Poesie di Sabatina Napolitano


Home page  Lettura   Poeti del sito   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche



Sabatina Napolitano è una poetessa, scrittrice, articolista, freelance, critica, appassionata d'arte, studiosa dell'opera di Nabokov. Nasce a La Maddalena, il 14 maggio 1989. Vive ad Asciano, nelle Crete Senesi. Ha cominciato a scrivere poesie da bambina, e durante l'adolescenza scriveva su un blog su splinder. La sua prima raccolta poetica è del 2010. Ha pubblicato otto libri di poesia, e un romanzo. Nel 2019 comincia la sua attività critica con le recensioni. Collabora tra le tante testate con Ultima Voce, Fermata Spettacolo, Microbiologia Italia. A dicembre 2021 pubblica il suo primo romanzo dal titolo Origami.
  

 

Da "Nelle sue braccia"
(Gian Giacomo Della Porta, 2022)

Quando gesticolavi avevi sempre i palmi aperti
che facevi roteare all’aria.
Un modo tuo, che dovevi ricordarmi ogni volta
che parlavo in pubblico.
Dovevo somigliarti quanto più possibile.
Solo che negli anni invecchiavi, anche io cambiavo.
Sei buono, luminoso, fino alla maglia della salute nera.
Per quanto mi riguarda ero avvolta di sacro e di stanchezza,
di cinismo e di solennità. L’entusiasmo? Certo.
Ora si parla in termini adulti per tutti.
Perciò ti prego non essere felice senza di me.
Quando mi tocchi, fallo con due mani.
Toccami prima il collo, poi i seni,
i fianchi, coprimi le labbra e penetrami.
Quando mi tocchi con un braccio mi tieni sotto di te,
con la mano mi accarezzi tutta intera nuda,
come se stessi spiegando qualcosa.
Toccami i glutei, toccami il sesso, il collo.
Riempimi di baci.
Il Signore ha messo la mia anima
nella casa di un uomo buono,
hai i salmi nelle vene e nelle iridi i colori degli angeli.
Solo la sua saliva salva le mie ferite.
C’è un incantesimo di dio nella sua saliva,
che a contatto con le mie cellule
sprigiona le nostre benedizioni.
Ma anche da lontano l’anima di mio marito
funziona a nostra difesa.
E quando mi muovo l’odore di grazia
si fonde all’incenso della giustizia.
La mia anima è riposta bene.
Le matematiche del cuore sono celesti,
perché il Signore l’ha creato per me,
per rendermi più lieve la mia esistenza.
Non riuscivo a dormire.
Avevo un dolore terribile al fianco sinistro
non so era il rene o l’intestino.
Avevo messo la mano dove c’era il dolore nella speranza
che pregando sarei riuscita a guarirmi. Come col reiki.
Ma non sapevo cosa voleva dire il reiki.
Sapevo solo che provavo dolore e volevo guarirmi.
Mi bruciava come se avessi conficcate delle spine.
Qui ad Asciano erano le due e mezzo di notte
e non faceva molto freddo c’erano sedici gradi.


Era in arrivo il temporale.
Nell’albergo a Chiusi avevo nella mia stanza quattro fantini.
A casa ad Asciano nella cucina c’era una cavalla bianca.
Mi piace visitare i musei Senesi, o tutto intorno girare i borghi col treno.
Fuori alla chiesa di Sant’Agostino
c’è una panchina con una scultura: gli ingredienti magici.
Pecorino canestrato, pecorino alle noci, Il marzolino.
Apparecchiati sul tagliere con pane e coltello.
Dio è nella voce di un silenzio sottile.
La mia ambizione più forte è confessarti
i miei moti interiori, non fermarmi mai.
È vero che a dio serve una forma per manifestarsi.
D’altra parte tu sei reale. Come quando mi baci e mi tocchi.
Sei vero, ed io ti amo così tanto che ho paura già di perderti
e darei la vita per te, se fosse necessario.
So che mi ami, non mi paragonerai mai a nessuna,
so che sei un uomo buono difensore della mia anima nella tua.
Mi era venuto in mente quando a Montpellier
da uno studio traslocai alla casa di Chiara.
C’erano nel primo palazzo circa quaranta scalini stretti,
nel secondo una trentina. Mi ricordo di come ero.
Mi era venuto in mente di quando andavo a comprare l’acqua
e poi dovevo caricarla a casa.
Su per le scale ne portavo due di casse da sei bottiglie.
Ero allenata. Avevo una forza incredibile e fumavo,
avevo una forma smagliante. Nell’estate duemilasedici.
Sei anni dopo avevo preso dieci chili, e avevo la tachicardia
quindi i battiti dopo dieci scalini salivano come in fase aerobica.
Dopo pochi scalini il mio battito era già a centotrenta.
Da ragazza era tutto diverso
eppure già a ventisei anni non ero più giovanissima.
Gli anni passano, il peso degli anni si sente.

 

Alcuni mesi prima nelle notti di insonnia
passavo le ore a vedere le donne incinte su Instagram e su come si allenavano.
Lo sport fa bene per tutti e nove mesi, salvo sforzi disumani.
Anche gli scalini si potevano fare per tutti e nove mesi,
non c’erano controindicazioni in questo.
Durante la gravidanza potevo bere caffè
ma tanto non ne bevevo ma non potevo bere vino e birra.
Potevo fare sesso. Potevo mangiare il sushi
ma tanto non mi è mai piaciuto, quindi.
Si dovrebbe evitare di fare il bagno in acqua bollente,
ma tanto qui c’era solo la doccia.
Non dovevo piegarmi in avanti con la schiena
ma dovevo flettere le ginocchia.
Si poteva salire sui mezzi pubblici perché la bimba
e il bimbo erano protetti dal liquido amniotico
ma io evitavo perché avevo paura per il pancione.
Insomma ad Asciano ho potuto ben affrontare una gravidanza
soprattutto da questa casa.
Solo che era necessario un corrimano che mi sosteneva per bene.
Perché il bambino si spostava nel bacino,
pesava e dovevo fermarmi e respirare a un ritmo normale.
Insomma ho potuto fare tutto da qui.
Però sapevo che mi stavi vicino in ogni cosa che facevo perché mi amavi.
In trentaquattro anni non mi era mai riuscita una frittata per bene.
Ti avevo cucinato la frittata di patate con pancetta e cipolla.
Nella padella si era formato come un nazar.
So che sei tu il mio amuleto.
Mi proteggi da ogni male, da ogni invidia e risentimento.
Regalami un nazar come ciondolo lo indosso al posto dell’origami.
 

Il bicarbonato era ottimo anche per i gargarismi e i suffimigi.
Dovevo accettare che ogni tanto la stanza
si trasformava nella stanza di un ospedale.
Dovevo curarmi da anni di ansie, inquietudini, disturbi.
Ogni volta che salivo e scendevo le scale
mi curavo dalle inquietudini di tutti gli anni prima.
Quelle scale erano una cura per il rene, per l’intestino,
per i polmoni, per la gola, per i bronchi.
E poi ci sei tu, a cui è stata affidata la mia vita.
Solo con te sento di non morire, di potere vivere attimi eterni.
Il corpo si salva e si trasforma.
Passava il dolore ai reni, passava il mal di gola,
ma soprattutto una grande alleata per la salute
era la calma senza inquietudini.
Camomilla e bicarbonato.
La camomilla forse mi avrebbe evitato il bisoprololo
e il bicarbonato poteva evitarmi sia il cortisone che l’antibiotico.
(Ah! Non voglio mai più prendere cortisonici per via dei reni).
Non mi piacciono i dolci, preferivo le torte salate,
ma a volte -se non dovessi pensare alle conseguenze
per ogni cosa, mi rimpinzerei di cioccolato, di crema alle nocciole, di cornetti.
Era da molto che non ripensavo al cornetto lenitivo di Diamante,
quello che prendevano al forno vicino alla cappellina di San Giuseppe.
Aveva il potere magico di interrompere ogni ciclo d’ansia.

 

Prima credevo nel flueniprofebe (la borocillina),
non mi deludeva mai ai primi pizzicori alla gola.
Poi ha cominciato a deludermi.
Ho sempre desiderato preparare un frappé:
avevo le banane, il latte, i cubetti di ghiaccio e il neskiq
quindi ne preparai uno alla banana.
Non era un rimedio utile per il mal di gola
ma sapevo che era il sapore che associavo al romanzo, “Parole e carte”.
Mi chiedevi quando ci saremmo incontrati? Non lo so.
Dipendeva da te. Dal tuo cuore e desiderio.
Asciano, Buonconvento, Monteroni d’Arbia,
Rapolano Terme, San Giovanni d’Asso.
Col successo posso organizzare
un bel festival letterario delle crete senesi.
Ma mi serve una macchinina garbata.
Devo assaggiare i salumi toscani, i pecorini delle Crete.
I vini come il Brunello, il Nobile di Montepulciano,
il Chianti e il Colli Senesi.
La Lauretana senese è una strada (risale al tempo degli etruschi)
che collega Cortona a Montepulciano e a Siena.
Era una strada fondamentale come la Francigena,
percorsa da preti, santi, artisti, mercanti, nell’alto medioevo.
Nel rinascimento fu percorsa da pittori
come il Sodoma e il Perugino, Raffaello.
Ad Asciano la chiesa di Sant’Agostino è lungo la via Lauretana.
 

Ho sognato che mi ha svegliata di buon mattino,
ed è stato diverso da quando mi svegliano i miei morti.
Ho sognato che si abbandonava a me,
e si lasciava coccolare per ore.
È stato un risveglio dolcissimo, avrei voluto non finisse mai.
Ho sognato che eravamo in una squadra di pallanuoto,
ma lui non voleva ancora dire pubblicamente che eravamo fidanzati,
allora gli chiedevo continuamente dei baci, finché ha ceduto,
davanti a tutti.
Gli davo baci dolci poi in questo letto ad Asciano,
di continuo, si faceva massaggiare i capelli,
ho sentito la sua pelle sotto le mie labbra.
È stato come essere in paradiso,
tenerlo tra le mie braccia per tante ore.
Mentre si lasciava coccolare.
Poi abbiamo fatto l’amore
con questa continua sensazione di tenerezza, di essere fidanzati.
Di doverlo dire pubblicamente.
All’inizio quando facevamo l’amore ero per metà sua e metà sconosciuta.
Amazon mi ha consegnato il termometro per ambienti giù,
vicino alla cassetta delle lettere, il corriere ha bussato,
ma non ho nemmeno distinto il suono del mio citofono.
Sono scesa con Briciola per prendere dei segni per il romanzo.
Sono arrivata alla stazione e alla Coop.
Al ritorno ho fotografato la chiesa di San Francesco.
Poi mi sono fatta la doccia e ho ucciso una cimice
con una babbuccia che volevo buttare.
Per fare i pancake serve la farina.
Per fare il frullato di mele sarebbe meglio usare la cannella.
Senza cacao ogni ricetta è difficile,
così come i dessert senza cioccolato.
Anche per fare le crêpes serve la farina.
Alcuni usano la fecola di patate al posto della farina, ma no.
Fare un plumcake è un po’ più complicato.
Tutti i tipi di biscotti sono complicati richiedono tempo e dedizione.
Senza burro e senza cacao mi devo rassegnare a una colazione di routine.
A meno che non compro la farina.
Si possono preparare i pancake senza burro e senza lievito anche.
Per colazione potrei prepararti anche un french toast.
Ma senza burro. Solo che dividono le uova in albume e tuorlo,
e dell’altra parte che ne faccio?
Alcuni prendono il tuorlo, altri l’albume.
Non si può escludere dalla colazione il cioccolato e il cacao.
Spero di guarire presto da questa colite
perché fa bene anche all’umore ogni tanto rimpizzarsi.
Cornetti, brioches, dolci di ogni tipo
con creme al burro, agli arachidi e altro.
Fit certo ma sempre ci vuole il cacao.
 

Le colline formano delle onde come la tua schiena.
La cappa ha i carboni attivi non so come si puliscono ma puzza,
una volta messa in moto.
Ho mandato una mail al museo Palazzo Corboli per visitarlo.
Su fb hanno delle foto dove si distinguono gli abiti
e le bandiere della contrada Corona,
contrada del Corso, contrada della Pergola,
contrada di Piazza del Grano,
contrada del Prato, contrada della Stazione,
contrada della Tranquilla.
È una sfilata storica del palio dei ciuchi di Asciano.
I posti che visiterò nel tempo saranno questi anche:
Castelnuovo Berardenga, le Serre di Rapolano, Murlo,
Buonconvento, Giovanni d’Asso, Petronio.
La Sant’Agata di Paolo di Giovanni Fei si impone di profilo
con un diadema che richiama l’oro dello sfondo.
Paolo di Giovanni de Fei ha dipinto Sant’Agata
con gli elementi del suo martirio: la coppa coi seni recisi.
 

Dopo preparo un frullato con pere, latte e biscotti.
I pancake non sono venuti bene ma stamattina
avevano il sapore dei chicchi di una spiga di grano bollita.
Da piccola, amavo mangiare le spighe bollite
che vendevano per strada in grosse pentole.
Non ricordo che mi piacesse particolarmente il sapore
ma era più lo sfizio che potevo mangiare
qualcosa che si comprava al momento.
Trovare qualcuno che bolliva le spighe
per strada era un momento felice.
Mi sento come bambina e dio mi accompagna
in giro e mi compra una spiga di mais.
Il frullato di pere, biscotti e latte è buonissimo.
I tuoi occhi sono luminosi come il torrente Bestina
che nasce dalle serre di Rapolano e arriva poi ad Asciano.
Il torrente è stato modellato per i mulini,
e le sue acque azionavano il ritrecine.
Il Bestina a sette chilometri dopo Rapolano
incontra il torrente Copra vicino il sobborgo di Camparboli.
 

Il torpore di una casa è fatto dalle persone che ci vivono.
Ma anche da sensazioni di caldo e freddo.
Anche in ambienti lavorativi si può sentire il torpore della casa.
L’aria di famiglia, di affetto.
Dammi la tua casa e la tua famiglia.
Perché i miei amici sono i tuoi.
I miei beni sono i tuoi.
Ho sofferto perché hanno abusato della mia gentilezza d’animo.
Volevano darmi una famiglia con dei mezzi
e delle modalità che non desideravo.
Liberami dal male che ho subito mettimi nelle tue braccia.
Sei teso ma anche tenerissimo, e innamorato,
anche io ti amo molto, godiamoci il momento.
Mi levo la maglia e il pantalone del pigiama,
e mi abbandono, anche tu ti abbandoni. Sei bellissimo.
I tuoi occhi mi spaventano sono di ghiaccio.
Altissimi dicono che mi ami, godiamoci il momento.
Mi metto sopra di te, apro le gambe, ti bacio.
Aspetto che mi penetri, poi mi sento meglio.
Ti metti sopra di me quanto sei buono
non immagini io quanto veramente ti ami.
Voglio stare con te ogni giorno non posso fare a meno di te,
iniziano le vibrazioni e anche tu vieni dentro.
Il tuo orgasmo è così dolce ed esotico, non posso fare a meno di te.
 



 

Da "Corsivo"
(Corsivo, Edizioni Il foglio, 2021)


Come la moglie
Continuo questo libro di poesia pensando a Nabokov.
Vorrei scrivere qualcosa che possa accadere
pensando che la parola accade e lanciare un incantesimo.
Potrei in questa lista di cose lanciare incantesimi,
ho chiesto l'ultimo libro della Atwood
e quello dell'ultimo Nobel, Louise sull'Averno.
C'entrano sempre il luogo dove abito e vivo.
La poesia sta nella mia vita da quello che faccio
anche da quello che mangio o che vivo semplicemente.
I fiori del mio giardino sono scritti
nei libri anche i fatti, le esperienze.
Cammino in corridoi mentali
con gli occhi sgranati ed evidenti,
per questo motivo gli lancio un incantesimo.
Voglio prima leggere le poesie di Ingeborg Bachmann,
poi voglio mettere me al posto mondiale che mi spetta.
E voglio che mi ami come una amica dimenticata,
e come una figlia ma soprattutto
già mi ama come una madre una sorella e come la moglie.


Mai più voglio stare senza
Forse sono troppo possibile.
Sono troppo intuitiva
devo smettere di pensare che la storia dell'arte
dica qualcosa di vero.
Dal liceo ho iniziato a portare i capelli a boccoli
mi prendevano in giro nel giornaletto della scuola
ma in treno l'umidità mi gonfiava i capelli,
ricordo che prima della scuola andavo alla Messa.
Non c'era niente di sbagliato in Napoli
ho anche pubblicato per quella città.
Il fatto era che mi sono sempre sentita del mondo.
Ho vissuto contemporanea ad Amelia Rosselli,
ad Alda Merini, alla Szymborska, a Maria Luisa Spaziani.
Quando passeggio ora ho qualche mancanza
mi manca il suo piacere mi mancano i suoi rimedi.
Mi perdevo tra la gente, mentre mi facevi da scudo
in una storia che non è accaduta
e che ora posso accavallare nelle gambe e nei gesti
che faccio per te ad ogni singola ora che uccido il tempo
ad ogni singola parola che passa nel mare oscuro
del passato senza di te.
Queste dita che hanno dormito zitte
e non sono state accorte a te, ora piangono.
Uccidi con me il tempo, uccidi con me le partenze
inchiodami al tuo letto sempre
non voglio mai più stare senza
capisci che non voglio mai più stare senza?

 

Scienziati
Il professore ha speso la vita a parlare di scienziati
era chiuso nell'arco della storia della scienza,
ero vera su una sedia tra tutte quelle
dei circa duecento posti di quell'aula universitaria.
Mentre Marie Curie scopriva il radio e il polonio
Leonardo da Vinci aveva ancora un altro profilo.
Aggiungeva una citazione da Steve Jobs,
per un momento mi assento e penso che
non potrei essere mai un nobel della scienza.
Ma ogni giorno vado in laboratorio,
lavoro sotto cappa con i macrofagi
a volte cambio le piastre alle cellule,
conto i meningococchi.
Fuori all'aula comincia a piovere
sono le sei del pomeriggio e seguo ancora,
fa freddo al policlinico.
Da lì avrei dovuto prendere la metropolitana,
poi altri due treni, e fare un percorso a piedi di venti minuti.
Un tuono mi ricorda che non ho fame,
che vorrei fumare e spero passino presto
queste venti slide che mancano.
Le mie colleghe mi guardano,
ci guardiamo mentre il professore continua a parlare.
La scienza però ha fascino,
mi attrae come una madre buona
parla dei ricordi come parlerei io
li custodisce come non sa fare la storia.
Alla lavagna luminosa passano dei dipinti rinascimentali
la scienza chiude tutte le tragedie per questo la amo,
per questo studio la fisiologia
e non resterò ignorante ai fatti
del mondo come i virus, le epidemie.
Per questo lascio che per sei anni
mi rimbocchi le coperte del cervello
è tutto quello a cui posso dedicarmi
se voglio conoscere la disposizione dello scienziato,
benedico queste aule hanno una espansione di me.
Gli do anche la scienza, se la desidera.
 

Il racconto e la poesia
La poesia ha un andamento narrativo.
È come il piatto che ho davanti,
come l'acqua che scende dal lavandino,
ma anche come odiare un'altra poeta
o come portare il cane a spasso.
La poesia è un racconto.
Questi quattro alberi di limoni
sanno dell'odore delle sue camicie
stirate appena da ragazzo,
sono dentro i miei libri
e i personaggi sono come spiriti,
un po' amici un po' pubblico
ma non è tutto nella mia mente
anzi purtroppo è tutto nella natura:
appena scrivo dei miei figli,
un gatto nero si mette
sotto la finestra a miagolare
come un bambino strabico.
Per non parlare delle farfalle legate a Nabokov
la natura che parla non sarebbe giusto farla zittire sempre.
L'uccello con le ali rosse,
strano sarebbe stato un soggetto per un libro di Murakami.
In ogni caso mi ricorda Gustavo ed Edoardo
mi ricorda le scene di quando parlano,
ma sono io che li faccio parlare faccio zittire
un po' la natura prendo l'abbraccio di mio marito
mentre legge distratto.

 

Insegnare poesia
Hanno scattato diverse fotografie,
hanno anche scelto diverse immagini
per la prima edizione gli autori
mi contattavano la sera mentre accarezzavo il cane.
Leggo anche alcuni tuoi articoli
provo un certo fastidio
quando lo sguardo degli altri mi si allunga addosso:
alcuni parlano di utopia altri rasentano ossessioni.
La sera è ipnotico, i personaggi che leggo nei libri
hanno un corpo morto,
passano il tempo a interpretare i compleanni
a inanellarsi.
Personaggi che trascorrono distanti
senza particolari carismi
a perdere tempo come ragni,
angeli perduti stretti in camere dell'anima
che però sono pericolanti.
Personaggi come attori bandiere di mondi
che passano il tempo a non sapersi coinvolgere
o aiutare a non sapersi raccontare di più
a fuggire al tocco, all'ascolto, al sentire.
In questi libri donne che portano assi da stiro,
in un mondo che non sa difendere le proprie città
e in una storia che cerca l'utopia.
Quelli che partono e cercano il gradevole
dietro giorni senza potere,
senza finzione e dedizioni
e ho anche libri di personaggi perversi
che indossano calzini colorati
e rispondono alle mie avvertenze critiche
con la negazione negano ogni loro suggestione
e tu qui sei un grande poeta come un nuovo Borges
non voglio esagerare ma resto la tua amante preferita,
l'unica, e soffio sul tuo silenzio e sulla collezione di fotografie.
 

In atelier
C'è un manuale nascosto da dio
dove è scritto che mi sto guardando
mentre tu mi aspetti nel cortile del palazzo
e non c'è nessuno più geloso di te.
Prima di ogni foto non dimenticare l'etica
non scordare le inappartenenze
e anche gli aspetti donativi.
Probabilmente lo stesso dio ha disegnato nel manuale
gli applausi, i fuochi d'artificio, le librerie a Parigi.
E ci incolla sulle pagine un cioccolato fondente
quando indosso la collana di margherite
che mi hai regalato
quasi come se fossi ancora innocente,
quasi come se avessi dimenticato le collane delle mie nonne,
gli avvertimenti di mia madre i consigli
per non considerarmi mai una diva
ma solo qualcosa che tu hai rapito
davanti a un pubblico mondiale.

 

La ricerca all'università
Ho un sogno che comincia alle quattro del mattino
sono la moglie di Nabokov e mi chiamo Vera
per un attimo in tutta la casa cade un silenzio spettrale
e i miei pensieri partono in spedizione
seguono un progetto per il mondo.
Lui dorme accanto a me, domani ha lezione.
Penso ai clochard alla stazione, alle vedove e ai martiri:
non si trovano titoli per loro.
Lui si aggira serioso tra le aule
e i libri col suo pc che ha cambiato da poco.
Il suo tempo ritorna in me quando di sera
mi faccio trovare sola
che il tempo insieme va passato senza gli altri
noi siamo pelle e spirito di un mondo lavato
e sono la terra che ama non solo nei giorni felici.
A volte sa di libri,
resta fisso a consultare gli indici in biblioteca
e indaga la luce da nuove finestre negli spazi delle aule.
Passa molto tempo a studiare gli altri,
silenzioso, seduto mentre gli scrivo.
Poi torna dice qualcosa da un film di Bresson
e mi racconta i personaggi buffi, le facce, gli incontri.
Di sicuro in biblioteca qualcuno dorme.
 

Le valigie di Vera
Nel sogno in cui mi sveglio di notte e mi chiamo Vera
la sera prima ho bevuto molto vino.
Per questo dalle sue aule mi sembra tutto un po' sfuocato
e faccio un riassunto dei viaggi
mi chiedo le cose più eleganti da mettere nelle valigie.
Mi hanno pagato molto poco gli articoli
e per questo sono arrabbiata non importa
faccio finta di controllare i messaggi sul telefono.
Broda, Deleuze poi c'è uno scritto che ho lasciato in albergo.
Ho dimenticato i suoi ritorni.
Ma ora li sistemo nei miei posti fertili:
in questa mia lingerie profumata.
Mutande camicie calze come cose,
matematiche da scalare in amplessi in spazi bagnati
cosa era quel rumore?
Diversi bambini che giocano al parco,
altri sdraiati sull'erba, donne che portano i cani al supermercato.
Siamo in una foto di gruppo
insieme a degli scrittori che mi rincorrono:
qualcuno si ferma all'aria di servizio,
tu prendi un caffè, mentre il tuo amico parla a telefono.
Si comincia con gli atti a gridare, si comincia dal corpo.
Si sommano i passi e le bracciate
per ogni volta che ho abbassato lo sguardo.
Mi fermo in farmacia.
Nel mondo danno notizie di milioni di ettari distrutti,
in Siberia, Amazzonia, Australia e chissàdove.

 

Eucalipto
Anche se al momento giusto
sapevo distinguere perfettamente un virus da un retrovirus,
sono una perfetta biologa
ho speso più di sei anni a studiare
cose che per molti sono impensabili.
Sono fedele alla scienza:
è per me una delle tante muse scrupolose
che uso nei racconti.
Sta quasi scadendo il mio tempo per parlare.
A volte la finzione dei giornalisti è tediosa.
Fuori alla porta un piccolo eucalipto:
non so quando lo hanno piantato,
penso alla mostra, che ho dimenticato i contatti degli artisti,
e ho ancora da scrivere quella analisi della donna in Nabokov.
Le mie risposte si muovono per la sala che si fa silenziosa.
Alcuni mi capiscono, altri restano immobili a fissare dei punti imprecisi.
 

In ascensore
Ci sono sempre troppe persone qui,
è questione di poco, nelle aule ti aspetti l'ironia.
Stasera devo scegliere un film (Kitano, Kiarostami,
Tarantino, Kassovitz, Lynch, quale scelgo?).
La scienza che rende geniale
ogni suono le persone che dormono negli hotel,
ci sono quelli che prendono un taxi
io che ti guardo allo specchio, poi ridi.
Nabokov amava le farfalle e gli scacchi.
È un teatro orgiastico.
Da lontano sento una musica elettronica,
dei piccioni volano fuori le finestre.
C'è un mio ritratto nello specchio:
indosso cose che mi hai regalato tu:
amo quando mi vesto elegante
mi baci il collo mentre scrivi inclinato,
sul mio foglio imperfetto
nel tuo fiorire perfetto come l'unico
che prova a difendere la mia felicità.
C'è una professoressa all'università
che sostiene che dentro l'anima
ci possano essere diverse voci:
nella tua c'è lo spazio della fedeltà
che non ha mai sonno.
Il sapore di primavera dentro casa,
quando mi mangi i segreti
mentre tutte le cose sono giovani,
e tutte nei miei capelli le scrivo
in una lingua leggerissima
che tu mi insegni ogni notte
mentre dormo su di te con un sali e scendi.
Siamo quasi giunti alla fermata
in questo ascensore siamo soli io e te
non c'è nessun altro:
ci sono però le nostre vaste parole,
chiuse nella mia borsa
insieme a tutti i collage liberatori
le foto e le insonnie per durare.

 



Home page  Lettura   Poeti del sito  Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche