Poesie di Aldo Vincenzi


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Sul viso il riflesso
Del travaglio notturno
Di ombre cinto lo sguardo
Perso nel buio
Sfuggir parole
È flebile speranza
Giorni
Notti
Passati a rincorrere
Il sussurro del vento

Vola alto nel cielo
Un gabbiano
Vola lentamente
Scivolando nell'aria
Raggiunge il pelo dell'acqua
Tendendo l'arco
Riparte come freccia
Verso il cielo
Emettendo un grido
Acuto
Penetrante
Di solitudine

Insieme al gabbiano
Ho volato
Ho tracciato
Il cielo di strisce
Cercando
Cercando
Cercando
Forte
Ho sentito
Nostalgico
Un richiamo

È quasi muto il mare stanotte
Ascolta silenzioso il mio animo triste
Si è allontanato il desiderio
Ed una cupa ombra
Aleggia sulla mia vita
Morire e morire
Prima ancora di poter vivere

È quasi muto il mare stanotte
Assecondando l'animo mio
Addormenta il sogno
Cullandolo nella fredda luce
Muore e muore
Prima ancora di poter vagire

È quasi muto il mare stanotte
E tace l'animo mio
Non potendo reagire
Sommerso dall'ombra della notte

Ascolto
Il pulsar del sangue nell'orecchio
Ascolto
Il passar veloce di una macchina nella notte
Ascolto
Il rimbombo dei miei pensieri
Ascolto
Lo scorrere del tempo
Attorno a questa vita vuota
È un silenzio assordante
Non il tranquillo respiro accanto
Non il corpo di chi amo
Riempiono la mia anima
Soltanto sogni

Vivere nell’oblio
Essere appagati
Da un mondo ovattato
Sublime
Tutto è più soft
La percezione
Un mondo etereo
La realtà è offuscata
La mente nebulosa
Viaggia leggera
Trasportata da una nuvola
Rosa
È il colore dominante
Dove il confine
Dove la realtà
Il corpo spossato
La mente spossata
Il pensiero non si fa strada
Pesante come un macigno
Fatica
Chiude gli occhi
Ad un sonno profondo
Fluttuante
Irreale
No mente
No corpo

Solitudine
Ha generato
Riflessione
La spazialità figlia di riflessione
La rottura del confine
La mente finalmente liberata
Dal corpo
Oltre
Valica i confini ristretti
Del paese
Del collegio
La mente
Nell’angoscia del corpo confinato
Il panico
Il nodo che serra
La mente
La gola
Il soffocamento
Il morire lento
Della libertà
Della spazialità
L’ansia
Padrona della mente

Nostalgia è il tuo nome
Malinconia è la mia compagna
Nei giorni che passano lenti
I tuoi occhi mi ricordano
Che hai catturato il cuore
A nulla son valse
Le lusinghe del mio canto
Solitario continuo per la mia strada
Tu
Fedele ad un finito amore
Sfuggi al mio desiderio
E non ti accorgi del lento sfiorire
Della tua primavera
La notte culla i rimpianti
Di un incompiuto amore
Cosa sarà se i tuoi occhi
Domani saranno spenti
E più non riceverò la loro forza
Cosa sarà di un domani
Su cui è sceso il velo della notte
Oggi il mio cuore
Aspettando l’albatros
Naviga nel mare della nebbia

Non mi basta questo tempo

Aggiungere al giorno altro tempo
Per raccogliere i pensieri
Ed ascoltare nella notte
Il silenzio che circonda
Il secco rumore delle foglie
Del salice trascinate
Dal vento sul viottolo
Il fruscio delle foglie
Che resistono sul ramo
Cogliere con gli occhi
Le sfumature del tramonto
In un rincorrersi di colori
Fiammeggianti o tenui
Aspettare il levare della luna
Seguire lo scorrere delle stagioni
Non basterà questo tempo
Per ritrovare la stagione
Dell’amore e cogliere
Il rosso fiore
No
Il tempo trascorrerà
E non mi basterà

Il tempo scandisce il ritmo

Segna la vita
Tacca dopo tacca
Lascia il segno
Indelebile
Passano gli anni
I ricordi
Alcuni
Sbiadiscono
Altri
Scavano il solco
Profondo
Segnano l’animo
Forgiano il carattere
Plasmano
Temprano
Ma mettono a nudo
Tutta la fragilità
Dell’essere

Finché

(durerà il tempo)
il cuore mio
Traboccherà d’amore per te
Ti
Bacerò sotto la luna piena
Terrò stretta a me
Dirò dolci parole d’amore
Nel silenzio della notte
Le stelle scenderanno
(Ad una ad una)
In calde gocce
Sul tuo viso sgorgheranno
Mille e mille luci lo trasformeranno
Riempiranno il nostro momento d’amore
Avvinghiati di felicità
La musica del mare
Ci accompagnerà
Il sommesso brusio del vento
Turbinerà festoso
La luna
(Complice del nostro amore)
Strizzerà l’occhio
Ci abbraccerà
La sua tenue luce
Ci cullerà
Finché
durerà il tempo
Il cuore mio
Traboccherà d’amore per te

Egoistico sentimento d’amore

Amarti
Ed amarti subito
Adesso
In questo momento
Girando la testa
Gli occhi
Lo sguardo intorno
Il letto vuoto
A riempir lo spazio
Il tuo corpo
Materializzato
Farti l’amore
Su un prato fiorito
Su una spiaggia assolata
Su una montagna tra nuvole
Sospesi
O
Amarti
Catturandoti
Chiudendoti dentro me
Egoisticamente
Portarti sempre con me
Tenerti sempre con me
Prigioniera
Del mio corpo
Del mio amore
Dei miei sogni
Colmare il vuoto cuore
Aprire la porta
E chiuderti dentro
Per sempre

C’è la luna piena

Non resisto
Il richiamo
Del mare Della luna
Solitario sulla spiaggia
Davanti
La scia argentea
Il tremolio della superficie del mare
In alto La luna piena
Mina come compagnia
In sottofondo
Nada te turbe
Un appuntamento Un richiamo
Forte emozioni catturano
Il mio spirito
Note toccanti Tristi
Si compendiano
Con la bellezza del creato
Diventano una sola cosa
Un attimo
Un momento fugace
Tutta la mia tristezza
Scorre davanti agli occhi
Si rimescola tutto dentro
Quanta malinconia
Non poter dividere
Tanta bellezza
Emozioni così grandi
Si inumidiscono gli occhi
Il pensiero si perde nel vuoto
Si gonfia il petto
Finisce il canto
Tace la musica
Un grosso lento sospiro
Rimetto in moto

Anima

Invisibile presenza
Fluttuanti aeree molecole
Incollate al corpo
Dallo spirito della vita
Mortificata e lacerata
Da dolore profondo
Alla sofferenza costretta

Anima
Quando si libereranno
Nell’aria non più
Al corpo legate
Giocheranno con la luna
Scintilleranno a gara
Con le stelle
O
Solcheranno il cielo
Riflettendo i colori
Dell’arcobaleno
Come bolle di sapone
Certo sarai infine
Libera e felice
Come un bambino
Che corre sui prati
In un giorno
Di primavera

Alla fine son rimasto io

Ed il mio animo
Popolato di ricordi
E di incalzanti speranze
Mi son rimaste le notti
Costellate di piccole cose
Che accompagnano la vita
Un gesto
Una parola
Un pensiero
Mi è rimasto il diluvio
Di un amore che gonfia
Nel cuore
Che libera il sentimento
Impazzando senza freni
Cogliendo colori al tramonto
Emozionando l’animo
Al delicato volo di farfalla
Alla vista di rosa appassita

Alla fine son sempre rimasto io
Io ed il mio inespresso amore

Basterà la poesia

Ho arato un campo

Di sogni
Tracciando solchi profondi
Vi ho seminato
Semi di dolore e
Semi di felicità
Quanti resteranno
Nella terra
Quanti saranno
Alla mercé
Degli uccelli

Ho seminato parole
Tracciando solchi
Con nero inchiostro
Per scavare profondo
Il cuore
Ho usato le parole
Per costruire sogni
Che moriranno
Nel crepuscolo
Insieme al sole

Ho scelto io
Di costruire i sogni
Che mi prendessero
Per mano
Per superare
Gli ostacoli
Di questa inutile vita
Voglio ancora scrivere
Poesie
Che mi faranno
Vivere l’illusione
Del sogno

Tra lo stormir di foglie

Rosso bruciato
Riaffiorano i ricordi
Dell'allegro cinguettio
Dell'amore sospirato
Il ricordo della calda voce
Dell'allegra risata
I rari spensierati momenti
Resta forte
Il triste rammarico
Di un amore perso
Nei ricordi
Sfumato
Come la luce del sole
Che si spegne piano
Dietro i monti

Scrivere la notte

Poesie
Prolungare la vita
Del giorno come
Cordone ombelicale
Lasciare impronte
Tracce di segni
Dell'animo
Indelebili
Sfidando la morte
Del tempo

It's a rainy day
Languide note di un violino
Di un musicista di strada
Colpiscono il mio cuore

It's a rainy day
Nell'antica imperiale città
Un giorno grigio
Sembra autunno
Con i suoi ricordi
Ed il cuore avvolto
Nella nebbia

It's a rainy day
Piove fitto sulla città
Fitto
Come i pensieri per te
Cadono con ritmo
Cadenzato le gocce
Di pioggia dai tetti
Scavano nel mio cuore
Buchi
Di profondo dolore

Sul viso il riflesso
Del travaglio notturno
Di ombre cinto lo sguardo
Perso nel buio
Sfuggir parole
È flebile speranza
Giorni
Notti
Passati a rincorrere
Il sussurro del vento

Attraversi
Come cometa
I miei pensieri
Lasci una lunga scia
                  Di dolore
                  Di sospiri
                  Di rimpianti
Sfumi
        Sconvolgendo
        I ritmi
Ripassi
                  Il giorno
La notte
Porti
                  Dolori
                  Sospiri
                  Rimpianti
Il giorno
Si allontana
Ed io perdo
Il frutto
Del mio desiderio

Petali di rose
Trasportati dal vento
Ricoprono il prato
Armoniosamente
Tra l’erba macchie di
Colore
Rosa
Rosso porpora
Sui rami boccioli
Appena abbozzati
Si alternano
Con rose ormai sfiorite
A tratti arriva
Il profumo del gelsomino
Appena fiorito
Una gazza plana sul prato
Saltellando si avvicina
Al laghetto
Beve
Spicca il volo
Verso il cielo
Rari momenti di relax
In un mondo
Che ti corre appresso
Ti spinge
In un vortice frenetico
Cieco
Non ti accorgi
Delle piccole
Toccanti
Bellezze della natura

Ti ho cercata e ti ho trovata
Ti ho trovata in autunno nel bosco
Tra le colorate foglie degli alberi

Ti ho cercata in primavera
E ti ho trovata nell’immensa pianura
Tra variopinti e profumati fiori

Ho continuato a cercarti in inverno
E ti ho trovata sulle montagne
Tra panorami innevati

Ho guardato tra le scintillanti stelle
Lì ti ho trovata che brillavi
Più lucente del sole

Ti ho cercata negli sfavillanti colori
Dell’alba e del tramonto
E lì ti ho trovata

Ho cercato il tuo viso tra la folla
E lì non ti ho trovata

Ti ho cercata in fondo al mio cuore
Lì tu mi aspettavi
Allora ti ho offerto il mio amore
E tu lo hai fatto tuo.

We will be
       Due uccel(l)i
che s(i)
       rin(k)orrono
   volt (e)ggiando
per il cielo azzurro
         ri(t)ornano
e gridano e (w)iva alla vita
            (o)h

            (b)elle creature
            (i)nnamorate
            (r)identi
e           (d)olci
(s)ospiro

  Al pens(i)ero
Di         u(n)a
Vita spensierata
felice
di un (a)more
u(n)ico
     un nido p(e)r noi due
  (s)enza barriere né vincoli
                          (t)utto (e solamente)
Per noi

Il mio paese di maggio
Nelle ore che precedono
il crepuscolo.

Per il cielo terso,
rondoni si rincorrono giulivi
In lontananza il ragliare di un asino
per le viuzze il rumore di una sega
il battere di un martello,
la voce di un sarto
che dalla bottega ricambia il saluto
Residui suoni di vita artigiana
il sole pigramente si corica
dietro la montagna che sfoggia
il suo verde più smagliante
Per le strade arriva intenso
Il profumo delle ginestre
Pomeriggio caldo e assolato
Il vecchietto con il bastone
Seduto sull’uscio a rubare il tepore
Di primavera risponde al saluto del passante
Un bambino rincorre un vecchio copertone di bicicletta
Un capannello di bambine fa la conta
Con una filastrocca di altri tempi
Una voce triste intona un canto antico

Il mio paese di maggio
Nelle ore che precedono
il crepuscolo.

L’assiuolo è tornato
Son stati lunghi giorni
di silenzio
È tornato con il suo
Monotono canto
Affiorano
Alla mente
Ricordi antichi
Di bambino impaurito
Ambasciatore di tristi presagi
Vicinanza di morte
Nella calda torrida notte
Un refolo di vento
Improvviso
Rabbrividisce il corpo
Una calda accorata preghiera
Che non compia il destino
Il suo corso

Dopo il monotono ‘cchjù
È tornato inquietante
Il silenzio

Risuonano per boschi d’autunno
Malinconici canti di foglie ingiallite
Accompagnate dal lamento del vento
Canti di un amore perduto
Giacente su un letto di foglie
Coperto di fiori
A sera
Risuona il doloroso lamento degli spiriti
Di albero in albero vibrante
Come canne sospinte dal vento
Accompagnati da un muto pianto di stelle
Ritorna silenzioso il bosco
Sotto il nero mantello
Nel profondo dolore raccolto

Una donna stamattina
Mi ha salutato dicendo
Buonasera
Ho risposto
Buongiorno e grazie per il
Buonasera
Ciò dicendo dici che
Io sono la notte
O perché in me essa alberga
O perché convive in me
Lo spirito della morte
Notte e morte
L’identità del mio essere
Svelata dallo specchio
Della mia anima
O son talmente rattristato
E buio
Che la tempesta del mio animo
Ed il nero dell’orizzonte
Affiora alla superficie
Della pelle scura
O il nero e buio volto
Di un passato triste
O nero e buio di speranze
Ormai sopite
Di sguardo perso
Nella nera linea
Della notte
O della morte
Dello spirito

Come foglie le parole vanno nel vento
Verdi foglie di vento di primavera
Come le parole fiorite dal cuore
O
Grigie foglie del vento d’autunno
Come parole di tristezza
O
Secche foglie del vento d’inverno
Come le parole di fredde pietre

Parole che cambiano
Ad ogni stormir di foglia
Fredde o grigie
Oh
Se nel tempo usare sempre
Potessi verdi foglie

Ho usato le fredde parole
Per cantar di morte

Ho usato le grigie parole
Per cantar di tristezza e dolore

Ho usato parole verdi
Per sospirar d’amore

Forse userò ancora
Parole verdi
Per cantare di speranze
E di eterno amore

Per Deborah
Corrono veloci le lacrime
A rigare il bianco volto
Tracce nere
Miscelate di rimmel e dolore
Un amore perduto
Nello spazio e nel tempo
Di un quarto di luna
Corrono veloci le lacrime
E sono lacrime pesanti

Un amore sbocciato improvviso
Su orizzonti colorati
E dolci armonie
Troppo grande
Per due fragili braccia
Perso nelle paure del futuro
Sparato nell’immenso cielo
Vorticosamente risucchiato
Dal profondo nulla
Libere scorrono le lacrime
E sono lacrime pesanti

Le mie poesie
In un libro vorrei raccogliere
Con inchiostro nero
Lo vorrei stampare
In esso il mio amore
Vorrei cantare
Le infelici emozioni
Vorrei chiudere
Sigillati con nastro
Stemperare
La passione ardente
Stendere su di essi
Il velo della nebbia
Ma se tu dovessi aprirlo
Vorrei che i petali
Di rossa rosa
Sgorgassero
Ad intenerire
Il tuo cuore

Quando i colori dell’autunno irrompono
La nebbia invade i boschi
Avvolge gli alberi
Attanaglia i colori
Scende nel mio cuore
Un velo di malinconia
L’incalzante ululato del mare
Risveglia sopiti fantasmi
Ritorna la bestia della notte
Impotente
Mi abbandono ai suoi artigli
Sospinte dal vento
Nere nuvole coprono
La linea dell’orizzonte
Sfumando i caldi
Colori dell’autunno

Un turbine di neve
impazzito soffio di
vento fischia e
turbina intorno
intorno danzano e
corrono i fiocchi di
neve
nella fredda fredda
notte
buttati giù e poi
risollevati al cielo
gira il vento
il mare s’infuria
in un suono continuo
piange addolorato
nella stanza
ferito ferito ferito
il suono del cupo
lamento

Aiuta il vento nella pineta
La corsa delle foglie
Nudi piedi
Fra dolci fitte
Percorrono
L'appassito letto
È silenzioso
Il pianto
Serra il cuore
Accompagna
Il lamento dei pini
Il solitario cammino       

Viola
“Posi
nascosta come viola
eterea tra sterpi e rovi
maternità t’esalta
con lo stesso sorriso
che irraggiava la vita
dal viso tuo che morte scoloriva”

(parole impresse su una lapide del
cimitero di Cerchiara di Calabria.)

Posata nascosta
Tra sterpi e rovi

Spunta Viola eterea
Fiore delicato, ghermito, reciso
Nobile viso angelico

Fosti amata?
Scolpite su pietra
Accorate parole
La vita ti riservò
Cammino ‘sì breve
Strana sorte la tua
Il destino con te
Non fu tanto prodigo in vita
Quanto lo è in morte

Sin da tenera età
Scruto il tuo viso
Per coglierne i mutamenti
Lo stesso sorriso
Che
un tempo vita irraggiava
Anche se morte scoloriva
Non è appassito
Oggi come allora
Ora son quindici lustri
Da quel triste giorno
Lo scorrere del tempo
Non ti ha scalfito

Non ricordo fiori
Sulla tua tomba
Ormai alla mercé
Delle intemperie
Né una mano
Che pietosa
Ridonasse decoro
Alla pietra
Che ricopre
Le tue misere spoglie
Seppur abbandonata
Continuerai a vivere
Finché ci sarà
Qualche solitario visitatore
Che incuriosito
Poserà gli occhi
Su questa pietra
E resterà colpito
Dal tuo pallido
Colore angelico.

Un bambino
Solo
              Davanti al sorgere del sole
              Nei suoi giochi fanciulleschi
              In una stanza vuota
              Su un sentiero di campagna
                                    Alla ricerca della mamma
              A dialogare con la luna
A tenere compagnia alle onde
Chino sui libri in una stanza chiusa
A camminare per i boschi
In un appartamento vuoto
A scrutare il soffitto
In mezzo alla nebbia
                        Circondato da alberi spettrali

Solo
è l’amore dentro di me

In morte di mio padre
E tutto fu silenzio!
Intorno a me solo il fruscio
delle foglie che, dolcemente,
cullandosi nell’aria,
abbandonano la vita
per l’ultimo viaggio.
L’eternità vagheggiata
si dissolve in polvere.
Vana è ogni speranza:
lontana è la primavera
del viver tuo, la china
sempre più ripida,
inevitabile è la caduta.

E tutto fu silenzio!
Eppur, nell’estremo tentativo,
cercò un appiglio,
la mano trasformata in artiglio,
ma tutto fu inutile.
Sentì le forze mancare.
Ebbe paura!
Lo sguardo in atto implorante.
Nulla si può contro il silenzio!
Il frutto ritorna alla terra.
Calano le misere spoglie
nella culla, tutto sarà
lentamente annullato
e, tutto sarà silenzio!

C’è silenzio intorno
Stanotte

Son finiti i canti
È finito il vocio della gente

C’è silenzio intorno
Solo il gracidio di una rana
Di tanto in tanto

Nella mente uno stormir
Di pensieri
Nel petto
Il battito di un dolore
D’amore
Un canto di morte precoce
Di un sole ardente
E di una vita
Non ancora vissuta
Di un amore strozzato
Ancor prima del vagito

C’è silenzio intorno
E la voce dentro
Grida un lamento
Al vento vorrebbe cantare
Solo un muto lamento
Dalla voce dentro

C’è tanto silenzio intorno

Il tuo volto lunare
Sulla notte dei tuoi capelli
Vedo
Scava un solco profondo
Nella mente
E
Mi ripeto
A memoria
La tua voce calma
Vedo
Il tuo corpo lungo le mie mani
Mi specchio negli occhi
Guardo scorrere vorticoso
Il mondo
Brucia il desiderio
In un lento morire
Di
Morbide labbra
Sguardi smorzati
Tramonti infiammanti
Tumultuoso fragore di onde
Vola un pensiero
Si leva in volo
Vola sulle ali di un gabbiano
E si perde
Nel sole

Ho calpestato un prato di stelle
Ho camminato sulla fredda luce
Ne ho raccolto un fascio
Per fartene dono

Ho visto due neri occhi
Spalancati nella notte
Coronati da un pallido
Sorriso di luce di stelle
Che mi fissavano

Ho calpestato un cielo di fiori
Ho camminato e camminato
Per raccogliere un fascio
Di rose e viole
Per fartene dono

Ho visto due neri occhi
Illuminati dal sole
Che mi invitavano
A correre sul cielo di fiori
Tra nuvole e stelle
In un paradiso infinito

Un uccello di fuoco
Nella luce del tramonto
Incanta con il suo canto
Di colori
Annuncio del giorno morente
Il canto improvviso
Del vento che si alza
E si insinua tra le foglie
Pendenti del salice
Trasparenze dorate
Di corpi ambrati
Il mio sguardo ti avvolge
Come nebbia la montagna
Solido scoglio assediato
Dalle onde del mare
Il mio pensiero ti circonda
Come corpo prezioso
Avvolto nell’ambra
Come fonte di fresca acqua
I miei occhi bevono
Avidamente dai tuoi occhi
Il tuo corpo apre il mio cuore
Sgorga il caldo fluido
Inebriando la mente
Stordita da mille pensieri
Che come stormo d’uccelli
Volano a folate
Nei tenui colori del tramonto

Gialle foglie d’acacie
Danzano a frotte
Spinte dal vento
Contro i fari della macchina
Un turbinio di foglie
Come i pensieri
Che affollano
La mia mente
Note
Dolci
Tristi
Di un pianoforte
Transitano a
Rimescolarli

I pensieri
Recitano
La solitudine
Nella notte buia
Il solitario vento
Arpeggia armonie
Con i possenti ulivi
Tra le affollate stanze

Il tempo
Manca sempre
Il tempo
Per far risuonare
I pensieri

Mi son perso il tramonto
La notte è arrivata
Rischiarata dalla luna
La notte azzurra
Trapuntata di stelle
Qual è la stella
Che illumina il tuo viso
In un attimo
Mi investe l’amore
Nella solitudine della sera

Nella mia stanza
Racconto un mondo
Di cipressi in fila
Sentinelle di vitrei occhi
Di sfavillanti albe
Di pensieri che tornano
Del tuo mondo
Così ostinatamente
A me celato
Pensieri che vacillano
Arrovellati dal dilemma
Sarei io degno di te
Se tu mi parlassi
Se tu parlassi di te
Forse
Potrei capire

Lettere su un’antica epigrafe
Cancellate dal tempo
Il tempo fermato
Tra due date
Un tempo svanito
Tra terra e cielo infinito
Un punto perso nel nulla
In un percorso verso l’immenso
Si perde l’ora
Il giorno
Si perdono gli anni
In uno spazio finito
E la mano
Che ha tracciato
I segni lasciati
Su una lastra finita


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