Il tempo per riflettere e decidere che fare, non c'è mai stato. Oh madre vita che battere fai, un cuore oramai chiuso! La mia casa è al centro del villaggio, le porte son sempre aperte, nessuno ormai vi entra. Oh,mare,che alla deriva porti, annegando ogni speranza! La terra è arida non da più frutti. Stentano a brucare l'erba gli animali. Piangono i bimbi che latte non hanno. Oh perduti sogni,svaniti colori, lacrime versate nell'oblio dell'universo. Arrivarono le armi, sciabolarono le tenebre incombenti. Sommarono brutalità alle povere anime in pena. Oh Dio perché non guardi e chiudi gli approdi del tuo cuore? Madre madre!...Neppure il frugale silenzio mi risponde. E' questo il dono dell'amore? 29012019De Vulgari Eloquentia O cielo all'intrasatte se facette scuro scuro, se tignett'e niro. Lamp'e tronole,nu poch'e luce, o rummore faceva l'eco, ca se sperdeva a mare. Chiove e comme chiove. Se so arapute tutt'e cataratte, quant'acqua scenn'a cielo! Sti fili d'acqua fanno n'armonia, pare e sentì nu mutivo antico. Cantano e gocce nfaccia a sti lastre e prete,scennano pa via addò nun passa cchiù nisciuno. O core se strignette nbietto a me, da paura sbatteva comm'a ché. Dint'a nu giardino,era de maggio, e rose ridevano co sole,pazziavano allegramente l'auciello che sciure. E tu pure tu te mettiste a pazzià co core mio. Chiove e comme chiove! Oj comme sona triste e lenta sta'armonia d'acqua e maggio. Dint'a na chiesa sulagna e muta, sona n'organo,o core s'arravota. Chiove e che mal'acqua , annozza st'ammore sotto a stu nfame e cielo. O core nun raggiona e niente vo sapé;s'appiccia d'ammore e l'acqua o vo stutà. Era de maggio! Giesù e comme chiove. Se so nzuppate e rose, ncoppa' o turreno nfuso, i petali se sperdano, e lacrime s'accoppiano cu l'acqua do cielo. Acqua j che mal'acqua. Chiove chiove a zeffunno! 04032019 Gioco Su quei bottoni bruni, invitanti, mi fermai per una breve pausa, vi posi, languidamente, una bagnata virgola. Mi persi nel profondo marino degli occhi,brillanti,maculati dolci e poi ombrati. Sostai più a lungo,spogliandoli senza dir parola. Tra lo scorrere delle lacrime,vi posi, un punto e virgola. Accarezzai il velluto della sua anima. Ferita che rinasce,ne fui scosso, mi trattenni a lungo,su due punti: anima che spicca il volo. Mi strinse,mi chiuse tra le sue mani, aggrovigliò le gambe,le aprì a fior di loto, con respiro di tempesta,facemmo punto. Il vento c'era? Io non ricordo. E qui si cala un punto interrogante. Oh! poeta che provi ad armeggiar coi versi, dimmi che solo amore chiede il punto esclamativo! 23022019 Sussulti Lampeggiava nell'aria passando su cupole d'oro,un sussulto una voce mormorio di esili parole. Respirava, tagliando l'aria per trovar riposo poi sulle ali dei gabbiani,chiacchiericcio di volo spianato. Sulla sponda del fiume ombrato inondato dai raggi del sole incantato, sentivo lo scorrere dell'attesa. Tornavano quei sussulti, il mormorio delle cicali, fievole la voce, su passi leggeri. Frusciavano le foglie, scivolava il fiume come perpetui pensieri. Immobile attesi l'avvicinarsi dei tuoi esili passi. Un refolo fu quella voce,limpida come lama di coltello penetrò squarciando l'ombra. Gridai coll'intensità del tuono. Leggeri sparirono quei passi, perduti andarono tra foglie e cicale. Mute lacrime solcarono le pupille! Le tenni con tenerezza avvolgendole nell'ultimo raggio di sole. Lento, tediato, placido, muto, indifferente il fiume continuò a scorrere. 19022019 Il giardino, senza luna, circonda ormai l'anima mia; alberi senza foglie, nemmeno un fiore nella terra negra. Spilla ancora uno zampillo d'acqua alla fontana. Galoppa un puledro, moreno il suo mantello. Gli occhi ardono, la criniera svolazza coprendo il lungo e sinuoso collo. Fumanti son le froge. S'impenna,nitrisce, scalpita, riprende scartando la corsa.. S'arresta,s'appresta all'acqua, spegnendo la sua sete. Ah! come vorrei arrotolare il tempo, affacciarmi all'acqua spegnendo così,alla tua fontana, l'arsura del mio cuore. 08022019 Parlami o Luna Pallido, argentato astro che la tua luce rifletti nell'acqua che scorre senza fine. Corri, e poi immobile resti, tra stelle e lembi d'ovatta. Tutto guardi,dai luce alle ombre della notte. Testimone sei dell'amoreggiare tra l'oscurità e le fioche luci dell'aurora. Ti accordi, accarezzandoli, coi raggi del nuovo giorno. Oh! astro che vegli sull'amore sospirare fai liberando vele che danzano sul mare. E i velati addii, ti donano anima e lacrime d'innamorati cuori. Parlami astro argentato, portami il calore, dei raggi solari. rischiara le notti, concedimi luce, regalami il canto dell'usignolo. Strappami o luna il cuore. Parlami ancora,parlami con rinnovato amore.. 14012019 Notte tetra e buia. Siberiano il vento urla, strepita, piange. Oscillanti son le ombre. Come canne piegano, gracchiano le perdute foglie; un cumulo e poi, sotto la furia algida, striscianti si sparpagliano. Il mare è sotto sferza, è vuoto, senza fondo. Nettuno cavalca iraconde onde sulla scogliera a frantumarsi. Innalzano cristalli di sale, sospesi restano, attendono il fiammante infrangere con i sali nuovi e formano un sipario. Il cielo è terso come cristallo, Le fredde stelle son come crepe nell'infinito cosmo. Rasento i muri delle ombre, m'accompagna il vento. Sperduto vado: non c'è meta. L'ignoto mi è cammino 06122018 L'attesa Guardo il cielo mattina e sera. Son come vedetta sull'albero maestro che scruta il mare per veder la terra. Nell'universo cielo cerco le nubi. Gli alberi son spogli, gridano la loro sete verso l'ignoto cosmo. La terra è nuda,sterile, dura come la pietra.. L'avvolge una patina di brina che copre ogni lamento. Il sole,così lontano, è indifferente e freddo. Splende, illumina senza dar calore. Ma poi scompare, arrivano le nubi. Fioccano lentamente, cade la prima neve. Una danza è musica, candido volo di farfalle greche. Tutto cambia,anche il respiro. Mi lascio accarezzare, danzo la loro danza. Trattengo tra le mani un fiocco, l'osservo, si scioglie, diventa lacrima che brucia le mie mani. 23012019 'O mare e 'o viento Che musica me sona stasera'o mare! L'orchestra sta ncielo tutt'appriparata cu e stelle e cu na luna janca. Nu sciato e vient', chianu chianu,doce doce, te scongeca e capill'. Comm'si bella,cu sta vocca rossa si bella chiù e na rosa. Zitto'oj core,nu parlà, o saccio pur'io,ca so ricord'antichi. Tu me dici ca so bugie, ma sient'a me so meglio da verità. Io ce penz'ancora, essa nun me penza chiù. Lassamme sta,stamm' perdenno o suon,stammece allegri.E comme se fa! Sta musica e stu vient, mpazzì me fanno, core mio. E chiagn'e rido, amare so sti lacrime. Core,core mio l'ammore senza ammore, sai che re? Na sagliuta ca nun fernesce maie. 15012019 Migranti Risalgo le scale stringendo con mano mille paure; son ombre posate sui muri. Discendo al mattino tra tenue luci. L'alba e la sera mi fan compagnia Un passo, un gradino, avanzo tra odori nascosti: minestra a bollire sui roventi carboni. Sbatte una porta, l'acqua che scroscia, miagola un gatto. Un grido e poi silenzio. Si ode il pianto di un bimbo; gocce saline rigano un viso fiore di donna... un tempo che fu. Il tetto s'appresta, abbasso la testa. Più dure si fanno le ombre quassù; uno spicchio di vetro, una candela s'accende Tra bagliori laggiù, il cielo s'oscura, io vedo che brucia, la grande città. Scorre in eterno il flemmatico fiume. Tra il fumo ed un suono una chiatta leggera scivola via. Si innalzano note di vento, si canta, si balla, s'inneggia la vita. Girano sempre le pale del vecchio mulino: per cena un panino, un bicchiere di vino, una branda, un libro consunto portato dal luogo natio. Arriva la notte! Mi copre un lenzuolo. Ridiscendo le scale: nessuno saluta. Ancora, col buio, si pensa alla sera. Per cena un panino, un bicchiere di vino, un lenzuolo a coprire le mille paure. 09012019 Si posano gli occhi sul tuo nudo corpo. Tutto vedono meravigliati guardano. Le mani non son cieche, giocano,s'intrecciano, acclamano carezze, scorrono sulla tua febbre. Le labbra tenere e rosa poggiano sul tuo lobo, s'affanna col fuoco, il respiro scorrendo il collo. Scorre il miele dalle tue labbra. Un fremito,seguì un sussulto, un sospiro affannato, languido si posò nel candore. Forse nel cielo ,brillava la luna. Forse luccicavano le stelle. Sussurrammo come risacca sulla rena. Le ombre erano lievi. Esploravamo i nostri corpi, con dita leggere. Valicammo l'oltre perdendoci tra le calde e lisce colonne d'Ercole. 14112018 Torna la stessa voce, le parole portate da corde di vento entrano,sobbalza il cuore annegando nel dolore. Tempo andato che nulla vuol cambiare. Tutto intorno non è uguale. Siam lì con sguardi persi, legati ad una mattonella che tutto racchiude e nulla tiene. Suona il vento con corde di violino; tornano le parole, uguali scolpite nel tempo. Tenero è il bacio della sera. 13122018 Oh! amor che io ho amato, scopristi il cuore mio e nudo lo prendesti. Era la rosa,bocciolo a Maggio e poi fiorita, guardando il cielo, alito di fiori nuovi. Oh!amor che io ho amato, sfuggisti alla tetra nebbia, figlia dei freddi inverni. Nulla si racconta nelle notti buie, non c'è luna ne calore, solo spettri come ombre vanno. Oh! amor che io ho amato, il cuore ricoprir si vuole, lasciar vorrebbe il suo dolore mentr'io nudo lo costringo, chiedendogli perdono, per come ho amato amore. 05122018 Oh dolci sfavillanti occhi che mai uno sguardo mi donate, mentr'io mi perdo e annego nell'infinito vostro, tra le pagliuzze d'oro, accese dall'amore. E quel colore vivo, ambrato che pure il mare sospirare fate, e il cuore mio ardere lasciate,. Le labbra poi, son petali di rosa, parlano senza emettere sonoro. Sentire vi vorrei, pronunciar il mio nome, mentre vi poso le mie tremanti dita. Sospirano con voi, le labbra mie, e sognano l'abbraccio, di un eterno bacio. 29112018 A mia figlia a Pietro Quanta dolcezza in quel viso di madre e quel bacio tenero sul volto del neonato. Si posano le labbra con grande tenerezza è un attimo gravido di eternità: la madre tiene gli occhi chiusi sogna giorni nuovi,voli di rondini e di farfalle colorate. Quanta soavità in quel volto nei chiusi sognanti occhi e il bacio lieve è solo amare. Il bimbo tiene spalancati i suoi bei neri occhi la manina tenera come petalo di rosa posa sicura sulla spalla della madre. "Un bacio mamma" sembra che dica un sussurro senza parlare "un bacio ancora mamma ed è la vita mia". Quanta mitezza che grazia nei chiusi occhi contenenti un mondo quanta felicità nei neri del piccino ammirati dello sbocciante uomo. 26112018 Vago come canne al vento uggiosa più che mai si snoda la giornata. Novembre è tetro,piove incombe un cielo grigio, il silenzio non canta le sue note. Brucio nel camino ceppi secchi, brucia la mia anima, il cuore impazza e mi ribolle il sangue. Destino così infame,il fato fa il coppiere. Tornano su ingiallite pagine, ricordi mai annegati. Mi arrovello,a stento mi trattengo, accarezzo le parole ad una ad una, non mi par vero che dal tempo consumate, stan lì a ricordare il mio perduto amore. Oh tremendo sei, perché?,mi parli e non rispondi,son pagine lontane, sempre piene di calore. Era Maggio,la festa del lavoro, marciammo mano nella mano, sussurrai, in quel frastuono di voci, il palpito d'amore. Rosse erano le bandiere, dolci antiche e sacre le parole. Perduto mi ritrovo su strade note, straniero mi ritrovo col camino acceso. Trafigge l'aria una tetra luce Non un canto ne una voce Niente si alza al cielo Un batter d'ali una cicala Non vi sarà una stella stasera là nel profondo cielo. Neppure la luna si presta a scambiar parola e coi suoi raggi rileggere con me quelle parole antiche. La legna brucia senza dar calore, e brucia l'anima mia in compagnia, del gelido silenzio. Torino 21112020 Un fruscio di vento lieve cadono come morte foglie scricchiolano silenziose. Han perso già i colori, eran verdi,ora sono rosse, arancione,secche e grigie. Cadono con rumor di crosta, coprono il solitario viale, le sento scricchiolare mentre vi cammino sopra, stesso luogo altri colori. Come è lontano ieri. Brillavano i colori giorni di smeraldo attendevamo. Cercammo l'ombra, la trovammo,a guardia come sentinelle,gentili furono, un platano,una quercia, un fico. Sostammo osservando spilli d'acqua zampillanti. Si posò un germano smorzò la sua sete, riprese il suo volo. Scoccò il primo bacio, fu dolce come sorgiva pura limpida acqua. Sorgevano a nuovo giorno i cuori. Com'è lontano ieri! Ritorno sul fruscio delle morte foglie, sono lenti e stanchi i passi miei. Schiacciano le nuove morte foglie. Non zampilla l'acqua, l'arsura del tempo non si placa. Non trovo l'ombra che tanto amai. Come è lontano il sole! 18112018 Sono innocenti i nostri sguardi, liberi come nuvole e gabbiani nel terso cielo volano corrono in volo noi corremmo dietro mille sogni. Il mare era sotto i nostri piedi, scalzi come l'anima camminavano ora sulla sabbia calda poi su quella bagnata dal fruscio della risacca. Sussurrava l'onda acerbo battito acceleravano i nostri cuori. Stavamo ,senza mai stancarci, occhi negli occhi, tenendo per mano l'innocente età. Curiosi di quello che sentivamo. Nessun segno, non trovammo le parole, ci bastava la luce ed il colore del cielo a mare. E poi cosa accadde ? Poi.... Fu il destino o fummo obbligati dalle nostre stesse mani? Ci perdemmo per ritrovarci. Eccoci. Tendevo verso te me stesso mi offrii dicendoti : tieni sono io mi dono prendimi noi siamo l'acqua e l'aria l'oggi e domani. Vivo perché tu sei qui sguardo nel mio sguardo, mani nelle mani. Tienimi ed io ti terrò questo è il mio cuore io prenderò il tuo. Trovammo il segno e la parola li suggellammo con le labbra scrivemmo col fragore del silenzio, Amore. 12112018 Correvamo erano rosse le bandiere cantavamo con cuore e gola facemmo nostri i canti di montagna ereditammo sentieri di libertà. L'anima vomitava dolore per quel piccino corpo bruciato da napalm a stelle e strisce. Libertà gridammo in coro scandendo Ho Chi Minh. Rosse erano le bandiere la stella con la falce ed il martello. Consegnammo alla storia la nostra età innocente. Poetavo ancora di respiri Luce e correnti nuvole Giocose con la luna Cuore giovane solare Tutti ci affacciammo su spazi nuovi il futuro era un mondo ritrovato. Inesplorato impervio era il cammino lo percorremmo con passo leggero risoluta la corsa chiassosa la risata. Dove in molti eran passati Lì passammo noi raccogliendo fiori. Incontrammo greggi d'alberi Prati verdi ricamati Pronto era il grembo la semina vera per far nascere l'amore. Oh grigio cielo di un malinconico autunno stanco sento il battito del mio cuore non sento canti non grida di libertà bandiere rosse tutte ammainate. Cosa scrivemmo poi? Quali sono i sentieri del mondo nuovo? Chiuso è il tempo dentro un guscio vuoto. E l'amore? Silenzio. Ho perso la memoria. 08112018 Accarezzavo con occhi nuovi Un fiore appena nato Petali bianchi vellutati. Tenere furono le carezze Mentre il tempo fermava Il suo petulante scorrere. Sfioravamo con le labbra La luce diafana Della velata Luna Immersa come sempre Nelle profondità del cielo. Nulla sapevamo non capimmo il senso Ed era il primo amore Improvviso apparve il vento La luce tacque,la Luna si oscurò E nell'oscurità venne reciso il fiore. 27102018 Il tempo che fu Che chiaror di luna in questa notte scura, che meraviglia e che malinconia. Sento lo scorrere del tempo passare implacabile tra queste stanche dita. Brilla il cielo su questo cuore d'ombra. Attendo sempre l'alba coi suoi chiarori rimesto nel silenzio antichi pensieri. Rivedo nei ricordi gli occhi suoi che brillano e le carezza colme d'amore. Amor di gioventù. Mi illuminavo in quel chiarore. S'accendeva il cielo stesso. Del silenzio,delle parole, ne sento ancora l'eco. Scorgo ancora l'abbraccio tra il cielo e il mare. Tempo di tenere mani, disegnavamo movimenti nuovi, era quello il futuro. Ingenui si era, cosparsi di dolcezza d'api;i cuori, pulsavano come adulti. Oh notti profonde e buie, quando arriva quella antica alba? Risento lo scorrere del ruscello, vi sostammo;l'acqua era dolce puro ne era il canto. Ora mi pare stentare nel suo cammino verso il mare. Quanto tempo è passato? Inutile tempo! Come sono stanche le mie mani; erano vispe di carezze sul tuo viso. Ora so! Il tempo non è una tardiva farfalla che sfida il gelo, poi volteggia danza e si riposa su di un fiore chiuso. Il tempo è tutto e nullo, si apre si chiude si perde, fa nascere e morire. Chiudo gli occhi e vedo avanzare mano nella mano, il perduto tempo col perduto amore. 07102018 E' dolce la terra coi suoi campi, son rigogliosi di natura e tutti arati zolle rivoltate, per nuova semina. Piano è un tratto,ondeggiante l'altro,una collina a limitare lo sguardo e il mare a completare. Solitarie sfuggono le rare case, arriva un bosco,selva oscura ombrosa e fitta. Ancora case, ora solinghe, ora agglomerate,si ergono campanili puntati verso il cielo. Ulivi,cipressi,vigne e campi di grano, tutto si colora come un quadro, di pittore antico. Orvieto si appresta sospeso sulla rupe, scorre chiara l'acqua del fiume,lì vanno le nuvole a rimirarsi. Specchio diventa riflettendo mille raggi che tagliano il volo dell'aquila e del nibbio. Corre il treno,tutto attraversa, ed io mi lascio trascinare, nei luoghi che un dì lasciai. Odo il frangersi del mare, stride il gabbiano,torna una vela al porto,cantano le sirene. Lacrima il cuore. 19092018 Arco in cielo L'arco del cielo stasera si estende verso l'ignoto spazio; l'infinito,tra le sue braccia, raccoglie l'argento chiarore di luna. Qua e là,come greggi,vagano lembi di bianche nuvole, le prime stelle montano di guardia, mentre si accendono,alle antiche ombre. Lenta si incammina la notte, mentre tutto si riempe di silenzio. Le vie son deserte e mute. Non un fiato odo sentire, ne stormir di fronde, il vento ripone le sue corde, rispettoso,respira quietamente il mare. Oscura notte al chiar di luna, stelle splendenti che tutto ricordate, ancor vi osservo,con stupore. E così lentamente zittisco il cuore. 25082018 Terra mia Si disperdono i suoni, l'aria ristagna, un armonica canta, annuncia la pioggia. Si spezza lontano, l'urlo di una sirena, non viene dal mare, nessuno vi approda. Sussulta la terra, l'onda si calma,, tutto trema,anche le mani. Sussulta il cuore, scandisce le ore, tutto intorno è rovina. Rotola sul verde prato uno spicchio rotondo, siam pronti ad urlare , la rabbia e il dolore. I porti son chiusi, cacciamoli via, mentre noi corriamo, dietro al pallone, cantiamola pure, un'altra canzone. Terra mia! Terra mia? 22082018 Non la vedrò. Non voglio vederla! Ti sento respirar,l'aria che io respiro, Dove cammino, tu vai, sotto lo stesso ombrello d'azzurro cielo ci aggiriamo. Non ci incontreremo,non voglio ne ti cerco,mi vieto quello sguardo forse spento,indifferente. Non vedrei brillar gli occhi tuoi, come accadde un tempo ormai remoto. All'impazzata corre la luna,uno spicchio, appare e si ritrae,la vedi come la vedo io. Riappare mentre si posa sul silente mare. Lo so sentiamo le stesse voci, ci avvolgono con leggera brezza, sussurrano parole ,le stesse che sussurrammo noi:volevamo amare. Oh anima che non ti accendi, guarda la via si illumina con calda luce. E' sera di un dì di festa. No! non ci incontreremo, non vi sono più parole. E' tempo di tacere. 18092018 O sole,astro lucente stenti a splendere, immana la tua fatica non passa luce gomitoli di nuvole frenano in tuoi lucenti raggi. S'appresta il buio e tutto copre, scompare lo squarcio d'azzurro; s'accende la saetta, romba il tuono, scrosci d'acqua irrompono dallo scuro cielo. Mentre tutto si raffredda, resta acceso nel mio cuore un braciere di calore. E' ancor amor che palpita, mentre amato non son più? Giro in tondo e sperso mi ritrovo. Di domani ne restan pochi il tempo corre,non si può fermare. Ed io ancor vorrei il caldo sole amare. 12092018 Un sorriso Un sorriso,solo un sorriso, donatemi un fiore, vi chiedo un raggio di sole, l'alba di un nuovo mattino. Corremmo tra dune e polvere, bruciavano gli occhi, la gola piangeva d'arsura. Un sorriso solo un sorriso, lo sogno come un raggio di luna più grande che mai, riscalda la notte. Vi prego un sorriso, solo un sorriso, che accende il mio cuore, vedemmo negli occhi il terrore. La notte più fredda, il fiore appassito,arsi son gli occhi, mi stringo al petto un bambino, neppure un lamento,un segno di vita. Un sorriso,cosa vi costa un sorriso. Cos'è un sorriso? una luce nell'anima, un sorso di fonte,una voce, una mano che stringe la mia, un nuovo raggio di sole, che dona un'arca d'amore. Un sorriso,donate un sorriso. 22082018 Autunno L'autunno che torna mi riempe di gioia, una brezza marina spezza l'arsura, respiro profondo,si calma l'affanno. L'autunno che torna che sia benedetto, ridanno la vita i colori vivaci: col rosso si presenta la foglia dell'acero, l'arancione avvolge il castagno, maturi ormai sono i frutti che da. Il noce d'orgoglio scolora, mi dona un tramonto sul mare, L'autunno che torna riempe la vigna, gli acini purpurei e bianchi son pronti pei tini,quel vino berrò a San Martino. Cantano i vignaioli allegri son già, lavoro di lena senza sudare. Fanciulla beata cammina leggera, tra filari e colline. Sui rintocchi del vespro, s'appresta la sera. L'autunno che torna mi dona la luce, girotondono le rondini pronte a partire, mesto sotto la grondaia resta il solingo passero. Andasti via, come rondine, come il passero resto io. 23082018 Tintinnio di passi Danzava sospesa da un refolo di vento, leggere sospiravano le gocce di pioggia, verdi sfere poggiate sui petali delle ultime rose pronte a sfiorire. Cosa cercano i pensieri indefiniti, viaggiatori anonimi che scorrono perpetui nella mente. Hanno un fine? Cammino nell'ombra della notte, stagnante eterea,distratta,scorre guardando l'indifferente luna. Si rompe il silenzio, un tacchettio di passi, una donna? Chi mai sarà? Non voglio sapere. Tacchi sul selciato sonoro che rompe la quiete. La notte continua a scorrere, Mute restano le stelle. Non voglio vedere. Mi tenta il voltar la testa. Non voglio credere. Tutto cambia con il fluire del tempo,tutto passa. Quel tintinnio di passi mi segue, mentre la notte incontra l'alba. Chi camminava al mio fianco? Non voglio sapere! 01082018 Arida è la terra un cumulo di polvere rossa. Spuntano pietre non crescono fiori si affastellano parole che niente dicono son nude e silenti. Aspetto ancora messo in angolo osservo il mutar del tempo. L'attesa di nuvole e pioggia lo scorrere di rigagnoli disseta la terra. Nasce un filo d'erba una primula la margherita si colora rinasce la vita. Nuove parole sbocciano e noti una tenera rosa s'apre respira canta guardando il cielo che si gonfia d'amore. Tra nuvole e pioggia riscalda un raggio di sole. 13042018 E restammo soli il vento ed io. Scorreva l'acqua, rivoli scuri bordavano la via. Sferzante la tempesta inondava il volto, cancellando le mie lacrime. Traballava un lampione, sul filo teso,oscillava con la sua inutile luce. Non rischiarava nulla. Nessuno, non vi era nessuno. Trascinato dalla furia, nell'ombra rotolava, un foglio di giornale. Lambiva i selci poi s'alzava, ricadeva,senza dare notizie. Nell'ombra sbatteva un anta, occhio cieco di un palazzo muto. E' notte, è già notte. E tu tu dove sei tu? Restammo soli il vento ed io, sibila la pioggia,gracchia, senza notizie il foglio di giornale. Sul filo teso traballa la fioca luce, che niente illumina. Rintoccava,la tarda ora, battito tra scrosci d'acqua. O forse era il cuore? 19032018 Cupa è la notte: tra le finestre dipinte di verde, arriva un violento chiarore,un attimo sferza la luce, vedo la stanza, i muri di calce, un letto disfatto. Torna il buio, tutto dissolve. Cupa è la notte! Maramaldeggia il mare, sui sussulti del morente tuono,l'eco s'accosta, alla spumeggiante onda. Notte cupa e di furore. Il vento si rafforza, rompe gli indugi abbandona il mare sibila tra le inoffensive foglie. Non trova pace il cuore, in questo frastuono. Come il tempo, non ho tregua, arrotolo i mie pensieri, intrigato gomitolo. Vi giocò il gatto, giocammo oh sì giocammo, con l'ardore dell'amore. 05o32018 Tra il chiaro e lo scuro, nel cielo si specchia, il tramonto dipinto di rosso. Tremule s'accendono le prime stelle. La luna ancor non c'è. L'orizzonte resta infinito. I pioppi della piana scorrono sul vetro, il treno della vita corre. Colgo lo scorrere del rio, lento va accarezzando il prato. Ci son cavalli bradi liberi di volare, galoppano chiusi nel recinto tra il vapore delle froge tese. Un nitrito echeggia nell'aria tersa,calpestii di zoccoli, sul verde prato,erba da mangiare. Corre il treno,guardo ma nulla afferro,perso sono tra nuvole e pensieri. Corre il cuore che pace più non trova. Tutto indifferente scorre, quel vetro un po' appannato, disegna l'ignoto. Son qui naufrago a contemplare il nulla,mentre assaporo ancora, un bacio,che sa di mare, finito sulla rena. 25022018 Fu un attimo, lo colsi trovandomi così immerso nell'immenso. Non vi era più tempo, si perdette lo spazio, solo il silenzio parlò per noi. E fu subito amore. 25022018 Sotto i raggi del sole Deserta era la via, m'allontano per compagnia mi trascino i raggi di sole. Udii una voce,viva, un respiro affannoso, mi rincorreva. Il sole bruciava! Un ombra s'avvicina, avanza,crescendo, passi leggeri sull'asfalto infuocato. Sembrava volare! Profondo fu quel tuffo al cuore, tremai,quando i suoi occhi, incontrarono i miei. Ci perdemmo appena nati, batteva forte un solo cuore, bruciavano le vene, immobile restò il sole, vedendo nascere l'amore. 15022018 La piazza,immensa la lasciammo alle nostre spalle;ci avviammo verso il ponte, lo sguardo incrociò, le colonne della muta chiesa. I portici fan corona, impedendo al sole,l'entrata, gli abbaini lì in alto, frangevano i miti raggi. Ci scaldava il sole, mentre uscivamo dall'ombra. Attraversammo il ponte, fluiva il fiume, verso altri lidi. Sostammo sull'arida sponda, tra alberi silenti e fruscii di vento. Anche noi tacemmo, non v'erano parole, solo gli occhi vibrarono, scambiandoci un bacio. 04032018 Noi siamo stati. Come?Cosa? Ci sentivamo uguali e poi contrari, materia e spirito. Attratti fummo vicini e poi distanti. Salimmo sullo stesso treno per un tratto fu comune. La destinazione cambiò binario,scendemmo in due diversi punti. 25 02 2018 Ho visto il sole Scorrevano i giorni, gli attimi, i minuti l'acqua, scrosciava dai dirupi, il mare respirava, schiumando. Guardavo con occhi innocenti il sorgere del sole,mi perdevo candido,tra alberi sfrondati, urlavano,cadendo, senza rumore, le morte foglie. Ho, con occhi diversi, accecati,visto tramontare il sole .L'orizzonte con la sua linea, infinita, smagliante, di rosso ed arancione, attendeva l'astro di fuoco, per l'ultimo abbraccio. Moriva il sole, tra il muto silenzio di bianche vele. Ho visto,il sole nascere e tramontare,ho assaporato, lo scorrere del tempo, ho conosciuto l'amore, (quello vero)? . Ed ora mi ritrovo, ammainata la vela, su una scia di dolore. 10022018 'O vico e tant'tiemp fa Nzerra'a cantina,se fatt'tard, passata è a mezanotte, se stuta a luce e me trov'miez'a via. Vac'rasenn'e mur' e chest'fa o poco e vin,' parlo cu ll'ombra mia, e sta vita è tutta na malincunia. Nu lume arde e luce nant'a na Madonna me fermo pa guardà; porta na vesta azzurra, ten'na spada mbiett'. E' mamma ca chiagne o figlio suie, che le murett' ncroce. Na lacrima lucente le sponne all'intrasatte a dint a ll'uocchie, chiagne ancora sta Madonna, e chest'o vin fa. M'arretiro a casa mia, nu poco fatto a vino addò nisciuno aspett'a me, chella ca m'aspettava, mo se nè partuta, pe nun turnà mai cchiù Meglio a sta miez'a via: ca Madonna o lume e o poco e luna. M'arrocchio comm'a nu criatur,sott'a stu muro. 2302 2018 Camminiamo insieme Vorrei svicolare da questo fragore, mi segue,non mi lascia,mai, martello e chiodi scavano su di un selciato antico, vorrebbero, ma non lo fanno, coprire,l'ansia del mio respiro. Corre la luna tra nuvole nere e sprazzi d'azzurro. Conto, scalciando, polvere e pietre. Come vorrei .lasciar scorrere i miei pensieri lasciandoli, al vento della notte. Brancico tra nuvole, sempre minacciose. Si agita il mare, si copre la luna , piove. Scroscia l'acqua tra pantani e vie, mi sono sconosciute eppure vi sono nato, abbagli di luci si rincorrono, si illumina il cielo e poi il rombo sputato dal vulcano,scuote la notte. Vado,mano nella mano, con la malia: cosa potrò mai dire al cuore che ancora trema,brucia,urla,non trovando pace? I muri silenti restano, del tutto indifferenti. Cerco un volto, nella tempesta, tra le ombre cerco l'ambra degli occhi suoi,racchiusi nella conchiglia di un luminoso giorno. Cerco le sue lacrime di mare, per asciugarle e poi mormorare: camminiamo ancora. 10022018 Vattenne Vattenne ammore mio, vattenne;chisto è n'addio, mentre a luna se ne trase, e sta schiaranno juorno. J che nuttata amara! Vattenne ammore mio, vattenne,o core mio ossaie, me furastiere nbiett'a me: nun raggiona cchiù. Vattenne ammore mio, vattenne,cca sta o core tuio, pigliatillo nun 'o lassà. 'O vide mentre te parlo, me tremma'a voce; 'o core mio è già perduto, e nun se po salvà. Vattenne ammore mio, vattenne,trovate nat'ammore, sincero comm'a na jurnata' e Maggio. Vattenne ammore mio, vattenne,nun chiagnere, asciuttete sti lacrime, so troppo belle pe sciupà pe me. 31 01 2018 Fuochi a mare Il sole si riflette, nell'immensità del mare, accende mille fuochi, son lampare accecanti, nell'azzurro mattino. Il rumoreggiare dell'onda, tutto si prende, volano i gabbiani,e danno il tempo, con il malinconico canto. Mi si accese il cuore, l'anima bruciava nelle mie vene, lava e lapilli scorrevano, ardenti come amore. Posavo le mie mani, sul tuo corpo nudo, eri la mia terra ferma, palpavo il battito del tuo respiro. Mille incendi sono ancora accesi, brillano,come ceri votivi, dinnanzi all'infinito. Vivo con roghi e tempeste, sono grida dell'anima mia. Tutto vorrei chetare con una preghiera. 31012018 Solitudine Solo,nel buio della mezzanotte, vagando vado, in un tempo che tale non è. Le deserte vie,colorate di luce gialla,si specchiano sul nudo selciato. M'accompagna lo scalpiccio dei passi,è l'eco del mio andare! Come pesa il silenzio, il viale, deserto,tiene in fila alberi spogli. Mi paiono morti! Il fiume,scorre lentamente, tra il vuoto delle sue sponde. Arriverà al mare? Nell'infinito manto di stelle, brilla la luna,di fredda luce. Le cime sono innevate, giocano coi raggi di luna, brillano,son perle rare. Com'erano gli occhi tuoi? Giro intorno al buio, non ho una meta, mi tiene compagnia, la solitudine che mi è amica. Liberarmi vorrei dell'anima mia. Rivedrò il mare? 28 01 2018 Vedessi nevica Vedessi nevica tutto è silenzio, intorno. Tace lo zampillo della fontana, .è diaccio! Vedessi nevica, rallenta ogni cosa, lieve mi giunge il rintocco, di una campana. Tace il merlo, non cinguetta il passero. Vedessi nevica, su quel telone bianco, proietto i miei pensieri: ora mi sei vicina. I lenti fiocchi vanno, come note di una dolce sinfonia. Vedessi nevica, le mani nelle mani, con meraviglia di bambino, diciamo:vedi come nevica? 12012018 Perduto amore Indifferente,svanisce il giorno, con la sua luce, strisciano,rasenti i muri, le ombre, crescono e tutto ingoiano. Inosservata,come la vita, tra onde lievi,scivola silenziosa, una vela, cerca il vento di sostegno leggera va sfidando il tempo. Inosservato,senza sonoro, tra i cristalli dell'anima mia, corre, col fiato sospeso, il muto pensiero;ciclopico, invadente,lacerante. Oh!perduto amore. 26/01/2018 Les Amoureux Attesi le prime luci, l'alba non era lontana, gli ultimi raggi di luna, andavano spegnendosi. Tra gli alberi,erano tigli spogli, senza foglie già cadute, sentii respirare la terra fredda, sintonia col cuore. Riccioli di nebbia si posavano sui rami spogli. In quella luce, lieve, sembravano gridare, al muto cielo. Attendere con il tempo che non passa mai. Calmai i miei tremori contando i tigli, filari infiniti .Erano tanti. Ruppero il silenzio i primi raggi di sole,cinguettò un solitario passero. Si ruppe il freddo e arrivò. La strinsi,assaporando il tepore di un letto avverso, raccolsi dalle sue labbra, frammenti caldi dell'ultimo sogno. Un nuovo giorno,tremori e amore,le prime luci, i dormienti tigli,l'infreddolito passero, e due sospiri. 22 01 2018 Si avvicina lentamente, non ho modo di capire, un guizzo di mare, un raggio di sole. Eri tu l'amore? Si avvicina lentamente, non ho modo di sentire, ti vedo avvolta in refolo di vento che si alza, improvvisamente. Mi chiedo chi sei? E guardo un passero, che solitario taglia il cielo. Ti allontani repentinamente, ora distinguo un volto, lucenti sono i capelli, ambrati di tramonto, una stretta mi chiude la gola, così ho conosciuto l'amore. 19 01 2018 Monologo Non credo io,no! Le mie parole non cambiano, restano chiuse nel candore, di un rosa. Non appassiranno,restano, scolpite negli aromi di un giardino fiorito. Si ripetono come eco, come onde del mare. E tu cosa credi? Non ascolti più,lasci cadere, nel vuoto del tempo le stesse parole. Taci! Restano gli occhi che come il vento, soffia in tutt'altro cielo: ascolti ma non senti. M'allontano,con passo lento e stanco, ripetendo le mie e le tue parole, erano uguali,restano mute,come stelle, a prima sera. 16 01 2018 Scalare la vita Una mano,un appiglio, la corda si tira,un piede è sospeso, l'altro ben saldo:m'innalzo, la cima è lontana. Ancora un respiro, lo lascio cadere,è sicuro, m'affanno, mi strozza la gola, stringo più forte alla roccia . Ci punto gli occhi,è rosa corallo ,lasciato dal mare in ritirata. La cima è lontana,m'innalzo di un passo, lieve io sono,tra terra e cielo. Nient'altro si sente: un respiro profondo , bisogna andare; c'è il sospiro del vento e l'aria tagliata. Erano neri i suoi occhi brucianti, di febbre e di sole,erano perle profonde, la corda si tende,l'appiglio è sicuro, la mano non trema,non lascia la presa La cima è vicina, respiro col cuore, giocando con un lembo di cielo. Sono legato ad un filo di vita, inseguo la luce di ardenti pupille, Fatica è salire! Ritrovo il calmo respiro il cuore non trema, si cheta l'animo mio. Toccando la cima, non puoi cadere. Immenso è l'orizzonte, come l'amor . Raggiunta la vetta, portato dal vento, il ritorno è più lieve. 13 01 2018 Sono anni che non vi frequento con un mio scritto, ma vi seguo e mi allieto coi vostri lavori. Stanotte la mia Musa è venuta a trovarmi ed è questo il risultato. Siate,come sempre benevoli senza far mancare le critiche. un caro saluto Malinconia, malinconia di un cuore senza tregua, alzò bandiera bianca e non s'arrese! Malinconia, malinconia di un cielo senza luna, l'ombra che tutto avvolge e porta via! Malinconia, malinconia di un uomo che cammina, sulla battigia scolpita dal vento, senza speranza e senza una via! Malinconia, malinconia di un tempo senza l'ora, vagando tra pensieri senza fiori, lì si perdette un cuore! Malinconia, malinconia del pianto di un bambino attaccato al seno della madre, per la vita! Malinconia, malinconia d'amore! 11 01 2018 Astregno a mana toia è fredda comm'a cchè. E guardo sta vocca rossa,ca me pare ,dint' 'all'oscurità do vico na ferita, ca sang'fa scorrere da chist' core mio malato comm'è d'ammore pe te. Te guardo dint'all'uocchie e leggo tutt'a verità: indifferentemente tu a nato staie a pensà e mentre a notte s'allontana tu ti allontani 'a me. O saccio,si t'astrigness'a me tu astrignarrisse a nat' e non a me. S'addorme a luna mentre ca pazzea cu l'onne e chistu mare placido. Se stutano e luce e chesta via, s'arape na fenesta e sbatte nu purtone. Mo nasce natu juorn' e schiara tutt'o munno, mentr'io m'alluntano a te dint'a stu chiarore, more cu me l'ammore, E ce guardamm'senza parlà So parole senza voce Ca sciuleano ncopp' 'a ll'acqua e mare, se fanno cunnulià dall'onda. 'O cielo s'è appriparato a festa, me pare nu pentagramma: e stelle song'e note, a luna è chiave musicale. Che musica stasera! E' o viento ca sona stu spartito, passanno pe vich,ca song' vocch'e lupo,e so addiventate, canne d'organo. Che musica stasera! Comme corre 'o vient', e comme sona,trase, esce, torna a trasì.Celeste è sta musica, de parole mute. E o core mio che và a pensà? Chesta è a musica de parole ca tu diciv'a me. Mo me port'do cielo'o vient'! E che musica stasera! Povero core mio che pienz'a fa? Povero amore mio,chi sà addò staie? 27 Gennaio Non ho mani e nulla devo tenere non ho dove camminare le strade son un pullular di ombre e polvere. Non ho pensieri ne memoria un numero sulla macilenta carne. E' questa l'ultima fermata? Oltre quel cancello mi spinsero Tra gridi disumani erano uomini in armi e poi ringhii di cani. Non eravamo che stracci di vento. Conservai due lacrime Non si spensero mai restarono oltre il fumo. Cadeva la neve? Forse! Ma non avevo piedi da appoggiar sul candido manto. Ricordate? Un nome un numero. Ricordatevi tutto mi tolsero! E che malinconia ncuollo me mette l'alba, juorno se fa, schiara o munno, senza sapè:'o tiempo passa e nun se mporta e niente! L'uocchie sotto o cappiello, chiuso dint'o cappotto s'arripara do friddo che tra notte'e ghiuorno cchiù nzisto se fa. Cammina l'anima mia, bruciante e sola, jettata nmieza a na via addo nisciuno passa: le tiene cumpagnia o fummo e sigaretta, na brace rossa e cennere. O mare,mentre s'addorme a luna, lentamente respira, abbracciato co viento, chiamano,a stesa,a rezza e piscature. S'arape na funesta, na luce sta appicciata,po se stuta. Se nzerra e more o core, pe n'ammore ca cennere e sigaretta è addiventato. Che t'aggia dì, mo ca si partuto e simm'rimasti sul' nmiez'a sta via, Tu ossaie dint'o core c'è rimasta'a malinconia. Che t'aggia dì, Tu mo staie luntano, ma a voce toia, è rimasta nzieme a nuie e mentre mo chiagnimm', s'appiccia dinto o core"l'alleria". Pino quanti ccose so rimaste: "a voce de creature ca saglie chianu chianu", "aspettammo ca esce o sole" "mentre l'acqua nce nfonne' e và". E parlammo parlammo, cu e parole d'ammore, ce le mparate Tu a dicere: Napule,città do munno, bella ma" na carta sporca e nisciuno se ne mporta". Che taggia dì, vulimme sentì cantà, pe nata vota"è tutta nata storia". Pino Tu ossaie già:"Anna verrà". Io so che sei tu, che respiri salsedine e gocce di mare là dove l'onda s'infrange, violenta sulla scogliera. Sei tu che vieni accarezzata dalla brezza mattutina, dal maestrale che si inebria, sfiorando il tuo bel viso, scompigliandoti i capelli, ramati da un raggio di sole. Sei tu che a sera t'illumini d'argento esposta ai raggi, della luna rossa e piena. Sei sempre tu che giochi, immergendo,la sottil caviglia, là dove torna il mare, sempre eterno a respirare. Ma tu non sai,come scorre precipitosa l'acqua, nascendo da nevai candidi. Tu non conosci la rosa di ghiaccio, che nasce nell'ansa torrentizia. Rosa trasparente, brillante,verde di pietra lunare, coesa e luccicante trafitta da un raggio di sole. No! tu non sai della rosa di ghiaccio che avvolge e stringe il mio cuore. Non puoi sapere! Risuona nell'aria una nenia antica, ne assaporo l'infinita tristezza. Struggenti son le note, ne vedo le parole, le mastico,con acerba malinconia. Si, arrivano da un lontano tempo e or si spargono, facendo eco,nell'intero vicolo. Appaiono, le prime ombre, un rintocco lontano,lento, m'avvisa che son le nove. Inutilmente aspetto ancora, chi mai verrà. Continuo ad aspettare, vago,stringendo le mani di mille sogni. Rivedo le tue mani: piccole come cirri,a primavera, trasparenti come ali di farfalla. E mi correvi incontro. Poi una carezza e le stelle cominciavano a splendere, chiaro facevano il buio, e due cuori,sobbalzavano, come le onde del mare. Come ogni sera,inutilmente, rintoccano le nove, nulla m'attendo, restano, mani fragili a stringere mille,ombre, annichilendo i sogni. Solo le lacrime, mi fanno compagnia. Maliziosa,con dispetto, s'affaccia la luna. Vurria sentì na musica, ma 'o cielo è grigio, e nuvole so nere, lampi e tuoni,scrosci d'acqua, chiove a zeffunno e nun se pò sunà. Tutta l'acqua ca scenne a chist' cielo, me se azzuppa ncuollo, me rimane appizzata,so nfuso, da 'a cap'e 'o pere, ma nu voglio cercà riparo. Conobbi na bella figliola, fu pe me na jurnata e sole, n'aria e Maggio,respirò o mare, e pure o core mio. E mo'o tiempo se cagnat': chiove,Gesù ma comme chiove, l'acqua scenne a zeffunno, e l'ammore fa subbissà. Nulla mi coglie, ne speme ne ricordato riso. Varco la soglia,cammino, sul viale della vita; l'aria và facendosi tersa, grumi di veli,s'alzano dalla riva: lentamente s'appresta l'orizzonte. Una corona d'alberi, immota e spoglia,mi cinge, son mille braccia fredde. Calpesto i cumuli, di giacenti foglie, sciamannate,or qui, or là, ne scorgo ancora raggianti colori:ocra,giallo. Resta sovrano,lo scalpiccio, che il silenzio, inquina: son foglie morte. Ora mi coglie il tempo andato, mi ammanto,di rigoglioso e tenero verde,giovani sono i miei pensieri,nati ora nel cuore. Una foglia,lacrimante di rugiada, un sol pensiero:d'amore. Navigo abbracciando le prime gocce, scalpitano sull'asfalto rovente,bruciano, evaporando. Son fili lucenti,un sipario argenteo fitto d'ombre, si spezzano,si allungano sullo specchio della lucida via. Danzo al suono,di una orchestra di nuvole otri di malinconia, stringo quei fili d'acqua, lasciando scorrere la frenesia, sono brividi che stingono i sogni. Rivoli e poi tumultuosi fiumi, tracimano nel ventre, della martirizzata Terra. S'apre uno squarcio di sereno, fa capolino un timido sole, dispettose persistono nubi nere. Un boato,cerca sfogo,tra filari Di ferro,vetro e cemento, impaurite,le rondini,cercan rifugio negli antri di tetti rossi. Mi par di sentire un canto, m'arriva dalla fitta pioggia: sogno? E' la nenia del battito, del cuore, che si disseta d'acqua amara. Rovente era,come lava sputata dal vulcano attivo; lampeggiava nell'aria, col ritmo del battito del cuore, che freddarsi non vuole. Eri tu, nel nostro abbraccio! Oh! Lo so,era un misero istante, nell'eterno tempo; meno di un battito di ciglia. Non scalfiva,non sfiorava il tempo. L'abbraccio è una magia, un movimento d'ali,una improvvisa, folata di vento. E m'appartiene! Era un istante solo,ma tutto mio. Niente m'importa ora, se non sentire ancora, la lacerata pelle ,che brucia, lasciando fluire,sangue, lapilli e incandescente lava, come dono del dio Amore. Vi son petali di rosa Come pensieri lasciati cadere Lungo la strada. S'allungano i passi Ne sento il rumore Sussurrano i platani Tra le ombre le luci Che il sole proietta. Cammino leggero Tra i ricordi di te E dei tuoi fiori. Eran posati tra capelli Ramati smossi da sussulti Di foglie al vento. Ne sento il profumo Ne godo l'ardore Ne sento la voce Parole scandite Dalle tue vermiglie labbra. Oh amor lo sai:è la stessa via. I petali di rosa il platano Son lì. Corrimi incontro amor Corrimi incontro. Una vita un giorno un'ora Il cosmo creato cosa sono Senza l'abbraccio d'amore? Silenzio e ombre!! Oh me gracile Come gambo di rosa Aculei non nacquero Come difesa. Ed io reggo nel pugno Il tenero bocciolo E le tenere verdi foglie Annuncio di primavera Non piegatevi col vento Irte restate. Oh rosa rigoglio di Maggio Lascia andare il lieve Tuo profumo adornando L'aria e come cielo Ti circondi di cerulee farfalle Ruotano aspirano tornano a volare. Oh son' io Ancor più gracile verso sera E alle ombre chiedo: dissolvete angoscia e timore. Domani col mattutino chiaror Vorrei regalar un sorriso Alla rosa e alle farfalle E domandar loro: ditemi del mio fatal fugace amor! Ditemi……… L'ora non è. Tace la campanella. Nel prato assediato, dalla rugiada, brilla e respira,la primula. E'forse primavera? L'ora non è. Fuggendo tra le mura nere, del vicolo dell'ozio, urla il silenzio. Ditemi passa di qui la notte? L'ora non è e mai arriverà. S'accosta alla rena il mare: piange! Non abbraccia,ne stringe. Amare non sa più. Amare cosa? Amore amaro! Ditemi voi che parole Di vuoto fiato esprimete, lanciate proclami ,appelli, invocate la pace. Restate nel vago,voi siete lontani. Lasciate cadere,le lacrime Asciutte,in abissi profondi. Perdendosi e tutto resta uguale. Ditemi Voi che Padre Santo siete, visitator di questa Santa Terra: santa di sangue innocente, come già avvenne nel lontano ieri, Golgota e croce,fiele da bere. Avviene ancor nel moderno oggi, ed è quotidiano pane di fuoco, non è manna dal cielo ma missili e bombe e ceneri e tutto intorno esplode. Ditemi Voi tutti:è mia la mano armata? Son morto fanciullo,una striscia di vita, sulla striscia di Gaza……Sì tutto muore, anche la pace! Ascolto ora solo l'azzurro cielo, meraviglia di sparuti nembi, che si rincorrono verso l'eterno fuoco, per poi sparire in tremulo silenzio. Raggiunsi anch'io,i raggi dell'infernale stella,brillava ed accecava, immutabile nella candida solitudine. Udii il vento e il mormorio di piccoli colorati fiori,un cinguettio si perdeva tra ombre e luccichii. Volli tra vento e fiori,affondar le mani, senza mai guardare, placar volevo, l'ardore dell'anima che bruciava. Eran ombre e luccichii,li sentii come tizzoni ardenti. Freddati cuore nutrir non ti voglio di sospiri e d'illusioni. Posai lo sguardo sulle vicine vette, là dove si perde l'infinito e vidi, sgorgare lacrime di vita, nascevano mille rivoli:fendevano la roccia, e giù calavano a precipizio, verso lontane valli Pregai:resisti neve,candor della passata età, lascia libere le tue lacrime che formando vanno, un tumultuoso fiume. Freddati cuore,nutrir non ti voglio, di sospiri e d'illusioni. Non placo il fuoco che mi arroventa l'anima. S'innalza un canto,và come l'acqua solcando smaniose valli e irti colli. Io ti conosco tu sei la voce dell'amore, che l'ultima nota suona, stringendo al cuore la salmastra acqua, tra canneti e un periglioso mare. No! La mia lingua non cambia, resta chiusa nel candore della rosa, che appassire non vuole, spandendo petali profumati, come parole, senza mai mutare. E tu? Lo so non ascolti, lasci andare,i suoni e il tempo, poggiati sulle ali,colorate, del vento, che a volte si posa a respirare, e altre volte vola via. Ed io vedo che non ascolti, ma guardi i mie radi capelli grigi, mentre mi allontano, avvolto da un manto di stelle mute. Amor che amareggi l'anima e ben la conosce il core mio Tornano così alla mente tutte le parole leggere come petali di rose d'acqua son ricche ruscello vivo tracimanti poi al delta dove incontrano il mare Siete dolci ma anche amare sorrisi e lacrime vortici di mulino inebrianti di sussulti e canti e poi apparite or ora come lucido tramonto su acque morte Parole di solo amore vorticanti brividi vento sonoro del silenzio Fu mattino e poi fu sera. E' notte,che suonno, già se so fatt'e tre; dint'a sta'accampamento, e st'anime puverelle,s'appicceno e lumuni, facenno nu poco e luce. Nu sbadiglio,na risata,na voce, nu chianto;ombre nere se moveno, so stracci ca camminano, nella oscurità da notte. Ammassati in un telone, cchiù friddo do friddo,vanno a faticà luntano,nmiezo a campagna. Niciuno tene a forza e di na parola, s'allumma na fiammella, ca passa mano a mano, fummo,silenzio e sciato: Nce scarfammo e mani. Songo e quattro da matina, ancora nun fa juorno, s'accunmencia,tra poco: la raccolta e mandarini. Che fatica,sponta o sole,ad oriente, accummencia nata jurnata e bestia. Sotte e mane na cascetta,dieci chili, un euro pe putè campà. O sole ca nun da calore se ne trase, dimane s'accunmencia nata vota, dint'a chesti mane,fredde e nere, senza forza p'asciuttà doie lacrime, nce astrignimmo o riesto e niente. Oggi è ,comme'a 'ieri, e sarà tale e quale,comme'a dimane. 'O tiempo è sempe'o stesso nun cagne maie:indifferentemente, passa e se ne va. Le piace a pazzià,è na vela, nmiezo'o mare,corre ncopp'a ll'onna, torna, vola, le piace'a sfregulià. Sfregulea ca vita e tutta'a gente. Senza fa nisciuna differenza, tanto addà passà. E pure tu,ammore mio, si stata nzieme a me, pe nu mumento sulo, cu e mane dint'e mane, e po' te ne si ghiuta,luntano assaie. E so rimasto sulo nmiezo a na via. Ieri,oggi,dimane,senz'na parola, co core sotto e lacrime,senz'a'll'ammore, o tiempo passa'o stesso,tale e quale: j che malincunia. Nunè succies' niente, a recità ncopp'a stu munno simme bravi tutti quanti. Esco da casa mia, sempre a stessa ora, comme se niente fosse. Do nu vas'delicato,nfronte a sta creatura ca dorme,doce doce, sta mbraccio a n'angelo e sogna. Cu ll'uocchie e suonno, co' o calore do lietto ancora ncuollo Rusinella mia appripara a borsa da fatica. Nunè succies' niente, dinto o core tengo o niro, e nfaccia tengo'o scuorno, primma ca esco le do nu vas' amaro. Giro l'angolo da via, è na matinata comme a nata, me mett'a chiagnere senza dà' a vede. Co chianto dinta all'anema, me sento e murì, nun tengo cchiù o curaggio e turnà a casa mia:m'hanno licenziato. Me sento n'ommo e niente. Senza dignità,a fabbricqa sta chiusa, nun putimmo faticà:mo so disoccupato. Nunè succies' niente: è a crisi che è globale, la concorrenza,il costo del lavoro. Son queste le parole, da dire alla famiglia, ma io saccio sulamente, ca senza fatica,nun se po cchiù campà. Nunè succies' niente, io so disoccupato,senza domani, senza speranza, ne futuro. Vulesse dì na cosa sulamente:”signori del Governo, vulimm'faticà,pe nun murì. Regalar vorrei,gli occhi febbrili dolci d'ambra e sole, a questo cielo, ora coperto,di rosa corallo, e luccicante di brillanti d'oro. Regalar li vorrei alla luna, che là, prova a rompere, con la sua fredda luce,l'infinito silenzio. Oh!meraviglioso dono,lascia cadere, le mie lacrime dal sapore d'amore, lasciale cadere nell'immenso mare, che, mai come adesso mi è cuore, inquieto,rabbioso,urlante e biancheggiante. Accoglile mare nel tuo grembo, è pianto antico,che si unisca, quale ultimo abbraccio,all'addobbato cielo. E così lascio cantare il mare: naufragar vorrei,naufragar d'amore. Odo passi su di un selciato antico sento l'inezia del respiro è un camminare liquido senza un dove senza un come. M' assalgono le memorie e sono un vento nuovo che indeciso brancica tra le vele e smuove lentamente il mare. S'appresta un cielo nero mettendo tra conchiglie il giorno l'acqua scorre con furia tra pantani e vie. Un tuono sputato dal vulcano spazza tutte le ombre edè ancora sera. Sospinto dalla malinconia cammino tra indifferenti muri scorgo un volto illuminato di tempesta mentre il cuore che sete ancora ha tace. Sete per quegli occhi febbrili e ritorna viva la pupilla d'ambra. Lasciasti libera una lacrima di sale e mare. E nella notte persa arde ancora il ceppo nel camino. Sparpagliati Mi incanto, guardo distratto, la realtà s'accumula,passa lasciando tutto intatto e indifferente. Non si cura,continua,cambia e torna come prima,non muta; mentre il colorato arco s'innalza là su nel cielo,labile,perpetuo. Si specchia su se stesso il mare sperdendosi all'orizzonte, tra le rossastre nubi. Osservo l'andare senza sosta, una massa solitaria che rincorre il tempo: parte,arriva,cammina e poi si ferma. S'incontrano,si sparpagliano, tra acuti silenzi;si specchiano, negli occhi di un tenero cane, perso abbandonato e solo. Alza la testa s'accuccia la riabbassa non trova chi lo sperse,uggiola e si rattrista, tra l'indifferente gente,che va e che viene. Il sole trascorre e benevole coi suoi raggi, incendia le case della piana. Provo ad annegare un pensiero, l'arco colorato è inghiottito dalla sera, il cane forse dorme,continua il via vai di gente, mentre, una goccia di rugiada cade su di una ragnatela,sfiorandola con la dolcezza dell'ultimo bacio. Tutto tace,tutto è quiete, tutto resta fermo, avvolto in un mantello grigio. Si sperde in silenzio, l'anima mia. Pure l'astro che tanto dona ne resta prigioniero, chetando così i suoi ardori. Il mare non si scorge, il vento resta chiuso, tra ammainate vele. Sugli avvizziti alberi, spettri,rivolti verso il nulla, le foglie restano dormienti. La rosa coraggiosa, tardiva sboccia,senza donar profumo e stenta, sullo stelo,emerge e poi s'inchina. Per amor perdetti l'anima e vana resta la mia ricerca. Ed ora mi ritrovo, come la tardiva rosa, spuntata col suo color tra la grigia coltre. Oh amor che mi perdesti l'anima, lasciami la parola che è carezza, sul tuo svanito viso e mentre, tutto tace,m'illudo ancor d'essere in paradiso. Come è lontano il mare. Faticature M'accide da fatica matina e sera, a notte pe stanchezza nun pozzo riposà. Corro sempre:piglio o tram, saglio,sceng,tengo l'affanno nbietto, che 'o core fa tremmà. 'A fabbrica,n'inferno! nun'o saccio spiegà: rummore,sbuffi e fummo, na lava perpetua e fuoco. “Acchiappa 'o piezzo”! '”O vide comme scorre”! J che calore. T'appiccia 'a faccia. E che fatica nun ne pozzo cchiù! Dint'a sta acciaeria trasimme uommene e doppo, e tute, a maschera visiera, l'altiforno,la colata, nce fa addiventà maschere. Senza mani senza gambe senza core. “Acchiappa 'o piezzo”! “E'asciuto do binario”! “Maronna j che viento caldo”! “Ca murimme tutti quanti”! Manco 'o tiempo pe n'Ave Maria. L'inferno si è attizzato malamente e nisciuno 'o po stutà. O fuoco!O fummo!O calore! N'esplosione! E sti faticature,pe nu muorz'e pane, pe fa campà 'a famiglia, se vanno stutanno dint'a na lampa e fuoco. Vendemmia Specchiati in antichi mari, il cielo si abbassa, nascondendo i dolci declivi. Gomitoli di nebbia, coprono la macchia d'arbusti e filari d'uva. Nessun volo,tacciono gli uccelli, sussurra il vento, cadono le prime gocce sui grappoli tagliati e gli altri, ancora tesi,restano legati. E' tutto un groviglio di colori: c'è il resistente verde, il vinaccia dell'acino maturo, l'arancione delle foglie gravide, d'autunno. Tra rupe e rupe senti il canto del lavoro,odi un rumorio di cesti, e i gesti delle mani,gentili, tagliano dalla vite l'uva. Il tempo tra i filari scorre. Ricordo un volto, negli occhi ugual colori,un velo,son lacrime versate,per un tenero,desolante addio. Altro tempo non c'è:resta un bicchier di vino. Lì vi annego il cuore,sperdendo, tra le grige brume un lontano amore. Primo Amore Tornano,mai liberati, con forza d'urto di mille tuoni. E' un temporale d'estate! Annuncia,tra saette e nubi nere, la presenza desiderata dell'acqua, a chetare l 'arsura di un sole a picco che ogni cosa brucia. Tornano ora che il cuore sembra allontanato. E in quel sipario d'acqua,fitto, legato ad ogni filo,senza sciogliersi, leggo le prime parole dette: “T'amo mio primo unico amore”. Ed ora ,ora che tornate,senza pietà, vorrei rilegger negli occhi suoi, bagnati di sincere lacrime,la meraviglia. Vorrei sì vorrei sentir il sapore,del silenzio, mai taciuto dai mille tuoni racchiusi ed esplosi nel mio petto. Ritornano .Ed io a chiedermi: Ma come? Anni son passati e nulla ormai è rimasto uguale. Ma poi quegli occhi d'ambra lucenti e di calde lacrime, nel buio dell'animo mio, si specchiano, e tornano. Rompono la catena dello scrigno , dove chiusi il cuore. E con fuoco di stelle e d'ambra disegnano nella notte chiara le stesse mie parole: “T'amo mio primo unico grande amore”. Resto col mio silenzio tutto scorre,la vita va come acqua di torrente, lenta, senza più parole, verso un unico mare nero! Sento squittir in lontananza un corpo senza spirito Nulla possiede è una stanza vuota ne gesti mai vedrai ne sentirai parola Non è Non emette suoni di trascendenti note mai cantar saprà ignora la libertà Istinto è forse il nome suo oh!ancor di più si giace con l'immoralità Conosce forse la parola? L'ha conosciuta ier con decorrenza mai? Sbuffa sputa sentenziando va traendo squittii dal suo deserto cuor Non altro destin verace avrà il Fato ha già sentenziato: “All'uomo senza spirito di diritto spetta illacrimata sepoltura”. (Giocherellando con il dovuto rispetto con i versi,per,di: Emily Dickinson,e Ugo Foscolo) Uragano Rinforzano, le nere nubi,il cielo. S'addensa il silenzio,mentre la luna, armata di lance aguzze,a milioni, squarcia, qua e là,l'intenso fumo. E' sera. S'appresta l'uragano. Guardo ancor la luna:si scopre, lotta, avanza, si ritira;ritorna a illuminar, un poco cielo. E' sinfonia agli occhi miei, il volteggiar guerriero, dell' astro, tra lembi di chiaror. Ora scorre a frecce,l'acqua, tagliando l'aria. E' un tambureggiar corposo,sull'onda di un perso mare. Il lume della luna è spento. Scompare ogni profilo,nulla si distingue; una solitaria barca,fatica, a guadagnar la riva. Con pié veloce si susseguono i lampi; fuoco in un cielo nero. Brontola ancor il tuono,mentre mitragliano le folgori. Tutto irreale appare. Sento l'affannoso cielo respirar! E' forse il battito del mio, viandante cuor,perso col suo peso, e uggiolante come l'uragano? Aspetto il chiudersi dolce della pioggia, per poter dormire e sognare. Fruscio non parlare taci lasciami sentire altre parole arrivano dal cuore sorretto da una goccia amara inizio di un immenso mare Lascia entrare coll'esplodere del tuono e la forza impetuosa del fuoco E' un attimo e vedrai l'incendio del nero cielo Amore sì lo sento mi inebria brucia cresce dirompente come una tempesta tropicale penetra sangue e vene M'abbandona poi tra ricordi e rovine Vieni ritorna ti aspetta il tramonto languente di colori mentre tremula sospira la luna e il giorno col suo chiarore perpetuamente si presenta Ignora cuore dimentica favori e torti godi dei sogni dati e delle ombre raccolte in mazzolini di prati fioriti Amore sì quello che non conta le notti ne i giorni alternati ma conta le note sussurrate dal vento tra selve di foglie or nascenti di luminoso argento e poi di rossor dorato Guarda par di veder la foglia piangere tra pioggia e vento Amor che canta i baci ricevuti e dati con lacrime e sorrisi silenzi e sussurri pupille e labbra socchiuse tra fugaci ombre. Chi mi regalerà ancora un tramonto d'oro posato su un tappeto trapuntato di mare e di cielo? E poi la notte coi suoi silenzi le parole sussurrate racchiuse in conchiglie dorate? Chi? Si poserà forse la mano su un docile vento ad accarezzare ancora i capelli trafitti da bagliori solari e tremula accarezzare il tuo viso sognante? E poi quel sorriso arcobaleno posato nei lucidi occhi smaniosi d'amore smerigliati da sospese lacrime chi guarderanno ancora? Un bacio vi prego un bacio posato sulle mie stanche labbra regalatemi ancora un attimo eterno di vita volo di cerulea farfalla Oh nenia smania del mio cuore ritrova la via dei consumati passi ritorna a scandire il tempo passato Chi se non tu cuore puoi bruciare e urlare dolore d'amore chiamando chi mai più ritornerà Chi? Colonna Sonora Navigo nelle prime gocce scalpitano sull'asfalto rovente scivolano bruciano evaporano Ora incalzano tumultuose precipitano s'apre un sipario fitto d' ombre che s'allungano sulla scura lucente via Due bicchieri ancora pieni su di un tavolino trovano riparo sotto un tendone a strisce e mentre l'acqua scivola piange Danzo con l'orchestra mille musici dona il temporale allargo le mani stringo impalpabili gocce che scorrono frenetiche formando rivoli piccoli tumultuosi fiumi che tornano vogliosi nel ventre della nuda terra Uno squarcio s'apre in cielo nello spicchio azzurro fa capolino un timido pallido sole tra nubi nere Poi una luce un boato si scaglia su di uno stormo d'impaurite rondini sconvolto l'armonioso volo sul rosso tetto trova rifugio sicuro Ora quel sipario d'acqua perlata canta è la mia nenia preferita colonna sonora del battito del mio cuore. Rap-sodia In quei versi ho cercato un senso albe raggianti e chiare il buio delle notti lieve e cupo con cieli rischiaranti di luna e stelle E chesta e a voce e chi nun tene niente e so parole ca se sperdono dint'o vient a fatica nun conta niente pe chi tene dint'o core nu maletiempo Vidi nascere una rosa tenere foglie su gambo di spine emerse un bocciolo stretto da gocce d'amore e divenne sempre più un fiore L'amai proteso tra mille specchi immagine divina tracciata nell'infinito E chesta è a voce e chi nun tene niente e so parole ca volano co viento a fatica nun costa niente e pa gente è sempre maletiempo Petali di rosa rosso o nero baci su labbra zuccherose silenzi d'amor donato e solitarie lacrime in calice amaro S'affrettano stanche di guardare a spegnersi nel mare le mute stelle Vento cattivo spappoli la corolla in fiore serpeggiando corrono i petali mentre muore amore lasciando allo sterile gambo le rapaci spine E chesta è a voce e chi nun tene niente a fatica sa piglia o viento e mo che rose se so sfrunnate niente strigne dint'e mane Resta sulo o core co maletiempo. Oh! sì lo chiamano Amore! Un alba e poi ancora l'apparenza luccica le ombre svaniscono coprendo i sogni Una porta aperta sul giorno Chi entra? Chi torna? E' lì che scorre il tempo lungo i pendii della vita Una porta aperta! Le mani a toccare il mare si sveglia un gallo nascondendo le spente stelle Una vela corre incontro all'onda s'inerpica tocca l'orizzonte pennella una carezza sfila via su spuma di ricordi Le mani a stringere ancora illusioni ora leggere di colori e un fiore strappato alla vita appassisce piegando lo stelo Or mi domando: cos'era? cos'era? Tutti lo chiamano Amore! E brucia nel sole e ride e piange quando piove E brucia guardando le lontane stelle morte ancor brillanti E brucia sulla fredda luna Le mie mani bruciano attorno ad un rovente cuore mentre zampillando corre senza un dove Lo chiamano Amore condensa eterna dell'universale silenzio Oh! sì lo chiamano Amore. 'O juoco de parole Mo ca nce penzo nun me faccio capace: aggio liggiuto propete chesti parole? Tu puort'chistu nomme altisonante e nobbile altro che Gennarino Esposito E si nato ccà? A verità squisitamente io te penzavo Romano e pure antico Ma guarda o munno è proprio stuorto gira sott'e ncoppa! E primm'passi pe camminà te le mparat mettenno o per'su e vasule e sta città Piazzetta Nilo San Biagio dei librai San Gregorio Armeno ca fa cantà Natale Dint'a sti vich'si ghiut'a scola cu e libri e cu e penzier' A nonna ca cuseva stirava e panni areta'a na fenesta addo'o sole passa fujenne e se ne và Na signurina veneva a casa toia pe ddà ripetizione: “delle morte lingue” e te” mparava a declinar” ncoppa'a giometria e nu triangolo “col vertice rovesciato che avea luogo” nmiezo e cosce e ronne! J che te mparavi! Ma vuo vedè ncapa'a me penzaie: “chisto è napolitano”! “Mannaggia o sole Austo! Ca coce e nfoca e cape” E mo nun mo spiego 'o pecchè si liegge “in questa natia lingua” a chiamma Ostrogota. J che ghiurnata Oggi 'o sole coce se nfucato assaje e prete'e mieza'a via volleno nun se ponno tuccà Abbruciano comm'a cchè J che calore è n'inferno e vita Mille penziere dint' a capa mia s'infiammano ogni mumento si urtano s'appicecano me sento'o fuoco ca nun me lassa maie E stu viale chino d'alberi di tiglio ch'è tutto nu sciore ma senza nu poco d'ombra e l'addore che era doce mo ca staie luntano o' sento amaro O core me parla ancora e dice: “Torna a casa che faie dint'a sta via ovvide è stramana sulitaria cu stu calore manca n'anema nce sta asciuttate sti lacrime e scuorde tutte'e cose o passato ossaie abbrucia cchiù do sole” Faccio scuro e ombra chiudenno finestre e porte nzerro sotto a na campana e vetro ncompagnia cu tutt'e sante ll'anima mia cu tutt'e penziere Nun voglio penzà cchiù voglio stutà stu fuoco M'abbraccio l'ombra e o scuro e m'addurmento chianu chianu sulo pe te sunnà. Me n'aggia j a dint'a sta casa nun ce voglio cchiù trasì Me cade o munno ncuollo a sciato fa fatica nun respiro sti quattro muri addiventano na prigione se stregnano attuorno a me: accussì se more Na voce me dice:”vattenne va sbarianno co viento nun ce penzà tieni n'anema liggiera lascia st'ammore che ammore nunè” Me n'aggia j voglio lascià stu silenzio nun voglio cchiù sentì sti parole ca nun dicen' niente E a nervatura saglie saglie nun se po suppurtà E io sbotto:”chesta che vita è? Nuie nce facimme male ovvide cca nun ce calore è na malincunia senza dimane” No! nunè fatalità o malasciorta Nunè destino! “E'tuccato a me nun ce sta niente a fa””Comme vo Dio?” No! me n'aggia j voglio camminà in libertà pe strade e sta città me ne vogl'j vico vico sino addo sta 'o mare me voglio cunzulà cantanno versi d'amore senza schiavitù e nfamità Voglio guardà cu ll'uocchi nammurate overamente e na figliola: o cielo chino e stelle abbracciata ca luna chiena tutt'argiento nu cielo ca me fa durmì e sunnà nu suonno e libertà. Ascolto ancora il respiro lento a volte affannoso del mare in quella voce raccolgo racconti or di speranza or di paura son flutti di spuma d'onda e di risacca e di vela farfalla colorata in volo libero Gli arrivi le partenze sponde incerte mai raggiunte i sorrisi le urla il pianto appena nato le perdute vite dove si spegne il cielo e s'apre un infinito vuoto su di un mare nero Ed ecco il vento ribelle di un maggio rigoglioso di fiori egiorni muti Refoli che strappano le rose al ramo i petali svolazzano come impazziti volano si sperdono ritornano e vanno rincorrendosi ciechi Un uragano di fiori spezzati come le voci del mare Mi si ribella il cuore che poco può S'allontana stanco senza lasciare traccia ne consumata polvere. Jo ne vulesse caccià sti penzieri ma tornano sempre arret' so ngazzuse prepotenti nziste e me parlano sempre e sulo e te So migranti sti penzieri carne e maciello me fanno turnà a nu tiempo assaje luntano e pare sulament'a'ier' Tornano cu parole d'ammore naturalmente comme si fosse niente “cu ll'uocchie dint'all'uocchie e mane dint'e mane verità di basoli e di vicoli di campane e chiese e silenzi sott'e raggi e na luna argient” Jo ne caccio sti penzieri l'accummoglio sotto a nu manto e bucie e me tremma a voce ca te chiamma mentre o core chiagne e more e vo parlà d'ammore senza truvà e parole O sole chianu chianu se ne scenne dinto a nu mare amaro e comme a sti penziere s'appresentano l'ombre da sera e so turmient'Se fatta notte! E ne caccio nata vota a sti penzieri me voglio liberà cu o viento guardanno o mare niro e senza a nce pensà me metto a cuntà l'onne che perpetuamente indifferenti nasceno e vanno a murì nterra'a rena. Respira una rosa con le sue verdi foglie sul gambo di spine e teneri boccioli Attende maggio pronta a regalar il fiore e il suo profumo Intorno ad un ciliegio ornato a festa da fiore a fiore ronzano le api poi sciamano su altre piante Un cespuglio solitario si racchiude tra lunghe foglie offre un verde smeraldo M'appare perso Indugiano perle d'acqua su quelle lunghe dita immobili come lacrime di fiume Ora scrosciano improvvisi goccioloni e tutto portan via Sferza il cupo cielo una saetta e singhiozzando oltre la siepe lentamente muore un tuono Con il canto dei violini arriva il vento leggero e dolce e tutto smuove:s'asciuga il bucato coi suoi colori confusi tra i fiori Gioca con le nuvole ancor nere di tempesta scopre il sole e poi ancora ombre E'primavera! Il cuor pensoso come il canto d'usignolo si ritrova in questo gioco d'ombre e di chiarori di boccioli e fiori e si affretta ad asciugare una lacrima d'amore. Sentire che sei qui La tua voce e le parole Le stesse di sempre E sempre nuove al cuore Ascolto il silenzio Compagno di vita E dopo vivere l'ansia Riascoltare e perdersi L'attesa e l'afasia La voce ritorna Nei fiori d'Aprile Cangianti di sole E parla e canta il dolce vento Vedo le tue pupille Luccicanti febbrili Raccontano lasciando Cadere una lacrima Si scuote l'animo Leggero vola sfiorando Corolle di fiori or ora nati S'innalza là dove i raggi del sole Bruciano straziando le carni L'animo è pesante finito è il volo Attende misero le ombre della sera Tremolio lieve delle lontane Mute stelle Non v'è sollievo Con la fredda argentea luce E ancora le tue parole Lo so lo so per me non sono Struggono il tuo cuore e spasimi Non ripaga il tuo amore Sobbalza l'armonioso seno E urla il tuo dolore Ed io non ho speranza Non son io quell'amore. Chi t'ha mise ncopp'e spalle Sta croce? Ca è sempre cchiù pesante Dicitemmello chi? Chi t'ha levato a voce? E nun te fa parlà Dicitemmello chi? Napule cantava mille canzone Ca tutto 'o munno e sapeva cantà Cantava ca voce e na bella figliola Cu e viole ca "suspiravano Ncoppo'o turreno nfuso" Na "voce e notte" appassiunata chiagneva sotto a na fenesta Ca nun se vo araprì E mo nun se canta cchiù! Napule sta ncroce e nun tene voce Mentre o fuoco amaro abbrucia A scienza e sta città nun se po cantà Tutto è silenzio pure a Muntagna dorme O sole "o sole mio"passa fuienno Nun da calore e se ne more a mare Appriesso'o sole dinto a stu male e fuoco Pure o core mio vo murì E nun putimmo fa niente? Addà fernì accussì? Avimmo suffrì Cu spasimi e turmiente? Pecchè"sta ncielo destinato e scritto"? No! Cacciammo nata vota a voce Mettimmece a cantà pe nmiezo a via Cantammo a stesa ca faccia pulita E ll'uocchie brillante e mare Basta cu a croce E' fernuta a pacienza Tenimmo na bella voce Nuie cantammo Simmo 'll'ammore. Tra stanche lacrime E assenti pupille senza luce Vi presentate sogni e segnate Le ultime ore non appaganti Di sonno Tra sbuffi di fumo Portati dal vento tornate Immagini e pensieri Riappari Tu l'Amore E quegli occhi lo sguardo Il ritmare delle sopracciglia Piacevole sorriso Mani tremanti veli carezzevoli E la parola sussurrata in canto I silenzi declamati a voce alta Con l'anima ad accoglierli E sei Tu donna d'amare Come augelli per volare Cavalli per correre Fiere crudeli a voler impedire il canto Chi le allontana? Saranno i giardini densi Profumati fiori e frutta con mille colori Natura soccorrimi! Anima mia non correre Fuggir non serve Fermati nei solchi dolci Dei pensieri miei E' questo l'Amore E' il vero quel che vedo e sento? O tutto ormai mi è falso? Non è ludico gioco l'amore E' fuoco è fiamma Son lacrime di cuore Stillante rosso sulla nuda pietra Il sole no!Non voglio vederlo! Non sorge giorno nuovo E spegnere non si potrà L'eterno sogno Ncantato e te Me ncanto a te guardà Tu ossaie ma faie l'indifferente Maie na parola nu sguardo niente Si fredda comm'a cche E io sto sempe cu ll'uocchie ncuollo a te Me faie mpazzì Quando co e mane miett'e capill'a posto Capille curvine cchiù nire da notte Si smuovono chianu chianu E me pare ca nce passa Nu viento doce e primavera Liggiero ca male nun vo fa A sti frunnelle tennere appena nate So piccerelle ancora Poi li arrocchi e si cchiù bella E lass'e fai cadè ncoppa e spalle E cade pure o core mio nfunno o mare Stu core cadenno addiventa nu cavallo Zompa corre accà e allà se sfuresta Nun se po fermà torna a correre Scarta nitrisce se mbestialisce Pare nu truono e marzo Ca va cercanno o sfogo a mare Me sperdo dinto all'uocchie tuie Nire e lucent'e sole uocchie affatate E accussì me pare che o tiempo se fermato E stu core corre comm'a cchè E te vulesse astregnere E mane dint'e mane E te vurria vasà sta vocca doce Dicenno na parola una sola: tu si l'ammore! Fuoco Temprati col fuoco Son stati I miei pensieri Ed ora come acciaio Brillante vagano E'tempo sospeso Lembi nell'azzurro cielo Aquiloni colorati volano Persi e ritrovati Lasciano ghirigori Di rondini volanti Furono e sono il marchio Impresso sulla mia nuda carne E là nel tunnel della strada Rinchiusero il cuore Incuranti lo chiamarono Amore. 'O saccio vuie nun ce credite Pure a morte se mettette a chiagnere Uh Giesù comme'è succiess'? A nce pensà me faccio a croce Chella piccerella teneva Tridece anni bellella assaje Pazziava che cumpagnelle soie Pe nmiezo o vico E' overo è malizziusella Comm'è giusto a chell'età Se vuleva fa guardà Embè che male c'è Tridece so anni belli assaje Si piccerella ancora Ma già te siente na smania nova Nmbiett'a te e o core corre Comme a luna nmiezo e nuvole Pazziava cu e cumpagnelle soie Nmiezo'o vico pe se fa guardà Fuie nu mument' Na sparatoria nu votta votta Nu burdello A gent'ca scappava fuienno 'a miezo'o vico Allucc'grida a luna da paura S'annascunnette a ret' e nuvole E fuie silenzio in assoluto Stesa nterra dint'o sango suoie Sta piccerella e tridece anni Nun se movette cchiù Chiagne a mamma Chiagnene e cumpagnelle soie Chiagne tutt'o vico Pure a Morte chiaghe e dice: "Io nun a vulevo nun so stat'io"! Chiagne Giesù e cu e lacreme Stuta nu lumino allummato Pe devozione. Albe d'incanto E colori rinnovati Perenni nuovi antichi Vette smaniose Si concedono alle carezze Del sole Così sorge il giorno E fiorisce sul tuo sorriso Lucente candido M'appare come neve lieve Poggiata sull'aria fredda e pura Fiocchi silenziosi Morbidi cristallini fluttuanti Una brezza lieve l'increspa Lasciandoli cantare nel silenzio E tu fanciulla sorridi Illuminando il mattino Mentre là in un angolo S'attardano le stelle Curiose di sentire Sorriso che risplende E sei acqua sorgiva Principio della nascente luce E' l'anima tua leggera che ride S'invola libera come stella nova Emersa dagli abissi più profondi Sei materia spumosa Avvolta in cerulei colori Luccica il tuo sorriso E s'apre e canta note di sollievo Son note di gioia per cuori Or distratti sobbalzanti poi Frullanti sulla scia dell'eco Che sospeso lascia il tuo ridere E lo ritrovi riflesso febbrile Nelle tue pupille Fanciulla ridi non lasciar Finire il canto barrica la porta Non entreranno mai le ombre della notte E nell'oblio col tuo sorriso Non saremo soli. Emergono con antica irripetibile lentezza Si scoprono tra timidi raggi di sole Man mano si diradono le fitte nubi Passata è la tempesta? L'acqua scorre ancora tumultuosa come sangue nelle vene balza violenta contro ponti e tracima E'passione di vette d'abissi cerulea e poi di fango brucia mentre il cuore si copre di ghiaccio come raggi lunari Son ricordi concatenati scaglie solari perpetui pensieri d'amore gettati contro il cuore che palpita esplodendo come l'onda sullo scoglio Diradono ancora le nubi e le cime più acute lambendo il cielo si son chiamate fuori Brillano ora di luce nuova mi appaiono antiche e nuove bianche orlate d'oro Sfiorarle vorrei come carezza di pupille sul volto amato Rallegrare il cuore e l'animo chetar vorrei respirando aria nuova vestendo d'azzurro gli occhi Sussurrando urlerei passata è la tempesta? Cala il silenzio e l'ombra va coprendo le cime Torna la sera e su note antiche s'addormenta il cuore. Sento il battere sinuoso della pioggia che martella salta si posa su di un manto di foglie lì cadute portate dall'autunnale vento Le rimembro di tenero verde incessante il loro crescere rigogliose nel gioco d'ombre e luce Eran baciate dai primi raggi di sole libero nel terso cielo assaporavi nuove delizie ed era primavera Crebbero coprendo d'abito nuovo viali piazze il bosco dove tutto cantava ed io con loro cercando riparo dal fiero solitario sole Oh!Sì ricordo l'estate il lungo giorno e le leggere notti quel verde maturo baciato dall'ombra notturna E le carezze gentili donate dagli argentei raggi di luna smagliante e piena adagiata su una coltre d'oro Ed io come il passero sul ramo con la testa sotto l'ala dormivo sul tuo respirar tranquillo Al mattino donavo il primo bacio un risveglio di miele come i primi raggi di sole posati sulle foglie baciate dalla rugiada Ora il tempo s'accorda col freddo tutto è spoglio cangiati son i colori urla un vento feroce nudi gli alberi con spogli rami si flettono gridando Il passero muto e solitario ripara sotto la grondaia non pigola sa che nessuno ascolta La pioggia insiste con la sua crudele danza le foglie che son morte nulla possono far sembrano le mie mani spoglie di carezze rivolte verso un indifferente pumbleo cielo. Un din don dan mi giunge da lontano E' mattutino Arriva un nuovo giorno odora di freddo ferro La nebbia tutto copre si è spersa la città Il fiume non si scorge esala fuliggine lieve Sferraglia un treno là nella lontana piana Sibilante s'alza il fischio penetra quel muro algido e grigio E mi domando:dove andrà? Socchiudo gli occhi lasciando liberi i pensieri Sogno e si ravvivano i colori si esaltano i profumi ora intensi Il giallo dei bottoni d'oro la margherita d'innocente candore e la prima rosa ancor bocciolo Inebriante è l'aria Un prato di viole a respirar un intenso verde e gocce d'acqua pura a far corona Gli occhi riaprir vorrei così colmi di colori e densi di aromi or nuovi ora antichi di ricordi E riveder potrei con animo leggero l'ambra delle tue pupille accese. Mi nego corro d'innanzi alla mia vita L'angolo a nascondermi non voglio vedermi Osservo la Luna che si erge luminosa e trasparente e tutto guarda Trapuntato d'oro è il cielo concavo riflesso dove nel tempo tutto riluce Così si addensa la sera con le sue ombre ad allungar la via Ed io mi nego ad essa come mi nego al giorno ai suoi guizzi di luce che nulla possono sulle pupille stanche Non voglio sentir carezze ne calore Mi nego alla realtà che forse mi appartiene ma mia non è Mi nego sì per sublime verità: il silenzio è guadagnato edè tutto mio. E caddi lo volli l' anima convinta ne era più che mai Quale forza m'attraeva? Non volli sapere Non chiesi non domandai Chi avrebbe avuto l'erculea potenza d'impedire il precipitare L'abisso spalancando le sue braccia accolse il corpo e il cuore Tenero dolce mi sembrò non fiera ne eterno fuoco cheto come solo il profondo azzurro mare può essere Caddi lo volli il vuoto colmo di respiri lentamente cullava l' anima e lì ritrovai il tepore del materno grembo Fu pace un solo attimo fu pace Volli riprovar l'amore Desto mi alzai vidi l'Aurora con luci ed ombre gelo era nell'aria Ma l'Alba emergeva dorata corona di raggi a ricompensar calore Sì questo fu l'Amore:ombre luci furori e musiche sonore E caddi ancora infinito vagare dell'anima non raggiunsi nessun luogo Perso mi ritrovo tra rovi e fiori. Il gioco della foglia Annesso a quello avviso affisso su una foglia vi incisi una parola......... Quanta meraviglia appena fu pensata e scritta l'accolsero i rami e il vento linda fluì come acqua alla sorgente Scrigno eri foglia stretta al ramo e al tronco m'allontanai certo di posseder la chiave Mi persi giacqui ero dolente con lacrime ad offuscar la vista Tersi il mio viso volli veder sorta la luna lo sguardo volsi infransi il limite del veder normale Persa è la chiave! Volli cercare quella foglia e l'albero il vento qual sospiro ritrovando quanto scrissi Attinsi a tanta forza flessi il corpo ci ritrovammo povera foglia La riconobbi era di tiglio non piansi la svolsi temetti di lederla Sei Tu! Ed appartieni ad altra età Non più rigogliosa ritta profumata e verde contusa ora mi appari dal tempo andato Volli aprirti ti tesi non trovai la parola scritta e strinsi nelle mani resti scricchiolanti e secchi Rivenne il vento sibilò un nome tacque il mesto cuore: Era la parola. Lasci così calare i tuoi raggi Luna e canuto rendi questo seno di mare Mentre lentamente ondeggia accarezzato dall'ombra lo sguardo volgo a rimirare l'oro e l'argento dipinto sul fondo nero Solingo vago compagno mi è il tempo che neppur sospira mentre vorrei bramare con l'urto dell'onda i furibondi pensieri divoranti di fuoco e renderli poltiglia sminuzzata conchiglia ombre sepolte Impigliarli desidero nella fitta rete dai mille buchi calata lì da lampare ardenti E imbriglierei così i miei tormenti M'attende l'alba lo spegnersi delle luci nell'abbagliante sole Tirano la rete in barca e guardo l'ultimo tormentato guizzo dei luccicanti pesci ed il sorriso per l'abbondante presa. Quale tema va svolgendo il cuore che non conosce già Spogliato m'eri parso e come vaga stella sempre meno accesa immemore posata nell'involucro nero dell'infinito cielo ti vedevo Ed ora tu palpiti con forsennati battiti e somigliar t'appresti al forte spigoloso vento che fruscia tra il selvoso bosco e nella piana urla e piega gli innocenti steli dei coloriti fiori Oh persa quiete tumulto nel petto riporti Calore è vero ma pur ricordi col peso del dolore Paura non ebbi mai ebbrezza sì di ragionar come vela in alto mare con labbra e mani carezze sussurrare Rifiuti la risacca in secca tu non torni la vela ammainar non sai E ancora un tema antico svolgere tu vuoi? Metti il morso al battito povero cuore stringi la mia mano e ascolta:col giorno sempre sera viene. Osservo e Scrivo Parlami giovane fanciulla dimmi la ragione del tuo pianto occhi lucenti di calde lacrime che rigano il tuo smagliante ed ora cupo sorriso Scuoti la testa smuovi i capelli ricci e crespi non è il vento ma un pensiero che cacciare via tu vuoi Oh quale sarà il peso da trascinare che piangere fa il cuore e l'animo rattristare? Resto a guardare e osservo mentre seppur estranei compiamo lo stesso viaggio E sento pena nel veder rigarsi il tuo bel viso e il lento muoversi della tua mano ad asciugare le lacrime Sono un estraneo intruso seppur occupiamo lo stesso spazio Due auricolari pendono ti sussurrano cosa? Ti cantano un amor perduto? Riascolti una voce che sussurrava dolci parole esaltanto ogni bellezza ed ora trasognando scuotendo i riccioli ne misuri il vuoto? "Cuore ripetimi l'amore ridammi le carezze i baci ridestami i brividi delle sue mani carezzevoli del mio fanciullo petto" E nulla sono ancora lacrime a rigar il volto Oh fanciulla a me straniera vorrei poterti dire: "stacca quei tappi non ascoltare accarezza un fiore appropriati del profumo e del colore Non vi è amore che vale il tuo candore". Un mormorio lieve poi greve s'avanza e tracima spacca s'argina riprende mulinella gocce restano sospese nell'aria Danzano cadono si rialzano s'adagiano lente appaiono sospese come questo mio tempo Lo scorrere ripiglia con vigore l'acqua coi suoi vermigli colori brontola precipitando di valle in valle S'ingrossa schiaffeggia massi ciclopi e piccole pietre nere è forza pura sa essere gentile la natura col fiore che sul cammino trova accarezzandolo Raggiunto il piano si fa silenzio non romba non tuona l'acqua son le mie ore che inutilmente scorrono E sento il rullare di parole nel tumulto del mio cuore erano morte e urlano ancora Annaspo nell'aria del mio respiro mi perdo smarrita son senza via Acqua nascente e forte mi son vista e brontolio di tuono perpetuo nell'eco ed ora rimirando il silenzioso fiume urlo:non voglio morire. Settembre minore E' un giorno come un altro settembre che ritorna Al sorgere del sole con la luce ancora fredda resiste l'ombra tra filari rigogliosi A grappoli sanguigni l'uva splende di rugiada :è matura In silenzio s'inizia a lavorare gli occhi brillanti di sonno allegri per quanto si raccoglie La sommità della collina ammaliante come seno di giovane donna si lascia accarezzare Il giorno è già fatto in lontananza un gallo canta Un grappolo e poi un altro riempi la cesta e la deponi Stacchi gli occhi guardi il cielo un cuore di rondine pensa d'andar via s'emigra il volo s'allontana Odi lo zach zach delle forbici e sotto i piedi la terra d'argilla odora di rugiada che lentamente asciugare dal sole si fa Vien sera tutti i filari son lavorati spoglia or mi appare la collina In un batter d'ora tutto è cambiato Al nascere del sole tutto m'appariva ed era rigoglioso e colorato Ora con il tramonto tutto è spoglio:l'uva è già nei tini Sento sotto il calzare pesante lo scricchiolare della foglia ingiallita secca crepitante I bimbi nella penombra ridono corrono gustano l'acino maturo con il pane nero. Lo ricordo il mare fecondo specchio di mille verità cerulei colori e luccichii di fluttuanti luci E poi lo ricordo ancora sferzato dall'urlo del vento che increspare l'onda fa e innalza con rumore lieve conchiglie frantumate dal tempo Selvaggia è l'onda con la sua spuma bianca e schiaccia sbatte copre l'irto scoglio e poi la spiaggia tutto nascondendo allo sguardo Mare di ricordi:il viaggio in balia di un deserto d'acqua nera Appariva stanca la luna e qualche stella A bisbigliare era solo il cupo silenzio V'erano voci nelle tenebre poi taccqero S'udiva un nenia e il vagito di un bimbo che spasimo sentirlo sulla cresta dell'onda edè lamento ancora E il sole del mattino spacca labbre mani e visi non v'è calore acceca rendendo infinito l'orizzonte Mare selvaggio mare rendimi un approdo un lembo di terra dove il vento accarezza e l'acqua linda verde dolce mi disseta In cuor non mi si spezza la speranza son gli occhi colmi di barbaglianti lacrime a cedere al sogno ormai svanito. Ho accettato l'invito del mio amico Piero e ho tradotto dal "napoletano".Dichiaro subito "amo la versione originale". Come sei bella edè vano dirlo a te che sei la vita mia Oh lo sai sei tu la più bella e superi ogni cosa: la luna le stelle il sole e gli uccelli che adornano il cielo Cerco parole nuove accarezzandoti dolcemente imito il mare che lo scoglio s'accarezza So che ci sei seppur mi sei lontana Poi eccoti accanto a me e son fulgidi spasimi d'amor Sei fuoco che brucia sei tempesta nel mio cuor Come sei bella guardandoti m'incanto sei alba nuova ogni mattina primavera e gioventù Oh tempo perduto e fuggente inesorabile tutto s'appassisce Era primavera ed ecco l'autunno e dentro nasce la malinconia Calano le ombre ineluttabili feroci vendicative coprono tutte le cose belle E vedo la gente non si parla c'è indifferenza Là un uomo è morto giace nella fredda terra nessuno che si ferma nuppur la pietàè quì presente E il mare ora è luogo di perdute vite anime raminghe nessuno che ne parla e resta fluttuante silenzio Oh vita mia ti ho pensata bella ed ora non penso più? Spero tanto che Piero e gli altri poeti che leggeranno questa mia traduzione mi perdoneranno sento mia la versione originale.Un caro saluto a tutti e a Lorenzo per tutto quanto ci permette.sc
Comm'si bella e chesto dico a te ca si tutto a vita mia Si tu a cchiù bella e tutt'e cose: da luna de stelle do sole e l'aucielle ca volano po cielo To ddico con dovizia di parole t'accarezzo doce doce strignennete a me comme o mare fa co scoglio Nun te veco e che fa o saccio ca staie ccà Poi te sento accanto a me e so spasime d'ammore sento o fuoco ca m'appiccia è tempesta mbiett'a me Comme si bella e me ncante a te guardà n'alba nova ogni matina primmavera e giuventù nunè suonno state certo chesta è pura verità Ma comme passa o tiempo e mentre me guardo attuorno tutto s'appassisce Era primavera e trovo l' autunno nbietto me mette na malincunia L'ombra da sera scenneno accummogliano tutte e cose belle A gente nun se guarda c'è indifferenza nu muort'accise nterra nisciuno ca se ferma A mare so sperdute a mille a mille anime perdute nisciuno ca ne parla edè na sofferenza Oh vita mia t'aggio pensato bella e mo nun penzo cchiù? Ed esitammo a dirci il vero eravamo un sol respiro esitammo come l'onda mossa dal vento è restia a morire sulla cocente rena Fissammo insieme l'immagine su di uno specchio d'acqua sereno calmo e fermo Ora tutto smuove e noi non siamo noi siam dimentichi della luce che fendea le tenebre Ingannammo il cuore? Si! Lasciammo cadere le mani che ancora tenevano strette il barlume della felicità Imbrogliammo la lingua negando la libertà di dire e fare sperdemmo tra lucenti astri ogni sincerità e il filo dell'amore Con quale limpida fantasia alzammo colonne smuovendo foglie polvere e ancora foglie Chiaro trasparente amore tu solo sai il come ed il perchè noi ci perdemmo tremanti senza alcun rumore. 01/08/2012 Uh!guardate sta nascenn' dint'a stu muro nu sciore e primmavera Ma comm'io m'addimanno: "sta trasenno vierno o sole se ne ghiuto e nfaccia a chistu muro nasce nu sciore nuovo"? "E chisto è nu miracolo"! Stu muro è antico assaie nasconne nu cunvento de suore e Carità Tant'anni fa trasette na figliola era bella comm'a cchè A gente ca'a sapeva sempre se diceva: "sta figliola nucente e pura è assaie cchiu bella e nu sciore e primmavera" S'annammuraie e nu giovane pur'isso bello e ammartenato Ma po partette pe surdato e nun turnaie mai cchiù A guerra è nfame a guerra! O chianto e sta figliola stutaie tutt'o fuoco ca st'ammore avea appicciato Se ne carette o munno restaie essa da sola cu duie core nammurate senza putè campà Senza n'ammore a vita nunè vita e accussì ca se nzerraie dinto o cunvento de suore e Carità O tiempo passa e và tutto se po scurdà ma l'ammore no nun se scorda maie E mo dinto a sta jurnata fredda nmiezo a stu muro nasce stu sciore janco e purezza e pe nu mumento torna primmavera Parla stu sciore e dice: "Io so o core e duie core e me so fatto sciore pe putè pregà". Una mano un appiglio la corda si tira Lasci un piede sospeso l'altro è ben messo lo senti poggiato sicuro M'innalzo la cima è lontana Ancora un respiro lo lascio cadere lo afferro m'affanno mi strozza la gola stringo la roccia è rosa corallo innalzata dal mare in ritirata Sospendi i pensieri tra cielo e la terra se senti un sussurro è quello del vento La cima è lontana il vento ti parla T'ascolto che dici? "Erano neri i suoi occhi brucianti di febbre e di sole erano perle profonde" La corda si tira l'appiglio è sicuro la mano non trema non lascia la presa La cima è vicina respiro col cuore giocando con un lembo di cielo Son legato ad un filo di vita inseguo la luce di ardenti pupille Fatica è salire Toccando la cima ritrovo il respiro s'acquieta l'animo mio Oh tempesta che getti lo sguardo su tutte le cime ora tu vedi: è il cosmo dell'amor mio! Tracciante di stelle cadenti frammenti di parole sussurrate dal vento. A Erri De Luca di cui mi sento amico.Al suo Mosè di: "E disse".Primo alpinista sul sinai alla ricerca di dio di giustizia libertà eguaglianza. Ai popoli della diasporà di ieri e di oggi. Dove dove mi porterà la notte che sempre attendo! Fra le tue braccia dove so ritrovare il sogno Oppure dove? Tendo le mani a stringere i tuoi sinuosi fianchi e migrano le scintille degli occhi tuoi sperdendosi tra infiniti colori Mi stringo forte al tuo cuore e poi risentirò la tua voce e le parole che nulla aggiungono mentre un braciere arde e brucia alzando al cielo fuochi per nulla fatui Oh notte notte che tutto fai accadere in attimi regali luce nelle ombre visioni e realtà d'insieme Il dopo mi strugge son solo attese follemente ricercate e rivedo le scintille alzarsi al cielo è fuoco avvampano ancora l'anima mia per poi discendere edè soltanto cenere! Il rombo del tuono s'allontana nell'immensità del cielo Poi tace Si spegne a terra il fulmine spada di fuoco che tutto accende S'avanzano le cupe nuvole ad annunciare il temporale S'infuria il vento e tutto piega Ancora verdi si staccano le foglie e volano come farfalle sperse Ride una fanciulla mentre le prime gocce danzano sui rossi tetti S'appresta a mietere i panni stesi ormai asciugati E ride E poi cantar la senti Non guardo resto all'angolo e vedo e sento il suo riso e le parole e canta suoni dolci armoniosi Canta l'amore e acquieta il cuore: "è solo un temporale non tremare non è tempesta il sole tornerà sì presto tutto risplenderà". Con in braccio le messi del bucato zoccolando s'appresta per le scale Torna in casa corre alla finestra e chiude Sento il mio respiro bloccarsi sui fremiti dell'anima Ora guardo quell'esile figura così gentile e cara ferma nel riquadro delle lastre a rimirar la pioggia e ride ma non odo più cantare La pioggia forse sì e l'accompagna dolcemente e le disegna in collo un filar di gocce come lacrime di vita. 04/07/2012 E' silenzio! Odo suonar lontano un rintocco di campana? Torna una voce antica a risvegliar l'animo mio Come naufrago mi ritrovo senza beltà senza delizia tra parole che passano silenziose Erano accantonate mai richiamate ed ora m'annegano Parole che non tracciate orizzonti nuovi e nessun appiglio date su cui appoggiar le mani Afasia Odo lo sciabordio del mare ma non v'è spiaggia su cui dar quiete al cuore Sussurrano le parole sul filo del respiro Tacete M'afferrano mi innalzano senza ali volo Laggiù vedo la strada dei sorrisi Lì noi sorridemmo insieme Oh parole di antica voce che sussurrate all'albeggiar e allo scuro perchè tornate significare non dovreste niente? Parole non voglio più sentire Annegare vi devo sull'uscio del mio cuore?Entrate Eri e sei tutt'ora amore quello vero mai volgare ne contaminato puro ancor più della sorgiva acqua Son queste le parole che vorrei tacere Lascio che entri la malinconia con spilli addosso me la cucio A te io dico amica mia non volare via Appagare non posso l'animo mio che ancora canta con antica voce le odi dell'amore Mentre il giorno trapassa lentamente. Ora che il sole s'attarda sull'ultimo dirupo tornano i ricordi vivi edè ancora luce Essi sì non mentono non sono più dei semplici pensieri Son parole spese radici di pensieri fioriti in terra di malinconia E' l'amore fremiti di passione e archi di dolore Ritornano non abbandonarli lascia che s'innalzino nei cieli più profondi Sono ricordi eroici e ancora puoi sentire il tintinnar di ferri lo scalpiccio di zoccoli e nitriti di cavalli E polvere Il fiume col suo placido andare come la vita tutto riflette Ora sono immagini ricordi mai sopiti Rivedo il tiglio e la rosa già fioriti e quel rimescolio di profumi persi e lievi Rivivo qui l'afrore del tuo corpo essenza di respiro e l'anima in subbuglio Non di sostanza sei ma fatta sei d'amore. E tu Primavera che tutto fai rinascere colori e fragranze edè vita all'apparire Dispettosa Primavera vedi tu lo speme del cuor mio poggiato sui i rami di un filar di tigli fioriti e profumati? Poggio il mio dolore sul canto dell'allodola sempre uguale e fremente anche quando al nido nuovo essa ritorna Lo senti tu Primavera? Cala il sole e l'ombra tutto copre mi pare di trovare tregua E irrompi ancora con perle di rugiada col canto dei grilli con la sfarzosa luna accendi poi nel cielo milioni di lumini ! Bisbetica di mille voci di musica e di canti contempli solo gioia Primavera! Or mi sovviene un ricordo antico a me si dolce e te ne parlo ora che è svanito come un sogno al giungere del chiaror Amavo e ancora amo e il sempre non c'è più Risveglio amaro Oh! Primavera che giungi rigogliosa e irriverente guardar non puoi alla tristezza mia! Lo so tu giungi tronfia e rigogliosa spietata nei colori Fai primeggiar la rosa e la mimosa il canto degli uccelli a rallegrar A tutto ciò il cuore freme e piange mentre la terra trema e tutto tace. S'appresta il temporale il cielo che s'oscura nascondendo il sole E' maggio rigoglioso di rose or or fiorite Son corolle già dischiuse e boccioli ancor racchiusi Spumeggiano colori sul grigio d'aria cupa mentre già senti il tintinnar delle gocce prime Gorgogliano sul prato e odo cantare la ciliegia ormai matura Vola un fringuello nel mentre che la pioggia canta S'apre un concerto è il suono della pioggia armoniose gocce l'una che segue l'altra Sento cadere voci sulla siepe dal candido fiore un groviglio d'acqua fine E' questo maggio S'infittiscono i fili d'acqua rumoreggia il cielo si spezzano le rose i petali s'adagiano lentamente sul verde prato Il temporale rasserena l'aria si calma la calura Oh rosa rosa che al core mio tu bussi e t'apro il restar solo mi duole e se un esule pensier ritorna e grida lascialo andare Vaga sul battito della cadente pioggia S'adagia leggero sul silenzio di un tempestoso mare Un nome ancora un nome un solo nome E piove E questo è maggio con le sue rose. Tutto è spoglio gli alberi son nudi una rosa col suo bocciolo stenta ad aprirsi Fitte gocce di perle eteree formano un infinito grigio dai labili contorni Silenziose ombre veleggiano sono un groviglio immobile così m'appare il nulla Persiste una foglia senz'anima resta attaccato ad un ramo col filo tessuto dal ragno leggera ancor si muove Posa i suoi colori sullo stesso ramo una gazza smuove l'aria cheta si spezza il filo lentamente cade barcollante la secca foglia ormai senza più legami Un variopinto cardellino si ripara tra bacche rosse e aculei taglienti della fitta siepe che lo sguardo limita sul nebbioso giorno Oltre migro col pensiero e sento un alito di vento che tutto spazza via e così riporta il tepore delle tue labbra marzapane di primavera. Ed eri tu l'amor mio a regalar con mani di petali di rose il sole ogni mattina aprendo il cuor al nuovo incanto E l'astro che tutti scalda muovendo per ogni cielo calando chetava i suoi ardori abbracciando il mare E ancor tu l'amor mio generosa oltre ogni dire donavi ancora lo splendore di luna e stelle ed era sera Un niente un andar via una lacrima a spegnere un sorriso un voltar di pagina e l'afonia ultima nota edè malinconia Arriva tenebra sul carro dell'incessante fluire del tempo che non passa e pur diviene lasciando al cuore rimasto solo l'urlo del silenzio. Tenero diventa il mare all'avanzare della prua spinta dal battere dei remi Come l'andare della luna nella sua pienezza rompe le nuvole creando spazio alle lucenti stelle Una conchiglia s'apre persa la sua perla raccoglie lacrime e raggi di sole Perso tra inutili pensieri scosto le tende di una finestra vuota lo sguardo sulla sottostante via tra tutto quel rumore cercando vò un sorriso che mai s'avvicina Eppure so che il cuore fattosi conchiglia come la luna e il mare è pronto ad aprirsi come una vela al vento. Raccolgo brandelli d'anima in un urlo sento il fiato del vento un abito di corde intessute di ore soffiate e tutto si agita Stento a ricostruire il vissuto mai basteranno i sottili raggi di luna a tessere la trama Restano i pensieri i fili della vita sospesi tra vero e cielo E le parole quelle sì ronzano come api coi loro ambigui sensi e urlano smuovendo nella mente echi di antichi amori Fan male quelle taciute ed ora il cuore vuol sentirne l'eco è teso e trema con riguardoso palpito Tali restano quelle parole è vero mai dette taciute e son brandelli dell'anima mia ricordi di forgia a fuoco Non v'è rimedio magia a ricomporre il vero Cala tutt'intorno una sottile ovattata nebbia di grigio a ricoprir il tutto sembrano mani a seminar malinconia Rompe il silenzio un battito d'ali è un passero invisibile muto e nulla cambia E il cuor che sentir voleva urla ancora quella parola rivolto all'infinito che nulla può udire. Vedrai Vedrai tanti soli nascere e tramontare chiarori e tenui colori rosa e viola Vedrai Vedrai la luna correre tra nubi e spazio azzurro e poi le stelle trapuntate d'oro luci tremolanti poggiate all'infinito Vedrai Vedrai un silenzio di coltre bianca posarsi lenta a fiocchi su d'ogni cosa a donar calore sul riposante seme Vedrai Vedrai oscurarsi il cielo con nubi nere son fili d'acqua e fiumi in piena correre senza contare tempo verso il proprio mare Vedrai Vedrai con iride di antica ambra col battito del cuore tendersi le mani ed offrire ancora il vero Amore. Taglia l'aria improvviso è il suono del corno annuncia le giornate grige tremanti e brevi Son note scricchiolanti di foglie ingiallite secche miseramente caduche Tra spogli rami mani di tronchi chiusi senz'anima han perso le carezze lasciate svanite nel tempo un dove senza luogo E lì che odo brillanti violini gli acuti e virtuosi balbettii su righi di remoti pensieri Emigrano stormi di affranti cuori chiusi in recipienti di fredde lacrime Le spalle rivolte al dì passato il volto con occhi allarmati a cercare un domani Pensano al corno ai violini alle note delle secche foglie Al sole dedicano l'armonia danzano i luminosi raggi E' l'amore ad aprire il sipario di perle d'acqua edè altra musica vita di erba nuova. Or lo sguardo si perde nei sentieri dei ricordi Viaggia tra perle e pietre su refoli di vento lacrime di pioggia spine di pensieri Di fronte il mare che eterno s'apre come luccicante prato Attraversa colori verde e azzurro e nel profondo il cupo delle ombre nere E poi brillanti raggi irrompono con luci di lampare Tutto è silenzio ne allegro ne malinconico E' solo silenzio Sento qui il tocco lieve della tua mano che si chiude nella mia Edè un onda serrata nella conchiglia. Là sul dirupo con le sue protettive mura s'erge la città tra bruma di calore Ritta la vedo chiusa nella cornice di una bianca vela mentre s'accendono mille lumi sulla sgargiante immensità del mare Voci non senti ascolti il silenzio l'incanto è rotto dal rintoccar dell'ora posta a guardia sulla antica torre e al limitar del borgo il faro col suo rosso capezzolo segnala al mare il suo finire Partono le rondini annunciano settembre respiro un alito di vento m'inebrio del profumo di aridi fiori Annego tra lacrime sui fluttuanti scogli mi sperdo nei ricordi dei tuoi capelli smossi Solo la risacca copre il battito naufrago e perduto del cuore. Osservando il tempo Comme se scura o cielo quanno'o sole s'annasconne e se mette a fa o guascone nmiezo e nuvole Tutt'attuorno cagna mpruvvisamente: o mare era tutto argentato cu mille culure o verde e l'azzurro cchiù luntano era n'allegria e mo l'orizzonte se fa grigio e che malinconia Ma o sole se scopre lascia e nuvole tutt'e culure tornano e l'aucielle ncopp''a st''alberi da marina cantano E o core mio sotto o sole ca dà calore corre appriesso a nu penziero doce ca se chiamma Ammore e va luntano comm'a na vela all'orizzonte che corre abbracciato co viento. Comm'è lento 'o suono e sta campana se stenne chianu chianu ncoppa'a st'aria e mare Galleggia perdennese lentamente dint'a macina do tiempo ca passa vola e se ne và O vico nun risciata niente se move ll'ombra ca fa cupo'o vico me pare priggiuniera sta ncatenata sta sempre ccà nun vo sapè che de a libertà O sole ca tutto schiara do vico niente vo sapè nun ce trase maie se ne resta fora Ma o vico tutto supporta o chianto e na figliola ca chiamm'ammore parlanno co silenzio mentre l'ombra s'allonga e tutto abbraccia Comme se fatto lento o suono e sta campana pare ca conta e lacrime e tutt'e nammurate. Aggio mis'o friddo e sta vernata amara a nu pizzo nfunno assaie e st'anema mia Ievo cercanno a primmavera pe dà sullievo a vita e sti tiempo ll'aria se fa doce matina e sera A primmavera ca te porta e primme sciure e rose e mimose l'arancio e sient' nu profumo senza pari dint'a via do core mio ca se veste cu mille culure A primmavera è na pazzia ed io te chiammaie pe nomme Ammore mio Stu tiempo profumato passa e fretta se ne fuie velocemente nisciuno o po fermà E quanno passa torna nata vota o friddo ca gela o core Pure co sole cchiù cucente ca spacca e prete e nfoca tutte' e cose senza ll'ammore ca te da calore ca da respiro all'anema rimani ca malincunia e perdutamente se more. Ricordo ancora come carezza d'amore quel bacio leggero materia d'ali colorate Un bacio posato sul rosa di un frutto colto nel silenzio di un bosco pieno turgido fra mille sapori Ferita che s'apre ogni qual volta memore il pensiero torna sui voli tra nubi d'un tempo scaduto attraversato con occhi chiusi Risento il verace miele tra le labbra ancor oggi e mani tremule di felicità E poi passa cinguettando il merlo tra foglie su alberi dov'è già autunno Il mare sullo sfondo è un macchia grigia E' così aspetto che vien giù la sera. Vieni guarda il tramonto dietro quelle nuvole è lento s'adagia un suono tra le foglie porta il vento I colori degli occhi tuoi segnano l'infinito sussurri lieti taciti son pampini di mimosa L'ombra non avanza splende nell'immenso vuoto un sorriso S'addensano in quest'attimo tutti i profumi soffi fraganti d'erba or or tagliata Allargherò le braccia per stringere il silenzio attenderò sfiorando con lo sguardo la sorgente luna Vieni guarda là il tramonto. Quann'sponna a luna nmiezo o cielo se scummoglia nbiett'a me n'ammore antico Tornano tutte 'e cose belle: e primme vase na carezza n'abbraccio a stritto a stritto schernuse pe dicere parole doce Tu t'astrigniv'a me cu tutto o core e o mare arrisciatava cu tutt'e dduie Guardo o cielo veco a luna tutt'e stelle e tutto nu splendore o primm''ammore Io sto attaccato a te comm'a ll'ellera a stu muro e nun me stacco maie pure si luntana staie Mo c'aggia fa m'astregno dint'e spalle sto sulo che malincunia Nun basta cchiù guardà a luna nova nmiezo o cielo pe me sentì comm'a na vota vicino a te. Schernuse=timidi;ellera=edera; scummoglia=scopre. A rastula e specchio Aggiu truvato na rastula e specchio china e polvere po tiempo ch'è pasato Nce passo a mano pe puté guardà A nonna me diceva "attient'a te è maggica" Cu sta rastula e specchio pazziavo co sole e mannavo a te o primmo ammore nu raggio tutto d'oro Pe maggia s'arepeva na fenesta e t'affacciavi tu 'O tiempo comm'passa 'o tiempo e tutte e cose cagnano E mo io sto guardanno dint'a sta rastula e specchio da memoria e scorrono tutti sti ricordi E che te veco: ll'uocchie tuie lucent' brillantat'e sole o pizzo a riso e sento a voce toia comm'all'acqua chiara S'appanna tutt'e cose so lacrime ca scenneno nfunnenno a maggia e sta rastula e specchio. Lo spunto è una poesia di Eduardo Rastula=frammento; nfunnenno=bagnando Ho atteso Maggio coi suoi fiori colori e profumi Ho atteso Maggio con amore Vedrai vedrai Maggio andare via spendere le ultime ore con lacrime di pioggia e il cielo basso e grigio Luccica il verde prato tra il fogliame ogni canto muore che malinconia Vedrai vedrai Maggio se ne va lasciando rose appesantite e colme di petali e colori si lasciano cadere lasciando sul terreno pennelli e tavolozze Vedrai vedrai Maggio che si spegne spandendo a piene mani l'effluvia fraganza di tiglio e gelsomino Vedrai vedrai Maggio andare via lasciando per ricordo i suoi tramonti d'oro il volo di farfalle l'ape che lavora sul nettare dei fiori Ho atteso maggio ho atteso l'amore ed ora vanno via resta così ferita e sola l'anima mia. Cosa ditemi cosa potrò mai sognare e non volere con questo chiar di luna? Solo ricordi su di una porta aperta parole e gesti Noi eravamo! Tu ricordo bene gli occhi sorridenti e un lieve tremolio delle mani Corda tesa ero io accordata sull'amore Questi eravamo noi! Sotto scorreva placido il fiume Sulla silenziosa acqua scivolavano gabbiani e remi Correndo andavano riflessi di colore Ditemi cosa potrò sognare e non avere ora che la porta è chiusa? Entra il silenzio.Solo! Sentirò la pioggia cadere l'attesa la copre il vento si rompe la quiete di uno stanco giorno Smuove pigro pauroso i gambi di piccoli fiori non ha furia solo dolcezza Il cielo si oscura le rondini lasciano il nido volano in alto festose ad incontrare le prime gocce Sentirò la pioggia cadere coi suoi sottili fili radi e poi fitti son perle che baciano la rosa Si risveglia il prato e con la sera poggia un incandescente verde Canta l'usignolo mentre il merlo raccoglie l'ultimo fuscello a completare il nido Sentirò la pioggia cadere e mentre s'allontana il tuono nasconderò tra quelle gocce le lacrime del mio cuore. Si avvicinava lentamente nessun tempo per capire passi come guizzo di mare l'atteso raggio di sole Guardo è un sentire antico Si avvicinava leggerezza di petali di rosa tutt'intorno appare nuovo Ali di vento sfiorano il fiore bocciolo chiuso s'apre splende cadono i primi petali leggeri colorando la terra si alza un passero al primo volo E' ancora Maggio S'allontana nell'immensa luce un volto vedo a me si caro e capelli smossi come tramonto Quell'andar via accenna ad un amore ormai finito Ogni rosa ha la sua spina son sere anche a primavera. Come forza lenta attonita con pallido colore nasce il sole Ogni cosa accoglie come l'azzurro il buio mentre sottovoce s'appresta la primavera Avvolta tra mille colori la rosa primeggia tra i fiori: il rosso il giallo dei suoi petali respirano senza rumore Lento nacque questo amore astro ancora più lucente di luna e sole Tenero amore tenero come boccioli semichiusi Erano lì a domandarsi "è giusto aprirsi nel nostro splendore o restiamo inermi attaccati nel primordiale verde colore?" Amore di libertà colta tra unici pensieri vissuti con abbracci di corpi carezze e calore Non bastava parola Sorridenti raccogliemmo un petalo or ora aperto ne assaggiammo il vellutato sapore Scoprimmo le sovrapposte labbra ed erano baci chiusi tra il battito alternato del cuore Amore in libertà eterna conchiglia racchiusa tra i limiti di due nomi che altro non vollero sapere Si compie il giorno lentamente va dove confina il mare Scompare il sole tra rossastre nubi fuoco spento dalla salmastra acqua Irrompe la gelosia impotente a colmare il vuoto tra il giorno che va e l'avanzare della sera Negli occhi resta impressa la certezza di un nuovo azzurro chiarore luce e forza di questo amore. Mo nun se canta cchiù Ca fantasia e nu suonno me trovo dint'a na notte scura scura S'arape na fenesta scunosciuta na luce lentamente schiara comme se nce fosse a luna nmiezo o cielo nu poco o vico Doie manelle culore dde rose me fanno curaggio facenno n'applauso Songh'io ca sto cantanno na canzone antica pe na fenesta ca nun se vò arapì O vico dorme a fenesta scunosciuta se nzerra a luce s'arretira tutto se fa cchiù cupo A voce mia more lentamente tutto attuorno mo è silenzio Chiagne ll'amema mia pe na fenesta ca nun se arape maie nfunnenno o vico cu lacrime cucente Sponta l'alba nata vota nata jurnata schiara senza sole e senz'ammore E' na malincunia E o mare ca tutto vò sapè perde l'azzurro e se fa scuro e cupo comm'a chistu vico Me voglio scetà faciteme scetà. Osservo è teso il corpo ascolto il vento Buona nuova ? Soffia con titanica forza preme sulla finestra chiusa Sibila fra anfratti oscuri smuovendo l'anima di uno stanco mare Spira fendendo assonnati alberi cacciando le secche foglie Prepara un tempo nuovo? Ancora vento raccoglie grumi di nuvole nere ossida il cielo e poi si getta fremente sul grande fiume che pigro scorre verso il destinato mare Altra vita nascerà? Ora son scrosci e nuova furia s'infila tra gli archi del campanile suonando con rintocchi muti Soffio di vita lasci sabbia nel mio cuore ostinato d'amore che mai s'acquieta E'burrasca piu forte del vento non v'è battaglia sul perduto amore Nessuna buona nuova e qui si taccia il vento. Ji che ghiurnata fauza o sole trase e s'annasconne a ret'e nuvole Dint'a sta pazziella e culure de sciure cagneno addiventano tutti quanti grigi O sole esce nata vota e tutte e cose s'arrepigliano a vita nova e che vedite: Tornano e culure o rrosa de sciure o vverde de frunnelle ncoppa all'albero e cerase o ghianco do biancospino "con le bacche nove" Ji che ghiurnata amara Stu tienpo ca se cagna dint' a nu mument' m'astregna o core e po me fa sentì nu poco e vient' ca me trascina cu mille penzieri addò na vota truvaie ll'ammore E mo! E mo! Ji che ghiurnata amara nun canta cchiù l'auciello freddigliuso o cardillo nammurato s'annasconne comme o sole Dint'a sta caiuola sta nzerrato o core mio ca nun sape ch'addà fa Vulesse vulà o se vularria fermà? Un lampo squarcia il cielo s'illumina romba un tuono a seguire Vien giù acqua a più non posso ad impregnar la terra Assorbi tanto terra mia e assorbi ancora affinchè ti copri di pozzanghere E'come il tempo quando piove questa vita colma di pozzanghere e fango E giù che piove! Non resta tutto uguale valico sui ricordi e tutto guardo m'appare di veder tutto cangiato Non un punto un luogo una pietra la chiesa della memoria è come prima Vi è forse un fiore rosa o ciclamino non appassito sul dono dell'amore? M'affanno a voler mutare il corso della vita e odo lo scalpiccio di cavalli che corrono sull'antica via:m' inganno! Sogno mentre l'alba scopre il buio Una Croce là silenziosa e muta a ricordar le pene sovrasta il monte Indifferenti gli occhi vi si posano sopra E' uguale Essa? Ritorno amaro il dìè ormai passato Il sole è alto i tocchi sono dodici non v'è vento ad increspare il mare e niente s'avvicina al tempo oramai scaduto. Ho visto il sole nascere tra ceneri d'alberi sfrondati per sempre caduti sdraiati al suolo Brucia la foresta! Ho visto il sole tramontare sul mare tra barche senza vele relitti tra pesci galleggianti Umane voci mute nel silenzio! Ho visto il sole nascere su un amore e tramontare su una scia di dolore Oh sole vuoto di colore!! Tene vint' anni che bella giuventù Ll'uocchie quann'e guardate so attizzate comm'a fuoco eterno bruciano cu mille culure so nire niro E'na guagliona nammurata se vede a ciente passe Cammina senza tuccà pe terra E' liggiera comm'all'aria da muntagna Pare na rosa e maggio nun me stango da guardà E corre o core comm' a na vela nmiezo o mare sbatte piglia o viento po se ferma e sbatte nata vota stu core se vularria fermà Tene vint'anni che bella giuventù: ma o tiempo è antico io so passato già. Cielo e Mare Stasera nmiezo o cielo s'allumma mentre cala a sera stu primmo quarto e luna O sole s'arretira chianu chianu E' na sera e primmavera tutta fatta e sciure ca stanno ncoppa all'albero e pe nmiezo a via E cerase so schiuppate comme e rose o mese e maggio Nu ventariello doce doce timidamente se posa ncoppa a chistu verde tenero comme fosse na manella e na criatura appena nata Aizo ll'uocchie ncielo che meraviglia me pare nu miracolo Dinto all'oscurità vide e culure d'argiento e d'oro ca tutto te fa scurdà E sera e primmavera Cu ll'oscurità s'arrocchiano e stelle a una a una e fanno na cuperta arricamata cu chisto quarto e luna Vulesse tuccà a stella cchiù lucente chella ca stà luntano assaie ma io stongo nmiezo o mare addò dinto a nu mumento se stuta tutto quanto Resta sulamente na parola muta ca nisciuno sente Songh'io ca strillo pe fa senti o cielo e o mare ca nun tengo terra addò arreposare. Che malasciorta! S'appresentaie na matina nant' a porta mia Arapett'a porta e pure chistu core Essa trasette e me sentette e dicere: "Io songo ammore e sto cca pe te" E dint'a nu mumento tutto se cagnato Sentett'canta o mare vedett'e stelle cchiù lucente A luna ca curreva nmiezo o cielo tutto s' allummava e nu culore argiento Attuorno a chist'ammore è semp'primmavera adduravano e rrose suspiravano e viole Tutto me pareva nu sciore e paraviso Ma po trasette vierno cu ll'acqua a neve o viento nmiezo o cielo e nuvole so nere Sbatteva o mare comme sbatte o core mio St' ammore se partette nzerranno a porta senza fa rummore E mo sto sul'io cu ll'ombra dint'a ll'anema e pe cumpagnia a malasciorta mia. Mentre la vela non resiste al vento s'ammaina Il sartiame è pendente senti il battere dell'onda Scoppia il cuore si rinforza l'uragano Non andare via non v'è porto sicuro Resta tra il tintinnare del vento tra funi e reti Salpato sei amore. Sono passi oramai stanchi fendono la via con rumori antichi Trascinano senza un dove e un chiedere ne sospiri ne lacrime Giacciono quasi lievi come un frinire di calda sera Sono passi lenti e persi senza tempo Sono riccioli di nebbia che cala lentamente lambendo il mare. Mi ritrovo nella via dove gli alberi covano in silenzio i fiori A primavera sbocciano verde dipinto di verde Altri colori vengono Stendo le mani a raccogliere illudendomi lacrime di stelle Tornano pensieri dell'età innocente Ora cercano un senso al canto delle cicali che sussurravano così pareva note d'amore. Resto in attesa di un raggio di sole perforante del muro che è solo grigio silenzio che tutto racchiude E così odo l'onda dei miei ricordi perduti infrangersi sulla scogliera Il mare tace senza respiro. Ballata per i"Cientocinquantanni" Mettitela a mezz'asta sta Bandiera Tricolore pe carità niente tenimmo contro all'Unità d'Italia ma pe ricordo antiche poco tenimmo a festeggià S'adda sapè pe sti tre culure ca songo bell'assaie avimmo dato o core e pure a vita con Pepe e Settembrini Arrivaie addu nuie don Giuseppe ca cammisa rossa e tutti se mettettono alluccà signure e puverielle: "Viva la Libertà viva l'Italia unita" Appriesso nce venette ll'esercito do Rre ca cummannava ncoppa e addio libertà addio italia unita Nce venette o mal'e panza Facettono e retate se pigliarono tanti guagliune ca divisa e francischiello ancora ncuollo e se purtaino luntano assaie Sti poveri guagliune niente sapevano tenevano vint'anni: "intighi di palazzo o Re ca Regina erano tutti parient' Cavour cu Mazzini Crispi o malament' l'austriaci e francisi a flotta inglesa" è robba e fora pe gente altolocata Sì erano surdati e pure nnammurat'sti guagliune ma sulo pe campà A storia ce lo dice chiaramente a sti giuvenettielle e mettettono ngalera nel forte dei Savoia nmiez'e muntagne a Fenestrelle Sti puverielle erano cchiù de mille murettono de stiente e friddo e famme E mamme se chiagnettero senza e putè vedè Sultanto dint'e suonno e chiammavano pe nomme stracciannese ll'uocchie a fronte Che giuventu jettata da e surece mangiata "In nome dell'Unità d'Italia" Dicimmo a verità e sti puverielle nisciuno sape niente se chiammavano Esposito Cannavacciuolo......... robba e niente senza storia Mo ca so passati "cientocinquantanni" sarria o mumento ca ncoppa Fenestrelle se mettesse nu sciore co ghianco o russo o verde e na bandiera a mezz'asta cu na striscia a lutto a ricordo: "Des junes napolitain tombè pour la patrie". Le nubi irruppero tempestose coprendo tutto Il cielo scomparve si nascose la luna con le stelle I pianeti viventi fuggirono si spense il cinguettio e fu silenzio cupo disperato S'annunciò l'eclissi d'amore Ne forza potè necessitava pietà Il cuore sobbalzò esplose in tuono si sciolsero le nubi rigando di lacrime il tuo bel viso Ritornò il sereno si riudì il canto il sole filtrò tra gli alberi donando calore. S'accese un lampo di luce in un tempo racchiuso dallo scandire di un attimo Ricordo come se fosse ora: non un velo violentava l'azzurro cielo non v'erano lembi di sogni dispersi Fu tutto così breve quella luce irruppe nell'anima gli occhi la colsero si dilatarono sino a sperderla nella nuda parola Sento dentro un foco latente antico fermo immobile E poi mosso fluttuante lanciato nella notte astro nuovo nel cosmo Nella pazza corsa brucia infiammando la fredda aurora Crepitano i residui ricordi accoccolati nello stanco cuore Son scintille d'amore e così che il giorno lentamente muore. E passo sempe pa stessa via senza'nu principio senza necessità Me dico è a forza e ll'abbitudine ca me porta ccà Ma nunè overo niente ve dico a verità: sta via è uguale a tutte ll'ate è struttulella nu poco sgarrupata longa longa nun fernesce maie O sole nce passa fuienne senza lascia calore E' chiena e gente ca nun dice niente e stu silenzio me pare nu deserto Vulesse cagnà strada ma nun o pozzo fa Sta via longa e retta me vede da matina a sera me tene cumpagnia Conosco chesta via essa conosce a me sapimmo tutt'e dduie pecchè io passo accà Nterra nce sta scritto cu parole semplici: "Mi manchi"! E sulo Ddio sape chello ca sent'io liggenno sti parole: ll'anima mia se more passanno pe sta via. Non pronunciai il nome era un fiore iride di colori posato su di un verde prato Si apriva gioioso alla luce del giorno respirava lo notai fragrante gioventù Stesi la mano volevo coglierlo restai col pugno pieno di inutile vuoto Il giorno volò via La sera lentamente si consegnò alla notte. Schegge di luce erano le tue parole al mio sentire Chiare si scandivano nella città convulsa Caos di movimento nelle viscere delle vie tra il lampeggiare del rosso e il verde a sovrapporsi poi il giallo Ed io sentivo i passi tuoi leggeri avvicinarsi ai miei Camminammo D'ambra soleggiava l'aria le ombre come impazzite svanivano al tuo apparire Ora restano le rette d'acciaio fredde inerme che si perdono nell'infinito nulla Su quelle rette dove camminò l'amore viaggiano nella loro nudità i ricordi ormai perduti. Questo tempo scandito con noiosa malinconia perpetuandosi vola via Nulla lo muta ne sole lucente ne tempesta di mare Lento va con la luna lucente oppure piena e rossa Passa senza guardare Altro è il tempo dell'amore che vive con sobbalzi e precipizi con affanni e tremanti attese E poi la quiete di braccia tra le braccia e i corpi ansimanti leggeri e persi tra battiti di cuore. O sole e sta jurnata se ne scenne chianu chianu e a mano a mano cagneno e culure pe nmiezo o cielo E vide nfronte a chesti nuvole ca songhe piccerelle: e vide o giallo l'arancione e npizzo npizzo nce sta o viola nu culore scuro O sole se ne va nzieme a sta jurnata lascianno o' janco nfaccia a sti palazzi Sta trasenn'a sera cu l'ombra nera e tutto se fa scuro Ll'aria è fredda n'auciello sulitario va vulanno ma po se ferma ncopp'a n'albero spugliato sta piglianno sciato primm'e s'arritirà Arriva nu poco e viento ncopp'o suono e na campana è tramontana è vierno tutto se fa cchiù cupo arriva nata nuttata ca nun passa maje Arriva a mare stu ventariello e trase nmbietto a me cu prepotenza e fa male assaje E dinto a chistu friddo e notte comme s'arretire o sole s'annasconne pure o core. AUGURI A TUTTI Levammece sta maschera guardammece attuorno cu ll'uocchie apiert' vedimme sta realtà E basta nun facimme fint'e niente "comme vo dDio" nun serve cchiù a nisciuno Dicimmo a verità stammo perdenne nata vota tiempo sta arrivanno l'anno nuovo e sta passanno natu treno e si passa pure chisto chi 'o sape si torna ancora pe sti vie Comme vo dDio ? Cu tutto o male ca sta ccà dDio chesti cose nun e po vulè! Pigliammo chistu treno nun rimanimmo nterra E' overo tenimmo tanti cose belle ma ca ne putimmo fa se ncuollo nce purtammo nu vestito niro Facimma passà chesta nuttata facimmo passà chistu mumento ca se fatto luongo comme o munno Guardammece attuorno cu na voglia nova nasce accussì nata jurnata pulita e trasparente levammece sta maschera e nce guardammo nfaccia cu n'alleria pazza e pè o vico "Buon Cammimo" nce mettessemo a cantà "uhì là larà uhì là larà. Fanciullina dagli occhi neri dove riposano ancor vivi anni di luce antica con colonne corinzie anfiteatri di mare navigato da ciclopi e coraggiosi eroi Fanciullina ora negli stessi occhi neri riflettono inerti abbandonati sacchi esalanti Spersa li guardi ed inciampi ti copri il naso e la bocca è indecente vomitare Li scansi fanciullina dagli occhi neri in bilico su striminziti viottoli fra ali cadute di pacchi metamorfizzati poggiando i leggeri piedi attenta a non sporcare il vestito nuovo Che fatica varcare il cancello della scuola. Vurria sentì da te na buscia ca pe me sarria na verità Sta verità pe me buscia pe te io ma tenesse comme a cosa rara grande assaie e la conservvarria dinto a no scrigno d'oro Dimmelle tre parole ossaie nun so tante tre parole sulamente a te nun custarranno niente mentre pe me so na ricchezza enorme Ossaccio tu e sapisse sciegliere piglianno nu vocabolario no uno nmiezo a tanti ma chillo sulamente ca sape parlà co core Dimmelle sti parole tre e sarranno benedette ed io me tenesse accorte pe nunè fa sciupà L'accarezzarria sere e matine ore e mumente nun e lassarrie maie da sole è brutta a solitudine Dimmelle sti parole rumpimmo stu silenzio o vide pure tu ca nce fa male A luna se sta zitta e stelle guardano indifferentemente sento sultant'o mare ca lentamente more Che friddo stammatina guardo fora a fenesta e tutto s'è cagnato accussì ampress' e che te veco: Nun c'è rimasto niente cchiu ncoppa a st'albero e noce neppure na fronna Chiove e l'acqua e sti ghiurnate l'hanno fatto cadè ad una ad una a chesti fronne E mo è rimasto o tronco spugliato e pure i rami stanno'annure Guardano o cielo se stennano senza forza e siente alluccà cu disperazione: è vierno che friddo stammatina Nun tengo desiderio d'ascì for'voglio sta che ricordi miei voglio pensa a n'ammore ch'è passato comme è passato o tiempo So doce sti ricordi t'aiutano a campà E' vierno!E' vierno fa friddo assaie E st'albero e noce senza foglie è comme o core senza ammore. Chi è sta bella figliola ca me venuta nzuonno e doce doce me vasato? Teneva ll'uocchie culore do mare lucevano brillante e sole e chelli manelle affusiulate tremmavano mentre m'accarezzava E dint' a chistu suonno s'astrigneva a me cu tanta passione e rideva comme ride o cielo mbriaco e stelle ed io me sentevo mparaviso Chi è sta bella figliola ca me venuta nzuonno dicitemmello o voglio sapè! E sto preganno Ddio pe sapè o nomme suoio primma ca schiar'juorno Me sto sunnanno Napoli bella comm'a na vota tanti problemi pure tanno ma no comm'a mo Me sto sunnanno Napoli senza nu rummore tutta lucente e sole e pure quanno chiove se puteva guardà Napoli senza munnezza dint'o core e pe nmiezo a via E chi te veco dint'a chistu suonno? Veco a Gennarino Esposito netturbino ca se guarda attuorno ca scopa e a carrettella aiza a terra nu mezzone e sicaretta gia fumata e suspiranno dice: "E'cosa e niente"! Formammo un isola nella luce e nell'ombra con labbra scintillanti d'amore La via era deserta il sole ardeva pullulante di vita Ubriachi di colore sussurrammo parole eterne e tali non erano Vedevamo gli alberi flettere nel tempo Venne un nuovo giro il grigio tutto avvolse i rami restarono stecchi secchi i tronchi apparivano spenti La pioggia con i suoi mille tasti suonava sul tappeto di foglie morte E' tempo immoto s'ode solo il gracchiare monotono del corvo L'isola è svanita s'accomoda il tramonto lo scintillante vespro arriva con ombre e luce mentre la via resta soligna. Il legno l'uomo i chiodi conficcati nelle mani A sovrapporsi i piedi un altro chiodo La testa reclinata gli occhi rivolti al cielo di spine la corona è sangue tra gli arruffati capelli Il fianco macerato col segno della frusta la lancia a procurare la banalità del male L'alba restò sospesa solo per pietà e l'uomo crocifisso per volere del padre muore Nessuna idea nuova varcò quel giorno Ed ora nella stessa luce scorgo mia madre tra i dolori dei parti e degli aborti procurati anch'essa in croce e nel dolore regala la vita E' gioia nella lacerata carne. Uocchie de suonno nire comm'a nu tizzone ardente do Vesuvio stutato dall'acqua do mese e maggio Uocchie nire appassiunate ca sulo a me vuie guardate e me facite male Uocchie nire ca nascere facite dint'a mille core l'addore de rose e attuorno attuorno sentite a primmavera Uocchie nire culore do mare cchiù arraggiato e me facite sbattere comme a ll'onna quanno o cielo è scuro scuro e so na vela persa ca nun ritorna cchiù Uocchie nire ca nbietto a me appicciate nu braciere ardente nun me guardate faciteme durmì. Lo spunto è l'ascolto di due canzoni: di S.Di Giacomo e S.Bruni Capriccio Volò con piume candide e nere di notte tenebre per capriccio si rubò il cuore mio e lo portò lontano dalla dimora mia Vagò per terre nuove per mari e monti col cuore prigioniero solcò mille tramonti Non fece più ritorno mentr'io aspettavo Scrutavo disperato l'infinito sul calar del sole o la nascente luna Volevo il cuore mio e ritrovar speravo il tesoro lì nascosto Lo scrigno dell'amore per capriccio la gazza si rubò Ed ora mi dispero e piango del mio perduto cuore. Sulla distesa d'acqua il vento cessò di soffiare le onde continuarono ad incresparsi di spuma bianca a ribadir il moto del mare Cristalli di sale si addensarono sotto i raggi del sole Tutto intorno era silenzio né una voce si sentì né un guizzo di luccicante squame si vide Solo un ombra a piedi nudi vagò tra i residui cocci della bassa marea. Vurria piglià da'o cielo na vranga e stelle chiare pe'e spannere dint'a sta via che se fatta scura scura Vurria livà sta francettella e nuvole ca s'accummoglia o sole pe nun o fa risplendere E accussì senza nu poco e luce passo jurnate amare 'A quanno sì partuta o tiempo passa senza fa rummore Tornano sti penziere co doce e cu l'amaro nun se ne vanno maie e parlano sulo e te schiaffanneme nfaccia o bbene ca te voglio Me struio cu sti penziere senza truvà cchiu pace Vurria parlà e stò senza voce e nisciuno stà a sentì Che bbene ca te voglio è grande comm'o bbene ca tu nun vuo cchiu a me L'anima mia 'o sape aggiu perduto o munno sano Tu si pe mme n'ammore amaro! Glossario:vranga=manciata; spannere=stendere;francettella=gruppetto; accummoglia=coprire;sano=intero;struio=strùggere Lascio parole al vento così vicino al cielo e corrono sulle leggere nuvole Son tenere parole boccioli d'acqua chiara ed ora mi ritornano col sapore del sale: amare Son come raggi del sole spezzati e frantumati mi lacerano il cuore E'dolore disperso nell'aria son grida di rondini migranti E' nebbia sulla battigia dove arriva l'onda spumosa all'ultimo respiro Erano tenere parole or sussurrate oppure gridate sospese nel vuoto silenzio senza nessun tempo. Che vò da me sta meza luna appesa nmiezo'o cielo e brilla e ride ncoppa a sti prete antiche Che vò da me sta meza luna ca dispettosa spanne raggie argiento ca scennene do cielo e vasano sta chiesa e Santa Maria Maggiore Che vò da me sta meza luna sempe sta ncumpagnia cu migliare e stelle mentre ncoppa a sta scalinata sacra sto sul'io e senza musica sento a voce mia ca chiamma'o nomme tuoio E'passione na pazza passione è comm'a sta campana ca dinto'o silenzio sona'a mezzanotte Comme vurria che mane meie accummiglià sta meza luna e tutte e stelle e bberè l'oscurità ca purezza e n'alba nova. Glossario Accummiglià=coprire bberè=vedere;prete=pietre ;spanne=stende; vasano=baciano Soffoca la città nei suoi miasmi è un correre nel vuoto più assoluto: siam tutti senza meta Senti lontano suonare il silenzio s'alzano tremule note nell'indifferenza edè un andare via per sempre Appare il vento attizza fuoco nel mio perduto cuore asciuga lacrime mai versate E spiri e passi con cipiglio diaccio macchia sul levigato marmo Vento leggero inesorabile sospeso sulle nuvole tra ieri ed il domani attraversi le incredule coscienze oramai sopite Vento sei alimento di paure mai provate e sempre più ognuno resta solo e muto. Jo vurria durmì comm'a na vota pe sentì a voce e mamma ca me canta a ninna nonna "Duorme figlio duorme figlio mio bello pure se o lupo se magnato a pecurella cca nce sta mamma toia che te prutegge" Jo vurria durmì comm'a na vota cu n'angiulillo vicino a me ca me da forza e me fa crescere co bene dinto'o core Ma po me sceto e guardo attuorno a me e veco tutte e malefatte ca stanno ncoppo'o munno Nce sta a guerra e moreno e guagliune se more pa fatica e a gente corre senza e se guardà se more e stiente e nisciuno stenn'a mano pe t'aiutà Ma che succede? Che succede! Chesta nunè umanità Jo vurria durmì comm'a na vota ca voce e mamma e l'angiulillo mio pe me putè sunnà nu suonno e pace. Son tutte perle quelle gocce d'acqua posate con limpida leggerezza sulle foglie del profumato osmanto L'estate ormai tramonta riscalda meno il sole è tempo di vendemmia si coglie il frutto del lavoro Settembre è ritornato al grido dei fanciulli che corrono incontro all'avvenire Si spegne con la prima pioggia l'aspro sapor del mare pure i ricordi sfumano sulle prime brume Restano sospese le perle d'acqua sulle spine delle verdi foglie Splende quel fior d'osmanto così bianco e profumato Arriva il primo vento tutto a spazzar via Resta nel cuore un canto di rugiada è la malinconia del tempo andato e m'avvicino al silenzioso grido dell'anima mia sui petali caduti E' settembre è tempo di vendemmia. Son qui a confessare che tremo e fremo al sol pensiero di guardar domani Non tutto resta uguale sull'albero notar si puo che manca il frutto le foglie ormai son rare cangiato hanno il colore non piu verde cristallino è sterile tramonto Pur la sera s'appresta prima e l'alba tarda risparmia i suoi chiarori In cielo puoi notare stormi di rondini col gioco disegnano il ritorno da dove son partite e se ne vanno via Resto con la malinconia reticolo di ricordi ad infiammar la vita. 'O silenzio Stateve zitto:nun voglio cchiù senti parole a quanno se ne gghiuta nun servono cchiù a niente significato nun ce sta lassateme sulo co core mio Stateve zitto:sta luna e stelle e notte nmiezo o cielo nun e facite parlà meglio o silenzio e nu velo niro Stateve zitto nu mumento sulo: fermate ogni cosa mettito a freno 'o viento e o mare quanno stracquo s'appoggia ncoppa a rena nun o facite risciatà Fermate ll'onna ca s'accarezza a vela comme fosse rosa e maggio e va sbattenno e tocca o cielo Stateve zitto: voglio a pace do silenzio cchiu assoluta faciteme sentì sulamente o volo de culure e na palomma ca vulanno se ne va da nu sciore a' nato senza fa rummore. Glossario :(palomma=farfalla) Chi è se non tu l'ombra che si stende col sole alto e lucente Chi è l'onda che sferza la barriera di scogli confine di terra e mare chi se non tu Chi cerca fragile ed invincibile la carezza della rena ora bianca dorata e nera Chi se non tu nell'altomare tremare fa la vela che va tra singhiozzi e carezze tra luna e stelle Chi se non tu rende la voce or tremante ora silente e poi muta come nuvole che chiama senza risposta avere e sentire il tumulto caotico del velo che s'avvolge l'anima Chi? Chi se non tu tramuti dolore e gioia sogni e realtà albe e tramonti l'indifferente scorrere dell' eterno tempo Oh!Dio madre di ogni cosa sei Tu l'Amore! E' acqua che scorre tra le spine delle rocce stilla rimbalza spuma mi apparse limpida con la lucente luna specchiata e muta Ora mi appare smossa fangosa e scura assordante e tumultuosa come tamburi scroscia son cascate precipitanti a lambire il vuoto Il rio rallenta la sua corsa nel tempo palpita là dove incontra il mare Sento frusciare tra le palustri canne un silenzioso vento e quì ritrovo negli occhi scuri di un solitario passero il battito del mio cuore. E dopo cadde il silenzio così carico di infinite gocce d'acqua e petali di rose un silenziocolorato di fiori Ma non bastò Cadde il tempo inesorabile con i suoi umori abbagliante era la luce e le ombre lunghe avvolsero la notte e il dì Ma non bastò Silenzio e tempo e poi la distanza per tenere a bada voli e sogni Ma non bastò Ed ora vedo negli occhi di bimba perle nere e brillanti febbre di vita negata disperati d'amore e di un sogno: il cammino tra stelle lucenti e la luna calante. Con occhi persi verso il fiume noto lo scorrere dell'acqua più lenta che mai Scorre impercettibilmente è silente Solo piccoli gabbiani smuovendo l'aria tentano il volo l'abbandonano in fretta si posano leggeri sul filo d'acqua restando immoti I colori tutto intorno sono coperti dall'afa pietrificate appaiono le foglie I canti degli uccelli restano muti tra i rami ancora folti Giornata calda e oscura Mille ricordi tornano racchiusi in ciarliere parole raccontano di passi sulla riva sinistra Il cielo limpido riflesso sulla verde acqua l'eco della tua risata ancora chiara e il gioco delle mani:tenero Ora vedo fuggire il tempo ricco di malinconia aspetto il temporale per acquetare l'anima. Alzando gli occhi al cielo la vidi lucente e lacerata barcollante come cuore solitaria e silente Mi appare ferita da lampi d'amore vagando tra l'infinito e indifferenti stelle "Dimmi dimmi o luna ritroverò mai quiete"? E implorante in docile preghiera nella notte odorosa d'ombre velate di pesante silenzio ebbi occhi di lacrime e sulle labbra mute parole Nulla percepisci ne cinguettio ne un suono di flauto il vento tace ma tra muti canti sentii un eco infinito: un nome....... Sull'umile zolla della mia terra spargerò colle mani foglie e petali di cuore E lì poserai con leggerezza di lucenti raggi di luna i tuoi scalzi piedi Cammineremo insieme: tu sulle foglie e i petali del mio cuore io accarezzando la tua brillante pelle E sull'umile zolla della mia terra sbocceranno i fiori dell'Amore candidi e con mille colori Affrettati nel cammino sento il ritmo del passo tuo affrettati l'alba è già alle porte la rugiada si dissolve il vento del mattino freme la luna si ritira lasciando al sole tutto il suo furore Cuore... ricomponiti cuore. "Macchie e culure ve putite sciegliere e cravatte e cravatte" Io te sentetto nascere chianu chianu comme a nu zampillo d'acqua fresca e doce e o core ca cantava "chi vo acqua chi vo acqua" Io te vedett' crescere comme a figlio e mamma ca curreva e pazziava nmiezo a tutte e vie e quanno po scenneva a sera sentenno a "voce e mamma" turnava a casa "ca luna e nu poco e malinconia" E mo chi sì? si addiventato nata cosa nun t'arricanosco cchiù A notte mo nun duorme e quanno schiara juorno "e a luna s'arretira" tu nun te vuo scetà Sta vita e nu turmiento nun te fa risciatà Senza ll'ammore nun se po campà E mo ca manchi tu "l'acqua dint' a funtana se seccata e nun te nfonne e mane" O core mo nun canta tutte e canzone e mare e rose so sciupate cadono e fronne a una a una e se ne stanno nterra su sole e abbandunate Da giuventù e stu core ca te chiammaie ammore nun c'è rimasto niente cchiù. "Macchie e culore ve putite scieglere song'a centinaia e cravatte e cravatte..." Ho fatto il "Verso" al grande Salvatore di Giacomo "Mi ritrovai in una soligna via scura come bocca di lupa: ero oltre la metà della mia vita" Come sei crudele solitudine che ogni luce spegni e il buio dal profondo mare emerge sino al cielo Come sei spietata solitudine senza pietà sei edera che toglie aria al secolare albero lasciando il tronco secco Soltudine così inpietosa lasci giogo ai mie pensieri ora muti e poi follia di fuochi d'artificio Solitudine di gemma pura con radici nel passato giorno insensibile nascondi i colori dei fiori: il rosa il rosso Solitudine un lancio di ciottoli nell'azzurro mare dove è dolce annegare tutti i rimpianti. Che bellu suonno ca m'aggiu sunnato Stevamo nzieme tutt'e dduie liggiere comm'a na nuvola d'oro pittata do sole quanno a sera scenne a mare Ca mana dint'a mana camminanno pe sta via ca tutto sape e nuie Che bellu suonno ca m'aggiu sunnato Te sto guardanno e tu guardi a me cu ll'uocchie dint'a ll'uocchie tu vidi a me e io me sperdo nmiezo a mille culure scintillanti e n'ambra antica Che bellu suonno ca m'aggiu sunnato Sentevo o core mio ca sbatteva comm'o core tuoio e na musica se senteva co canto e n'angelo e doce doce se spanneva po cielo E s'appicciaie na luce arrubbata da e stelle e dalla luna Che bellu suonno ca m'aggiu sunnato E che felicità co o viento ca mentre passa nmiezo e fronne e ffà abballà distrattamente Che bellu suonno ca m'aggiu sunnato........ Mo sta schiaranno juorno tutto se sceta chianu chianu sultanto o core mio nun se vo scetà M'innalzo su di un moderno albero fatto di ferro intreccio di rami e morti bracci Son perso tra nuvole e polveri non c'è vento a bucare l'aria Leggero lascio cadere mute parole non colte ne mature Coltivo nella rarefatta aria spezie di speranza sapori per un tratto di vita Estremo gesto ribelle nel silenzio assoluto l'indifferenza non sente l'armonia tace nessuno vede i semi or or gettati si sperdono nel nulla Ormai son perso alta è la paura se perdi l'onore Ti stringe la gola edè afasia Ogni luce è muta Resto quassù con la mia nudità trasparente di sole che quieto tace "Di doman non c'è speranza" Leggerezza E' quìè ora che il pianto s'affoga versando lacrime su di un soffice cuscino Leggerezza di stille dal vago sapore di mare E' quìè ora mentre la sera cala le sue ombre gioco di antiche carte con occhi fissi su di un bicchier di vino anneghi i tuoi pensieri grevi di dolore Sapido colore rubino d'ambra pietra dura un brindisi per Amore Vuoto del pensare t'accorgi del furor del cuore: un leggero volo di vento t'accarezza tra nuvole e sole tra freddo e calore Ah l'amore........ Upupa Sto guardanno dint'e llastre e na fenestra veco n'ombra ca se move Sento o core ca se mette mpruvvisamente a correre comm'a nu treno asciuto pazzo Ma che d'è? Nmiezo a via e sta campagna nun ce sta n'anima viva so sul'io ca cammino Caccio a capa pe vedé ma nun se vede niente cchiù Guardo ancora Nu riflesso nmiezo e llastre nce sta ancora e che te vedo:a faccia mia Chesta casa ca sta nchiusa a tantu tiempo è na casa abbandunata Se partette na figliola mo è passato n'anno già Io respiro lentamente trova o core nu suspiro nun ce ombra de n'ammore è ricordo e niente cchiù N'auciello bell'assaje sta vulanno n'ant'a me: tene a capa piccerella cu na cresta malandrina na livrea ca me pare nu quadro cu mille culure pittato da nu pittore fino St'auciello è comm'ammore se ferma nu mumento po arape e scelle e se ne và Ji che bellezza che rarità sulo Ddio e pò crià. Glossario:llastre= vetri;capa=testa; crià=creare;scelle=ali Come lavacro ancestrale battesimo lascio che l'acqua mi scorra sul corpo a lavare nessuna colpa ne a rimettere peccati Ho sì un debito d'amore negato un alba accogliente di tutte le ombre più pure e feconde e la cupa paura del mare come non mai silente Edè febbre del gioco del mentre L'amore è per te l'ansia del secondo che passa mentre per l'altro il tempo è già passato o forse s'è perduto nel divenire edè negato Resta amore mai detto sublime senza inizio ne fine Edè amore di pelle e follia poggiante sulle ali di farfalle in volo verso la stagione nuova E' sogno cangiante fatto di inesistenti colori mentre il risveglio ebbro d'affanni tutto cancella. E' la falla mai aperta dall'uomo a tirar su greggio Petrolio di un poeta ucciso svelò crimini e delitti per le ricchezze ingenti mormorate e svelate di un paese nudo e povero Un buco nel profondo abisso oscuro che vomita e vomita l'oro nero "Maledetto sia quel buco chiudetelo"Urlano "Non vedete che tutto muore"? Nulla resta è un mare nero abbitumato nel nome del profitto di pochi tutto muore Vo predicando povertà e un altro mondo di spirito e di pensieri qual ricchezza E le immagini incalzano non s'apronono le ali del fenicottero imbalsamato di inebriante nero le resta il cuore accellerato il battito supplicano gli occhi "datemi la morte" S'innalzano malefici vapori a coprire la lontana luna E vomita quel maledetto buco miasmi di umanità perduta "Chiudetelo" si urla ancora e più nessuno sente tutto intorno è silenzio amaro Sul vomitato olio neppure l'onda riesce a germogliare E Moby Dick muore C'è chi si domanda: "è tuttu veru o è tuttu nu buffuniari"? ? L'ammore nun è na fronna e rosa l'addore e nu ciardino ca sient'a cient' passi L'ammore nun è nu sciato e viento ca scioscia dint'a na jurnata e sole ca leva a capa e passa comm'a na carezza pe capille tuoie L'ammore nun è na notte e luna chiena e o cielo chino e stelle co mare ca respira cantanno na canzone nova L'ammore nun è nu surzo d'acqua e fonte ca nun se secca maie co core ca martella chiammanno o stesso nomme L'ammore nun è n'aizata d'uocchie pe vedè ca nun ce sta nisciuno L'ammore nun è nu vasillo piccerillo ncoppa'a na vocca azzeccosa doce e rossa comm'a na cerasa L'ammore nun è....... Dicitemmello vuie: l'ammore che re? S'abbatte come furia su ogni cosa Urla con ferocia umana transitando per vie deserte Passa tra fronde di tenero verde piegando tronchi anneriti dall'acqua Impazzite nuvole vagano disperate nel cielo che tale non è S'increspa il fiume precipitando senza fine verso il lontano mare Si alza un turbinio di polvere un vortice afferra un foglio abbandonato arranca piega sbatte in ogni dove Si placa non v'è ragione è tregua si rialza ricomincia e tutto diventa terso e buio Si abbassa il cielo che tale non è sino a lambire i tetti Il silenzio diventa più spesso aspettando il rumore della pioggia Si svela:non è solo furore di vento è tumulto di povero cuore. Ji che penzier'amaro me vene sempe ncapa ognu mument' e notte'e pure 'e juorno E stu penziero parla chiammanno'o nomme tuoie è semp'o stess'nomme è voce sott'o sole o sott'all'acqua ca vene a cielo a zeffunno Ji che penziero amaro ca fa pezzente o core ca cerca inutilmente n'ammore comme cercasse'a carità cu na mana stesa Core core mio sient' a me: "l'ammore ca luna e stelle e o mare blù ossaie pure tu nun c'è sta cchiù" L'ammore d'oggi è stracque è strutto è piso dint'a na sporta e cielo ca sulitariamente te trascina pa sagliuta e chesta vita. Rileggendo Raffaele Viviani Glossario:Strutto= distutto;piso =peso;Sporta=cesto;strcque=stanco sagliuta=salita zeffunno=a catinelle. Mondo antico C'è una frontiera da varcare una linea invisibile di filo spinato Siamo spinti nell'acqua solo onde come ombre sul mare La luna compare con stelle tremanti ci coglie la sete col sole l'arsura ci strozza parole non dette uccide il silenzio E' lunga la notte ancora le onde e le ombre e stelle lontane Di silenzio si muore All'alba non tutti vedono l'approdo la terra di libertà sognata C'è una frontiera da varcare la linea invisibile è sempre vicina il filo spinato lo tocchi con mano repirandone l'aria I piedi piazzati per terra il cuore a soqquadro occhi persi altrove tumulto di mare in tempesta E' questo che abbiamo aspettato? Son pensieri d'amore un arco eretto sulla vita sommerso dai raggi di sole disegna coll'aria un arcobaleno di tanti colori appare così l'infinita profondità del mare edè l'inizio S'accendono le luci come una nascente alba occhi abbagliati tante farfalle brillano un volo nuovo corrompe lo spazio dell'immenso cielo tenero tocco col dito Ed ora siamo in fondo neppure una canzone s'aggira per ciottoli e vie Nel silenzio si spegne il giorno coi suoi fuochi restano le ombre allungate su di un gatto nero che solitario su fugati campi d'oscurità struscia il pelo a fil di muro Come è profondo il mare. Comm'è bella'a luna stasera nmiez'o cielo tutta lucent'e sole E stelle ne vide poche stanno luntan'assaie so sulitarie O mare discreto nun fa rumore risciata lentament' L'onna piccerella s'addorm' comm'a na criatura doce doce ncopp'a rena Nmiez'o mare luceno e lampare accarezzanno'o cielo Sul'io guardo chestu' 'bbene e Dio me ncanto e doie lacrime scenneno e me nfonnano sti mmane E' na malincunia sta nuttata e tu nun a puo capì Tu staie luntana'assaie e chello ca vech'io tu nun o puo vedè. E il gioco tuo fu come quello del bimbo che costruisce col sole imbrunito di calore castelli di sabbia lasciando poi all'onda nella tersa notte arricchita di stelle e di luna ad appianar ogni cosa. 'J quann vec'a tte me s'astregn'o core Vuless'parlà ma nun trov'e parole Te vulesse dicere tant'e tanti ccose ma rest' ncantato a te guardà Se dice ca so ll'uocchie ca parlano e pur'o silenzio se sape fa sentì Ma so sempre sul'io a parlà e dico e stessi ccose E tu nun dici niente te giri a part'e llà cu na girat'e spalle Vuless'parlà greco e latino pe me fà capì ma scrivo napulitano e chello ca te dico tu ossaie già "'J quann veco a te me sastregn'o core"! Ed io pe te o saccio so o riest'e nient. Fu un attimo una lama del tempo un raggio di sole al tramonto e la luna che avanza con raggi soldati emergendo da colli e picchi Raggi che si sfiorano s'incrociano s'intrecciano nascendo morendo Fu un attimo una lama lucente due sguardi occhi d'ambra e d'azzurro s'incontrano si scrutano si sfiorano parlano un linguaggio comune son movimenti di corpi e di mani e luce di carezze irripetibili affanni di luminosi giorni Fu un attimo ne corpi ne mani si spengono gli occhi l'ambra tramonta l'azzurro svanisce oscurate pupille carezze lasciate Resta l'onda del mare schiumante di rabbia e dolore son schiaffi spruzzati sull'inerte scogliera. Brucia l'ultima legna nel camino Raccolto al caldo osservo i ricordi e gli umili pensieri Sono come l'onda marina vanno e poi ritornano Guizza la fiamma lingua infuocata Non si spegne l'amore con lacrime crepitanti come scintille Son racconti solitari di rose perse tra più colori E sono cose or vere or immaginate Colonna sonora musica sussurrata e dolce tra foglie secche e nuovi piccoli germogli verdi svegliati a primavera E'vento nuovo sussurra e fischia s'innalza verso il cielo gravido di nuvole e corrono sempre più Lasciano poi cadere fili d'acqua a penetrare la terra Un frullo d'ali accompagna il silenzio e sai che nessuno sente La solitudine sei tu un rintocco di campane sulla parola amore. 'A Madonna nera Comm'so 'janche sti manelle toie e chesta faccia ca pare e cera e sta faccella e na madonna nera chella ca spada nbiett' nfaccia all'altare Na lacrima te scenne ll'uocchie lucent'e chiant' fanno brillà sti dduoie frunnelle e mare Na varca ca nun torna sta sperza nmiezo'o mare so partute co' e lampare è a fatica do piscà Sta figliola sola sola ca'a faccella e cera janca cu nu sciallo niro ncapa s'addenocchia nanz'a Te "Tu si a mamma e tutte e mamme nu miracolo le'a fà:fa turnà ll'ammore mio nfunno'o mare che ce fà sta preghiera sta a sentì nterra'a rena io sto aspettanno ca ritorna chesta varca senza'ammore e ninno mio io nun pozzo cchiù campà". Ossaccio aggiu sbagliat' io te currett'appriess' nmiez'a na via sulagna all'ora da cuntrora O sole ca bruciava e pret'e chesta via e sa appicciae pure o core mio dint' a nu mument Ossaccio aggiu sbagliat' quant'sentette na voce ca chiammava era meglio a nun sentì invece me giraie e accumparist'tu o core se perdette s'annammuraie e te Ossaccio aggiu sbagliato quanndo pa primma vota te dette nu vasillo ncoppa'a sta vocca toia ddio comm'era doce nu sciore prufumato mo mo schiuppato Ossaccio mo nun dorm' pass'e nuttate sane pensanno sul'a te Meglio na preta nbietto ca nu scem'e core ca va cercann'ancora chell'ca nun ce stà. Nce sta n'addore nuovo pe d'int' all'aria n'addore maie sentuto j'che fraganza! So cient'e cient' sti giardin'addò vaco currenn' nmiezo'a tanti sciure So rose so viole 'o sciore e malvarosa nu giglio janco janco e na pianta e giesummino J' che fraganza e che bellezza me pare e sta nparaviso! Cu tutti sti culure o core s'arrecreia comme si fosse nanz' 'o primm'ammore Chillo ca sto facenno è nu suonno e primmavera e mo pregasse Dio pe nun me scetà Sent'ca for'chiove o cielo è tinto e niro ma j' tengo ll'uocchie nchius' nun voglio cchiù guardà. Febbraio Ricordi nel tuo cammino che sei il più breve che ci sia Il tempo è poco ma si assapora il canto dell'augello che si risveglia e il dì che man mano allunga un chiaror nuovo ritardi poi le ombre della sera Tu sei Febbraio mese dei contrasti tra il carneval pagano e quaresima a rivisitar peccati Alterni giorni con freddo e gelo e spiri adamantini venti e acquarugiuola sui bianchi fior di mandorlo Febbraio a risvegliar la terra che preme e gonfia s'avvicina l'or di seminare e il cuor mentre tutto si risveglia riposo va cercando M'affaccio a sta fenesta e guard'for':chiove Sta vernata nun fernesce maie se perz'o cielo co o sole ca luna e tutte e stelle E' na vernata fredda scura scura A gent'corre nun se ferma nu mumento nisciuno dice na parola So ghiurnate'amare una appriess'a nata Sempre e stessi nuvole e st'acqua nera ca vene a cielo pur'essa sempre a stessa Partette na rundinella ca facette'o nido sotto'e titt'da casa mia Se ne vulaie che cumpagnelle soie abbracciate cu l'urdemo raggio e sole E so rimast'j sulo co core e co silenzio Me ncanto a guardà fora'a sta fenesta aspetto'a primmavera pe vedè turnà nu poco e sole e pe sentì cantà comm'a na vota a rundinella mia. Sei stata come il primo vento lieve ed irruente sferzante e poi carezzevole dolce come una goccia di miele Sei stata la prima acqua sgorgante dalla nuda roccia e nacque un ruscello d'impeto e forza con pozze di riposo trasparente Sei stata una farfalla con i colori ancora senza nome e quel candido primo volo su petali appena nati Sei stata musica di vento adagiata sull'acqua del fiume mentre abbraccia il mare Sì acqua dolce e salsedine Sei stata tu la vita con ali trasparenti ed appuntite stelle trafitta dai primi raggi di sole affacciato sull'alba appena chiara. A luna stanott' nmiezo'o cielo nu faro me pare ca schiarà fà tutto stu tiatro E stu vico sott'a sti raggi'e perle addiventa cchiù sulagno Nu lume luce è chillo da cantina è tard'e sta aperta ancora O core trase e saluta 'o padrone Sta miez'assunnato assettato ncopp'a seggia senza'aspettà'a nisciuno "Bona sera a vuie si bona sera se po dicere" O padrone nun risponne Tene ll'uocchie nchiuvate nterra fa fatica a guardà a faccia e stu guaglione che'è ghianche cchiù da cera "Giuvinòè tard' vuie cche vulite?Jatevenn'a casa"! Appare nu silenzio amaro nisciuno vo parlà Doie lacrime nfonnano a faccia e stu guaglione Fora'a porta da cantina a luna luce e fà schiarà tutt'o tiatro Se sent'po na voce zittu zittu e chiagne "Nu mument'sulo patrò e po turnamm'a casa Vuless'nu bicchier'e vino chill'sincero vurria scurdà ll'ammore e vurria stutà sta luna ca luce nmiezo'o vico e dint'all'oscurità s'acalasse stu sipario e rimaness'io sulo co rummore do silenzio ca sta nzerrato dint'o core mio". Edè tempesta con il vento che urlando forma l'onda ed essa s'innalza s'increspa una furia che corre Spumeggiando sempre più alta attende la scogliera per infrangersi e morire Violenza di spuma bianca rumore di un tuono caduto nel mare si lacerano le vele Suona la foresta di alberi ormeggiati nel porto sbalorditiva musica di roche campane Tutto si piega prue appuntite piegate come a pregare imbarcano acqua rafforza gli ormeggi Non si plaga la furia del vento Si stacca il mio cuore affronta i marosi si sfida col vento combatte il dolore ed in questa tempesta si perde annaspando Riaffiora sull'onda violenta non segue una rotta ha perduto l'amore e in quella deriva ritrova la pace. Un così nobile sospiro apre al cuor immensi spazi s'innalza nell'infinito dove tutto guarda non v'è siepe che separa l'orizzonte è tutto lì Un sospiro una parola sussurrata sotto voce il silenzio che attraversa gli anni luce E t'innalzi ancora e par di toccar la luna sfiorando gomitoli di nuvole Non vi è tempo è solo spazio brillano infinite piccole stelle si perdono lontane E poi sussulti con occhi spalancati perso ti trovi sull'immenso baratro. Tu ca nfronte tien' nu culore verd' vivo comm'a ll'onne e chistu mare so nu poco screziato comm'a scoglio arravugliato dint'a luna So duie uocchie e paraviso primmavera e giuventù so frunnelle e ruta e muro ca profuma comm'a cchè Io te guardo e tu che faie? t'annascunn'ne pecchè? Chistu verde e fronn'e mare a guardà fanno npazzì! Si figliola cu ll'addore e n'alba e maggio tu si comm'a luna nova e faie lucere stu cielo Tu si comm'a n'aria e chiesa prufumata e mille rose Ma a stu core tu o faie chiagnere si va sperzo senza e te. Son fiocchi di neve che lentamente leggeri come battiti d'ali frullando s'adagiano Sono immagini di sogni lontani smaltiti sulla risacca del mare con l'onda essa sì sempre nuova sfrangiata sulla d'orata spiaggia Gracchia un gabbiano mentre s'eleva al cielo scompiglia col volo un raggio di sole edè ombra per un istante finito Quel volto quel sogno si sperde lontano e i fiocchi di neve mi sembrano ora ghiaccioli appuntiti pronti a ferire La neve continua a cadere edè vicino il silenzio L'onda indifferente si rinnova prima di morire come il volto così amato ne resta lontano annegando nel sogno. Tu ca puort'nfronte duie uocchie nire lucent comm'a stelle e na notte d'està Duie uocchie nire affatat'ca te fanno sunnà e quann'nun me guardano mbietto me trase nu veleno amaro Lucenno va sta luna pe nmiezo e nuvole appare e po scumpare fa luce e po se scura Va pazzianno po cielo arravugliata cu e nuvole nere comme fanno chist'uocchie nire appassiunate ca mo luceno e mo se stutano E accussì se mettano a pazzià co core mio. Non è spartito nuovo che vien suonando la terra Sussulta trema s'innalza con toni di fanfara suonano gli ottoni colorati come nuvole è tramonto maggese Irrompono i violini con corde di tremula pioggia Son gocce rimbalzanti sul nero selciato vibrano anch'esse son percussioni su tamburi assonnati Danzano leggeri nel diafano cielo passeri e colorate farfalle s'inseguono al ritmo di note volanti Ascolto il mio cuore posato su devastate immagini son corpi inerti scaricati da mostri d'acciaio di nuovo son fosse comuni Che musica suona quest'oggi la terra se spacca se spezza il sorriso dei bimbi Son esili braccia elevate nel cielo che cielo non è E' polvere di note in frantumi è concerto d'addio Si spegne l'immagine ci resta il ricordo e l'orrore e non suona più il povero cuore. Quale ambra raccoglie lo sguardo tuo immerso nei sogni ritorna Sono raggi immensi brillano tra mille inquéti pensieri e poi son nuvole son rondini di gioiosa primavera che irrompe e tutto cambia: il grigio del mattino e il buio della lunga notte Sul bianco tappeto di neve chiuso da cancelli irti picolavano i passeri lasciando orme di freddo Ed ora tra tremule gemme di verde nascente cinguetta il pettirosso e torna la rondine Spumeggia il mare è riflesso di nuvole d'oro posate leggere sulla riva nera S'allontana una vela perdendosi all'orizzonte azzurro concavo di cielo E rivedo quell'ambra svanire nel sogno mentre all'imbrunire ti vesti di raggi di luna. Oh stanco dolore riposa! Per quanto tempo ancora ti porterò con me per strade senza fine come fardello di lavica pietra Oh stanco dolore riposa! Sotto una luna piena s'aggira un ombra antica le stelle luccicanti come due occhi neri l'accompagnano in silenzio Oh stanco dolore riposa! Sperduta in mezzo al mare una vela che biancheggia battuta si ritrova tra spumeggianti onde l'abisso è un richiamo ma riemerge ancora Oh stanco dolore riposa! Un lume sull'altare è come un cielo muto un canto una preghiera poi il silenzio espode e scende dentro il cuore Ora sì riposa il mio dolore. A sentì sti parole ca sta dicenn'o core mio ca sbatt' e corr' comm'a cche io nun ce pozzo credere Me sent' dint'e vene scorrono comm'o sang e fanno male assaije Ma che ven'a dicere "ca nun me vuo chiu bene" St'ammore mo è fernuto scurdammo tutt'e cose chello che è stato è stato calammo stu sipario L'ammore è comm'a vita accummencia e po fernesce Tu mo me vide e chiagnere nun te preoccupà nun e guardà sti llacrime girati a part'e llà Tu ossaije comm'ossaccio io pure quann' fernesce'o bene e llammore se ne và a suffrìè nu core sulamente e chist'è o core mio Rafael Pablo ti han chiamato Hermana e tu hai con passi leggeri camminato sui sentieri della vita e ancor ora si sentono nitidi e forti Sorella che dall'antico continente attraversasti il grande mare lasciando le montagne per una nuova luce Negli occhi perle nere avevi mille luci e scintille come foglie soffuse di sole Ti si aprirono spazi immensi senza colmare la grandezza del tuo cuore Sorella mia ti spinse l'idea della liberazione degli umili dell'ultimo e tutto donasti l'anima il corpo e fu solo Amore Fosti vento che soffiava leggero sulle ali di un mondo nuovo E il tuo volto posò sui muri di città antiche con colori nuovi Cogliesti l'attimo immortalando la chitarra la falce la spiga per il pane Donavi l' arte i volti i panni liberi di donne messicane Madrid non fu liberata Ne ricevesti merce avariata e sogni e amore continuasti a dare Hermana non ti stancasti mai e sono ancora passi leggeri a far la storia Meravigliosa donna di bellezza antica parla di te il silenzio e il vento chiama non dormi sorella odi il grido degli umili degli ultimi LIbertà libertà è tuo questo nome: Tina Modotti. Buon Natale Che de me tremmano sti mane tenenn'astritt' na letterina e Natale O foglio è tutto colorato co giallo 'o russo col bue e l'asinello a stella polare lucente e tutt'argient' annuncia al mondo intero:è nato è nato cca nce stà Gesu bambino Sonano e zampugnar' canta a gent cantano co core aller' mo ca so arrivat' nant'a chesta stalla Canta"o lupo e a pecorella rendendo gloria o bambeniello appena nato" Che de me tremmano sti mmane tenenn'astritto sta letterina e Natale E m'arricordo quand'ero piccirillo nu guaglione e scola: il giorno di Natale si legge quanto scritto "Cara mamma caro papà oggi è il santo giorno è nato Gesu bambino auguri a tutti di vero cuore prometto di esser più buono di studiare e rispettare Gesuè venuto m'aiuterà a crescere e migliorare Gesu regalerà al mondo tanto tanto amore" Che de me tremmano sti mane tenenn'astritto sta lettera e Natale Nun' a pozzo leggere tengo ll'uocchie chino e lacrime e chiagn' comm'a nu criaturo e tantu tiempo fà. Datemi un posto lo cerco come il deserto cerca l'acqua un posto dove nascondermi vorrei Son quì tracimato da una folle confusione particella vagante nella soligna immensità Una nicchia vò cercando lontana da clamori ne ombre ne luci ne lampi di sfumate fiamme Un luogo non negatemi un luogo senza suoni dove non fischia in vento e il mare non respira senza più nuvole nere a sovrastare il cielo Nulla di tutto ciò avverto solo percorsi e strade senza mai porre quete Oh come vorrei annullare il tempo e ritrovarmi solo rannicchiato nel mio cuore a rimirar un posto di immenso vuoto che fu quello occupato dall'amore. Vedo sfuggire l'ombra inseguita dalla luce è il tempo che passa e poi ritorna ancora Resta lontano il brusio sono voci nascoste e nulla dicono Invece un palpito di farfalla sento sfiora l'aria tersa e cristallina Un pallido sole nulla toglie alla giornata fredda M'accosti e resta l'infinito spazio incolmabile e siderale Or mi appare siam pianeti sconosciuti persi nell'infinito nulla senza nessuna meta girovagando vanno Sono ombre e luci ruotando disegnano orbite diverse senza incontrarsi mai Una stella senza splendere non è più tale La guardi sì restandone incantato ma nel profondo cuore già sai che non da più amore Posi le mani ad affrancare gli occhi innalzi una preghiera brillano le lacrime Son tante stelle d'oro racchiuse nello scrigno dell'inesistente cielo Ti illudi:non è splendore ma lo conosci bene è dolore. Lettera a Maria Cara Maria io sto luntano me ne so ghiuto tantu tiempo fà Partett' na sera e o treno se perdette dint'all'oscurità Nun s'arrivava maije ll'ombra passava una'appriess'a nata E o core comme chiagnev' lassanno sta città O tiempo se fermaije e nu penziero sulo me martellava ncapa " io nun te scordo nun t'aggio scurdà" Povera Napole mia che te succies'? Che t'avimmo fatto? Dicimm'a verità tutt'quant' se so scurdato e te! Prumess'e giurament' se ne so fatt'assaije ma niente se cagnat' E parlano e te Napole mia negativamente: " munnezza sparatorie muort accise indiferentemente e tutt'o male resta ccà" Ma na parol'e bbene nisciuno a dice cchiù! Io m'arricordo e te Napole mia si stat'a primma nammurata ca nun se po scurdà Cara Maria io sto luntano e me ne resto ccà ma chiagn' nziem' a te po bbene e sta città Allummo tutt'e sere co penziero na speranza pe putè cagnà Nun ce scurdamm' e Napole mettimm'man' facimmo na catena vedimmo che s'adda fà! Un ombra inaspettata tagliò il suo bel viso gli occhi diventarono due profondi anfratti svanì l'ambra e l'iride le stelle quella sera non brillarono le lacrime si sciolsero come granelli di sale Lontano nella notte sferragliava un tram alla sua ultima corsa Attraverserà tutti i ponti della città sconosciuta e silente Vuoto si trascina da un capo all'altro Nell'indifferenza scorre il fiume tra fumi e luci brucia uno spicchio di luna sull'acqua scura Luci e luna con lo stesso capolinea: spegnersi con i primi raggi di sole Restò l'ombra tagliente sul suo bel viso. Rintocchi Un suono di campane si alza sulla nebbia ovatta che avvolge la piana Giunge da lontano edè battito del mare risacca che rompe la quiete ondeggia si estende chiama Un rintocco dietro l'altro leggeri son posati sulle ali di un lieve vento arrivano e rendono più fitto il silenzio Quando smetterò di sentire l'inquieto battito dell'amore? Solo quando si ferma il cuore? Il tempo scorre e passa percorre silenzi e affanni Sarà come la danza dell'ultima foglia dal ramo staccata è restia a toccare la terra Sospesa nell'ultimo viaggio resta nell'aria indefinita e rarefatta vibra fluttua gira ruota tardando il tocco al suolo E' questo suo lento andare e i rintocchi di campane a scandire il respiro tra il vivere e morire. O munno ten' famm' (F.A.O.) Nzerra tutt'e cose nzerra sta porta e pure sta fenesta nzerra pure o core o' saije nun te serve Sta luce nmiezo'o cielo me fa male nun voglio cchiù guardà Po munno che se vede? so cose malamente na guerra sta a na part' na epidemia a nata chi se fà saltà pe ll'aria e tanta gente more E po nce sta 'a ' famm' che è peggio'e tutt'e cose More nu criaturo cu ll'uocchie a for' se guard'a mamma ca nun o po allattà Chist'è nu munno stuorto addò se jett'arrobba e addò nun ce sta niente E DIO? se stancat'e ce guardà Nzerra tutt'e cose nzerra sta porta e sta fenesta nzerra o core O'vvide dint'a stu munno è amaro pure ll'ammore. Solitudini E mi arrabbatto tra il vuoto e il silenzio inseparabili compagni della fatica di vivere Lo sguardo vaga perso e poi si posa su di un passero infreddolito E' lento il volo nell'aria fredda si scalda nel fumo del camino trilla tremante e solitario posandosi su di un ramo stiminzito Il vento s'abbandona soffiando tra spogli alberi Non emigra povero passero e sempre più somiglia all'unico pensiero mio uguale ripetitivo ed assordante Sull'erba ormai si posa la fredda brina le foglie son cadute e restano lì inerte non c'è raggio di sole nascosto chi sa dove a scaldare il cuore Silenzio e vuoto riempiono l'aria il passero più non vola verso l' infinito cielo. E mane comm'o core Ma tu l'haije guardate sti mane meije? Va buo che vaije dicenno "so bell'e aggraziate"! Certo so sincero to voglio raccuntà: carezze n'hanno fatto assaije Faccelle e signurine cu ll'uocchio e primmavera o core ca rideva passanno pe sti mane Strignette doie manelle e na bella piccerella è stato o primm'ammore ca nun se scorda maije Ma tu sti mane e staije guardanno? A pell' ch'era e seta mo se sta sciupanno nun sta attaccata e stesa ricordo e giuventù Sti mane o'vvide mo so vicchiarelle: a voglia e accarezzà nce resta ancora ma facenn'o cunto cu ll'età. ..........Va murenno pe sta via Sentett'na parola sola " nun me fà murì " Sta voce ma purtaije o' vient ca se facett'nir' fuije comm'a nu suspir fridd'e viern e me trasett' dint'o core mio Quant'acqua ven'a ciel stammatina scenn'a stravient A sto guardann'a sta fenesta aret'e llastre Quatt'fronne puverelle stann'attaccat'a' n'albero stentariello e arracquato a vedè me fà cchiu malincunia Sentenno sta parola d'int'a chesta casa se ne sciso nu silenzio antico fà mal'assaije e nun se po suppurtà Chiove e chiov'ancora chesta è na jurnat'amara sent'ancora d'int'a llaria na parola sola una e va murenno pe sta via martellann'a capa mia: "nun me fà murì ossaije chi song'io? Me chiamm'Ammore! Come ti chiami? Speranza! In cosa dovrei ancora credere? Perchè mi spingi verso un cammino lungo? Destino! Destino! La notte ti coglie non sai dove poggiare i piedi ogni luogo ti resta sconosciuto Attraversai deserti non solo sabbia vi trovai ma indifferenza e quella sì mi fece male Il cammino è lungo ho patito la fame e la sete ho urlato acqua!La gola brucia gli occhi vuoti di lacrime si spengono Il cammino è lungo la speranza lentamente muore così fà il sole all'orizzonte Colonne d'acqua e sale mi circondano urlano i miei assenti pensieri La luna e le stelle non tracciano rotte sospesi si resta Il cammino finisce la speranza oramai è l'ombra dell'infinita notte. Ingenuo Autunno Restano al ramo cambiando colore un rosso purpureo un battito del cuore arancione diventa sotto la fredda luna corolla di farfalle avvolta tra lacrime di rugiada Affiora dalla nebbia un timido pallido sole illumina le solitarie cime stenta ad aprire il giorno nuovo Osservo rinchiuso nelle spalle il mutare dei colori ed il silenzio l'arcobaleno delle foglie l'annunciano L'ingenuo autunno sempre uguale torna E tutto s'addormenta si spoglia la natura braccia accoglienti di sonno antico l'accolgono ma tutto ancora vive Col passar del tempo torneranno i colori nasceranno nuovi fiori piccole foglie verdi adorneranno gli alberi Un pettirosso potrai sentir cantare. Se fatt'tard' o vide se fatt' tard' o tiemp'nun ce sta se ne va sperdenne pe nmiez'a ll'aria e sti parole ca te dico cu nu filo e voce tu nun e staie a sentì e so parole ca tremmano dint'a ll'oscurità Se fatt' tard' o vide se fatt'tard che t'affaccia affà for'a sta fenesta stu vico niro nun o guardà niente ce sta a vede è tutto uguale senza nu culore e sciur'e rrose manc 'll'addore hanno lasciato sulo nu velo e nebbia grigia è rimasto e se va spannenno ncopp'a sta nuttata ca nun fernesce maie Se fatt'tard' o vide se fatt'tard' che vuo sentì nisciuno canta cchiu' A voce e notte ca passava pe dint'e vich'e sta città chiammann'ammore facenn'antennerì mo nun se sent'cchiu' pecche se fatt' tard e o tiempo de parole amare e doce è già fernuto. Un vento leggero refolo mattutino con gli umori della fredda notte si insinuò nell'anima La tenua fiammella ancora accesa regalò un po di luce Fu un attimo poi barcollando senza forza ne appigli sfrigolando si spense Non ci fu aurora ne alba nuova l'ultima stella timida si nascose Il tempo in mare si presentò con nuvole nere la vita si negò e non seppi se pioveva o ero io che piangevo Ora il Ricordo mi duole e mi ritrovo solo come radice senza terra. A chiesa nova So cient'notte ca nun dorm' pa paura e nun sentì Cont'll'ora appriess'a stu rilorgio da chiesa nova nfront'a casa mia Io sto sempe scetato nun pozzo cchiu' durmì aspetto e pass'tuoie ma nun se sent'niente Vurria sentì na chiave dint'a chesta porta ca nun s'arape maie Aspetto ll'ore sane senza sapè addo staije E chistu scemo e core ca nun s'arrenne maie te chiamma e chiamma nun vo sentì ragione E fore chiove so mille raggie e luna jettate nmiezo'a chesta via indifferente sulagna e scura Vurria durmì si putess'durmì nzerrasse st'uocchie nun l'arapess'cchiu' Accussì me mettarria a cerca'nu suonno ca me purtass'a te E dinto a chistu suonno chianu chianu cu e mille raggie e luna te legarria cu me pe nun lassarte cchiu' Viene suonno viene ma sto scetato ancora e smania e sbatte o core mio chiammann'o nomme tuoio perdutamente E accussì sta via sulagna e scura sta via da chiesa nova vestuta d'acqua argiento conta ll'ora nzieme a me. Semmai vederti io potessi ti guarderei negli occhi e scoverei una luccicante stella In quel colore d'ambra tra tremule fiammelle annegherei Nel lago sfavillante mi troverei mirante col volo di piu' farfalle e quelle foglie a dire il vero morte che s'adagiano anch'esse sul riflesso cielo Semmai vederti io potessi ancora vorrei sentir parola dalle tue vermiglie labbra un suono ed un silenzio un colmo a riempir il solitario cuore Sussurri il nome mormorio d'onda mare immenso disteso sulla deserta riva Se io potessi stenderei le mani nel buio plasmerei le tue fattezze linee rette e curve e cieco poserei carezza sull'immaginario viso Semmai vederti io potessi ancora al fuoco griderei colonna dell'amare e griderei al sole che tramonta e tutto si colora d'arancio e rosa lasciando poi alle ombre l'attesa della notte Se io potessi rivederti ancora attenderemmo insieme la luna con le stelle. J' che tempesta tengo dint'all'uocchie è na tempesta e cielo ca s'arravoglia amaramente E nuvole so nere comm'a pece e corrono e volano una appriesso a nata nun trovano maije pace S'arape o cielo quant'acqua scenne nterra cummoglia tutt'e cose è na cuperta arricamata cu lampo e tuone e fili d'acqua e seta Tutto attuorno se fa cchiu niro .......E tutto se ne cade J che tempesta e mare tengo dinto o core cu ll'onne ca saglieno e po scenneno comme fosse niente Vanno a sbattere ncoppa e scoglie e po se stenneno chianu chianu doce doce ncoppa a rena pe l'urdemo respiro E' nu tsunami .........E tutto se ne cade J che tempesta e bbene tengo dint' a st'anema è na tempesta e bbene amaro ca nisciuno se vo piglià Stu bene se chiamm'ammore è na tempesta e viento c'allucca comma' a'cche E parla chistu viento passanno pe nmiezo addore de pann spase ca stanno a s'asciuttà Stanema è comme o' viento vulesse parlà ma nun trova cchiu e parole pe se fa sentì Vulesse restà cuieta st'anema mia se vulesse arrepusa nu poco vicino a te ma chesto'ossaccio è sulo nu penziero e suonno ca passa e se ne và. .......E tutto se ne cade. Abballammo co' Rre Cu sti tammorre sunammo e alluccammo pe nmiezo'a via camminammo nce ne scennimmo alleramente verso'a marina abballanno sta tarantella napolitana Sunammo e cantammo e po nce dammo na botta'annanza e nata'arreta e nterra a sta rena facimmo ll'ammore Abballo'o popolo e abballa pure o Rre a Regina nun ce stà nchiusa' a palazzo vo restà O Rre è ntrigante cu sti guaglione vo pazzià So piccerelle so belle so sciascione Accussì abballammo sta tarantella scurdannece e guaie scurdannece o munno o passato e pure o dimane E nun ce nporta do male pensato Stanotte abballammo cu e luce appicciate dint'o palazzo abballammo co'o Rre ncoppa e tammorre facenno ll'ammore abbascio a marina . E so rimast'io sulo co respiro mio astrignuto a nu silenzio maije sentuto primm'e mo Tengo ncuollo a me ll'ombre da notte ca nun fernesce cchiu e tutto dorme tutto se scorde pure e pensieri e suonn bell'o arrevutate ca mettano paura Nu silenzio accussi grande nun ll'aggio sentuto maije Vaco cercanno ll'onna do mare ca nun se ferma voglio truvà o rummore e quanno chianu chianu se stenne ncopp'a rena e more ma niente è silenzio pure a mare O cielo stasera è chin'e stelle nce sta pure nu quart'e luna ma stanno luntan'assaie e so cecate e mute nun stanno cchiu a guardà o cielo nun fa rummore Stong'aspettà na voce na voce ca mme chiamma dicenn'o nomme mio Ma chi a poddà sta voce rumpenno stu silenzio spezzanno na catena ca tutto sta' a nzerrà Sta voce a po tené sulo ll'ammore ma se scurdato e me E so rimasto io sulo dint'a nu silenzio ca nun se sentuto maije. Un altro Io La vita una lunga corsa tra terra e cielo su strade che solcano il mare Non mi afferro mai un passo sempre avanti chi mai io sono? Uno stagno d'acqua un guizzo e tutto che scompare non scorgo sembianze La vita una lunga corsa per imparare e poi ricominciar d'accapo Una lunga corsa per saper amare e poi scoprir che io non sono E' l'utima fermata rincorro un tempo oramai perduto e mi ritrovo tra mille pieghe Corro attraverso la vita senza capirci nulla assaporo miele amaro ogni passo un battito d'ali è il tempo che tutto travolge e porta via E' l'ultima fermata? Nessun cartello:ne scendere ne salire Rivolgo lo sguardo al cielo è questo il luogo a perdere non è felicità Nel silenzio del nulla scorgo le prime luci: è una piccola luna che tra le cime sorge. Oh!E mi rubasti tutto il cielo con le stelle quando è sera le albe quelle gelide con gli alberi in fila e spogli rami su tronchi nudi la brina a vestirli E mi rubasti tutto il sole del mattino lucente e senza macchie pronto a scaldare le novelle verdi fronde e i fiori muticolore dei tanti prati calpestati a piedi nudi E mi rubasti tutto l'immagine dagli occhi sollecitata dall'anima e da pensieri anch'essi rapiti dalla forza dell'amore Oh! E' qui che mi rubasti il cuore perchè lasciai tutto aperto l'uscio fu facile entrare E mi rubasti tutto ed io son quì pronto ancora a regalar qualcosa. Accigliato le mani come ali d'angelo a coprirmi gli occhi dai pugenti raggi Sole riverberante nell'infinito cielo Tra mille e piu colori mi perdo nel nulla delle tue parole ne sento l'eco Così si sfrange il giorno languendo su frantumi di suoni Il vento si ritira cadendo fruscio di rami ed alberi silenti Le cangianti foglie in libertà si staccano e cadono senza destar stupore Immerso in questo luogo purgatorio di esile attesa cammino come ombra e mi appresto alla notte col solo desiderio di ritrovar lo stesso sogno la stessa strada da cui diparte un bianco sentiero che scende verso il cupo mare che nulla ha d'azzurro Ed il silenzio è pieno E là dov'io mi trovo oltre la finestra piove. Mi cerco in quel breve tratto di mare dove inerpicandoci nuotammo per la vita Fummo trascinati da correnti ed onde e poi i colori: inebriante verde-azzurro e tumultuoso grigio Stanco a sera mi aggrappavo ai tuoi turgidi seni erano scogli affioranti dall'acqua Mi perdevo nel cielo del tuo corpo tessuto di stelle ed universi sconosciuti Penetrante mi ritrovavo tra mille febbri e futili pensieri Arsi eravamo da meteore vaganti Respirevamo polvere lunare con sulle labbra la nebbia che a gocce annunciava il nuovo giorno Aurora già finita col silenzio della pioggia. Na voce all'intrasatte currette pe tutto'o munno trasenne comm'a na spina e rosa dint'o core mio: "Se so arrubbat'a luna" Nun me pare o vero nun ce pozzo credere Se so pigliat' a luna a miezo'o cielo Ma che re sta novità che ven'a dicere? Se so arrubbat'a luna? No! nun pazziate! Diciteme che nunè overo! A luna vuije ossapite che re? A luna vest'argiente a notte e schiara tutto l'universo Nmiezo'o cielo fa nu quadro e gran pittore ca tutto'o munno po guardà Che stelle pe cumpagnia è tutto nu triato d'oro e recita la vita co chianto e lacreme e na risata doce Se so arrubbata'a luna! E mo chi se mette a pazzià che'e nuvole? Chi accumpare e po scumpare dint'o silenzio de muntagne e po s'accarezza o mare comme si fosse'o frate? O sapite tutto'o munno o sape: "stu cielo senza luna rossa janca argiento è sfigurato nunè cchiu cielo" Mettite a luna o posto suoio Facitelo pe me ca songo nammurato Fuie na sera na sera e primmavera ncielo nce steva'a luna chiena cu mille raggie'argiento s'accarezzav'o mare io me mparaie a parlà dicenno sti parole: "Ammore Ammore mio" A luna me guardaie facennese cchiu bella e cchiu lucente. Comme vurria ca stu dimane nun'arrivasse maije m'accuntentasse do tiempo e oggi e me fermasse cca Comme vurria ca stu dimane ca te port'assaije luntana nun'arrivasse maije Se dipendess'a'me fermarrie stu tiempo che passa e se ne va Dicese sti parole o sole: "Nun ascì nun spuntà pe n'alba fredda nun tramuntà stasera" Fermasse pure e stelle pe na nuttata nera E parllarria ca luna dicenno na preghiera: "Statt'a casa toia nun te fa vede pe nmiez'ocielo" Comme vurria ca stu dimane nun'arrivasse maije facesse nu ncantesimo fermanne tutte e cose e restarrie cu te fino all'eternità. Carcerato in libertà Me faccio abbastà nu poco e cielo guardanno fora a chisti quatt' mur' Che t'aggia dì meglio nun pozzo fà o spazzio è limitato Mo ca staie luntano me sento carcerato ma tu chesto ossaie già Tengo ll'uocchie sempre appizzate a chesta fenestrella veco e nuvole passà Sent'o viente ca s'aiza nu refolo arriva addu me me vo cunzulà ma io no caccio fora E nuvole corrono a part'e llà tutto se schiara e torna l'azzurro do cielo me pare nu miracolo O saccio tu sti cose essaie già ma.... Aggià parlà aggià parlà.... Scenne chianu chianu a sera se fa cchiu scuro o cielo dint'a sti quatt' mur' S'affaccia a sta fenesta na meza luna...Dio.... quant'è bella arrassumeglia a te! Sta meza luna me pare sperza pe nmiez'o cielo nun vo sta essa sola Arriva na bella stella tutta lucente e sole le fa nu poco e cumpagnia a chesta meza luna. Dalle pagine d'oggi Ah! Arrivano senza cercarle mai Riempiono le pagine dell'aria S'affolano increspando le onde del mare ed il soffitto cielo Si fermano un attimo continuando poi a girare Sospese poi s'intrecciano in delirante naufragare Si sciolgono i ghiacciai L'ozono è in aumento l'effetto serra l' effetto serra Il mare che s'innalza tutto sommerge e nulla viene a galla L'acqua si riscalda saremo è certo pesciolini rossi Rossi! Primo ministro dall'alto dei cieli non sei preoccupato distogli l'attenzione col personale fare Ma ne arrivano ancora nessuno le puo fermare sono volanti si fermano e poi rivanno Saremo sette miliardi di biblica memoria nel divenire prossimo Pestilenze inondazione e cavallette Piu posto gia non c'è ne oggi ne domani Esistenziale diventa la domanda Cosa facciamo? Oh!Natura d'uomo essere superiore E' delle tue mani l'approdo in cui siamo Destati Spogliati d'ogni egoismo non vittima Sii protagonista Donati agli altri e troverai regali Non si è mai soli a sera Non "naufragar in questo Mar" Dio me guard'attuorno: è tutto nu silenzio O sole stammatina nunè asciuto o cielo è niro comme si fosse a lutto E' accumparuto o vient all'intrasatte è gelo sferza ll'aria spira amaramente mettennete ncuollo o primmo friddo Dio me guardo attuorno: è tutto nu silenzio O sole se ne ghiuto sta chiuvenno fino fino l'acqua ca scenne a cielo mbietto me fa sagli na dio e malinconia Cadono e primme fronne so addiventate gialle primmo do tiempo scenneno nterra chianu chianu salutanno l'estate ca lemme lemme se ne va Trase settembre purtannese appriesso sti ghiurnate amare l'autunno va spannenne a mane chiene ll'ombra da sera Dio me guardo attuorno: è tutto nu silenzio Nun sento cchiu a voce toia nun veco cchiu nu segno chi dice na parola doce chi te fa na carezza E ll'uoccie tuie mo addo stanno? E rundinelle nmiezo o cielo s'arrocchiano e se ne vanno addo s'affaccia ancora o sole Partono sti rundinelle vurria partì pur'io! Dio me guardo attuorno: è tutto nu silenzio resto co core mio ca va sbattenn'ancora. E' andata via?Ritorna? Domande Perso mi ritrovo Son qui col solito pensier a rigirar frammenti E' tanto che non la vedo eppur il solo ricordar mi fa provar un foco soave Un lume mi si accende dentro il cor viene meco una consolazione di vita forse sara breve e punto dura ma e' consolazione divina sollievo provo e dolcezza viva L'anima mia s'invola a rimembrar quel tempo che ci appartenne Col ricordar preservo me dall'assoluta disperazione che sempre mi sovvien quand'ella sta lontano Non calero' il sipario sì accorcia la vita col passar dei minuti immortal essa non è Senza menomar dolore son certo tutto finisce anche l' amore. Accoglienza M'accostai era giorno tutto brillava d'azzurro dorato Persa un ombra camminava leggera sfiorava appena il suolo Guardai attratto e chiesi: "Andate voi lontano"? "No signore" fu la risposta E poi con esile voce di passero bagnato sussurrando disse: "Non saprei dove andare Nuova sono in codesta Città"! Occhi lucenti clandestini persi laddove tutto è nuovo Il cielo sovrasta l'ombra sperduta d'immensità ti fa sentir Farfalla con ali spezzate in volo migrante di terra in terra senza mai pace E corre così la vita tra silenzi e rumori Indifferenza Anelavi al bene cercavi libertà e colori arcobaleno di vita nuova volare all'infinito Ritrovi un mare di dolore solitudine stringi l'illusione persa nella realtà crudele Futuro piu antico non potevi trovare Oh coscienza! Potessi far divenire l'ombra luce e cancellare così il timore e la paura Chiesi all'ombra di camminare insieme su strade sospese Non vi fu parola gli occhi risposero iride di mille colori lucenti e fondi neri con il sole libero a scaldare i cuori. A solita canzone E mo dimmann'spisso Che va truvann'a me stu core? Che va cercann'ancora? Se sceta e nun reposa o cielo se scurato a luna nun ce sta e so nuttate chiare Se perso e nun se trova sbattenne comm'a che va sbarianne indifferentemente appriess'a nu penziero A storia è semp'a stessa cantata a tutt'quant bell'e brutt' nir'e ghianch nord e sud e da che munn'è munno nisciuno a po cagnà E' na canzone antica cu stu mutivo cca: "Ah! ll'ammore ll'ammore è giuventu'po core o primmo muorzo è doce e quanno po è fernuto so sulo muorz' amar." Quann'io veco a te pe nmiez'a via o saglienno e scale da stessa casa o vicin'a chiesa do Gesu stu core mio saie che fa? S'arrevota nun se ferma cchiu se ne saglie chianu chianu comme a nu palluncino colorato fuiuto de mane e nu criaturo e saglienno saglienno s'avvicina o cielo e po scumpare Quann'io veco a te dint'a nu suonno ch'è sempe o meglio e tutt'e suonne me scet'a matina cu a leggerezza ncuollo E accussì io m'arricordo e te: "Tien ll'uocchie cchiu bell' do mare na vucchella cchiu doce do melo staje sempe co pizz'a riso na resatella ch'è gioia pa vita Si tu si sempre tu! Si cielo e mare cu e stelle e ch'e lampare. Exstranger Non sono la luna dovresti saperlo appoggiata lucente con rosso barlume sull'onda del mar Non sono l'astro da sempre cantato luccicante di lusinghe d'amor palpitante di cuor Sono un corpo di donna ambrato di sole perso nel desolato mar Nessuno ti guarda nessuno ti vede fantasmi noi siam Sono un corpo di donna a cui tutto è negato arrivi e partenze non abbiamo valor. L'aggià stutà stu ffuoco ca tengo mbiett'a mme m'abbrucia sera e matina nun me fa respirà Stu ffuoco che è na freva ca nun me lassa maie me struia chianu chianu e doce doce me fa murì Sta freva amara me scorre dint'e vvene è doce stu velene ca me fa dannà e mpazzì Stu core se cunzuma va smanianne sempe maie nu poco e pace e nun ragiona cchiu' Maledicite o core Maledicite! L'aggià stutà stu ffuoco sta freva addà passà sta smania ca m'accide nun voglio cchiu' sentì O sole ncopp'a terra coce ma è vierno pe stu core Arrivasse na matina nova cu na schiuppata e rose! Violeta Affiorano i ricordi senza cercarli son zampilli d'acqua alla fonte son l'onda del mare furia tumultuosa che si infrange sugli scogli barriera difesa Sussurro un nome: Violeta Ricordi dolenti un tempo remoto rimossi e nascosti non van perduti li ritrovi nell'anima Il vento un fiato:Violeta T'avvolgono come fasci di luce abbagliante palpitanti di solitudine Sono restituiti Violeta? Ricordi Passato stremato di stelle e di luna Due occhi profondi stanchezza di donna mormorii del tempo passato Tempo:rincorrono un tempo perduto perso nascosto tra le pieghe della vita Violeta Nu core abbandunato Nu jorno camminanno a riva'e mare pigliajie stu core ntussecuso smalizziato e sempre nnammurato e o jettaije nmiezo'a na via Nisciuno so pigliaie se ne restaije sulo e malinconico ppe tantu tiempo A luna e stelle a notte guardavano a cielo e se mettevano a parlà cu stu core sperduto e sulo le facevano nu poco e cumpagnia E stelle a luna ppe carità so belle'assaije ma senza nu poco'ammore servono a poca cosa se diceva o core E o mare steve cuieto senza fa rummore pe nun o fa penzà Duorme duorme core nun te scetà si nun sì nnammurato che sbatte'affà? Nun puo cantà nun saije cchiu' chiagnere statte accussì sperduto nmiezo a sta via addo ppe te nun passa cchiu' nisciuno Statte ca luna e stelle e o mare ppe cuperta argiento. Na voce Chi mme chiamma? Na voce dinto o silenzio saglie lentamente ncielo Nzerro ll'uocchie te sento e veco a te Stengo e mmane pe te putè abbraccià Tu staije vicino a me sento ll'addore tuoio nun me sbaglio si proprio tu Comme è ddoce stu mumento Ma che faccio? Io stongo ascenno pazzo? O'saccio è tutta na bucia è na illusione: tu staije luntana comme faccio a t'abbraccià! Tu si partuta nun puo sta vicino a mme A vocia toia a sent'overamente è o viento ca'a sta purtann'a mme Ma po me sceto a chisto suonno nfame Astregno ll'aria nzerranno e mmane Arapenno ll'uocchie me conto e llacrime senza e m'asciuttà songo ddoce e songo amare comme a chistu bbene pe tte ca si partuta e staije luntana. Prestai alla terra madre delle madri tenera gentile accorta il cuore Venne segnato con molti dolci solchi leggeri diretti all'infinito Solchi volanti accoglienti d'acqua raggi di sole a far crescere i semi d'amore E fu maggio per il cuore Il tempo il tempo trascorse e volo' via tutto evaporo' arida resto' la terra polvere sollevava il vento Non si sentì piu il canto libero nel cielo ne variopinti voli di petali di fiori o di rinverdite foglie Nessuno piu udì il nome del bambino. Una parola un suono un volo l'aquilone che vibra sulle corde del vento per rompere quest'assurdo silenzio imposto dal mare Scivola la vela sull'onda per cielo un gabbiano Anche la risacca così discreta silenziosa è un delirio di pupille d'orate perse tra le perpetue onde destinate a rompersi sulla dorata sabbia. Gli attimi che fuggono sul finire del giorno accompagnano il sole con carezza lieve oltre il limite del mare L'orizzonte dolce come mammella turgida si presenta agli occhi Il cielo si colora è pennellare porpora Il tempo si trasforma ora è di un rosa tenue ora son strisce di viola L'ortensia è il fiore poggiato nell'infinito Poi s'accende Venere tra il solitario pensare fa scendere così le ombre della sera. Vorrai ascoltare e ti raccontero' bambina degli anni andati via Sono amori trascorsi come acqua che accompagna il fiume Le mani carezzevoli su tele colorate stupiti colori a formare acquamarine e tempeste di mare nero ancora abissi da cui risalire la fatica della vita L'ansia mai appagata dalle lacrime versate attendevi che venisse sulle ali di una rondine la sospirata sera Gli occhi poi rivolti al cielo mai lo stesso guardavi le solitarie mentre lasciano cadere coriandoli di luce già spenta E la luna sempre piu rossa si bruciava la faccia Ti raccontero' bambina mia. Dal libro di Marcela Serrano "L'albergo delle donne tristi" Nu poco e luna Comme se fatta scura chesta via tutto è silenzio nun passa cchiu' nisciuno na voce nun se po sentì Comme se fatta scura chesta via nzerrate s'arreposeno sti case e tutto pare ca perdutamente more Manco nu poco e viento s'accarezza sta nuttata nu fruscio nu rumore na sbattuta e porte o chianto e na criatura ca se sceta d'inta'a notte Niente! Arde nu lumino eterno nn'ant'a nu Giesu Cristo ncroce Te fa nu poco e luce dint'all'oscurità E all'intrasatte puo sentì na voce chiagnere e chiamm'e se lament "Gesu Gesu! stongo dint'e mmane toije Sulo Tu me puo aiutà Gesu guardeme nun girà a faccia e sta sentì" Sisca nu treno e sferza ll'aria e sta nuttata longa e persa Arriva o sta partenn? Nisciuno ca risponne! Tutto è silenzio Rasente o muro n'ombra tene pe cumpagnia nu poco e luna. Ascolto con infinito stupore lo scroscio d'acqua che a goccia a goccia scivola sulle verdi foglie E' tempesta di vento le foglie secche vengono abbandonate dai verdi alberi mentre la luce è forte piena ancora da tempo estivo Giornate all'apparenza non finiscono mai Ad una ad una stillano son gocce di insistente pioggia Tutto scivola tutto viene assorbito come l'indifferenza scorre in infiniti rivoli Ascolto ancora la finestra aperta dove cerco le tue inarrivabili mani Nulla si scorge manca l'orizzonte Ora sento gocce di piombo fuso attraversarmi il cuore Andare Andare Solo un lampo squarcia il cielo Nuvole Nuvole Un rumore irrompe nella fatale e quieta notte La vittima è: il cuore. Na vela chiagne e nata ca pazzea Teng'a faccia arraggiata comm'a cche L'uocchie ddoie nuvole nere nmiezo a nu cielo ca cchiu niro nun se visto maije Scioscia nu viento friddo ca nun se visto ancora o mese e maggio Tutto se cagna restanno tale e quale Na vela luntana currenn va pe nmiez'o mare Saglie scenne sta d'int' all'onna ca sta arraggiata comm'a mme A sta vela le piace e pazzià co viento e o mare Ch'è succiesso? S'addimmanne nata vela So lacrime ca scennano perdennese lentamente Nun o sapite? O sacc'io! Me sento sola e persa Voglio o mare o viento ll'onna cchiu' ncazzata O vedite so na vela nterra a rena ca nu serve a niente cchiu. Al Silenzio chiedo di coprire il battito dei passi tuoi mentre t'allontani Rivolgo una preghiera al Sole: copri l'ombra sua mentre s'allunga nell'infinito Non s'accosti alla mia solitudine come ombra gettata su di un muro di Erica Al Mare nulla chiedo non avendo Mare senza l'eco del mio cuore Al Cielo sì chiedo chiedo di non brillare lascia dormir per una notte le tue ardenti Stelle e coprimi la Luna con un leggero Velo. D'int'all'uocchie tuije nce sta na tavola e culure o'nniro da passione o marrone e n'ambra antica e tante stelle d'oro ca luceno comm'a'cchè Uocchie appicciate sempre allummano comme e lumine a notte sta via addo' tu passe tutt'e matine All'angolo e stu vico areto a nu puntone nu pizzo nascosto addo' nun arriva o sole sbatte nu core ca tremma sulo pe te vedè passà Tu che indifferenza nun te firme stu core nun o vide e nun o puo sentì O silenzio fa murì o core lentamente purtannese appriesso duije uocchie comme a brillante nire ca luceno cchiu' ddo sole facenno doce sta vita che è na croce. Non odo nessun suono mentre l'acqua abbandona il suo alveo Tutto trascina irrompe tracima tumultuosa conquista terre nuove sconvolge piegando tutto al suo passaggio Altera il tempo nulla resta com'era prima E' la piena del cuore quando incontra l'amore Non odo nessun suono se non il battere dell'eterno andare Torna la calma è bonaccia Torna nell' alveo a scorrere l'acqua Il silenzio del creato non ha suoni Il mare attende l'acqua del fiume Il cuore attende le ombre della sera Nulla resta della tumultuosa acqua. Mi toglie il respiro soffoco in quest'aria bitumata chiudo gli occhi sulla fatica di chi strozzato viene dall'ingordigia altrui Non voglio vedere Mi toglie il respiro soffoco vedendo quelle umani macchie perse nel mare respinte da onde d'acciaio Soffoco al pensiero di non vedere un piede scalzo camminare su nuovi suoli Soffoco al pensiero di non poter capire i suoni della tua parola per niente nuova lanciata tra vento e mare Mi toglie il respiro soffoco e urlo all'inaridito cuore non farti schivo urla e semina amore. Quann'o sole a sera doppo na jurnata e fatica se ne scenne a casa soja abbracciannose o mare all'orizzonte primma e s'addurmì addiventa o capo pittore fa nu quadro ncielo cu mille culure: o rrosa l'arancione o rrusso vespertino o vviola striato O sole quando tramonta addiventa o meglio pittore O cielo po se fa scuro ma sulo nu mument Vene na stella e brilla e nata nata ancora luceano tutte quante na cuperta arricamata pare E a luna che ffà? Tonna e rossa se mette nmiezo o cielo O sole mentre more l'urdeme raggio saluta a luna e stelle dicenno buonanotte e se mette a suspirà: "ve raccumanno facite luce a tutt'e nnammurate". Lo spunto è una poesia di Totò La danza del gabbiano Ti lasci trascinare volando sempre piu in alto occhi potenti che tutto vedono Guizzi e picchiate a lambire la bianca spuma delle nascenti onde Ti inabissi e con la preda in bocca poi risali nel denso azzurro non battito di ali plani leggermente Ti ritrovi a risalire cullato da onde ascensionali ne senti tutto il peso tutto ti è nuovo lassù un'altra luce ti pare di vedere ad illuminare il giorno la notte brilla con le stelle e la luna E questo tu lo sai si chiama amore Ti ritrovi poi a risalire cullato dal celeste mare ne senti tutto il peso sino a scomparire nell'immoto azzurro Sappiamo Gabbiano che per volare ci vogliono due ali come per amare IL Gabbiano strepita ai limiti del mondo dove l'onda si adagia e lentamente sfiora quell'ala ormai spezzata incapace di volare. il titolo e lo spunto vengono dall' ultimo libro di A Camilleri Sfiorandoti il viso un raggio di sole riverberò nei tuoi occhi già pieni di luce Tremula carezza si pose sulle tue mani brividi furono accolti dal cuore Ti lasciasti trascinare sempre piu lontano a lambire l'infinito E fu amore Poi la fatica di nuotare contro corrente col cuore chiuso in una corazza La luce cambiò si volse al tramonto le ombre repentine racchiusero il mondo Ora non v'è piu sole ma solo carezze degli ultimi raggi di luna argentei e freddi a sfiorare l'aurora. In Altura La neve che si scioglie l'acqua in rivoli ruscellando corre verso il lontano mare Alberi adagiati sui materni fianchi della montagna caduti sono sotto il peso dell'inverno giacciono inerti Giocano lontano le marmotte sibilando nel silenzio Si ripopola l'altipiano di danzanti campanacci a spasso per i prati al collo del pio bove Colori quanti colori armonia della nascente natura sul prato verde: bianchi narcisi riflessi tra loro viole timide ancora infreddolite orchidee azzurro mare anemoni in fiore aperti verso il sole nascosto tra le nuvole Ora il freddo strappa il viso e gela tra quei colori l'anima mia Finisce il gioco delle marmotte è il silenzio che tutto avvolge neppure il vento osa rompere la quète della sera. Nascette dint'a sti vicariell addo nasciste pure tu pazziaje cu ll'ate guagliunciell A cartella sott'e bracce a scola serve pe mparà Tu pure nce si ghiuta a stessa scola mia Mo m'arricordo ancora a fenestella toja do terzo piano e t'affaciave pe me puté vedé Na cumpagnella e scola T'aspettavo ogne matina pe ffa stu tratto e strada nzieme cu te nammuratella mia Che belli tiempe tutto pulito e lindo ca mana dinta a mana o core a stritto a stritto l'uocchie dint'all'uocchie maie stanch'e ce guardà O meglio do sunnà Mo ca so crisciuto nun saccio cchiu' truvà stu vico antico Che t'aggia di me sento sperzo ncoppa a stu munno Nun saccio addo' guardà a gente nun te vede cecata guarda a parte e llà Stammo stipate ognuno o pizzo suoje cchiu' nun tenimmo o gulio e campà E giro pe truvà stu vico vuless'io truvà a cumpagnella mia Comma a na vota vularria senti: "io voglio bbene a te comme tu vuo bbene a me". Quando l'amore diventa un macigno e opprime il cuore con passi lenti t'allontani in cerca di un altrove non saturato di denso fumo dove si incontrano le rive del mare sotto la cantilena della risacca Poter guardare ancora senza esaurite lacrime ne pentimenti ne rancori Ti rivolgi al cielo tra lo squarcio di nuvole nere nel buco della notte vedi brillare una stella ed una stanca luna. Lo spunto è una Poesia di Majakovki Te vaco cercanno pe sott'o muro casa casa vico vico a riva 'e mare Te cerco pa campagna pe vie da muntagna giro'o munno sano senza truvà nu poco e pace Spasimo alla ricerca dei momenti che muoiono porto a spasso nel cuore oscure nubi di silenzio Lascio il cuor che si aggiri nella penombra degli inferi Nun te trovo e che te chiammo affà nisciuno sente nisciuno vede nun sapimmo cchiu sentì nun sapimmo cchiu' vedè Quel che senti e vedi non è la verità Oh angelo mio silenzio e inferi attraverso col fiato strozzato il cuore in gola:ancora il cuore? Sono sotto il diluvio che tutto arde Vo cercando un flebile chiarore: un fiore. E caccia a capa a fora lievete a miez'a sta malincunia Si riest'accussì mbarzamato ossaje si nu scemo e core Ma che t'arraggia a ffa povero core ossaje pure tu che o munno gira a smerza no comme vulisse tu E cose so tutte storte e ll'ammore chi to dà Invece tu vaje truvanno o sole o mare a luna che saccio giustizia e libertà So tutte cose belle ma stann'assje luntane E dimmello chi te po ddà? Ossaje o no l'hanno mpegnate ncoppa o monte de pietà. Spiegar vorrei alla celeste Luna questo rossor dipinto sulle mie guance sin qui innocenti E questo tremolio alle mani? Una inattesa smania! Come potro' riferir l'origine la scatenante causa? Oh la parola mia mancante Vago tra la timidezza dell'attesa del tempo già passato or piu' non visto Non guardato trascurato? Non mi piego al moto ombroso dell'aperto mar Sfuggo la verità la scaccio come l'ombra il sole Acquatto il cuore che non si cheta gettandolo alle ortiche Cosa ne potro' mai far se non spiego e non mi piego? Un ansia che gia' conosco non è una novità m'assale mi prende e mi conduce con capziosa forza non so dove:è luogo conosciuto Un ansia senza tempo perpetua come l'onda del mare come refolo di vento puntuale tra verdi nascenti foglie Quale messaggio arriva? So cosa vul dir l'attesa! Nessuno busserà non c'è rimedio non c'è difesa all'asia che t'assale Sperduto e perso nel luccichio degli occhi asciutti guardo il sole tramontare tra mille rose. Ma che to miett'affa chistu vestito nuovo do meglio cusutore co taglio e nu gaga do meglio tagliatore O vestito che te fa nu poco d'eleganza l'immagine do specchio ma giovane nun te fa addiventà Si tu nun tiene a capa ca fricceca s'arrevota e sta scestata do vestito nuovo che nne faije? Meglio che panne viecchie senza capille ncapa ma cull'uocchie arricamat'e sole co core ca se lagna e va sbarianne matina e sera pe n'ammore ca nun se fa truvà E mo che chiagne affa cu ste vestito nuovo te guardi sti manelle accussì accunciatelle ma che te guard'affà si manco na carezza ossaije ponno dà. Lo spunto è una poesia di Eduardo e poi pensavo a Raffaele Viviani. Scivola lentamente toccando mondi e stelle la nenia del mio cuor Che mai sarà la voce che risuona sfiora ricama avvolge proietta mille e piu' boccioli pronti ad esplodere è primavera piena e non spiego il vuoto che mi lascia il disperato amor Mal s'accosta la tristezza di questa lenta nenia al battito del sole con i colori della rinata vita Mi stilla il cuor ormai appendice nella deserta e oscura via. Non sono che un residuo frattaglie di ricordi ora così vicini e poi allontanati Frustate di scirocco infiammano l'anima le nuvole spinte rincorrono il nulla scomposto scompaiono nell'assoluto buio dell'infinito Si staglia il sole s'innalza dietro la collina feroci raggi gareggiano col volo di mille farfalle iride fra terra e cielo Che recita In attesa sono di parole per dar corpo alla stanca memoria E' un incedere lento insicuro senza un porto all'orizzonte in cui ammaini le lacerate vele Sono solo ricordi frattaglie di pensieri condivisi con silenzi urlati e mute parole portate dalle ali di mille farfalle disegni volanti arcobaleno tra il giorno e la notte. L'ammore chill'overo verace e co vestisto d'oro bello comm'a na jurnata e sole ca te tene sempre cumpagnia è n'ombra appriesso a te Te piglia e po te lassa e nun te fà durmì L'ammore chillo overo vene na vota sola si nun te fà suffrì pene e gelusia si nun te fà pruvà o fuoco e l'inferno e o ddoce do paraviso nunè ammore nunè overo è nata cosa e mbietto se ferma o core. De senectute Nun song cchiu guaglione chest'o saccio già nisciuno mo annasconne è na santa verità e che vulit'a me chest'è a carta d'identità E stu core nun o vo sapè nun vo raggiunà viaggia ca fantasia veleggia se ne saglie ncoppa addò Tene a capa dint'e nuvole è nu core che se perzo pe nmiez'a via a via da giuventu' E suspira pe n'ammore e se dà n'aria e maggio che aria nunn'è so bucie so nfamità Nun s'arrenn chistu core fa e cunt senza o tavernaro e s'arrevota chiagne senza cchiu nu poch' e pace. Si scopre lentamente spostando le restanti nubi che ancor lo coprono e dopo tanta pioggia ecco s'affaccia il sole Il lago si risveglia gracchiano le rane un germano colorato s'appoggia dolcemente sull'acqua appena smossa Nasce un po di brezza leggera di profumo vanno per l'azzurro cielo vele gonfiate scivola la prua diretta all'altra sponda Si seguono pensieri in questa calma immota Sussultano immagginari scogli Son corpi trasferiti da lontani mari Nessuno qui li accoglie non trovano l'approdo E questa calma immobile che s'accarezza il lago punto si presta per questa umanità. E provi a guardar senza nulla veder occhi riflessi annegati nei pensieri del mar Solo la risacca si sentiva mentre abbracciava l'antico scoglio Solo l'onda lieve spumeggiando frusciava perdendosi stanca sull'assolata marina Tutto intorno è silenzio come in alto il volo del gabbiano leggero sospinto dall'amico vento Il respiro del mare è tenero come là lontano la neve sui monti Anche la città inerpicata sui bastioni che tutto gode è muta e nulla aggiunge Solo il cuor si desta ed io gli urlo: non v'è voce non v'è suono non v'è canto non v'è nome è solo la risacca nel silenzio. Il sogno ha ormai posato le ali sulla grigia luce della nascente aurora Silenzioso si presenta il giorno solo l'acqua rumoreggia avvolgendo il lavoro tenero e lieve della primavera Becca il rosso intenso del merlo nel giardino due tortore armonia di cielo si posano sul fiorito biancospino Un pensiero si mattutino s'aggrappa alle immagini svanite va cercando di prolungar la notte E' il cuor che si ribella a questa fredda luce. Quanti sono i fili che tessono una vita? Quanti sono i fili che ho tessuto scegliendo tra mille colori tra il violento porpora ed il tenue rosa Sono i colori dell'amore da rendere di un verde pallido l'innamorato cuore E fu la primavera a cogliere i colori e i fili già tessuti Or m'aspetta il grigio autunno coi suoi stridenti venti le nuvole nere coperte per le stelle Arriva poi l'inverno col freddo e con la neve incantano a guardarli s'arrufano poi si posano sui tetti e sulle vie e i fili della vita scambiano colore : ora son tutti bianchi. 21 Marzo Spira da terra un forte vento il grande Cono è spolverato di innocente bianco Intorno i monti fanno da corona e si presentano candidi E' primavera ma freddo ancora vortica nell'aria Il mare s'increspa appena sotto le folate l'azzurro sembra piombo lo stesso che s'accanisce su queste maltrattate terre Son giovani e son tanti arrivati da ogni dove Sfidano il vento ed il dolore coi loro vivaci colori Son l'oggi e son domani cantano la vita e l'amore fan sognar il cuore Giustizia sia violenza mai Che vita è se spande sangue? Son giovani son tanti son belli cantano la vita cantano l'amore Mi offristi la tua rosa con i petali e le spine La raccolsi nella mia mano e al petto poi la strinsi Sfiorai con occhi fissi il tuo palpitante seno con altri fiori E tornano con il vento amarissimi in mente tutti quei ricordi Furono giorni di furore e di battaglia con il cuore in gola ed il respir strozzato Albe lucenti e colorate sere con il calar del sole Il lago come il mare raggiunti dallo stesso fiume Mangiammo insieme timidi e impacciati un panino con frittata. Quann'a matina schiara juorno chianu chianu e ll'ombra da notte s'annasconne areto o sole io nzerro ll'uocchie pe nun me scetà Abbracciato ca notte e cu ll'ombra voglio restà Cuijeto senza spaseme e' turmiente dint'o silenzio ca sulo a notte te po dda se trova nu poche e pace E notte nun se vedeno l'arruvine ca succedono po munno A guerra genta ca more abbandunate nterra criature ca chiagneno femmene scippate da dignità e sti povere vicchiarielle affonneno e mane dint'a munnezza pe puté campà. Ma che vo' sta pecundria ca m'arravoglia o core Sera e matina nun me lassa maije O sole nun'è sole a luna se ne ghiuta e nuttate so scure scure manca na stella nmiezo o cielo E che malincunia Stu mare nun se move pur'isso se trova arravugliato dint'a nu raggio e nebbia ca leva o respiro lasciann'è varche sperze ncoppa'a marina Che vo' che vo' da me chesta pecundria ca m'arravoglia o core sera e matina. E scrivesti poeta canti e cantici Sublimi amori con infinito speme Elegie vi furono alla cortese luna brillante malinconica filante di argentei raggi o di silenzi arditi su alberi posati Ora rossa e ancor diafana nei suoi girovagare cicli a spicchi oppure piena E ancora amori cogliesti per sofferte vie incontrando viandanti cuori Amori perduti o quelli ritrovati amor fanciulli oppure già finiti Lacrime a fiume mai risparmiate Poeta quante parole gridasti guardandole posate su ciocche di vento e andar sperdute a naufragar nel tempo. Non vi son piu parole Odio e Amor s'annullano Nulla si presta per trovare un senso E' il nulla è il vuoto che si espande come l'Universo Son solo ombre sospinte dall'inesistente vento nei tanti buchi neri Acqua cheta sul marmorio monumento figurante Era Angelo di ieri che urla sul domani Odio e Amor si infrangono e tutto tace. E m'addimann tutt'e mument chistu core ne che fa? Povero core mio s'affanne semp corre appriesso a na palomma e nun se po fermà S'arrevota senza pace maije nu poca e felicità Sta palomma è bell'assaie vola e corre acca e allà Mo nu sciore e n'ato ancora maije cueta vo restà Sbariann dint'all'aria sta palomma se ne va E chistu core ne che fa? Povero core mio povero core e comm'arranca perdenn'o tiemp comm'a nu sciato e vient Saglie n'cielo scenn n'terra corre semp pe sa scurdà. Giorno Prima Il vento terge le bianche innevate vette L'aria fredda traspare su alberi ancora spogli sonnolenti sotto un cielo leggero di cristallo azzurro Il sole scalda e s'accarezza il giorno l'insieme appare bello da vedere S'acquatta il gatto avvolto dai raggi e alacramente ronfa S'accuccia il cane in ombra riparato dai refoli di vento Si sperde il guardo nella solitaria via nessuno passa al cuor un po di compagnia. Nun se po muri' schezzenian chianu chianu comme fosse na jurnata e primmavera quann chiove fine fine e po all'intrasatte ncasa'a mana Nun se po muri' cu nu veleno dint'o core ca te cunzuma amaramente senza na speranza na parola bona nu cunziglie'e mamma sbattenne pe tutt'e parte comm'e scelle e na palomma ca se mette nata vota a vula' perdutamente senza cchiu truvà nu poch'e pace E nun se po campà senza tene na raggione senza cchiu dimane cu n'anema strignuta dint'all'oscurità. Alla città futura (addaveni'!) Io so nnata cca e niente nce pozzo fà Vuije da luntano dicite "E' malamente sta città" Io so nata cca e niente nce pozzo fà? O male nce sta e casa nun'o putimmo negà Ma vuije nu poco esagerate parlann da mala città O male do munno ncuollo a nuije vulite jettà E stu fatt nun'o putimmo cchiu' supportà Io so nata cca e mmo nciavimmo ribbellà Scetate vico scetate mare gente scetateve arrèvotate popolo Stelle lucente'e chiare pe na sera stutateve levammece'a cuollo "o sole mio" "a luna rossa" basta cu stu destino nfame E' a nosta sta città s'adda pute cagnà. Genta Genta vuije sapite l'inferno che're? Me rispunnite: "L'inferno è nu puosto luntano luntano addo nce sta o fuoco eterno ca brucia ll'aneme dannate" Genta Genta chesta nunn'è a verità! A sapit'a sta guagliona ca ste e casa dint'o vico notte e ghiuorn chiagn sempre pe n'ammore ch'è fernuto! A lassat'o nammurato e chella mo che ffà? Corre sempre vico vico po putè ncuntra E chiagne e soffre comm'a cchè Genta Genta l'inferno è chistu cca o tenimm ncuorpo a nuije o fuoco eterno c'appicce tutt'e cose se chiamm'ammore e abbrucia o core. Ma comm'è amaro chistu suonn è fatt'è nient' Sto scetat ll'uocchie semp'apiert senza cchiu' durmì E' s'arrevota chistu core nun pò truvà cchiu' pace sbatt fort amarament comm'a llonna nmiez'o mare Chiagn e chiamma senza voce senza nomme Comme è amaro chistu suonn nun tene cchiu' speranza E s'arrevota o core ca nun vo' cagna' s'astregn nmbiett'a me perdutament sin' a murì. Non sentiro' l'eco delle parole tue Mi mancherà il calore della tua luce E gli occhi persi tra nocciole e miele musica nell'infinito cielo tutto questo mi mancherà ed altro ancora Il sapere dove stai o il cosa fai e quel pensiero dedicato al sole all'alba in divenire Sferzante arriva sera attesa come gocce d'acqua fredde che scuotono il viso nudo e aperto di ferite rivoli sanguinanti scorrono segnando il tempo Arriva il gelo e ti rapisce il cuore edè così che lentamente il giorno muore. Infliggimi la morte ma una volta sola non tenermi sospesa tra inerte bracce senza nessuna sorte Non mi accarezza piu' il lucente sole la luna non avvolge i miei capelli d'oro le stelle non avvertono presenza mi manca il tuo creato Infliggimi la morte ma una volta sola dov'è misericordia respiro comandata Non sento l'arrivo del cavallo ne labbra soffermate sulle mie Infliggimi la morte ma una volta sola Non chiedo troppo soltanto un po d'amore. Or mi domando vedento dentro le cose che avvolgono il sentito il detto e quel che vien taciuto Qual significato assume "è il massimo possibile" Oh questo possibile mai pago da chi deciso e costruito? Imposto come divino senza saper lo scorrere del giorno a cui sovvien la sera l'apparir chiaror di stelle eppoi la luna col suo mutar costante ed infinito agire Oh il tempo che si perde e poi mutato torna Arrendersi? Giammai! Proteso come arco a valicar le cime Prosperar futuro mirar si deve all'impossibile. E questo tempo scorre attimo che fugge nell'immenso mare di cielo stelle inarrivabili punteggiano pesci volanti Siam persi di paura in guerra senza pace umili volti con occhi sgranati sul cuore tremante incapaci di chiedere una tregua d'amore Soli navighiamo senza meta senza l'oggi siam come orsi polari su banchisa di ghiaccio che tramuta àcqua. Quando in età di gioventu' il tempo sembra scorrere in affanni di fiumi tumultuosi e sordi scorrendo va l'amore La voglia di afferrare la veloce vita correndo dietro al tutto e al quanto da capire Una corsa lunga su fantastici treni dell'anima Arrivare poi all'approdo guardare l'immenso spazio aperto e indefinito fingendo li' l'arrivo e non tovare nulla. Buon 2009 Perso si ritrovò povero cuore non tra vie o sentieri ma tra nuvole di futuro senza saper che fare su terra inquieta e sorda d'amore E fu silenzio per non disturbare il buio e la notte gonfia come non mai di lucenti stelle poggiate su fondale infinito Andava tentoni senza una meta sballottando tra onde di nebbia Cercava un sogno sfumato alle tenue luci dell'aurora Udi il canto voce verde tenera fanciulla fiore a primavera Rincorse una farfalla colori in volo si dischiuse appena fu tramonto mentre il sole poggiava le sue ali sul morbido mare. Vagando solitario và per vie conosciute diventate ormai straniere pesante di zavorra un lamentevole cuore Cammina senza meta tirato da mille fili ragnatela invisibile come un pupo su vetusti palcoscenici recita la storia dell'amore Un verso una canzone una lode una farsa una tragedia è nebbia che s'innalza là in riva al mare Domanda sempre la stessa ripetuta all'infinito "se questo è amore"? Sempre piu sperso per le stesse vie vagando và un cuore Tirato da mille fili stanco s'appoggia ad un lampione che lascia cadere la sua lieve luce senza illuminare nessuno. E' un sogno cominciato su di un lungo treno Percorre una lunga notte Apparentemente sale ma resta bene in piano Un treno lungo grigio chiacchiericcio un taglio di pane con un bicchier di vino Facce giovani rughe già bruciate di sole Un sapore amaro al fischio di partenza Un sogno racchiuso come una perla nella sua conchiglia si ferma il cuore Non si videro belle bandiere ne racconti ne canzoni d'amore La notte è lunga si fa piu' buia avanzi fugando le ombre Sempre piu' terra s'accumula dal punto di partenza Timide voci un suono di chitarra ancora vino occhi stanchi paura di dormire Vi è un comun pensare fatto di silenzio Ora il treno appare come un bimbo ai primi passi che s'allontana dalla mamma Van tutti a lavorare Spendemmo cosi' la nostra gioventu' E raccogliemmo viole e margherite anche le rose furono nostre insieme alle bandiere di un gran colore era quello dell'amore. Guardavo l'immenso cielo impaurito e solo un pensiero prendeva lentamente corpo la notte gia' gelida di luna le stelle inorgoglite belle erano sentinelle sull'inverno Venere lucente piu' che mai gioca con la Luna invitano all'amore Si avvertiva uno strano cosmico tremolio come se fossero mani innamorate Non si stringeva Marte una voce palpitava tagliando il ghiaccio Solo pace vo cercando in questo incanto dovrà nascere Portarla sino a primavera adulta si presenta al Sole stralucente di calda luce. Tante volte mi son detto: "affinchè non restino parole vuote" Le parole poi si son perse non trovando dove stare Nessun luogo ne spazio ne cuore ne poterono viaggiare su remi nebbiosi di mare Si son perse le parole nei labirinti del cielo non si son piu' trovate tanti vuoti tanti fondi son cadute negli abissi Sulle ali dei gabbiani son volate sopra il cielo sopra il mare eran parole antiche Amo Amico Amore di senso di vita legate come sono al pianto di una bimba Parole perse bolle di sapone sulla via del dolore. Occhi sulla neve Si ferma lentamente canditamente bianca turbinante cade per l'ultimo viaggio Tutto dipinge tetti alberi vie rende piu' lento lo scorrere del fiume Tutto è calmo il cane non si muove Nel comignolo sale il fumo guardato dai vetri il sipario fioccante galleggiante nell'aria è spettacolare natura L'India esplode di altri colori si muore a scuola ed anche sul lavoro Lamiere accartocciate un filare di stupidi colori si stende su vite da sbocciare all'alba son consumate E tutto torna in mente senza piu' stupore. La parola mai pronunciata Resta sospesa nell’aria Si rincorre seguendo il parlare La parola mai pronunciata Stringe un volo di farfalla Incontra il profumo del mare La parola mai pronunciata Leggera si posa sul giorno nato Quando si fa sera pesante rientra nel cuore. Accarezzavo con occhi nuovi Un fiore appena nato Petali bianchi vellutati Tenera carezza di tempo Sfiorando la luce diafana Immersa nel profondo cielo Niente lasciava capire il senso Improvviso apparve il vento La luce tacque : venne reciso il fiore E fuije all'intrasatt dint'a nu mument ca se facett'juorn e accumparist tu Cu st'uocchie malandrin n'ambra ppe culore smagliant'e meravigl Sti mman piccerell cu nu surris malizzius e bell e a vocca na cerasa nu scior'e giuventu' E te vedett'accussi a n'ant'a mme E'stat nu mument stennett pur'io na man pe te putè tuccà e m'astignett'a sera nziem all'oscurità. E caddi goffo sotto la spinta di un vento guappo Trasognato mi alzai cercando un segno conosciuto Mi ritrovai solo abbacinato acre era l'aria cercai un punto su cui poggiar le mani non v'era niente Ricaddero nel vuoto impaurite mani Mi parve di sognare disteso mi vedevo su vette imbalsamate il corpo vi poggiai Nulla mi diceva ch'era un sogno vero sentivo carne lacerata il mare li a cantare amori inesistenti ed ali di farfalle colorate. Dopo la nebbia il sole Dio mio Dio mio quale colore scegliere per innalzare al cielo la giuta prece? Dio mio Dio mio è la strada giusta quella che vado percorrendo? Dove mi porta come posso avvicinarmi a Te? Ma come è nero il cielo! Dio mio Dio mio ora vedo: sono alberi e prati una larga chiazza di mare riflesso di cielo su questa terra Un canto musica di vento un cammino fatto di fuoco di croce edè questo il tuo Amore. E mme schiattava'o core S'abbracciava a me cu tutt'a forza E mane soije strignevan comm'a na morza mme livav'o sciato Mè strascinat pe nmijez'a via pe sott'e mur e me faceva raggia e tanta pecundria Io te guardavo cu ll'uochie chin'e lacrim mentr'o vient'e mare te scuncecav'e capill E chest'è ammore mme dicevo nu bben'e paradis ca te po ffà muri. Ed ora ti canto amore ma non lo conosco gli dedico colori: vermiglio giallo rosa oppure rosso per infiammare tramonti ed albe mostrando il palpitante cuore in riva al mare Ed io ti chiamo amore ma resti sconosciuto mi affido ad un sogno per potere amare sentire nelle vene richiami d'aquila stormir di fronde Perchè ti chiamo amore se resti sconosciuto? La luna di novembre s'attarda a ritirarsi il giorno ormai s'è fatto Resta sospesa in aria combriccola col sole velandosi di nuvole bianche e nere poi si rincorrono nel cielo Le vette or ora si son imbiancate di neve appena nata fan da cornice accompagnano la luna al natural tramonto il sole resta in alto combatte con le nuvole Ed ecco qui la sera calare le sue ombre si squarcia un lembo azzurro mostrando fredde stelle Ritorna a notte fonda la luna inargentata con Venere presenta l'ingresso dell'inverno. E fu una mano aperta pronta ad afferrarmi sospinta com'ero sull'orlo della vita Ci fu fatica a credere ch'era rivolta a me pensai non è vero La vita quel ch'è stata un treno di fatica errori ne fai tanti in nome poi di chi? Guardare e non vedere la stridua indifferenza occhi appannati e bassi tirati sempre avanti Io sola ad arrancare per ispidi sentieri Mai a cuor leggero passavano le ore giorni di paura insipidi rancori La strada è tutta nuova la gente sconosciuta nessuno ti rivolge un piccolo saluto Straniera mi son sentita qui a casa mia Son state lacrime d'orgoglio cuore ombre nell'anima come se fosse sera Albe di gioventu' neppur sognate E' lento lo scorrere del fiume riflette la citta' E scambiasti luna gli parlasti pure non era quella luccicante in mare Son lacrime versate stentate ad asciugarsi sotto una coltre nebbia Strade pullulanti di greve solitudine persa mi trovai azzannata dalla paura Urlai!Andare via! Urlai ancora:Grembo! Grembo di mia madre! Dove son mai capitata? Volevo toccare il cielo un corpo chiamato futuro E fu una mano aperta pronta ad afferrarmi prima ch'io cadessi abbracciata con l'oblio. Per Massimo da Torino Con Amore Ma vuije dint'a sti vich nce sit maije trasut? Sti vasc'e canuscit? Na stanza ca cucin na tavula sparicchiata senza nient da mangià Nu liett'all'angolo senza cuperta arricamata na cunnulella co nastr rosa pa piccerella l'urdima arrivata E o fridd'e viern l'afa d'està ca nun te fa respirà Filumena dint'e suonn allucca ancora pa paura e stennere a nan pe se piglià nu muorz'e pan! Ma vuije dint'a sti vich nce sit maije trasut? Se sent'accà e allà na mezza verità Nun ce sta na sola Napule e cartulin mo so fernute Furtun nce rimast'a speranz e putè cagnà Si more pur chesta nun ce stà cchiu' nient'a fà! Na Preghiera Signo' to ddico pe favore schiuovete a coppa'a croce tuorn nmiez'a nuije o staije vedenn nun parlamm cchiu' nce manca'a voce Signo' to ddico cu tutto'o core schiuovete a coppa'a croce cammina nmiez'a nuije comm'a na vota curr'a purta' n'aiut cu na parola d'ammore Signo' Signo' schiuovete a coppa'a croce nun ce turna' maije cchiu'. Sventola su di un cubo con tanti occhi ciechi innalzati al cielo di cemento e vetro una bandiera tricolore guardando verso sud Tutto intorno è grigio e tace la collina dorme sommersa tra le piume e fredda nebbia ibrido d'acqua e nuvole sapore lattiginoso si posa sulle labbra Anche il sole oggi non penetra l'aria la luna s'è scansata Le ultime foglie si staccano sotto il peso di gocce aureola brinata riposano a terra là dove vi è stato il fuoco. A Pino Daniele Sciosc’o vient Sott ‘e seng’e chesti port Saglie scenn Sbatt’e pann Spas’o sol Sciosc’o vient E comm’è fridd Siosc dint’o core De criatur Ca se metten paur E nun tenen diman Sciosc sciosc E port a croce Porta’a voce E chi nun po parla’ E’ nu vient senza core Pe na citta’ ca more Sciosc sciosc O sann gia’ Tutte fernesc All’acqua e ros. Labbra di vermiglio fuoco sfioranti un apprensivo e timido cuore risvegli di millenarie albe ed appassiti tramonti E'fuoco di pietra lavica sapore di nero vulcano e brucia questo tenero amore Un simbolo tratto da terra desertica uno zampillo d'acqua perduta racchiusa come bozzolo scarnificato nell'ambra. Scorre lentamente nell'assoluto silenzio non un rumore scalfigge in tuo cuore I battiti della vita sfuggono come gocce acqua di cristallo pronte a spezzarsi sulla pesante attesa IL tempo passa e vola e tutto è indifferente lo sguardo del creato anche la mano tesa di un bimbo lì sospeso. Voci Sento intorno voci Riempiono i muri Parole che sbattono Su pareti d’alberi Non hanno significato Infrangono barriere Erette a difesa Respingono il gia dato Parole vuote rifiutate Non s’aprono spiragli Pensieri corrono Come aghi Dietro alle idee Allontanate. Tremendo guardare un viso Non eri caduto tra le vie perdute Nascosto sei rimasto dietro ad un sorriso Rinato tra pensieri accantonati Un ripostiglio di cose nascoste Raccolta di ricordi frantumati Cosa nasconde il futuro incerto Se poi ti sbatte in faccia il tuo passato Non sei riemerso per far festa certo. Un grido lampeggiava Nell’aria passando su cupole D’oro Posandosi sulle ali Dei gabbiani volteggianti Sul fiume Tornava quel grido Frusciando sul colore Degli alberi d’estate Intenso come un tuono Gridai:mi è stato regalato Un sorriso Tenerlo con tenerezza Guardando il raggio di sole Che scorre sul fiume. Ma quale vento spira aleggiando su di un cielo ancora argentato di luna? Da quale punto parte e dove vuole arrivare cosa mai porta per vie dove incontra ombre siderali? Ombre! Venisti al mondo con occhi aperti di smeraldo capelli neri appiccicati Ti staccasti dall'acqua di mare un vagito e respirasti il vento della vita. T’appiccia a man Sfiorata da un raggio di sole T’appiccia a man A contatto col mio cuore T’appiccia a man Quando raccogli un giallo fiore di campo T’appiccia a man Quando mi accarezzi parlandomi d’amore. Senza sole E senza stelle Povero cielo Senza lumi E senza amore Povero cuore. Oh! Quante volte Ti rivolgesti a lei Mostrando un cuore Aperto sanguinante allegro Oh! Quante volte Rivolgesti gli occhi al cielo Ricercando una luce Che desse certezza sicurezza Destando un segno E non solitudine Oh! Quante volte Rivolgesti gli occhi al cielo In preghiera ferma Confermando la bellezza Ispirata dal vuoto del tempo La Luna. E no caccio stu penzier ca turment chistu core E no caccio ed is torna nun me lassa ma che vo' E no caccio nata vota ma mo trovo sempe cca Stu penzierè comm'a n'ombra sempre astritt vo' resta. E’ questo sapore dolce amaro Scorre come fiume Verso lontani mari Aggiungendo sale Su ferite mai riposte E’ questo sapore dolce amaro Attraverso il corpo fremente Sconvolto il viso tirato Negli occhi mascella Di fuoco di fiamma Tante domande cadute Nel nulla Risposta nessuna E’ questo sapore dolce amaro Tutto si prende Trascina lontano Macina polvere e vita Solcando profonde vie Con mani tremanti Accarezzando velluto Respiri gelsomino Edè tutto finito. Arrivo un tempo dato Strana primavera Tutta bagnata germogliata fiorita Un gatto m’accoglie Di buon ora m’accarezza Strusciandosi facendo le fusa S’allontana sdraiandosi Al riparo dalla pioggia Si rialza tenta di nuovo Nuvole corrono scaricando Tessuti filanti rimbalzano Diffondono malinconia Povero gatto non s’allontana Resta accucciato aspettando Il sereno e notti d’amore. Quando la parola non significa un suono rompe il giusto silenzio Cumuli di nuvole s'allontanano nel tempo macchiando l'azzurro infinito Non nascono rose e viole se non viene primavera. Il tempo se rinchiuso Ed io con lui resto Navigai per mari Conosciuti a molti Tranquilli di bonaccia Altro ancora edè tempesta Ho visto corpi galleggiare Trafitti da raggi appuntiti Non è navigare Non v’è cuore Non c’è pieta’ Ma solo tempo chiuso Ed io con lui resto Qui a penare. Vago come canne al vento Perduto su strade già note Trafigge l’aria una tetra luce Non un canto ne una voce Niente si alza al cielo Un batter d’ali una cicala Non c’è una stella stasera Neppure la luna si presta A scambiar parola Rompendo l’arcigno silenzio. O vico Nu vico luongh’e nir N’omm sulitario S’arretir’a casa Na chiesiella cu nu lum Appicciat fa cchiu scur’o Core e o vico Che malincunia Nu vico luongh e nir Comm’a vita e st’omm E pugn dint’e sacch A forza va strignenn Nu core ca vo ferni’ Sulitario sisca na canzone Antica e tantu tiemp fa Parl e n’ammore ca nun ce sta Na fenesta luce dint o vico Sola aspetta st’anema chiagnuta L’uocchie sa guardeno Nfunnenes’e lacreme Al posto di chi andrai? Pongono la domanda sanno non v'è risposta Perchè andare ad occupare altrui spazi già pieni di umore sguardi spesi parole perse! Non occupo posti uno spazio si' guardo la luna vegliante immota Sento la brezza notturna del vento mi perdo nel sole nascente su albe di terre fredde e nere solcate da buoi. L'ultima fu gia scritta consegnata alla storia poetavo ancora di sospiri luce e correnti nuvole giocose con la luna Cuore giovane solare ti affacciavisu spazi inesplorati sentieri dove in molti son gia passati incontravi greggi d'alberi prati verdi ricamati pronti in grembo a far nascere l'autunno. L'ombra da sera cammina vicina suspira luntana parlanneme e te. Guardai vedendo altro illusioni perduta realtà sognavo primavere l'autunno mi coglieva con sole basso illusioni perduta verità Non erano foglie verdi rumori sul viale coperto di muschio ombrato sempre piu' corto e lieve con alberi radi illusioni perdutà vanità. Comm pesa stu silenzio proprie nient ca se sent ne na voce ne nu fruscio Comm pesa chistu core se nzerrato se spezzat zittu zitt punt'e onore Comm pesa sta malincunia se scurat tutt'o cielo senza luce nient sol nient passa pe sta via. Dal tempo rinsecchita sui rami Il vento che annuncia l'autunno mi stacca vibro m'innalzo ricado striscio rumoreggiando sull'asfalto polveroso Torno ad alzarmi ricado struscio Un tempo remoto mi chiamarono tenera foglia Pupilla di giovane donna. |