Poesie di Aurelia Tieghi


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Aurelia Tieghi

Aurelia Tieghi è nata a Ferrara tra il profumo dell’uva e la musica degli stornelli
Poetessa dalla mezza età, scrive, perché sono i versi a farla sentire una promessa viva tra i campi
Le sue poesie sono pezzi di sé: di giorni vitali, passi spirituali, sogni, ricordi , focolai dell’anima…

e-mail aurelia.tieghi@alice.it



Oceania
Oceania
arrivi spesso con devozione
con un senso di dono alla terra
come gioco di brughiera
che apre le ciglia all’alba.
Toccami
sai che senza esitazioni
tornerò a cedere al tuo sale
caldo mare tropicale
titano ammorbidito
rutilante dentro
una forza che uso per galleggiare
nell’onda poi mi lascio andare...

Prime uscite
Andare per queste vie cittadine quando
non ci riconosciamo più
volti mascherati si rivolgono al fato
donne
uomini
bambini
trascinati da un vento inquieto
voci e riverberi insicuri, senza fiato.

Sospirano, isole asfaltate
tra ciuffi d’erba
mani igienizzate
spellate dai guanti.
Giardini incolti nei parchi
aspettano
l’era degli abbracci
contatti ancora indefiniti
sono nebbie sopra il sole…

Pian piano
Pian piano sciamano
I palchi, balconi per indorare:
suonate, risate affievolite.

Al tg notizie come noccioline
contano i decessi

Le mattine colme di sole d’aprile
entrano nei giardini di chi ama il cane
e lo conduce…
Giorni
alternati da nubi
Notti
fredde, sottozero
barriere di desideri.

Le braccia, rami privi di fiori
con mani nascoste nel propilene
la bocca soffocata dal grigio
Gli occhi si spostano di lato
stanchi di guardare lo stesso panorama
Il cuore straziato da eroi
che non torneranno…
Tra poco sarà Pasqua 2020

Parentesi ( ) [ ]
… perché nel recinto del tempo si allevano paure come pollame da macello?
Paura di volare verso il firmamento.
Paura sospesa nel dormiveglia
demone
mascherata da angelo.

Paure nuove
attorcigliate da ghirlande di crisantemi
Paure indefinite, acque scontrose.

Paura arricchita
pulsante
che filtra nella sera deserta.

Paura d’oltreoceano sulle reminiscenze
Paura di latta, scarlatta o
spessa, come la pietra.
Paura scottante, scomposta, poco distante
crudeltà primitiva...

(non “gettare la spugna”mai)

Oggi
gli alberi, hanno gesti gentili
ricaricano il soffio del mattino
Alberi
con i rami spogli contemplano luce
afferrano salsedine
sempre coraggiosi nel fuoco del sole
tra pianti del mondo…

Blanda risacca
Blanda risacca
goccia sulla bocca
sale nella lingua
dentro una folata di verbo serale
Imminente
una foglia caduca
dal volo finale
che dispiega la linfa
invitante.
Chissà
forse potrò
sentire ancora
un riversare
di cascata
ispirata
dal fondale
ri-verso nel mare
un fiume di poesia…

Amore
La tua verità ritorna, può fare male ma
talvolta, tra rintocchi di campane
entra in salotto s'accomoda
con limpidezza

Umilmente azzurra, scorrevole acqua
cambia tono con riflessi verdemare
purificante sale al cuore
per sostare...

Un rivolo
Un rivolo Scriba
cola
nel callo della primavera
Un flusso
quando il cuore comanda
Un rivolo silenzioso
tra le primule
è fiume in piena...

I mille perché
Qual’ è la forza che ci tiene-----che sostiene, l’immensità dello spazio?
Una ruota, come fossimo nel cerchio di hula hoop primordiale
Ruotano i mari ------------ruotan terre, soli cuori, alberi, fiori
Venti solari condensano---------mille atmosfere aurorali

Ci si chiede perché ----come siano possibili tali esistenze?

L’universo-----------------è un grande cerchio d’amore?
O solo l’inferno di stelle che esplode------implodendo?
Forse, unicità magmatica o---sfera vitale e devastante?
Mai si saprà l’inizio, la sua fine-----si potrà forse scoprire
immergendo navicelle nei baratri----------dei buchi neri?
Faxsimili planetari sembrano, ogni volta-------- toccarsi
diversificano-----------------------------------senza mutarsi
pur distanti anni luce--------emanano aloni privi di piume
saettano-----------------------------tra miliardi di galassie
sassi scalpitanti--------------possono scalfire ovunque
o colpire all’improvviso---------------dilaniandoci.

Salutarsi
Salutarsi sul sagrato della chiesa
ridere
gesticolare tra i gradini sbrecciati
con una borsa della spesa al macigno.
Con i tuoi pensieri nelle mie mani
mani rugose
su raggi trasversali
dita- tra- dita
che stringono imbarazzi di lacune
Salutarsi
con un “ci sentiamo” nell’addio…

Alberi spogliati dall’ocra
una cascata naturale
la bufera viscerale anima il vento
giunge al canale degli occhi

Dentro la pigrizia d’ottobre
Il tappeto della quercia
si congiunge alla terra
brancola ancora nei colori del sole

Strada

Strada
aspettami
arrivo da te
ad ogni ventata sconfinata
mi togli quel non so che
quell'affanno

L'azzurro e il mare ti affiancano
affetto e passione vincono
Corro spesso là tra
i sogni agognati, illuminati
come presepi

Strada
ti rincorro innamorata
sopra quella volta inebriata
dalla tua meta.

Chiedo
chiedo un ponte
per innocenti
nella giusta posizione
un ponte dei miracoli
per non spiegare le ali
un dio dell’assistenza
una mano grata
uno stabile cavalcavia
dove scivoli la via
della sicurezza umana

(E’ CHIEDERE TROPPO?)

Chiedo una via vera
una giustizia
una preghiera
per non inciampare
nel dolore…
(non ho più parole)

Mare d’estate
Un tempo pieno di corallo
porta l’estate al mare.
Sabbia salina accoglie
orme bruciate dal sole
un flusso di folla bagnata
cavalca l’arena afosa

Ondeggiano
orecchi scottati dai cellulari
gonfiabili multicolor
sciano acquatici principali
A sera il mare
rastrella il raccolto.

Gelsomini
attesi germogli nascosti dalle foglie
ora rubano all’eterno
l’invadente vestito del mattino
a perdifiato s’allungano
in giardino, volano
riflessi opalini su capitelli assolati
gesti dolci dell’odore
scultore vigoroso nel risveglio delle api
balsamo
a pronunciare, preveggenza di terra…

**
Comincia tutto dalla mano
fratello
quando apro il tuo pugno
per guardare l'umano

Glicini
Ricordi
noi due
sotto la pergola?

Sulla facciata
esplodevano potenziali
le nostre fioriture.
Noi, ipnotici profumi
allestivamo la casa, poi
tra una folata e l’altra
cento petali caduchi
come sempre
presero il volo…

Ma tra non molto
nasceranno sull'inferriata
i nostri gelsomini…

Giorni
Giorni d’aprile
magnificat mundi
cantico del fiore
essenza nel vento
l’anima armonica
mistero e dolore
nel ronzio dell’acqua
germoglia il volto del sole
signore
oceano universale
tardi ti ho amato
-Sempre t’amerò.

Poesia
onda d’amore
libellula che parli
eccomi in cerca di te
con fili di seta
esaltante più del profumo
una voce di lettera
mi guida dentro la tua gola graziata

lungo l’eclittica io e te siamo
corpi nell’anima del giorno
voli pindarici
che tracciano suoni di campane
pentagrammi nei sensi
in appoggio di certezze.

Con polvere rossa
sul collo e sulla schiena
intarsiamo ancora
archi d’energia
ogni volta
le tue labbra nei versi
sfrigolano di passione

onda d’amore quando mi manchi
guardo in fondo al mio cannocchiale
dentro quella musica strana
a scorrimento
fiumana.

Orologiaio
Mio orologiaio
che aggiusti l’orologio nei dettagli del cuore
mentre camminiamo sugli ingranaggi
che ora è?
Entro poche ore prenderai il tè
con me
tic tac_tic tac
la tua vita s’avvita
ancora alla mia

Svolta
l’ora
segue i nostri passi come se andassimo
verso ciò che avverrà
ma che importa dove?
Sorvegliamo la porta della nostra realtà
apriamo un passaggio
al viaggio dell’orologio
prendiamoci cura di questa avventura
Ci reclama la vita…

Plancton
Oggi nuoto nel tutto
del plancton fluorescente
luminose scie
piacere della mente
climatizzano il bagno
alla veemenza.
Mi coprirò di squame!

Moti
Ascolta come ti batte forte------------------------------il mare
inspiegabile ritmare con il suo spesso ricolmare di sale---- perdersi
gettarsi nella rena cruda-------boccheggiare per non annegare, ritornare
Nessuno è perfetto quando------------------- marosi equilibristi
diventano tempeste migranti-----------------------più blu dell’indaco

Ascolta ora come ti batte forte------------------------------- il mare
Il suo sigillo acquatico--------------------------- tra correnti di gioia
finimenti responsabili--------------------------------nel rumore vitale.

**
Il coraggio
sulla terra, si sprigiona all’alba
quando l’aurora si svela al bagliore

Il coraggio
del tempo favore
accompagna la paura
nell’ora migliore

Il coraggio
regge il grande valore
di un segno che parte interiore
Lottare
Svoltare
Poetare

Danzava un vento impercettibile
Danzava un vento impercettibile
senza tormento
gli occhi mormoravano lentamente
d’amore
mentre l’udito
si sentiva accarezzare dalla musica
e il cuore
ritmava al suo volere.

Poesia in “rosso”
Ridipingere quei lividi
di pugni sul viso
fare fotoflash per non soffocarli

gridano
gridano
gridano

anche dal cielo
le donne
onde sonore universali
mandano saette

-Si sentono intrappolate?
quando sui barconi le gettano ai pesci con i loro figli?
Annaspano ancora contro quel giorno gelido
sbattute contro la porta?
o appese agli alberi con il cappio al collo
accoltellate nell’anima?

Fermate le violenze

delitti di draghi rossi
nei cervelli decomposti
di morsi incatenati alle mani
di piedi che calciano l’amore
armi da taglio nello stomaco
falò accatastati
sulle maree lunari

Fermate le violenze

bruciature sulle streghe
secoli di stimmate
alimentate dal dolore.

Osservare la neve così bagnata cadere sopra il casolare
alberi spogliati imperlinati
diramano una cascata innaturale
nella bufera viscerale ansima il vento
giunge al canale del silenzio
dove s’ancora mestizia
Ghiaccio
pigrizia
di novembre
brancolano nel grigiore della sferza…

Foglie affannate volano
Foglie affannate volano
stelle sulla fronte
nell’autunno liberato
si mischiano ai tepori di stagione
ancora calde
al vento della transumanza
sulle radici della terra
come cavalli del Bisbino
s'incuneano
fra le zolle del tempo…

**
Plasmare profumo
di speranza
sulle dita, sabbia inumidita
in azzurro
levigare
l’opera bella
vestendo la stella
del domani
-mettere le scarpe alla pace…

Corri ricorri scorri
Ciao estate
tra poco te ne andrai
il sole sbiadirà
sull'orma del grano
ti poserai seme
papavero
tra i campi
L'autunno con il tempo
avvolgerà la coltre
su di te...

**
Sussulti e
corse
forse
correvo già nel grembo
della terra
correvo verso il mare
da miliardi di anni
verso la ricerca
di te
speravo
correvo
intorno al globo
con la voglia di donare
correvo tra le nubi
nell’immensità solare
saltando fossi
nelle cavedagne del Po
sulle campagne del bello
con il desiderio di raggiungerti
m’aggrappavo
sulla strada
dissestata
del bene
correvo
con gambe tenaci
sullo scivolo della neve
e sul tuo volto traguardo
“Padre”

A te
cara arte che
cerchi la tua ispirazione
comincia il percorso
trova nuovi progetti, plasma oggetti…
segna con il polso di matita quel segmento
che forse inizialmente sarà maldestro
Vola sentimento
la tua frenesia
come una forza che scorre
forse s’affaccerà infinita sulle mani
domani
un tesoro fiorirà tra le dita

Donatrice
sgorga il tuo
sangue e
carezzale sia
come il vento
quando accompagna il bene

L’abbraccio
Avevo bisogno
del tuo abbraccio
ho vissuto
come in un bocciolo
avevo bisogno
di scorrere
sentire
la vita linfatica
in quella stretta
senza fretta
assorbivo radici
respirando
i nostri esseri
incontaminati
forze sprigionate
unico fiore
unità
umido calore
i nostri
geroglifici.

(da, emozioni su carta)

Avevo bisogno di nascere...
Nata a gennaio
agli inizi
il lago
mi abbracciava lento
dentro un sangue creativo
acqua
terrestre
singolare
enigma
di vita:
astri si riunirono
con la firma del firmamento
molecole
cellule
libere
mi costruirono
calamitate
dal cielo magmatico
Nata
in una notte di
fitto nevischio
con il rischio di cadere
fuori dalle braccia
della paternità
Nata
ammaliata
dalla fragilità…

Nel tempio del tempo
una piccola poesia
non so perché
m’avvinghiò
s’appropriò di me
mi entrò dentro
mi fece sua, ne
scaturì una fonte che
mi baciò l’arsura dei capelli.
Con chiari zampilli
trasparivo dai visceri e
lungo i rivoli delle vene,
allora incerta, entrai
nel fitto bosco della verità inumidita.

Polvere di stella
che voli
sul dolce

voce vanigliata

quando t’ascolto
assaggio
il tuo sapore ingenuo

Figlia di chi


dell’albero genealogico?

rami materni
fogliami interni
rami paterni
scorzarossa o
sangueblu?
sangueamaro o
sanguedolce?

dolceamaro?

figlia dell’occasione
figlia di un re minore
figlia di nessuno o
figlia del mondo?

figlia del cielo o
figlia del mare?

figlia dei fiori
figlia delle stelle
figlia dei dolori
figlia del bene o
figlia del male?

Figlia della vita…

Va o pensiero 2017
nella notte sul bosforo
la cariatide reggente
va con la mente
al lacrimar della volta
va o pensiero
guado
alle rive riflettenti
in tondo tendi
la mano al mondo
involati dentro note delle gole
infiora
il planisfero delle creature
quando ti stagli sulla terra
va o pensiero
guida il rubino della stella
incalza l’aurora.

Tatoo
Mi tatuavo di te
inchiostro primitivo sui pori
entravi nella carne
con vene imperlate.
Nere fonti sgorgavano
da criniere leonine
il tuo nome era per sempre
vita- dolore
Mi tatuavo di te
amaro sapore
scorrevi a fiumi nel cuore
Mi tatuavo di te… segno oscuro
imperituro.

(Oggi provo ancora il tuo
statuaggio
statuario
incancellabile)

Aldilà
Aldilà di situazioni giuste o sbagliate
c’è la grande distesa di Nettuno
ci troveremo lì
con amicizia, mio bene
escursione
ancora verso il mare
questo è sempre un buon inizio
quando
al tempo, spuntano le ali
e i nostri giorni autunnali
volano con lui…

Camera da letto
nell’azione delle stelle
il cameratismo ci culla
come il bel sonno
che ogni volta
si risposa con la parete
sopra l’alzatina della rete
un grande santuario
nelle notti perenni, ci accoglie
mimetizzati dalla luna
ascoltiamo la libertà delle fatiche.
Il sostegno del letto, accosta le rive
quando lenzuola profumano di bucato
l’aria tiepida del giorno entra nel silenzio
con vele gonfie noi
stiamo sottocoperta
abbarbicati al materasso d’acqua
due naufraghi, che cercano l’approdo
nel fiume mosso dei benedetti. @.

Meditazione
disciplina
della sete
è bere
ogni minuscola
goccia
di vita
ogni prisma
cuneo spontaneo
portatore
di nuove forme

Radici alate
posso abbracciare
quel dono ospitale
spirituale
sgravato del tempo
-Lunga vita all’ape terracquea
liberata dalle catene
volo d’ insieme…

**
Piove spiove
in alto nuvole-aria
invadono il cuore
in basso terra-acqua-foglie calpestate
interrate
interminabile sonno d'autunno
tocchi pesanti e leggeri
Ascolto la canzone della natura
pura virtù che conosco

L’amore è un luogo shok
Notte
colma d’universo
Stelle
alla luce dei sensi
si dividono consensi.
D’improvviso la terra cede
agli occhi del cielo
direzioni e pulsioni
guardano l’orizzonte
puntano i piedi palmati
e dopo faticosi distacchi
sul magma del cuore
si fanno scelte soporifere
fin quando le nuvole s’addensano
al nascere di Eros
fulmini, saette
rimbombano al suo volere
Amore, continua imperterrito
guida il carro del sole
galoppa
sulla scossa tellurica
lungo la costa del mare
attraversa lingue di fuoco-

Ferrara in bicicletta
Lemme lemme, Ferrara
mi hai dato i natali
anche se le zanzare nelle valli
sono torme con le ali.
Il respiro generoso
mi abbraccia al polmone delle mura
dove ci sono cicli, che depurano il pulviscolo

Ruoto in tour a corso d’Este
ti ritrovo sulla Porta, quella degli Angeli!

Sosto da te, a Palazzo Diamanti
quando la rete agli specchi dell’arte
m’avvolge nei marmi incastonati.

Ciao, bel Castello Estense
radice nel fossato del tempo
bastione ti sporgi
da feritoie mi guardi.

Lemme lemme Ferrara
indosso il mantello
quando il Po, m’accompagna
entro nebbie fitte della campagna
i pioppi in fotosintesi aprono il varco
Posso restare ancora nel tuo parco?

Stragi
Sapete…
cos’è
quest’ora d’aria
senza successioni
quando
i nostri cuori
i polmoni
tornano ai tempi
alle stragi d’innocenti?
Ticchettio d’esplosioni
lancette d’orologio
che restano imperfette
Oceani burrascosi
dalle cortine ingiallite
trasportano
mercenari di scempi
aculei
irradiati di stermini
fondono
tappeti di sangue.
-Scalpitante
Il peso delle lacrime…

Allarme bomba 19/6/2016
Allarmebomba!
transenne
a Bologna
oggi
c’è il meno del male
la strage è stata scongiurata!
Una valigia dimenticata
non è deflagrata
Non sono le diecieventicinque
ma
non si vince
quella paura del salto…
-Medaglie d’oro
son sempre lì
nella calura di quel dì
due agosto…

Viaggiare
infinita
mappa stradale
l’universo nello sguardo
il ritmo del cuore batte musica
riempie i polmoni di spazi
inizia la via avvenente
per amanti di terre nuove
viaggiatori
con il viso fuori
si va
a spostare l’orizzonte promettente
turisti
piumaggi nel destino
s’allontanano con le nuvole
come anime in ascesa
in cerca dell’oro…

*
La sera

il primo maggio
è un culmine di rosso
ne assaporo il grande spazio
annuso l'invadenza della storia
il suo mormorìo sociale
è memoria, è un canto stellare...

Piove
piove... piove... piove...
sulle rose svogliate
piove
fra le nidiate
sopra case risanate
piove
sui tetti
e i gelsomini
piove
nel cesto di ciclamini
piove... piove... piove...
è un concerto diurno di trilli
dove ancora riposano i grilli.

**
Croazia
d’acqua tiepida
intrepida
sul vasto mare
iodio e sale
azzurro specchio dell'indaco
tepore d'onde e di spume
quando sarà il buon vento
due volte potrò tornare
alla spiaggia bianca stellare
ci sono i nostri corpi
negl’ incavi dei seni
in arti che s’avvinghiano
ci sono bocche che aderiscono frementi
e palpebre che estinguono
gli occhi del tempo.

8 Maggio
Sei sempre lì
a sondare il mondo
della mia radice pargola
nel tempo che incornicia
il tuo alito sul collo
vibra
fino al midollo

Sei lì
nell’età del bronzo
umana solidità
linfa che sparge
pioggia
pietà

Fiumi di sangue
fioriti negli occhi
anno per anno claudicanti
mutano il tuo viso scarno
dipanato ogni dolore biblico
lungo
la tua
longeva
gravità
che sfida
il mio volo
d’ ansietà
nel fieno caldo
dell' abbraccio
il giorno s’alza per te
con la ninnananna…
                         auguri Mamma

Stelle
si sentono
i balzi dell’ora
quando il tempo
riaffiora
sognando
la costellazione
a spasso
al confine dell’essere
sulle creste dei picchi
le pleiadi si fermano:
-misteriosi lumi sui monti
incendi
nelle notti d’amore…

Vecchia fotografia
pensieri
portano amori di spiagge
che riposano lontano
s'inoltrano in cumuli ribelli
intrecciano capelli
scompigliando il cuore

pensieri
velati dai pizzi
aprono pezzi di ricordi
qui, hanno trascinato l'ultima onda
che resta nella goccia di un rimpianto...

A tu per tu
a tu per tu con la notte
nel frutteto della passione
volerti
spogliarti
al tema dei gesti
cullarti
sull’amaca dell’acqua
desiderio
leggerezza
oasi d'estate
bacio
carezza
nella casa con vista sul fiume
che circonda la terra
non c'è posto più sicuro
amore
lo giuro
lo giuro
quando rincaso al mattino
premo il tasto
play pulsazione
per sentirti vicino…

Canto con ogni stella
come umile corolla gentile
ogni forza di canzone stesa al lume
mi rende esuberante
scolla il dolore
e l’ entusiasmo
fa capriole
sulla massa dell’indaco
mi salvo
dall’incendio
del rogo terreno

Evoluzione
Veniamo da quell’unico salgemma primario
disciolto oro bianco nel magazzino vitale
fra immersi campi di coralli silenziosi
vortici di creature fluttuavano
protette in affondi morbidi dell' ondeggiare evoluto
Poi con tentacoli e squame di dolore-amore
sulle rive sabbiose
siamo stati presi per mano
e ci siamo persi nelle radici dell’umano…

Il vento entrò fecondo
il vento entrò fecondo
con leggerezza
portando la carezza
della vita.

Ho ricevuto
Ho ricevuto
margheritine dicembrine

Nipotine

bottoni bianchi e oro
aperti sul cuore.

Il cielo
eredità della natura
poggia sulla distesa dei campi
sulla totalità della terra
può contemplare il creato
mentre il sole picchia
e schiaccia le menti

Le tue mani...
Sento già nelle tue mani
il principio di emersi fremiti
inspiriamo l’eco dei nostri sentieri
coralli affiorati circondano il petto
nel calore delle stelle
la tua mano soffusa attraversa il midollo
pompa sangue un profumo di rose spinate
L’edera dei capelli ci prende dentro una serra corallo
generiamo attimi e pulsioni che carezzano i fianchi
del nostro immenso porgere
Tutto, è nel rumore del battito che non comandiamo
sei tu, la marea crescente da mille e una notte
così ci salviamo
respiriamo
bocca a bocca

Duemilasedici
... e continua l'alto bagliore
l'altro cammino
verso te
anno nuovo
specchio di pallidi suoni
l'astronave tra le stelle
riemerge
e tu
imberbe
assopito
ancora una volta
stiracchi le membra sul mondo
avrai occhi fratelli
sui fardelli del tempo?
sarai un nuovo maestro?
-insegnaci...

Periferia
La forza del Pilastro
nell’orlo di città, ha
denti stretti
inciampi nelle pozzanghere
donne e uomini imperlati di fatiche
forti piantatori d’alberi
tra alti caseggiati
sul territorio delle stagioni.

Sconfinati bambini sorretti
dalla scheggia sociale
cominciano a respirare
orti di sole, duraturi e pazienti
nei pezzi di terra rimpiazzata dai semi

All’incrocio
un pilastrino di Maria
vigila le rose nei toni del semaforo.
Il teatrino rotondo
un mondo
sorride al murales
abbracciato
al muro sbrecciato.

Occhi orizzontali
lungo parco Pasolini
hanno un rallentare pensoso
tra l’ossigeno di periferia
pare, ci sia
una via, oltre i filo spinato delle differenze
avanzo sulle presenze
del nuovo corrimano urbano
dove spicca il volto umano
del giorno.

**
Assumi i colori delle foglie mature e abbandonate - mentre
uve inebriate, s’abbeverano di succo nella tua dimora
trattieni la pioggia pigiata con l’odore fumante
umido di vendemmia e vincotto
nottetempo, stai sulle bacche ancor vicino ai
nuovi rossi che sfumano
orli…

Emisferi
Siamo mani
giostra in movimento
emisferi in aria
misteri -
tu il giorno
io la notte
siamo
prese arrese
io e te
inevitabilmente
lontane e vicine
mezze sfere celesti
che ricevono la stessa luce delle stelle.

Fuochi
-Pim! Pum! pam! Ta ra tataaaa!
Ultimi fuochi ammalianti d’estate
scoppi graffianti
fontane di cielo
scie screpolate sibilanti
nella notte s’alternano
rossi e verdi raggianti
stelle filanti che
sferrano colpi
razzi
nel vento
occhi sognanti
tizzoni di luce su astri regnanti
brillano alla luna festante
poi cadono in silenzio
al suo valore gestante-

Occhi
Occhi verdi
finestre sull'anima
i tuoi occhi generosi
vibranti di colore
occhi
un buon posto per
chiari pensieri
occhi sgargianti per te
occhi veri

Settembre
suona
aria settembrina
in punte di raso tocca
le acque dolci del lago
fuggi dalle parole
per entrare nel cuore di un angelo
e sostare sull’amicizia dei giorni.

Ferrara
città natìa
artistica cultura
calura estiva
sul rigo d'aria
il mare è prospero
placido il Po
dalla campagna
avvita intorno
pioppi altisonanti
partigiani
storici pianti...

La mia casa è sempre il mare

il suo liquido m’ appartiene
ne sento nuova forza arrivare
l’ onda azzurra corre
la chiamo murena elettrica
vivido lume veleggiante
nel tempo spazio temporale
al flutto d’anima lunare
continuo è il rimirare del suo labbro salato
vibrante marea m’investe con il velo del cielo
aggrappo quella calamita
che appare filigrana di vita
anche quando il vento mi trasporta dentro le fosse
in correnti lontane a pronunciar parole sulle acque ricolme
a suggellar tempeste che non ho scelto…

Si ascolta
Si ascolta una forza creativa che ti abbandona
le onde diventano montagne
si sgretola il mare
la tormenta s’impossessa di te,
gocce e saette si spargono alla valle delle acque
mentre una fumata nera segna il declino
aspettiamo segnali di fumo chiari: habemus poesia…

Salviamola questa ineguagliabile Terra...
Terra pallida
terra tremebonda
sfera dei nostri cammini,
simbolici linguaggi
cantano nell'aurora
radici a presa
con polveri del domani
ancora da sfruttare i
nostri riflussi umani
movenze precise
aspettano, la nuova civiltà
nell’universo ingolfato
possiamo ancora salvare
sostenere; è
non farle male
Forgiamola
con valori cristallini
facendola rotolare nel cerchio blu
simbolo del cielo terso
chiudendole gli occhi
degli orrori.

In origine le mie parole
In origine le mie parole erano magre
sul foglio diafano
all’addiaccio
poi via via
s’alzarono
allo scoperto
sulla volta celeste
divennero sempre più alte
inclinazioni d’ esclamazioni
- palloncini colorati –

Aprile
un mistero d'ispirazione
sempre l’avvolge alla stagione
giunge pian piano con i praticelli dell’infanzia
si riempie la sorgente di boccioli e un torrente vitale
con le stesse tonalità dell’allegria, risveglia
un battito di cuore salta selvatico più degli altri
-nessun dolore la castiga-
attinge colore dal risorgere del sole
che gira e le ripassa intorno / stella ocra, viso di cielo.

Nelle braccia della dura terra
Radicati al fondo vita dell’arte naturale
gli ulivi
nei mattini agresti
dopo volute lunari
hanno dialoghi invisibili sospesi
con elementi musicali
un sussurro d’ali
Eccoli puri
sempre sfiorano l’azzurro
sono ricoveri di linfa per nutrire
torrenti di bisbigli scavati in rugose venature
respirano piegati dal colle al mare
quando un bonario sole
tra le argentate foglie sui rami sale
Ad ogni tempo le mani giungono
lisciano raccolti e pregano
infinite grazie d’ essenze nei frutti.

Terramadre
sangue emiliano
baciato dal sole
terra cortese
scarlatte pianure
lago accogliente
che origini figli
lascio i boschi del daino
per stare con te
sulla tua spina dorsale
sopra un solco di mare
terra
puoi ascoltare?
Rimanga con me
il profumo di spiga
di zolle di sangue
rosso torrente
terra emiliana
fonde radici
papaveri in fiore
sono sul campo
nel tempo rapace
creano pace..

Cristalli
Luna di marzo
al topazio imperiale
sei il minerale
attivo del cuore
magia che conduce
allo scioglimento
disillusioni…
Brillante topazio imperiale
sotto il sole occhio di falco
incoraggi la primavera di quarzo
bianco silicio
piccoli cristalli
corniole di volontà.

**
Ma dove sei amore
in una coppa di sole?
o in un morso di pane?
Ondeggiare tremuli
come candele
al vento del tramonto
- Piccoli lumi nello spazio della sera.

Quando
quando ti guardo
mi tuffo
mio oceanico
quando
t’involi
m’inebrio
schiumoso
mare d’alba
palpiti
banderuola liquida
ogni piccola follia
mi porta da te
al turbinio del tempo
quando colmi il mio carrozzone sognante
e plani tra gl’ iridi
sorreggo il velo della tua marea
quando mi trasformi in verdi incisioni cristalline
un arcobaleno s’alza e
danza, sui tuoi flutti di sale.

**
buongiorno
neve
sei piuma
da ore
orbiti
graviti
pianeta
del sogno
mentre
t'impossessi del grano
ci porti la tua mano giaciglio
t'allarghi cuscino
e stanca ti stendi.

**

- oggi il cielo
piange ambra
a dirotto con il vento
su millenari strati
sulle sementi
di campi sterminati
sugli steccati di legno
parchi cristallizzati
hanno pioppi spogliati
dimenticati
dal sole -

Chiedo
Chiedo alla vita
un albero
con frutti di poesia
per raccogliermi
sulla via dei giorni.

A mio padre
Ho visto
due
sulla sponda del Po
camminare
sottobraccio
ai margini di grovigli d’acque

Impronte noi
quando

l’incomprensibile ci ha dissolti
e non siamo più stati
da nessun argine accostati

ma ora siamo qui
legati
alla scia di versi riversati.

Passaggio sul Po
dopo il governo dei fontanazzi
Il Po è l’ incoronato
Il dolce gigante
continua a cantare, danza
tra valli e canneti
orti e lagune
plasma versetti
riscalda al tepore
dei grandi casoni
mentre io
vagabonda
getto sassi ai canali
la chiatta gli scivola addosso
rema ogni giorno sotto i ponti
trema, nei riflessi dell’airone rosso
con la chiave d’ogni volta
d’ogni sua ansa, l’olmo
ritrova un paesaggio irrorato
dove semplice cerchio è la luna
stella all' orizzonte del grano maturo
colleziona il manto dell’imbrunire
il Po
parco naturale d’ogni suo galleggiare
luce migliore che non può morire
trasporta
resiste
respira
nel polmone adriatico.

Scrivere
Scrivere una missiva d’amore
sull’onda della risacca
quando l’acqua scompare
e ritorna col ricordo
travolgente
viaggia nella mente
col pensiero dolente
lascia alle saline
il cuore.

Sereno
oggi il sole è luminare sui tetti del fare
l'aria che giunge dal mare fa navigare
instancabile stella dell’acqua ripiega le punte
apre l’umore veliero verso l’immenso;
libertà
che prometti
in dono
la vita…

**
Sto risalendo faticosamente le scale
in atmosfera del camminatale
la stalla
la sacra famiglia
l’alberello
le candele
addobbi alle sere
Ho steso un tappeto rosso
sotto inclinazioni della stella cometa
una magia attraverserà le mie foreste pluviali
steppe tundre e banchise polari…

**
Sono chiome le
onde
sempre
sulla zattera del mare
sono cuori del mondo
incontaminati
che viaggiano respirando
nell’amazzonia del vento
sfidano l’aria…

**
Albero d’autunno
asilo dell’anima
sei un vivaio
ancora rugiadoso
arde in te la luce
-ti attraversa
come lingua di fuoco
mentre il giorno risorge
il vento irrompe tra le foglie
le agita, le scioglie..

Nazca
dove non abita il vento
tracce segnate dai sensi
enigmi o misteri
da decifrare
splendori sconosciuti
che balzano agli occhi
più belli della bellezza
nei geroglifici siti
non cammina la pioggia
tra le pietre rimosse dai tempi
fanno eco voci incombenti
fatiche, ragioni antiche
sulla piana deserta del mondo
la terra dei segni
dove spaziano strade con linee di cielo
                                             s’è inciso l’umano…

Collane
Colleziono collane
ricicli creativi
fili
fai da te
sul decolté
più di una volta
passano alla testa
pietre dure
su insenature a v
quarzi rosa e sfere
perline di fiume
madrepore viola
vetri e pagliuzze d’oro
danno influssi arcobaleno
liberando le spalle
quando s’agganciano
dal petto al cuore.

Collezione di bambole
enigmatiche,
arte senza tempo
quando vi guardo
è intrepido il batticuore
Orme infantili
riviste di bambina
ancora in mostra
dentro la vetrina...
Aver vissuto un passato che
non si può raccontare.
Veri oggetti ma
vi regalo un cuore…
Accedo
fra gli scavi di angoli bui
come scaturiste vitali...
Perchè non raccontate i vostri giorni?
Vi hanno amate, odiate, derise?

L'ultimo giorno
L’ultimo giorno
d’estate
ha la sua voce
la sua dolce nudità
una bicicletta verde si perde
tra le stoppie di vecchi girasoli

l’estate si perde due volte
al freddo della sua paura
copre la testa
con la prima sferza
d’autunno…

Nudo
ho il foglio
nudo e crudo
di questo mio diario
bianco candito
si estende come pura
corona di lago
la mia grafia da salvare
mentre riemergo a guardare
la vita vera
(partecipare al
concorso
per caso
così casomai…) magari
sempre nuda sul foglio
per chi assimila;
la mia vita
si spoglia
scende giù nel sudore
più eccitata
appassionata che mai
prolifica amore.
La pace
al sorriso lavora
sul versamento del sangue
sulle insidie del tempo
che ne faccio del cuore
ansioso dell’età?
nei suoi palmi le stigmate
- lunghe dita, assurdità-
Che ne faccio
di questa piccola odissea
di questa mia calligrafia
pescata dal cielo…?

L’estate
corre
trotta
galoppa
al sole saetta
fragorosa
cascata si getta
compagna alla campagna
freme fra i chicchi
mitica di campo
terra cielo
e petali rosso- ocra
oltrepassando l’oggi
vive ancora
vola
corre sola
-un silenzioso miracolo di lucciole
-radente freccia alle rondini
L’ estate
con pioppi stagliati sull’attenti
come impalati sergenti
impotenti alle gocce delle nuvole
perché…?
L’estate
a passeggio con Odino
ha un canto d’alberi cosmici
l’estate
che saltella e s’ascolta
che non è ancora finita
lui, può trattenerla
tra le dita…

Non oggi… mio gatto
Spirare
eh no!
non oggi
non si può…
la crocerossina geme per te
il detto era che
stringessi sette vite.
Una vita
l’hai consumata quando sei sceso
a pipistrello dal davanzale
togliendo quella, ne restavano altre…!?

Ti ho visto barcollare
bruciare
respirare a fatica
sulla ciotola ormai vuota
nel gioco obbligatorio della vita
hai lasciato andare
così semplicemente
su quel divano blu, sdrucito dalle unghie
guardo ora il tuo passaggio
al mobile dipinto verde antico
m’aspettavi...

Le magiche pupille
laghi lucidi d’acqua e di cuore
hanno scoccato ultime note silenziose
orologi stonati
sgorgano
in un giorno afoso d’estate
memorie
lacrime
vedo vacillare
riducono
l’ addio
immenso mare!

Quando i fogliami
quando i fogliami
inizieranno a dipingere i rami
voglio dare un cognome e
un nome proprio
all’ albero
per una nuova discendenza
dei sempreverdi
voglio sia
l’imperatore della natura
nominato
da terra e cielo
in un eccesso coronato
avrà il possesso dell’aria e
di tutte le piste ciclabili
inviolabili dalle marmitte
Voglio sostare vicino
a quella figura regale del tiglio
-il figlio
dal tronco fragile-
ombroso e silenzioso
che sta di rimpetto casa mia
... alberografia
sempre ti amo e ti chiamo
con un sussurro…

All’Elba
esco
con i tuoi doni vessilli
-stola di seta sulla pelle diafana di baci
-il foulard bicolore stretto alla gola
-un gioiello madreperla che punge il petto
- scollata alle braccia la veste di lino
un capolino di rosa scarlatta segue la traccia
dell’abbraccio di cielo che non basta…
dimmi
perché non si parla d’amore?
perché hai impresso al cuore l’ esilio?
qual è la verità?
come ci alzeremo?
ti seguo tra i raggi di luna
dove una piena d’amore per te
m’attira sul mare aperto
ti vivo a redini sciolte
emozioni vanno e vengono come nuvole
un risveglio
una divina presenza
in questa notte d’oltremare
c’è qualcuno che mi sorprende
sentirne il tenero mormorio
bevimi amormio
in tale arsura estiva
aprimi
sosia dell’aurora boreale
fenice per risorgere
madrigale
favilla
sul ventre palpitante
ammareremo ancora nell’ azzurro
fino a Capoliveri…

Alla stazione di Bologna
manifestano gli occhi
nell’alta velocità del tempo
quando
a sobbalzare sul nodo ferroviario
era il grembo
dopo il boato
la strage
spaccata la piazza
Medaglie D’oro

Orologeria grigia
tra arrivi e partenze
in sala d’aspetto
avvallamenti ed eruzioni
di cuori e polmoni
di grida e di ossa
di sangue bucato
Il vento non scherzava
sibilava nero e deciso
sulla terra
rogo d’ innocenti
E tu, piccola
culla di ventre
vulnerabile
minuscolo nido a conca di liquido amniotico
nel tuo chiarore speciale
che pazientavi per un mondo migliore…

Quasi un ri-mar sulle donne
Donne
vestite di fiori
donne
sull’onda dei colori
tacchi a spillo
e scarpe ballerine
donne
anche sulle mine
donne che gettano l’anima
donne allo specchio che si cercano
donne partorienti
doloranti
sui ventri emergenti
donne e tenerezze
che inseguono carezze
donne bambine sognanti
dietro le vetrine
donne
donne
donne
tra pantaloni e gonne
donne
lacrimazioni facili
sentimenti gracili
cuori silenti
rugiadosi e trasparenti
donne naturali
albeggiano vegetali
donne tristi
dai ristagni idrici
quando il cielo s’abbassa
nel ballo della vita
donne in camicia
sui balconi d’aria e luce
donne di pelle tenera
piccole rose e alcee
ventate d’allegria
donne in rinascita
arbitri del se…

**
Una
lacrima
amara
rincorre
il sorriso
(
)
si toccano
volando
come
bandiere
di vita

Sirena
appari
perduta
negli occhi vellutati
dove tutto è poesia,
anima azzurra dell'oceano
t'avviti in abissi irrequieta
alitando nel cuore dell'acqua
leggendaria
di nettuno
canti ondeggiando
nel frangente guizzante
di una favola antica
con l'isola nei pensieri
cerchi terra
uno scoglio
-aureo di luna...

Alberi
favole di terra
popolo protettivo
sempreverde
sulla mia testa
fabbricatori d’anima
nel giorno del riposo
al dosso delle radici
tra le rughe del bosco
arranco
sui graffiti sfaldati della corteccia
sui vostri minareti
           millefoglie
dove ora lieve è la brezza
ascolto l’imponente mare vegetale
che rumoreggia
Forse arriverà al vostro alito sovrano
questa verde prescrizione?
-Che mi possa ancora salvare…?

Albero
a te
vibrante torre
che spesso
incontri
la voce del vento
a te
che
stai nella sua bocca
nelle sue mani
ogni momento
a te
che
al tuo sagrato verde
infiori
sfogli, cedi
alla luna e al sole
conduci le foglie…

**
Il cuore
di un bambino
ha l'uovo
con dentro
un pulcino...

**
Luna e sole
creature dell’acque
trascinate dalle correnti
riflettono la pace:
fluttuante sui riflussi
spirale nello spirito…

Il gabbiano
fluttua
entità
emerge
sulla circonferenza
come la natura appare
serenamente
vivido
in aria
di scogliera
ogni suo giorno
incessante
compie
miracoloso
l’invisibile legame
-nido a mare-

da: "Ormai sto volando..."

Carillon in soffitta
Melodia girevole
della giostra
lento il cuore
nei giorni raggianti
scroscia e risplende
il ritorno a quei
giorni, dove respiravo
contorni d’infanzia,
nei campi a raccogliere
barbabietole da zucchero
con il sole alto bruciante
il tuo piede arso sopra la vanga
mi cantavi stornelli
sulla fatica delle mondine.
Ed io ti dissetavo
in speziata melodia
sempre con te ora
ruoto tra i cavalli a dondolo
ballerina carillon
stretta alla tua criniera di ava
cara nonna miniera
ricarico le note
ascolto
tutto il paradiso
del tuo bene.

Prospettiva

Il vento è cambiato
spicco il volo
regolo il flusso dell’aria
per abbassare la voce
e che il mondo verticale mi tocchi
e mi regga l’erba che
sta crescendo tenera
L’albero e il ramo
si tendono come spade slanciate
vicino, sorge naturale una basilica
e spicco il volo come una colomba
sul fiorito della mia fede
ricchezza del credo che luccica
questo è l’ordine rassicurante
quando s’alza esistenziale
l’ esigenza del cuore
-forza creativa dell’essere.

Africano
colore della notte
dove la brezza s’appoggia e fugge.
Africano
che vivi di canti
nel tronco del baobab
vesti l’umiltà di un popolo
-nella ruota dell’esistenza-
condannato a vagare con pazienza
sei passato e futuro
catena
coraggio
doni al mare il tuo vagare
fino a che, ti schiacci dentro.
Hai lacrime essiccate dal tempo
tu trasmigri fra le tempeste
o goccia di sale
anima pura e chiara
sulla testa
il tuo stato di pensieri è ora
alla spiaggia funesta
salpi viandante ancora
lasci radici sotto impronte
e passi, sopra nuova terra.

La via
Rinascere
ogni volta
prendere la via dei fiori
patrimonio naturale
per carpire tutti i respiri
di linfa speranza
danza
cuore appassionato
nei battiti
gong del fiato!

Il corpo reagisce
Fugge da ferma
un emozione a pelle d’oca
nella rete nervina stai
o mio corpo
accudito dalla mente
siete buoni amici sanguigni
il viso ne parla
quando la gioia o un dolore deglutisci
in quell’acqua
bolle la saliva

Se sei graffiato dall’udito
o mio seno
hai millimetri d’ aghi
gli occhi umidi
sobbalzano
soffocano
s’arrossa la paura
che fugge
sulle gambe prestanti
che tengono il mio corpo ambasciatore
traduttore dei sensi
ereditati dal tempo
scafandri di pelli
suonano dentro
con rumori di calvizie

Il corpo
fenomeno mediatico
rimedia: scivola in abitudine
cala a picco sul cuscino
con palpebre pesanti
in odore di viole
un sussurro di sonno lo attraversa
… non è più padrone.

Marzo 2014
mite
pazzerello emisfero boreale
sei un motore di folate
cambi sette cappelli al giorno
spazzati dal vento
a destra e a manca
bevi la pioggia
a breve
esci dal tempo turbinoso
con un compenso
di luce, preso dal sole
colori i tetti delle aurore
e dipingi gesticolando
come un prezioso mimo
non ti stanchi di guarnire
di rinverdire alberi e nidi.
Spuntano fiori rosa al pruno
e occhi alle finestre
di primule e margherite
rivestite di terra grassa
e di te, caro marzo
che sai di primavera.

Il campo
Vicino ai fossi
raccolgo gli occhi
di madonna
occhieggiano
tra fili verdi
pagliuzze dai botton d’oro.
Prorompe da quel campo
l’anticipato manto
primaverile.

Albero vittorioso
Albero vittorioso del bosco
colmo di soave rugiada
nel mattino primordiale
hai avuto in premio la tua terra.
Rinvigorita libertà d’essenza
hanno ora le tue radici.

Sei canto osannato dell’uomo
sei il seme della luce
sulla lingua del poeta
che il verde continua a far crescere
nel grande cinguettìo

Alle tue ampie mani ramifica
il mio cuore, inciso di lettere sul legno
batte più forte
nel tuo respiro
mentre prosegui il viaggio verso l’alto
amico mio
tu tendi una nuova chioma
come una divina cattedrale
che allunga al settimo cielo le sue guglie.

Zefiro
Sei forse tu, zefiro bello
che m’alzi i capelli
sei tu ventoso, rumoroso
come una manciata di polvere
stai portando via il mio tempo
Non hai medicamenti?
Tutto scivola e scorre nelle mani
sono qualcuno che possiedi, che trasporti dall’alto
regalami almeno una piccola ebbrezza
ami tutte le cose anche le rose
sei folata di stagioni
t’avviluppi al fuoco, all’ acqua
e tieni l’aria sospesa da terra
talvolta t’ancori forte e piovoso alle correnti di guerra.
Rinfrancami
o primaverile
al sussurro di brezza
hai ancora una carezza fior di pane?
Anelito d’ amor di casa mia
con te vivrò il domani
e voglio irridere di questo fiume che ho negli occhi
lì dove sono nate cascate sterminate
con piogge che hai portato in giro per il mondo.

Verso sera
Meditare
cercare
sempre
qualcosa di nuovo
di importante
lungo la spiaggiata calma
sguardi bassi
sui resti dei granchi
e rosate conchiglie
sgretolate
forse si può scorgere
qualche pezzo unico messaggero
dentro una bottiglia di verità
che il mare ha riportato
tra le sue scorribande
inquinate.

Hanno tagliato

Hanno tagliato e potato gli alberi
erano alti
con le chiome appuntite
fluenti carezzavano l’orizzonte

i pioppi
visite perenni alla finestra
bussole
tra i tetti e le antenne luccicanti
oh! i miei alberi
quelli che vedevo piegarsi
ai binari del vento
frecce dal mare
o montagna
miseri… i miei vessilli ondeggianti
suggerivano il cambio del tempo
ahimè!
hanno segato i rami
ora resi bassi tronchi tesi
inerti e scoperti
nel fondale di un cielo viola.

Solare
Abbasso gli occhi
o mio sole, oggi
bruci le ciglia
sei così vivido
nudo
inebriante
mi nutri
mi sazi
ma non riesco a fissarti
ho palpebre stanche
e pelle ondulata
m’acceca la troppa luce…
sei come una ventola esplosiva
corri col vento e batti al centro del mio petto
ora qui davanti a me
stella danzante o poesia che tu sia
in inverno, sfiorandomi la bocca
o al primo pensiero d’estate mattutina
quando sono vena di te come un girasole
ti dono l’antico riguardo
d’amore.

Silenzio
C’è l’immensità emanata dal silenzio
nell’identità di un fiore
che vive di volute
dentro il suo profumo…
lì cade una cascata della voce
l’eterno battito terracqueo
in un tornante di pensieri
stretti lungo il canyon della gola
prima di temporali dubbiosi
ci sono riflessi e tormenti silenziosi
che spiccano come saette
nell’ aria taciturna.

La cultura
La cultura non mi è stata donata
l’ho conquistata…
mi sono imbarcata
alla prima crociata
una terra promessa
per divorare libri
come il pane fresco al mattino
ho assaggiato pensieri
per stuzzicarmi il cuore
Con la cultura
ho scalato catene montuose
cime tempestose
ho navigato settemari colmi di squali
ruzzolato sui carboni ardenti
attraversato mille porte dei tempi…

Stasera che sera…
ho in testa la spuma
l’amore per il mare-
marinare
sull’ultima spiaggia
la grotta azzurra m’aspetta
vivere
nel profumo di paradiso
il tuo viso nei miei occhi verdi
o mare
tempestato dai sensi
parure
due delfini sorridenti…

Anime
-inizia tutto in braccio al cuore
alle mani
quando ci stringiamo
si sente
gocciolare poesia
che contiene il respiro del nodo vitale

siamo anime

in ogni scatola dorata
o in ogni caduta delle stelle
fra il calore del sole
la quintessenza
di passioni dilatate
migriamo dentro lo sgorgare
del settore cielo
vigore incarnato
del fermento abissale
è un viaggio
fino alle bocche degli oceani, profumati dal tempo
il nostro fiume di parole trabocca
trasmette affezione alle rive
al suo tragitto non si ferma
va oltre la linea di confine
c’invischia nei giorni
dentro quel fervore di terra
punto cardinale ruotante
che rende musica improvvisa
che s’estende spontaneo
in moltitudine d’amore-

Sfere
Sfere d’affetti
colorate
s’accendono alle finestre
fiammelle
cannelle
e vaniglie stellate

calendari dell’avvento
profumano di cielo
ruzzolano
dentro ghirlande del bene

l’ atmosfera verde
in un ciocco di camino
decora il faro
del dare natalizio.

**
ancora
mio amore
non riesco a
scordare
quel fragore del mare
quel cavallo di spuma
che si dona alla riva
e poi si disperde
per ritornare…

Maglia, che passione!
Sferruzzare
l’a b c
di poesia
con la guida
dei segreti
Raccogliere
i punti persi
sui pensieri
in intrecci
di ricordi
per coprire
le spalle
il busto
le braccia

lavorare
istintiva
sul verde
degli occhi
alla traccia
della faccia

è una certezza di lana
da indossare

è un contatto
d’amore
esigente
            -che non mente-

Verdegrigio
Bruciano
lampi verdi negli occhi
affondano in acqua grigia
tuoni
nel buio
in questa notte
rapida bufera
che porti via tutte le foglie
impetuoso maltempo
nell’amaro del vento
mi stendo.

Camminando per le vie di Bologna…
si sentono ali farfugliare
piccoli amici
nello spazio selciato
di piazza otto Agosto
tubano una danza
nei becchi che si cercano
nei colli che s’incrociano
mi piace rimirare.
Più facile inalare
in Montagnola
e nelle orovie
alzare gli occhi
sui mattoni rosa delle case antiche
fino a ritrovare gli archi
i tetti rossi del centro
in un week-end
di riposo per lo smog
l’ex grand’ hotel Baglioni
allarga sguardi tra le bandiere
di via Indipendenza
versatile
fino a piazza Maggiore
dove il fior fiore dell’umano
si stringe la mano estiva
fra cinema e concerti
la luna rinasce
ne rischiara le gesta.

**
Mio caro tempo
che batti in testa
pulsazione argentata
m’inoltri per viali d’ arpeggi
sei un valzer lento
che parla in condizione di pioggia
alle mie rose screziate,
tieni ben stretti gli ombrelli
e donami baci sui capelli
mio autunno sgridato, garbato
autunno pregiato; mi salvi?
Con un dolce ritmo
di millefoglie
il mio essere donna
ti vive a fondo
intenso focolare d’orizzonte
tu, sempre nei tramonti
ed io
in te.

Camminata
… escursione ottobrina
mi coglie, stamattina
al vicino laghetto-medicina
acqua autunnale già alta.
-Ti sento verde erba
empatìa di prato.
-Ti ascolto
lumaca riparata
sotto la bruna lamella appoggiata dal vento.
Tra due steli aranciati di genziana carpisco
il curioso gracidare della rana
un fungo chiodino
dal cappello mangereccio
ancora godereccio
stana il sorriso della terra.
Quante banderuole d’acero
al parco delle Mondine!
Anatre domestiche coronano di nidi
la villa padronale trasformata in scuola di musica
risuono lungo piatti d’ottone e fiati vitali
come una piccola banda di paese.

**
Autunnale
foglia ballerina dai caldi colori
dopo la pioggia sui viali
stamani riaffiori
non cadi
specialmente se senti un bisbiglio di cielo
specialmente se c’è sole che aggancia il tuo ramo
sei ape dal tono vermiglio
la spola che danza una stagione.

**
Naviga
nell’istinto dell’anima
l’amore, uva di mare fra le onde
niente è perduto che non si possa ritrovare.
L’amore
e noi due, vele lucenti a cinque punte
dove il cuore pompa sangue
e incendia il dio dei silenzi
intuizioni folgoranti
che si aggregano ai lampi
L’amore
rivela sempre
le nostre anime nude crude
imperfezioni del cosmo
paratìe tagliafuoco…


Dedicata al mio gatto

-C’è qualcosa di noi…
in un poco di smarrimento
in un poco di tenerezza
in un poco di debolezza
in un poco di pensieri di ieri
in un poco di mah o chissà
in un poco di possibilità
-che non sia morte…

I nostri corpi
I nostri corpi
brivido su brivido
lisci e saettanti
scivolano come seta
al tremolìo della meta
mi piace sentirti e accarezzarti
nel laccio primordiale dell’alba.

Il giorno ti prende
Il giorno ti prende
desiderio
fertile pascolo di radici
dove si concentra l’ardore
di vita segreta
infissa nel tuo sguardo
trionfi alla spinta titanica
della liberazione.

Il due agosto
Le Torri, Bologna
hanno grandi occhi illuminati
dalla stazione, colonne di fumo…
Rammenti il cielo infuocato?
Bevi quell’aranciata amara
mentre sprofonda in voragine
l’estate afosa dell’ottanta
un andirivieni di treni-vacanza
con tizzoni ardenti nel cemento
che disperdono i nomi in sala d’aspetto
dentro gli scrosci…
una valigia in fragore… a terra
stanno ancora lì
le tracce di chi
non c’è più…
No!
Ascolta
Bologna
i morti non sono morti
bocche senza respiri
singhiozzano tra la folla come bambini.
Acqua, corre sulla linea di sangue
riversa pioggia memorabile
-incontenibile pozzo degli innocenti.
Osserva
quelle ombre allungate
sul viale dei cipressi
forano il ricordo…

**
Curiosità di sapere verità
dietro la cortina di vita.
Desideri travolgenti
liberi accostamenti
vibrazioni di sentimenti
nuovi legami?

Non saprei.

Raccolgo ancora
desideri a nastri per
capelli secchi.
Desidero sentire un canto
non quello della corrente
non quello della solita mente.

Stella dei desideri
Nel piccolo globo di terra
sto sotto le stelle
ad occhio nudo
in un celeste amatoriale
a desiderare quella
a sei punte sfrecciante
cosparsa di pulviscolo
quella che lascia la scia… forse cadente.
Bramare il cielo
nella miriade ruotante
per cogliere all’alba
come un tuo ritorno scintillante
dopo il lungo distacco.

Sulla corrente
Sulla corrente del gioviale, il tempo si ferma
quando la pazienza avvia il sorriso
dal torrente dell'amore s'è diviso il dolore,
rifluisce l'abbraccio ed il bacio
è una lampadina azzurra
come la mia camicia nuova
la vita ora ha la sua linfa
il cielo il suo universo
la terra il suo movimento
-mio sale mio sole mia aria!

**
A tu per tu
sulla rena
fra frutteti dell’indaco
cullati dall’onda del mare
nel tema delle parole…
nel desìo di leggerezza
stella d’estate
conchiglia
bacio carezza…

All’amico scomparso, Sermenghi (Poveta)
Manchi Sandrèn!
Manca il tuo inchiostrare
i tuoi rococò
i rossi verdi blu nella Fattoria.
Manca sui campi del parco
tra i palloncini gli scritti; la tua poesia!
Il marameo, la patasìa…
s’è perso quel fare spirali
il gesticolare sui fianchi dei mali
Manchi Sandrèn
manca il tuo timbro deciso
anche quel fiore all’occhiello, il sorriso…
Caro simbolico bambino del riso
dov’è il paradiso?
Lo so, sei in alto
bevi, ti versi sulla coppa dell’etere
Aedo
alloro, tra nove cieli
nel tempo supremo…

**
Nella spinta del vento
sulla soglia del sole nasce
il giorno
mi fa camminare
mi fascia
mi culla
mi fa tremare
solamente respirando
il cielo
lo posso toccare
lo voglio regalare

Cuore
Cuore, ricucito cuore
ti ho molato a filo lucido,
ora coltivato ad aiuola fiore
sei proprietario del mio povero
trauma
“immagini da brividi maldestramente
inghiottite dalla nebbia.”
Nonostante incostante
o cuore
non fermarti… Lavori provvidenza?
dentro il costato dell’esistenza?

**
Nel volto del Salento
tutto può succedere
con la pelle dei sensi
sta il sole sulla costa
sta nei mosaici turchesi, nel barocco
specchia le genti
e le semplici margherite gialle
sono orchidee selvatiche.

Nel volto del Salento
la musica dell’acqua s’ adagia con la spuma
sprona al respiro
contagia
l’ orlo di terra rossa non cede
alle folate di scirocco
che soffia ai fari delle scogliere.

Nel volto del Salento sta il silenzio dell’ulivo
piantagione calma di tronchi
generazioni di fronde che donano
sospinte al dondolio dei secoli
mentre l’avorio dei trulli sonnecchia
col pennacchio carezza
il blu del Sud.

**
Rinascere
ogni volta
prendere la via dei fiori
patrimonio naturale
per carpire tutti i respiri
di linfa speranza
danza
cuore appassionato
nei battiti
gong del fiato…

1 Maggio
La sera
il primo maggio
è un culmine di rosso
ne assaporo il grande spazio
annuso l'invadenza della storia
il suo mormorìo sociale
è memoria,è un canto stellare...

Schiudimi
schiudi i miei
germogli di gazzella
tu amore
regali petali ondeggianti
al mio corpo
dolce piega di fragranza
mi voli dentro...

Voci
voci
bianche
paradiso
nel cuore
ave
parola
ave mia
bocca
ave
imminente
poesia
madre nostra
sosta
quando ci sentiamo
soli.
Assolo
di tromba
volo d’armonica
spiega
ai tuoi figli
madre aiutaci
madre adesso
madre
ave.
Sentirti ancora
madre
vedo te
ora
nell’amore
madre nostra
madre mia
poesia.

Ora stringimi
stringimi se
l’amare promette
stringimi se
l’amore è importante
rimani qui, sul prato, così
sei carezzevole come l’aroma a primavera
non dire parola… quando
passa sulla pelle un grumo di cuore
se ho paura di perderti
stringimi al tuo petto
in comune desiderio
umile cura, fresca di pazienza
lo giura il mio bacio
che ti passo incrociato
lo giura il filo d’erba
che hai tra le dita chiare
Adorato
ti vivo negli occhi
batte per te
quel sole che somiglia all’oro
ondeggia sull’acqua e
vola col suo carro
alle tue falesie
come l’immortale.

Notturno
Ascolta
come l’albero in giardino
risuona sulla crocchia
con fermacapelli stringe le foglie
e i fiori pruni s’accendono di vita
Senti
come il tocco delle note
sosta in quei richiami di dolcezza
quando la sera s’accosta piano
e ancora calda di sole
carezza la parete del glicine
è lì, che ora corre l’amore
-sul notturno di Chopin…

L’Amore
iniziato travaglio
ora gentile convergenza
ultima entità
come ci fa guarire
insieme, siamo cucchiai argento
c’imbocchiamo all’alba
che si fa presente
in ogni sfumatura luminosa
le mie carezze stabili
cintura branchiale
le braccia, le mani tese
propagano sorprese
ritornano ogni giorno
ai nostri sguardi
sulle folte sopracciglia
v’è la grande meraviglia.

Aprile
cavaliere
con il bacio dell’ottimismo
con l’ improvvisazione
della stagione
ti sei acceso in ogni guancia
Già sulla mia bocca
hai messo fiori
puntinati agli amori
dardi di sole alto
ti sei riversato
dentro due cuori
con il sesto senso
sospirando
carpisci i nostri respiri
Eccoci sulla salita dei tuoi versanti
ecco ansimanti sbocciano i meli.

Geometrie
Un prisma
aromatico
s’allinea.
Leggera, lei
s’invola
sull'orlo
del ruscello
nel giorno
delle viole
trova
un ramoscello
e lo trasforma
fiore
Primavera
continua
tra rombi erbacei
sul mio vestito di diamanti
nei riquadri fluorescenti
nei piccoli cerchi che
il suo pensiero
ingigantisce
fino a farne
acuto profumo.

A mio padre
-I miei dolori di gola silenziosi
quando paura incatena
la tua pressione sale
la rabbia fa male
lo stomaco brucia
la malattia avvisa

Le tue braccia che pescano al canale
dove ai guadi s’attarda una bambina
con la corona di spine nel cuore
che lacrime hanno irrorato

Gocce d’olio ora noi scivoliamo
sulla chiatta all’acqua del Volano
con stornelli nella testa
in quel giorno di festa
perduta nel pallido volto, ti cerco.
Due sentieri conducono alla casa rossa
dopo la curva tra i pioppi, scampoli di cielo
e cento intrecci di rami, caro padre
stingono i tuoi dettami
tra ricordi imbalsamati e verde spazio
finalmente siamo
nelle Valli di Comacchio…

Sono partita con te
magnifico magnetismo
per assaporare la medesima forza
con un colpo di vento
e un teorema luccicante gradito
abbiamo chiuso la porta
ci siamo avviati
noi, uccelli migratori
con voli fuori stagione
in cerca di spazi colossali
Mi chiedo, a sensi aperti;
-accostamenti d’evasioni
o intricati legami?-
Io e te
baraonde fiorite, desideri a fasci
cullati da petali e pistilli
nelle notti d’amore
cascate cristalline
invasioni d’eterno
noi, eroi del dubbio
con l’ arma
la freccia
che ci siamo conficcati nel seno
ancora una volta
la nostra morte improvvisa
ancora una volta
buchi neri
-sangue coagulato.

Il mio corpo
Il mio corpo non risponde
ho un volume nella testa botanica
ho un chiodo piantato
sull’emicrania dell’inciviltà
che conosco come apertura d’ occhi
in diaria di lacrime
quando si rivoltano i pensieri sullo schermo
la lingua s’arrotola al palato
come un gesto insensato
il mio corpo non risponde
mancano le fronde
per troppi temporali
troppe potature
*notizie al telegiornale
piegano il tronco.

La festa
Poesie firmate
scritte per noi donne
per vivere le scelte
per amare
per farci rispettare
l’ambita festa
tu, amica, l’ami…?

Sorelle in rosa con le mani tese tra i rami…
mentre versate sui fogliami
e negli specchi delle zagare
emisferi di voci femminili da secoli di secoli
per sconfiggere la forza bruta della violenza
nel contenitore del giorno che s’allarga
noi afferriamo
il forte testimone libero arbitrio
guardiamo chi ci ha precedute
con il volto fermo delle rondini redenti
possiamo camminare in ogni alba, in ogni cuore
con l’eco dei canti popolari nelle vene
ci alzeremo insieme, ecco sì
… di tanto così!
Sempre coraggiose
su fiori gialli in sboccio
appuntamento; l’Otto!

**
Il sole finalmente
ci darà quei bagliori
sui campi di pane
mobile universo di folata
semplicemente aumentando
il suo trasparente rossore.

Senza valichi di nubi
farà da raggiera al fieno caldo
con il vento vermiglio
vestirà il suolo di papaveri.

Poesia
con mani nell’anima
al solfeggio
segui il divenire
produci fine
apri la scena al corpo
da sotto il seno
da sotto la pelle del silenzio
il cucù con l’orologio, esce dal tempo
in attimi manifesti
pasionaria affaccendata
miniera reperibile
ammaraggio di parola
rinvigorita al nuovo clima
mia libera penna-china
penna-carta
penna-aria
penna-pioggia
penna-lana
ti sgomitolo per strada
dal fondo della terra
dal fuoco alla caverna.

Passi del tempo
Passi fascinosi e lenti
del nostro rifiorire
carpire petali nella radura

Sento passi
tra urgenti struggimenti, noi
uniti nel sole che scocca
tu entri, poi viaggiando con
camminate sensibili
tutto inevitabile, ancora passi

In due sulle orme
in due sul tappeto del prato che avanza
sugl’occhi che bevono
una prospettiva verde
nell’ immortale bacio degli sposi
che ci riporta alla strada maestra
dove respiriamo
l’aurora nella bocca del mare.

Ho il ballo nel sangue
sperimento la pizzica
comunico la tarantella
il ballo da sala
la rumba
la samba
il caraibico
e nell’aria melassa
il classico sound che rilassa

Ho il ballo nel sangue

ho la grancassa
il ballo di san vito
un rito eruttante nelle vene
che tutto contiene…
un focolaio spontaneo
mi esprimo al turbinare del vento
gambe e braccia esaltano la gioia
il cuore motore ringrazia.

chiare scogliere risuonano
passi lenti del tempo
a-mare il vento d'estate
marinaio del mondo
tiepido, qui
ritorna poeta
pilota la barca
sulla calma dell'indaco.

Carnevale
Con passi sicuri
si può
scendere
nella sera
scendere
nella notte
a Venezia
e guidare la diligenza magica della vita
quando pensieri fremono
e volteggiano sul cerchio della testa
qui si può
con cento piume colorate tra i capelli
danzare sulle armonie di un barocco veneziano
si può
zigzagare
indossare la maschera smaltata allo zecchino
che sprigiona luce nel segmento dell'anima
Forse con un po' di stoltezza
qui
si può
avere la certezza
di vincere il tempo.

L’amore
negli occhi
lenisce i tuoi tratti.
La sua mente, solfeggia nella valle.
Le sue ciglia, sipari celesti sulle spalle
Ha capelli, con merletti di pensieri.
Ha orecchie, che ascoltano la gioia
Le sue guance, vene porpora al sorriso.
Il naso, amante del profumo salutare.
La bocca, un fiore carnoso stellare.
Ha braccia, dedite ai giacigli.
Ha mani, nell’aura dei polpastrelli.
Nei fianchi, vivide certezze.
Ha ginocchia, con pieghe d’infante
e piedi, radici d’ arboree piante
(Il suo scatto, accende la luce.)

**
La prossima poesia che scriverò; sarà sul dorso rosato
salirà alla somma guglia dell’albero in giardino
avrà un soffitto intriso di vertigine
sotto lampada lunare la vorrò creare.
Nella prossima poesia il muschio
canticchierà acqua sulla mia sete
e l’abisso non sarà simile al vuoto.

Una frenesia verde oasi e mussola
della mia sintonia, nuova si plasmerà
come il vaso di terracotta sul balconcino
la prossima poesia che scriverò
sarà funambola fioritura
verso il rosso chiarore
salirà lieve il sole neve scioglierà.

Il sabato del mio villaggio
Il sabato del mio villaggio
ha un profumo che resta
anticipo di seta, di festa.
Il sabato del mio villaggio
ha l'impronta del volto.

Il sabato corre
un treno che sibila
verso l’oriente bambino
il sabato è mercatino
si riscoprono bancarelle
dal paese vicino
sinfonie di voci s’intrecciano.
Germoglia aria che stupisce…

Ricordo di casa
Pietra su pietra
intorno...
colline aride della tua storia.
Dalle fondamenta
al pinnacolo
la tua memoria.
Lastre chiare
coniche e secche
in te adesso si fondono
o mia incoronata casa
sbianchi al sole
mentre
trattengo il tuo stato
mi riporti a quell’edera
che s’arrampicava al raggio.
Mi trasporti sempre là
con arte primitiva
a quell’età
del bronzo…

*Ho superato quelle mura con l'ali leggere dell'amore, poichè non v'è ostacolo di pietra che possa arrestare il passo dell'amore.*
William Shakespeare -

Cantano una promessa
Cantano una promessa
al mare al cielo
nello strazio
bocche sperate disperate separate
il sole disperso nello sciame vermiglio
e scogli sanguinanti
si sciacquano creature del sale
si tuffavano sulla scia fremente
Montecchi Capuleti
seguono la zattera sottile dell’anima
mentre l’aria diviene latte di un fiore
in seno alla terra…
Voi regnate ancora con la freccia fulgente
tra le radici dei tamerici…
<Sei tu Giulietta? sei tu Romeo?>
-Agli speciali occhi
tu amore m’hai reso
e posso gridare t’amo!-
-Quel brivido di vento altro non è che
l’alito tuo ch’io sento
mentre osservo il crescendo
degli amanti, vibrano tesori.
-O mio succo del cuore
tra le pupille giungi a cascata sulle mie labbra-

-O verde immenso
dei tuoi occhi
dove s’annaffiano i boccioli
della mia primavera!-

Osservare
Osservare il taglio
della fronte
prepotente
la mente viaggia
camminando lentamente
nel mare perlaceo
luminoso
ne ascolto l’eco
squillante voce
in ogni pensiero d’onda
in ogni sentiero fiorito
pulviscolo struggente
stiss... stiss...
ti riavrò un giorno!
Certamente.

Arco
L'arco-baleno nello spazio
memore si compone
lancia il su dardo colorato
>>>>>>>>> dalla pianura
al mare<<<<<<<<<<<<<
una fetta di sole che appartiene all'estate
l' abbraccio caldo
che solleva il giorno
dopo la marea di pioggia.

Vorrei scrivere versi...
Vorrei scrivere versi
in rosa
in tragicomico
sublimare la burla in colore rosso
-forse posso?-
E anche in colore nero
-lo faccio davvero?-
Vorrei scrivere
in carta pergamena o
in carta virtuale
con inchiostro speciale
e sulla verticale orizzontale
volare!

Oltre la siepe
Cavallo oltre la siepe
lotto per i diritti
percorro questo mosaico
acceso di conflitti
per migliorare
libertà
salute della mente
lotto
per chi migra e muore
nell'oceano delle frontiere
lotto e lotterò
ancora sempre
per accogliere disabili
oltre i confini sconosciuti
per la crisi gettata nel futuro
brucio l'orizzonte.
Gioco la partita per la fonte
del dialogare
opero sul mare
delle identità negate
ascolto il disagio degli esclusi
lotto per le diversità ai margini
delle condizioni.
Versi, versetti a milioni
sulla potenza espressiva
per ripagare avverse questioni
Oltre la siepe mi pongo mi propongo
amazzone agli ostacoli.

Inquietudine
Il mio schizzo
il mio colore vivo
come il sole quando sorride
nell’entroterra
in cerca del mare
faccio bagni temperati
sulla filiera degli assetati

A volte
salto
sul dorso degli occhi
mi sciolgo
tra fradicie paure
mi pianto
nella distesa di croci…

A.V.I.S.
sgorga il tuo
sangue e
carezzale sia
...
come quello del vento
quando accompagna l'onda
baciandole il flusso…

Nuvole bianche
Scendo dalle nuvole
leggermente nell’aria silente
ammiro
chiari trasparenti che sciolgono
lontani scompensi

Nuvole bianche
avanzano
fra spiragli di finestre
conservano il mio aquilone
atmosferico
voliere di pace

Nuvole
sdoppiano al mare, la notte
sipari aperti delle fasi lunari
- mi sfiorano come cento ali d’airone-

Notte
non t'afferro
quando stai al cielo
carbone o gelo
sorda disarticolazione
del giorno, mi restringo
nella la tua cintura
nella sembianza d'una sfumatura
nessun dorme -

Notte inspiegabile
talvolta notte inafferrabile

Notte
ti prego
pia...
Notte mia

Scampagnata novembrina
il rigoglio del rio tra le castagne
due spanne di rugiada sulle canne
una farfalla gialla- malachite
libera novembre che
versa fatiche

una sinapsi degli umori
spigola fiori!

piccole bacche viola e un maggiolino
vagante sulla soglia nel mattino

ecco il rosso puntino°!

sulle foglie avvinte ai rami
troneggiano all’ autunnale; stami
e sempre fra gli alberi serpeggia
quel luccicar dell’erba là destreggia.

Le Cinque terre -Manarola-
Ricordo
il tuo seminato di case nel cielo
lassù vola il mio pensiero
mentre alle narici ho ancora salsedine
la sua invadenza tra le ginestre
tra le onde:
una miriade di canti sacrali
mi attarda a più non posso
fino al sorgere del vento forte
fino al risorgere dell'alba.

**
Un vento
una pioggia
un fuoco e
abito ancora
nel sapore della festa fra i pori
leggo un biglietto al chiaror del lume
per assaggiare il nettare - gioire-
Ghirlandati i fiori
quando divengono
frutti della speranza;
m’ alimento d’amore.
22/10/2012

**
Gocce di rugiada
come pietruzze di corrente
è un divenire il futuro
un pescatore di torrente.
Il tempo
una lamella argentea
scandisce il mattino
l'estuario l'accoglie
gli sta vicino.

Fiducia
Quando si riacquista fiducia
si ristruttura il monumento
Un grido d’aquila
da sopra la cremagliera
s’alza verso sera
S’estende la forza danzante
nello spazio-tempo del divenire
il mutante, scioglie la cavigliera
distende l’arco, oltre la cordigliera.

Albero
albero
gigante

in gravità
aria del mondo

busto intrecciato
ai millenni

albero
radicato nei tormenti della terra

che ammansisci

albero frondoso, catturi luce
sollevi acqua fino alla cima

sostieni foglie
le tue figlie celesti

svettanti

appese al vento denso
vibrano d'energia con te

fino a che la ragione
le costringe

le stringe nella morsa
del freddo

Solo allora resti immoto
lasciandole cadere sulle zolle
(la torba ti nutre)

Autunnale
Ti sento e ti vedo
o verità di terra
Trascorri battito
i tuoi solchi
ripiegano vissuti
Il sole, il tuo sole
insegue l'orizzonte famelico,
una pallina quasi lontana va
lingua bruciante fra le foglie secche
dall'alto delle gole
s’ascolta un crepitìo
ancora carico di fiamme.

Veliero pensiero
il tuo campo è il cielo...
si può chiedere al vento del futuro;
più purpureo?
Quando l’aria è mite
l’ancoraggio è sul mare, ma quando
i marosi assumono il colore scarlatto dei tuoi occhi
cerchiamo il nostro mondo
stuzzicandoci il respiro nel folto delle fronde
la passione sciorina fusione come
vino trangugiato che scende a fiotti
a briglia sciolta ci riprendiamo la bellezza del bisbiglio…
l'ora è scoccata... navighiamo donandoci.

Quando perirò
perirò in silenzio
smagliatura della pelle fuggirò
con l’ala guerriera lacerata
nella stagione della pioggia
mi seguirà una bufera
ardente e pura
non avrò paura
d’affrontare il viaggio
in quel villaggio
sarà vagare sopra ogni dove
al mormorio del patimento vano
oltre l’ universo pascolerò piano…

Studio di mani
Mani fervide
nei pezzi di cielo
mani sul petto
per ogni difetto
mani che scavano
sotto i detriti
mani eroiche
trovano miti

Mani che tendono
mille tesori
mani strette
nei giorni dei fiori
mani callose
mani d'ortiche
mani infinite
mani amiche.

Sonno naturalezza
non c'è che il ritorno della notte
succede ogni volta
quando la cullano i lampioni
quando il dito indica la luna
quando nella meditazione
le rose, bisbigliano nel tacito

Insonnia
quando sto sveglia a controllarmi
le rughe s’appoggiano al tempo
la pelle
sul dorso delle mani
prega
piega su piega si raduna
nel campo delle efelidi
di notte mi assottiglio come acqua
increspo le pene che
lo sguardo contiene…
Troppo buio
nei rintocchi ambrati delle occhiaie
di notte
sbianco.

Mani (dedicata a chi scrive)
Mani
antiche amiche
titolari della marea
sorreggono sabbia
le mani
folletti del tatto
col velluto si tuffano nell'anima
salgono folgoranti in aria
compaiono sul taccuino
scrivono romanzi
nel negozio di libri usati
>>>>>>>>>>>>>>>>>
piccole donne
capanna dello zio Tom
vita avventurosa
potenza delle tenebre
guerra infernale del futuro
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
mani decennali che portano
impronte dell'indice
sferragliano sognando
tra le pagine.

Mezzodì
Lotto con te, mezzodì
deforme calura che
stampi impronte “gioia del sole”
tu sbadigli con l’ozio.
O calma divina che stai ai miei piedi…
sprigioni frescura fino ai capelli.
L’amore, lo ripari all’ombra del seno
come un bambino accaldato dopo la corsa
ha smesso di saltare.
Mezzodì
vorrei ascoltare, sentimenti meraviglia
dalle labbra e dalle ciglia
in questo tempo che succede nel fumo del fuoco
e la poesia s’arrende
sgualcita, sull’asma dell’afa.

2 agosto 1980 (a memoria)
Che fai? A che pensi?
Dopo la lunga notte mio sole
ascolti
resti lì dietro l’angoscia
marmo, in angoli di terra
le diecieventicinque di chi non c’è più.
L’eco ogni volta ti danna
rimbomba il rammentare
s’affanna la stazione scossa
fluttua
la rossa
su anime gettate…
Spanna
un dio distratto, ancora senza fiato
il sangue fermo al cuore
resta fedele alla fredda stagione
La Bologna senza giustizia e verità
la Bologna senza ragione
ai piedi del giorno
mani infiorate sulle lapidi.

Crepuscolo
La pace non ha nome
nell’aria del crepuscolo
presto l’orecchio al cuore
filo la canzone dell’acqua
e setaccio sassi.
Setaccio
sulla riva
tutta l’arte del mare
la sua pelle di pietre
del giurassico.
Trovo anche piccoli vetri che
nel tempo ha smussato
in corallo colorato…

Matera
Cielo che scorreva sul chiaro dei sassi
e ancora salivo gradini
fra esplosioni di capperi
asciugavo rivoli sulla fronte

Antica alba materana
risorta dalla valle mare, la tua anima
mai estinta
sopraffatta sì

Il povero ricco costruì il dominio dell’acqua
la miseria scavava il tufo

Ti ho guardata radicata
nella pervasa veste del grano
ritrovato lembo la tua storia
avanza e s’alza
nei declivi delle Murge
sacrificata mater- dolorosa delle cripte
m’hai avvolta in affreschi rupestri…

Sono fatta
Non sono fatta per l’inverno
e nemmeno per l’inferno
non sono fatta per discordia
sono fatta di concordia.

Mi son fatta sotto un cavolo
e nel mezzo alla natura
sto lontana da ogni diavolo

Sono fatta per l’estate
sono fatta per i fiori
mi son fatta di colori.

Non son fatta di malizia
ma son fatta di giustizia.

I senzatitolo 5
Nel tempio del tempo
una piccola poesia
non so perché
m’avvinghiò
s’appropriò di me
mi entrò dentro
mi fece sua, ne
scaturì una fonte che
mi baciò l’arsura dei capelli.
Con chiari zampilli
trasparivo dai visceri e
lungo i rivoli delle vene,
allora incerta, entrai
nel fitto bosco della verità inumidita.

Magione
cuore-capanna di stagione
io donna- ametista
che ho arrampicato in giardino
la rosa rossa e il faggio
foglie giallo arancio a
snello an-coraggio d’intagli
Pure la stanza in ansia di luna
mi assicura la cruna
nei tam-tam dell’estate
sconfinata soglia di cielo
* vibra d’africa un velo…

I senza titolo 4
Ho capelli
setosamente affilati
rossi e ardenti come candelabri
a doppie punte di carezze.
Brilla un rubino in ogni pupilla
magica stilla fra le palpebre, algebre verdi.

Più rosso del mio sangue
il salino vaga
nella foresta del tempo mulino
dove si colorano folate di vento

Tramontato lampo
incorniciato d’amore
t’incolli alle mie labbra
poro di carità evapori calore,
reggi sui bracciali argentati dei polsi
il nostro carro del cuore.

I senzatitolo 3
-Ci piace, c’invade
quel pizzico sulla pelle
che fa scintillare la gioia
Colata lucente
fuoco sul fuoco
mortaretti sfavillanti
comunicano al crepitio del camino
fatidici fiati come angeli afrodisiaci
si lasciano prendere e portare in alto dal fumo-

I senzatitolo 2
In scioltezza
ho visto l’amore
sfogliare petali
solcare a fatica il lume della speranza
l’ho visto stanotte
nel suo linguaggio-stanza
Gioire e soffrire
nel bisogno l’ho visto
siero vitale
donare
notti cupe o serene
L’ho visto in aurora
partorirne al mattino
dalla cassa toracica al
canale lungo la bocca
nascituro respiro

I senzatitolo
con mani fruscianti
hai frugato la mia anima
inappagato tumulto
l’hai scossa, travolta
sollevata leggermente
indomabili
i baci, della fame della sete
ondeggiano
di carezzevoli respiri
scontri, incontri
denudati
come gazzelle dagli occhi in affondi
presi nelle pieghe dell’anima, noi
calici dei nostri intimi profumi
*anemoni di mare*

Prima di te
vi erano giorni consumati
ora invece ci sei
mi appari chiaro
amore in una parola
simile al richiamo
nella voce che generi.
Con te, si fa strada l’infinito:
fato ammansito
seminato di fiori
ai prati rigenerati
è mia l’accoglienza e la tua
non è mai assenza
Occhi spalancati
sorrisi sconfinati
finalmente
qui!

Escursione sul Po alla Foce
Gli amici del fiume
a Cà Vendramin
costruiscono i Casoni
sotto il suo pendìo
che sorregge
il grano, dorso silenzioso
nella foschia
da sotto il piano

il Po serpeggia
anguillaia che
distribuisce boschiva
cammino vegeta- azione
temuto
amato
lavorato nel risucchio
forza volontaria
deviata, il Po
s’inalbera
il Po
si libera
in carezza di mare.

Il sole
pianista
sull’oceano
fedele
agli astri
-dall’ alba ad ogni alba-
con profumi salmastri
sta negli occhi dell’acqua
in tela di veliero
con lembi di passione
le sue note danzano
dentro l’anima del mare
nella bocca del cielo
quella musica errante
porta messaggi alla terra
mentre incendia, nubi nell’oro.

Qui
Qui il caffè s’ingoia amaro
Qui c’è una rosa al mattino
Qui i sogni sono liberi
Qui si sentono cascate
Qui c’è un fardello da trasportare
Qui gironzolano fantasie
Qui c’è una quercia e un filo d’erba
Qui canta la cicala
Qui fatica la formica
Qui si porta a ogni cosa vita

Alla poesia
Quando giove entra nella luna
rifluisco nel tempo dell’acquario
poso su te le mie dita, vibro di te
poesia
ti accarezzo piano
siamo
alleati, violini in opera d’arte
nell’ebbrezza
nella voluttà della fragranza
il mio atollo profumato il mio respiro in fulgore
sul piccolo collo soffia ora il tuo vigore
Sono attesa lavagna sorgiva, gemma del tuo fiore
acqua della tua bocca.

Origami
scrittura di carta
amalgamata
rosa- ritorta
pagina senza ritagli
volta all’illusione:
semplice lato sfumato
della mia condizione
Giorno giocato con la regola
dell‘impaginazione
che si reclina osservata
dalla mia piega sorridente sul foglio.

**
Ricordo come cominciò

l'importanza del mistero
ti svelò
sublimato perlato
sfogliare nel cuore la voce del tuo nome
... come petalo posato.

Mente il vento e placa
la mia pelle si straccia nel silenzio
si arresta il nostro concerto d'amore
la forza s'è persa nell'eco
domani senza vita
... illusioni anemie le mie.

Tu mi dettavi l'amore
scandivi parole
io foglia da bruciare,
ancora torno da te
accendo un po' di fuoco
- piccola fiammiferaia -
fioraia
istante dopo istante
sogno spogliato il mio.

Ma adesso ti prego; parlami
parlami ora, perchè
non so se oserò stringere ancora
questo amore nudo
sul tuo dorso.

Volevo
Volevo giacere nell’ovatta
dentro un seno naturale
con una via d’uscita
caro mio avatar imbottito di vita

Volevo avere la bussola con te
*Amore senza ragione
per adagiarti sulla mia mano migliore
stretta nella tua come una missione

Volevo viverti accanto fianco a fianco
*Amore ad ogni costo, non aspettavo a stringerti
o mio centesimo sanscrito ardore
sono nata per ballare sul tuo fiore

*Amore da mille e una notte
m’hai tempestata d’ uragano
fino al centro di una tempesta di sole
M’hai trasformata in temporale di sale

Stelle
Spuntano profumate
elette
non solo giardiniere di mimose
fioriere di cielo
evasioni universali
con eleganza
una accanto all'altra

Riflussi lunari
fra i viali solari o solitari
scrigni pazienti nelle avversità

Brillano capelli sciolti
alberelli al vento
gli occhi affaccendati
sensibili umori di ogni sera o primavera
sbocciano, dall'elemento luce.

(dedicata a tutte le donne)

Lepre in salmì (4° annotazione di una casalinga: un rifiuto a cucinare)

Ah! vedere quella lepre alla ferma
è illegittimo
tanto più con il cappello vermiglio in testa.
V’è lealtà costringerla
ad essere cacciata e servita?
-Vorrebbe ancora rimbalzare in natura-
Non è possibile alzarla a braccia
sollevare i suoi balzi nell’ora del desco.
Che mai dirà la cipolla alla mentuccia
a cui scende una lacrimuccia?
E pure quel pomodoro… che colora il sugo in coro
alla carota, che aria da ostrogota!
L’animale
l’aveva incollato a sé; l’istinto di sopravvivenza
- tuffo in corsa spenta-

Vetri (3° annotazione di una casalinga)

Se l’equilibrio
si mantenesse all’ordine
dei vasi di fiori
dai vetri potrebbe entrare più luce!
Il comporsi e lo sciogliersi di gocce
lascia intravedere piccole ombre e aloni che
i miei occhi fissano scrutando in trasparenza
la mezza finestra appannata
Nell’alito caldo
nel gomito
che produce un rito a strofinare
con gesti consunti eccomi ad ogni tempo, qui
energia vitale sul davanzale
in arrampicate scivolose sui vetri.

Terapia in cucina (2° annotazione di una casalinga)

Nel piccolo rettangolo di vita
terapia alimentare
antenne di formica si tuffano
in rotazione
al substrato della cucina
antipatia e fremito m’assalgono
non so dove sia la linea iniziale
non trovo tracce di confine
tra bene e male…
a volte scendono e sostano a gruppi maniacali
sopra rimasugli zuccherini
non lasciano spiragli al trito vegetale per l’arrosto
coprono lo spazio che diventa nero
sono esposta al peso della scia frenetica
immersa al pangrattato per l’impasto
un vento glaciale m’assale m’investe il pensiero
imparo, prendo le distanze, quelle che servono
a non disturbare tutto quel da fare…

Polvere (1° annotazione di una casalinga)

Polvere polvere polvere!
sulla scatola arsa della tv
sulla lampada a piccole luci
sui libri e tra i fogli, imbrogli di polvere
al piano opaco volano.
S’intravede a distanza in tutta la stanza.
Sul divano in disordine polvere
tra invisibili colori
cuscini vivono grigi
la cornice intagliata del signor Vincenzo
s’è opacizzata
e il tavolo laccato dello studio?
ha perduto il lucido alla base.
Il mio sguardo spero si mantenga alto
perché se insisto sul pavimento mi devo piegare
al caos, che trasforma le briciole tra le fessure
senza tante scuse e paure
Può l’anima domestica che scrive
ancora gozzovigliare alla tale?...

Neve
oscilli confusa
scintilli
in vortici a tempo.

Volo
fragile
a caduta
brillante nei campi
in torrenti già stanchi
il tuo ghiaccio.

T’appoggi
sui tetti
tra alberi secchi
giaci nei rami
rimani pure domani
perfetto candore lunare
                -a covare-

Ho bisogno di calore sulla schiena
di sostegno sui fianchi del divenire
ho il bisogno di ridere, udire, capire
giocherellare scherzare
ho bisogno di bighellonare ruotando
sulle tue guance, sulle tue labbra fin quando un bacio
sarà nelle stanze della passione, nella devozione
Un milione di boccioli sul davanzale dell’ amore
li vorrei toccare, sfogliare
e fra le ore minuscole
di un disco in vinile vorrei ascoltare
il mare, e quanto manca
alla riscossa fulminea del karma
ancora adesso il mio tutor si scarna per
ritornare a bilanciare la vita.

Amo
Amo la libertà
di scelta
di decisione, d’intuizione
Amo l’ identità
Amo la giustizia
Amo l’amicizia

Amo quando bussa sera
lucerna della luna
Amo l’orizzonte
dove si fa fonte
viva
l’anima
sgorgo di salvezza

Amo tenerezza
gentilezza
i miei intensi sensi
Amo amori densi
Cuori
immensi

Amo
virtù verità
Amo dignità
sobrietà nei sorrisi

Amo fiordalisi
nelle sfaccettature
Amo vite dure
mani callose
giardini di rose

Amo finezza
Amo stoltezza
Amo il sacco pieno e
quello vuoto
Amo il moto e nuoto
amando.
(scusate se ho scritto “Amo” troppe volte
questa è la mia sorte..)

Tempesta
Mette terra in tempesta
e taglia Genova il serpente
Bisagno & company
C’è allerta da sempre
ha il cento per cento in fibrillazione con
la pelle dell’acqua che colpisce
nel suo conto dannato…
Si raccoglie il mare di fango
ingurgitato dai rami che troncano dita nude
Le respirazioni nel buio dell’emergenza
cadono sui carichi delle schiene.
C’è chi si stacca dalla vita
mentre la morte si srotola alimentando le frane
C’è chi non ha altro da raccontare
sulle insidie dell’uomo.

Suonala ancora
Suonala ancora amico
che hai potere dentro le balere
suonala
la trascinante musica popolare.
Nel mondo del valzer mazurca e tango
hai catturato le note giuste da regalare
agli attimi della passione.
Mio ritrovato desiderio di suono folk
Mia ravvivata cartolina d’esistenza!

Suonala ancora amico
la tua pulsazione vitale
del tuo boom artistico
ballerò colta musicalmente
dalla riva Emiliana
mi trascinerò sulla pista
ebbra di rinascita

Suonala ancora amico
mi è già successo in quel tuo contagio di note
in quel legame di partitura
di ritrovare la tua allegria!

(dedicata a L. Marcheselli musicista folk)

Il Re degli orologi
Il Re degli orologi
ruba lo scettro al moto del sole
adopera la linea dell’ombra
con l’obelisco di pietra
per controllare la luce
creando l’eccesso

Con le dita a presa
tra denti meccanici
e lamine metalliche
divora il mio tempo

Il Re degli orologi
a destra e a manca
aggiusta le catene
vernicia i pesi
sincronizza battiti
col pendolo
al muto linciaggio.
 

Bologna - strage 1980 

Lancette lanceolate

dieci e venticinque

il mio orologio s’è fermato,

oggi non è aria qualunque

in tutti i calendari avvolti dai fiori

con la febbre una valigia abbandonata

sotto la data- giorno-mese

distese le case, la stazione

ordigno eco e pietà.

Oggi non posso raccontare, solo

memoria a ricordare chi c’era là

chi c’era dentro e fuori che

aspettava innocente un treno

per volare in scie di mare e di campagna.

C’era chi respirava luce, mentre poi

bruciava nella pelle

cadeva sul marmo e sui binari

spezzato sudario d’agonìa

e ancora io

li tengo tutti in grembo con coscienza

strana quiete senza respiro.

senza titolo
Il dolore è uno scultore
tacito, come il sonno che tarda a venire
tacito, come un campo di grano dopo la mietitura.
Il dolore stringe
nella sua morsa d’errore
matura
trema- trancia- tritura
avendo cura di gonfi singhiozzi.
Voglio che scoppi
come un palloncino
allora ne sentirò il cicaleccio…

Fortemente
vieni
ad afferrare i miei fianchi maturi
lenti percorsi ricurvi di mani
è certo, lo so
danzeranno fiamme interiori
al rapido ritmo
della luna in chiarore
respiri intrecciati
turbamenti
corpi abbracciati
sgomenti!
i nostri nomi sdraiati
li sciogliamo ora
posando labbra selvagge
fortemente premute
sui piaceri nel cuore di loto
accendiamo fuochi;
baci* pegni* follie*
cedono nei rifugi appartati
nidiate ansimanti.

Mongolfiera
Mongolfiera priva di zavorra
sei partita senz’ali
nella’area degli uccelli
luna piena appesa all’aria
pari immobile colore

l’impercettibile scia d’acciaio
ti sorpassa, mentre lascia
una traccia di noi
spirali controvento
negli occhi del progresso

Rose di fine maggio
prede che incantate, incatenate
alle radici dell’eternità
sepali rossi sorretti
da mani rugose
corpi ammirati ceduti alla bontà
di sguardi velati
Riponete le provocanti carezze
del vento sulle spine
-sfogliate- perplesse- riflesse-
all’ombra di foglie accorate
cadute lentamente
riverse di schiena
corolle consumate nel colore
-umile sobbalzo la rugiada-

Giorni
Vi erano giorni
per credere nell’opera
del mare
i suoi occhi pieni
culle di cielo
variavano
nella vastità

Vi erano giorni
colmi di strade dove
la montagna mediterranea
scendeva, s’appoggiava al blu
ne scorgevo la forza odorosa
anche se
pareva annegare

Vi erano giorni grandiosi
da incorporare
che scioglievano il moto del sale
lo spettacolo azzurro
mi inghiottiva
avvolgendo la sfera dei miei viaggi.

L’essenza
l’essenza stava dentro
l’occhio del ciclone
in prigione
mai arrendevole
finchè
dalla conchiglia
astro e sirena risorsero
fu così che
noi
amore
mettemmo le ali.

Acquamarina
ti estraggo nella miniera
dell’onda
dea che allevia
gemma-gioiello esploratrice
navigatrice del sogno
a mezz’aria tra i marosi
rifletti, scrutata a fondo
segreta
alla via liquida
tuo, il mistero rivelato
magicamente guidato
da cristalli unici
scultura viziosa
accerchiata dall’indaco.

Danzatrice
splendida lamina di vento
che evolvi sulla pista del sole
la danza corposa
e soffi aria sulle spirali
della rosa di maggio
sei la mia bandiera che ritaglia
spicchi di cielo
tenendomi nelle vertigini
sul palco del giorno
che barcolla…

Terra
minima reginetta
dei nostri gesti
simbolici linguaggi
delle dita a presa
abili, ancora da sfruttare i
nostri rituali delle mani
movenze precise
comunichiamo la nostra civiltà
nell’universo ingolfato
la possiamo salvare
sostenendola non
farle male

la forgiamo
facendola rotolare
sul verde radica
simbolo del cielo terso
chiudendole gli occhi
degli orrori.

Ricordi croati
sovrani
ricordi improvvisi
reggenti
raggianti faville incoscienti
porporine dorate
sulle mie labbra saporite al sale
quando tu mi dicesti: “ sei il mare”
che potere mai avevamo per respirare
tanta bellezza?...

Mandorlo
sulla valle della concordia
un tappeto d’erba
all’albero porta
fiorisce ancora prima delle foglie
s’allunga il sole raggiante
assolvente si stira nell’eco
sopra un batuffolo racchiuso va
il dialogo vagabondo, decalogo
in giro per il mondo
fiori di mandorlo
sfiorano emozioni nella gola
frutti di rosacee
trasparenti
sciroppi mielati
rami mandorlati che
aspettano… comprensione

Aprile
fiori rossi
vengo a voi!
oplà
a cavallo
dondolo
luccico
al sole
sui petali
trasparenti
sospesi
lievemente
alla primavera
mi abbandono
evanescente
ammirata
rapita!

Aquila
sei scesa come una meteora
caduca città
dove tra i mattoni disgregati sta
ai piedi del picco, il nido del dolore
lo ricostruisci da un arbusto
con ramoscelli di speranza
guardo il tuo cuore puntellato
so che risorgerà come la fenice…
t’incorona il piumaggio bruno cremisi
quando come una stella del mattino
in quell’aria riconduci il volo che ti prende
vuoi spiccarlo , non ti arrendi
come una vela a planare sulla forza dell’uomo
la tua immensa ala rimarrà nell’eco
che squassa la valle.

Soffia in giardino
Soffia sul prato un vento sferzante
sprazzi d’incostante
sole, fra le fronde
raggi intorpiditi
paiono scoloriti
più grevi delle prove
su gemme rugiadose

nel giardino incredulo
il pozzo s’è sperduto
s’è chiuso con la pietra
nel dipinto del mirto
tra squarci azzurrini
il filo d’erba e l’albero
paiono scrutarlo

occorre aria di maggio
a ravvivare le rose
servono orizzonti aperti
e nel viale, molecole di pane
da raccattare

saltellano verdognole
linfe all’apice degli alberi
nasciture foglie di vite
all’ombra sotto i rami a cui
nulla fa paura, mi dicono
che a terra non possono cadere
anche se tremano
al disordine del tempo.

Amelia aviatrice…
spericolati voli di futuro
guizzi di sfide nel triangolo delle bermude
audacemente con te migrano sulla volta celeste
profumi di salsedine
mentre rimiri l’astro che
lento si tuffa nel mare con te
una piccola pietra lunare
in rotta di tigre
scavalca i cerchi delle notti
hai grani di stanchezza che arrossano gli occhi
attraverso i volti del globo
atterri, sulle valli dell’India e nei polmoni dell’Africa
fiori d’ibisco sulle tue gesta
ventosi i tropici soffiano furiosi
trasvolano con te
ti perdi e cali
con le tue eliche
scompari
in oceano pacifico…

dedicata ad Amelia Earhart, pioniera dell'aviazione internazionale.
Un ricordo di donna straordinaria che nel 1937 fece la traversata del mondo in solitaria con il suo velivolo
e che, quasi alla fine della sua impresa, perse il contatto radio e scomparve nell'oceano

Villa Edera
attorniata da verdi prati collinosi
vele di margherite le porte spalancate
-villa edera- alle ispirazioni
affetti appartati
voci, brezze d’affreschi
spazio musicale
aria festante nell’eco lontano
addensa ricordi
strati a velare di sogni
nel tuo petto ristorano
placidamente nel tempo
ti vedo regina, contorno
nei giochi dell’acqua
tenui zampilli di poesia
bagnano i marmi delle tue fontane
scorci aperti i giardini
riparati dagli alberi e tu
ne respiri l’essenza
armoniosa saggia
amata reggia
frescura coltivata
fra passeggiate amare
ancora oggi a sostare
sotto il tuo tetto, forti braccia
e un nodo a dimora, una cultura
che ci avvince ancora.

Passeggiata
Passeggio nei boschi tra le selve
verso il pendìo dei monti
guardo picchi e nubi
i miei fardelli di giunchi
i miei soli spirati da ogni minuto
sono senza pietà

Canto e mi pongo
in-cedo il passo
carezzevole al vento.

Rinuncio alla mia pelle
alle crepe sui muri, ai semioscuri
ai piccoli fori dei dubbi
traino l’ emisfero
a cresta alta anche oggi
mi lascio intatta.

Ti penso
La sera è una montagna
da scalare a goccia di luna
il cielo volta il mantello
le stelle mi fanno corona
respiro a fondo il mondo
-pensarlo è un po’ sostare
sull’umanità-

pianoterra
plano nel faggeto del silenzio
dove mi aspetta il piano
                                      STELLA  
la TUA mano
                       POESIA
la più bella.

Panda
Il mio bianco
il mio nero
peluche combattente
il mio paffuto sorriso
s’intona al verde albino

con occhiali salgo
all’albero ferino
stupendamente incredulo
mi beo della mezza china
inebriato dalla rugiada mattutina
e dai fili d’erba in erba
annuso le nuvole
ravvivo la natura incantata.

Ci siamo
Per guarire
nel giardino dolce
ci siamo presi
le pallide mani
raccogliendole
e guidandole
pian piano
 
la tua
l’hai messa
sul mio seno
e la mia
sul tuo
               ci siamo
fatti onore
ancora una volta
amore!

san valentino
o valentino mio valentino!
vestito con aghi di pino
mi lanciasti dardi e deliri
dai canti inebrianti e squisiti ma
ogni volta spietato sull’aurora…
per te ora
svesto il mio giglio ti assomiglio
metto in serbo la tua stagione
nella tasca dell’attimo…

Alla luna
Falce lunare che mieti le stelle
il campo è ancora tuo
a quando il frutto del raccolto?
il poco mio ti poso sopra nuvole bianche
dell’agognato riposo
un cantico sublime
libellula, toccante la dolcezza
se ancora non la conosci
mi aiuta a scorgere
la pura bellezza
della tua natura.

L’acqua abbandonata
Batteva la pioggia sul tetto
una condensa di vetri e
ho lasciato la mia acqua sul sedile
ma tu
mettila nel tuo freezer
magari la berrai quando avrai
ancora sete
di me

Bocca
Piccole labbra
lumi del viso e degli occhi!
vi prego
scorrete o baci
dalla bocca che irradia
fate il dondolo
allo smak dinamico
un respiro elettrico vi comprende

povera piccola apertura
talvolta sbandi
bocca sfinita
doppia rosata ferita
strappata agli angoli!
salivazione azzerata si lancia
dal parapetto del cuore
parole non deglutite
dal nodo.

Gran Canaria
le tue orchidee parevano farfalle,
a Maspalomas vivevo sulle tue orme circolari
sostavano i viali all'ultimo sole, con i fiori dell'ibisco da indossare fra i capelli
S'appollaiavano sui rami statiche colombe
giallognole bouganville aprivano petali bianchi
ammiravo frutti favolosi e pistilli al miele
alcuni semi si rizzavano tra il composto fogliame
ah! quante scie luccicanti...
dietro il fiume, siepi colorate e al di là del chiarore
scorci di casette mi venivano incontro.
A notte le lune s'aprivano sulle dune dorate
con il mare di sabbia che scivolava nel sale
e all'alba la rugiada vestiva le corolle di mille aloe fiorite
sulle orchidee le mie preferite!
Avevo nelle dita un colore pastello, brillava un vero gioiello!
-Scialli gialli sulle spalle delle foglie
nei rosa abbaglianti... mucchietti di colori
rinverdivano il terriccio
chiaro il buio con i flash!-

Le colline vulcaniche parevano giardini!
Fantasy piastrellate ingoiavano la zona del faro
e la murena cavalcata era un drago leggendario
Gran Canaria
mi gettavi in capo cascate in arancione
mi colpiva la loro delizia al limone...
Al porto di Mogan collezionavi nanetti allegri
fra terrazzate bianche e dune su dune
tenevo spighe con le mani in ombra
su panorami mozzafiato!

Gli arlecchini alati stavano in gabbia con rabbia...
mentre alberi strani mi aprivano le braccia
salivo nei giardini spinosi per riposarmi su palmeti esplosi
tra piccoli canyon meditavo quando
le Are, si affiancavano per restare vicine, ma come appoggiarsi
tra i cactus? quello gigantesco m'ha forata
mentre stavo insieme alla natura lontana dalla frescura
e i fiori ardevano come candelabri, volò basso
un cigno nero
quello mi spaurì con i riccioli rossi della Grevillea...

Tumefazioni
ho la tumefazione del pensiero
viola
violetta
violaciocca
 
ho lo sguardo dell’ iris violato
il naso bagnato-salato
fino alla bocca freddata dai denti
 
ho il cuore rivoltato dai tempi
dischi  chitarre e accordi
mai sorridenti
appoggiati a magrezze viventi
da cibi poco suadenti
- abbaini corrosi
                   echi trivellanti di brani… -

Il valore
il valore dell'acqua
leviga
purifica la vela del vento
scivola nel sale
scende tra i riflessi
lungo le facce della costa
dove la terra orizzontale ha i colori del tramonto
gocce di note addolciscono
cadute imprevedibili...

Pensiero
Pensiero mio vola, canta sussurra
schiamazza, quando il cielo straripa
e la bocca è fuori centro
poi riposati su volti stanchi
scavati, neri
bianchi

vai pensiero, dai dolci fremiti
va sopra il mare fiero
su terre promesse dove
le tue arcate argentate e bronzee fervono
instancabili...

Cometa
una coda astrale
vestita di sole
desterà la notte
s'attende l'irta corona
un cerchio di vita che
volerà cieco
sul fiato del vento
avrà lacrime d'oro
per lustrare la terra
come un fiume antico
amico, la pena cancella.

Ho incontrato
Camminando ho cercato
ho cercato
e ho incontrato:
donne, sotto i riflessi degli alberi
che sognavano acqua sorgiva
ho incontrato leghe leggere e pesanti
draghi malati che sputavano tizzoni ardenti
ho incontrato creature viventi
fatte di penna e piumati voli
ho incontrato mani tremanti che ghermivano il sole
ho incontrato gradini per salire
sassi su cui inciampare
ho cercato il silenzio che accoglieva e spaziava dentro
un attento cerbiatto che annusava l’amore.

Abbandonati
Tobi e Cucciolo
vi hanno abbandonati al freddo
su quella strada di periferia
peccato che
non era la mia...

Nel camino
il fuoco m'incanta
con faville danza
raggiunge l'apice poi

disincanta

rosso arancio bruciante
scoppietta e si libera
di un filo di fumo cangiante.

Paure
Paure, dalle schiene inclinate
spezzano le ossa
iene ridens che azzannano
resistono nella savana notturna
senza faticare velocizzano il passo
galleggiano poi
nuotano in fondo allo stagno trattenendo il respiro
giocano con le frattaglie
cibandosi del moto...

Scena-ta
Cuore mio
mi hai fatta uscire di scena
l'unghia s'è impigliata nel graffio...

Stupri
Donne camminano sole nei giorni della cipria
insaponano il viso
si spolverano
con il sorriso
batuffoli di talco
ai lembi rimasti
trasuda la pelle
stille, parole di fuoco
violenze
strisciano ancora come serpenti
soffocate nella bidonville
le ferite si esercitano all’accesso

manomesse indigene
sedimenti insidiosi le governano
sui quattro angoli cardinali del sesso regresso

cavi d’acciaio esplosivi
le chiusero nella morsa
di genitali scaduti
stolte paludi da bonificare
succhiavano nella sabbia
i loro chiari pensieri le imbrattavano
con pennelli neri
i predoni del male dal sangue infetto
come allora le perseguitano…

Luna
mi arrendo con la tua poesia
all’evidenza del malessere
mentre piove sui banchi della nebbia
complice del cielo
mi preparo al tuo chissà …

I tic tic tic tic...
pioggia
tra le case e cancelli sprangati
rivoli corrono lungo le ciglia delle grondaie
i marciapiedi riflettono la sera
un passante intirizzito sotto l’ombrello

pioggia
che si calma
su livide foglie
battute ai denti del pianto
con uno stridore di pigne arse

l vento di Mykonos
Il vento di Mykonos
non giace sulle sacre sponde d’Apollo
corre come un ghepardo
ruggisce
sfodera le unghie
graffia insistente
prorompe in mare
lo ghermisce

il vento di Mykonos
sfiora gli occhi dei golfi
le cupole celesti e i muri bianchi
poi addenta i paradisi
senza pazienza sforma la sabbia
spinge l’acqua verde sui miti delle Cicladi

il vento di Mykonos in altri tempi
muoveva le vele leggere dei mulini
pigiava il grano come un dio alato
era amato…

Risvegli variopinti al ritmo glaciale del tempo
vivo nel percorso degli astri ho per eredità
una mappa autunnale stampata nel d.n.a.
devo svernare al caloroso sud con l'ala
testimone dell'antico percorso
mi stacco dall’albero non come foglia ma fiore
assecondo il richiamo dei tuoi occhi magnetici
affidàti all’amore dopo metri di roccia a strapiombo
posso ammarare sul tuo volto
o mio novembre!

Vento solare
Sono amante del vento solare
al frugare delle sue faville
provo ad asciugare
dal mattino, tra il rosmarino e la siepe d’ alloro
appesa ad una corda tesa
sto, come un grembiule bianco che
sventola gioca palpita
fino sera
ma poi sotto la luna
ancora umidiccio cado
sull’erba fitta del prato

Pulsione
infuocata e impegnata
a lottare per te, andrà forse al di là dei marosi?
chissà se la raccoglierai in volo da sotto le tue morbide ciglia
la sorte ci ha preso in prestito
spasimando
accoppia le nostre mani coraggiose
gradualmente le vene pulsano tra il dito e l’anello

nuove pose di rose su pezzi di vita raccolta
assaporo rugiada
a sprazzi il tuo flash abbagliante grida bellezza
sublime piroetta
s’avventa dentro il foriero pensiero e mi stringe inquietante…

Vita
per salire là in alto
mi occorrono fiori nuovi che si schiudono
e le tue labbra maestre, sulle mie
mi servono piume di pettirosso
grandi ali e corde d’arpa nel vento
per salire come allora sulla tua pelle

mi occorre il biglietto di un tempo
scritto tra i raggi del mattino
e due bottoni d’occhi chiari
per allacciarmi ancora al tuo cammino.

Nascite
L’arte ha il potere
di far nascere dall’ uovo sodo
un pulcino

come ora
che sto dipingendo il tuo sasso a forma di cuore
che m’hai regalato.

Caduca foglia
So che l’autunno verrà
dentro la mia poesia
come secoli fa
pioverà
dall’ albero della pigrizia
un pezzo di volontà ora cade avvizzita
come fa la foglia
il pensiero all’imbrunire s’accartoccia
con quell’aria umidiccia di silenzio
sì… soprattutto silenzio.

Attimi
Sono attimi defilati dal vento
le mie lancette di silenzio
attimi
scorsi nella musica appartata del fiume
suoni che baciano voracemente i pensieri
sfarfallano battendo le ali.

Tu-tu-tu-tu…
sei l’eterno pre-occupato
del tuo cuore pennello
di setola dura
finalmente oggi dipingi
con il fiore all’occhiello

ci sono prove e rispolveri
sull’ iride di un TEMPO d’amore
memorabile termite

la cura
la metti tutta
nell’osservare la polvere dei tuoi inganni
che ombreggia
nelle pieghe degli anni

olio di gomito
a detergere
con manualità d’intenzione
strofini e lucidi per far brillare
la nostra situazione!

Destino
Mi sfascio nel destino e
cammino
verso il tramonto ma

torno sempre là
dove il tuo volto
è ancora dolce e acceso

quanto la prima luce del mattino che brilla.

Equilibrista
C'è equilibrio
nel mare delle mie mani
per premere carezze

certezze in equilibrio
ti tengono a colori

pilastri d' equilibrio si ergono
nella bocca del cuore
senza farti cadere

Al mare
Con un rotolo di gocce
scende l’acqua
gaia apertura di traccia
il tuo mare blu

mi sei caro, mare, anche sotto le stelle!

liberi e avvolgi nel mistero dei tuoi fondali
parole lontane mi trascinano a sprazzi
l’acqua sale con il vento in un canto d’ardore
come fiumana scuote l’anima

mio odoroso mare silenzioso
entra nelle mie nari, gioisci con me
dammi l’immensa eccitazione di quando carezzi l’estate
sdraiata sulla sabbia.

Piscina
In acqua l’allegria
ha un fare
e mi regala un guizzo
tra rimbalzo e sbuffo
glugluglu
un tuffo
di balena a coda spinosa
megattera dalle lunghe pinne
incastonata in mosaici madreperla
seguo movenze di riflessi
mentre fanoni bianchi
infilano specchi celesti
ho il fiato sul valzer di gocce dello stile libero!

Ti ho rivisto
Ieri, ti ho rivisto
fratello
sono inciampata
nel tuo vuoto d’aria
in quel sorriso balbettante
ti ho rivisto fratello
una spirale inebetita mi guardava e taceva
mi ha risucchiata
nelle tue braccia a precipizio lungo i fianchi
l’inconsueta movenza
ha riaperto la ferita, sulla tua assenza...

Girasoli
Nella mia ultima fase
entrerei nell’età grandiosa
dei girasoli
proprio quella
RADIOSA
da tenere
in archi di scie ed antenne
lezione che insegna a
seguire la luce.

Integrazione
Amico, quanto paghi
a viaggio?
qualcuno arriva dentro cisterne
anche affogato
e pochi ne parlano

Entri regolare irregolare
clandestino centri la fatica
con un forte gong
le tue orme emarginate
mi tengono sveglia
io ti guardo, nomade stanco
dentro una colorata bandiera
arranchi, sulle sponde di basse maree

Scambiamoci le nostre culture
amalgama senza paure
Io e te nelle idee del pieno rispetto

Dolgono, transenne e code
di fili spinati, per te, che chiedi una terra nuova da camminare
fra i quartieri rivolti al fiume, nascerà il miglio del sorriso.

Uno due tre... quattro!
nelle mani verdi del prato
ho osservato
un incontro inaspettato
l’ho trovato!
un quadrifoglio
amuleto del suolo
dalla forma cuore e croce
ne ho fatto un tatuaggio a fior di pelle
tra coccinelle vestite di fortuna
sono salita sulla luna!

Siamo

siamo visi snelli e sfrenati
sorridiamo come diamanti
e ci nascondiamo verso sera
dietro futuri invitanti
maturano labbra al miele
danzano poesie
aldilà della nebbia

abbiamo gigli e bisbigli
e tra dita tremanti un dio
che ci venera
salva nella notte mondi alieni
decanta
il nostro colore.

Io e te
ci siamo osservati ovunque
anche sulla strada maestra
corsari del nostro tempo
siamo tesori che cadono
come bambini inciampano
ma rapidi si rialzano
dimenando vibrazioni
freschezze di gelsomini
sui nostri corpi lisci
scendiamo sempre là
lungo valli dell’eros
c’è cibo che duole che tinge
languori e desideri
ah! i nostri ventagli chiusi, le nostre arie celate…
gli ardori scorazzano tra i tumulti delle labbra
ogni volta, chiamano i colibrì
che ci portano pezzi d’ arcobaleno
sfiorano le nostre orchidee esotiche
succhiano nettare dai rifugi dei fiori.

Il rispetto
è raro
toccata e fuga
acqua nel deserto… vieni ti voglio bere

Goccia dolce nel mare…

Sogno nel pagliaio?
con te c’è da fare c’è da fare!
cercare cercare
luce armonia colore
nella vetrata umana

Talvolta vedo un raggio di rispetto che illumina
una pozzanghera dopo il temporale
mentre riflette il cielo.

Aurora
passeggi nei boschi
e sui sentieri all’ombra
getti manciate di perle
trasparenti, spuntano le ali

con l’alito terreno
indossi l’abito per salire
ti abbarbichi all’aria
scivolando gradualmente

aurora grattacielo
avanza il tuo aquilone
sul drago che nasce
sull’aquila rapace…

hai esigenza di planare
albore sul turbine
turista ogni giorno
in escursione.

Noi
poveri d’amore
amici del silenzio
due vicini
lontani mille miglia
forse attendiamo l’evento propizio?
in quel salto di speranza che va
oltre il precipizio?

Amore e Psiche
Rosa spina, o rosa spina…
baci caldi e profumati
lunghi gli abbracci e drappi
d’Amore, parlavano al fiore rosso
lui ti adorava, mano alla bocca con l’indice sul pollice disteso
venere nuova, fiorita tra petali sciolti!
Psiche, come ti avessero tessuta e ricamata con la seta dei bachi
come ti avessero accarezzata quando si carezza l’erba alta…
sei al tempio, finalmente assopita, nutrita di rugiada
dal soffitto tocchi lievi di farfalla
e lungo le pareti hai bianchi gelsi dai frutti carnosi
arrampicati sulla voluttà.

Fasi
Quando ero grillo
petulante
volevo cambiare
mio padre

poi

una bel mattino, di fino
volevo cambiare
il mondo

ma per ora
credo
devo cambiare
me stessa.

Ai poeti della Fattoria ia-ia ohhhhhhhhhh!
Con voi il tempo prende
si avvalora
lungo le stagioni
scaliamo i picchi
delle stelle alpine

cogliendo parodìe

scolpita in noi la poesia
esce con folate
da porte spalancate
in aprile
ci sono pure entrate
da soffioni paracadutate

guardo i vostri giardini acculturati intorno
sogni votati in contaminazioni
sostano lì in un giovedì d’urgenza
                                                      antenne
contatti e appartenenza.

Bambine ( a Melissa)

Libellule posate sul cielo
a balzi invadono i tu-tu delle tortore
mentre noi
bambine a boccuccia di rosa coltiviamo arancini di riso.

Codini di seta e farfalle, splendiamo in un giorno d’aprile
allegra l’altalena del sole
amico del giorno che dondola
siamo appaiate e vicine
con occhi mai stanchi, spettacoli vaganti
sentiamo il treno che fischia
al parco divertimenti, sulla giostra dei cavalli
schioccano rossori di gote che trasformano l’aria
e i palloncini delle tue piccole mani mi afferrano dentro una favola!

Primavera
oggi amore, siamo cielo e mare
può rimanere tale
questo giorno rasserenato

alberi di gemme lungo i profili
penetriamo ogni cosa con gli occhi
come fa la primavera sul verde dei prati.

Denaro
A me il denaro serve
per ridere un po’
per ridere, sì
più non vedo gioia gratuita,
il tempo è denaro… pago tra le costole
come la paura di soffrire, per questo
nemmeno mi buco i lobi
dio, anche quello si deve pagare!
(la vita costa, cara)
vai denaro corri, la dose rincara,
ti cambio ti scambio e ti monouso
con chi deve darmi consigli in cipigli
con chi vuole farmi remare contro corrente...
ma sì, mio caro denaro pagami il ridere
finchè avrò piene le tasche di te
sguscierò.

Occasione
Io e te la coglievamo
come attimo fuggente
del desiderio
quella ciocca e quella bocca
noi due, la portavamo sulla fronte
stavo con te
a filo di rasoio

o mia fortunata occasione
instabile
ero abbagliata dalla tua coda persa
dalla tua ruota di pavone.

Zone
Ci sono zone franche
nelle donne senza età
suggestive miniature d’orti
valli sempreverdi
sottopassi di cerbiatti.
In quelle zone, le donne
hanno parchi naturali
dove le aquile partono
per i voli alpini
le si possono ammirare
anche dal mare
nelle giornate limpide
le zone delle donne
sono soglie aperte
nei rifugi di montagna.

Un solo cuore
Mi è rimasto un solo cuore bambino
anche un po’ di grinta e stupidità
vera qualità, sulla tavola rotonda
nessun posto a capotavola ma
solo bellezza di puledra che scalpita
grazia, per trattenere il giusto
per cogliere la mela più succosa
del sacrificio
rischiando la vita per un altro
amore, più grande di me
alto da scalare ma
devo arrivare, alla vertiginosa stella!

Il fornaio
Quando i sogni si svestono
dell'ultimo buio
il lavoro si nobilita

il fornaio si alza
incalza
impastando con forza
l'immacolata tranquillità
fatica antica

il lievito profuma e
gioca
una lena di braccia
s'amalgama alle mani che
comandano
schiacciano
pizzicano riccioli

come in un rito
l'arte dalle tante forme

acqua e farina
sulla nascita dei pani
ben allineati
infornati

ed ecco il pane bianco
o integralmente scuro
fresco e genuino
nella prima aria del mattino

una scia fragrante corre
verso la fame

un bene comune che
anche oggi egli
ha esaltato
privilegiato.

-scritta per il tema dei: Mestieri-

Servilismo
tu sei caricatura spersa
in zona d’ombra, orma
il tuo sorriso claudicante
s’imprime grottesco
si piega di schiena

la tua accozzaglia cola
dentro una danza, quando
adori l’idolo di “Fede”
-totem potere-
ne inali il sentore
e ti distilli in quel vizio
sul tizio, caio e sempronio!

Pesci
Sono stata attirata da
pericolose gettate
di pesci
fulminati dal catrame

due chilometri di verità sommate
sull’ arenile di Cesenatico

branchie
spalancate
plastificate
urla del mare

Limite
Quanto è inverosimile l'umano
che sempre fora nel tempo
il recinto del suo limite
con irrinunciabile visione
corre al punto di non ritorno
galoppa nell'universo del profitto
interesse a clonazione
dove striscia la serpe del denaro sovrano
potere della sua occupazione
-illimitatezza dell'inciviltà-
(scritta per il tema del "Limite")

La mia stanza
Quando nel buio stringo la bocca domata
vorrei quattro pareti mie, di passato
colme di scaffali e libri, che non ho mai avuto
di quelli che impregnano il cibo dell'umanità
di un qualsiasi dio che ha il vento dell'universo
con la mia bandiera in varco di bagliore.

In quella stanza vorrei assopirmi
paga e lontana da errori ed espiazioni
riparo abilitato a scotti scontati
fra bisogni emaciati dal digiuno.

Vorrei sì, vorrei
quattro pareti esurienti
con tendine aggraziate alla finestra ambita
affacciata al parco, per interrogare la vita!

Buon compleanno
Ricordi donna, se hai mai ricevuto
medaglie al valore?
Forse l'hai meritato di ricevere rose
da supermercato?
Bollate dal prezzo
sbiadite
avvizzite
rigirate
da mille mani sudate
quei petali nati così vellutati
in attesa dell'oggi che è ormai domani
non hanno calore
neppure rugiada
li hai tuffati nell'acqua
si sono inclinati e mai sollevati.

Se fossi intonata
Se fossi intonata
canterei ciò che fanno gli alberi
io l'ho imparato dalle foglie

Se fossi veramente intonata saprei cantare verità sulle città
circuiti inquinati
nessuno fermerà gli ingorghi

Difficili gli acuti su alluvioni e terremoti che hanno unghie di potere
lo posso solo vedere da quello che cade e si sgretola
sull'umanità

Però se guardo il sole, il suo canto è un favore
imparo la luce
e osservando le stelle sento armonie lontane
calme di lucciole

Ma ascolto dell'oceano il suo rumore
che smania al suo fondo plastificato
quello che ancora non so, tardi me lo dirà

Poi fermo una nota tonda sull'urlo della terra
la vedo come una mela rossa
chissà chi la finirà

Di meglio canterei, se fossi intonata
ne uscirebbe una nuova canzone
per il bello che potrei salvare.

Mare
Morbido tuffo
in premere
di voluminosa natura
corollario d'acqua perlata
onda selvaggia sperata
le tue carezze predatorie
i tuoi ingredienti
di sole e vento
mi cingono
mi salvano.

Parole incrociate
rincorse
un po' socchiuse, racchiuse
dentro i dedali di una posa

parole non dette, imperfette
per non infierire, per non ferire
pesantezze smorte distorte

parole impossibili da gestire perciò
smussate come minuetti orecchiabili

parole spericolate poi graduate
in saltelli di note
armonie cercate

parole flessibili
dettame e sibili
aventi invisibili trame

parole uscite alla rinfusa
con una scusa
sulla doglia di un amore
svuotano il pensiero.

Era glaciale
Appiattita osservo dal vetro
lassù, il ghirigori gelato
è un nido d'uccelli che cercano cibo
con ali incolori i fagiani dorati
sono ormai ritirati,
le lepri sotto la neve
scavano covi in tempo breve

neppure uno stelo s'affaccia...

Mammut sotto forme innevate
sono ancora statuari robot
all'addiaccio
che inghiotte stiletti di ghiaccio
-e fredda il mio umido fiato-

Le tue mani
Iniezioni
iniezioni e...
tremano sempre più
le tue mani
fratello smarrito
le tue mani, ti vergogni
le nascondi, come mine sotterrate
non si raccolgono

le tue mani
pezzi di vetro sul viso
più non lavano lacrime
nulla! nulla!
non hanno culla
non s'intrecciano
sono malnate
è tutto inutile ormai
non stringono
restano inferme
non hanno attese
non hanno prese
mani senza sensi
le tue mani senza dita
non discutono più.
-a Massimo-

Candele natalizie
Care strenne profumate
purificate paraffine raffinate!
vividi lumi e fumi voi
decorate, regalate ogni Natale
calore e aloni strani,
alimentate chiacchierate
con vostri tremolii fiammanti
di fede e di propositi...
peccato che vi consumate
sul tempo di un cerino
che vi scintilla addosso!

Aurora boreale
Avete mai visto quell'aurora
che trapassa il muro del suono?
onde magnetiche ad archi
formano i suoi sibili
la scheggia attraversa il nostro cielo riverso
una meraviglia ci sorprende
è sole che esplode su noi
sempre attivo egli ricambia
si proietta sul velo polare, al nostro cupo pianeta si dona,
è visione misteriosa o il pro-getto di un dio che parla?
le mosse del suo volto iridato ci avvolgono, ci salvano
in quello spazio-tempo abitiamo, nei bagliori dei suoi bargigli
fasci rossofuoco ci condensano di verde e giallo
enormi vortici di comete sempre brillano
tra i ghiacci e sugli igloo!

Novembre
il tuo vento mi stacca
le ultime larve
ora siamo avvolti nella forma
dell'aspetto
ritiriamo le braccia dal cielo
mentre fuori cadono le foglie
la nostra pelle si scioglie dai vestiti
strappandosi i bottoni
con nostre insicurezze barcollano effusioni
e nei tuoi calmi tocchi
ci rialziamo e ci asciughiamo
gli occhi.

Donna contadina
persisti a rimanere laggiù
vestita da vecchia là ti attardi
natura ti scalda
come allora senti il contatto con la terra
spiga moltiplicata per mille dalle tue falciate di sudore
crescite, mietiture a faville di fienagioni
la tua prima, fu erba intrisa di rugiada,
umile e raccolta spargi ora il tuo pane.
Zappi e in risaie t'arrabatti d'umido e zanzare,
odori muschi o porporina sui papaveri... un fiordaliso in estinzione
combatte, ancora in linea con te.

-omaggio a mia nonna-

O amore dell'universo...
sono stata gettata sulla terra
senza il tuo consenso, ed oggi
non dico sui fiori
parlo sul neo, sul vivido nero
sovraccarico di calce accantonata
in trapassato parto di vento
mi abbandono
mi consumo
mi tormento
da quando sono nata
e mi hai bestemmiata;
ero il tuo ramo d'albero spezzato, la tua prova sbagliata
una barzelletta sempre più stretta
me la dicesti tu... padre-padrone, avevo sei anni, ridevi di petto
volevi un maschietto!...

Nel salone del tempo
il lampadario a gocce
di quarzo rosa
ha bracci dipendenti
in alta tensione

tavolo e sedie hanno scosse
tremano le mani in corsa
edè bagliore quando fra le pareti c'insegue la folgore
le nostre strade amore
ricadono sul divano
s'incrociano incarnate
con nuove nudità di pace
( piedi gracili senza radici )
appoggiati al tappeto volante.

Forse
Forse io
forse dio
forse ci sarà
un settimo cielo
d'orchidee celesti
sull'orlo dell'ingiusto...

Sintetico
tu naufraghi per affondare
nel mare del colore
disidratato
incartato
con la purezza scaduta del numero...

E centoventiquattro, rosso cocciniglia
non dà nessuna meraviglia
E centoventidue, azorubina rossa
per cadere nella fossa
E centoventinove, rosso allura
sta oltrepassando la misura
E centoventitrè, amaranto
sa disgregare il bianco
E centotrentatrè, blu brillante
sa essere irritante
E centoquarantadue, verde
traspare e si disperde
E centodue, gialla tartrazina
buonsenso se ne va in rovina
E centoquattro, giallo chinolina
collima da sera alla mattina
E centocinquanta, caramello bruno
non vi è zucchero alcuno.
-dedicata ai coloranti sintetici nei cibi-

Sorella acqua
bolla la vita perchè
acqua è, l'essenza di essa

non cedere
o bene della sete
finchè pioggia sarà
in nascita di roccia
continua a scorrere
rivolo
torrente
po
gange
colorado
nilo
danubio

enorme blu

fiume per l' umanità
raccolto
dono supremo
destinato
gorgo
e ondulazione ai ponti

rubi-netto aperto.

A Beatrice
Donna, intrecciata da capelli biondi
il mio abbraccio si sfalda e vola
calamitato dal tuo infinito
tra interminabili silenzi

t'incontrerò un giorno, sulla via lattea
perla approdata nella galassia
ora lucente, ora soffusa
avvolta lassù, diffusa
anche nelle pareti del mio cuore
tu rosa, tu coraggiosa.

Amica volontà
Quando le ore toccano la bocca cucita
la volontàè amica
sì, un'amicizia
è così forte il sangue della nostra,
torrente del tempo che incalza

un bambi che non si ferma al bosco
continua lungo la vallata, scruta, si libera
in aurea di fiore, insieme alle stagioni
ha volti di passioni che brillano e tracimano.

Gabbiani
... a perdita d'occhi, albe...
per contemplare il mare
felici, gabbiani tra i gabbiani
immensi vortici e tuffi
risalivamo, porgendo fresco cibo

eccoci
al tramonto, qui
condotti... chissà da chi,
sul campo a becchettare
terra, ancora da seminare

amore mio piumato
dimmi perchè, abbiamo scordato il mare
questo strano poggiare
delle ali che
non sanno dove andare e... le tiene solo il molo.

Melograno
Melograno grigio e rossiccio
sui calanchi del quotidiano
appoggiato alla casa, parevi nano...

i tuoi rami spinosi sono giunti in grondaia
tra il pergolato dell'uva
la melagrana è ormai semichiusa
ha il tempo scontato dei frutti
si stacca da te,
è l'autunno che corre
lasciando i suoi succhi

melograno, ti stampo sul fianco
quando ti esponi ad oriente,
non adesso
che sei immerso in cartocci di vite
e adagi foglie, sulla ghiaia del sentiero
come piccole ombre di pensiero.

Orgoglio
Mi sono spogliata dell'orgoglio
indosso veli di salma
tra fiori e torpori
si sprigionano gli errori
e l'anima si calma.

Mi ritrovo
mi ritrovo al suolo
la vita nelle mani
la lancerò
nel canestro del domani
già so
rimbalzerò coi sogni
mi farò male ancora
fendendomi l'Aurora.

Rosa ottobrina
Già ci sono piccoli colpi
di era glaciale
e di ghiande cadute sotto le querce
e d'uva pigiata fino al succo
mentre la zolla ocra aspetta il seme
una rosa ottobrina
persiste alla mancanza del raggio
rilascia la porpora al tempo coraggio
ha una virgola rossa di sfumatura
una tea apertura
nella pioggia pungente.

Delicata cittadina
Medicina, herba vitis!
terra a gradoni delle mondine
dove s'innalza la torre dell'orologio faentino
dal picco libertas... privilegiato monte

albe nel cielo i campanili
vedette di pianure che mirano il mare
vivi e armonici i voli a sfera delle tortore
sui girotondi di fanciulli in verdi aiuole
e smisurate mani tese tra le panchine di paese.

Involuzione
Anima mia
il pensiero amorevole per te
si diffondeva
dalla caverna
come i primi graffiti,
oggi l'occhio del verso ti trasforma
in un rotolo di codice miniato.

Illusione...
mi donavi un amore,
sosia del tuo nome
scandiva le parole

ma, il vento estivo placandosi non sa
perchè, ha perso la forza di echeggiare più in là

illusione, anemia
io sono qui
con un ciocco bruciato
quando, rimane solo fumo

dimmi, illusione
istante dopo istante che
esamini ancora un cuore per me

parlami perchè, non so se potrò
stringere il mio battito
spogliato sul tuo dorso.

Sguardo
I tuoi occhi
deliri d'organi
con note indulgenti
dove fino alle tempie di coda
v'è meraviglia

Colpi fissati nel batter di ciglia
si arricchiscono di verità
nel retro sfumato l'identità
è un fiume, ancorato alla mente
che alle orbite dona la vita

Sotto i buchi vitrei
obliqui o tondi
lo stormire di sogni profondi
con cicloni d'eclissi che arrestano
i voli dei soli...

(da: i segni dello sguardo.)

Pensiero
Cara fratellanza
sei legge d'attrazione
scorri in punta di mani
mi premi sulla carta bianca
quando ascolto croci
nei silenzi della terra
che non vorrei sentire mai.
Si sente la tua debole voce
dove sta al crinale la croce
pensiero nei giorni, di te

Fiori per Rosy
I miei sottili
non ti scordar di me
sono ancora vivi da te?
*******************************
in fondo sono foglie trasformate
in raggi dell'affetto
minuscole e simboliche
assorbiranno la cura
della tua annaffiatura
***************************
sono sicura
diverranno petali viola-fucsia
appaiati e vicini,
li profumerai ogni giorno
con le tue corolle di strass.

Ape
Piccola ape
striscia nera e gialla
bzzz... animata
rincorro
il dono della natura
quando
svolazzi e scavalchi
il muro del pianto
per raggiungere
il mio pan di zucca sbriciolato...

A "Poetare"
Mi chiami alla scoperta
con il tuo profumo invitante
mentre cammino nelle tue scarpe
riassorbo la terra viscerale
o poesia, tu tracci odori
imbandita di fiori
invitanti arcobaleni, sono le tue doti migliori

osservo le traduzioni, connubio fra terra e acqua
appartieni alle canzoni
impreziosisci
nell' azzurro vento
in eterno movimento
e mi giungi come eco, segno
sfumato disegno.

Semplice pranzo nella domenica
Assaporare un rituale
per ritrovarci in antipasti
con il bicchiere colmo
a festeggiare
pranzare al più elevato sole, in appetito
mentre volano spirali di colombe
sui fornelli aperti
nel ripiano le creazioni fanno festa
dietro il siparietto, accomodante il chicco
conforto di buffet nei piatti è
un giorno da sperimentare
lungo il canale domenicale
s'immolano le cavie
come resurrezione a primavera
scampanìo il batticuore
mentre i commensali son fervore...
nascono peccati di gola e mi riaffiora
un pensiero naturale nel gusto del
non finisce qui...
la storia famigliare
intreccia saggezza quel gesticolare
del menù condiviso
acqua
vino
fiori
cioccolato.   

Felicità
stampo
sull'acne
il volto
della bellezza
e tu
rimani così
spiaggiata
sirenetta
-----------------------
averti in ascesa
dea della fortuna
averti diamante
della mia cara duna
averti sottosopra
pazza a lenire
averti ora qui
greto gentile
averti soprattutto
nel mio timone
averti
averti
averti
argenteo gettòne!

Morfeo

Ala silenziosa
bel sonno
ristoratore
petalo clonato
un bacio fortemente cercato
premuto sulle palpebre
sul corpo, a tutte le ore

chi mai mi aiuterà
se non tu?

dicono di te, manna
panna
cotone
mussola del cielo
stellato e diurno
voglio stare in quella postazione
carezza libera dei sogni
Essere
schiuma dell'onda
verde flutto alla riva
del tuo abbraccio.
 

Caccia aperta
Vestiti di grigio
inseguono e vanno sulla
-sindrome dipendenza fucile-
Mirate!
Sparate!
guardinghi ciclopi
guerrieri abilitati
all'habitat.

Pallini scoppiati
bruciano
animali coraggiosi
in balìa dei cani. 

Il giorno
dai tagli dell'aurora
uscì
in canto di gallo
si sperse a mezzodì
corse col meriggio
sul tramonto
finì
 

Preghiera 2 agosto 1980
Vena del mio cuore tu
hai scolpito aureole in quel dì
quando lì, nella luce
un veloce vampiro dissestò
azzannò di sbieco...
il suolo in sala d'aspetto variegato
fu frantumato
orologi raggelarono sui polsi

guardali costantemente se ci sei dio, lasciali passare
dalle zone d'ombra

non posso fare a meno
di volgere un lume
giustizia e verità, instancabile oro da colare
nella tosse comune del tempo vischioso
arriva, sale questa febbre, mio dio!
di più, trasuda ogni agosto di tutte le date
elenchi di nomi accatastati visi
nascono urla dischiuse.

Bologna
nelle mani dell'insonnia
ora non esce allo scoperto
per non guardarsi alle spalle...

In via Solarola i campi...
In via Solarola, stantii
cigolii degli aratri, scavano erba medica
su quella strada scorre alfa, sotto l'onda del fieno caldo
saltellano cinguettii nell'ansia
dal forame, mi richiamano in età verderame quando
velli, sostavano come petali bianchi
sui campi
noncuranti dei calpestii del cane in allarme...

In via Solarola femori, incedono sui giganti
del granturco, dai piedi legati al suolo
sostengono inalberati la spina dorsale
verso falci di luna nelle brecce del sole
ogni anno in affanno campi votivi, margini
lungo il filo d'asfalto.

Giardino verticale
Giardino verticale, dove l'edera s'avvince come traccia sul muro
ecco... il mio paesaggio donato
spazio di silenzio lui
miracolato condonato
cinge nel suo recinto i miei occhi lacustri,
semplice steccato di passione
erbario magico
s'inerpica da radici interne
volontà, sboccia dal fondo irrigata
incalza agli alti strati delle stelle alpine

il mio giardino... ecco, ora s'innalza alla perseveranza
nuova fibrillazione maturata
una sospesa trama di materia fiorita spuntata;
il dolore, con aiuole spinate di viole sta
sui - non ti scordar di me - in devozione
amore, sfarfalla tra le giunchiglie
sul ramo di una carezza stupisce
immortale, nella sua bellezza.

Mia ventosa Paros
tornata nel mio letto
dai cuscini di seta, evado
con le vele dei mulini
sulla bella delle Cicladi
melograno succoso
di gloriosa civiltà,
bianche braccia mi tengono
luminose porte aperte, sorridenti

Da millenni il tuo pario orla fontane
di chiesette gentili in seno alle baie,
su di te, vedo fremere la vita del vento
s'insinua caparbio nei piccoli lidi
è un diadema in cale scoscese
incastona d'aromi le tue fulve criniere,
è gran signore impettito, sferzante
baciato dal sole, padrone
della perla nel blu.

Donna dai seni scoperti
(Mammografia)

Occhi solenni e chiari
sui miei seni nudi lisci, naturali
che a volte ho regalato,
due cavalli liberi, selvaggi
cavalli bai, trasportati
in radiografia
imbizzariscono nel tono dei capezzoli
irrorati dalla luce intensa

tonde gocce acutissime
punti focali stravolti rivoltati
ex fecondatori d'uve e more
erano isole tranquille, accostate cupolette
tessute in connessione
vestite di timo e menta piperita.

Oggi, ancora sopravvivono...

Nei giorni
con la tua lingua che porge
una danza sfrenata e mi arrossa le guance
restiamo papaveri scomposti
nei giorni
le nostre mani lungo le schiene
e fra le gambe
una bambina arresa, confusa nei sussurri, poi lì, giunge la donna
compie la sua piramide
un celeste fiume da sotto le messi sgorga
niagara, prodigio nell'Aurora
noi due dondoliamo
spinti dal TI AMO
dentro la culla in vimine ora come allora
ci siamo schiusi presi e persi
nei giorni degli uccelli
sfibrandoci le ali.

Ai poeti...
Prestigiatori
vestite striscioline d'organza in libertà
nei vostri movimenti lievita
il volontariato del sè
tenacemente imbastite il patrimonio dei re!

Progettate l'arte
del vivere
piegate e incollate finimenti su carta crespa
cari arcobaleni voi, archi diffusi
sempre sfoderate, forti folate.

Azzurro
giacimento di lapislazzuli
gocciolante in me, sfibrato marinaio
sempre più costoso, caro

con il derma dai lirici pori
ti spalanco le labbra ed il viso
un ribollio fior di cobalto, venatura sorriso
... o mio pigmento tra cumuli di masse
azzurro del mio respiro, oggi
stai nella penombra
la vita schiacciata negli stipiti del cuore,
solo quando salperai fra le onde di un bagliore
vedrò il mare gettare
acqua calma sul fuoco!

Parole...
in eterni movimenti scorrimenti nei cerchi
su rinnovate presenze di pepite d'oro
mi vengono a cercare tra lamine d'avorio
nel gioco improvviso della provvidenza
senza lasciarmi mai
agitano gli imperi
entità infinite, giardini
vallate di vigneti con radici del mio tempo
mi tamponano in affreschi
briciole di parole, ricamano da sole
ogni volta mai arrese in scorrerìe estese
hanno stanze dalle foglie morte
grondano di natura umana
scendono a patti con satana fino alle fondamenta
per la sopravvivenza.

Souvenir
dell'alba
quel lunedì di pioggia
una canzone calda
sdraiata sopra Chioggia...

Gli aquiloni
li trasformano gli angeli
impulsi di carta e bambù
e il paese dalle alte ciglia si consegna
alle ali sapienti del volo indelebile
scie di sorrisi agitano braccia in omaggio di mani
pollici al vento agganciano acrobazie di scintille
tatuate nel cielo

dalle pedane si dirigono velieri e rapimenti
i creatori di quei grovigli silenti
non disperdono mai i loro sogni cocenti
quando gli aquiloni s'avventano nell'aria
cadono in picchiata strani spiriti in benessere di sussurro
poi ritornano in alto
ballerini dell'azzurro.

(dedicata a Lorenzo e a tutti gli amici di Poetare)

Terremoto
Oscurità del sonno
sulla crosta del boato intenso, dai primordi
scuote il magnitudo

ora, senza pavimento guardano la vita delle stelle...
saranno uditi i lamenti? arriveranno al più presto le mani?
sbriciolati nei cementi
ricchi poveri anziani
sconvolgono i dorsi, affetti sacrificati tra i muri
cavi tubi stritolati
violenza inaudita imprime tracce marcate di pennini
devastate corse di popolazioni
epidemia del dolore dove tremano le ore in
vicissitudini della terra... impressa da alberi, fiori...
ma le radici, sentiranno?
l'inutile bombardamento sui crani sulle ossa?
contano gli assenti i presenti
al risveglio del giorno
si chiedono
se ancora qualcuno verrà ritrovato
semivestito inebetito... vivo!

Castadiva
sul mare in fa maggiore
fluttua la sirena
finchè l'Aurora esiste
la notte sarà bellissima sui tacchi a spillo
il corpo esulta
la blusa seta ondeggia
una quantità di nudo riservato
appare magicamente variegato
soave melodia di rapimento
laddove s'innalza il talento
attraente
passione
impeccabile classe di mistero
poi...
clamori gelosie idolatrie
la ruberanno!

India
Namastè...
la pietra di luna cangiante
saluta il mistero
incoraggiante viaggiare
sul tetto del mondo sosta un' aura vitale, ma
Vishnù luminosa tace immortale.

Grande Madre in vibrazione orientale
annodata in legni di sandalo
mentre uragani e tsunami
ne incoraggiano i venti.

India riversa
spirale del mantra
sui canali del Kerala
verde shari dal bianco riso
fluidi colmi di piaghe, tiranni
nel mistico Gange
vita e morte vi sciacquano i panni...
s'immolano bimbi, fragili mendicanti.

Vestito da sposa
Sottogonna d'organza
sostegno di sogni e fiori di pesco
alto sangallo alla vita
realizzato decoro
bon ton in
volants trasparenti
perle perline
pensieri di seta in fiocchetti di trine
macramè, solo per lui
intarsiati e rosati
fili di rami su sfondi puri e ricami
a punto croce...
ricoperti bottoni tengono ora veli di voce.

Lanzarote
appoggio la guancia sul palmeto
il tuo nome mi àncora
ti esploro
entro nel fogliame d'oro
e tu
dal monte Corona
al Mirador del Rio
spargi acque di sole
mentre assaggio in te
vulcani
saline
onde pressanti
mieli odorosi
con occhi dei miracoli
mi stupisco
dei tuoi fiori
ancora radicati in
mille e più anni
nel tuo mare
di lava.

Venezia
luna di strass
murrina
mappa di attrazioni
acqua alta dalle bocche
in laguna
cresce lo scirocco
lento avvince il cielo
c'è un diadema platino leggero
nelle tempie della notte
passerelle e strani slanci
percorrono le calli
sublimi anelli di comete
stanno sui pontili
tra i sospiri degli amanti
che tengono il mare dell'alba
in tentazioni lussureggianti.

Voliera d'amore
Diamantini
amati bricolage
becchi appuntiti
riparati
alle intemperie
nastri di vita
frullo d'ali
penne di pulcini arabescati
destinate alle tue mani
nutrimenti
carezze
pigolii.

Cascate
rigenerate
spume e piume
gocciole in tempesta
effluvi tra le felci
acrobati dell'acqua
quando lanciano
energico fragore
e sbattono
su massi in vigore
il ritmo varia
splendore in aria
prodigio balzo affanno
tonfo violento
nel timpano
del sesto senso.

Oggi
ci escono dalla gola le rondini
di chi per noi ha combattuto,
rosseggiano le dee sui papaveri dei campi
ogni loro rinnovato dolore ci rende più forti
e ora, grida lucenti a specchio
mimose e coriandoli
giovinezze e rugiade, insieme
camminiamo sull'erba del tempo.
- 8 marzo 2009 -

Mixaggi
Parlo con dolo
attraverso la mia collezione
di ciondoli
d'oro

mixaggi di frustrazioni
domestiche, selvatiche
incontenibili forme
smussate, rifinite a mano

spazi nella natura del povero mondo
di cui ora
mi devo prendere cura.

Anima mia...
ogni volta mi voli in testa
come una farfalla impazzita
fuggita dalle dita!

Per Te
coltivo il mio roseto
e rubo al sole
l'Aurora dalle mani
in trasfusione
sgorga l'amore quieto
che tutto nutre
curo paziente
un prato che rispetta
il canuto futuro,
l'attesa erba è terra sotto la neve
tiene caldo il seme

ondeggia e speme
il mio zufolare dentro l'aria sbilenca
tu assaggi con prorompenza
la mia bocca
che fila seta ai germogli

lo so, per me, s'aprono a fatica i tuoi
fragili fiori di culla
accartocciati nell'arco del tramonto.

Pareti
oggi ho finemente
quattro pareti sottili
con soppalco veramente mio, pregno di dio
e di lumi sfumati
il mento in stanza mai spento
sia alto canto
di donna bandiera che sta
sul soffitto della necessità

finalmente in ginocchio tinteggio
poi troneggio sui muri del pianto
con un rito virtuale su bisogno reale

oggi ho finemente
quattro pareti mie con geometrie
alla finestra, imbiancata e finita
per interrogare la vita.

Fiabe
Ho rivisitato rose
in giardino
per donarmi fiabe
in cambio di culla...

C'erano una volta:

Cappuccetto rosso che...
verificava con alcuni segni di sospetto... gli occhi
il naso e la bocca.

La bella e la bestia...
varcarono strade diverse.

Cenerentola scelse...
occupazioni migliori.

La bella addormentata nel bosco
dopo cent'anni
da sola si svegliò
e mai s'addormentò.

Biancaneve ingurgitò la mela rossa...
della sicurezza.

(vissero tutte felici e contente) 

"Figlie dei fiori"
reginette a colori
seta giallochiara nei capelli
sui vestiti
lumi e bagliori
fra belletti di mimose
compatte voleremo
mai ci sottrarremo
alle radici
delle rose.
- a tutte le donne che subiscono violenze -

Moti
Sorgono moti
di fiaccole ferite
in oppressioni comuni
o santi numi!

l'acre di violenza sugli steli
procura
particolari abrasioni!

allora foglie mosse
e dignità di petali
in lotta libera

sempre
noi

Seno
Sempre parto e
ritorno quando ho voglia
pure a notte sulle spoglia
la mia mente osa
scorre in fretta
e resta qualcosa
sul mio seno
che nessuno può salvare:
-una bimba nata donna-
 

Perdere
Il coraggio è... perdere
ma non è rovina
perdo una sosia al giorno
maldestramente
senza ritorno ho
perso un pezzo
di ventre nel vuoto
non è catastrofismo

con il vento in equilibrio
perdo cappelli e palloncini
imparo in fretta
... non c'è uragano

il mestiere s'impara
senza correzione
si può perdere chiave o nome
in punta di lingua, ma rimane il volto...
non è calamità se perdo
paesi e città, ma
perdere te caro fratello
naufraga sottocosta
tutto il fardello.

Neanderthal
sei ancora il mio amore
figura in albore del
paleolitico superiore
Sansone massiccio
traliccio d'alta tensione
e sento il mento
di donna sapiens
premerti

in questa era moderna
sono il tuo
puntaspilli, homo fossile
assente...
anello mancante
mi coroni di sassi
e ti ripari in preistoria
rosso ocra del suolo

talvolta rinvieni
dalla fossa, le ossa
stanno come flauti traversi
tra occhi forati e
mandibole rotte.

**
Intessi ancora
il mio grembo
con l'ago del tuo amore

lo tengo fermo perchè
consuma
il filo del dolore-------

Africano
ammanettato al mare vetroresina
soffocato, afroaffogato in cisterna
ti porgo un corrimano, ti spetta,
nell'imbuto ti vogliono riverso
con estensione di filo spinato sulle ciglia

bomba l'indifferenza
acciaio nelle coscienze

in un ritardo di rabbia tu
corri sulla sabbia
agile arranchi ti lanci
a torso nudo dura la pelle ambrata
scivola lungo le scoscese
nocche accese

e ti chiedi dentro quale chiesa potrai avere luce,
vedi amorini dai riccioli biondi
a cui pure il tuo sangue appare diverso
perchè scuro è impuro, zero assoluto di neve crespa,
... sono mulinelli i fiocchi fratelli...

tu, grolla aderente
batti ancora toni d'organo
spersi, tra le bische del mondo.

Oceano
ti respiro mio
aperto rovescio di cielo
plesso blu azzurro nero
siderale branchia rotolante
di luna piena specchiante

ballo di granchio rassegnato
tagli frange di scoglio,
dondolante amaca la tua prateria
in ragnatele di flutti
mitico sale ti sgretola sopra il picco che affonda
meduse esplosive spumano tentacoli
e tu cosmo, troneggi nella poseidonia

o mio gigante figurato a squama corallo
sono tuoi gli universi del vento
mentre irrompono galoppanti cavalli
sulla sponda l'acqua è febbrile
con il senso va e torna
imprime in divenire eterno
la tua orma.

Storia di un presepio
Al ritmo maestoso della terra balzava il giorno
vi erano mille sfumature nell'immenso, si sollevava pace

finchè non cadde il sole... si prese la voce stella
che aveva cantato con il vento sulla distesa del creato

e sulle vie in pietra solcate da re e pastori
fra le case scalfite del presepio, fece strada il male

si sentì pace tuonare, miseria saettare
nel cielo sfatto scuro, dio lacrimare.

Vendemmie
Dai graspi
ci sfiorano buffetti di peduncoli
e bisbigli di semi ci abbagliano
in un crepito sterminato

avanziamo chinandoci
al pulsare degli acini
riempiamo gerle
di provviste necessarie
e a mosto cotto
assaggiamo dolci perle

il colore di vinaccia
dei tuoi tesori capillari
fluisce nei miei tini sanguigni, noi
levitiamo con l'aroma
gustando buone annate
in autunni ricchi di chicchi
caramellati sulle mani.

Le mie vite di gatto
Mi cingono vellutate
nove vite di gatto
per questo sotto il vestito
nulla di sfatto

felpate e sinuose
tigrate portentose
ossidiane iridescenti
da topi mai rose

prorompenti mantelli, pelli
dalle fulgide code

vite
votate
alle candidature
ognuna voltata
sulle mie partiture.

24 novembre 2008
Meli
il tuo anno
mi accende
di-versi gli occhi
ascolto da te
toni e voci
nei rintocchi

sillabe
di soffi
irrorano
rosa confettini
escono balbettanti
quattro dentini

con primi passi tra-balli
di gioia l'innocenza vola
nelle mie braccia

dal fondo
in piccola sacca
di fatina
spanderò baci sul tuo miele
dipingerò con te
d'amore le tele!

Obbiettivo: buon umore
musi musetti musoni
il riso non è solo
sulla bocca degli stolti!
Quei muscoletti discoletti
delle mie mascelle
fiocamente
vogliono ondeggiare
sulle balbuzie
della comicità

occhi disponibili al solletico
muovono labbra vellutate
di sipari, aperti al sorriso
i denti pattinano
sul bianco strato
verso canali di suez

lucidamente scivolo su difetti comici
con apparizioni fragranti dell'umor

incastonato allo zen
lo spiritello crea
la parabola
per ridere di me
in complicità
scuotendo il corpo mio ah!ah!ah! ha!

Rondine
nei giorni a venire
di novembre
ti sosterrò mia cara
per il tuo garrire slanciato
per il tepore lasciato
sotto travi di stalle

con te nel mio pensiero
in un cono
di cielo
giusto
allargherò falcate d'ali
rinforzando
l'aria
trasformerò
il blu dei tuoi riflessi
tenendoti
al riparo del tetto
armata
di stelle e piume
bianche nel petto

a san benedetto
ti darò la marsina timoniera
che ti rubò il vento,
per ritrovarti a primavera
splendente
attratta fedelmente
dal tuo nido
di pagliuzze d'oro.
-a sostegno delle rondini-

***
concrezione innata
incrostazione depositata
la fusione è controllata

non più lesioni
da ricucire
la chirurgia è ormai sottile

finita in chiusura globale
a enfatizzare l'immaginazione
per far pace col sé.

La marcia
un due tre...è
in arresto
la marcia
del cuore
(sarà vero amore?)

Melina
il tuo primo anno corre
fresco e sereno
sguardo vincente

la tenera buccia
ridente
priva
di rami, se non
sprazzi di gemme e frutti

e le mie labbra rosse
stese, sul tuo lustro
al sole.
- a Melissa -

Schiena d'Africa
Sei sempre la mia cara Africa
percussione in batticuore
humus debole e forte
io ti amo
dimenticata speranza

insetti ricorrenti
ti pungono la dignità e tu

te ne stai all'ombra dei tuoi sicomori
con miti ancestrali nell'anima

resta solo il sangue del tuo cielo
nell'alba che scolora
mentre la notte s'attarda sempre più
il fiume si prosciuga nel suo letto
poi gravido ritorna sul tuo petto
invade la polvere rossa, fori d'Africa violata
sudario i tuoi diamanti
rivoltellati di schiena
ti cadono ancora lungo i fianchi.

Figli
miei tesori
due preziosi del mio frutto
vi osservo
allegri e tristi
dentro l'innocenza
di un angolo fiducioso

li sento costanti
i gioiosi calpestii,
i vostri colpi
di risa
mantenute nel tempo
mi restano al centro
le trattengo
sotto coltri di seta
con mammelle vostre amiche
spettatrici silenti
ad ammirare
il vostro caro andare
che s'aggrappa
alla mia promessa di vita,
ora si anima nei giorni
il mio restare in disparte
ad aprirvi porte
a lasciarvi correre
con piedi liberi
in specchi di futuro.

Possesso
L'onda anomala
riprende la terra
ed io
ne morrò.

L'incidente
In auto
correndo
corrodo
pedali

lungo
tunnel
volo
ai cento
mi cimento
dentro

sbandata
sbagliata
piantata!

Stanno uccidendo la mia poesia...
Donna
incipriata di sorrisi
che insaponi visi
e che ogni giorno
spolveri
batuffoli di talco
su lembi di pelle
per coprire
volgarità gratuite
in ore striscianti
soffocate
da scurrili, vomiti di poiane
su ferite in eccesso

maschere indigene
dei bar
e di altri sedimenti
insidiosi
che governate
i vostri quattro
angoli cardinali
del sesso, in regresso

cavi esplosivi
di genitali scaduti,
stolte paludi da bonificare
con acque chiare,
non strozzate
emulsionanti pensieri
con penne lorde,
oh! vuoti predoni
avvoltoi
dal sangue infetto
come allora, mi perseguitate!
-Dedicata alle donne, che subiscono molestie verbali offensive alla loro dignità e libertà, da parte di uomini senza rispetto,
in special modo nell'ambiente di lavoro.-

Nonne
Anche se, a volte
fa notte, tu sei
un fiore che si apre
e dà colore
con mani d'oro
che stringono
il sogno e la luce
nel palmo
innocente e puro:
tu sei
rifugio sicuro.
Aurelia Tieghi e Tinti Baldini

Suoni e memorie
In pochi anni tentai...
il bisogno di stima riverso in me
per generarmi il sangue
come a ossigenarmi e inalando
scrissi frasi sconnesse, incontrollati
rilasci, a parvenza poetica,
tutta l'aria era sana
con essa respirai nell'io che
si distinse innalzandosi, s'accese
un tenue lume, talvolta scintilla
propagò l'infinitesimo nel laboratorio
Poetare...
i versi un po' titubavano
s'infittivano di suoni e memorie.

Eccomi, insieme a gloriose identità amicali
calamitano sogni essenziali
visitano lo spirito
parole all'unisono
versatili, piccoli vagiti
continueranno a passeggiare
sottobraccio, sulla riva del mare.

Poesia
stella solare, io amo
la traboccante vicinanza
lo sprazzo di respiro
è gong battente, ti fa tocco rilucente
di scimitarra diamantina

rifuggo nel tuo carro tra giunchiglia e ninfea
mi proteggi
con l'eco libero d'Aurora
trascendi
implodi
esplodi
sulle rive del lago

amami, amami ancora dea del chiarore!
mentre ti confondi con l'acqua e poggi
il capo sui miei passi,
o anello di sfera eccomi, dentro la tua vastità
seguo la briglia
una cresta canta sul tepore e sul loto in fiore

con le fibre della sera dimmi, perchè mi lasci?
svapori dalla camelia con un riflusso d'ambra
e rimbocchi la sete del mio giorno.

Leggendo Neruda
nel prato degli incantesimi
e nelle mani
s'illumina il mondo
nasce un fiordaliso vivo
selvaggio
azzurro condensato
con venatura argentea rosata
brillante tavolozza
veste occhi di cielo
e il tenue stelo ha un tempio
che profuma ogni castello
fragile e leggero depura
il mio pensiero

o fiore vero, ti guardo
quando assorbi dalla terra il tuo raggio
mi mostri una meta a scomparsa
e io, col tuo colore
intreccio a mazzetti il coraggio.

( dedicata a Pablo Neruda e ai Fiordalisi, ormai quasi estinti dai campi, causa diserbanti... )

Tèma: La casalinga
Si svolge lì
il tema della donna
regina e pur madonna
rassetta la cucina...

il bastone attende
la tenda stirata
da montare

rispolverare ogni mattina
l'armadio, dalla naftalina

ahimè! la mobilia laccata
è ritornata opaca!

struggersi poi sui pavimenti
così che tutti ne siano contenti

cucire pizzi, strappati dal lenzuolo
attaccar bottoni
lucidare ottoni

soppesare
il denaro per la spesa

portare i figli a scuola e dal dottore
poi
soffiare ancora
sopra i fazzoletti
per non scordare
i sogni nei cassetti

pulire piatti
senza l'emozione

far manicaretti a profusione

riempir la soluzione
di panna e cioccolato
per addolcire il tèma
col gelato.

Pioppo
hai la triste nota
del re
sulle nevicate dei pollini
bianco argenteo
di luna
tremebondo
vesti col tuo manto
allo sbaraglio

un ticchettìo di foglie
sul taglio
accoglie brividi
di parole
nel tuo spartito.
- salviamo gli alberi! -  

Aratura
Oggi i campi
stanno
sotto l'orma
nel tallone del vomere

impastate
rimescolate
tagliate a fette
sono le zolle
in
rotazione
folle

s'alza
il terriccio
al vento
insinua
polvere nell'orbita
si scorge solo
fumo e nebbia
che cade
lungo i fossi
con l'acqua stagna
che ancora bagna.

Rosso dipinto
Sanguinare
in ogni millimetro
fiammante di colore
porpora apparente
alchimia sottile
dove vive il cremisi
che lotta
sulla mia mano
fra martiri
e arcangeli reali
con fiocchi di rubini
nel derma cartacarbone
in espansione

s'abbarbica alla plancia il rosso
violento
intenso
commuove
e spudorato illumina
il circolo vizioso
un lascito di tempera
una placenta
pastosa
fibra vermiglia venosa
dal polso ritmico
in eccesso
di macchia.

Attesa infantile
Quel boero
con ciliegina
sotto spirito
vinto al bar

adagiato
al mattino
sul lettino

inattesa sorpresa
guardavo

e aspettavo... aspettavo
vederti sorridere un po' chino...
-per mio padre-

Cina
"Amici, che venite da lontano
quanto siamo felici d'avervi
alla grande Muraglia...

faraglioni
come punte sulla rosa dei venti
salpiamo a miliardi,
... fertili fate
fiamme nei cerchi
eleviamo, il ventunesimo secolo"

Gigante incatenato, vai!
di meraviglia in meraviglia
sulla via della seta e dei sogni,
voluttuoso piroetti
con banderuole etniche
che volano e spaziano
fra montagne a spalti,
orgogliosi occhi di torrente
si destano ai giochi... ora...
calamitano il mondo
in una stretta.
- Olimpiadi 2008 -

Memoria
Se si potesse oggi
parlare alla paura
mettendoci, noi, una mano dentro l'altra
per sradicare atrocità...

con la mia voce a lutto
avvolgo attorno al mostro
le vostre corone
di fiori avvizziti

indosso occhiali appannati
per non vedere l'orologio fermo
alle diecieventicinque
quando sulle vostre speranze, vi furono morsi
nel sudario del cielo sopra Bologna
la breccia del tritolo tranciava, bucava il velo

non si possono scordare
cristalli aguzzi e ferro arroventato inghiottiti alla stazione!

morivate così, inermi ossature
prima ancora di sapere
della strana quiete che periva
al suono delle sirene
l'autobus trentasette
quel due agosto tracimava... vertebre stese

Se si potesse oggi... scavare sotto terra la pace!

- Strage alla stazione di Bologna 1980 -

Poi
già so...
rimpiangerete le mie particelle
nella tomba del mio nome

non amo
che la terra le tenga sotto il pianto

fatele volare le mie particelle
fuori dalla prigione del buio
sulle lingue di fuoco, scintille
liberamente si affideranno al sole
leggerissime polveri vermiglie
che non potranno più cadere
tra orizzonti perduti

abbandonate le mie particelle
al cielo al mare
il vento le farà sconfinare
fra miriadi di stelle e di silenzi
avranno il colore dell'eternità
nella luce che le avvolge.

Al musicista di tango: Astor Piazzolla
Ogni volta scuoti
il mantice della fisarmonica
con dita vertiginose
premi la vena d'oro
della tua miniera
avanzi e innalzi maestrìa
ed io mi vesto, con fitte piume di passero

un brivido adunco suona in me
senza tregua
meraviglioso volare di te
attraversando vie dell'arte

rosse arterie, splendori nella gola
ci accomunano
plano sul tuo mare a singulto
ebbra di malinconia

tu extraterrestre dell'aria
io membrana
della tua melodia!

Gitano
A piedi nudi
con la cavigliera
ieri e domani
sprovvisto di bandiera
migro con i nei,
mi specchio su secoli razziali

vago sui sassi
tra la polvere
sulla poltiglia
mi frusta la pioggia...
m'assomiglia

entro in città
con il violino zigano della mente
e fra la gente
cerco un sorriso vietato

poi corro
per sfuggire alla follia dello schedato...

Siesta
L'estate
trastulla il meriggio
con la sua mano calda
sulla fronte

a monte
le tempie
sono un giardino di odori

restano spazi di sudori
perlacei, illusi dal riposo
con rivoli di fiori
che scendono a valanga
sugl'occhi. 

Pane
bianco
raffinato
ma non troppo,
squisito e fresco
vestito di cottura
esci dal forno lievitato
per liberarti nella fame
con il lusso del sapore

sei esaltato

privilegiato

ma

ti senti scuro
frustrato
verso l'affamato.

Assenza
nell'estate
la porpora dei commenti
ha una scia di silenzi

versi che incantano
stanno
accoccolati nell'azzurro

per l'assenza degli angeli...

Uomo
quando il soffio
ebbe il primo
sgorgo
eri
adamìta
eri vita
eri voce poi, eri croce
in ogni attimo la terra disgregava
ti spruzzavi nel sangue
a litri

a mano a mano
amavi e bruciavi
un tondo dorato
perfetto,
fra alberi e foreste
soprassalti e stermini
gelo, sull'immortalità del cielo

ora il paradiso è orpello
ogni volta la tua costola
alla fonte dell'eden
ritorna e spreme
l'acqua e l'aria rimasta.

L'argine fiorito
nuoto al tramonto
sino alla tua riva, amore
sull'argine fiorito
dei sensi
vi scivolo
senza pentirmi
una luce piroetta
nel tuo terreno incolto

fin sulla cima il piacere
senz'ombra è raggio
risorge stravolto
e calici di baci
hanno bocche cocenti

l'impeto... là
foce del tuo sguardo
flusso nei miei occhi
del fiume che ci prende...
( da: i segni dello sguardo )

Viola mammola
( a, una cara amica )

Prima Violina
spuntata al mattino
sbocciata così
fra rosso e turchino
minuscola tinta
al raggio di sole
modestia e pudore

sto memore di te
in attimi violetti
godendomi le note
in consistenza,
sull'isoletta
con cinque petali
hai messo la tua essenza

sei, sul mio tappeto verde
o viola mammola candita
rosette di foglie cuoriformi
ti racchiudono

ecco per te...
la mia boccetta traforata
nebulizzare di rugiada
la tua bellezza vellutata.

Gladiolo
la pace
è tatuata nel
seno
di madre terra
parca

ha un germoglio che
balza, irruente
apre baldanza
serena ironia
in sepali speranza

questo giorno
di vita e follia
si svela a corolla
iridacea,
un eretto, perfetto
stretto collo piumato...

o lampada di aladino
a conca rosa
che rialzi
il tenue colore
oggi
strofino ricchezza
con l'olio essenziale
d'ogni parola
guidata dal fiore!

Il mio amore di gatto persiano
Hai lingua persiana
fra criniera leonina
che va con un miao
e saetta oltre il tempo...

privo di ambizioni
alla finestra
per necessità
ti sdrai sul davanzale
del momento
in equilibrio esprimi
pace fascino moine

pur con la mosca al naso
il compito ti aggrada
e mi doni sempre
il bentornata a casa

per non cambiare strada
rimani fragilmente ore, mio amore
in iride semichiuso-spia
rannicchiato sul mio letto
condivisione a re del sottotetto
cuscinetti tra il cuscino
che mentre ronfi soddisfatto
aspetti un grembo

alcune volte sfami
ridicola pigrizia
rifugi unicità in pacatezza

sono attrezzi le tue zampe:
colpi di giungla
stiletti
ceselli sul sofà

Quando il respiro
è corto
e l'aria non si tende
allungo la mano e tocco
un manto blu setoso
di bambagia, che si arrende.

Maga Magò
in flebile
voce
su due piedi
blatero
insistentemente
mi riduco in falde
di fuoco
ghiaccio
in sasso
piombo
per condurmi bambina
in ogni globulo
e cellula
rimasta in asfissìa

poi punto spilli
e m'imbastisco
con il filo
della magìa.


Con la tua Ragione

nel volo basso
di innocente ferito
ti hanno mandato
a casa...
che farai solo, senza lavoro
a quarant'anni?
Bello sarebbe
se cedessi la mano
a chi ti ama...
qualcuno ti chiama
"Strano"
e tu ne vorresti
morire, ora
dentro la tua
prigione
per non sentire più
quella ragione
che stringi
nella gola in
dormiveglia
controvoglia

quel maledetto giorno
mi hanno parlato di te
mi hanno detto;è schizzato
sono accorsi per dirmelo
e non sapevo
dove potevo coglierti
per coccolarti al sole

ma io non ho più fiato
perdo capelli
nei cento colpi di spazzola

d'improvviso
di te capisco
ciò che non dirai
ciò che non farai

da anni accarezzo
la tua gogna
ne osservo
i buchi neri

un terrore mi predice
una nuova caduta
assente
delle tue palpebre...
-a Massimo-

A luci spente
le labbra aprono
uno spiraglio
il taglio
della notte
può parlare
vampa e svampa
sull'altana d'erica
nel pensile una fiaba
in porpora di farfalla
che libra da mane a sera

l'appoggio è
su me su te
in amore
io regina tu re
allodole cantiamo
la nostra maestà...

i nervi tesi hanno
scorte di gigli
che s'aprono
senza paura, l'arsura
brulica
e sale ardente
l'esca
in lingue di fuoco...

Prima che arrivassi...
vi erano giorni
consumati
ora invece ci sei
sempre mi appari
fra il mistero di un
tesoro
sei tra le sillabe
di una parola
simile al richiamo
della voce che generi...

con te si fa strada
l'infinito
come un fiume ammansito
fatto di prato

c'è accoglienza
nei tuoi occhi spalancati; finestre
e al davanzale
fiordalisi sconfinati...

Melissa, oggi rinasci in me ed io
ti libero!

Gelsomino in fiore
sboccio inebriante
divino all'istante
intenso stordire!

pendulo paradiso
a ghirlanda riposi
delicato ti snodi
influente con
magnetiche onde
alle api e farfalle

ancorato ti affidi
al vigore
sei semplice incanto
candore
pioniere
al trotto di vita
innalzi il tuo fiore

tua è la parata di stelle
elegante
si eleva nel sole
varca la nicchia
liberando l'umore!

Pianeta preda
Vulnerabile protocollo
di Kyoto
in febbre alta!
l'Antartico perde
pezzi

egli
è nato dall'interno
del pianeta
ne ha conosciuto
le calvizie,
ora esitante
decrepito, osserva
a denti stretti


sulla calotta polare
un distacco
fra il taglio del vento
il collasso
in balia
un blocco di ghiaccio
vaga divorato
dal mare

ciò che teme è
d'essere ancora risucchiato

liquefazione
che impazzisce
su quell'alto riscatto
di natura violata
in avamposti...

a fronte, le unghie
e scure scorrerie
di pirati
all'arrembaggio.

Fedeltà
Vivo, senza osservare
il giuramento (non lo sento)
lombrichi di parole
e voci tese a fili
di ferro

sorridono sotto i baffi
gli sparvieri,
brillano i genitali,
attorno, la compagnia d'occhi
neri
si diletta in ciarle
facendo le fusa...

la campanella, testimone
suona un credo
nel giuro, spergiuro
sull'albero della cuccagna...

Cambiare
Figlia di nessuno
degradavo
nel niente del nulla
io, grillo parlante
ti volevo cambiare
padre
un bel mattino di fino
m'imbarcai nell'impresa
di rivoltare le stagioni...

ma inutilmente...

oggi, faccio parte
dei cicli
del tuo sistema;

ondate di calore
desertificazioni
intense piogge

e decido
di riproporti da zero:

rielabori biomassa
sulle guance,
sprimacci sentimenti
per farmi accapponare
e dall'altare
ora devi guardare a
estremi cambiamenti
per rigenerare...

I dolci
è l'ora di stuzzico
in braccia
facenti

vaniglie di fiati
si sciolgono a strati
da farine amalgamati

DRINNNNNNNNN!!...

il trillo mesce lievita
la fame
è invitante...

aroma d'arancia
si spande nella stanza

spargono le mani
crema incandescente
sopra l'aggiunta rossa
al succo d'amarena

ciliegie mature
fanno da contorno
in forma i dessert
si chiudono nel forno!

(saziarsi è speciale
e sempre sarà tale...)

Fantasogno
Immobile dimoro
sul cuscino

il sogno verde
sul letto

occhi dischiusi
ad inalare sole

ero in cammino
chiocciola

ora formica canterina

calzo tumulti

nei tratti del mirino
in archi con le viole
saetta un concertino

entro nel grande foro
fra alberi e sicomoro
in quercia roverella
dove il sambuco nero
ravviva con il pero

l'acero campestre
radicato alle ginestre
ravvede la mia voce
tra abbagli, sortilegi
a fiumi nella foce.
- da: sogno per dimenticare -

Sole
sole
sole
ti adagi su me
con un tripudio di colori

lungo l'eclittica
sfiori i giorni
come un petalo
che traccia
il percorso al senso

mi timbri il volto
e sulle labbra sosti
in matasse di certezze,
con polvere rossa
sul collo, scatta
il tuo disco d'energia

ogni volta sento
il fervore
nel mantice di fuoco
che alimenti

sole
sole
sole
brilli d'amore
sul mio sistema attivo

sole
sole
sole
nell'angolo dell'arco
il mio leone! 

Eclissi
l'astro
nel gioco
di
luna
sul fuoco
non
illumina
alcun
ché
neppure
sé.

Cacciatrice di aquiloni
... a te regalerei
losanghe di aquiloni
in pace laboriosa
mentre parlano
lamelle di colori

cuori leggeri
sbocciati, imprevedibili
quasi sgusciati
fra possenti desideri
fremono nell'aria...
cervi volanti e draghi

gli spaghi
in corde di chitarra
si fanno toccare
da refoli di mare,
nella verità dell'infinto
tengo angeli che sfidano
liberi le nuvole,
il naso all'insù
si affida agli occhi
e arcobaleni di sorrisi
sono piume volanti nello spazio.
-incipit dovuto al "Festival Internazionale degli aquiloni"
a Cervia, dal 25 aprile al 4 maggio 2008-

*Margherite*
Sorvolo mari
di margherite
****************
illuse
da primavere. 

S.O.S.
l'effetto serra
stupra l'inguine
di terra
tra sevizie
di pupazzi
piombati
nella guerra!

Vecchia fotografia
Mortaviva
in bambinesco
ammanco

entro
in camera oscura
nei segni muti
del negativo
con istantanea lente

colgo l'assenza
di quell'atto in parvenza
sulla fotografia

che spinge
dentro una tasca
la tua mano nella mia...
-a mio padre-

Esistenza nel sale
Oltre
in alto
oscillare,
sono
l'avorio
nella
forza
estrema
del sale,
tsunami
esistenziale
è
prorompente
fiondare
è serpeggiare
in sporadica
oceanica
versione
a formare
sulla
crepa
d'acqua
l'incisione
sbattuta in
risacca
su rena
che drena
liquido
in eccesso
senza successo
d'eliminazione!

Cespuglio
sul viale ancora ti cerco
mia fuggitiva
dal buio ricevesti
notizie della notte
capaci di ucciderti

la luna felina
era custode
era meraviglia
la sua branchia
(una fine immacolata)

molecola accesso
t'inseguì
nel sahara ti smarrì,
un cespuglio di rovi
sul ventre della duna rotolò

mammaluna
all'angoscia lasciò il morso
al vento diede sferza
impigliò sulla tua testina
il cespuglio di bambina. 

In giardino
mentre
all'Idea
spunta
una virgola
di primavera
io
sto sotto l'edera e il fico
fra verdi sentieri in eccesso
con il mio gatto sornione
sostiamo sui fiori della questione
selvaggio mordicchia d'istinto
ad ogni frusciare di foglia
mi allarga pupille di tigre,
i sensi accarezzano l'erba
in linea perfetta con balzo felino
tra fragola e timo
saliamo
muti a gioire
sul carico ramo di zelo
a poca distanza d'impatto col cielo.

Sai
è il tuo mondo
che fa regina la luce...
sai fra me e il tuo mondo?
la tua fresca storia
il tuo respiro
tutto il tuo respiro
e il dondolìo
tutto il dondolìo dell'aria
che t'avvolge?

sai
la tua acqua?
delicata, pura
una mistura del mare
e la terra, il sole
la tua magia
orizzonte nella tua scia
e la parola amore?
fine latte
che m'attira
con una sola lacrima
dentro la tua poesia?...
(a Melissa)

Mi chiedo...
dove si è sfinita la mia poesia

fra pagine d'aria?
o lungo quel rivolo d'acqua
incorniciato da erba rugiadosa
che l'alba ha fatto sua...

da tempo non giunge puntuale
sull'eremo del senno
forse troppo intensa?
Consapevolezza o gioco d'ironia?
Vedo energia che si distrugge dal se
gettandosi senza scampo
nel campo del non nulla...

**
Nei vicoli dell'iper
ruotando vado
in corsia di sottovuoto
guido e curvo
nel frastuono dei cibi
inciampo col mio essere massaia
sull'ammasso del dettaglio
e branco capi d'aglio
per lo spaghetto negletto

con la mente nuoto
in aria di maremoto
l'anima la sciolgo nelle prelibatezze
mi freno alle scarne offerte delle dolcezze
con caratteri intriganti per letture convogliate
al *prendi uno, paghi due*...

per la decisione finale
ti cerco al banco dei surgelati
ma tu indeciso
sei vicino ai latticini
con occhi sbarrati
che sommi tuoi ingredienti
in percentuale% assenti...

poi alla cassa
mi porgi
l'ultimo cuore di carciofo rimasto
e un pizzico di sorriso.
( da - ironia di un rapporto -)

L'appuntamento
Sto a due fermate da te...

vedrò d'arrivare sul tardi
per ora sono vere le foto
che guardo
al bar della vita
la camicia sbagliata
l'hai scordata
sul nostro letto di casa
sai tesoro
mentre vieni
fai la spesa di baci
io ti raggiungo allo stop
di via " nostalgia."  

Acqua
(
)
(
io creatura del mare
abbondo
di chiaro cristallino
l'onda m'avvita
nel battere insistente
(
)
(
con riflesso
ludico nel blu
fluttuo
sul flutto
libero l'umore
fradicio è l'abbraccio
mi dilato, faccio
sciogliere la goccia
(
)
(
e rinasco
inebriata
dalla doccia!
(
)

Spazio magico di poesia
nella sala
d'aspetto
della
stazione
fra
il mormorìo
del vento
attendo
una
nuova
corsa
verso
L'INCANTESIMO!

Echi
eravamo fitte criniere di donne
ai cortei
segnavamo il passo
con mani sprofondate nelle tasche
fra grappoli di perle

la parola sopra le spine
germogliava
voci eccitate crescevano grasse
non si poteva chiudere la bocca

con porpora di fuoco
si sollevò polvere poi
divenne cenere
per il bucato della nostra storia...

Lido di lavanda
Stelo profumato
esala l'orizzonte
azzurro che stordisce
nel pieno lido
e inonda la terra

rasserenato abuso
d'aria, strofinata
dalla spiga terminale
in punta di sole

con cura ieri
ho riposto nei cassetti
fiori odorosi secchi
per domani. 

L'io
mi hai offerto
un cuore di panna
aderisco
come miele
colo con lentezza
scivolando
sul morbido
sporgo pelle labiata
mi chino
avant'ieri
e brancolo agganciando
il tuo bacino
fino
a
ventimilaleghe
sotto...

Bi-sogno
Noi due
durezze di tamburi
abbiamo nelle mani
un sentiero magmatico
e risvegli d'assonanze
di campane virtuali

sono armonie liberate
sciolgono ghiaccio bollente
fra melodici flussi
in rossore sincopato
ti spandi su me
in quel rogo che è
il mio castello
cinta calante che arde
il cibo per l'anima

e odoriamo il pane caldo
a modo nostro estinguiamo
un bi-sogno monumentale
dove tu mi rubi
e io... t'imprigiono.Sono
Sono flutto oceanico
con la goccia che scava
sulla pietra preziosa
ad altro non aspiro

sono forse sirena
con la goccia che trema
tra-bocca

sono come mi vorrei
non chiedo di più
di quella che sono

per versarmi nel mare
e poter naufragare...

Universo d'amore
il mio Big Bang esplode grande
nello spazio si espande
tra balzi accesi dei giorni

dalla scena riemerge
un colpo di fulmine
e ascolto l'eco di galassie
gravitare tra le polveri
del mio carro alato
dove frusto con parole
cavalli di nubi.

Mio universo
che evolvi al centro
di un percorso accidentato
accompagni pensieri
bruci il pagliaio di ieri

t'amo e sei in onda
quando ti appendo
all'astro di lapilli
tu
sul mio pianeta oscilli!

Mio sole...
con fatica ti nascondi
al tramonto
l'ultimo raggio estingue calore
nel tunnel immemorabile
spuma riflessiva
getta sull'isola del letto
movenze infinite
affannate pareti cedono
alla stagione delle piogge
dove battono insistenti
forme di sospiri
echeggiano impazziti nel buio.

Ancora vi cerco notti esangui
dove le ragioni assopiscono sogni,
mie risorse di verità che viaggiate inquietanti
fra sentieri di domande sgretolate...

siete solo ombre insinuanti
riflesse nell'anima
in voi è lo scolpire
prima di morire
nel rimbocco della mia coltre. 

Notturno
batti sul mio capo
cadenzando
con i tuoi piedi cementati
stancamente
circondi veglie
prigioniere indisposte
nella cella delle ore
mi risvegli dai sogni
fai di me ciò che vuoi.
Ma poi...
aggrappo il domani.

Soffio di cielo
Valentino
con la tua fresca scia
cambi il tondo
metti fili di gioia
alla matassa d'aria
e io respiro a fondo

so che posso farlo
voglio assicurarmi l'alba
di oggi
con più folate
assolvo il temporale...

eccoti dunque
mio soffio di cielo
l'incontro
dei nostri brividi rischiara
viviseziono un nuovo sole
che all'anima s'addentra

lì dimorerà finchè non busserà
per uscirne.

Tango
mia periferia delle tempie,
rosa selvaggia sul filo di una lama,
ansima con me
oltre la catena delle mani
ansima con me
oltre la catena delle braccia.
Tango, avvolgimi
nel mantello di pelle
scarlatto, voglio indossarti
per togliere il velo scolorito
imbellettando labbra di follia
nelle ore struggenti della notte
un barlume di geometria
scivola con anime trafitte,
noi ci tuffiamo nei gesti
e il tonfo inonda la pista.
Tango
nel tuo groviglio di malinconia
scivolo con passi proibiti
e restiamo complici
come oro e argento in un vacillo
che rimane al centro
in punta di petto contro cuore.
-scritta in occasione degli incontri poetici
del centro Culturale di Bologna, sul tema del Tango.
-

Inno all'unità
unità globale con l'armonica alla bocca
unità del cielo un regno dentro il mare
e sguardi tesi nei colori da assemblare
unità d'orecchi per sentire nuovi toni
unità di gambe per non caracollare
unità nell'affrontare nell'ottemperare
possiamo ancora noi quantificare
insieme per pensare e aprire giuste istanze
e tingere il futuro con speranze.

Preghiera nera
Noi, quella volta
abbiamo guardato il mattino
con il capo chino,
con pioggia e tempesta
sono giunti alle nostre radici
i signori dalle tuniche bianche
ci hanno traghettato il gene
con lorde catene

quella volta
nessuno c'era in cielo
né dio né sole,
neppure il suono dei tamburi
ridesterà la nostra gente
noi, guardavamo cadere le stelle
con gli occhi della notte

la memoria
fu murata viva dalla pena
e ancora sentiamo i lamenti
si sentono le grida

noi, negri scortati dall'obbedienza
noi, neri, che dobbiamo pregare
mentre i nostri nodi circondano l'altare,
noi, poveri sradicati inginocchiati
preghiamo notte e giorno
là, a elemosinare il seme che hanno calpestato,
noi che baciamo la terra
sempre preghiamo...
da strapparci i capelli.
- dedicata a tutti i popoli, che hanno subito e subiscono ancora
ingiustizie e soprusi.
-

Litania
I negri hanno la loro storia pendente nei tropici

I negri mansueti sotto la capanna dell'afa
I negri mosche negli occhi invocano la pioggia
I negri quelli nudi sul fronte cocente
I negri indefiniti nei voli delle locuste
I negri si mescolano ai chicchi di caffè

I negri nenie delle savane lamenti dei pigmenti

I negri stanno nei tronchi di baobab senza foglie
I negri con labbra carnose allargate alla fame
I negri dal poderoso collo lungo e variopinte collane
I negri figli di falli dalle mille dolenze
I negri luccicanti nei fiori bianchi di cotone

I negri sudore dell'Africa pura.

La parola nella mente
Dalla prigione a volte
rinasco, con la parola prorompente
che mi risuona e tocca
alacremente, pungendo nella bocca

è onda pura
è come una partita
di un silenzioso fondo,
si mette sull'attenti
a volte dolce
oppure riottosa

ma occorre che galoppi
amazzone sulla folgore
per divenire vita.

Alba Adriatica
La vela dell'Alba
vola sull'acqua palpitante
come una bandiera blu
si gonfia all'orizzonte
e nel turbinio del vento
cavalli galoppano
fra sottili incisioni del mare
inebrianti di spume e di sale
si tendono alla spiaggia d'argento
e poco più in là
vi è lo svettare del mattino
fra tenere palme e lievi oleandri
che calmi, nell'aria si flettono
al dardo solare.
- agli amici poeti d'Abruzzo -

Bacio
sei dolce cacao
con l'anima che ansima
e ti scopro a fondo
per assaggiarti ancora

in un sibilo di zucchero
ti trasmetti vanigliato
poi t'imprimi sulla bocca
come un bacio al cioccolato.

Blocco formulato
Il blocco di una serratura
arrugginita
chiusa dall'interno
non può essere aperta
dall'esterno,
occorre la chiave magica
essenziale
e olio di gomito per entrare
nella casa fradicia.

Inquinamento
La bicicletta in città
è legata alla catena
della polveriera
scossata dall'ingorgo
in nera faccia ha
la mascherina
un inciampo
la rende
monca di una ruota
e monca di sella
ma ancora si specchia in vetrina.

Aorta
turbinio che saccheggia
le spalle tremanti
che d'energia chimica m'investe
ascende dalle romite gambe
e si frantuma al meeting del cuore
dove con vibrazioni
si sciorinano dimostrazioni
con afflussi alla criniera
per raggiungere il traguardo
nell'ora a tamponare,
è una corsa suggestiva
ad oltranza, a mirare
con la marea che scende
in un balletto fluido a rallentare
va cercando l'elisir, in fondo al mare.

Platano marginato
talvolta ti disponi
lungo l'orlo dello schianto
e nei dolenti occhi
fiorisce uno strano altare,
lungo la tua placca d'elefante
s'è colmata la chiara scorza che sfalda
ma non l'arresa di albero maestro assorto,
sottoterra radichi a fatica frutti di lutti
quando il buio preme addosso
accogli frecce e brividi a saetta ti vestono,
euforiche molecole squassano
i nodosi contrafforti.
Sul reticolo crociato
respiri a fondo il delirio dell'asfalto
e nello sconcerto stamane
l'incredibile rimane...
Ma come sempre il fusto
s'avvolge nella statura
mentre la chioma ingloba
segretamente la natura
svetta e tutto propone all'alto
cullandosi con il fragile moto delle foglie
quando il picchio ancora scava
e batte a un rifugio sicuro
e il gufo ruota il capo agognando al ramo.
- dedicata al platano e ai pirati della strada, che in assenza di pedoni da investire e poi fuggire,
si distruggono contro l'albero per la forte velocità...
-

Dipingo...
inguine di sposa
fedele a se stessa
nel piccolo spazio
non sa come ma
c'è una parte d'Aurora,
però la signora
da tempi memorabili
è dolenza di stesura
ricerca il senso nel colore
sfumato e leggero
la sua trasparenza si libra
su squarci di nubi
senza soli...

Il pagliaccio
Serviva che tu rinascessi
vedo in te il pagliaccio
che ammaina la bandiera
e salta sorridendo
nell'arresa vera

serviva che tu rinascessi
perchè emani quel chiaro
che riscalda
come un venticello
inesauribile e sottile
tu mi fai stordire,
con un tumulto di cannone
ti spari in aria sibilando
per farmi divertire

serviva sì, che tu rinascessi
ora davanti agli occhi
ho l'istrione, senza più la maschera.

Ritmi
Ci sono suoni sulla nostra polvere
con note di violini
e balli in rapsodie fischiettate
che ci fanno sentire più vicini

tra diapason traversi
e incisivi tocchi di maracas
dai toni caldi brasiliani
noi c'inoltriamo
fra ritmi africani

i trallallà
in armonie cadenzate
balzano cadendo
sulle nostre labbra intonate

abbiamo volti distesi nei lumi accesi
e braccia fiorite sul pergolato del pianeta
a riparare il ritmo di pace che ci allieta.

Dicembre
Guardare oggi
a dicembre,
l'incedere timido
di due fiori rossi
nel mio giardino
che s'alzano al tiepido divino
del raggio
quasi un miraggio
sul muro sbrecciato
s'appoggia nel vento
insicuro il roseto
mentre aspetta vicino
ai rami del pino
lo sbocciare,
io posso ascoltare un vago mutare di ali. 

Vedo un mondo...
che non vuole sapere:
- che non esistono barriere -

**
Leghe pesanti
di acciaierie... quando si potrà intuire
certezza e dignità?

ghetti le fonderie
l'orrido o dio!
una colata di sangue
con la morte pulsante che spinge
e aderisce a distanza

(rossi capi forni schiacciano operai
sottovuoto incandescente... )

e una volta ancora
nella casa del mondo
vi è la risposta che disperde l'uomo
mentre enumera le stragi.
Torino, dicembre 2007

Regali
Sei stata il seme dell'attesa
e ora tutto ricambi
nella voce che cresce
d'ascolto e consistenza

nei tuoi regali di pappe
con i giorni di latte

nei tuoi centimetri d'occhi
con i piccoli tocchi
di ciglia, che accolgono vele
e variopinte bandiere...

Natale 2007
In un fluire di tic tac
di un via vai intermittente
mi libero dalla terra

e come rosse stelle natalizie
le mie zone manipolate
giungono sulla galassia
portando segni di piombo
mimetizzati dalla luna

io le ricopro con l'argento
quando là sullo sfondo
scopro angoli dorati
riflessati dall'avvento. 

Notte in poesia
umile
notte
col
guscio
d'umore
e d'odore
te ne stai
sulla scia
intorno
al fervore

le nostre mani
intrecciate
dal sale
e il verbo
appoggiato
alla colonna mitrale

nei solchi
l'ora seduce
dipana l'immenso
con te
sono mappa
presa
dal vento.

Senso...
Guidarsi intorno al sole damascato
battendo il cuore in testa
spendendo la moneta dell'amore che non basta...

ti curo ti curo
lo giuro lo giuro

come un angelo azzurrato che giace
riappari col mistero della pace

nella conchiglia t'apri un varco vellutato
e prendi il senso ora nel mio fiato...

Aria
Aria cupa
Aria dubbiosa
Aria disperata e coraggiosa
Aria col fardello di cataclisma
Aria insicura sul sisma...
 
salire                   salire
 
             salire
 
             sino ad aprire
la mongolfiera di vagiti e respiri
 
sospesa, in attesa...  nuvola rosa mi ricrea
è alito sui canneti stanchi
edè luce con le ali
lungo i fianchi
 
vago cercando
onde essenziali
vortico con aria di falena
espando toni primordiali
 
soffio nel vuoto
                      come aria che spinge
la linfa, sul filo di un aquilone
per fluttuare la nuova dimensione...

Melissa...
la mia sorpresa ti giunge
col nettare del nome...
sei luna piena nel vento
diretta dalla luce

aspettavo che volassi
dalla culla dell'alba
come dono
che nel boccio del giorno
spanderà il suo profumo

tu sei pratolina contesa
in abbondanza
tu generi la danza
dell'avvento
e spandi sulle gote
il tuo sorriso
mentre rinnovi il tempo sul mio viso...

Ecologia
+
+ Gli +
+ alberi +
+ violati +
+ fanno eco +
+ nel mondo +
+ fratturato +
+ Albero spezzato +
+ dal bosco, macerato +
+ fino al vortice di carta +
+ pressata e stillata +
+ nel +
+ tempo +
+ a +
+ soffrire +

Champagne...
mon amour!
bevo e celebro
il mio lasso cerebrale
e irroro l'universo con
un lascivo di bollicine che ruota
al centro di un bouquet di terra e sole

sorseggio il cin cin del miraggio
con l'eleganza della nobiltà
il cristallino palpita
e riversa il siero che trionfa
in un dio che mi salva

finemente piglia l'anima il tesoro
mi scivola nella vena la seta...

o dolce paradiso
che ti perdi nei meandri del mistero
ove l'ebbrezza veste
il firmamento, nel tempo che resta!...

***
Quel che scrivo di noi
fratello dolore
cade su terra fradicia
e infrange il ramo nostro
cresciuto sul tempo che cede
col tuo respiro sardonico forzato
che m'attraversa il costato e spezza
polmoni vincolanti.

Quel che scrivo di noi
caro fratello
irrompe con la pioggia
cambia l'acqua in vetro
entra nella caverna scura
nel tuo mondo di bruma
che il giorno ti consuma.

Quel che scrivo di noi
fratello dolore
è per restare nell'amore,
è andare sulle rovine
a raccogliere le mine
e mentre implodo sulla carità
tu mi ricopri
con la tua verità...
- a Massimo -

La passione
... tu lupa
tutto prendi
mentre t'accendi
aggredisci
a perdizione
divori e mi estingui
nelle tue sembianze
con l'unghia del silenzio

è la tua zampa animale
gioiello distintivo
che alla mia terra preme
sei brama che sovviene

dal profondo
ti porgo il sangue del mio mosto
poi, tu corri al sottobosco
e in grembo alla natura
l'insito rintana... come lupa
che risana. 

Il monte
Sono una scalatrice indomita
appassionata di pensiero
mi aggrappo con i chiodi
e la comica dell'ansia
coi piedi freddi
e l'ala del mio cielo
risalgo innamorata
sul tuo clivio
mi esalto alla tua fonte
poi sul monte
divarico la sete...

Fast food
Vivo unti subdolenti oleosi
in compagnia di
hamburger, hot dog
con ketchup e senape
in un giorno, con pezzi di pelle-ossa
scartati... e
contrito di carne, in medaglioni sfornati
stoppose bistecche, alchimie d'insalate
che cantano miscele di grassi
tra mostrine eccellenti di sandwich
consumo piaceri strozzati con patatine
e fra le superproteine
muore il pensiero
in piedi, veloce,
figlio di un desco atroce!

La pioggia
Stamane, neppure apro la finestra
resto sorda e cieca
conservo solo la dieta
del buio

mi preparo al nuovo sonno
con lo stridore dell'autunno
che colora e scolora
dentro l'inverno
e osservo nella pioggia
echi netti e puliti
sulle crepe
del muro di casa mia...
( il domani verrà, quando spioverà)

Chernobyl
... il peso del treno ora sosta
alla stazione centrale
a est, di quale dove?...
lì si staglia un sarcofago
ha deposto larve radioattive
con barre di uranio infilate
nelle notti allungate
sui nascituri in esilio
e su quelli immaturi
che ascoltano i defunti
e dentro la rossa foresta
respirano la rivincita
sono nati per presentare slogan
del passato fantasma:

"l'infelice neonato con il nucleo contaminato..."
-alla memoria -

Letto d'ospedale
(il responso)

... lenzuola bianche
di luce tenue
sulla tua vita smarrita
poi
fiori rossi bruciati
sulle lenzuola che
perdono petali

con suoni tonfi
d'indifferenza ti dico
-nulla di serio-
mentre il mio sguardo
incede contratto e osserva
un letto disfatto sui
miei occhi da rifare...
(da: i segni dello sguardo)

Bugie
Volerti bene, nel mio spazio assiderato
è la bella stagione

voglio sentirti nella tana del mozzafiato

ho nella mia custodia amor mio
la difesa, che c'è nel tuo brio
mi basta alzare gli occhi
e ritorno a sorseggiare il paradiso
ma nella tensione del mio sguardo
tu, abbassi il viso...
(da: i segni dello sguardo)

Danubio blu
Sorgi e scendi sulle ali dell'acqua
come una rondine
dalla foresta nera al mar nero,
vivi e simile al mio sangue
corri, mentre s'accosta
nei tuoi rami la draga
la sento scorrere sotto

la duna fluviale
emerge tra gli spazi verdi
e il cormorano a te si raccomanda,
assorbono il pioppo e l'olmo
il tuo tratto profondo

hai tu, gran Danubio blu
nelle anse il fronte di castelli e città
e Vienna adagiata sul tuo corpo
si allarga per te, nel corridoio del suo valzer.

Ora cavalchi paratìe furioso
ora in magra spaventosa
resti silente lingua nella gola di terra
e il sonno giunge dondolando
attende l'avventura
tra sponde e dighe di pietra

o mio Danubio blu
che dalle arcate appari ricco e selvaggio,
a mani aperte ti allontani sempre più
dal ritorno
nel percorso del tuo viaggio
ti contorci per unire i confini
poi raggiungi il grande faro
per essere libero nel sale.

Ritratti
Vagiti di bambina
pozze di colore-amore
e cento evoluzioni
di ruote assolate

figlia
nelle istintive pennellate
fanciulla controllata
e nastri rosa stretti
sulla veste ripiegata

ragazza
dai frutti rossomelo
con i coni sotto le ciglia
a ricamare sogni inamidati
con i fili intrecciati
dal vento

donna
convessa in
upupa chiara
dal volo sparpagliato
nel monotono canto
di sangue silenzioso

donna
dal ventre madido
in seno alla vita.

Fermagli
Metto la clip al lobo dell'intento
che ora è il mio ornamento
reggo il mondo sulle spalle
con il mago tra le braccia
cingo la tua faccia
usando fermagli d'amore
per trainare il tempo
ti aggancio al sentimento
chiudo la fibula
al giorno migliore

Albero
Genealogico

Il
mio
tempo
si sgretola
a
confronto
dei sassi
stabili, sicuri
nati
dal
caos
dei
millenni.

Umanità
Canta amica per cercare la via della ragione
Canta mentre sorreggi il giogo della tensione
Canta quando s'allunga la via della passione

Canta e portami nel globo del tuo sole
Canta mentre m'indossi nel tuo tepore
Canta sotto la pelle della tua illusione
Canta e mi libererò nella tua canzone.

Creazione
Mi rubi
dalla terra
come creta
mi rendi
malleabile
modellabile
sotto la spinta
delle tue mani
prendo corpo
divento astro
e tu evapori
ti spargi
nell'etere di nubi
perdendo il tuo potere
ti rinnovi e ricadi
su di me.

Fuoco
Sei combustione
di legna e carbone
sciogli il metallo incandescente
sei dolce, lento
non troppo intenso
sei scoppiettante e ti
ravvivi costante

ardi indifeso
sei rosso acceso
sei l'artificio
al sogno conteso

sei castigo
di rogo cocente
sotto la cenere
tu covi paziente

in sacrificio purifichi
il regno
sei grande inferno
che travolge il senno!

Vecchia Guerra
Tanta estate
tanto autunno
tanto inverno
mille primavere
e ancora vieni guidata
alle frontiere
premono fucili
raffiche inconsulte
uomini
donne
bambini
ombre sulla pietra

li metti in fila
li spingi nel vagone
di sangue raffermo
del tuo nero girotondo

ah! decrepita spedita
sogghigni tra i singhiozzi
coi resti nelle unghie
e i denti a scorribanda
ti esalti nelle stagioni
mordi gli anni
i mesi
i giorni
i minuti
perduti!

Profumo di poesia
Il talento del naso
è sempre vivo
nel regno degli odori
l'ispirazione
un estro condensato
nascita formulata
un accordo
miscelato

ingredienti:
petali di rosa
volanti
come anime sciolte in fragranza
e aromi composti da:
legno caldo
erba bagnata
terra irrorata

in alambicco:
note finemente ritrovate
e n'esce la tua essenza
che afferra
testa e cuore
in una scia fugace...

Arte
L'arte, un flash di vita orbitante
forgia l'acciaio
nell'alba d'alabastro
la materia si svuota, si compone
tra gioia e dolore
come denso magma si espone
in energia magica racchiusa
si libera, prolifica ignota nel
suo groviglio intransigente
si crea e ricrea ondeggiando
in un crescendo d'anima e d'umore
prorompe a pugni dalle mani
dialoga col segno e col colore
poi lava s'insinua nel sentiero dello sguardo.

Ingenuità
... libera Ingenuità
perchè mi sei apparsa?
ricordi gli ultimi giorni?
credevi sempre che...
la cornetta della doccia fosse il telefono...
tu indigena, pensavi:
"come si piange in italiano?"
chissà perchè poi vagavi
nella tua orbita più rara
con le statuine segnatempo
abbracciate alle tue idee
e guardavi in alto gli aquiloni nuotare
come pesci alati...

pungente Ingenuità, poi
ti proiettavi dentro il pozzo delle tenebre!

credevi talvolta, che il tuo sguardo
potesse esser ricambiato, non solo dalla bambola

nel tuo profumo inquieto, tu
ti rivolgevi a quel fragile specchio
... credendo avesse il viso
e ti rispondesse col sorriso.

Poetare
Tutta la mia produzione
ludica d'amore
è intavolata in un PC

e così, come nel giornale
di ieri, rileggo i miei pensieri
per accorgermi che... esisto!

Pace in-cantata
Inno a te o Pace
che sei ginnastica del cuore
il tuo eco risuona
senza alcun rumore

attingi la tua scienza
negli occhi universali e
nei riflessi perlati della luna

con umiltà vivi
in una carovana di speranza
per l'addio, allle armi del dolore

Peace Pace Peace
l'umanità ricerca il tuo bagliore!

tu spendi il volto, il nome
come fresca acqua invisibile
dove s'avverte appena il tuo colore.
- per il "Peace one day"-

Vento
Sospinte dal soffio
ali sbriciolate di farfalla...
trasporta con sé il vento
le grida i pianti lontani
li miete alla terra
vento che stordisce
attraversando l'orda della guerra
strappa bandiere
scava vallate
si spinge tra le celesti navate
unendosi al volo di un uccello

fresco venticello che sfiori il tramonto
fiero e scontroso nell'angolo del mondo
ti lasci condurre dalla natura
che domina umane pretese.

Piacere musicale
Ascolto una pausa
di musica gentile
la sento
la metto dentro
lei lavora
in tutta la sua parte
come opera d'arte
fino al varco superiore del muscolo
ecco, la sua fatica
è tutta lì
un movimento così
corre sui prati della pelle
come abracadabra
mi apre le labbra
fino al bordo elettrico
del sorriso.


Eremo
Mi inchino anacoreta
verso le sponde del romitorio

solo le mie forze, nient'altro che...
una sola di me mi sarà accanto
farò scorrere i miei torrenti
affinchè divengano un solo fiume
e il pensiero sarà garante nella silenziosa stanza
che raccoglierà l'insieme di tutte le mie finestre,
eseguirò un assolo con le note
che s'appiccicano al deserto

da ora, ogni mio giorno sarà incastonato
nella griffe di un semplice anello.

Inondazione
Troppo spesso
i miei amici poveri
che vivono in basso
sono biglie in acqua e torba
che si fanno rotolare
si fanno cadere
i miei amici perduti
i miei amici stroncati
in uno splash!
Il fiume
ha bevuto senza risparmio la pioggia
ruvidamente ha rapinato i passi
e le braccia rotte d'angoscia
sono sparse sotto l'onda della frana
dove tutto scivola verso le vene della foce,
le radici annaspano impotenti
quando il mattino cade tra le fronde reclinate.
Ieri i campi aprivano l'uscio al sole
ora, con gli argini ristagnano
sulla pianura della morte. 

Cucina elaborata
Mi sbuccio
come una cipolla
mi faccio
lacrimare...
vado poi
a rovistare
in dispensa per
trovare
il rimedio per
salvare
le mie stille...
bene o male
ora provo
a cucinare
pranzo e cena
per gustare
carne e pesce
da gestire
sale e pepe
per condire
senza troppo
appesantire la
cucina da servire!

Caro autunno
apri pure i tuoi cancelli mesti
voglio rivederti ancora
con i colori dell'uva sulla terra scura
con le tue vite bigie
e le bacche del cuore scolorite

so già, che mi regalerai il tuo sospiro di stagione
il tuo segno impigliato
nelle maglie della nebbia
con il tuo corpo ossuto che tra i rami rincorre
l'ultima foglia.

 Lavavetri
Al semaforo vi aspetto
insieme alle stagioni,
con la mia pelle scura
un freddo e un caldo
sempre mi strapazza
mi trovo sulla strada
da una vita pazza

l'istinto per la terra
mi fa scendere in salita,
dai vostri vetri
guardo l'ora per cambiare
non sono nato per avere fame
non sono adatto ad essere straniero
... ripenso, che sono ancora uomo...
e ne vado fiero.

Amarsi
sublimazione dal profumo vitale
in un tango liquido con l'anima
in un passo a due
infinitesimi solari
microscopici bisogni
di vite cucite con un ago testardo,
amarsi
così risorsa che scava infaticabile
un graffito implacabile, scuotimento del tempo
una sete di pensiero che attraversa la porta
intrigante e distorta dal sogno ospitale,
così opera gigantesca e crudele serpente
che si nutre di mente
si fa assordante paura, la natura
che pigola e trema... un ciuffo d'aloe vera
cresciuto nel giardino d'inverno
per amarsi
raccogliersi nell'incavo e sfibrarsi...

A Bologna io c'ero...
il calore barcollava
mi guardavo intorno
dopo il boato...
quel maledetto giorno stringeva
brandelli di terrore
e assorbiva nel ventre
pioggia di lacrime
corrose dal fumo

una parete annerita
rimase in piedi
scritta dalla brace...

ventisette gli anni ripassati
nulla è lontano,
ritornano dalle tombe
sul petto dei famigliari
da lì, fanno passare i loro morti
come alfabeti stravolti
che rileggo
volgendo quelle grida
sulla riva della rabbia
una scintilla che non placa
più forte dei sicari...
-strage del 2 Agosto 1980- 

Pesca
Accade e...
la mia bocca
non sa che dire
quando quella... natural-mente
nel suo dono mi tocca

un morso vellutante
lascia maturare
la concessione
che langue
nella gola e...
anche l'ugola assapora

coltivo
l'embrione del pensiero
che si colma di fragranza
e in questa circostanza
si placa la mia brama
e il labbro mi ricama
l'estasi appagante...
-da pensieri estivi-

Nuova vita
Nel mio progetto
del giorno e della notte
lunga è la catena accesa della vita
che s'incunea e percorre
la verità infinita

sono le sue immense dita
di lave e di passione
che riscaldano il miracolo sopito
del nuovo seme racchiuso
nella sete di rinascita. 

Scirocco...
sull'arenile
a curiosare
dondola sul pattino
profuma
di mare
spira ventosa
che si nasconde
per girovagare
dentro i pensieri
senza le sponde
e poi volare
cercando
la chioma
da carezzare
e intrufolare
la goccia
africale
nell'umida
pelle
da stemperare
col calore
che scotta
nella branda del sole.
- da pensieri estivi -

Estate
con un sussurro nuovo
ti ho addomesticata,
seduta sulla luce che ti crea
ti riconosco
dalla spiga falciata
mentre l'affanno ti miete
tu nuda estate, viaggi anche di quiete.

Con mani di terra spigoli
la calda foggia del deserto
che in stillicidio ti scioglie
di polvere e afa.

Tu estate fumosa
sei sconsolata
quando ardi nei boschi
diventi stopposa...

Ora ti accingi alla brezza sperduta
riapri i tuoi occhi indulgenti
libera, corri sui tetti roventi
poi ti adagi fra i sassi dei fiumi
sono arsi aspettano acqua
dalla tua torrida pelle
che il temporale tramuta...

Ai bambini di guerra
Fanciulli, dai radi capelli
se braccia forti
vi avessero abbracciati nella vita
ora sareste in una stanza assopita
e per soffitto avreste il mio pensiero
meno offuscato
mentre osservo i diamanti delle stelle
posso intuire la corona del pianto
quando il sogno ormai in voi si schiude
sotto una piuma grigia
nell'infinito freddo
dove non s'ode risposta alcuna
su quell'alone scuro della luna
non c'è ne desiderio e paradiso
ma odio e pazzia
dimorano fianco a fianco
nel letto naturale d'agonia.

Donna e cane
Piccola rincorsa e salto
nella la tua inquietudine
principio, di un passato lontano,
col mio mattino chiaro nella mano
noi due camminiamo
gitani e vicini
con il fiuto della vita andiamo
fra le vie e i campi
dei giorni incostanti
noi, gli interpreti del cuore
chi mai ci fermerà muto animale?
Mi osservi
con cento occhi pazienti
distilli i miei pensieri come ieri
scopri i miei sguardi e poi regali
la tua infinita fiaba,
io sono Pollicina
insieme a te, ritroverò la strada...

Il frutto
Un melos di sostegno
per viticcio
e foglia
una costruzione fruttuosa
altamente estiva
pomposità zuccherosa
d'armonia aranciata
popone
tondeggiante melo
lego
nel succo il senso
riassumo sulla lingua il suo colore
e continuo a gustare quel nettare
teso al buonumore.

Gioia fumata
(gioiosa)
bambina
dolce
principessa
nico-tina
che ti fumi
l'alma

tra
raso
e pizzi
profumi di
lavanda

mentre
la pira pulsa
e la brace espelli
si dilegua
la tua sorte
nel contatto
con la morte.

Bum bum...
l'amore nell'argento fa rumore
gioca la sua partita
mi copre svestita
bum bum
vive gridando sul dolore
insegue
la raffica del cuore
bum bum
un volo rosso, un dardo
che improvviso
si mostra luminoso
bum bum
accostandosi mi tocca
ora il bacio è
nella sua bocca...

Aliante
E lo chiamo ancora, questo batticuore aliante
che parla con il vento
sotto la volta respiriamo la stessa strana aria
ogni giorno balliamo l'appassionato tango
canzone con il sogno
luce così vera
fuoco d'intesa
cerchiamo nuovi orizzonti
la terra promessa, nel viaggio sconfinato
solcando cieli aperti
con licenza di sorridere.

Raccolto
Giugno battente
il rumore assordante
di spighe trebbiate
inghiottite
sbattute con forza

tra il miracolo stupefacente

il grano
ne esce affaticato
nel sudore ha mescolato
tutto quello che fa
per il pane!

Nera
Hai la corvina corona Africana
un chiodo fissato sulla fronte
il tam tam ti esalta la pece

hai negli occhi una foresta lontana
danzi, come miscela incandescente
sulla pelle hai ebano pulsante
sei dominata dal sole costante
mentre le tue dita frugano la vita.

Nera
sempre sottile
t'incroci con il ferro
sei sorriso
con il peso sulla schiena
togli le spine
dalla zampa del leone

la tua voce
nel canto si rialza
sopra le catene corrose dal tempo
io prendo il ruggito dalla tua terra
vai sorella, verso la speranza!
-alle donne Africane-

Nuotatrice
Nel distacco dalla terra
nuoto affascinata
in materia
senza sapere come
tra vortici discendenti
e ascendenti
esploro, seguo
contatto la via liquida
della conoscenza.

Il mio amore
per il trasparente
è nel naturale.

Scorci
Non si può chiedere al sole
più sole!
Mia piccola isola di Cres
confini con il cielo dell'est
orlata da ginestre smaglianti
schiarisci lentamente
appollaiata ai davanzali
con sguardi protesi
alle sciolte campane
che si concedono al giallo.
Vecchi ulivi
discendono riflessi
fra amplessi
del tuo universo.
Tegole alogene
lucenti
t'illuminano di pace.
Nel cristallo delle sere
sorridi
mentre i grilli ti accompagnano
nelle notti emergenti.
Scivolano le tue vele sul crespo
e ogni volta
al mio ritorno
ti amo
al di sopra del sereno.
-alla mia seconda terra: Croazia-

Universo
Godere dell'inverso aperto!
Sei perfetto
vecchio saggio
che poggi sulla distesa immane
della tua genesi
e vibri d'energia, senza tempo.

Contemplo
ciò che m'assorbe
l'esistere
mi accende il lume
e assimilo un tutto.
La forza creativa arriva
dalla valle solitaria
dove straripano supernove
nello scintillio d'argento vivo
ove mi ruota l'infinitesimale.

Eternità
mai la rinnegherò
il mio essere scorrerà
nel cerchio dell'anello
come un fiume cosmico!

Satelliti
Non c'è posto più bello
dello spazio di stelle

la piazza
che domina il mondo
con satelliti "alleati"
vaganti come fantasmi

da quei capi
imperano
si avventurano in tentazioni
miopi
del terzo mondo.

Figlio
Lucente lacrima del sole
nello sguardo implume
dettaglio rosso fiore
che mi riscalda il petto
conta
per dire chi sei.

Cammini
su ripidi pensieri
bruciando dentro le parole
nei lampi di silenzio
io ti sento

sei alto nel mio fianco
dal giorno che volavi
e ti conducevi a me.
-a Daniele-
(mio Astro nascente)

Figlia
Vedo acqua sorgiva in te
che ha sempre più fretta
di scorrere
contro corrente

acqua dolce di fiume
di lago
di fonte
acquaforte
che solca
che porta chiarezza
specchio d'acqua
zampillo e purezza

occhi d'acqua profonda
color della pioggia
bellezza azzurrata
talvolta salata
imbrigliata
per spegnere fuoco
e distruggere ferro.
-a Elisa-
(mia opera gigantesca in movimento)

Il viaggio...
nella mia cara esperienza
ha parlato
ha coagulato
quell'assieme
che non tiene
la somma
di tutto il mio bene
nella forza del respiro.

Ora, l'acida escrescenza
s'è un po' zuccherata
la veste ripiegata
su se stessa

una luce s'è pietrificata
sepoltura colmata.

Nella reggia turchina
la vita
con il suo orologio
risale le scale
per destare un futuro speciale.

Smarrimento
Raccolgo
il nostro amore
come un gattino
smarrito sulla via
un batuffolo racchiuso
ai miei piedi
in balìa
delle intemperie

un frutto di rosacee
nel tappeto d'erba
che fiorisce prima delle foglie
uno sciroppo dolce

sfiorando l'emozione
lancia sguardi mandorlati
nel bisogno
di cedersi
io
carezzo
riscaldo
nel mio sole.

Ferita
Persone rivoltate
nella periferia dei decenni
si riprendono il ricordo:

l'anno settantasei di
SEVESO
mai ve ne saranno altri?

Era diossina
era vera
era una valico nefasto
era il male senza volto

non la solita vergine nube
essa preannunciava
un lugubre stordire.

Icmesa
oscuro muro
s'erge ancora e spaventa

il vento non consola
la tormenta.
di estreme esistenze

veglie dedicate
ai pianti degli esseri
nel solco del respiro.

La comparsa dell'ombra vicina
usciva da quel camino
in silenzio vagava;

"ora i residui
li stampo sulla pelle
il grasso del mio veleno
genera e batte
sotto i vostri piedi."

Papavero di trincea
ti dibatti selvatico
a ridosso
del fosso

un cuore d'erba
raggrinzito
si contorce
mentre ascolta
il tuo grido rosso

rifugi nel carminio
seppellendo le radici
e culmini
col sangue sperperato
del passato
sfuggito alla memoria

navighi
sulle ali del tempo
affondando i semi
nelle trincee.

Rosa
Maggese di foglie composte
arboscello ricurvo di spine
scompigli i colori e profumi di
rosa... rosa... rosa...
la siepe protegge ogni cosa

il letto di petali estende
l'amore che mai
non si arrende
rosa... rosa... rosa...
velluto che accoglie e si posa
su labbra intagliate

rosa di macchia alternata agli aculei
cerchia abbottonata, dentata
chiazza,addossata al tuo cuore.

Iris
Insieme
sfumiamo nel riverbero
delle membrane
come due cristalli istintuali

nell'arco iridato
il giaggiolo
dalle ali cangianti
diventa farfalla
dai riflessi potenti

ci perdiamo
nel fascio luminoso
del viola
che compone le perle
delle nostre gemme.

Adolescenza
Si aprono ali d'avvento
lungo la via
fra erba di casa mia
scalpito negli zoccoli
verso tempi sinceri...

Ricordo
nel cielo d'agosto
il tavolo ovale sull'aia
abbagliava di primavere

in prospettiva le ciglia
ammiccavano sogni segreti
AMORE
elargiva all'istante
i suoi tiepidi frutti
l'odore
di vigna
esaltava
sensi festanti
nei grappoli
iniziati alla vita
che colmavano dita.

Errava tra i campi un vociare
io ero schiamazzo di strada
l'allegria disarmava...
restituiva il calore
di quel prato intrecciato
schiuso, da un bacio furtivo

quella porpora solare
fu il mio alone intuitivo!

Colori
Eccomi appoggiata
al progetto divino dell'universo
dove il miracolo vive
e si trasforma in arabesco

seguo l'intenso
per restare in quel che io sento
mentre la corona di sonetti
m'avvolge nel ballo
arancio rosso giallo

una miscela
canta la mia armonia

sopra il bisbiglio di poesia
osservo l'azzurro che scorre
come un fiume di zaffiri
sospeso nel vuoto
che si accende di rubini

cascate scarlatte scendono su me
sfreccio verso l'orizzonte

una cometa
dalla coda spettinata
crepitante di fuoco.

Annuncio...
ora coltivi il grembo
come la terra rigogliosa
del tuo orto che aspetta
il contatto delle mani

osservi il seme quando
contagi tutto il bene
al sogno che traspare
nella tua essenza
di madre futura
con la sua prominenza
d'amore.
(a Jessica)

Strappi
Nel mio giardino
ho strappato i boccioli
della serenità
poi
ho costruito il fascio
per rigenerarlo
nell'acqua della memoria.

Commiato
Sono stanca tesoro
la continuità
del
tuo
influsso
mi rende
una confezione lunatica
che nell'allineamento delle stelle
non è nel giusto senso

con occhi accesi
me
ne
evado
da
te
in punta di piedi.

Risveglio d'aprile

Sul tuo corpo ovattato
di violette fruttuose
si risveglia la neve
ti scivola lieve

schiere di gemme
nascoste nel bacio
vivono la tua indolenza
che adombra e annuvola i prati
ancora tremano alla falce del vento

in angoli riscaldati ti desti nei fiori
sgambetti scomposto sulla tua linea fiera
mentre una farfalla danza, con la Primavera.

Profondo blu
Incontriamoci
nella cavità del mare
saccheggeremo l'indaco segreto

quando l'oscurità aprirà lo zelo
tesori emergeranno con le maree
si estenderanno sopra calme onde

NOI

saremo fratelli amanti
raggomitolati nell'immenso
fluttuanti, nell'infinito movimento

centro liquido del fuoco
incudini raggianti.

Agnello Pasquale
L'amaro senno del Pastore
raccoglie le tue ore
mansuete
e gli ultimi minuti pazienti
per immolarti legato
alla voracità

priva di Grazia

candidamente sacrificato
con il vello umiliato
imbianchi la purezza
della tua vita interrotta
che trafigge il calice
ricolmo di sangue

Innocente

Fili stesi
Oggi
sulla mia
giornata ventosa
ci sono fili stesi
di luminosa biancheria
se il cielo sarà benigno
asciugherà...

Verde
Alle nostre quattro pupille
accade la connessione
piantagione al verde scintillio
di un congegno congeniale
alchemico miscuglio
dei miei sguardi linfatici
che ti attraversano

con ardore hai afferrato il bagliore
nei labirinti erbosi
tra freschi riflessi in grigioverde
vaghi nell'iride clandestino
che ti conduce ai miei ritorni
su zolle dell'età di giada
dove tintinnano passioni.

Gran Sasso
Culmini sull'alta cima
castello di pietra severo
fiero, Grande Sasso calcareo
mentre l'aurora ti risveglia
rifletti la corolla del Mediterraneo
cristallina appare la sua forza
ti anima e t'inebria.

Chino ai tuoi piedi
quasi scompare la purezza del Calderone
si stagliano a corone le massicciate
della Maiella Velino e del Sirente
archi vivi
che aprono sipari e sorprese nelle cavità.

Sguardi rapaci dell'aquila reale
sorvolano vaste foreste che ammantano i tuoi strati
fra massi e cielo possenti ti trasmettono vigore.

Tu ora sei protetto
nel grembo dell'uomo, partorito dalla madre terra
ancora volgi le rupestri praterie al lupo ed al camoscio.

Nelle boscose solitudini e nei pendii corrosi dal vento
il tuo volto colmo di neve, con primavere scivola lento
dolcemente si posa, sul seno della pace e sullo scorrere del tempo.
- agli amici poeti d'Abruzzo-

Baraccopoli
pianeti di periferie
Callampas - cile
Favelas - brasile
Villas Miseria - argentina...

continuano a respirare, umili
con i volti dipinti dal sole
invadono i fabbricati delle necessità
con nobiltà negli occhi
esili, incrociano fratture
implodono nella destinata residenza

i margini dei perdenti si scuotono
tra valori e culture bruciate di violenza
gusci d'anime agglomerate, schiacciate
dal peso di baracche
inchiodate dall'incoerenza

ma il sogno trincerato non arrende
quella minoranza di voce
ora vola bassa come un dio sulla croce
che attende la volontà, per risorgere
insieme alla fragilità degli angeli.

Il grido del ricordo
Coi veli trasparenti
l'alba si è levata
il fuoco del mattino
ha illuminato
e già il cielo di rosso si colora

(nel primo giorno di scuola)

quelle anime appena sbocciate
si richiudono
come petali appassiti nel deserto
un soffio hanno saggiato dalla vita
per il sapere della notte infinita...

occhi guardano stupiti
"stragi d'innocenti avverranno ancora?"

ci insegnarono il perdono
ma in questo tempo non c'è giustizia...

quanti perchè nascono con spine
nella risposta
i poveri petali ora sapranno
la verità nascosta.
-strage in Cecenia 2004-

Ideologia
Eravamo in due
io e te... caro ideale
oggi chissà perchè
senti che tutto ciò non vale

sei sempre mio
ma non interamente

in te qualcosa duole
resisti fiocamente

talvolta fai capolino
tra le branchie dell'anima e la mente
poi ti risvegli tumultuoso, intransigente
per innalzare ancora il mio presente.

**
La nostra passione sta nel
              DNA
l'inestimabile tesoro
             PULSA.

**
La signora coraggiosa
raschia sull'asfalto
il suo metallo...

prosegue sulla strada
della ferita...

(l'accompagna il silenzio)

L'abito della domenica
Il vestito della prima comunione
ansiosamente, attendeva il giorno sacro
poi diveniva allegro e spensierato
futuro servitore della festa
accorciato, a bianca vesta.

Appeso, nascosto, attendeva ogni volta
di respirare, nell'aria dilagante di campane
che travolgevano martellanti note, nel do, di un dio maggiore
imparate per sana volontà, quasi forzate
dalla tradizione dilagante...

Eppure, ogni domenica vestita
rinascevo candida colomba
per accovacciarmi sulla vita.

Gioco di luna
cuore carnoso aperto agli ardori
la falena danzante
si trascina nell'essenza

in due destiamo la luna
con semplici forme
e sommosse gestualità dei sensi

lei, velata
ci accompagna
l'uno nell'altro

giocando con le nostre ombre
le nasconde
mentre s'intrecciano sfrenate.

Fiori
a marzo nascono ancora
i fiori... puntualmente ci amano

germogliano a fatica
anche tra le ortiche
fra erbe velenose
e piogge acide
s'aprono un varco
inventandosi la meta
perchè l'alone dall'alto
sospinge calore
nel colore che soffia
denso profumo
per inebriare il futuro
che correndo nel nulla
sconfina di dolore.

Patria
La patria
nel crepuscolo ha ciottoli rivoltati
essi ti mostrano la morbida via
con la parte umida... che ti accoglie.

Qualcosa di sacro all'interno
di questa terra selvaggia
scava e si muove sotto fremiti di foreste
dove esistono possenti ululati di tane.

La nuova bandiera si apre alla tua venuta, mentre
l'umore del fiume maggiore ricolmo trabocca
nella bocca del mare, che ha piccole labbra bagnate
da spalancare.

Pratoline
nel giorno cupo
le pratoline non schiudono
disegnano chiari bottoni
alla deriva del prato...
                           come neve che non discioglie.

Domenica
Svettanti, echi di campane
liberano la festa
e al suo cospetto
faccio propositi con te...

confondo la tua pelle
con l'aroma al cappuccino
e mentre l'amore
apre la mia breccia
scorgo il desiderio
cadermi vicino

"la domenica ora batte
il tic tac mattutino!"

le lancette tracciano
rivoletti di sereno
che sfiorano il dì
con guizzi del baleno

ora noi bruceremo
tutto ciò che ozierà
dentro il nostro arcobaleno!

8 marzo
Io, tu, noi
a qualunque distanza
oggi riscopriamo i colori
mentre bollicine d'amicizia
ci attraversano
evadiamo sciolte
dai vortici del passato

ci sediamo sul tepore
e dai punti caldi
riconosciamo
un unico colore che
tra variabili correnti
ci fa rinascere
ogni nuova primavera

sulla stessa via scendiamo
delicatamente al suolo
posando la speranza
dove tutto vaga
sconfineremo
per restare più vicine
amiche, sì
anche senza pegno
per poter gridare
al nostro nuovo regno...

Salici
Sul lago
salici inclinati
s'appoggiano agli altri
le loro stelle filanti
dondolano
hanno lance di foglie spuntate
quasi ricamate da un tocco

s'intrecciano
facendo cerchi nell'acqua
sforzandosi
per giungere al centro

salici
sospinti dal vento
inneggiano al sole
che li riscalda
poi muore.

Violenza
Con la maschera
un diavolo veniva
ad afferrarle l'anima
nel fondo la trascinava
con l'urlo del richiamo
Eva
il braccio sulle palpebre
vedeva orrori
che la infilzavano

Eva la pena generava...

draghi, sul suo corpo
sputavano fiamme
demoni ghignavano
fra torrenti di sangue

Eva al rosso futuro gridava...

lo sguardo attonito
nel pianto sordo
contro il muro
racchiudeva
l'ombra violata
costretta... stuprata.
(all'oppressione atavica sulle donne)

Tsunami
liquido invasato
senza controllo
si getta nell'invaso
ribatte e smuove
ingurgitando

la distruzione
ha urlato finora
affiancata
alla grigia materia

non c'è consolazione
nella morte

forse si può anche risorgere
con una fredda carezza
o con anestetici sorrisi

mentre il mare
ritrova la bonaccia...

Amore
con rigenerazione dell'acqua
il fiore spezzato s'innalza

intriso di desideri

scioglierà il suo profumo
che volerà nel tempo...

Notte
ti amo notte
sento la vicinanza
e nelle tue braccia
vacillo intorpidita
di speranza

il mistero, della tua cintura
intona nuove poesie
lungo i solchi persi
dei miei deserti

ancora amo la tua ombra
notte mia
sovente tormentata da pazzia
scopri la nudità
esci da frenesia
ti sdrai sotto il dì
e poi...
che Aurora sia!

La testuggine
Spilli di parole
lanciate come frecce
invadono la sfera...
 
e c'è un ritorno
al pensiero di testuggine
che nel suo lento andare
quel peso di cara\pace
si costringe a trasportare
 
sembra dire:
 
        "se molto vuoi far male
          mi saprò salvaguardare..."

Ossigeno
Pura e immediata
esigenza d'ossigeno
nel respiro che pretendo
lo lascio poi andare
quando arrendo
                        lascio e prendo
la rinascita di un percorso
eccezionale
che si spinge sulle rotaie
del mio corpo
fin dove stazionare vuole la mente.

Vorrei capacità
d'originare agganci con l'ossigeno
per ristrutturare
il colore del mio sangue!

Ora però l'aria
ha un riverbero di specchio
che si espande
privilegiando l'autostima...

Separazione
... quella chiesa
con dentro
azzurri santi
e gelidi piedi bianchi
che scendono
i gradini di pietra
verso l'utero di terra...

qualcosa, in agguato
ha rubato
il tuo sguardo

la vena del cuore
dal seno mio
scende, incatena i passi

il fiore selvatico
sta salendo nel vento
con un livido silenzio
verso le labbra della luna
poi sul viso delle stelle
al lugubre rintocco
della separazione
che rimbalza nella gola
grida senza bocca
si espande
sui freddi sassi
nell'agonia dei bassi
inciampa fra marmi bui
lungo i viali
di cipressi solitari

funerea voce
originata dal dissesto
l'eco di un boato
che infrange il vetro opaco
degli occhi...

Mimose
mimiche
uniche
morbide al tatto
coaguli
distesi fra i rami

desiderabili origami!

brezze
di mani inebrianti
accolgono farfalle
sui minuscoli soli raggianti
che richiamano le primavere

un connubio, su quelle sfere!
(dedicata alle donne)

***
L'abitudine
a soffrire
fa riempire
gli spazi vuoti

li stringe
li spinge
li sospinge
nelle viscere
del tempo.

L'abitudine
al dolore ha
forme di malumore
estende il batticuore
finchè il retaggio duole.

Cavalli
Sulle brughiere;
zoccoli immersi nel sogno
e sfrangiate criniere
annerite dal grigio.

Cavalli
né suoni né nitriti
stanno ritti e pazienti
le teste elevate
sul freddo pianeta
aspettano l'alba
strigliati dai tremori
sfocano avvallamenti
e nell'abbandono
sfumano le nari.

Tenero folletto
Su!
"folletto divino!"
solletica il giorno
e risveglia il poeta
che diventa
d'amore il profeta!

Oggi, Valentino,
i giardini dipingi
di folli virtù
nasci in ricchezza
fra le maniere
poi cogli cuori
a tutte le ore
e li spargi
sulla terra migliore.

-Sai Valentino?-
proprio ora t'ho visto
nel bosco, confuso
mentre abbracciavi
un cuore deluso...

Valentino
vorrei Valentino
vestito di nuovo
che tra le rose
carezza il mattino...

oh Valentino!
mio Valentino

lungo quel rovo
non ti ritrovo

ancora ti chiamo
ma tu
sulla sella d'amore
pedali lontano

ti è caduta
una rosa di mano...

Dedicata
I bambini
prodigi di un sogno
semplici figli
privi d'artigli

acqua di fiume
orbita implume
fuoco di cenere

i bambini
saltano sulle mine
facendo molta luce
illuminano gli spazi
con lo splendore

ignari
non hanno pensato
al grande rumore
dell'energia diffusa
sotto il nero grigiore

i bambini
sempre aspettano
un suono migliore
diffuso sulla terra
nel fondo del calore.

Filastrocca
Il gran " Magnifico "
riceve il nostro cuore
ci vuol magnificare
al suon delle parole
ormai senza bisbigli
per farci dialogare
fra critiche ed elogi
si può immagazzinare.

"Poetare"è come amare
donare e pur giocare
anche con il rumore
di questa cara banda
con trombe e tromboni
su note chiare e nette
che apron vetrinette
d'orgogli da mostrar.

a Massimo
come posso avvicinarmi
alla tua mano che trema?

sotto le palpebre
si muove solo il vuoto
mai guardi
aldilà delle nubi
brami solo alla notte
del tuo delirio

fratello mio
provo a rubare
una zona d'approccio
della tua malattia;
ventricolo d'arteria
che dirama l'apatia
sulle tue ferite oscure

come possono
le mie braccia e le mani
aprirti i pori alla vita?

mi adagio nell'attesa
seduta sulle ore
ascolto i tuoi frugali respiri
falsati dalla pioggia
cadermi vicino
so che scivolerò
nel tuo drammatico cammino
uccidendo il sole

a modo mio busserò
alle tue giornate da amare
sarò felice
se potrò continuare
ad affinare il tuo vento
per sfumarti l'anima.

Il vulcano di Tenerife
Teide tu
lassù
spesso frugato
dal vento
osservi soddisfatto la tua arte
appari incorniciato
in un grappolo celeste
d'aurora boreale

sempre concentri l'occhio
di quell'immane cupola
a cattedrale
verso la tua cara luna
dalla linea magistrale

s'incuneano le rocce
saldate dal tuo gioco
e sfiorano il turchino
narrando i tuoi declivi
di lava scesa
statica nei millenni
sulla discesa

tu immobile rimani
nel bacino del passato
segui i turisti ignari
con la tua pietra nera
colmo di carboni

ancora ben stretto tieni
nell'utero tuo di tigre
il ruggito che ribolle
di un ventre tormentato
che con un suono cupo
poi dilagherà.

Terra mia
Sotto i miei piedi
c'è una fase di crescita
una trasformazione lenta
e un calore
di fornace che giace

fino a formare una crosta
al minerale radioattivo
la massa desolata sta
nell'eruttiva roccia di
una distesa indifesa...

**
Ho provato a
riparare
una gioia nuova
nella tua bocca

dentro quello spazio profondo
privo di futuro
un sole eccitante ha fuso
il mio confine deluso.

Sabbia
cuore di sabbia, il tuo cordone
accoglie il ritorno dell'oceano
tutto ciò che la schiuma porta nel viavai del tempo
tu trattieni
conchiglie, che tra i granelli della tua grande cavità
suonano ancora l'eco
della ricchezza scartata, sepolta dentro la tua secca
che si sgretola rigenerandosi
gusci che il bordo spumeggiante ti ha prestato
finisce tutto lì, in quella tua morbida bocca
da quando esiste il mondo
la tua corolla minerale baciata contro l'acqua
sempre sobbalza
destandosi al colore del sole e della luna
s'apre la tua nuda pelle e assorbe
infinite cicatrici di silenzi

i miei passi strascicati fondono su te le tracce
scavo fosse scivolose fra le mani
gli occhi accolgono alla tua battigia
pensieri di castelli frantumati
come abbandonate spoglie che
nelle infinite particelle di cristalli alla deriva
coi ricordi, rifluiranno al mare.

Sotto il cielo
I tuoi figli    i miei
                      sotto lo stesso cielo
 
la tua ambrata pelle     la mia
                      sotto lo stesso cielo
 
le nostre mani      intrecciate
                      dallo stesso cielo
 
la tua guerra     la mia
                      sempre lo stesso cielo
 
il tuo fiume di sangue     il mio esangue
                      sotto questo cielo
 
l'incredibile tua notte entra nel mio giorno
                      e mi riporta il gelo.

Campanili
Da una qualsiasi
delle cinque strade a distanza si provenga
il mio paese si scorge, mentre risorge
dal giacimento di potenti giganti
osservatori sovrastanti
ammutoliti nello spirito.

Snelle guglie di mezzo, verticalmente s'innalzano
aprono il mio viaggio d'attenzione che si fermerà
alla scoperta di radici infinite; una torre merlata
orgoglio d'orologio, sottratto all'oblio scandito
leggera lega che si fonde nelle turrite braccia celesti,
ascolto la dimensione livellata dal bene
e fruisco d'ispirazione
assaporando un suono, una nota di serenità
nell'avvicinarmi alla pianura d'estensione
sul profilo singolare d'abbondanza naturale
proposta dalle pievi
mi attrae osservarle al perpendicolare
romanico benedettino.

Il campanone e linee verticali, affondano nella terra
musicalmente acculturate, ricavate
dall'antichità del creato
esistono nel prestigio sulla via del porticato
per estendere il sacro libro di pietra
affacciato e rivoltato sulla scena della storia
protesa divinamente alle campane
che vagamente d'orecchio colgo.

Nell'eco maestoso del bronzo
oltre la porpora del sole
scorgo reali voli a campanile
abbraccio squillanti toni distesi
che hanno attenzioni pulite
per gli abitanti lodevoli
interpreti pregevoli
sul ciottolato della solida superficie.

dicono le stelle
- oggi è il dì dell'opposto -

tutto fermenta
tutto l'interno trema

la stregata avventura avanza

l'indesiderato "ospite"
come un'ombra
segue il mio fare
non vuole lasciare
quel calore attraente

dell'insieme si nutre

quando sarà poi satollo
sparirà
lascerà dietro sé
un fardello da portare...

Barriere coralline
all'alba tropicale
luminoso sorge l'oceano
e cancella ricordi della notte

frange di meduse
nel covo delle madrepore
dalla pressione degli abissi
tornano in superfice
a fior d'acqua
come anemoni senza peso

correnti di giochi
raccolgono palpiti
di creature

testuggini, vanno esplorando
profondi canali
nei pascoli del sargasso
il pesce pappagallo
dalla coda rosa
accarezza come vetro filato
la corazza della femmina
una perla volteggia aggraziata
si rende invisibile al fato
sotto il rosso spugnoso
dove riparano
branchie d'angelo

il brivido dei delfini
che accoppiano i ventri
nel nobile linguaggio sonoro
ingioiellano le remore

dentro il paradiso
di vita tra le onde
il nido del balenottero
sta negli occhi della madre
egli si rannicchia
seguendo l'istinto
al di sotto dei flutti...

(mi tuffo
fra questa ricchezza
voglio rallegrarmi...)

***
ogni volta
rispolvero il dolore
apro aghi
confusi dalle stelle
neve a sprazzi
per il tono
di un colore
luci sfavillano
sopra il denso umore
(voce d'albero...
mascherina
del Natale.)

medico paziente
da sempre sogno
un Dotto paziente
che apra sguardi
sul mio benestare
e mi chieda
semplicemente
con calore
se la vita
mi procura molto dolore

lo trovo chiuso
nel suo gabinetto
con foto e lauree
fra donne sorridenti
sempre impettito
come un fiero galletto
sta sullo scranno...
... un professionista
                       professore!
rigidamente
con ali del dottore
vola
tra uscio e cellulare
non assimila
tutto il mio star male

"bene
ora tolgo il disturbo
mio impaziente esimio!"

solo il Paziente vive
con pazienza
stretta nelle sue mani
non la fa fuggire
finchè non si convince
che forse deve morire!

L'opera
Nell'oro i dettagli e avanzi
con gli occhi del futuro
fluttuando sulla conchiglia
verso Citera
dove il cigno
in te si specchia

sulla brezza dei venti
col tuo drappo umano vai
alimentando il mare,
nel soffio
essi l'anima ti sfogliano
ti chiamano
sulla tua fama amano

malinconico
battito di ciglia
i fluidi nelle ali di colomba
conducono a una strana magia
oggi, sei nata per me
nei miei cristalli ora
sopravvive
il tuo creatore ne
sorseggio il fervore
e muto filtrando
la sua missione
con pennellate leggere
scompiglio
la nudità segreta
dal bianco tondo e
dondolo con l'azzurro
d'oltremare sullo sfondo
cullandomi nel mito
adorno la chioma che ondeggia
curiosa, imprimo il viso
che sulla tela troneggia
mescolando
pieghettata trasparenza
al mio piccolo ardore che
incastonato nel rapimento
riappare
nel sospiro del tempo
si confonde
sulla tua statica posa
chiede
se sei forse scaturita
dallo sbocciare di una rosa.
"Nascita di Venere" di Botticelli

Dimensione Natalizia
Tetti
appoggiati ai balconi
come calde coperte
scendono confusi
nel letto d'inverno,
catturando la consuetudine
affondo
per scorgere
remoti angoli
di un guscio abbracciato
da soffici fondamenta

mi sporgo
sulle mille finestre
lungo la frontiera
di mattoni
splendenti di brina,
ritrovo i riflessi cobalto
sulle insegne dei chioschi,
mani che sollevano visi
e calici colmi per
una viaggiatrice di pace che
nella magica notte
percorre la meta
verso quel profilo di luci
sorretta, da frequenze di voci.

Elementi
Terra
           Fertile mano di terra che
           ancora accarezzi i volti e
           paziente all'inganno
           ti concedi, egli ti rende
           ammaestrata
           ma diverrai selvaggia!
 
Acqua
           Tutta ingoiata la tua trasparenza
            verginità
            bevuta dall'ambiente...
            (piange l'arsura)
 
Fuoco
          Mortaio fiammeggiante
          implode incenerendo
          spirito e sangue!
 
Aria
        Immenso arco di vuoto
        che sforzi la tua schiena
        ora sei nel desìo
        dell'ultimo respiro!
-Ispirata dalla poesia di Geo Norge (Bruxelles 1898 - 1990)-

Bellezza
è nel respiro
blu, della bellezza
che ci amiamo
una canzone di virtù
che cantiamo
come la maturità
piena del grano
e di quel seme
mangiamo
la nostra eternità

nella bellezza vige
lo spazio vivo dell'età
fissato nell'orecchio
occhio-naso e gola,
è la bellezza, una clessidra
che consola...

Lettera per l'11 settembre
è dura la verità
quando tutto trema;
rumori di gambe, bocche,
parole che bruciano
quando arde la terra e
travolge i muri
nell'era bugiarda della paura...

-Addio amore è
faticoso andare...
bacia i bambini
ti voglio bene!-

Sono l'uomo dei tanti
(mai riconosciuti)
che cade
dal novantanovesimo,
non voglio essere
cenere da fuoco, mi dicevo
già sapevo che
sarebbe stato per
le membra un
arrivo insensato,
nel lancio figurato
bevo l'ultimo respiro
sul precipizio della vita
mentre mi tiene il vento
che lentamente sfila la camicia
nel grande salto del mio
volo d'uccello malato,
ancora prima di cadere
nelle braccia della società
che alza il capo nell'inerzia
sulla distruzione dei limiti
imprime con i flash la malattia,
fa esplodere il pianto.

Io, uno dei tanti sarò presente
cadendo dalle pietre
della tua fortezza
racconterò la storia
dove si squarta la luce
degli ultimi secondi
sacrificati e gettati
sotto le coperte
della polvere!

viaggio autunnale
sono nomade, zingara
senza cavigliera,
su brani sonnolenti
solco il sogno,
via dal mondo vano e
via da abbacinati orizzonti
che lungo ciechi percorsi
sono sospesi all'ombra
indistinta, dei sensi
e cadono,come foglie d'autunno
al fievole sole...
             Ora che il freddo
è inanellato
sulla tua cima bianca
ti scorgo montagna che
vive sopra la campagna
baciata dalle fiamme di un tramonto
sempre viaggerò, con il caldo pensiero
sulla tua stagione...

*** ***
mi lasci regina
su questo trono
di sassi

mentre lontano
sento andare
i tuoi passi...

Prognosi infausta...
per un cuore
patologico
che brama
dolce eutanasia!

evanescenze
pensieri d'amore;
bolle di sapone
intrise di colore
volteggiano sparse
(una bolla svanisce nel nulla
prima d'essere soffiata)

labirinto
... guardo dentro
mentre i sentieri
scorrono
come emorragie del bosco,
sulle siepi
cautamente seguo
il contorno delle ombre
a lungo mi fermo e
vedo ragnatele di memorie
scruto strati del tempo
e fra scintille d'intuizione
è coscienza
in espansione.

Guaritrice vera
Amica mia diversa
scesa fra noi
di che pianeta sei?
Il fluido chi te lo dona?
Mi circondi nella tua quiete e
fortezza di speranza si sprigiona!

Hai il potere di guarire col mistero
volano nel calore delle tue mani
molecole misteriose
che si prestano alle sorgenti sacrali
di una scrittura mai vista
forse hai contatti con il cosmo?

A me ti offri come una poesia di poteri
la leggo nei tuoi segni in fondo... dolce
io prendo ciò che possiedi nell'inconscio
per il mio risveglio sano...

foschie
qualcosa incombe
in questo mattino
come fumo cinerino

scheletri
di lampioni spenti
sono immersi
nei banchi mobili di strada
che silenziosi e densi
galleggiano
nascondono orme
lontane
ammantando solitudini

sommerse antenne
e scuri camini
riscoprono forme strane
nel grigio vocìo del futuro

foschie... che
s'immolano all'inverno
solennemente
con rigidi sbadigli
cadono nel sonno perso
del mio giorno disperso...

vero? falso?
verità
capisco perchè
non sei felice
della tua infelicità
ti senti promessa
alla falsità
essa ti prende
viziata e corrompente
riflettendosi
nella tua nudità

... e tutto corrisponde...

verosimilmente sua
sei nella trama
che ha
un sottile filo
che devi saltare
nel solito gioco
da giostrare...

Stato d'anima
... dopo il caldo intento d'espressione
esternato con pupille d'affetto
con un brivido di pallore
se ne va il romantico e l'amore

brividi freddi percorrono l'aurora
si spezzano al gelo della bora
sguardo svuotato, puntato
sulla schiena d'anima

come posso scavarti o rivoltarti
esiste nella piccola casa un lume?
Per ora il tuo ricovero è la stanza
di questa poesia!

Festa d'autunno
Venite a quel paese
della libertà
dove esiste un lago limpido
privo di recinzione
dove alberga la stagione
con l'abito che copre
i portici e i mercatini che
espongono
matite colorate dell'autunno
per dipingere
straordinarie verità!

Venite a quel paese
costruito coi mosaici
della solidarietà
di tutte le città,
sotto i lampioni illuminerà
le mani d'oro
che hanno spezzato i fili
della falsità
venite!
Ci scambieremo attrezzature
per intervenire sull'amore!

Africa
ti estendi con la pelle nera
e protendi
possenti i fianchi
del tuo male scuro
ansimi perennemente
col pianto indigeno
che al ritmare
delle misere culle
galoppa nei lunghi istanti

colonie e cacciatori bianchi
deridono i giorni, ancora
sul lembo dei tuoi elefanti...

ghirlande di praterie
sotto i colpi del sole e del libeccio
cingono
lo sputare nei polmoni d'acciaio
della tua anima paralizzata
che chiese lealtà; lei sa
di questa riassunta storia
tramata
sotto i ciottoli delle savane e
lungo i bersagli
della tua traiettoria...
lei sa che ci sarà
un finale da cambiare
dove tu
presenterai il conto!

Eredità
Mamma tu, sempre confessi:

"fra poco tempo
io e il mio sentimento
raggiungeremo il babbo
su quella nube nera."

Cominci ora
ad osservare nello scrigno
i tuoi tesori...

"A te Lina
prima di andare, darò
gli orecchini d'oro
della nonna e
il mio bracciale.

Massimo a te
lascerò in custodia
il focolare.

E tu Aurelia
avrai da me il
ciondolo corallo
appeso, di Madonna
alla mia catena."

La canzone della vita
So, di una canzone
e di una parola che contiene...
" mamma "
raccoglie nuovi germogli
nati dalla ruvida terra
delle gioie e dei dolori,
lungo gli argini e
sulla via dei fossi
spazia e palpita
con la forza che corregge...
 
addiziona anni infiniti
e indossa, nere le vesti
come linfa dell'universo.
Sugli albori dei suoi tremori
vive l'eternità e fra le
onde sonore del mare
rotola nel tempo
sulla genesi, che vibra
col flusso d'energia
mentre canta
i suoi ritornelli con maestria
dileguando tristezza
 
poi con l'astro
fila i suoi capelli nell'argento e
al canto dell'eredità
di quella stella
risveglierà il fervore
                      nei millenni
                                del cuore...
(dedicata alle mamme e all'universo)

inaugurazione (la casa)
Dinastia Sovrana
che rifletti
il pozzo dei desideri
oggi sei in festa
                      "Eletta"
dal potere della volontà!

Il fuoco
incoronato dal camino
aspetta impaziente
l'albore mattutino...
e tu signora Speranza
intrecci alle pareti
verdi filamenti
per accogliere
due metalli lucenti...

fra le imposte
il grande virtuale
fiorisce al davanzale e
dipana il sentiero
sulla fertile campagna
che nel lungo tragitto
vi accompagna...
- all'amore di Daniele e Jessica -

Credo...
io, vittima
di un arido deserto
spargo cenere
intorno a un dio...

nubi di pietra
                  imbrattate

da un altare infecondo
sovrastate
dall'illusione
di una religione.

verità
oh astratta
che illumini
la coscienza
con la tua grande
trasparenza!
Oggi non posso
dedicarti
una preghiera...
in questo nuovo
tuo grigiore
che si muove
nel misero spazio
in cui annaspano i giorni,
imparo
la conoscenza
della stupidità
degli uomini:
        i Grandi
              le Teste
                  i Cervelloni
colture
delle mie piantagioni
sono ora
erbacce da estirpare
nel campo della follia
                   rafforzato
dalle mie convinzioni...
 
Imprigionata
in tutto questo ora
                  ancora
immergerò le mani
nell'acqua scottante
del mattino
mentre a sera
saranno macerati i piedi
nel cammino...

mappa
duro e difficile sentiero
della selva
selvatica foresta
radicata
da rovi e tormenti

in te mi perderei
come la mappa
e vagherei sostando
sul tratto del dolore
che in lacrima silvestre
s'accartoccia...

in fondo alla selva
fino a sfinirmi
cercherei
il tesoro celato e
trasformato
dalla luce
del tuo fusto

m'arricchirei trovandolo
e sostando in quel luogo
che m'incanta
il mio amore sarà
la tua somiglianza...

Regina degli ulivi...
sei tu che
sotto la luce tersa
ti rivolgi ai rami
pettinando crepe e
schegge di frutti
e con le mani
li rivesti d'amore...
a loro
volgi il canto
che giace puro!

Poi scateni la tua forza
li conquisti
goccia a goccia
come perle
che custodisci...

ed essi
adagiano
sul grembo del tuo prato
il nettare
della gioia che raccogli.
- a Rosy, raccoglitrice di olive -

Pedofilìa
- a una piccola amica -

non è reality
ma è la realtà
dei tuoi sei anni
sgangherati
fra gigli bruciati...

gomitolo di seta
tra selvagge fiamme!

Vivi
e taci sul tuo corpo
abbandonata.

Cammini scalza poi
corri in quella stanza
rannicchiata.

E sotto l'albero
dell'altrui paradiso
tu non potrai
più avere voce!

ode agli ulivi
radici...
voi sì, memori
fondete con la terra
forti pensieri di pace!

Oh rudi ricchezze che
v'innalzate
come castelli invalicabili
del tempo! E
le chiome dimorate
nel silenzio.

Vi sento danzare
insieme al vento,
leggeri sospirate,
spontaneamente dimostrate
ai rami, sfumature
di pieni frutti
che nei frantoi
colmano, l'armonia vegetale
dell'olio che scivola
colando
trasparente...

Compleanno
le piccole cose
colorano
le spine delle rose:

un biglietto ripiegato
in un giorno consumato
sull'aroma al cioccolato
con i fiori è affiorato.

Emozione
Sei tu la mia emozione
beatamente seduzione
di un leggero tremore
sopra l'illusione,
parli con la mia bocca
griglia che s'allarga
verso il tuo brivido
che non ha finzione.

Libera emozione
che riconosco ogni qualvolta
mi presti l'attenzione,
trattengo l'impossibile
per ossigenarmi il cuore
ma poi tu esplodi
con l'intenzione
di misurare amore.

L'arbusto della mimosa
Mi hai riportato
l'arbusto singolare
dai grappoli d'oro
che sorride
alla serenità e
profuma di baci
che riconosco,
segnali interessanti
che proiettano
testimonianze solenni
e carezzano
il bisogno di credere...

hai immerso le sue radici
sul mio terreno alpino
dove ora vi appoggio
il fusto vicino
per sostenere il suo decorso...

Pioggia settembrina
Bufera in arrivo
che scroscia e
picchia scuotendo
l'arcobaleno spezzato,
il rosso tramonto
ha sbattuto le porte
non c'è modo
di trattenere l'estate
nel suo eden beato.

Fra i lampi
colonne di foglie spuntate
tremanti di tuoni
infeconde
trattengono gocce
e chiedono ai fiori,
- perchè trasformate i colori?-
ma i fiori
non sanno parlare.

Raccolta dei girasoli
Sgrana l'aratro
sul campo
la polvere arsa
dei girasoli,
dissimili sterpi bruniti
ormai disseccati
dalla falce potente.
Hanno dedicato al cielo
nel tempo battente
un cifrario irripetibile,
ora sono poveri resti
di fine stagione...

Campana
... livido silenzio
lugubre rintocco
rimbalza nella gola
grida senza bocca
si espande
sui freddi sassi
nell'agonia dei passi
inciampa
fra marmi bui
lungo i viali
dei cimiteri solitari.
Funerea voce
originata dal dissesto
l'eco di un boato
che infrange il vetro opaco
degli occhi...

Prosa per uomini
Perchè non si scrivono verità
sull'anima degli uomini?
Non si può solo parlare
di guerra
e di uomini
che hanno cambiato la terra
(anche se col sangue)
si possono elogiare
o appuntare con medaglie
sull'inno patriottico?

E pensare che declamano l'amore!

Ho sognato
e guardato
in alcuni uomini
tronchi vuoti, rinsecchiti
squarciati da fulmini
che dall'alto di una stella
una regina o un re
decise che così doveva essere...
nel fermento
da quegli squarci
ne è uscito l'egoismo
più sfrenato
(e anche la poca anima rimasta)
tutto si propaga in un crescendo
di pianta erbacea e
da lungo una stortura
prende vita
al centro di anfratti oscuri
e misteriosi.

Non hanno costole
designate alle donne,
è favola d'altri tempi
solo fine a sè stessa
per tenerle in pugno...

Spero sia questo, qualcosa
su cui si possa ridere domani!

S.O.S.!
Mi sto perdendo
fra le brame
di un naufragio!

Con forza mi sospinge
nell'alito caldo
di un anelito.

Odo l'affanno
esalo
l'ultimo respiro!

La mente
Scrivo con le unghie
e limo le estremità
lisciando solchi
sul foglio
spudorato
come un esercizio
guidato
dalla follia
mimetizzo con fantasia
assottigliando
frasi svelate
esitazioni
mai confessate
per ancorarmi ancora
alle mie tempie
squilibrate!

Il faro
...scintilli nel crepuscolo
spuma
che di corolla inondi e
il colosso avvolgi con
mille cristalli
che s'innalzano d'energia!

E tu
vecchio gigante
sfidi
avvinghiato nel profondo
l'occhio spia
chi fa ritorno
alla notte al giorno...

Sei lampo
che si riconosce
conduci con intuizione
lungo il mare della ragione
attrai
durante la foschia
sui lineamenti della via.

ai Poeti
insieme
fra malinconie e gioie
giochiamo... con le parole,
espressioni,
vocaboli che amiamo,
saltano dall'immaginario
come grilli canterini
le inseguiamo, le catturiamo...

Sono parole che cerchiamo
i gioielli inaspettati
che regaliamo
alla bocca vermiglia
di una poesia.
-buone vacanze a tutti!-

Amore per la musica...
mi accendi
musica...
danzo con passi orbitanti
e percorro l'universo
dei sensi!

Mi accendi l'amore... oh musica!
Amore vivo... in te!
Apro i cancelli ai suoni
ai tocchi delle note
lì c'è tutto il fuoco
c'è lo splendore!

Sei chiave di violino
ti scopro nei toni caldi
dei colori

eccomi d'innanzi
alla tua pelle intonata
sul pulviscolo
della passione
con me ti contorci
al ritmo
scandito dal tuo fiato!

piccola parentesi
... la mia solidarietà
alle donne
in carriera...

uccelli che s'immolano
al faticoso volo
nel giudizio della sera!

Mio Felino
ti ho sognato con l'idea
che tu entrassi come sempre
nella stanza accanto.
non ho scorto
le pupille dell'addio!
Fumo grigio mio...
anima rapita
ventre di fiume
che corre felino e
ora s'appiattisce
quando un cuore
lo sorvola da vicino!
- a"Fumo"gatto scomparso -

Il bacio
per me
hai rubato
spighe
mature
inondate
di papaveri
caduti
da una
goccia
di cielo
che ora
assaggia
la porpora
dell'alba.

Donne della ex Jugoslavia
coraggiose e degne
di mimose, voi
luminose vi inoltrate
su viali cipressini
per custodire macerie...
che avete coperto fra
corbezzolo, ulivi e rosmarino

in passato, tristi i presagi...
ora oltre la pace
c'è una bianca strada
che vi aspetta.

Ogni estiva
mia migrazione
oltrepassa
l'arduo confine;
una lunga linea antica
che mi attende e trasporta
la striscia di respiri,
li sento umilmente scivolare
sulle folte preghiere
dove appoggio le ali
per incontrare i visi e
ammiro sulla fronte
le onde del diamante
che vi circonda,
ascolto musica, parole
uscire dal petto e tra le vene
dell'amata lingua che
veste a festa i vostri giorni
e dibatte generosamente
protettiva.
(dedicata in particolare a Nena)

Rondini...
piumaggi innocenti
nel riverbero
di raggi radenti
sfiorano il monastero
e piccoli nidi
insinuati d'attesa
torreggianti
sulle guglie.
Snelle ali d'amore
allungano attratte
un ventaglio di cielo
che batte
sonoro nelle ascese
assordanti
planano sull'accoglienza
della porta marina
con acrobazie di sguardi
che assomigliano al vento
sull'orizzonte d'isola -Brac-
cresciuta in estati sospese
fra sagome e atmosfere
di cime marmoree
brillanti
tessute nei voli puri
spumeggianti
per serbare memorie
di ricordi Croati.

conchiglia
qui tra le mani ti osservo
concrezione estetica,
intelletto di un dio
e trattengo
la forma chiusa dell'oceano
che sgorga...
Dal fondo della scala
a chiocciola
un tempo, custodivi
e avvolgevi nella nicchia
con l'ornamento
del ricamo traforato
fondevi
nello stretto cunicolo del regno
le tue perle.
Ora per te
si è fatta notte
hai
un piccolo spazio
vegliato dalle stelle e
l'umida apertura
del tuo cuore
è giunta fino a me...

Cellulari
cellule di parole
che inseguono
spazi giganteschi
evadono
dalla custodia
delle labbra
carpiscono risvegli e
sbirciano velocemente
tra missive estreme
d'armonie gentili
con assurde meditazioni.

Celluloide

ormai testimone
d'estenuanti celle
sbarre dischiuse
tenere finzioni.

estate
campi nell'estasi
di eccitanti
girasoli
figli diversi
degli astri
colate
lucenti
dell'estate
di
torridi
universi
trapuntati
da bottoni
d'oro
vestiti
che scintillano
d'ocra
fatalmente
catturati
sgomenti,
dal Solleone...

utopia
l'estremità
ovale
dell'ago
che accoglie
il filo
dell'amore
potrebbe
cucire
il Mondo.

Solstizio d'Estate
"Medicina"
mia eterna araldica
Cittadina...
strumento armonico e salutare
del -Barbarossa-
sei il grande piano
del patrimonio suo che avanza,
risuoni agile, vivace
con ampia sequenza
di Solstizi Estivi!
Tu mescoli
in questa notte merlettata
un connubio di bagliori
per accendere con pregio
riti reconditi
che esaltano
il fuoco delle messi...

ora nobilmente
riversi tributi
di nuove
prosperità ospitanti
protette
sotto il sottile campanile
che emana alacremente
sorrisi e bisbigli
disseminati
oltre la piazza dove
lungo avvolgenti corridoi
dei porticati
si aggregano cullati
tra le braccia
di questa notte stellata...

Preghiera semplice
Ti vedo nonna...  ieri
coi zoccoli di legno
mentre i raggi spezzavano
il sudore dalla fronte...
 
tu dolce e forte
soffiavi come il vento
sul mio fresco sentiero.
Alma è il tuo nome
come la palma d'oro
                          potevo definirti
sul cuore molleggiavi e io
ascoltavo sussurrare le tue fronde
che colme di carità e nelle ombre
                                            si aprivano
alla miseria desolata, ma
con umiltà mi destinasti
tutto il grano dell'amore.
 
Nello spazio accanto
alla tremula fiammella
come posso ora
sotto la verde coltre
                         non ricordarti?
Dove ancora
pronunciare sento
piccolo il mio nome!
 
Scusa se per te
non ho mai pregato
ero distratta da un rumore
                                  di vita...

Io donna
Fenomeno di sciame d'api
con ondulazione ferita
da grida dell'interiorità rapita.

Il capo mai chinato
nel gesto equilibrato con
agile passo di gazzella bilanciato.

Livello il centro
della strada mia, riversando
il balsamico olio della poesia.

Aromaterapia
Soavità penetranti
di gelsomini e tigli
aperti
all'aroma delle stelle
imprimono nelle narici
essenze di radici
per riconoscere
l'impetuosa memoria
della terra.

Violenze inebrianti
d'aria, d'albero,
di foglia
come possente mano
sulla soglia
di una carezza
il fiume segreto di
freschezza nel
fermento profumato
che nei calici scivola
con ampi steli
della luna,
sottile fragranza che
germoglia
lungo i viali del giorno e
della notte!

ode al tortellino
... si narra sia di Venere
il cordone ombelicale
che sempre scorre
navigando
nel liquido amniotico
del brodo di cappone...
per sorprendere i palati
piacevolmente con passione!

Tortellinomania
della Pianura Padana
emblema carnale
dedicato (ai vecchi tempi)
quando entrava con "sorpresa"
nella gola del Natale e
dedicato anche
alla Regina Sfoglina
baciata in arte
dal Dio Mattarello
che crea
un piatto tondo
col fardello, generato
da una Madre Sfoglia
manipolata con forza
dalla tradizione
per imprimerla ancora
sulla generazione.
(scritta per "la sagra del tortellino")

Nota d'Organo
Diamante
esilarante
vibrante
toccante
pregante
piangente
ascendente
sublime
incline
alle trine
alle acque marine
alle chiavi divine!  

viene dal mare...
anelli di scirocco
premono sulle piramidi
della risacca
portano aromi di spiagge
che riposano lontano,
s'inoltrano
in cumuli ribelli
tra le frange e i capelli
scompigliando il sole

giungono accelerando e
destreggiano
fra i labirinti del paese,
con tenacia
aprono finestre di ricordi,
qui hanno trascinato
l'ultima onda
che resta nella goccia
di un rimpianto salato...  

senza titolo
perdersi coi pedali
tra sentieri
di grano

in equilibrio

trasportati dalla sicurezza

di restare in sella
anche contro
la forza di gravità.  

Verde
Respiro...
la curva dei rami
dalla finestra
spalancata sui cortili
e sulle piazze
con le risate pazze
nei giochi di fanciulli
che giostrano
su cavalli bianchi

giungono
da albe lontane
con l'energia dell'acqua
della terra, del fuoco,
in uno spicchio di zolla
imprigionano quel tempo
per adagiarvi
l'albero della vita
con il ramo più alto...  

Le tue tasche
il mio piccolo egoismo
ti pretende...

ha deciso di osservare in fondo
alle tue tasche
specialmente nel taschino
che quasi al centro sta
e confina con il
fuoco battente

nella confusione
delle piccole cose
ha intravisto
alcuni baci passati
in un angolo
dimenticati

al disordine, vanno aggiunti
strappi da ricucire
stanno perdendo... tenerezza e
impigliati alla stoffa sdrucita
restano solamente
fili d'anima nel buio...  

a Rosy
neppure il dolce fresco
del gelato
placa l'arsura
della tua tristezza
il deserto che ti prende
inghiotte
il bisogno di salvezza,
risorse di rinnovamento
da tempo inaridite
sopite o separate
dalla fuga... dal momento...

rassodare campi incolti
è il sogno dei conflitti
con la terra secca...

(bisogno d'acqua ... cheta).  

Il treno nel vento
Procede a tratti
il nastro del treno,
dei freni odo lo stridore...
s'incrociano a filo di spade
strisce ferrate
e ad ogni arresto
divergono
vie dissestate
con un passaggio che incolla
le giornate,
dal finestrino barcolla
il volto statico del vento
s'appoggia sulle fronde
e sull'amore a scorrimento
poi s'alza in prospettiva
verso... l'orientamento...  

Poesia...
il silenzio mi accoglie
e mi culla

nell'alone distratto
del suo cespuglio

per ogni invisibile pensiero
la sete mi prende

e bevo tacitamente
i trepidi suoni...

da un battito impulsivo
nasce l'udito

come una febbre
latente

che giunge e si estende
profondamente...  

L'universo
Si aprono porte
sul cielo scuro
col favore del buio
col favore della luna
si scorgono
carri di stelle
trainati da cavalli del sole
ingressi misteriosi
degli dei
che osservano il nulla

l'infinitesimale...

gli uomini sempre
alzeranno le ciglia
per guardarne i segni
per contrastare
come delicati martelli
fluttuano
sulle vie di contatto
tra mosaici evanescenti
desiderando ancora
l'abbraccio degli angeli...  

Mattinata...
d'acceso recintata
l'indaco infrange
occhi cristallini
sui meli fosforescenti
dalle braccia colme,
nello spazio d'altane
indifeso
il pettirosso scruta
libertà di filigrane
con gocce di primule create
cadute nel desiderio
delle infiorescenze ridestate,
frullano
ai rintocchi di campane
ali di note lontane
corrono sulle corde
di violini in delirio
sognati tra il cuscino
per rivivere
un nuovo mattino...  

Bandiere
Toni caldi
d'improvvisa intensità
nel misterioso istinto
che rinnalza
fiamme esposte
sulle finestre del mondo
che cambiano col vento
apparenze di verità...

in cima
all'albero maestro
gli occhi ricevono
segni distintivi della forma
ispirazioni di gloria
nei drappi e nei colori
ritagliati dai dolori
della storia.  

senza titolo
il nero gabbiano
ingombro di greggio
fu raccolto
come se oscurasse
lo spazio, la distesa
come se coprisse
il raggio nel turchino,
fu districato
tra selvaggio veleno...

i Volontari bianchi
vivono
sopra lo stupore
sfiorano la vita
aprendo intrecci
delle piume,
navigano
sulla speranza
condotti dal timone
della saggezza
tutto...
per l'Umanità.  

Cammino dell'io
Occorre alimentare il fuoco
nel cammino e
aggiungere un nuovo ceppo
quando l'altro si consuma
per non soffocare quell'onda
di lingua che sale
e rincorre il fumo a filo
lungo la strettoia
che porta in alto
verso il calore della voce...  

Clandestini...
bolle evanescenti
di mani arrese
passeggeri sfuggenti
dalle origini invisibili,
movimenti segreti
impressi
nell'incognito mare
che veste quelli...
quelli che per un biglietto
perdono e
troncano radici
di fiori appesantiti
dalla pioggia
nei giorni
e nelle notti
deserte
senza meta,
incatenati anelli
del pianeta
con ingressi liberi
nell'anima
alla ricerca
della terra promessa,
colombe indistinguibili
che volano
sulle palafitte dei sogni...  

Labirinto di Sicilia
Strade lastricate
che intrecciano colline
di fichi d'india
forti emergono
ingigantiti dal tempo.
Il mare ama e scolpisce
le tue coste
ancora sussurra le gesta
di dominazioni
d'oriente e d'occidente.

Sicilia sei vulcano remoto
con lapilli ti racconti
vivi la tua energia nelle genti
che vibrano di te
delle tue radici e
nel fascino
ti cantano i colori.

Lungo il silenzio
senti voci lontane
attraversare le tue tracce
dettano alle generazioni
lacrime di storia
per riportarle sempre
alla memoria...   

Ode alla margherita
Uno sguardo
e intravedi in quella chiarezza
un colore a specchio
spicchio fulgente
sprazzo d'oceano
candido
che molleggia
sull'immensità della terra
appena accennata
moltiplica i respiri
timidamente erge
un lume celestiale
coi riflessi tende
i battiti del sole.

Nel capriccio del vento
canta la nenia sospesa
delle sue canzoni
memorie
di pallide illusioni
scomparse fra le dita
caduchi sogni di margherita!
Che lungo i prati del tempo
fondono iridati
nella vastità
di un re immacolato
che riconcilia l'inverno
con la primavera.  

Rosso di maggio
a maggio
lungo la muraglia
conserte le braccia
sul divenire,
ci fa elemosina
il fuoco rampicante
delle rose,
in questo freddo
giardino della Terra
si specchiano
per riconoscersi,
sbucciano petali;
sacrifici disumani
di contorte ali
cadute nei Santuari
della pace,
annaspano
cercando ossigeno
nel rosso del silenzio
che con assenza di corolla
testimone... scorre.  

Simbiosi
La poesia
in un rapimento sensuale
mi verrà a cercare

nella galleria del suo vento vitale
porterà l'anima mia
e scioglierà la sua voce

con il soffio d'aliseo
fra collezioni di nuvole
con lei volerò e
oltre la cordigliera
le nostre ali tingeranno il sole

per lei
sarò nostalgia
cercherò le ombre sulla scia
nei saliscendi della fantasia.  

Ironia di un intruso
Una piccola luce
ha deciso di sostare
sul mio naso,
vuole farsi guardare
forse ammirare
(certo non da me)
ha un non so che...
come un mistero celato
che vuole scoprirsi
con timidezza
trasformandosi
in un carattere deciso.
Insinuato nei pori
vi trae godimento,
si nutre fino a saziarsi
per poi esplodere
con tutto il suo rossore
si esibisce
scegliendosi il colore
che piano piano
si confonde sulla pelle
lasciando...
la solita cicatrice.   

Favole al telefono...
lungo collegamenti
inesistenti
ci sono favole
che non si ripeteranno più.

Le ho raccolte
assimilate
poi le ho accartocciate
come carta scribacchiata
pasticciata
con errori da correggere
e cancellare.  

Vuoti
Nella nebbia scura, io
e l'orgoglio
schiacciato come sasso,
ho gettato
sulle tue rovine
la verità
da spendere o giocare
col tuo EGO
come facce di un cubo.

Non sono nata
per progetti solitari,
abito sensazioni e percezioni
con favole di fumo
che spezzano il sorriso
e mi trasportano incerta
nella notte...
Ora insisto a vivere e dormire,
per te spengo i miei vuoti (da colmare).   

Il bus in città...
tra l'ingorgo è vettura;
-portapersonetristi-
che hanno sguardi
lasciati cadere
nel vuoto distacco,
si sgretolano i pensieri
come cristalli di ghiaccio.
Sospettoso, l'amore
sa nascondersi
sostando
nel parcheggio della noia
mentre i sogni
sono poca cosa
rannicchiati fra i colori
del semaforo
arrancano e sfumano
nell'intreccio spesso
della grigia cortina
che pesantemente
li trascina
col suo bagaglio
fino all'ultima fermata...

Echi di Natale
odo nel silenzio del gelido vento
armonie in movimento

sono sfere celesti universali
con lamenti di popoli

che disperdono onde vibranti
all'interno di note scavate e scolpite

come statue d'Umanità
dal tempo corrose...

stimoli sonori
in azione da sempre

emessi dalla voce
di un'ENTITA'... di PACE.
(auguri agli autori del sito)    

Riparo
il cielo scarica
le sue insoddisfazioni
e io mi salvo
sotto il consueto
albero del cuore,
quello con le foglie
immense
che tempo fa
mi ha accolto
con un'anima felina
che anelava a un vero
contatto.
Ora lo ritrovo qui
questo mio gatto
sempre più strusciante
e mi lascia addosso
la magìa di morbide carezze...
- Ispirata da "Pops Piove" di Michele Vaccaro -      

Astro...(a Daniele)
sei un rosso travolgente

e appassionato conduci foriero
sulle vie dell'esistenza
mentre campi di giorni grigi
colori d'intenso

sulla volta penetrante

sei calore colmo di sguardi
che aprono l'infinito
e riflettono bagliori di speranza
nell'azzurro del domani.     

Trasloco
Parte della fragilità
svanisce
accartocciata nella voragine
di scatoloni senza fondo,
recupero
masse inquietanti di vissuti
rifiuti smessi
privi di valore
oggetti da dimenticare
quadri
suppellettili e
cocci rotti
da recuperare...
Bianche pareti vuote
incorniciate dalle ombre
con specchi opachi
che vanno ripuliti
perchè riflettano
una nuova vita...  

Avvento
la coda astrale
vestita di sole
desterà la notte
ora attende l'irta corona

il cerchio di vita
cieco volerà
sul fiato del vento
con lacrime d'oro

per lustrare la Terra
come un fiume antico
che cancella
la pena oscura...   

Preghiera per un padre
Oh Padre dissolto
tu che raccogli
i padri nell'eternità
dimmi
su quale nuvola
hai posato il mio?

L'ho conosciuto
come l'estraneo dell'infanzia
il suo viso tempestoso
di rado sorrideva.

Con lo scettro
i miei pensieri imprigionava
portando in alto
la bandiera della notte.
Pensavo che avremmo diviso
la luce dalle ombre
ma mi teneva sconfitta.

Un solo bacio
avrebbe perdonato le sue colpe...
Se ora mi baciasse oltre la morte
lo sentirei rinascere con me.      

Senza titolo
vi furono
nella mia infanzia...
scarpe consumate nei cortili,
esplorazioni di rovi in compagnia
fra nettare di more,
sulle rotaie d'agosto
il treno fremeva e
scioglieva
al torrido della ferrovia
la mia selvaggia corsa
nel pozzo di lune fragili

con polvere di grano
rotolavo sul corpo
della zolla trafitta
immenso limite sgretolato
nel fossato da oltrepassare
per donarmi all'altra sponda

sui visi di parenti
radicavano alberi
proteggevano nell'ombra
orgoglio e sudore
lungo il terreno della loro storia,
tra l'erba falciata dall'arsura
a quel mondo stremato guardavo
sempre ascoltavo
suoni di miseria...

Il tuffo
Mi sono tuffata
un giorno
dove si sgretola
l'acqua mossa
del genere umano,
annaspavo all'inizio
faticavo a galleggiare.

Fra inutili sforzi
per riaffiorare
inavvertitamente
ho cominciato a...
bere
bere
bere.

Per salvarmi cercavo appigli:
un'isola verde tra le acque,
l'affanno dovevo placare...
oggi
in alto ancora si tendono
ostinate le mie mani,
anche con gli occhi
cerco di afferrare...
(miraggi?)

Lacrima Africana
Eccolo
il solito altare
allestito dal pasto
con frammenti di pane
gettati agli sprechi,
ogni mollica è una lacrima
aggrappata
ai miseri occhi
dell'infanzia Africana,
un lembo
d'ombra inquietante
riflessa nell'ultimo sorso
dentro la coppa dell'egoismo.
Lungo la gota
una stilla salata
filtra la colpa
che stringe la gola...
- Ispirata da "Lacrima di bimbo africano" di Silvano Notari -

Trasgressione
è passione, ribellione
uno spazio di libertà conquistata
personalità realizzata
anima appagata
aria pura ossigenata
(nello smog delle regole)
è ritornare nel verde e saltare un fossato
vivere un sogno mai realizzato
agire intensamente
(nonostante il giudizio della gente).

senza titolo
non trascinarmi
nel baratro con te
voglio vivere
ancora una storia:
vorrei cadere nell'aria
con gli uccelli
battere le ali intensamente
per salvarmi
guardare al sole dell'estate
come al paradiso.

I tuoi pensieri
fra le mie mani
sono lacrime che pungono
gli sguardi
li getto via nel vento
verso l'orizzonte
come frecce che scorrono
nel vuoto del tempo..
voglio trattenere solo l'onda del battito
per dimenticare il tuo silenzio.

Vulcano
La sofferenza è lava
che acre ribolle,
cede il cratere
quell'agonia
dentro gli abissi
della materia.

Lungo il cammino
nel triste destino
brucia ogni sostanza
di un'agognata speranza,
lasciando cicatrici
sulla roccia fredda.

Nostalgia
Voglio sentirlo adesso.. qui
                                     fra la spuma
questo creato profumato
dentro un pensiero
consumato
che mi sussurra
onde di sole e di conchiglie.

Vorrei potesse destinarmi
tutti i doni dell'estate
accolti sulla sua battigia e
                                      trattenuti
dal gioco d'amore
nel fluire della sabbia
che infuocava le mie dita.

Ora è nelle pieghe del silenzio
dove cadendo
ha lasciato il manto
della sua grande trasparenza.

Voglio ascoltarlo ancora..
                                      qui
come corolla palpitante
racchiusa.. nel ricordo.

Qualcuno..
al mondo
qualcuno esiste
che nel profondo mistero
respirando
si muove silenzioso
per regalare compagnia..

Nella mia stessa lingua
occhieggiando
mi parli e mi conforti.
Io di te ciò che mi giunge serbo,
forse tutto il meglio degli dèi?

Altri ti hanno accarezzato
prima di me.. che ora ti accarezzo
e poi ancora ti accarezzeranno...
ma sempre nell'orgoglio sarai te stesso.

Tu dignitoso a me ti sei donato
ed io tra tutti i gatti ti ho lodato
perchè mi hai scelta regina
delle tue malìe...
con un tatto delicato
mi hai toccato il cuore.

Gatto gitano
Dai gradini della luna
sei ritornato.. tu
oh mio zingaro !
Sempre più bramoso
di carezze..
per lenire
il mio cuore sofferente
sotto la coltre vellutata
dei tuoi occhi..
- ispirazione dalla poesia di Francesca Bergonzini " Gatto" -

Essenza poetica
Accade..
nel silenzio fantasma
della stanza,
sospesa nell'aria
bussa al mio cuore
apre ferite.

La osservo.. e
capto:

la parte migliore di me,
la parte
migliore di me,
la parte migliore
di me;
si scioglie sul foglio...

Autunno
Il braccio dell'autunno
appende al cielo
le vele dell'estate,
mentre gonfie le nuvole
s'apprestano
a soffocare il sole
e accompagnano
verso terre e mari
ebbre di richiami
stordite migrazioni,
punti neri tremolanti
in balìa del silenzio
nell'equilibrio
del crepuscolo.

Ma c'è
chi
appostato
con un boato di tuono
ne deciderà la sorte..
Egli
mai sarà lo scoglio
che arginerà il mare della morte,
confonde il rapimento
rubando cadaveri.. d'ali
ancora palpitanti,
cadono
fra inutili .. tonfi
nell'abbandono
sono squarci di piume brune
destinate al vuoto.. distillate
come lacrime
nel vento.. dell'autunno...

Ossessione..
oscura lama d'invasore
che t'insinui
fra i cunicoli della coscienza
anche dissanguando un cuore.

All'esterno tutto sembra
integro, perfetto
poi nel tempo lo annegherai
nella follia scarlatta...

Il gatto è...
come un disegno sottile nell'aria,
con squisito languore
la sua lingua rosata
allinea e ordina
i fianchi fulvi
come aghi di seta,
formando linee delicate
di striature dorate.

Sul capo
vele in movimento
s'innalzano attente
captando orme di passi
amorevoli...
Ha occhi mutevoli, di giada
con la regalità di fasi
delle danze lunari...
sono sguardi che
parlano insistenti,
stando acciambellati sulla vita.

Fra cuscinetti felpati
alberga attorno ai sensi,con grazia,
gli si addice la vigilanza ribelle
che poi, nella persuasione del sonno finirà.

Si trasformerà in elegante carezza
col desiderio d'avventura...
quatto, quatto s'infilerà
tra le pieghe del giornale e
osserverà il mondo,sapendo che
prima o poi il mondo
da lui verrà...

Acqua termale
Da ferita roccia scaturisce
scalpitante d'energia,
per diffondersi
intrisa di ricchezza.
E' come un ritorno
all'era antica dell'acquario,
sull'Olimpo
il vaso di Giove colmerà
nel suo rinnovato fluttuare
con tocchi di ninfee
e occulte forze di pressioni,
avvolgerà nei sensi le membra
nell'estasi di verdi speranze
e calde sensazioni di abbandono.
Vapori evanescenti del benessere
sprigioneranno paradisi
di libertà dello spirito
e solleveranno aromi
dai ricordi incancellabili.
C'è tutto un creato da sublimare
in questo bene...solidale...comune.

Danza della mente
Musica....ballerina
per inseguire in bilico...le note,
nei rimpianti di bambina...
Il tutù leggero è
un souvenir nell'aria...che mima
il sogno ingenuo
con equilibri di magìa...
per l'accesso...alla felicità.
(da foto ricordo)

Il mostro
Senza umiltà e saggezza
privo di decoro
è l'artiglio ufficiale della guerra.
Potenza di un mostro
che lascia intorno a sè
l'angoscia e la miseria.

Vorrei che fosse ipnotizzato
dal dolore che emana,
perchè possa immergersi
nel letargo più profondo
e rientrare così nella sua
corazza storica...

Per quanto tempo
gli artigli affonderanno
nei figli irrigiditi?
Mentre madri
dai cuori profanati
e coi visi scavati,
hanno ancora
occhi bendati di lacrime
strette..
nei fazzoletti neri.

Perseo (stelle cadenti)
Una costellazione
mimetizza la pioggia
di versate lacrime
che luminose
graffiano la notte...

Affollano lo spazio
e vagano
per crollare sulla terra
inondando
gli ultimi desideri...

Dedicata a chi sa amare
Un tempo nella gioia
prendevi a piccole mani quelle vite
e le adagiavi su candidi lettini
di fiori rosa e azzurri....

Oggi una vita ti è sfuggita
ha avuto il risvolto nero del dolore.
Il tuo amore
che nella madre terra si è assopito,
avrà un risveglio
e ti accompagnerà come una cometa
che eternamente si diffonderà
su di un nuovo pianeta....

Mal di Sardegna
Ho vissuto la mia poesia
nella macchia selvaggia
che al vento si spargeva odorosa.

La mia poesia
ho percorso e rincorso
nelle ombre di verdi pinete
e secolari eucalipto
sfumati sulle creste rosa
degli oleandri.

Era la mia poesia inebriata
da profumi privilegiati
che strisciavano lungo arsi sentieri
del sottobosco.

Nella mia poesia
ero salsedine adagiata
su distese di spiaggia immacolata
baciata dal cristallo
dove s'immerge l'universo...

Riflessi
Sono entrata
nell'abito da sera
di seta nera,
sui fianchi preme e
la mia abbronzata pelle freme
nell'onda vellutata del tessuto
corre lo sguardo dello specchio
da occhi riflessi sostenuto
che ermetici spiano e mi accompagnano
nel profumo leggero di Narciso...
alternando l'umore
con l'amore dell'io...

Girasoli
Le mie idee sbocciano
insieme a rustici girasoli
nei campi dorati
che coi loro colori
il paesaggio disegnano di sogni incantati.
Capolini d'infiorescenza somiglianti
emanando lamelle di luci impazzite
gli impollinatori seducono.

Nel bacio del sole
quei toni sanguigni degli ellittici dischi
vibrando infuocati
con calde sfumature accese,
trascinano fervidi desideri...
dentro pensieri dagli umori assolati,
trasportandomi
nella nuova era dell'estate...

Ghiaccio
Fontane in stillicidio
brillanti
trasformate come stalattiti
di cristalli congelanti,
diffondono il silenzio.

Nel deserto circostante
il ghiaccio ha aperto
fredde fenditure di un cuore,
crepacci profondi
senza tempo...

La voglia del dire
Le folte parole
che non ho scritto
tortuosi percorsi
tra i visceri han da fare,
un sussultare alla grigia materia
prima del dire...

Le folte parole
hanno lunghi discorsi
imprigionati nel fondo
di vecchie bottiglie
disperse negli oceani tempestosi
mai esplorati...

Ritratto di potere
"Il Signore del mondo"
ha l'attitudine
di celare nella scatola chiusa
della sua coscienza
ignobili poteri.

La freccia del troppo egoismo
continuamente lo trafigge,
ha da sempre un passatempo;
costruisce giochi di guerra.

Nel suo pianeta
talvolta rifluisce
ruotando veloce
per nascondervi
i volti di storie,
dalle tristi memorie...

Lo eccita la popolarità
che esercita col plagio,
porgendo sorrisi
e dotte parole.

Possiede anche la priorità
della durezza
perché in fondo
vagamente percepisce
la propria insicurezza....

Sonno profondo
Palpebre adagiate
di cellule morte

-----formano-----

la trama della sofferenza.

Quella alterazione
della coscienza
priva di emozioni e memorie
protese o sospese nel vuoto...
del lungo sostare...forse...
l'anima incatena
una vita nella morte,
un tessuto nervoso...sostiene.

L'approccio della mano..(stimolante)
Il suono di labbra, nel dolore...(serrate)

Rimane la conquista...
per un contatto...per un risveglio...

Dedicata al primo maggio
Tam... tam...
di canti delle Mondine.
In piedi il padrone
con in mano un bastone,
osservava nella calura
file di teste chine
come soldati allineati,
nel fango putrido della malaria
tra il groviglio d'erbe e zanzare.
Al ginocchio le calze,
tese alate ombreggiavano
il sole cocente.
Ossa spezzate
lancinante il dolore.

Tam... tam...
della terra
al sangue misto del limo.
Scende nella memoria
quel duro lavoro.
Nelle lotte costrette
ad invocare il domani
per riscattare la libertà.

Tam... tam ...
di grida nelle oasi
e nei venti profumati
sui corpi stremati
fra argini di muschio
e garofani rossi.

Madre Teresa
Il gioiello dell’India
Fu una gracile Signora
Da bianchi fiori ammantata.
Come matita nelle mani del Divino
Si è trasformata.
Scelse la povertà
Nelle sue Fondazioni mondiali
Al servizio dell’amore
Per portare la ricchezza
Del suo candore.
Sentieri di fede tracciava
Alle vittime di fame e miseria
Nell’eroismo di una serena carità.
Donna: Nobel di Pace
Un albero con possenti radici.
Donna paziente, di libertà e giustizia.
Fragranza d’Anima diffusa
Nella trasparente coscienza.
,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,

Se fede dovrà esservi
Lei sempre sarà l’esempio
Da inseguire nel mio Tempio….

Senza titolo
L’equilibrista sa
Che deve bilanciare il peso
Misurato ai passi
Per arrivare…

L’ispirazione
Sull’asse armonico
Suggerisce: equità
Ostinazione.

Col contrappeso è
Un vibrante ponderare
Difficoltà, contrasto
Situazione.

L'aquilone
Un cuore cromatico
Si espande nel blu
Agganciando
Ad un filo la terra.
Si apre in corrente
Con infinite giravolte.

Assaporando il gioco
Sguardi incantati
Ne ammirano l'essenza
Di tocchi vellutati
Come invisibili carezze…

Ti sento
(a Elisa)

Quando ancora la luna
Disegna una flebile traccia
Nel cielo
E incalza il brusìo
Di un cinguettìo.

Ti sento

Ritornare alle luci del
Mattino.
Ti attardi come un felpato
Felino, soddisfatto
Della sua scorribanda
Nel dedalo di una foresta
Notturna.

E sento – che speri – al rientro
                       Di trovare
Un calore, una carezza
Per colmare il tuo cassetto
Vuoto d’amore…

Giallo
Aiuole, verzieri agghindati
Nei gialli giacigli
Dell’illuminescenza.
Quel gioco di scintille dorate
Nel verde
Si sveste pian piano dell’inverno
Indossando una cerimoniale marsina
Nel vestito del sole.
Per annunciare con raffinatezza
Il nuovo germoglio.

L'abbandono
-Nel lontano ricordo
Di un povero babbo
Accecato .
Oggi miseramente
Perdonato.-

Sulla scogliera
Nel plumbeo mattino
Mi condusse,
Con un tenero innocente.
Dove tra sordidi fantasmi
Nel lungo guaire lo lasciammo.

Al ritorno
Nervosa, la sua mano
Fu insinuante nella mia
Che sfuggente e serrata
Tratteneva, ferite inferte
Dall'opprimente eco
Di un gemito candido…

Risveglio
Primavera…è librarsi
Nel guizzo di aquiloni
Coi raggi di sole
Nelle mie emozioni.

È un tepore accoccolato
Sull'erba del prato
Dove supina
Affondo le mani.

Nei fremiti di Zefiro, sento
Carezze appassionate
E baci
Di piume soffiate, rinnovate.

Spalanco il cuore
A vaganti profumi
Che frenetici s'incontrano
E si dissolvono
Nei vagiti dei fiori.

Primavera…
Delle giovani Grazie
Un fermento d'amore
Che tutto dona
Senza nulla chiedere.

Ambra
(dedicata alle donne)

Un'eredità dalla natura
Donata
Di terra cristallizzata.
È ambra nella trasparenza
Imprigionato ha, l'essenza
Della vita,sui millenari strati
Giallo miele colati
Con resine pressate e
Incatenate radici
Di un rosso granato
Nel sangue versato entro
Una fascia fossilizzata.
È gemma.. mutabile
In apparenza -frantumabile-

Il principio era il suono
Forze cosmiche eravamo noi due

Ai primordi.

Udivamo vibrazioni e suoni.

Come ali nel vento
Stabilivamo un contatto
Per divenire il tutt'uno

Nei sospiri.

ORA

Le assenze…

Nenie inondate di silenzi
Con note embrionali d'altri tempi.
Due spiriti persi DIVERGENTI.

Metamorfosi
Bere la vita
Come fosse acqua.
Nutrirsi di sapere infinito.
Esperienze forgianti
Tengono il passo
Incanalate nella via lattea.

Espressioni nuove

All’orizzonte della materia
Impalpabili lungo il cammino.
Trasformazioni dell’essere
Nel tempo evanescente
Del destino.

Squarci profondi
Uragani
Che avvolgono…

Volo D’io
Dall’aereo ali infuocate
                            Migrate

Volano tra cirri
                  Ovattati

Sognando madre terra
                            Immacolata

L’indaco riflette abbaglianti
                                    Universi

Bambagie di pensieri
                         Travolgono

Il silenzio di un Dio che
                            Ironico osserva…

Linfa
E' centellinare passione
Scorre nelle vene
Mi appartiene
Non logora
Raggiungerà certezze.
Fede-ideale
Ragioni
Per incorporare nuova forza.
Rapida stilla che enfatizza
Traboccando; l'idea dell'anima
Nel tempestoso cielo
Che contrasta l'io.
E' tesa fune del pensiero
Mai si spezzerà.

Il trono
Ho usurpato
La scrivania.
Il sogno
Mi ha preso
E tu, arreso
In disparte;
-Re senza corona
Che emette sentenze-
Per una volta
Mi hai ceduto
Il trono.

Rosa e azzurro
Le statuine segnatempo
Ai tempi miei
Funzionavano davvero!
Imprigionavano l’umidità
Si trasformavano
Dal rosa, all’azzurro del cielo.
Io bimba estasiata
Per ore guardavo quella magia
Inaspettata.
Oggi sono fredde e statiche
Hanno perduto l’incanto nei
Colori.
Segnano solo il tempo dei
Dolori.

C'è una bambola
Sta sempre là
Sul divano.
E' un dolce richiamo
A zolle
Della verde mia età.

Ha raccolto sogni e segreti
Solitudini di un mondo incompreso
Dove nessuno mai
Mi ha difeso
Nelle difficoltà.

Oh bambola, se tu potessi parlare
Per dipanare questa lunga matassa
La vita passa,
Ma il mio pianto
E' rimasto lontano..

Altruismo
Ho un amico
Generoso,
Regala parole
Impacchettate
Con carte colorate
Ai sentimenti.

Ad uno, ad uno
Raccolgo quei
Pacchetti,
li tengo in equilibrio
sul cuore e sulla mente.

Maschera
L’espressione di un magico
Rituale
Che si traveste per non
Rivelare.
Una carta macerata
Da fori respiratori
attraversata
Coperto il volto
Sdoppiato, distorto.
Per celare dietro ad un sipario
Il teatro dell’ipocrisia.
Di storie senza glorie
Prive d’espressione
Rivelatrici d’identificazione

Rinascita
Alla fine la coda spunterà
Per ritornare embrioni
Al mondo primordiale
Di oceani potenti
Ed esplosioni di zolfo solforoso.
Perdersi al ritorno nella storia dei tempi.
Vagare a nuova vita sull’arca antica.
Fino a quando il focolare ardente
Danzerà al respiro d’amore.

Bonsai
In ristrettezza si snoda
Come un polipo
Che vuole uscire dalla tana.
Nella prigione dell’esigua terra
Sono piedi mozzati fuori sintonia.
Povero nano.
Pur destando l’ottava meraviglia
Una goccia sulla guancia
Il cuore scompiglia!

Bisbigli in corso
Sono ricchezze condivise
Introdotte in uno scrigno
Parole bisbigliate
Avvolgenti
Per giornate ricorrenti .
Abitudini trasformate
Poetizzano coscienti.
Frutto di un percorso
Di sinceri sentimenti.  

Posizioni
volavo quel giorno
per avere generato
Te, che sei donna!
Guardo oggi
un abbaglio confuso,
io sono ghiaia che precorre
la fine del sentiero e
Tu, contraddizione.
Siamo ritagliati opposti
nella materia della tradizione,
che scavano solchi...
Lottatrici dure, armate
di pensieri
nei vuoti a perdere
con apatìe dell'iride
per nascondere
lance acuminate
che trafiggono ferite
mai rimarginate...           

Il tempo
il giorno da sempre
è seduto sull'ombra
della notte
e intesse paziente
la trama del susseguire

implacabile il tempo

vive nella gabbia dell'uomo
all'interno vola
con ali di corvo e
mentre consuma lo spazio
ne ascolta l'angoscia.         

Monologo
esci con me
dimmi di te
bevi un caffè
parliamo un po'
mi ami o no
la vita
ti dà
felicità?
Resta con me
un sogno
finisce
un altro
comincia
rubo la gioia
distruggo
la noia
amo l'amore
distruggo
il dolore,
questo muscolo
palpita ancora
vuole
capire
vuole sentire
vuole scoppiare
fino a volere
farsi un po'
male...
Esci con me
ti parlo
di me
bevo un caffè
e sento
di te..     

La mia casa
Il mio corpo
è la mia casa,
si sviluppa fra ghirlande
e boccioli di rose rosse
senza steli..
muta con la pioggia e il sole
poi nella notte dorme
forzando i sogni.

Quando chiudo
il mondo fuori
le mie finestre
in silenzio sanno stare,
come palpebre riparano e
sfiorano la tristezza
che poca luce
lascia trapelare.

E' un forziere la mia porta
si chiude
al dolce equilibrio
che mi prende,
viaggio nelle intime stanze
entrando
col fruscio di saggezza
nel tesoro della mente.      

Delta del Po
Sulla linea
abitata dal cristallo del sale
avvolta da un livido tramonto,
i miei occhi ubriachi
sul grande corso si dilatano.
E' un doloroso travaglio
di una Natura
che fra la maschera del vento
accoglie nel suo grembo
tutto il naufragio
dell'immensità di una tavola
squilibrata..
dove incessanti si trasformano
umidi lembi con invadenti solitudini
sfiorate dai venti di spirali migratorie.

E' come una vecchia mano.. stanca
che si aggrappa dove s'infrange il mare
e nella verde bufera
del moto finale,
trascina con sè
tutta la malinconica avventura
dei detriti umani...    

Soli
Siamo rimasti soli.. noi
poeti erranti.. nell'angolo dei sogni,
con i nostri strumenti
nell'astuccio dei sentimenti
a disseminare amore
in questo pianeta dell'orrore.

Siamo soli.. noi
con la nostra penna,
è un microfono
poco ascoltato e deriso a volte..
Chi mai saremo noi.. così soli?
                      Forse;
vele alla deriva.. fra le stelle..     

Tu...
Mi colpisti...
Come un rumore di onde
Nel lento gioco sulla rena..
E vivevi i giorni con me
Nel mare dei sorrisi.

Insieme abbiamo raggiunto
Metà del cammino
Costruendo
Con amore il nostro giardino.
Ma il fardello della vita
Ti ha trasformato come
Un sole nero di pineta
Che mai spalanca la sua luce..

Tu
Ogni giorno
Come il vento
Cambi direzione e
Voli lontano
Dalle mie ore capricciose

Solo.. vai...
Con la valigia degli affetti
Verso quel futuro
Che non ha ritorno..
Mentre scivola la pioggia
Sulle tue speranze,
Nel tunnel dell'ignoto
Sei già entrato...    

Ode al frutto della vite...
Sotto il cielo
Nella miniera del grappolo
si estraggono
Granelli di sostanze
Toniche e succose.

Energie
Di un cibo rubato
Alla forza stravagante del tralcio
Che coi pampini s’avvita
Verso l’attrazione del sole.

Poi dalla terra viva ne assimila l’umore..

E’ come un’infiorescenza di magìa
Nello sbocciare di bacche carnose è
Tutto un dolce fermento d’euforia
Nell’anima di Bacco
Per il nettare di trasgressione
Che vuol fluire inebriante
A liberar censure...    

Traffici
Supermercati
Mercatoni
Mercati...
diffusioni di
scambi
acquistati..

Una sfilata di merci animate
che invadono le nostre giornate
con condizioni vantaggiose..
imballate e trasportate
su nastri di fumi brulicanti
trafficati dai bisonti...

Traffici...decollati
di mercanzie spregevoli...
pesanti
e leggere
per riempire le mani sporche
e i tuguri della mente...

Empori
compravendite
rimanenze
di grandi magazzini,
strategie di merci ...avariate
dentro inconsapevoli destini.

Affari
con le orecchie da mercante..
dai lucri soddisfacenti
coi valori dei clienti.

Nei traffici
dei prezzi
pazzi
vi sono merci da comprare
e desideri da soddisfare
per ap-pagare
i bisogni...dell' "ECONOMIA"         

Il male
Fammi entrare
nel freddo delle tue paure
e nelle notti insicure...
Voglio essere con te
per arginare la tempesta...

Fammi entrare
nell'anima sfregiata
nella selva della tua pazzia
voglio sostenere fragili foglie
che si spargono nel male
di questa società...

Fammi entrare....ora
ti farò vivere l'aurora...      

Un mondo d'esteti
"L'importante è apparire"
dice un lavorar di bisturi...
su gommose labbra rosso fragola
sul gelatinoso seno prominente
e il naso, che guarda gli occhi
che non vedono..
Sono anche plasmati i glutei
come sodi meloni
e c'è la frenesia delle liposuzioni.
Un'assoluta priorità
per la competizione dell'aspetto,
con carriera assicurata
nel mondo del lavoro!
Sono scienze mediche
che gonfiano le tasche,
sempre all'avanguardia
del bello e dell'artistico,
verso avvenenze del corpo
specialistico.
Sono valori estetici al primo posto
nella classifica dei midia..
E quelli cosiddetti "normali"
subordinati
hanno atteggiamenti diversi
dai "diversi"
quasi, quasi sono loro gli insicuri
sul valore dei "valori"..
Quindi moralmente cadono nel dubbio..
e pensano che forse gli esteti
con le ricostruzioni
un po' d'armonia daranno
a questo mondo stonato,
un mondo che finge d'essere
ciò che non è...         

Farfalla
Io leggiadra farfalla
nel mio zigzagare continuo,
ho posato
e riposto le ali
sopra un tenero fiore
cullato al vento
da un leggero tormento...
:::::::::::::::::::::::::::::::::
Fra vortici d'essenza
che emanava,
le mie ali variopinte
si sono sospinte...
dissolvendosi
nell'interiorità amara.
:::::::::::::::::::::::::::::::
Ora come crisalide dorata
riprenderò il cammino
per rinascere alla luce
di un nuovo destino....        

Il terreno rassodato
Nel mio quartiere a tratti
nascono mostri di cemento...
sfruttati angoli, compressi nell'asfalto.

C'è anche un angolo
scavato da tempo
pronto per un altro insediamento.

Però oggi spalancando gli occhi
delle mie finestre
sull'incanto di quell'angolo (quadrato)

si è alzato tra il terreno rassodato
un gruppo di alberelli
dalla calura affievoliti

ma speranzosi
di allietare nell'ombra
quelle panchine ancora vuote....       

Stelle
Ho scoperto...
di avere amore e amore dentro
lo tenevo chiuso
nel mio firmamento,
si è trasformato
in gocce piccole di stelle
che pian piano sciamano
attraverso occhi, bocca e cuore
e si sparpagliano verso chi le vuole.
Ho scoperto...
che a regalare un po' di stelle
tutto l'infinito si riceve...    

il grido del mare
l'onda nel turbamento oscilla
e da sempre con il suo fragore...racconta...
l'eterno passato e futuro di verità
trascinato dai marosi...
nello stupore di massacri
lungo la scia di maremoti
e travagliate distruzioni, che hanno rubato
creature incanalate nelle reti,
strappate alle viscere profonde
dentro anomale immondizie delle onde,
come naufraghe furie tempestose
solcano fluttuanti correnti
colgono tutto il dolore
inflitto dalla prole
gettato al potere di Nettuno;
il Re contaminato, che nella sua divinità
si sgretola al limite della risacca
e il macabro oro nero lo colora
con escursioni del progresso
incrostato da maleodoranti esalazioni,
le maree ne disarcionano gli olezzi...alla deriva..
e l'onda nel turbamento oscilla...
poi sempre si sconvolge...sulla riva...   

Passato e presente
Voglio sfiorarti
col pensiero

per essere il sospiro
che ti avvolge

nel brivido caldo
di un passato

che sempre rincorrerà il presente
per trattenerlo

nella realtà e nel sogno
trepidamente.

L'albero condominiale
Strano, era quell'albero
con i rami protesi al contrario,
forse perchè
sempre osservava verso terra...
Egli, guardando eternamente
quello sconforto
segni emanava di cedimento
come se avesse contratto
una precoce malattia d'invecchiamento.
Certo, quell'aria d'inquinamento
a lui non giovava
e neppure le avvizzite foglie rimaste
dignità gli donavano.
Per questo, un giorno qualcuno
tracciò il suo destino...
Fu troncato...(nel contenuto)
venne abbattuto,
cadde...nel cortile,
l'enorme tonfo ci fece trasalire.
Non voleva sbarrarci la strada,
ma chiederci soltanto -se per caso -
avessimo polvere negli occhi
o copiosa nebbia in capo,
per non averlo sottratto alla dura prova
di caduta libera dall'alto...
Solo perchè
lasciare doveva
un posto...all'auto!   

Castelli
Mura rossastre, possenti
di reggie dominate e dominanti,
sono i fortificati manieri
abbarbicati come vedette e
merlate sentinelle,
dove su strapiombi rupestri
all'apice s'innalzano
per vegliare la storia...

Feritoie...di storia
lungo castelli inespugnabili
a baluardo di intricati segreti
e delittuose trame...
Manieri
sempre assediati
da mascherati fantasmi
che nella scia delle tenebre
ancora gemono,
sui loro ruderi di vita....   

Il sogno
Destriero del sogno mio
ritorni ancora,
fra meandri e squarci
di livida luce
avvolto da torrenti di pioggia
alla ricerca dell'amore.

La corsa arresti
mi scorgi,
cavalca un battito
gli occhi sono carboni accesi
di paura...

L'alito mio ormai, poggia
sul crine morbido e leggero,
mi osservi e ancora sfuggi
alla mia preghiera.
Zoccoli scalpitanti
imprimono il mio cuore...
...............................
...........Poi.............

Tutto svanisce
si confonde il sogno.
Chi sei piccolo destriero?

Ritroverò domani
la via....
ricercherò un sospiro gioioso
vedendoti felice
nel libero vagare.
Non più foreste
ma immense pianure
dove ritroverai il sincero amore
a cui tanto agognavi....   

Glicini
Danzano i glicini al soffio d'aprile
ricoprono i muri terrosi e sbrecciati,
grigi mattoni avvolti dal lilla
di perle sgranate
nella verde seta infilate.

Questo chiaro pastello
addolcisce in un sogno
il tepore dell'aria...

In aprile
il debole pianto dei glicini
è un fragile sussurro abbracciato,
si sporge a sostenere la vita
che scivola caduca e sospesa
al profumo del fiore leggero.

Gli opposti
Frontalmente collocato
Il diverso riverso
Si dibatteva divergente.
Ostacolando impedimenti
In quei frammenti
Di pensieri inversi.

Contrariamente l'altro
Tra avversi sentimenti
Schivo restava e
All'angolo contrario
La medaglia rigirava.

Vita       Morte
Gioia     Dolore
Verità    Falsità  

Nel mondo di lana
Una pecora nera
Dal gregge si distingue.
Il bianco gruppo con sospetto
Traccia il confine.

Non esiste logica
Né collaborazione
Per capire le idee
Nell’emarginazione.

Si sente l’eccezione
Di odio e paura
Che crea il colore cupo.

Auguri pecora nera
In bocca al lupo!   

Il prato dipinto
In miscellanea è il bianco
Con lo smeraldo
Nel drappo srotolato
Al viola punteggiato.

Ciocche d’erba molleggiano
Aprendo uno spiraglio
Al chiaro barbàglio
Che improvviso si insinua.

Sono colori spalmati, scompigliati
Dal soffio di un dondolìo leggero.
Filtrati nella tela
Di un pittore.  

Senza titolo
Sciami di parole
Hanno reciso le ali

Alle lucciole

Trasformate
In lanterne…   

Il tuo guscio
Preferisco
(guardandoti attraverso
il luccichio della mia coscienza)
Lasciarti all’aria serena
Ritrovata.
Nel punto di quel terreno fiorito
Di pace assaporata.
Con un batuffolo amato
Che fidato ti offre
Affetto incontrastato.
Mentre passeri
Dall’intonato melodioso
Con mille acrobazie nell’azzurro
Il tuo volo tracciano
Di messaggero…   

L’eco
Guerra per la pace

Pace per la guerra

Morti per la pace
(sempre onorati)

Pace Guerra

Echi di parole
Sulla terra.

Pace, l’eco sordo
Del tempo profanato.

Colomba ferita
Vita sprecata

Senza via d’uscita.    

La Cultura
-Egregia Signora-
Le mani tende
A chi la brama.
A chi è innamorato
Del sapere
E nei suoi occhi si adagia
Per vedere.

Osservarla
Nello strascico infinito
È percepire, straordinari
Simboli e segreti
Ereditati attraverso
Tempi antichi
Espressi, per evolvere
L'umano.

Ha in sé l'emblema
Della conoscenza
Per trasformare
Ed appagare il pensiero
Nell'immagine dell'esistenza.    

Il Poeta
È un fiore
Si offre
Alla mano che lo coglie.

Esplode il suo profumo
Ad inebriare
Lo spirito.

Il Poeta
Ascolta il ritmo
Pulsante della vita.

È un'onda che emerge
Nel grande mare
Dell'amore.   

Le amiche
Negli occhi l'allegria
Del fanciullesco vivere
Sui banchi ad assaporare
Ricchezze.

Poi lacrime asciugate
Fra pianti e sorrisi
Nell'animo, nel cuore
Insieme condivisi.

Sul filo dell'incudine
Sono le due eroine
Forgiate dalla vita.

Lungo il percorso il futuro
Le pretende.
L'orizzonte si apre
Al giardino fiorito
Che le attende.

Eroine saranno nel cammino
Anche se pur divise
Dal destino.  

Oro
Nuvola trasfigura
In lontananza
Un sipario ombroso
Verso salici frondosi.
Sono feriti cuori
Pulsanti
Di un giovane volto
Terreno
Che in oro si trasforma
E non può colare.
Quelle folte chiome
Trasparenti
Amorevolmente nel vento
Carezzate
Maddalene piangenti
Addolorate!   

Azioni d’amore
Poesia…regna sovrana
Con l’animo nobile.
E’ intima amica
Consolatrice.
Accoglie nella passione.
Petali bianchi sfoglia
Nei m’ama non m’ama…

Erge pensieri intricati.
Merletti ricama di sogni velati
Tesse emozioni coi fili di seta.

Mi prostro ai piedi
Di questa Regina
Mentre umilmente
Declamo i suoi beni.   

Il mio gatto
Vedo una composta sfinge
Osservare con fierezza
L'infinito.
Amo quegli occhi
Che accendono il
Buio
Negli anfratti più nascosti
Del mio essere.

Lo chiamo -cacciatore di anime-
Assetato d'amore, questo educatore
Dal bruno manto, che riflette
Il sole.

Sulle tegole
Tra compassi di luna
Trasfigura una danza
Stregata..

Siamo due esseri
In simbiosi,
libertà e indipendenza
una prerogativa.
Ci incateniamo solo
Alla vita
Con curiosa ammirazione.  

Don Chisciotte
Son io il don Chisciotte
Della Mancha

Che combatte e mai
Si stanca.

Vertiginosamente girano i mulini
Schiaffeggia le pale il vento

Mi assiste con vortici
A spirale

Mentre la lancia mia non teme
E avanza il passo
Conflittuale!  

A Lorenzo
Chi sei tu?
Un' entità
Un tramite
Che ha captato l’urlo.
Quale angelo
Ti ha sfiorato?
Eri predestinato
A mietere
Dolore - amore
E disseminarli
Con onde invisibili
Sulle nostre vite  

Tratti di Genova
Riflesso di lanterna
Che attrae
In un grande porto
Di mare.

Salmastra l’aria
Volteggia
Si insinua sulla pelle.
Intensamente respiro
La brezza del mattino.

Le colline ammiro
Come sospese nuvole verdi,
Fan capolino
Ricche ville, cancelli arabescati.

I torrenti ricamano
Delle vie i contorni,
Sono serpi guizzanti sulla pietraia.

Carugi, eterni labirinti di perdizione
La notte
Dalla luna hanno il chiarore.
Tra vicoli in grigiore
Si sdoppia un raggio
Di ombra misteriosa
Che il mattino farà sua.

E’ viva piazza De Ferrari
Con cristalline note di fontana.
Via xx Settembre
Un brulichio
Al centro del fervore!

Nel grande giardino
Petali multicolori
Dipingono le Caravelle,
In un tappeto
Di fili d’erba
Che si va intrecciando,
C’è il gioioso ritratto
Di bambina.
Per sempre, da un’istantanea
Rimarrà fissato.   

Chi ero io in altra vita?
Forse stimato signore
Che elargiva ricchezze.
O un Re attorniato da
Cavalieri e dame
Nel regno perfetto.
Un umile pastore
Che proteggeva le sue greggi.
Nell’altra vita in pace vivevo.

Forse ero una goccia sopra il fiore
Un sempreverde
Il girotondo della giostra
Un argentino campanello.

Tutto, ma non donna.
Femmina bistrattata
Esiguamente considerata.
Chiusa dietro sbarre
Dell’esistenza.
Obbligata ad essere
Donna di ruolo
O i ricatti sono
Sensi di colpa
(La libertà si paga).   

26. 12. 2004
Di respiri si è appropriato un oceano scontroso
Sull’angolo della terra l’umanità si è contorta
Nell’apocalisse della miseria come dissolta.
Questo sfregio profondo
Lascia una traccia di biasimo al mondo.   

Anni 50
Estrogeni, ormoni
Cessazioni.
Questo corpo
Hanno lasciato alle spalle.
Un meno di tutto
Sottrazioni.
L’incontinente fiume di vuoti
In ansie straripa.

Un fuoco che sale avvampante
Membra scioglie
Mente sconvolge.
Una guerra infinita
Per continuare la vita.

 
Passione
Quella bambina che ad ogni applauso
raccoglieva caramelle...
indossava l'abito pagliaccio-triste, a righe larghe verticali,
baffi dipinti con penna intrisa al cioccolato.
L'esibizione valeva la dolcezza...
di quella penna d'oca trasformata,
fu la molla che la spinse alla recita, al ballo e al canto.
In nome di quel disseminato amore
la chiamarono: Passione.
Col cuore uno spiritello le suggeriva l'esprimersi
nel modo a lei più consono e dovuto.
Era trascinata, guidata, per essere sicura ed appagata,
dentro il buffo teatrino di paese, allestito con la stessa scena ormai
sbiadita
di balconata che conteneva vasi di rossi fiori (all'origine)
poi divenuti tremuli e rosati.
Il pubblico attento e incuriosito da quella stella
applaudiva ogni qualvolta ella
tentava di dare il meglio di sè stessa,
poi..lanciavano caramelle...
Dentro sè sperava , guardando le file in fondo nello sfondo
di scorgere i noti volti di due assenti
e già sapeva, che da loro mai avrebbe raccolto...caramelle...
(da foto ricordo)   

Parole negli occhi
I miei occhi parlano
sono il colore iridato dell'anima
la tristezza riflessa dell'indaco cinereo
o la gioia di un raggio scintillante nel giorno terso
s'intravedono scorci di fiamme ardenti che trasmettono calore
hanno sguardi di viaggi inaspettati che colmano immensi fiumi di parole...


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