Poesie di Nicola Cabras


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La tela
Ah se fossi un pittore mi dovrei
inventare i colori per dar vita
alla variegata tela della mia anima.
Non mi basterebbe il rosa
per raccontare la dolce serenità
che raramente mi bussa alla porta,
tanto meno il grigio per dipingere
il triste vessillo della Noia.
Provate a pensarci amici miei
che colore servirebbe per
raccontare lo stupore di un bambino?
E qual'altro per l'amore di una madre?
Non c'è pittore che si possa avvicinare
a tanto,
nè poeta per quanto ispirato
in grado di trovar le parole adatte
per dar vita a quell'intricatissimo reticolato
che io chiamo Esistenza.

Senza titolo
A scanso di equivoci lascio ora la
parola a quel folle di Nicola.
"Dovete sapere che quel tal
che si spaccia per poeta,
va in giro a raccontar
che dell'amore è un profeta.
E se questo in parte è vero,
non è certo merito suo
mai una volta ha nominato
me suo fido nemico alleato.
Sono io con i miei pensieri
che lo spingo ad amare,
sono io con il mio Dolore che
gli ho fatto conoscer l'Amore.
Come avrebbe potuto cantar la vita,
se io prima non l' avessi odiata,
o poter perdonar l'odio
se non glielo avessi presentato?
Il mio compito
è portarlo all'Inferno,
proprio là dove ogni orrore
trova spazio nel suo Inverno.
Tutto vedi in quel luogo
soprattutto la Verità che
non ami,
tu armato di mannaia
che massacri il tuo domani
sia che esso sia tuo figlio
o il nemico senza volto
quello stesso che vediamo
nel rifletterci tra noi.
E se non vi piace come ho scritto
non son io il poeta
io son quello nel cui odio
troverete il suo amore.
Il suo di chi?
Del poeta naturalmente
quello tanto caro e buono."

Il fallimento del Poeta
C'è un cielo rosato
oggi sulla città,
c'è un cielo accaldato
che non ha pietà.
Non manda messaggi ,
è stanco e assonnato
e con un ghigno sprezzante
è al quanto irritato.
Osserva il suo mondo
da lui colorato,
gli stupidi esseri
da lui accompagnati.
Che gran solitudine nel cuore
degl' uomini,
incapaci di gioire
di fronte al Creato.
Che grande tristezza nel cuor
del Poeta,
incapace di mostrar
la splendida Meta.

oggi offro io (in un momento di rabbia)
Oggi offro io avanti c'è posto per tutti,
festeggio la sconfitta dell'arroganza,
dell'ignoranza e della superficialità,
escono di scena e tornano a percorrere
il solitario deserto del loro cuore,
dove illuse da ingannevoli miraggi
scorgono la tanto agognata acqua
di cui mai potranno dissetarsi.

Avrei voluto
Avrei voluto io pure conoscere a suo tempo
l'oppio dei poveri ma conobbi, ahimè, quello
vero..
Avrei voluto continuare a credere che quella era
vita
quando invece conobbi il silenzio della morte...
Avrei voluto trovare la perfezione in Chopin
e nelle giornate uggiose e
invece la trovai continuamente nel silenzio...
Avrei voluto non riconoscere l'imperfezione
ma ora non ne posso più fare a meno...
Avrei voluto regalarti dolce poesia
ma questo è quello che ti posso offrire.

Bimbi
bimbi. In voi mi ritrovo
nella vostra purezza di cui ho che un vago
ricordo,
nel vostro sorriso che finalmente mi restituisce
quello che mi fu tolto a 4-5 anni chi lo sa?
nella vostra voglia di vivere che tanto mi
devasta,
nelle vostre lacrime così fertili per i campi
della speranza
nella vostra vicinanza all'unico vero Dio che
esista
Allah? Jahvè? Dio? no no ha un solo nome
universale
Si chiama.... AMORE

Quando il fiume del Dolore greve e meditabondo,
in compagnia del dolce mormorio del Vento,
s'avvicina lentamente dopo aver attraversato valli fiorite,
deserti di sabbia, città rumorose e laghi montani silenti,
il tempestoso mare della mia Anima,
un'immagine triste e terrificante mi si para davanti allo sguardo:
vedo tutto ciò che mi si muove intorno fermarsi,
sgretolarsi, dissolversi, è il destino di tutti mi tuona dentro
un urlo impietoso, "Tutto quello che vedi" mi grida,
" le persone che più ami, tu, stupido illuso, lo scorrere
dei fiumi, il calore del Sole, il soffiare di Zefiro, cesseranno
e tornerete cenere".
Ma proprio nel momento in cui questo urlo Silenzioso
si prepara a sferrare il suo ultimo colpo mortale,
ecco che con ancora più forza mi appare, come per miracolo,
un piccolo bimbo di quattro anni. Mi riconosco, sono io,
che con uno sguardo che sconfina nell'Assoluto, immobilizzo
il mio persecutore, "l'Uomo mai stato bambino che tentò
di coercizzare un bimbo a mai essere Uomo", uno sguardo
capace di restare stupefatto ancor oggi di fronte a questa straordinaria Natura in movimento che Mai potrà essere fermata
da una qualsivoglia Forza dato che Lei è La Forza
in sè stessa. Come potrebbe mai autosconfiggersi?

Oggi non scrivo
No, oggi non scrivo, perdonatemi,
dipingo invece.
Dipingo gli occhi di quella ragazza
che più di 20 anni fa incrociarono
il mio sguardo in quella azzurra giornata
di sole sulle bianchissime spiagge del Poetto
di Cagliari.
Già, oggi non scrivo, suono,
si suono le note incantate che
leggere si libravano dalle sue labbra.
E' proprio così, e son deciso,
oggi la mia penna sciopera,
scolpisco invece con le mie mani nostalgiche,
il suo corpo celestiale che effondeva
da ogni suo poro il dolce profumo dell'Amore.
E oggi infine non piango più:
poteva essere la donna della mia vita
ma fu solo una visione,
non l'ho mai avuta ma è sempre stata con me,
dolce compagna delle mie notti senza tempo,
quello sguardo, quel profumo quelle note
resteranno sempre con me, senza nome,
senza parole.
Perchè come vi dicevo oggi non scrivo.

Gibran mi perdoni
Eolo bussò a Nettuno:
"Dimmi sibilante amico che vuoi da me?"
"Lasciami accarezzare il manto argentato
del tuo splendido regno,
lascia che insieme mostriamo tutta la nostra
potenza"
Nettuno perplesso rispose:
"Agli uomini, amico Eolo, non
pensi a tutti coloro che navigano sul mio pianeta azzurro,
perchè crear loro pericoli, sofferenze, lutti
che renderanno la loro esistenza sempre più
sofferta?"
"Gli uomini", rispose il Dio del Vento,
"hanno bisogno di conoscere la triste lezione
del Dolore, un eterno bisogno. Prova pensare,
dolce dio delle acque, laddove c'é sempre
il Sole c'é anche il deserto, proprio perchè non
piove mai, laddove piove sempre la terra non
può essere coltivata e quindi regnerà la fame
e inutili pozzanghere di fango ricopriranno il
terreno. Basterà però una giornata di pioggia
per permettere ad una rosa di crescere nel deserto,
abbellirlo con la sua presenza, lei sarà splendida
grazie a lui e il deserto non più deserto grazie
a lei. Allo stesso modo una torrida e insopportabile
giornata di sole porterà giovamento negli acquitrini di terreni
che finalmente potranno essere coltivati."
Nettuno commosso aprì le porte e accolse
il nuovo amico nel suo meraviglioso Oceano.

Verona
Verona
Eppure sei sempre uguale
mi dico ogni qualvolta ti
penso rinchiuso nelle mura
di casa, ma poi esco
come ho fatto stamane
e ti scopro ogni volta
nuova, straordinaria, stupefacente.
Sei la città dei sogni,
ogni tuo angolo racconta
qualcosa, anche quei negozi
tanto chic che nell'aristocratica
via Mazzini attirano impellicciate
creature che basite osservano
la loro imminente metamorfosi.
Passeggiavo ascoltando estasiato
le persone in cammino,
pensando alle loro singole
storie, ai loro discorsi di vetro
oltre i quali però,
una luce riflessa
mi abbagliava.
Passeggiavo osservando il
Silenzio che felice
intonava una canzone di vita.
Passeggiavo con Giuliano al mio fianco
e con il tempo che domato
nel passato tornava.
Passeggiavo.
Verona ti amo.

ai popoli senza pace
Quando la pace avanza mio cuore
un esercito potente e bellicoso
le si para avanti nello strenue
tentativo di interromperle il cammino.
Vedo tra i suoi generali l'Innocenza
deturpata e seviziata da un Abisso senza fine.
E scrutando attentamente scorgo tra
i suoi soldati più crudeli e violenti,
la Fiducia demolita e l'Amore violentato.
La pace di cui vi parlo è in divisa, è graduata,
segue gli ordini di gente mai amata,
non perdona e non concede sconti
devasta vite umane e abbatte i ponti.
Sono stufo di questa messa in scena,
scendo in campo con le mie parole,
estratte nel cuore del mio dolore,
scendo in campo con il Perdono
per chi pensava di farmi un Dono.
Ho provato la vostra pace stupidi suicidi,
che uccidendo gli altri massacrate voi stessi,
la mia Pace ha un altro nome,
brilla negli occhi di bimbi in credito con la Vita,
splende nei fiori del Silenzio,
suona le note del Dolore
e ride e festeggia di fronte all'Incanto
di chi al rancore risponde con l'Amore.

Miracolo
Grazie poesia del dono che mi hai fatto,
con te ogni miracolo è possibile,
mi affaccio alla finestra e non è più notte,
anche la nebbia è scomparsa,
per lasciar posto ad un cielo blu,
un sole che splende,
una casa di terra rossa,
una natura maestosa,
un'ossuta ragazza mozambicana,
cinque piccole perle nere intorno a lei,
che affamate mi chiedono cibo ma,
in cambio, con la loro scintillante luce,
placano il mio insaziabile bisogno di vita.

La Pietra
Può raccontare il Cielo una semplice Pietra?
Forse è meglio lasciar parlar le Stelle,
dar la parola al Sole,
ascoltar il pianto della Luna,
credo siano Loro che possano
descrivere la loro meravigliosa Dimora.
Trovo stupido che una Pietra
pretenda di poter fare questo,
penso invece a quanto possa donare
al cuore degli Uomini se solo
li rendesse partecipi alla sua Eterna Immobilità,
alla sua Abissale condizione di Silenziosa osservatrice,
di quanto la Madre Terra che l'accoglie, le offra
senza che lei possa goder di un sola lacrima
di quel meraviglioso Oceano che l'ha condannata
alla cecità senza fine.
Così ti dico amica Pietra, "armati" di fiaccola
affinchè chi ti incrocia ti possa vedere,
non cercar conforto in chi, non te ne può dare,
tu sei Pietra e Pietra resterai: per l'Eternità.

Cerco una poesia.
Cerco una poesia e
vado a capo affinché possa
essere tale
e inserisco una rima
perchè non sia tanto male.

Cerco una poesia
per dar sfogo ai miei sentimenti,
perchè senza essa
m'armerei d'ascia
e massacrerei i miei talenti.

Cerco la poesia
ma è la poesia che cerca me,
che altro non sono
che il riflesso del Sé.

Sempre al solito amico
Se questa sera non cederai
è possibile che domani tu sia qui.
E se domani combatterai
vedrai che un altro giorno ti accoglierà nelle sue
braccia.
Ci avrai provato solo quando passeranno
mille domani,
ci avrai provato amico mio
se sarai capace di affrontare l'oggi
per mille oggi consecutivi,
e se in ogni tuo giorno affronterai minuto
per minuto i mille minuti che resterai sveglio.
Solo quando farai questo, prigioniero senza sbarre,
avrai provato a liberarti,
oggi, ahité, stai provando a non vivere.

Il dolore di Lucifero
Sono Io, colui che fu il prediletto,
l'Angelo di Dio, il portator di luce,
l'Angelo Caduto, l'Angelo incompreso.
Sono Io, colui mai perdonato,
per un semplice peccato:
"essere per un istante
il Padre tanto amato."
Sono Io, il Dio dimenticato,
il padre della colpa,
l'eterno dolor dannato.
Non temete, io accolgo ogni male,
lasciate venga a me,
il vostro gran dolore,
lasciate fluir in me
il vostro gran rancore.
Mi chiamano Lucifero o Satana o Mefisto,
ma altro io non sono
che un bimbo che ha abbandonato
un Padre così dolce
che sempre ha amato.

Costa Paradiso
Avete mai visto le onde del Mare in tempesta
infrangersi sugli scogli?
Tante volte ho contemplato questo maestoso spettacolo
nelle ventose giornate
invernali nei deserti litorali di Costa Paradiso*.
Pareva, nel veder sopraggiungere le onde,
che tutto sarebbe crollato, che potenza, pensavo,
che forza, che devastazione.
E invece gli scogli nella loro eterna immobilità
respingevano i terribili attacchi delle terribili
figlie di Nettuno.
Ma anche i massicci faraglioni dovevano cedere in parte
all'inesorabile potenza dei fluttui marini,
nei loro interstizi l'acqua si faceva strada andando a creare
negli spazi vuoti che trovava delle meravigliose calette
nelle quali poter dolcemente riposare.
Allo stesso modo nel tempestoso oceano della
mia Anima sorgono degli immensi scogli che con la loro
apparente indifferenza mi proteggono dall' imponente
forza che scaturisce dagli abissali fondali nei quali lenta ma
inesorabile, la mia devastante rabbia produce una
quantità di energia cinetica quasi incontrollabile.
Ma così come nel liquido pianeta azzurro
anche negli ultimi gironi del mio cuore
nei momenti di maggior pericolo
i freddi e immutabili faraglioni lasciano delle piccole
fessure affinchè la mia distruttiva rabbia
penetri creando piccoli paradisi naturali nei quali lasciar
riposare il mio dolore.

*Costa Paradiso: Considerato uno dei più bei posti al mondo è a 15 km da Santa Teresa di Gallura nel nord della Sardegna

Il Poeta
Chi cerca le stelle,
chi le brama,
chi le racconta,
chi dedica loro una candida poesia,
chi le piange,
chi le sogna,
chi le accende nel cuore degli altri,
altro non è che un solitario pianeta
smarritosi nell'anima dell'Universo,
un pianeta freddo e desolato,
solo e angosciato,
alla disperata e ossessiva ricerca di un astro
a cui regalare un freddo mondo
da riscaldare.

Poesia entra in scena
Poesia entra in scena
e demolisci tutte le nostre incertezze.
Ti basterebbe un sol verso per smuovere
le montagne dell' indifferenza,
una sola celestiale parola
per risvegliare dal torpore generale
coloro che riposano sui morbidi
cuscini dell'Illusione,
un sol soffio per spazzar via
dal cuore dei Sognatori
l'errata convinzione di non essere Realisti.
Poesia entra in scena
ti stiamo aspettando.

Incertezza
Almeno quando scendete dal treno
della Verità sapienti Maestri,
fermatevi per un solo istante
a contemplar senza timore
il titubante orologio del dubbio:
v'accorgerete che nessun dogma
si ferma puntuale alla nostra stazione,
dolce e beffarda la Verità ci sorride
per poi dissolversi nel languido
fiume dell'Incertezza.

Gocce di eternità
prima che sfugga


Sento il bisogno di abbandonare questa
giungla d'asfalto,
il bisogno di allontanarmi dalla fasulla
sicurezza delle sue strade,
la necessità di fuggire dalla frenesia
dei suoi ritmi folli e insensati,
il bisogno di fermarmi
e volgere lo sguardo verso pianeti accoglienti.
Sento il bisogno di te Madre Africa,
il bisogno di abbracciare il blu del tuo Cielo,
il bisogno di salutare il Sole la mattina,
il bisogno di pregare davanti alle tue stelle,
il bisogno di versare una lacrima nel tuo Oceano.
Africa sento il bisogno di te, degli occhi della tua gente,
del fetido ma non inquinato odore dei tuoi mercati,
della polvere rossa delle tue strade,
dei tuoi infiniti spazi, delle tue povere capanne,
del canto del gallo, dei tuoi ritmi tambureggianti,
che scaldano, smuovono, innalzano verso l'Assoluto
trepidanti gocce di eternità.

Leggerezza
Vorrei scrivere una poesia
ma non trovo le parole,
ma con un tocco di magia
potrei leggerle nel Sole.

Nei suoi raggi colgo un verso,
caldo, morbido, illuminato,
che racconta a tempo perso
il miracolo del Creato.

Senza te o dolce astro,
non un verso potrei scrivere,
è in te che c'è l'incastro
per quest'arduo nostro vivere.

Il Tepore della Sera
Ora, visto che sono qui, dite o mani,
quali parole deporre su questo prato incantato
che si chiama Poesia.
Sapete bene che io non vi comando,
dolci e leggere seminate i prati della speranza,
per tutte quelle anime smarrite come me
alla delicata ricerca della Pace.
Ora, visto che sono qui, se volete farmi un regalo,
mie tenere dita, incantate con un tocco
di magia questi versi sofferti:
non dalla mia mente e dal mio cuore otterrete
aiuto ma dal candido tepore della sera.

Rabbia e Dolore
Rabbia e Dolore,
antichi amici,
inseparabili compagni
è da voi che suggo il nettare
della Vita,
attraverso voi la mia Anima
si libra nell'Infinito,
compone questi versi,
si getta fulminea nelle
braccia dell'Universo
e insaziabile si nutre della Luce
di ogni suo astro,
si tuffa nel pallido Oceano Lunare,
scivola leggera sui magici anelli di
Saturno e infine,
sazia ed estatica,
ammira e contempla
l'immensa opera della Creazione.

Alla Poesia
Sento i rintocchi,
è giunta l'ora,
il pendolo della mia anima
mi chiama a rapporto
e mi ordina di deporre
su questo foglio malato
delle gocce di poesia.
Non ho tempo mi sussurra
il primo rintocco,
nessuno mi soccorre
nel mio affannoso cercare,
sento una voce che vien dal passato,
"per la poesia Nicola ti
abbiamo già aiutato,
ora è il tuo turno,
la strada la sai,
scrivi urla e non fermarti mai."
Poesia che nuoti nell'Oceano Indiano,
Poesia che piangi di fronte alla Luna,
Poesia che illumini le stelle lontane,
Poesia ti chiamo, ti aspetto, ti amo,
Poesia presentati nel cuor di chi crede
che tu sia deposta in un recinto argentato,
racconta agli scettici che il tuo cuore smarrito
palpita ovunque ti si voglia cercare.

Ad un amico
Ora che tutti se ne sono andati
resto da solo a meditare
dove trovar lievi parole
che mi consentano di dimenticare.

Scendo a patti con il destino
di chi si sente condannato,
lasciagli credere crudele assassino,
che la sua vita non solo è Peccato.

Non è il momento per cedere il passo
amico mio dal cuore dolente,
lascia che il vento che viene dal basso
soffi la cenere dalla tua mente.

Fermatemi se ci riuscite
Fermatemi se ci riuscite,
è la Vita che vi parla,
guardatemi, brillo negli occhi
di questo bimbo denutrito,
sta morendo, nessuno lo soccorre,
morirà;
fermatemi se ci riuscite,
altri dieci milioni di bimbi
smetteranno di vedere
l'alba quest'anno per
la fame, ma io sono qui,
ad aspettare le vostre bombe,
demolitemi se ci riuscite,
le sto aspettando le vostre
armi chimiche che qualcuno
pare abbia nascosto negli arsenali americani,
ma dove credete di andare a parare?
Io sono la Vita,
Colei che accende le Stelle,
Colei che muove il Sole,
Colei che consola la Luna,
ma dove pensate di andare,
ogni vostra mossa fa il mio gioco,
nulla mi potrà fermare
finchè danzerò
Eterna
nel Firmamento.

Ardente Notte
Ardente notte, benvenuta nel mio cuore.
Ardente notte era da molto che ti attendevo,
perché solo attraverso il tuo buio riconosco le
luci del mio cuore.
Notte incantata, dolce e tenebrosa,
fredda e ammaliante , lasciami penetrare i tuoi
segreti,
accoglimi lungo le vie del mistero, illuminami
affinché io
possa riconoscerti, affinché quando il Sole
sorgerà e tu
morirai, potrò raccontare di averti conosciuto,
potrò raccontare di averti amato.
Ardente notte.

Alba nell'Oceano
Alba nell'Oceano.
Emozione indelebile, inghiottito da luce Divina,
cullato dalle onde che placidamente scorrono
verso riva.
Alba nell'Oceano,
ritorno all'origine, fuso nel Tutto, io pure
Tutto in quel minuto
lungo un'Eternità; eccoMi finalmente, dolce
infinito Oceano,
eccomi finalmente dolce infinito Cielo, siamo di
nuovo insieme,
in compagnia delle onde, in compagnia della
brezza, barche che
dondolano in mezzo all'Infinito, vita che
silenziosamente urla.
Alba nell'Oceano,
paure che svaniscono, pace che mi possiede dolce
e meditabonda,
una certezza ora mi accompagna: IO

Poesia
Perché quando ti cerco mi sfuggi dolce
Musa della Poesia? E perché quando non ti penso
ti accosti a me?
Anche ora cerco parole che non trovo, perdo
ore di sonno e poi in un attimo mi regali l'Infinito.
E allora mi chiedo dove nascondi il segreto dell'Amore?
Ma tu sorridendo ti prendi gioco di me
e leggera ti incammini lungo il sentiero del mistero.

Perseveranza
Così come un rigagnolo, dalla cima di una montagna,
faticosamente si fà spazio tra le pietre e
ingordo cattura e fà sua tutta l'acqua che trova
durante il suo cammino, per poi, una volta
giunto a valle, diventare fiume e raggiungere
l'infinito mare,
allo stesso modo la mia anima, con la stessa perseveranza
e ingordigia, si è fatta spazio tra le pietre dell'indifferenza,
catturando ogni goccia di amore che trova lungo la sua strada;
e una volta giunta a valle, lei pure corre
verso un oceano che si chiama Pace.

Pianeta Poesia
Non lasciate che questo pianeta si
trasformi in una landa desolata;
coloratelo con i vostri fiori,
riscaldatelo con i vostri cuori,
deliziatelo con i vostri canti
se non vorrete vedere morire con lui
anche la sua creatura più amata:
La Speranza.

Gemma
Come il più classico degli Orsi amo il
Miele, il dolcissimo Miele e,
impavido, affronto le migliaia di
api combattive che con il loro pungiglione tentano
di farmi desistere.
Oh alacri amiche quale triste destino
condividiamo: sia io che voi siamo
disposti a soffrire terribilmente
per raggiungere l'ambita meta,
ma evitiamo coloro che
tentano di spianarci la strada;
li fuggiamo spauriti, timorosi
di essere derubati della nostra
gemma più preziosa: Il Dolore.

Tacito Ascolto
E calò il Vento. Finì la Bufera
e nacque il Silenzio,
figlio della Tempesta padre
della Pace.
Lo vedo spesso camminare,
nel lungo Viale della Vita,
mi avvicino timoroso,
gli vorrei parlare, estrapolargli
quella gran saggezza che gli appartiene,
ma "semplicemente",
"molto semplicemente" solo quando me lo concede,
mi accosto a lui e tacitamente lo ascolto.

Briciole di Pace
Ora son pronto mio vecchio zio,
tira via le tende dinanzi alle finestre
finanche la luce possa raccontare
che vai cercando nei miei occhi.

E' giunta l'ora delle certezze
t'ascolto se ancor una volta
vorrai sussurarmi il tuo abissale dolore
attraverso la forza delle tue braccia.

Oh carissimo zio non dubitare
lascia che il nostro sguardo
fatalmente s'incontri nel nitido
fondale della nostra anima.

Questo vado cercando lungo la
strada della nostra tristezza:
"Briciole di Pace" che plachino
il tempestoso oceano nel quale navighiamo.

E poi finalmente il Mare
Mi sento un fiume, nato nella roccia.
Ah povero debole ruscello che mi
facevo forza tra le montagne.
Quale percorso impervio ho
dovuto intraprendere.
E poi quando venne la stagione secca
lasciar che l'arida terra
implorasse le mie ultime gocce.
Mi sento un fiume che si sta
facendo strada.
Ah folli e tempestosi acquazzoni,
agognati temporali estivi!
Quanta forza che ho tratto in
voi per correre impetuoso
verso le vallate dell'Esistenza.
E poi gli improvvisi salti nel vuoto,
senza nessun preavviso
la mia strada che repentinamente
si interrompeva,
io che mi tuffavo nell'Abisso
avendo solo pochi eterni istanti
per assaporare l'Arcobaleno.
Io grande Fiume che sfido la Paura,
ancora pochi attimi
e poi finalmente
il Mare.

Specchi
Vagando nel mio labirinto di specchi
a un tratto non vidi più riflessa la mia
immagine e l'Angoscia m'avvolse
nelle sue possenti Braccia.
Ma non di specchio si trattava
ma di una finestra che mi
mostrava il Cielo.

datore di lavoro
Vi racconterò una storia,
niente di che sapete,
semplice poesia umana.
C'era una prigione di cristallo,
strani esseri che balbettavano
parole incomprensibili,
nemmeno loro si capivano.
Parlavano di numeri e
ottimizzazione dei costi, da
dietro le loro sbarre di "Boemia".
Oltre c'ero io, un'umile finestra
di legno e oltre ancora
il Cielo blu cobalto e le cime
innevate e la libertà delle aquile
e l'aria pura rigeneratrice,
ad anni luce dalla prigione di cristallo
a un passo dal mio davanzale.  

alla mamma di Giuly
Cammino a ritroso verso
ricordi mai sfumati,
così fiammeggianti al
cospetto dell'Atrocità
di quel Dolore che fuse
le nostre due Anime,
tua di Mamma e mia di Amico.
Giuliano se ne era andato,
ma la sensazione fu
che fossimo Noi ad esserceNe
allontanati.
E' il nodo della Colpa
che ci legò ad una condizione
di Solitudine.
Poi intervenne l'Ignoto,
interagendo nell'Etere,
sussurrandoci nella Notte e
il nodo si sciolse, la corda si
spezzò e spiccammo il volo
in direzioni diametralmente
opposte per poi ritrovarci
laddove gli estremi si toccano,
le parallele convergono e
il Presente Risorge.
Dimensione Infinito
di questo sto parlando.  

Visioni
Siamo visioni, è la corporeità
l'unica vera illusione.
Immagini olografiche che fluttuano
nella multidimensionalità dell'Anima,
l'unico vero Universo di cui si possa
parlare.
Ci incrociamo così per quegli strani
giochi delle rifrazioni prospettiche
delle Stelle.
Chi ti mandò Giuly, forse un raggio
distorto di Sirio?
O venisti invece da molto più
lontano dall'Ultima Galassia ai
confini del Creato?
Siamo visioni, è la corporeità
l'unica vera illusione.
Perchè ti pongo certe domande?
A presto Giuly, a presto Papà,
ci vedremo al prossimo connubio di
Stelle.    

Ad un Amico (3)
Cammini avanti e indietro senza tregua,
senza mai trovare la pace che tanto desideri,
esci silenzioso dalla tua stanza,
mi guardi, borbotti qualcosa e riprendi
freneticamente a pensare alla tua battaglia
"persa in partenza" come dici tu,
entro insieme a te nella stanza solitaria
della tua anima, ma ahimè non riesco
a indicarti l'uscita, solo brevissimamente
stiamo un momento insieme;
quale croce terribile ti porti sulle spalle
tenerissimo amico condannato a vivere senza pace,
a camminare senza tregua, a vagolare in un buio
senza fine alla ricerca di un solo brevissimo
istante di libertà.    

Paradiso
O dolce scosceso sentiero di terra rossa,
spesso durante la notte ti percorro
accecato dal bagliore del tuo vermiglio colore,
non c'é giorno che, almeno per un momento,
non venga rapito da quella pace misteriosa
che solo tu, terra d'Africa riesci a donare.
Conobbi l'estrema calma che dona l'Eroina,
vitale per chi percorre i gironi infernali della sua
Anima,
ma tu Maestosa Africa, suprema madre,
con i tuoi colori, i tuoi odori,
i tuoi suoni, la tua imponente natura, i tuoi bambini,
mi hai preso per mano e mi hai accompagnato
in Paradiso.

Briciole di Pace
Ora son pronto mio vecchio zio,
tira via le tende dinanzi alle finestre
finanche la luce possa raccontare
che vai cercando nei miei occhi.

E' giunta l'ora delle certezze
t'ascolto se ancor una volta
vorrai sussurrarmi il tuo abissale dolore
attraverso la forza delle tue braccia.

Oh carissimo zio non dubitare
lascia che il nostro sguardo
fatalmente s'incontri nel nitido
fondale della nostra anima.

Questo vado cercando lungo la
strada della nostra tristezza:
"Briciole di Pace" che plachino
il tempestoso oceano nel quale navighiamo.

Rabbia
Devo scrivere una poesia ma
non trovo lo spunto,
attingo dal fiume del Sentimento
e un'onda di rabbia si innalza improvvisa
pronta a inghiottire inutili detriti.

La poesia
(Dedicata a Giuliano)

Quando il vento ti portò via, Giuliano,
si dimenticò di me.
Andai a parlare con il mare, in quei giorni
ancor così vicini e il mormorio delle sue
onde invano si perdeva nel mio pianto.
Che bizzarra che è la vita nell'elargir
i Doni: regala il Paradiso per farci
conoscere l'Inferno.
Io non ero pronto Giuly, non a vent'anni,
non con la Poesia e la Dolcezza incarnata
al mio fianco, mi domando cosa sia la Poesia,
Tu eri la Poesia, il tuo sorriso,
le tue risate, i tuoi capelli, la tua
Dolcezza, il tuo Amore, il Resto
sono solo parole che profumano di Te.

Al Cielo, a Papà
Non ti farei giustizia o Padre delle Stelle
se ti decantassi in una piovosa giornata d'Inverno.
Mostrerei solo le lacrime argentate
delle fragili nuvole, inutilmente occupate
a consolar le foglie morte cadute dai castani.
Eh già dolcissimo Cielo,
non ti farei giustizia se non ti degnassi
dell'amore che meriti, se non ti disegnassi
con la Pallida Luna che rischiara i nostri cuori:
sola e taciturna accompagna i poeti
nel tuo mondo incantato rimembrando loro
che c'è un momento della giornata
che dal Tempio della Vita, il Padre della Creazione
sorge con dirompente Gioia dal profondo dell'Oceano,
squarcia con devastante dolcezza l'ombra delle montagne,
asciuga, con i suoi raggi dorati, le lacrime di un
bambino.
Non ti farei giustizia, Papà,
se non ti ricordassi così.  

Dolce Affollamento
Lascio correre la penna
felice di poter comporre finalmente
versi sereni e dolci,
che raccontano che c'è anche
nell'affollata casa della mia Anima,
un Nicola leggero e scanzonato
che si burla dei
suoi numerosi "co-inquilini"
molto più seriosi tristi ed incazzati.
Lascio oggi che sia lui a condurre
le danze e ad effondere nell'aria
una sana e vivace ironia
che è alla base di questa bellissima Poesia.    

Se solo
Se solo rivedessi quel film dell'orrore,
se solo ritornassi per un attimo in quella stanza
dove un uomo mai stato bambino
coercizzava un bambino a non essere mai uomo,
se solo un giorno quel bambino avrà la forza
di presentarsi da quell'uomo che ancora vive
e dirgli "ti perdono", allora,
se solo questo accadrà,
quell'uomo diventerà finalmente bambino e il
bambino finalmente
uomo. Ed entrambi, finalmente, saranno in pace.   


 

In fondo alla via.                          (dedicata a Giuliano)
In fondo alla via ti vedo arrivare, Giuly,
splendido amico,
mi rende felice tutto di te,
i tuoi lunghi capelli
che ballano con il vento,
il tuo sbracciare da lontano,
come fossero vent'anni
che non ci vediamo,
il tuo burlarti di me,
io così diverso e così uguale a te,
il tuo immergerti nell'oceano musica,
tu, Giuly,
null'altro che la reincarnazione di Jim.
Ora vent'anni son quasi passati,
ma tu continui ad averne sempre venti e,
non quasi 40 come me,
"povero vecchietto",
riesco a sorridere anche ora
che non ti posso più
toccare, abbracciare, ma potrò, in eterno,
continuare ad amarti,
amarti di quell'Amore
autentico che tanto decantano i poeti,
l'Amore che prescinde
dal sesso, dalla nostra presenza fisica,
l'Amore Eterno,
quello che non è morto con te,
che non morirà con me,
perchè dotato
di una Divina forza creatrice
che non dà scampo a Nessuno.
Non riesco ad immaginarti oggi,
non potrei immaginarti
a 40 anni e tanto meno a 60 o a 80.
L'imperatrice del Supremo Silenzio ha sancito
in quella lontana notte di marzo, che tu,
per l'eternità,
saresti rimasto ventenne,
con il tuo sorriso, con i
tuoi sberleffi, con i tuoi lunghi capelli che danzavano con il vento,
con la tua straordinaria dolcezza,
con il tuo amore per me,
per la vita, per tutti.
Ciao Giuly, ciao grande amigu,
ti vedo sai in fondo alla via,
è inutile che ti nascondi dietro il muretto,
per farmi uno dei tuoi soliti scherzi.
I tuoi capelli ribelli
non stanno al gioco, liberi come te danzano con il vento.   


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