Poesie di Linda Grimaldi


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Crollasti
Tutto s’è sciolto
estinto
dissestato
sino
all’alveo
dei ramarri cechi.
Così le croci
lasciano
pace
stingersi
ai crepuscoli.
Rinnova,
denudata in viaggio,
la stirpe
il suo lamento.
Che sia di tradimento
fiore
il mai vissuto giorno.

“genovanonsolo”

*Michel
Ti guardo
con lo stesso malessere
del cavallo bianco
che sbava all’inchino forzato.

Ti guardo
figlio in cielo senz’ali
e un posto vuoto in platea.

Tu divo lucente,
accese scaglie di sigaretta
prima dello spettacolo,
irrevocabilmente lì
indivisibile da un cielo d’attese
a inventarti il volo.

Triplo salto mortale.

Le tue piccole mani
le tue piccole mani
le tue piccole mani
piccole
in bianche coltri di talco.

T’ incita l’uomo
da un trapezio di muscoli.

Urla di scimmia sfiammano
sentore di ghepardo.

Triplo salto mortale.

Sei anello perfetto
nel vuoto
molla attorcigliata
di volizione
a un millimetro mito.

Ma l’aggancio ti manca
per due volte ti manca.
scivola il sogno
nell’ acqua oscura della notte

..a un millimetro
la tua infanzia rimbalza
come gioco mortale finito male.

Scrosci di applausi.
Scrosci.
Poi solo lacrime
a riprendersi
il volto bambino
nel lungo viaggio
verso casa.

Dal foro nudo d’un telo
zig zag di luna
sul solco acerbo di una stella.

* a dieci anni eroe di una storia volante

A Dario, ragazzo down, in una scuola
diversamente down

Hai ragione Tu,
dimentichiamo fiori desolati
sui prati del silenzio
dove albergano palafitte
di tronchi nudi
a sorreggere nude verità.

Non t’intrigano
i nostri giochi cortigiani
d’altre parole in auliche cornici,
lontane dal suono e dalle fonti.
Se demoni ti passano per le mani
quei demoni sono
mani  che non ti arrivano,

occhi di smalto in fuga
verso il mare,

parole ingombranti
come reti per cefali
esplosi...

...Siamo noi
fatti eredi del mistero buffo,
le nostre certezze
in metri quadri d’atomico sapere.
              Tu
al centro del nostro cielo incartato
Stella cadente d'un cielo
fatto a pezzi dalla tua fiera rabbia
          Diversamente
              fuori
            e libera
    Occhi di luna strabica.

In punta di piedi
Ascoltami così,
orma incolore
tre le tue ombre
respiro,
lacrima
che s’infrange
e si raccoglie
iridescente
quando il buio
fruscia
semi d’orzo
per i passeri domani.
Aspettami
senza nome e senza me,
con bacche affrancate
dal gelo di ieri
e mascelle morbide
per la granata
in serbo dall’inverno.
Tutto accadrà
senza riserve,
con mani devote
e forti
che disfano
linee
archi
e punti fermi
dove vorrai che succeda ancora.
Sazia la terra
resterà muta del suo canto
col gusto in bocca
di parole immemori.
Tu stranamente lieve e libero.
senza sapermi
in viaggio nel tuo sogno.

"Ama il tuo prossimo
ama te stesso".


Sei del prossimo,
che maledici ed ami
da indistinte sponde.

Punta di compasso
su morbidi orizzonti...

Brillio di chiodo
usurpante l’uomo
nel disdegno
dei tuoi tanti volti...

Amore secco
e incendio
in continue lotte.

Per diniego taci.

Il bisogno
di madre eterna
è pioggia
che non trova erba,
mutilando
occhi
e cosce
di tulipani
al tuo ego esposti.

Ritornare agli astri non è gloria,
ma inalienabil salto
che sventra il sonno
e la ragione.
La vanità corrode
teste a bassa quota.
Sei del prossimo,
confinaci in amore.

Notte d'oleandri
Accusami d'amore,
se non ti basta.
Le pipe fumanti
al banco di condanna
e belle scorze
profumano di cedro
e di viltà.
Ho il torto d'un passo
nel giardino degli oleandri,
dove strane maree
inquinano l'addio.

E' un lasciarsi senza incontrarsi.

Coleotteri reumatizzati dall'umido
della notte... agonizzano.

Mi sento in faccia l'aurora.
Ha il colore di lettere scarlatte
portate a vista sul petto
per un cuore di giocoliere.

Ricerca
Ti cerco
come l'azzurro
di un tendine
nella sera,
assaporando
spore
di lino
e pace
nel cielo
che si dissemina.
La promessa
stretta all'angolo
del letto
allontana
incubi di falene,
nidi di foglie marce,
col coraggio
del vento
sulle acque basse.

Lividi di ruggine.
Ora lasciami riposare.
Trascorsa è la notte
che brama luna
dalla nebbia
delle discariche.
Tra gli avanzi
dei corvi sazi
scintillano
cacciaviti
e chiodi
non ancora
rottamati.
Adoro
questo sole
alto
mietere
bocche
e cervelli
senza risparmio.
Prigioniera
del tempo
attendo
che anneghi
nella marea di luce
la scia di un sorriso
sfuggito all'oblio.


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