Poesie di Chiara Campomori


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Tangò
Poso il mio braccio sulla tua spalla,
in un intreccio appena abbozzato,
tu lo sostieni con la forza del tuo
che s'avvince dolcemente al mio fianco.

Poi la tua mano s'offre alla mia
in un abbraccio che ci contiene
chiusi in rotondità di sogno
in un unico sguardo s'alza il sipario.

Tu su di me, il busto eretto
appena un poco inclinato in avanti,
è quasi per te un piegarsi in preghiera, verso un immagine del creato.

Stabile e morbido sulle tue gambe, mentre le mie fletton leggere
e un piede in punta s'appoggia lieve
mentre l'altro la caviglia sfiora.

Scorrono morbide e profonde le note
tu le senti attraversarti
poi il tuo corpo si muove
e mi porta con sè.

E in questo abbraccio t'ascolto, seguendo la trama che tessono i corpi,
e il mio seguirti è una sorpresa
una scoperta che si fa sempre nuova.

Ed ogni volta anche tu non sai
quale sará il prossimo passo
perche' nemmeno a te il cuore
che si svela poco a poco,
puo' rivelarlo.

Essere ciottolo di fiume
Essere ciottolo di fiume
è di gran lunga sosta più felice

Sbagli se credi
che vi sia più amore in noi
che nel più anonimo granello dentro al mare

Per noi, se fortunati,
si fa bottino delle carezza nell'infanzia
o della breve "danza" ammaliatrice dell'età matura

Ma per lui, ignaro sassolino
miliardi e miliardi di carezze
lasciate dal dolce e inconsapevole
scorrere del fiume
lambito da ogni parte
diviene rotondità di bacio
antico e senza fine

Poi una mano lo solleva
svelando -dorate- virtù divine
per dar lustro alla nostra piccolezza:

Ora, nel piccolo amuleto sopra un neonato petto
Ora, nel simbolo d'amore d' anulare vita
Ora, sulla maschera mortale di lontani e antichi re
Ora, e di nuovo,a roteare per l'infinito spazio:
restare sempre cosi
come un caro ciottolo di fiume

Sono piena di stelle
Sono piena di stelle
galassie sfrecciano
avvinte
da forze gravitazionali.

L'universo di luce e fuoco
m'innonda
caroselli d'energia oscura
m'attraversano.

Poi guardo fuori:
nulla cambia da qui.

(Poesia tratta dalla raccolta: "PETALI SUL NULLA" Editore Firenze Libri -
Luglio 2009
)

Non dirmi
quando sarà il tuo ritorno
perché il mio prevederti
ti eclissa

Se mi elevo a veggente
muore l'inatteso sentirti
la mente non distingue
la consueta presenza
l' incorpora come nube su nube

Sfuggi al laccio del mio pensiero
come inverno sorpreso da estate
e ogni volta rivestiti
coi pensieri che la mente -gendarme -
occulta

Tra gli smarriti velari
avvertirò nuove profondità di canto
così, per gioco,
a colmare, breve, la misura
che mi separa dal soffio.  

Presenze nel buio
(Kosovo 1999 - Campo profughi)

Senti le voci mozzate?
Solo il silenzio fracassa il boato delle vite spente
Quanti sussurri di lacrima
Denso impasto il dolore
Ora
sopra i campi
solo l'ombra del nulla

Vana inciampa la preghiera
Ma - ti prego -
sussurriamola ancora!

Testimoni silenziosi i nostri cuori
stringendosi
inciampano sugli occhi attoniti

Guardando l'orizzonte
non lasciare la mia mano nel buio
forse un bimbo, oltre il mare
potrà sentire - ancora -
un tepore di vita lontana  

Schegge
La gioia è un lontano
sentore di brezze
su cui posare il piede
allentando la stringa al calzare

Per gli intrepidi
ha minuscole schegge di sole
solo alcune - rare -
sanno trafiggere   

Felice falena
Qualcuno trasporterà il tuo corpo
dove un attimo prima abitasti
spinto alla vita all'inizio
respinto alla fine
Ora, nel cunicolo chiuso
si consuma l'alchimia della carne
Vorrei fosse di nocciole e mandorle
- con un soffio -
scoperchiare il sigillato guscio
per lasciarmi avvolgere
dal tuo volo
felice
di falena.  

Transito
In certi momenti di vita
gli ostacoli premono
sull’acceleratore
in sorpassi d’azzardo

Che molte vite transitino
nel buio dei veicoli
è risaputo
e rimanere – come si rimane –
all’ombra delle cose
dà regolarità cardiaca

In pochi a seguitare
l'inquietudine
la rovinosa vertigine
per vissuti contro mano  

Mentre il cuore apparecchiato
s’appresta a desinare
le falde mute
dal trapuntato cielo –scrutano-
complici silenzi

Fatate messaggere d’esistenza
seguono –caute-
la sinuosa e antica danza
sulle terre dei cuori.

Poi dissolvono sazie –come il piacere-
in rivoli discreti.   

Le auree ciocche
al tramonto
restano impigliate
ai vuoti avanzi
di sole

Nell’ombra
chiedono
per ultima
la grazia di perdere –delle tue dita-
dopo il ricordo
memoria  

Soli dell'inverno
Quando molto è stato detto
ancora nulla
il tuo primo gesto muove.
Poiché esso
legge lento -come labbra -
il solco remoto
degli assopiti fiori.
Abdicare ai baci
è un addio di soli
che non hanno potuto
ardere l’inverno.  

Per un momento
essere
oltre ogni cosa
ascoltando
in lontananza
quel movimento a scatti contorti.

Forse così potremmo sorridere
ironici
osservando, in zona franca
questo nostro essere pagine strappate
sofferenti, con garanzia a vita.

Essere sempre dentro
implosi col dolore
senza sbocco
né ritorni
mi conduce a sospettare
un paradiso
nel silenzioso abisso della terra.   

Insoliti narratori
Quando l’eterno narra
ci usa come labbra
scegliendo tra i nostri
il desiderio senza speranza:
fissare il nostro Nome
su frammenti di stella
o in certi Campi
dal profumo di Mirto.

Quando la vita narra
lo fa con poco
prende una mente in prestito
e dischiude la porta.
Più spesso, scorge mondi
d’ironica memoria
dove si è ricordati – se ciò accade-
per qualcosa, di cui non ci accorgemmo.   

Celata Migrazione
Anche il cielo migra lontano
tra le pieghe di novembre
dove il seme tenta solchi
nella zolla troppo arata

C’è una strana migrazione
nei cieli autunnali
e gabbiani dal volteggio urlante
sbirciano la discarica

Non è un mare d’ampiezze celesti
ad accoglierli
né nido mosso da brezze
tra i frutti pigolanti
solo arrancare
frugando miserie
per qualche avanzo di meridiana

Altro migrare più ignoto scorgo
d’improrogabile telegramma
come d’arrivo che ha in serbo l’addio
sperare terre prossime al cuore
per una pagine scritta a matita

E poi smarrirsi, sentendo l’assenza
-negli spigoli della memoria-
di un indelebile traccia dell’anima
da serbare –a breve-
alla celata migrazione.   

Bevo da un calice che ha trame sottili
vene trasparenti di nuvola
Il sorso è effluvio d’aranceti
risveglia movenze d’estasi
sul tuo alito d’affanno

Lo riverso nella ghianda lontana
che attende le prime arboree mani

Se una brezza d’ali lo disperderà
l’odore intatto dell’autunno
ridesterà memorie   

Davanti a Sisley
Sospeso è il tempo
e il paesaggio
trasfigura

L'attimo fuggente
cristallizza
quest'idillio

Non brama del corpo
ché misera guida della mente

Oh! ingiustizia del Creato
che mutevolezza inconsistente
nella cenere

al più, graziosa cornice illusoria

poiché nell'immagine
è l'immortalità del pensiero.

Frammenti sul nulla
La mente inquieta
non ancora pensiero
plasma desideri
oltre l’orizzonte

Mentre l’istante dissolve
la memoria rarefatta
sul nulla
lascia cadere languida

un ricordo.

Odori d'addio
Sfatto è il luogo del piacere
ricomposti i pensieri
e i gemiti


adagiata riluce
l'evanescente forma
riecheggia
il tuo odore

la gioia:
ogni volta
è addio

Briciola di senso
decantato il dolore
affiora la gioia
leggera-
come un vino di poche stagioni-

raccolta in canestri di lacrime
sorvolare come ombra
il velo del giorno

rifuggire l’Icona smemore al senso
dissolta nel fatuo presente

dal Nulla trarre

questa Briciola leggera
con disperata meraviglia

Distonie
dell'umore
che preme
che spira
sulla sfasatura
della fessura

nel labile filo
sospeso
in altura
del tuo pensiero
che muta
di sbieco
e stilla
sul mio
incrinatura

fuggevole
volo
della parola
che scivola avanti
arretra
si accosta
vicina
e ritorna
armonia
di risposta

Ultimi bagliori
Purificata dal fuoco
Vorrei

Bruciare la vita
in me bruciata

Perché gli ultimi bagliori
ricordino al vento
la mia appartenenza

            al Nulla

Trame
Scatole fluorescenti
a sera
sentenziano
l'improbabile finale di puntata

Chi più
chi meno
è un frugare
le pullulanti inutilità

Distratte, le inconsce mani
frugano i tasti
mosse,
da implacati bisogni

Sola, rannicchiata nell'angolo
svanisce - smarrita -
come fragile traccia sudata
la trama - labile -
di un senso

Godi-menti
Il piacere
é lui
il primo che accoglie

Effimero e breve,
dischiude i cancelli
per l'incognito viaggio
imminente

E affinché,
la mente sia
ammaliata e ubbidiente,
sospende
momentaneo
il dolore

Nebbia
"…una voce svanisce tra le onde della radio…

Dispare ora
il mondo che crediamo
avviluppato in nebbia

Sollievo dal dolore
se solo, velo a velo
ci fosse
la realtà dischiusa

Poter vedere del Nulla il poco
e ciò che manca – trarlo –
da un immaginazione cauta

Indifferente a noi
l’insospettata mano
ineluttabile
non cura
il nostro essere – di vento –

per eccesso di miopia

la nebbia
vestita del suo nulla
nascosto ha molte vite

Qualcuna –di più invidia –
a capriccio e ricordo,
ha sottratto
al vuoto
di cui siamo sostanza

Traci-mare
La coscienza contiene - esatta -
il nostro limite.

Il dolore ne è prova.

Quando esagera
tracima l’argine -invisibile –
che lo raccoglie

Gli esuberi - mai dispersi-
d’appartenenza inviolabile - sono dosati-
goccia a goccia
all’attimo in cui
riprenderemo fiato.

Sorge la luna
Sorge la luna
dietro a fatue nubi
ha messo poco belletto
solo una traccia
di rosea polvere
alle gote.

La nube
su cui posa
sferica
la guancia
l'avvolge
donandola
al silenzioso battito
delle tue ciglia -che so-
ci accoglieranno.

Tramonti notturni
Nel nostro limite
certi della scadenza
essere sguardo
oltre l’ invalicabile
rompere i sigillati dubbi
ingannando l’incertezza.

Distendersi in arcobaleni
sui desideri del mondo
da consumare, fino all’ultima stilla
e attendere…
…della notte
i tramonti.

Dissolvenza d’amore
Nel ricordo ero fuoco
con la veste di luna
appesa ai capelli
da sembrarti
pallida

Poi il sole scarlatto
impresso alle labbra
perché non giunga
del bacio
l’ultimo…

…disperso
nel vuoto
sapore antico e nuovo
Tu mia polvere del cuore
trattenuta in volo.

Diluviati
Questa notte,
ha ceduto anche il pianto
sospeso,
nell’aria tra i corpi
troppo stanco
per osare la scena

Così,
la pioggia,
che guardava dal vetro
ha preteso di entrare,
con un colpo di mano
il bavaglio alla bocca
stretto il nodo alla gola

con dolcezza: ci ha pianti
inzuppandoci il cuore.

Tepori autunnali
T’amo
Come ombra muta di vento
Quando il vento sconvolge
                            le tue tristi ciglia

T’amo
Come esile goccia di pensiero
Quando il pensiero svapora
                           nei lembi della mente

T’amo
Come ebbra sera d’autunno
Quando l’autunno languisce
                          teneramente attendo

T’amo
come petalo caduto sul tuo labbro
quando il tuo labbro si accende
                          oltre l’inverno

Tracce d'Esistenza
Il Cuore chiede:
Ascolto, Condivisione, Amore

Breve è la Traccia
lasciata nella Memoria

Ma tenace la gioia d'Essere

Nessuno può toglierci
del Sogno la Realtà

e sorride silenziosa
la Vita.

Ombre e Luci
Sei tutto ombre e luci
nel contorno del labbro
fino al limite dell'occhio -
Con tenui sguardi lambire
remotissime dune
dove rincorrere
il tuo spoglio dorso-
Lasciare al tuo tocco scorgere
la dolce vena che sale
dal ginocchio fino al ventre taciuto
non più svelante
ma autentico di luce - tuo -
Annullarsi alla tua profondità
non è ancora avere
la tua più piccola sporgente
fossetta d'allegria

Voci silenziose
Silenzioso t'accosti
dove tace l'attesa
e la muta parola
frantuma

Sapiente voce
in dita si cela
lambendo
fuggevoli delizie.

Nel Silenzio
Noi ignoti,
nell'oscurità silenziosa
immobili.
Libriamo eteree Nuvole
zefiri immortali.

Rose velate
sospesi
tra rabbia e cuore
muto
avvinghiare di carne
fili a piombo su abisso

accogliere su voragini
brandelli di cuori
martoriati da dardi discreti

sul versante salino
commuovere
col medesimo occhio
le rose velate.

attendere, Passaggi…
annusando petali su facciate antiche


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