Poesie di Rita Calandra


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  Il buio nella mente
Chiusa nella cella del mio dolore,
un gesto, attendo, uno sguardo,
barlumi di speranza che impediscano
alla mia anima di seguire
quella strada che alla follia conduce,
e le mie mani cercano, affondando nel vuoto,
vaghi ricordi che dal profondo riaffiorano
un corpo odoroso che in un giorno lontano
su un letto di foglie
amo' spinto da un ordine ancestrale
me, sulla quale si poso' rapito
quella me di cui poco rimane,
vegliami ancora , o diletto
amami ancora e sognami
e da questo abisso riconducimi a te!

Eternita'
Tenacemente cerco
di aggrapparmi ad un sogno,
per non morire, per non perdermi,
alle cose che amo
per non disperdere il senso
che vorrei dare ai giorni,
che scorrono veloci,
aiutati dal vento,
trascinando seco la mia vita.
Si susseguono le stagioni,
il tempo e' inesorabile,
non v'e' scampo alcuno
al suo passaggio,
voltarsi indietro e' cosa vana,
ma chi sono io mi chiedo?
ho visto tanto, troppo,
e cosa ho imparato
di questo vivere,
soffrire e gioire?
Cosa ho imparato
nel mio vagare per il mondo,
cosa ho ricevuto
dalle mani dell'esperienza?
Forse l'eternita',
soltanto l'eternita' che,
mirabile, mi seduce

Il tempo
di una notte

Invasa dalla trucida luce
del primo mattino
immobile,
apro solo gli occhi,
si rinnova la realta'
dalla quale credevo
di essere sfuggita,
si rinnova il dolore
tutto e' vero,
non un sogno,
perche' dura solo
il tempo di una notte
l'illusione?
 

Elogio alla follia
Che la follia
viva nelle mie giornate
per affrontare questa citta'
che da' e toglie,
nella sua umanita',
a volte, inumana
che la follia entri
e mi possegga
per infondermi coraggio,
quel coraggio
che aiuta ad accettare
chi, spesso,
ti respinge,
che la follia esploda
dentro la mia anima
allontanando il suono
sordo del dolore,
che nasce dall'assenza
dell'amore e respira
e si nutre di ogni
mio tempo.
E' tempo d'amore, invece,
di farmene inondare,
di guardare negli occhi
la vita!

Notturno
Da tanto tempo
non oso dirti
di queste parole
che nella mia anima,
silenti,
un mio cenno attendevano,
un cenno che in suoni
potesse trasformarli.
Il momento, adesso,
e' arrivato
ed esse fluiscono nell'aria
come le note di un pianoforte
che di un notturno
la dolcezza esprimono,
e come note
verso di te viaggiano per posarsi
e lambire il tuo corpo
come il mare lambisce la sabbia,
inondandola.
Immagina me
dentro queste parole,
il mio spirito che accanto ti camminava
anche se in silenzio,
in attesa di quell'istante in cui
la vera essenza della tua anima
avrebbe cercato il suo spazio
e si sarebbe librata in volo,
per liberarsi di un peso
che la sua fantasia bloccava.
Puoi eseguire questo volo, ora,
disegnando di geometriche forme
quell'azzurro cielo
che i poeti ascolta!

Frammenti
Frammenti
delle vite degli altri
invadono la mia anima,
frammenti
delle loro storie,
a volte dolorose,
a volte piene di gioia,
frammenti
che ricostruiscono
i contorni delle loro anime,
attraverso i loro ricordi,
i loro pensieri,
le loro decisioni.
Frammenti
che mi arrivano addosso
come se si fossero staccate
dalla loro pelle
e fuse con la mia,
che, talvolta,
hanno acceso il fuoco
su di essa,
procurandomi sofferenza,
tormentandomi
per giorni e giorni,
mentre ne bagnavo le ferite
per alleviarne
il dilaniante bruciore.
Frammenti
che, in altri giorni,
mi arrivano addosso
colorando il buio che,
dentro di me,
si fa spazio,
scardinando la tristezza che,
nel mio spirito,
eternamente vive,
sciogliendo i nodi
di quel groviglio
che mi impedisce la visione
della speranza
e di un tempo migliore.
Frammenti
che inebriano la mia vita,
che continueranno a bruciare
o a colorare la mia anima,
frammenti
che doneranno
quel nutrimento
che le e' d'obbligo
per alimentarsi,
ora,
domani,
sempre.

L'alba di un nuovo giorno
Mi ritrovo dentro il sorgere
di un nuovo giorno,
dopo una lunga notte
in cui ho visto copiose lacrime,
dolore che ha devastato
i volti dei sofferenti,
degrado umano
fluttuare nello squallore,
l'eterna vittoria
della derisione sulla pieta',
della frustrazione sui derelitti,
dell'accanimento facile
su chi non puo' difendersi,
dell'inabissamento dei sentimenti
verso un luogo che non si vede.
E' l'alba adesso,
e il suo odore e' forte,
sa di sconfitta e di inganno,
di smarrimento animale
e totale perdizione,
sa di inferno
senza scomodare il demonio,
sa di incapacita'
a ritrovare l'equilibrio.
I miei passi fanno rumore
sul selciato che percorro
allontanandomi da questo posto,
tra le quali pareti
ho visto l'uomo perdere la dignita'
umiliando un altro uomo,
ho visto me che non riuscivo
a strappare quest'uomo
dal cadere sempre piu' in basso,
ho desiderato di far parte
di un sogno,
ma il sogno esisteva soltanto
dentro la mia anima che,
sempre piu' vilipesa,
annaspava per respirare
fuori dal fango
che la stava soffocando.
E' l'alba
di un nuovo giorno,
sento freddo,
il rumore
dai bar proviene
mi attrae,
e di scaldarmi si offre,
di scaldare la mia interiorita' ferita
con latte bollente e,
uscendo,
il sole e' gia' alto,
esso e' sorto,
come sempre
'sulle sciagure umane'!

Amo
Ascoltare
il suono della mia voce
quando pronuncio la parola 'amo'
mi crea un turbinio
di sensazioni bellissime.
I momenti piu' significativi
della giornata
sono rappresentati
dai frangenti in cui
questo verbo caldo,
carico di promesse
conquista la mia gola
e si eleva dalle mie labbra,
formando geometrie e sinuosita',
flussi e riflussi ondosi,
impregnandone l'aria circostante.
Amo
alzarmi molto presto,
al mattino,
per riempirmi dell'aria assonnata
dei miei compagni di viaggio,
il nostro osservarci a vicenda,
scrutandoci con gli occhi
appena dischiusi,
percependo i pensieri
che volteggiano nell'etere
rivolti all'idea
delle tiepide lenzuola
appena lasciate,
sottraendosi al contatto
di un corpo che scaldava
e dentro il quale
si correrebbe volentieri
a rannicchiarsi.
Amo
leggere accompagnata
dal rumore del treno,
alzare lo sguardo,
di tanto in tanto,
e rimanere senza fiato
nello scorgere
il paesaggio di un orizzonte
che si e' tinto
di un meraviglioso rosso corallo,
che contrasta con l'azzurro del cielo
e che preannuncia una giornata
dal clima terso e stagliante.
Amo scoprire,
avventurandomi nelle pagine di un libro,
che uno scrittore,
da qualche parte,
molto lontano da me,
mi legge dentro
senza conoscermi,
iniziando a percorrere
un viaggio inverso
poiche' e' lui
che intraprende il viaggio
verso di me,
penetrando la mia anima,
scandagliandone ogni parte,

portandone alla luce
gli angoli piu' nascosti
mostrandoli
al mio io cosciente.
Amo
raccogliere le sensazioni
nel corso di una giornata,
tenerle ben strette
dentro di me
per non farle fuggire via,
cullandole,
accarezzandole,
sussurrando loro parole
che suggeriscono
contenimento e quiete,
perche' saranno loro, dopo,
a dar voce
alla mia intima essenza.
Amo
scrivere una lettera
mentre continuo
a tenere vigile l'attenzione
per non tralasciare
nessun dettaglio o stimolo
che mi possa portare
a cogliere la poesia
anche nelle piccole
e banali cose della vita,
poesia che aggiunge
sempre qualcosa,
che trasforma
il nostro modo di 'guardare'.
Amo
ascoltare il silenzio della notte,
perche' tutto diventa
nitido al suo interno,
vero,
crudele,
senza una via di scampo
che mi offra l'occasione
di sfuggire a me stessa.
Perche' e' quello
che ho sempre voluto,
conoscere in ogni momento
cio' che sento
e cio' che sono,
come una maledizione
o qualcosa di sublime
che mi portero'
eternamente dietro.
Ho toccato l'inferno e il paradiso,
pero' ho vissuto
e continuo a vivere.
Amando

Sensazioni
Mentre riempio i miei occhi
di immagini innevate,
a crear, quasi,
una coltre di candore
intorno a me,
accarezzata da meravigliose
note di pianoforte
a rendere la passione e la dolcezza
il principio di un sogno,
le mie mani scorrono
a descrivere sensazioni e pensieri,
che mi accompagneranno
per questo lungo giorno
ancora da vivere,
da scoprire,
da conquistare.
Come un turbine
provocato dal vento,
che scatena
la danza volteggiante
delle foglie in sua balia,
queste sensazioni
hanno su di me lo stesso effetto,
vivono e crescono
toccando la profondita'
della mia anima,
che credevo
completamente perduta,
nel vortice di una vita
che dissangua e addolora,
senza risparmio alcuno.
Ma ecco
che uno spiraglio di luce
mi riporta in superficie
la poesia che nel mio cuore alberga,
una poesia
che vuole essere scoperta,
capita,
amata,
accolta.
Una poesia
che riequilibri il senso della vita,
tra brutture e violenza,
guerre e volgarita',
una poesia
che renda magici
i momenti che d'amore
si struggono,
che sublimi l'intrecciarsi
nell'amore,
che regali al sonno
l'intimita' di un abbraccio
che non si scioglie.
La musica scorre,
adesso,
lungo la mia schiena,
attraversandomi
come il leggero
carezzare di una piuma
che si posa
teneramente sulla pelle,
a suscitare quei brividi
e sconvolgimenti
che da essa
si generano inaspettati.
E nel ripercorrere,
momento per momento,
i giorni trascorsi a soffrire,
desiderare,
amare,
vorrei essere io
a far nascere la musica
dai tasti di questo pianoforte,
per potere abbandonarmi ad essa,
accogliendo di me
quello spirto che mi alita dentro,
esplorandone l'essenza,
tacitandone
la passione che lo divora.
Che questa musica,
allora,
si porti con se' la speranza,
che questa musica
riposi dentro di me,
arricchendomi,
per far si che io
possa donarmi
con interezza.

Le mani
Dal primo momento
in cui vediamo la luce,
prima di parlare,
di ascoltare,
tendiamo le mani
per poter superare la paura,
la paura di quel vuoto
di cui ancora la ragione
non conosciamo,
cercando quell'appiglio
che in quel vuoto non ci lasci,
un appiglio
che in altre mani si ritrova.
Ah,
quel contatto avvenuto,
quel contatto rassicurante,
in un incontro d'amore si realizza!
E con il lento
trascorrere del tempo,
verso le scoperte della vita,
dritte davanti a noi,
dirigiamo quelle piccole dita
per prendere,
imparare,
dare,
sentire.
Attraverso di esse,
nello sfiorar la pelle,
il nostro corpo freme,
gode ed indugia
a sollevare ondose increspature,
nel pizzicare corde,
per riempire l'aria di note
a suscitare emozioni,
lo spirito s'accende
e brucia di passione.
Quelle stesse mani
il potere di procurar
un crudele dolore
sanno di esser capaci,
di dare e di togliere la vita,
di far conoscere l'inferno
e di tornar indietro da esso;
ma se le mani
all'uomo di cui tanto
vorrei innamorarmi appartengono,
a loro,
il mio piu' intenso poetar
e' d'obbligo:
mani che,
desiderei,
avessero dita lunghe
e affusolate,
che emassero un calore avvolgente,
mani capaci di trasformar
cio' che a valor
di spazzatura attribuiamo,
in quelle opere
che d'arte si compensano,
ed esse,
in me,
dovrebbero suscitare
l'estatico rapimento
che mai sensuale memoria ricordi.
Ma ecco che,
dentro la flebile luce che,
in una stanza,
a strappare la notte
da un profondo buio si prodiga,
ecco,
vorrei ritrovare su di me,
quelle mani a prodigarsi
nel dispensare meraviglie,
leggere,
carezzevoli,
calde.
Mai il mio corpo
ha ricevuto morbidezze
tanto sinuose,
mai ho sentito attraversarmi,
con tocco sapiente,
dalla volonta' cosciente
del donarsi anima e corpo
che da quelle mani
deve avere inizio,
mai ho sentito
una cosi intensa volutta'
crescer dentro me
ad intensificare
il ritmo del respiro
all'idea del materializzarsi
di queste mani
che finora ho sognato.
E su di me
ancora e ancora le vorrei,
ancora e ancora il desiderio
vorrei sentire attraverso di loro ,
e di questa sensazione vivere!

A Simone

Pianto interiore
Con quale incipit
posso aprire questi versi
attraverso i quali

vorrei placare
quel pezzo della mia anima
che si sta struggendo?

Descrivendo,
forse,
il cadenzato rumore delle rotaie
scivolanti sui binari,

che mi accompagna
nel viaggio verso la mia alcova,

mentre accarezzo,
eternamente,
con lo sguardo,
il dolce variare del paesaggio.

La felicita'
mi avvolge nel compiere,
ogni volta,
questo viaggio,

perche' a spingermi
verso il treno e' l'amore,

che mi portera'
al momento in cui

lo vedro' ed accarezzero' il suo viso,

bagnero' la sua bocca di baci,
percorrendo, al suo fianco,

la distanza che mi separa

dal resto dei giorni
che con lui trascorrero'.

Quel sensuale rifugio
mi accogliera'

perche' io possa prendermi

tutto l'amore
che mi verra' donato,

poiche',
in questo momento,
le sue braccia
rappresentano il luogo piu' sicuro

per la mia anima
che non si da' pace;

l'amore, si,
l'amore soltanto
puo' rimettere insieme i suoi pezzi,

l'amore soltanto
puo' gratificarmi
di cio' che manca
nel resto del mondo,

mentre tutto
intorno a me crolla;

l'amore soltanto,
con la sua tenerezza,
con le carezze,

stringendomi
da farmi mancare il respiro,
puo' farmi sentire

la forza di ribellarmi
alla tristezza che in me suscita

l'assenza di questo sentimento
che la solitudine,
il dolore,
la guerra e la morte comporta.

Di tanto in tanto
sollevo gli occhi
per cercare,
in coloro che con me
condividono questo viaggio ,

lo stesso mio struggimento,

chiedendomi se,
anche loro,
stanno viaggiando

verso l'amore
in cui affogheranno la rassegnazione.

E nel contatto
con un altro corpo,
forse la troviamo,

o almeno
ci illudiamo di trovarla,
e cosi corriamo,
ci spingiamo oltre,

sconfiggiamo
persino il tempo,
non penseremo, cosi,

che c'e' qualcuno il quale,
nello stesso momento
in cui lasciamo andare

la nostra disperazione
tra gemiti e sospiri,

sta subendo torture e ingiustizie
o sta per essere privato della liberta'

a causa del proprio pensiero
ed il coraggio per averlo espresso.

La stazione e' gia' davanti a me,
meravigliosa,

e' giunto alfine il momento,
mentre il cuore batte all'impazzata

e lo scorgo tra la gente che aspetta,

questo cuore che,
fino ad adesso,
ha sgorgato linfa vitale

depositandola
tra le mani di questi versi,
che sanno sempre
contenerla e proteggerla.
Nel suo abbraccio
sciogliero' quel pianto interiore,
quel pianto che,
fino adesso,
mi ha attanagliato la gola,
lasciandomi andare,
e come sempre,
dentro il suo amore
mi perdero'!

L'illusione
Quante volte
capita di uscire da una stanza
con la speranza di ritornarci,
quante volte
ci sciogliamo da un abbraccio
con la voglia di ritrovarcisi dentro,
quante volte
percepiamo la tristezza
per i giorni trascorsi insieme,
che ci riporteranno,
ineluttabilmente,
dove tutto ha avuto inizio,
separandoci
per poi pensare a rivedersi.
Quante volte
facciamo fatica
a lasciarci avvolgere dal sonno
perche' qualcosa
ci ha dato dolore
e ne vorremmo liberare il petto,
quante volte
abbiamo pianto
per una gioia improvvisa che,
allo stesso modo,
ha lacerato
quel petto gia' provato.
Quante volte
abbiamo desiderato
di rinascere
ad una nuova vita
senza riuscirci,
quante volte
abbiamo desiderato di morire
senza mai
volerlo veramente,
quante volte
abbiamo tentato e ritentato
di rimettere insieme
i cocci
della nostra anima in pezzi,
quante volte
siamo riusciti ad incollarli.
Quante volte
abbiamo veramente amato,
di un amore
che e' l'incarnazione
della passione stessa,
un amore totale,
completo,
complice,
intrecciato di parole
e salato di lacrime,
un amore che rigenera
la vita stessa,
ogni giorno,
ogni momento,
sempre.
Quante volte
ci siamo chiesti
se il nuovo amore
puo' dimostrarsi
altrettanto
vero ed appassionato,
se non sia soltanto
la nostra speranza
a volere che sia tale,
quante volte
abbiamo gettato la spugna
stanchi di aver provato
ancora una volta
l'illusione di quell'amore.
Io conosco l'amore,
conosco la passione,
conosco la bellezza
in due corpi che si amano,
ma riconosco anche
l'illusione,
poiche',
ancora una volta,
la sto vivendo

Scrivere
Scrivere
e' come entrare in un sogno,
e' come viaggiare
nell'interiorita' degli uomini.
E' come vivere.
E adesso voglio scrivere
per poter vivere,
per dare un senso ai respiri che,
ritmicamente,
sussultano dentro i nostri corpi.
Tutto e' follia,
in questo momento,
una follia che,
dentro la mia testa,
affonda e riemerge,
mi accarezza e mi stritola,
mi riempie gli occhi
di lacrime salate che,
con amarezza,
bevo,
accompagnandole all'illusione
che essa scompaia
dalla mia anima.
Forse solo scrivendo potro',
anche se solo per breve tempo,
scacciare via questa sensazione
che nel buio piu' nero mi trasporta,
forse solo scrivendo potro' esprimere
realmente il mio dolore,
che si pietrifichera'
dentro le sue stesse parole.
Forse solo scrivendo
i raggi del sole rischiareranno
cio' che il buio avvolge
e potranno nascere fiori,
che al buio si sostituiranno
per consolarmi.
Fiumi di parole fluiranno,
allora,
rompendo gli argini del silenzio,
un silenzio crudele che distrugge,
che lacera,
che ci racchiude
all'interno di un mondo di solitudine.
E le parole, scorrendo,
colpiscono per la verita'
che esse contengono,
che siamo soli,
che non sappiamo guardare oltre,
che non sappiamo guardare
dentro di noi.
Che le paure ci governano,
creando smarrimento,
togliendo valore ai giorni che,
lenti ed inesorabili,
si susseguono uno dietro l'altro,
uno uguale all'altro,
che d'amore dovrebbero traboccare,
di congiunzioni che l'appartenenza
tra due anime suggella.
Le parole, scorrendo,
vorrebbero addolcire chi soffre,
chi si tormenta in un sonno senza pace,
tendere la mano
a chi possiede poca forza
per rialzarsi,
abbracciare chi un po' di calore richiede
a sciogliere la neve
che il proprio cuore cinge di gelo.
Le parole, scorrendo,
vorrebbero abbattere
quelle barriere invisibili
che l'avvicinamento ed il toccarsi impediscono,
e nell'abbatterle,
meravigliosa si presenterebbe,
ai nostri occhi
la visione di braccia che si intrecciano,
di labbra che si inumidiscono
dell'altrui saliva,
di seni che contro un petto vigoroso
si strusciano,
di mani che accarezzano visi protesi
a perdersi sguardo nello sguardo.
Queste parole scritte,
che dalla mia anima straziata
si sono liberate,
a voi, la' fuori,
che dal vostro dolore
vorreste risorgere,
sono dedicate,
a voi che,
come me,
d'amore
vorreste morire.

Dentro la pioggia
E' notte, piove.
Una pioggia lenta,
copre appena.
In una notte come questa
puoi vedere
anime vaganti
attaccarsi alla disperazione,
ragazze
sul ciglio della strada
a dispensare
sogni artificiali, e,
scorrendo lo sguardo
attraverso
il finestrino gocciolante,
il pensiero sorge rivolto
ai loro veri sogni,
forse persi sul ciglio
di quella strada.
Mentre anch'io,
percorrendola,
sfioro quelle immagini,
un'appocundria
mi stringe il cuore,
come un'indefinita
sensazione,
che non sai
da dove nasce,
ma esiste.
Dentro la notte,
a volte,
il dolore si fa
piu' forte,
e ci fa a pezzi l'anima,
quella stessa anima
che all'alba ci riconduce
per la nascita
di un nuovo giorno che,
forse,
sara' migliore

L'abbandono
Nell'abbandono
il sole non risorge,
le mani piu' non si stringono,
lo sguardo si spegne.
La vita
non piu' rifluisce,
mentre il corpo
a vivere continua,
inconsapevole di se'.
Nell'abbandono
il sentire si attenua,
il fantasticare si sgretola,
l'amore non riluce,
i sensi
non colgono i richiami.
Ma se fossi io
ad abbandonarmi alla vita,
a bere alla sua fonte,
l'abbandono
nel suo significato
si stravolge
ed allora
meravigliosa sensazione
e' l'abbandonarsi
tra le braccia dell'amore,
che a nuove scoperte
corre incontro,
all'aprirsi
dell'anima ti prega,
alla congiunzione
con l'universo interiore
assurge,
all'appagamento
dei sensi si piega.
L'abbandono
che il cor subisce
di dolore permea
la sua pronuncia,
l'abbandonarsi al sentimento
che il cor esprime,
quella pronuncia
di gioia si impregna.
Ed io
abbandonarmi voglio,
adesso,
eternamente,
struggendomi nella passione
di cui la vita e' intrisa!

Versi
Nel momento in cui
mi accingo a comporre dei versi,
parole dolci,
poetiche,
melodiose,
si riversano su un foglio
perche' il cuore si apra,
spalancandomi l'anima
Serve tanto ardore
perche' dei versi
assurgano a composizione,
meravigliosa parola
che richiama i suoni
che dalla mente
di un musicista
diventano note
su un pentagramma,
ritornando a noi
attraverso suoni dolcissimi,
dirompenti,
penetranti.
Serve un selvaggio
ed appassionato struggimento
perche' uno sguardo
possa incantarsi
nel cogliere l'insieme
delle parole composte
e raccoglierne l'essenza
che quelle stesse parole
racchiudono.
E se con l'ardore
e l'appassionato struggimento
un connubio si dispiega,
di quanta forza
e di quanta volutta'
un'anima si dovra' impregnare
per poter arricchire,
colorare,
coinvolgere
e toccare un'altra anima?
Come vorrei possedere questo connubio
dentro di me, perche' l'amore
non mi passi solamente accanto,
ma si fermi.
Per toccarmi,
accarezzarmi,
stringermi,
E se l'amore mi avvolgesse,
potrebbe leggere, di me,
le fantasie sinuose
di immagini recondite
che sono entrate permeando
i miei tessuti vitali,
potrebbe innamorarsi
della curiosita'
che perpetuamente
affascina i miei occhi,
la mia bocca,
le mie mani,
il mio corpo.
Se l'amore mi penetrasse,
si accorgerebbe
che vi ha soffiato sopra la vita
animandola di calore,
di odori, di carne.
Se l'amore mi vivesse
ogni giorno accanto,
ogni goccia
che da me sgorga berrebbe,
dentro di me languirebbe
lasciandovi dolore,
dissapori,
stanchezza,
ritrovandovi pace,
nutrendosi della mia forza,
del mio ardore,
del mio selvaggio
ed appassionato struggimento,
nella fusione
piu' totale e profonda
Ma perche' questo amore
mi 'veda', i suoi occhi
devono avere la capacita'
di trafiggere
la visione dell'anima
che va oltre
la pura materia,
e che della materia
deve cogliere il senso
che l'anima stessa incarna.
E cosi dedico
il pensiero a coloro che,
dalle mani su un pianoforte,
dall'inchiostro di una penna,
da un pennello che si scatena
su una tela,
fanno nascere
un urlo interiore che richiama
a questa visione,
che desiderano l'incontro
con due occhi capaci,
per far capire che
il pianoforte,
il pennello,
l'inchiostro di una penna,
non sono altro che dei mezzi
per farsi 'vedere'
nella pienezza
e totalita' dell'essere,
cosi da permettere all'amore
di fuoruscire
dalle opere nude di se stessi,
per tornare alla riappartenenza
del proprio io e donarsi alla carne
viva e calda,
alla gioia e ai gemiti,
all'addormentarsi ed al risveglio,
al vagito di un bambino
ed al suo allattamento.
E dedico un pensiero
a me stessa,
alla 'me' che vorrei
si vedesse,
all'amore che mi prende
e al quale vorrei dare respiro,
alla mia anima
che non vuole rinunciare o cedere
a nessuna illusione o compromesso.
Che senso altrimenti avrebbe
questa vita
che ci scorre dentro?

Lettera ad una figlia
mai nata

A te,
figlia tanto desiderata,
ma mai uscita dal mio ventre,
a te scrivo questa lettera,
una lettera in cui esprimo
cio' che il mio cuore contiene
da tempo immemorabile,
dal primo momento in cui decisi
di mettere al mondo una creatura
della quale innamorarmi
e a cui donare,
completamente,
tutto l'amore che,
dentro di me,
regna immenso.
La mia vita,
senza te,
non si e' arricchita di gioia,
poiche' non ho mai ascoltato
il tuo pianto,
non ho potuto esserti vicina
quando soffrivi,
non ho risposto
alle tue domande,
non ho goduto
del tuo fragrante odore
e toccato le tue piccole mani
mentre si appoggiavano a me
per ritrovarvi un sicuro appiglio.
Tante volte ho sognato
di pronunciare il nome
che ti avrei attribuito,
se alla luce ti avessi donato,
sarebbe stato tuo
perche' avrei voluto tu portassi
gia' la chiarezza dell'acqua
dentro di te,
la limpidezza nello sguardo
dai profondi occhi.
Tante volte ho immaginato
di vederti correre verso di me
cercando conforto e protezione
da qualcuno che aveva cercato
di sopraffarti,
tante volte ho immaginato
di proteggerti e consolarti,
ma di farti capire,
anche,
che la forza per difenderti
l'avresti dovuta trovare
all'interno della tua interiorita'
e che la cosa meravigliosa della vita
sarebbe stato
diventare il fulcro di se stessi,
per affrontarne la caducita'.
Tante volte ho sperato
di farti conoscere
la bellezza del mondo
in cui saresti venuta,
una bellezza creata
dalle idee degli uomini e delle donne,
spinti da un amore forte
verso la fantasia e gli orizzonti
da superare per essere liberi,
tante volte ho sperato
di trasmetterti quei valori
per cui lotto ogni giorno
e che cerco di riscontrare
negli esseri umani.
Tante volte ho sognato
di ascoltare la tua voce
che mi ringraziava
per averle donato la vita,
per averla amata e capita,
il senso della mia vita,
allora,
avrebbe assunto
il piu' alto significato
che possiede donare l'amore!

Ode ad un 'bacio'
(Rodin)

Sono sola davanti a te,
cosi bianca,
cosi pura.
Ti osservo,
ti scruto,
ti tocco con leggerezza.
E' come se non fossimo io carne,
tu marmo,
il significato metafisico
che lo scultore
ha infuso dentro di te
con le sue esperte mani,
adesso conquista il suo senso,
in questo corpo a corpo
tra te e me,
in questo confondersi di movenze
infinite ed immaginarie.
E resto li',
in attesa che ti sporga verso di me,
accogliendomi tra voi,
perche' vi possa io infondere la vita,
per poter io vivere
eternamente della luminosita'
che si emana
dalla felicita' di questo bacio
nell'eterna materia configurata,
quale opera di un olimpico dio
che volle salvare un amore.
Potessi ogni giorno
guardare l'immensa bellezza
dei vostri fianchi,
l'incanto dell'abbaccio sensuale
a compiere un gesto di resa,
potessi fermare io
il tempo per vivere
sempre d'amore!

Immagini
Percorrendo
una strada che dell'asfalto
non conosce il rumore,
affondando il cammino
tra la polvere che,
lieve,
addosso si posa,
immagini inconsuete
attirano il mio sguardo,
immagini di donne silenziose
a sopportare il caldo,
eleganti nel loro incedere,
trascinando vivande e figli,
alte e sinuose
tra i colori sgargianti
del cotone
che avvolge i loro corpi.
Immagini
che la mia memoria
non abbandonano,
immagini
che hanno eternamente segnato
i giorni trascorsi
dal momento in cui
sono rientrata
nella mia quotidiana vita,
immagini
che hanno cambiato
il senso che avevo impresso,
a questa vita.
Il cercare di sopravvivere,
assegna alla dignita'
un altro volto,
un volto che io,
ed altri come me,
non conosciamo,
un volto
che dovremmo disegnare
sul nostro per poter capire
il valore di cio'
che possediamo!

Vorrei che fosse amore....
Vorrei
che fosse amore
a liberarmi
della visione ristretta delle cose,
allargandomi gli orizzonti,
per indurmi a guardare oltre.
Vorrei
che fosse amore
a guidare le mie giornate,
dal risveglio all'addormentarmi,
mentre lotto
contro le disuguaglianze,
ed, imperterrita, cerco di trovare
il giusto equilibrio
tra l'ideale e la realta'.
Vorrei
che fosse amore
a farmi penetrare
lo spirito dell'essere umano,
per poterne comprendere
dolori e affanni,
sentimenti ed emozioni,
rivoluzioni ed accettazione,
rabbia e pacatezza.
Vorrei
che fosse amore
a spingermi sempre avanti
nel cammino,
'si duro e arduo
nell'inerpicarsi degli ostacoli,
nell'incontrarsi con altrui anime
anch'esse dalla vita
a lungo provate,
e nella vita
dalla stanchezza,
molte volte,
piegate.
Vorrei
che fosse amore soltanto
a condizionare le mie scelte,
a far si che la rabbia
non prevalga
su quella ragione
che puo' indicarmi
la giusta strada
nel provare a comprendere,
sempre,
le motivazioni che ci spingono
a commettere
determinate azioni,
per prevenirne
le dure conseguenze,
salvandoci dalla sofferenza.
Vorrei
che fosse amore
a farmi percepire la pieta'
per i miseri,
a dividere qualsiasi cosa
con gli altri
senza mai scegliere
tra chi merita e chi no,
a perseguire
continuamente la verita',
anche se questa
potrebbe ritorcersi
contro me stessa.
Vorrei
che fosse amore
a farmi distinguere
il bene dal male,
costruendomi
una bellezza interiore
che puo' farmi
correggere gli errori
e giungere a non commetterne
di irreparabili.
Vorrei
che fosse amore
a crearmi stupore
tutte le volte che apprendo
dell'altrui dolore,
poiche' vorra' dire
che ancora
possiedo una sensibilita'
che non mi fara' voltare
il viso da un'altra parte.
Vorrei
che fosse amore
quel sentimento
che in petto risuona ed impera,
quel sentimento che,
ci regala la ragione
dell'essere vivi!

Il contatto
Nel rimirare,
di volta in volta,
gli alti pini
che si stagliano contro il cielo,
rivolgendo loro lo sguardo
dal mio punto d'osservazione,
vi ritrovo quella visione
che sempre mi rassicura,
e che,
anche adesso,
mi riporta
al contatto con me stessa,
quella me che,
da qualche tempo,
sembra smarrirsi senza volerlo,
forse trascinata dagli eventi.
Mi accompagna,
in questo reimmergermi
nell'oceano della mia anima,
il dolce ticchettio della pioggia,
come musica
a trasportar le sensazioni
che palpitano
con lo stesso ardore
di un cavallo libero al galoppo.
Nel lento cadenzare
dei quotidiani ritmi,
gli odori,
i rumori,
i colori che mi circondano,
rendono meraviglioso
il mio incedere verso la vita e,
nel riconoscerli,
una calda gioia interiore
ne sublima il valore,
quel giusto valore
che, molte volte,
non consideriamo!

Nudo di donna
Da lungo tempo,
dentro di me
delle domande
aspettano risposte,
da lungo tempo
cerco di immaginare
la cagion del poetare,
del dipingere,
del comporre musica,
dello scolpire.
Conoscere vorrei
quali sono i pensieri
che l'anima di costoro
ha attraversato per secoli,
nella memoria indelebile
di opere a definire l'errare umano
nella ricerca
del perche' della vita,
del perche' del soffrire,
del perche' dell'amore.
E nell'ascoltar divine note
che dagli strumenti si sollevano,
nel rimanere incantata
da dipinti che,
nell'armonia di colori,
esplodono di follia incontenibile,
nel lasciarmi travolgere
da meravigliose forme
dall'aspetto quasi umano,
l'umana risposta,
davanti a tutto questo,
non arriva,
forse perche' risposta non esiste.
Realmente conta cio'
che da queste riflessioni scaturisce,
ecco la cagione
che l'uomo porta a vivere,
poiche' il significato della vita
si pone nel vivere stesso,
nel ricercare
dentro il tempo che passa,
nel riflettere
noi stessi dentro gli altri.
E nel trascorrere ore
davanti a questo nudo di donna,
gli occhi,
l'anima ed il cuore mi riempio,
per l'omaggio che le sue mani
han reso ad un corpo femminile,
ai posteri lasciando
l'eredita' del suo pensiero.
Dell'umana follia
e' ancora pieno il mondo,
ma nelle plasmate opere
vorrei eternamente ritrovarla,
a produrre gioia
e bellezza e amore,
quell'amor che e' spasimo
e che dolcezza profonde!
 

I volti degli uomini
Nel mio ramingo vagare,
su tanti volti ho posato il mio sguardo,
e in ognuno di loro,
ho voluto leggerne le storie.
Storie trascritte
dalle mappe sottili
delle rughe che rivelano quante volte
quei volti hanno sorriso o pianto,
quante volte
si sono lasciati morire
nella rassegnazione,
quante volte
hanno sgranato gli occhi
per lo stupore dell'altrui cattiveria,
quante volte la fronte
si e' corrucciata
per l'ostinazione a non cedere.
I volti degli uomini
sono tutti bellissimi
poiche' ognuno di loro,
con la propria storia,
costituisce la storia di tutti ed io,
nell'osservarli,
di questo mi nutro,
del tessuto della loro anima,
che porto dentro di me
per capire
se esiste un limite
alla loro profondita'.
Dovremmo soffermarci
a guardarli di piu',
questi volti,
per ritrovarvi noi stessi!

La condivisione
E' da tanto tempo,
amico mio,
che non ti scrivo,
e ne sento la mancanza.
So che,
in questo momento,
un'altra realta'
tocca il tuo pensiero,
ma lascia che io
della mia anima ti racconti.
Poiche' di essa
ne conosci ogni piega,
ogni lacerazione,
ogni frammento di gioia
e disperazione che la compongono
e similmente ascolterai,
pur nella tua assenza.
Lontani
sono i giorni della felicita',
i giorni in cui
del traboccar del mio cuore
ti riempivo e d'amore ti parlavo.
Lontani
sono i giorni
del filtrare del sole
nella mia vita,
i giorni in cui
dei miei risvegli
ti rendevo partecipe,
risvegli dentro i quali
i sogni non morivano.
Quanta nostalgia ho,
di quei giorni,
quanto dolore
dovro' sopportare
per ritrovare il vuoto
da colmare
con un altro amore,
quanta rabbia sfogata
contro di me riusciro' ancora
a fronteggiare per non morire?
Quante notti
nella solitudine
dovro' trascorrere
prima di far capire
che per me donare e' facile,
ma che il solo mio dono
non basta perche' la solitudine
smetta di essere tale?
Quante volte
dovro' scriverti
per questa mia anima,
in cocci sparsa,
prima di dirti,
finalmente,
che qualcuno ha compreso,
che qualcuno ha accolto me
nella sua totale essenza,
che qualcuno,
durante la notte,
protegge i miei sogni,
che qualcuno
annusa l'odore della mia pelle,
che qualcuno
si e' innamorato della mia interiorita'.
Forse non piu',
perche' il tempo e' tiranno
o forse perche'
il mio cuore e' stanco.
La sofferenza
ha fatto parte di me a lungo,
la forza non e' piu' in me.
Grazie,
amico mio,
di aver rivolto,
ancora una volta,
l'attenzione verso me.
La sofferenza,
adesso,
e' diventata piu' piccola
condivisa con te.


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