Poesie di Fabiano Braccini


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Fabiano Braccini, nato in Toscana è poi approdato a Milano ove ha formato la propria famiglia e ha raggiunto nel lavoro significative affermazioni.
E' Cavaliere della Repubblica, Membro di prestigiose Accademie, Associazioni e Circoli Culturali.
Il suo nome figura negli Albi dei Poeti italiani e sue opere sono presenti in svariate Antologie della letteratura contemporanea.
Ha conseguito numerosi successi e premi in importanti concorsi e in qualificate manifestazioni letterarie.
Il suo precedente libro di poesie "Un sentiero di spine e fiori" (Otma) -giunto alla sesta ristampa- e il recente "Un'emozione, un soffio, …un niente" (Helicon) -ora in libreria- hanno ottenuto favorevoli recensioni critiche e notevolissimo successo tra i lettori.

Un respiro
Il vento arruffato
dietro ai treni
alza le foglie e le confonde.

La scia di un'ala
-lassù-
sembra passeggero sospiro
che muove per poco
pensieri, ricordi,
passioni.

Un brusio sommesso
è dialogo nascosto
d'amore,
leggero sfiorarsi di labbra,
turbamento
di silente piacere.

Il respiro
segna nel gelo dell'aria
un rarefatto velo
di vapore
che si stempera piano,
senza rumore: con levità.  

La bellezza è turbamento profondo
(con gli occhi di Stendhal)

Estasiato
la osservo raccolto e smarrisco.
Perso come ape nel profumo di un fiore
mi pervado di lei:
non oso toccarla tanto è delicata
e non vorrei contaminare
quel velo impalpabile di purezza
che dona al suo viso
un sottile tratto di mistero.

Talvolta, mi pare di scorgere
un leggero movimento delle labbra,
come nell'atto di profferir parola.

Di quando in quando
l'ineffabile movenza di un sorriso
-appena accennato-
rivela un'espressione quasi intrigante
che via via mi coinvolge,
mi fa partecipe e complice
dei suoi segreti,
prigioniero di una malìa
a cui non so -né voglio- sfuggire.

Con desiderio, trepidazione,
languore profondo
-nel silenzio di questa penombra-
starei a guardarla incantato per ore,
per giorni, …per anni.
Per il tempo forse della vita intera.  

All'ombra di un pino di Ibiza
Rimbalza sull'onda
un punto di sole
e abbacina gli occhi
fino a nascondere
il resto del mare
e il cielo.  

Leone non più
Stanco di ruggire
piego ora la testa.

Chiedo sincero perdono
a chi forse ho fatto del male
senza capire
o senza voler davvero ferire.

È inutile sottolineare adesso
i miei slanci di passione:
e quanto spesso ho saputo amare.
Tutti gli aiuti prodigati in silenzio,
le mani che ho teso,
la commozione che ho condiviso.

E se la sera ho pianto anch'io
di fronte a un gioco perso
-a un sogno mancato-
allo smarrimento per un no,
alla rabbia di un addio improvviso,
nessuno mai lo verrà a sapere.

Più facile certo
se tante volte avessi mostrato
morbida lana
e non rigogliosa criniera,
sommesso bisbiglio o fioco belato
invece di una superba voce tonante.  

Fanciulle senza più sorrisi e sogni
(…taciti messaggi dal lontano Oriente)

Cesto di giunco greve sulla testa :
sedici anni ora
ma tanto breve sarà la vita
per le rinunce, gli stenti,
i pesi che schiacciano le reni
quanto le tristezze il cuore.

Occhi scuri di ragazze minute
che non osano nemmeno implorare
ma sembrano accennare
taciti messaggi struggenti
a chi abbia animo almeno
di donar loro una parola o un gesto.

Quale sgomento aspettare poi
le sere inutili, fatte di noia.
Che smarrimento e tremore le notti
nei giacigli miseri come prigioni :
fingendo di dormire, silenziose
-fin quasi a non respirare-
nel timore di doversi ancora dare
senza lamenti e illusioni
a un piacere non voluto,
a mani bramose che frugano invano
per trovare una fonte di calore
ormai spenta per sempre.

Fanciulle derubate di sorrisi e sogni,
che forse mai più potranno scoprire
-o immaginare soltanto-
come l'alba di ogni mattino
possa irradiare di gioia
l'imperioso sbocciare della gioventù.  

Janis Joplin
(cantante "arrabbiata"
morta nel 1985 di vizio,
droga, liquori e sesso)

Povera Janis :
volata su corde troppo alte
per il suo cuore fragile
di bambina brutta,
senza infanzia e senza domani.

Rimarrà di lei
-nella memoria del mondo-
la rabbia della voce
e lo spolverio di saliva e fiato
nel raggio luminoso dei riflettori.

A lei resterà -per sempre-
nel palato, nella gola,
nella piscia,
il sapore bruciante dell'alcool
e nelle vene l'esplosione
accesa
per vivere incosciente
fino a lasciarsi lentamente morire.  

Nel posto di ognuno
Ci deve essere un pavone eccitato
e libero
che allarga con fremiti la coda
per stupire di colori e incantare.

Anche l'acqua di un ruscello
trasparente
con la sorgente fresca per dissetare
che gorgoglia tra muschio e ghiaia.

Deve esserci poi un albero
di grande chioma
che stende i rami e le fronde vibra al vento
per dare ombra al meridiano riposo.

E un sentiero di ciottoli stretto e sinuoso
per camminare con pensieri
e sguardi persi
cullati dal respiro sereno di tanti ricordi.

Ci deve essere infine un tetto robusto
e un camino acceso per gli inverni nebbiosi
nel posto
che la vita consegna a ognuno.  

Nemmeno
Ora nemmeno il gesto di un saluto formale:
dopo averti vissuto nella carne e nel cuore,
aver guardato da dentro i tuoi occhi,
creduto col tuo stesso pensiero.
Aver stimato veramente vero
un patto d'amore che sembrava cemento.

Ora neppure il minimo cenno di un sorriso
dopo aver spesso riso insieme.
Dopo aver posato le labbra in ogni punto
ora nemmeno un bacio appena sfiorato;
dopo carezze da farci svenire
sentire ora solo vuoto e aria tra le mani.

Far finta che non ci abbia infine saldato
il muoverci uniti ogni giorno, ogni istante.
Realizzare freddamente, d'improvviso,
che di noi, di ciò che è stato, non resta niente:
che il domani su cui contavamo tanto
appartiene ormai, soltanto, al tempo passato.  

Angolo di Sardegna
(tra Capo Capaccia e Porto Pero)

Di là si vede il mare
tra i cespugli di mirto in fiore.

Terra riarsa,
rocce lisce o scavate
che sembrano qualcosa
e file ordinate
di formiche
cariche di semi chissà dove rubati.

Senza nubi il cielo
al volo dei gabbiani.

Non un rumore
se non del frinire di cicale,
del fluttuare ritmato delle onde,
del vento incostante
e di barche lontane
che sfilano lente all'orizzonte.  

Momenti
Mille anelli fanno una vita :
sono gli istanti portati dal tempo
attimi brevi e non tornano più.

Momenti
con gli occhi bagnati
da un filo sottile di pianto,
momenti col viso disteso
da un lieve sorriso.

Momenti
aspettati, arrivati, svaniti,
come una nuvola presa dai venti.

Momenti
di labbra sfiorate
dal soffio leggero di un bacio.
Momenti di sogni
cullati nel sereno fluire del sonno.

Momenti
d'amore, di gioia e dolore :
fanno una vita… e non tornano più.   

Il cammino della vita
Si percorre
-ora arditi ora incerti-
un sentiero di spine e fiori
per arrivare
a un luogo lontano
che non conosciamo
ma si confida
sia di pace almeno
e di qualche notte stellata.


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