste pure tu
pazziaje cu ll'ate guagliunciell
A cartella sott'e bracce
a scola serve pe mparà
Tu pure nce si ghiuta
a stessa scola mia
Mo m'arricordo ancora
a fenestella toja
do terzo piano e t'affaciave
pe me puté vedé
Na cumpagnella e scola
T'aspettavo ogne matina
pe ffa stu tratto e strada
nzieme cu te nammuratella mia
Che belli tiempe
tutto pulito e lindo
ca mana dinta a mana
o core a stritto a stritto
l'uocchie dint'all'uocchie
maie stanch'e ce guardà
O meglio do sunnà
Mo ca so crisciuto
nun saccio cchiu' truvà
stu vico antico
Che t'aggia di me sento
sperzo ncoppa a stu munno
Nun saccio addo' guardà
a gente nun te vede
cecata guarda a parte e llà
Stammo stipate ognuno
o pizzo suoje
cchiu' nun tenimmo o gulio
e campà
E giro pe truvà stu vico
vuless'io truvà a cumpagnella mia
Comma a na vota vularria senti:
"io voglio bbene a te comme tu
vuo bbene a me".

Quando l'amore
diventa un macigno
e opprime il cuore
con passi lenti
t'allontani
in cerca di un altrove
non saturato
di denso fumo
dove si incontrano
le rive del mare
sotto la cantilena
della risacca
Poter guardare ancora
senza esaurite lacrime
ne pentimenti ne rancori
Ti rivolgi al cielo
tra lo squarcio di nuvole nere
nel buco della notte
vedi brillare una stella
ed una stanca luna.

Lo spunto è una Poesia
di Majakovki

Te vaco cercanno
pe sott'o muro
casa casa vico vico
a riva 'e mare
Te cerco pa campagna
pe vie da muntagna
giro'o munno sano
senza truvà nu poco
e pace
Spasimo alla ricerca
dei momenti che muoiono
porto a spasso nel cuore
oscure nubi di silenzio
Lascio il cuor che si aggiri
nella penombra degli inferi
Nun te trovo
e che te chiammo affà
nisciuno sente
nisciuno vede
nun sapimmo cchiu sentì
nun sapimmo cchiu' vedè
Quel che senti e vedi
non è la verità
Oh angelo mio
silenzio e inferi
attraverso col fiato strozzato
il cuore in gola:ancora il cuore?
Sono sotto il diluvio
che tutto arde
Vo cercando un flebile chiarore:
un fiore.

E caccia a capa a fora
lievete a miez'a sta
malincunia
Si riest'accussì mbarzamato
ossaje si nu scemo e core
Ma che t'arraggia a ffa
povero core
ossaje pure tu
che o munno gira a smerza
no comme vulisse tu
E cose so tutte storte
e ll'ammore chi to dà
Invece tu vaje truvanno
o sole o mare a luna
che saccio giustizia e libertà
So tutte cose belle
ma stann'assje luntane
E dimmello chi te po ddà?
Ossaje o no l'hanno
mpegnate ncoppa
o monte de pietà.

Spiegar vorrei alla celeste
Luna
questo rossor dipinto
sulle mie guance
sin qui innocenti
E questo tremolio
alle mani?
Una inattesa smania!
Come potro' riferir
l'origine la scatenante
causa?
Oh la parola mia
mancante
Vago tra la timidezza
dell'attesa
del tempo già passato
or piu' non visto
Non guardato
trascurato?
Non mi piego
al moto ombroso
dell'aperto mar
Sfuggo la verità
la scaccio
come l'ombra il sole
Acquatto il cuore
che non si cheta
gettandolo alle ortiche
Cosa ne potro' mai far
se non spiego
e non mi piego?

Un ansia che gia' conosco
non è una novità m'assale
mi prende e mi conduce
con capziosa forza
non so dove:è luogo conosciuto
Un ansia senza tempo
perpetua come l'onda del mare
come refolo di vento
puntuale tra verdi nascenti foglie
Quale messaggio arriva?
So cosa vul dir l'attesa!
Nessuno busserà
non c'è rimedio non c'è difesa
all'asia che t'assale
Sperduto e perso nel luccichio
degli occhi asciutti
guardo il sole tramontare
tra mille rose.

Ma che to miett'affa
chistu vestito nuovo
do meglio cusutore
co taglio e nu gaga
do meglio tagliatore
O vestito che te fa
nu poco d'eleganza
l'immagine do specchio
ma giovane nun te fa
addiventà
Si tu nun tiene a capa
ca fricceca s'arrevota
e sta scestata
do vestito nuovo
che nne faije?
Meglio che panne viecchie
senza capille ncapa
ma cull'uocchie
arricamat'e sole
co core ca se lagna
e va sbarianne matina e sera
pe n'ammore ca nun se fa truvà
E mo che chiagne affa
cu ste vestito nuovo
te guardi sti manelle
accussì accunciatelle
ma che te guard'affà
si manco na carezza
ossaije ponno dà.

Lo spunto è una poesia di
Eduardo e poi pensavo
a Raffaele Viviani.

Scivola lentamente
toccando mondi e stelle
la nenia del mio cuor
Che mai sarà
la voce che risuona
sfiora ricama avvolge
proietta mille e piu' boccioli
pronti ad esplodere
è primavera piena
e non spiego il vuoto
che mi lascia il disperato
amor
Mal s'accosta la tristezza
di questa lenta nenia
al battito del sole
con i colori della rinata vita
Mi stilla il cuor
ormai appendice
nella deserta e oscura via.

Non sono che un residuo
frattaglie di ricordi
ora così vicini e poi allontanati
Frustate di scirocco
infiammano l'anima
le nuvole spinte rincorrono
il nulla scomposto
scompaiono nell'assoluto buio
dell'infinito
Si staglia il sole s'innalza
dietro la collina
feroci raggi gareggiano
col volo di mille farfalle
iride fra terra e cielo
Che recita
In attesa sono di parole
per dar corpo alla stanca
memoria
E' un incedere lento
insicuro
senza un porto
all'orizzonte in cui
ammaini le lacerate vele
Sono solo ricordi
frattaglie di pensieri
condivisi con silenzi urlati
e mute parole
portate dalle ali
di mille farfalle
disegni volanti
arcobaleno
tra il giorno e la notte.

L'ammore chill'overo
verace e co vestisto d'oro
bello comm'a na jurnata e sole
ca te tene sempre cumpagnia
è n'ombra appriesso a te
Te piglia e po te lassa
e nun te fà durmì
L'ammore chillo overo
vene na vota sola
si nun te fà suffrì pene e gelusia
si nun te fà pruvà
o fuoco e l'inferno
e o ddoce do paraviso
nunè ammore nunè overo
è nata cosa e mbietto se ferma o core.

De senectute
Nun song cchiu guaglione
chest'o saccio già
nisciuno mo annasconne
è na santa verità
e che vulit'a me
chest'è a carta d'identità
E stu core nun o vo sapè
nun vo raggiunà
viaggia ca fantasia
veleggia se ne saglie
ncoppa addò
Tene a capa dint'e nuvole
è nu core che se perzo
pe nmiez'a via
a via da giuventu'
E suspira pe n'ammore
e se dà n'aria e maggio
che aria nunn'è
so bucie so nfamità
Nun s'arrenn chistu core
fa e cunt senza o tavernaro
e s'arrevota chiagne senza
cchiu nu poch' e pace.

Si scopre lentamente
spostando le restanti
nubi che ancor lo coprono
e dopo tanta pioggia
ecco s'affaccia il sole
Il lago si risveglia
gracchiano le rane
un germano colorato
s'appoggia dolcemente
sull'acqua appena smossa
Nasce un po di brezza
leggera di profumo
vanno per l'azzurro cielo
vele gonfiate
scivola la prua diretta
all'altra sponda
Si seguono pensieri
in questa calma immota
Sussultano immagginari
scogli
Son corpi trasferiti
da lontani mari
Nessuno qui li accoglie
non trovano l'approdo
E questa calma immobile
che s'accarezza il lago
punto si presta
per questa umanità.

E provi a guardar
senza nulla veder
occhi riflessi annegati
nei pensieri del mar
Solo la risacca si sentiva
mentre abbracciava
l'antico scoglio
Solo l'onda lieve
spumeggiando frusciava
perdendosi stanca
sull'assolata marina
Tutto intorno è silenzio
come in alto il volo
del gabbiano leggero
sospinto dall'amico vento
Il respiro del mare è tenero
come là lontano la neve
sui monti
Anche la città inerpicata
sui bastioni che tutto gode
è muta e nulla aggiunge
Solo il cuor si desta
ed io gli urlo: non v'è voce
non v'è suono non v'è canto
non v'è nome
è solo la risacca nel silenzio.

Il sogno ha ormai posato
le ali sulla grigia luce
della nascente aurora
Silenzioso si presenta
il giorno solo l'acqua
rumoreggia avvolgendo
il lavoro tenero e lieve
della primavera
Becca il rosso intenso
del merlo nel giardino
due tortore armonia di cielo
si posano sul fiorito biancospino
Un pensiero si mattutino
s'aggrappa alle immagini svanite
va cercando di prolungar la notte
E' il cuor che si ribella
a questa fredda luce.

Quanti sono i fili
che tessono una vita?
Quanti sono i fili
che ho tessuto
scegliendo tra mille
colori tra il violento
porpora ed il tenue rosa
Sono i colori dell'amore
da rendere di un verde pallido
l'innamorato cuore
E fu la primavera a cogliere
i colori e i fili già tessuti
Or m'aspetta il grigio
autunno coi suoi stridenti
venti le nuvole nere
coperte per le stelle
Arriva poi l'inverno
col freddo e con la neve
incantano a guardarli
s'arrufano poi si posano
sui tetti e sulle vie
e i fili della vita scambiano
colore : ora son tutti bianchi.

21 Marzo
Spira da terra un forte vento
il grande Cono è spolverato
di innocente bianco
Intorno i monti fanno da corona
e si presentano candidi
E' primavera ma freddo ancora
vortica nell'aria
Il mare s'increspa appena
sotto le folate l'azzurro
sembra piombo lo stesso
che s'accanisce su queste
maltrattate terre
Son giovani e son tanti
arrivati da ogni dove
Sfidano il vento ed il dolore
coi loro vivaci colori
Son l'oggi e son domani
cantano la vita e l'amore
fan sognar il cuore
Giustizia sia violenza mai
Che vita è se spande sangue?
Son giovani son tanti son belli
cantano la vita cantano l'amore

Mi offristi la tua rosa
con i petali e le spine
La raccolsi nella mia mano
e al petto poi la strinsi
Sfiorai con occhi fissi
il tuo palpitante seno
con altri fiori
E tornano con il vento
amarissimi in mente
tutti quei ricordi
Furono giorni di furore
e di battaglia
con il cuore in gola
ed il respir strozzato
Albe lucenti e colorate sere
con il calar del sole
Il lago come il mare
raggiunti dallo stesso fiume
Mangiammo insieme
timidi e impacciati
un panino con frittata.

Quann'a matina
schiara juorno chianu chianu
e ll'ombra da notte
s'annasconne areto o sole
io nzerro ll'uocchie
pe nun me scetà
Abbracciato ca notte
e cu ll'ombra voglio restà
Cuijeto senza spaseme
e' turmiente
dint'o silenzio
ca sulo a notte te po dda
se trova nu poche e pace
E notte nun se vedeno
l'arruvine ca succedono
po munno
A guerra genta ca more
abbandunate nterra
criature ca chiagneno
femmene scippate da dignità
e sti povere vicchiarielle
affonneno e mane
dint'a munnezza
pe puté campà.

Ma che vo' sta pecundria
ca m'arravoglia o core
Sera e matina nun me
lassa maije
O sole nun'è sole
a luna se ne ghiuta
e nuttate so scure scure
manca na stella nmiezo o cielo
E che malincunia
Stu mare nun se move
pur'isso se trova
arravugliato dint'a nu raggio
e nebbia ca leva o respiro
lasciann'è varche sperze
ncoppa'a marina
Che vo' che vo' da me
chesta pecundria
ca m'arravoglia o core
sera e matina.

E scrivesti poeta
canti e cantici
Sublimi amori
con infinito speme
Elegie vi furono
alla cortese luna
brillante malinconica
filante di argentei raggi
o di silenzi arditi
su alberi posati
Ora rossa e ancor diafana
nei suoi girovagare cicli
a spicchi oppure piena
E ancora amori
cogliesti per sofferte vie
incontrando viandanti cuori
Amori perduti o quelli ritrovati
amor fanciulli
oppure già finiti
Lacrime a fiume
mai risparmiate
Poeta quante parole
gridasti guardandole
posate su ciocche di vento
e andar sperdute
a naufragar nel tempo.

Non vi son piu parole
Odio e Amor s'annullano
Nulla si presta
per trovare un senso
E' il nulla è il vuoto
che si espande
come l'Universo
Son solo ombre
sospinte dall'inesistente
vento nei tanti buchi neri
Acqua cheta
sul marmorio monumento
figurante Era
Angelo di ieri
che urla sul domani
Odio e Amor si infrangono
e tutto tace.

E m'addimann
tutt'e mument
chistu core ne che fa?
Povero core mio
s'affanne semp
corre appriesso
a na palomma
e nun se po fermà
S'arrevota senza pace
maije nu poca e felicità
Sta palomma è bell'assaie
vola e corre acca e allà
Mo nu sciore
e n'ato ancora
maije cueta vo restà
Sbariann dint'all'aria
sta palomma se ne va
E chistu core ne che fa?
Povero core mio
povero core
e comm'arranca
perdenn'o tiemp
comm'a nu sciato e vient
Saglie n'cielo
scenn n'terra
corre semp pe sa scurdà.

Giorno Prima
Il vento terge
le bianche innevate
vette
L'aria fredda traspare
su alberi ancora spogli
sonnolenti
sotto un cielo leggero
di cristallo azzurro
Il sole scalda
e s'accarezza il giorno
l'insieme appare
bello da vedere
S'acquatta il gatto
avvolto dai raggi
e alacramente ronfa
S'accuccia il cane
in ombra
riparato dai refoli
di vento
Si sperde il guardo
nella solitaria via
nessuno passa
al cuor
un po di compagnia.

Nun se po muri'
schezzenian chianu chianu
comme fosse na jurnata
e primmavera quann chiove
fine fine e po all'intrasatte
ncasa'a mana
Nun se po muri'
cu nu veleno dint'o core
ca te cunzuma amaramente
senza na speranza
na parola bona
nu cunziglie'e mamma
sbattenne pe tutt'e parte
comm'e scelle e na palomma
ca se mette nata vota a vula'
perdutamente senza cchiu
truvà nu poch'e pace
E nun se po campà
senza tene na raggione
senza cchiu dimane
cu n'anema strignuta
dint'all'oscurità.

Alla città futura (addaveni'!)
Io so nnata cca
e niente nce pozzo fà
Vuije da luntano dicite
"E' malamente sta città"
Io so nata cca
e niente nce pozzo fà?
O male nce sta e casa
nun'o putimmo negà
Ma vuije nu poco
esagerate parlann da mala città
O male do munno ncuollo
a nuije vulite jettà
E stu fatt nun'o putimmo
cchiu' supportà
Io so nata cca
e mmo nciavimmo ribbellà
Scetate vico scetate mare
gente scetateve
arrèvotate popolo
Stelle lucente'e chiare
pe na sera stutateve
levammece'a cuollo
"o sole mio" "a luna rossa"
basta cu stu destino nfame
E' a nosta sta città
s'adda pute cagnà.

Genta Genta vuije sapite
l'inferno che're?
Me rispunnite:
"L'inferno è nu puosto
luntano luntano addo
nce sta o fuoco eterno
ca brucia ll'aneme dannate"
Genta Genta chesta
nunn'è a verità!
A sapit'a sta guagliona
ca ste e casa dint'o vico
notte e ghiuorn chiagn sempre
pe n'ammore ch'è fernuto!
A lassat'o nammurato
e chella mo che ffà?
Corre sempre vico vico
po putè ncuntra
E chiagne e soffre
comm'a cchè
Genta Genta l'inferno
è chistu cca
o tenimm ncuorpo a nuije
o fuoco eterno c'appicce
tutt'e cose se chiamm'ammore
e abbrucia o core.

Ma comm'è amaro
chistu suonn
è fatt'è nient'
Sto scetat ll'uocchie
semp'apiert
senza cchiu' durmì
E' s'arrevota chistu core
nun pò truvà cchiu' pace
sbatt fort amarament
comm'a llonna
nmiez'o mare
Chiagn e chiamma
senza voce senza nomme
Comme è amaro chistu suonn
nun tene cchiu' speranza
E s'arrevota o core
ca nun vo' cagna'
s'astregn nmbiett'a me
perdutament sin' a murì.

Non sentiro' l'eco
delle parole tue
Mi mancherà il calore
della tua luce
E gli occhi persi
tra nocciole e miele
musica nell'infinito cielo
tutto questo mi mancherà
ed altro ancora
Il sapere dove stai
o il cosa fai
e quel pensiero
dedicato al sole
all'alba in divenire
Sferzante arriva sera
attesa come gocce d'acqua
fredde che scuotono il viso
nudo e aperto di ferite
rivoli sanguinanti
scorrono segnando il tempo
Arriva il gelo e ti rapisce il cuore
edè così che lentamente
il giorno muore.

Infliggimi la morte
ma una volta sola
non tenermi sospesa
tra inerte bracce
senza nessuna sorte
Non mi accarezza piu'
il lucente sole
la luna non avvolge
i miei capelli d'oro
le stelle non avvertono
presenza
mi manca il tuo creato
Infliggimi la morte
ma una volta sola
dov'è misericordia
respiro comandata
Non sento l'arrivo
del cavallo
ne labbra soffermate
sulle mie
Infliggimi la morte
ma una volta sola
Non chiedo troppo
soltanto un po d'amore.

Or mi domando
vedento dentro
le cose che avvolgono
il sentito il detto
e quel che vien taciuto
Qual significato assume
"è il massimo possibile"
Oh questo possibile
mai pago
da chi deciso e costruito?
Imposto come divino
senza saper
lo scorrere del giorno
a cui sovvien la sera
l'apparir chiaror di stelle
eppoi la luna
col suo mutar costante
ed infinito agire
Oh il tempo che si perde
e poi mutato torna
Arrendersi?
Giammai!
Proteso come arco
a valicar le cime
Prosperar futuro
mirar si deve
all'impossibile.

E questo tempo scorre
attimo che fugge
nell'immenso mare di cielo
stelle inarrivabili
punteggiano pesci volanti
Siam persi di paura
in guerra senza pace
umili volti con occhi sgranati
sul cuore tremante
incapaci di chiedere
una tregua d'amore
Soli navighiamo senza meta
senza l'oggi
siam come orsi polari
su banchisa di ghiaccio
che tramuta àcqua.

Quando in età di gioventu'
il tempo sembra scorrere
in affanni di fiumi
tumultuosi e sordi
scorrendo va l'amore
La voglia di afferrare
la veloce vita
correndo dietro al tutto
e al quanto da capire
Una corsa lunga
su fantastici treni
dell'anima
Arrivare poi all'approdo
guardare l'immenso spazio
aperto e indefinito
fingendo li' l'arrivo
e non tovare nulla.

Buon 2009

Perso si ritrovò
povero cuore
non tra vie o sentieri
ma tra nuvole di futuro
senza saper che fare
su terra inquieta e sorda
d'amore
E fu silenzio per non
disturbare il buio
e la notte gonfia
come non mai
di lucenti stelle
poggiate su fondale infinito
Andava tentoni
senza una meta
sballottando tra onde di nebbia
Cercava un sogno
sfumato alle tenue
luci dell'aurora
Udi il canto voce verde
tenera fanciulla
fiore a primavera
Rincorse una farfalla
colori in volo
si dischiuse appena fu tramonto
mentre il sole poggiava
le sue ali sul morbido mare.

Vagando solitario và
per vie conosciute
diventate ormai straniere
pesante di zavorra
un lamentevole cuore
Cammina senza meta
tirato da mille fili
ragnatela invisibile
come un pupo
su vetusti palcoscenici
recita la storia dell'amore
Un verso una canzone
una lode una farsa
una tragedia
è nebbia che s'innalza
là in riva al mare
Domanda sempre la stessa
ripetuta all'infinito
"se questo è amore"?
Sempre piu sperso
per le stesse vie
vagando và un cuore
Tirato da mille fili
stanco s'appoggia
ad un lampione
che lascia cadere
la sua lieve luce
senza illuminare nessuno.

E' un sogno
cominciato
su di un lungo
treno
Percorre una lunga
notte
Apparentemente sale
ma resta bene in piano
Un treno lungo
grigio chiacchiericcio
un taglio di pane
con un bicchier
di vino
Facce giovani
rughe già bruciate
di sole
Un sapore amaro
al fischio di partenza
Un sogno racchiuso
come una perla
nella sua conchiglia
si ferma il cuore
Non si videro
belle bandiere
ne racconti
ne canzoni d'amore
La notte è lunga
si fa piu' buia
avanzi fugando le ombre
Sempre piu' terra
s'accumula dal punto
di partenza
Timide voci
un suono di chitarra
ancora vino
occhi stanchi
paura di dormire
Vi è un comun pensare
fatto di silenzio
Ora il treno appare
come un bimbo
ai primi passi
che s'allontana
dalla mamma
Van tutti a lavorare
Spendemmo cosi'
la nostra gioventu'
E raccogliemmo
viole e margherite
anche le rose
furono nostre
insieme alle bandiere
di un gran colore
era quello dell'amore.

Guardavo l'immenso
cielo impaurito e solo
un pensiero
prendeva lentamente
corpo
la notte gia' gelida
di luna
le stelle inorgoglite
belle erano sentinelle
sull'inverno
Venere lucente piu' che mai
gioca con la Luna
invitano all'amore
Si avvertiva uno strano
cosmico tremolio
come se fossero mani
innamorate
Non si stringeva Marte
una voce palpitava
tagliando il ghiaccio
Solo pace vo cercando
in questo incanto dovrà
nascere
Portarla sino a primavera
adulta si presenta
al Sole stralucente
di calda luce.

Tante volte
mi son detto:
"affinchè non restino
parole vuote"
Le parole poi
si son perse
non trovando
dove stare
Nessun luogo
ne spazio ne cuore
ne poterono viaggiare
su remi nebbiosi di mare
Si son perse le parole
nei labirinti del cielo
non si son piu' trovate
tanti vuoti tanti fondi
son cadute negli abissi
Sulle ali dei gabbiani
son volate
sopra il cielo sopra il mare
eran parole antiche
Amo Amico Amore
di senso di vita
legate come sono
al pianto di una bimba
Parole perse
bolle di sapone
sulla via del dolore.

Occhi sulla neve
Si ferma lentamente
canditamente bianca
turbinante cade
per l'ultimo viaggio
Tutto dipinge
tetti alberi vie
rende piu' lento
lo scorrere del fiume
Tutto è calmo
il cane non si muove
Nel comignolo sale il fumo
guardato dai vetri
il sipario fioccante
galleggiante nell'aria
è spettacolare natura
L'India esplode di altri colori
si muore a scuola
ed anche sul lavoro
Lamiere accartocciate
un filare di stupidi colori
si stende su vite da sbocciare
all'alba son consumate
E tutto torna in mente
senza piu' stupore.

La parola mai pronunciata
Resta sospesa nell’aria
Si rincorre seguendo il parlare

La parola mai pronunciata
Stringe un volo di farfalla
Incontra il profumo del mare

La parola mai pronunciata
Leggera si posa sul giorno nato
Quando si fa sera pesante rientra nel cuore.

Accarezzavo con occhi nuovi
Un fiore appena nato
Petali bianchi vellutati
Tenera carezza di tempo
Sfiorando la luce diafana
Immersa nel profondo cielo
Niente lasciava capire il senso
Improvviso apparve il vento
La luce tacque : venne reciso il fiore

E fuije all'intrasatt
dint'a nu mument
ca se facett'juorn
e accumparist tu
Cu st'uocchie malandrin
n'ambra ppe culore
smagliant'e meravigl
Sti mman piccerell
cu nu surris
malizzius e bell
e a vocca na cerasa
nu scior'e giuventu'
E te vedett'accussi
a n'ant'a mme
E'stat nu mument
stennett pur'io na man
pe te putè tuccà
e m'astignett'a sera
nziem all'oscurità.

E caddi goffo
sotto la spinta
di un vento guappo
Trasognato mi alzai
cercando un segno
conosciuto
Mi ritrovai solo
abbacinato
acre era l'aria
cercai un punto
su cui poggiar le mani
non v'era niente
Ricaddero nel vuoto
impaurite mani
Mi parve di sognare
disteso mi vedevo
su vette imbalsamate
il corpo vi poggiai
Nulla mi diceva
ch'era un sogno vero
sentivo carne lacerata
il mare li a cantare
amori inesistenti
ed ali di farfalle colorate.

Dopo la nebbia il sole
Dio mio Dio mio
quale colore scegliere
per innalzare al cielo
la giuta prece?
Dio mio Dio mio
è la strada giusta
quella che vado
percorrendo?
Dove mi porta
come posso
avvicinarmi a Te?
Ma come è nero il cielo!
Dio mio Dio mio
ora vedo:
sono alberi e prati
una larga chiazza di mare
riflesso di cielo
su questa terra
Un canto
musica di vento
un cammino
fatto di fuoco
di croce
edè questo il tuo
Amore.

E mme schiattava'o core
S'abbracciava a me
cu tutt'a forza
E mane soije strignevan
comm'a na morza
mme livav'o sciato
Mè strascinat pe nmijez'a via
pe sott'e mur
e me faceva raggia
e tanta pecundria
Io te guardavo
cu ll'uochie chin'e lacrim
mentr'o vient'e mare
te scuncecav'e capill
E chest'è ammore
mme dicevo
nu bben'e paradis
ca te po ffà muri.

Ed ora ti canto amore
ma non lo conosco
gli dedico colori:
vermiglio giallo rosa
oppure rosso
per infiammare
tramonti ed albe
mostrando il palpitante
cuore
in riva al mare
Ed io ti chiamo amore
ma resti sconosciuto
mi affido ad un sogno
per potere amare
sentire nelle vene
richiami d'aquila
stormir di fronde
Perchè ti chiamo amore
se resti sconosciuto?

La luna di novembre
s'attarda a ritirarsi
il giorno ormai s'è
fatto
Resta sospesa in aria
combriccola col sole
velandosi di nuvole
bianche e nere poi
si rincorrono nel cielo
Le vette or ora
si son imbiancate
di neve appena nata
fan da cornice
accompagnano la luna
al natural tramonto
il sole resta in alto
combatte con le nuvole
Ed ecco qui la sera
calare le sue ombre
si squarcia un lembo
azzurro
mostrando fredde stelle
Ritorna a notte fonda
la luna inargentata
con Venere presenta
l'ingresso dell'inverno.

E fu una mano aperta
pronta ad afferrarmi
sospinta com'ero
sull'orlo della vita
Ci fu fatica a credere
ch'era rivolta a me
pensai non è vero
La vita quel ch'è stata
un treno di fatica
errori ne fai tanti
in nome poi di chi?
Guardare e non vedere
la stridua indifferenza
occhi appannati e bassi
tirati sempre avanti
Io sola ad arrancare
per ispidi sentieri
Mai a cuor leggero
passavano le ore
giorni di paura
insipidi rancori
La strada è tutta nuova
la gente sconosciuta
nessuno ti rivolge
un piccolo saluto
Straniera mi son sentita
qui a casa mia
Son state lacrime
d'orgoglio cuore
ombre nell'anima
come se fosse sera
Albe di gioventu'
neppur sognate
E' lento lo scorrere del fiume
riflette la citta'
E scambiasti luna
gli parlasti pure
non era quella
luccicante in mare
Son lacrime versate
stentate ad asciugarsi
sotto una coltre nebbia
Strade pullulanti
di greve solitudine
persa mi trovai
azzannata dalla paura
Urlai!Andare via!
Urlai ancora:Grembo!
Grembo di mia madre!
Dove son mai capitata?
Volevo toccare il cielo
un corpo chiamato
futuro
E fu una mano aperta
pronta ad afferrarmi
prima ch'io cadessi
abbracciata con l'oblio.

Per Massimo da Torino

Con Amore
Ma vuije dint'a
sti vich nce sit
maije trasut?
Sti vasc'e canuscit?
Na stanza ca cucin
na tavula sparicchiata
senza nient da mangià
Nu liett'all'angolo
senza cuperta arricamata
na cunnulella
co nastr rosa
pa piccerella
l'urdima arrivata
E o fridd'e viern
l'afa d'està
ca nun te fa respirà
Filumena dint'e suonn
allucca ancora
pa paura e stennere a nan
pe se piglià nu muorz'e pan!
Ma vuije dint'a sti vich
nce sit maije trasut?
Se sent'accà e allà
na mezza verità
Nun ce sta na sola Napule
e cartulin mo so fernute
Furtun nce rimast'a speranz
e putè cagnà
Si more pur chesta
nun ce stà cchiu' nient'a fà!

Na Preghiera
Signo' to ddico pe favore
schiuovete a coppa'a croce
tuorn nmiez'a nuije
o staije vedenn
nun parlamm cchiu'
nce manca'a voce
Signo' to ddico cu tutto'o core
schiuovete a coppa'a croce
cammina nmiez'a nuije
comm'a na vota
curr'a purta' n'aiut
cu na parola d'ammore
Signo' Signo'
schiuovete a coppa'a croce
nun ce turna' maije cchiu'.

Sventola
su di un cubo
con tanti occhi ciechi
innalzati al cielo
di cemento e vetro
una bandiera tricolore
guardando verso sud
Tutto intorno è grigio e tace
la collina dorme
sommersa tra le piume
e fredda nebbia
ibrido d'acqua e nuvole
sapore lattiginoso
si posa sulle labbra
Anche il sole
oggi non penetra l'aria
la luna s'è scansata
Le ultime foglie
si staccano
sotto il peso di gocce
aureola brinata
riposano a terra
là dove vi è stato il fuoco.

A Pino Daniele
Sciosc’o vient
Sott ‘e seng’e chesti port
Saglie scenn
Sbatt’e pann
Spas’o sol

Sciosc’o vient
E comm’è fridd
Siosc dint’o core
De criatur
Ca se metten paur
E nun tenen diman

Sciosc sciosc
E port a croce
Porta’a voce
E chi nun po parla’
E’ nu vient senza core
Pe na citta’ ca more

Sciosc sciosc
O sann gia’
Tutte fernesc
All’acqua e ros.

Labbra di vermiglio fuoco
sfioranti
un apprensivo e timido cuore
risvegli di millenarie albe
ed appassiti tramonti
E'fuoco di pietra lavica
sapore di nero vulcano
e brucia questo tenero amore
Un simbolo tratto da terra
desertica
uno zampillo d'acqua
perduta
racchiusa come bozzolo
scarnificato nell'ambra.

Scorre lentamente
nell'assoluto silenzio
non un rumore
scalfigge in tuo cuore
I battiti della vita
sfuggono come gocce
acqua di cristallo
pronte a spezzarsi
sulla pesante attesa
IL tempo passa e vola
e tutto è indifferente
lo sguardo del creato
anche la mano tesa
di un bimbo lì sospeso.

Voci
Sento intorno voci
Riempiono i muri
Parole che sbattono
Su pareti d’alberi
Non hanno significato
Infrangono barriere
Erette a difesa
Respingono il gia dato
Parole vuote rifiutate
Non s’aprono spiragli
Pensieri corrono
Come aghi
Dietro alle idee
Allontanate.

Tremendo guardare un viso
Non eri caduto tra le vie perdute
Nascosto sei rimasto dietro ad un sorriso

Rinato tra pensieri accantonati
Un ripostiglio di cose nascoste
Raccolta di ricordi frantumati

Cosa nasconde il futuro incerto
Se poi ti sbatte in faccia il tuo passato
Non sei riemerso per far festa certo.

Un grido lampeggiava
Nell’aria passando su cupole
D’oro
Posandosi sulle ali
Dei gabbiani volteggianti
Sul fiume
Tornava quel grido
Frusciando sul colore
Degli alberi d’estate
Intenso come un tuono
Gridai:mi è stato regalato
Un sorriso
Tenerlo con tenerezza
Guardando il raggio di sole
Che scorre sul fiume.

Ma quale vento
spira aleggiando
su di un cielo
ancora argentato
di luna?

Da quale punto
parte e dove
vuole arrivare
cosa mai porta
per vie dove incontra
ombre siderali? Ombre!

Venisti al mondo
con occhi aperti
di smeraldo
capelli neri appiccicati

Ti staccasti
dall'acqua di mare
un vagito
e respirasti
il vento della vita.

T’appiccia a man
Sfiorata da un raggio di sole
T’appiccia a man
A contatto col mio cuore
T’appiccia a man
Quando raccogli un giallo fiore di campo
T’appiccia a man
Quando mi accarezzi parlandomi d’amore.

Senza sole
E senza stelle
Povero cielo
Senza lumi
E senza amore
Povero cuore.

Oh! Quante volte
Ti rivolgesti a lei
Mostrando un cuore
Aperto sanguinante allegro

Oh! Quante volte
Rivolgesti gli occhi al cielo
Ricercando una luce
Che desse certezza sicurezza
Destando un segno
E non solitudine

Oh! Quante volte
Rivolgesti gli occhi al cielo
In preghiera ferma
Confermando la bellezza
Ispirata dal vuoto del tempo
La Luna.

E no caccio stu penzier
ca turment chistu core
E no caccio ed is torna
nun me lassa ma che vo'
E no caccio nata vota
ma mo trovo sempe cca
Stu penzierè comm'a
n'ombra sempre
astritt vo' resta.

E’ questo sapore dolce amaro
Scorre come fiume
Verso lontani mari
Aggiungendo sale
Su ferite mai riposte

E’ questo sapore dolce amaro
Attraverso il corpo fremente
Sconvolto il viso tirato
Negli occhi mascella
Di fuoco di fiamma
Tante domande cadute
Nel nulla
Risposta nessuna

E’ questo sapore dolce amaro
Tutto si prende
Trascina lontano
Macina polvere e vita
Solcando profonde vie
Con mani tremanti
Accarezzando velluto
Respiri gelsomino
Edè tutto finito.

Arrivo un tempo dato
Strana primavera
Tutta bagnata germogliata fiorita

Un gatto m’accoglie
Di buon ora m’accarezza
Strusciandosi facendo le fusa

S’allontana sdraiandosi
Al riparo dalla pioggia
Si rialza tenta di nuovo

Nuvole corrono scaricando
Tessuti filanti rimbalzano
Diffondono malinconia

Povero gatto non s’allontana
Resta accucciato aspettando
Il sereno e notti d’amore.

Quando la parola
non significa
un suono rompe
il giusto silenzio
Cumuli di nuvole
s'allontanano nel tempo
macchiando l'azzurro infinito
Non nascono rose e viole
se non viene primavera.

Il tempo se rinchiuso
Ed io con lui resto
Navigai per mari
Conosciuti a molti
Tranquilli di bonaccia
Altro ancora edè tempesta
Ho visto corpi galleggiare
Trafitti da raggi appuntiti
Non è navigare
Non v’è cuore
Non c’è pieta’
Ma solo tempo chiuso
Ed io con lui resto
Qui a penare.

Vago come canne al vento
Perduto su strade già note
Trafigge l’aria una tetra luce
Non un canto ne una voce
Niente si alza al cielo
Un batter d’ali una cicala
Non c’è una stella stasera
Neppure la luna si presta
A scambiar parola
Rompendo l’arcigno silenzio.

O vico
Nu vico luongh’e nir
N’omm sulitario
S’arretir’a casa
Na chiesiella cu nu lum
Appicciat fa cchiu scur’o
Core e o vico
Che malincunia

Nu vico luongh e nir
Comm’a vita e st’omm
E pugn dint’e sacch
A forza va strignenn
Nu core ca vo ferni’

Sulitario sisca na canzone
Antica e tantu tiemp fa
Parl e n’ammore ca nun ce sta
Na fenesta luce dint o vico
Sola aspetta st’anema chiagnuta
L’uocchie sa guardeno
Nfunnenes’e lacreme

Al posto di chi andrai?
Pongono la domanda
sanno non v'è risposta

Perchè andare ad occupare
altrui spazi già pieni di umore
sguardi spesi parole perse!

Non occupo posti
uno spazio si'
guardo la luna
vegliante immota

Sento la brezza notturna
del vento
mi perdo nel sole nascente
su albe di terre fredde e nere
solcate da buoi.

L'ultima fu gia scritta
consegnata alla storia
poetavo ancora di sospiri luce e correnti nuvole
giocose con la luna
Cuore giovane solare
ti affacciavisu spazi
inesplorati sentieri
dove in molti son gia passati
incontravi greggi d'alberi
prati verdi ricamati
pronti in grembo
a far nascere l'autunno.

L'ombra da sera
cammina vicina
suspira luntana
parlanneme e te.

Guardai vedendo altro
illusioni perduta realtà
sognavo primavere
l'autunno mi coglieva
con sole basso
illusioni perduta verità
Non erano foglie verdi
rumori sul viale
coperto di muschio ombrato
sempre piu' corto e lieve
con alberi radi
illusioni perdutà vanità.

Comm pesa stu silenzio
proprie nient ca se sent
ne na voce ne nu fruscio

Comm pesa chistu core
se nzerrato se spezzat
zittu zitt punt'e onore

Comm pesa sta malincunia
se scurat tutt'o cielo
senza luce nient sol
nient passa pe sta via.

Dal tempo rinsecchita
sui rami
Il vento che annuncia
l'autunno mi stacca
vibro m'innalzo ricado
striscio rumoreggiando
sull'asfalto polveroso
Torno ad alzarmi
ricado struscio
Un tempo remoto
mi chiamarono
tenera foglia
Pupilla di giovane donna.


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