Poesie di Ghino Burlacco
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Ghino Burlacco uomo d’arme e di “plume”, tagliato per la spada, quanto tagliente con la rima torna di nuovo a imperversare con le sue celebri scorribande e il suo spiritaccio impavido e ribelle di vero toscanaccio dalla sua turrita magione di Valdichiana. Non disdegna di fare ardimentose “incursioni” nei tanto vituperati costumi italici, quanto “graffiare” con sferzanti e sarcastiche rime un variegato mondo di personaggi odierni e del passato. Vero “Homo ludens”, scialacquatore ed epicureo, quanto accorto uomo di corte e di raffinati gusti, ama i piaceri della vita, l’arte, la musica, la poesia e il bel canto. |
Carmina-tio (delirium mentis super opus poetarum) Aurum nostrum non est aurum vulgi Il cielo crepuscolare, il coelo poetarum, irrorato dagli ultimi sanguigni riverberi del tramonto annuncia l’arrivo femminino di Ecate avvolta nel suo manto di tenebre. Cede il sol niger e lascia il poeta nella sua turris eburnea fra le braccia di Melancholia. S’invola il nero corvo dall’ arbor lacustris e vi si posa il candido barbagianni meditabondo. Labor hora est! Selene, la divina sponsale Selene danza lasciva nel giardino del poeta sulle fresche erbe baciate dalla prima rugiada vivificatrix e i melodiosi canti del rusignolo. La matrix aeterna, lo spirito creativo primordiale aleggia informe e immortale nella mente e si somatizza nelle viscere del poeta, scatenando una tempesta ormonica-emozionale. Opus est ab initio: la putrefactio: prima decantazione dell’immaterialità del verbo. Nigredo: arde e brucia la pesantezza materiale della ratio e rilascia all’oscurità il suo fumo nero. Rubedo: prosegue l’opus e la matrix s’incendia del rosso purpurino del sangue e del sentimento generando una viva fiamma. Inizia la sublimatio. Il verbo pantacrator vivificat Albedo: Febo scaglia i suoi dardi aurorali e trafigge il serico manto notturno di Ecate recitando il Fiat Lux. Ritorna l’ordine apollineo. Riprende il diuturno lavoro umano sotto l’insegne dello Splendor Solis e l’ opus, l’opus aurea? è pronta per essere consegnata al mondo et hominis! |
Auto da fè Confesso: sono affetto da una patologia alla valvola metriale |
Historia Ghinii Burlachi Dal mio turrito maniero spazia lo sguardo su vasta piana al mio occhio acuto di sparviero non sfugge topo dalla tana Del cinico non ho temperamento e difendo il debole e la dama riparo i torti e lo scoramento di chi subisce offesa dalla lama E seppur ho fama di brigante io lo dichiaro senza tema: ho derubato qualche viandante, ma ben ricco d’ori e di diadema. Più che di spada, la penna d’oca usar mi diletta, e nello studiolo ad una luce incerta quasi fioca parlo al mio libello come un figliolo. Apro il cuore e i segreti anfratti usbergo della pena e della gioia mia parlo della vita e dei suoi misfatti addolciti dal miele della fantasia! E sotto il vento che fischia e urla, mi perdonerete se come uomo d’arme mi lascerò andare a qualche burla seppur ardita, quanto ricca di charme! E lo sfottò fionderò come dardo, e s’abbatterà sui poveri mortali di nessun avrò certo riguardo, la mia faretra è colma di strali! E non ci andrò giù di fioretto, al malcostume dell’umana saga, sentenzierò tagliente e netto, affonderò il dito nella piaga!! |
Udite!!! Udite!!! Onde non dar la via a fraintendimenti, vorrei per cortesia non mi si scambiasse per altri ex-potenti. Anch’io sono Ghino, e lo son perbacco, ma non sono l’originale, né chi adottò simil nome e fu messo in scacco, lo ribadisco prima del bivacco: io sono Ghino Burlacco Del cavalier ho arme e contrada sul mio onore gioco la mia sorte, userò la penna come spada per il mio credo, fino alla morte! E il mio credo è presto detto: amore, giustizia e libertà altro crisma è per me interdetto, ma non pecco d’altra umanità! Amo le lettere, l’arte e la poesia e per esse danno l’anima mia! Sono serio, ma burlar m’ingegno con parsimonia e qualche ritegno! Adesso come si conviene vi saluto e mi ritiro a scrutare il futuro e se DomineIddio non mi darà un aiuto prevedo che sarà ben tosto e duro! A tutti chiedo venia e offro il mio scusario se arrecherò offesa col mio sudario!! |
Semi di vita Nell'assolata campagna, d'oro sono le colline di messi: unico segno di vita in attesa d'esser raccolto. Poi tornerà la nuda terra del maggese. Già fra qualche mese fremerà la vita al ritorno del seme |
Burlacchino (di saluto) Vedo su queste pagine blu(s)il ritorno di Fabi e di Gus. Col cuore aprìco festoso vi dico: Salve amici! d'antica giostra e singolar tenzone Ghino vi saluta: a voi il guiderdone! Burlacchino Nr. 1
(ovvero il Bollettino di Ghino) Burlacchino Nr. 2 Burlacchino Nr. 3
Burlacchino Nr. 4 Burlacchino Nr. 5 Burlacchino nr. 6 Burlacchino nr.7 Burlacchino Nr. 8
Burlacchino Nr. 9
Burlacchino nr. 10
Burlacchino Nr. 11
Burlacchino nr.12
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Burlacchino nr. 14
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Burlacchino Nr. 16
Burlacchino nr. 17
Burlacchino nr.18
Burlacchino Nr. 19
Burlacchino nr. 20
Burlacchino n.21
Burlacchino Nr. 22
Burlacchino Nr. 23
Burlacchino nr. 24
Burlacchino nr. 25
Burlacchino Nr. 26
Burlacchino nr. 27
Burlacchino nr. 28
Burlacchino nr. 29
Burlacchino nr. 30
Burlacchino nr. 31
Burlacchino nr. 32
Burlacchino nr. 33
Burlacchino Nr. 34
Burlacchino Nr. 35
Burlacchino nr. 36
Burlacchino nr. 37
Burlacchino nr. 38
Burlacchino nr. 39
Burlacchino nr. 40
Burlacchino nr. 41
Burlacchino nr. 42 |
Cantica I Rincasando alla mia bella magione perché infuriava una gran tempesta tosto, ho acceso la televisione, ma c’era poco, a farmi festa! Oh, com’è cambiato il mondo e le persone! Un dì, le dame vestivan di seta e di broccato, adesso allegre vanno in televisione, a mostrar belle terga e lo scosciato! Ai miei tempi se andavi per la campagna la gente a sera, leggeva i bei lunari adesso invece la moglie o la compagna la trovi a mostrar le grazie, su’ calendari! Oh uomo, non domandarti poi se disadorna, non avrai più la tua bella chioma, e ti spunteranno di cervo, ramate corna, seppur non avrai sentor del loro aroma! Cantica III
Cantica VI
Cantica VIII
Cantica X
Cantica XI
Cantica XIII
Cantica XVI
Cantica XVIII
Cantica XX
Cantica XXII
Cantica XXIV
Cantica (extra numeratio)
Cantica XXVII
Cantica XXIX
Cantica XXX
Cantica XXXII
Cantica XXXIV
Cantica XXXVI (ab Honoratio)
Cantica XXXIX (Contra persecutores)
Cantica (extra numeratio)
Cantica XLI
Cantica XLIII
Cantica XLV (Mutatis Mutandis)
Cantica XLVII (Cacatum non est pictum!)
Cantica L (Cui prodest!) |
Cantica II Ai miei tempi vigeva il sistema feudale , per diritto divino comandava l’aristocrazia, ora non c’è più, ma è rimasto tale e quale, con l’aggravante che siamo in democrazia. In barba a tutta la storia e le rivoluzioni, cadono ideologie, fedi, muri e ogni mito, ora van di gran moda le globalizzazioni ma vedo l’uomo sempre più imbarbarito!! Come diceva qualcuno, c’è tutto da rifare, però nessun sa da dove incominciare Anche per oggi, cesso il mio sermone, e mi ritiro a meditare nella mia magione!! Cantica
IV
Cantica V
Cantica VII
Cantica IX
Cantica XII
Cantica XIV
Cantica XV
Cantica XVII
Cantica XIX
Cantica XXI
Cantica XXIII
Cantica XXV
Cantica XXVI
Cantica XXVIII
Cantica (pro laudatio)
Cantica XXXI
Cantica XXXIII
Cantica XXXV
Cantica XXXVII (Rogatio)
Cantica XXXVIII
Cantica XL (ibis redibis non morieris in bello)
Cantica XLII
Cantica XLIV
Cantica XLVI (All'amico poeta R. Bottiroli)
Cantica XLVIII (Rex regum, morbus horribilis)
Cantica XLIX (Nomen omen)
Cantica LI (Ora-culum della Sibilla Fabiana) |