Poesie di Rosy Giglio


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Mia poesia
Mia poesia
ho perso il verso
non ti trovo
Il pensiero dissipa
non costruisco
il tempo è stretto
l'idea non passa
ferma mi frantumo
e gli occhi lego
a cose quotidiane
che sormontano
questo stato.

Camaleonte
Camaleonte questa vita
mi raggira con le sue sfumature
bugiarda, involontaria mi appare
e ha da soffrire il mio essere
svanisco nel colore del pensiero
ricredendomi mi sfumo nell'arcobaleno
ritrovando il bivio del mio incrocio
sperando che l'inganno non abbia colore.

Aria
Dove sei Signore?
Ti chiamano, non senti?
Urli disperati ti invocano
e tu!! aria crudele
dovresti si... essere aria,
ma come l'aria che tiene in volo gli uccelli
che accarezza le vette
che infiamma
che porta via le nuvole
che impollina il mondo ossigenandolo
sì, quell'aria, Signore. 

Lode a te sole
Non ti nascondere
prendimi amore
luce penetrante
riscaldami il cuore
continua a baciarmi
con il tuo calore ardente
penetra le mie ossa infreddolite
e bruciami l'anima
che triste vaga
per un raggio di sole.

Tra simili
Il capo di
un filo mi attendeva
l'ho afferrato e lo tenevo stretto
con pugno fermo e
vela spedita
respiravo la vita e la luce

giunta nel mezzo, taccio

inutile dibattersi
tra simili ascolto
il tutto scontato.

Terra dolorante
Più non riconosciamo
questa nostra madre,
la nostra ingordigia
sottomette la ragione.
Scotta fra le mani
questa terra in febbre,
sordo è in noi
il suo faticoso respiro,
non vogliamo vedere
il lutto che copre
il suo splendore.
Animi vili
accecati dall'ipocrisia
continuano a poppare
dai suoi capezzoli
ormai larvati.

L'ulivo
L'occhio abbraccia
la sua maestosa presenza
comunicandoci saggezza,
come un vecchio capostipite
radicato nel suo immenso
si solleva al cielo
e al nostro sguardo,
un profeta
di tempi perenni
ci aspetta nella pazienza del tempo
lasciandosi sgranare
da rugose e calde mani,
concedendoci senza rancore
il suo tesoro.
-Saracena 20 - 11 -07-

Messaggio
Nessuno ci ama come vorremmo
nessuno ci ascolta come vorremmo
neppure noi stessi ci amiamo come vorremmo
e neanche ci ascoltiamo
se ci amassimo, capiremmo
di vomitare i nostri inconsci
intrappolati nel tessuto della vita
scriveremmo su fogli, pensieri e sfoghi
mirando nel bianco parole d'inchiostro

parole senza senso, senza un perchè
per gridare dissapori
per parlare dolcemente
per far si che ci siamo
liberarle dallo stretto
stanno così strette nello stomaco
da farci male
male da morire

diamogli il volo
e quando cadranno sul foglio
sbalzeranno all'impazzata
echeggiando irruenti
come la pioggia sul viso
e solo allora
sentiremo il rimbombo di noi stessi.
-08-09-2007- Saracena

Materia dell'individuo
Apice dell'emisfero
fonte del nostro punto cardine
avvinghiata su se stessa ci avvolge
scatenando l'ardire combinazione
alleanza di particelle la Costruisce
alimentando vorace l'uomo
consumandola anche nei sogni
che pure appare priva
ma sazia il ricordo e l'immaginazione
al risveglio la ritrova nella gabbia del pensiero
e aspetta il respiro di volare nell'infinito
forgiando sconfina nell'universo
dell'individuo

Sensazioni vuoti
Sensazioni amare mi stringono
mi fasciano in un alone spinoso
pensieri paurosi irrigano i miei confini
aspettano come avvoltoi limitrofi alla mente
Il mio percorso di tempo è scaduto
quello che mi reggeva non c'è più
grido dell'inutilità riempie il mio corpo
lo invade lasciandomi nuda
suono disperato rompe nel vuoto-vuoto
priva, inerme,
inservibile al tempo sono,
quasi mi sembra di frodarlo
consumando l'inutile fluire

Parole, parole
In continuo
echeggiano parole al mio interno
insieme sgomitano e si affollano all'uscita
alcuni aprono finestre e si affacciano ma subito
a ritroso svaniscono
altre prepotenti siedono vicine
senza lasciarmi spazio
mi intrattengono nelle ore
catturata mi legano nel loro intrigato mistero
elucubro
sperando di trovare l'uscita
mi impantano nella parola amore
la parola che il mio amore mi sussurra
mi risuona dolce, mi rilassa, mi quieta i sensi il ricordo
all'eco suo gli altri zittiscono
ritrovando così
la via del tempo perso

Tra sogno e realtà
I sogni poggiano su nuvole di passioni
Silenziosi dietro aspettano

Il mio sogno è passato
È vissuto
Consumato nella realtà balorda

Nel fumo della vita è svanito
E ora?
Ora sognerò ancora il mio destino senza meta

Mete dilagheranno orizzonti
Inizi solcheranno desideri
fine colmerà lacune e
Il mio sogno annaffierò sereno

Illudendo e sognando
Attizzerò il cuore

Rughe
Indifferenti scolpiscono lente nel silenzio

Conferiti poteri irrefrenabili
verso infinite esperienze
lasciano orme

Affondano nel passato
scavano nel presente

Increspano visi
aggrinziscono cuori
imbruttiscono specchi
diventando ricordo dell'iride proprio.

Inizio mi donò
Nello scorazzare i cani nel parco
incontro amichevole spontaneo fu
tra battute e sorrisi lei mi conquistò

stupita restavo al suo esprimersi
in lei vedevo la maestra che non ho mai avuto

affascinata restavo a l'udir il suo orare
ammaliata ascoltavo i suoi ricordi
racconti di Africa colorata
di terre rossicce come tramonti
di pelle nera
di occhi grandi " che forano il buio della notte"(come in una sua poesia)
che all'istante percepivo nei suoi occhi sereni

racconti, di vestito aderente
sulla pelle sua dorata dal sole africano
evocava l'Africa come un amore intenso

leggo con fervore le sue poesie
che inizio diedero al mio sfogo

           A Milena Signorini

Nuvole pesanti
Il nero svuotano
prepotente,il suo graffiare scortica
pota morte dagli alberi
lucida la flora smeraldo
disseta sollevate glebe
annega fessure ferite
attraversa discese obbligate
cammina appoggiata a margini
raccoglie, rastrella e s'affoga arricciata

La domenica
Tramutata,
contemplo.
Ardore svanito
nessun senso cerco nell'oggi domenica

adolescente
un tempo ardivo
fremeva l'attesa
la domenica vestivo di sapori e
mille colori
passeggiate, sussurri corteggi
ammirata, frivola mi cullavo

veloce come il vento
sfumava con il tramonto
spariva come l'acqua al sole
Assetata aspettavo
Un nuova domenica  

A Cristina Bove
Essere che vivi il tuo destino
foce in piena riversi
mostre dei tuoi sensi
sentinelle nel cosmo brillano le tue parole
destreggi il tuo ardire,da briglie tirate da libertà pensieri
valente domini e attraversa le menti il tuo dire
nutrendo altri
nuda ti presenti
perché così sei
perché così siamo

Non riesco
Svogliata-
Mente- muta
di fronte piatta evidente scorre
parole non valgono
non animano nessun sentimento
non parla la parola, non sente
ammutisce l'essere parola
s'affoga palese all''impotenza e
senza alcun motivo finisce nell'assente svogliata-mente

Valori
Tesoro rubato
duole l'anima
distrutta, dall'inflitta colpa
duella feroce
domina e si appropria dall'arsura d'amare

nella crepa trascino brandelli sospiri
trasparenti liquidi sbattono
pesanti sulla paura

si apre lo spazio
e mi contiene come conchiglia
e l'onda sua mi culla
alla brezza del suo odore

stesa da sfilza di baci
incastonata sovrana
sulla cima del suo cuore

Dedica a mio padre
Non te l'ho mai detto,ma
ti attendevo sempre al ritorno del tuo lavoro
nascosta nel balcone della nonna
sotto casa parcheggiavi il tuo camion
insieme alla tua stanchezza

il luccichio delle stelle
il chiarore della luna d'estate
le luci dei lampioni
riflettevano lucenti sulle spalle tue marmoree
abbronzate dal sole cocente del di passato
e a me apparivi come il più bel papà del mondo

non te l'ho mai detto, ma
quando abbracciavi la tua fisarmonica
mi sentivo vibrare tutta di allegria e
paziente attendevo il tuo inizio

vrum-m-m- vram-m-m-

veloci scorrevano le dita sui tasti
e inizio aveva il tuo pezzo forte
e io mi incantavo al mio bel papà

non te l'ho mai detto,ma
quando tornavi dalla caccia con il fucile sulle spalle e
i leprotti a testa in giù, e le beccacce dondolante ai fianchi,
forte e sicura mi sentivo a guardare il mio papà

e oggi ancor di più
sei sempre il mio bel papà

E' questa la felicità
Miscuglio,primavera, amore,odori, profumi,
ritorni di giorni letizia
briosa solfeggia nelle vene,
brilla lo sguardo, raggiante si mescola a l'eco del sorriso
che intreccia i pensieri sospesi nella coltre felice e
l'aria sottile fa da parete
e al morbido alitare del vento affidiamo bisbigli parole
che con ardore percepiscono i sensi

ingoio sospiri,
ricordo,che vivo al momento come favola

e felice all'istante mi tuffo nell'amaca distesa dell'amore,
calamitati,
frizzanti, leggiadri, legati dal soffice amore
un sapore diverso si coglie all'istante
un sapore fresco
un sapore felice
e attorno l'immenso sostiene i piaceri della felicità provata,

Senza titolo
Sbruffa rosso sangue
esplode nell'aria
come l'artifizio

pavoneggia nel terrazzo
civettando con il sole
s'atteggia al vento
che gli ruba i petali
e il suo profumo

un velo di fragranza
avvolge le narici
fino a stordire i sensi
il mio geranio

Ho da fare
Senza indulgenza
con rigido possesso
hai costruito la tua dimora
nelle viscere del mio essere

il paradiso hai trovato nel mio corpo
silenzioso esordisci nelle mie carne
senza preoccuparti del male che dilaghi

non ti accorgi che ho da fare?
voglio ancora

Voglio sussurrare il mio respiro
insieme al mio sorriso
eco di parole ho da dare ai miei cari
cumuli di carezze alle mie gioie generazione
devo dare ancora
schivarti voglio
perché ho da fare
(dedica a mia cognata)

Mimose
Perlage di mimose
rotolano nel mistero
grani ocra ardono solivago ai rami
misteriosi si perdono
come lapilli nell'amore
tingono l'impossibile
e soffi di polvere
impregnano ricordi

Voce
Voce inconscia che da lontano mi
Chiama
Non tralasciare per strada quello
Che inizio è per te
Lasciati portare da quella scia profumata che
Ti conduce dove lì trovi pago

Giorni trascorsi tra il filo teso delle
Colpe, che eco fanno ai miei valori arcani
Valori marcati,che si ribellano ad altri più aperti
Conflitto fra loro impongono il mio vivere in
Un prato senza fiori

Ai miei genitori
Ronzio della preoccupazione
Stordisce il capo mio
Biglie che volano all'interno dei miei pensieri
Giocano alla roulette
Urtano fra loro per rimbombare ogni istante alla
Paura di questa vita,aspettando il
Numero che mi tocca

Resto accanto inferma,
guardo gli occhi loro, dove tutto capto
dove la verità esplode senza parole e
con pazienza e amore
tengo strette le briglie di
questa ingannevole vita

Poesia frammentata
La poesia arriva


Arriva… quando un bimbo ti guarda con
occhi di parole

Arriva… quando di scatto scivola nell'aria un
sorriso

Arriva …quando il volo di una farfalla si posa
sul pulpito di un fiore, e oscilla fra i
petali ,e osservi stupefatto l'attimo irripetibile

Arriva…quando al mattino sorgi all'inno di un altro
respiro

Arriva…quando nel mare della folla
ti senti solo una goccia, con la paura di
scivolare via nel nulla

Arriva…quando le ginocchia si piegano per
soffocare dolori

Arriva…quando l'urlo delle guerre si spande
nelle terre arate e spezza germogli

Arriva…quando il male intersecato in noi
ci tiene nella morsa.

Arriva…quando il sonno perpetuo giace
sotto la fredda lapide

Arriva…precipitando da irti rupi
scrosciando su fogli bianchi a
riempire righe di inchiostro

Arriva…per un traguardo alla vita
armata di parole per sfidare l'universo

La poesia arriva sempre, ogni volta che
la chiami

Al mattino
Appena sveglia
La luce che penetra nella stanza
Gioca ad ombre riflessi sul mio viso che
Con caldo incanto mi chiama

Vieni voglio abbracciarti
Ti offro il mio elisir
Nulla è più grande di me
So che ti inebria il mio baciarti

E io, spalanco i balconi
E respiro l'aria pura che il mattino mi regala

È l'approssimarsi del sole mi
Abbaglia con i suoi raggi
Scostandomi sfumano nel vuoto dello spazio
Innescando carambole al riverbero di un vetro

È l'orizzonte si espande al mio sguardo
Dove scruto lontano
Soffice cotone di nuvole
Che sembrano ovattare le sinuose curve delle colline

Ma l'occhio stacca l'attimo ai colori autunnali
Perdendosi sui tetti dei palazzi, che
Appaiono come iceberg nel tepore del mattino

E io appoggiata a braccia conserte sul ciglio della
Ringhiera , ozio
Sostando i sensi .

Buio
Lunghi giorni sosto nel vuoto del tempo
Sognando periodi migliori
Lego le mie forze ben strette, per
Non farle crollare nel deserto dell'attesa

E la mente s'imprigiona nel freddo corpo, che
Sosta all'eco continuo dell'apatia
Tutto tace all'urlo del silenzio
Scorre solo il tempo della mia esistenza
Portandosi via anche la speranza

Scorre irruente come la pioggia caduta nei canali
Come le nuvole spostati dal vento
Scorre come una cascata impetuosa, trascinandomi
Nella forza delle correnti

Schivando macigni, dirupi: straziandomi
e stanca avvilita mi areno nel vuoto
ripescandomi uggiosa tra le reti delle mie forze

La bellezza del mio paese
Figlia del mio paese
In macchina quando scorro le vie
Per arrivare a tè
Appari allo svoltare della curva
Lì… Dipinto come un arazzo appeso nel vuoto

Oh mio bel paese
Sei anche tu stanco, vecchio dei secoli che porti addosso

Stretti tieni ramificati nel tuo cuore tracce e
Ricordi indelebili
Di un passato ricco di bellezze d'arte
Bellezze che ancora oggi sfoggi
Come una suadente signora

Altri spazzati via dall'uomo
Con la sua brama violenza
Imbrattando le tue carni di cemento e
Inalzando calici di ferro
Destinati oramai a fare sentinella a
Guardia di una bellezza vuota.

Ma tu sei sempre lì,
aggrappato alla tua collina
e regni con pazienza all'ascolto dei cieli
che ti sovrastano dominandoti nel tempo

sovrano ascolti il lamento dei tuoi sudditi
che pochi oramai sono rimasti a fortificare
le tue radice

ma il vento del passato, ha coltivato, in grembo ,alcuni semi
che sembrano germogliare al canto della tua in passibile bellezza.
A Saracena.

Il vero e il falso
Dedica a mia sorella

Incombe in te la volta oscura degli inganni
L'inconscio naviga nelle viscere del falso
Diffidi l'amore delle tue carne
Diffidi l'amore fraterno dove giocasti un tempo adolescente
Forgiata nel vero quotidiano
rinneghi oggi l'evidenza
Perché spalanchi le porti al falso?

Oh! Ciechi occhi che la verità nasconde
Oh! Amara lingua che bugie vomita
Quali nutrire è questo della tua vita
Quali sapori gustano i tuoi sensi

Tu bella creatura dal corpo sinuoso
da mani artisti che dipingi visi celesti
e sogni profondi che toccano l'anima

Tu frutto di un amore voluto
perché coltivi in te l'inganno del falso?
non ti accorgi che il falso ti ha rapita
come una piovra che ti tiene stretta?

Il vero antidoto è scacciare via
il perenne sospetto che ti pervade
sciogliendo il tuo inconscio senza timore alcuno

Chi sono
Chi siamo
In questa vita senza un fine
Figure che vagano
Con la speranza di un traguardo felice

Corrono, corrono
Ma dove
Non lo sanno
Credono di saperlo
Ma in realtà sono trappole di loro stessi
Delle loro stesse contorte concezioni

Parlano, parlano
Senza sapere cosa dicono
E la leggerezza prevale in loro
I loro dispiaceri
Le loro sofferenze
Non bastano, per placare i loro sbagli

E al buio continuano
Nel lungo cammino
Senza mai trovare ciò che in realtà non esiste
Si la realtà
La realtà di essere vivo

Al mio Primogenito

Plagiata,
innamorata,
mi affacciai a raccogliere la mia prima mela
la gustai con candido intento
voluttà, brama
il suo succo dissetò la mia sete

con amore indelebile tenni in serbo i semi
germogliando in me
un dolce primizio
del mio primo raggio

oggi sei tu, uomo
seme del mio domani
oggi sei tu, vigile della grande ombra
il tuo essere attento,
premuroso

precoce istinto accinge il tuo cammino
pieno di sogni,speranze,progetti

anche tu animo innamorato
seminerai e raccoglierai
e io ti aspetterò
e mi sazierò ancora
al sorriso dei tuoi frutti.

Il tortellino

Con un gesto di abilità
Ecco fatto il re dei re
Tutto chiuso su se stesso
Abbracciato nel suo mondo
Stretto in grembo tiene a se tutto quello da scoprire

è sublime col cappone
galleggiando nel suo brodo
ma condito con ragù
e grana a sazietà
salta in bocca con bontà

sfila morbido sotto i denti
e il sapore manda in delirio
se si gusta il suo ripieno

un'arte antica lavorare la farina

e a creare il tortellino fu un impulso strabiliante
l'ombellico della venere ispirò il buon gustaio

venerato fu subito
esordito da più gole venne presto acclamato
e la fama memorabile citazione fu di poeti

qui finisce la sua storia
ma di lui non ci si scorda
onorato e festeggiato
a pianoro con la sua sagra

ormai dunque e il nostro simbolo

di Bologna e la sua storia
conosciuta in tutto il mondo

Momenti
Il nulla mi divora
Consuma il mio ego
Il mio essere si affanna
Il mio respiro si annulla
E la fuga è invano

Stretta nella sua morsa
Rapace del mio esistere
Sospesa fra i margini dell'infinito


Vagheggio per trovare l'appiglio
Mi inoltro fino a l'urlo acume
Per salvare il mio risveglio

E ansante il cuore rapprende
Per un'altra tregua
Concessa

Da lontano
È luce
di un nuovo giorno
inconscio irrefrenabile
Volgo a te
Pago sospiro dipinto sul mio viso
Intrepida attendo l'ora

da lontano appari
con passo furtivo ti avvicini
cerchi
con sguardo letizia
frugando fra gli spazi nell'aria
dirigi il tuo occhio all'orizzonte
cercando il tuo gioire

riesci a scoprirmi ed afferrare in fretta un bacio mio
che impeto vola per aleggiare fino a te

e nel fragore dell'emozione
sostiamo i nostri sguardi e i nostri animi
su morbide nuvole di adrenalina
gustando in fretta l'attimo prima che un impervio alitare lo porti via

Il cardo
In me vestigio
Di un giorno lontano
Un fiore dal fusto ispido
E foglie spinose

Un tempo trascorso
Da pungenti spilli
Tra aridi terreni
Ed erba secca

Tra arsura di baci
E povere carezze

Punge come la canicola che desiste
Amore costretto
Di piaghe mai guarite
Con pretese
Arcano
Imponente
Simboleggia il suo fiore di colore acceso
Attirando la corte di sciami
a sobriare l'amaro nettare

Invano provai a raccoglierlo
Restano solo tre petali
Colmi di amore

Viaggio di notte
Attratto lo sguardo,
dove righe di luci vanno all'orizzonte
frecce bianche indicano la meta
percorrendo parallele ai paraurti
tunnel luminosi si accendono di bagliori
come il sole al mattino

strade interrotte
deviazioni in continuo
danno il senso di un labirinto
e continua il viaggio
in queste strade illuminate
lampeggiando di giallo oro
merlettano il battistrada
e il bianco corallo segna per terra la strada
come la mappa segna il tesoro

una grande galassia
con pianeti e comete illuminati tra loro
e un viaggio di notte
percorso sull'autostrada

Ad un'amica
Trabocca il suo ingozzare di poesie
Obesa di parole a lei gustose
E la fame sempre accesa
Continua masticando metafore di parole
Brucando in continuo nell'infinito

Il suo cammino si specchia
Tra sprazzi di idee
La sua ombra recinta
Di parole infinite

Incorrono lei giorno e notte
Senza mai colmare
La sazietà di scrivere

Sembra spegnere la brama in lei
Solo a fine composizione
Ma riaffiora all'istante
Il suo tarlo

E continua a naufragare
Nel grande oceano
Di poesie

E tracce di te lascerai
Per essere lette
Nei tempi che saranno

La notte
Sola nel letto
Tra il buio che mi avvolge
Sola con i miei pensieri,

il sonno tarda a venire,
i ricordi affollano la mente
cerco ciò che desidero

inebriata
tra desideri appaganti
penetro dentro
sprofondo fino a renderli vivi,

allungo il braccio
ma c'è solo il cuscino
e la luce riflessa
attraverso la tapparella


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