La sorgente delle poesie |
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Dalle poesie sgorgano altre poesie
La poesia è fonte d'ispirazione
Poesie ispiratrici | Nuove poesie | ||
A Veces, En Lo Oscuro Tal vez es dia fuera,però aquì la oscuridad va tragandose el sol y las sombras silban bajo la puerta. No quiero mover un dedo;solo, quedarme immòvil el estomago abierto de par en par,ya rendida a esta hambre casuak que llena el vacìo de mi cuerpo, a esta noche que anda por mis entranas. Oscuro relleno de hombres zapatos lugares poetisas. Esta hambre ciega ahora lleva tu nombre,y ayer. Y solo pide que la consuma.Manana,sin tu piel que sabe a almendras serà igual. Lo sabes muy bien. Tu fatalidad desvergonzada sobrevive a las distancias y no se equivova. Lo sabe y me vas esperando, enroscado como serpiente dormida aguardas mis pasos y te envuelves cada vez màs hondo a mis pies. Y te enrollas cada vez mas fuerte a mis raices.Tu lengua bifurcada en los oìdos hasta en el corazòn. Nunca he querido que tu hocico hiciera dibujos a lo largo de mi cuerpo. Rastreando furtivo como un animal vienes a tenderte a mi lado,el deseo malo aprisionado entre la barras de tu pestanas. No me harà mal. He dejado marchitar la confianza y las caricias deshojàndome como fuera piel vieja.Tù me lo mostraste. Tù,vìbora,me ensegnaste el menosprecio. Y ahora acércate,que quiero tu mordisco. Tu boca,quiero.Nada màs que esto: que me devores.Te arrancaré los dientes uno a uno,te aranaré el paladar con mis gritos,te quemaré la lengua con el calor de mi piel nueva. Y serà tuya mi boca.Y recogeras sabores con la punta de mi lengua.Y hablaràs mis palabras,estas palabras que digo mias,y nuestros alientos seràn uno. Giusy Palumbo | Nell'Oscurità Fuori è ancora giorno ma qui,dentro, l'oscurità stò abbandonando la luce del sole e le prime ombre appaiono dietro la porta. Non desidero muovere neanche un dito, ma restare immobile mentre nello stomaco provo un vuoto insopportabile. Ricordo il tuo nome,quello che mi hai detto ieri. Domani, lo sò, lo cambierai ed io mi consumerò nel dubbio. La tua fatalità sopravvive nell'equivoca distanza, ed io vorrei che tu cadessi ai miei piedi e ti sottomettessi alle mie ragioni. Il tuo equivoco linguaggio offende il mio cuore, e allora mi allontano dal tuo corpo. Ma la tua bocca mi attira e quasi vorrei morderla. Desidero le tue labbra, non chiedo che questo. Allora le tue palpebre sfioreranno le mie e i nostri aliti saranno un unico alito. Gianni Langmann | ||
Un sogno In visioni di notturna tenebra spesso ho sognato svanite gioie- mentre un sogno,da sveglio,di vita e di luce m'ha lasciato col cuore implacato. Ah,che cosa non è sogno in chiaro giorno per colui il cui sguardo si posa su quanto a lui è d'intorno con un raggio che,a ritroso,si volge al tempo che non è più? Quel sogno beato-quel sogno beato, mentre il mondo intero m'era avverso, m'ha rallegrato come un raggio cortese che sa guidare un animo scontroso. e benchè quella luce in tempestose notti così tremolasse di lontano- che mai può aversi di più splendente e puro nella diurna stella del Vero? Ezra Pound | Sognando Nel buio della notte spesso sogno felicità svanite mentre,alla luce del giorno, il sogno è voce muta che in feroce ferita si tramuta. Ma perchè,di giorno,il passato ritorna nel rimpianto di quello che fu? Dolce,dolce,quel sogno notturno che ogni avversità, ogni difficoltà m'ispirava a superare e scuoteva l'indifferenza dell'animo mio. E,nonostante quelle illuminazioni notturne intravvedessi tremule in lontananza,cosa può chiedere di più l'animo mio, alla luce della vita diurna, se non stella della Verità? Gianni Langmann | ||
Sale Liquido sale il mare è pianto sciolto negli abissi della terra Cristina Bove | Cristalli di sale Riemergono cristalli di sale lacrime affondate nel profondo del mare. Gianni Langmann | ||
Afa Oggi la mia tristezza esigente a starnazzarmi nell'anima pesantemente come scirocco pregno di salsedine Antonia Pozzi | Arsura pervasa di tristezza è l'intima poesia dell'animo mio come vento afoso forma cristalli di sale Gianni Langmann | ||
Mattina M'illumino d'immenso Giuseppe Ungaretti | Clamore, silenzio immobile il vento Gianni Langmann | ||
- e tu, poeta - Torni l'agile cantare. Torni il segreto che famelici ci tenne in seno a giorni di innumerevole prodigio. Salga in misure d'orzo la canzone del cuore nero! Salga in misura di chitarra la canzone imminente! E tu, poeta, angelo senza sguardo, scagliala lontano! La parola è dentro il tuo fiero moschetto. Tu, brigante di fuggevole disarmonia, dalle per cuore un tamburo, dalle per cuore una campana! Elia Belculfinè | Sul fuoco di nuvola E tu, sguardo di poeta che tanto innalzi il suono a misura del colore, che armonico e fuggente come intriso da goccia di caffè sul fuoco di nuvola nascente, scuoti la parola. E nel mistero del prodigio di abbracci dentro al cuore che temono l'assenza, fiero a passi lievi varchi la soglia del segreto e il giorno corre agile e silente mentre s'ode, la campana nel domani. (Ispirata da -e tu poeta- di E.Belculfinè) Tiziana Cocolo | ||
Secondo ricordo Anche prima, molto prima della rivolta delle ombre, e che nel mondo cadessero piume incendiate e un uccello da un giglio potesse essere ucciso. Prima, prima che tu mi domandassi il numero ed il sito del corpo. Assai prima del corpo. Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo, la prima dinastia del sogno. Allorché, contemplandomi nel nulla, inventasti la prima parola. Allora, il nostro incontro. Rafael Alberti | La dinastia del sogno Ancor prima del corpo, quando apristi nella fronte del sole la dinastia del sogno, là era già il nostro noi. Ombre passeggere combattono con parole inventate, catturano luce nell'arco di corone di piume che brandiscono un suono sottile e la voce contempla la vittoria nel disegno dell'incontro. (Ispirata da "Secondo ricordo" di Rafael Alberti) Tiziana Cocolo | ||
Forse semilia miglia di lontano ci ferve l'ora sesta, e questo mondo china già l'ombra quasi al letto piano, quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo, comincia a farsi tal, ch'alcuna stella perde il parere infino a questo fondo; e come vien la chiarissima ancella del sol più oltre, così 'l ciel si chiude di vista in vista infino a la più bella. Dante, Divina Commedia - Paradiso, C. XXX, 1-9 | 2007 Nel mezzo del cielo immerso in stella accesa vidi l'ora da lontano, beata e presa del sol dell'oltre, poi l'ombra in petto sciolse e non si volse, ma da lontan accolse prendendo a mano a mano fino in fondo il cuore. (Ispirata da Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. XXX, 1-9) Tiziana Cocolo | ||
Parea dinanzi a me con l'ali aperte la bella image che nel dolce frui liete facevan l'anime conserte; parea ciascuna rubinetto in cui raggio di sole ardesse sì acceso, che ne' miei occhi rifrangesse lui. E quel che mi convien ritrar testeso, non portò voce mai, né scrisse incostro, né fu per fantasia già mai compreso; ch'io vidi e anche udi' parlar lo rostro, e sonar ne la voce e "io" e "mio", quand'era nel concetto e "noi" e "nostro". Dante, Divina Commedia - Paradiso, C. XIX, 1-12 | Batter d'ali aperte Raggio di sole, cotanta image vuole che di parlar dolce sonar la voce volge il nostro noi, che più né mio, né tuo negli occhi acceso ma dinnanzi a vol proteso il batter d'ali aperte di due anime conserte. Tiziana Cocolo | ||
Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch'è primo, così come raia da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei; e però ch'io mi sia e perch'io paia più gaudioso a te, non mi domandi, che alcun altro in questa turba gaia. Tu credi 'l vero; ché i minori e ' grandi di questa vita miran ne lo speglio in che, prima che pensi, il pensier pandi; ma perché 'l sacro amore in che io veglio con perpetua vista e che m'asseta di dolce disiar, s'adempia meglio, la voce tua sicura, balda e lieta suoni la volontà, suoni 'l disio, a che la mia risposta è già decreta! Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. XV, 55-69 | Io credo 'l vero Io credo come par gaudioso volger l'ispirar sinuoso e tal desìo cotanto ansioso adempia il vero e il sacro. Io credo come voce sicura e lieta vagar di meta in meta nel mirar perpetua espanda se pur non si domanda. Io credo come nel pensar pensiero prima che pensi di sponda in sponda pensier lassù risponda. Io credo 'l vero. Tiziana Cocolo | ||
Sì tosto come l'ultima parola la benedetta fiamma per dir tolse, a rotar cominciò la santa mola; e nel suo giro tutta non si volse prima ch'un'altra di cerchio la chiuse, e moto a moto e canto a canto colse; canto che tanto vince nostre muse, nostre serene in quelle dolci tube, quanto primo splendor quel ch'e' refuse. Come si volgon per tenera nube due archi paralelli e concolori, quando Iunone a sua ancella iube, nascendo di quel d'entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch'amor consunse come sol vapori. Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. XII, 1-15 | Due archi paralleli Come archi paralleli dentro e fori, nostri pensieri volgon a guisa di valori che labbra non teme e con colori canto a canto di voler l'incanto sen và a priori. E se fiamma ancora il dolce cerchio chiuse, saran poscia le muse a colorar di sole ciò ch'amor da sempre vuole. Tiziana Cocolo | ||
S'io ti fiammeggio nel caldo d'amore di là dal modo che 'n terra si vede, sì che del viso tuo vinco il valore, non ti maravigliar; ché ciò procede da perfetto veder, che, come apprende, così nel bene appreso move il piede. Io veggio ben sì come già resplende ne l'intelletto tuo l'etterna luce, che, vista, sola e sempre amore accende; e s'altra cosa vostro amor seduce, non è se non di quella alcun vestigio, mal conosciuto, che quivi traluce. Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. V, 1-12 | Se amor accende Se amor accende eterna luce nel proceder meraviglia, ivi traluce a volte nel presente, pari ad intelletto nella mente come veder non vede ma sente il conosciuto. E poi risplende e move nel verso e direzione del guardar perfetto, l'apprender preso. Se amor accende di calor vestigio è reso. Tiziana Cocolo | ||
I quattro elementi Terra Buon mangiare di terra bestie e gente! poi tacerete tutti terribilmente. Acqua Tutto bevuto, l'acqua tutta dei mari sonori e il cuore dice: oh, ho sete ancora. Fuoco Solo fuoco, solo fiamma è fuoco d'inferno che viene a cuocere l'anima con la carne insieme. Aria lo spazio infinito per te s'inarca ora; eh! desiderio ecco infine la tua dimora. Geo Norge | Elementi Terra Fertile mano di terra che ancora accarezzi i volti e paziente all'inganno ti concedi, egli ti rende ammaestrata ma diverrai selvaggia! Acqua Tutta ingoiata la tua trasparenza verginità bevuta dall'ambiente... (piange l'arsura) Fuoco Mortaio fiammeggiante implode incenerendo spirito e sangue! Aria Immenso arco di vuoto che sforzi la tua schiena ora sei nel desìo dell'ultimo respiro! Aurelia Tieghi | ||
Ruppemi l'alto sonno ne la testa un greve truono, sì ch'io mi riscossi come persona ch'è per forza desta; e l'occhio riposato intorno mossi, dritto levato, e fiso riguardai per conoscer lo loco dov'io fossi. Vero è che 'n su la proda mi trovai de la valle d'abisso dolorosa che 'ntrono accoglie d'infiniti guai. Oscura e profonda era e nebulosa tanto che, per ficcar lo viso a fondo, io non vi discernea alcuna cosa. "Or discendiam qua giù nel cieco mondo", cominciò il poeta tutto smorto. "Io sarò primo, e tu sarai secondo". E io, che del color mi fui accorto, dissi:"Come verrò, se tu paventi che suoli al mio dubbiare esser conforto?". Dante, Divina Commedia, Inferno, C. IV, Versi 1-18 | Divin conforto D'abisso la valle a volte tende a chi dolor intende e scossa la testa per riconoscer loco e gesta aprìa l'occhio intorno nel dubbiar del giorno. Svegliar dal sonno, discerner cosa e volto, il muover mio fu sì accorto che poesia recò divin conforto. Tiziana Cocolo | ||
Come quando una grossa nebbia spira, o quando l'emisperio nostro annotta, par di lungi un molin che 'l vento gira, veder mi parve un tal dificio allotta; poi per lo vento mi ristrinsi retro al duca mio; ché non lì era altra grotta. Già era, e con paura il metto in metro, là dove l'ombre tutte eran coperte, e trasparien come festuca in vetro. Altre sono a giacere; altre stanno erte, quella col capo e quella con le piante; altra, com'arco, il volto a' pi è rinverte. Quando noi fummo fatti tanto avante, ch'al mio maestro piacque di mostrarmi la creatura ch'ebbe il bel sembiante, d'innanzi mi si tolse e fé restarmi, "Ecco Dite", dicendo, "ed ecco il loco ove convien che di fortezza t'armi". Dante, Divina Commedia - Inferno, Canto XXXIV | Sulle soglie del dì nascente Là dove, come nebbia il core trasparir vuole, là il vento gira e l'ombre mira svelar l'abbaglio. E il volto ancora piacque mostrarmi di metro in metro al loco di desìo che il nome mio sembianze accoglie e sulle soglie del dì nascente sono a giacer silente. Tiziana Cocolo | ||
Di pari, come buoi che vanno a giogo, m'andava io con quell'anima carca, fin che 'l sofferse il dolce pedagogo. Ma quando disse:"Lascia lui e varca; ché qui è buono con l'ali e coi remi, quantunque può, ciascun pinger sua barca"; dritto sì come andar vuolsi rife'mi con la persona, avvegna che i pensieri mi rimanessero e chinati e scemi. Io m'era mosso, e seguia volontieri del mio maestro i passi, e amendue già mostravam com'eravam leggeri; ed el mi disse:"Volgi li occhi in giùe: buon ti sarà, per tranquillar la via, veder lo letto de le piante tue". Come, perché di lor memoria sia, sovra i sepolti le tombe terragne portan segnato quel ch'elli eran pria, onde lì molte volte si ripiagne per la puntura de la rimembranza, che solo a' pii dà de le calcagne; sì vid'io lì, ma di miglior sembianza secondo l'artificio, figurato quanto per via di fuor del monte avanza. -Dante, Divina Commedia - Purgatorio, Canto XII- | Col dì che avanza Con anima cerca e parca come chi l'aure varca e cinger in cuor suo si vanta di bontà e bellezza, io mi era mossa a seguir passi che parevan leggiadri, ma tra quei sassi col dì che avanza di punger pi è fu rimembranza e vidi la sembianza di chi per tranquilla via artificio perse, tra i miei pensieri dolce sofferse. Tiziana Cocolo | ||
Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto, di bella verità m'avea scoverto, provando e riprovando, il dolce aspetto; e io, per confessar corretto e certo me stesso, tanto quanto si convenne leva' il capo a proferer più erto; ma visione apparve che ritenne a sé me tanto stretto, per vedersi, che di mia confession non mi sovvenne. Quali per vetri trasparenti e tersi, o ver per acque nitide e tranquille, non sì profonde che i fondi sien persi, tornan d'i nostri visi le postille debili sì, che perla in bianca fronte non vien men forte a le nostre pupille; tali vid'io più facce a parlar pronte; per ch'io dentro a l'error contrario corsi a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte. -Dante, Divina Commedia, Paradiso, Canto III- | Confessione Ritrovai ancor in petto cotanto amor che come il sol scalda di getto, arde e trasforma il dolce aspetto di chi ode scoprir gentil diletto. Visi e pupille in baci persi, come traspar da vetri tersi confession mia d'amor a parlar pronta. Quel gesto e calor guarnì il silenzio certo di chi bella verità avea scoperto. Tiziana Cocolo | ||
Poscia che 'ncontro a la vita presente d'i miseri mortali aperse 'l vero quella che 'mparadisa la mia mente, come in lo specchio fiamma di doppiero vede colui che se n'alluma retro, prima che l'abbia in vista o in pensiero, e sé rivolge per veder se 'l vetro li dice il vero, e vede ch'el s'accorda con esso come nota con suo metro; così la mia memoria si ricorda ch'io feci riguardando ne' belli occhi onde a pigliarmi fece Amor la corda. E com'io mi rivolsi e furon tocchi li miei da ciò che pare in quel volume, quandunque nel suo giro ben s'adocchi, un punto vidi che raggiava lume acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca chiuder conviensi per lo forte acume; e quale stella par quinci più poca, parrebbe luna, locata con esso come stella con stella si collòca. Dante, Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVIII | Come stella a stella Come stella a stella luce di forte acume, mi trascinò Amor nella sua corda illuminar col lume. Paradisiaco incontro me misera mortale, la memoria di un dì fuggito come fiamma in uno specchio ad illuminarmi il viso. Senza vista,calore infuoca ma al pensiero quegli occhi induce a giocarmi e gioca in tocchi aperti al vero. Come stella a stella, già parrebbe luna con suo metro di misura che misurar conduce baglior d'Amor. Tiziana Cocolo | ||
Io piansi un tempo, come volle Amore la tardità delle promesse sue, e quel che interveniva ambo noi due, a me del danno, a lui del suo onore. Or piango come vuole il mio errore, ché il tempo fugge per non tornare piue, e veggio esser non può quel che già fue; or questo è quel ch'ancide e strugge il core. Tant'è il nuovo dolor maggior che 'l primo, quanto quello avea pur qualche speranza: questo non ha se non pentersi invano. Così il mio error fra me misuro e stimo, e piango, e questo pianto ogni altro avanza, la condizion del viver nostro umano. Lorenzo de' Medici, il Magnifico -Sonetto LXI - | Amor talvolta Amor talvolta vuol, lacrime bagnar sorrisi e bramosìa promessa ancora in progetti e pensamenti. Il tempo fugge e mentre speranza incalza, nel viaggio il cuore strugge sul volto dell'amato. La condizion errante del nostro umano viver c'impon misura e stima di lacrime e sorrisi. Connubio di tenzone ma la luce brilla ancor e ciò che resta vuol, a noi s'impone. Tiziana Cocolo | ||
Ho provato Ho provato a scriver di rose profumate ma appassivano Ho provato a scrivere di animaletti dolci ma venivano massacrati Ho provato a pensar a qualcosa di bello a qualcosa di colorato profumato e pieno di vita ma riesco a esprimere solo la morte Gabriele Eandi | Ho provato e riprovato Ho provato a farmi un bagno nella vita, ma l'acqua era gelata. Ho provato a cambiar vita, ma i pezzi di ricambio erano finiti. Ho provato a pensare, e da molto penso ancora. Ho provato, provato, provato. Mi rimane soltanto una prova. Ma quella non potrò raccontarla. Nino Silenzi | Provare Quello che tocco si trasforma in oro Un goccio d'acqua e le mie piante crescono rigogliose Nessun intoppo sul mio cammino, Sembro baciata dalla Dea Fortuna, Allora cos'è che mi rende triste e sola? E' il mio passato legato a dei letti sofferenti che non m'abbandona Pensare che potevo dare di più mi strazia il cuore. e frena le mie piccole gioie anche dietro un riso occasionale che non è libero d'uscire sincero e gaio. La mente è occupata da rimorsi che forse non dovrei avere. Ma la ragione va a cercare sempre in quell'angolo buio,dove vivono i piccoli peccati che non posso più espiare Sale così l'ansia del dopo e della morte :quella da scegliere o quella che viene imposta. Parlarne è esorcizzarla, ma verrà sempre qualunque scelta di vita o d'amore facciamo. E io l'aspetto con la lancia in una mano e un rosario nell'altra. Liliana Lorenzi
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Pops Piove: riparato sotto il solito portone- lo stesso gatto di quasi un anno fa mi si struscia addosso. Michele Vaccaro | Riparo il cielo scarica le sue insoddisfazioni e io mi salvo sotto il consueto albero del cuore, quello con le foglie immense che tempo fa mi ha accolto con un'anima felina che anelava a un vero contatto. Ora lo ritrovo qui questo mio gatto sempre più strusciante e mi lascia addosso la magìa di morbide carezze... Aurelia Tieghi | ||
Mi sono immersa Mi sono immersa nelle rose gialle, rosse, rosa, arancio scrivevano sorrisi e carezze su mani che mute se ne vestivano avevano gocciolato sangue prima adesso le stesse spine delle rose mi cullano, senza farmi male, piano... piano piano, mi cantano una ninna nanna e un profumo d'uomo caro, riempie dolce questo mio cuore stanco ed io, serena sogno. Irene Pizzimenti | Inno alla flora Un mantello di fiori variopinti dipingeva tenerezze guidando le mani stanche ,che silenziosamente abitavano il mio corpo nuovo, e quegli steli ruvidi fardelli che ora mi accarezzano lentamente senza dolore, come un concerto soave dolce come una nenia sono sapore di uomo che riempie il mio cuore incredulo accompagnandomi nei sogni. Ida Guarracino | ||
Lacrima di bimbo africano (le brice sprecate) Dopo il frugale sostento serale robotico gesto a rigovernare, sdrucciola la mano strofina sul ruvido lembo imbandito, trascina residui minuscoli aggrappati a falangi, alla mente; una bricia:-lacrima di bimbo africano- in preda allo stento. Si beve il rospo alla gola il soffio di bacco rimasto nel calice dell'avarizia, la pallida guancia rugata s'inumidisce d'amara rugiada, ... solo e colpevole piango! Silvano Notari | Lacrima Africana Eccolo il solito altare allestito dal pasto con frammenti di pane gettati agli sprechi, ogni mollica è una lacrima aggrappata ai miseri occhi dell'infanzia Africana, un lembo d'ombra inquietante riflessa nell'ultimo sorso dentro la coppa dell'egoismo. Lungo la gota una stilla salata filtra la colpa che stringe la gola... Aurelia Tieghi | ||
Ci sono luci Ci sono luci, che non sono più abituato a vedere Ci sono luci, che non brillano più. Ci sono luci, imprigionate negli occhi di chi ha da sempre sofferto. Ci sono luci, che vogliono essere libere di vedere il mondo e goderselo, pur non essendo mai nate. Giuseppe Gravante | Penombre Se quest'anima stanca sprigiona una luce soffusa che sùbito si sperde , non è tua la colpa, amore mio; è del tempo che infiacchisce il mio corpo e della noia che uccide il mio spirito. Non l'avessi mai avuta tanto vivida da irradiare il mondo intero, ora non potrei rimpiangerla così tanto; ma un giorno l'ebbi, e vissi l'infinito. Poi scomparse all'improvviso come un soffio su una candela accesa, e solo un vago chiarore ora m'accompagna. Liliana Lorenzi | ||
Gatto Sei tornato sulle scale del mio cuore malato per farti accarezzare… Selvaggio zingaro con occhi di smeraldo Francesca Bergonzini | Gatto gitano Dai gradini della luna sei ritornato.. tu oh mio zingaro ! Sempre più bramoso di carezze.. per lenire il mio cuore sofferente sotto la coltre vellutata dei tuoi occhi.. Aurelia Tieghi | ||
Ricordi A volte rivedo il volto di un ragazzo felice di assaporare le prime gioie dell’amore; mi sembra di risentire i battiti crescenti del cuore, riprovo l’immensa sensazione di sentirmi un uomo di questo mondo, temperata dal timore che tutto svanisca. Sono ricordi che ora mi affiorano con impeto dal subconscio, sono sentimenti sopiti che adesso tu mi hai risvegliato, è l’indicibile piacere che ritraggo dal tuo amore. Renzo Montagnoli | Rimembranze Un nuovo amore mi riporta indietro nel tempo quando il sorriso e la gioia regnavano sovrane sul mio viso, avverto l'attimo fuggente della passione intensa, sento i battiti del mio cuore e mi sento viva, una nuova voce dentro me risveglia il letargo dell'amore, sboccia un nuovo fiore che dipinge assolati prati all'ombra del timore che questa gioia finisca. Ida Guarracino | ||
Vuoto Eppure basterebbe Gioire per l’azzurro del cielo, per il profumo dei fiori, per l’incanto di un tramonto…. L’infinita bellezza della natura Dovrebbe bastare A colmare quel vuoto Doloroso Che sento. Cristina Perilli | Ancora sola Quel bel mare azzurro che spruzza l'aria e quel prato verde asperso di rugiada in questa giornata che mi veste di cielo.... Basterebbe solo questo per gridare gioia. Invece non basta per alleviare la grande pena. Sei stata ingrata con me, Madre Natura, lasciandomi in bocca l'amaro sapore della solitudine. Liliana Lorenzi | ||
Mattina M’illumino d’immenso Giuseppe Ungaretti
| Immenso S'apre all'infinito e m'illumino d'immenso impalpabile meditato che arriva in un sospiro passa in un soffio fissando l'adesso in un sogno di sasso vissuto in un flusso quest'immenso luminoso Francesco Soldini | ||
Per te amore mio Sono andato al mercato degli uccelli E ho comprato degli uccelli Per te amore mio Sono andato al mercato dei fiori E ho comprato dei fiori Per te amore mio Sono andato al mercato dei rottami E ho comprato catene Pesanti catene Per te amore mio Poi sono andato al mercato degli schiavi E ti ho cercata Ma senza trovarti amore mio. Jacques Prévert | A te, amore mio Ho donato fiori, argenti, ori. Ed eri così reale nei miei sogni, finchè non sparivi nei bagliori dell'alba. Allora spezzai le tue catene perchè tu fossi libero di correre verso di me, ma una bufera ti trascinò via, amore mio, e non ti ho più ritrovato. Liliana Lorenzi |
È solo un incanto è solo un incanto che cosa vuoi che sia, distese e prati verdi alberi secolari, è solo un frammento di tutto un universo che ti scatena dentro un mondo di emozioni, colori veri e intensi distesa guardo il cielo azzurro e terso nel verde delle foglie nei rossi arcobaleni di tramonti e un giorno tutto questo io lo dovrò lasciare? Ida Guarracino | L'incanto svanirà Mi guardo intorno e osservo tutto quello che posso . L'incessante lavoro della natura che attimo per attimo offre: tramonti, albe, cieli chiari e bui,prati e monti, e i colori delle stagioni, intensi o smorti. Ogni istante è avvenimento che emoziona e quanto opprime la certezza dell'abbandono! Ma sì! Succederà anche a me di lasciare questa platea ad altri, che assisteranno all'opera della vita. Liliana Lorenzi |
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