Poesie di Salvatore Camonita


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Lontano,
di lega in lega
lancio
l'edulcorate mie parole,
frapposte tra noi.
Io qui,
tu là,
nello spazio
muto e adorno
che sovrasta
i bucolici
confini dell'orizzonte,
ammicco verso te
lo sguardo,
solingo.
 

Banalità,
banalità,
immensa banalità
vedo sullo sfondo del fine della vita.
Negli abissi
delle interminabili ore
nell'oceano dell'oblio,
anneghi la tua vita,
la tua diafana vita,
nel sordo anelito
scevra di sensi.
Vola,
adesso vola
verso infiniti orizzonti
sopra innevate montagne
svettanti apici d'amore,
sopra i manti
di rigogliose vallate,
oltre le mura
dell'arida banalità.
 

S'appresta a ridestarsi la natura.
Sverna,
e s'agita l'anima mia.
Muta e silente,
vedo chi
incede nel quotidiano
affaccendarsi,
scordando,
forse lieta
sé stessa,
nelle continue ore del dovere.
Poi arriva,
tutt a un tratto
la sera,
a calar il
sipario del giorno,
prima il crepuscolo,
poscia il buio,
nell'assordante solitudine,
di un'alienante vita,
alienata,
sotto un cielo stellato
che non vede.
 

Trattieni il tempo,
fa che non sfugga
oltre noi stessi.
Spremi il cuore,
sveglia la contrita
anima tua.
Mira co' li occhi
tuoi vividi
il cuore mio,
veglia, oh mia musa,
con cura
il mio cammino e
fa che il mio passo
non inciampi
sulla stanca e consunta
pelle del mondo
 

Ti accompagni e t'abbracci
la muta e silente
magia della notte,
quando tutto è
cheto e lento.
Nulla è frastuono
come desia
la dolce alma tua,
solinga.
 

La rotta sta cambiando,
cambia com’è necessario che sia.
Volgi lo sguardo
altrove,
verso le intrecciate
trame di un incorruttibile tempo,
tra vane speranze
e chimerici sogni.
 

Fuggi,
piccola bimba.
Scappa lontano
tra esuli petali
di squinternate margherite.
Corri,
sopra aghi di pino,
nell’erta via,
dal bosco incantato.
La luce del portico
è là,
luminosa ti attende,
aperta come un abbraccio,
tetro e austero
del casato.
 

Non comprendo come la misura delle mie parole non si incastra con gli spazi della tua anima.
Non mi capacito nel vederti fuggire dai miei dardi.
Forse tieni un passo diverso dal mio?
Forse è tutto sbagliato?
Forse, forse, forse.
Mi sento travolto in un mare di forse,
folgorato dai tuoi occhi di fuoco.
Il sopravvento delle incertezze
cerca, smodatamente, di tirarmi a fondo,
negli abissi più atri,
ma non potrà nulla,
non potrà portarmi dove già sono stato.
Ne bis in idem.
 

Andai cercando
nel tuo pelago
umano sentire,
dacché vidi i tuoi occhi
affacciarsi all'intensità.
Quivi giunto
mi cruccio
non aver sentito
l'eco del mio anelito,
ma solo la mia voce.
Vedo te sparire,
immersa,
nell'alienante affaccendarsi quotidiano,
tra colossali marmorei palazzi,
e stratificate carte
di sofferto dolore
senza poesia.
 

Trattieni il tempo,
fa che non sfugga
oltre noi stessi.
Spremi il cuore,
sveglia la contrita
anima tua.
Mira co' li occhi
tuoi vividi
il cuore mio,
veglia, oh mia musa,
con cura
il mio cammino e
fa che il mio passo
non inciampi
sulla stanca e consunta
pelle del mondo
 

Arde tra esuli pensieri
E vento d'aprile
L'erba sfalciata,
Tra spire di denso fumo.
Più in là si odono
Uccelli trillar
Su ancor spogli rami di noce.
Rimembro tempi lontani
Tra incoscienti gioie
E spensierati sorrisi,
In un'età remota.
Ad un tratto il fumo
Acre e pungente
Innanzi a me incede,
Tra fiori d'arancio
E lacrime di memoria.
 

Strale dell'anticamera d'autunno
Istanti rubati alla coscienza
senza accusarne il colpo.
Intontito dall'incanto di effimeri momenti,
vedo me planare nell'etereo
calar del sole di fine estate.
Fragili momenti di follia,
ove rinserrato il mio estro,
badavo a filtrare in buon uso il mio me.
Uno strascico malinconico permea
lo spirto mio contrito,
ch'ancor va del ricordo pensando.
 

Un battito d'ali s'infrange
Tra tiepide arie,
Negli scoscesi meandri,
Dell'anima mia
Contrita e mesta.
Attendo l'effluvio
Della tua aura
Inebriante e dolce,
Barricata tra monti
E vallate innevate,
Tra sogno e realtà,
Vessillo d'amore.
 

La caducità della vita si ripresenta ogni santo giorno, diuturnamente, come un tamburo battente a ricordarci la fragilità della natura umana, l'essere soltanto degli sbiaditi puntini nell'immane universo.
Delle flebili vibrazioni sorde.
Cadenti stelle senza scia...
 

Nell'attesa di una goccia
di gelida rugiada,
Vivo l'aridità di questa età
Grigia, cupa e mesta.
Sono come brace
Sotto cenere,
ardente e vivida.
Sono e vivo
Nel pensiero continuo
Dell'interminabile
Stilla di un amaro amore.
 

Ratto, rozzo e velenoso dardo,
Viscida serpe scagliò dietro
Pari ad un essere si codardo
E colpendomi ferale nel retro.
Sino allora la terra orbitò
Girando il sole e per intera,
E il tempo altro non lasciò
Crudo pasto alla truce fiera.
Buia la fredda notte montana
Cielo grigio, cupo e fosco
Iena, coiote e avida lupa.
Anima maligna, tetra e cupa
Frutto di amore falso e losco
Cangiante come fata morgana.
 

Un dolce sussulto d’amore
Ad ogni tua carezza
scuote il mio piccolo cuore,
da te avvolto in un fascio di tenerezza.
Sei amore,
Sei vita,
Sei aria
che agogno sì fortemente
respirar la tua creanza
che non lascia mai la mia mente,
famelica della tua gentil fragranza.
Esule, nell’alma tua patria trovai,
Cittadino del tuo cuore
Tra mille fiori e rosai
Giaccio in un regno d’amore.

Dolci i tuoi occhi
Dolci i tuoi occhi sveli
Come stelle luccicanti
Nelle volte dei cieli
Come astri fiammanti.
Ed io lo sguardo a te volgo
Abbagliato da cotanta luce
Mirando il tuo viso e non distolgo
Il core mio che riluce
Del tuo Ardente bagliore
Frutto del tuo essenziale candore.

Cala la dolce notte stellata,
E dormire accanto a te
Mia cara amata
Mi rende gaudioso come un re.
Odo il tuo respiro soffice
Tutt'uno al mio
Si leva in un vortice
D'amore e di brio.
Sei il mio sogno
Di tenero amore,
Di cui ha bisogno
Il mio piccolo cuore.

Sei di tutti i giorni il mio pensiero,
Sei la mia donna amata,
Sei la moglie di cui vado fiero,
Sei dell'amore la mia fata.
Spira dall'azzurro mare la brezza,
Mentre rosei Petali di rosa
Emblema della tua gentilezza,
Oh mia dolce sposa,
Si levano in aria al tuo cammino
Lasciando la tua aurea
Di fragole e gelsomino
Oh mio amore, oh mia dea.

A Te
L'eco del tuo cuore,
Risuona morbide vibrazioni
D'intenso dolce amore,
E rivoli di emozioni.
Il tuo sorriso,
Gaudio reca in me
Di felicità intriso
Solamente per te.
Effluvi di rosa
Dipartono dalla tua pelle
Tant'è che il corpo mio non posa
Divenendo più ribelle.

Tenerezza (dedica a mia moglie Cinzia)
Infra le note di una canzone,
D'amore e sentimento
Una dolce ed intensa emozione
Allontana il tormento
Di quando non ti avevo accanto.
Beato e' giacer con te vicino,
Nelle lunghe notti d'inverno
Abbracciato come un bambino
Al tuo sinuoso corpo materno.
Ogni mattin al risveglio,
Col sussurro dell'amore
Penso non ci sia di meglio
A rendere gioioso il cuore.

A Cinzia
Spiegate al vento le mie ali,
Verso diafane correnti,
Plano per rotte siderali
In balia dei miei sentimenti.
Volo verso colei che muove il mio cuore
Nel continuo scorrere delle ore mute,
La donna che genera in me amore
Tenere dolci parole mai taciute.
Lei è la magia della vita mia,
È l'elisir d'ogni mio giorno,
È la continua allegria
È l'interno, l'esterno e il contorno.
Sei il sogno e la realtà,
Sei la dolcezza e l'amore
Sei emblema di nobiltà
Tu donna gemma del mio cuore.

A mia moglie
Sei come il sogno che s’avvera,
con tenero tocco di angelo
Oh mia letizia vera.
Petalo delicato,
amore mio dolce ,
meraviglia del creato.
Stella mattutina,
sole di giorno
e luna di notte,
accompagni l’esule mio core
da mane a sera
che si conforta del tuo amore.

Erano giorni trascorsi
tutti d'un fiato
spediti in una corsa casuale.
Arduo cavar il segno e la ragione
della mia fuga dal tempo,
in avanti sempre più in là.
Sfuggo al mio e al vostro tempo
strattonando ogni forma di empatica intesa,
così d'essere contrastante e immoto.
Per quanto possiate
sforzarvi, nella vostra corsa,
sempre un passo più avanti
m'inoltra il mio sfuggere,
come se appartenessimo a due tempi diversi.

Arde il caldo
le già arse mie membra
che dolenti vibrano,
attraversate dal tumulto
di tremiti di deluso amor.

Siamo fatti così,
esseri che non volano,
ma che lo vorrebbero tanto.
Con fiato soffocato,
un motivetto,
libra in aria
sospinto da melodiose
auliche note di agognato amor.
Note, unite in un girotondo danzante
ballano il canto dell'amore.
La commedia,
il dramma,
la tragedia,
il dolore,
la gioia,
il nulla.
Un frastagliato insieme
di tutto e niente,
non allibrato
in una mistura di toni
dalla sferzante forza penetrante.

A Lorena … capel dorato
Un aprico di luce aurea
abbaglia, accecandomi il cammino
verso una leggiadra donna eterea;
tutto mi rende piccino:
il fascino senza misura,
il cuor puro e amabile
rendono la mia pena meno aspra e dura,
ed una tal donna amabile.
L'alma mia si strugge
a cotal ardito sentimento,
ove lo spirto mio rugge
e poscia s'avvolge in un diuturno tormento.
Piccolo angelo dal capel dorato,
sol unicamente la tua leggiadria
e il tuo vezzo beato,
potran destar l'alma mia,
che a cagion della tua assenza
da tempo ha dato sfratto all'allegria
che tornerà, forse, in tua presenza.

Nostalgie del tempo che fu
Lontano, nel tempo volgo lo sguardo …
vedo un bambino giocare con l'innocenza,
con la sua innocenza.
Grida, ride, cade, piange, torna a ridere …
scorazza come forsennato su prati di papaveri,
si tuffa tra le messi di frumento: è uno spettacolo!
D'un tratto torno in me,
sento il greve peso del mondo,
l'ipocrisia delle genti,
il perbenismo nauseante,
il putrido di coloro che storcono il muso …
Nostalgia e dolore inondano le vie della mia anima,
la culla del mio cuore,
il mio spirito errabondo in cerca d'amore.
Poi d'un tratto la quiete,
non più la procellosa tempesta che inonda la mia anima,
ma un senso di pace e letizia,
risplende il sol, un dolce sapore di miele d'acacia
esalta il mio gusto … di zagara l'aria s'impregna del suo profumo.
La Tua leggiadra presenza ha donato,
a quel pargolo che oggi non è più:
l'antica innocenza con la quale giocava …
oh cara e dolce innocenza,
oh cara e dolce Eugenia …

Ridi Eugenia
Saluto il tuo esser donna:
la dolce sfera emotiva, che mi cattura
avvinghiandomi audacemente per lo spirto,
portandomi senza mio voler su e giù.
Non un grido di dolor,
né un gemito di strazio,
ma in un anestetico sonno datomi dalla tua voluttà,
lascio il mio corpo al tuo fare, conscio che nessun male mi intaccherà.
Così, Tu donna, non temere alcun male,
non perdere il tuo vezzo nel mare della tristezza,
non naufragare nel melanconico tedio,
evita di solcare le tue rosee guance con lacrime amare.
Sii felice, fai splendere la tua aurea luce …
si proprio quella luce forte, calda e benevola
che mi fece chiudere gli occhi,
inabissandomi in un sonno teporoso.
Lascia che la tua luce non mi faccia aprire gli occhi,
ti prego: lasciami sognare

Gettati con forza,
anchilosati in ogni dove
solleviamo al cielo le nostre paure,
il vuoto sotto le nostre membra rotte.
Siamo dell'amore carenti e privi,
dobbiamo assumerlo come medicina
se no, staremo male.
Un unico cruccio attanaglia la
difficoltosa ricerca dell'essenza di un amor
desiderato ardentemente. Così
scivolo smodatamente senza crinale alcuno.
Mi nutro di te. Mi rende quasi sazio il tuo dire,
ma satollo mai.
Matto, il mio percorrere le vie più disparate;
Insano, il mio credere oltre ogni dove;
Forsennato, il desiderio di te.
Manicomiale desiderio è amarti.
Amare il tuo non essere, se
non altro quella che sei e non oltre.
Stelle, solitarie luci brillantate,
metafore transeunti ed elusive
seducetemi, attirate il vezzo del mio spirito,
l'aura della mia anima guerrigliera.
Anima mia, naufraga in questo tempo avulso.
Approdo vanamente sul fondo di una calice di
vino rosso, dai tratti ambrati e dal sapore duro e asciutto.
È come una botta in mezzo al petto, un'altra sul costato:
dolore, se non altro dolore, soffro e come se soffro,
ma arguisco ed esperimento d'essere vivo.

Sproloquio estivi
Aggrava sul cuore
il pulsare dell'alma mia
avvolta e contorta dall'ardore,
sospesa nel vuoto, lungo la scia
d'una ignota strada di redenzione
da una colpa che non conosco
anche se ne sento la dannazione,
dannazione color livido e fosco.
Il cocente sole picchia battente,
cuoce e scuoce le membra,
rende l'idea di una fornace ardente,
difficile il refrigerio lo spirto mio rimembra.
Vedo sciogliersi il tempo, pari
all'invecchiare dei muri maestri
e senza senso durante le ore solari,
ma più denso durante i vespri.
Tamburella il vecchio in cucina,
ove sulla tavola ancora imbandita
v'è il bicchiere col frutto della cantina,
beve a sorsi: è cosa gradita,
specie poscia averlo prelevato
da un fresco cantuccio,
disseta e profuma il palato
il vecchio sembra un bimbo col ciuccio.

Nuvole tempestose
Nuvole frammentate, s'addensano
per poi scomporsi lassù,
ove l'aria rarefacendosi
da il senso del siderale.
Poi d'un tratto lo scroscio d'un acquazzone
Prorompe in una procellosa tempesta.
Pauroso e inquietante il fragore
d'un tuono, scuote l'animo,
il suo rumore sembra
come se si fosse spezzato il mondo.
Bagliori di lampi segnano l'attesa del prossimo tuono.
Poi pian pianino,
tutto torna come prima:
cielo lindo, sole, aria pulita,
ma delle nuvole non v'è più traccia.
Torneranno presto! 

Melodia d'amore
Musicalità odo dal tuo conversare con me.
Io uomo che si prostra alla tua freschezza incommensurabile.
Basito, ammiro il mondo,
la natura che con te
ha dato mostra del suo fare perfetto.
Poi in un momento,
pensieri affollano
con foga e voracità
quel piccolo spiraglio di luce,
quel tono d'amore donato dalla tua esistenza.
Soffrendo gusto l'amaro
dato dal tuo essere lontana dal mio cuore.
Sei amore.
Sei aria.
Sei vita.
E come rosa delicata,
dai quel tocco di ornato al quadro della mia vita.
Vita gettata in un angolo sperduto del cosmo,
in un tempo asincrono.
Olezzante l'aria
è impregnata della tua fragranza,
del tuo aroma,
del tuo pungente profumo di donna.
Sei l'elisir d'amore,
sei la magia che incanta l'effluvio d'emozioni
che si sprigiona dal connubio di amanti
che vivono un amore contrastato,
ma così tale più denso e appetibile.

Un sospiro mi inoltra
nel tuo ricordo,…
Chiusa quella porta
Per l’amore per te che non scordo
Il pianto d’un bambino
Commuove il mio cuore
Che dall’odore di gelsomino
Soffre, pensando il tuo amore.
La nostalgia d’un vecchio amico
Perso nella memoria di una poesia,
Scritta con quello che a te non dico
Mi porta al colmo
Di una forte amnesia.
Mi manca il tuo profumo amore
Amore di una lunga estate
Mi manca il suono del tuo cuore
Desidero le tue impazzate
Cado
Cado
Cado
Sempre più giù.

Parole, parole d’amore
Non ho altro per te,
Dolce spina del mio cuore.
Il tuo amore denso come il caffè
Scuote il mio corpo tremolante
Sciogliendo il mio sordo spirito
Triste ed entusiasmante
Come la morte d’un eroe
Persa in un immemore tempo che fu
Ma adesso amore mio
Accanto a me ci sei tu
La rosa del giardino di Dio.

Sento il mutare delle forme, che sovrastano l’esistenza;
Sento il dissolversi delle mie convinzioni trasmutate in nuove idee, che travalicano la realtà;
Sento la dinamicità dei nostri sentimenti accavallarsi, per poi confondersi in un mare di turbinio;
Sento il trascorrere inesorabile del tempo che volge ininterrottamente trascinandoci con lui;
Sento distrarre il senso del mio vero, dalle contingenze mondane che dì dopo dì si mostrano al mio cammino;
Sento un suono vuoto, che non ha inizio ma ha una fine, proprio quella dobbiamo aspettare per udire un soave fluire di armonia e musicalità.


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