Poesie di Giovanni De Simone


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Giovanni De Simone è nato a Roccarainola (NA) il 06.06.1942. Docente d'Educazione Fisica in pensione, vive a Traona (SO).
Ideatore e curatore di diversi concorsi e manifestazioni scolastiche ed extrascolastiche di poesia, sport ed arte visiva a carattere locale, provinciale e regionale.
è poeta, scrittore e pittore. .
Per la poesia e per la prosa ha partecipato a diversi concorsi e manifestazioni ottenendo ottimi risultati.
è presente in antologie, siti web, riviste, giornali, agende poetiche e cataloghi d'arte.

Ha pubblicato:
2002 "Gocce" GDS -Pro munuscripto-
2003 "Poesia …e sia" -La Fattoria dell'arte -
2006 "Io & Tu - Tu & Io" -Nicola Calabria Editore-
2007 "Per chi cantano i pesci?" -Vitale Edizioni-
2008 "Alfabeto - Racconti dalla A alla Z" -Vitale Edizioni -
2009 "Traona -bacio di sole-" -Edizioni Nuovi Poeti -
2010 " Numeri" -GDS Edizioni-
2010 "I sospiri del tempo" -GDS Edizioni-

Per la pittura ha presentato le sue opere in mostre collettive e personali in Italia e all'estero.
 


Chiaro di luna
(Acrostico)

Carbone nero in polvere
Ha pianto il cielo
Insudiciando il giorno
Abbarbicato all'ultimo filo rosso
Retro cime sfumate
Operosamente dal tempo.

Dolcemente siede la luna
Imbiancando il cuore

La rosa cristallizzata sul petto
Unica voce di remoti silenzi
Narra ore gonfie d’amore
Addentate al chiaro di luna.

Dal profondo del cuore
Becco stretto
Un ramoscello di ulivo
Oblazione d'amore quale
Nunzio di pace
Aleggia nell'azzurro

Prepara uomo il credo
Alla risurrezione
Silenziosamente
Quando il suono delle campane
Ugualmente scioglie nel cuore
Amore infinito

2014

Rimpianto
canto d’usignolo
che ondeggi nell’azzurro
entri indeciso
nel mio spento cuore
quale canto di vita
ah! amore
amore mio
ora so cosa ho perduto
e
rimugino
rimugino la felicità
il giorno piange
e affida al vento nostalgico
le sue pene e le sue paure
ma
io t’amo più della luce
che taglia la nebbia dei tuoi dubbi.

Terminale
giorno dopo giorno
un fuoco nascosto
consuma il corpo
lentamente
ed è inferno
nel cuore e nella mente

voragini di silenzio
si aprono
nei sogni e
il dolore
amante litigioso
trionfa
e veste di nuovo la speranza

le ore
le lunghe ore
ricordi persi nel tempo
diventano sempre più corte
per riempire gli occhi
con la luce della fede

Buco nell'ozono
l'uomo
con chiodi d'accidia
crocifigge la coscienza
alla terra
bruciata da Eros.

Il deserto
senza voce
risponde sillabando

Dissidio
l'ieri e il domani
cercano la carezza dell'oggi
nel silenzio del tempo mancato
IO
soffoco sotto le ali
di un cuore che tace
senza vedere la tarda luna
che quieta l'angoscia del dissidio
Tu
nascondi la lacrima che palpita
dietro i petali della rosa bianca
ove la parola timidamente vola
per portare l'amore all'amore

Felice natale
Fiorisce dicembre
E muta
La filigrana dello spirito
Il canto delle campane
Così grande e dolce
Entra nella mistica dei pensieri
Nell'aria nevosa
Alberi di stelle sublimano
Tenere magie di bellezze
Accendendo di dolcezza
L'amore sciolto nel cuore
Esultiamo: arriva la stella cometa

Edè di nuovo amore
dopo 620 giorni
si svegliò l’anima sonnacchiosa
dal tormento del suo lutto:
t’incontrai sul binario 9
sentii subito una puntura nel petto
e ti regalai un petalo d’amore
per suonare la chitarra del tuo cuore.

la musica
sospesa nel tempo
quale lampo
attraversò lo spazio dei giorni vuoti
e una voce tremante
svegliò l’innocenza della carne.
tutto quello che venne poi
fu il giardino dove tutto ricomincia.

mi persi nel verde dei tuoi occhi
e l’amore
rinacque dai colori del giorno
oggi
vive ancora.

Romanzo fallito
casa di parole
sospesa a mezz’aria
quale simulacro di pensieri
crogiolati all’ombra dell’ombra
del gioco della lingua

il mutilato silenzio
sbatte contro vetri colorati
e
dalla struttura dell’io
le eteree parole
continuano a fluire
sulle pagine del sogno
dove calamai di verità
versano inchiostro di coscienza

il tempo
come ragno
tesse macchie annerite
che si sbavano
su ferite cicatrizzate
e su rose bianche
annegate nel vortice del vuoto

il vento dell’indifferenza
sempre più forte
sempre più forte…
della casa di parole
solo
specchi senza memoria

Estasi d'amore
l’amore
quale farfalla matura
dolce vola tra rose e petali di rose
che l’ora del desio
sparge su di lui e su di lei
muti
in uno spazio che nulla accetta
lui stringe la vita dell’amata
la stretta è un abbraccio eterno
e un nodo d’estasi così grande che abbaglia
e
lui lo chiude negli occhi e nel cuore
e lei?
un volto e un corpo
che taglia la luce del giorno
un corpo e un volto
per concerto d'usignolo
per inebriarsi del profumo dell’alba
che schiude tutti i fiori di Gea
un volto e un corpo
per far cadere la sigaretta

nella polveriera dei sentimenti
e cesellare nella vita
schegge e schegge d’amore

Aporia 2
Quel continuum
sul cui fondo
si è sviluppata
la morale della follia
è una forma di pensiero impermeabile
che riposa e cresce
come pura astrazione dell’essenza.
In ogni caso
il vento caldo della ragione
frantuma ombre di ghiaccio
della rigida riflessione
e l’occhio s’inoltra
nel vuoto dello spazio possibile

Epilogo di un amore
l'azzurro del cielo
si scioglie nel blu del lago:
specchio di un amore
che ha lasciato
un pugnale del cuore
il silenzio
da una barca senza remi
guarda e geme
la risurrezione non esiste

Vita stanca
una vita stanca
che si ammoscia
al sole d'agosto
cerca un cubetto di ghiaccio
nelle pieghe della notte
ma
il frigo è rotto

Solitudine (2)
dall’albero della memoria
petali bianchi di sogni
cadono
in uno scrigno di cristallo.

il tempo scivola dall’orologio
dietro l’ombra della nostalgia
la pena – spaventata –
accusa la luce
di fare guerra al silenzio

stanco
il pensiero annega le parole
nell’acqua salata della solitudine

Nella tempesta
l’amore castigato
ha reso pesante il mondo
al vecchio veliero
che
con tutte le vele spiegate
cerca correnti di mare tranquillo
ove fuggire veloce
e tacere la tristezza di viaggi
lontani nel tempo

e tu non odiare
le lacrime della tempesta
che squarcia cielo e mare
e urla il suo nome.

Riposo
Dietro quella nuvola sfilacciata

dove il chiarore del cielo

è già scomparso
cogitabonda

sale la luna
con un fiore d’acacia fra i capelli

Presto ci saranno i canti
di chi consuma amore
alla gialla luce del silenzio
che indifferente gioca col vento

Sulla bocca del tempo
segreti rossi di passione
indugiano come timidi baci.

L’usignolo stanco del giorno
riposa all’ombra delle spine

Il tempo taciuto
il tempo taciuto
non cancella le parole
che scissero il tuo nome
nel cuore e nella mente

l'acqua dell'addio
non cancella le carezze
delle tue mani
sulla mia pelle

il vento del ricordo
non nasconde il suono della tua voce
nelle onde del mare
e nel canto dell'usignolo

il tempo taciuto
non cheta il mio amore
e conficca spine di dolore
nell'imo del cuore

Quel continuum...
Quel continuum
sul cui fondo
si è sviluppata
la morale della follia
è una forma di pensiero impermeabile
che riposa e cresce
come pura astrazione dell’essenza.
In ogni caso
il vento caldo della ragione
frantuma ombre di ghiaccio
della rigida riflessione
e l’occhio s’inoltra
nel vuoto dello spazio possibile

Regressività
la terra e le stelle
conservano fumo di secoli
sotto tacchi rotti
per chiarire la curva
a livello socio economico
di rimbalzo
uno di loro
batte l'eco così rapida
che neanche il coltello bilama
taglia la pagina nera
apertasi nel rosso del seme

Opposti
Tu
parola che si alza
a toccare l'infinito
al suono di petali
caduti nel vuoto del discorso
Io
silenzio di fiamma
chiuso nella riduttività
di un sogno senza spazi
incastonato nella memoria

The Ladder of Love
we remember
i gradini serrati
alla screpolata facciata
che salivano
salivano alla soffitta della poesia
della nostra poesia
sdraiati sul letto
guardavamo la luna
danzare nella stanza
sulle note del fremito
delle foglie dell’ippocastano
e sui battiti dei nostri cuori
le nostre labbra
filavano versi d’amore
la notte
non era che una paratia d'aria
al nostro orizzonte
il respiro del vento
i nostri sospiri

La Pasqua ritorna
cristo
che era stato
preso in prestito
è risorto
e impregna la pace
di succo di sole
gocciolato a lungo
sul nudo tempo
dove la cattiveria
ha divorato parole
edè morta per indifferenza

chiaro
il segno all'orizzonte:
cresce l'amore
davanti al sorgere dell'alba
senza parole e gesto
e dona la sua luce

la colomba
esce dal nido
e lancia
un grido di gioia
verso la vita

Ascolta
le piaghe dell’amore
chiedono all’incerto cuore:
cos’è per te
un bocciolo di rosa
donato all’orizzonte
silenzio
i giorni e le notti
gridano ancora nel mio petto l’amore
che gira dove il poeta
scrive
rime senza cuore
coperto
da rugiada di solitudine
è questo lo specchio
che la vita graffia
con parole d’ombra
ascolta la luna veritiera:
le mie braccia
sono
una distesa di margherite

Il tradizionale
epocale:
veloci gratuiti inarrestabili
i germogli tecnico-industriali
accorciano la comunicazione
sconvolgendo
quale tempesta
fredda anonima distaccata
l'arroccamento della cultura
dietro il profumo di carta
il cui ricordo
si frantuma di ombre e di silenzio
nello spazio chiuso
abbandonato entro pagine ingiallite
la speranza
ebbra d'immenso
tace del suo ritorno alla vita
e di chi balza
verso il suo amore e
verso la sua luce

Distacco
l’ultime suspire s’a purtate ‘o viento
dint’o core nun m’e rimaste che turmiento
pecché mò tanto dulore
pecch’ist’ammore
che sento pé ttè?
sule tu, sule tu
‘o ppuò sape’:
tu nun me vuò bbene cchiù
tu piense ’a ‘nato?
ma comme ‘o può pensà
doppo tanto che t’aggiamato
comme me può lassà
senza n’à lacrima
significa nun tenè l’anima
essere l’essere cchiù crudele
che si nutre sule ‘e fele

Vita d'oggi
(Domani si vota)

nella giungla della vita
ci sono
muti
trattati come bestie da soma
a servizio della corruzione
coperta di menzogne bavose
c'è
chi strizza
mammelle colme di latte e miele
e chi stringe la cinghia
ancora di un buco
ci sono
operai impiegati giovani
col cuore tagliato a pezzi
dalla lama dell'incertezza
e col desiderio di vivere
mangiando pane
e – perché no – companatico
ci sono
tristezza paura fame lacrime
e quelli che
con grassa mano
ficcano il coltello
nel fianco carta velina dei derelitti
ormai senza voce
ci sono
ci sono ora
mani dure come pietre
che schiantano le corna del toro
e
domani si vota

c'erano...
o ci sono ancora?!

Sera
sotto il vecchio albero
l’ombra va e viene
e il volo dei passeri
si fa sempre più radente
nel cielo
- fattosi più grigio-
la sera arriva
lentamente

ti prego
lascia la porta aperta.

San Valentino
il buio è luce:
l'aria del mattino
porta l'atteso invito
alla festa dell'amore
il suo calore
penetra ogni membra
la sua voce
colma il cuore di melodie
e le sue parole
prendono ali di sole
guardano la chiarezza
e
lasciano nel nulla
i falsi e vuoti desideri

Vecchia gelosia
in un cielo stanco
4 stelle solitarie
baciano
sui corni
sul ventre
e sulla gobba (a levante)
la luna calante
sbiadita:
labbra stellari
non possono cancellare
le rughe
di giallo antico
cementato
dal vento del ricordo

Due zero uno tre
il vecchio
stanco e pieno di ferite
cede il passo al giovene
con la faccia dipinta di verde

gli si appresta il
“benvenuto”
-parola irreale/reale-

mezzanotte
le porte si aprono
lui entra con lampi ed echi
e rende muta la sofferenza:
il passato si sfalda
il futuro è sorriso di tempo
ma
ci sono storie diverse e
le allegorie di parole
sono luce riflessa
nello specchio dell'anima
che beve buio
fino al culmine del giorno
-incarnazione di desiderio-
che si allontana e ritorna
con rughe senza volto

da occhi
di pene accumulate
scorre rossa acqua salata
che corrode la pietra del tempo

Triste Natale
di rosso vestito
Natale si avvicina
senza sorriso
e sacco vuoto
piange il tempo
di chi aspetta il traghetto
per cose al di là delle speranze
nascoste nel cuore

per chi digiuna e per chi si satolla
l'Avvento porta
il profumo dell'amarezza
e l'amore per il rinato

nessun mistero e nessuna ombra
dietro il miracolo
dell'uomo e delle luminarie
che brillano negli occhi spenti
:
molti pesano
la goccia di vita
il grano di luce
il poco o il niente
dell'oggi e del domani
e
non c'è principio né fine
ma
il potere non è obbedienza

Riposo
dietro quella nuvola sfilacciata

dove il chiarore del cielo è già scomparso
cogitabonda sale la luna
con un fiore d’acacia fra i capelli

presto ci saranno i canti
di chi consuma amore
alla gialla luce del silenzio
che indifferente gioca col vento

sulla bocca del tempo
segreti rossi di passione
indugiano come timidi baci.

l’usignolo stanco del giorno
riposa all’ombra delle spine

ll sogno è di pietra antica

Storia d’amore
X un riverbio d'amore
è + che sufficiente
1/4 d’ora
dietro un tetto
Quanto alla luna….
impettita al suo posto
aspetta
facendo ondeggiare sulla terrazza
un sorriso di vetro
…è un’abitudine
difficile da abbandonare
Il vero lavoro
è sempre quello d’amare ?
La domenica
la camicetta bianca…
la forma verde-rossa
non l’ho proprio capita !
Uno strano senso di vuoto…
Ieri:
un cuore … una rosa…
Oggi:
…com’è dolce la nostra casa!
Logico.

Irrisolutezza
E’ inutile patire
ogni giorno
coaguli di parole
nell’orizzonte chiuso del desiderio
Il passo del tempo
diventa più corto
e i sospiri più lunghi

Liberare il pensiero
dove l’acqua
incontra in cielo
Dunque.

Nel mio cuore
Nel mio cuore
quale tremito di pioggia
l’ultima voce del silenzio
inumidisce il canto
che albeggia sulle sponde di cristallo
di uno spartito d’amore.

Il vento vagabondo
-senza archetto –
cerca note d’azzurro
su un vecchio Stradivari
e getta folate di caldo
sulla rosa tra le rose
staccando petalo dopo petalo
L’amore li raccoglie
e l’infila
con fibre di sole
per donare una collana al giorno
che mi porta il suo viso
e il suo sorriso.

Lasciami andare via
ti prego
lasciami andare dove i ricordi
sono pezzi di notte
e la luna
vecchia
di blando chiarore.

Parole
parole addormentate
parole conservate
parole imprigionate
nella gabbia del tempo
ruggiscono e lacerano il silenzi
tunica dei sentimenti
stretti col nastro adesivo della speranza

parole dimenticare
nelle pieghe e negli angoli del ricordo
riempiono spazi vuoti del presente
e tornano indietro
con un viaggio silenzioso
nelle emozioni dell'amore
che prima alzano al settimo cielo
e poi sbattano nell'imo dell'inferno

parole cancellate
ritornano come rombi nella quiete del cuore
edè tempesta che sconquassa
lasciando profonde cicatrici

parole dalla doppia faccia
sono sale e martello
e uccidono poco a poco

parole bruciate
sono cenere
di pensiero sulla carta
l'indifferenza
la loro urna

È sera
è sera
sazio del giorno
solitario riposo
nel silenzio del celo
i pensieri
-stanchi-
lentamente
si staccano dai ricordi
e giacciono inerti
su sentieri lunari

una stella
m’invita a spaziare…
perdutamente
- uccello impagliato-
scivolo lungo il pendio dell’ombra.

Riempire il vuoto...
riempire il vuoto del silenzio
di sospiri lunari
e canto del mare

riempire il vuoto dei pensieri
di tempo felice
e parole di ieri

riempire il vuoto degli occhi
con l'azzurro del cielo
e i colori dell'arcobaleno

riempire il vuoto del cuore
dello stesso amore
e dello stesso dolore

riempire il vuoto delle mani
di petali di rose
e del verde di domani

riempire il vuoto della vita
di te amore mio
per sempre

Preziosa tristezza
seduta sul terrazzo
aspetta il suo amore
com'è lunga la notte!
il vento del mattino
carezza i garofani
gocce d'alba

cadono sulle braccia
lei sospira

Timidezza
sempre la stessa scena
all'angolo della piazza:
un giovane con una rosa
fermo ad aspettare
la ragazza che ama
lei arriva
sguardi che s'incontrano
lui in silenzio
e
piedi di piombo

L'ultimo mattino di maggio
l'ultimo mattino di maggio
spande profumo di acacia
nel cielo

tagliato dalle rondini

la giovane luce
entrata dalla finestra
si spande nella stanza
e sul letto vuoto

Ti parlerò di un bosco sorridente
Ti parlerò di un bosco sorridente
che si trasforma in una magia
dove l'acqua fresca del ruscello
canta il nostro affetto.
Fra gli ombrosi alberi
il suo primo chiarore
filtra leggero come melodia
fra le canne di un organo
e
si moltiplica all'infinito
sulla scenografia del nostro incontro
Fiori colorati ci vestono
e frutti zuccherini ci nutrono
come quel cesto di fragole
maturate al sole della poesia e
raccolte nel silenzio profumate dell'anima

… i nostri nomi
sul libro
ingiallito.

Mieloma multiplo
il fischio del treno
nella notte
riempie il cuore d’angoscia

copiose lacrime
rigano il volto stanco
il respiro è grave:
il desiderio del paese natio
è una pausa
che non allevia il dolore

fuori dal finestrino
la paura
corre lungo la strada
coperta di mendaci parole
e battuta dal vento crudele della morte
che
con gelida voce
sussurra: “è l’ultimo viaggio”

anche se palese
e il giorno non segnato
è sgomento
ancora sgomento

luci e ombre
si frantumano nella cuccetta
in un prologo amaro:
“il male è annidato dentro
un palliativo la terapia”

un NO
soffocato
apre il cuore a sangue e
immobile
quale statua di ghiaccio
si scioglie
in una cascata d’acqua salata

accettazione sopportazione rassegnazione:
occhi che non bucano il futuro
ma che bevono
ogni goccia di luce
in questo presente
perso

Dentro il buio
strada solitaria
niente lampioni
la luna disegna lunghe ombre
tagliandole
col suo pugnale di luce
dietro la notte
freddo
tremendamente freddo
l'addio di un amore
piantato nel cuore
con chiodi di passione

Decisione
Anima mia
libera il tuo volo
sul mare del mattino
il cielo geme spazi azzurri
ove un gabbiano
intreccia sentieri di solitudine
nel suo viaggio d’amore

Anima mia
ascolta il richiama del vento
sale dai flutti azzurri e bruni
per suonare l’arpa della luce
sul pentagramma dell’orizzonte

Chiaro di luna
Carbone nero in polvere
Ha pianto il cielo
Insudiciando il giorno
Abbarbicato all’ultimo filo rosso
Retro cime sfumate
Operosamente dal tempo.

Dolcemente siede la luna
Imbiancando il cuore

La rosa cristallizzata sul petto
Unica voce di remoti silenzi
Narra ore gonfie d’amore
Addentate al chiaro di luna.

Silenzio e solo silenzio
Già s’avanza l’ombra della sera
sul quieto lago
Silenzioso è il volo degli aironi
nel rossastro cielo
e silenzioso è il vento
tra l’erba alta della riva
Silenzio e solo silenzio
intorno alle ferite
che il coltello del ricordo
riapre nel cuore:
e sono pietre le parole di questo silenzio
cadute nell’acqua dell’oblio
e sono tempo
le pietre cadute sulla strada dell’amore
E perché il silenzio prende il tuo volto
se il sole è invecchiato?
E
rileggo nello specchio dei tuoi occhi
la passione della luce
che diventa ombra di tristezza
per un coercitivo addio.

Ora i sospiri
diventano tuoni.

Hearth Day
tu homo sapiens
ascolta i palpiti salire
da foreste e selve
cadute per avidi sguardi
che l’ombra sperde
con gesti d’accidia

a poco a poco
il morso di cemento
brucia il paesaggio:
ansia e paura
per verdi mari e fiumi d’alberi
nel cuore del probo.

l’acqua imbrigliata
nel vuoto dello sciupio
sveglia la sete del viandante
che in solitudine e in silenzio
asciuga il sudore della madre

…ed ecco che
viene il mattino
per incoronare l’ Hearth Day.

Non voglio...
non voglio giudicare
ma
non odi l'urlo
del mio cuore
quando metti sale
sulle sue ferite?

non voglio aggettivare
ma
non odi il suono
della mia voce
quando dico il tuo nome?

viene la sera
ti lascio il giorno
ma
non togliermi
il dolce amore delle tenebre

Un giorno...
un giorno fugace
triste e scuro
riporta nell'aperto cuore
un giorno
lungo come una vita
fatto di luce
di gioia ardente
di cangianti colori
di canti e sospiri

sento nell'ombra
che l'avvolge
il tenuo profumo
della tua dolce presenza
che
si allontana... si allontana

Nuovo giorno
la notte
è la mia sola compagna
e
il cigolio della porta
è la sola voce che odo
il mio sogno è finito:
l'amore è lontano
col suo sorriso e le mie pene

albeggia
cosa porterà il nuovo giorno?

spunta il sole
per te
sbocciano le rose
per me
il pianto del biancospino

Ci vuole amore
non basta + carta e penna
x colorare di verdazzurro
il punzone di ghiaccio
che la parola ha conficcato
nel cuore della poesia
ci vuole amore

Solitudine
e la luna entrò dalla porta
allacciandosi le scarpe coi denti rotti
la nuvola di polvere
dai baffi sottili
gli posò subito sulla testa
la sua pena d'amore
non una parola:
gli aveva riservato quale sepolcro
un mondo reale tinto di nero
non affondarvi tropo lo sguardo
di notte bisogna dormire
dimenticare il vino schifoso
da cui sgorga la pozzanghera della colpa
chi ti chiude la pietra sul cuore?
il vecchio ponte è crollato
sotto il peso di una foglia
così anche i pesci sono morti
e le conchiglie tutte perdute o spezzate
cosa aspetti? e' già mattina
il cuore è ancora cuore

Auguri di
S'avvicina la bianca colomba
E dal becco lascia cadere
Ramoscelli d'ulivo:
Echi di ardente gioia.
Nel cuore
Amore e tanta luce

Porta l'ala distesa del suo canto.
Alza il tuo sorriso
Sopra l'ombra della pena.
Qualunque porta
Ubertosa si aprirà
A nuova vita

Dal silenzio abissale…
Dal silenzio abisSALE
                              il giorno
e sul filo di luce
cade il giocoliere dei sogni.

Nello spazio del tempo
parole aggrovigliate
lentamente si sciolgono
nella geometria dei suoni.

L’artista celeste
mescola sulla tavolozza
luce e colori
per dipingere la terra.

L’uomo tecnologico
frantuma il vaso dei ricordi
e abbandona nella città di pietra
la conoscenza dell'amore.

Economia
e vediamo fino a che punto
l'incoerenza della ragione
pende lungo le pareti del delirio
in un gioco di cornici vuote
non esiste il momento della verità
con la conseguenza che
il prezzo del pane aumenta
riduzione della spesa pubblica
e rapido accrescimento della disoccupazione
il malessere è politico:
il bicchiere cade in uno spazio
chiuso da rotoli di filo spinato
bisogna evitare le barbe finte
i dialoghi ridurli all'osso:
niente zucchero niente aromi niente brodo
e così paghi solo certi cliché
ossessionata da interrogativi assillanti
per tutto ciò che non si spiega
questa inquieta generazione
carica la pipa
fumando il problema:
va in cerca di un oggi
fuori dal tempo e dallo spazio
un oggi di ieri e di domani
e
noi chiamiamo alterazione mentale
tutto ciò che supera i limiti del razionale
non c'è dubbio
le braccia cadono sulla bianca tela
d'ora in ora
di giorno in giorno
terribile sentire gli spiriti
ridere a bassa voce
aprite subito sale e pepe
e non abbiate paura:
è la macchina più veloce dei diritti umani
se non la tingete di rosso e nero



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