Poesie di Giuseppe Costantino Budetta


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Giuseppe Costantino Budetta è nato a Bellosguardo (Salerno).
Si è diplomato presso il liceo classico "A. Genovesi" di Napoli e laureato con lode in Medicina Veterinaria. Si è specializzato in alimentazione degli animali domestici e in citochimica. Per tre anni ha insegnato presso la Facoltà di Agraria di Viterbo (Università della Tuscia). Ha scritto oltre settanta ricerche scientifiche alcune delle quali pubblicate su riviste americane ed inglesi.
Ha stampato articoli sulle riviste scientifiche in WEB: ArcheoMedia, Psychologia e PsicoLab.
Ha stampato i seguenti romanzi:
Vento di Terra presso Anna K. Valerio di Udine.
20 Racconti: Andrighetti editore Ferrara.
Giallo Fiordaliso: La Carmelina - Ferrara.
La rosa del Grillo: A. Grasso - Padova.
Doppia Venere di Milo: Edizioni Fabula - Roma.
Attualmente è professore associato di Anatomia, fisiologia e morfologia degli animali domestici presso l'Università di Palermo nella Facoltà di Agraria.
Coltiva fin da ragazzo la passione per la letteratura ed ha scritto numerosi romanzi, racconti e poesie vincendo premi letterari. Alcune composizioni sono presenti nel Web e in particolare in Poetilandia.
Ha vinto la targa d'oro della Regione Campania "Città di Caserta" per il racconto OTTO.
Ha vinto la medaglia d'oro "Città di Avellino" per il romanzo DOPPIA VENERE DI MILO.
Mail: giuseppe.budetta@alice.it
         gbudetta@unipa.it

Leggi i racconti di Giuseppe Costantino

Tu
Tu, come la notte
mi prendi la mano.
Leggero risalgo
onde nebbiose
di manti di tempo.
Vestita di morte
amore modelli
nell’ultima resa.

Il peto
   Di tosto fece
un peto
con suono
chiaro e netto:
BU!
Nessuno osò
parlare.
Un altro peto
a schiocco:
BU!
li fece sobbalzare.

        Che scandalo
        che botto
        che scarica
        di sotto!
        Non soddisfatto:
        rifece a un tratto
        BU!
        Ci fu chi
        spazientito
        osò gridare
        forte:
        "Non si ferma
        mica."
        Ci fu chi disse
invece:
"Non si ferma
più."
La risposta
fu: BU!

Gridò allarmato uno
tra la perduta gente:
"Fermate il fetente.
E'scarica continua
agite, fate presto
fermate il puzzone"
 BU, BU e BU.
Ma che deflagrazione!
BU, BU e BU.
"Ci accerchia calma,
 non fate confusione."
"E'puzza da pazzi
tirate le imposte
liberate il gas."
        BU, BU e BU.

   Uno affermò d'appresso
di certo un po' depresso:'
"Il sedere mascolino
sprigiona grande
botto."
Ammise il vicino:
"Ha culo a mandolino.
BU.
Fu la semplice
 risposta.
"Ha muscoloso
culo
 il solo
che emetta
in fretta un
chiaro, netto botto."
"Ha certo pacca
tosta
se peto è così
    lesto."
BU!

"Tappategli quel culo."
"Afferratelo da dietro
 mettetelo a terra."
"Ci vuole tappo
tozzo
per chiudergli
quel buco."
"E un vero
osso buco."
"Ci vuole tappo
a vite
per rimanergli in
    loco."

   Gridò allora uno:
"Ci vuole tappo
a cazzo
che chiuda a
perfezione."
Domenico Magliulo:
rettificò già lesto:
"Solo in questo
   modo
non più rilascia
peto."
Disse trionfante
Luigi Mercadante:
"Solo in questo
modo
la puzza resta
chiusa."
Internista intestinale
esperti in peto anale
specialisti interinali
in coro a dire:
"Se amate stare
in pace .
coraggio e sangue
freddo.
Non restate lì
impalati.
Cacciate fuori
il cazzo,
tappategli
il culo."

A cosa pensi
A cosa pensi?
Alle rivoluzioni tradite
a quelle mai nate
o sedate nel sangue?
A cosa pensi?
Alla fine della vita,
ai tanti messaggi
cui non hai creduto,
alle opportunità
che altri avevano
a cui solo potevi
sperare?
Oppure pensi
alle ingiustizie subite
contro cui si deve tacere?
A chi ti passa davanti
raccomandata gaudente.
Ai ricchi spavaldi,
alla strafottenza
senza doveri,
o alle fredde vie
della città deserta?
Ai poveri abbandonati
o alla gente mai nata?
L'unica consolazione
se di questo si tratta,
è essere sicuri
che con la morte
ogni pensiero tace
in eterna pace.

Guerra di camorra
Polvere s'alza…
palpebre infuocate
ed in periferia
c'è guerra
di camorra.
Per la via
un morto
ammazzato.

Sul marciapiede
merda di cane.

Segatura su sangue
aggrumato
che alle folate
di vento resiste.
Ha le spalle alla gente
il morto ammazzato.

Marzo svaria
di ora in ora...
Sole cangiante
brusche ventate….

Basquiat
Fosti vento
che strisciando
stride forte
e scie colorate
su mura trasandate
trasformando
esistenza
e penitenza
in Arte disperata.
Alieno alienante
strisciante ululante
per le strade
di Nuova York
che putredine e melma
stilla dai bassifondi
dai cunicoli dei metrò
da sweet luminescenti
e dalle limousine.
Melma stillarono
sui tuoi colori
gli anni struggenti
orfani dei Kennedy
il sesso facile
ante AIDS
soldi e shopping
alcool e droga.
Col canto di Madonna
eri la strafottenza
che Nuova York
accoglie e annienta
nella notte vasta
solo intervallo
al caos giornaliero.
Col l'accelerazione
di ciclone che impazza
su tentacoli di cemento
misto a smog fosti
flesch di fulgidi colori
su violenze senza legge
e su vuoti putrescenti.

Anime dannate
Anime dannate,
nei cieli tempestosi,
nelle notti senza luna,
con le nere nubi
amoreggiate,
anime dannate.
Squarciano le tenebre
le vostre risa
e godete...e godete
quando la gente
chiusa nei portoni
teme. E l'ira del cielo
invocate, donne corrotte.
Il vostro odio
la terra copre
che dispera della luce.  

Arcobaleno
Ho varcato la luce dei tuoi occhi
ho vissuto sul cuore della terra.
Il mio arcobaleno si chiuse
sull'anima bagnata di ricordi.  

La mia anima
La mia anima nera
la mia anima vera.
Metamorfosi strana
eppure t'ama.


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