Poesie di Roberto Bani


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Nella mia poesia condenso e sintetizzo i miei pensieri e le mie emozioni. Vedo immagini alle quali cerco di dare luci di taglio, lasciando vedere i chiaroscuro dell'anima. Anche i miei racconti sono scarni di particolari e hanno una "regia documentaristica", come se vedessi le cose da dietro ad un vetro. Sono anche attore teatrale e questo testimonia il mio eterno bisogno di comunicare con il mondo e forse anche la mia eterna impossibilità di riuscire a farlo. In fondo si è sempre soli.


Perduto mare
Io convengo al sinedrio
degli afflitti pensieri
dove l'ultimo gesto
ha lettura del tutto
dove chiuder le labbra
è riunire due corpi,
dove entrare nel corpo
è trovarsi per sempre.
Dire "t' amo" con gli occhi,
basterebbe per sempre
ma sarebbero gocce
dentro un mare di sabbia
dove antiche vestigia
di solerti nocchieri
han condotto la nave
per vederla morire.
Bastimento in attesa
di affrontare marosi
sogna lidi lontani
senza avere un suo mare.

Sembra silenzio
Pioggia tra gli alberi,
sui vetri, dentro il dolore...
Canzoni che parlano per noi,
attraversando i pensieri.
E una mano trova nuove voci,
per chiedere perdono,
senza parole,
in quello che sembra silenzio.

Le ultime carezze
Rimane l'innocenza
della carne
nella carne,
tra gemiti e sorrisi
che asfissiano le radici.
Ritroveremo dietro i sassi
della dolce solitudine
il gusto di abusate parole.
Gesti e chiaroscuri
nella dimenticata
gioventù.

Passato prossimo
Lontane dimore
che accolgono le tue speranze,
i tuoi sogni,
tra le incerte sicurezze
e le bramate passioni.
Inutili oracoli,
le mie serrate labbra,
che ti parlano ancora
del mio sangue
e della mia mano sinistra
come se fosse un domani.

Miraggio
Sorridimi ancora.
Hai lasciato i tuoi denti
tra pensieri e carne.
Hai pronta una valigia,
un analgesico
e un cuore lento.
Inseguo un tramonto,
senza scudieri
che mi riportino a casa.
E Dulcinea resta con me.

Nuovi amori
Proverai a svuotare il cuore,
per riempirlo di giorni nuovi,
con parole pronunciate
da bocche diverse.
Chi saprà capire i tuoi lunghi silenzi,
quali occhi leggeranno nei tuoi,
e quali parole,
se non quelle che io ho scritto per te?
Lascio a te ciò che so
dell'amore,
lascio a te ciò resta di me.

Scale di marmo
Scale di marmo
che portano tra soffici lamenti
da un mare viola bagnati,
senza il bisogno
delle nostre miserie di uomini.
Di quali sogni avrà bisogno
il giorno di domani,
di quanti baci avrà bisogno
la tua ferale bocca?
Un lento pasto per raccogliere
le ultime forze,
nel caldo sapore dell'abbandono.

Occhi chiusi
Un sottile foglio di cristallo
tra le mani attende
tagliandomi la carne.

Nuova madre
Nuova madre,
che timida mi accolse
tra ritrosi e illustri figli.
Il suo lento racconto
di pietre, conquiste e martiri,
tra i deviati cammini
di un indomito fiume
che raccoglie il dolore
e il sale dell'uomo,
per condurlo al mare
al cospetto della immota
e solenne testuggine.
Remoti sassi che innalzano
il suo nome al cielo,
cantando con le campane,
colori e profumi
di una terra rubata
con le mani
alla montagna.
E dalla collina, tra case rosse
e torri di vedetta,
dove hanno lasciato il loro nome
lontani amori,
scivola il mio occhio
e un battito é per lei
che accarezza il mio nome
nel suo.

Sentiero
Lucente e veloce,
il colore dell'oro
traccia le curve dei momenti,
che ritornano a spiarmi
come gli occhi curiosi
della morte.
Ci sei
o non ci sei
tra i profili celati
dalle tue frenetiche mani?
Nella vecchia strada che calpesti
per non mordere la mie labbra,
dove il gelso e l'ortica
mi insegnarono la vita,
cerco il silenzio
come tuo ultimo dono.

Un milione di solitudini
Riconosco la mia solitudine
fatta di pensieri
chiusi in cassetti
pieni di carta straccia.
Nessuno ha mai sfiorato
la mia carne eterna,
nessuno ha mai letto
nel mio orrore,
nessuno prende
il largo nel mio mare.
Le mie sbagliate lacrime
erano il canto dell'orgoglio,
la sterile terra
dove cresce il filo spinato,
e dove tu
non hai cercato il fiore.

Sono così…
Odio questi stupidi silenzi
dove le indefinite forme dei pensieri
senza tregua ripetono
che non esisto
se non mi pensi.
Gli occhi chiusi
sperano di non sognare
questa vita
dove mi ha dimenticato.
E sputi sassi
che colpiscono il mio cuore di cristallo,
senza fare rumore.

Le ultime carezze
Rimane l'innocenza
della carne
nella carne,
tra gemiti e sorrisi
che asfissiano le radici.
Ritroveremo dietro i sassi
della dolce solitudine
il gusto di abusate parole.
Gesti e chiaroscuri
nella dimenticata
gioventù.

Ieri
Quei brevi momenti,
lunghi un ricordo,
che stringon la carne,
tra la pelle e le unghie.
Un futuro abortito,
sulle sapide labbra
che mi baciano ancora

Scegli un giorno
Calendari dai giorni rossi,
dove tra cadenze di sorrisi
e labbra morsicate,
fermi i giorni nella mano.
Quelle dita che
con grazia si muovono,
tra cerchi di tempo
che segnano le vie di fuga
dei tuoi dubbi.
Dormi per chiudere i varchi
alla solitudine
nelle parole del giorno.
Nuovi giochi, dove mettere
una rosa appassita,
qualche bella parola
e forse l'amore.

Inutile storia
Il segno di quello che era,
perduto nel fiume salato,
per non confondere nomi
e insegne di locande
dove per pochi soldi
sei quasi felice.

Già conosci la strada per andare lontano
e chiedi a bianche statue di marmo
la via più breve per dimenticare.
Fiamme che non danno il tempo
di bruciare la lingua al diavolo
ma sciolgono le ali agli angeli.
E'arrivata la paura
a chiudere l'ultima porta aperta.

Mi sono tagliato con un pensiero
Preciso come un minuto,
triste come una lacrima,
atteso come un carnefice.


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