Poesie di Claudio Pompi


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Nato a Roma il 21 giugno 1951. Non ha mai vinto premi letterari, non ha mai partecipato a concorsi di poesia. Tecnico di radiologia medica per 26 anni presso l'ex Ospedale San Giacomo di Roma in pensione dal 1996. Amante della musica in genere ma in particolare di autori come Glen Miller, Gershwin, Cole Porter oltre a Ottorino Respighi e Puccini. Apolitico per delusione. Sono anche su Facebook.
Indirizzo mail pompi.claudio@gmail.com

Leggi i racconti di Claudio

Lui, lei…noi
C'è lui vicino a te, c'è lei con me
e noi così vicini e distanti..noi..
insieme noi due, senza un perché
l'amore non dà spiegazioni
è padrone delle nostre ragioni.
Tu con il tuo corpo su di lui
Per allontanare me dalla mente,
dal cuore.
Lui nel tuo corpo ed io nell'anima
Chissà se è stato amore…
c'ero io, ladro e invasore
tra te e lui che non sa di noi.
I tuoi mille dubbi, la tua paura
di sentirti amata e la musica nuova
che a giorni di settembre ti portava
ballavamo lontano dal mondo
lontani da lui e da lei che non sanno
ballavamo sulle note delle nostre canzoni
lasciavamo libere le nostre emozioni
perché mai, perché proprio a noi
l'amore è strano non dà spiegazioni
non ci dirà quando sarà stanco
di me, di te che magari te ne andrai
perché ti ho cercata io ed io pagherò
con rinnovati silenzi e infinite domande
vivrò di infinite risposte che mai
placheranno i perché di questo amore
che ridendo di me andrà via senza dare
spiegazioni.

Amica, donna in amore
Amica? Sì! Mi piaci per come sei
per quello che fai, per ciò in cui credi
per quello che dai e il niente che chiedi
Sono giorni nuovi spazzati dal vento
delle emozioni e delle sensazioni
che tornano da lontano.
Le vie hanno suoni nuovi e nuove voci
sono giorni ai quali vuoi dare un senso.
Cerchi un nome da dare all' amore
che si spoglia della nebbia degli anni
troppo presto indossata quando ancora
di tempo ce n'era, quando ancora
era alta l'estate, la voglia di vivere era più vera
Hai tanto da dare per il niente che chiedi
la pelle brucia ma non di sole come credi
brucia di sensi per troppo tempo nascosti.
Donna in amore nel tempo che resta
diventi più bella di quello che sei
quando entri in punta di piedi nei giorni
vuoti come stanze antiche e disadorne
castello incantato pieno di fantasmi
che si incontrano e parlano di tempi
lontani, di amori finiti e dimenticati.
Tacciono ora che nuova vita canta.
Amica sì, ma il tempo è finito per noi
da oggi sei per me una donna in amore
quella che non mi sarei aspettato mai
quella che conosce ogni mio dolore
donna in amore che morire mi farai

E se fossi tu ?
E se fossi tu quella che
non ho incontrato mai
che non ho cercato più.
Quella che ti entra in casa
quando ancora ti chiedi
che ora è e senti il freddo
degli anni senza sole.
Quelli passati ad aspettare
giorni migliori che non sono
venuti mai.
E se fossi tu quella che
apre il cassetto dove c'è
tutto l'amore scritto
di un passato senza storia
ricordi ormai fuori di memoria.
E se fossi tu quella che
di incontrare non avrei pensato mai
che mi parla di amore
che non sentivo più
abituato al gocciare del tempo
di un rubinetto vecchio
che goccia a goccia
batte sulla pietra del cuore
che l'amore ti fa scordare.
E se fossi tu quella che
ti prende per mano un mattino
ti riporta nel letto disfatto
troppo grande e vuoto
ti copre di sé in silenzio
e nuovo profumo di lei
nuovi respiri i suoi, capelli che
accarezzano la tua pelle.
Come di un cieco mani sulle spalle
che vuole sapere, capire
se è nuovamente amore
Quello che avevi riposto
ma che non hai scordato mai.
E se fossi tu l'amore che torna?

Chiese
Chiese come tombe di orrori
dove persino Dio si ferma
per non entrare e inorridire
Chiese nel cui ventre giace
corpo di ragazza in scempio
dove un criminale ha la pace
con nome in brillanti
Chiese dove la verità è offesa
negata senza ragioni apparenti
Chiese come mattatoi di corpi
templi di infinito dolore che la vita
non cancellerà mai più.
Chiese come serraglio di bestie
in abito nero come la loro anima.
sorrisi sdentati, mani sudate
occhi senza luce come il male.
Voci rassicuranti che parlano
E seducono gli innocenti.
Gesti rapidi, tremanti e osceni
quel che era un sorriso
trasformato in terrore muto.
Silenzi di colpa che non c'è
la mente confusa da infiniti perché
immagini di Santi che guardano altrove
verso un cielo divino
ma l'orrore è terreno
Madonne che stringono Gesù al seno
fuori madri che non sanno
di un figlio violato.
Io credo in Dio, ma fuori dalle mura
di quella casa che non è sua…non mia
dove muore l'anima e regna la paura
dove i corpi sono statue di marmo
come quelle che l''adornano.
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Dicevano di lei
Dicevano di lei che era una cagna
in calore
solo perché faceva bene l'amore
Di luna aveva la pelle, occhi di stella
come lei non c'era nessuna
in paese nessuna era la più bella.
Dicevano di lei che era senza pudore
era solo una cagna sempre in calore
solo perché faceva bene l'amore
La gelosia e l'invidia allattate al seno
di donne di paese che hanno il veleno.
Cantava ridendo canzoni inventate
amava le carezze del sole d'estate
le feste di paese e le notti stellate
il suo letto un prato o la riva del mare
di fiori le lenzuola e di onde le serenate
Le bastava solo il sorriso di un uomo
la carezza rubata dalla sua mano
amando tornava ad un amore lontano
che mai sarebbe tornato, per sempre rapito
da quel mare che l'aveva tradito.
Dicevano di lei che era una cagna in calore.
solo perché nelle notti faceva bene l'amore.
Dicevano di lei che era fuori di mente
la gente è cattiva,la gente fa male
e non gliene frega un bel niente.
La gente ti uccide se vuole…
nudo il suo corpo in un campo di viole
pelle di luna macchiata di sangue
freddo il suo corpo baciato dal sole
occhi di stella che più non risplende
sorriso di voce che più non risponde
e poco lontano un mare che piange.
Tace il paese delle anime sante
nessuno più parla nessuno più offende.

Normalissimo non amore



Scoprimmo insieme guardandoci negli occhi
che erano finestre affacciate su un deserto.
Del deserto avevano l'innaturale silenzio
l'urlo del vento che la sabbia solleva e acceca.
Sabbia era quel far finta che tutto era normale
quando in amore nulla è normale
Scoprimmo insieme i soffitti bianchi
e le macchie non erano più fantasiose stelle
erano, i corpi, freddi pianeti spenti da tempo
in orbite distanti.
Scoprimmo insieme che nel caffè del mattino
immergevamo il muto mentire a noi stessi
che il salutarsi non era un invito a tornare.
Scoprimmo insieme che il telefono era nemico
che le parole di un libro riempivano la mente
nelle sere in cui niente avevamo da dire
ma cadendo nel cuore facevano rumore
mentre le nostre erano finite chissà dove.
Scoprimmo insieme che un figlio voluto
sarebbe stato solo l'agonia di un amore morente
quando di vita e non di dolore questi ha bisogno.
Scoprimmo insieme che eravamo vigliacchi
paurosi di un domani privo di abitudini
che agli altri parlavamo di stima e rispetto
parlando del nostro stare insieme
ma non avevamo stima e rispetto dell'amore
Scoprimmo insieme che ci stavamo uccidendo
di un normalissimo non amore…
Scoprimmo che anche nel morire di noi stessi
eravamo insieme.

La vetta
Ho scalato la montagna della vita
con le sue impervie pareti,
le ricadute rovinose
i dolori sanguinanti del cuore,
il freddo degli addii e i tormenti
dell'anima inquieta.
Le mani ferite e dolenti
a stringere i sogni da inseguire
che poi sfuggivano alla presa.
Ho scalato la montagna dei miei pensieri
in compagnia dei silenzi
e con loro dormivo
Ho scalato la montagna dei rimpianti
senza guadare in basso
nei baratri del passato
la paura della malinconia
e dei fantasmi da evitare
come una vertigine mortale.
Ho scalato la montagna del tempo
con i venti a sferzare il mio volto
a cambiarlo, a non riconoscerlo
negli specchi di laghi gelati
delle stagioni dell'uomo.
Domandarmi se quello ero io
o il ricordo di me stesso
Ho scalato la montagna dei dubbi
cercando nell' eco la voce di Dio.
Ho scalato la montagna dell'amore
rimanendo immobile e senza respiro
ad ogni primo bacio, ad ogni sì.
Sulla vetta, ristretto spazio dove
posto non c'è per amori, dolori
rimpianti, ambizioni, speranze
dove illusioni non esistono più
dove mentire a se stessi non serve
per continuare a vivere perché limpido
intorno e sopra me è il cielo delle verità…
aspetto un angelo o un demone.

Se tornerai
Rivedrò il tuo volto senza sorriso
nella tua valigia non c'era spazio
è piena di rimpianti e qualche lacrima
Rimarrai in silenzio sulla porta
aspetterai di sentire la mia voce
nel tuo tornare avrai pensato a tutto
a quello che rivedendoti avrei detto
avrai inventato mille spiegazioni
studiato uno sguardo smarrito
l'accenno di un sorriso perché io
possa ricordare come eri e non sei più
lo spegnerai lasciando posto alla verità
che il volto tuo non ha tradito mai
Non asciugherai i tuoi capelli neri
lucidi di pioggia e un cucciolo sembrerai
davanti ad una porta che si aprirà.
Sarà forte ancora solo il tuo orgoglio
per lui non abbasserai lo sguardo
Vorrai guardarmi in faccia e capire
se è ancora amore oppure rabbia.
se tornerai inventerò giorni nuovi
perché nulla tra noi ci sarà da dire
forse tra noi tutto era già stato detto
ma non voglio gettare un amore
e per lui vorrò ricominciare.
Se tornerai io ci sarò con l'amore
che non se ne è andato mai.

Il sole tornerà
È bianco il cielo, bianca la terra
i tetti, le strade, le statue nude.
Bianco il silenzio che come i fiocchi
scende e tutto intorno la natura
d'incanto tace.
Il silenzio della neve è strano
lascia tutto nell'aria sospeso
anche il pensiero più piccolo
che germoglierà al prossimo sole.
Copre la neve l'urlo della vita
che ferma pare e aspetta silente
che tutto riprenda .
Dietro il vetro che raccoglie il respiro
guardo tutto quel bianco che
uguale rende il cielo alla terra
impressione di morte apparente
di pace o di tregua nella guerra
che dentro portiamo da sempre.
Nel placido silenzio leggo il passato
sotto il bianco manto ipotizzo il futuro
La purezza del manto scende nel cuore
tiepida la mano mia la sua cerca
la solitudine da dividere in due
in questo magico presente
aspettando che la neve si sciolga
quando su di noi il sole tornerà.

Mai è per sempre
Non piangere per questo sogno
svanito prima di un'alba
Non serve piangere su un amore
perché quando finisce, solo uno
resta ad amare e non è più amore.
Le notti ti sorprenderanno ad occhi aperti
serviranno per capire
Sarà un cielo di stelle rivoltato la città
con le sue luci come stelle a disegnare le vie
e tu a cercare la tua che ti porti lontano
da questo dolore soltanto tuo.
I giorni che verranno da vivere o morire
In attesa di una luce sul display
che forse non verrà mai, mai più.
E tu,sola, con il tuo amore a fianco
il cuore da svuotare da pensieri e ricordi
un cuore da affittare a chi cerca amore
da pagare con un sorriso e non con il pianto.
Un amore, sai, non è mai per sempre
un amore è un insieme di momenti
un susseguirsi di albe e tramonti
di notti in sudore che profuma di amore
di sussurri che aleggiano su di te
e si fanno preghiera pagana
perché mai quell'amore si spenga
e la pelle non conosca più il gelo.

Fiori recisi
Come sei fragile donna che sorridi
a chi ti porta dei fiori in omaggio
stupendi nelle loro bare trasparenti
colme d'acqua e in bell'evidenza.
Mostrano la loro agonizzante bellezza
recisi per un amore e poi gettati
quando compiuto sarà il loro destino
Come sei breve nel tuo intendere amore
breve come la vita di un fiore reciso
sorridi compiaciuta e ammirata.
Sarai come il fiore reciso quando
il tempo dell'amore sarà finito.
Io non ti porterò dei fiori per amore
ti condurrò dove nascono tra loro ti amerò
sarai fiore di vita dove la vita regna.
Se ti amassi per la durata di un fiore reciso
l'indomani svuoteresti il cristallo
dell'acqua imputridita dal fiore marcito.
Noi saremo i fiori marciti in fretta
lasciamo che siano le stagioni
quelle del fiore e dell'amore
a decidere il destino e il rinnovo
Lasciati amare tra i fiori nel giusto tempo
lasciamo che tutto si compia
restando insieme, l'uno con l'altra accanto.

Uguale
Guardo il velo della nebbia
che s'alza al mattino.
Respiro l'aria del passato
uguale il profumo della morte
a quello della vita che rimane.
La nebbia del mattino cancella
la linea di confine tra le due rivali
e non mi importa l'appartenere
perché se non le amo come un tempo
le tengo vicine ed a ognuno chiedo
che giorno sarà quello che nasce.
Rimane il sorriso che più non è uguale
ma non ha mai cambiato sentiero
viene dal cuore e alle labbra sale
quando ripensare è meno affannoso
del rivivere e del rimpiangere
quando della vita passata si sfogliano
come di un libro, le pagine ingiallite
e tutto diviene riflessione.
Uguale è il mio tramonto all'alba
uguale il mio senso di esistere e svanire
nell'alternarsi delle ore che scorrono
tra onde di parole e improvvisi silenzi.
Sorrido al pensiero dei miei silenzi
che più assomigliano all'universo
li ascolto e uguale a lui mi sento.

Seguendo il volo
Infine si adagiava sul fiore
forse stanca del volo
oppure perché quella
era la meta cercata
Ma forse, ed è normale,
stanco ero io di seguirla
che non avevo ali come lei.
Seguirla pur di non perderla
pur di amarne la leggera follia
che nel sangue mi scorreva
Del solo guardarla facevo
il mio paradiso,nel solo guardarla
inventavo il mio peccato.
Seguendo il volo persi di me
la natura e la misura
quella che regola il cammino
dell'uomo e lo confonde tra un dio
e l'essere nulla vicino a lei.
Socchiusi gli occhi stanchi
cercando una quiete di pensieri
che restassero sospesi.
Al loro riaprirsi più non la vidi
tra mille fiori la persi
ma ritrovai me stesso.

Non è facile
Non è facile contare i giorni
quelli che non finivano mai
oppure finivano troppo in fretta
Eri un amore senza misura
eri il fuoco di anima pura.
esagerata come una notte
senza luce ma piena di stelle
quelle che senza misura
cadevano sulla tua pelle
Non era facile contare gli alberi
dal treno che da te mi portava
Ora che tutto è finito conto
i passi che diversi sono dai tuoi
quelli che non sentivo mai
distratto dalla tua presenza e
che solo adesso fanno rumore
Non è facile contare i giorni
quelli che non verranno
li conterò ad uno ad uno
non ho niente da fare ora
se non pensare ai miei guai
che fanno rumore e assordano
senza tregua e rispetto del cuore
Li conto e non finiscono mai
li conto e li lascio scivolare
come sabbia nel mare
Tu sei uno dei miei guai
quello che per sempre ora vorrei
ma che non avrò mai.

Attesa
Sussulta e si nasconde
tra le pieghe del tempo
di attese e di pensieri.
Gioca tra raggi di luce
e malinconiche penombre
perché nessuno veda
perché nessuno senta.
Doloroso amore sorride
alleviato da carezze insperate
china il capo che d'oro riluce
e nel petto si rifugia stanco
sicuro di quel solo momento
Disseta la voglia di amare
colmando di gesti e parole
l'otre del cuore perché meno
duro sia il suo attraversare
deserto di domani in tormento.
Piccole mani le sue che nell'attesa
sfioreranno il candido seno
nel rimembrare il bacio posato
riascoltare il sospiro di chi ama
che dolente da lei si allontana.

Se proprio devo morire
Se proprio devo morire
voglio morire dal ridere
perché questo mondo
sa solo piangere
Se proprio devo morire
voglio morire sazio
perché in questo mondo
c'è troppa fame
Se proprio devo morire
voglio morire di gioia
per cancellare in un colpo
la grande infelicità vista
sui volti sconosciuti
Se proprio devo morire
voglio morire d'amore
perché non conosco l'amore
perché non ho mai amato.
Se proprio devo morire
voglio morire in un giorno
che sia pieno di sole
per non sentire della morte
il freddo a paralizzarmi.
Se proprio devo morire
voglio essere solo con lei
domandarle dove era prima
di quell'unico incontro
da sempre atteso

La realtà
La realtà, funerale di ogni sogno
morto troppo presto quando
inseguito svanì nelle nebbie
della vita che lo schiacciò.
Scheletro orrido di ogni illusione
derisa e violata dalla logica
che mai accetterà rivali.
Cella oscura della libertà
che allo spirito nega il cielo.
La realtà, vestito d'ogni giorno
per chi dall'armadio della mente
altri abiti colorati più non ha.
La realtà, quella che sul volto
dolorosa ti percuote quando torni
da un fuggitivo istante di sorriso.
Non ti parla di ore o giorni a venire
ma ti lega al minuto che vivi.
La realtà, fiore malato del mondo
che adorna il tuo esistere e di te
fa un disanimato burattino che
con occhi spenti e fissi sul nulla della vita
la stessa recita senza applausi
al calar del nero sipario

Non ci avevo pensato mai
Sai, non ci avevo pensato mai
ad un giorno come questo.
Sarà un gioco nuovo il nostro
tirare a sorte con una moneta
i nomi degli amici da spartirci.
Capita alla fine di un amore
quando decidi di ricominciare
lasciando dietro i tuoi frammenti
Sai, non ci avevo pensato mai
ad un giorno come questo.
Terrò il mio nome ma cambierò
la mia vita con un numero di telefono
e un indirizzo nuovo.
Porto via solo i miei giorni con te
il resto lo lascio qui, buttalo se vuoi
Non ci pensare, passerà prima o poi
qualche volta, se non ce la fai
pensami e vedrai che il tempo passerà
più in fretta su di te, su di noi.
Lo farò anch'io quando sentirò
il cuore stanco di battere da solo
quando monotono sarà il rumore
dei miei soli passi.
Ti chiederanno di me e in quel momento
ti ritroverai a parlare di noi
come se questo amore non fosse
finito mai.

La nostra canzone
Scendono leggere le note
della nostra canzone
staccano i nostri ricordi
dalle pareti della memoria.
È un vecchio motivo svanito
ma non per noi che ancora
seppure stanchi, lo ascoltiamo.
Senza parole che già dicemmo
abbracciati e dentro cantiamo.
Un sorriso riafferma l'amore
che mai è finito anche se abiti diversi
indossa nel freddo degli anni
che passano in fretta e maggiore
è il rimpiangerli come se da ieri
fossero spariti.
Rapida è passata la vita su di noi
che non ha conosciuto monotonia
forse è per questo che l'eco dei giorni
ancora non s'è spento.
In quelli che resteranno canteremo
la nostra canzone con meno voce che
sussurro si farà prima che la stessa
si spenga in rantolo mortale
poseremo l'ultima nota sulle labbra
di chi resta perché con se la porti
a consolare il cuore triste.

Giovanna
Giovanna non è bella
Giovanna cerca un uomo
Giovanna ha nel cuore
la magia del perdono
Giovanna non capisce
l'uomo che tradisce
Giovanna non è bella
Giovanna cerca amore
Giovanna ha nel cuore
il ricordo del dolore
Giovanna ha notti umide
che passa ad asciugare
con le foto di un giornale
ritagli di una vita sognata
Giovanna non sa far male
regala i suoi sogni di bambina
a chi le regala un' illusione
Giovanna non ha un uomo
che del suo cuore sia padrone
Giovanna ha i suoi giorni
di nuvole bianche e rosa
sogna un uomo che la sposa
Giovanna sente passare
sui binari dei suoi anni
il treno dell'amore
Il treno si allontana
Giovanna sorride e canta
mentre lava e stende panni

Che sciocco!
Non hai più silenzi da regalarmi
quelli che affaticavano di peso
la mia mente e l'entusiasmo.
Quei silenzi che scioccamente
confondevo per pensieri rivolti
altro non erano che vuoti a perdere
d'amore bevuto in fretta e gettati.
Che sciocco sono stato e di me rido
al solo pensare che lo credevo amore.
Per te costruivo pensieri come aquiloni
li lasciavo al gioco dei venti, cantavo
scrivendo il tuo nome sui muri.
Ti parlavo d'amore e non capivo
che sorrideva la tua bocca e non gli occhi.
Che sciocco sono stato nella mia cecità
Ora guarita nel non vedere l'ombra
che non era la mia, ma che alla tua
si sovrapponeva, senza un volto.
L'ombra si fece corpo e la mia svanì.
Che sciocco pensiero quello di essere
l'ultimo e non capire che in fondo
ero uno dei tanti.

Aspettando il ritorno
Le mie mani ti cercano e vuote
tornano al il mio corpo inutile
avvolgendomi vane consolatrici.
Chiuso in loro raccolgo pensieri
seguo tracce d'amore lasciate
ed ascolto l'eco della tua assenza.
Più forte è l'amore che si perde
in breve ed intensa luce prima
come fiamma che stanca si spegne
Buio improvviso nei giorni vuoti
quelli che infilo come perle dolorose
o sgrano come un rosario di attesa
del tuo ritorno per non morire
di rimorsi che nudi si mostrano e
impietosi, dilaniano il cuore.
Riscopro l'amore quando è fuggito
per amore imploro il tuo ritorno
cerco speranze in ogni tua cosa
che immobile mi parla di te.
Accarezzo la tua poltrona vuota
quel bicchiere che mai hai cambiato
dal quale bevevi e sorridente mi porgevi
come per un rito d'amore
Ha ancora il sapore leggero delle tue labbra
quanti bicchieri ho frantumato in te
con il mio io di fredda pietra.
Ho freddo amore fuggito, mi lascio morire
avvinto a me stesso.

Il treno
Presi il treno e cercai un posto
dove sedermi e dal vetro vedere
scorrere in illusione il paesaggio
da sempre uguale e immobile.

Volti confusi con me seduti
come me illusi dello scorrere
e fermo il treno con il suo tempo
mentre eravamo tutti in viaggio

Ad ogni fermata cambiavano i volti
a quelli spariti altri al loro posto
ed uno dopo tanti quello che come me
vedeva gli stessi colori al mio fianco

Insieme attraversammo valli e gallerie
tra raggi di sole e scrosci improvvisi
volti giovani e sognanti vicini a noi
ad ascoltare il nostro viaggio passato

Scesero con le valigie piene di sogni
alla nuove fermate per altri treni
da prendere verso altre mete lontane
lenta la corsa riprese senza di loro

Coscienti del paesaggio immobile
lasciammo che la sera calasse su noi
salutammo dal vetro il sole e le ombre.

Corre quel treno con noi ancora seduti
qualcuno dirà che presto si scende
uno di noi due tirerà giù la valigia
l'altro continuerà da solo e muto
tra sedili vuoti e ricordo di voci e volti

Qualcuno dirà che prossimo è l'arrivo
la notte raccoglierà l'ultimo sibilo
l'ultimo stridore di freni
gli ultimi passi sulla banchina
di una stazione ignota

Inconsapevolmente
Complici, le penombre accolgono
parole sussurrate e pensieri distanti
del nostro amore che non s'arrende
chiusi entrambi nel nostro abbraccio

Ridevo al pensare che d'amor si muore
che senza amore non si vive il giorno
e la tristezza a coprire le notti di chi ama
mentre io sotto un cielo di niente cantavo
triste senza avvedermene ero io che morivo
e del mio male non conoscevo il nome

Poi tu, infinitamente tu, alito di vita
luce improvvisa che folgora e fa cadere
chi del suo passo è sicuro e non cede
tu a denudare la mia anima inaccessibile

A te lasciai le mie parole e i pensieri
per farne aforismi dolci e immortali
ed io a leggere ciò che di me non sapevo
-Ecco l'amore da sempre nascosto-
dicesti con le labbra dischiuse dal bacio
che inconsapevolmente su loro posai.

Ora più non cerco orizzonti di illusione
inconsapevolmente spinto da un vento
su di un oceano che porta il tuo nome
affonderò e riemergerò dalle tue tempeste
dormirò sulla tua calma onda che culla

Ogni volta
Detesto i miei silenzi, amo il pensarti
soffro del tuo attendere a volte deluso
in gioco d'amore proibito al sole negato

Illuminata anima che brilli e mi accechi
ma con la mano seguo il levigato volto
delle labbra dischiuse cerco quel bacio
che sappia di passione e di dolcezza

Chiedersi nei lunghi silenzi cosa sarà di noi
cercare nell'abbraccio l'appartenersi
senza misura di tempo in infiniti giorni
di notti confuse con albe che ci colgano
dormienti e stanchi in aromi di corpi

Detesto i miei silenzi che sanno di lontano
e negano le parole che sempre dirti vorrei
come musica che accompagni l'amore
cullato e disteso come veste pregiata
in attesa d'essere ammirato sulla tua pelle
ed io a guardare ciò che per te ho cucito

Bello questo amore sofferto in spazi rubati
al tempo che scorre sulle normalità scritte
con lettere d'abitudini scolpite sulla vita

Bello incontrarsi e parlarsi e triste il non detto
al momento del rientrare nell'oblio.

Bello sentirsi morire dentro quando l'amore
reclama il suo diritto a nascere e grida
il suo doloroso esistere strappando le carni
con unghie che affondano per non lasciarci.

Anche morire ogni volta è il senso di viverti
e respirarti come se fossi il primo amore

Cercavo la tua voce
Si rincorrevano per le strade affollate
le voci diverse immerse in odori
di terre straniere e dialetti di paese
Tra queste ti cercavo senza sperare
con quel pensiero fisso e instancabile
che mi trascinava verso abissi o cime
Sospeso come nube in balia del tuo vento
che mi sfiorava e mai il volto mostrava
Mi lasciavo andare stremato dal cercare
il tuo appiglio che arrestasse il mio discendere
e in sorriso tremante mi potessi specchiare
mentre la tua mano esile e forte mi stringeva
Ricadevo nel rumore di voci cercando invano
la tua che chiamasse forte il mio nome
La tua era lontana, la mia si faceva grido
al silenzio assordante del tuo andar via.

La tua notte
Attraversi le notti con i pensieri
nascosti, confusi tra pagine di libri.
Pensieri incompleti e sospesi,
domande senza risposte precise
che forse non cerchi o non vuoi .
I tuoi pensieri hanno occhi aperti
la notte si illumina di una verità
che brucia la pelle, affonda nella carne
fa male e in silenzio uccide le illusioni
bugie della mente delle quali si vive
giorno dopo giorno per non morire.
Ascolti in silenzio i messaggi lontani
dalla notte portati cercando in loro
quel senso di pace per te che cammini
tra silenzi, indifferenze del mondo e dei giorni
che su di te giocano barando e vincendo.
Tra le pagine di un libro tracce d'amore
parole spente che in te riaccendi aspettando
Il passare delle tue notti a volte insonni
su te stessa piegata e nessuno sa di te
di quanto il tuo voler sorridere apre alla vita.

Anche tu dicevi
Anche tu dicevi
non venire alla stazione
se un giorno partirò.
Il treno lascia le lacrime
sulla banchina di chi fermo
alla vista pur s'allontana

Anche tu dicevi
non venirmi a salutare
alla stazione se partirò
Voglio di te il ricordo
di un viso felice, lo stesso
che vidi scendendo dal treno
con la mia valigia leggera

Ora sono io che parto
ma la mia valigia pesa
non venire alla stazione
non venirmi a salutare
La mia valigia pesa e
posto per altro dolore
non ne ho più.

Il fuoco
Incanto dal quale non mi distolgo
quello del fuoco che dinanzi a me
danza mentre i pensieri raccolgo
cercando come uomo antico risposte
ai miei perché nei giochi di fiamma
e negli improvvisi bagliori il futuro
che illuminato sia da questo prodigio..
In lui getto quel che l'anima danna
rendendo le mie lunghe notti insonni.
Tra tanta gente ed amici la mia solitudine
spicca e solo lui il mio silenzio capisce.
Spezzate dal freddo cadono le foglie
di una vita che si conclude e bruciano.
Bruciano ricordi che appassiti nella mente
per un istante vivi appaiono, piegati
dalla fiamma fino a sparire in triste sorriso
mentre gli occhi fissi su loro brillano
aspettando che si cancellino.
Mi guardo intorno per un istante di luce
che breve illumina i miei domani.
La risposta cercata l'ho avuta.
Sarò solo nel nuovo ed ultimo cammino
lasciando gli altri a rider da me distanti
anche vicini sarebbero muti compagni.
Torno all'atavico destino dell'uomo
che come animale dal branco si stacca
per andare a morire lontano.

Maestro Sandro
A Sermenghi con simpatia
mi scuserà per la mia poca
propensione alla rima di cui
lui è maestro indiscusso.


Fior de trombone
Nun ce pensà amico mio
quello c'ha solo la presunzione
la panza c'ha piena d'arroganza
de fantasia è vuota la credenza.
Lascialo li a mollo nella saccenza
ogni tanto come na pera
spara na sentenza
er tempo nun je difetta
così come disse er masimo poeta
del cul fece trombetta.
La poesia come tu la canti
ha momenti divertenti
c'è il gioco e la fantasia
si quello nun l'ha capita
la colpa non è nè tua nè mia.

I giorni che verranno
Hanno il fiato sul collo i giorni miei
Li conto quelli che forse rimangono
da spendere con te che ancora mi ami
ridendo dei miei silenzi e dei domani
che fermare non posso ma che verranno.
Non puoi fermarli neanche tu che ami
la mia tristezza e ti stringi a me come
se sentissi il mio voler fuggire.
Per quanto grande sia non potrò far finta
di non vedere i miei giorni che aspettano
fuori da questo amore che ignora il tempo
e le età degli amanti.
Che strana cosa è l'amore e non lo sapevo.
Si veste di fiori e viene da noi cantando
si veste di grigio quando si stanca e va
verso improvvise nebbie scomparendo
lasciando dietro di se le note in ricordo.
Lascerò a te quella canzone scritta per noi
perché nei giorni che verranno la canterai
L'amore ti ascolterà e tornerà da te
con nuovi fiori e una nuova canzone
Io saprò sorridere per te che un altro amerai
con i miei giorni parlerò di te e di noi.
Loro, ad uno ad uno se ne andranno
come amici dopo una festa e porteranno
sulle strade dei domani che verranno
un po' di me fino a quando l'ultimo
canterà il mio saluto alla vita.

Le piccole cose inutili
È nelle piccole cose inutili che trovo
il respiro leggero nell'affannosa vita
quelle che le menti elette e sofferenti
si negano nel ricercare felicità dentro.
È nelle piccole cose inutili che di me
trovo l'essenza del mio esistere sopra
i drammi veri o presunti delle genti.
Negarmele non ha più senso e luogo
così come quel perdermi in tristezze
altrui che nel tempo bevvero l'anima
in egoistico dolore da ricucire in fretta
lasciando in me stanchezza e pianto.
Sono egoista io? In un negare mentirei
ma qualcuno pensò mai al mio soffrire?
Allora curo le mie ferite ancor fresche
con le piccole cose inutili che trovo
lungo il cammino che ancora ho da fare
le incarto in te come foglio di giornale
che sgualcito riporta vecchie notizie
ormai senza ragione per leggerle ancora.
Che vuoi che mi importi di un amore
che aveva preso il volo e poi precipitò
nel mare dell'indifferente sguardo.
Ormai non fa più notizia sbiadita com'è.
ci incarto quelle piccole cose inutili
che per te mi negai ma che profumano
ancora di libertà e alla mente salgono
in sorriso di rimembranza e sollievo
che la stessa allontana.

Un colpo di pistola
Pressione di un dito, ultimo atto di vita
che firma di eternità la stessa conclusa
c'è, in quel piccolo e universale gesto
l'inizio di un monologo interiore che
tormenta chi attonito e muto rimane
nel postumo, inutile volgere orecchio
a chi nel in quel fragore ripose il suo
ultimo grido nell'uscir dalla vita.
Pressione di un dito di chi all'eternità
consegna se stesso senza alibi da dare
senza nulla da dire nell'inconsapevole
follia di un annullarsi per falsa inutilità.
Orrendo fragore e si ferma in chi rimane
un mondo, quel pensiero fatto di attese
di domani, di risposte e certezze implorate
procrastinate ad un tempo opportuno
che non verrà.
In chi resta, sospese tra cielo e coscienza
tutte quelle cose da dire, quelle da fare
che mai luce vedranno perché non ci sarà
quel domani scontato e sempre irriso.
Quel gesto di un dito segna il confine
mai conosciuto tra la vita e la morte
disperata uscita dal labirinto di fragilità
di insicurezze costruito lentamente intorno
abitato da fantasmi ossessivi che tregua
alla mente confusa non danno.
In quell'assurdo e silenzioso vuoto lasciato
il passato è remoto, il futuro un non senso.
Nell'inconsapevole follia di quel gesto
si consegna alle coscienze in immagine
di dolore per sempre presente che vano
rende il disperato addio e di ognuno c'è
leggera forza in quel gesto finale.

Spero che torni quel tempo
Spero che torni quel mio tempo sparito
non appena volsi lo sguardo al dolore
e nel tornare da lui mi ritrovai spoglio
di quel sorridere a illuminare speranze.
Spero ritorni quel mio tempo sparito
per darlo a chi sostiene che non ho mai
concesso tempo per respirare.
Tornato indietro dalla casa del dolore
quella del mio tempo più non ritrovai.
Specchiato nel vuoto ho visto gli anni
che segnato il volto hanno di tristezza.
Lacrime non più scendono e sorrisi più
non affiorano come se un nuovo tempo
despota avesse usurpato l'anima mia
come se tornando a casa per cercar pace
cumulo di macerie t'accoglie e perso
ti senti in un infinito silenzio di perché.
Sotto di loro giacciono spente emozioni
lacrime segrete versate su amori confusi
Giace contorto e deforme il mio ridere
sulle sciocche immagini di un mondo
che non ha coscienza del ridicolo vivere.
Disintegrate le parole che più care furono
tra quelle ascoltate e dette per amore
verso tutto ciò che mi circondava.
Spero che torni quel tempo senza il peso
di un età avida solo di sofferenza
e rabbiosa del mio sorridere o ridere
sul suo volto indurito che in me rinnego.

L'ombra della resa
Sento salire dentro triste sensazione
di inutilità che mi svuota l'anima
ma al tempo stesso mi chiedo…
Ne ho mai avuta una?
Ho voglia di posare le poche armi
che mi illusero d'esser così forte
così imprendibile da fati avversi
così sicuro che, per quanto ostili
alla fine di ogni impari giostra…
Ferito ma vivo ne sarei uscito.
Erano armi affilate di ironia
di irrazionalità che agile rese
quel mio fuggire dal mondo fatto
da schemi e convenzioni grigie
di logica e oppiacea razionalità.
Calano le ombre e non sono quelle
della sera del tempo misurato in rughe
e in sofferte rimembranze dei poeti
sognatori,cercatori d'oro in versi e rime
Sono ombre più lunghe che i muri
per metà risalgono lasciando terra.
Sono quelle che preannunciano la resa
che alla rassegnazione si accompagna
perché più tollerata sia la solitudine
di chi stanco in dorato esilio si chiude
quando ancora la vita lo cerca

Dammi un' emozione
Dammi un'emozione su cui vivere
un giorno diverso dai miei uguali
usciti da una catena di montaggio
dal monocorde ritmo di richiami
assimilati dalla mia mente che ripete,
ripete, ininterrottamente mai stanca
anche quando nel sonno mi rinchiudo
e villani, ghignati ti beffano i volti
che domani attraverseranno gli occhi
e monosillabi violeranno le labbra
che un tempo furono sorgente viva
di frasi a colorare i pensieri le idee.
Dammi un emozione che sia sogno
da inseguire magari per un giorno
di cielo uguale nel suo grigio piatto
e fenda come un raggio di sole che
indichi meta là dove questo si posa.
Dammi se puoi il tuo spazio deserto
dove io possa piantare l'ultimo seme
perché in te nasca la voglia di amare
quel che delle mie speranze rimane
in tasche piene di polvere rimestata
di giorni ai quali non diedi un senso
fatti di inutili attese di quei domani
mutati in tanti oggi, lapidi bianche
in triste ricordo di infiniti ieri morti
sul fronte delle speranze illuse.

Tragedia annunciata
Sapevamo, peggio ancora è quel dire…
Tragedia annunciata! L'avevo detto!

Sicuri di quel pensare come sentenza
per chi s'avvia, prigioniero della mente
eletta a gelida gabbia con sbarre di follia
verso la morte come d'uscita unica via.

Noi, distanti e inermi a guardar la tragedia
nel suo avvicinarsi tra infiniti richiami
incerti solo di tempi e di modi in cui ella
calerà la scure sull'altrui disperazione.

Chineremo il capo sconfitti e in colpa
per le disperate urla di chi al folle fu caro
elargendo frasi e lacrime di circostanza.

Per un momento ci sentiremo umani
anche nel dolore che infine ci pervade
davanti a chi raccoglie la muta spoglia
di una vita senza più alito e presenza.

Torneremo ad essere statue di marmo
erose dal tempo, con mutilate braccia
occhi senza luce nelle orbite disegnati
guarderemo inerti passare il condannato
del quale voce di tormenti inascoltati
rimarranno mentre il rumore sinistro
di catene di follia scioglierà le sue note

Alla fine ripeteremo la solita sentenza…
tragedia annunciata! L'avevo detto!
Ennesimo suicidio che mai sarà perdonato
della nostra umana e misera coscienza.

Finalmente in pace !
Avete preso tutto quel che volevate
senza chiedermi nulla, tutto dovuto.
lasciandovi fare, in colpevole silenzio
vi ho permesso di camminare in me
nei miei pensieri e sporcare l'anima
con la quale vestivo ogni mio amare.
Mi avete lasciato solo la stanchezza
e un abito di festa ormai consunto.
Non ho tramonti di poeta da vivere
non ho in amore albe da attendere.
non ho notti e letti più da riempire
Chiuso è il libro dei conti in passivo
fui di me un pessimo amministratore
per quel mio sciocco concedere sempre.
Stringo il tempo restante che intorno
a me ghignando a sua volta si stringe
narro a me stesso gli sbagli commessi
cantando canzoni dei giorni vissuti
ad ognuna un nome di donna abbinato
melodia e memoria di un amore sfiorito.
non mi alzerò per un nuovo richiamo
per nuove storie il tempo è scaduto
ormai di loro conosco trama e finale.
Amo la vita che dolce ancora mi parla
la guardo come mai prima la guardai
l'ascolto senza temerne il messaggio
conosco di lei la trama e il triste finale
Son morto tante volte cadendo in amore
tante volte ho risalito in pianto la china
non saranno le sue spalle in saluto voltate
a darmi più dolore di quel che m'avete
lasciato predando il mio tempo migliore

Il volo di una rondine
Un'immagine stretta tra le braccia
troppo poco quel che di lui ti resta.
Immenso come l'amore il tormento
che accompagnerà la tua vuota vita
in una eco di voce ormai spenta.
Toppo piccole le tue tremanti braccia
per contenere quell'immane dolore
immerso nel pianto che mai cesserà.
Nei tuoi nuovi silenzi camminerai
sorda alla vita che intorno prosegue
nulla ti chiede perché tu hai già dato.
Camminerai in quell'assurdo pensiero
di un viaggio con lui nel tempo a ritroso
per mano tenuto tra ginocchia ferite
calzoni strappati e rimproveri gridati.
Riportarlo poi nel tuo grembo smagrito
ridargli del mondo la luce sorridendo
stremata al suono del suo primo vagito.
Stringerlo a te come l'unico amore
Dire "è mio" al mondo che lo attende
per farne sua preda .
Tornerai nell'assurdo pensiero rondine
di una primavera breve e gioiosa quando
al nido da lui tornavi e sul suo sorriso
incantata ti soffermavi prima del seno
che nel cuore di piccole labbra posavi
Ti risveglierai ogni volta come rondine
a morte ferita che su fredda terra s'avvita.
Volgerai gli occhi a quel cielo lontano
cercando il suo volto e un colpo d'ala
che a lui ti conduca per un volo infinito
tenendolo ancora per mano.

Tirare avanti
Tirare avanti, motto di povera gente
che trascina il vivere d'ogni giorno
su un calendario di incerto infinito.
Tirare avanti con il peso del niente
che mai cadrà da quelle spalle che
il tempo curverà fino all' estremo
Tirare avanti, motto di chi trascina
amori da solo, sordo a quegli addii
aculei fatti di silenzi e indifferenze
tra due corpi vicini e anime distanti.
Lontani sono i giorni che sapevano
di primavere gravide di progetti ma
partorirono freddi e precoci inverni.
Tirare avanti, sempre e comunque
in nome di una speranza anche vana
che sia respiro pur fatto di illusioni.
Tirare avanti per non sentire il pianto
di chi alla porta accanto l'avverso fato
ha bussato senza riguardo e rispetto
lasciando doloroso messaggio di morte.
Tirare avanti, è il motto di quanti virtù
hanno fatto della propria rassegnazione
in nome di un dio che non ha mai parlato.
Che sia di quel dio il volere appagato
mai di chi del suo verbo si fece padrone.
tirare avanti, unione di albe a tramonti
in quel giro di giostra che di tutti è la vita
e sconosciuta la campana del giro finito.

Ancora insieme
I tuoi occhi carichi di passato
che ancora illuminano il mio
fragile e ingannevole presente
e in loro cerco i miei ricordi che
in loro gelosamente conservi.
Non esiste per noi la perfezione
che scorra come sangue di noia
nelle vene gonfie del nostro vivere
e avvelenato di monotonia uccida
giorno dopo giorno di silenzio e
distacco, ognuno perso in se stesso.
Siamo la guerra sempre in agguato
la pace che sorride e ci stringe
l'oblio di ogni rancore e dispetto.
Il nostro oggi mai uguale nel gioco
è la somma mai tirata del nostro
passato vissuto e sofferto con pause
di gioia e atroci silenzi improvvisi.
In quei momenti di abisso eravamo
angeli l'uno dell'altro in soccorso
nell'alternarsi dei nostri dolori.
Dirsi ti amo per noi non ha senso
l'eco del primo ancor non s'è spento
quando nel cielo fu un unico grido
su quella solitaria spiaggia, davanti
ad un tramonto che mai sarebbe stato
se prima il sole non l'avesse sentito.

L'orgoglio dell'oceano
Oceano che di silenzio è l'orgoglio
navigare si lascia dall'uomo che
sfida presuntuosa alla sua forza
il guanto getta.
Sopra di lui volano giganti d'acciaio
rispetta il volo di quelle ali fallibili.
Ma quando in lui si precipita egli
silenzioso tutto accoglie e ricopre.
Nulla ridona se non per suo volere
inerme e debole l'uomo fa sentire.
S'accorge l'uomo di quella forza
non gridata ma che attanaglia e vince
Il sapere e la scienza che tutto spiega.
Orrendo è il mare per l'umana mente
Quando impietoso di se parla con grido
di tempeste, alte e travolgenti onde
impietoso trascina in oscurità profonde
la nostra atavica cultura della morte che
nelle compiante spoglie a lui reclamate
affidiamo il continuo della nostra vita.
Quel non ridare spezza il filo di eterno
oltre la morte come istmo che collega
la realtà al mistero da sempre temuto.

Arriva la notte
Arriva la notte,quella senza stelle
da inseguire o da contare
Tutta da ricominciare la vita spesa
nel giorno scippato dal tempo.
Eri uscito con un sorriso da spendere
e torni col resto di una lacrima che
tintinna nel cuore facendo rumore.
Hai comprato illusioni al mercato
del niente da mercanti di anime
sempre affollato
Arriva la notte, quella senza lune
alle quali parlare come lupo che ulula
e i pensieri sgualciti, buttati come
abiti su una sedia prima del sonno
odorano di solitudine e inutilità
Domani altri e puliti ne indosserai
uscirai per vendere i tuoi sogni
e comprare illusioni al mercato
del niente da mercanti di anime
sempre affollato
Arriva la notte che dolorosamente
cancella le delusioni del giorno
e alla fine ti consegnerà all'alba
di un giorno nuovo tutto da vivere
da soffrire, uguale a quelli passati
uguale a quelli che poi verranno
con un sorriso da spendere, un sogno
da vendere di speranza guarnito
che nessuno comprerà.

Era già tutto scritto
Tra noi era già tutto scritto
sapevo che alla fine sconfitto
sarei nella penombra tornato.
Nessuna zingara o indovino
per me che già tutto sapevo
del tuo dubbio costantemente
in agguato che dilaniò le carni
di un amore che lento cresceva
e che non vide mai il giorno.
Preda dei tuoi irridenti spettri
costruisti la fine sua prematura .
A me resta soltanto il piangerlo
nei momenti che solo mi colgono
a mezz'altezza tra terra e cielo
Incerto tra il nuovo passo e il volo.
Torno così nell'ombra di un ulivo
che aspettava e di noi già sapeva
Tra le sue fronde lasciai i pensieri
adesso me li rende e li trovo più miei
Non rimpiango te ma l'amore si
lui era mio e tu eri solo un vento
al quale nuove ali dispiegai.
Non resta più nulla del breve tempo
a te resta la certezza del mio esserci
quando di amore sentivi il bisogno
per fuggire da quelle antiche pene
che del tuo vivere furon tormento.

Vorrei essere un angelo

( chiedo scusa se ho lasciato il mio cuore
aperto al vento del dolore che confonde
e libera solo parole in disordine, qualcuno
capirà
)

In questo momento vorrei
essere vicino al tuo letto.
Vorrei essere un angelo
che non porti la morte.
Vorrei sfiorare il tuo corpo
avvolgerlo di quiete e tepore
che per pochi attimi di vita
ridoni a te un sorriso smarrito.
Avvolgerti vorrei di soffusa luce
perché più dolce ti sia scendere
nel sonno che sospiro d'addio
precede.
Vorrei vestire di luce il dolore
di chi per te di amore si vestì
perché meno buio sia il dopo
che immane schianterà i cuori.
Vorrei essere un angelo
che tenga la tua mano quando
nel debole serrare saluterai la vita
e lasciarla quando all'eternità
ti mostrerai finalmente libera
di quella sofferenza che madre
fu dei tuoi versi più struggenti
in loro vive la tua anima immortale

Improvviso ritorna
Profumo di mare che impensabile
torna e sale le nari pronte e avide
di quel piacere da poco perduto.
Giunge sorvolando illeso gli odori
di questa città che mostro in risveglio
cancella col suo sbraitare di bolgia
il recente ricordo ancora presente
sulla tua pelle scura e fragrante.
I tuoi occhi color di mare cercano
dalla terrazza l'orizzonte svanito
e più forte respiri per trattenere
il ricordo di onde che lente la riva
carezzavano sfiorando i tuoi piedi.
Quel profumo breve e improvviso
è richiamo ad un sogno in vero vissuto
fatto di voci straniere, di corpi bruniti
di sabbia chiara e di oli spalmati.
Venditori di colori e inutilità cinesi
marciando ancora come fuggiaschi
vivevano la stagione dei colori accesi.
Quel profumo improvviso come onda
tutto riporta, anche un amore mai nato
che fu gioco di mente in età matura
solo a quel mare cedesti il tuo corpo
schiavo da sempre in un rito d'estate.

In una donna
Cerco in una donna quei punti
di mistero profondo che figlia
dello stesso la rendano
Cerco in lei l'innata dolcezza,
la determinata forza di occhi
che penetrando scrutino il cuore
senza ferirne il segreto pensiero
Cerco nel suo incedere la maestosità
del portamento che parli della sua
grazia e della sua fierezza d'esser
donna fragile e sicura.
Cerco nella sua voce le dolci note
di un canto fatto di parole attese
per essere della mia mente respiro.
Cerco nelle sue mani il gesto lieve
e nel vuoto disegni volo di farfalla
che dia del suo animo la leggerezza.
Mani che poi nelle mie si posino,
preludio in sinfonia di passione.
Cerco di quelle mani la loro forza
come simbolo di eterno possesso.
Cerco in una donna la parte che io
non sono e che di me opposta sia
per non divenire noioso e mortale
ritratto di un io in specchio riflesso

Dimmi se è amore
Dimmi se è amore quel sentirsi soli
quando la sera ci sorprende in resa
con una spina nel cuore per un giorno
svanito senza storia di noi.

Sentirsi soli e cercare nella mente
le ultime parole e l'ultimo sospiro
in scaglie di tempo al mondo rubato,
in bilico tra la realtà e il sogno proibito.

Dimmi se è ancora amore quel cedere
alla malinconia di un cielo che fermo
mi guarda e con occhi di stelle chiede
nel silenzio tu dove sei.

Beffardo destino che due volte mi uccide
negando la mia mente a chi è ignaro di noi
a te ruba le carezze di mani che ti cercano,
le braccia che come manto su te non avrai

Dimmi se è amore quel sentirmi in colpa
per quel non esserti accanto come vorrei
mentre lacrime ricadono sul loro nascere
e negano il mio "ti amo" al cielo che ascolta.

Lascerò
Lascerò sul tavolo le chiavi
della mia casa ormai inutili,
altra dimora avrò da domani
Lascerò i miei occhiali perché
vedrò con nuova luce e di eterna
luce essi vivranno.
Poserò sul tavolo i miei documenti,
chi mi aspetta già tutto sa di me,
ancor prima del mio lontano vagito.
Lascerò un silenzio nel quale
potrete rifugiare i vostri pensieri
quando saranno stanchi e tristi.
Lascerò a voi i miei sbagli perchè
d'aiuto siano più dei consigli che
nel giusto momento non seppi darvi.
Lascerò a voi un vuoto da colmare,
profondità scavata nel mio tempo
da perché irrisolti, da dubbi che
come ceppi incatenarono nella vita
il mio umano e incerto cammino.
Lascerò un sorriso se mi sarà data
dignitosa forza e un'idea storpia
alla quale darete un nuovo passo
con gambe agili di quel vostro volere
che io non ebbi o non cercai mai,
l'idea di un mondo che fame più
non conosca di cibo e certezze,
che di verità sia sazio e più di me
abbia voce e gridi il negarsi all'odio
figlio degenere dei falsi ideali.
Lascerò a voi il pesante fardello,
quello di essere uomini veri,
come io non fui per mia colpa
o per sapiente inganno del destino.

In quei momenti
In quei momenti ti chiedi
Se mai è stato vero amore,
se quanto insieme costruito
è mai esistito veramente
se è un gioco della tua mente
e nella sua c'è solo un deserto
di sabbia fatta di rancore sopito.
In quei momenti ti chiedi se
mai lei in cuor suo t' ha amato,
se le parole dette nel tempo
non siano state acqua di fiume
che persa va nel mare dell'oblio.
A lei chiedi se mai ti ha amato
e ti perdi in infinite sue risposte,
quelle più accettabili e quelle
che mai vorresti sentirti dare.
In quei momenti e solo in quelli
raccogli la testa tra le mani,
gli occhi a guardar nel vuoto
e la cerchi tra frammenti di vita
dispersa nelle frasi taglienti.
La cerchi nei ricordi di quella vita
insieme percorsa in illusioni
sospese tra sorrisi e pianti.
In quei momenti di rancore
tutto è per sempre perduto.
Poi pace torna e in quei momenti
ti accorgi che un po' di te
non è tornato.

Il vincitore
Complimenti! Adesso il mondo è tuo
Sali in cima a vette di vita solo sognate,
solchi mari ignoti agli occhi tuoi di prima,
su isole in atolli da poster posi i tuoi piedi
che si stancavano su quelle strade intasate
di quotidianità omicida in illusioni sciolte
dietro un orologio che aveva sempre fretta
quando il tempo non ti bastava mai.
Ora tutto puoi dopo il più atteso dei baci.
Ora il mondo è tuo, pronto per esser preso
e magari dopo gettato in un angolo di noia.
Altra dimensione da vivere in realtà di fiaba,
quella che non hai mai ascoltato in povertà
perenne ospite con il suo carico di pensieri.
Ma la fiaba alla fine si conclude in ricchezza
e inutilità, derubata dei sogni da rincorre che
Ogni mattina ti riempivano la mente.
Sei il vincitore,tutto ti apparterrà se lo vorrai
anche la solitudine che su quelle cime troverai.
Ti sveglierai la mattina con l'orologio fermo
su quel tempo che sembrerà non passare mai
immerso tra le cose che sempre sognato hai,
ti accorgerai che non erano poi così importanti.
Hai dato a tutti quelli che ti hanno corteggiato
confusi in ombre tra adulatori e amici sinceri.
Cercherai quelle cose che perse per sempre
credevi e che perse non lo sono state mai.
Cercherai le voci e le parole di chi ti amò
e basterà tendere l'orecchio per risentirle.
Ricaricherai l'orologio per ascoltare il tempo
di nuove attese da respirare e che restino
solo attese da inseguire il giorno dopo.

Un bacio
Un bacio è quanto io posso darti
per evitare inutili parole che perse
andrebbero in altre già dette.
Un bacio perché di me rimanga
il sapore accennato di passioni
che attendere il giusto tempo sanno.
Altri baci su di te posati cercheranno
dolcezze nascoste,audaci promesse.
Un bacio è quanto io posso darti
per placare il tuo perenne dubbio,
quello stesso dubbio che corrode
il cuore,toglie respiro all'amore
agita come vento tagliente in lame
accecanti la solitudine del tuo giorno
quando solo il pensiero ci unisce.
Un bacio è quello che posso darti
perché l'anima sulle labbra affiori
e sulle tue si posi parlandoti di me
nella silente attesa di notti sognate.

Giorni uguali e diversi
Giorni uguali e diversi tra loro
quelli che si adagiano sul viso.
Lasciano del loro passare traccia
incancellabile e carica di memorie.
Rassegnato ad un volto che sa di tempo
polveroso e ostile,amaro sorriso
di un nulla che tutto esser poteva.
Esistenza forte di poche certezze
quelle che magari non volevi,
vita rincorsa a cavallo di un sogno,
quello che mai ti portò alla meta.
Giorni diversi nel volto che cambia
e di stanchezza maschera diventa.
Giorni uguali nel loro ripetersi
come monotoni rintocchi di campana,
ieri e domani,ieri e domani…
e l'oggi prezioso mai vissuto abbastanza.
In quel continuo ricordo di ieri,
cercando l'orizzonte del domani
perdiamo il nostro esistere vero,
vita vera nell'attimo capito e vissuto
il tempo di un respiro cosciente
di un pensiero veloce…
è questo il mio vivere presente.
Il prima e il dopo non contano niente.

Affacciato alla finestra
Affacciato alla finestra dei miei giorni
guardo passare quelli che rimangono,
che lenti camminano senza pensiero
del domani da raggiungere per poi
stanchi rincorrere quello a venire.

Affacciato alla finestra dei miei giorni
ascolto le voci che si allontanano
ma tra loro non c'è la mia ormai roca,
stanca di essere inascoltata o derisa.
Il mio silenzio sarà il grido più forte
nella pari inutilità di chi sa solo gridare.

Affacciato alla finestra dei miei giorni
guardo il mondo mangiare se stesso
e non essere mai sazio del suo scempio
Guardo passare i falsi Dei marciti dentro
ma accecanti di luci artificiali e suoni
e ognuno di loro ha un verbo da Dio
che gregge stordito ascolta e segue.

Quel Dio che poi all'improvviso muore
irraggiungibile,ormai, diventa immortale
idolatrato da chi un Dio vero non ce l'ha.

Affacciato alla finestra dei miei giorni
vedo la mia fede claudicante che fatica
a raggiunger chi un tempo fu compagno.
Vicino a lei a sorreggerla c'è un uomo,
sono io che più di lei stanco ritorno
dall'inutile viaggio nel nulla senza fine
di questa vita più trovata che ricevuta..

Non aver paura
Riesci a leggere nella mia anima
quella stanchezza di giorni pesanti
attraversati in silenzi di malinconie.

Stringi la mia mano con la paura
di abbandono che sulle tue labbra
affiora con un fremito da baciare
perché perso sia in sorriso di cielo.

Non avremo mai giorni di libertà
da passare insieme tra i nostri baci
agli occhi del mondo su noi aperti
e mai sapremo di che colore sarà
l'alba insieme attesa dopo l'amore.

Offenderanno questo nostro sentimento
col veleno e la cieca rabbia dell'insulto,
incomprensibile è questo nostro amarsi
per chi,cieco,l'amore non ha vissuto mai.

Paghiamo con i nostri timori il prezzo
di un amore nato quando era il tempo
dei frutti da raccogliere ormai maturi
e non delle speranze da seminare.

Ma non mi arrendo al gioco degli Dei
che per noi costruirono strade diverse,
più forte sarò del loro osceno irridere,
per te ho creato ciò che loro anelano,
amore che al tempo sopravviva eterno
e di immutabile splendore resti dopo
che di noi polvere resterà nelle loro mani.

Chiuso in un angolo
Aspetto chiuso in questo angolo
che lame di luce taglino il buio
e accogliere così le bugie del giorno
per erigere su loro i fragili sogni
fingendo di essere e vivere nel vero.

Chiuso in un angolo dalla vita
in rassegnata monotona routine
accecante illusione di felicità,
lascio che questo mondo mi scorra
sopra con muta mia indifferenza
e che i miei pensieri pesanti cadano
non avendo più quelle ali di libertà.

Vivo guardando madri senza braccia
troppo sole per amare i propri figli,
troppo piccole per amori così grandi;
vivo tra le voci di uomini senza faccia
nascoste dietro a maschere uguali.

Io sono tra quelli delle morti bianche,
tra quelli che non lasceranno traccia,
sono tra le menti in un angolo chiuse
perché non salga al cielo la mia voce.

Io sono tra quelle donne stuprate
a mia volta stuprato da una giustizia
che mi toglie la fede e inietta rabbia
lasciandomi con il loro dolore atroce.

Aspetto che il buio ritorni e spoglio
delle mie colpe e delle subìte bugie
mi vesto di notte fresca e sincera,
esco nella vita che non ha sfondi
e sa di storie che nessuno ascolta.

Respiro la sua essenza anche volgare
che non ha la grazia dell'ipocrisia,
ma è li la verità della vita vissuta.

In quel buio è libera la mia mente,
quella che alla monotona routine
per sua libertà più non s'arrende

Tutto in una foto
È tutto li,in quella foto proibita
che guardo quando sento che
mi manca l'aria,il cielo e il volo,
il rumore dei tuoi passi nell'anima
che ancora non capisce che è sola.
È tutto in quel gioco proibito
lucido,nitido e senza bordi…
sembra un poster di malinconia
per quanto immensa appari
nei ricordi che piangono di te.
Avrei bisogno di qualcuno che a me
insegnasse un corso di sopravvivenza
quando ti perdi in quel deserto che è
l'improvvisa solitudine che poi
tanto improvvisa non lo è mai.
Ero io che non sentivo quei segnali
che lasciavo cadere per paura.
È tutto in quella foto dove sorridi
mostrando il tuo seno nudo.
Su quel seno nudo più non poserò
Labbra e silenzi con tocco di mani,
non sentirò il battito del cuore
che confuso era tra amore e passione
nascente.
A quella foto di proibita innocenza
parlo in estasi di follia di un ritorno
che solo la mia anima vede e spera.

Malgrado tutto
Sono qui con te amore senza pace
Ho percorso il viale del tuo dolore.
Sono qui con le mie frasi spezzate
come rami caduti,parti di una storia
mai finita malgrado tutto.
Sono qui con il mio amore sospeso
nel tuo universo che tace di attesa
e aspetta il suono di una nuova voce
che alle stelle del tuo cielo ridia luce
Sarò l'angelo che prende il tuo pianto
quando su di te cadrà impietosa sera
per farne dolce e armoniosa preghiera.
Voleremo via da questa realtà subìta
che sa di vita residua,di ultimi fuochi,
di lampi d'amore fin'ora inseguiti
Voleremo via… malgrado tutto.
Malgrado quei destini che ci divisero
in due fiumi che allo stesso mare vanno.
Amerò i tuoi vuoti oscuri di tormento,
li illuminerò d'amore e abbracci,
in te scaverò a mani nude la montagna
nella quale hai sepolto la tua anima.
vincerò le tue paure e le malinconie
con questo mio amore pieno di errori
che malgrado tutto commetterò.
Dovrò essere il tuo pensiero costante,
essere il tuo sogno nelle notti serene
oppure una presenza in notti bianche,
malgrado tutto esserti accanto…
malgrado questa vita reale e da noi
malgrado tutto.. così distante

Piccola Venere
Dio come è facile perdersi d'amore
in strade sconosciute o dimenticate!
Vorrei mettere in versi queste sensazioni
ma mi sento vuoto e lontano da tutto…
anche da te e ti cerco disperatamente
per sentire vivere ancora la "mia" poesia
nella quale come in un mare si riversa
il fiume di tutto ciò che sono dentro.
Dio come è difficile questo sentiero!
Sono tornato laggiù e sembra di vederti,
vorrei parlarti ma il tuo volto è triste
come la sera che docile scende su di noi.
Qui c'è ancora luce mentre lì sembra già
un cielo che si spegne e lascia il posto
ai lampioni di quei viali dove io ero,
da dove la vita segnata mi ha rapito.
Stanco del viaggio tra sogno e realtà
mi chiedo se ci sei,se sei andata via stanca
dell'attesa di un uomo senza più pace,
smarrito nel suo tempo di esistenza,
se sei stanca di un amore troppo pesante.
Piccola Venere in quale dimensione sei?
Staserà entrerò nel tuo letto anch'io stanco,
cercherò pace tra le tue esili braccia,
nella tua voce che sussurra lieve..ti amo…
E scivolerò così nel sonno che sarà
il sentiero del sogno che mi porti dove
esiste la segreta realtà che voglio per noi.

Apparenze
Vento leggero tra le fronde d'ulivo
porta le tue parole in questa notte.
Volgo il mio sguardo ad oriente,
piena e bianca la luna ancor bassa.
Aspetterò che alta su di me si ponga
per darle il tuo volto e poi guardarla
sciogliendo nel vento poveri pensieri.
Ma quando ormai è su di me taccio,
è solo apparenza quella che vedo.
Tu non sei in quel luminoso inganno,
non come lei brilli di luce riflessa,
tu non nascondi i colori del mondo
come lei fa pensando a se stessa.
È solo apparenza quel buio di sagome
che nel suo chiarore si stagliano.
È solo apparenza il suo salire nella notte.
Tu non hai il suo ingannevole volto,
sei questa terra e questi colori che vivi
appaiono nel vero del sole e del cielo.
Sei nei fiori che amorevolmente curi
come questo nascente amore.
Sei questa terra che và,lei si,ad oriente
e solo ora,con te,sento l'universo
nel quale questa terra lenta si muove.
Si dissolve il falso incanto della luna
al sole che tu incontri e a me regali
in raggi di amore che sanno di eternità

Per sempre così
Ti vorrei così piccola per sempre,
vederti muovere passi svelti
per correre da me,tra le mie braccia,
sentirmi chiamare mentre assorto
seguo parole su uno schermo e tu
con parole abbozzate mi chiedi
di salire su una sedia per giocare.
Mi guardi in attesa del mio sorriso
che è un sì e tu piccola anatroccola
con un sorriso che sa di sole gioisci.
Ma sì! Il mondo può attendere,tu no,
io non posso attendere che tu cresca
lasciando di questo tempo il ricordo
che sarà soltanto mio mentre tu
dimenticherai o non avrai che ombre.
Ti vorrei così piccola per sempre,
mentre a tavola mi scruti e mi imiti
nel gesto per imparare e ti osservi,
quindi mi guardi ancora e sorridi.
Ti vorrei così piccola per sempre,
io e te complici di smorfie e moine.
Io più di te le dolci ire di tua madre,
di tua nonna e di tuo padre subisco
perché accusato sono dei tuoi vizi.
Ma una volta che spalle a noi volgono
di linguaccia sono nostro bersaglio.
Ti vorrei così piccola per sempre,
ma sarei il più cattivo tra i nonni
perché ti negherei il diritto alla vita,
a conoscere del mondo gioie e dolori,
ai tuoi sospiri per gli amori nascenti
alle tue prime lacrime di amor deluso.
Ricorderò io solo questi dolci momenti
ringraziando Dio d'averti avuto accanto

La mia fotografia
Di me ti resta solo una fotografia,
quando ti senti sola e il mondo
ti sembra lontano e impossibile,
quando senti che la vita è un grido
di dolore al cielo che non ascolta,
quando cerchi risposte ai tuoi perché
e il tuo pensare martella la mente…
guardala e sfiorala con le tue dita.
Nel guardarla,tu che puoi,sorridi,
ricordati di me e del breve tempo
in cui l'amore si fermò su di noi.
Troppo grande per me il tuo oceano
da solcare senza temere il naufragio.
Troppo grande per me il tuo cielo
nel quale volare per non temere
l'improvviso e mortale precipitare.
Troppo grande per me la tua terra
da attraversare senza poi smarrirmi.
Troppo grande il tuo modo di amare.
Oggi dico la frase più stupida…
Avrei dovuto…e tu non sai quanto
dolore c'è nel nulla del loro dire.
Nel non volere il tuo male ho ucciso
me stesso infilzandomi nel mio amore.
Avrei dovuto…confine tra quel che ero
e non sono stato e che come fantasma
senza pace cercherò invano in quel nulla
nel quale è giusto io mi consumi.
Guarda la mia foto quando di vivere
senti venir meno il suo palpito
perché io sono ancora lì a sorreggerti
e non sapevo di esserci.

Cieli diversi.
Nuvole nere,basse sui tetti,quasi a sfiorarli,
tuoni lontani seguono lampi verticali.
Presto sarà rumorosa,torrenziale pioggia
che nulla risparmierà nella sua caduta.
In questo cielo e in questo attendere
il mio cielo scuro in esso si confonde.
Dal primo diverso perché non ha rumore,
perché non piange pioggia e non ha vento.
Immobile il mio grigio e pesante cielo,
fermo come il mio tempo che impietoso
mi lega ad un presente che vorrei passato.
È prossima la tempesta che vento solleva,
il tuono è più vicino al bagliore del lampo,
radenti terra impauriti uccelli fuggono.
Io sono qui con il mio pesante cielo muto
in attesa di un sereno che ho smarrito.
Urla il vento,cade la chiassosa pioggia,
buio improvviso squarciato da un bagliore
che in pari istante al rombo si fonde.
Concerto mortale ed unico della natura
mentre l'albero si piega alla terra natia
unica speranza di rialzarsi al sereno poi.
Perché il mio cielo grigio non s'apre?
Perché non devasta il mio animo fermo,
così che io possa tornare a vivere sereno?
Tutto ora tace ed ultime gocce lente cadono,
s'apre il cielo in buchi d'azzurro.
Rondini alte si inseguono in festoso volo
per il rinnovarsi della vita che è tornata.
Solo il mio cielo resta pesante e muto.
mentre fuori la vita di nuovo canta.

La torta di compleanno
Bella,rotonda,bianca di panna ricoperta,
il tuo nome in bella scrittura di cioccolato.
Son tutti intorno a te,parenti e pochi amici,
al tuo nome inneggiano con frasi augurali.
Avidi,golosi s'avventano su tanta dolcezza.
Ad ognuno dai la giusta porzione di te,
qualcuno più furbo da te ancora pretende
ed ecco dilaniata la candida copertura
Il tuo nome cancellato da domani ignorato.
Sul piatto argentato poche briciole restano,
altri ancora colano da labbra che la lingua frena.
Finita la festa solo ti ritrovi con la candela
la cui timida fiamma per poco ha brillato.
Tutto hanno preso senza riguardo o pena,
spariti nel nulla senza un grazie sussurrato.

Ad un passo da te
Mi sono fermato prima di sapere,
ascoltando i miei errori passati,
nello specchio del tempo il volto
di quel che fui e di quel che sono,
immagine stanca che più non vola.
Mi sono fermato prima che il male
potesse uccidere chi indifesa ama.
Mi sono fermato per non morire
di dubbi,tormenti e menzogne
che più non m'appartengono.
Tu non capirai l'immenso amore
che in un solo attimo ti ho dato
fermandomi ad un passo da te,
dal tuo mondo pieno di dolci colori,
da quell'azzurro cielo in cui voli
e che tanto ti si addice e di te è luce.
Poteva essere tutto e forse niente.
Ti ho ridato le ali che per me creasti,
ad un vero e sicuro amore le darai
e di me non serberai la sofferenza,
parlerai di me come di un attimo
senza respiro e sospirerai con lui.
Il tempo cancellerà il mio volto
e quello sguardo un po' triste.
Anche il non far male è amore,
ricordalo.

Vorrei e ancora vorrei
Sotto questo grigio e pesante cielo
di convenzioni e leggi non scritte,
camminiamo su naturali sentieri
tracciati dai passi del nostro vivere.
Vorrei percorrere nuova via con te
amore che al bordo erboso assisa,
aspetti nel dolore il mio passaggio.
Vorrei percorrere quel nuovo solco
che ci conduca sulla riva di quel mare
dove ti vidi carezzata dal vento mite
che della mia mano prese il posto.
Vorrei dirti che è nato un amore
che ha fame del tuo seno.
Vorrei e ancora vorrei mille cose
da donarti per non vedere il tuo volto
rigato di pianto e d'abbandono.
Vorrei dirti che sono tuo anche di notte,
mentre accanto a lui fingi il sonno.
Vorrei e ancora vorrei dirti ti amo,
una volta e per sempre perché l'eco
porti queste due parole per il mondo.
Ma non posso, posso solo sussurrarlo
perché il mondo non mi metta catene
di ipocriti dogmi e mi neghi l'amare..
Solo questo posso darti ma è tutto
quello che ho per non morire di te

Mille domande per te
A che ti serve un uomo senza volto,
senza più un anima che ha perduto
nel gioco d'azzardo con l'amore?
Avrai accanto la miseria del mondo
in unica figura che trascina i giorni
che più non conta come mesi,anni
ma solo come rintocchi di minuti.
Meriti così poco tu che d'amore vivi?
Sarò solo un infinito freddo dolore
con il mio nulla che è tagliente lama
per quel tuo sentimento indifeso.
Con cosa pagherei la tua presenza
in queste stanze vuote,chiuse e buie
dove nemmeno l'eco del passato
s'appresta per timore di morire?
Quale triste figura cingi di sorriso
e adorni di collane fatte di pensieri
senza eguali che peso si fanno
sull'esile lealtà che ancora serbo
come stemma di caduta nobiltà?
È l'amore una perenne domanda
per chi di lui non ha più ricordo.
In te, che da sempre ami, infinite
risposte da cogliere come fiori.

Nuovo respiro
È incerto il mio passo ma tu capirai,
è fermo il mio sentire amore nuovo,
ma tu saprai parlarmi se ami davvero
e non sarò solo cavia del tuo orgoglio
di donna che dolore pari al suo vuole.
Sono qui davanti a te con mani vuote,
vestito di dubbi e domande sospese.
Sei quel nuovo respiro inaspettato che
forse volevo ma che ora temo.
Ascolto e guardo avvolto di silenzio
quel mare calmo che sussurra richiami
antichi all'anima che più non si torce
come ferro incandescente di passioni.
Respiro ora quel vento leggero che spira
al tramonto e porta il tuo ignoto profumo,
essenza di nuova e dolce speranza.
Per me dipingi di mille infuocati colori
perché stupendo sia quel cielo infinito
prima che si spenga nel buio di una notte
insonne piena di ansie da vivere o soffrire,
a domandarmi se il cuore è ancora forte
per reggere emozioni o nuove sconfitte,
se è disposto ancora all'ennesimo morire.

Tutto il male possibile
Ti auguro d'essere più infelice di me,
se mai sarà possibile che ciò avvenga.
Ti auguro di camminare sotto il cielo
grigio della mia tristezza senza senso,
di bagnarti della pioggia del mio pianto.
Ti auguro di incontrare amori dolorosi
più del mio che stupido ancora ti cerca
e che ti lascino sul ciglio di una strada
che volevi percorrere insieme a loro.
Ti auguro il freddo delle notti stellate
dove ogni stella gridi forte il mio nome
e alla mente ti riporti il caldo del mio corpo.
Ti auguro di guardare negli occhi il volto
gelido che ha un addio, che somigli al tuo
e di specchiarti in loro urlando il tuo no.
Non preoccuparti amore,morire è un attimo
la nostalgia è la pesante eternità del poi.
Per quell'amore che per te ancora provo,
ti auguro di restare sempre come ora sei,
per altri amori che verranno non soffrirai
perché il dolore tu non l'hai provato mai.
Se un giorno soffrirai ritroverai la strada
per tornare da me che già ti aspetto.

Amore fatto di vento
Sono le mie parole,i miei pensieri
che come calici di cristallo cadono
ed è breve musica il loro infrangersi,
mille frammenti di una festa conclusa.
Sono le parole che un dì ti stordirono,
quelle in cui volevi sentire il tuo vivere,
quelle che accendevano il tuo ridere
per dimenticare quelle paure nelle quali
ti avvolgevi con l'ansia dei tuoi perché.
Sono i miei pensieri,quelli che come
poesie ripetevi quando perso sembravo
dal tuo orizzonte e temevi per sempre,
pronta a rammentami che quell'amore
l'avevo creato perché fosse soltanto tuo.
Non fu difficile per me creare amore,
d'amore vivevo come mercante del cuore
che mostrava le cose più belle che aveva.
Dell'amore ti mostrai tutti i suoi colori,
prendesti per te i più luminosi che avevo.
Uscisti piano dai tuoi giorni grigi e vuoti,
fu festa ogni nostro giorno con ogni cielo
sopra a noi incuranti del sole e la pioggia.
Non mi bruciò il sole quando non ti trovai,
non mi bagnò la pioggia quando ti cercai.
Non avevo capito che eri fatta di vento
che s'alza improvviso e tutto sconvolge
per poi spegnersi e lasciare a terra foglie
di breve nostalgia,quella che raccolsi .
Tornai ad essere dell'amore il mercante
offrendo i suoi colori in cambio di niente.

Cantammo insieme
Lo sento ancora quel suono di onde
sulle quali ritmavi canzoni inventate,
le parole mai scritte e poi dimenticate.
Canzoni di un giorno perché fosse vivo
lo stare insieme e non monotono refrain
che alla fine distrutto ci avrebbe di noia.
Cantammo altre canzoni cercando ritmi
nel suono delle foglie scosse dal vento,
nelle notti bianche di un'estate calante.
Creammo altre canzoni irridenti sulle note
di gocce di pioggia d'autunno pesanti.
Era musica quell'amore senza orizzonti,
senza futuro che viveva di solo presente.
Era leggero e inafferrabile perché catene
di promesse non voleva il peso stancante
Non provammo dolore quando finì il canto,
quando cessò il concerto delle emozioni .
Te ne andasti via cantando la tua canzone
d'addio sorridendo come la prima volta
ed io di lei divenni l'eco che lenta si spense.

Fermarsi
Voglio cercare un posto dove riposare
e dare respiro ai miei pensieri stanchi
che a fatica cercano di starmi accanto.
Voglio un tempo per disfare la valigia
sempre più pesante dei miei tormenti,
renderla leggera per riprendere il passo
ora che la salita si fa più irta e dura.
Non ho più voglia di sentire il cuore
che invoca amore e per mano mi porti
verso quell'ansia di dare senza chiedere,
voglio un ritratto di dolore che al mio
somigli per capire quanto grande sia stato
quello che ho pagato ad ogni storia.
Voglio lasciare liberi questi i miei occhi
ormai senza luce che vagano nel vuoto
stanchi di posarsi in altri che chiedono.
Vorrei occhi che guardassero il mio silenzio
e scivolassero nei miei senza farmi più male.
Sono stanco di portare nel cuore il peso
di dolorosi amori che hanno rubato l'anima
lasciandola in strade buie e senza uscita.
Ogni volta l'ho riportata a me chiedendole
perdono e curando le sue ferite.
Lei ora mi segue stanca come il suo padrone,
sorride di tristezza al nostro passato.
Mi chiede quanto lunga ancora sia la via
che alla fine ci dividerà tra vita e morte.

Non potrai
Non potrai chiudermi in un angolo,
scacciarmi dal tuo esistere e andare
da sola per quella strada che finisce
nella nebbia dell'ignoto eterno domani
Non potrai prendere di me i gesti,
le parole,i sorrisi,il sudato corpo che
al tuo si unì tra silenzi e grida d'amore
in una stanza sul mare dove il tempo
era eternità e noi frammenti di universo.
Non potrai,amore mio,non potrai di me
giocarti fuggendo dai giorni inventati
da noi per sfidare la vita che restava,
la gente che di noi l'amore invidiava.
Se fu per amore lo stringersi le mani
che disperate nell'altre amore cercavano,
sarà per amore l'ultima stretta quando
di te la mano dalla mia scivolerà stanca
di una vita lastricata di dolori e offese
Non potrai amore mio negarmi il diritto
di baciare i tuoi occhi socchiusi,parlarti
di noi e della nostra povera felicità rubata
mentre lentamente scivoli nell'oblio
e nel faticoso ricordo sorriderai di noi.
Se tuo fu il diritto di essere amata,
mio fu quello di prendere tutto di te,
anche il dolore che mi regalerai quando
il nostro tempo sarà un pendolo fermo,
un ora,una data nel calendario del cuore.
In quella stanza sul mare qualcuno
sentirà i nostri sussurri,i nostri gemiti
e sarà ancora amore tra noi perché
non ti lascerò andar via da sola,perché
sarà ancora mio quell'amore dal quale
scacciarmi vorresti.

Alla vita
Che straordinario senso ha la nostra vita
Quando ci accorgiamo della sua fragile
bellezza e per un attimo si lascia guardare
e immobile resta nei respiri della natura
come se nel cielo fosse muta e sospesa.
Derisa e offesa fugge e ci lascia vuoti
e inutili con le sue lacrime di silenzio
versate sui nostri giorni perduti,di nulla
riempiti in vana attesa di vita migliore.
Che straordinario strumento è la mente
quando riesce,con pochi pensieri,a dire
all'universo che ascolta quanto sia bella
la vita nel suo ridente offrirsi e a noi chiede
solo d'essere capita,amata come creatura
che mai sarà perfetta .
Che straordinario momento irripetibile è
sentirla tra le mani e tenerla a sé con amore
sapendo che è l'unica cosa che amare valga.
Che straordinario uomo è colui che accanto
la tiene e da lei si lascia guidare per la via
peraltro segnata.
Vestirla di sensi cercati e voluti,renderla degna
d'essere a pieno vissuta perché al calar della sera
d'essere stata tua e di te che l'hai amata sia fiera.

Otto Maggio
Ancora qui,ancora noi,ancora...
Voltarsi indietro una volta ancora,
come sempre ricordare i nostri passi
che hanno percorso i giorni,i mesi,
gli anni della nostra lotta insieme
contro destini avversi che ferite
ci hanno inferto ma mai sconfitto.
Abbiamo lottato anche contro noi stessi
e alla fine vinto con l'unica arma
che tra le mani avevamo...l'amore.
Quell'amore che ancora,a volte muto
a volte soprapensiero,ci accompagna
ora discreto e non più chiassoso.
Caratteri diversi,io e te,che non perirono
di monotonia,che ancora nell'età
che calmi ci vorrebbe pace non hanno.
Mi arrendo sempre alla tua forza di donna,
alla tua tenerezza fatta di gesti inattesi
cedo e depongo le armi.
Tu sorridi aspettando senza chiedere
quelle carezze che ti fanno chiudere
gli occhi e scivolare in dolce oblio.
Trentadue volte sì abbiamo ripetuto
ad ogni otto Maggio che donato ci fu
da questa vita affrontata senza paura,
ognuno dell'altro forza ed unica certezza,
insieme,da soli e lo saremo...ancora
fino a quando non ti stancherai di me,
fino a quando Dio non si stancherà di noi.

Quello che dovrei dirti
Per te che non mi ascolti e non mi vedi
ho messo da parte la mia vuota normalità
fatta di giorni monotoni e senza storia
Per te,quando è l'età dei conti con la vita,
quando di voltarsi indietro l'ora è giunta
ho cancellato i passi del mio cammino
ed ho aperto un libro nuovo da scrivere.
L'ho riempito di sogni e dolci pensieri,
di speranze che come appuntamenti tu
hai mancato lasciandomi solo tra la folla
dei miei dubbi e sulla via dell'incertezza.
Per te che ridi e segui stelle lontane da me
che la più vicina sono al tuo misterioso
pianeta,ho sporcato la mia coscienza
con l'ipocrisia verso colei che di te non sa.
Per te che non sai ascoltare i miei silenzi
ho messo in gioco quel che resta di me.
Dovrei trovare la forza,cancellare la paura
di alzare il tuo volto,affondare negli occhi
tuoi azzurri e ancora illuminati di vita,
chiederti di entrare per sempre o per sempre
restare fuori dal tuo attraente mistero.
Dovrei avere quella forza per non temere
di perdermi in loro ad un tuo no che morte
sarebbe dell'illuso amore in silenzio nutrito.
Dovrei avere la giovanile forza che spinge
gli amori più sofferti a ribellarsi al fato
e dirti che t'ho amato e ancora non smetto
d'amarti odiando la mia povera debolezza
e la meschina quiete nella quale vile mento
al mondo e al cuore che altro sentire nega.
Quello che dovrei dirti lo porto con me
e tu non sai quanto pesante sia l'anima
di chi culla un amore che altro amore cerca.

L'appuntamento
C'è chi ti chiama a torto sorella,
c'è chi,stupido ti cerca e ti adora,
c'è chi,poeta, ti chiama signora,
chi come me dalla mente ti cancella

Io per te non nutro nessuna stima
la tua presenza odiosa non accetto,
fastidio è sentirti respirare vicina
stando ad un passo dal mio letto.

Non perdi la minima occasione
per mostrare il fascino perverso
che in me scenda come attrazione
e a te mi leghi per sempre e perso

Verrà purtroppo il dì dell'incontro,
sarai tu a decidere, stanca dell'attesa,
il modo e lo scenario del confronto
ma è certo che di me non vedrai la resa.

Semmai sarò il tuo fedele sposo
lo sarò con quell'abito che mi resta.
Ti donerò il mio corpo nudo e corroso,
donato avrò alla vita quello della festa.

Il tempo non ci aspetta
Il tempo scorre in fretta,più veloce
dei nostri pensieri sui quali sediamo
e lentamente ci lasciamo portare.
Il tempo scorre in fretta,più veloce
dei nostri occhi che scrutano il domani
ed è già domani al battere delle ciglia.
Il tempo non aspetta il nostro decidere
perché lui ha già deciso per noi .
Il tempo scorre in fretta sui nostri dolori,
sulle nostre storie che finiscono
e lasciano un gusto amaro sulle labbra.
Il tempo non ci aspetta mentre cerchiamo
di sopravvivere al suo scorrere su di noi,
fermando immagini e ricordi nel cuore,
il grido in gola,la parola tra i denti...
fermando su un foglio bianco la vita
che non tornerà,quella che non volevamo,
quella che avremmo voluto ed è rimpianto
il non aver preso ogni tempo dovuto
ad ogni umano passaggio consacrato.
Non fermeremo il tempo che noi illusi
abbiamo chiuso in un cerchio di numeri
e che lui irride segnando i nostri volti,
tingendo le nostre chiome di bianco,
spegnendo il giovane ridere e lasciando
malinconici sorrisi nell'età del declino
quando ogni passaggio è compiuto e
resta il lungo tempo dell'attesa.

Vascello nella tempesta
Ho fatto di tutto per non affondare
imbarcando acqua di mare in tempesta,
spinto verso le aperte tombe di scogliere
grigie come sinistri manieri.
Pezzi di me ora galleggiano tra scogli
eretti come lapidi senza nomi e date.
Raccontano frammenti di storia e vita,
nel costante borbottio ripetono a cantilena
le stesse parole fino a quando improvvisa
un onda nuova quel frammento porterà
a largo e svanirà corroso.
Vascello sicuro e fiero di vele spiegate,
in ogni mare sospinto dai mutevoli venti
del destino ho navigato seguendo le stelle.
Ho solcato il mare dell'indifferenza umana
raccogliendo anime naufraghe lasciate
alla mercè dei vortici che la vita crea
In oceani del male ho fatto scalo in isole
di pace per prendere poi nuove rotte.
Nel mare del dolore che ogni nave solca
Ho chiuso i boccaporti del cuore perché
le immense onde sopra di me passassero
ricucite le vele strappate la rotta ho ripreso.
Solo al mare dell'amore mi sono arreso,
ho lasciato che questo vascello alla deriva
andasse,che i suoi venti le consumate vele
dell'anima tormentata stracciassero.
In quel mare dove gli altri mari si mischiano
e tutt'uno diventano, ho subito i flagellanti
flutti del male,del bene,dell'indifferenza
e della passione che più del sole acceca,
rendendo schiavi senza memoria e orgoglio
chi del dio amore agli acuminati scogli
nel naufragio mortale del cuore si consegna

Amore senza età
Se questo amore non conosce età,
io giocherò con te la mia partita.
Sul tavolo verde della tua giovinezza,
punterò tutto il mio passato di uomo,
il mio quieto e noioso presente.
Sarai il mio dubbio e la mia certezza
dopo il tempo del dolore e del silenzio.
Sarò il tuo capriccio di un momento
fatto di voglia di essere amata fino
a quando il vero amore ti cercherà.
Per te risveglierò quell'amore che
per troppo tempo ho dimenticato
pensando che il suo tempo fosse finito
Sarai il mio immenso dolore urlato
quando il tempo dell'illusione finirà
e di te sentirò il profumo su un cuscino
che stringerò a me senza odiarti.
Sarai,se vuoi, il sole dei miei giorni nuovi ,
quello che quando su di me tramonterà
mi consegnerà alla notte dei rimpianti.
La prima alba dopo di te non mi troverà
ad aspettarla sperando di trovarti accanto.
Tornerò nel crepuscolo lento dell'età mia
conservando il tuo breve e caldo raggio
che avrà dato vita al nostro tempo breve,
alla mia dannata e voluta illusione.

Il mendicante
Tende la mano e in silenzio aspetta,
lo sguardo nel vuoto il passato cerca.
Quel che resta di un uomo è la sua mano,
linea della vita,di testa,del cuore...
è tutta lì racchiusa la sua storia ignota.
Guardo quella mano lunga e scura
di sole e di abbandono,di vita spenta.
Alza gli occhi chiari e velati a chi pone
una moneta nel palmo che lento richiude.
È tutta in quel chiudersi e aprirsi
l'esistenza di un giorno.
Mano che forse prese altra mano e la perse,
mano che ancora cerca la stessa e non sa
che persa è per sempre.
È il tempo che senza ragione si è fermato
nella mente distrutta da ignoto dolore,
non chiede,non grida quel mendicante.
Di ognuno che davanti gli passa è di anima
specchio.
Chi lo ignora perché da se stesso è preso,
chi altrove volge lo sguardo per paura di miseria,
chi si sofferma e la coscienza svuota al prezzo
di una misera moneta e in pace a casa torna.
Chi a lui si china,sorride e la sua mano prende
Forse è quel Dio che di lui si ricorda e che
solo il mendicante in quell'uomo vede.

La morte ti sorprende
La morte ti sorprende sempre,
quando ti sfiora posandosi su chi
fino a un momento prima parlavi
e senza ragione via con se porta.
È voce il suo silenzio che muti lascia
con domande nel dolore sospese.
Ti chiedi se i domani che per chi muore
non verranno saranno attimi di eternità
o il nulla,quello che ognuno teme
Ti chiedi se è ancora lì,vicino a te,
se di te mancanza senta e soffra,
se di te non ha più memoria e viaggia
verso altre mete a te sconosciute.
Tante domande in dolorosi istanti
che al tempo cedono il passo perché
questa è la vita che a te si concede
e lasciarti non vuole e non può.
Ti accorgi che è più triste di un nemico
la morte che di un amico a te caro.
Al primo la morte negò il tuo perdono,
all'amico hai già dato te stesso.
Alla morte in quei momenti chiedi...
Chi sei? Lei ti risponde soltanto...
Aspetta il mio tempo e saprai!
Aspettando quel tempo alla vita ritorni
e di più ami il suo eterno miracolo
al quale ancora appartieni.

Violino antico
Suonava per la via il suo violino antico,
magico strumento reso scuro dal tempo.
Antiche, straniere e struggenti armonie
fluivano nell'anima mia portate dal vento.
Le agili dita sulle tese corde danzavano,
il capo ondeggiante, gli occhi socchiusi,
cercar pareva nella mente melodie
che scese dal cielo i cuori riempivano.
Disegnava nell'aria magiche figure
quell'arco da maestra mano guidato,
viaggiarono ascoltate nel tempo,ballate
in notti dall'odore di tizzone bruciato,
nel profumo di candele in sale fastose,
nel momento di tregua di un povero soldato,
nelle feste gitane sulle vie polverose,
accarezzando il cuore delle novelle spose.
Al tempo sopravvisse quel magico liuto,
simbolo è la musica di arte immortale.
Da quante mani fu suonato,posseduto
e quante mani ancora,dopo l'avranno
Piccolo,grandioso strumento d'armonia,
tra mille mani perpetuerai il tuo viaggio,
è tuo destino suonar di tristezza e allegria
con nuovi padroni dal cuore randagio.
È questo che pagherai come ovvio tributo,
da un uomo sei nato e con lui hai vissuto.
Scivola nell'aria una malinconica sinfonia,
vola lasciando dietro struggente traccia,
si allontana da me cercando un'altra via
oppure un'assolata e solitaria piazza

Il coraggio
Mi domando quanto coraggio c'è
nel nostro dirsi addio e seppellire ciò
che resta di un amore malato e morente
che un giorno accogliemmo fieri di noi.
Quanto coraggio abbiamo nel sapere
che da domani,almeno tu, nuovo volto
e nuovo sorriso in un altro cercherai
per scacciare la solitudine che temi,
mentre io dovrò inventare un'altra vita
Quanto coraggio abbiamo avuto noi
nello sfidare il tempo e il segnato destino
che su di noi ha giocato sporco e barando
ci illuse perfido di un eternità così breve poi.
Mi chiedo quanto coraggio a noi venne meno
per vivere e difendere quell' amore se poi
ci arrendemmo alle nostre meschine bugie,
all'indifferenza che grigi rese i giorni nostri.
Gli donammo una lenta agonia sapendo
che quell'amore offeso stava soffrendo
di solitudine e muto si lasciava morire
con noi due da lui distanti,ognuno per se...
Ad occhi chiusi e in un respiro profondo
cerco ora quel coraggio che mai ho avuto,
raccoglierò quell'amore tra le mie braccia,
lo porterò con me perché compagno sia
dei miei giorni futuri,a lui parlerò di noi
gli dirò accarezzandolo che non fu vano.
Gli parlerò fino a quando in un unico sorriso
ritrovato,stanchi, ci spegneremo insieme.

Ritorno nell'anima
Pareti di stanze vuote e disadorne
dove eco di voci ancor si propaga,
luce che filtra da finestre socchiuse,
rumori di emozioni che restano fuori.

Ora come non mai odo i miei passi
in questo strano silenzio che pare
di esistenza conclusa senza ragione.

È come se il tempo si fosse fermato
dopo esser fuggito verso altra vita,
come se stanco fui di veder me stesso,
la mia ombra sempre uguale.

Accarezzo ora quelle bianche orme
sulle pareti graffiate, tracce di foto,
quadri di paesaggi vissuti, immagini
disperse di poesia che a fatica ricordo.

Bianco disegno di un mobile antico,
lì c'era il mio cuore,rifugio segreto
dei miei pensieri che lasciai e persi
lasciandoli morire d'abbandono

Colori sbiaditi di un tempo sereno,
per sempre perduto ed ora rimpianto,
rimorso per non aver capito e preso
quel che quel tempo mi aveva donato.

Vedo ora la mia ombra farsi più lunga
nel sole che impietoso su di me tramonta,
sfioro invano quel che non è più,scorre
piatta e senza pieghe sulle pareti vuote.

Esco tristemente da quella casa antica
che fu l'anima mia più bella.
l'ombra mia si contorce in giochi deformi
prima di darsi alla notte che rapida avanza.

Mi troverà in quest'anima di dolore colma,
piena di illusioni e di colpe che sono crepe,
piena di pesanti incertezze senza luce.

Sentirti nel vento
Ovunque io andrò avrò con me
la tua voce,il tuo volto,i tuoi occhi.
Il vento ti porterà a me,ovunque tu sia,
ovunque io sarò.
Non basteranno distanze e frontiere
per fermare quell'amore che non vuole
morire di altri amori.
Non basteranno nuovi volti e sorrisi
per cancellare il tuo volto,il tuo sorriso.
Quel vento che da tempo mi segue
mi parla di te,mai stanco a me ti porta
ogni volta che da falsi amori ferito
mi rialzo deluso e ti chiamo.
Quanti amori col tuo nome chiamai
e il vento come nebbie disperse
Sei nel vento dei tramonti,nelle brezze
di mare dove sei nata,sei fatta di vento
che tutto pulisce e nuda l'anima lascia
perché di amore vero si vesta.
È nel vento il tuo nome,il tuo profumo,
il mio cercarti perenne, il nostro volersi
ancora.
Furono vento i giorni con te vissuti,
tormentati e intensi ma d'amore gonfi
come vele che cercano il largo del mare.
È tua la carezza che il vento per gioco
posa tra i miei capelli e li scompiglia,
gioco che ridendo facevi per esser presa.
Il vento mi porta quel tuo ridere e il silenzio
di un bacio che fine a quel gioco poneva.

Le ali di un angelo
Avevo scolpito una statua di dolore,
freddo come quel marmo il mio cuore.
Solo pensieri e interminabili silenzi,
notti di luna senza poesia e dolcezza,
stelle che schegge di felicità sembravano.
Frammenti di una sola stella distrutta.
Davanti a lei passai i giorni e gli anni,
lucida di lacrime su di lei versate.
Dal buio dei pensieri spuntò un angelo,
con le sue ali l'anima mia avvolse,
a se la strinse e la portò in volo,a lei
mostrò un cielo dimenticato da tempo.
Restarti accanto,disse, voglio per sempre.
Mai è per sempre,guardati intorno.
Volerai lontano al primo alito di vento
Che avverso soffierà su di noi.
-Se è questo che temi apri il tuo cuore-
Tagliò le sue ali e le pose ai miei piedi.

Il ritorno del sole
Da troppo tempo aspettavo quel ritorno,
al silenzio delle sensazioni ha posto fine,
ad un concerto di nuova vita ha dato inizio.
Aspettavo quel caldo abbraccio come di chi
troppo tempo è stato lontano da chi l'ama.
Posa il suo raggio sul fasciame di una barca
sull'arenile adagiata come animale che dorme.
Lentamente nell'aria si spande il profumo
del legno dal mare corroso,del ferro di scalmo
di salsedine adorno.
È il profumo del sole che il mare risveglia.
Nell'ora più alta dei panni stesi a lui offerti
come saluto,libera il profumo di pulito,
libera dalla finestra aperta l'odor di cucina
che il desinare prossimo annuncia.
Posa il suo raggio sul prato e dell'erba,
di questa torni a respirar l'essenza.
Si posa sui miei occhi chiusi d'amante
che della sua carezza gode e la sua forza sfida.
Si posa lieve sulla pelle di lei ed il profumo
di questa respiro senza guardarla.
Tutto intorno è dolce calma e di parlar piano
hai voglia per non turbare quel primo incanto.
Meraviglioso giorno per tornare alla vita,
giorno ideale per salutar la stessa con un addio
scritto nel sole con un suo raggio.

Notte strana
Sono alla fine del secondo pacchetto,
e forse ne fumerò altre ancora
in questa notte strana che di me
non ne vuole sapere.
Vorrei viaggiare nei sogni che
mi vedono vittima e carnefice,
coraggioso e impaurito.
Questa è una notte strana amica mia,
silenzio ideale per nuova poesia,
pensare a te che lontana mi pensi
e mi scacci.
Pensiero leggero e ingombrante,
essenza di incertezza per te
Notte strana che non vuole essere
ne madre ne culla
Sono fuori dal mondo che aspetto
ogni sera per fermare la morte
che ogni giorno mi entra negli occhi,
nelle orecchie che ha voce di donna,
pianto di bambino, disperazione
di uomini senza patria,senza lavoro.
Maledetta notte che mi ha chiuso fuori
negandomi il suo onirico abbraccio
Dorme il mio cane sulla poltrona,
ha il muso sereno di chi di una carezza
gioisce,sogna le corse sui prati
chissà se il tuo lume ha smesso di brillare,
se anche tu hai cominciato a sognare
notte strana la mia,dormi tu ,dorme
il mio cane...svegli restiamo io e ...
questa notte infame.

Uomo inutile
Se nulla ho da dire, nulla ho da chiedere,
nulla ho da dare....sarò amore negato.
Se non saprò dare forza al mio pensiero,
farlo diventare grido in un coro di grida,
sarò inutile voce che a se stesso parla.
Se mi chiuderò nel giardino incantato,
fatto di versi che solo io riesco a sentire,
mi nutrirò di me stesso in un mondo
che ha sete di giustizia,fame di verità,
che è stanco di morire senza ragione
semmai di morire ragione vi sia,
sarò albero dai frutti a terra caduti
Sarò morto senza saperlo se lascerò
che la mia coscienza sia arenile dove
impronte di dolore cancellate vengano
da onda di calcolata indifferenza.
Sarò un offesa al creato se incapace
sarò di amare,capire,parlare e far mio
ogni attimo di vita che con dolore
da questo mondo nasce.

Paura d'amare
Ho paura di immergermi nel mare
Limpido che sembri.
L'inganno della tua bellezza temo,
trasparente mi inviti sui tuoi fondali
che sembrano lì,a portata di mano.
Ho paura delle tue profondità nascoste,
del tuo volermi ad ogni costo.
Delle tue verità sconosciute ho paura.
Sei chiara come acqua di sorgente,
voglia verrebbe di placare la sete
con l'illusione che la tua quiete mostra.
Nulla saprò del tuo perfido inganno,
o del tuo sconfinato amore se in te
mai mi immergerò
Paura d'amare e lasciarsi andare,
scendere nell'abisso e non tornare.
Percorso obbligato del cuore che ama
quello che non conosce di ritorno la via.
Immaturo cuore che mai t'arrendi,
portami giù da lei e sia quel che sia.

Giulia
Soffio leggero di nuova vita,
di infinito amore.
Dono divino che placa il radicato
dolore.
Occhi che racchiudono l'universo,
che s'aprono a noi per riscoprir
della vita quel palpito solo sopito
che credevamo ormai perso.
È dolce riscoprir quei gesti antichi,
dimenticati troppo in fretta.
stupita ci guardi,seriosa accogli
da mani tremanti d'amor la carezza,
Il cielo di luce brillò per la nuova stella,
angeli in festa alla fine del viaggio
a noi ti condussero qual gioiosa novella.
Fu la tua voce nuovo canto di vita,
che nella casa di tristezza pervasa
fiorire rifece quella rosa appassita.

Poeta ladro e artista
Frutto di serra o di selvatica natura,
nasce la poesia tra le rocce dei picchi,
tra le fessure di un marciapiede.
È la mia poesia
Nasce tra le discariche a cielo aperto,
nei deserti o come muschio là dove
raggio di sole non giunge.
Nomade della poesia mi sento
Nasce e fiorisce nei gelidi inverni
del cuore di tristezza ammantati.
Nel pensiero e nel verso cerco riparo.
Splende al sole di passione rovente
come estati senza fine la poesia che
stonando,a volte io canto.
Rubo dagli occhi di un volto di donna,
faccio mio di un bambino il sorriso
oppure quel pianto che riga il suo viso
Di un uomo rubo gli anni di vita vissuta.
Ladro impunito di emozioni,questo io sono.
E quando nulla di ciò nel mondo non trovo,
come pellicano il petto mi squarcio
per nutrir di dolore la poesia che langue.
Dipingo di versi i quadri della vita.
La tristezza e la gioia,la malinconia
e il rimpianto sono i colori che spando
sulla tela del cuore con olandese follia.
Non per ricchezza o voglia di fama,
io scrivo di questa vita a volte puttana.

Andiamo a casa
La scuola è ancora lì,uguale a quel tempo,
nulla è cambiato e tutto torna alla mente.
Il primo giorno di scuola,la grande paura,
che voglia di fuggire e a casa tornare.
Timido da morire da maleducato apparire.
Dalla finestra il polveroso cortile vedevo,
la ricreazione,minuti di respiro infinito,
di libertà sospirata e sognare il profumo
del ritorno tra piccole e dolci mura di casa,
del pranzo ormai pronto.
Breve sogno e triste rientro tra quei muri
bianchi e verdi,tra banchi scheggiati ,
di memorie incise da chi prima di me tribolò
tra loro.
Ci sono tornato e da fuori la vedo,uguale...
Solo io sono cambiato,non più verde l'età,
ma quasi bianchi i miei capelli e i baffi.
Chissà se i colori di muri presaghi non furono
di vita che nasce e al fine tramonta.
Sono tornato e dietro una finestra vedo
un bambino silenzioso che il fuori scruta.
Ha l'aria timida quasi impaurita.
Mi vede,sorride e con la mano saluta.
Andiamo a casa ora,il tempo è passato.
Lo prendo per mano e in silenzio andiamo.
Cinquant'anni,quanto tempo ci ho messo
per riprender quel che ero,per riprender
me stesso.

Incontrarsi per caso
Tra la folla guardarsi per un attimo,
in un attimo sorridersi.
Improvvisi ecco i ricordi accendersi,
per un attimo in loro perdersi.
Non sei cambiata,la bellezza tua
s'è fatta più dolce e più donna sei.
Chissà se con lui di me hai parlato mai,
chissà se prima di fare l'amore con lui,
sciogliendo i capelli come sai fare tu,
hai pensato a quelle foto fatte per gioco
delle quali ridemmo insieme.
Ti stringi a lui e mi sorridi ancora,
non è cambiata di giocare la tua voglia.
Mi tieni dal tuo nuovo mondo distante,
ma gli occhi che mentire non sanno
dicono che nel tuo cuore sono presente.
Nasce in un attimo il nuovo segreto,
so che anche con lui al tuo fianco
del mio ricordo non puoi fare a meno.
Sfiori di lui con un bacio le labbra,
torni a guardarmi con occhi di rabbia,
sembra di sentire la tua voce...
tuo sarebbe stato quel bacio ed altri
più intensi se solo a me avessi pensato
invece di un'altra i baci hai preferito.
Volgi altrove ora lo sguardo e sorridi.
Porti per sempre con te il mio rimpianto.
Ti allontani,inseguirti vorrei per essere
al posto suo, averti per sempre accanto.

Grido di onde
Lo faccio ogni tanto,l'ho sempre fatto,
raggiungere il mare in giorni d'inverno.
In giornate senza sole e piene di vento,
onde che si schiantano sul molo e gridano.
Avvolto nel mio giaccone,bavero alzato,
seduto in quel bar davanti a quel mare,
dietro una vetrata e vedere le onde alte,
dirompenti,quasi volessero rapirmi...
trascinarmi in quel mare che ho scordato.
Lo faccio ogni tanto,quando la vita
non mi basta,quando questa...vita non è.
Lo faccio quando non ho più voglia
di morire ogni giorno di più.
Quando non ho più voglia di parlare,
quando ho voglia di ascoltarmi.
Guardo le onde senza occhi di sfida,
da dietro la vetrata e gocce di mare
colano come lacrime del passato.
Dal passato giunge il grido delle onde,
il mio presente è tutto in quel grido,
quel che io sono è un onda che muore,
imponente e maestosa, terribilmente
bella prima di schiantarsi sul molo.
Torna distrutta al mare senza di me,
non sa che l'anima mia da tempo è sua.

Morire due volte
I tuoi passi,pesanti come pietre,
faranno rumore inascoltato
tra quelle mura fredde come chiese.
Su un foglio,l'ora, il giorno,il mese.
Al tuo volto ancor pieno di paura,
nessuno farà caso né avrà attenzione,
per te non avranno comprensione.
Sarai soltanto un numero e un nome,
sarai per loro una donna aggredita
in una strada dove il male è padrone,
dove finì la tua gioia,cessò la tua vita.
Quella vissuta, quella che non vivrai,
la seconda per sempre perduta
con i tuoi sogni che di notte invocherai,
orfani di te che li hai cresciuti aspettando
quel domani che a loro non darai.
Il domani è l'oggi senza più colori,
grigi e senza luce quei muri e i volti
senza anima che di te non si curano.
Sei un fascicolo, un'attesa di risposte
a domande che fanno più male di un insulto,
più male del martirio di stupro subito.
Ti chiederanno, senza in viso guardarti,
e tra loro ridendo, se piacere hai provato,
se lo conoscevi e perché l'hai guardato.
Ti chiederanno perché non hai gridato.
Mostrerai loro le braccia dolenti e segnate,
del volto tuo il gonfiore e i lividi infami
lasciati da brutali e sconosciute mani.
A loro chiederai se occhi di giustizia hanno
oppure sono lì per aggiunger altro dolore
e peggior di stupro danno.

Basta
Basta con questa rabbia che mi uccide
per non essere abbastanza forte.
Basta con quei gridi che salgono al cielo
da corpi di donna violata.
Basta con il volto di una lei che piange
tra le mie mani e le lacrime al suolo
scendono come gocce di sangue.
Basta con la morte dell'anima
che corpo di donna rende un'automa,
di una bambina che non saprà scoprire
l'amore,che non accenderà i suoi sensi.
Basta con gli occhi truci di un bastardo
che non s'abbasseranno davanti
a quelli di colei che più luce non avranno
ma che per strada incontreranno.
Basta,mille volte basta,eternamente basta.
Basta con l'ipocrisia del perdono seme
di futura violenza.
Basta con il silenzio del dolore taciuto
per pudore, per colpa solo d'essere donna.
Vorrei su quella piazza centomila donne
che gridino basta e il loro grido
squassi i vetri e le orecchie di coloro
che in un palazzo non vedono ma si fanno
vedere.

Piccolo Eden
Scendono a frotte guardinghi sul prato,
restano a turno di guardia sul ramo
per pericolo felino spesso in agguato,
pronti a gridar di paura il richiamo.
Nel rigido freddo di cruda stagione,
piccolo Eden per loro ho creato.
fratricida lotta d'esser non ha ragione,
sparso ho di cibo il manto gelato.
Pari è il merlo dal nero piumaggio
al pettirosso che viene da lontano,
alla capinera che trova il coraggio,
al passero che del prato è guardiano.
Qui dove la fame non è che un ricordo,
vivono e non lottano fratelli di piume.
Solo il mio gatto è pericolo vero e reale,
per natura sornione è paziente cacciatore
s'apposta ed aspetta per farsi baleno
e ghermir la preda per gioco mortale.
Nulla io posso se non guardare e sperare
che nel gioco di vita che a morte s'alterna,
sia il più fragile a potersi con ali salvare.
Passata la morte è muto il verde manto,
tace la vita in attesa di nuovo canto,
torna a poltrire il mio gatto ormai stanco.

Un altro mondo
Perdonami se non ti ascolto
e lontano ti sembro dal mondo.
Forse è proprio perché nel mondo
sono entrato.
Ti ho lasciato fuori dalla porta
dei miei pensieri che dietro di me
ho richiuso.
È un viaggio che devo fare da solo,
non è il tuo mondo,quello che vedere
non vuoi,che tieni lontano da noi.
È il mondo che non hai voluto
e ne hai creato uno per me.
È il mondo dove non c'è pace,
quello dove se non vinci muori,
quello che di te oggi fa un dio
e domani ti ripudia perché dici no.
Dici no alle ipocrisie,alle bugie
vestite di abiti scintillanti.
Quello dove non guardi che avanti
e non ti accorgi che se sei solo
è perché gli altri si sono persi.
È il mondo dei normali diversi,
dei diversamente abili e normodotati.
È il mondo delle parole inventate
per dirti che dietro il nulla c'è tutto
e ti accorgi che t'hanno imbrogliato.
Io vado in quel mondo per capire
quanto uomo c'è in me.
Se non tornerò è perché quell'uomo
non è mai esistito se non per te.

Bambino di Auschwitz
Guardasti quel posto nuovo e grigio
assonnato e stanco del lungo viaggio
tra le braccia e nel calore di tua madre.
Che strane quelle voci che non capivi,
parole secche e violente nelle orecchie.
Guardasti tua madre e tuo padre,
occhi sgranati,scuri e lucenti come l'onice
di quel bracciale che lei più al polso
non aveva.
Accennasti un sorriso cercandone uno
nei loro volti sperduti e impauriti.
Una carezza,l'ultima dei tuoi due anni.
Vedesti tuo padre strappato da tua madre,
guardasti ancora lei perché ti spiegasse.
Tacque perché tu il suo dolore non udissi.
Un saluto con la manina aperta,
certo del suo ritorno tra voi,come quando
dalla lontana casa usciva per il lavoro.
Poi per pietà di Dio nel sonno di nuovo
cadesti.
Sognasti il balcone che sul cortile affacciava,
il cavalluccio di legno senza più cavaliere
col quale giocavi e al petto stringevi
imitando di tua madre la ninna nanna.
I tuoi occhi s'aprirono ancora e il cavalluccio
cercasti.
Anche tu fosti privato della semplice gioia
da uomini senza onore e senza gloria.
Strappato venisti dalle braccia di lei,
udisti il suo urlo,i tuoi occhi cercarono i suoi.
Le tue dita appena sfiorarono le sue.
Ti restò solo l'innocenza come soffio di vita,
nel fango girasti tra voci senza dolcezza.
In un angolo un fiore dal fango spuntava,
lo cogliesti come si coglie una speranza.
Domani l'avresti posato tra le mani lei,
lei che sarebbe tornata per portarti a casa.
Il fiore morì mentre tu disperatamente
in impari lotta con la morte la vita cercavi.
Lei tornò,ti strinse a sé e ti portò via.
Sorridesti per quell'abbraccio,l'ultimo,
come ultima fù la carezza,ultimo il bacio.
Ultimo fù il saluto con la manina aperta
alla vita che si avviava verso quelle enormi
e putride camere appena lavate da escrementi.
Ultimo fù il tuo sguardo a lei mentre morivi
e domandavi con gli occhi perché.
Tornasti lì dal cielo un giorno di primavera,
cogliesti un fiore e girasti per il mondo
donandolo a chi di libertà cercava speranza

Torna
Torna alla tua casa che senza te è vuota
e mute sono le stanze senza i tuoi passi.
Di te e del tuo canto sento il bisogno,
le tue foto ora accarezzo,a loro parlo
lontano da chi folle vedermi vorrebbe.
A quella tua essenziale presenza
non diedi importanza come se giusta
fosse per diritto e non per merito.
Quanto grande eri lo dice la tua assenza,
quanta musica ci fosse lo dice il silenzio.
Non c'era spazio abbastanza,ora
Questa casa è orrendo maniero.
Fantasmi di felicità perduta s'aggirano,
gridano il loro non essere stati amati,
accettati e capiti.
Torna ad asciugare le indegne lacrime
di chi non t'ha saputo amare e solo
s'aggira in questo universo oscuro.
Al mio piangere di colpa dona pace,
perdona l'indifferenza da te subita
come schiaffo alla tua voglia d'amare
con gesti di quotidiana semplicità.
Ero un re senza saperlo.
Ora son schiavo di cosciente nostalgia.

La sfida
Scendi in strada,fiero e arrogante,
io sono qui ad aspettarti,non ti temo.
Mi piace la tua incoscienza che ti fa
eroe per una notte.
Sei forte al volante con lo stereo a palla,
corri più forte ragazzo che il bello
deve ancora venire...lunga è la notte.
Lama splendente in notte di rabbia,
tagli di luce accecante,rombo di motore
che nel buio si perde.
Ride lei al tuo fianco,rido anch'io
che te stò aspettando.
Sei forte ragazzo,la sfida mi piace,
beviamoci sopra senza pensare.
Io resto qui fuori mentre tu ti lasci sfondare
orecchie e cervello da suoni e pasticche.
Mi piaci ragazzo perché ancora reggi,
ormai sei esperto di notti da sballo.
È l'alba ormai e devo andar via,
hai vinto la sfida,la tua vita ancora
non è mia.
Voglio la rivincita,mettiamoci anche lei
che ride al tuo fianco.
Vincerai ancora,può darsi,chissà...
Ma alla fine una sfida la vincerò.
Tu non sai quanto infame io sia,
con me rivincita non avrai
la tua vita vinta sarà soltanto mia.

Che tu sia il benvenuto
Se,della tua terra, porterai una poesia,
io l'ascolterò e sarai mio amico.
Mangeremo insieme se della tua terra
Porterai i sapori e i profumi.
Berremo insieme l'acqua di fonte
perché di acqua siamo fatti
Se negli occhi porterai la paura,
io sarò il tuo coraggio e il tuo scudo.
Saprò parlarti di pace se pace vorrai,
se in pace verrai.
Affideremo al mare il tuo odio pesante
perché sul fondale lo adagi per sempre.
Non parleremo di Dio perché l'amore,
l'amicizia non ha religioni.
Metterò da parte la diffidenza dai padri
insegnata se della tua terra porterai
La tua ragione di vita cercata.
Ma se della mia terra,della mia casa
vorrai far tempio di vendetta, se il mio pane
mangerai per dar vigore all'odio,
se percorrerai le facili vie del male,
sarò il tuo primo nemico.

Campane
Lenti rintocchi di campane che nella valle
scendono e mai sopiti dolori risvegliano.
Della silenziosa quiete rompono il respiro
e natura al loro suono ferma il suo corso.
Suono di richiamo a quel Dio dimenticato
per le anime inquiete di civiltà intrise,
di riflessione che valica i confini della mente
per farci tornare ad esser uomini veri
e non piccoli universi senza luce.
Aspetto tutti i loro rintocchi con occhi
chiusi per vedere dentro me stesso.
Respira l'anima mia e nuova vita trova
in quei suoni che scendono e vibrano
nel cuore che mai m'accorsi esser stanco.
L'eco del suono dell'ultimo rintocco
ancor percorre la silenziosa valle,
nell'universo si allontanano.
Riapro gli occhi e nuova luce entra.
Spero sia traccia di Dio che mai
dai suoi occhi mi perse

Non perderti
A te donna stanca del tuo vivere
all'ombra di rimpianti che nubi
diventano nel tuo cielo di sogni,
volgo il mio pensiero
dal cuore di uomo che ama nasce
invocazione al tuo io morente,
al tuo sentirti ancora donna,
al sentir che il tempo passa come
acqua tra le mani protese senza
che amore, anche carnale, tra loro
si posi per darti ali che a quel cielo
di sensazioni dipinto ti sospinga.
Lascia per un momento di pace
i tuoi sorrisi che altri illudono
e di comodo egoismo si nutrono.
Esci dal tuo nido di madre,moglie,
di donna che non dà pensieri,
dai tuoi libri in fretta letti e richiusi,
dalle camicie stirate dalla cena
che ognuno accontenti.
Almeno per un momento,uno solo,
ama chi per primo a te darà amore.
Non sarà tradimento ma breve respiro

Amarti ancora?
Ti penso ancora e mi sono chiesto
perché mai dovrei da te tornare.
Lo faccio in questo freddo giorno,
uguale a quello di un anno fa.
Lo stesso freddo,la stessa pioggia,
gocce che si mischiarono a quelle
del mio pianto silenzioso.
Mi sono chiesto se avrebbe senso
dirti che ancora ti amo e dubitare
dopo un anno della mia sincerità.
Mi sono chiesto quanti ti hanno
nel frattempo amato.
Se anche ad uno o cento il tuo basta
avrai sbattuto in viso senza curarti
del dolore di un amore che come
Il mio uccidesti nel suo volo.
Domande che hanno il suono ovattato
del traffico di questa città sotto
la pioggia.
Domande che il tergicristallo allontana
perché io possa vedere la via che
mi conduce sotto al tuo portone.
Percorso che conosco ancora e ricordo
metro per metro,ricordo per ricordo,
in loro la mia incertezza,i miei perché.
Non scenderò... oppure lo farò,
tu,dietro il vetro su cui la pioggia
disegna incerti percorsi che si perdono
in altri ugualmente incerti.
Aspetti che io alla tua porta suoni
o infili la chiave che nel fiume gettai
insieme al tuo addio,ai nostri giorni
improvvisamente inutili.
L'ultima domanda la pongo al mio cuore,
a lui chiedo se vale la pena salire
e ricominciare una storia finita.

Morire di noi stessi
( Grazie a Tinti che mi ha
ispirato questi versi
)

Senza reagire siamo entrati
nell'orrida fossa.
Privati di pensieri,di volontà
indossiamo i panni del vizio
che loro per noi hanno tessuto.
Calde e comode vesti nelle
quali viviamo pieni di noi.
Tepore che porta all'oblio
e ci chiude gli occhi sul male
che più non ci riguarda.
Abbiamo lasciato la dignità
a marcire e a saziare gli sciacalli
che di noi ormai sono padroni.
Troppo tardi giunge la certezza
che di noi stessi stiamo morendo.
Trasformati in schiavi da mercato
del consumismo ad ogni costo,
respiriamo l'aria fetida che noi
abbiamo creato e che lenta
ci uccide.
Gli occhi aprire vorremmo,
del prossimo la mano cerchiamo,
l'ultimo grido in gola s'arresta
soffocato dall'indifferenza
nella quale abbiamo bollito
le nostre coscienze .

Natale
I vetri appannati di finestre chiuse,
dietro le quali piccola vita splende
come luce di ereditaria fede.
Pini decorati di intermittenti luci,
di sfere colorate e disegnate.
Profumi di dolci semplici e antichi
che riempiono l'aria e danno calore
di serenità cercata.
Torni indietro nel tempo e sorridi,
nell'amara vita un isola di ricordi
che nessuna tempesta devasta,
nella quale approdi per un momento
di nostalgica rimembranza.
Rimpiangi quell'età fuggita in fretta,
l'unico regalo sotto l'albero trovato,
al mattino dopo notte d'attesa per udire
il passo felpato della canuta figura
che timore incuteva. senza ragione.
Poi la resa e i sogni che ti cullavano.
Giorno di famiglia riunita e festosa,
di pranzo che troppo presto veniva
ad interrompere i giochi.
Il giorno dopo fu subito nuova vita,
il giocattolo dimenticato nella memoria
nuovi Natali senza più vera storia.
La vita non ci donò tregua.
A noi ora resta il passo felpato del dolce vecchio
che regalo posa e di nascosto gioisce
nel bambino che il suo posto ha preso.

Madonna
Se la poesia si fa preghiera,
a te la mia umile volgo.
Dimenticata madre da me
Tuo infelice figlio.
A te ritorno ora che il mio
tempo come il giorno
si consegna al tramonto.
Cerco la tua mano pietosa
perché carezzi l'anima mia
di tormenti ferita.
Forte della sicura giovinezza
da te m'allontanai per vivere
il mondo.
Sordo ad ogni tuo richiamo
mi spinsi negli errori del peccato,
scelsi il facile volo al navigare
faticoso irridendo e sporcando
quanto nel volo ghermivo.
Chinavo il capo solo al tuo volto
che improvviso m'appariva.
Ave Maria piena di grazia
pur non volendo sussurravo.
Era il tuo richiamo di madre
delle genti.
A quel richiamo risposi spogliato
di presunzione e giovinezza.
Ripresi l'antica via che fanciullo
ricordavo.
Ave Maria,il mio sussurrato saluto
di uomo stanco,in sé perduto
da te ritrovato e nella tua pietà
accolto.

Sesso
Ho confuso il sesso con l'amore,
mi sono fermato sulla tua pelle,
ho giocato con il tuo seno,
con i tuoi fianchi e la tua bocca.
Ho guardato nei tuoi occhi
colmi di luce perversa
mentre i nostri corpi nudi
abbracciati tra le coltri giacevano
I sospiri affannosi divennero
coro di inno al piacere.
-Dimmi che m'ami,ti prego!-
Sol per me stesso ho mentito
in quel gioco di inganni
del quale eri cosciente.
Cercavamo un pretesto,non l'amore.
Era il tuo corpo un ramo al vento
dei sensi.
Si piegava per poi forza liberare
all'apice del piacere cercato,
inseguito e raggiunto.
Come onda lunga e imponente
Il mio dominio ha travolto.
Lottatore all'improvviso schienato
ho ceduto
In quell'istante che era solo mio
forse t'ho amato.

L'anno che verrà
Sta per giungere la mesta fine di un anno
che uguale agli altri è stato.
Nato deforme con le speranze svanite,
le promesse non mantenute,
le guerre,i soprusi,gli inganni del precedente
ha ereditato.
A lui ubriachi ed ebeti abbiamo brindato
tra sorrisi e parole,tra fuochi d'artificio
subito spenti.
Abbiamo sollevato calici colmi e subito
tracannati,infranti li abbiamo maledicendo
il morente.
Domani sarà diverso! Abbiamo gridato.
Ci siamo svegliati col fragore di bombe,
di morti bianche, di follie antiche e ripetute.
Abbiamo brindato e sognato la pace.
Ci siamo ingannati per un momento,
per lasciare alle spalle il peso del vivere,
per una notte via ogni tormento.
Per una notte,per quella notte,dimenticare
è dovere.
Al diavolo i conflitti dimenticati! È festa!
Al diavolo chi è senza lavoro, senza speranza.
Al diavolo quel bambino nato e abbandonato,
quella donna violentata, i veleni nascosti.
Al diavolo i vecchi al loro destino lasciati,
che sentano pure il rintocco della mezzanotte
soli in un letto.
Suvvia! Siamo ottimisti,almeno per una notte!
Indossiamo l'intimo rosso che toglieremo
per un momento di sesso prima di dormire
dell'alba a ridosso gonfi di spumante
e di alito fetente
È festa...
L'anno nuovo verrà con una promessa certa,
sarà come il passato,
quello che avremmo voluto morto e sotterrato.

Brezza di mare
Sento salire la brezza della sera,
apro la finestra della stanza buia,
improvviso il profumo del mare
entra ed invade.
Lascio uscire la memoria perché
Ritorni a me con qualcosa
Gettata via senza rispetto.
Respiro del mare la brezza serale
nell'attesa di un tempo andato.
Sento del cuore la stretta di rimpianti
per qualcosa perduto.
Stupendo il mare che pur senza sole
si tinge di cobalto.
L'onda accennata che s'adagia lieve,
come i ricordi che riposo cercano
nel cuore,stanchi del lungo viaggio
del ritorno.
Un respiro più forte che ascolto
per sopire un rimorso,una colpa,
un addio.
Un respiro profondo per sapere
che malgrado tutto ancora vivo.
La brezza è cessata,il mare riposa,
la notte si veste di stelle che rotta
indicano a solitari naviganti.
Cerco la mia nel naufragio imminente.

Colori
Sui muri da mani di giovani artisti
disegni colorati che sanno di vita.
Richiami inascoltati di chi del solo
grigio è stanco,di un mondo grigio
è stufo.
Colori accesi che anche di notte
gridano voglia di vita.
Sui muri di periferia dimenticata
Messaggi di luminosa disperazione
Che come luce di stella arriverà
Dopo inutile viaggio nel tempo
E nello spazio resterà ignorato,
condannato.
Il giallo della follia,il rosso dell'amore,
il nero del futuro, il blu di un cielo
che non odori di smog e cemento,
il rosa di una speranza che morire
non vuole, il bianco su cui scrivere
un domani diverso.
Il verde di un albero mai cresciuto,
mai piantato perché l'asfalto
la terra gli ha rubato.
Colori,immagini su un muro
scagliati con la rabbia di chi
di grigio non vuol morire.

Dentro la notte
Notte di amore e rabbia che si consuma
dietro una finestra di silenzio .
Notte che non da tregua alla vita
che non tace il suo grido,
che non s'arrende alla violenza
delle tenebre ove recita la morte
che volto non vuole.
Notte di gesti osceni e di voci
di terre lontane.
Notte lucide di pioggia e di tristi
puttane
In lei il regno globale della disperazione
di chi niente è padrone,
attraversata da auto veloci e fiammanti
che fendono come lame taglienti,
il buio dilaniano con attimi di verità
dolorose e indecenti
Immediata è chiusa la ferita e torna
a ghignare sulla putrida preda.
Ciondolanti ubriachi residui
dimenticati di vita senza vittorie,
arrancano nelle vie con le loro storie
tra sogni e illusioni.
Ululano alla luna che ignora
e arrogante è complice della notte
senza anima pietosa.

Libertà
(A chi la libertà fu negata ieri,a quanti è
negata oggi in ogni parte del mondo
)

Sul prato,gocce di rugiada dai primi
raggi di sole sfiorate,
simili a stelle su questo cadute.
Corrono tra loro i sogni fuggiti
dalla notte carceriera.
Corrono a perdifiato verso una casa
perduta,lontana e rimpianta.
Tra volti scavati da giorni rubati,
tra occhi che cercano un domani
che forse non verrà,
aspetto che il cancello di spine
alfine s'apra come porta del cielo.
Un sorriso sarà dono insperato,
una voce che non abbia il suono
rabbioso e duro, ma che di me
faccia uomo e non bestia,
sarà nuova conquista.
Tornerò a piedi nudi e martoriati
su quel verde prato che profuma
di ritrovata libertà.
Camminerò lentamente e alle stelle
di rugiada che al cielo torneranno
lascerò cadere perle di lacrime.
Una per ogni giorno di vita negata,
una per ogni compagno perduto,
una per ogni umiliazione subita.

In un istante
Se in un istante potessi tornare
indietro e fermarti per un solo
istante amore mio.
In un istante raccogliere quanto
nel tempo distrussi con metodico
cinismo.
Se in quell'istante potessi dirti
che nulla è cambiato,
che quel che ho detto non è vero,
dirti che tutto di me è sbagliato,
che mille volte tua fu la ragione.
Se in un istante potessi cancellare
i mille torti da te subiti.
Se in un istante,per quel solo istante,
che come spicciolo di vita cerco
dopo aver sprecato il tesoro
del tempo insieme che credevo infinito.
Potessi in un istante sbiancare la tela
e ridipingere il quadro del nostro amore
che tu delusa dicesti esser solo tuo.
Se per un istante l'universo si fermasse
ti farei del mio cuore sentire il battito
sempre più flebile che nell'oblio scivola.
Quel cuore che di me si è stancato
e di te cerca il suono della voce.
Se in un istante potessi tornare
l'uomo che di te fece sua luce
di vita

Amico
Un amico non lo perdi mai
se perderlo non vuoi.
Sentirsi vicini anche
quando la vita ci allontana,
trascinati dal cuore che improvviso
batte per chi tra noi si pose.
Il tempo avrà di noi pietà perdonando
i nostri lunghi silenzi.
Sorrideremo al nostro ritrovarci
come se l'ultimo saluto ancora
spento non fosse.
Racconteremo i nostri giorni come
parentesi in un discorso mai interrotto
davanti al bicchiere di birra in un bar,
davanti ad uno di vino al crepitar
del ciocco in un camino.
Pronto a medicare le ferite dell'altro,
perché un amico ti raccoglie
quando una donna ti lascia.
Un amico non ti dirà mai...
Te l'avevo detto.
Un amico ti ascolta e ti sorregge
mentre stai per cadere
Lo schiaffo di un amico lo restituisci
con un abbraccio.
Un amico non piange con te
Ma per te piangerà se lo perdi.
Amori come alberi di foreste immense,
amicizia come fiore raro tra le pietre.

Cigni
Cigni,leggeri e maestosi, sfiorano
l'acqua calma,color d'autunno.
Silenziosi come statue, macchie
sublimi di colore d'un quadro.
Immagini d'amore che amore
ispirano senza saperlo..
Un breve battito d'ali per ricordar
la natura che dentro hanno.
Segue lei il suo compagno di vita,
da sempre a breve distanza.
Silente amore che pace espande
sull'acqua quieta ,
scende negli occhi e al cuore
di chi parole cerca per amore.
Amanti che in loro si vedono,
giurano d'esser a loro uguali
anche se la vita non è lago.
A chi solo tornerà muto d'amore
s'accosteranno come nuova
speranza.
Il canto struggente dell'addio
nessuno ascolterà nei viali
di foglie ingiallite cosparsi.
Unico estremo grido d'amore
a chi dei due resterà .
In quel canto d'infinita bellezza
tutte le parole mai sussurrate
nel tempo del silenzioso amore.

Lago asciutto
La mia mente è un lago asciutto.
Qualche pozzanghera d'acqua putrida,
scura come i miei pensieri.
Dov'è finita la mia sorgente?
Dove si è incanalata quella vena
che a getti donava il meglio di se?
Mi guardo intorno sperduto in quella
che sempre più appare una fossa
melmosa.
Su quel fondo ritrovo quanto il cuore
ripudiò.
A fatica affondo i miei passi incerti,
tra inutili memorie e volti dolorosi
di chi credevo lontano.
Orme lascio che lente si richiudono
come ad ignorare il mio passaggio,
per dimenticare.
In alto,sull'antica riva fiori
che al cielo si uniscono scorgo
rimpiangendo l'acqua chiara
nella quale si specchiavano
Anche nel niente che mi circonda,
tra i relitti del passato,
sul fondo fangoso
è ancora poesia,seppure dolente.

A Tinti Baldini
Non conosco il tuo volto,
ne la tua figura.
Non so se ti muovi a piedi nudi
per non far rumore.
non conosco i tuoi umori di donna
Che va per le vie del cielo,
sfiora l'acqua del mare come carezza,
con i suoi versi nei quali,a volte
mi è dolce e perverso perdermi.
Non voglio capirti,
se tutto di te fosse per me luce,
avrei la donna e non l'anima.
Lasciami amare le tue zone d'ombra,
quelle che profumano di muschio
dei tuoi versi.
Quegli stessi versi che frustano
e cullano l'anima mia,
si può amare un sogno se di sogno
è fatta la poesia.

Solitudine
( A quanti inascoltati divennero pazzi
quando bastava solo ascoltare
)

Quando senti di aver ragione
e a nessuno puoi dirlo
perché nessuno ti capirebbe.
Quando la tua voce tra tante
è inascoltata perché nessuno
vuole sentire e tu gridi fino
a sentir il pulsare del cuore
nelle tempie.
Quando sai che qualcosa
Che nel cuore culli e proteggi
ti appartiene e mani rapaci
dalla tua anima la rubano
come da chiesa di notte aperta
e dimostrarlo non puoi
perché di te riderebbero.
Quando la tua voce si perde,
allora ti accorgi che sei solo.
Altro non hai che una mente
dove echeggia la voce
delle tue ragioni ,
dove urlanoi tuoi perché irrisolti.
Sul muro che ti circonda,
l'ombra irridente della solitudine
nuova compagna che a complice
follia ti guida e tra le sue mani
la mente tua distrutta depone.

Ignoto Milite
( A quanti caddero nella Ggrande
Guerra
)

Ti chiesero di mettere una firma.
Non sono capace,rispondesti
Ti chiesero allora di porre una croce
che a fatica tracciasti.
Croci uguali a tante
Tu come la tua divisa di fante
A nessuno del tuo nome importava.
Un fucile tra le mani che un aratro
Lasciarono.
Questo a loro premeva
Le mani di una madre che le tue labbra
Baciarono.
A lei sola il tuo nome importava.
Tra centomila t'avrebbe trovato
il tuo nome gridato.
Era maggio,di ciliegie il tempo
che alle orecchie di lei adagiasti
come la promessa d'amore,
alito di vento,
a quella lei sussurrasti.
Al ballo del giorno di festa,
marcia forzata con rombi di morte
a martellar la testa.
Marciare o morire per quella terra
che neanche conoscevi
Ti parlarono di patria e tu non capivi.
Dove era la tua terra ti chiedevi.
Per te qualcuno a tua madre
poche parole scrisse,
per lei qualcuno quell'amore
lesse.
Fiore del sud forte di fertile terra
portato a morir per ignota guerra.
Carne da macello
in tutto pari al nordico fratello
da paura al nemico accomunato
anch'egli dall'aratro strappato.
Sotto una croce a tante uguali
Il tuo corpo, fiore reciso, giace
Come quel Cristo che il sacrificio
firmò su pari croce.

Infinito amore finito
Per quanto infinito sia un amore,
saprò dimenticare per non morire.
Toglierò come quadri da una parete
ogni giorno vissuto,
ogni sorriso che firmò le magie,
quelle che nessun perfido mago
avrebbe chiuso in foreste pietrificate.
Per quanto infinito sia un amore,
saprò insultarti nelle sere senza fine,
saprò bere anche dal tuo bicchiere
Di nascosto bacerò l'orlo del calice
dal sapore di rossetto
Che i fantasmi del nostro passato
non vedano quanto debole io sia.
Per quanto infinito sia un amore
saprò ridere di te e di me,
del disprezzo di chi in me vedrà
un egoista.
Lo farò stringendo il cuore fino
ad ucciderlo per soffocarne il pianto
Per quanto infinito sia un amore,
riuscirò,stanne certa,a recidere
quell'esile filo fatto di gesti
che,inutili ormai,si perderanno
nel vuoto della tua assenza.
Per quanto infinito sia un amore,
sarà infinita la mia disperata voglia
di sopravvivere nel deserto che in me
hai lasciato.

Il fiume
Rivolo di sorgente che allegro
per il dirupo cala per divenir
prima ruscello, quindi torrente.
questo di natural forza si spinge
come alleato fedele al fiume.
Scende vorticoso, d'impeto
trascina ogni relitto pavoneggiandosi
alla natura immobile della sponda,
All'uomo incute timore,
la fiera,cauta,disseta.
Tumulo sconsacrato di vite senza
speranza.
Pronto a ringhiar la sua violenza
predando campi e povere dimore
quando di procellose nubi è tempo.
Rallenta quando del suo cammino
prossima la fine sente
Rimembra allor del rivolo fresco,
del ruscello, del pescoso torrente,
al mare,signore eterno delle acque
s'arresta e s'arrende.

L'amore negli occhi
I tuoi occhi,quelli che un giorno
per me si persero in infiniti sguardi,
pieni di perché.
Occhi che paziente aspettavo s'aprissero
a nuovi giorni di dolce follia
e i miei guidassero verso inesplorati
mondi di favole mai raccontate.
Ai miei perché il dito al naso portavi,
la bocca a cuore socchiusa...
-Ascolta il quieto amore che di noi
ancor nulla sa- sussurravi stringendo
la mano mia.
Intrecciavi corone di erba che sul mio capo
ponevi..
-Sei il mio re!- poi ridevi e prima ch'io
sussurrassi il nome tuo, sulla mia bocca
la tua ricadeva mordendo l'ansia e il piacere.
Dentro i tuoi occhi cieli infiniti,
in un momento albe, tramonti, pace e tempeste.
Inafferrabile scivolavi come acqua tra le dita
per poi chiuderti tra le mie braccia
- Regalami un sogno da fare...- chiedevi
T'addormentavi sicura e sorridevi.
Immeritato amore, ancor mi chiedo
quanto distante sia il mio dal tuo.

Giardino di novembre
Conto i miei passi fin qui percorsi,
allo specchio conto le mie rughe
ancor leggere per mia sorte lieta.
Conto i miei pensieri che fuggono
per sottrarsi all'appello di una mente
Lenta.
Conto i nomi di chi a questa mente
Ha bussato oppure senza assenso
è entrato,di chi per sempre è fuggito
Conto le foglie morte del mio albero
dei sogni.
Ha rami scuri che braccia al cielo
sembrano protese.
Verranno nuove foglie che forse
non vedrò.
Non le vedrò cadere ad una ad una
Cammino nel giardino delle illusioni,
fiori che irroro di speranza anche se so
che vita breve avranno.
È grigio il cielo di malinconia velato,
capita in questi giorni di novembre
che sanno di rimembranze lontane,
uguali nel peso sulla memoria,
in questo giardino di vitae di morte si veste
per ricordarmi che il giorno,
le stagioni,gli anni anelli concentrici sono
nel lago della vita dove mano divina
gettò un sasso perché nascessero.

La sensibilità
Molla così piccola
che muove le anime,
si inchina alla saggezza,
sorgente di lacrima gioiosa
o di tristezza.
Aperto lascia il cuore ad ogni vento
tiepido o di tempesta.
È lo scalpello di uno scultore
che all'inerte marmo
dona forme ed armonie.
Quella che fa percorrere,
tra tutte,
la più faticosa delle vie.
È colei che dei laceri panni altrui
si veste e a noi si mostra
di sofferenze adorna.
È lei che il cuor talvolta leggero
Rende nel percepir quel momento
Sereno che ad altri sfugge.
È quella di cui,stanchi,
liberarci vorremmo
come di occhi che troppo vedono
e in anime altrui scrutano.

Diverso amore
Di te non sanno nulla,del tuo sguardo,.
triste a volte.
Non sanno del tuo universo
che esiste oltre quel buco nero
che nessuno varca per paura
d'esser additato.
Di te non sentono il battito di un cuore
che come altri ama cercando amore.
Diverso il tuo modo d'amare,
diversi loro che non capiscono
il tuo dolore segreto per un diritto
negato...
per quell'amare che in nulla è diverso
dal mio. L'amore non ha sesso.
Ci ho messo del tempo per capire,
per ascoltare quanto amore
forse più di me sai dare.
Ti vorrebbero normale,
resta come sei,tu puoi
con la forza che dentro hai.
Triste io che non ti ho difeso
restando in disparte a guardare
dalla finestra di una normalità
malata.

Scomparsi
All'improvviso, senza motivo,
se non quello di una ottenebrata
e sconvolta mente... scompare.
Resti da solo davanti a quella porta
a chiederti dove sia.
S'apre il mare delle incertezze,
navighi tra un dubbio e una speranza,
rischi il naufragio nell'angoscia,
nell'attesa infinita davanti a un telefono
che non squilla,a una porta chiusa.
Ripercorri quella vita per capire,
alla fine ti fermi davanti a quella porta
oltre la quale c'è il buio di una notte,
dove tutto si inabissa o un alba di nebbia
che tutto ammanta e confonde come
i tuoi perché senza risposta.
La vita continua ma dentro qualcosa
è fermo,sospeso sul mare dell'incertezza.
T'accorgi,senza volerlo, della normalità
che manca.
Non hai una stella,triste o gioiosa da seguire.
Navighi alla deriva tra la morte e la vita.
Aspetti che quella porta si apra,che il telefono
Squilli.
Ti manca quel buongiorno disattento
così come un addio che non c'è stato.
Tutto è sospeso,silenzioso.
Il tuo mondo si è fermato davanti
a quella porta chiusa come la mente
di chi andandosene
più di una morte lascia il vuoto.

Il suicida
L'ultimo messaggio,quel che lui
lascia.
L'ultima sfida alla vita che è contro,
quella dove la vita non avrà rivalsa.
L'ultimo messaggio per chi
non l' ha ascoltato.
Atto d'accusa alle coscienze
stordite da un mondo senza anima.
Alla sua che flebile aiuto chiede
Il posto lascia all'urlo del silenzio
mortale.
Atto estremo di solitudine imposta
poi subita,accettata come una porta
di maniglia priva,
quella che alle spalle si chiude
per sempre come un addio.
Suicidio,parola che ebeti ci fa di falso
stupore.
Pur senza saperlo ognuno del suicida
è assassino.
Giorno per giorno uccidiamo anime
e corpi con l'indifferenza,
sol perché il mondo ci dice:
guarda avanti e non ti curar di chi
a fianco ti cade.

Cento grammi
(...anche meno...)
Cento grammi,bastano cento
grammi per fare del male.
Cento grammi di follia
nella mente dell'uomo
per spegnere un sorriso
senza morire.
Cento grammi per non diventare
più uomo di domani,esser padre,
cento grammi per non correre più
dietro a un pallone e distruggere
un povero sogno che aiuti
a crescere ignorando la guerra
per pochi istanti.
Cento grammi in un inganno
Per non poter più tendere una mano
e regalare una carezza,per non
poter impugnare un cucchiaio
Cento grammi,bastano cento grammi.
Cento grammi di odio perché
agli occhi non sia data la luce.
Bastano cento grammi di riso o
farina per sopravvivere.
Bastano cento grammi di polvere
grigia e aspra per morire su una
mina antiuomo.

Cercando lei
Ad ogni donna ho parlato d'amore,
ad ognuna ho dato di me qualcosa
che nel tempo di me parlasse
perché quell'amore non venisse
disperso.
Di volta in volta ho raccolto i pezzi
Del mio cuore e li ho incollati
Con solitarie lacrime.
Ogni volta ad un nuovo volto
Ho sorriso e ricominciato ad amare.
Ho preso il mio cuore e tra le mani
Di una lei l'ho posato.
Senza amore,senza amare non era vita.
Poco importa se la solitudine era lì
ad aspettarmi per continuar il cammino
Di ogni donna ho nel cuore il meglio,
il resto,il dolore,l'ho gettato via.
Improponibile collage di un amore perfetto,
frammenti di mille colori sullo sfondo
della malinconica memoria.
Ne' capelli biondi o bruni cercavo.
Ne' occhi scuri o chiari volevo.
Volevo solo amore per amore e null'altro.
Poi venne lei, mi fermai, mi parlò d'amore.
L'ascoltai come s'ascolta il vento,
la guardai come si guardano le nuvole
e i loro giochi mutevoli...
con il silenzio della voce ma con un grido
nel cuore:
eccoti finalmente amore che cercavo!

La sigaretta
Cattiva e inseparabile amica
sulla quale posai le mie giovani
e inesperte labbra.
Compagna di lunghe attese,
placasti i miei momenti tormentosi.
Non entrasti mai là dove non eri
gradita oppure vietata.
Con te,pessima amica,ma piacevole
compagna,ho viaggiato.
Con te non ero mai solo.
I tuoi giochi e le tue forme improvvise,
irripetibili,
seguivo ad altro pensando.
Stretta tra le dita o tra le labbra
ormai sapienti,eri immagine
di sciocca, giovanile sicurezza.
inseparabile droga di nottate
a un tavolo di gioco,
all'alba riposavi adagiata,
contorta e consumata..
Con te ho misurato il tempo...
Il tempo di una sigaretta e...
Quanto tempo ho misurato con te!
Quanta noia in fumo hai mandato.
Quante volte ti ho scacciato
per poi riprenderti, maledetta tu sia,
inseparabile e mortale amica mia.

In quel sospiro
C'è una magia antica nel tuo sospiro,
sul suo spandersi come refolo leggero
che sa di eterna primavera,volano
i tuoi pensieri di donna.
In un sospiro racchiudi e liberi
l'essenza di un amore vissuto,perso,
ricordato.
In un sospiro parli a te stessa di emozioni
che ad altri raccontar non puoi.
È in un lungo sospiro che nell'intimità
plaudi il piacere provato,lusinghi
l'amante.
È in sospiro vestito da un sorriso
che saluti chi più non ti è caro
e a rassegnarsi lo inviti.
In quel sospiro c'è tutto il tuo mondo
segreto.
Sospiri alle stelle che ad una ad una
conti per ricominciar da capo.
Sospiri alla luna e racconti favole
uscite dai tuoi sogni.
A quel sospiro affidi la speranza
che s'avverino.

Ascolta
Ascolta i miei lunghi silenzi
che più d'ogni inutile parola
dicono senza mentire.
Ascolta i miei errori passati
amari frutti pieni di matura
saggezza.
Ascolta di notte i miei passi
lenti e stanchi del trascinar
la vita.
Insonne attendo l'alba per scacciare
i ricordi più tristi che a sera
vengono per tormentare la mente
mia.
Vorrei rubare al tuo destino
gli errori che farai.
Parlarti non avrebbe senso,
di innata sordità la giovinezza
è malata.
L'età matura ha troppe parole.
Ascolta con il cuore la vita
che in me ha camminato,
ascolta le mie rughe, i miei occhi
poveri di luce ormai.
Nella tua valigia metti un pò di me
prima di partire per la tua vita
figlio mio.

La donna di scorta
All'alba abbracci un cuscino,
senza un saluto,sfiorata da un bacio
che neppure hai sentito.
Non saprai mai che sapore ha
quel caffè del mattino con lui.
Più dell'altra in segreto ami
ma in silenzio soffri e taci il tuo amore.
Attenta a non lasciar tracce che di te
all'altra parlerebbero.
A lui regali attimi di felicità
e dopo quel rapido saluto felice
non sei.
Alla sera guardi il telefono muto,
vorresti chiamare ma non puoi,
l'amore nascosto ha regole dure.
Amore senza libertà è il tuo.
Non festeggi anniversari con lui,
ami senza chiedere e per amore
dai.
Sogni una casa che non avrai,
il supermercato che con lui
non vedrai.
Sei la donna di scorta, l'isola
Sperduta dove lui ogni volta
naufrago s'adagia.
Sei quello che l'altra non è,
sei fatta d'amore assoluto,
quello che la gente ipocrita
addita e offende.

Un sogno tra le mani
Potessi un sogno tenere stretto
tra le mani.
Posar su di lui tenera carezza
per sembrar vero e palpabile
nei momenti in cui
più il cuor è scosso da nostalgica
rimembranza.
Potessi quel sogno sospingerlo
con l' alito leggero di vento
d'un pensiero perché a lei giunga
e dolce si posi nel cuore suo
che ancora palpita e sanguina
di lontananza.
Gocce di tempo breve e felice
che s'asciugano
al sole della memoria.
Potessi renderlo infinito
quel sogno,
nella roccia dei monti, scolpirlo
con l'unghie di un amore
che ancor non è sopito
e attende paziente
come fedele cane la sua padrona,
fino a morir per amor
che più non torna.

Come un amante
( A quanti come me si mangiano
Il fegato con il calcio)

È come un'amante capricciosa e perversa
quella sfera lucida e bianca che s'offre
a ventidue cuori di passione palpitanti.
Con la sua danza deride il maldestro,
si concede ai piedi sapienti dell'esperto.
Altri cercano di ghermirla,di rubarla,
farla propria e con lei fuggire,sospingerla,
scagliarla.
Scuote la rete che come veste trasparente,
si gonfia e ricade morbida e frusciante,
novella odalisca.
Inebria di gioia gli occhi di parte sognanti,
chiude quelli dell'altra delusi e perdenti.
Corre libera sul verde tappeto di fiori privo,
accarezza l'erba di sole irradiata.
Attende senz'ansia d'esser presa e domata.
Rimbalza e al cielo sale per ricadere
tra braccia forti e sicure alle quali docile
s'arrende per esser poi respinta,
come ripudiata.
Volti sudati,occhi sgranati e rabbiosi
la bramano tra colpi proibiti e bocche
urlanti di dolore inferto.
Lei immobile attende il nuovo amante
che sul prato la travolga,sfiorandola,
colpendola perché più rapida corra
verso nuova e sperata gloria.
Quanta passione,rabbia e frustrazione
nei cuori inoculi come dolce veleno.
Ma di te perfida amante nessuno si stanca,
per sempre amata ,odiata, baciata
sarai stupenda sfera bianca.

Il pane dell'omertà
Pane che non ha sapore,
mangiato ad occhi bassi
a un desco muto.
Pane pagato con la dignità
difficile da guadagnare,
facile da spendere.
Pane impastato con le lacrime
di una madre,di una moglie,
donne che invano pace invocano,
piangendo.
Pregano una madonna
che le sue invano ha già versato.
Pane che odora di paura,
di colpevole silenzio.
Pane che sazia i ventri e affama
Le coscienze.
Pane in cambio di un tacere
per non morire.

Lenta Apocalisse
I ghiacciai un tempo eterni
si sciolgono,
dura roccia o nuovi mari a loro
il posto rubano.
Le ciminiere del mondo moderno
grigio hanno reso il cielo,
avvelenata e rovente l'aria
Le foreste scompaiono tra rumori
di mostri meccanici.
I deserti avanzano con avanguardie
di sabbia che su noi si posano.
Le guerre aumentano spargendo
odio e dolore..
La fame e le malattie uccidono
sempre più popoli poveri e inermi
Questo mondo cambia giorno per giorno
trascinandosi in un orrido futuro
simile ad un inferno
Tutti,ubriachi di progresso,marciamo
verso il baratro con rapido passo
Tu sei lì,a noi attendi ghignante
da sempre e per sempre uguale,
ovunque e comunque uguale
sorella morte sarai.
Alla natura violentata sussurri
la rivolta
Le menti di uomini folli occupi
frustandole come cavalli trainanti
guerrieri carri perché sterminatori
di popoli diventino.
Alla fine, quando nulla potrà
più morire, tornerai al freddo universo
per morire anche tu che più ragione
non avrai di esistere.
Stringerai tra le ossute dita questo
inerte mondo come ultima tua preda.

La verità non può morire
(A Roberto Saviano che non deve morire)

Solo, con le sue verità scritte perché
gli uomini sappiano in che mondo
stanno morendo,lentamente uccisi
da veleni incontrollati.
Tumulati nel cemento che come
Fredda lava li avvolge
Non hanno del pericolo sentore
Alcuno.
Solo,tra la colpevole indifferenza,
vive senza di vita certezza
e con gli occhi scruta i volti di chi
della morte la tragica maschera
potrebbe calare.
Strade bagnate che non odorano di pioggia,
ma di sangue che mai si raggruma,
mai si cancella perché nuovo sangue
ad esso si aggiunge.
Percorse da anime nere alle quali
vi inchinate deferenti e pavidi
Semmai il fato triste avrà l'osceno
trionfo,sarete silenziosi carnefici.
Non rallegratevi della vostra
atavica,radicata schiavitù
Agli antichi padroni dei vostri corpi,
di nuovi ne avete,
delle vostre anime pavide e imbelli
signori assoluti.
Tornate ad esser emuli di chi
a suo tempo al tallone straniero
si sottrasse.
Tornate ad esser persone tra le genti,
orgogliosi di guardare i vostri figli
negli occhi.
Fate che la vostra terra sia degli uomini,
non delle bestie.

La donna sparita
Ti amo donna.
Ti amo per come sei,per l'età che hai,
per quei lati che tieni nascosti
e che riveli quando vuoi,se vuoi.
Amo di te il seno piccolo o grande
perché è il tuo seno.
Non mi importa se con il passar del tempo,
si fa dolcemente calante,più morbido,
è la tua nuova età che nulla toglie
alla magia di ciò che sei: donna.
Donna con la tua mente,con l'intuito
che più veloce del mio ogni dubbio risolve.
Avrai sempre un età nuova,sempre di più
d'esperienza e saggezza arricchita.
A che ti serve apparire quella che in realtà
non sei.
Quel ritocco al seno calante,quel rifinire
il naso che nel tuo volto stona con l'armonia
dei lineamenti.
Quel ventre appiattito da una fredda lama.
Non sarai mai più la donna che un giorno
incontrai.
Sarai,illudendoti,in sintonia con te stessa,
non lo nego.
Ti amerai,ma non amerai me che da te aspettavo
le tue età nuove da vivere insieme.
Oh! Se esistesse un bisturi che dalla mente tua,
sapientemente rimuovesse la tua paura
per il declino che è dolce come un tramonto
quando si ama riamati per ciò che si è,
non per la giovinezza che vola via
al finir della sua danza incatantrice.

I vecchi
Vecchi ai quali nessuno da ascolto,
superati dal tempo,con le spalle al muro
attendono che la clessidra della vita
rovesci l'ultimo granello.
Vecchi che negli occhi lucidi portano
La storia non raccontata degli uomini,
del loro tempo.
Vecchi che in silenzio amano e il silenzio
dal mondo ricevono.
Vecchi che il cuore gonfio hanno di malinconia
e sulle panchine si lasciano accarezzare
da quel sole sempre uguale che bruciò
la loro pelle e le loro mani nei campi coltivati,
sui campi di battaglia.
Vecchi che nella mente portano i volti
di chi non c'è più e sopravvissuti ad essi
parlano.
Vecchi che come isole dimenticate nell'oceano
in tempesta del nostro tempo si ergono.
Vecchi la cui parola tante nefandezze
eviterebbe a questo mondo
se solo il mondo avesse orecchie.

Roma per sempre
Vie dimenticate che sanno d'umido,
trasudano antichi odori che la memoria
accende.
Suonano ancora voci antiche ormai
passate.
Nuove voci e nuove parole,toni diversi
da quelli che ascoltai
Mi adeguo,il mondo è cambiato ed io
cambio...ci provo.
Nuovi colori e nuovi odori il posto
hanno preso di quelli che nella mente
gelosamente conservo,
memoria di un tempo forse migliore
sol per l'età che più non torna.
Il mondo è cambiato,io sono cambiato.
Lingue a volte incomprensibili al posto
dell'intercalare che sapeva di musica.
A volte le accetto,a volte le rifiuto,
a volte le amo...odiarle, mai.
Il mondo è cambiato,s'è fatto più piccolo.
Io sono cambiato,ora più maturo forse
più vecchio,chissà....
Questa città non è cambiata, da sempre
uguale come la via che ancora conserva
il lucido sampietrino e lo stesso cielo.
che con dolce nostalgia percorro.
In questa città sono nato ed ho vissuto.
L'amo anche quando ostile si fa senza
volerlo.
Se la ami.l'ami per sempre o non l'hai
mai amata.
Da sempre, come vecchia puttana,
ognuno accoglie e di ognuno madre
comprensiva diventa come lupa
di antica leggenda.

La mia pace
(dedicata a coloro che da questo sito
mi prestarono ascolto e mi parlarono
)

Adesso c'è un attimo di quiete.
Adesso,soltanto adesso,nell'anima
un po' di pace è scivolata come rivolo
d'acqua sulla terra arsa.
La coscienza torturata ora riposa,
stanca del troppo tempo passato
nel tormento del tiranno rimorso.
Ad occhi chiusi vola l'anima mia libera,
sospinta da parole prigioniere che al cuore
non salivano.
Raggi di luce dai cuori di chi mi donò
generoso ascolto,a me giunsero
come chiavi di una oscura prigione.
Porterò della prigionia cicatrici profonde
nel cuore.
Un nuovo palpito di faticosa speranza
Allevierà d''ora in poi l'antico dolore.

Tempi e modi dell'amore
Io amo,presente indicativo,
è già poesia.
Io ho amato,participio passato,
triste poesia.
Io amerò futuro semplice,
speranza di un amore,
nuova poesia.
Io amerei,condizionale,
amore breve se ha confini.
Amare,infinito...
come solo l'amore
può essere,come solo
l'amore deve essere.

Le regole dell'amore
Ama come sai amare,senza chiedere.
Ama come se mai avessi amato prima,
come mai amerai poi.
Ama con tutta la forza che hai dentro
senza chiederti fino a quando ce la farai.
Ama finchè avrai un respiro da regalare,
riempilo di vita perché renda il tuo amore
immortale.
Ama senza porti limiti oltre i quali
per egoismo non andresti.
Ama i silenzi che verranno da chi ami
e non averne paura.
Ama con una parola,con una carezza,
con un leggero bacio.
Ama con uno sguardo perché dell'amore
Gli occhi sono la luce.
Ama senza rimpianti quando l'amore
non lascerà di se che una lacrima.
Ama il dolore del tuo cuore ferito,
guarirà per un nuovo amore perché
l'amore è vita,non muore mai.

La sirena
L'urlo di una sirena in lontananza,
una paura lunga come il suo triste
richiamo.
Dove sarai,a quest'ora di una sera
piovosa?
Me lo chiedo ogni volta,ogni volta
Lo stesso timore.
Una paura che tengo dentro,
una preghiera breve che non è scritta
se non nel cuore di chi ama e pena.
È nel mio cuore di padre insicuro,
presuntoso,certo della sua esperienza.
In quei momenti m'accorgo d'esser
fragile ramo che al primo vento d'ansia
si spezza.
Come vorrei,figlio mio,tornar padrone
della mia giovanile certezza.
Ridi del mio sguardo preoccupato,
mi rinnovi le promesse d'ogni sera,
sbuffi alle sciocche raccomandazioni.
Quanto hai ragione!
Ma non potrò cambiare ora anche volendo.
La sirena si allontana,la paura è lenta,
ma passerà anche lei,come dopo ogni
lugubre,triste richiamo.

A mio fratello Massimo
( morto il 30 novembre 1984 a 38 anni.
Causa della morte: indifferenza delle
Istituzioni)

Dolore più grande mai ho provato,
te ne andasti in silenzio come silenziosa
fu la tua vita.
Amavi la musica di cui tutto sapevi.
Amavi nostra madre e nostro padre
che per nome chiamavi.
Amavi il pane del quale eri goloso,
un gelato nel pomeriggio afoso,
rito quotidiano che ansioso aspettavi.
Quanto amore per capire se stavi male,
tu che sapevi sopportare ogni dolore
e non gridavi.
Parlavi ad un mondo tutto tuo che io,
bambino,non capivo.
Che strano,non avere un fratello che hai.
Tu nel tuo mondo,io nel mio,
vicini e distanti senza sapere perché.
Uniti fummo solo dal ripetuto dolore
Della morte che ci tolse un dopo l'altro
le nostre certezze.
Tu più di me patisti il destino.
Mi ritrovai ad esser più che fratello,
arbitro della tua nuova vita.
Nessuno ci aiutò a sopportare la tragedia.
Io e te da soli...io da solo.
Ricordo ancora quando,come se un'improvvisa
Luce si fosse accesa nella tua sognante,
angosciata mente...
- Portami via da qui!- dicesti ed io tremai.
A nulla servì conservarti quelle antiche
abitudini,a nulla servì battersi contro
Le istituzioni che non vollero vedere,
sentire,capire,soccorrere.
Te ne andasti una mattina fredda di novembre.
Neanche un addio,un arrivederci.
Sei andato da chi meglio di me ti amò,
a me restò il rimorso che ancor mi accompagna
per quella battaglia mortalmente persa
contro chi ci lasciò soli.

Sentieri
Sono sentieri le nostre esistenze,
tortuosi e faticosi li percorriamo
prendendo a calci i sassi dei nostri
fallimenti.
Ai margini fiori selvatici cogliamo,
respiriamo quel profumo forte
che tanto sa di nostalgia e di memoria.
Riprendiamo il percorso evitando
La caduta rovinosa,cercando una meta.
Sono sentieri le nostre esistenze,
con altri sentieri si incrociano.
Pochi istanti che nulla sono nel tempo
dell'universo.
Poi ogni sentiero torna solitario
e solitari lo percorriamo parlando
A noi stessi per non sentirci soli.
Ripidi,pianeggianti a volte,impervi
spesso.
Più avanti sarà migliore,diciamo.
Ecco cosa ci aiuta a sopportare
la stanchezza,i piedi feriti.
Speranza che a volte si fa illusione.
L'illusione ha vita breve,la speranza no.
Quando il sentiero alla cima ci ha portato,
guardiamo la vallata sotto di noi lasciata.
Paesaggio che non abbiamo goduto,
troppo presi dai sassi scalciati,
dai fiori selvatici raccolti.

Luce e ombra
Dolce il tuo sorriso al quale mi arrendo
perdonando il puntuale ritardo.
I tuoi capelli d'oro antico risplendono,
lunghi come i nostri momenti insieme
eppur brevi come solo la felicità sa essere.
Tra loro insinuo le mie dita e tu dolcemente
Ti abbandoni a quelle carezze ,
di loro mai sazia o stanca.
I raggi del sole sui tuoi capelli danzano,
giochi di luce diffondono come atto d'amore
che la natura concede.
Bacio il tuo volto di bambina,i tuoi capelli,
respiro il loro profumo di pulito, il destino,
silenziosamente ringrazio per quell'angelo
al quale per amore le ali tagliai perché
non svanisse.
Mi guardi e sorridi,la sera ormai s'avanza,
nel buio ti trasformi e diventi donna.
Più non sorridi ma chiedi emozioni
che affiorino alla pelle e scendano nella carne.
I tuoi capelli mi sfiorano,non brillano,
sembrano serpenti che ti insidiano il corpo,
che accarezzano l'anima.
Dov'è la tua dolcezza di bambina?
Domani,nel sole,nel vento tra i capelli
La ritroverò per perderla alla sera.
Nel buio ritroverò la donna.

Lettera ad una madre

(a quei ragazzi che,giusta o sbagliata,
fecero una scelta e pagarono con la vita
)

Adorata madre. Altre mie non avrai.
Conservala con il ricordo che di me
invece terrai per sempre.
Per sempre porterai il dolore,per sempre,
oltre questa vita, porterò il rimorso.
Vorrei chiederti perdono per il tuo
soffrire che t'accompagna da quando
mi desti al mondo.
Ho creduto ad un ideale,alla mia giovane
follia,all'immortalità che da sempre
inganna con l'illusione della vittoria.
Scappai di notte,senza un tuo bacio,
senza la tua benedizione.
Al mattino,piangente,stringesti al seno
La mia fotografia.
Presaga di un destino mortale,
pregasti per me,per l'anima mia.
Mi hanno chiamato assassino,
ma non ho ucciso nessuno,madre mia.
Non festeggeremo la mia maggiore età,
ma la data è scritta su queste muri
insieme a quelle di chi prima di me
tornò a Dio.
Ho visto i volti dei miei nemici,
uguali al mio ancora glabro.
Nei loro occhi la stessa mia paura,
quella di morire.
Non odiarli,madre mia,basta l'odio
che mai avrei creduto di vedere.
In quei momenti dove gli uomini
di umano niente più hanno,
avrei voluto chiudermi tra le tue braccia
e liberare il mio pianto.
Nella camicia porto una margherita
colta in un prato assolato in un giorno
di tregua. Me l'hanno per pietà lasciata.
La porterò con me al muro che come
come una croce aspetta il martire.
Quando sarà primavera, cogliene una,
mi avrai a te vicino.
Fatti baciare il volto da un raggio di sole.
sarà il mio eterno bacio,madre mia.

Anna
Anna sapeva,ma non parlava.
Anna torturata e umiliata
urlava il suo tacere.
Anna uscì dalla macelleria
nella via dei signori.
Anna tornò a casa col viso
devastato.
Anna aveva taciuto e sopportato
L'ira di chi il silenzio odiava.
In silenzio nel grembo portò
quella notte dove gli incubi
avevano corpo e mani violente.
Anna amò il frutto di quella notte
piena d'odio, vuota d'amore
Dalla macelleria nella via dei signori
Anna portò dentro un raggio di pace
e di vita.
Al primo vagito,perdonò.
Al primo sorriso tornò ad amare.
Al seno nutrì la speranza di un mondo
vuoto dall'odio,colmo d'amore.

La croce solitaria
Fuggivo dai miei pensieri più neri,
dalle mie paure inconfessate,dai dubbi
che l'anima mordono come fiere voraci
mai sazie.
Cercavo la pace nell'inferno dei miei sogni
Senza senso.
Cercavo l'uomo perduto nel suo tempo,
naufrago allo stremo che in un attimo rivede
la vita disperata e nudo si sente nell'anima.
Mi fermai davanti ad una croce vuota.
Perché ancora solo? Dove era?
Quanta fatica per giungere alla cima,
quanto dolore ho provato su quella montagna
aspra e pietrosa,senza sentiero certo.
Quanta sofferenza nel togliermi le spine
dei falsi ideali.
Scrollarmi di dosso la rabbia delle ingiustizie
umane subite,perdonate,mai dimenticate.
Dov'era? Perché ancora una volta solo?
Ho sentito il pianto del cuore, così profondo
che agli occhi non sale.
Davanti a me una croce vuota,a un passo dal cielo
e dal baratro.
La croce era lì,aspettava me perché vi salissi.
Ecco dove eri,ti ho cercato troppo in là,
oltre me stesso.

Il mondo nella via
Ricordo ancora il sole di quelle estati.
Giornate lunghe senza pensieri.
La porta chiusa alle spalle senza far rumore.
Il mondo in una via da un muro chiusa
era mio.
Seduto sul muretto aspettavo i compagni,
nuove avventure da vivere senza un copione.
Il mondo in una via prendeva vita,
noi gliela davamo.
Che ne sapevamo del domani,
degli uomini che saremmo diventati,
di donne che ci avrebbero amati o feriti.
Il mondo era lì,la vita era lì.
Le nostre corse appresso ad un pallone sgonfio,
martire di spine di rose selvatiche,
crescevamo tra ginocchia ferite calzoni strappati.
Sotto quel sole come il grano crescevamo,
con il nostro ridere e le nostre bugie innocenti.
Il sole alto sulla via,profumo di cucina che più
d'un richiamo materno nell'ombra fresca della casa
ci riportava,stanchi e affamati.
Nel pomeriggio scendevamo come orda inarrestabile,
così ogni giorno fino a sera, per sempre e sempre
non fu.
Scavalcammo al giusto tempo il muro della via,
lasciammo l'eco delle nostre voci che lentamente
per sempre si spense.

Giorni infiniti
Giorni infiniti d'amore,
giorni illuminati da un nuovo sole,
naufraghi felici di non esser salvati
sulla nostra isola sperduta.
Avevamo tutto e niente chiedevamo
al mondo lontano da noi.
Lasciammo le nostre vite faticose,
distruggemmo ciò che più
credemmo di non amare.
Il mondo ci additò come esseri
senza anima.
Ci chiudemmo lì, senza rimorsi,
senza rimpianti.
Giorni infiniti che cercammo
invano di difendere dalla marea
dei ricordi che alla mente salivano.
Stanchi di noi stessi alla fine
ci arrendemmo.
Un sorriso come ultimo saluto,
tornammo come reduci di guerra
nel nostro passato.
Non trovammo nulla se non nuovi
giorni infiniti, pesanti di solitudine,.
inarrestabile come un male.

Fontana muta
Quanto tempo è passato da quando
di zampillare hai smesso.
Che tristezza fontana mia muta!
Ricordo ancora quei giorni andati,
tutti intorno a sentire il tuo canto
argentato,l'acqua pulita che regalavi
al pellegrino e al ladro,
al vecchio accaldato alla giovanetta
con l'anfora da riempire.
Quanta acqua da quella tracimava
mentre lei dell'amor nuovo le dolci
parole ascoltava.
Una voce dalla finestra come richiamo,
lei fuggiva e lui sospirando in te
si specchiava domandandoti se lei
ancor l'amava.
Nel bene e nel male cantavi sempre
col tuo zampillare allegro.
Cantavi nei giorni di pioggia,
nei giorni ventosi,nei giorni tristi
e oscuri.
Simbolo di pace e uguaglianza,
dissetasti lo straniero oppressore,
il partigiano e il liberatore.
Ora non canti più fontana mia,
ai tuoi marmorei piedi tracce
di vite buttate dentro siringhe
mortali.
Più non ascolti parole d'amore,
di libertà,di pettegolezzi di vecchie
annoiate.
Più non disseti i monelli che intorno
ti correvano inseguendosi.
Simbolo di vita,t'hanno resa muta,
quasi che la vita stessa più ora
non abbia senso.

Nel tuo volto
Sei la luce che cercavo invano.
È nel tuo volto innocente,
in quei sorrisi che mi regali.
Nel tuo volto mi perdo,torno bambino.
Le smorfie per farti sorridere,
mi fanno sentire libero.
Non devo apparire con te,con te
non devo fingere.
A te non importa chi sono,come sono,
a te basta un sorriso e una carezza
per essere felice.
Nel tuo volto c'è la dolce innocenza,
quella che il mondo non ha.
Cercheranno di rubartela,
cercheranno di intristire il tuo viso,
cercheranno di toglierti quella luce
che il mondo acceca,così avvezzo
alla penombra dove tutto si confonde,
dove tutto è inganno.
Nel tuo volto ritrovo il mio spirito antico,
quello di un bambino che troppo in fretta
smise di sorridere.
Nel tuo volto ritrovo il mio sorriso.
Al mio dente che cadrà come frutto maturo,
risponderà il tuo dentino,prima perla
di tante che ne verranno.
Ai miei occhi stanchi dei troppi orrori
verranno i tuoi,ansiosi di scoprire.
I miei occhiali saranno martiri dei tuoi giochi.
Cosa importa?
Vedrò con i tuoi occhi e tornerò a credere
agli uomini.

Pensieri in libertà
1) E' meglio un cane amico che un amico cane.
L'amicizia è il più nobile dei sentimenti,è come l'oro,difficile da trovare e faticoso da conservare perché bisogna essere in due a nutrirla.
Ti da più dolore un amicizia che finisce di una donna che ti lascia.

2) Creare,scoprire,inventare.
Si crea una cosa senza avere nessuna materia e l'unico che è stato capace di farlo è il Padreterno.
La scoperta altro non è che trovare qualcosa che non sapevamo esistesse.
Inventare è prendere più cose esistenti,metterle insieme e dare forma o corpo a qualcosa che prima non c'era.

3) Sentire non è sinonimo di ascoltare.
Posso sentir una voce,ma non è detto che ascolti quello che dice. Ascoltare è l'anticamera del comprendere,capire.

4) Il più grande mezzo di comunicazione da che esiste l'uomo?
Il silenzio! Quante cazzate in meno ascolteremmo e quante non ne faremmo!

5) Mi chiedo spesso perché Dio non creò subito la settimana corta. Il sabato invece di creare la donna poteva farsi una gita nell'Eden.
Purtroppo la perfezione non esiste... neanche per Lui.

6) La legge è uguale per tutti...la giustizia no!

7) " Svuotiamo le carceri sovraffollate" disse qualcuno e venne l'indulto.
Per la famosa legge dei "vasi comunicanti" si riempirono i cimiteri e gli ospedali.

8) Forse qualcuno di quelli a rischio licenziamento dall'Alitalia da domani griderà "Ali..mor...vostra!"

9) Gli aeromobili dell'Alitalia voleranno fino a quando ci sarà carburante.
Ma se il carburante finisce in volo,che fanno i passeggeri? Scendono e spingono l'aereo fino al più vicino distributore? E chi paga il rifornimento? Colletta tra i passeggeri!
Ve la immaginate la voce della hostess che annuncia " i signori passeggeri sono pregati di mettere mano al portafogli. Un nostro incaricato passerà a ritirare le offerte. Grazie!"

La speranza del mondo
Li guardo mentre si rincorrono e ridono, sembrano foglie sospinte da un vento leggero di primavera.
Passeri che si rincorrono nella quiete assolata di una campagna in fiore.
Si rincorrono,cadono,piangono,si rialzano e tornano a ridere.
Li guardo immaginandoli uomini di domani sperando che di noi siano migliori, ma sono solo bambini.
Li guardo con la paura vederli crescere.
Come vorrei che gli uomini di oggi, d'incanto tornassero i bambini di ieri.
Perché il tempo non si ferma su di loro?
Cresceranno, dimenticheranno.
Verranno altri bambini e il mondo rinnoverà la sua speranza

Paolo
(In memoria di un amico che ci lasciò trent'anni fa)

Paolo se ne è andato senza un saluto
Un lungo viaggio ci aspetta, andremo da lui,ad uno ad uno quando sarà il tempo di andare.
Paolo è partito per un lungo viaggio, con una moto,con il sorriso,con un sogno
Paolo è partito quando non era ancora il tempo
di andare.
Paolo non correrà più dietro ad un pallone
Non asciugherà le lacrime di chi lo ha amato.
Il bar sarà vuoto senza di lui, noi saremo più soli, più vuoti,
invecchiati prima del tempo, con un dolore in più, con un sorriso in meno,quello di Paolo.

Un amore dimenticato.
T'ho amato,non ricordo quando.
Il tuo nome non lo ricordo più.
Il tuo passo leggero,lo ricordo.
I tuoi capelli biondi dietro raccolti, li ricordo ancora.
Nella mente manca il tempo di quell'amore,il posto,il perché ci amammo.
Mi hai guardato e sorriso, dimmi dove,dimmi perché ci lasciammo amor mio?
Quanto fu grande quell'amore e quanto doloroso l'addio?
Sul tuo volto il tempo non ha infierito,nei tuoi occhi ancora la luce che illuminò i giorni miei dimenticati.
Quanto dolore amore mio provo,sapere che ci siamo amati ma non sapere dove e quando.
Tu lo sai ma non parli,sorridi.
Forse è il prezzo che pago per una colpa...
Quella d'aver dimenticato il nostro amore.

Pensieri disordinati.
Un alito di vento sospinge i miei pensieri.
Li seguo come un volo di rondini.
Sono disordinati i miei pensieri.
Mi piace il disordine nel quale tutto ritrovo, anche me stesso.
Libertà! Grido ammirando Dante a Pasolini compagno di spazio.
Anarchia! Urla la mia donna ordinata.
Amore mio,prova a vagabondare ogni tanto con la mente.
Prova ad uscire da questo mondo sempre uguale e monotono nel suo quotidiano suicidio.
Apri quell'armadio e troverai un paio di ali, sono vecchie e consumate ma funzionano ancora. Sono quelle che indossai un giorno lontano quando ti incontrai... sono la fantasia sulla quale tu salisti per sentirti libera.
Quando tu non ci sei,io le indosso e volo.
E in quel volo libero la mente,cambio l'aria pesante al mio cervello...
Come fai tu quando spalanchi le finestre.
Quando mi vedi silenzioso,non sto male.
Non ci sono,sto volando dietro ai miei pensieri a volte stanchi a volte confusi.
Pensieri a volte neri,a volte gioiosi.
Se mi cerchi sono sulla terza nuvola a destra di questo cielo troppo azzurro per un mondo troppo grigio e pedante.
Se vuoi raggiungermi sali sul primo alito di vento e lasciati andare ad un attimo di follia.

Colonna sonora
(dedicata ai Pooh)

Hanno accompagnato tutta la mia vita.
Della mia vita sono stati la colonna sonora.
Con loro sono cresciuto, con loro ho amato.
Erano la mia poesia,erano le mie parole d'amore.
Hanno cantato per me.
Con loro ho viaggiato sognando e piangendo.
Non mi hanno lasciato solo nei momenti degli addii, quando gli amori finiscono ma non muoiono.
A loro devo quelle notti bianche e stremanti vissute con lei che con me cantava le loro canzoni.
Cantate ancora per me.
L'amore non ha età,voi siete senza tempo.

A mia madre
Il sole illuminò la stanza e tu,sopita,volgesti lo sguardo sereno e stanco verso di lui. L'accenno di un sorriso,un esile stretta di mano a chi ti fu compagno di vita.
Forse,in quegli ultimi istanti,avresti voluto dirgli che l'amavi come sempre avevi fatto.
Avresti voluto dirgli: ricordati sempre di loro.
Poi tornasti a dormire,per sempre…
Per sempre da quel giorno porto il ricordo del tuo volto,dei tuoi capelli non ancora bianchi.
Porto dentro il dolore che non s'arrende alla vita,ma cresce con il tempo fino a rompere gli argini del pudore e si trasforma in pianto di bambino.
I ricordi scivolano sulle calde lacrime uscendo dal cuore e invadono la mente.
Si affollano,disordinati,cercano di farsi spazio; di parlarti di un tempo che non c'è più.
Un tempo che se ne andò con te…mamma.
Non posso ricordare un gesto d'amore, tutta la tua vita con me è stato un gesto d'amore senza sosta…anche uno schiaffo è stato un gesto d'amore.
È stato troppo breve il nostro viaggio, non vedesti l'alba della mia gioventù .
Non vedesti chi raccolse il mio dolore e lo cullò per renderlo un sorriso .
Non vedesti quella bambina che tanto sognasti e tanto ti somiglia.
Forse no,forse tu vedi e sorridi con gli occhi di lei.

Vent'anni per sempre
(A tutti quei ragazzi che partirono un sabato sera e non tornarono a casa)

Vent'anni per sempre,eternità di giovinezza.
Sarai,per sempre,tutto quel che da te chi t'ha amato s'aspettava.
Sarai per sempre un progetto di vita incompiuto,un sogno irrealizzato, un infinito dolore.
Vent'anni per sempre,su un cavallo d'acciaio cromato,certo di un'immortalità che non aveva senso.
Vent'anni sulle onde dello sballo, del fragore di suoni che diventano inni alla morte.
Vent'anni,età in cui per niente si ride e per meno si muore.
Vent'anni per sempre e tu non saprai mai cosa vuol dire invecchiare.
Vent'anni buttati su una striscia d'asfalto, lanciato in una sfida che hai vinto tante volte,ma quando l'hai persa è stato per sempre.
Vent'anni buttati dentro a una pasticca che ladri di vite ti hanno venduto suadenti come demoni in terra.
Vent'anni,all'improvviso senza domani, è come lasciare un tavolo di poker senza guardare le carte.
Potevi avere il punto vincente o un bluff tra le dita...non lo saprai mai.
Per sempre il tormentarsi delle dita di tua madre che invano si raccomandò.
Vent'anni,per sempre avrai d'ora in poi.

Orchi di oggi
Hanno rapito Denise,hanno ucciso Tommy.
Manuela non è mai diventata donna.
Gli orchi non muoiono mai.
Le favole sono menzogne degli adulti verso i bambini.
Le streghe hanno il nome di Maria.
Hanno il nome di Jessica.
Biancaneve ha incontrato i nani, li credeva amici ma loro l'hanno stuprata.
Loro,il branco,animali senza cervello e senza cuore.
Quante Biancaneve in questa valle piena di belve?
Pozzi diventati tombe indecenti.
Cappuccetto Rosso andò nel bosco, trovò il lupo a casa della nonna.
Santina Renda andò nel bosco, incontrò il lupo ma il cacciatore non la salvò.
Gli orchj non dormono mai.
Gli orchi non muoiono mai .
Le fate dove sono?
Gli orchi hanno la faccia di un padre, hanno il volto di un prete o di un professore.
I mostri hanno il volto di giudici che liberano gli orchi e le streghe.
L'orrore il volto di una giustizia che non c'è.

La voce della notte.
(Quando conducevo programmi notturni in diretta.)

Quanta realtà in quelle notti bianche quanto amore,rabbia,dolcezza, quante voci disperate e stanche

Come ti chiami,quanti anni hai, nella vita cosa fai...
Vai con quel dolcissimo brano, che ti fa sentire vicino anche quando sei troppo lontano.
Ti chiamano con la voglia di morire anime sole senza forza per gridare senza qualcuno da amare, anime sole che non trovano parole da dire oppure da ascoltare.
.
Vai con un altro brano,un'altra sigaretta, ora vai con l'ennesima diretta, l'ennesimo caffè buttato giù in fretta...

La notte moriva,l'aurora nasceva, qualcuno ancora chiamava... la mia voce,a quell'ora, taceva.
Qualcuno tornò la notte seguente, qualcuno si perse per sempre.

Silenzio!
Grande è colui che la vita salutando non fa rumore, ma lascia di se il silenzio, nel quale chi resta s'immerge ricordando.
Nel cuore il silenzio voce dell'universo scende, umile e maestoso, di chi non c'è più parla e l'anima tormentata ad esso s'arrende.
Si rinnova nel silenzio l'antico amore, la memoria libera immagini dimenticate.
L'ombra di un sorriso sulle labbra serrate, dolce malinconia al posto dell'umano dolore.
Grande è colui che una volta partito con il silenzio alla mente di chi l'ha amato torna, attimi di eternità come gocce di rugiada dona e oltre la vita ancora ama.

Onde
Onde leggere,docili alla riva s'arrendono.
Come disperate mani ad essa s'aggrappano e silenziose al mare, scivolando, ritornano.
Seduta e silenziosa le guardi sognando quella riva che non trovi e che ancor stai cercando.
Su quante sponde l'amore invano hai posato per poi tornare con un nuovo dolore nel tuo mare agitato.
Onde che nella quiete dolcemente si rincorrono, nel confuso gioco si confondono, onde che stanche e annoiate alla fine si perdono.
Seduta,tra le ginocchia il mento, stretta tra le tue braccia, ti offri alla carezza del tiepido vento.
Ti guardo sognando d'esser la tua ultima riva, quella che ancora stai cercando.

Parlami di te
Il tempo ci è passato sopra,veloce come il vento
Ha spazzato i nostri sogni,violato i nostri corpi
lasciandoci le nostre anime nude.
Non abbiamo più nulla se non noi stessi da regalarci l'uno all'altra.
Ti guardo e mi accorgo solo ora di non averti conosciuto mai per come sei.
Che strano,amore mio,guardarti negli occhi e in silenzio domandarmi chi sei.
Vorrei chiederti di parlarmi di te,come te lo chiesi tanto tempo fa,ma non t'ascoltai.
Avresti potuto dirmi d'esser la peggiore delle donne,io t'avrei amato comunque sicuro di una scelta che non ho rimpianto.
Ora vorrei sentirti parlare di quel mondo tutto tuo dove io non entrai…mai. Non fosti tu a proibirmelo,no… fu il mio egoismo,la mia voglia di vivere,il desiderio di creare un mondo per te…per noi.
Tu avevi un mondo diverso,più bello dentro il quale volevi che io entrassi con il mio amore.
Non ti ascoltai,uscisti dal tuo mondo per soffrir nel mio… per amore.
Parlami di te per i giorni che verranno,di quel mondo di donna che io,uomo,non conosco.
Parlami di quei sogni che sono rimasti lì delusi e offesi, dimmi come è fatto il tuo cielo di donna.
Per i giorni che verranno io t'ascolterò,in silenzio.
Se potessi entrarci ora entrerei in silenzio per non far rumore.
Per i giorni che verranno io t'ascolterò fino a quando non mi addormenterò e solo in quel momento entrerò nel tuo mondo a piedi nudi e ti aspetterò… in silenzio e cullerò i tuoi sogni.

Nuvole
Bianche,alte e irraggiungibili sembrano immobili ed eterne.
Giocano con la nostra fantasia,sono quel che noi vorremmo fossero, sono quel che non vedremo mai.
Ed ecco improvvisamente che mutano, cambiano aspetto.
Improvvisamente,come donne capricciose,mutano e assumono nuove forme,diventano nuove immagini.
Un cane,un cavallo ,il profilo di un volto…Dio.
Quante volte in quella gigantesca opera impalpabile ho visto il suo volto.
Quante volte,spinto dal vento,l'ho perso.
Quante volte ho alzato gli occhi al cielo per cercarlo in una nuvola nei momenti di tempesta della vita.

Notte
Da una finestra illuminata che nel buio una stella sembrava, un canto struggente, nella notte scendeva.
Una voce di madre addolorata che al seno come una madonna la sua creatura morente stringeva.
Dolce quella voce stanca che più nulla poteva
se non accompagnare all'estrema soglia chi più si ama e, occhi al cielo, la madre delle madri chiama.
Poi cessò il canto ed iniziò un silenzioso pianto.
Si spense la luce e nella notte s'accese una nuova e più luminosa stella.
Ogni notte alzò gli occhi al cielo, sorrise alla più bella cantò ogni notte la sua canzone.
Poi cessò quel dolce canto, alla luminosa stella ne brillò un'altra accanto.

Lascia che sia
Lascia scorrere la vita senza chiederti come sarà il domani.
Libera quell'alito di innocente follia per ridere di questo mondo dove tutti sono oscuri e uguali.
Tieni per te il respiro e il palpito del cuore di chi ami, il bacio di tua madre che non ti tradirà, la malinconia che verrà nei momenti che da solo vivrai. I Il sorriso di un bambino ti ricorderà quel che tu pensavi d'aver perduto e invece era lì,dentro di te e non lo trovavi.
Non cercarti negli altri che in te si cercano rubandoti l'anima.
Lascia che una lei viaggi nei sogni che vivrai, libera le parole,quelle che tieni nascoste per non essere deriso da chi non sa capire.
Lascia che sia il cuore a parlare, lascia che quelle parole si trasformino in semi di speranza per un mondo che tu vorresti migliore.

Il tempo della lunga attesa
La vita è la giovinezza,non lo dico io,tutto il resto è solo una lunga attesa,un lasso di tempo più o meno lungo durante il quale si naviga nei ricordi,nei rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato. La vita,quella dove tutto è afferrabile,dove ogni giorno è una scoperta e sembra non dover mai avere fine è racchiusa in quegli anni della giovinezza.
C'è l'illusione che è come una droga e guai se non ci fosse,perché in fondo la vita è tutta una grande illusione;per questo il mondo va avanti. Dopo c'è la maturità,quella che purtroppo ci fa vedere tutto nella sua realtà più spietata dove illudersi non è più possibile.
Io non mi illudo più da molto ma non ho rinunciato a sognare,non ho rinunciato a sorridere in quelle rare occasioni che questa vita e questo mondo sempre meno vivibile e sempre più inospitale ci offre suo malgrado.
Non sono un poeta,o forse sì,oppure sono solo un uomo che in questa attesa si è fermato a guardare il mondo,a dare voce ai suoi pensieri e ai suoi ricordi.
Qualche malinconia,qualche sorriso,qualche speranza messa per iscritto fino a quando queste mani ce la faranno insieme alla mente.
Non sono un poeta ma la poesia è un modo di esprimere quello che si ha nel cuore,quello di dire ciò che a volte non diciamo per paura di essere derisi da chi ci circonda poiché la nostra esistenza la basiamo su quello che gli altri pensano di noi,su quello che gli altri vogliono vedere in noi.
È un eterno specchiarsi di immagini false e un eterno stato di insoddisfazione personale.
Ma se lasciamo che il cuore lasci salire alle labbra i nostri più segreti pensieri,quelli più dolci,allora saremo noi stessi e poco importa se chi ci cammina accanto riderà di noi,della nostra anima final - mente libera e senza più bisogno di specchiarsi in altre anime oscure e tristi.
In ognuno di noi c'è una poesia,un soffio di innocente follia,un sogno nascosto,un ricordo pieno di malinconica nostalgia. Quando si riesce a tirarli fuori si è già dei poeti. Non c'è bisogno di lauree o intelligenza particolare per parlare di sentimenti,il cuore è un libro da sfogliare,un uomo è un libro di storia vivente e i sentimenti ce li hanno tutti,il ricco e il povero;il laureato e l'analfabeta.
Certamente la poesia trova terreno fertile quando le radici affondano nel dolore che è quello che nell'esistenza degli uomini prevale sugli altri stati d'animo,ma la poesia nasce anche da tante pic - cole cose come da un raggio di sole,da una foglia ingiallita,da un fiore che sboccia,da un silenzio tra i monti,dal volo di un uccello,da una spiaggia deserta,da una barca in secca,dal sorriso di un bambino o dal pianto di una donna;tutte cose che appartengono alla nostra vita. Cose che fanno parte del mondo e che non guardiamo con attenzione perché abbiamo fretta di vivere.
Questa fretta non mi appartiene più,il mondo è fuori di qui,lo osservo,ricordo,scrivo e lascio che il tempo dell'attesa passi su di me. Poi mi alzerò,poserò la penna e me ne andrò lasciando un sorriso, forse una lacrima o forse una grande indifferenza. Non me ne importerà nulla.
Sarò stato un poeta,un pagliaccio,un saggio o uno stolto… sarò stato quello che gli altri avranno voluto vedere in me;ma almeno non sarò stato io a specchiarmi negli altri.

I nostri sogni
Sono cerchi nell'acqua i nostri sogni,
sono fiori che vivono un giorno,
sono voli senza meta,aliti di vento,
valigie cariche di rimpianto.
Sono il respiro del mondo i nostri sogni,
sono il palpito della vita,la porta aperta
di un'oscura prigione dalla quale fuggire
sulle fragili ali di un'illusione.
Sono raggi di luce i nostri sogni,
quelli che illuminano di speranza un domani
incerto,quelli che scaldano il cuore di coloro
che hanno sofferto.
Triste colui che non ha sogni,
per sempre schiavo di un infinito presente.

Era il nostro tempo
Era il nostro tempo e lo abbiamo vissuto
con il coraggio e l'incoscienza della giovinezza,
non avevamo dubbi,era il nostro tempo,la nostra
unica certezza.
Era il nostro tempo,quello del camminare
sui fragili sogni,convinti del loro materializzarsi
da lì a poco.
Che importava se i giorni,mesi,anni passavano
uno ad uno,come rintocchi di una campana
che noi non sentivamo.
Poi quel tempo finì e con lui l'ansia di vivere,
la voglia di sognare. I rintocchi li udimmo,tutti,
uno ad uno;talvolta gioiosi ,talvolta mortali.
L'immortalità esiste ma cambia i suoi attori
di volta in volta e noi uscimmo di scena.
Nulla è eterno se non l'eternità della vita
che si rinnova da sempre e ci rende strumenti
del suo perpetuarsi nel tempo.
Credemmo d'essere immortali,inattaccabili
forse fu questa la nostra forza,la stessa che avrà
chi prenderà il nostro posto.

Epitaffi
In vita non sono stato uno stinco di santo,
ma ora che questo corpo martoriato e stanco
sta facendo terra per i ceci,
mi ritrovo ad essere uomo pieno di pregi.
Non lo sapevo d'esser così di virtù adorno,
stanno scritte tutte su questo bianco marmo,
con lettere d'argento,sotto ad una croce
e sopra ad una prece,in bella mostra una
fotografia,lì c'è tutta la vita mia.
Sarà che sono morto ma non mi riconosco
in quella che reputo essere una grossa bugia.
Animo nobile,spirito illuminato,marito
fedele,padre adorato…
non è che avrete esagerato?
Sono stato quel che sono stato,non nego
che ho pure rubato e raggirato,
ma l'ho fatto con il potente,l'arrogante,
con coloro che fanno piangere la gente
e che della stessa non gliene frega niente.
Lasciatemi riposare sotto quest'albero fronzuto,
fate tacere quel prete che di me non sa nulla.
che di me s'è ricordato una volta l'anno,
quando per le porte,con la scusa della benedizione,
andava bussando e dentro la busta rimediava
i soldi per la sua congregazione.
Io sto bene qui da solo,tra un ladro
e due brave donne,tanto non c'è niente da rubare
e quando che verrà la notte a tutto penserò,
meno che a sollevar le gonne.
Di me ricordate solo quel che vi ho dato,
forse poco o quasi niente,
questo lo sa l'Onnipotente,
non lo sapete voi e neppure io.
Di sbagli, è vero,ne ho fatti tanti,
proprio per questo qui giace un uomo,
non l'ultimo dei santi.

L'uguaglianza esiste solo nelle virtù di chi è morto,se ci fate caso sono stati tutti buoni,onesti e probi.
Non troverete mai scritto "Qui riposa finalmente un uomo che in vita ne ha fatte di tutti i colori.
Esempio di egoismo massimo,ineguagliabile nullafacente,lasciò questo mondo tra il giubilo di chi per anni sperò che il suo decesso avvenisse prima.
No, sono stati tutti ottimi padri,mariti esemplari,menti illuminate,probi lavoratori,pieni di amore e di pietà cristiana. Tutti,indistintamente,hanno vissuto nella grazia del Signore. A cinquantasei anni,credo di avere avuto modo di vedere qualcuno morire e per come ho avuto modo di conoscerlo in vita più di uno non aveva condotto una esistenza così cristallina. Tanto è vero che andando a deporre un fiore più in ricordo della nostra giovinezza passata insieme che per altro,ho trovato questo genere di frasi.
Per un momento ho pensato di aver sbagliato fornetto,poi ho capito che era proprio lui.
Se volete sapere fino a che punto arriva l'ipocrisia andate al cimitero,è l'enciclopedia per eccellenza nel suo genere. Non sono esenti le donne,anche loro madri esemplari esempi di virtù e abnegazione, spose fedeli. Non troverete mai una che si sia prostituita,eppure la prostituzione è il mestier più vecchio del mondo,possibile che non siano mai morte? È vero che "una mela" al giorno toglie il medico di torno, ma anche il becchino? Niente da fare! Al cimitero non trovi traccia poiché sulle lapidi trovi scritto solo pregi e virtù. Non trovi traccia di madri che hanno abbandonato i propri figli. Tutte madri che hanno dedicato l'esistenza terrena alla prole.
E allora sotto quelle umili croci,semplici lapidi dove oltre al nome e alle date non c'è scritto nulla chi giace? Forse ladri,assassini,prostitute,imbroglioni,madri snaturate,gente che è meglio dimenticare che ricordare. No. Gente che ha attraversato la vita come tutti noi e che di quel che dicono i posteri,nel bene e nel male,non può importare nulla perché nulla erano e nulla sono tornati ad essere.
La morte non va presa sul serio ma neppure presa in giro con l'ipocrisia. Quello che vediamo nei nostri cimiteri sono monumenti alla nostra falsità,a noi stessi.
Se abbiamo amato qualcuno e lo vogliamo ricordare non abbiamo bisogno di frasi scolpite nel marmo, lo portiamo nel cuore e non abbiamo bisogno di far sapere quanto importante fosse a chi vi entra.
Bisognerebbe ricordare che lì ci sono solo dei poveri resti e basta. Il posto dove coltivare il ricordo, portarne avanti l'esempio è in chi resta.
 

Alla luna
Addio pallida luna muta e luminosa
testimone di infiniti amori
e di tormenti solitari.
Sotto la bianca luce raccogliesti
le promesse di poveri amanti,
le parole più dolci,la malinconia
di chi soffrì per un addio,a volte mortale.
La tua luce illuminò il cammino
di antichi potenti;fosti tuo malgrado
complice di gesta disumane e nel tuo calar
o nella tua ascesa i sacerdoti del male
ordirono gli scempi.

Addio pallida luna che ispirasti poeti,
musicisti e commedianti .
Di lei non mi resta che il ricordo
del suo corpo che color del marmo
con la tua luce rendesti. .
Di te non resta che il ricordo di un tempo
andato che per me non tornerà più
ma altri non lo vivranno mai
prigionieri di un modo che non ha più nulla
da sognare,dove è proibito alzare
gli occhi al cielo,sospirare.
Addio silenzioso astro calpestato,spiato
e irriso da coloro che non sanno amare,
che paurosi,non hanno mai amato

Abbracciami
Eccomi,sono tornato finalmente,per sempre,
per non tornare più indietro.
Il mio viaggio è stato lungo e faticoso
ma nel cammino non ti ho dimenticato.
Ho portato sulle spalle il peso del tuo coraggio,
quello che io non ho mai capito;
quello che forse non ho mai avuto.
E più deboli si facevano le mie spalle,
più pesante diventava quel fardello.
Ti ho sentito sempre vicino,nella mente
ho sempre portato il ricordo della tua mano,
calda e forte,come te.
Ho dimenticato tante cose nella mia vita,
la tua mano mai.
E più passava il tempo, più debole diventavo
più in me si rafforzava il tuo ricordo,
tanti particolari che come tessere di un mosaico
ricomponevano la tua figura.
Più passava il tempo più ti sentivo vicino
come se mi stessi venendo incontro per
sorreggermi negli ultimi dolorosi passi.
- Forza,ce la fai!- pareva di sentire.
Eccomi papà,ce l'ho fatta,abbracciami
con la forza del tuo perdono.
Loro capiranno un giorno e non dovranno
portare un grande peso ma solo un vuoto
in angolo del cuore .

A spasso nel cimitero
Che strano posto è il cimitero,
c'è una pace soprannaturale
ti chiedi se questo è il mondo vero,
quello dove ognuno all'altro
è uguale.
Nel silenzio dove la pace è sovrana,
sorella morte mette insieme
la fedele sposa con la puttana.
Eppure,per malaugurata sorte,
ci pensano gli esseri viventi
che oltre queste porte,
trascinano, falsi e piangenti, i simboli
indecenti di una vita che di essere più non ha
ragione, qui dove il maltrattato servo
è uguale al dispotico padrone.
Qui non esiste il "lei non sa chi sono io"
perché di sicuro lo sa Iddio.
L'ha sempre saputo,dal giorno che sei nato
fino a quando,dopol'ultimo respiro esalato
a lui come spirito sperduto
ti sei presentato.
A che servono quelle tombe sfarzose
simbolo di opulenza e grandezza?
A dir che sotto una croce giace
solo mondezza?
Non serve dei redditi la dichiarazione,
la morte non fa sconti a chicchessia,
ha un solo carrozzone sul quale sali
e percorri l'estrema via.

Non dimenticarmi
Scivolano leggeri i ricordi,volano nel cielo
come per gioco inseguendosi e perdendosi
per ritornare a trovarsi di nuovo.
Tra loro spunta improvviso il tuo volto,
lo ricordo ancora per come era allora.
Non ricordo il dolore,ne il tuo ne il mio.
Chissà se mai hai sofferto per quell'addio.
Io non lo ricordo più,che senso avrebbe?
Che senso avrebbe rivedersi ora che la vita
ci ha dato nuove storie e tolto i sogni
sui quali volarono i nostri giorni.
Che senso avrebbe accorgersi che il tempo
ci ha cambiato nei corpi,nei volti,nell'anima?
Che senso avrebbe ritrovarsi e accorgersi
che non siamo più noi,quelli di allora.
Non so se uno di noi ha pianto per quell'addio
ma so che in angolo del cuore c'è la parte
più bella di noi,quella che niente e nessuno
potrà cambiare perché fu un addio a salvarla
dal tempo senza pietà e la chiuse in quell'angolo del cuore.
Non dimenticarmi se puoi perché in te c'è,
del mio tempo, la parte migliore.

Il bigliardo
Ad altri lasciammo la via e il nostro
tempo.
Ci spingemmo, come branco, più in là
per consacrare la nostra età nuova.
Le prime sigarette e quel tossire
a ricordarci che non eravamo grandi
abbastanza.
Il colpo secco della stecca sulla biglia
e questa a correre veloce sul tappeto verde
come il nostro nuovo tempo.
I primi amori e subito dimenticati
come i primi no incamerati.
-Ti amo,mi ami?-
-No,amo lui…-
Oh! Chissenefrega!Ma dentro sentivi
il cuore andar giù come un birillo bevuto.
Le prime feste in casa,i primi sguardi,
il primo bacio vero,la prima uscita
e poi la sera a casa
-Perché non mangi?-
-Sto male!no,sto bene…-
Non sapevamo nemmeno noi come stavamo.
Non lo sapemmo mai .
E lei dove sarà? Non lo saprò mai
il suo nome…non lo scorderò mai .
Mi avrà ricordato,almeno una volta?
Forse si,ridendo magari di quell'unico
bacio a fine primavera,
parlando con lui che la prese al posto mio perché prima di
me capì cosa voleva.
Un colpo secco,la biglia riprese a correre
sul tappeto verde come la mia vita
che s'era fermata davanti al suo portone.

Cercami
Cercami in ogni angolo del mondo,
nelle foglie ingiallite a terra cadute,
nelle strade deserte dal vento spazzate.
Cercami nel placido ruscello,
nel crespo e agitato torrente che al fiume
scende e questo,lento e possente,al mare
s'arrende .
Cercami là dove mai avresti pensato
io fossi,nell'odio più nascosto che ogni uomo
cova o nel triste pentimento che stanchi,
al calar del tempo si prova.
Cercami nel dolce e sofferto amore
di quanti s'amano prigionieri di amori rubati
e silenziosi vivono amori proibiti.
Cercami nel vuoto di uomini senza domani,
nel sogno di un poeta,nelle carezze audaci
di sconosciute mani
Cercami nelle parole di un falso profeta,
nel sorriso di un bambino .
Mi troverai se solo lo vorrai,
perché tutto questo io sono stato un tempo.
Ho rubato,amato,pianto e sorriso
Ho odiato in silenzio e in silenzio
ho perdonato.
Sono stato un poeta,un ladro,un amante.
Sono stato tutto quello che ogni giorno
vedi.
Sarò,nel tuo cuore,quello che vorrai.


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