Poesie di Graziella Parisi


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Quando verrai
Per essere più bella
quando verrai da me
ho chiesto alla luce del mattino
di rischiararmi il viso,
al tramonto ormai vicino
colori di rosso acceso,
chiederò alla dolce brezza di mare
i segni del mio tempo appianare,
perchè tu non li scorga,
e affinchè tu non voglia
mai più di qua partire
e l'amore per noi non sia mai abbastanza
chiederò al vento di soffiare,
perchè bianche nuvole leggere
vengano a imprigionarti
in un tenue, stringente, cerchio di danza

L'isola che c'è
"Seconda stella a destra
questo è il cammino..."

...poi la strada dovrai trovarla tu
decidere da solo
se planare là in basso al sicuro
o continuare a cavalcare il blu...
proseguire nel tuo incerto volo
lo sguardo sempre acceso
a metà tra terra e cielo
respirare più in fretta la paura
se intorno si schianta la bufera...
Ma ogni volta, d'incanto, l'isola sarà là
quando il pensiero sorvolerà più alto
ogni volta che avrai continuato
a sognare, cavaliere ostinato,
che ti sarai battuto
contro i mulini a vento
di gente egoista, mediocre, disonesta
che sogna soltanto di arraffare
già morta dentro...
e ogni volta che avrai combattuto
quel cruento, pazzesco certame della vita
non ti sarai perduto...

Ora riprendi il volo
del tuo fantasticare mai smarrito
quell'isola là in fondo
sei tu, con il tuo sogno...

Primavera
Antico e sempre nuovo
brivido caldo
di vita rinnovata,
promessa di luce mantenuta,
percorre insinuante la terra,
e l'anima,
dal letargo dei sensi ridestata.
Conforta, con solleciti tepori,
gemme indecise di vaghi desideri,
piccoli germogli
di antichi e nuovi amori,
timidi ramoscelli di speranza,
sentori appena percepiti
della nuova stagione
che a lieti passi avanza...

L'ultimo dono
I boccioli recisi
di una povera rosa moribonda
hanno a lungo
illuminato
di vita e colore la mia stanza...

Il pianeta
Io rinasco ad ogni sole
e, alle prime ombre
inizio
a morire...

viva,
a riaccendermi e vibrare
ad una mattinata tiepida d'aprile

Veglia
Come
sospiri di fumo
dai camini
le preghiere della notte
salgono
a quell'oscuro
inafferrabile
infinito
Dio

Il mosaico
A te che sembri davvero non capire
cercherò di spiegare
come io concepisca l'amore...

L'amore che io sento e che vorrei
è simile al disegno di un mosaico
dove ogni parte
è posta accanto all'altra
per un gioco infinito di pazienza
e arte
Arte di non guastare, comporre ed assemblare
la grandiosa, perfetta, bellezza
del finale...

Così, io credo
l'amor va costruito
con impegno costante e ripetuto,
giorno per giorno, minuto per minuto,
certo vincendo spesso anche la noia,
la rabbia o la paura
di non aver riuscita
nel complicato intento di creare
l'infinito mosaico di una vita...

Vedi quello composto da noi ora
mostra troppi intervalli
tra una parte e l'altra della scena
troppi gli spazi rimasti non completi
rompono dell'insieme la catena
e questa mezza vita che vien fuori
smembrata nel tratteggio,
avara di colori,
non significa nulla o quasi niente
è un'arte che mi sfugge,
il disegno indistinto
di un sogno evanescente...

Una fiaba livornese
Passeggiammo sottobraccio quel mattino,
una Livorno a me sconosciuta,
a te ben nota,
brumosa e fredda di canali e mare.
Scaldavo la mia mano sul tuo panno,
mentre ascoltavo assorta la tua voce
scandire il ritmo piano ai nostri passi...

Muovendo per le larghe vie del centro,
il mercato del pesce, i vecchi scali,
i Mori e la Fortezza,
percorrevamo insieme
la tua incerta giovinezza,
e tu dicevi
-Vedi, d'intorno qui c'erano prati
là la mia vecchia scuola
troppo spesso tradita
per più allettanti svaghi...
E là dietro a quel muro
baci furtivi e carezze rubati
a una scontrosa conturbante sirena,
mentre, in classe,i compagni piegavano la schiena...-

Scorrevano dinnanzi alla mia mente
anni di fanciullezza, inquieta e insofferente...
Ma ad un tratto lo vidi,
il ragazzo seduto alla spalletta
di un ponticello, al quartiere Venezia
che ci guardava ironico ed assorto.
Poi ci seguì nel nostro itinerare
fantastico, e faceva capriole
nei prati, rincorreva
farfalle,gatti,sogni...
E raccoglieva viole...

Credetti a un tratto di vederlo sparire..
Tacevi e nel silenzio
riprendemmo la via
la mia mano ben calda nella tua
Sbirciavo di sottecchi il tuo sguardo inumidito
scoprendo in esso
una segreta luce
che gli anni non avevano smorzato...

Fu allora che capii...
Peter era tornato....
Mi camminava accanto,
sotto le spesse lenti degli occhiali
brillavano scintille dei suoi sogni
quelli stessi di allora, ancora uguali...

Presi più forte a stringer quella mano
di un vecchio ancor fanciullo,
di un fanciullo mai vecchio,
cuore sospeso tra presente e passato
dalle ingiurie del tempo non domato.

Un teatro nel silenzio ( Laiatico- 21 luglio)
Silenzio....
tendono l'orecchio le colline
morbide dolci accovacciate,
spose adornate
del verde più scuro del cipresso
del rosso dell'ultimo tramonto...
del bianco di stoppie disseccate

Poi, la luce che cala, stellato
il sipario del cielo si leva...

"Ho sentito il silenzio cantare"
l'ho sentito irrompermi nel cuore
fragore e potenza di cascata
acque prorompenti
di note struggenti
riverberi di fuochi in lontananza
a segnare il tempo
antico infinito dolce
di una
danza...

Ora...

dormono di nuovo le colline
sotto un cielo pacato
carezzate dal vento
ritornato
unico e solo
padrone del silenzio.

Il poeta
Vivi nel tuo castello incantato
là, sopra la cima del monte
seduto sul tuo trono, poesia,
orgoglioso proprio come un sire,
a cui virtuali cortigiani
batton sempre le mani

E trascorri così le tue giornate,
nel tuo maniero echeggiano
di rime sofferte e raffinate
suoni soltanto.
E se per un momento a valle cali
di te hai lasciato la parte migliore
quella che più riesce a darti vanto...

Poco ti curi di ciò che intorno avviene,
o a cose terrene
prestar la tua attenzione;
giusto il tempo che occorre
per dare a voglie tue soddisfazione...

Le tue sortite a valle
son brevi e risplendenti
come fuochi alla festa
del santo patrono,
come luce veloce di cometa
che presto rende al buio
il posto suo

E' ora di tornare
lassù dove la mente può volare
al tempo andato, agli antichi rimpianti.
Gioia e sereno lasciamoli agli stolti
non sono cose per spiriti elevati
a pensieri più grandi destinati...

Domenica
Giornata da riempire
giornata da inventare
o da lasciar passare...
Per fortuna ci sono
panni da stirare
vetri da ripulire
pensieri da cullare...

Fuori qualcuno passa
diretto a chissà dove...
Dalla finestra aperta
entra odore d'arrosto:
la vicina
ci ha perso la mattina,
tra poco arriveranno
figli e nipoti
chiassosi ed affamati
un pò maleducati

Faranno pranzo insieme
poi se ne andranno in fretta
chi a veder la partita
chi per far la canasta
chi a uscir con gli amici

Rimane lei da sola
il pensiero svagato
a giorni più felici
da un bicchiere di vino accompagnato,
un pò di nostalgia
una piccola lacrima
a farle compagnia...
.................................
Si accende la tivù,
lavastoviglie carica,
dai, non pensarci più,
ritorneranno ancora,
farà presto a venire
una nuova domenica...

Ferite
Parole come armi
con cui fare del male
e poi desiderare
di non averle dette
almeno non così

Pure in fondo sentire
che non sarebbe onesto
fare finta di niente
e continuare
ad annullar me stessa
in questo compromesso
di finta vita insieme

Adesso è sofferenza
quasi continua, e sembra
che tutto sia sospeso,
confuso, da rifare,
ma non sai proprio da dove
poter ricominciare...

Mentre mille pensieri
mi riportano a te
e il desiderio è forte
di ritornare indietro
come altre mille volte...
devo dirmi di no
se pur mai come ora
certa di amarti.

Autunno insieme
Sei un uomo divertente
dal dialogo intrigante
con te non c'è mai noia,
se a volte c'è tristezza,(quando vai)
più spesso gioia

Hai scintille di luce
negli occhi sorridenti,
che non ti ho visto prima
e una nuova dolcezza
a rifletter la mia...

Sei per me quasi tutto
amico,confidente,a volte padre
burbero, ma
accogliente incavo caldo
dove appoggio il mio fianco

Durasse ancora
un'ora, un giorno,
un anno o un'altra vita,
io questa giovinezza
che con te ora riprovo
la voglio assaporare
come dolce goloso
da centellinare....

E' nostro questo autunno
non lasciarlo appassire,
prima che parta
così com'è venuto,
non ne avremo poi molti...
gustiamoci il minuto.

Settemila boe...
Poichè
nessuna terra
li voleva
il mare
li ha abbracciati
ed ora
amoroso
li culla...

Sera d'agosto
Laguna placida
la sera...
Onde sempre più lievi
a lambire
le rive del dolore
Piano
ogni clamore
cala
con l'ultimo bisbiglio
di uccelli sonnolenti
infine
la calma silenziosa
Nella luce che scema
e abbandona ogni cosa
le acque
ora son quiete
sipario imperturbabile
calato
su ciò che è stato.


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