| La Donna sullo scoglio. Tutte le mattine all' alba, Francesca andava sullo scoglio, ad attendere 
       Antonio, il suo uomo, un pescatore. Ma, in una livida alba egli non 
       tornò. Un' onda gigantesca lo trascinò in mare e annegò. La sua donna non 
       volle rassegnarsi alla sua tragica fatalità e diventò folle per il 
       dolore. Continuò ad aspettarlo su quello scoglio, che tante volte fu 
       scenario del loro appassionato amore, ad ogni alba, finchè il suo cuore 
       cedette e morì di crepacuore. Commossi per tanto amore i pescatori lo 
       seppellirono su quella roccia. Da quel giorno ogni pescatore e ogni 
       marinaio, prima di raggiungere il mare, manda una preghiera a quella 
       lapide affinchè vegli sul loro Destino allontanando l' Ultima Onda e gli 
       innamorati vi depositano fiori scarlatti affinchè vegli sul loro amore.
 
  
  
       Antonio e Marco.Antonio osservava affranto la salma tumefatta del suo compagno e non 
       riusciva ad accettare la sua morte assurda. Passeggiavano abbracciati 
       nelle vie del Centro di Milano innamorati e felici quando improvvisamente 
       un gruppo di teppisti di estrema destra li fermarono insultandoli, ma non 
       si limitarono solo a questo purtroppo. Dopo gli insulti erano arrivati 
       calci e pugni finchè Marco non cadde riverso sul selciato che subito si 
       riempì di sangue. Nessuno avvertì la polizia. Neanche un signore che dal 
       terzo piano del palazzo di fronte vide tutto quello che era accaduto. 
       Abbassò la saracinesca e si rifugiò nella sua vigliacca omertà. Antonio 
       anche lui ferito, ma meno gravemente del suo compagno riuscì 
       faticosamente a raggiungere una cabina telefonica dalla quale chiamò il 
       pronto soccorso. Marco giunse all' ospedale ormai defunto, mentre Antonio 
       riuscì a cavarsela con una frattura al braccio sinistro, alcune costole 
       incrinate e 20 punti di sutura sopra l' occhio sinistro. Era stata aperta 
       un' inchiesta ma Antonio già sapeva che i colpevoli sarebbero rimasti 
       impuniti. Lo aveva conosciuto un anno prima in un locale per omosessuali. 
       Avevano scambiato qualche frase e poi lui lo aveva invitato a ballare. Si 
       scambiarono il numero di telefono e iniziarono a frequentarsi. Antonio 
       era un tecnico informatico e Marco un professore liceale. Entrambi 
       avevano avuto problemi in famiglia dopo il loro outing. Erano comunque 
       indipendenti e sapevano badare a loro stessi. Marco aveva tenuto a lungo 
       nascosta la sua omosessualità perchè temeva di perdere il suo impiego. 
       Infatti venne poi licenziato dal liceo pubblico dove lavorava e si 
       ritrovò ad insegnare in un liceo privato per corsi di recupero. Dopo tre 
       settimane dal loro incontro avevano deciso di convivere. Marco si 
       trasferì da Antonio che possedeva un appartamento più ampio e 
       confortevole. Tutto andava bene ed erano felici ma ora quella tragica 
       morte aveva distrutto tutti i sogni.Riuscì a tornare a casa per poter 
       assolvere a tutte le tristi incombenze relative all' agenzia funebre e 
       all' organizzazione del funerale. Fu assai penoso scegliere gli abiti che 
       Marco avrebbe indossato per sempre nella sua ultima terrena dimora e 
       osservare il suo amato per l' ultima volta prima della chiusura della 
       bara. Il giorno del funerale pioveva a dirotto e questo rese ancora più 
       triste e tetra la cerimonia funebre. Osservando l 'appartamento vuoto non 
       riusciva a tollerare il pensiero che il suo amato compagno non sarebbe 
       più rientrato a casa, che non avrebbe più cucinato per lui, che non 
       avrebbero più potuto amarsi in quel letto che avevano comprato insieme in 
       quel negozio di mobili antichi quando avevano deciso di unire le loro 
       vite. No, non avrebbe potuto sopportare la vita senza di lui pensava, 
       mentre osservava la corda che usavano per le loro arrampicate in montagna 
       durante il weekend. Lo trovarono qualche giorno dopo ormai cadavere, 
       appeso al lampadario con quella corda intorno al collo ritorto. I 
       colpevoli dell' omicidio di Marco non vennero mai arrestati.
 
  
  
       Il violinista.Il suono struggente di un violino zigano vibrava nell' aria. Un giovane 
       alto e biondo dall' apparenza straniera suonava sotto il sole cocente di 
       Cagliari. Nella custodia del violino posata sul marciapiede alcune monete 
       lasciate dai passanti. Nonostante le difficoltà incontrate nel suo 
       cammino non sembrava infelice. Forse la musica lo trasportava in una 
       dimensione dove non esisteva l' infelicità, ma solo beatitudine. Mi 
       fermai ad ascoltarlo e con curiosità femminile e come aspirante 
       narratrice mi sarebbe piaciuto conoscere la sua storia. Allora presi 
       carta e penna e cominciai a creargli un' esistenza partorita dalla mia 
       fantasia. Era nato in Ungheria 30 anni prima in un piccolo villaggio. I 
       membri della sua famiglia perirono in seguito ad un tremendo terremoto e 
       lui venne adottato da una famiglia di un altro villaggio. Il padre 
       adottivo suonava il violino e il piccolo Frantz imparò presto a suonare 
       questo meraviglioso strumento. La madre adottiva era una pianista e 
       questo rafforzò in lui il suo amore per la musica. I genitori adottivi 
       perirono alcuni anni dopo in un incidente aereo, mentre si recavano in 
       Grecia per un concerto. Frantz che all' ora aveva 16 anni era andato in 
       una colonia estiva e fu proprio lì
 che apprese la tremenda disgrazia. Non avendo trovato altre famiglie e 
       nemmeno un lavoro sicuro iniziò a suonare il suo violino per le strade, e 
       incominciò a viaggiare. Andò in Grecia, in Turchia, in Albania, e alla 
       fine approdò in Italia. Andò prima a Roma dove si innamorò di una ragazza 
       che si affacciava sempre alla finestra di fronte al marciapiede in cui 
       suonava. Nella, così si chiamava la ragazza, lo ascoltava rapita e 
       assorta e i due iniziarono a guardarsi e a scambiarsi qualche sorriso e 
       qualche frase. Quando i genitori di lei, facoltosi borghesi romani se ne 
       accorsero vietarono alla ragazza ogni contatto con il violinista, che 
       venne fatto allontanare dal marciapiede. Il giovane disperato fu infine 
       costretto a lasciare la città eterna e ad approdare a Cagliari, splendida 
       città solare che riuscì a trasmettergli un po' di calore e gioia. Aveva 
       incontrato una ragazza cagliaritana, che in quel momento si era 
       allontanata per comprare qualcosa in un bar. Per lui la ragazza aveva 
       abbandonato la famiglia e incurante delle difficoltà condivideva la sua 
       vita con il giovane violinista. Inizialmente per lei era stato difficile 
       adattarsi alla vita sui marciapiedi, ma l' amore per Frantz, era stato 
       più forte di qualsiasi difficoltà e ostacolo. Alla fine essa arrivò con 
       pasta e caffè e vidi che era una splendida ragazza mora dai lineamenti 
       dolci e al tempo stesso fieri. Mi disse che era felice di poter convivere 
       con il suo violinista e che non si era mai pentita per la sua scelta. 
       Lasciai alcune monete per loro. Salutai e andai via felice di constatare 
       che a volte l' amore è più forte delle convenienze sociali e materiali.
 La nuova vita di Maddalena.Maddalena osservava nervosamente la pendola dal tavolino del bar in cui 
       sorseggiava il suo caffè. Era stanca e nauseata dalla vita che aveva 
       condotto fino a quel momento. Un amore disgraziato la aveva condotta 
       sulla strada. Ormai non riusciva più a tollerare che un uomo la sfiorasse 
       o baciasse. Attendeva l' ultimo appuntamento e poi avrebbe posto fine a 
       quella miserabile vita. Non era facile ricominciare a vivere a cinquant' 
       anni. Avrebbe lavorato come cameriera in un ristorante di un' altra 
       città. Desiderava un cambiamento di vita totale. L' uomo che la 
       sfruttava, il suo ex amante, era stato ucciso in un regolamento di conti 
       e lei era finalmente libera di iniziare la sua nuova vita. Nonostante 
       tutto si sentiva pulita e innocente. Era stato l' amore ad ingannarla, l' 
       amore per un uomo che l' aveva violentata, usata, venduta per vile 
       denaro. A causa di quell' amore maledetto era stata cacciata via dalla 
       famiglia, allontanata dagli amici, si era ritrovata sola e disperata e 
       nonostante tutto lo aveva amato perdutamente. Ora tutto era finito per 
       sempre. L'uomo dell' appuntamento era in ritardo e lei ripensava, con 
       immenso dolore, all' ultima volta che aveva incontrato il suo ex amante. 
       Lo aveva sorpreso con un' altra donna, una ragazza, forse appena 
       maggiorenne, o addirittura minorenne, e si capiva che la aveva sedotta e 
       che stava per costringerla a prostituirsi. Non poteva sopportare che 
       potesse accadere a un' altra innocente ragazza tutto quello che era 
       successo a lei e poi finalmente quell' amore dannato che era stato causa 
       della sua infelice esistenza improvvisamente era cessato e la nausea la 
       aveva travolta. Decise che un uomo del genere non meritava di vivere. 
       Inizialmente pensò di rivolgersi alla polizia, ma lui era un uomo 
       potente, con molti aggangi, anche politici e avrebbe potuto in seguito 
       vendicarsi. Le rimaneva soltanto una cosa da fare. L' uomo arrivò 
       finalmente, e lei tolse dalla sua borsetta il denaro e glielo consegnò. 
       Era il sicario che lei aveva scelto per giustiziare l' infame amante. L' 
       uomo dopo aver preso il denaro andò via e Maddalena rimase ancora al bar 
       ad osservare la pendola scandire il tempo. Poi si alzò e se ne andò 
       pronta a iniziare la sua nuova vita. Chissà se avrebbe incontrato un uomo 
       leale e onesto, chissà se avrebbe potuto ancora amare, sentire le carezze 
       di un uomo senza provare nausea e ribrezzo. Soltanto il tempo avrebbe 
       potuto fornirle le risposte. La cosa importante ora era ricominciare a 
       vivere.
 Il Vascello fantasma.Il guardiano del faro osservava il mare in tempesta con il timore di 
       vedere nuovamente quell' antico vascello che in certe notti di luna piena 
       appariva sulle acque tumultuose. Un bianco sudario di donna lo 
       tormentava. Si intravedeva un grande dolore in quel volto spettrale. 
       Chissà perchè appariva soltanto quel fantasma di donna su quel relitto. 
       Chissà quale destino avesse condotto quella Dama senza nome a morire in 
       mare su quel vascello perduto. Una notte il guardiano del faro non riuscì 
       a resistere alla curiosità e con una barca si avvicinò al relitto. La 
       donna gemeva e si lamentava in preda al tormento. Un amore infelice e 
       tormentato fu la causa del suo maledetto Destino. Un tremendo inganno
 fece credere al suo amato che lei lo avesse tradito ed egli folle di 
       gelosia la fece imbarcare su quel vascello con pochi viveri affinchè 
       potesse raggiungere un' isola sperduta accanto alla sua terra. Ma dopo 
       alcuni giorni di navigazione un tremendo nubifragio fece affondare il 
       vascello e lei morì in preda al terrore. Da allora ad ogni plenilunio e 
       ad ogni mareggiata essa appariva insieme al relitto e niente poteva 
       fermare quell' eterna manifestazione ultraterrena. Disperato e impotente 
       il guardiano ritornò al suo faro con la consapevolezza che avrebbe 
       continuato per tutta la vita a vedere quel bianco ed etereo volto e che 
       non avrebbe più potuto sopportarne il dolore e il tormento. Decise di 
       abbandonare il faro e ritornare sulla terraferma, ma quel volto spettrale 
       non lo abbandonò mai finchè visse. Non seppe mai il nome di quella dama e 
       il mistero sulla sua identità rimase per sempre sepolto in fondo al mare.
 La donna del lago.La donna dai capelli neri osservava il lago con tristezza, in una giornata 
      di aprile. I riflessi sull' acqua le ricordavano gli occhi di lui, celesti 
      con sfumature cerulee e verdi. Lei lo aveva amato con tutto il cuore 
      quell' uomo, ma ne aveva ricevuto soltanto lacrime, ingratitudine e 
      dolore. Si incontrarono in una giornata di maggio, nel parco, circondati 
      da viole, primule e margherite assaporavano il tepore della splendida 
      giornata quasi estiva. Improvvisamente si guardarono per caso rimanendo 
      quasi folgorati. Attimi intensi e poi lui le parlò. Le chiese il suo nome 
      e lei rispose, seguirono altre domande e altre risposte e dopo aver 
      passeggiato insieme per due ore si diedero appuntamento per il giorno 
      seguente. La settimana dopo fecero l' amore per la prima volta. Sulla riva 
      del lago sotto i raggi della luna lui le aveva accarezzato i seni turgidi 
      e sodi con tenerezza e passione. Lei si sentiva bruciare a quel tocco e 
      sentiva il desiderio crescerle dentro. Sii mia, le sussurrò con voce rauca 
      mentre l' adagiava sulla sponda, pronto al possesso. Lei si aprì a lui che 
      entrò in lei con impeto quasi selvaggio tanta era l' urgenza del suo 
      desiderio. Lei ansimava e gemeva fino a perdere il controllo e infine l' 
      orgasmo la raggiunse come un' onda tumultuosa e anche egli venne sopra di 
      lei quasi ululando. Restarono ancora abbracciati e fecero l' amore più 
      volte fino all' alba. Andarono a vivere insieme, lei credeva felicemente, 
      ma un giorno rientrando in casa lo trovò mentre faceva l' amore con un' 
      altra e si sentì morire. Socchiuse la porta senza essere vista e se ne 
      andò piangendo amare lacrime. Adesso guardava il lago e il lago le 
      ricordava gli occhi di lui, le notti di passione e il suo amore perduto. 
      Non avrebbe più potuto innamorarsi di un altro uomo e non poteva più 
      vivere con quel dolore conficcato nel petto pensò gettandosi in quel lago 
      dalle gelide acque. Ritrovarono il suo corpo il giorno dopo, e da allora 
      diventò la donna del lago.
 Il Creatore Cieco.In un antico castello un anziano inventore decise di creare una fanciulla, 
      che potesse allietare l' ultima parte del suo cammino nella Vita. Le diede 
      un cuore generoso e una bella e candida Anima, ma essendo praticamente 
      cieco, non si accorse di non averle concesso la bellezza esteriore. 
      Crescendo la fanciulla, cominciò a soffrire rendendosi conto che tutti la 
      rifiutavano per tale motivo. Un giorno sentendola piangere, l' anziano 
      creatore capii il suo errore involontario e cercò di porvi rimedio. 
      Sentendo che ormai la sua vita si avviava al tramonto cercò di maritarla, 
      ma ahimè, nessuno la volle sposare. Avendo ormai imparato ad amarla l' 
      anziano Creatore la sposò. Lei ricambiò il suo amore con gratitudine. 
      Vissero felici e contenti finchè la Morte non li separò.
 All' ombra di un Nuraghe ( 
      Frantzisca e Batore ).Sardegna, fine '800 in Logudoro, una tragedia si consuma. Frantzisca 
      giovane nobile, depone il suo bimbo appena partorito ( frutto di un amore 
      tormentato e ostacolato da antiche faide di famiglia ) all' ombra di un 
      nuraghe, sotto una secolare quercia. Ella disperata ritorna al suo amaro 
      Destino di donna sottomessa a un Padre Padrone e a regole rigide e 
      feudali. Un pastore che passava lì vicino con il suo gregge, udì un 
      vagito, si avvicinò e con le sue mani rudi e incallite lo raccolse e lo 
      portò a sua moglie, donna sterile che per anni aveva desiderato un figlio 
      inutilmente, ed ella con tutto il suo cuore e tenerezza di donna lo allevò 
      con immenso amore. Il bimbo con il passare degli anni diventò uomo, e la 
      verità sul suo nome e sul suo casato gli fu rivelata. Egli non abbandonò i 
      suoi genitori adottivi. Era stato il loro amore a strapparlo alla morte in 
      quel bosco ed essi lo avevano allevato come un vero figlio. Fu l' amore a 
      prevalere e non il sangue di origine. La madre dopo averlo abbandonato si 
      rinchiuse nel suo dolore e finì in un convento per espiare il suo senso di 
      colpa che la tormentava. Il suo sfortunato amante morì in un agguato. 
      Delle due famiglie originarie non rimase nessuno. Il ragazzo rifiutò l' 
      eredità avita e rimase a custodire il gregge con il suo padre adottivo . 
      Incontrò una contadina, si innamorò e vissero tutti insieme finchè la 
      morte non li separò.
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